Protezione Civile - Maggio/Giugno 2011

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2PRIMO PIANO Campagna antincendio boschivo 2011 2FOCUS Emergenze e grandi eventi: le nuove disposizioni 2STORIE Trent’anni fa la tragedia di Vermicino anno 1 n. 3 DAL TERRITORIO: REGIONE UMBRIA, SALVAGUARDIA DEI BENI CULTURALI IN EMERGENZA • DAL DIPARTIMENTO: ONLINE DOSSIER E TEST MAREMOTO Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

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Anno I, numero 3

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2PRIMO PIANO

Campagnaantincendioboschivo 20112FOCUSEmergenze e grandi eventi: le nuove disposizioni

2STORIETrent’anni fa la tragediadi Vermicino

anno 1 n. 3

DAL TERRITORIO: REGIONE UMBRIA, SALVAGUARDIA DEI BENI CULTURALI IN EMERGENZA • DAL DIPARTIMENTO: ONLINE DOSSIER E TEST MAREMOTO

Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

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L’estate è tempo per la protezione civile di staccare l’ombra da

terra. Con la campagna antincendio 2011, anche quest’anno

tutto il Servizio Nazionale è impegnato nella difesa dei boschi:

per l’occasione facciamo un punto sulla stagione passata e sugli

interventi della flotta aerea dello Stato. Alla lotta agli incendi boschivi sono

dedicate anche molte iniziative di sensibilizzazione sul territorio promosse

dal Dipartimento, come i 107 Campi scuola “Anch’io sono la protezione

civile” per ragazzi dai 9 ai 18 anni, e la tradizionale campagna “Non

scherzate con il fuoco” in collaborazione con Legambiente.

Dall’8 al 14 luglio si celebra la settimana italiana dell’Anno europeo del

volontariato: le associazioni di protezione civile contribuiscono con oltre

400 eventi, esercitazioni e manifestazioni in tutto il paese e, come il

Dipartimento, sono presenti a Roma nella giornata conclusiva del 13

luglio. Appuntamenti che, come quelli ricordati sopra, saranno

consultabili sul sito protezionecivile.gov.it e sulle pagine facebook di

questo Magazine, che ospitano anche gli spazi di discussione legati a

due progetti in corso su emergenza e disabilità e sulla psicologia

dell’emergenza. Per questi mesi estivi, che ci presentano una Protezione

Civile ed in particolare un Volontariato sempre più impegnati nella

prevenzione, abbiamo voluto proporvi anche due temi che ci riportano,

uno per la sua attualità e l’altro per la sua portata storica, a una

riflessione sulla possibilità di funzionamento del Sistema in emergenza.

Dedichiamo la sezione Focus a un riepilogo delle nuove disposizioni per

la dichiarazione e finanziamento degli stati di emergenza, mentre a

trent’anni dalla vicenda di Alfredino Rampi ripercorriamo in

Storie quell’avvenimento tragico che è alla base della nascita di un

Sistema nazionale per la protezione civile.

Particolarmente ricca, in questo terzo numero, e con aggiornamenti

anche sul piano per l’accoglienza dei migranti, la sezione dedicata alle

segnalazioni dal territorio e dal Dipartimento, che potrete ritrovare su

internet arricchite dai contributi inviati a [email protected].

Vi invitiamo come di consueto a scriverci per proposte e osservazioni, e

ad usufruire di un nuovo servizio: da luglio il Dipartimento apre un

Contact Center che risponde alle richieste di informazione dei cittadini

per email, lettera e fax, e con il numero verde 800 840 840.

Anno 1 n. 3 maggio/giugno 2011

Pubblicazione bimestrale iscrittaal Registro degli Operatori dellaComunicazione al n. 20383 del6.12.2010

EditorePresidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

Direttore responsabileBarbara Altomonte

RedazioneVincenzo ArenaSara BabusciValeria BernabeiFrancesca DottarelliMariacristina GiovanniniSara IacoboniElena LombardoFrancesca PattiRiccardo RitaMarianna SchiavonCristina SpatolaVeronica Tretter

Art DirectorMaurilio Silvestri

ImpaginazioneSilvia Alessandrini

FotografiRomeo FrisinaMatteo ValenteGino Viani

ContattiServizio Comunicazione istituzionalee relazioni con il pubblico

00189 - Roma Via Vitorchiano, 2 [email protected]

L’editoriale

PROTEZIONE CIVILEMAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

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2 In questo numero

Editoriale

Primo pianoCampagna antincendio

boschivo 2011

Anch’io sono la Protezione Civile

Assistenza in emergenza:

due momenti di confronto

Volontari!

Facciamo la differenza!

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FocusEmergenze e grandi eventi:

le nuove disposizioni

Contact Center

StorieA trent’anni da Vermicino

Dal TerritorioConvenzione quadro fra

Regione Veneto e Vigili del Fuoco

Vigili del Fuoco, promuovere

l’interoperabilità in emergenza

Gradara, “fiamme al castello”

“Campogiovani 2011”,

l’iniziativa per l’estate

del Ministro della Gioventù

Isola di Vulcano: esperti

e studenti insieme per parlare

di protezione civile

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Rischio sismico:

manifestazione a Rimini

Maxi-esercitazione

di protezione civile a Novara

Sora, esercitazione per testare

operazioni di ricerca e salvataggio

In Lombardia, Brescia capofila

del progetto di “autoprotezione”

Basilicata: approvato il ddl

in materia di microzonazione

sismica

Regione Calabria, convenzione

tra protezione civile

e soccorso alpino

“Hems 2011”:

a Massa Carrara un evento

dedicato all’elisoccorso

Soccorso alpino,

nuova edizione del corso

di medicina d’emergenza

Esercitazione

di protezione civile a Sapri

Alassio: test antincendio

nel porto turistico

Milano, esercitazione

di protezione civile all’Idroscalo

Favignana, esercitazioni

sul rischio sismico

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“Contea 2011”: a Modica

tre giorni di esercitazioni

ProCivibus, un progetto

di protezione civile partecipata

Regione Umbria, progetti per la

salvaguardia dei beni culturali

in emergenza

Laboratorio emergenza:

progetto per le scuole

della Provincia di Terni

DalDipartimento

Il nuovo sito web del

Dipartimento allo IA Summit 2011

Online dossier e test maremoto

Progetto MaGIC: una mappatura

della pericolosità dei fondali marini

Sistema rischio vulcanico: un

workshop sul progetto Asi

Emergenza umanitaria: a due

mesi dal piano di accoglienza

Workshop sui disastri

ambientali in mare

Ondate di calore: il sistema

di sorveglianza 2011

Vulcano Grímsvötn: dall’Italia

un radar per l’Islanda

Festa della Repubblica: la

partecipazione del Dipartimento

Scuola multimediale:

esercitazioni di fine progetto

per Marche e Abruzzo

Nei Caraibi, un progetto per la

mitigazione del rischio da uragani

Anpas e Dipartimento lanciano

una campagna sul rischio sismico

Un concerto di solidarietà per

Italia e Giappone nel nuovo

Auditorium dell’Aquila

Protec 2011: il salone torinese

ospita la piattaforma sismica

I Paesi membri del PPRD South

si riuniscono a Sarajevo

Global Platform

for Disaster Risk Reduction

Microzonazione sismica per la

ricostruzione dell’area aquilana:

online il volume

Il Dipartimento in Cina

per discutere di rischio sismico

ucNormativa

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Letterapag. 48

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Trentasette mezzi aerei distribuiti su 16basi, pronti a raggiungere qualsiasipunto del territorio nazionale in 60-90

minuti dal decollo. Sono i velivoli a disposizionedel Coau-Centro operativo aereo unificatoper la campagna Aib-Antincendio boschivo2011, che parte il 15 giugno e termina il 30settembre. Sono infatti i mesi estivi quelli amaggior rischio di incendio, quando la sicci-tà, l’alta temperatura e il forte vento fanno eva-porare l’acqua trattenuta dalle piante, deter-minando condizioni naturali favorevoli all’in-nesco e allo sviluppo di incendi. Tutto il terri-torio italiano è interessato dal fenomeno in-cendi ma le Regioni più esposte sono quelledel Sud e le isole.

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Campagnaantincendioboschivo2011Dal 15 giugno al 30settembre il periodoa maggior rischio

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In questa pagina e nella successiva, interventi di spegnimentodegli incendi.

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pacità di circa 145mila litri di acqua e di liquidoestinguente. I mezzi sono schierati su 16 di-verse basi, in modo da poter raggiungere qual-siasi punto del territorio nazionale in 60-90 mi-nuti dal decollo. Lo schieramento base dellaflotta viene stabilito sulla base di una serie dielementi:• le previsioni climatiche e meteorologiche;• il bollettino di suscettività all’innesco degli in-

cendi;• le statistiche storiche;• la disponibilità di aeromobili regionali;• la disponibilità di fonti idriche;• la consistenza della flotta Aib dello Stato.

I mezzi della flotta possono intervenire anchefuori dai confini nazionali, nell’ambito del Mec-canismo Europeo di Protezione Civile o sullabase di specifici protocolli d’intesa e accordibilaterali di reciproco supporto in tema di con-trasto agli incendi.

U La flotta aerea e lo schieramentoLa flotta antincendio dello Stato – coordinatadal Dipartimento della Protezione Civile at-traverso il Coau – è stata presentata il 9 giu-gno all’Aeroporto Karol Wojtyla di Bari, in oc-casione della cerimonia di avvio della cam-pagna Aib 2011. Vengono utilizzati mezzi ae-rei ad ala fissa o rotante, per la maggior par-te di proprietà del Dipartimento o apposita-mente noleggiati; altri vengono messi a di-sposizione dalle altre Strutture operative delServizio Nazionale e impiegati temporanea-mente dal Dipartimento per la campagna Aib.Per questa stagione la flotta aerea si compo-ne di 37 mezzi. Ai velivoli del Dipartimento (15Canadair, quattro elicotteri S64 e dieci FireBoss), si aggiungono altri otto elicotteri di me-dia o grande portata (AB412, AB212, AB205,CH47) messi a disposizione da Vigili del Fuo-co, Esercito Italiano, Marina Militare e Capi-taneria di Porto. In totale, la flotta ha una ca-

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tazione alla Regione (soprattutto elicotteri). Sequesti non sono a loro volta sufficienti la Re-gione – attraverso le Soup e i Cor-Centri ope-rativi regionali – richiede al Coau l’interventodella flotta antincendio dello Stato. La richiesta di concorso aereo viene fatta se-condo precise procedure definite dal Diparti-mento ogni anno, sulla base delle informazionirelative all’organizzazione delle attività di pre-visione, prevenzione e lotta attiva fornite dal-le varie Regioni.

U I numeri della campagna Aib 2010Il bilancio degli ultimi anni evidenzia una par-ziale diminuzione delle emergenze legate agliincendi boschivi e di interfaccia. Da un lato,è cresciuto il Sistema Paese a tutti i livelli coin-volti nella prevenzione e nella lotta attiva, dal-l’altro, si sono verificate condizioni meteo cli-matiche in generale meno favorevoli all’inne-sco degli incendi. Secondo i dati del Corpo Fo-restale dello Stato in tutto il 2010 gli incendisul territorio nazionale sono stati 4884, quasi600 in meno rispetto al 2009. La superficie per-corsa dal fuoco è stata di 46mila ettari, rispettoagli oltre 73mila ettari dell’estate 2009. Nel cor-so della campagna estiva le richieste di con-corso aereo arrivate al Coau sono state 927,le missione realizzate dai mezzi della flotta del-lo Stato 2607, per un totale di 5531 ore di volo,22521 lanci e oltre 127 milioni di litri di liqui-do estinguente sganciati. La Sicilia è stata laregione che ha fatto registrare il numero piùelevato di richieste (326) per un totale di 1072missioni dei mezzi della flotta, seguita da Ca-labria (147 richieste e 328 missioni) e Sarde-gna (131 richieste con 240 missioni). 2

ULa campagna Aib e gli indirizzi operativiÈ il Presidente del Consiglio a definire i tem-pi di svolgimento della campagna estiva, chequest’anno dura 108 giorni, dal 15 giugno al30 settembre. In vista della campagna il Pre-sidente del Consiglio ha inviato alle Regioni ealle Province Autonome gli indirizzi operativiper adottare tutte le iniziative necessarie a pre-venire e fronteggiare gli incendi boschivi e diinterfaccia. Nel documento sono indicati i com-piti, le responsabilità e le azioni che le diver-se amministrazioni devono assumere per unefficace coordinamento delle forze in campo.Il coordinamento tra Stato e Regioni è uno deinodi centrali per l’impiego efficiente della flot-ta aerea, così come il rafforzamento del sistemadi comunicazione tra le Soup-Sala operativaunificata permanente e le Sale operative re-gionali e il costante raccordo delle stesse conil Coau e la Sala Situazione Italia del Diparti-mento. Altri strumenti fondamentali nella lot-ta attiva agli incendi boschivi sono il gemel-laggio tra le Regioni e il coinvolgimento dei vo-lontari nella sorveglianza del territorio.

U La richiesta di concorso aereoIn caso di incendio le prime a intervenire sonole squadre di terra coordinate dalle Regioni ecomposte da personale regionale o, sullabase di specifici accordi, da personale del Cor-po Forestale dello Stato, del Corpo Naziona-le dei Vigili del Fuoco, delle Forze Armate, del-le Forze di Polizia dello Stato e dai volontari an-tincendio boschivo. Se il fuoco è troppo este-so e il lavoro delle squadre a terra non è suf-ficiente, chi dirige le operazioni di spegnimentopuò chiedere l’intervento dei mezzi aerei in do-

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Rendere i ragazzi consapevoli del ruo-lo attivo e partecipe che ognuno di noipuò svolgere nella tutela dell’ambien-

te, del territorio e della vita umana. È questol’obiettivo dei campi scuola antincendio bo-schivo “Anch’io sono la Protezione Civile”, or-ganizzati dal Dipartimento della Protezione Ci-vile in collaborazione con le organizzazioni na-zionali di volontariato e le Regioni, giuntiquest’anno alla quarta edizione. Tra luglio eagosto oltre 3500 bambini e ragazzi dai 9 ai18 anni verranno coinvolti nei 107 campi scuo-la per una settimana formativa vissuta all’in-

segna dell’esperienza diretta del bosco e del-lo spirito di squadra. Il progetto riguarda tut-to il territorio nazionale, ma si è scelto di pri-vilegiare le aree a maggior valore naturalisti-co. Verranno coinvolte tutte le regioni italianead eccezione della Valle d’Aosta, del TrentinoAlto Adige e della Basilicata. I campi scuolasono dedicati principalmente alla prevenzio-ne degli incendi boschivi ma prevedono an-che percorsi didattici dedicati alla conoscen-za dei piani comunali di emergenza e dell’in-tero Sistema di protezione civile. In particola-re, considerando che solo una percentuale

Anch’io sonola ProtezioneCivileTra luglio e agostoi campi scuolasulla prevenzionedegli incendi boschivi

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bassissima dei 5828 comuni sotto i 5mila abi-tanti è dotata di un piano di protezione civile,i comuni che “ospitano” i campi verranno so-stenuti e incentivati a realizzare o aggiornarei piani di emergenza. I campi scuola “Anch’iosono la protezione civile” nascono dalla con-vinzione che la diffusione di una vera culturadi protezione civile possa crescere e rafforzarsia partire da una cittadinanza consapevole e at-tiva. Perché ogni cittadino può svolgere un ruo-lo importante nella salvaguardia della vita uma-na e dell’ambiente, tanto più efficace se in-terpretato come spirito di squadra. 2

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CoSA FARE…

... per evitare un incendiou non gettare mozziconi di sigaretta o

fiammiferi ancora accesi, possonoincendiare l’erba secca;

u non accendere fuochi nel bosco. Usa solo learee attrezzate. Non abbandonare mai ilfuoco e prima di andare via accertati chesia completamente spento;

u non abbandonare i rifiuti nei boschi e nellediscariche abusive. Sono un pericolosocombustibile;

u non bruciare le stoppie, la paglia o altriresidui agricoli in prossimità di areeboschive o quando c’è vento. In pochi minutipotrebbe sfuggirti il controllo del fuoco.

... quando l’incendio è in corsou se avvisti delle fiamme o anche solo del

fumo telefona al 1515 per dare l’allarme.Non pensare che altri l’abbiano già fatto.Fornisci le indicazioni necessarie perlocalizzare l’incendio;

u cerca una via di fuga sicura: una strada oun corso d’acqua. Non fermarti in luoghiverso i quali soffia il vento. Potrestirimanere imprigionato tra le fiamme e nonavere più una via di fuga;

u stenditi a terra in un luogo dove non c’èvegetazione incendiabile. Il fumo tende asalire ed in questo modo eviti di respirarlo;

u se non hai altra scelta, cerca di attraversareil fuoco dove è meno intenso per passaredalla parte già bruciata. Ti porti così in unluogo sicuro;

u l’incendio non è uno spettacolo, non sostarelungo le strade. Intralceresti i soccorsi e lecomunicazioni necessarie per gestirel’emergenza.

Foto archivio Dpc

Campi scuola,i ragazzi impegnatiin un’attivitàformativa.

