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Proteggili, ogni giorno. Diventa GENNAIO FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE Numero verde 800 298 000 www.unhcr.it A n G elo dei Rifugiati RIFUGIATI Notiziario riservato ai donatori italiani dell’UNHCR Invio stampe promozionali e propagandistiche. Spedizione in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in legge46/2004) art.1, comma 2 DCB Roma. EMERGENZA IN CONGO, AIUTI SENZA SOSTA EMERGENZA IN CONGO, AIUTI SENZA SOSTA

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Notiziario riservato ai donatori italiani dell’UNHCR

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Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003I dati sono trattati da UNHCR - titolare del trattamento - ViaA. Caroncini 19, 00197 Roma (RM), per l’invio dellanewsletter su propri progetti, iniziative ed attività di raccoltafondi, come espressamente richiesto. I dati sono trattati, conmodalità prevalentemente elettronicamente e telematiche,dalla nostra associazione e da soggetti terzi che eroganoservizi connessi a quanto sopra; non saranno comunicati nédiffusi né trasferiti all’estero e saranno sottoposti a idoneeprocedure di sicurezza. Ai sensi dell’art. 7, d.lgs. 196/2003,si possono esercitare i relativi diritti fra cui consultare,modificare, cancellare i dati trattati in violazione di legge erichiedere elenco dei responsabili scrivendo [email protected]. Per sospendere l’invio della newsletter,inviare una e-mail all’indirizzo: a [email protected],inserendo nell’oggetto: “unsubscribe newsletter”.

CopertinaSfollati nellaRepubblicaDemocratica del CongoFoto/UNHCR

CoordinamentoredazionaleAdele MarzettaLaura Perrotta

RedazioneCecilia MondiFliavio BianchiMaria Giulia Fontana GiustiMarilena AlbanesePaolo Pacini

Progetto graficoEnrico CalcagnoAC&P - Roma

StampaTNT Post Services

Per proteggerel’identità dei rifugiati, le fotografie nonrappresentanonecessariamente lepersone descritte nei testi.

Per le vostredonazioni

Tramite carta di credito: numero verde800298000o www.unhcr.it

Tramite bonificobancario: BNL Agenzia 63 viale Parioli 9 Roma IBAN:IT84R0100503231000000211000intestato a UNHCR

Tramite bollettinopostale: n. 298000intestato a UNHCR

a cura di Cecilia Mondi

BURUNDIBuone notizie dal Burundiriguardo le ultimeoperazioni di rimpatrio:l’UNHCR ha aiutato circa100.000 rifugiati burundesia tornare a casa dopo 10anni di esilio. La maggiorparte di loro proviene dallaTanzania e si trova ora adover fronteggiare le sfide

dell’UNHCR in Thailandia,Raymond Hall – sono statirifugiati per oltre vent’anni.Alcuni sono addirittura natie cresciuti all’interno deicampi: per loro ilreinsediamento in un altropaese significa l’opportunitàdi cominciare una nuovavita”.

SIRIALa storia di Mohammed,uno dei tanti rifugiatiiracheni fuggiti in Siria, haun lieto fine: lui e la suafamiglia sono inclusi nelgruppo delle 50.000persone che potrannoandare a vivere in un altropaese dove avrannol’opportunità di costruirsiun nuovo futuro, secondoquanto sancisce laConvenzione di Ginevra. È la Svezia il paese che offreloro la possibilità diricominciare, lontani dallaviolenza della guerra.Mohammed spera di potertornare a insegnare e alavorare come volontario inun’organizzazioneumanitaria, come facevaquando era in Iraq. “Sonostato volontario per 36 anniin Iraq”, dichiara, “conun’organizzazione che nonaveva niente a che fare conla religione o con la politica,ma promuoveva lacittadinanza attiva e ilmutuo sostegno, è questociò in cui credofermamente”.

del reinserimento:ricostruirsi una casa,coltivare di nuovo unpiccolo pezzo di terra,provvedere all’istruzionedei propri figli. Per accompagnare gli ex-rifugiati durante tutto ilpercorso di reintegrazionel’UNHCR ha aumentato perquest’anno i programmi diaiuto: lo scopo è quello disorvegliare le condizioni dirientro dei rifugiati e dirisponderetempestivamente nel casoin cui si presentasserosituazioni che mettono arischio la loro incolumità.

THAILANDIAPer alcuni rifugiati non èsempre possibile rientrarenel proprio paesenemmeno dopo anni diesilio: per questo, quando ènecessario, l’UNHCRprovvede al lororeinsediamento in un paeseterzo, un paese totalmentenuovo dove finalmente gliex-rifugiati potrannoricominciare una nuovavita. Si è conclusa nelgiugno del 2008 la piùgrande operazione direinsediamento, iniziata nel2005, per oltre 30.000rifugiati birmani ospiti peranni nei campi dell’UNHCRal confine tra la Thailandia ela Birmania. “Alcuni di loro– ha affermato ilRappresentante Regionale

Rifugiati News 3

Indice

UNHCR Via Caroncini,1900197 RomaTel. 0680212304Fax [email protected]

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Grazie! Ancora una volta desidero ringraziare tutti i donatori italianidell'UNHCR che hanno voluto generosamente rispondere agliappelli, alle email, alle telefonate che hanno ricevuto nel corso del

2008, così come a quelli che hanno visitato e donato attraverso il nostronuovo sito internet!Un grazie anche a tutte le persone che abbiamo incontrato per le strade,nelle piazze e in tanti altri luoghi di Roma, Milano, Firenze, Genova ePalermo e che hanno dedicato il loro tempo ad ascoltare i nostri colleghi,che raccontavano loro delle emergenze umanitarie e delle operazionidell'Agenzia dell'ONU per i Rifugiati in tutto il mondo. Grazie anche alle aziende piccole e grandi che hanno deciso di non voltarele spalle a chi ha perso tutto e che si sono impegnate per far giungerenelle parti più remote del mondo gli aiuti necessari alla sopravvivenza ditanti esseri umani. Come potrete leggere all'interno, anche quest'anno 20 artisti hannodonato le loro opere per la realizzazione dell'asta Arte per i Rifugiati che siè svolta a Milano lo scorso dicembre. Grazie anche a tutti loro e a quantihanno reso possibile l'evento.

