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PROTEZIONE CIVILE Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFFICIO FEDERALE DELLA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE Aprile 2005 1709-00-1-i.doc

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PROTEZIONE CIVILE

Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie

UFFICIO FEDERALE DELLA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE

Aprile 2005 1709-00-1-i.doc

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http://www.protpop.ch/ Numero di esemplari S u p p o r t o i n f o r m a t i c o CD-Rom (versione di base) - Ufficio cantonale responsabile della protezione

civile

1 V e r s i o n e c a r t a c e a E s e m p l a r i p e r l ’ a m m i n i s t r a z i o n e - Ufficio cantonale responsabile della protezione

civile - CFIS Schwarzenburg

1 20

C o p i e p e r i n f o r m a z i o n e - Archivio federale - Unione svizzera per la protezione civile - Segretariato del Servizio sanitario coordinato - Federazione svizzera dei samaritani

1 1 1 1

C o p i e p e r s o n a l i - Istruttori a tempo pieno dell’UFPP

(in funzione delle necessità)

Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie

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Premessa

In situazioni particolari e straordinarie, ossia in caso di eventi maggiori, catastrofi e situa-zioni d'emergenza, per un periodo più o meno lungo le strutture della sanità pubblica possono essere oberate a causa delle numerose misure che devono dispensare nell'ambi-to delle cure. In questi casi è quindi opportuno impiegare personale ausiliario non profes-sionista adeguatamente istruito. Se lo sviluppo della situazione lascia supporre la nascita di un conflitto armato, nell'ambito della fase di potenziamento deve essere preparato personale supplementare anche per la cura dei malati. Questo va reclutato tra le fila della protezione civile. La presente pubblicazione può essere impiegata nell'ambito dell'istruzione degli addetti all'assistenza (modulo "Cure" dell'istruzione generale) come pure per la preparazione individuale ad un intervento fissato a breve termine. Berna, aprile 2005 UFFICIO FEDERALE DELLA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE

Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie

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Indice Pagina

Capitolo

1 Introduzione.............................................................................................................9

2 Sicurezza................................................................................................................11

2.1 Sicurezza nelle cure................................................................................................11

2.2 Diritti del paziente....................................................................................................11

2.3 Documentazione di cura..........................................................................................12

2.4 Igiene nella cura dei malati......................................................................................12

2.5 Prevenzione di danni alla schiena...........................................................................14

3 Comunicazione......................................................................................................17

3.1 Importanza della comunicazione nella cura dei malati ............................................17

3.2 Promemoria per la comunicazione con i pazienti ....................................................17

3.3 Aiutare il paziente a comunicare .............................................................................18

4 Riposo ....................................................................................................................21

4.1 Importanza del sonno e del riposo ..........................................................................21

4.2 Il letto sanitario ........................................................................................................21

4.3 Aiutare il paziente costretto a letto ..........................................................................22

5 Movimento .............................................................................................................29

5.1 Importanza del movimento ......................................................................................29

5.2 Importanza della posizione del paziente .................................................................29

5.3 Pericoli legati ad una lunga degenza a letto............................................................30

5.4 Promemoria per la mobilizzazione dei pazienti .......................................................32

5.5 Posizione del paziente a letto e mobilizzazione ......................................................33

6 Cura del corpo.......................................................................................................39

6.1 Importanza di tenersi puliti e vestirsi .......................................................................39

6.2 Promemoria per la cura del corpo dei pazienti ........................................................40

6.3 Lavaggio completo del paziente a letto ...................................................................41

6.4 Pulizia delle protesi dentarie ...................................................................................42

6.5 Aiutare il paziente a vestirsi e svestirsi....................................................................43

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7 Mangiare e bere.....................................................................................................45

7.1 Importanza di bere e mangiare ...............................................................................45

7.2 Promemoria relativo all'assunzione di cibi e medicamenti ......................................46

7.3 Aiutare il paziente nell'assunzione dei pasti e dei medicamenti ..............................46

8 Escrezione .............................................................................................................49

8.1 Importanza dell'escrezione......................................................................................49

8.2 Valutazione delle escrezioni nell'ambito dell'osservazione del malato ....................50

8.3 PM: Aiutare il paziente nell'escrezione....................................................................51

8.4 Aiutare il paziente nell'escrezione a letto ................................................................52

9 Temperatura corporea ..........................................................................................55

9.1 Importanza della temperatura corporea ..................................................................55

9.2 Tecniche di misurazione della temperatura corporea..............................................55

9.3 Aiutare il paziente in stato febbrile ..........................................................................56

10 Funzioni vitali ........................................................................................................61

10.1 Importanza delle funzioni vitali ................................................................................61

10.2 Punti d'osservazione e valori normali per le funzioni vitali più importanti ................62

10.3 Rilevamento dei valori per respirazione, polso e pressione ....................................62

10.4 Aiutare il paziente con disturbi respiratori e cardio-vascolari...................................64

11 Morte ......................................................................................................................69

11.1 La morte e il morire .................................................................................................69

11.2 Promemoria per la cura dei pazienti in fin di vita.....................................................70

11.3 Aiutare il paziente in fin di vita.................................................................................70

11.4 Misure da adottare dopo la morte del paziente .......................................................71

Appendici …….…………………………………………….………………….…………………73 1. Glossario per il settore dell'igiene……………………….………………...…………….73 2. Schema ABCD per il soccorritori…………………………………….………………….75 Indice analitico……………………………………………….………………………………….77

1 Introduzione L'organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce la salute come "stato di totale benessere fisico, mentale e sociale" dell'essere umano. Sarebbe quindi malato chi non soddisfa tutti i requisiti di questa definizione. In pratica però, tenendo conto anche del fenomeno età, i concetti di salute e malattia sono concepiti come due poli situati all'estre-mità di un asse tra i quali l'essere umano si sposta continuamente avanti e indietro. La cura dei malati, sia essa di tipo professionale o profano, è un'intera-zione complessa tra persona curante e persona curata1

Piramide dei bisogni

Bisogni fisiologici

Bisogni di sicurezza

Bisogni di appartenenza

Bisogni di stima

Bisogni di auto-

realizzazione Una concezione moderna dell'essere umano in ambito sanitario vede la persona curata nella sua interezza e unicità (fisica, mentale e sociale) e le riconosce gli stessi bisogni fondamen-tali delle persone sane. Oltre ai bisogni fisiologici e di sicurez-za, le cure devono quindi tenere conto anche - dei bisogni di appartenenza - dei bisogni di stima - dei bisogni di autorealizzazione Per soddisfare i propri bisogni fonda-mentali, una persona adulta che si sente in salute ha bisogno di svolgere delle attività che nei moderni modelli di cura sono definiti come attività della vita quotidiana (AVQ): - creare sicurezza - comunicare - riposare e dormire - muoversi - tenersi puliti e vestirsi - mangiare e bere - andare di corpo - regolare la temperatura corporea - mantenere le funzioni vitali ecc. Le attività della vita quotidiana sono in stretta relazione tra loro. Nell'ambito delle cure servono da base per valutare il bisogno di cure di un paziente. Raramente un paziente necessita di aiuto in tutte le attività della vita quotidiana. Il moderno modello di cure si avvale quindi in modo consapevole delle risorse (possibilità di auto-aiuto) dei pazienti. Nel processo di cura, le singole misure adottate hanno una struttura ed un ordine ben preciso. Di regola questo processo comprende i punti seguenti: - raccolta di informazioni (anamnesi) - accertamento dei bisogni di cure e delle risorse dei pazienti - determinazione degli obiettivi delle cure - pianificazione delle singole misure 1 Per ragioni di semplicità nel testo viene utilizzata solo la forma maschile.

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- esecuzione delle misure pianificate - valutazione degli effetti delle cure in base a criteri e standard fondamentali per la reda-

zione di un rendiconto Dei criteri fondamentali per valutare gli effetti delle cure possono essere: - il senso di benessere del paziente - la sicurezza (igiene nella cura dei malati, sicurezza nel mettere in posizione e far muo-

vere i pazienti) - l'efficacia (mantenere il più possibile l'autonomia del paziente) - l'economicità Il tipo di sistema adottato determina le competenze e le responsabilità nell'ambito delle cure. Il sistema interdisciplinare prevede che un determinato numero di pazienti vengono curati da una squadra composta da personale con qualifiche diverse. Nell'ambito di questo sistema gli aiutanti profani possono dare un grande contributo affian-cando il personale professionista nella cura di persone malate, portatrici di handicap o anziane come pure nella pulizia e nella manutenzione del materiale. Non appena un paziente viene assistito da più di una persona, è indispensabile tenere un verbale delle cure. Assistere delle persone malate significa lavorare anche di notte, sia sotto forma di turni che di picchetti; in questo caso si può anche dormire, ma in caso di bisogno si viene chiamati. Per adattarsi al ritmo notturno il fisico ha bisogno di tempo e forze supplementa-ri. In seno alla squadra di cura possono nascere tensioni e conflitti, in particolare quando il lavoro deve essere svolto in tempi limitati. Per evitare ulteriori fattori di stress, i conflitti devono essere appianati il più presto possibile. Tutti i membri del gruppo sono responsabili del buon clima di lavoro.

2 Sicurezza

2.1 Sicurezza nelle cure

Le persone malate, portatrici di handicap o anziane spesso non sono in grado di provve-dere alla propria integrità e sicurezza. Sicurezza nell'ambito delle cure significa tra l'altro: - rispettare i diritti delle persone assistite - documentare coscienziosamente il processo di cura dei malati. - rispettare scrupolosamente le prescrizioni generali nel campo della prevenzione degli

infortuni ed evitare i pericoli per la propria persona - conoscere l'organizzazione d'emergenza dell'istituzione responsabile delle cure (numeri

di telefono, medico d'urgenza di picchetto, valigia delle emergenze, estintori, uscite di sicurezza, ecc.)

- osservare le regole d'igiene della rispettiva istituzione - sollevare e sorreggere correttamente e in modo sicuro la persona curata Molte misure per la dispensazione sicura delle cure proteggono non solo i pazienti, ma anche il personale curante.

2.2 Diritti del paziente

La persona che beneficia delle cure ha diritto a: - autodeterminazione - informazione e spiegazioni - trattamento e cura - consulenza e sostegno sociale - assistenza psicologica e religiosa - ricevere visite Un diritto fondamentale del paziente è quello alla confiden-zialità. Questa implica che la persona che presta le cure non può trasmettere dati e informazioni riguardanti il pa-ziente e il decorso della sua malattia a persone non auto-rizzate. I famigliari possono essere informati solo previo consenso del paziente. È opportuno non parlare dei pazienti in presenza di persone che non fanno parte del personale curante. Non è consenti-to dare informazioni riservate per telefono. Se il paziente rivela alla persona curante delle informazioni difficili da gestire, questa si può rivolgere ai suoi superiori. L'obbligo di confidenzialità persiste anche dopo che il rapporto di cura si è concluso.

Obbligo di discrezione

Dalla persona che beneficia di cure ci si aspetta a sua volta rispetto nei confronti degli altri pazienti e del personale curante. Quest'ultimo eviterà di giudicare il comportamento dei pazienti al fine di instaurare un rapporto possibilmente privo di pregiudizi. Un comporta-mento apparentemente scontroso e rivolto su sé stesso può essere sintomo di un'espe-rienza di vita difficile o di un vissuto drammatico.

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2.3 Documentazione di cura

La documentazione di cura è parte integrante della cartella clinica. Di regola è composta dagli elementi seguenti: - raccolta delle informazioni (anamnesi delle cure) - obiettivi / piano delle cure - rapporto / verbale - disposizioni mediche Gli obiettivi delle cure definiscono lo stato di salute che il paziente deve aver raggiunto dopo una determinata fase di cure. Il piano delle cure contempla le istruzioni vincolanti sul lavoro da svolgere. Per poter stimare in modo possibilmente obiettivo le necessità di cura e le risorse del paziente, è necessaria un'osservazione sistematica e continua del malato. Per l'osserva-zione dei punti generali sono sufficienti gli organi sensoriali del personale curante. Per l'osservazione di determinate funzioni vitali sono invece necessari degli strumenti di misura (temperatura corporea, pressione arteriosa). La documentazione di cura permette di avere a disposizione in qualsiasi momento una descrizione precisa della situazione di ogni paziente e di pianificare in modo ottimale le cure. Essa permette inoltre di rilevare quantitativamente il lavoro svolto per ogni paziente. Per essere precisa deve essere aggiornata subito dopo ogni osservazione fatta o misura adottata. Le registrazioni vanno fatte a penna (mai in matita).

2.4 Igiene nella cura dei malati

Per igiene, nella cura dei malati s'intende l'osservanza di misure di pulizia, disinfezione e sterilizzazione volte a limitare la riproduzione e la propagazione di germi patogeni (per es. virus e batteri). I germi si riproducono particolar-mente in fretta in un ambiente caldo e umido. Giungono all'inter-no dell'organismo attraverso le naturali cavità del corpo o le ferite, per via diretta o veicolati (da mani, escrezioni, polvere, biancheria da letto, strumenti, ecc.), e una volta nel corpo possono scatenare un'infezione. I pazienti che si trovano in uno stato di salute generale precario o che vengono sottoposti a terapie aggressive sono particolarmente minacciati dal pericolo d'infezione. In questi casi la trasmissione dei germi attraverso le mani rappre-senta il pericolo maggiore.

trasmissione dei germi tramite le mani

Per questo è necessario disinfettare la pelle e le mucose come pure le superfici e gli oggetti, lavandoli, nebulizzandoli o immergendoli nel prodotto disinfettante. Col tempo, alcuni tipi di germi possono sviluppare una resistenza ai disinfettanti, in particolare quando questi non vengono impiegati correttamente (concentrazione, tempo d'azione). Le istitu-zioni sanitarie dispongono di piani per l'igiene e la disinfezione adatti per ogni situazione.