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Salvaguardare l’integrità della vita uma-na in emergenza è una delle principa-li funzioni della protezione civile. Que-

st’attività si estende dal primo soccorso al-l’assistenza psicologica in emergenza, con par-ticolare attenzione verso alcune categorie dipersone, come i minorenni, gli anziani e le per-sone con disabilità, più esposte ai traumi di unacatastrofe.Negli anni il Dipartimento della Protezione Ci-vile si è fatto promotore di attività e seminariper raccogliere e diffondere le buone pratichenell’assistenza in emergenza, anche con pro-getti di Servizio civile, come quello in corsoquest’anno “Empowerment degli operatoridi protezione civile e delle persone da soc-correre in maxi-emergenza”. Questo proget-

to ha sviluppato due temi, l’assistenza alle per-sone con disabilità in maxi-emergenza e l’as-sistenza psicologica in emergenza, ai qualisono stati dedicati due incontri organizzati agiugno per confrontare le esperienze avviatesul territorio e per definire modelli omogeneidi intervento.Il primo, organizzato con il Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco, si è svolto il 22 giugno, e hariguardato il soccorso e l’assistenza alle per-sone con disabilità in emergenza. obiettivocentrale è stato proporre dei possibili percor-si formativi agli operatori regionali.Il secondo, che si è tenuto il 27 giugno, ha af-frontato il tema del supporto psico-sociale allevittime di catastrofi, invitando gli operatori diComponenti, Strutture operative e organizza-zioni del settore.Il confronto è stato anticipato nell’area di-scussioni della pagina facebook del magazi-ne “Protezione Civile”, dove il Dipartimento havoluto creare uno spazio per condividere leesperienze di cittadini e operatori.

U Disabilità ed emergenza: proposteprogetti, strumenti

Questo il titolo del seminario, organizzato dalDipartimento della Protezione Civile e dal Di-partimento dei Vigili del Fuoco – Soccorso Pub-blico e Difesa Civile, che si è tenuto il 22 giu-gno nell’Istituto Superiore Antincendi di Romae ha approfondito i temi del soccorso e del-l’assistenza alle persone con disabilità inemergenza. Scopo dell’iniziativa è stato ancheproporre percorsi formativi per operatori a li-vello regionale.Al seminario hanno partecipato i Direttori del-

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Assistenzain emergenza:due momentidi confrontoSpazio al dibattito anche nella paginafacebook del magazine

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le protezioni civili regionali e gli Assessori allasanità delle Regioni, le associazioni di Volon-tariato impegnate nell’assistenza alle personecon disabilità in emergenza. Hanno parteci-pato anche la Cooperativa “Europe Consul-ting”, l’Ente Nazionale Sordi, l’Unione Italia-na Ciechi e l’Associazione Italiana Sclerosi Mul-tipla dell’Aquila portando l’esperienza vissu-ta nel terremoto del 6 aprile 2009. In occasione dell’incontro è stato aperto an-che uno spazio di confronto sul web, nell’areadiscussioni della pagina facebook del maga-

zine “Protezione Civile”, sviluppato in due areedi condivisione. Una ospita contributi e ri-flessioni di persone con disabilità e di cittadi-ni coinvolti negli interventi o interessati al tema.L’altra è dedicata a Istituzioni e associazioni diVolontariato impegnate in soccorso e assi-stenza alle persone con disabilità, dove gli ope-ratori possono inserire testimonianze, espe-rienze e segnalare iniziative. Per garantire unapiena accessibilità e diffu-sione di questi spazi di con-fronto, anche il sito nazionale

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In questa paginae nella successiva,

assistenza psicologicain emergenza.

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dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ospi-ta questi argomenti nel proprio forum.

U L’assistenza psico-sociale in emergenzaA cinque anni dall’emanazione dei “Criteri dimassima sugli interventi psico-sociali da attuarenelle catastrofi” il Dipartimento della ProtezioneCivile ha organizzato una giornata di confron-to sullo stato dell’arte dell’assistenza psico-so-ciale in emergenza. Al seminario che si è te-nuto il 27 giugno hanno partecipato rappre-sentanti di Componenti e Strutture operative delServizio Nazionale della Protezione Civile e del-le principali organizzazioni che operano nel set-tore della psicologia dell’emergenza: Psicolo-gi per i Popoli, Sipem-Società italiana della psi-cologia dell’emergenza e Centro Alfredo Ram-pi-Psic-Ar. L’incontro ha voluto raccogliere leesperienze realizzate fino ad oggi all’interno del-la cornice operativa delineata dai Criteri di mas-sima, con l’obiettivo di lavorare alla costruzio-

ne di un insieme di conoscenze e tecniche diintervento condivise per l’assistenza psico-so-ciale in emergenza. Con l’occasione, il Dipar-timento della Protezione Civile ha voluto pro-muovere uno spazio di condivisione delleesperienze anche sul web nella pagina face-book del magazine “Protezione Civile”, creandocosì un punto di riferimento per gli operatori delsettore. La definizione di modalità di interventocomuni partirà proprio dall’analisi delle diver-se esperienze portate dagli operatori del set-tore che, raccolte insieme, permetteranno didefinire le aree di applicazione, individuare lemaggiori categorie a rischio e proporre modelliomogenei d’intervento. Dopo questa prima fase,verranno quindi promossi momenti di forma-zione condivisi da tutti gli operatori che si oc-cupano di psicologia dell’emergenza per de-finire le pratiche e la dotazione minima pro-fessionale e verranno attivati strumenti di va-lutazione delle attività. 2

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L’Associazione Psic-Ar nasce il 24 marzo 2007 perrealizzare attività nel campo della psicologiadell’emergenza, e in particolar modo per poterintervenire nelle situazioni di emergenza.L’associazione è nata dall’iniziativa di un gruppo dipsicologi del Centro Alfredo Rampi, fondato nel 1981.Le iniziative di Psic-Ar hanno lo scopo di prevenire etrattare i fenomeni emotivi, cognitivi,comportamentali, psico-sociali che insorgono nellesituazioni di emergenza e che coinvolgono tutto il

ciclo vitale dell’essere umano. L’Associazionecollabora con enti e istituzioni, tra cui ilDipartimento della Protezione Civile, per realizzareinterventi ad ampio spettro, che comprendono:soccorso psicologico, intervento psico-sociale,potenziamento delle capacità di risposta di individui,gruppi e comunità, ma anche attività di ricerca,formazione per operatori dell’emergenza eorganizzazione della comunicazione e informazionealla popolazione.

Costituita nel 2003, la federazione raggruppa 25associazioni di volontariato di psicologi italiani,abilitati alla professione e iscritti ai rispettivi ordiniprofessionali, che si sono formati in psicologiadell’emergenza ed esercitati sul campo. Le associazioni di Psicologi per i Popoli sipropongono di testimoniare in Italia e all’estero, conazioni e strumenti della psicologia, la solidarietà neiconfronti di singoli, gruppi o popolazioni in grave

stato di bisogno per calamità, guerre, sottosviluppo,migrazione e negazione dei diritti umani.Tra le attività principali realizzate della federazionePsicologi per i Popoli ci sono: la salvaguardia dellasalute psichica e la promozione del benesserepsicosociale per i cittadini sopravissuti allecatastrofi; il sostegno psicologico ai soccorritori e laconsulenza nei processi decisionali e nella gestionedell’emergenza.

La Sipem nasce nel 1999, nello stesso anno in cuiiniziano a costituirsi le associazioni di Psicologi per iPopoli. Il suo nucleo di partenza è formato da alcunipsicologi impegnati a tempo pieno nel prontosoccorso del Policlinico “Umberto I” di Roma. Neglianni la Sipem è progressivamente cresciuta fino adintervenire con i propri nuclei di supportopsicosociali in numerosi eventi disastrosi in Italia e

all’estero e a collaborare alla pubblicazione dinumerosi testi sulla psicologia dell’emergenza. Per leattività svolte, in particolare dopo il terremoto delMolise, nel 2003 l’Associazione ha ricevuto dalPresidente della Repubblica il Premio Nazionale dellaSolidarietà “Luciano Tavazza”, assegnato ogni annoa cinque organizzazioni che si sono distinte inattività di solidarietà sociale.

PSICoLogI DELL’EMERgENzA ALFREDo RAMPI

PSICoLogI PER I PoPoLI – FEDERAzIoNE

SoCIETà ITALIANA DELLA PSICoLogIA DELL’EMERgENzA

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In Europa quasi 100 milioni di persone in-vestono spontaneamente tempo e compe-tenze per contribuire alla crescita della pro-

pria comunità. Il volontariato è espressione dipartecipazione civica e dei valori comuni al-l’Europa come la solidarietà e la coesione sociale. Con la Decisione del 27 novembre 2009 il Con-siglio dell’Unione Europea ha proclamato il2011“Anno europeo delle attività volontarie chepromuovono la cittadinanza attiva”. Vigilia del-l’evento è stata la decima giornata interna-zionale del volontariato delle Nazioni Unite il5 dicembre 2010. Celebrata anche all’Aqui-la è stata occasione per riflettere sulle possi-bilità di ricostruzione e sviluppo sociale offer-te dal volontariato dopo il terremoto. L’Anno eu-ropeo del volontariato è una celebrazione maanche una sfida. È anzitutto una celebrazio-ne: di milioni di persone che in Europa si im-

pegnano ad aiutare gli altri senza alcun com-penso, di quanti donano tempo e sforzi ai loroquartieri, alle loro città, alle scuole, agli ospe-dali, ai centri sportivi, alla tutela della vita, deibeni, degli insediamenti e dell’ambiente, ai ser-vizi sociali, al soccorso umanitario in altri Pae-si. Il 2011 vuole anche essere una sfida, rivoltaa coloro che ancora non si occupano di vo-lontariato così da potenziarlo come strumen-to di promozione per una maggiore parteci-pazione civica.

U L’Anno europeo e il volontariatodi protezione civile

In Italia si svolgeranno a luglio le maggiori ma-nifestazioni legate all’evento europeo. Il Di-partimento della Protezione Civile ha concor-dato con il Ministero del Lavoro e delle Poli-tiche Sociali – che coordina il programma an-nuale – la realizzazione di iniziative del vo-lontariato di protezione civile su tutto il terri-torio nazionale tra l’8 e il 14 luglio. Sono oltre400 quelle segnalate al Dipartimento dagruppi comunali e associazioni di protezionecivile. I volontari saranno impegnati in attivi-tà di prevenzione dei rischi sul territorio, in par-ticolare: manifestazioni per la diffusione del-la cultura di protezione civile che coinvolgo-no la popolazione, formazione agli operatori,esercitazioni, monitoraggio e presidio del ter-ritorio nell’ambito della campagna Aib-Antin-cendio boschivo. Spazio a tutte le iniziative sulsito e sulla pagina facebook del Dipartimen-to. L’appuntamento organizzato insieme aRegioni e Province Autonome, Upi-Unione pro-vince d’Italia, Anci-Associazione nazionalecomuni italiani, Uncem-Unione nazionale co-

Volontari!Facciamola differenza!Dall’8 al 14 lugliole iniziative di protezionecivile per l’Anno europeodel volontariato

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muni comunità enti montani e alla Consultanazionale del volontariato è reso ancora più si-gnificativo dalla concomitanza con il 150° an-niversario dell’Unità d’Italia.

U Appuntamenti in EuropaIl tour “Conosciamoci”, la staffetta “Storie stra-ordinarie di gente comune” e le conferenze“Per costruire le basi per un’eredità duraturadell’Anno europeo del volontariato” sono le prin-cipali iniziative in corso in Europa. Tra l’11 e il14 luglio il tour farà tappa a Roma nel Com-prensorio dell’ex ospedale San giovanni-Ad-dolorata. Il 13 luglio sarà dedicato ai beni cul-turali, all’ambiente e alla tutela del territorio: ivolontari di protezione civile avranno l’oppor-tunità di incontrarsi e condividere le loroesperienze.“Conosciamoci”: il tour percorre i Paesi del-l’Unione europea offrendo ai volontari l’op-

portunità di esporre il proprio lavoro, incontrarsi,dialogare con politici e con i cittadini con-frontandosi sui temi chiave del loro futuro.“Storie straordinarie di gente comune”: in ognitappa sono presenti 27 volontari europei – unoper ogni Stato membro – tutti di formazionegiornalistica. Il gruppo illustra le esperienze rac-contate da volontari che vivono in altri Statimembri attraverso articoli e materiali audio-vi-deo trasmessi e pubblicati sui media e sul sitodell’Anno europeo del volontariato.“Per costruire le basi per un’eredità duratu-ra dell’Anno europeo del volontariato”: leconferenze tengono accesi i riflettori sulla re-altà del volontariato e danno un contributo pre-zioso alle iniziative di riforma promosse durantel’Anno europeo. In Italia sono circa 25 gli in-contri – convegni, seminari, conferenze – se-gnalati dal Ministero del Lavoro e delle Politi-che Sociali sul sito dedicato all’iniziativa. 2

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Nuove disposizioni per le emergenze ei grandi eventi. Tra il 2010 e il 2011alcune norme hanno modificato la le-

gislazione, due delle quali – la legge numero10 del 26 febbraio 2011 e la direttiva del Pre-sidente del Consiglio dei Ministri del 14 mar-zo 2011 – in materia di potere di ordinanza eun’altra, la direttiva del Presidente del Consi-glio dei Ministri del 27 luglio 2010, ha dato unanuova definizione di grande evento.Il Servizio Nazionale della Protezione Civile èdisciplinato dalla legge n. 225 del 24 febbra-io 1992 e dalla legge n. 401 del 9 novembre2001. In particolare, l’articolo 2, comma 1, del-la legge n. 225 individua la tipologia degli even-ti per i quali il Consiglio dei Ministri, su pro-posta del Presidente del Consiglio, su richie-sta delle Regioni, delibera lo stato di emer-genza. Il Consiglio dei Ministri valuta infatti seuna situazione di criticità necessita, per essere

superata, di mezzi e poteri straordinari. Conla legge n. 401 del 2001, che disciplina lecompetenze del Presidente del Consiglio deiMinistri in materia di protezione civile, vieneinoltre introdotta la possibilità di dichiarare lostato di emergenza, anche in materia digrandi eventi. Gli eventi che necessitano la di-chiarazione dello stato di emergenza sonoquelli che, genericamente, richiedono inter-venti urgenti, un coordinamento complesso,una rapida esecuzione e misure straordinarieper prevenire possibili rischi e per assicurarela tutela della vita, dei beni, degli insediamentie dell’ambiente.

U Stati di emergenzaIl più recente cambiamento alle disposizionidi protezione civile è la modifica della legge n.225 del 1992. Il 25 maggio 2011 è stata in-fatti pubblicata in Gazzetta ufficiale la diretti-va che spiega i nuovi indirizzi in materia, in-trodotti con la legge n. 10 del 26 febbraio2011, che ha convertito il decreto legge n. 225del 29 dicembre 2010, il cosiddetto mille-proroghe. Ai fini dell’attività di protezione civile la leggen. 225 del 1992 classifica tre tipologie di even-ti: “a”, “b” e “c”. Già nel 1992, pur non es-sendo ancora in atto quel percorso verso il de-centramento dallo Stato ai Governi regionali ealle Autonomie locali, era già presente nella leg-ge un embrione del cosiddetto principio di sus-sidiarietà che verrà poi esplicitato e regolatodal decreto legislativo n. 112 del 1998, me-glio conosciuto come decreto Bassanini. Nel-la legge del 1992 il principio di sussidiarietàtraspare infatti dalla classificazione degli

Emergenzee grandi eventi: le nuovedisposizioni

L’ok della Corte dei Contial milleproroghee la direttiva che definisceil grande evento

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eventi. In caso di eventi che colpiscono un ter-ritorio, il Sindaco ha il compito di assicurarei primi soccorsi alla popolazione, coordinan-do le strutture operative locali, tra cui i grup-pi comunali di volontariato di protezione civi-le. Se il Comune non riesce a fronteggiarel’emergenza (evento di tipo “a”)  su sua ri-chiesta intervengono la Provincia, gli Uffici ter-ritoriali di governo (le Prefetture) e la Regio-ne che attivano le risorse di cui dispongono(evento di tipo “b”). Nelle situazioni più gra-vi, su richiesta del Governo regionale, subentrail livello nazionale, con la dichiarazione dellostato di emergenza. Il Consiglio dei Ministri, suproposta del Presidente del Consiglio, d’inte-sa con la Regione, delibera con un appositodecreto lo stato di emergenza, specificandodue parametri fondamentali: l’estensione ter-ritoriale e la durata (evento di tipo “c”). Con l’emanazione della direttiva del Presidentedel Consiglio dei Ministri del 14 marzo 2011viene specificato che le richieste di dichiara-zione di stati d’emergenza da parte delle Re-gioni devono essere correlate da una relazio-ne contenente una serie di informazioni spe-cifiche, tra cui la presunta durata dello statoemergenziale stimata sulla base dei tempi ri-tenuti necessari per la conclusione degli in-terventi finalizzati al soccorso e all’assistenzadella popolazione, nonché le iniziative volte arimuovere gli ostacoli per ritornare alle normalicondizioni di vita. Infatti, affinché il Consigliodei Ministri possa verificare i presupposti perla dichiarazione dello stato d’emergenza, le Re-gioni devono fornire al Dipartimento della Pro-tezione Civile – di cui si avvale il Presidentedel Consiglio dei Ministri per le attività di pro-

tezione civile – le informazioni riguardanti l’im-patto della situazione d’emergenza sulla col-lettività, sull’ambiente, sulla convivenza sociale,sull’assetto economico del territorio e sulle dif-ficoltà delle amministrazioni ordinarie di farfronte alla situazione senza esporre a rischioquesti interessiOccorre inoltre verificare se c’è la possibilitàdi superare l’emergenza con mezzi e poteri or-dinari. Per valutare ciò la Regione dovrà fareuna relazione che illustri in modo puntale e do-cumentato: l’intensità, l’estensione, la duratadello stato emergenziale e le misure even-tualmente adottate per farvi fronte, con par-ticolare riferimento alle risorse umane, stru-mentali e finanziarie impiegate disponibilisul proprio bilancio o ulteriormente necessa-rie per fronteggiare l’evento. Anche eventua-li richieste di proroga dello stato di emergen-za dovranno essere accompagnate da una re-lazione che spieghi le ragioni per cui non si puòritenere superato lo stato d’emergenza e le mo-dalità con le quali si potrebbe tornare alla ge-stione ordinaria, con l’indicazione della tem-pistica.