Il nostro lavoro è un lavoro bellissimo e difficile, perché le necessità spessosono molto grandi ma è davvero molto gratificante sapere di poter contaresu tante persone come voi che si prendono cura di aiutarci a costruire lecondizioni migliori per assicurare un futuro dignitoso e di speranza per chivive la condizione di rifugiato.

Nelle difficoltà in cui ci si trova durante i periodi di crisi ecomomica, sonocoloro che hanno più bisogno come i rifugiati a rischiare di vederepeggiorare di molto la loro condizione. Per questo motivo è davveroancora cruciale poter contare sul vostro grande e continuo sostegno. Qualunque donazione anche la più piccola è un contributo fondamentaleper tante famiglie di rifugiati. Da parte nostra ci metteremo sempremaggior impegno per far giungere tutti i fondi raccolti in Italia laddove piùnecessario e nel più breve tempo possibile.

Ancora grazie per la votra attenzione.

Federico ClementiRESPONSABILE RACCOLTA FONDI

UNHCR IN ITALIA

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Notizie da LagoAgrio

Spari senza fine,aiuti senza sosta

L’utilizzo dei fondi

Ricominciare con dignità

Emergenza in Congo

Dialogando con gli italiani

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Rifugiati News Rifugiati News 4 5

L’UNHCR a Lago Agrio, in Ecuador,opera in una zona di confine nellaforesta amazzonica, qui arrivano i

rifugiati in fuga dal conflitto in Colombia.Il fiume è la frontiera naturale fra Ecuadore Colombia. La parte ecuadoriana delconfine è un punto facilmente accessibileper i molti rifugiati che attraversano ilconfine o si insediano sull’altra sponda

La guerra nella Repubblica Democraticadel Congo ha già prodotto più di unmilione di sfollati e non diminuisce diintensità, l’UNHCR lavora senza sosta perdare alloggio ai civili sfollati

Non c’è pace per la RepubblicaDemocratica del Congo (DRC).Le informazioni che giungono da

Dungu, capoluogo della Provincia Orientalee da Goma, nel Nord Kivu, parlano diun’inarrestabile emorragia di sfollati.Le cifre sono impressionanti. Da quando,alla fine del 2006, i combattimenti hannoconosciuto una nuova escalation, più di850.000 di civili sono stati costretti alla fuganella sola regione del Nord Kivu. Se necontano 250.000 dall’agosto del 2008,quando i combattimenti sono ripresi. Con ilcontributo dei suoi sostenitori, l’AltoCommissariato dell’Onu per i Rifugiati sioccupa della loro sorte, allestendo campi diemergenza e fornendo beni di primanecessità, innanzitutto un riparo, dell’acquae del cibo.A Goma prosegue il trasferimentovolontario di civili da Kibati verso i più sicuricampi di emergenza realizzati in tempirapidissimi dall’UNHCR a ovest delcapoluogo (tra cui il campo di Mugunga IIIdi cui si parla a pagina 11). Circa 67.000sfollati di Kibati si trovavano infatti in unasituazione estremamente pericolosa, acausa dell’approssimarsi del fronte che

compiere di recente un giro diperlustrazione tra i 5.000 sfollati accampatiattorno alla base che ospita i caschi bludell’ONU. Nei loro racconti, il timore dellerappresaglie, l’impossibilità di fare ritornoalle loro case, il ricordo ancora vivo delleatrocità e delle esecuzioni sommarie cuihanno assistito. Un vuoto carico diangoscia è invece quello che i delegatidell’UNHCR hanno trovato a KinyondoniAnglican, Kinyondoni Catholic e Ngwenda,tre accampamenti provvisori. I timori cheprecedevano la perlustrazione si sonorivelati fondati: i campi d’emergenza diNyongera, Kasasa e Dumez sono statidistrutti poche settimane fa dai ribelli dellaLRA, gli sfollati che erano lì ospitati sonofuggiti e attualmente sono 90.000 i civili infuga dei quali non si hanno notizie certe.È di poche settimane fa l’arrivo, neldistretto di Dungu, di cinque camiondell’UNHCR con 23 tonnellate di aiuti:taniche, set da cucina, teli di plastica e altribeni di prima necessità destinati a 1.720famiglie. Molti camion dell’ONU erano giàarrivati nelle aree di emergenza e, conl’aiuto dei donatori italiani ed europei,molti altri ancora potranno giungere adestinazione. Le famiglie che hannourgente necessità di assistenza medica,cibo e riparo sono centinaia e il contributodei sostenitori occidentali sarà ancora alungo un’arma di pace per unapopolazione stremata.