Promemoria per l'igiene personale e delle mani nella cura dei malati - Se possibile portare solo scarpe con tomaia di pelle liscia e indumenti lavabili a novanta

gradi (evitare i pullover) - Tenere le unghie corte e pulite - Prima di iniziare il lavoro, legare i capelli lunghi, togliere orologi e gioielli (ad eccezione

delle fedi nuziali piatte), lasciare gli avambracci liberi dagli indumenti e indossare abiti da lavoro puliti (soprabito, grembiule)

- Indossare gli abiti da lavoro solo all'interno del settore lavorativo, osservare il divieto di fumare e consumare alcolici, non mangiare durante il lavoro

- Informare immediatamente l'organo superiore se si soffre di una malattia - Quando si svolgono lavori durante i quali è possibile sporcarsi, indossare guanti mo-

nouso; quando si tolgono, rovesciarli in modo che la parte interna rimanga rivolta verso l'esterno

- Dividere in modo coerente le superfici e gli oggetti puliti da quelli sporchi - Eliminare direttamente i rifiuti, gettare la biancheria usata direttamente nell'apposito

carrello - Evitare assolutamente di versare escrezioni corporee, limitare al minimo la produzione

di polvere

Lavare le mani

La persona che presta le cure deve lavare le mani all'inizio di ogni turno lavorativo, prima di assumere un pasto, prima di ogni trattamento che richiede misure igieniche particolari (per es. somministrazione di gocce per gli occhi), dopo aver utilizzato il bagno e dopo aver svolto un lavoro durante il quale ci si può sporcare. In caso di contatto diretto con la sporcizia, le mani, prima di essere lavate, devono essere disinfettate. - Insaponare gli avambracci e le mani (compresi gli interstizi tra le dita) e strofinare per

almeno 15 secondi - Risciacquare bene gli avambracci e le mani e asciugare accuratamente con un asciu-

gamano monouso - Chiudere il rubinetto con l'asciugamano - Per evitare danni alla pelle, eventualmente utilizzare una crema per le mani

Disinfezione delle mani

Le mani devono essere disinfettate all'inizio e alla fine del turno lavorativo come pure tra un paziente e l'altro. - Azionare la leva del dispensatore con l'avambraccio e versare ca. 3-5 ml di disinfettante

nel palmo della mano - Massaggiare palmo e dorso delle mani (compresi interstizi tra le dita) per 30 secondi - Lasciar asciugare il disinfettante

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2.5 Prevenzione di danni alla schiena

Nell'ambito delle cure è importante mantenere una posizione corporea corretta onde evitare lesioni alla schiena. Delle tecniche di sollevamento e trasporto errate portano ad una sollecitazione eccessiva della colonna vertebrale e con il tempo possono causare dolori alla schiena. L'obiettivo è mantenere una posizione eretta naturale e muscoli delle spalle e della schiena rilassati. Promemoria per la prevenzione di danni alla schiena

posizione del corpo corretta per prevenire lesioni alla schiena

errato

corretto

- Portare indumenti che non limitano la libertà di movimento e calzature comode, chiuse, con una suola piatta e anti-sdrucciolo

- Posizionare il letto ad un'altezza adeguata per l'esecuzione del relativo trattamento (ca. 65 cm); in seguito riabbassarlo

- Stare in piedi diritti davanti al letto, aumentare la superficie d'appoggio tenendo le gambe leggermente divaricate o un piede più avanti dell'altro, ginocchia leggermente flesse (non rigide)

- Non sollevare e non trasportare mai un carico pesante da soli

- Impiegare mezzi ausiliari per sollevare e trasportare carichi meno pesanti

- Coinvolgere le risorse del paziente, coordinare i movimenti (informare il paziente)

- Tenere la schiena diritta; nel portare il peso in avanti, muovere le articolazioni del bacino invece di piegare la schiena; per abbassarsi, accovacciarsi invece di piegare la schiena

- Evitare i movimenti bruschi, non eseguire dei movimenti di torsione del busto durante il sollevamento di un peso (per cambiare direzione, ruotare con tutto il corpo)

- Sollevare e trasportare i carichi tenendoli vicini al corpo; ripartire uniformemente il peso sulle due braccia

- Contrarre e rilassare regolarmente la muscolatura, allenare la muscolatura dorsale

Appunti personali relativi al capitolo "Sicurezza"

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3 Comunicazione

3.1 Importanza della comunicazione nella cura dei malati

La comunicazione, l'"entrare in contatto" con l'altro, è il presupposto di ogni convivenza sociale. Il modo in cui le persone danno e ricevono informazioni ed esprimono e vivono i sentimenti si ripercuote (positivamente o negativamente) sui loro rapporti interpersonali. Senza rapporti sociali soddisfacenti l'essere umano si isola e può anche ammalarsi. Si distinguono due tipi di comunicazione: quella verbale, che usa le parole, e quella non verbale. La comunicazione non verbale (detta anche "linguaggio del corpo") è spesso più esplicita delle parole; essa può essere consapevole o inconsapevole. Di regola le informa-zioni vengono trasmesse per mezzo di parole, gli aspetti relazionali tramite il linguaggio del corpo (postura, mimica, gesti). Oltre alle relazioni con altri esseri umani possono avere importanza anche le relazioni con animali, piante, oggetti e attività. Nella cura dei malati la comunicazione tra persona curante e persona curata riveste grande importanza. I pazienti con un handicap del linguaggio dipendono dal fatto che la persona curante prenda l'iniziativa nell'ambito della comunicazione. Nelle persone anziane la comunicazione può risultare particolarmente difficile a causa di disturbi dell'udito e della vista oppure a causa della lotta costante contro dolori cronici. Un aspetto tipico della sordità senile è che il paziente tenta di nascondere il suo handicap. Molti anziani soffrono di una crescente perdita della memoria. Spesso hanno una maggio-re esigenza di poter attirare l'attenzione su di sé (campanello). I pazienti anziani con una rete sociale ridotta possono inoltre tendere a coinvolgere eccessivamente il personale curante o a ripiegarsi completamente su sé stessi.

3.2 Promemoria per la comunicazione con i pazienti

- Se è uso nella relativa istituzione, portare il cartellino recante nome e funzione in modo ben visibile sugli abiti da lavoro

- Quando si entra nel locale in cui si trova il paziente, bussare brevemente e salutare - Dare del tu solo ai bambini, rivolgersi agli altri pazienti sempre con "Signor" o "Signora" - Rivolgersi con il loro nome anche alle persone prive di sensi - Chiedere ai pazienti quali sono i loro bisogni e i loro desideri; informarli di tutte le misure

adottate su di loro o sull'ambiente che li circonda - Ascoltare il paziente senza interromperlo, capire i suoi sentimenti - Non modificare l'ora e il tipo di cure senza un valido motivo; mantenere quanto detto

(ev. portare con sé un appunto scritto) - Parlare di sé stessi in prima persona (non usare formule come "si" o "noi"); esprimere i

propri sentimenti senza nasconderli - Non gravare il paziente con le proprie difficoltà e i propri problemi - Chiedere consiglio al personale di cura professionista su come trattare con pazienti

dementi o in depressione

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3.3 Aiutare il paziente a comunicare

Aiutare i pazienti con un handicap linguistico - Limitare i rumori di fondo (per es. radio, altre persone che parlano) - Assicurarsi che la mucosa orale del paziente non sia secca e che eventuali protesi

siano al loro posto - Mostrare al paziente che lo si sta ascoltando - Lasciare al paziente tempo sufficiente per esprimersi, eventualmente aiutarlo a trovare

le parole giuste - Parlare al paziente con un linguaggio e un tono di voce normali e utilizzare frasi sempli-

ci (non utilizzare parole straniere) - Porre domande a cui il paziente può rispondere con sì o no - Ripetere le affermazioni del paziente e chiedergli di ripetere le proprie per verificare se

ci si è capiti bene; non confermare mai affermazioni che non si sono capite - Utilizzare gesti concordati come segni della mano, battiti delle palpebre o cenni della

testa - Utilizzare mezzi ausiliari come materiale per scrivere, lavagnette, simboli, ecc. - Nel caso di pazienti stranieri impiegare la comunicazione non verbale (gesti, mimica) o

un vocabolario, eventualmente ricorrere ad un interprete

Aiutare i pazienti con un handicap uditivo - Limitare i rumori di fondo (per es. radio, altre persone

che parlano)

Apparecchio acustico (applicato dietro l'orecchio o

integrato negli occhiali)

- Rivolgere la parola o toccare il paziente solo dopo che si è accorto della nostra presenza (ev. stabilire un segno, per es. accendere e spegnere la luce)

- Guardare il paziente in faccia mentre gli si parla - Parlare lentamente e con movimenti della bocca

chiari che il paziente può leggere dalle labbra (ev. parlare ad alta voce e/o vicino all'orecchio del pa-ziente)

- Verificare se il paziente ha capito tutto, spiegare ciò che non è stato capito con altre parole oppure per scritto

- Utilizzare i mezzi ausiliari come apparecchi acustici o telefoni con volume regolabile secondo le prescrizio-ni

- Considerare gli apparecchi acustici come oggetti di valore (non lasciarli cadere o ba-gnarli, prima di effettuare la manutenzione leggere attentamente le istruzioni per l'uso)

Aiutare i pazienti con un handicap visivo - Creare un ambiente bene illuminato e ricco di contrasti - Presentarsi ogni volta con il proprio nome

- Su sua richiesta, leggere al paziente informazioni, lettere, ecc. - Comunicare al paziente la disposizione delle pietanze nel piatto - Mostrare i locali in modo esaustivo (fare un giro insieme al paziente, lasciare che si

orienti col tatto) - Se possibile non modificare l'ambiente che circonda il paziente; informarlo di eventuali

cambiamenti - Eliminare i pericoli (ante o cassetti aperti, pavimenti bagnati, cavi, ecc.) - Quando si cammina vicino al paziente, comunicargli man mano gli ostacoli che si

presentano (scale, marciapiedi, ostacoli all'altezza della testa, ecc.) - Utilizzare mezzi ausiliari come occhiali, lenti a contatto, lente, libri con caratteri grandi - Considerare gli occhiali come oggetto di valore (se necessario pulirli, non appoggiarli

sulle lenti

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Appunti personali relativi al capitolo "Comunicazione"

4 Riposo

4.1 Importanza del sonno e del riposo

Riposare e dormire sono bisogni fondamentali dell'essere umano. Servono al recupero fisico e mentale e sono necessari per mantenere la salute, il rendimento e la gioia di vivere. Il riposo è un momento di distrazione o di inattività dopo gli sforzi della giornata. Spesso il riposo è una componente indispensabile nel processo di guarigione delle patolo-gie fisiche. Durante il sonno l'essere umano si trova in uno stato di coscienza ridotto. Gli stimoli sensoriali di minore intensità vengono percepiti ed elaborati in modo inconsapevole. Il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione, i processi metabolici e la tensio-ne muscolare sono ridotti. Il bisogno di dormire e lo schema del sonno, ossia l'alternarsi delle varie fasi del sonno di diversa intensità, dipendono dall'età e dalle esigenze individuali della singola persona. Inoltre, molte persone hanno delle abitudini legate al momento di coricarsi e di regola anche una posizione favorita per addormentarsi. I disturbi del sonno possono manifestarsi in vari modi (difficoltà ad addormentarsi, continui risvegli durante la notte, risveglio preco-ce, ecc.). Nella persona malata costretta a letto il bisogno di dormire e la struttura del sonno pos-sono cambiare. Non tutti i fattori che disturbano il sonno possono essere influenzati dal personale curante (per es. ambiente estraneo). Per prevenire i danni dovuti ad una lunga degenza a letto o per incentivare il processo di guarigione può essere necessario mettere il paziente in una determinata posizione oppure cambiarla regolarmente. Nelle persone anziane di regola aumenta il bisogno di riposare durante il giorno mentre diminuisce il bisogno di dormire durante la notte. La loro reazione alla somministrazione di sonniferi e calmanti può essere paradossale, nel senso che questi possono renderli agitati e confusi.

4.2 Il letto sanitario

Il presupposto materiale più importante per un riposo e un sonno salutare è un buon letto. Il letto sanitario deve offrire all'u-tente il maggior comfort possibile e soddisfare al meglio le sue esigenze. Salvo eccezioni (bisogno di sentirsi protetti, mancanza di spazio), il letto sanitario deve essere accessibile dai due lati.

Letto sanitario

maniglia

scaletta

schienale

dispositivo di comando

pedana

Di regola è munito di ruote bloccabili e dispositivo a coman-do elettronico che permette di sollevare la parte alta o la parte bassa del letto come pure di

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alzare e abbassare il letto in altezza. Dispone inoltre di diversi accessori impiegati in base alle esigenze (materasso speciale, maniglia, scaletta, sponde, ecc.) Spesso il materasso viene protetto con un rivestimento protettivo impermeabile. Di regola il lenzuolo inferiore ha gli angoli cuciti in modo da adattarsi perfettamente al materasso. In caso di lenzuola normali, l'estremità superiore deve essere più lunga perché i pazienti tendono a scivolare verso il basso tirando con sé il lenzuolo. Se necessario, sul lenzuolo inferiore, all'altezza del bacino viene posto un panno imper-meabile di un tessuto ben tollerato dalla pelle. Come soluzione di fortuna è possibile utilizzare una pezza di gomma o plastica coperta da una traversa di stoffa infilata lateral-mente sotto il materasso. Fanno parte dei normali accessori di un letto sanitario: un cuscino e una coperta adatta alla stagione e alle esigenze del paziente (piumino o lenzuolo con coperta). La biancheria del letto viene cambiata regolarmente e ogni volta che è necessario. La biancheria sporca deve essere posta negli appositi sacchi del carrello della biancheria sporca (secondo la regolamentazione della relativa istituzione, per es. separata tra poco e molto sporca o in base alla temperatura di lavaggio). In situazioni particolari è possibile impiegare biancheria monouso (usa e getta). Ogni letto sanitario dovrebbe disporre in un tavolino mobile che può essere utilizzato per mangiare oppure, in posizione reclinata, per leggere. Alcuni tavolini dispongono di pulsanti (campanello, luce).