U Le risorse per fronteggiare l’emergenzaL’articolo 19 della legge n. 225 del 1992 ri-guarda la norma finanziaria. Questa disposi-zione regola l’utilizzo del Fondo nazionale diprotezione civile e l’apertura delle contabilitàspeciali presso il fondo, dal quale possono es-sere attinte risorse per interventi in caso diemergenza. La nuova disciplina in materia di emergenzestabilisce che prima di poter utilizzare le risorsedel Fondo nazionale di protezione civile la sin-

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U Le ordinanze di protezione civileOltre a normare la dichiarazione dello stato diemergenza la legge n.225 del 1992 regola an-che il potere di ordinanza. A seguito della di-chiarazione dello stato di emergenza, per at-tuare gli interventi necessari a superarel’emergenza, il Presidente del Consiglio puòemanare ordinanze, se necessario derogato-rie alle disposizione vigenti, ma comunque nelrispetto dei principi generali dell’ordinamen-to giuridico.A seguito dell’entrata in vigore del decreto mil-leproroghe, è stata adottata la direttiva del Pre-sidente del Consiglio dei Ministri del 14 mar-zo 2011 che sostanzialmente subordinal’adozione di ordinanze in materia di prote-zione civile a una relazione tecnico-illustrati-va che le Regioni devono presentare, spie-gando: gli interventi e le misure da attuare, lerisorse finanziarie necessarie, l’organizza-zione dell’eventuale struttura commissarialee delle risorse umane necessarie, le normedell’ordinamento giuridico che devono esse-re derogate e l’ambito territoriale di riferimentodelle misure straordinarie. La relazione dovràinoltre dimostrare la quantificazione delle spe-se relative alle diverse componenti e struttu-re del Servizio Nazionale della Protezione Ci-vile coinvolte nella gestione dell’emergenza ela copertura finanziaria.La direttiva sottolinea l’importanza dello stru-mento dell’intesa tra Stato, Regioni ed Enti lo-cali sulle attività di protezione civile e dello stru-mento del concerto del Ministro dell’Econo-mia e delle Finanze sugli aspetti di caratterefinanziario. In particolare, riguardo le ordi-nanze, il concerto espresso dal Ministro del-

gola Regione o le Regioni interessate dal-l’emergenza, ciascuna in proporzione allaquota di risorse necessarie a fronteggiare lespese della porzione di evento che le riguar-da, dovranno reperire nel proprio bilancio i fon-di necessari per le spese legate all’emergen-za o per la copertura dei costi conseguenti. Seil bilancio non può coprire queste spese, la Re-gione o le Regioni dovranno aumentare i tri-buti, le addizionali, le aliquote o stabiliremaggiorazioni di aliquote attribuite alla Re-gione, sino al limite massimo consentito dal-la legislazione vigente. Infine, nel caso in cuiquesti aumenti non riescano ad assicurare co-munque il reperimento di tutte le risorse ne-cessarie, si può alzare l’imposta regionale sul-la benzina rispetto alla misura massima con-sentita, fino a cinque centesimi per litro.Solo se tutte queste misure – che devono es-sere effettivamente assunte e applicate –non saranno sufficienti, allora può essere di-sposto l’utilizzo delle risorse del Fondo na-zionale di protezione civile. In questo caso ilDipartimento della Protezione Civile verifica ladisponibilità del Fondo e, se inadeguato,inoltra al Ministero dell’Economia e delle Fi-nanze una richiesta di attivazione del Fondodi riserva per le spese impreviste.Inoltre, l’attivazione del Fondo di garanzia perle imprese danneggiate da catastrofi natura-li previsto dal nuovo articolo 5, comma 5-se-xies, introdotto dal decreto Milleproroghe,della legge n. 225 del 1992 nei territori per iquali è stato deliberato lo stato di emergenza,è subordinata all’adozione di altri provvedimentida parte del Ministero dell’Economia e delleFinanze.

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l’Economia sarà preventivo rispetto all’ac-quisizione della relativa intesa regionale.Quindi in caso sia necessario ricorrere ad unprovvedimento che prevede lo stanziamentoo l’impiego di denaro, anche in fase emer-genziale, sarà necessario il controllo preven-tivo del Ministero che dovrà dare l’ok primache il provvedimento possa essere validato daun’intesa con le regioni e applicato.Inoltre, se in fase di intesa regionale, il testodel provvedimento dovesse subire modificherispetto alla versione precedente, dovrà ne-cessariamente riaprirsi la procedura di con-certazione con il Ministero per gli aspetti di ca-rattere finanziario. In casi di somma urgenza,per avere una concertazione rapida, questapotrà essere espressa su singole disposizio-ni che avranno un corso autonomo rispetto aquelle di minore urgenza.

U I grandi eventiIl processo di riforma sulle materie di prote-zione civile è iniziato nel luglio dello scorsoanno con la direttiva del 27 luglio 2010, checontiene nuovi indirizzi per la dichiarazionedello stato di emergenza e di grande evento.L’articolo 5 della legge 401 del 2001 ridefi-nisce le competenze del Presidente del Con-siglio in caso di “calamità naturali, catastro-fi e grandi eventi che determinino situazionidi grave rischio”. Di fatto, c’è equiparazionetra gli eventi di tipo “c” stabiliti dalla legge n.225 del 1992 e i grandi eventi che per la loroportata possono provocare disagi alla popo-lazione e situazioni di reale pericolo.La direttiva del 27 luglio 2010 fornisce una de-scrizione più accurata di grande evento, de-

finendolo una situazione straordinaria che puògenerare stravolgimenti nell’ordinario sistemasociale e può essere causa di accentuazionedi rischi per l’integrità della vita, dei beni, de-gli insediamenti e dell’ambiente.Per questo, prima che il Consiglio dei Mini-stri proceda alla dichiarazione di un “grandeevento”, il Dipartimento della Protezione Ci-vile si deve attenere a una serie di criteri diriferimento per fornire al Consiglio dei Mini-stri una conoscenza il più possibile appro-fondita del contesto di riferimento, consen-tendo innanzitutto di verificare se la prepa-razione e lo svolgimento di un evento possaincontrare elementi rilevanti di criticità orga-nizzativa.La direttiva stabilisce anche i parametri ne-cessari per la dichiarazione di grande even-to: la complessità organizzativa dell’evento, lanecessità di provvedimenti e piani organizzativistraordinari per garantire la sicurezza, la ne-cessità di adottare misure straordinarie perl’uso del territorio, la mobilità, la viabilità e itrasporti, la definizione ed esecuzione dipiani sanitari di natura eccezionale finalizza-ti a garantire il pronto intervento anche ri-correndo a un utilizzo straordinario di perso-nale, mezzi, strutture e l’adozione di misureper evitare che l’evento comporti conse-guenze negative per il territorio.Occorre precisare che il Presidente del Con-siglio dei Ministri ha deciso di avvalersi del-la facoltà di sottoporre le ordinanze di prote-zione civile sui grandi eventi al controllo pre-ventivo di legittimità, previsto dall’articolo 3,comma 1, lett. l della legge n. 20 del 14 gen-naio 1994. 2

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tive ogni giorno più reticolari, l’integrazione di-venta infatti indispensabile per razionalizzareil flusso delle informazioni e, trasparentemente,tenerne traccia. Il Contact Center consente dismistare in tempo reale le richieste in entra-ta (ticket) cui non è possibile rispondere nel-l’immediato e permette risposte rapide etracciabili, sapendo sempre quali ticket sonoancora aperti e quanti sono invece stati eva-si, rendendo trasparenti e accessibili questeinformazioni agli utenti anche via web sul sitoistituzionale del Dipartimento. Questo nell’ot-tica della strategia comunicativa già avviata conil nuovo portale internet e con il Magazine bi-mestrale, che pone cittadini e utenti al centrodel flusso informativo considerandoli sempreparte attiva in una prospettiva “2.0”.

U Quali sono gli obiettiviIl Contact Center nasce per creare un flussodi comunicazione diretta tra cittadini e Di-partimento della Protezione Civile in situazio-ne ordinaria, di criticità o di emergenza, faci-litando anche gli scambi tra istituzioni, orga-nizzazioni, imprese e Dipartimento stesso. Inquesto modo si potrà offrire un nuovo servi-zio d’informazione per i cittadini che garanti-sce la trasparenza, la tracciabilità e il moni-toraggio delle richieste inviate al Dipartimen-to, consolidando la rete di collaborazionecon le amministrazioni centrali e locali.

U Come funzionaSono previsti due livelli di Backoffice. Il primo,costituito dagli operatori di sala e dal ServizioComunicazione del Dipartimento, integrato dalCentralino, risponde ai quesiti che è possibi-

Tutto è cominciato all’Aquila, nel 2009,con lo Sportello per il cittadino, il pro-getto ideato, realizzato e coordinato

dal Dipartimento della Protezione Civile per icittadini colpiti dal terremoto, a cui è stato of-ferto un sistema integrato di gestione delle re-lazioni con il pubblico. Un servizio capace, tral’altro, di fornire la mappatura trasparente edesatta dei contatti e delle pratiche aperte. Diqui, l’idea di estendere questa sperimentazionea livello nazionale. Così, insieme a FormezPA,l’agenzia inhouse del Dipartimento della Fun-zione Pubblica che realizza la rete dei centridi contatto della PA, il Dipartimento della Pro-tezione Civile ha dato il via al progetto del Con-tact Center nazionale, che lunedì 4 luglio di-venterà operativo

U Che cos’è il Contact CenterIl Contact Center non è un semplice call-cen-ter telefonico, ma un servizio complesso cheintegra telefono, posta elettronica e tradizio-nale, sito web e fax. In un mondo sempre piùinterconnesso, e con potenzialità comunica-

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Contact Center

Dal 4 luglio un nuovoservizio d’informazionee dialogo con il cittadino

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le risolvere tramite una ricerca semplice. Il se-condo, costituito da tutti gli uffici e i servizi delDipartimento, lavora sui casi più complessi co-ordinandosi quando necessario con gli altri entie amministrazioni. Tutti i livelli sono in colle-gamento attraverso la piattaforma di gestioneinformatica. I suoi canali principali sono il nu-mero verde 800 840 840 e il modulo onlinesul sito del Dipartimento.

U DoveLa Sala di ascolto del Contact Center rispon-de dall’Aquila. Gli operatori sono quasi tutti ra-gazzi abruzzesi, che portano nel contattocon gli utenti la propria esperienza, anche per-sonale, maturata durante un’esperienza im-portante quale è stata il terremoto del 2009.

Una seconda unità di ascolto, che può esse-re attivata in caso di necessità, si trova a Roma.

U QuandoIl servizio di base è attivo dal lunedì e venerdì,dalle 9.00 alle ore 18.00. Al di fuori di questafascia oraria e nel fine settimana è possibile la-sciare un messaggio nella casella vocale: i mes-saggi, monitorati anche nelle ore notturne,vengono ascoltati ed evasi nel più breve tem-po possibile. In situazioni di crisi o di emergenzaè prevista – se necessario - la progressiva esten-sione del servizio fino a una copertura totale nel-le 24 ore, sette giorni su sette. Occorre ricordareche il Contact Center è un servizio d’informazioneper i cittadini e non sostituisce i tradizionali nu-meri di soccorso (per es. 113, 118, etc). 2

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Vermicino, 10 giugno 1981. Il pomeriggio di Alfredo Rampi, un bam-bino di 6 anni, inizia con una passeggiata insieme al padre in locali-tà Selvotta, una zona di campagna nel territorio di Frascati, in provincia

di Roma. Il bambino chiede e ottiene il permesso di rientrare da solo a casa. Soltanto pochimetri lo separano dall’abitazione dei nonni, ma non vi farà mai ritorno.

Allarmati dal ritardo, i genitori Fernando e Franca Rampi iniziano le ricerche del figlionella campagna circostante. Alle 21.30 decidono di chiamare la Polizia, che accorre sul po-sto con unità cinofile.

Gli agenti localizzano il bambino intorno alla mezzanotte. I lamenti del piccolo Alfredo,per tutti Alfredino, provengono da un pozzo artesiano, coperto con un bandone di lamiera.

Poco dopo arrivano da Roma anche i Vigili del Fuoco. Il pozzo è largo 30 centimetri eprofondo 80 metri. Alfredino è bloccato a 36 metri.

Una sezione dedicata aglieventi che hanno segnato la storia italiana e che, al contempo, hanno contribuitoalla nascita e all’evoluzione di una cultura condivisa di protezione civile.

Uno sguardo al passato che è anche occasione di riflessionesui temi di previsione e prevenzione dei rischi e sullacapacità del Sistema diprotezione civile di rispondereefficacemente alle emergenze.

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A trent’annida Vermicino Il 10 giugno del 1981 il piccoloAlfredo Rampi cadein un pozzo artesiano

La tragedia del piccolo Alfredino è una storia che ha segnato pro-fondamente tutti quelli che l’hanno vissuta, anche solo come spetta-

tori. Poi è finita in qualche angolo remoto della nostra coscienza, individualee collettiva. Ma nessuno l’ha mai dimenti-cata. Ora è giunto il momento di raccontarla1

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Subito si studia un modo per parlare al bambino, per confortarlo, per fargli capire chepresto sarà libero. Viene calato nel pozzo un microfono. Per ore il Vigile del Fuoco NandoBroglio cerca di tenere sveglio Alfredino e di non fargli perdere le speranze, raccontandoglidelle storie, promettendogli di portarlo con sé su un mezzo antincendio dei pompieri, e in-staurando con lui un rapporto di fiducia.

Un primo frettoloso tentativo di salvataggio si compie in queste ore: i Vigili calano nel poz-zo una tavoletta di legno. L’obiettivo è fornire un appiglio al bambino, per poterlo issare, maa 25 metri di profondità la tavoletta si incastra, a causa di un restringimento del pozzo.

Giovedì 11 giugno, alle quattro del mattino, si attiva anche un gruppo di speleologi delSoccorso Alpino con l’obiettivo di raggiungere la tavoletta incastrata, rimuoverla, ed estrar-re Alfredino dal pozzo che è diventato la sua prigione.

Il primo a tentare è Tullio Bernabei – un ragazzo di 22 anni – che resta venti minuti nelcunicolo senza raggiungere la tavoletta. Dopo di lui prova Maurizio Monteleone, ma nean-che il suo tentativo va a buon fine. Entrambi riescono a stabilire un contatto con il bambi-no, che è vigile, parla, risponde alle loro domande.

La situazione di partenza è dunque ulteriormente complicata da un ostacolo che fa da“tappo” e rende ancora più delicate le operazioni di salvataggio. È a questo punto che l’al-lora comandante dei Vigili del Fuoco di Roma, Elveno Pastorelli decide di scavare un poz-zo parallelo, e una galleria trasversale, in modo da raggiungere Alfredino e liberarlo. Per ese-guire lo scavo occorre con urgenza una trivella e i soccorritori lanciano un appello attraversole emittenti radio-televisive.

Alle 8.30 la trivella è disponibile e prendono il via i lavori di scavo. Nel frattempo, nel-la sede Rai di via Teulada iniziano ad arrivare le prime immagini dei soccorsi, con la vocedel bambino catturata da un microfono calato nel pozzo.

In chiusura del Tg1 delle 13.30 il bambino sta per essere tratto in salvo. E’ questione diminuti, dicono i soccorritori, e il giornalista inviato a Vermicino chiede di non interrompe-re il collegamento.

La realtà si rivela però molto diversa dal pronostico dei Vigili del Fuoco. Sotto un pri-mo strato superficiale, infatti, il terreno è roccioso, e i lavori di scavo proseguono a rilento.