del fiume. Le comunità situate in questazona sono però facilmente esposte alconflitto ed è difficile garantire la lorosicurezza. La popolazione ecuadoriana,che vive in questa zona, è stata privata deiservizi di base come i documenti, l’acquae le misure igieniche, la sanità el’istruzione, e per questo motivo è moltovulnerabile. Ovviamente tutto ciò si riflettesulle condizioni di vita della popolazionedei rifugiati, che, nella maggior parte deicasi, non ha altra scelta che rimanere quiperché è molto meno costoso stabilirsi quiche in altre zone del paese.Dato che il 60/80 per cento dellapopolazione che vive lungo il confine èrifugiata e le condizioni di vita sonomolto simili a quelle della popolazionelocale, la nostra strategia è di occuparci ditutta la popolazione, rifugiati e locale. Ilprimo passo è la valutazione dellecondizioni delle comunità, coinvolgendo ileader delle comunità, così come ledonne e i bambini. Queste valutazionivengono svolte in modo congiuntodall’UNHCR con altre agenzie e con leautorità locali. Nel 2008 sono state individuate duemaggiori priorità: la sanità e le misureigieniche. Non ci sono molti dati suquesta zona di confine del paese, maabbiamo rlevato che la mortalità infantileè molto alta e l’aspettativa di vita è moltobassa rispetto alla media nazionale. Solotre su 1.000 persone, che vivono nellecomunità lungo la zona di frontiera sulfiume Putumayo, hanno più di 60 anni. Malattie come la malaria e la dengue sonomolto diffuse.Questa situazione ci ha portato allarealizzazione di progetti in collaborazione

con altre ONG e con le autorità locali. Èstato aperto un centro medico di cuibeneficiano circa 5.000 persone, nellecomunità sono stati organizzati dei corsi esono stati forniti dei kit di primosoccorso. Un’imbarcazione è stata adibita adambulatorio con lo scopo di fornire curemediche e cure odontoiatriche, almenouna volta al mese, a tutte le comunitàsituate lungo il fiume Putumayo. Si trattadi un notevole miglioramento sepensiamo che prima queste comunitàricevevano assistenza medica una voltaogni sei mesi e che alcune comunità nonla ricevevano affatto. Non facciamo tutto questo da soli;forniamo un supporto tecnico edeconomico e favoriamo l’intervento diimportanti istituzioni. Purtroppo i fondidisponibili sono limitati e ciò ci costringea scegliere alcune comunità piuttosto chealtre; ad esempio in almeno 20 comunitàè stato identificato un impellente bisognodi impianti per l’acqua pulita, però i fondia disposizione hanno permesso dicostruire, anche con l’aiuto dei nostripartner, la costruzione di soli 4 impianti.Altra urgente priorità è l’istruzione, cisono bambini che non hanno accessonemmeno all’istruzione primaria el’istruzione secondaria è un lusso chequasi nessuno può permettersi.Nel 2009 continueremo a lavorare inquesta direzione. I nostri principaliobiettivi saranno la sicurezza fisica deirifugiati, l’accesso ai diritti di base e aidocumenti d’identità. Inoltre verrannosviluppati nuovi progetti sull’istruzione ela sanità. Ultima cosa, ma non menoimportante supporteremo il governodell’Ecuador, che ha adottato una politicaliberale in materia d’asilo, nellaregistrazione dei rifugiati.Grazie alle donazioni arrivate dai donatoriitaliani è stato possibile metter adisposizione dei rifugiati una collega,Valentina Virdis, che si occupa dirispondere ai bisogni dei rifugiati. Sioccuperà in modo particolare dellasituazione di donne e bambini, i qualisono i più vulnerabili e più esposti allaviolenza domestica e ai trafficanti.Sono stati fatti molti passi avanti, ma c’èancora molto da fare e i rifugiati di LagoAgrio hanno bisogno del sostegno deidonatori italiani

ECCO COME AIUTARE

31 EURO 8 coperte

52 EURO 1 tenda per una famiglia

79 EURO 1 kit di sopravvivenza

per una famiglia200 EURO

1 kit medico per 25famiglie

Per donare può utilizzareil modulo allegato o

chiamare il numero verde 800 298 000

divide l’esercito regolare della DRC dairibelli della Lord’s Resistance Army (LRA).Nel frattempo i caschi blu delle NazioniUnite pattugliano l’area di Kibati, perdifendere la popolazione civile dagli attacchidei cecchini e per proteggere le donne dalleviolenze sessuali degli uomini armati. Leagenzie internazionali e le ong che operanoa Kanyabayonga, 150 chilometri a nord diGoma, riferiscono che circa 40.000 sfollatihanno tentato di fare ritorno alle loro case,ma molti di loro non ritrovano che maceriee distruzione. Nei pressi del villaggio diRutshuru, 80 chilometri a nord di Goma,gli operatori dell’UNHCR hanno potuto

SPARI SENZA FINE, AIUTI SENZA SOSTA

NOTIZIE DA LAGOAGRIO L’anno scorso di questi tempivi raccontavamo di LagoAgrio (Ecuador), dove un altonumero di rifugiati in fugadalla Colombia cercavarifugio, dei loro problemi e deiloro bisogni e vi chiedevamoaiuto. Ora dopo un anno viraccontiamo i progressi fattianche grazie all’aiuto deidonatori italiani.