4.3 Aiutare il paziente costretto a letto

Il procedimento da adottare per aiutare il paziente costretto a letto dipende dalle possibilità del pazien-te e dell'ausiliario di cura. In caso di collaborazione tra due ausiliari di cura sono necessari accordi preliminari.

sollevare il paziente per le natiche

Tecniche di base: sollevare il paziente per le nati-che, girare il paziente su un fianco, alzare il pazien-te in posizione seduta, spostare il paziente verso l'alto.

Sollevare il paziente per le natiche Per svolgere la maggior parte delle attività di cura è sufficiente sollevare leggermente il bacino del paziente (per es. mettere la padella, infilare i panta-loni). - Tenere il materiale necessario a portata di mano - Abbassare lo schienale (rialzarlo a lavoro ultima-

to) - Informare il paziente e invitarlo a collaborare - Mettersi di fianco al letto all'altezza del bacino del paziente steso sul dorso e tenere le

gambe leggermente divaricate - Piegare indietro la coperta

- Chiedere al paziente di flettere le gambe, appoggiare saldamente i piedi sul materasso e sollevare leggermente il bacino

- Tenere i piedi del paziente con una mano per tenerli fissi oppure sollevare il paziente per le natiche

- Eseguire il trattamento

Girare il paziente su un fianco Per eseguire molte attività di cura (per es. cambiare le lenzuola, cambiare posizione al paziente, esegui-re un lavaggio completo del paziente costretto a letto, mettere la padella) è necessario voltare il paziente su un fianco. - Tenere il materiale necessario a portata di mano - Abbassare lo schienale (rialzarlo a lavoro ultima-

to) - Informare il paziente e incoraggiarlo a collabora-

re - Mettersi di fianco al letto sul lato cui il paziente

rivolgerà la schiena dopo essere stato girato girare il paziente su un fianco - Piegare indietro la coperta

- Tirare le gambe distese del paziente verso di sé - Posare le mani dapprima sotto le natiche e la zona sacrale, poi sotto la zona sacrale e

le spalle del paziente e tirarlo verso di sé con movimenti altalenanti - Girare il paziente su un fianco spingendolo via da sé, piegare la gamba superiore del

paziente ad angolo retto - Infilare un cuscino sotto la testa del paziente, ev. sostenere la schiena con mezzi

ausiliari - Eseguire il trattamento

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Aiutare il paziente a sedersi nel letto Molte cure vengono dispensate quando il pa-ziente è seduto nel letto (per es. imboccare il cibo, lavare i denti, vestire il paziente).

aiutare il paziente a sedersi nel letto

- Tenere il materiale necessario a portata di mano

- Abbassare lo schienale (rialzarlo a lavoro ultimato)

- Informare il paziente e incoraggiarlo a colla-borare

- Mettersi di fianco al letto all'altezza del busto del paziente steso sul dorso, tenere una gamba più avanti dell'altra (posizione di mar-cia) e appoggiare il ginocchio contro il let-toInvitare il paziente ad afferrare la maniglia o la scaletta

- Infilare una mano sotto la nuca e le spalle del paziente (la testa nell'incavo del gomito), infilare l'altra dal davanti sotto l'ascella

- Mettere il paziente seduto tirandolo con cautela verso di sé - Sostenere il paziente con una mano, ev. sostenere le ginocchia con materiale ausiliario - Eseguire il trattamento

Spostare il paziente verso l'alto La persona sempre sdraiata a letto tende a scivolare verso il basso. Una delle misure più frequenti da adottare in relazione ai pazienti costretti a letto è quindi quella di spostarli verso l'alto. La semplice trazione verso l'alto tenendo il paziente sotto le ascelle va possibilmente evita-ta. Se il paziente non è in grado di collaborare è opportuno spostarlo in due. Variante con la collaborazione del paziente: - Abbassare lo schienale - Informare il paziente e incoraggiarlo a colla-

borare - Piegare indietro la coperta, se possibile

togliere il cuscino

variante: spostare il paziente verso l'alto - Mettersi di fianco al letto all'altezza del busto

del paziente steso sul dorso, tenere le gambe divaricate e appoggiare le ginocchia contro il letto

- Invitare il paziente ad afferrare la maniglia o la scaletta - Chiedere al paziente di flettere le gambe e di appoggiare saldamente i piedi sul mate-

rasso

- Infilare le mani da due lati sotto i fianchi del paziente e tirarlo verso l'alto con movimenti altalenanti

- Rialzare lo schienale - Sistemare coperta e cuscino

Cambiare le lenzuola di un letto occupato - Tenere a portata di mano il carrello della

biancheria sporca, lenzuola pulite (lenzuolo inferiore, se necessario traversa, fodere per cuscini e piumino, camicia da notte o pigia-ma), ev. asciugamano e materiale per misure profilattiche (per es. per frizionare la schiena)

- Mettere una o due sedie all'estremità inferiore del letto, eventualmente chiudere le finestre

- Informare il paziente e incoraggiarlo a colla-borare

- Abbassare lo schienale, eventualmente appendere la maniglia sopra al letto

cambiare le lenzuola

- Ev. offrire al paziente la padella da letto e/o il pappagallo

- Piegare in tre la coperta (a fisarmonica, in modo che la parte aderente al corpo rimanga all'interno) e posarla su una sedia, ev. coprire il paziente con un asciugamano (da levare alla fine)

- Togliere eventuali sostegni - Girare il paziente su un fianco spingendolo

via da sé e infilargli un cuscino sotto la testa (prestare particolare attenzione alla sicurez-za: lavorare in due e utilizzare le sponde)

- Ev. adottare le misure profilattiche - Arrotolare la traversa usata verso il paziente,

togliere il lenzuolo da sotto il materasso e arrotolare anche quello verso il paziente (lato usato all'interno)

- Infilare un'estremità del lenzuolo pulito sotto il materasso e stenderlo sulla parte libera del letto Arrotolare la parte di lenzuolo rimanente (la metà ca.) e adagiarla vicino al pa-ziente

- Poggiare una nuova traversa sul lenzuolo inferiore, arrotolare la metà rimanente e adagiarla vicino al paziente

- Cambiare lato del letto - Girare il paziente sull'altro fianco, dall'altra parte del lenzuolo e della traversa arrotolati,

spingendolo via da sé, e infilargli un cuscino sotto la testa (prestare particolare atten-zione alla sicurezza)

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- Togliere la traversa e il lenzuolo usati e gettarli direttamente nel carrello della biancheria sporca

- Srotolare il lenzuolo pulito e fissarlo sotto il materasso, srotolare la traversa pulita - Ev. cambiare la camicia da notte o il pigiama - Ev. cambiare la fodera dei cuscini e del piumino, scuotere il cuscino (lontano dal pa-

ziente) - Rialzare lo schienale - Mettere il paziente in una posizione comoda (ev. secondo disposizioni mediche) - Sistemare coperta e cuscino - Riporre le sedie e il carrello della biancheria

Appunti personali relativi al capitolo "Riposo"

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5 Movimento

5.1 Importanza del movimento

Il movimento è un bisogno fondamentale di ogni essere umano. Da sempre, per l'uomo come per gli animali la capacità di muoversi è una condizione indispensabile per la so-pravvivenza. È provato che una buona mobilità fisica ha effetti benefici sulla psiche e che il movimento (sport, ballo, ecc.) incrementa la gioia di vivere. Inoltre, anche in presenza di una rete sociale intatta, l'autonomia e l'indipendenza dipendono in gran parte da una buona mobilità. Ogni movimento provocato da una contrazione muscolare richiede il movimento di un altro muscolo che limita o frena il movimento iniziale. Senza questa collaborazione tra i vari muscoli non è possibile muoversi in modo mirato. Oltre al movimento, la muscolatura dà anche stabilità. Nella persona sdraiata la muscolatura è rilassata e adattata alla posizione del corpo. Il movimento attiva la circolazione sanguigna, incrementa la forza muscolare e mantiene la mobilità. Inoltre fa arrivare più aria nei polmoni e stimola l'appetito e la digestione. Nell'ambito delle cure infermieristiche, il paziente viene aiutato a muoversi secondo i principi della cinestesia. La terapia motoria basata su questo principio mira ad eliminare le paure e lo stress del paziente, che si esercita nell'esecuzione consapevole di determinati movimenti. Questa moderna tecnica di percezione del movimento viene insegnata sul posto da personale sanitario professionista. Nelle persone anziane la mobilità diminuisce, le ossa diventano più fragili e le articolazio-ni possono irrigidirsi. Questa limitazione dei movimenti porta ad un'atrofizzazione dei muscoli, e di conseguenza ad una riduzione della forza. Anche il senso dell'equilibrio è reso più precario dall'età, aumentando il rischio di cadute. Molte persone anziane soffrono di vertigini al risveglio. Altre sono in grado di camminare da sole o con l'aiuto di un soste-gno, ma non sono in grado di alzarsi da sole.

5.2 Importanza della posizione del paziente

Una posizione adeguata del paziente nel letto può servire a scongiurare un pericolo di vita imminente (posizione per persone prive di sensi), a mantenere le normali funzioni del corpo, a lenire il dolore o a immobilizzare il paziente. Le principali posizioni del paziente nel letto sono le seguenti: - posizione sul dorso (o

supina) - posizione laterale (sul

fianco destro o sinistro) posizione supina

- posizione rialzata del busto - posizione rialzata delle gambe (e delle braccia) - posizione sul ventre (o prona)

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La posizione supina, con la testa leggermente rialzata e le braccia appena piegate, per-mette un rilassamento ottimale della maggior parte dei muscoli. La posizione con busto rialzato (posizione semi-seduta, schienale alzato a formare un angolo di 45-60°) è particolarmente indicata in caso di respirazione affannosa, malattie cardiache e polmonari e per mangiare e bere. La posizione a gambe rialzate favorisce il riflusso sanguigno in seguito ad operazioni alle vene e in caso di flebiti.

materasso antidecubito

L'immobilizzazione è una forma di auto-aiuto in caso di ferite o dolori nell'esecuzione di determinati movimenti. Ma può anche essere una terapia prescritta dal medico in caso di ferite o malattie dell'apparato motorio. Per immobilizzare il paziente e ridurre la pressione sui tessuti vengono impiegati dei mezzi ausiliari: - stecche, sacchi, cinghie (immobilizzazione) - materassi speciali (per es. materasso antidecubito) - cuscini di misure e materiali diversi (miglio, lolla,

piume, palline di materiale sintetico) - cuscini al gel - rotoli e cunei di gommapiuma - anelli d'aria e d'acqua - pelli e scarpe di pelle I mezzi ausiliari vengono utilizzati con criterio e non devono rappresentare un handicap per il paziente.

parti del corpo a rischio di decubito

5.3 Pericoli legati ad una lunga degenza a letto

La mancanza di movimento dovuta ad una lunga degenza a letto può causare malattie secondarie quali: - decubito - irrigidimento delle articolazioni (contrattura) - flebiti e trombosi - polmonite La misura profilattica più importante consiste in una mobilizzazio-ne adatta alle condizioni fisiche del paziente. Si inizia con esercizi motori passivi o attivi a letto, in seguito il paziente viene dapprima fatto sedere sul bordo del letto, poi fatto sedere sulla poltrona o al tavolo e infine accompagnato per distanze dapprima brevi e via via più lunghe come pure su e giù dalle scale. Le attività quali lo svolgimento degli esercizi motori passivi e attivi come pure aiuta-re il paziente ad alzarsi la prima volta dopo una lunga degenza a letto sono di competenza esclusiva del personale sanitario pro-fessionista. Il decubito è una piaga che si forma a causa di un apporto insufficiente di sangue nei tessuti. Si forma presso pazienti lungodegenti quando una pressione agisce ininterrottamente per più di due ore sulla pelle, in particolare nei punti del corpo in cui si trovano ossa sporgenti poco coperti da tessuto molle. Le cellule

non sufficientemente nutrite iniziano a morire (processo di necrosi). I primi sintomi del decubito sono zone della pelle pallide, biancastre o che rimangono arrossate anche dopo l'eliminazione della compressione. Per il paziente una piaga da decubito significa soppor-tare forti dolori per settimane o mesi. La profilassi del decubito consiste, oltre alla mobilizzazione, nel cambiare la posizione del paziente ogni 2 ore ca. (per es. posizione laterale sinistra - posizione supina - posizio-ne laterale destra), nel poggiare le zone a rischio su un supporto soffice o sospenderle in modo da non creare punti di compressione e nella cura regolare della pelle. È consigliato adagiare il paziente in posizione laterale con un'angolazione di 30 gradi, ossia sulla natica e non sul coccige o l'osso dell'anca, punti ad alto rischio di decubito. La sospensione è ideale per le parti del corpo più piccole come talloni, caviglie e gomiti. L'irrigidimento delle articolazioni (contrat-tura) è la conseguenza del ritirarsi di muscoli, tendini e legamenti, che porta alla perdita della mobilità dell'articolazione. Una limitazione della normale funzione delle articolazioni può risultare anche da una posizione errata del paziente . Dato che i muscoli flessori di regola sono più forti di quelli estensori, nella maggior parte dei casi di verifica una contrattura dei muscoli flessori, per cui il paziente non riesce più a raddrizzare dita, gomiti, articolazioni dell'anca e ginocchia. Una forma particolare di contrattura è quella detta a "piede equino", dove la punta del piede rimane piegata verso il basso. Un paziente che dopo una lunga degenza a letto riporta questo tipo di contrattura non è più in grado di camminare.

piede equino

La profilassi della contrattura consiste principalmente nella mobilizzazione del paziente. La terapia motoria dei pazienti compete al personale sanitario professionista (fisioterapi-sti). Il pericolo di trombosi è particolarmente elevato in caso di lesioni o cambiamenti patologi-ci alle pareti venose oppure flusso sanguigno rallentato a cui si aggiunge ev. una maggio-re coagulazione del sangue, fattori che possono portare alla formazione di un trombo (coagulo di sangue solidificato). Le parti del corpo più minacciate da trombosi sono le estremità inferiori. Nel peggiore dei casi il trombo si stacca dalla parete venosa e viene trasportato dal flusso sanguigno attraverso il cuore fino ai polmoni, dove può otturare un vaso sanguigno provocando un'embolia polmonare. I primi sintomi di una trombosi sono dolori, calore, arrossamento, gonfiore e febbre. La profilassi della trombosi prevede, oltre alla mobilizzazione e alla somministrazione di medicamenti, la posizione a gambe rialzate e il loro bendaggio (può essere sostituito dalle apposite calze comprimenti). La polmonite è un'infiammazione del tessuto polmonare causata da germi patogeni. Spesso insorge come conseguenza di una malattia polmonare preesistente. La polmonite è particolarmente pericolosa nei pazienti anziani e nelle persone affette da patologie gravi. L'escrezione insufficiente di muco tramite la tosse può incentivare l'insorgere di una polmonite. La profilassi della polmonite comprende, oltre alla mobilizzazione e alla somministrazio-ne di medicamenti, il cambio regolare della posizione e l'esecuzione di esercizi respiratori.