Il caso di cronaca locale, di cui si attendeva rapidamente il lieto fine, si trasforma in undramma partecipato, che si consuma sotto gli occhi di milioni di persone e stravolge i pa-linsesti per 18 lunghissime ore di diretta televisiva. C’è una sola telecamera Rai sul pozzo.Rai1 e Rai2 seguono l’evento a reti unificate. Nel pomeriggio del 12 giugno anche Rai3, natanel 1979, si collega da Vermicino per alcune ore.

Da quel momento Alfredino entra nella vita degli italiani. Un bambino a cui milioni dipersone danno un volto grazie a quell’unica fotografia che lo ritrae magro, sorridente, conuna canottiera a righe orizzontali.

Per accelerare i tempi di scavo la ditta “Geosonda” mette a disposizione una nuova e piùpotente trivella ma, anche con questo attrezzo, che entra in funzione alle 16.00, il tempo sti-mato per scavare la galleria alla profondità necessaria è di 8-12 ore.

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Nel frattempo cresce anche la preoccupazione per la salute del bambino che,affetto da cardiopatia congenita, alterna silenzi a momenti di vigile partecipazionee si trova nel pozzo in gravissime condizioni da 21 ore. Sono migliaia le per-

sone accorse sul posto, assiepate attorno al pozzo per seguire da vicino le operazioni di soc-corso. Curiosi, in gran parte, ma anche autorità locali e volontari. Gli stessi volontari cheintasano i centralini della Rai e dei Vigili del Fuoco offrendo il loro aiuto o i loro suggeri-menti per salvare il bambino.

Alle 21.30 dell’11 giugno Alfredino è nel pozzo da 27 ore. Pur continuando a scavare iltunnel parallelo con la trivella, si decide di fare un nuovo tentativo di soccorso calando nelpozzo un volontario, Isidoro Mirabella. Dopo questo ulteriore fallimento, le speranze di sal-vare il piccolo Alfredo si assottigliano. Il bambino è intrappolato a 36 metri di profondità,alimentato attraverso un tubicino con acqua e zucchero. Gli scavi, invece, sono ancora fer-mi a 25 metri come racconta la madre – disperata – in un collegamento televisivo all’albadi venerdì 12 giugno.

Nel corso della mattinata, dopo 40 ore di permanenza nel pozzo, le condizioni di Alfre-dino appaiono sempre più preoccupanti. I medici spiegano che non c’è molto tempo per spe-rare di portarlo fuori dal cunicolo ancora in vita. Alle 16.30, arriva a Vermicino l’allora Pre-

In questa paginae nella successiva,le operazionidi soccorsoa Vermicino.

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sidente della Repubblica Sandro Pertini. Il Capo dello Stato si fa largo tra la folla, inten-zionato a restare accanto ai familiari del bambino fino alla fine delle operazioni di soccor-so. La presenza del Presidente della Repubblica stringe ancora di più il Paese attorno al pic-colo Alfredo. Il terremoto in Irpinia, la crisi di Governo, l’attentato a Papa Giovanni PaoloII, lo scandalo della lista P2, il rapimento di Roberto Peci, fratello del primo pentito delleBrigate Rosse. È questo il contesto storico su cui galleggia la storia di Alfredino. Ma per 60ore gli italiani accantonano il difficile momento che la nazione sta attraversando, uniti daun comune sentire.

È alle 19.00 del 12 giugno, dopo 48 ore di tentativi, che i Vigili del Fuoco decidono diaccelerare gli interventi e di abbattere la parete che separa il pozzo artesiano dal tunnel. Èun momento di grande speranza, che si spezza davanti a una durissima realtà dei fatti: aldi là del “diaframma” che separa i due cunicoli, Alfredino non c’è. Probabilmente i lavoridi scavo accanto al pozzo artesiano hanno provocato delle vibrazioni nel cunicolo e hannocontribuito a far scivolare il bambino molto più in basso. In fondo a un abisso che toglie ilrespiro e accorcia ulteriormente le possibilità di trarre in salvo Alfredino.

Il Capo dei Vigili del Fuoco Elveno Pastorelli chiama nuovamente sul posto il gruppo dispeleologi intervenuto nella primissima fase dei soccorsi. Tullio Bernabei viene calato nel poz-zo con il cestello ancora una volta e resta lì sotto per il tempo necessario a rendersi contodella situazione. Un tempo lunghissimo e in difficili condizioni, durante il quale riesce a ve-dere il bambino e a misurare, attraverso un cordino, i metri di profondità che li separano.Dai 36 metri iniziali, il piccolo è scivolato ad oltre 60 metri.

A questo punto, l’unica possibilità di salvezza per Alfredino è trovare un volontario dicorporatura talmente esile da potersi calare in un pozzo largo 30 centimetri, raggiungerlo,imbracarlo, e riportarlo in superficie.

Il primo a tentare, in queste ore disperate, è Claudio Aprile, uno speleologo di 28 anni,scelto anche perché in possesso delle competenze tecniche necessarie per muoversi in un am-biente sotterraneo e in condizioni così critiche. Il passaggio del pozzo è però troppo strettoper lui, nonostante il fisico sottile.

Il secondo volontario individuato è un giovane sardo di 28 anni. Coraggioso, determi-nato, attento alle indicazioni dei soccorritori e di corporatura minuta, Angelo Licheri ap-pare agli occhi di tutti l’ultima vera, concreta speranza di liberare il bambino.

Sono passate 54 ore da quando Alfredo Rampi è caduto nel pozzo. A mezzanotte del 13giugno Angelo Licheri si cala nel tunnel, il suo corpo esile si ferisce con le pareti di roccia,c’è fango, si scivola, i suoi movimenti sono estremamente limitati.

Licheri vede il bambino, gli parla, cerca di rassicurarlo, ma Alfredino non risponde. Ilvolontario sente Alfredino respirare a fatica, libera la sua bocca dal fango, prova a cinger-lo con una imbracatura ma purtroppo, con uno strattone della corda, la cinghia si sfila dal-le braccia del bambino. Anche il tentativo di Angelo Licheri, un tentativo che tiene l’Italia

(1) Dalla quarta di copertina, a firma di Niccolò Ammaniti, del libro di Massimo Gamba, Vermicino. L’Italia nel pozzo

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con il fiato sospeso per 45 lunghissimi minuti, si conclude con un fallimento.È un momento drammatico, il tempo corre sempre più veloce, Alfredino è sospeso tra la

vita e la morte. Si arriva persino ad imbracare un ragazzo di soli 15 anni per calarlo nel poz-zo, ma un magistrato blocca l’iniziativa data la giovane età e l’inesperienza del volontario.Alle4.51 di sabato 13 giugno il Presidente Pertini è ancora lì, con la folla silenziosa, con i soc-corritori, con la famiglia di Alfredino. È l’ultimo disperato tentativo. Il volontario è Dona-to Caruso. Uno speleologo di 28 anni.

Alle 5.02 il volontario scende incoraggiato e supportato dai soccorritori. Raggiunge il pic-colo, tenta di imbracarlo, fallisce. Tenta ancora una volta, dopo una pausa di recupero neltunnel parallelo. Caruso torna in superficie senza il bambino e porta con sé una notizia ter-ribile: Alfredino è morto. Il dottor Evasio Fava del reparto di rianimazione dell'ospedale SanGiovanni di Roma, presente sul posto, comunica la presunzione di morte.

La macchina dei soccorsi si ferma davanti all’evidenza di una giovane vita interrotta. Alle10.00 di sabato 13 giugno la gran parte della folla sciama lentamente lontano dal pozzo ei riflettori si spengono su Vermicino con le parole di Giancarlo Santalmassi nell’edizione stra-ordinaria del TG2: “Volevamo vedere un fatto di vita, e abbiamo visto un fatto di morte. Cisiamo arresi, abbiamo continuato fino all'ultimo. Ci domanderemo a lungo prossimamen-te a cosa è servito tutto questo, che cosa abbiamo voluto dimenticare, che cosa ci dovrem-

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mo ricordare, che cosa dovremo amare, che cosa dobbiamo odiare. È stata la registrazionedi una sconfitta, purtroppo: 60 ore di lotta invano per Alfredo Rampi.” L’11 luglio 1981, a31 giorni dalla sua caduta, il corpo senza vita di Alfredino Rampi viene recuperato dai mi-natori della miniera di Gavorrano. Sei giorni più tardi, con la partecipazione di una follaimmensa, si tiene il funerale nella Basilica romana di San Lorenzo fuori le mura

U DALL’IRPINIA A VERMICINO: LA NASCITA DEL SERVIZIO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE“Dopo tre giorni di agonia non ci fu più niente da fare, ci dissero che era morto. Cosa

feci quando seppi che non c’era più speranza? Feci una cosa automatica, immediata: mi dis-si “Non posso accettarlo”, me lo ripetei a voce alta più volte. Il Presidente della Repubbli-ca Sandro Pertini era arrivato sul luogo senza avvertire le autorità presenti e mi dissero cheera ancora lì vicino. Decisi di andare a parlare con lui, perché avevo visto troppe cose as-surde in quei giorni. Volevo raccontargli tutto: da quando mio figlio si era perso fino al mo-mento della sua morte. E così feci: Lui mi rispose: “Signora sono sconcertato, non so che dir-le, non ho parole, possibile che ci sia stata tutta questa confusione? Possibile che niente ab-bia funzionato?” Dopo alcuni mesi ricevetti una sua telefonata e mi disse che per me ave-va creato un Ministero, quello della Protezione Civile”2.

Nel percorso storico che ha portato alla nascita del Sistema di protezione civile, anche latragedia di Vermicino ha segnato una tappa importante per la presa di coscienza dei limitidel sistema dei soccorsi e della necessità di un maggior coordinamento delle forze coinvol-te nella gestione di un’emergenza. Questa e altre tragedie, prima tra tutte il terremoto del-l’Irpinia, hanno alimentato quel dibattito civile e culturale che ha avuto il merito di porta-re al superamento del vecchio assetto operativo della protezione civile, con la istituzione, nel1982, del Ministro senza portafoglio per il Coordinamento della Protezione Civile – il pri-mo incarico fu dato a Giuseppe Zamberletti, già Alto commissario per la protezione civile –una sorta di commissario straordinario permanente, e del Dipartimento della Protezione Ci-vile, istituito nell’ambito della Presidenza del Consiglio con a capo Elveno Pastorelli.

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(2) Dichiarazione di Franca Rampi, madre di Alfredino e fondatrice del Centro Alfredo Rampi Onlus, nato 30 anni fa all’indomani della

tragedia di Vermicino. L’associazione si occupa della prevenzione dei rischi ambientali, della promozione della cultura della sicurezza e del-

la protezione civile, della formazione della popolazione e del soccorso psicosociale in emergenza.

• Massimo Gamba, Vermicino. L’Italia nel pozzo, Sperling & Kupfer, 2007

• L’Italia di Alfredino, La Storia siamo noi, Rai Educational

• Vermicino: oggi potrebbe succedere?, Cosmo, Rai tre

• Intervista a Massimo Gamba, La linea sottile, Radio Tor Vergata

FONTI

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2Dal Territorio

Convenzione quadro fra RegioneVeneto e Vigili del Fuoco

La Giunta regionale del Veneto,con una convenzione quadro quin-

quennale, ha rinnovato la collabo-razione tra il proprio Sistema di pro-tezione civile e il Corpo Nazionale deiVigili del Fuoco. L’accordo, tradotto inun programma operativo annuale, siarticolerà in undici ambiti d’azione.Tra i più rilevanti: l’intervento sugli in-cendi boschivi, la formazione e l’ad-destramento di volontari dei Vigilidel Fuoco e di protezione civile in tut-ti gli ambiti d’attività, compresa l’in-formazione alla popolazione. Previstal’acquisizione da parte della Regio-ne – e la concessione in comodatod’uso al Corpo – di attrezzature emezzi per potenziare l’operatività deiVigili del Fuoco. Saranno condivisi i

dati disponibili sui rischi, imple-mentate connessioni e radio-comu-nicazioni tra il Centro Operativo Re-gionale della Protezione Civile e lestrutture della Direzione Regionaledei Vigili del Fuoco. Regione e Vigilidel Fuoco verificheranno anche lapossibilità di realizzare distacca-menti o presìdi, anche temporanei,sulla costa e in altre aree della Re-gione. I mezzi aerei del Corpo Nazio-nale, presenti in Veneto, potrannoappoggiare le attività di protezionecivile e di soccorso urgente nel casosi verifichino calamità rilevanti e peril contrasto agli incendi boschivi. 3 INFO

www.vigilfuoco.it

www.regione.veneto.it

Gradara,“fiamme al castello”

Il 23 maggio, il castello diGradara – cornice letteraria

della storia d’amore di Paolo eFrancesca nella Divina Commedia– è stato scenario diun’esercitazione cui hannopartecipato i Vigili del Fuoco delcomando provinciale.L’esercitazione, organizzata dalDipartimento della ProtezioneCivile della Regione Marche, hacoinvolto anche il Corpo Forestaledello Stato, i volontari diLegambiente specializzati nellamessa in sicurezza di opered’arte, la Croce Rossa Italiana, ivolontari della protezione civilecomunale e tutto il personale diservizio del castello. Perquest’ultimo la simulazione èstata occasione per testare ilproprio piano di emergenza. Loscenario: incendio all’internodella Sala dei Putti conevacuazione di tutti i visitatori,salvataggio di una persona emessa in sicurezza di alcuneopere d’arte. I Vigili del Fuocohanno simulato lo spegnimentodell’incendio e il salvataggio diuna persona. Nel corsodell’esercitazione sono statetrasferite all’esterno alcune opered’arte, poi messe in sicurezza daivolontari di Legambiente.3 INFO

www.regione.marche.it

www.legambiente.it

Vigili del Fuoco, promuoverel’interoperabilità in emergenza

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha organizzato, il 19 maggio, nel-la Scuola Grande di San Rocco a Venezia, il Convegno internazionale e la

Giornata informativa sull’interoperabilità. Due occasioni per promuoverel’interoperabilità dei sistemi di gestione delle emergenze, rendere più flui-do e omogeneo lo scambio di informazioni fra questi e facilitarne l’intera-zione. Il Convegno ha approfondito l’impatto dell’interoperabilità sul soc-corso, individuato le lacune da colmare e le mete future. Il Corpo Nazionaledei Vigili del Fuoco ha presentato il proprio sistema telematico di intero-perabilità “Coop2react”, che permette lo scambio di dati tra le sale ope-rative degli Enti che concorrono al soccorso in emergenza. Durante la gior-nata informativa i rappresentanti della Commissione Europea hanno il-lustrato i risultati di progetti comunitari di ricerca e sviluppo sul temadell’interoperabilità.3 INFO

www.vigilfuoco.it

www.scuolagrandesanrocco.it

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economici. Sul sito www.gioventu.itsono già disponibili le prime gra-duatorie. I Vigili del Fuoco puntanoa trasmettere ai ragazzi la culturadella sicurezza e della prevenzione an-tincendio attraverso nozioni di primosoccorso e di gestione delle emer-genze. La Marina Militare promuo-ve corsi velici per avvicinare i gio-vani al mondo della vela e diffon-dere il rispetto e la conoscenza del ma-re. La Guardia Costiera punta inve-ce a sensibilizzare i ragazzi sulla tu-tela del mare, delle coste e dei par-chi marini attraverso la promozionedella salvaguardia della vita uma-na, la protezione dell’ambiente ma-rino e della fauna ittica, la cono-scenza delle regole per una naviga-

Da giugno a settembre il Ministrodella Gioventù – in collabora-

zione con i Vigili del Fuoco, la Mari-na Militare, la Guardia Costiera e laCroce Rossa – organizza “Campo-giovani 2011”. Un’iniziativa per ra-gazzi fra i 14 e i 22 anni residentiin Italia, iscritti alle scuole superio-ri o ai primi anni dell’università chevogliono vivere una settimana in di-fesa dell’ambiente e in aiuto allapopolazione. È possibile inviare do-manda per partecipare ai campi,previsti su tutto il territorio nazio-nale, con riferimento ai relativi ban-di disponibili sul sito del Ministrodella Gioventù. La graduatoria deiselezionati si basa su criteri di me-rito scolastico e su indicatori socio-

“Campogiovani 2011”, l’iniziativa per l’estatedel Ministro della Gioventù

zione sicura. I giovani della CroceRossa Italiana organizzeranno peri propri coetanei percorsi di primosoccorso, iniziative di sensibilizza-zione sulle infezioni sessualmentetrasmissibili, momenti d’informa-zione sull’educazione alimentare,sull’educazione stradale, sui cam-biamenti climatici e sulle dipen-denze da alcol e droghe. Ancora, sa-ranno approfonditi i temi del razzi-smo e della xenofobia e nozioni didiritto internazionale umanitario.Infine ci si confronterà in materia diprotezione civile e processi comu-nicativi.3 INFO

www.campogiovani.it

[email protected]

Isola di Vulcano: esperti e studenti insiemeper parlare di protezione civile

Dal 14 al 20 maggio l’isola di Vulcano ha ospitato un gruppo di studenti e docenti dell’Università diGinevra che si sono confrontati sul tema del rischio vulcanico. L’iniziativa, coordinata dalla

professoressa Costanza Bonadonna, ha previsto giornate di approfondimento sull’assetto vulcanico dell’isolae i suoi depositi vulcanici, sulla vulnerabilità degli edifici e delle infrastrutture presenti, sulle implicazionieconomiche di una potenziale eruzione e sulle azioni volte alla mitigazione del rischio. Tra gli esperti chehanno accompagnato gli studenti, anche il professor Mauro Rosi, ordinario di vulcanologia e direttore delDipartimento di Scienze della Terra all’Università di Pisa. Per la parte dedicata alla conoscenza del ServizioNazionale della Protezione Civile sono intervenuti funzionari del Servizio rischio vulcanico del Dipartimentodella Protezione Civile che hanno accompagnato il gruppo anche a Stromboli, per visitare il suo Centrooperativo avanzato. Grazie alla collaborazione tra Dipartimento e ricercatori è stata organizzataun’esercitazione di protezione civile che ha coinvolto gli studenti di quinta elementare e terza mediadell’isola: un gioco di ruolo in cui gli studenti hanno interpretato le diverse figure operative di un Coc-Centrooperativo comunale, riunite dal Sindaco a seguito di una crisi vulcanica. Tra gli obiettivi di apprendimento

dell’esercitazione, le fasi di un’eruzione vulcanica, le organizzazioni coinvolte inemergenza, il processo di allarme ed evacuazione della popolazione e lacomunicazione di emergenza rivolta a popolazione e stampa.