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Rifugiati News 6

di Marilena Albanese

N Il 18 dicembre 2008 la CameraNazionale della Moda Italiana haannunciato, nel corso di una

conferenza stampa, l’avvio di unacollaborazione con l’Alto Commissariatodelle Nazioni Unite per i Rifugiati - UNHCR."È giusto che anche la moda italiana siasolidale e per quanto possibile aiuti chi èmeno fortunato di noi. C’è chi ogni giornopuò cambiarsi d’abito e chi va via dallapropria terra con il vestito che indossa...”

a cura di Laura Perrotta

Sembra impressionante la cifra di 1,8 miliardi di dollari chel’Alto Commissario Antonio Guterres ha richiesto per il2009 alla comunità internazionale. In realtà, si tratta solo

di 54,6 dollari per ognuno dei 32 milioni di rifugiati, sfollati eapolidi di cui l’agenzia è responsabile. Devono bastare per dareprotezione e assistenza a ciascuno di loro, per tutto l’anno. Solo un piccola percentuale (meno del 3%) del budget annualedell’UNHCR proviene dai fondi regolari delle Nazioni Unite eviene utilizzata per le spese di amministrazione. Tutto il restoha origine dai contributi volontari di privati cittadini,fondazioni, governi, organizzazioni internazionali. Negli ultimi

anni l’Agenzia ha cercato di diversificare il più possibile laprovenienza dei fondi, in modo da allargare il bacino deidonatori e diminuire la dipendenza da ciascuno di essi. Grazie aquesta strategia il numero dei governi “grandi donatori” è salitoda 11 nel 2005 a 17 nel 2008. La classifica delle donazioni governative rispetto al PIL vede ilLussemburgo in testa e subito dopo Svezia, Danimarca,Norvegia e Finlandia che confermano il grande interesse daipaesi scandinavi per il tema dei rifugiati. Bisogna arrivare alsedicesimo posto per trovare il governo degli Stati Uniti, cheinvece risulta primo quando si considera l’importo assolutosenza riferirlo al PIL. Il settore delle donazioni private è cruciale per diversificare leprovenienze dei fondi e infatti, grazie alla generosità ditantissime persone in tutto il mondo, le donazioni dei cittadinisono più che raddoppiate dal 2006 al 2008 e si prevede unulteriore aumento nel 2009. I donatori italiani vantano unaposizione di tutto rispetto nel panorama internazionale: nel2007 erano stati i più generosi del mondo. I donatori privati inoltre, sono controllori molto attentidell’operato dell’organizzazione nella quale ripongono fiducia easpettative. Stimolato da questa richiesta di efficienza, ildirettivo dell’UNHCR ha fatto delle scelte precise. Lo staffimpiegato nella sede centrale dell’UNHCR a Ginevra è passatoda 1050 persone nel 2005 a 600 nel 2009 su un totale di 6503,riuscendo in questo modo a spostare molte più risorse sulcampo, laddove il lavoro è sempre piu’ necessario.

L'UTILIZZO DEI FONDI La Camera Nazionale della Moda Italiana,all’unanimità, nell’ultimo consiglio ha decisodi celebrare con un impegno concreto disolidarietà i suoi 50 anni di attività. Per taleoccasione era stata programmata una festaper celebrare l’anniversario. Considerato ildifficile momento la CNMI ha rimandatoogni mondanità e ha scelto di devolvere unagenerosa donazione a favore dell’emergenzanella Repubblica Democratica del Congo,dove la grave emergenza umanitaria vedecoinvolte migliaia di persone in fuga daicombattimenti. Persone sfollate e rifugiateche necessitano di ogni tipo di assistenza. Ladonazione della Camera della Modapermetterà di sostenere più di 200 famigliein una delle zone d’Africa maggiormentemartoriate al fine di offrire un sostegnoimmediato alle persone in difficoltà.Concretamente saranno distribuite tende,coperte, abiti, cibo, kit sanitari percombattere la malaria, che purtroppo,insieme alla guerra, è causa di morte permigliaia di persone.Grazie e ancora grazie alla Camera Nazionaledella Moda Italiana e alle persone sensibiliche portano avanti questa importanteistituzione per aver accolto con entusiasmo esenso di responsabilità la possibilità dicontribuire con una donazione allo sforzoumanitario dell’UNHCR per fronteggiarequesta emergenza.La Camera Nazionale della Moda Italiana hadichiarato inoltre di voler valutare lapossibilità di instaurare una collaborazioneduratura nel tempo con l’AltoCommissariato delle Nazioni Unite per iRifugiati per contribuire concretamente alsostegno di altri importanti progetti neipaesi dove l’UNHCR è presente.

così ha commentato il Cav. Mario Boselli,presidente della Camera Nazionale dellaModa Italiana (CNMI). La Camera Nazionaledella Moda Italiana, fondata nel 1958, èun’associazione senza scopo di lucro chedisciplina, coordina e promuove lo sviluppodella Moda Italiana. Così come previsto dalledisposizioni statutarie, CNMI è il punto diriferimento e l'interlocutore privilegiato pertutte quelle iniziative nazionali edinternazionali volte a valorizzare e apromuovere lo stile, il costume e la Modaitaliana nel nostro paese e all’estero.

Distribuzione dei fondi UNHCR nel mondo, più èscuro il colore, maggiore è la spesa prevista per il2009. Ragionando per macroregioni, la spesa è così ripartita:

Africa 36% Medio Oriente e Nord Africa 19% Asia e paesi dell’Oceano Pacifico 10%Europa 8% America 3% Programmi transnazionali 6% Fondi di riserva 10% Sede centrale UNHCR 8%

Ripartizione della spesa per le operazionisul campo. Dati 2007.