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La terapia respiratoria dei pazienti compete al personale sanitario professionista (fisiotera-pisti).

5.4 Promemoria per la mobilizzazione dei pazienti

(vedasi anche cifre 2.4 e 2.5, passaggi in corsivo) - Controllare che il paziente non giaccia su bottoni, pieghe, briciole o oggetti duri - Durante la mobilizzazione prestare particolare attenzione a sonde, drenaggi, cateteri,

perfusioni, ecc. - Se le gambe non sono già bendate e il paziente non indossa calze comprimenti, adotta-

re questa misura mentre il paziente si trova ancora a letto - Tenere a portata di mano vestiti, calze, scarpe e mezzi ausiliari di deambulazione come

bastone, carrello, cavalletto, grucce; portare la sedia a rotelle nella giusta posizione e bloccare le ruote

- Se il paziente è insicuro, fargli indossare i vestiti, le calze e le scarpe a letto

presa di Rautek (o presa all'avambraccio)

- Prevedere spazio sufficiente per la mobilizzazione, liberare il passaggio lungo l'itinerario previsto

- Concedere delle pause tra le singole fasi della mobilizzazione, prendere sul serio le paure espresse dal paziente

- Rimanere nelle vicinanze del paziente nel caso chiamasse oppure assicurarsi che il campanello sia alla sua portata

- Interrompere la mobilizzazione in caso di segnali di debolezza (giramenti di testa, stordimento, pallore, colorazione bluastra delle labbra, ecc.)

- Mantenere la calma se il paziente dovesse perdere i sensi, eventualmente sostenerlo mentre si accascia a terra e proteggere la testa

- Per risollevarlo ev. utilizzare la presa di Rautek (presa all'avambraccio)

- Effettuare l'osservazione del paziente, aggiornare la documentazione

5.5 Posizione del paziente a letto e mobilizzazione

Posizione laterale con torsione di 30 gradi

posizione laterale con torsione di 30 gradi

- Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare

- Abbassare lo schienale - Piegare indietro la coperta, se possibile

togliere il cuscino, incrociare le braccia del paziente supino

- Girare il paziente su un fianco - Infilare un cuscino sotto la testa del

paziente, sostenere la schiena con un cuscino

- Tirare avanti la spalla appoggiata sul materasso in modo da ottenere una torsione di ca. 30 gradi (ev. tirare leggermente in avanti anche l'anca)

- Rialzare lo schienale - Porre un cuscino tra le gambe, mettere le braccia in una posizione comoda - Sistemare la coperta

Fasciatura delle gambe - Tenere a portata di mano il materiale neces-

sario (bende elastiche di ca. 8 cm di larghez-za, fermagli o nastro adesivo)

- Informare il paziente e incoraggiarlo a collabo-rare

- Chiedere al paziente di mettersi in posizione supina e di tenere il piede leggermente incli-nato in avanti

bendaggio delle gambe

- Iniziare alla base della prima falange con 2 o 3 giri stretti partendo dall'interno verso l'esterno

- Girare a ventaglio attorno al calcagno, poi salire in modo circolare lungo la gamba e affrancare la benda

- Ev. proseguire il bendaggio con una seconda benda (sovrapporre leggermente alla prima)

- Durante la mobilizzazione controllare che le dita dei piedi non assumano un colore bluastro; in questo caso allentare il bendag-gio

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Far sedere il paziente sul bordo del letto - Tenere a portata di mano la vestaglia - Informare il paziente e incoraggiarlo a

collaborare - Ev. reclinare lo schienale - Piegare indietro la coperta - Ev. fasciare le gambe del paziente - Spostare il paziente all’estremità del bordo

dove andrà a sedere e alzare al massimo lo schienale

- Infilare una mano sotto la nuca e le spalle del paziente e l'altra sotto le ginocchia

- Tirare le gambe fuori dal letto e mettere il paziente seduto far sedere il paziente sul bordo del letto

- Lasciare che il paziente si appoggi al bordo del letto o al materasso oppure sostenerlo

- Abbassare il letto finché il paziente può appoggiare i piedi saldamente a terra - Appoggiare la vestaglia sulle sue spalle - Sorvegliare il paziente (colore della pelle)

Far sedere il paziente fuori dal letto - Tenere a portata di mano i vestiti, le calze e le scar-

pe, ev. cuscini e coperta - Mettere la sedia sul lato del letto che preferisce il

paziente, ad angolo retto rispetto al bordo del letto - Nel caso di sedie o poltrone a rotelle, bloccare le

ruote, togliere il bracciolo dal lato del letto, alzare i poggiapiedi

- Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Far sedere il paziente sul bordo del letto - Mettere gli abiti, le calze e le scarpe al paziente - Chiedere al paziente di fare un passo in modo da

portare più avanti la gamba vicina alla sedia - Porsi di fronte al paziente, un piede davanti all'altro di

modo che la gamba vicina alla sedia rimanga più indietro dell'altra

- Passare le mani sotto le ascelle o attorno ai fianchi del paziente e esortarlo ad affrancarsi

- Appoggiare le ginocchia contro quelle del paziente e girarlo con cautela verso la sedia, in posizione bassa (piegati) o eretta, a dipendenza dalle condizioni fisiche del paziente

far sedere il paziente fuori dal letto

- Sollecitare il paziente a piegarsi in avanti e a sedersi non appena la parte posteriore delle sue gambe entra in contatto con la sedia

- Controllare la posizione del paziente, ev. mettergli un cuscino piatto dietro la schiena e coprirgli le ginocchia

- Mettere il necessario alla sua portata (campanello, bere, lettura, occhiali, telefono, ecc.) - Controllare il paziente a brevi intervalli

Per rimettere il paziente nel letto si procede secondo lo stesso procedimento, in ordine inverso.

Camminare di fianco al paziente - Preparare i mezzi ausiliari di deambulazione - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Far sedere il paziente sul bordo del letto o su una sedia - Portare il paziente in posizione eretta - Togliere la mano da sotto l'ascella sul lato più forte e mettersi subito sul lato più debole

del paziente (in presenza di parapetti e corrimano, stare sul lato opposto) - Esortare il paziente a respirare profondamente e a non guardare a terra - Ev. stabilire un punto d'arrivo, non dimenticando di calcolare anche il ritorno - Adattare il proprio passo a quello del pa-

ziente (eventualmente spingere avanti la sua gamba malata con il proprio piede po-sto trasversalmente sotto il suo)

Condurre il paziente nella sedia a rotelle - Preparare la sedia a rotelle - Informare il paziente e incoraggiarlo a

collaborare - Far uscire il paziente dal letto e metterlo a

sedere nella carrozzella - Condurre la sedia unicamente per le parti

fisse (e non per es. per i braccioli) - Spingere la sedia lentamente, in particolare

prima di raggiungere un ostacolo (per es. scalini)

- Non piegare mai la sedia a rotelle in avanti, non lasciare mai la presa prima di aver bloccato i freni

far alzare dalla sedia a rotelle

- Per parlare con il paziente sulla sedia a rotelle, piegarsi in avanti verso di lui - Per superare uno scalino in salita (marciapiede, soglia di una porta, ecc.), piegare

leggermente indietro la sedia a rotelle e poggiare le piccole ruote anteriori sullo scalino; in seguito sollevare la sedia per le maniglie e spingere le ruote posteriori sullo scalino.

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- Per superare uno scalino in discesa piegare la sedia a rotelle leggermente indietro e lasciar scivolare le ruote posteriori con cautela giù dallo scalino (nei modelli in cui le ruote piccole si trovano dietro e quelle grandi davanti, superare lo scalino all'indietro).

- Per fare le scale chiedere aiuto

superare uno scalino con la sedia a rotelle

Appunti personali relativi al capitolo "Movimento"

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6 Cura del corpo

6.1 Importanza di tenersi puliti e vestirsi

Badare alla propria igiene personale e vestirsi sono attività che non rientrano nei bisogni fondamentali come ad esempio mangiare e bere, ma rivestono grande importanza per la salute. L'aspetto esteriore di una persona e di conseguenza l'impressione che gli altri hanno di lei dipendono inoltre in larga misura dalla sua cura del corpo e dal suo abbiglia-mento. La cura del corpo aiuta l'epidermide a svolgere le sue numerose funzioni: - proteggere l'organismo da fattori ambientali nocivi di tipo meccanico, chimico e termico - proteggere l'organismo da germi patogeni - regolare la temperatura corporea - eliminare le scorie del metabolismo - ricevere e trasmettere le informazioni rilevate dagli organi sensoriali (funzione di comu-

nicazione) Fanno parte della cura del corpo, oltre a lavarsi e all'igiene personale e orale, anche la cura dei piedi e delle unghie, la cura dei capelli compreso il taglio, la rasatura e il trucco. Gli abiti proteggono dai fenomeni climatici (freddo e sole), coprono le parti intime e servo-no inoltre a situare la persona in un determinato contesto sociale. Non da ultimo soddisfa-no il bisogno dell'essere umano di adornarsi. Indossare abiti normali durante il giorno aiuta il paziente a mantenere un ritmo quotidiano normale scandito da ore diurne e notturne. Nell'ambito delle cure infermieristiche di regola la cura del corpo viene eseguita quoti-dianamente, la cura delle parti intime quando necessario e l'igiene orale la mattina al risveglio, dopo ogni pasto e prima di andare a letto. I capelli vengono lavati una volta alla settimana, ma spazzolati e pettinati ogni giorno e in base alla necessità. L'acconciatura e il taglio dei capelli richiedono il consenso del paziente. Fa parte delle cure quotidiane del paziente anche la rasatura o la cura della barba. Quando non si mastica più regolarmente, viene a mancare la naturale pulizia della cavità orale e sussiste il pericolo di infezioni come pure di un'infiammazione delle ghiandole salivari. In questi casi le misure d'igiene orale sono particolarmente importanti. Determinati pazienti, per es. le persone che non hanno battito delle palpebre, necessitano una cura degli occhi particolare. Queste cure sono di competenza del personale sanitario professio-nista. A seconda delle condizioni del paziente, la cura del corpo va eseguita interamente o parzialmente sotto la doccia, al lavabo, sul bordo del letto o nel letto. Per chi ha problemi cardio-vascolari, la doccia è più indicata del bagno. Nell'ambito della cura delle parti intime bisogna tenere conto del fatto che questa zona, vista la sua conformazione anatomica, è particolarmente predisposta all'insorgere di odori e infezioni. Durante la cura del corpo, la normale distanza tra due persone viene a mancare, cosa che richiede il superamento delle relative riserve sia da parte della persona curante che da quella curata. Esperienze negative legate all'essere toccati possono lasciare profonde ferite psicologiche. Nelle persone anziane la pelle perde elasticità, il contenuto d'acqua nell'epidermide diminuisce e si formano le rughe. Nella pelle anziana i processi di guarigione sono più

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lenti. Inoltre possono formarsi delle macchie (pigmentazione). Oltre a questi cambiamenti normali, la pelle può anche diventare squamosa e screpolarsi, provocando forte prurito. Molte persone anziane inoltre portano delle protesi dentarie (parziali o complete).