3 INFO

www.unige.ch

[email protected]

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30

2Dal Territorio

Rischio sismico:manifestazione a Rimini

Dal 7 al 21 maggio la provinciadi Rimini ha ospitato “Io non tre-

mo!”, una maratona di appunta-menti sulla mitigazione del rischiosismico promossa dall’Ordine degliingegneri della Provincia in collabo-razione con Edurisk, progetto di for-mazione dell’Istituto nazionale digeofisica e vulcanologia e dell’Os-servatorio Geofisico sperimentale diTrieste. Cittadinanza, scuole e tec-nici del settore sono stati coinvoltiin oltre 20 incontri: tra questi, labo-ratori didattici, una mostra con pan-nelli multimediali, esercitazioni or-ganizzate dalla protezione civile edai Vigili del Fuoco della provincia. Am-pio spazio anche ai tavoli tecnici incui studiosi, docenti universitari, En-ti pubblici e professionisti si sonoconfrontati sul tema della preven-zione sismica nel settore edilizio eurbanistico e sull’analisi della vul-nerabilità delle costruzioni. A con-clusione della manifestazione, “Ionon tremo!” è diventato un laboratoriopermanente d’informazione alla cit-tadinanza sulla prevenzione del ri-schio sismico e sui progressi dellaricerca. L’evento ha anche ottenuto unaspeciale medaglia commemorativa con-ferita dal Presidente della Repub-blica, Giorgio Napolitano, come te-stimonianza del grande apprezza-mento per il progetto.3 INFO

www.ionontremo.it

[email protected]

Nell’ambito del Master europeoin medicina dei disastri si è

svolta il 19 maggio scorso nellacittà di Novara una maxi-esercitazione di protezione civilesul rischio sismico organizzatadal Crimedim-Centro di ricercainterdipartimentale in medicinad’emergenza e dei disastri e diinformatica applicata alladidattica e alla pratica medica. Nella sede della Facoltà diEconomia è stato simulato unterremoto con numerosi feriti dasoccorrere. All’esercitazione hannopartecipato 35 studenti delmaster, volontari di dieciassociazioni di primo soccorso eprotezione civile, Vigili del Fuoco,

agenti della Polizia municipale e350 studenti del corso dimedicina. In questa occasione èstata testata per la prima volta lacentrale operativa del 118 per legrandi emergenze, che hacoordinato tutte le attività disoccorso. Durante l’esercitazionesono stati applicati i protocollid’intervento previsti a livellonazionale. Tutte le attività deisoccorritori sono state registratecon il Disaster Simulation Suite,un programma informatico dimonitoraggio per valutare lacorrettezza delle azioni eseguite.3 INFO

www.crimedim.it

www.dismedmaster.com

Maxi-esercitazionedi protezione civile a Novara

Sora, in provincia di Frosinone, ha ospitato dal 3 al 5 giugnol’esercitazione “Liri S.A.R. 2011 – Orienteering”. Promossa

dall’associazione Protezione Civile Sora e patrocinata dalla Presidenzadella Regione Lazio, dalla Provincia di Frosinone e dal Comune di Sora,la simulazione ha testato la logistica delle operazioni di ricerca esalvataggio nelle emergenze. Quindici le organizzazioni di volontariatodel territorio coinvolte. Due gli scenari di riferimento dell’esercitazione:il terremoto di Avezzano del 1915 e l’esondazione del fiume Liri. Nellaprima giornata è stata simulata l’evacuazione di un complessoscolastico e il 4 giugno, invece, si è svolto il meeting “La protezioneCivile e la gestione delle emergenze”: un momento di confronto rivolto adirigenti e tecnici delle associazioni di volontariato e presieduto daalcuni esperti.3 INFO

www.comune.sora.fr.it

[email protected]

Sora, esercitazione per testare operazionidi ricerca e salvataggio

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Il Consiglio regionale della Basilicata, nellariunione del 31 maggio scorso, ha approvato il

disegno di legge sulle “disposizioni urgenti inmateria di microzonazione sismica”. Lo studio,necessario per la prevenzione e valutazione delrischio sismico, sarà finanziato per il 50 per centodallo Stato – il cui contributo ammonterà per ilprimo anno a 280mila euro – e per il 50 per centodalla Regione. Il programma avrà una durata disette anni e permetterà di individuare le aree adiversa pericolosità sismica, consentendo diindirizzare le scelte di pianificazione verso gli ambitidi minor rischio. 3 INFO

www.basilicatanet.it

www.consiglio.basilicata.it

Basilicata: approvato il ddl inmateria di microzonazione sismica

La Provincia di Brescia è capofila del progetto di “autoprotezione” promosso dall’Assessorato alla Protezio-ne Civile della Regione Lombardia. Il Progetto prevede la sottoscrizione di protocolli d’intesa fra Regione, Pro-

vince e associazioni dei Comuni. Il 19 maggio l’assessore regionale alla Protezione civile Romano La Russa, ilsuo omologo della Provincia di Brescia Fabio Mandelli e il Sindaco di Roncadelle Michele Orlando, rappresen-tante dell’Associazione dei Comuni bresciani, hanno firmato il primo protocollo d’intesa del più ampio proget-to regionale di “autoprotezione”, che mira a spiegare ai cittadini come comportarsi in caso di evento calami-toso in attesa dell’arrivo dei soccorritori. È infatti principalmente nei minuti immediatamente successivi alverificarsi di una calamità, in attesa dei soccorsi, che occorre sapere come agire. Per raggiungere questo obiet-tivo, i sottoscrittori e l’Azienda Sanitaria Locale di Brescia metteranno a disposizione materiale informativomultimediale: un vero e proprio manuale che sarà distribuito negli istituti scolastici. Nelle scuole saranno inol-tre organizzati corsi di formazione in accordo con i Comuni, le organizzazioni di volontariato e i gruppi localidi protezione civile. La Provincia di Brescia è stata scelta come capofila del progetto di “autoprotezione” del-la Regione Lombardia perché è una zona potenzialmente esposta a molteplici scenari calamitosi. È infatti zo-na sismica, oltre che area ad alto rischio frane e soggetta all’esondazione di laghi e fiumi. Attraverso l’Asso-ciazione dei 206 Comuni bresciani saranno capillarmente raggiunti e coinvolti nell’attuazione del protocollo iSindaci e le associazioni del territorio. 3 INFO

www.protezionecivile.regione.lombardia.it

www.provincia.brescia.it

In Lombardia, Brescia capofiladel progetto di “autoprotezione”

Regione Calabria, convenzione traprotezione civile e soccorso alpino

Èstata siglata il 23 maggio un’importanteconvenzione tra la Protezione Civile della Regione

Calabria e il Sasc-Soccorso alpino e speleologicocalabrese, che stabilisce la collaborazione insituazioni di emergenza. L’accordo, della durata di treanni, è tra i primi per il sud Italia e prevede l’utilizzodegli elicotteri e della rete radio in dotazione allaprotezione civile regionale per mantenere i contatti conla Sala operativa. Per uniformare le modalità diintervento è stata organizzata anche un’esercitazioneintorno alla base operativa di Germaneto e sull’alveodel fiume Corace che ha coinvolto 16 uomini del Sasce tre operatori della protezione civile.3 INFO

www.protezionecivilecalabria.it

www.cnsas.it

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2Dal Territorio

Si è svolto dal 23 al 28 maggiotra le province di Brescia e

Trento, nelle località di Passo delTonale e Arco, il “Settimo corso dimedicina d’emergenza ad altorischio in ambiente montano permedici e infermieri” organizzatodal Cnsas-Corpo nazionalesoccorso alpino e speleologico.Durante il corso sono stateillustrate le principali tecnichefinalizzate alla sicurezzapersonale durante le operazioni disoccorso montano in ambientiimpervi. Le sessioni di formazionetecnica sono servite anche a

migliorare le tecniche dimovimentazione su ogni tipo diterreno di montagna, ad ampliarele conoscenze sulle norme diprogressione individuale e adapprendere le manovre diautosoccorso.Tre i moduli in programma:“roccia e terreno impervio”,“elisoccorso” e “ghiaccio/neve”.I primi tre giorni dell’esercitazionesono stati dedicati aifondamentali di sicurezza emovimentazione su neve evalanga con una simulazione diricerca, soccorso ed evacuazione

di soggetti travolti da unavalanga. Il “modulo roccia” hariguardato le tecniche diprogressione e sicurezza in parete,il corretto uso dei materiali e Dpi-Dispositivi di protezioneindividuali. Nella giornata finale,dedicata all’elisoccorso, ipartecipanti hanno appreso lenozioni di sicurezza in operazionida effettuare in elicottero, consequenze pratiche delle manovredi elisoccorso.3 INFO

www.cnsas.it

[email protected]

Soccorso alpino, nuova edizione del corsodi medicina d’emergenza

Il 12 e il 13 maggio Massa Carrara ha ospitato il congresso “Hems 2011 – Mezzi, tecnologie e servizi per l’eli-soccorso”. L’evento, promosso dalla Base dell’Elisoccorso Regione Toscana e dall’Azienda Sanitaria Locale 1,

ha approfondito il tema dell’organizzazione nelle maxi-emergenze, con particolare riferimento all’esperienza ma-turata durante l’esercitazione internazionale Terex 2010, che si è svolta in Toscana lo scorso novembre. Laprima giornata è stata dedicata a incontri e dibattiti per comprendere l’importanza dell’elisoccorso sul terri-torio toscano e nazionale. Sono stati trattati i temi dell’assistenza psicologica nelle maxi-emergenze, dellacooperazione aeronavale in acque nazionali e internazionali da parte della Guardia di Finanza, del ruolo del Soc-corso Alpino e dell’importanza dell’ospedale da campo. Alcuni rappresentanti della Marina Militare hanno rac-contato dell’impegno ad Haiti in seguito al terremoto che ha colpito l’isola nel gennaio 2010. Al centro della gior-nata conclusiva il dibattito “La sicurezza delle operazioni: approccio gestionale alla sicurezza e nuove tecno-logie”. In chiusura, si è svolto l’incontro “Aspetti clinici e pratici in elisoccorso” focalizzato sulle azioni e le mo-dalità di trasporto in sicurezza del paziente in emergenza da adottare in base al suo stato e al trauma subito.Nella due giorni di Massa Carrara è stato possibile anche ammirare l’esposizione degli elicotteri a uso civile ele novità del settore, nonché gli elicotteri della Marina Militare, dell’Esercito, della Polizia, dei Vigili del Fuoco,dell’Aeronautica, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale e della Guardia Costiera. In esposizione ancheattrezzature sanitarie e ambulanze. 3 INFO

www.hems2011.com

[email protected]

“Hems 2011”: a Massa Carraraun evento dedicato all’elisoccorso

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Il 18 maggio s’è svolta nel porto turistico diAlassio, in provincia di Savona, un’esercitazione

antincendio per testare il grado di preparazione dellesquadre di soccorso. La simulazione ha coinvoltoun’unità da pesca ormeggiata nel porto, che hasegnalato alla Centrale operativa dell’Ufficiocircondariale marittimo di Alassio un principiod’incendio a bordo e la presenza di un ferito. È statadunque attivata la procedura d’allarme prevista dalpiano antincendio portuale che ha interessato glioperatori in sede, la Direzione del porto della Marinadi Alassio, i Vigili del Fuoco di Albenga, 118, Poliziadi Stato, Carabinieri, Polizia municipale e cantierinautici del porto. La finalità dell’esercitazione èstata la verifica dei tempi di reazione degli operatoririspetto alla chiamata d’emergenza.3 INFO

www.marinadialassio.net

[email protected]

Alassio: test antincendionel porto turistico

I l 21 maggio nella stazione ferroviaria di Sapri, in pro-vincia di Salerno, si è svolta un’esercitazione di protezione

civile, organizzata dalla Prefettura di Salerno con il Co-mitato Provinciale di Salerno della Cri-Croce rossa italiana,per verificare la capacità di risposta in emergenza dellesquadre di soccorso. Sulla linea Battipaglia-Reggio Ca-labria è stato simulato il deragliamento di una vettura conl’ incendio di tre carrozze di un treno con 30 passeggeri.Coinvolte le squadre di emergenza e primo intervento delGruppo Ferrovie dello Stato e le strutture operative di pro-tezione civile del Gruppo maxi-emergenza area CilentoSud, che hanno testato i protocolli per il soccorso e il re-cupero dei feriti con i mezzi della Cri. La simulazione hatestato l’efficacia della catena di coordinamento, con ilcoinvolgimento di personale ferroviario, Polizia ferrovia-ria, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine e 118.3 INFO

www.fsnews.it

[email protected]  

Esercitazionedi protezione civile a Sapri

Milano, esercitazione di protezione civileall’Idroscalo

“Idro 2011” è il nome dell’esercitazione di protezione civile che si è svolta dal 3 al 5 giugnoall’Idroscalo di Milano. Tra gli scenari simulati: un incidente ferroviario allo scalo di Segrate,operazioni di soccorso e recupero in acqua con l’aiuto di sommozzatori, ricerche di una persona

scomparsa, un incendio da spegnere. Nelle simulazioni sono stati coinvolti circa 300 volontari dellaProtezione Civile della provincia di Milano. Oltre ad alcuni corsi teorici, i volontari sono stati impegnatisoprattutto in attività pratiche, come l’allestimento del campo con il montaggio e lo smontaggio delle tende.Nella giornata di sabato 4 giugno si sono concentrate tutte le esercitazioni: sono state testate, ad esempio,procedure per contrastare l’esondazione di un canale d’acqua. La prova più elaborata è stata quella in cui èstato simulato un incidente ferroviario causato dalla fuoriuscita di una sostanza pericolosa da una cisterna.Nel corso dell’esercitazione sono stati simulati l’evacuazione e il blocco della circolazione ferroviaria. L’incidente ferroviario è stato simulato a Segrate, grazie alla collaborazione di Ferrovie dello Stato. Hannoofferto il proprio contributo alla realizzazione di “Idro 2011” il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la RegioneLombardia, il Comune di Milano, la Croce Rossa Italiana.3 INFO

www.provincia.milano.it

www.idroscalo.info

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2Dal Territorio

Favignana: esercitazionisul rischio sismico

Dal 3 al 5 giugno l’isola di Favi-gnana ha ospitato un’esercita-

zione sul rischio sismico promossa dal-l’Anvvfc-Associazione nazionale deivigili del fuoco in congedo, cui han-no aderito il Comune di Favignanae il Dipartimento Regionale di Pro-tezione Civile. “Alcesti” – questo il no-me dell’iniziativa – ha coinvolto 180volontari provenienti da tutta Italia:Vigili del Fuoco, Guardia Costiera,Scuola cani salvataggio del Tirreno-sezione di Torvaianica e volontaridell’associazione marsalese “La Prov-videnza”. Presenti anche squadre disoccorso speciale della Sicilia, del-la Campania e del Lazio. L’esercita-zione ha preso il via con la simula-zione di un terremoto del V grado del-la scala Richter che ha interessato leisole di Marettimo, Favignana e Le-vanzo. Il conseguente maremoto hainvestito le isole Egadi, Marettimo, Fa-vignana e Levanzo, e marginalmen-te le città di Trapani e Marsala. Nel-lo stadio comunale di Favignana èstato allestito il Coc-Centro operativocomunale, dal quale sono state co-ordinate tutte le operazioni di inter-vento. Durante la tre giorni di provei soccorritori hanno testato le pro-cedure di soccorso in tre differentiscenari: un’area urbana, una cavaabbandonata e una falesia roccio-sa sul mare.3 INFO

www.anvvfc.it

[email protected]

struttura in seguito a unterremoto del VI grado della scalaMercalli, con conseguenteevacuazione dell’edificio. Nelleminiere di Streppinosa isoccorritori si sono inveceesercitati in operazioni di recuperodelle persone coinvolte dal crollodi alcune pareti. I restantiinterventi sono serviti per valutarel’efficienza del sistema locale diprotezione civile in contestidifferenti: un incendio divampatoin contrada Pirato-CavaGucciardo e lo sbarco di migrantia Marina di Modica.3 INFO

www.comune.modica.gov.it

[email protected]