Trasporti e logistica: 16%Assistenza legale: 14% Istruzione: 10%Salute: 9%Cibo: 2%Supporto operativo ai partner: 15%Articoli domestici: 14% Tende e infrastrutture: 10%Servizi per la comunità ospite del campo: 5%Altro: 5%

LA CAMERA NAZIONALEDELLA MODA ITALIANA INSOSTEGNO DELL'EMERGENZAIN CONGO

La loro vicinanza e il sostegnoconcreto è la chiara dimostrazioneche le aziende possono e devonosempre più individuare all’internodella propria organizzazione unatteggiamento responsabile, checoinvolga tutte le persone cheruotano intorno all’azienda stessa eche contribuisca all’affermazione diun innovativo modello di impresa.

Ringraziamo inparticolare le aziende che nel corso dell’anno2008 ci sono stateaccanto:

ABI, Aeroporti Di Roma,Aeroporti Di Milano, Alitrans,Artenia, Assifin Italia, Autoimport,Calzaturificio Europa, Camera

Nazionale Della Moda Italiana,Claber Ecologia CoelsanusIndustria Conserve, Conversi eC., Cork Line, D-LinkMediterraneo, Eliocopy, Galotti,1967 So.Text.Co., Gruppo ItalianoVini, Euro Publishing,Immobiliare Final, Marsped,Mediamind, MEF, Monros, OpenCare, PricewaterhouseCoopers,Salauto, S.Com, S.O.L. Gel, Tavi,Technip Italy, Telesia.

Per informazioni su possibili collaborazioniaziendali con UNHCRcontattare: Marilena Albanese,[email protected]

GRAZIE A TUTTE LE

AZIENDE CHENEL CORSO

DEL 2008 HANNOSCELTO DI

SOSTENERE I PROGETTIDELL’ALTO

COMMISSARIATODELLE NAZIONI

UNITE PER IRIFUGIATI,

UNHCR, NEL MONDO.

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Rifugiati News 8

AIUTACI APROTEGGERLIDIVENTA UNAnGelo

dei Rifugiati

Gli Angeli dei Rifugiati sono personespeciali che di fronte a tragedie comel’esilio e la fuga, si impegnano inmodo concreto, con una donazioneregolare, a proteggere e assistere chiha perso tutto.

UNA DONAZIONE REGOLARE ÈIMPORTANTE PERCHÈ CONSENTE DI:

• reagire con prontezza alle emergenze • sostenere le famiglie dei rifugiati• costruire una rete di donatori consapevoli • evitare file e costi per i bollettini postali!

ANGELI NELLEEMERGENZEQuando una persona ècostretta a fuggire da casaimprovvisamente, senzaavere il tempo di prenderenulla con sé, ha bisogno ditutto. Spesso deveaffrontare un viaggio interritori sconosciuti e pienidi pericoli prima diarrivare in un posto sicuro.Quando ci arriva habisogno di cure mediche di pronto soccorso, acqua

pulita, cibo, riparo,documenti, conforto. Molto spesso quel postosicuro è un campodell’UNHCR. L’UNHCR gestisce - incollaborazione con 640partners - centinaia dicampi dove i rifugiati e glisfollati ricevono alloggio,assistenza e protezione.Quando scoppia una crisiumanitaria, il Team diEmergenza dell’UNHCRinterviene nel giro di 48ore per salvare il maggior

numero di vite umanepossibile. Portiamo viveri,acqua, tende, medicine,coperte e tutti gli altri aiutiimmediatamente necessari. Un Angelo nelleemergenze è una personache sta al fianco di chifugge nei primissimimomenti del soccorso,quelli cruciali per lasopravvivenza.È una persona che, graziea una donazione regolare,fa arrivare il suo aiuto inbrevissimo tempo negliangoli più remoti delmondo. È una persona chesi impegna a non lasciare imagazzini vuoti dopo unacrisi, ma li riempie intempo per poterintervenire subito, ancorauna volta.

ANGELIPER LE FAMIGLIEChi vive in un campodell’UNHCR èsopravvissuto a difficoltàincredibili, ha vissuto laviolenza della guerra, hapensato di poter perdere la vita. In alcuni casi irifugiati e gli sfollativivono nei campi per anni,perché non possonoritornare nel loro paese di origine. L’UNHCR cerca di dare

loro dignità e speranza.Costruiamo scuole in cui i bambini possanocostruirsi un futuro.Allestiamo ambulatorimedici dove curare lemalattie più frequenti.Scaviamo pozzi per dareacqua potabile al maggior

numero di personepossibile. Cerchiamo diricongiungere le famiglieche si sono dispersedurante la fuga. Dove sipuò, facciamo in modo chele persone possanoguadagnarsi da vivere,senza dipendere del tuttodagli aiuti. Un Angelo perle famiglie è una personache assiste chi è costretto avivere in un posto lontano,in una tenda. È unapersona che aiuta lefamiglie di rifugiati conuna donazione regolare,per affrontare le difficoltàche si presentano ognigiorno dell’anno: trovarecibo, acqua e legna percucinare, curarsi, dareun’istruzione ai bambini,ricominciare a sperare.

L'AGENZIADELL’ONU PER I RIFUGIATI È

PRESENTE IN 116PAESI DEL MONDO

PER DAREASSISTENZA

E PROTEZIONE A 33 MILIONI DI

PERSONE

L'85% DEGLI OPERATORI

DELL'UNHCR LAVORA

SUL CAMPO

Vicino a chi fugge, in tutto il mondo, ogni giorno

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Con il programma Angeli dei Rifugiati - Famiglie - potrai aiutarci a supportare le famiglie dei rifugiati nel crearsi una nuova vita.