6.2 Promemoria per la cura del corpo dei pazienti

(vedasi anche cifre 2.4 e 2.5, passaggi in corsivo) - Se la cura del corpo non viene eseguita a letto, assicurarsi che vasca da bagno, doccia

e lavabo siano pronti (tappetino antiscivolo, sedile per vasca da bagno, sedia, mezzi ausiliari per la cura del corpo come spugne e spazzole a manico lungo, ecc..); e che le porte e le finestre siano chiuse (evitare le correnti d'aria, temperatura gradevole)

- Se la cura del corpo viene eseguita a letto, evitare che si bagni mettendo un asciuga-mano sotto la parte del corpo da lavare

- Sfruttare le risorse del paziente anche se ciò significa impiegare più tempo - Se possibile tenere conto delle abitudini del paziente (temperatura dell'acqua, uso di

sapone in viso, ecc.) - Durante la cura delle parti intime evitare espressioni che potrebbero urtare i sentimenti

del paziente - Di regola la cura del corpo si esegue dall'alto verso il basso, la cura delle parti intime da

davanti a dietro - Le gambe e le braccia vengono lavate partendo dalle estremità strofinando vigorosa-

mente verso il tronco - Spogliare il paziente il minimo indispensabile e coprirlo subito dopo la pulizia, rispettare

la sfera intima anche presso i pazienti privi di conoscenza - Non fissare sulla testa i capelli di pazienti costretti a letto perché i fermagli possono

esercitare pressioni dolorose - Proteggere eventuali bendaggi dall'acqua - Asciugare accuratamente le parti lavate, in particolare dove la pelle tocca sulla pelle

(per es. sotto le ascelle, sotto il seno, nelle pieghe della pelle, tra le dita dei piedi) per evitare la formazione di piaghe

- Impiegare mezzi ausiliari per infilare i vestiti (calzascarpe lungo, indossacalze, ecc.), prediligere abiti che si possono aprire (ev. cerniere e chiusure a strappo)

- Tenere il paziente sotto osservazione, aggiornare la documentazione (per es. alterazio-ni cutanee)

6.3 Lavaggio completo del paziente a letto

Lavare il paziente a letto

schema di lavaggio

- Tenere a portata di mano il materiale necessario (baci-nella con acqua calda, sapone o lozione, 2 guanti da bagno, 2 asciugamani piccoli e 1 grande, prodotti per la cura della pelle, materiale per la cura dei capelli e delle parti intime), ev. camicia da notte o pigiama puliti e car-rello della biancheria sporca

- Eventualmente chiudere la finestra, proteggere il pa-ziente dagli sguardi di terzi (paravento, tenda)

- Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Alzare leggermente lo schienale, eventualmente ap-

pendere la maniglia sopra al letto - Chiedere al paziente di togliere l'orologio e i gioielli

(metterli al sicuro), ev. mettere a disposizione la padella e/o il pappagallo

- Piegare indietro la coperta, togliere eventuali sostegni - Girare il paziente sul dorso - Ev. rasarlo - Lavare il paziente nell'ordine seguente: viso (1), collo

(2), mani e braccia (3a + 3b), petto/addome (4), piedi e gambe (6a + 6b), parti intime (7), prestando attenzione a · coprire le parti svestite con un asciugamano · risciacquare accuratamente il sapone · asciugare con cura e delicatezza le parti del corpo

lavate · cambiare asciugamano, guanto da bagno e acqua

quandi si passa a lavare la parte inferiore del corpo e le parti intime

- Se il paziente non può stare seduto · girarlo su un fianco e · lavare schiena (5) e natiche (8) in un solo passaggio

- Ev. far indossare una camicia da notte o un pigiama pulito e gettare quello usato diret-tamente nel carrello della biancheria sporca

- Far rimettere l'orologio e i gioielli - Ev. alzare lo schienale, mettere il paziente in una posizione comoda o secondo le

disposizioni mediche - Sistemare coperta e cuscino - Riporre il materiale, ev. anche il carrello della biancheria

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Cura delle parti intime - Tenere a portata di mano il materiale necessario (bacinella con acqua calda, sapone o

lozione, asciugamano grande, guanto da bagno, asciugamano piccolo, ulteriore asciu-gamano per proteggere il letto, lavette monouso, guanti monouso, prodotti per la cura della pelle)

- Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Alzare leggermente lo schienale - Proteggere il paziente da sguardi indiscreti (paravento, tenda) - Piegare indietro la coperta, girare il paziente sul dorso - Lavare addome, inguine e cosce, risciacquare con cura e asciugare delicatamente;

utilizzare l'asciugamano per proteggere il letto (nota: per eseguire queste operazioni indossare guanti monouso)

- Lavare le parti intime e asciugare delicatamente, nell'uomo prendere il pene con un guanto da bagno, ritirare il prepuzio e dopo la pulizia riportarlo in avanti

- Girare il paziente sul fianco, lavare le natiche e asciugare con cura, effettuare la cura della pelle

- Ev. alzare lo schienale, mettere il paziente in una posizione comoda o secondo le disposizioni mediche

- Sistemare coperta e cuscino - Riporre il materiale

6.4 Pulizia delle protesi dentarie

Le protesi dentarie vanno trattate come oggetti di valore e quindi maneggiate con la massima cura; vanno pulite sopra una bacinella con dell'acqua o in cui si è adagiato un panno, di modo che la protesi non si rompa se dovesse sfuggire di mano. Le protesi parziali richiedono particolare attenzione. Se lavate con acqua calda o lasciate seccare, le protesi dentarie si restringono e non sono più utilizzabili. Le protesi non devono mai essere tolte per troppo tempo, ma devono essere portate anche di notte, dato che le parti molli della mascella cambiano rapidamente forma. Mettere e togliere le protesi dentarie - Togliere la protesi inferiore: afferrare la

protesi con pollice e indice e tirare leg-germente verso l'alto (nota: per esegui-re queste operazioni indossare guanti monouso)

- Togliere la protesi superiore: afferrare la protesi con pollice e indice, premerla leggermente contro la mascella e poi verso il basso

- Pulire le protesi con spazzolino e prodotto di pulizia, in seguito risciac-quare accuratamente con acqua tiepida

togliere le protesi dentarie

- Ricollocare dapprima la protesi superiore e in seguito quella inferiore, invitare il paziente a stringere i denti per verificare l'aderenza delle protesi (ev. utilizzare un fissante)

- Conservare le protesi non utilizzate nelle apposite bacinelle piene d'acqua adottando le misure necessarie per evitare il rischio di confusione. Prima di inserirle, bagnarle ancora una volta con acqua tiepida

6.5 Aiutare il paziente a vestirsi e svestirsi

Vestire e svestire il paziente

vestire e svestire il paziente

- Preparare gli indumenti nell'ordine in cui vengo-no indossati

- Per gli indumenti da infilare sopra la testa (per es. pullover), infilare dapprima le maniche

- Per gli indumenti che si allacciano sul davanti (per es. camice), infilare dapprima la manica sul lato più debole, mettere il paziente a sedere, far passare l'indumento dietro la schiena e infilare il braccio più forte nella manica

- Per gli indumenti che si chiudono sulla schiena, infilare dapprima la manica del braccio più de-bole, poi di quello più forte, e far sedere il pa-ziente solo in seguito

- Per gli indumenti da indossare dal basso (gon-ne, pantaloni, vestiti), infilarli dapprima sulla gamba più debole, poi su quella più forte, in seguito sollevare il paziente per le natiche e infilare completamente l'indumento

Per svestire il paziente si procede secondo lo stesso procedimento, ma in ordine inverso. Dopo aver svestito il paziente gli indumenti vanno appesi a una gruccia o piegati e riposti in modo ordinato.

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Appunti personali relativi al capitolo "Cura del corpo"

7 Mangiare e bere

7.1 Importanza di bere e mangiare

Mangiare e bere sono bisogni fondamentali dell'essere umano. Egli ha infatti bisogno di assumere sostanze nutritive (proteine, carboidrati, grassi: i cosiddetti macronutrienti) e sostanze complementari (vitamine, sali minerali, oligoelementi: i micronutrienti) in quantità sufficiente e possibilmente equilibrata. L'acqua è la componente alimentare più importan-te. Tutti i processi fisiologici dipendono da un apporto sufficiente di questa sostanza. L'azione di mangiare e bere ha però anche una grande importanza psicologica e sociale. Un'alimentazione corretta prevede l'assunzione 4-6 pasti al giorno (3 principali, 1-3 spunti-ni). Il fabbisogno quotidiano di liquidi di oltre 2 litri per le persone adulte viene coperto per la maggior parte con bevande. In caso di febbre, forte sudorazione, diarrea o grande caldo, è necessario un apporto di liquidi maggiore. Il caffé, il tè nero e le bevande alcoliche sottraggono liquidi all'organismo. I medicamenti sono sostanze somministrate per prevenire o curare delle malattie. La maggior parte dei medicamenti somministrati per via orale (pastiglie, capsule, pastiglie effervescenti, granulato, gocce, sciroppo) vengono assunti dopo i pasti. Nell'ambito delle cure infermieristiche un compito fondamentale consiste nell'assicurar-si che i pazienti assumono una quantità sufficiente di liquidi. Le conseguenze di un appor-to insufficiente di liquidi possono essere ad esempio mal di testa, pelle screpolata, mucose secche e capogiri. In casi particolari può essere necessario allestire un bilancio idrico. La preparazione, il controllo e la distribuzione dei medicamenti è compito del personale sanitario professionista. Quando viene somministrato un nuovo medicamento o modificato un dosaggio è necessario prestare particolare attenzione agli effetti collaterali. Per i pazienti, dipendere da qualcuno per mangiare e bere significa una perdita significati-va di qualità di vita. Aiutare un paziente a mangiare e bere rappresenta quindi un'attività molto intima, paragonabile alla cura del corpo. Gli orari dei pasti prestabiliti rappresentano un punto di riferimento per molti pazienti. La mancanza di appetito è tipica di molte malat-tie. Di regola le persone anziane necessitano di quantità di cibo inferiori. Hanno una maggio-re tendenza a sviluppare delle intolleranze a determinati cibi o bevande e spesso manca loro la sensazione di sete. Inoltre, nelle persone anziane i medicamenti spesso vengono assorbiti, scomposti e eliminati più lentamente.

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7.2 Promemoria relativo all'assunzione di cibi e medicamenti

(vedasi anche cifre 2.4 e 2.5, passaggi in corsivo) - Aiutare a mangiare un solo paziente alla volta, dedicargli tutto il tempo necessario - Se possibile tenere conto delle abitudini del paziente (preghiera prima dei pasti, ordine

in cui mangiare i singoli cibi, ecc.) - Non raffreddare cibi e bevande calde soffiando (rischio di contaminazione con germi

patogeni) - Non chiamare il tovagliolo legato intorno al collo "bavaglino" - Utilizzare i mezzi ausiliari disponibili come un dispositivo antiscivolo per i piatti, piatti

speciali a bordo alto, piatto scaldante, posate con impugnatura speciale, cannucce o bicchieri a becco

- Offrire ai pazienti privi di appetito delle porzioni più piccole ma farli mangiare più spesso - Controllare che i pazienti assumano i medicamenti prescritti e che rispettino il dosaggio

e gli orari d'assunzione; controllare le automedicazioni - Effettuare l'osservazione del paziente, aggiornare la documentazione

7.3 Aiutare il paziente nell'assunzione dei pasti e dei medicamenti

- Se necessario arieggiare la stanza (non provocare correnti d'aria, temperatura piacevole)

- Ev. permettere al paziente di andare alla toilette e lavarsi le mani oppure offrigli la padella e/o il pappagallo

- Ev. porgere al paziente le protesi dentarie o inserirgliele

- Far sedere il paziente nel letto o fuori dal letto, proteggerlo con un tovagliolo

- Pulire il tavolo o il tavolino, regolare l'altezza del tavolino, servire il cibo com-presi eventuali medicamenti, illustrare il menu

- Ev. aiutare il paziente a preparare le pietanze (spalmare il pane, tagliare le pietanze, versare le bevande, aprire le confezioni, ecc.)

aiutare il paziente a mangiare

- Controllare la temperatura dei cibi portando il cucchiaio cautamente alle labbra del paziente

- Ev. aiutare il paziente a mangiare (per es. sostenere il braccio), mettere piccole porzioni sul cucchiaio e introdurle in bocca lateralmente; controllare la deglutizione

- Tenere la cannuccia in modo che sia sempre immersa nella bevanda, controllare la deglutizione

- Somministrare i medicamenti con una quantità abbondante di liquidi (1 dl ca.)

- Sparecchiare, prestare attenzione alla quantità di cibi e bevande consumati dal paziente - Pulire la bocca del paziente con il tovagliolo e toglierlo - Permettere al paziente di lavarsi mani e viso e di procedere all'igiene orale oppure

occuparsi della sua igiene orale - Ev. riportare il paziente a letto, aiutarlo a coricarsi comodamente o secondo le disposi-

zioni - Ev. arieggiare brevemente la stanza - Riporre il materiale - Dopo un pasto controllare il paziente a intervalli regolari (difficoltà di digestione, effetti

dei medicamenti come stanchezza e giramenti di testa)

Aiutare il paziente cui è andato del cibo di traverso

L'aspirazione di liquidi o pezzi di cibo (per es. pezzi di carne) può rappresentare un pericolo di morte. Dare dei colpi sulla schiena può far scivolare il corpo estraneo ancora più in pro-fondità. - Sollecitare il paziente a rigettare il corpo estraneo tossendo - Dare l'allarme tramite il sistema d'allarme interno della

relativa istituzione - Se non è possibile liberare le vie respiratorie tossendo o se

la persona assistita non è più in grado di parlare, metterla seduta, porsi alle sue spalle, cingerla con le braccia, unire le mani in corrispondenza della parte alta dell'addome, serrarle a pugno ed esercitare una pressione brusca e molto intensa verso l'alto, in direzione del diaframma (da tre a cinque vol-te).

manovra di Heimlich

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Appunti personali relativi al capitolo "Mangiare e bere"

8 Escrezione

8.1 Importanza dell'escrezione

I processi di escrezionerappresentano un bisogno fondamentale dell'essere umano, dato che il metabolismo è regolato dall'escrezione di sostanze di scarto, acqua, sali e altre sostanze che devono essere eliminate. Dal punto di vista psicologico, l'escrezione implica anche l'atto del donare, del lasciare andare e del rilassarsi. L'escrezione avviene tramite il sistema urinario (urina), il tratto digestivo (feci), la pelle (sudore) e la respirazione (CO2). Altri tipi di escrezione sono il vomito e l'espettorazione. Il vomito è un riflesso di protezione importante, e porta allo svuotamento involontario dello stomaco attraverso la bocca. Il vomito centrale è generato da una stimolazione del relativo centro nel cervello (per es. in caso di commozione cerebrale o ictus), il vomito riflesso è determinato da una stimolazione nervosa lungo il tratto digestivo (per es. colica gastrica, occlusione intestinale). L'espettorazione (muco) è l'escrezione delle mucose delle vie respiratorie che viene prodotto in presenza di diverse patologie. Nell'individuo sano la produzione di muco è talmente esigua da non essere manifesta. Nell'ambito delle cure infermieristiche, urina e feci anomale o vomito rappresentano dei segni evidenti di malattia, e la loro osservazione fa parte dei punti d'osservazione partico-lari. La diagnosi vera e propria è di competenza del medico. La sedia gabinetto mobile spesso utilizzata nelle cure infermieristiche (figura vedi cifra 8.3), presenta un'apertura in cui può essere inserito un vaso da notte. Può essere piazzato anche in bagno, direttamente sopra il WC. Nella maggior parte delle culture le escrezioni sono strettamente delimitate alla sfera intima e cariche di tabù. Questo ambito è quindi legato ad un elevato grado di sensibilità (imbarazzo, senso di vergogna) sia per la persona curante che per la persona curata. Nelle persone anziane il tenesmo vescicale aumenta (continuo bisogno di urinare, anche di notte), mentre la funzione escretiva dei reni diminuisce. L'incontinenza, ossia l'incapaci-tà di controllare le funzioni vescicali e intestinali, può manifestarsi ad ogni età; in base al naturale processo d'invecchiamento gli anziani sono però i più colpiti da questo disturbo. Nel caso di incontinenza vescicale l'urina può fuoriuscire a getto o a gocce. Nelle persone anziane la diarrea è un disturbo che deve essere preso sul serio.