Si è svolta a Modica dal 27 al29 maggio “Contea 2011”,

un’esercitazione di protezionecivile organizzata dalleassociazioni di volontariato deldistretto territoriale Ragusa sud,sotto il coordinamento delDipartimento Provinciale diProtezione Civile. Obiettivo della manifestazione èstato quello di verificare l’efficaciadella struttura di coordinamento etestare le procedure di intervento erecupero dei feriti in emergenza. I200 volontari coinvolti sono statiimpegnati in quattro diversiscenari. Alla scuola media Giovanni XXIIIsono stati simulati danni alla

“Contea 2011”: a Modicatre giorni di esercitazioni

Èstato presentato il 27 maggio durante il seminario “Protezione civile epartecipazione”, che si è svolto al Dipartimento della Protezione Civile,

il progetto ProCivibus, iniziativa non-profit dell’associazione di promozionesociale GIEOLab. ProCivibus è un servizio online che consente ai cittadinie agli operatori di protezione civile di collaborare con le Amministrazionilocali alla realizzazione della banca dati comunale e provinciale di sup-porto alla pianificazione d’emergenza. Il sistema si basa sulla possibilitàdegli utenti registrati di partecipare alla costruzione del database di Pro-Civibus segnalando e georeferenziando edifici strategici vulnerabili, fonti dirischio antropico, servizi essenziali in emergenza, risorse e strutture operativedisponibili in caso di evento disastroso. Le informazioni, una volta valida-te, serviranno ad aggiornare i sistemi informativi di Comuni e Province e lecartografie dei rischi per pianificare gli interventi di protezione civile.3 INFO

www.procivibus.it

[email protected]

ProCivibus, un progettodi protezione civile partecipata

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zione di Spoleto. Inoltre, sono statiprogettati robot utili in emergenza ein regime ordinario. In caso di sismail Vgtv-Xtreme può accedere a luoghicon entrate interdette da crolli strut-turali ed effettuare la ricognizionedegli ambienti in modo da consentirealle squadre di pronto intervento dipianificare le operazioni di sgombe-ro e consolidamento. Il PackBot i510affronta macerie di media-grandepezzatura, mentre la SceneCam re-gistra immagini da archivio, utili al-la prevenzione e alla conservazionedi luoghi di valore storico-artistico.In emergenza le riprese della Sce-neCam consentono alle squadre dipronto intervento di avere un qua-dro della situazione in un immobile

La Regione Umbria ha finanziatoprogetti per la tutela dei beni cul-

turali – alcuni seguiti direttamentedal Servizio Protezione Civile dellaRegione – sulla base di due accordidi programma con il Ministero del-l’Economia, dei Beni Culturali e ilDipartimento della Protezione Civile.Fra i progetti, il Sistema informati-vo unico su area pilota, riferimentoper i gruppi che operano sui territo-ri colpiti dalle calamità. Il Sistema pro-muove un osservatorio per recupe-rare e catalogare documentazione.Negli accordi è prevista anche la rea-lizzazione del Centro operativo perla conservazione, manutenzione evalorizzazione dei beni storici, arti-stici, archivistici e librari della se-

Regione Umbria, progetti per la salvaguardiadei beni culturali in emergenza

danneggiato. Il Draganflyer, alzan-dosi in volo, controlla lo stato dellecoperture, restituisce foto d’insie-me di zone abitate, accede a immo-bili e fornisce immagini di soffitti,volte, pareti e superfici pittoriche.Un ulteriore progetto finanziato ri-guarda la sperimentazione di pro-totipi di contenitori per il trasporto diopere d’arte e la pianificazione del-la loro industrializzazione. È previstainfine l’istituzione di un’“Unità ope-rativa mobile attrezzature roboti-che”, che comprende attrezzatureper salvaguardare in emergenza ibeni culturali.3 INFO

www.protezionecivile.regione.umbria.it

[email protected]

Laboratorio emergenza:progetto per le scuole della Provincia di Terni

Gli studenti degli Istituti tecnici e professionali diOrvieto, Narni, Amelia e Terni hanno presentato il

31 maggio i risultati del primo anno di “LaboratorioEmergenza”, progetto promosso dalla Provincia diTerni sulla diffusione dei temi di protezione civile.All’iniziativa, di durata biennale, hanno partecipato182 studenti. Sono intervenuti all’incontro – che si ètenuto a Orvieto – rappresentanti del Dipartimentodella Protezione Civile, della Regione Umbria, dellaProvincia di Terni, del Comune di Orvieto e degli altriComuni del ternano, l’Anci Umbria, gli insegnanti e ipresidi degli istituti partecipanti. Nella fase inizialedel progetto funzionari del Dipartimento hannoformato gli studenti sul Sistema di protezione civile.Gli obiettivi principali sono stati: l’analisi delle areedi attesa previste in caso di terremoto dei 33 comuni

della Provincia di Terni e la formulazione di propostedi comunicazione alla popolazione su queste aree. Iragazzi hanno visitato e verificato l’idoneità di questispazi dando un loro parere alla Provincia. Hannoinoltre realizzato un opuscolo informativo suicomportamenti da adottare prima, durante e dopo unterremoto e uno spot televisivo per le emittenti locali,per spiegare l’importanza delle aree di attesa e comerintracciarle sul territorio. Il successo del progetto èstato favorito inoltre dalla possibilità per gli studentidi mettere in pratica le conoscenze acquisite nel loropercorso scolastico e dall’impegno del volontariatolocale che ha supportato la Provincia nel tutoraggio.3 INFO

www.protezionecivile.regione.umbria.it

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canali di accesso diretto ai conte-nuti che possono essere spostati, ri-dotti o cancellati.La scelta è stata guidata dall’ana-lisi dei contenuti e del pubblico diriferimento del vecchio sito web delDipartimento. In particolare, dal-l’analisi dei target, la presenza diun pubblico eterogeneo, mutevole –specie nelle situazioni di emergen-za – ha reso difficile classificare icontenuti per target e ha aperto la stra-da alla personalizzazione dell’ho-mepage. Gli utenti meno esperti pos-sono navigare il sito internet in mo-do tradizionale, consultando l’ho-mepage che si compone di widgetdefiniti dalla redazione. Quelli piùesperti possono invece scegliere daun menu posto nel footer i widgetcon cui comporre la propria homepage.Infine, per chi vuole sfruttare i van-taggi della personalizzazione ma inmodo guidato, a breve verranno pre-disposti dei modelli di composizio-ne di homepage che, a seconda deicontenuti, avranno un taglio edito-riale, tecnico-scientifico o ammini-strativo. La personalizzazione è co-munque bilanciata dalla presenzadi aree di contenuto stabili e nonmodificabili: la top news e l’area de-dicata al rischio stagionale o al-l’emergenza in corso non sono mo-dificabili dall’utente. 3 INFO

www.iasummit.it/2011

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Alla quinta edizione del Summit ita-liano di architettura dell’infor-

mazione, che si è svolto a Milano dal5 al 7 maggio, c’era anche il Dipar-timento della Protezione Civile cheha partecipato con il suo nuovo por-tale istituzionale, il primo tra i sitiweb della pubblica amministrazio-ne ad avere un’homepage intera-mente personalizzabile da parte de-gli utenti. Lo ha accompagnato nel-l’esperienza, la società Elsag Data-mat, suo partner tecnologico, concui ha realizzato un paper e un po-ster di presentazione del progetto.Organizzato senza fine di lucro dal-l’Associazione di promozione socia-le Architecta, il Summit nasce perpromuovere la conoscenza dell’ar-chitettura dell’informazione, del-l’usabilità e della progettazione cen-trata sull’utente. Su questi temi si èvoluto mettere in gioco anche il Di-partimento della Protezione Civile,che ha deciso di ridisegnare l’ho-mepage del proprio sito istituziona-le – lanciato lo scorso febbraio – inlinea con le ultime tendenze dellarete. Se consideriamo infatti i siti dinews online e i social network, as-sistiamo ad una continua creazio-ne di flussi informativi da parte del-le persone che vogliono avere un ruo-lo sempre più attivo nella scelta deicontenuti. Per questo, la redazione delsito ha abbandonato l’idea diun’homepage standard decidendodi riorganizzarla in widget, ovvero

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2Dal Dipartimento

Il nuovo sito web del Dipartimentoallo IA Summit 2011

Online dossiere test maremoto

Atre mesi dal terremoto e dallotsunami in Giappone, è stato

pubblicato sul sito del Dipartimentoun dossier che inquadra ilfenomeno del maremoto nelMediterraneo e in Italia, a partiredalle differenze rispetto aglitsunami che si verificano negliOceani. Dopo il successo del testonline sul rischio sismico, viproponiamo un test sul rischiomaremoto per mettere alla prova levostre conoscenze. Nel dossier“Rischio maremoto”, unapprofondimento è dedicato aglitsunami che si sono originatistoricamente in Italia, in particolarenell’area tirrenica e ionica, e uno almaremoto di Stromboli del 2002. Ildossier illustra anche il sistema dimonitoraggio e allertamento attivoin Italia, ne descrive i possibilisviluppi e racconta lapartecipazione del Dipartimentodella Protezione Civile al progettoNEAMTWS-North Eastern Atlantic &Med Tsunami Warning System, perla costituzione di un sistema diallertamento per Nord Est Atlantico,Mediterraneo e Mari collegati.Sebbene calato sulla realtàgeografica specifica, il sistemaprende a modello quello giàoperante nell’area del Pacifico, deiCaraibi e dell’Oceano Indiano.3 INFO

www.protezionecivile.gov.it

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Si è svolto il 31 maggio, nellasede del Dipartimento della

Protezione Civile, il workshop finaledel progetto pilota dell’Asi-Agenziaspaziale italiana Srv-Sistemarischio vulcanico. Nato nel 2007con l’obiettivo di generare nuoviprodotti a supporto della gestionedel rischio vulcanico, il progettocontribuisce a potenziare leattività di sorveglianza, earlywarning, gestione dell’emergenza epost-emergenza. In particolare, è stato realizzato unsistema pre-operativo complessobasato sull’integrazione di prodotti

generati dai dati delle missionispaziali – in particolare quellidella costellazione COSMO-SkyMed– con i dati ottenuti dalle reti dimonitoraggio dei vulcani italiani.Questo sistema, che si presentaagli utenti finali con un interfacciaWebGIS, è stato testato su Etna,Vesuvio e Campi Flegrei, le tre areevulcaniche scelte come test-site.Per ogni area sono stati realizzatiprodotti, prevalentemente mappe,che individuano i parametrigeofisici caratteristici di un eventovulcanico, garantiscono supportonella gestione di un’eruzione grazie

a dati ad alta risoluzionetemporale e forniscono in caso diemergenza elementi utili allavalutazione dei cambiamenti dellasuperficie e della distribuzione delmateriale eruttato. I dati raccoltipermettono inoltre di realizzareserie storiche utili a migliorare laconoscenza dei sistemi vulcanici.Rispetto al progetto, ilDipartimento ha svolto il ruolo diutente finale, testando tutti iprodotti realizzati.3 INFO

www.srv1.rm.ingv.it

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Cosa c’è sotto il mare? È a questa domanda chetenta di dare risposta il progetto MaGIC-Marine

Geohazards along the Italian Coast, nato nel 2007 dal-lo sforzo coordinato di tutta la comunità dei geologimarini italiani per definire gli elementi di pericolositàdei fondali dei mari italiani, mitigare il rischio e gesti-re le emergenze. A circa 2/3 della durata del progetto,il gruppo di lavoro coordinato dall’Igag-Istituto di geo-logia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazio-nale delle ricerche ha presentato lo scorso 26 maggiolo stato dell’arte di MaGic e i primi risultati. Il workshopsi è svolto al Dipartimento della Protezione Civile, chefinanzia il progetto nell’ambito di un Accordo di Pro-gramma Quadro con il Consiglio Nazionale delle Ricer-che. Tra le finalità del progetto, la realizzazione di Car-te georeferenziate che riproducono in scala 1:50.000gli elementi di pericolosità dei fondali dei mari italia-ni. In ambito di protezione civile, questi prodotti po-tranno essere utilizzati per l’elaborazione degli scena-

ri di rischio e per ipotizzare le cause di eventuali episodidi maremoto/eruzione/frana sottomarina. Ad oggi, so-no state realizzate 50 delle 72 carte previste; ciascunadi esse è organizzata su quattro livelli informativi, di cui,il quarto evidenzia le aree potenzialmente soggette adinstabilità. Il workshop è stato anche l’occasione perrilasciare la versione operativa del WebGIS denomina-to Infor.mare, un database che raccoglie, classifica e ren-de disponibile in ambiente georeferenziato tutta la car-tografia e la bibliografia prodotta sino ad oggi sullageologia dei mari italiani. Il database è a disposizionedegli operatori di protezione civile e, in una versionesemplificata, anche degli studiosi e di tutti coloro chesono interessati alla geologia dei mari italiani. È rag-giungibile dal link http://informare.magicproject.it/,su un sito internet dedicato.3 INFO

www.magicproject.it

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Sistema rischio vulcanico:un workshop sul progetto Asi

Progetto MaGIC: una mappaturadella pericolosità dei fondali marini

Page 40: Protezione Civile - Maggio/Giugno 2011

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2Dal Dipartimento

mentre ai trasporti via terra provve-dono i Soggetti attuatori delle Regio-ni di destinazione. Nella prima fasedel Piano, conclusa a fine aprile, so-no state individuate sistemazioni per2 mila persone, soprattutto migran-ti tunisini che hanno ottenuto il per-messo di soggiorno temporaneo per mo-tivi umanitari. Solo una parte, circa 800persone, ha chiesto di essere assi-stita. La seconda fase sta riguar-dando invece i richiedenti asilo – ov-vero persone perseguitate per razza,religione, nazionalità, opinioni poli-tiche – per i quali sono previste par-ticolari forme di assistenza. Il primomodulo per la sistemazione di 10mi-la persone si è esaurito verso metàgiugno. Si procederà quindi all’at-tuazione del Piano per l’accoglienzadi un’ulteriore quota di 15mila persone.Il Commissario delegato si sta occu-pando anche delle attività di rimo-zione e smaltimento delle imbarcazioniutilizzate dai migranti per arrivare aLampedusa. Sono già state demolitee avviate a recupero 45 imbarcazio-ni ormeggiate o incagliate nel porto esi procederà allo stesso modo con ibarconi che si trovano in altre areedell’isola di Lampedusa e della Sici-lia. Una parte dell’attività ha riguar-dato la raccolta, il trattamento e losmaltimento degli oli e dei carburantipresenti nelle imbarcazioni.3 INFO

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Sono circa 9600 i migranti assi-stiti nelle strutture regionali a

due mesi dall’attivazione del Pianodi accoglienza. Di questi, 8800 sonorichiedenti asilo mentre 800 hannoottenuto il permesso temporaneo disoggiorno e hanno chiesto di essereassistiti. Il Piano è operativo dal 15 apri-le e definisce la risposta operativadel Sistema di protezione civile al-l’emergenza umanitaria. Si basa suuna gestione condivisa dell’acco-glienza dei flussi migratori e coin-volge il Dipartimento della Protezio-ne Civile, le Amministrazioni regio-nali e delle Province Autonome, gliEnti locali e altri soggetti apparte-nenti al Servizio Nazionale. I migran-ti vengono accolti secondo principidi modularità ed equa distribuzione:il numero che ogni Regione ospita èdefinito sulla base del rapporto di unostraniero ogni mille abitanti. Il Pia-no garantisce assistenza fino ad unmassimo di 50 mila migranti. Il Ca-po Dipartimento è Commissario delegatoper l’emergenza umanitaria e si av-vale di un gruppo di supporto opera-tivo attivato nel Dipartimento. Questastruttura di coordinamento si occupadi ripartire i migranti che sbarcanosulle coste siciliane, alloggiarli tem-poraneamente nei centri di primo soc-corso di Lampedusa, Manduria e al-tre località, per poi trasferirli versole varie Regioni, secondo i criteri de-finiti dal Piano. Per i trasferimentivengono utilizzate due grandi navi,

Emergenza umanitaria: a duemesi dal piano di accoglienza

Workshop sui disastriambientali in mare

Quale sarebbe la capacità dirisposta in caso di disastro

ambientale nel Mar Mediterraneo?È la domanda che si sono posti irappresentanti dei Paesi del bacinoMediterraneo nel workshop del 18maggio “Oil spill in the Gulf ofMexico: is the Mediterraneanready?” che si è svolto nella sededel Dipartimento della ProtezioneCivile. L’incontro è stato organizzatodal Dipartimento con il 2° Comitatopermanente per la cooperazioneeconomica, sociale e ambientaledell’Assemblea Parlamentare delMediterraneo. Dopo l’incidente diaprile 2010 nel Golfo del Messico ènato un dibattito internazionale suirischi legati alla gestione degliidrocarburi. L’evento di Roma èstato un momento di confronto tra idelegati dei Paesi dell’areaMediterranea, delle compagniepetrolifere e gli esperti del settoredella tutela del mare. Nel corsodell’incontro è stato presentato ilpiano italiano per la difesa dainquinamenti di idrocarburi o dialtre sostanze nocive causati daincidenti marini. Le conclusioni delworkshop saranno discusse nellaSpecial Task Force sull’ambiente diDubrovnik e proposte nella SessionePlenaria che si terrà a Palermo adottobre.3 INFO