Per aderire al programma con una donazione regolare compila e spedisci ilmodulo allegato, indicando la preferenza “Famiglie”.

Numero verde 800 298 000

Con il programma Angeli dei Rifugiati - Emergenze - potrai aiutarci a intervenireimmediatamente nelle situazioni più difficili.

Per aderire al programma con una donazione regolare compila e spedisci ilmodulo allegato, indicando la preferenza “Emergenze”,

oppure chiama il numero verde 800 298000.

Negli ultimi anni il Kenya è statopiù volte teatro di eventi chehanno costretto centinaia di

persone ad abbandonare le loro case e laloro vita. Un grande numero di sfollati si èavuto in seguito agli scontri scoppiatidurante le votazioni presidenziali nel 1992,1997 e 2002, ma anche a causa di disastrinaturali come inondazioni o siccità.Le contestazioni all’esito delle elezionipresidenziali, all’inizio del 2008, sono stateun’esperienza particolarmente traumaticae complessa per il paese. Si stima chesiano rimaste uccise più di 1200 persone eche, nel periodo in cui la crisi ha raggiuntoil suo apice (gennaio–febbraio 2008),siano fuggite tra le 350.000 e le 500.000persone. Allora l’UNHCR organizzò circa300 campi nel paese, la maggior parte deiquali nel sud ovest del Kenya, tra Naivashae Eldoret, dove le violenze erano state piùgravi. I rifugiati ospitati erano soprattuttopiccoli artigiani o agricoltori.Oggi, a un anno dalle violenze, decine dimigliaia di famiglie di sfollati stannoricostruendo la loro vita.

Proprio a Naivasha, cittadina a nord ovestdi Nairobi, un gruppo di 150 famigliecostrette a fuggire dalla provincia della RiftValley ha dato vita a una cooperativa: ilgruppo di auto-aiuto Jikaze, “lavoro duro”in lingua swahili. Dopo aver trascorsoalcuni mesi nel campo allestitodall’UNHCR nello stadio di Naivashainsieme ad altre centinaia di sfollati, questefamiglie hanno deciso di prendere inmano la propria vita e nel luglio 2008hanno acquistato un lotto di terra da circa100 ettari.“Nessuno di noi possedeva della terraprima” spiega Christine Ndinda, che faparte del direttivo del gruppo Jikaze.Sebbene la maggior parte degli 810membri della cooperativa viva ancora nelletende dell’UNHCR, molti hanno giàcominciato a piantare grano, patate, piselli,cavoli e mais. “Vorremmo comprare più terra, non soloda coltivare ma per costruirvi le nostrecase” dice Christine Ndinda. Le famigliedel gruppo Jikaze sono stateprobabilmente le prime a mettere insieme

RICOMINCIARECON DIGNITÀ Un gruppo di famiglie di sfollati ospiti del campoUNHCR di Naivasha in Kenia, riesce ad acquistareun pezzetto di terra da coltivare insieme

i loro risparmi privati e le sovvenzionigovernative per il reinsediamento (circa 93euro a famiglia) con l’obiettivo dicomprare una terra da coltivare, con laquale mantenersi. Hanno deciso diintraprendere un’esperienza di autonomia,ma anche di responsabilità condivise e discelte partecipate. Dal momento che neavevano la possibilità, hanno scelto dirimboccarsi le maniche e di mettersi ingioco. Attualmente le famiglie si stannorivolgendo a organizzazioni umanitarie e algoverno per raccogliere il capitalenecessario all’avvio dell’operazione, sottoforma di donazioni, mutui e microcredito.Gli operatori dell’UNHCR offrono unfondamentale supporto al loro percorso,assistendole nell’assolvere le difficilipratiche legali e burocratiche, nel gestire irapporti con i rappresentanti governativi e,addirittura, nell’evitare i truffatori. E oltre aquesto il gruppo ha bisogno di utensili, difertilizzanti, di assicurarsi regolari fornituredi acqua, di supporto legale eamministrativo. Tutto ciò è reso possibiledalle donazioni regolari, che mettono adisposizione in modo continuativo fondidestinati alle molteplici esigenze deirifugiati.Così, mentre in una delle tende del campodi Naivasha è stato attivato un asiloinfantile, mentre 100.000 sfollati in tutto ilKenya stanno cominciando a fare ritorno ailoro luoghi di origine, le famiglie dellacooperativa Jikaze non torneranno alla lorovita precedente. Le diverse provenienze ecompetenze dei membri della cooperativasi mescoleranno dopo fino a trasformarequesto insieme variegato di persone in unafiorente comunità di impresa, residentesulla propria terra. Al momento l’UNHCR segue sei gruppi diauto-aiuto. La sfida va oltre l’assicurare lasopravvivenza: si tratta di accompagnarecentinaia di esseri umani nella costruzionedi un domani che non dipenda più dagliaiuti umanitari internazionali, ma checonsenta loro di produrre ciò che ènecessario per vivere e per migliorare leloro condizione giorno per giorno. Sitratta, insomma, di rimettere il futuro ditante famiglie nelle loro mani.