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8.2 Valutazione delle escrezioni nell'ambito dell'osservazione del malato

Urina in caso normale l'urina presenta una colorazione da giallognola a ambrata, ha un'odore debole e leggermente aromatico e viene eliminata da 4 a 6 volte al giorno per una quantità complessiva di almeno mezzo litro. Una quantità ridotta di urina molto scura può essere segno che il malato non beve abbastanza.

Punti d'osservazione Descrizione Eventuali misure

Colore marrone scuro, rosa o rosso torbido con presenza evidente di corpi solidi

Odore odore penetrante, pungente, odore di acetone

Processo di escrezione dolori, crampi durante la minzio-ne

Conservare l'urina in un recipiente coperto risp. non tirare l'acqua del gabinetto, informare il personale sani-tario professionista

da 0 a 3 risp. oltre 7 escrezioni al giorno, quantità molto piccole o molto grandi, incontinenza

informare il personale sanita-rio professionista

Feci In caso normale le feci sono di colore marrone, di forma solida e consistenza morbida, non hanno cattivo odore e contengono pochi o nessun corpo estraneo. La defecazione avviene regolarmente in modo indolore (per es. una volta al giorno, peso complessivo 100-300 g).

Punti d'osservazione Descrizione Eventuali misure

Colore rosso, arancione, verdastro, marroncino, biancastro, nero

Odore cattivo odore Corpi estranei grandi quantità di corpi estranei

(cibo non digerito, sangue fresco)

Consistenza liquido o duro e asciutto Processo di escrezione dolori durante la defecazione

Conservare le feci in un recipiente coperto risp. non tirare l'acqua del gabinetto, informare il personale sani-tario professionista

deiezione irregolare, incontinen-za

informare il personale sanita-rio professionista

Vomito

Punti d'osservazione Descrizione Eventuali misure

Quantità, colore per es. biancastro, verde-giallognolo, rosso-bruno

Momento, frequenza per es. a stomaco vuoto o dopo i pasti, unico o ripetuto

Odore per es. odore acidulo, odore di feci

Corpi estranei per es. sangue, resti di cibo, feci Processo di escrezione per es. a getto, difficoltoso

informare il personale sani-tario professionista, misura-re con precisione le quantità importanti

Espettorazione

Punti d'osservazione Descrizione Eventuali misure

Quantità, colore per es. biancastro, verde-giallognolo, rosso-bruno

Momento per es. il mattino Odore per es. odore acidulo o marcio Corpi estranei per es. pus, sangue, resti di cibo,

pezzi di tessuto

informare il personale sani-tario professionista

8.3 PM: Aiutare il paziente nell'escrezione

(vedasi anche cifre 2.4 e 2.5, passaggi in corsivo) - Dare la possibilità al paziente di effettuare l'escre-

zione quando lo richiede o quando ne mostra il bi-sogno attraverso il comportamento; concedergli ab-bastanza tempo

- Dare la possibilità al paziente di effettuare l'escre-zione sul gabinetto o sulla sedia gabinetto; se ne-cessario accompagnarlo e aiutarlo a svestirsi, pulirsi e rivestirsi, altrimenti restare raggiungibili (campa-nello)

- Non gettare gli asciugamani monouso, gli assorbenti e altro materiale nel WC (pericolo di ostruzione dello scarico)

- Evitare che il paziente chiuda la porta a chiave dall'interno

- Pulire il vaso e disinfettare l'anello del gabinetto se sono stati sporcati

- Lasciare la padella e il pappagallo a portata di mano del paziente, svuotarli e pulirli dopo ogni uso

sedia gabinetto

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- Non chiamare gli assorbenti per incontinenti "pannolini" o "pampers", non fare commen-ti su "cattivi odori"

- Tenere il paziente sotto osservazione, aggiornare la documentazione

8.4 Aiutare il paziente nell'escrezione a letto

Porgere la padella e il pappagallo - Preparare il materiale (padella, pappagallo,

carta igienica, guanti monouso, prodotti per l'igiene intima)

pappagallo

- Invitare il paziente a collaborare - Abbassare lo schienale - Proteggere il paziente dagli sguardi di terzi

(paravento, tenda) - Piegare indietro la coperta - Ev. girare il paziente sulla schiena e in seguito sul fianco - Premere la padella contro le natiche del paziente - Rigirare il paziente con la padella sempre premuta contro le natiche; nei pazienti di

sesso maschile mettere al contempo il pappagallo, se possibile dando al paziente la possibilità di infilare da sé il pene nella bottiglia (altrimenti afferrare il pene con una par-te della camicia da notte o del pigiama)

- Rialzare lo schienale - Controllare se il paziente si trova nella giusta posizione sulla padella (osso sacro sul

bordo della padella) - Coprire il paziente, rimanere a disposizione (campanello) - A deiezione ultimata, piegare indietro la coperta e chiedere al paziente di piegare le

gambe - Abbassare lo schienale - Con una mano, premere orizzontalmente la padella contro il materasso, con l'altra

girare il paziente sul fianco - Togliere la padella, poggiarla ai piedi del letto (non per terra) e coprirla - Eseguire le cure intime sul paziente (indossare guanti monouso) - Ev. permettere al paziente di lavarsi le mani - Alzare lo schienale, adagiare il paziente in modo comodo o secondo le disposizioni

mediche - Sistemare coperta e cuscino - Controllare le feci e l'urina, pulire la padella e il pappagallo secondo le disposizioni

dell'istituzione di cura (lavatrice automatica) - Arieggiare brevemente la stanza - Riporre il materiale

Aiutare il paziente che vomita - Mettere il paziente seduto o girato su un fianco - Porgergli una bacinella, tenere a portata di mano altro materiale necessario (protezione

per il letto, fazzoletti, panno umido, asciugamano, bicchiere d'acqua) - Ev. togliere la protesi dentaria - Sorreggere il paziente e incoraggiarlo a respirare bene - Proteggere il letto - Controllare il vomito e gettarlo via - Permettere al paziente di lavarsi mani e viso e procedere all'igiene orale - Arieggiare brevemente la stanza - Lasciare la bacinella e i fazzoletti a portata di mano, riporre il rimanente materiale

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Appunti personali relativi al capitolo "Escrezione"

9 Temperatura corporea

9.1 Importanza della temperatura corporea

Il corpo umano ha una temperatura costante che si situa tra 36 e 37 °C. Per mantenere questa temperatura, l'organismo è in grado di produrre o eliminare calore. Le cellule del corpo umano possono sopportare temperature tra 33 e 42 °C. Nelle estremità (gambe e braccia) si registra una temperatura inferiore rispetto al tronco; esse sono inoltre meno sensibili alle variazioni di temperatura rispetto agli organi interni e al cervello. In caso di temperatura corporea troppo bassa, l'organismo produce calore intensificando i processi metabolici; nel contempo i vasi sanguigni dell'epidermide si restringono. In caso di temperatura corporea troppo elevata, i vasi sanguigni periferici si dilatano (arrossamen-to) per eliminare il calore in eccesso e si attivano le ghiandole sudoripare, dato che tramite l'evaporazione del sudore la pelle si raffredda. Nel contempo viene eliminato calore tramite la respirazione. Se a causa dell'introduzione nell'organismo di germi patogeni viene stimolato il relativo centro nel cervello, l'organismo viene indotto a produrre più calore: questo fenomeno è conosciuto come febbre. Un aumento repentino della temperatura può essere accompa-gnato da brividi, tremore muscolare e battere dei denti. Nell'ambito delle cure infermieristiche di regola la temperatura viene misurata la matti-na al risveglio e nel tardo pomeriggio, in caso di febbre anche in tarda serata. La presenza di febbre costituisce un segno evidente di malattia, e la sua osservazione fa parte dei punti di osservazione particolari. La diagnosi vera e propria è di competenza del medico. La decisione relativa all'adozione di misure antipiretiche (impacchi ai polpacci, medicamenti, ecc.) e alla prima mobilizzazione dopo il calo della temperatura è di competenza del personale sanitario professionista. In caso di febbre moderata il paziente adulto perde ca. un litro di liquidi supplementare al giorno, in caso di febbre alta ca. 2 litri; di questo bisogna tenere conto nell'ambito di un'e-ventuale bilancio idrico. Nelle persone anziane la temperatura è sovente un po' più bassa. La capacità di regolare la temperatura corporea diminuisce e può esserci una sensibilità ridotta al caldo e al freddo. Visto il funzionamento limitato del sistema immunitario, le persone anziane non sempre reagiscono con febbre in caso di infezione, motivo per cui un'infezione delle vie respiratorie o urinarie può rimanere inavvertita per molto tempo.

9.2 Tecniche di misurazione della temperatura corporea

Per determinare la temperatura corporea si ricorre alla misurazione ascellare o rettale, in casi più rari a quella orale. La misurazione ascellare (misurazione sotto l'ascella) fornisce un valore di ca. 0,5°C inferiore alla temperatura corporea effettiva. Si tratta del tipo di misurazione più piacevole per il paziente, ma è relativamente imprecisa. La misurazione rettale (misurazione nell'ano) fornisce un valore che corrisponde alla temperatura corporea effettiva.

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Per la misurazione della temperatura si utilizzano termometri di vetro con colonnina di mercurio o termometri sintetici con indicatore digitale. I termometri di vetro con colonnina di mercurio sono cosiddetti termometri massimali, vale a dire che al termine della misurazione la colonnina di mercurio rimane sul valore massimo misurato. Prima di effettuare la misurazione è necessario portare la colonnina di mercurio sotto i 36°C scuotendo il termometro. In caso di rottura, il mercurio deve essere raccolto in un recipiente con chisura ed eliminato con i rifiuti speciali. I bambini e i pazienti confusi devono essere sorvegliati durante la misurazione della tempera-tura. Di regola i termometri sintetici con indicatore digitale emettono un segnale acustico al termine della misurazione. Prima di effettuare la misurazione il termometro deve indicare 0°C.

termometro sintetico con indicazione digitale

15.20

85.0715.20

85.07

Dopo l'uso i termometri devono essere puliti ed eventualmente disinfettati secondo le regole della relativa istituzione.

Risultati della misurazione (misurazione ascellare)

- temperatura normale 36,0 - 37,0°C - stato subfebbrile 37,1 - 37,5°C - febbre leggera 37,6 - 37,9°C - febbre moderata 38,0 - 38,4°C - febbre alta 38,5 - 40,0°C ipertermia - febbre molto alta 40,1°C e più

- leggera ipotermia < 36,0°C - ipotermia < 35,0°C

9.3 Aiutare il paziente in stato febbrile

Misurazione ascellare della temperatura corporea - Preparare il termometro - Informare il paziente - infilare il termometro sotto l'ascella in modo che la punta venga a trovarsi al centro della

cavità ascellare, direttamente a contatto con la pelle - Togliere il termometro dopo ca. 10 minuti o dopo il segnale acustico e leggere il valore

indicato - Annotare il valore misurato nella cartella clinica - Pulire il termometro ed ev. disinfettarlo e riporlo (scuotere il termometro fino a far scen-

dere la colonnina di mercurio sotto i 36°C o portare l'indicazione a 0°C).

Misurazione rettale della temperatura corporea - Preparare il termometro e un involucro protettivo - Informare il paziente - Abbassare lo schienale - Piegare indietro la coperta - Girare il paziente sul fianco e invitarlo a piegare leggermente le gambe - Infilare il termometro nell'involucro - Sollevare la parte superiore del sedere e infilare il termometro 1-2 centimetri nel retto - Togliere il termometro dopo ca. 3 minuti o dopo il segnale acustico, togliere l'involucro

protettivo e leggere il valore indicato - Rialzare lo schienale - Mettere il paziente in una posizione comoda (ev. secondo disposizioni mediche) e

sistemare coperte e cuscini - Annotare il valore misurato nella documentazione di cura con l'indicazione "r" (per

rettale) - Pulire il termometro ed ev. disinfettarlo e riporlo (scuotere il termometro fino a far scen-

dere la colonnina di mercurio sotto i 36°C o portare l'indicazione a 0°C).