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Per monitorare la distribuzione spaziale della nubedi ceneri prodotta dal vulcano islandese Grímsvötn,

che si è conclusa nel mese di maggio, le autorità dell’IcelandicMet Office hanno utilizzato il radar messo a disposizio-ne dal Dipartimento della Protezione Civile a ottobre2010, in seguito all’eruzione del vulcano Eyjafjallajö-kull. I dati raccolti dall’Istituto di ricerca e monitoraggioislandese sono stati oggetto di scambio con il Diparti-mento che ha stretto una collaborazione scientifico-isti-tuzionale con l’Islanda, che condivide con l’Italia la pre-senza di vulcani attivi sul territorio. L’utilizzo del radarin Islanda ha consentito al Dipartimento di testare ilsuo funzionamento anche in condizione di severe emis-sioni di ceneri. L’obiettivo italiano è infatti studiare qua-li dati è in grado di restituire il radar e quali algoritmi usa-re per la loro interpretazione a fini di protezione civile.3 INFO

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Vulcano Grímsvötn:dall’Italia un radar per l’Islanda

Festa della Repubblica:la partecipazione del Dipartimento

Èstata dedicata al 150°anniversario dell’Uni-

tà d’Italia la 65esima edi-zione della Festa della Re-pubblica che si è cele-brata con la parata del 2giugno in Via dei Fori Im-periali a Roma. Per l’oc-casione, quest’anno il pal-co d’onore ha ospitato nu-merosi Capi di Stato, digoverno e di istituzioni in-ternazionali. Hanno par-tecipato alla manifesta-zione il Dipartimento del-la Protezione Civile e al-

cune componenti del Ser-vizio Nazionale, in rappre-sentanza della “SquadraItalia” intervenuta ad Hai-ti in seguito al terremotoche ha colpito il Paese il12 gennaio 2010. Il bloc-co di Protezione Civile hasfilato nel Settore Missio-ni internazionali del II Sot-tosettore dedicato ai “Tea-tri operativi: Medio Orien-te, Asia e America”.3 INFO

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Parte il 16 maggio il progetto di tutela della salutedel Dipartimento della Protezione Civile rivolto

alle fasce di popolazione esposte al rischio ondate dicalore. L’iniziativa – avviata nel 2004 con ilmonitoraggio delle ondate di calore su quattro cittàitaliane – garantisce quest’anno la copertura delleprincipali aree urbane del Paese. Per l’estate 2011 ilprogetto è attivo in 27 città italiane: Ancona, Bari,Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso,Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova,Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia,Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino,Trieste, Venezia, Verona, Viterbo. Il “Sistemanazionale di sorveglianza, previsione e allarme per laprevenzione degli effetti delle ondate di calore sullasalute della popolazione” è promosso incollaborazione con il Ministero della Salute e con ilDipartimento di Epidemiologia dell’Azienda SanitariaLocale RM/E, Centro di Competenza Nazionale.Tramite sistemi di monitoraggio sono individuate perogni area urbana le condizioni meteo-climatiche chepossono avere impatto significativo sulla salute dellecategorie più esposte ai rischi legati alle ondate dicalore. In base a questi modelli sono poi elaboratidei bollettini giornalieri sui possibili effetti sullasalute delle condizioni meteorologiche previste a 24,48 e 72 ore, su una scala che va dal livello “zero”,corrispondente all’assenza di rischio, al livello “tre”,che indica condizioni di rischio elevato e persistenteper tre o più giorni consecutivi. Il periodo monitoratova dal 2 maggio al 30 settembre. I bollettini sonoelaborati giornalmente e pubblicati sul sitowww.protezionecivile.gov.it dal 16 maggio al 15settembre. Nel periodo residuo saranno elaborati soloin caso di allerta di livello 2 o 3.3 INFO

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Ondate di calore:il sistema di sorveglianza 2011

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2Dal Dipartimento

Scuola multimediale: esercitazionidi fine progetto per Marche e Abruzzo

Quasi 600 bambini delle scuole primarie di Marche e Abruzzo sono stati impegnati in una esercitazione diprotezione civile con la partecipazione delle strutture operative locali, delle istituzioni e di funzionari del Di-

partimento. La prova è la tappa conclusiva del progetto “Scuola multimediale” che ha l’obiettivo di sensibiliz-zare il mondo della scuola alla conoscenza delle diverse tipologie di rischio, favorendo comportamenti rispetto-si del territorio e la conoscenza delle norme da adottare in caso di emergenza. Nelle Marche, l’esercitazione si èsvolta il 18 maggio e ha coinvolto 300 bambini della scuola primaria in quattro istituti scolastici di Caldarola,Corinaldo, Monte Urano e Grottammare, rispettivamente nelle province di Macerata, Ancona, Fermo e Ascoli Pi-ceno. In ogni istituto è stato simulato un diverso scenario d’evento: un incendio boschivo, un’esondazione, un ter-remoto e una frana. I bambini, divisi in gruppi, hanno partecipato alle specifiche attività di ogni struttura ope-rativa e a quelle del Centro Operativo Comunale. In Abruzzo, l’esercitazione si è svolta il 7 giugno nel centrosportivo di Pizzoli in provincia dell’Aquila per 260 alunni delle scuole primarie di Pizzoli, Torre de’ Passeri e Iso-la Gran Sasso. Gli studenti sono stati coinvolti nella simulazione di uno scenario di evento sismico, con impli-cazioni di carattere idrogeologico e un incendio boschivo. I bambini hanno potuto vedere, attraverso dimostra-zioni pratiche, le modalità di attivazione in emergenza dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale dello Stato, del-la Croce Rossa Italiana, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e del Volontariato. Tutta l’attività si-mulata è stata coordinata dal Centro operativo comunale e dal Centro operativo regionale, che hanno illustratoai ragazzi il ruolo di regia dei vari centri operativi in emergenza e il livel-lo di raccordo tra l’Autorità comunale e quella regionale. Tutti i bambini han-no ricevuto gli attestati di partecipazione firmati dal Capo Dipartimento.

Il 12 e il 13 maggio ilDipartimento della Protezione

Civile ha incontrato unaDelegazione di esperti barbadianinell’ambito di un Progetto per lamitigazione del rischio da uraganiin area caraibica. La visita èstata organizzata a conclusione diun corso di tre settimaneorganizzato dalla FondazioneCima-Centro internazionale inmonitoraggio ambientale, che hasviluppato la parte tecnica delProgetto su monitoraggio eprevisione. Ottimizzare il sistemameteorologico regionale e

sviluppare un modello di rispostain caso di emergenza sono gliobiettivi principali del Progetto,finanziato dal Ministero degliAffari Pubblici e gestito dalProgramma delle Nazioni Uniteper lo Sviluppo. Il Progetto per lamitigazione del rischio da uraganiè realizzato in collaborazione conil Dipartimento della ProtezioneCivile e il supporto dellaFondazione Cima. Il Dipartimentopartecipa al progetto comeinterlocutore tecnico, conl’obiettivo di far conoscere ilmodello italiano di protezione

civile – e in particolare il sistemanazionale di volontariato – aiPaesi caraibici. Per ilpotenziamento del sistema dimonitoraggio è in fase diattuazione l’adattamento all’areacaraibica della PiattaformaDewetra, un sistema integrato peril monitoraggio in tempo reale, laprevenzione e la previsione deirischi naturali, realizzatonell’ambito della convenzione traDipartimento e Fondazione Cima.3 INFO

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Nei Caraibi, un progetto per la mitigazionedel rischio da uragani

3 INFO

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I l 7 maggio un concerto ha avviatole attività del nuovo Auditorium

“L’Aquila Temporary Hall”, la strut-tura temporanea situata accanto alConservatorio “A. Casella” progetta-ta dall’architetto giapponese Shige-ru Ban dopo il terremoto del 6 aprile2009. Al concerto hanno partecipatoil Capo Dipartimento della Protezio-ne Civile e l’Ambasciatore del Giap-pone in Italia. Tomomi Nishimoto hadiretto l’orchestra del Conservatorio“A. Casella” dell’Aquila, che ha ese-guito in apertura gli inni nazionalidei due Paesi. L’evento è nato come unmomento di solidarietà e vicinanza

tra la popolazione italiana e giappo-nese, e a testimonianza di ciò inun’area dell’Auditorium sono statiesposti disegni e gru di carta – il piùtradizionale origami giapponese –inviati all’Ambasciata da alunni ita-liani e da un cittadino giapponese.Alto 12 metri, l’Auditorium ricopreun’area di 702 mq e ha 220 posti a se-dere. La struttura portante è in ac-ciaio, il palco e la platea sono in le-gno di abete. Particolare attenzione èstata riservata al rispetto dell’am-biente, con l’uso di tubi di carta riciclata,per le pareti interne della Concert Halle come elemento architettonico ne-

gli spazi riservati al pubblico. La strut-tura è stata finanziata quasi total-mente dal Governo giapponese, e inparte dal Comune dell’Aquila, a seguitodel memorandum sottoscritto il 18gennaio 2010. La gara per la realiz-zazione dell’Auditorium è stata ag-giudicata alla Società Cme-Consor-zio imprenditori edili il 23 giugno2010. L’opera è ad oggi completata,ad eccezione del controsoffitto ridi-segnato dall’architetto Ban per mi-gliorarne l’acustica.3 INFO

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Formare i volontari di protezione civile sul tema del ri-schio sismico perché diventino, a loro volta, forma-

tori di altri volontari e quindi attori di un processo didiffusione della conoscenza. È questa la prima fase diuna campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione emitigazione del rischio sismico promossa dall’Anpas-Associazione nazionale pubbliche assistenze e dal Di-partimento della Protezione Civile, in collaborazione conl’Ingv-Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il Con-sorzio ReLUIS-Rete dei laboratori universitari di inge-gneria sismica, l’Università della Basilicata e le Regio-ni Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Toscana eSicilia. L’attività formativa – dal 10 al 12 giugno a Vi-co del Gargano (FG) – ha previsto incontri sulla memo-ria storica dei terremoti, sulla pericolosità e vulnerabi-lità sismica, sulla prevenzione del rischio sismico, e an-che sul ruolo del cittadino, che va reso consapevole del-le caratteristiche della sismicità del territorio in cui vi-ve. Una giornata è stata dedicata alla presentazione

della campagna di sensibilizzazione sul rischio sismi-co e alla comunicazione: dalla comunicazione come do-vere per garantire il diritto dei cittadini ad essere infor-mati, ai nuovi strumenti a disposizione dell’utente, sem-pre più orientati all’interattività e all’ascolto dei citta-dini. Nella seconda fase del progetto, tra settembre eottobre, si avvierà un ciclo di incontri nelle piazze delleRegioni coinvolte, in cui il cittadino potrà riconoscere ilvolontario come un interlocutore familiare che opera nelsuo stesso territorio, mostrandosi così più disponibilead avvicinarsi a un tema che generalmente induce dif-fidenza. Obiettivo della campagna è diffondere una cul-tura della prevenzione, contribuire a formare un volon-tario più consapevole e specializzato ed avviare un pro-cesso che porti il cittadino ad acquisire un ruolo attivonella partita della prevenzione del rischio sismico.3 INFO

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www.anpasnazionale.org

Un concerto di solidarietà per Italia e Giappone nel nuovo Auditorium dell’Aquila

Anpas e Dipartimento lancianouna campagna sul rischio sismico

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2Dal Dipartimento

Si è svolta il 14 giugno a Sarajevo la terza riunionedei Direttori generali e delle Autorità di Protezione

Civile dei Paesi partner del PPRD South-Programmaeuro-mediterraneo per la prevenzione, preparazione e ri-sposta ai disastri. Al centro del dibattito, la necessitàdi una risposta efficace alle richieste di reciproco soc-corso, e di un “Atlante del rischio” condiviso per  map-pare l’esposizione al rischio e la vulnerabilità di cia-scun Paese, oltre alla capacità delle comunità colpiteda un disastro di affrontare e superare l’evento. Fi-nanziato dall’Unione Europea e gestito dal consorzioguidato dal Dipartimento della Protezione Civile, conFrancia, Egitto e Algeria, il Programma conta 14 Paesipartner: Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Croazia,Egitto, Israele, Giordania, Libano, Montenegro, Maroc-co, Palestina, Siria, Tunisia, Turchia.3 INFO

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I Paesi membri del PPRD Southsi riuniscono a Sarajevo

Global Platform for DisasterRisk Reduction

“Investire oggi per undomani più sicuro –

Investire di più a livello lo-cale” è il tema della terzasessione della Global Plat-form for Disaster Risk Re-duction, tenutasi a Gine-vra tra l’8 e il 13 maggio.L’11 maggio, al Side Event“Science meets Practice”,è intervenuto il Capo delDipartimento della ProtezioneCivile, che ha presentatoil Global Risk Modeling Ini-tiative. Il modello descri-ve il Sistema italiano di

protezione civile, impegnatonel soccorso, ma anche inprevisione, allertamento,prevenzione e mitigazionedei rischi. La Global Plat-form è un evento biennale,organizzato dalla UN In-ternational Strategy for Di-saster Risk Reduction, du-rante il quale i partecipantisi confrontano su gestio-ne e superamento delleemergenze. 3 INFO

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www.unisdr.org

Il Dipartimento della Protezione Civile partecipa aProtec, il primo salone delle tecnologie e dei servizi

per la protezione civile e ambientale, organizzato daGL events Italia-Lingotto Fiere con il sostegno dellaRegione Piemonte. L’obiettivo di Protec, a Torino dal30 giugno al 2 luglio 2011, è mettere a confrontoesperti mondiali sulle problematiche legate aglieventi emergenziali e proporre un panoramacompleto delle tecniche di previsione, prevenzione,valutazione e mitigazione dei rischi sia industrialiche ambientali. Il salone prevede un’area espositivacon strumenti, macchinari e soluzioni tecnologicheche rappresentano la più avanzata offerta adisposizione del settore della protezione civile ediversi laboratori, convegni, seminari e workshop. IlDipartimento partecipa con uno stand espositivo,all’interno del quale sarà presente la piattaformasismica, un sofisticato dispositivo in grado diriprodurre cosa accade durante un terremoto in trediverse situazioni: al piano terra o per strada, alquinto piano di un comune edificio antisismico o alquinto piano di una struttura isolata sismicamente.La piattaforma è allestita con oggetti di uso comune,in modo da riprodurre gli effetti del terremoto su unappartamento arredato. Esperti del Dipartimentoprenderanno inoltre parte al convegno illustrando laPiattaforma nazionale per la riduzione del rischio dadisastri. L’incontro organizzato nell’ambito di Protecsarà un momento di confronto tra le esperienzenazionali e quelle internazionali. Grazie al contributodi esperti della Nazioni Unite e di rappresentanti dialtri Paesi europei verranno condivise esperienze,buone prassi e punti di vista sull’organizzazione e ilfunzionamento delle Piattaforme Nazionali e sulsistema dello Hyogo Framework for Action.3 INFO

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www.protec-italia.it

Protec 2011: il salone torineseospita la piattaforma sismica

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Verificare lo stato diavanzamento del progetto

quinquennale per la messa apunto di un modello globale dianalisi del rischio sismico, anchealla luce dei terremoti che hannorecentemente colpito il Giappone ela Nuova Zelanda. È questol’obiettivo principale dell’Outreachmeeting della Fondazione GEM-Global Earthquake Model, che si èsvolto a Pechino dal 6 al 9 giugno.All’evento ha partecipato unadelegazione del Dipartimento dellaProtezione Civile composta darappresentanti dell’Ufficio rischio

sismico e vulcanico e del Serviziorelazioni internazionali, guidati daMauro Dolce, Direttore dell’Ufficiorischio sismico e vulcanico, che hapreso parte anche alla riunione delComitato direttivo GEM, di cui èmembro. Nel corso della missionela delegazione del Dipartimento,con i rappresentantidell’Ambasciata d’Italia in Cina,ha incontrato anche la CEA-Chinese EarthquakeAdministration, l’autorità cineseche si occupa della gestione delrischio sismico e della risposta aiterremoti. La riunione è stata

occasione per un confronto sulleattività svolte da ciascunaorganizzazione e si conclusa con lavisita al centro di addestramentodegli esperti di ricerca e soccorso(SAR-Search And Rescue). Vista lacomune esperienza di Italia e Cinanel campo dei rischi, c’è interesseda parte di entrambe aconsolidare quanto più possibile lareciproca cooperazione. Neiprossimi mesi la CEA verrà inItalia per visitare le strutture delDipartimento, ricambiando così lavisita italiana.3 INFO

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Il Dipartimento in Cina per discuteredi rischio sismico

Èdisponibile online, nella sezione pubblicazioni del sito www.protezionecivile.gov.it il volume sulla microzonazionesismica per la ricostruzione dell’area aquilana. La pubblicazione è il risultato di uno studio promosso e coordi-

nato dal Dipartimento della Protezione Civile con la Regione Abruzzo, che ha coinvolto circa 150 ricercatori e tecni-ci di dieci Università italiane, otto istituti di ricerca, l’Ordine dei geologi dell’Abruzzo, quattro Regioni (Abruzzo, Emi-lia-Romagna, Lazio e Toscana) e la Provincia autonoma di Trento. Si tratta di uno degli studi di questo tipo piùavanzati al mondo, realizzato in tempi estremamente rapidi. Il piano di Microzonazione sismica dell’area aquilana –previsto dall’articolo 13 dell’Opcm n. 3772/2009 – ha consentito di caratterizzare in prospettiva sismica il territo-rio dei comuni più duramente colpiti dal terremoto del 6 aprile, ossia di quelli che hanno risentito un’intensità su-periore o pari al settimo grado della scala MCS-Mercalli Cancani Sieberg. Il lavoro è stato impostato e condotto se-condo gli “Indirizzi e criteri per la Microzonazione sismica” approvati alla fine del 2008 dal Dipartimento della Pro-tezione Civile e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. La Microzonazione è fondamentale per ilgoverno del territorio, per orientare le scelte di progettazione e individuare le aree per nuovi insediamenti, per defi-nire gli interventi ammissibili in una determinata area e per la pianificazione in emergenza. Dopo eventi distrutti-vi come quello del 6 aprile 2009, la microzonazione sismica è uno strumento indispensabile per la ricostruzionepost-sisma dei centri abitati. Gli studi di Microzonazione hanno consentito di delimitare le aree a comportamentoomogeneo, distinguendo tra zone: stabili, stabili suscettibili di amplificazione locale e zone soggette a instabilità.3 INFO

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Microzonazione sismica per la ricostruzionedell’area aquilana: online il volume

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ctri adulti legalmente responsabili della loro as-sistenza. Anche se sono entrati in Italia clan-destinamente non possono essere allontana-ti dal nostro Paese e sono titolari di tutti i dirittigarantiti dalla Convenzione di New York suidiritti del fanciullo del 1989.