Nella provincia del Nord Kivu,nella Repubblica Democraticadel Congo (DRC), l’UNHCR ha

allestito il nuovo campo di Mugunga III,destinato a ospitare più di 60.000 civili infuga. Si tratta dei diseredati provenienti daicampi di Kibati, dove fino a pochesettimane fa vivevano 67.000 sfollatiinterni. Kibati sorge a nord di Goma, Mugunga IIIè collocato a ovest del capoluogo dellaprovincia. 15 chilometri di distanzaseparano i due campi. Sembra niente, manel Congo in guerra una manciata dichilometri segna la distanza fra la morte ela sopravvivenza. Vicino a Kibati corre oggila linea del fronte che divide l’esercitoregolare della DRC dalle truppe dellaLord’s Resistance Army (LRA). Un conflittosanguinoso che è andato intensificandosidalla fine del 2006, e che ha costretto 1,4milioni di persone a lasciare la propriaterra, la propria casa e ogni bene percercare rifugio lontano dalle efferatezzedegli uomini in armi. Nella sola regionedel Nord Kivu, dal mese di agosto 2008,

cioè dalla ripresa del conflitto, l’UNHCR hacontato 250.000 sfollati. Di fatto a Kibati la situazione era diventatainsostenibile: i combattimenti si facevanoogni giorno più vicini all’area dei campiONU e la sicurezza dei rifugiati eracostantemente a repentaglio. Le parti inlotta ripetutamente si sono accanitecontro la popolazione civile; nel dicembrescorso due bambine, di 5 e 7 anni, sonostate colpite a morte da armi da fuoco ealcune donne sono state violentate nelleimmediate vicinanze del campo. Peraltro,il dilagare della guerra e l’avanzare delfronte dei combattimenti hanno indottoun numero sempre crescente di civili acercare protezione nei campi di Kibati,con il risultato che le strutture eranoormai prossime al collasso. Così ilgoverno locale e le agenzie internazionalihanno convenuto sulla necessità direalizzare in tempi strettissimi un nuovocampo di emergenza e di procedere aitrasferimenti su base volontaria. Il piano per la costruzione di Mugunga IIIera pronto, occorreva solo attendere

EMERGENZA IN CONGOMugunga III è il nuovo campo allestito inemergenza durante una tregua, per gli sfollati del Nord Kivu

l’occasione propizia per dare il via ailavori. Il momento opportuno si èpresentato quando è stato proclamato unlabile cessate il fuoco. Approfittando dellarelativa calma, gli operatori dell’UNHCR ei loro partner hanno delineato i confinidel campo. Il lavoro da fare non era poco:innanzitutto bisognava spianare bene ilterreno particolarmente accidentatoperché di origine lavica, creare le stradeper accedervi, preparare le infrastruttureessenziali come le latrine e il sistema didistribuzione dell’acqua, innalzare gliedifici di prima accoglienza. Tutto è stato fatto con la rapidità e la curache la guerra insegna e impone. Dopopochi giorni sono iniziati i trasferimenti. Ipiù forti hanno affrontato i 15 chilometridi cammino a piedi, mentre anziani,bambini, donne in gravidanza e malatisono stati trasferiti a bordo dei camiondelle Nazioni Unite. All’arrivo a MugungaIII, ogni famiglia ha avuto un piccolo lottodi terra e l’equipaggiamento di base: unrifornimento di generi di prima necessitàche comprende innanzitutto teli diplastica e bastoni per edificare unacapanna. Nel primo giorno di permanenzaal campo, non tutte le famiglie sonoriuscite a costruirsi un rifugio prima delcalar del sole: alcuni hanno trascorso lanotte in tende comuni, nelle quali erapossibile preparare un pasto caldo, inattesa del nuovo giorno per terminare illavoro. Nel frattempo, proseguiva ladistribuzione degli aiuti: cucine da campo,coperte, rotoli di teli di plasticaprovenienti dal deposito di emergenzadell’UNHCR a Ngara, in Tanzania. Nelvolgere di pochi giorni, gli iniziali 26 ettaridel campo sono stati ampliati fino a 105 ei 30.000 sfollati inizialmente previsti sonoraddoppiati. Nella disperazione della fuga, Mugunga IIIè una possibilità in più che l’UNHCR portaagli sfollati del conflitto congolese. Sitratta del quinto campo di emergenzaallestito a ovest di Goma – dopoMugunga I e II, Bulengo e Buhimba –anche grazie all’indispensabile contributodi migliaia di Angeli, che hanno respopossibile l’ennesimo intervento inemergenza.

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all’UNHCR, i fondi ricevuti dalla DGCS loscorso anno sono stati oltre il 90% in piùrispetto al 2007, confermando il trend increscita dei contributi alla nostra Agenziae portando l’Italia all’11° posto tra idonatori dell’UNHCR.

La DGCS sostiene in modo regolare iprogetti che contribuiscono allo sviluppodelle popolazioni, i contributi aiprogrammi generali sono destinati asostenere in particolare le attività checontribuiscono alla formazione e allaricostruzione, mentre una parte delcontributo volontario viene gestitoautonomamente dall’UNHCR a secondadelle esigenze e bisogni. I progetti sonoselezionati scrupolosamente; inAfghanistan, per esempio, la DGCS hacontribuito al rimpatrio dei rifugiati daPakistan e Iran e alla ricostruzione di casedestinate alle famiglie di rifugiati piùvulnerabili (anziani, disabili, donne capofamiglia) nella zona di Herat, in Siria

Rifugiati News 13Rifugiati News 12

di Flavio Bianchi

Da nord a sud, l’Italia è costellata di Angeli dei Rifugiati, grazieall’espansione delprogramma face to face

Sono migliaia gli Angeli dei Rifugiatiche hanno deciso di sostenere iprogetti dell’Agenzia dell’ONU per i