Aiutare il paziente con febbre - Arieggiare la stanza del paziente (senza creare correnti d'aria), ridurre luce e rumori - Misurare la temperatura, in particolare una volta passati i brividi iniziali e raggiunta una

temperatura stabile - Mettere sulla fronte del paziente un panno fresco e umido e dargli da bere in quantità

sufficiente - Eseguire le misure contro la febbre secondo le disposizioni del personale infermieristico

professionista - Durante le cure del corpo prestare attenzione alla profilassi di decubito, trombosi e

polmonite - Controllare il paziente a intervalli brevi (stati di confusione) - In caso di calo rapido della temperatura concordare controlli del polso e della pressione

più frequenti con il personale di cura professionista - Se necessario cambiare lenzuola e camicia da notte risp. pigiama bagnati di sudore

(pericolo di raffreddamento); una volta calata la febbre lavare il paziente o dargli la pos-sibilità di lavarsi

- Controllare la quantità di urina escreta e adattare la quantità di liquidi somministrati di conseguenza

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Impacco ai polpacci - Preparare il materiale (4 panni,

bacinella con acqua moderata-mente fredda, ev. con aggiunta di aceto, termometro)

- Informare il paziente - Ev. girare il paziente sul dorso - Misurare la temperatura - Adattare la misura dei panni che

restano asciutti e porli sotto i polpacci del paziente

impacchi ai polpacci

- Immergere gli altri panni nell'acqua e strizzarli in modo che non gocciolino più - Applicare i panni umidi ai polpacci in modo che aderiscano bene in tutti i punti e coprirli

con i panni asciutti, non coprire il paziente o solo leggermente (arco), lasciar agire l'im-pacco da 8 a 10 minuti

- Ripetere l'impacco dopo 15-20 minuti, in totale 3-4 volte - In seguito attendere 30 minuti e controllare la temperatura corporea - Ripetere l'intero procedimento finché la febbre non è scesa di ca. 1°C, intanto sorveglia-

re costantemente il paziente (colore della pelle) - Mettere il paziente in una posizione comoda (ev. secondo disposizioni mediche) e

sistemare coperte e cuscini - Annotare le misure adottate e la temperatura misurata nella documentazione di cura - Pulire il termometro, scuoterlo fino a far scendere la colonnina di mercurio sotto i 36°C o

portare l'indicazione a 0°C - Riporre il materiale

Appunti personali relativi al capitolo "Temperatura corporea"

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10 Funzioni vitali

10.1 Importanza delle funzioni vitali

Oltre alla temperatura del corpo, sono funzioni vitali importanti per la sopravvivenza anche la respirazione, il polso e la pressione sanguigna; si tratta pertanto di elementi che rientra-no nei punti d'osservazione particolari. Questi punti d'osservazione permettono di indivi-duare alterazioni pericolose nell'ambito delle tre funzioni organiche vitali (coscienza, respirazione e circolazione cardio-vascolare). Come per la temperatura corporea (T), anche i valori misurati per la respirazione (R), il polso (P) e la pressione sanguigna (PS) vanno messi a confronto con i valori normali (valori di riferimento). Qualsiasi danneggiamento massiccio del sistema respiratorio o cardio-vascolare causa in pochi minuti una perdita di conoscienza per carenza d'ossigeno. Per questo motivo, se il paziente ad un tratto non reagisce più agli stimoli, bisogna rivolgersi subito a un medico. Se uno stato di incoscienza peggiora fino a portare al coma può insorgere il pericolo di un arresto respiratorio e cardio-vascolare. La coscienza è uno stato complesso legato a diverse funzioni cerebrali. Per stato di coscienza normale s'intende la capacità di captare gli stimoli esterni ed elaborare senza problemi le percezioni. Quando è pienamente cosciente, il paziente risponde alle domande poste ed è consapevole del contesto in cui si trova (tempo, luogo). Oltre alle tre funzioni organiche vitali citate in precedenza, in caso di disfunzione possono portare all'emergenza anche tutta una serie di funzioni subordinate (per es. metabolismo, regolazione termica, bilancio idro-elettrolitico e bilancio acidi-basi). Nell'ambito delle cure infermieristiche i valori vitali vengono controllati su disposizione del medico o del personale di cura professionista. In situazioni particolari (peggioramento delle condizioni di salute, dolori, vomito, ecc.) i valori vitali vengono rilevati spontaneamen-te. Le misure in caso di pericolo di vita imminente vengono adottate immediatamente secondo lo schema ABCD per soccorritori profani (vedi appendice 2). In questi casi occor-re dare l'allarme tramite il sistema interno previsto dalla relativa istituzione Nelle persone anziane il cuore è meno efficiente e le pareti dei vasi sanguigni sono meno elastiche; ne consegue un minor apporto d'ossigeno in caso di sforzo o agitazione. Sotto sforzo, anche la respirazione può risultare più difficoltosa. In generale, è possibile che con l'età le funzioni vitali si indeboliscano. Spesso nei pazienti anziani vengono misurati i valori vitali prima di ogni mobilizzazione.

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10.2 Punti d'osservazione e valori normali per le funzioni vitali più importanti

Disturbi della coscienza

Disturbi della coscienza Descrizione

- apatia il paziente rimane estraneo a ciò che succede attorno a lui

- stordimento diminuzione della capacità di reazione e della lucidità - sonnolenza disorientamento, reazioni rallentate - incoscienza (sopore) il paziente reagisce solo a stimoli violenti e solo per breve

tempo, reazioni inappropriate - coma il paziente non può essere svegliato dallo stato di inco-

scienza, nessuna reazione (paragonabile ad uno stato di narcosi)

Punti d'osservazione e valori normali per la respirazione

Frequenza normale in stato di riposo

- adulti 10-20 respiri/min - bambini 15-25 respiri/min - bambini piccoli 20-30 respiri/min - lattanti 20-40 respiri/min

Punti d'osservazione e valori normali per il polso

Frequenza normale in stato di riposo

- adulti 60-80 pulsazioni/min - bambini 80-100 pulsazioni/min - bambini piccoli 100-120 pulsazioni/min - lattanti 120-150 pulsazioni/min

Punti d'osservazione e valori normali per la pressione

Frequenza normale dopo ca. 10 min. di riposo

pressione sistolica (valore più alto)

pressione diastolica (valore più basso)

- adulti 110-140 mmHg 70-90 mmHg - bambini 100-130 mmHg 50-80 mmHg - bambini piccoli 75-120 mmHg 50-80 mmHg - lattanti 65-75 mmHg 35-45 mmHg

10.3 Rilevamento dei valori per respirazione, polso e pressione

Rilevamento della frequenza respiratoria La respirazione serve per rifornire l'organismo di ossigeno ed eliminare l'anidride carboni-ca. Nella respirazione pettorale si alza e si abbassa il petto, nella respirazione addominale si muove principalmente la muscolatura dell'addome. Le caratteristiche che si possono

osservare nella respirazione sono le seguenti: frequenza (lenta, rapida), ritmo (regolare, irregolare), profondità (superficiale, profonda), rumori (fischi, rantoli) e difficoltà durante l'inspirazione e l'espirazione. Dato che la respirazione può essere influenzata intenzional-mente, viene controllata di preferenza subito prima o subito dopo la misurazione del polso. - Afferrare l'avambraccio come per tastare il polso - Contare gli atti respiratori (inspirazione + espirazione = 1 atto respiratorio) osservando i

movimenti respiratori (per es. alzarsi e abbassarsi del petto, posizione della bocca) per un minuto (ev. contare per 30 secondi e in seguito moltiplicare per due il risultato)

- Controllare la respirazione anche in riferimento agli altri punti d'osservazione - Annotare i risultati nella documentazione di cura (R)

Misurazione del polso Le pulsazioni misurate sono le onde sanguigne prodotte dalla contrazione del muscolo cardiaco. È possibile palpare il polso comprimendo leggermen-te con i polpastrelli un'arteria superficiale contro l'osso sottostante. Di regola il polso viene palpato sull'arteria radiale (polso). Si osserva la frequenza (accelerata, rallentata), il ritmo (regolare, irregola-re) e la forza (forte, debole). L'interpretazione ulteriore dei risultati della misurazione compete al personale sanitario professionista. - Informare il paziente e invitarlo ad appoggiare il

braccio in modo rilassato - Posare i polpastrelli di indice, medio e anulare

sull'arteria radiale, che scorre nella scanalatura tra radio e tendini, esercitando una leg-gera pressione; divaricare leggermente il pollice (polso radiale) oppure, se il polso radiale non è percettibile: Posare i polpastrelli di indice, medio e anulare nell'incavo tra pomo d'adamo e muscola-tura del collo, appena al di sotto dell'angolo della mandibola, esercitando una leggera pressione; divaricare leggermente il pollice (polso radiale)

rilevamento del polso

- Appena il polso è chiaramente percettibile, contare le pulsazioni per 30 secondi e moltiplicare il risultato per due (in caso di polso irregolare contare per un minuto)

- Controllare il polso anche in riferimento agli altri punti d'osservazione - Annotare i risultati nella documentazione di cura (P)

Misurazione della pressione sanguigna con lo sfigmomanometro di Riva-Rocci La pressione sanguigna è la pressione esercitata sulle pareti delle arterie dal sangue che scorre nei vasi sanguigni. Dipende dalla potenza del cuore, dalla resistenza dei vasi sanguigni e dalla quantità di sangue in circolazione. La pressione arteriosa viene misurata in mmHg (altezza della colonnina di mercurio). Si distingue tra: - pressione sistolica (valore più alto, momento di contrazione del muscolo cardiaco) - pressione diastolica (valore più basso, momento di rilassamento del muscolo cardiaco) Oltre allo sfigmomanomentro di Riva-Rocci, per la misurazione della pressione arteriosa sono disponibili anche apparecchi elettronici, con i quali non è necessario utilizzare lo stetoscopio e che spesso misurano contemporaneamente anche il polso. Le misurazioni

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della pressione sanguigna vanno eseguite in condizioni sempre uguali (stesso apparec-chio, stessa posizione del paziente). - Mettere il paziente in una posizione comoda e lasciarlo riposare per una decina di

minuti - Avvolgere il manicotto sgonfio attorno al braccio, appena sopra il gomito, e fissarlo

saldamente - Chiudere la valvola del manometro - Introdurre gli auricolari dello stetoscopio nelle proprie orecchie - Gonfiare il manicotto fin quando il polso

radiale non è più palpabile, poi aumentare la pressione di ca. 30 mmHg

sfigmanometro

- Disporre la membrana dello stetoscopio nell'incavo del gomito del braccio teso del paziente (mai metterla sotto il manicotto)

- Ridurre la pressione del manicotto apren-do lentamente la valvola

- Leggere il valore indicato al momento del primo battito avvertito con lo stetoscopio (pressione sistolica = valore più alto)

- Diminuire ancora lentamente la pressione - Leggere il valore indicato al momento in

cui non si avvertono più battiti con lo ste-toscopio (pressione diastolica = valore più basso)

- Far fuoriuscire l'aria rimanente dal manicotto, ev. ripetere la misurazione, togliere il manicotto

- Annotare i risultati nella documentazione di cura

10.4 Aiutare il paziente con disturbi respiratori e cardio-vascolari

Aiutare il paziente cosciente con difficoltà respiratorie - Consigliare al paziente di tenere il busto sollevato e di parlare il meno possibile - Aprire i vestiti che potrebbero intralciare la respirazione - Tranquillizzare il paziente - Tenere il paziente costantemente sotto osservazione, controllare se vi sono segni di

cianosi (colorazione bluastra di labbra, guance e unghie) o rumori associati alla respira-zione

Misure in caso di paziente molto stordito o privo di sensi con respirazione percetti-bile - Divaricare di 90° il braccio rivolto verso di sé, piegare l’altro sul torace del paziente - Afferrare il paziente all’altezza delle spalle e delle anche, girarlo con cautela verso di sé

- Piegare la gamba superiore e appoggiare al suolo il braccio superiore in modo che l’avambraccio sia parallelo al corpo

- Inclinare con cautela la testa all’indietro e girarla in modo che il viso sia rivolto obliqua-mente verso il basso (per favorire il libero deflusso dalla bocca)

- Non dare da bere - Sorvegliare il paziente (respirazione!)

Liberare le vie respiratorie e praticare la respirazione artificiale a pazienti privi di conoscienza senza segni di vita spontanei - Proteggere la colonna cervicale da movimenti

bruschi della testa di lato o in avanti - Girare il paziente sul dorso, aprire gli indumenti

stretti - Estrarre con le dita i corpi estranei (per es. protesi

dentarie staccate) o il vomito dalla bocca e dalla faringe

- Inclinare la testa all’indietro - Sollevare il mento (premere la mascella inferiore

contro quella superiore) - Inginocchiarsi accanto alla spalla del paziente e

stendere le sue braccia lungo il corpo - Controllare la posizione della testa e del mento respirazione artificiale

- Tenere chiusa la bocca del paziente premendo con il pollice il labbro inferiore contro quello superiore

- Portare la bocca sul naso del paziente in modo che le labbra aderiscano ermeticamente al naso (senza comprimere le narici)

- Praticare 2 insufflazioni nel naso e verificare l’efficacia (controllare i movimenti respira-tori della gabbia toracica con la mano e gli occhi, l’aria espirata con l’orecchio)

- Controllare se il paziente riprende a respirare autonomamente

massaggio cardiaco esterno

Massaggio cardiaco esterno su pazienti privi di conoscienza e senza segni di vita spontanei (adulti e bambini di almeno 8 anni) La rianimazione cardiopolmonare (CPR) prevede 15 compressioni toraciche alter-nate con 2 insufflazioni per una frequenza di 4 cicli al minuto. Controllare il polso dopo un minuto, successivamente ogni 5 minuti. La rianimazione cardiopolmonare viene praticata finché non vengono riatti-vate la respirazione e la circolazione (polso) o non viene accertata la morte da un medico.