Le procedureIl minore che arriva in territorio italiano vieneidentificato dalle Autorità di pubblica sicurez-za, che fanno un primo accertamento dell'etàe ne segnalano la presenza al Soggetto attua-tore, al Comitato per i minori stranieri, al Tribunaleper i minorenni e al Giudice Tutelare. Se non

U Circolare del 17 maggio 2011:procedure per il collocamento di minoristranieri non accompagnati

La circolare con le procedure operative è sta-ta definita dal Comitato di coordinamento nel-la riunione del 17 maggio. Il 18 maggio, con de-creto del Commissario delegato per l’emer-genza Nord Africa, è stato nominato Soggettoattuatore per l’assistenza dei minori non ac-compagnati il Direttore generale del Ministe-ro del Lavoro e delle Politiche Sociali.I minori stranieri non accompagnati sono mi-nori che si trovano in Italia senza i genitori o al-

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Pubblichiamo in questa sezione alcuni esempi di sintesi di provvedimenti,uno dei nuovi servizi del sito internet del Dipartimento della Protezio-ne Civile. Le sintesi sono strutturate per punti e hanno l’obiettivo dispiegare in modo semplice e chiaro il contenuto di decreti, ordinanzee altri atti. Sono consultabili, insieme ai testi in versione integrale, nel-la sezione “Provvedimenti” su www.protezionecivile.gov.it[

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destinazione. Una volta arrivato il minore vie-ne preso in carico dai servizi sociali che av-viano tutte le procedure previste dalla legge, ag-giornano il Comitato per i minori stranieri, ilSoggetto attuatore, il Tribunale per i minoren-ni e il Giudice tutelare territorialmente com-petenti.I costi dell’accoglienza, sia nelle “strutture pon-te” sia nelle strutture definitive vengono ren-dicontati dal Soggetto attuatore al Commissa-rio delegato e sono coperti con le risorse stan-ziate dall’ordinanza n. 3933 del 13 aprile 2011.

Compiti del Comitato per i minori stranieri:• individuazione, tramite il Soggetto attuato-re, in accordo con Anci, delle “strutture pon-te” disponibili e delle comunità di acco-glienza che ospiteranno il minore fino allamaggiore età;

• censimento dei minori non accompagnatigiunti sul territorio nazionale e loro localiz-zazione;

• gestione dei flussi dei minori dalle “struttu-re ponte” verso le comunità di accoglienza,tramite il Soggetto attuatore.

Compiti del Soggetto attuatore:• definizione delle linee guida per il rimborsodelle spese sostenute dai Comuni per l’ac-coglienza dei minori, di concerto con Anci;

• verifica dell'ammissibilità delle voci di spe-sa presentate dai Comuni;

• erogazione dei contributi ai Comuni che han-no sostenuto o autorizzato spese per l’ac-coglienza di minori;

• rendicontazione mensile al Commissario de-legato dei costi complessivi sostenuti perl’accoglienza ai fini del relativo rimborso;

• invio al Commissario delegato di report pe-riodici sull’attività svolta.

riescono ad individuare una struttura per l’ac-coglienza nel distretto di appartenenza, le Au-torità di pubblica sicurezza richiedono al Co-mitato per i minori stranieri, tramite il Sogget-to attuatore, di indicare le strutture alle qualipossono rivolgersi per una prima accoglien-za. Queste “strutture ponte” saranno statepreventivamente censite su tutto il territorionazionale dal Soggetto attuatore in accordocon Anci. Si tratta di strutture che si farannocarico solo della prima fase dell’accoglienza,in attesa di trasferire i minori nelle struttureche li ospiteranno fino al raggiungimento del-la maggiore età.Una volta individuata la “struttura ponte” leAutorità di pubblica sicurezza si occupano deltrasferimento dei minori segnalandone i no-minativi ai Servizi sociali territoriali del Comu-ne dove si trova la struttura, al Tribunale dei mi-norenni e al Giudice tutelare.Entro un massimo di 30 giorni il Sindaco, oun suo delegato, procede a:• richiedere alle Autorità di pubblica sicurez-za di perfezionare l’identificazione e accer-tare la minore età;

• verificare l’effettivo status di non accompa-gnato;

• raccogliere le informazioni su eventuali pa-renti presenti in Italia;

• informare il minore sull’opportunità di chie-dere protezione internazionale;

• assicurare uno screening sanitario, attra-verso le strutture sanitarie locali.

Una volta ultimate le procedure il Sindaco, oun delegato, segnala i minori al Comitato peri minori stranieri, tramite il Soggetto attuato-re. Il Comitato indica quindi le comunità di ac-coglienza che hanno disponibilità di posti. È la“struttura ponte” ad assicurare il trasferimentonei tempi e modi concordati con i Comuni di

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dal provvedimento di nomina – nei limiti gior-nalieri di 40 euro a migrante. Rispetto al co-sto giornaliero previsto è possibile rendiconta-re oneri maggiori, purché giustificabili e co-munque non superiori al limite massimo gior-naliero di 46 euro. In questo caso la richiestadi rimborso dovrà essere accompagnata dauna relazione di dettaglio dei maggiori costisostenuti.Per l’assistenza dei richiedenti asilo dovrà es-sere garantito un trattamento analogo a quel-lo riservato dal Ministero dell’Interno ai sog-getti ospitati nei Cara-Centri di accoglienza ri-chiedenti asilo. I requisiti minimi di assistenzaper i richiedenti asilo sono indicati nei capito-lati trasmessi con nota del 29 aprile 2011. Do-vranno essere fornite informazioni legali sullesuccessive procedure di regolarizzazione.I Soggetti attuatori dovranno contattare diret-tamente i Prefetti competenti a livello territo-riale per assicurare copertura finanziaria aimaggiori oneri sostenuti dai Centri governativipresenti sul territorio per l’assistenza ai mi-granti o ai profughi in attesa di trasferimentoe valutare l’economicità delle soluzioni indivi-duate, anche attraverso ricerche di mercato. Perl’allestimento di strutture ex novo, i Soggetti at-tuatori dovranno richiedere al Commissario de-legato la copertura finanziaria necessaria, al-legando alla richiesta una breve scheda de-scrittiva della struttura con informazioni sulla pro-prietà, sul tipo di disponibilità e sugli interven-ti da realizzare, nonché una stima dei relativi co-sti. Per consentire l'autonomia della gestione an-che a livello fiscale, i Soggetti attuatori dovrannorichiedere all’Agenzia delle Entrate l’emissionedi un nuovo codice fiscale. Gli atti adottati nel-lo svolgimento dell'incarico non sono soggettia controllo preventivo di legittimità della Cortedei Conti. I Soggetti attuatori dovranno intera-

U Nota del Commissario delegatoemergenza Nord Africa del 7 maggio2011: indicazioni operative perl’accoglienza dei migranti

Pubblichiamo una sintesi delle indicazioni ope-rative per migliorare la gestione dell’emergen-za umanitaria migranti riportate nella nota delCommissario delegato del 7 maggio 2011.

Assistenza migranti con permessi di soggiornoper motivi umanitariCon le assegnazioni alle Regioni disposte nei gior-ni scorsi dal Commissario delegato si è con-clusa la prima fase del Piano per l’accoglien-za dei migranti provenienti dalla Tunisia chehanno beneficiato del permesso di soggiornoper motivi umanitari (ex art. 20 del D.lgs. 286del 1998). Nei prossimi giorni si avvierà la chiusura del-l’area di accoglienza provvisoria di Ventimiglia. Dal 7 maggio non è più possibile acquistarebiglietti ferroviari a carico del Commissario de-legato, sulla base della convenzione sottoscrittadal Dipartimento della Protezione Civile conFerrovie dello Stato. I migranti in possesso di per-messi di soggiorno per motivi umanitari chechiedono assistenza saranno segnalati al Sog-getto attuatore competente, che provvederàalla loro sistemazione nella Regione, e ne da-rà tempestiva comunicazione al Commissariodelegato, oppure richiederà al Commissariodelegato la disponibilità per accoglierli nelleregioni limitrofe.

Gestione delle strutture di accoglienzaL’assistenza ai migranti con permesso di sog-giorno per motivi umanitari dovrà essere ga-rantita dai Soggetti attuatori delle Regioni – inbase a quanto previsto dall’opcm n. 3933 e

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gire con i sindaci dei Comuni in cui si trovanole strutture destinate all’accoglienza, anche alfine di un loro eventuale intervento nell’attiva-zione delle strutture in qualità di autorità loca-li di protezione civile. Nella sezione emergen-za Nord Africa del sito dell’Anci sono disponi-bili alcune indicazioni.

Strutture dei soggetti attuatori – spesedi funzionamentoI Soggetti attuatori dovranno compilare unoschema riepilogativo allegato alla nota, con ipossibili oneri di funzionamento della struttu-ra, evidenziando se è possibile sostenerli conrisorse regionali o con risorse delle gestioneemergenziale.

Mezzi di trasporto per il trasferimentodei migrantiPer il trasferimento dei migranti via mare, laStruttura commissariale individua i mezzi na-vali idonei, fornendo anche assistenza a bordo,ferme restando le competenze di Pubblica si-curezza che spettano alle Questure di parten-za del mezzo. Per il trasferimento via terra ver-so le strutture di accoglienza individuate, ilSoggetto attuatore della Regione cui sono de-stinati i migranti deve individuare i mezzi necessaried assicurare i trasferimenti sul territorio re-gionale e i pasti necessari durante il tragitto.

Minori non accompagnatiVisto l’elevato numero di minori non accom-pagnati arrivati sul territorio nazionale dal 1°gennaio 2011, è in preparazione una proce-dura concordata con gli Enti che ordinaria-mente trattano questi casi per portare il mino-re in un luogo sicuro e in tempi rapidi, attraversouna ricognizione delle disponibilità a livello lo-cale delle strutture di accoglienza idonee.

D’intesa con il Ministero del Lavoro e delle Po-litiche Sociali, si sta individuando un Soggettoattuatore per questa materia, che farà da rac-cordo amministrativo. Il Soggetto attuatore,d’intesa con il Comitato per i minori stranierie in raccordo con gli Enti Locali dovrà prepa-rare l’elenco delle strutture disponibili all’ac-coglienza, per garantire una rapida distribu-zione nel territorio.L’accoglienza dei minorenni non accompa-gnati, ovvero minori che si trovano in Italia sen-za genitori o altri adulti legalmente responsa-bili della loro assistenza o rappresentanza, èstata discussa nella riunione del Comitato dicoordinamento del 26 aprile scorso, anchecon rappresentanti del Ministero del Lavoro edelle Politiche Sociali.In base all’art. 5 dell’opcm 3933 del 13 aprile2011, il Ministero è autorizzato a dare un con-tributo ai Comuni che hanno sostenuto o au-torizzato spese per l’accoglienza di minori nonaccompagnati per un totale 500 posti, ad un co-sto giornaliero procapite non superiore a 80euro. I minorenni stranieri non accompagna-ti, anche se entrati clandestinamente in Italia,sono titolari di tutti i diritti garantiti dalla Con-venzione di New York sui diritti del fanciullodel 1989, dove è previsto che in tutte le deci-sioni relative ai minori si tenga conto per primacosa del “superiore interesse del minore”.Le forze di Polizia che registrano la presenza sulterritorio nazionale di un minore straniero nonaccompagnato, dopo l’identificazione e il fotosegnalamento, se il minore dichiara una etàsuperiore ai 14 anni, devono: • comunicarlo alla autorità giudiziaria com-petente;

• portarlo in un luogo sicuro;• informare il Comitato per i minori stranieri (art.33 del d.lgs. 286 del 1998).

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uSecondo il Professor Bendandi – buon anima – bisognava stare in allerta per i terremoti specie negli anni2011 e 2012 e a far fare più: prove di evacuazione negli edifici pubblici e nelle scuole in particolare per pre-venzione terremoti,monitorare specialmente l’attività sismica nella zona di Roma e L’Aquila dal 10 al 15maggio 2011, fare attenzione ai giorni di Luna. Raffaele Bendandi, nato nel 1893 a Faenza cominciò ad esserechiamato “l’uomo dei terremoti”, nel 1924 quando le Marche vennero scosse dal terremoto che lui avevaprevisto mesi prima. L’errore di profezia fu solamente di due giorni e il Corriere della Sera diede ampiorisalto al fatto. La scienza non ha mai sostenuto e creduto nelle sue profezie e lo riteneva un ciarlatano, perquesto non gli diedero retta quando predisse anche il terribile terremoto del 1976 in Friuli. Morì per causeforse misteriose nel 1979. Venne trovato morto nella sua casa-osservatorio. Purtroppo non aveva raccoltole sue carte e i suoi studi ordinatamente. Cordiali saluti e che Dio ce la mandi buona.

Raffaele Bendandi e alle sue previsioni, PaolaLagorio, Presidente dell’istituzione culturale “LaBendandiana” e custode di tutti i documenti delsismologo, ha puntualizzato in numerose interviste edichiarazioni che nei documenti di Bendandi relativial 2011 non si trovano riferimenti a luoghi o dateprecise relative a un terremoto a Roma, che difattinon si è verificato. Anche gli amministratori dellapagina facebook de “La Bendandiana” sostengonoche negli scritti di Bendandi non è citata né la datadell’11 maggio, né la città di Roma.

Sulla scia del dibattito che si è scatenato in rete esui media prima dell’11 maggio, rispondiamo alsignor Muraca che ci ha inviato questa riflessione.Dedichiamo, perciò, questo spazio al tema dellaprevedibilità dei terremoti e al rischio sismico nellacittà di Roma, argomento già approfondito nelloscorso numero del magazine “Protezione Civile”. Ricordiamo ai nostri lettori che sul sito delDipartimento è disponibile il dossier “11 maggio:terremoto a Roma? Domande e risposte”. Allo statoattuale è impossibile prevedere la data, il luogo el’intensità di un terremoto. L’unico modo efficace perridurre le conseguenze di un terremoto è quindi laprevenzione. Tra le misure principali c’è il Pianonazionale per la prevenzione del rischio sismico, cheprevede una programmazione pluriennale degliinterventi su tutto il territorio nazionale. Il Dossierdedica alcune pagine anche alla classificazionesismica di Roma, alla sua suddivisione in zone sullabase della probabilità che sia colpita da terremoti diuna certa intensità e ai principali terremoti che nellastoria hanno avuto effetti sulla città. Riguardo a

Bendandi e il (mancato) terremoto a RomaGaspare Muraca

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Da luglio c’è un nuovo servizio per chi desidera saperne di più sui rischi del no-

stro Paese e sui comportamenti che aiutano a prevenirli e mitigarli, o fare segnalazioni

al Dipartimento della Protezione Civile. Il numero verde risponde dal lunedì al ve-

nerdì, dalle 9.00 alle 18.00 e quando necessario sarà esteso fino ad h24 tutti i

giorni della settimana. Per le domande online e per consultare lo stato di lavora-

zione delle richieste è sempre disponibile il sito internet del Dipartimento.

Telefona all’800 840 840 o scrivici su protezionecivile.gov.it

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