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- Adagiare il paziente sul dorso su una superficie piana e dura, se possibile togliere gli indumenti dalla gabbia toracica

- Inginocchiarsi accanto alla spalla del paziente - Cercare la zona di compressione (situata in corrispondenza della metà inferiore dello

sterno, 2 dita sopra l’appendice dello xifoide) - Posare il palmo della mano sulla zona di compressione (di traverso sullo sterno), posa-

re l’altra mano in parallelo sul dorso della prima mano, senza esercitare pressioni sulle costole con le dita

- Tenere le braccia tese e perpendicolari al torace - Comprimere energicamente e regolarmente il torace di 4-5 cm con il peso del proprio

corpo, quindi rilasciare subito e completamente senza staccare del tutto le mani dalla cassa toracica (durata della compressione uguale a quella della distensione)

Appunti personali relativi al capitolo "Funzioni vitali"

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11 Morte

11.1 La morte e il morire

Il bisogno di autorealizzazione, fra i bisogni fondamentali dell'essere umano, comprende anche la ricerca personale di un senso della vita. La maggior parte delle persone hanno bisogno di sentire che la loro vita ha avuto un senso. Ogni essere umano deve cercare da sé le risposte ai grandi quesiti della vita. Il senso conferito alla propria esistenza non può semplicemente essere ripreso da altri. Le religioni aiutano le persone che vogliono intra-prendere questa ricerca. Le crisi fanno parte della naturale evoluzione dell'uomo. Se vengono viste come un'oppor-tunità, possono costituire un passo verso una vita più consapevole e ricca di contenuti. La malattia e l'infermità possono scatenare questo tipo di crisi, in particolare quando la malat-tia è giudicata inguaribile o porta alla morte. Nel processo che porta alla morte , l'essere umano si libera dai vincoli che hanno determi-nato la sua esistenza fino a quel momento. - Il dolore psicologico può incrementare quello fisico. Non appena una persona viene a

sapere o sente di dover morire, inizia un processo che può essere suddiviso in diverse fasi. Nella fase del rifiuto la persona reagisce con l'illusione di tornare sana e fa dimo-strativamente progetti per il futuro.

- Nella fase della collera la persona cerca dei responsabili per la sua situazione e se non riesce a controllare la rabbia può anche arrivare a sfogarla sui famigliari e sul personale curante

- Nella fase del compromesso la persona cerca di patteggiare con Dio per rimandare il momento della morte, ma allo stesso tempo inizia a sistemare le sue faccende private.

- Nella fase depressiva s'instaura il cordoglio e la speranza in una morte poco dolorosa. Se la persona morente ha vissuto la fase del compromesso con amarezza, possono sopraggiungere anche disperazione e depressione profonda.

- Nella fase dell'accettazione la persona in questione accetta il suo destino e spesso si sente stanca e molto debole. Se nella fase depressiva è riuscita ad elaborare il senso di cordoglio, cresce il suo bisogno di pace e tranquillità (fase del distacco).

Le fasi qui descritte non si susseguono sempre in modo lineare o uguale in tutte le perso-ne. È pure possibile che certe fasi non vengano vissute. Anche i famigliari e il personale curante attraversano diverse fasi, simili a quelle vissute dalla persona morente. I famigliari possono rivivere momenti di rabbia e tristezza anche molto tempo dopo la scomparsa del loro caro, per es. nel giorno della sua morte o in determinate festività. La cura delle persone in fin di vita è un lavoro impegnativo che permette di fare esperienze molto lontane da quelle vissute normalmente. I famigliari e il personale di cura che accom-pagna le persone verso la morte vengono inevitabilmente confrontate con la propria morte. Sentimenti come tristezza, senso d'impotenza o impressione di non essere all'altezza della situazione sono normali ed è consigliabile parlarne con gli altri membri della squadra di cura.

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11.2 Promemoria per la cura dei pazienti in fin di vita

- focalizzarsi sulle cure palliative, ossia sul tipo di misure che permettono di alleviare i dolori e di trasmettere sicu-rezza e senso di protezione

- assecondare ancora di più le esigenze e i desideri del paziente (per es. rinun-ciare alle diete, ridurre la quantità di liquidi somministrati), tenere conto di desideri particolari (per es. luce soffu-sa), per il resto mantenere le abitudini del paziente

- procedere con particolare cautela durante la somministrazione del cibo (quantità minime) e prestare attenzione alle difficoltà di deglutizione

- rinunciare ad attivare il paziente senza però dargli l'impressione di essere considerato come già morto, renderlo il più possibile partecipe delle attività quotidiane

- rispettare la dignità del morente, evitare di fare rumore, ma comunicare in modo norma-le (non sussurrare)

- informare la persona morente delle misure adottate, anche se non vi è più interazione - rimanere anche per lungo tempo vicini al morente se è ciò che desidera, evitare di

parlare troppo o di fare i sapientoni - se il morente lo desidera, aiutarlo a sbrigare questioni private; in questi casi ricordarsi di

mantenere l'obbligo di segretezza; depositare le ultime volontà secondo le disposizioni della relativa istituzione di cura

- coinvolgere i famigliari (per es. veglia) secondo le disposizioni dell'istituzione di cura, limitare le visite indesiderate

- non prendere in modo personale gli attacchi d'ira del morente - prendere sul serio i dolori causati dalla malattia o dall'immobilità e comunicarli al perso-

nale di cura professionista

11.3 Aiutare il paziente in fin di vita

Aspetti particolari nella cura del corpo - Eseguire le cure del corpo a tappe e in due persone; se il paziente non riesce più a

trattenere le feci e l'urina, utilizzare gli appositi assorbenti - Togliere le protesi dentarie - Proteggere la cavità orale per mezzo di tamponi umidi o cubetti di ghiaccio per evitare

che si secchino le mucose - Proteggere le labbra applicando del burro cacao o inumidendole per evitare screpolatu-

re (cura orale particolare) - Mettere le gocce per gli occhi ai pazienti privi di battito delle palpebre per evitare che si

secchino

- Tenere il paziente sotto osservazione per riconoscere l'avvicinarsi della morte (polso anormale, calo repentino della pressione, respirazione anormale, aumento della tempe-ratura, più tardi ev. diminuzione della temperatura, sudore freddo, respirazione irregola-re o intermittente), informare il personale di cura professionista

11.4 Misure da adottare dopo la morte del paziente

Cure del paziente deceduto - Appendere il cartello "Niente visite" alla porta della camera del defunto - Prima che sopraggiunga il rigor mortis (ca. un'ora dopo la morte), ev. abbassare lo

schienale del letto e togliere il cuscino (ad eccezione ev. di un piccolo guanciale), sten-dere le braccia lungo il corpo, chiudere gli occhi per mezzo di una garza umida, intro-durre eventuali protesi dentarie e legare la mascella oppure sostenerla per mezzo di un panno arrotolato

- Il personale di cura professionista decide il da farsi in merito a sonde, drenaggi, cateteri, perfusioni, ecc.

- Lavare, rasare, pettinare e vestire il morto (indossare guanti monouso!), porre una protezione sotto la regione genitale e coprire la salma fino al collo con un lenzuolo

- Inventariare gli oggetti di valore e depositarli secondo la regolamentazione dell'istititu-zione di cura, apporre un cartellino d'identificazione con nome del defunto, data e ora della morte al piede della salma

- Ev. decorare il letto con fiori - Trasportare il defunto nella camera mortuaria (corridoi possibilmente vuoti, ascensore

già pronto)

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Appunti personali relativi al capitolo "Morte"

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Appendice 1

Appendici

1. Glossario per il settore dell'igiene Viene chiamata "infezione" la penetrazione di germi patogeni nell'organismo. La natura e la gravità della malattia che ne consegue dipendono soprattutto dal potere infettivo, dalla prolificità e dalle caratteristiche dei germi. La fonte infettiva può trovarsi nell'ambiente che circonda il paziente o in lui stesso (autoin-fezione). La via infettiva può passare direttamente dalla persona malata a quella sana o indirettamente attraverso persone sane, strumenti, cibi, medicamenti, animali, polvere, ecc. Si distingue tra infezioni locali (per es. ascessi) e infezioni generalizzate (per es. varicella, morbillo). igiene Branca della medicina che mira a prevenire le malattie e a mantene-

re lo stato di salute dell'individuo e della collettività misure igieniche Fondamentalmente:

- pulizia - disinfezione - sterilizzazione

pulizia Azione che consente, per semplice effetto meccanico, di ridurre i germi presenti sulla persona, sul materiale e sulle installazioni.

disinfezione Distruzione temporanea dei germi patogeni su determinate parti del corpo, sul materiale e sulle installazioni fisse.

metodi di disin-fezione

Metodi fisici di disinfezione - aria calda - raggi UV Metodi chimici di disinfezione - acidi - soluzioni alcaline - ossidanti - formaldeide - aldeidi

sterilizzazione Distruzione o eliminazione temporanea di tutti i microrganismi viventi, inclusi i loro stadi duraturi (spore). La pelle umana e gli oggetti termosensibili non possono essere sterilizzati, ma solo disinfettati. L'ebollizione permette solo di disinfettare gli oggetti poiché certe spore non vengono uccise (per es. tetano).

procedura di sterilizzazione

Fondamentalmente: - sterilizzazione al vapore - sterilizzazione ad aria calda - sterilizzazione a gas

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Appendice 2

2. Schema ABCD per il soccorritore

Schema ABCD per il soccorritore Assicurare, dare l'allarme (144), chiedere aiuto

massaggio cardiaco15 compressioni

+ respirazione artificiale

2 insufflazioni

posizione idonea, protezione, assistenza e

misure supplementari ripetere ABCD

no

paziente cosciente con segni

vitali spontanei?

respirazione?

stabilizzare la colonna cervicale

esaminare il paziente

(Bodycheck)

arrestare l'emorragia (emostasi)

defibrillatore / competenza?

defibrillare se le competenze e

l'apparecchio sono disponibili

liberare la bocca, reclinare la testa all'indietro, sollevare

il mento, proteggere la colonna vertebrale

Airways vie respiratorie

no

respirazione artificiale2 insufflazioni Breathing

respirazione (artificiale) segni vitali

spontanei?

no

Circulation circolazione sanguigna

Defibrillation stimolazione elettrica

no

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Indice analitico

(in indicazione della pagina)

A

abiti 39 accompagnare il paziente 35 aiutare il paziente a sedersi nel letto 24 alimentazione 45 alzare il paziente in posizione seduta nel letto 22 aspirazione 47 attività della vita quotidiana 9

B

biancheria monouso 22 bilancio idrico 45, 55 bisogni fondamentali dell'essere umano 9 brividi 55

C

cambio delle lenzuola 25 cartella clinica 12 cinestesia 29 condurre la sedia a rotelle 35 confidenzialità 11 contrattura, profilassi 31 coperta 22 cura del corpo 39, 70 cura delle parti intime 39, 42 cure 9 cure palliative 70

D

decubito 30 decubito, profilassi 31 degenza a letto, lunga 30 difficoltà respiratorie 64 diritti del paziente 11 disinfezione delle mani 13 disturbi del sonno 21 disturbi della coscienza 62 documentazione di cura 12

E

escrezione 49, 51 espettorazione 49, 51

F

fabbisogno di liquidi 45 far sedere il paziente fuori dal letto 34

far sedere il paziente sul bordo del letto 34 fasciatura delle gambe 33 febbre 55, 57 feci 49, 50 flebite 30 frequenza respiratoria 62 funzioni vitali 61, 62

G

germi patogeni 31, 46, 55 girare il paziente su un fianco 22, 23

H

handicap linguistico 18 handicap uditivo 18 handicap visivo 18

I

igiene orale 39 igiene personale 13 immobilizzazione 30 impacco ai polpacci 58 incontinenza 49 irrigidimento delle articolazioni 30, 31

L

lavare le mani 13 lavoro notturno 10 letto sanitario 21 liberare le vie respiratorie 65

M

massaggio cardiaco esterno 65 medicamenti 45 mezzi ausiliari 32 mezzi ausiliari per la cura del corpo 40 mezzi ausiliari per mangiare e bere 46 mezzi ausiliari per vestirsi 40 temperatura corporea 56 temperatura corporesa 55 mobilizzazione 30 modelli di cura 9 morire 69 movimento 29

O

obiettivi delle cure 12

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osservazione del malato 12

P

piano delle cure 12 polmonite 30, 31 polmonite, profilassi 31 polso 62, 63 porgere il pappagallo 52 porgere la padella 52 posizionamento 31 posizione del paziente 29 posizione laterale (30 gradi) 31, 33 posizione rialzata del busto 29 posizione rialzata delle gambe 29 posizione supina 29 pressione sanguigna 62, 63 processo di cura dei malati 9 protesi dentarie 42 pulsazioni 63 punti d'osservazione generali 12 punti d'osservazione particolari 49, 55, 61

R

rapporto di cura 12 respirazione 62 respirazione artificiale 65 ricerca del senso dell'esistenza 69 rimettere il paziente nel letto 35 riposo 21

S

salute 9 schema ABCD per soccorritori profani 61 sfigmomanometro 63 sicurezza nell'ambito delle cure 11 sistemi di cura 10 sollevare il paziente per le natiche 22 sonno 21 spostare il paziente verso l'alto del letto 22, 24 standard delle cure 10 incoscienza 64 stordimento 64

T

temperatura corporea 55 termometro 56 traversa 22 trombosi 31 trombosi, profilassi 31

U

urina 49, 50

V

verbale delle cure 10 vestire e svestire il paziente 43 vie respiratorie, liberare 47 vomito 49, 51, 53

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