Rifugiati con una donazione regolare daquando, nel marzo 2007, ebbe inizio lacampagna di sensibilizzazione e raccoltafondi face to face. Questo bel risultato è stato raggiuntograzie all’impegno e alla costanza deidialogatori UNHCR che ogni giorno hannoincontrato persone sensibili e disposte adascoltare attraverso di loro la voce di chi haperso tutto a causa di guerre, persecuzionie violenze. Grazie a quell’incontro siamoriusciti a dare ai rifugiati una speranza e unaiuto concreto ogni giorno dell’anno.Milano, Genova, Firenze, Roma, Palermo epresto Bologna, Venezia, Torino potrannovedere nelle principali strade, piazze, centricommerciali, fiere e aeroporti della città inostri dialogatori pronti ad accogliere lepersone curiose e interessate a scoprire illavoro di protezione e assistenza chel’UNHCR svolge in più di 116 paesi almondo per 32 milioni di persone. È molto bello vedere come i nostri progetti

condizioni di sicurezza.“Gli Angeli prendono il volo” è il nomedella campagna che l’UNHCR ha lanciatonegli aeroporti: si svolge a Milano, sia aMalpensa che a Linate, all’aeroportoromano Leonardo da Vinci e presso loscalo di Genova in collaborazione con igestori e le autorità aeroportuali. Lacampagna vede i nostri dialogatoriposizionati all’interno dei terminal persvolgere l’attività di dialogo direttoinvitando le persone interessate ad aderireal programma Angeli dei Rifugiatiattraverso un sostegno regolare. Inaeroporto il passeggero può ascoltare dalvivo tutte le informazioni sui progettidell’Agenzia nei quali l’aviazione èprotagonista, soprattutto gli interventi diemergenza per distribuire kit medici ealimenti e per salvare il maggior numero divite umane. È proprio per questo chel’ambiente aeroportuale è un contestomolto vicino al nostro mandato, dove è piùfacile immaginare le nostre operazioni.“Quando ho deciso di trasferirmi da Milanoa Palermo ero molto dispiaciuta di doverlasciare il gruppo di dialogatori con cuilavoravo a Linate”, racconta FrancescaCorso, oggi team leader a Palermo.“Quando è nata l’idea di creare unasquadra nel capoluogo siciliano erofelicissima, ho coinvolto altre ragazze einsieme abbiamo iniziato a cercare Angelidei Rifugiati tra i palermitani e abbiamoincontrato tantissime persone sensibili”.Ma l’Italia non è l’unico paese a vedere inostri dialogatori per le strade delle città:l’Australia, il Giappone, la Thailandia, HongKong, la Spagna, la Germania e presto gliStati Uniti e il Canada vedranno ragazzi eragazze, muniti di pettorina, cappellino ecartellina con il logo UNHCR che dietro alladomanda “Vuole aiutarci a proteggere irifugiati?” o “Do you help us protectrefugees?” o ‘Quiere ayudarnos a protegera los refugiados?” hanno la stessa fortemotivazione ad aiutare i rifugiati attraversoil loro operato.Il nostro obiettivo è riuscire a espanderel’attività di dialogo diretto in molte altrecittà per far conoscere i progettidell’UNHCR al maggior numero possibiledi persone, presentarli in eventi speciali,fiere, centri commerciali e aeroporti – chegentilmente ci ospitano – per incontrarepersone sensibili, pronte a prendersi acuore la causa dei rifugiati.

siano talmente tanti e tanto articolati darispecchiare sempre i temi dellemanifestazioni che ci ospitano: nelle fierealimentari si illustra la distribuzione delcibo nei campi, laddove si parla di ecologiae sostenibilità si raccontano i progettiambientali, come le pompe a energiasolare installate in Nepal. Dove i temi sonola casa e l’arredamento, i nostri dialogatoripresentano le operazioni di ricostruzionedelle case per i rifugiati che, come nel casodi alcuni afghani, riescono a tornare alproprio paese grazie alle favorevoli

Siamo sempre alla ricercadi nuove opportunità e dinuovi luoghi che possanoospitare i nostri dialogatori,dunque se sei una personache prende parteall’organizzazione di eventi,fiere o altre manifestazionidove poter svolgere lanostra attività di dialogodiretto, contattaci! Saremo lieti di prendereparte all’evento!

DIALOGANDO CON GLI ITALIANI

di Alessandra Buonaccorsi

L’Italia contribuisce su base annuaalle operazioni dell’UNHCR intutto il mondo tramite la Direzione

Generale alla Cooperazione e lo Sviluppodel Ministero degli Affari Esteri (DGCS). Illivello del contributo dipende da diversifattori, in primo luogo varia in funzionedella disponibilità dei fondi assegnatianno per anno dalla legge finanziaria allaCooperazione e lo Sviluppo. Altro fattoredeterminante sono le emergenze chel’UNHCR viene chiamato ad affrontare;nel 2008 la DGCS, ha sostenuto, peresempio, le emergenze in Kenya,Pakistan, Bangladesh, Georgia e nellaRepubblica Democratica del Congo,Darfur, Chad, Somalia e Sri Lanka.Il contributo della DGCS viene destinatoa tre diverse tipologie di interventi: iprogrammi generali, le emergenze e gliinterventi a progetto paese.Il 2008 ha registrato il contributo più altodella storia del Governo Italiano

I contributi 2008 della Direzione Generalealla Cooperazione allo Sviluppo, Ministerodegli Affari Esteri, ai programmi UNHCR

Programmi Generali 24,25%

Etiopia 3,81%

Somalia 0,69%

Chad 5,89%

Kenya 3,46%

Sudan 5,89%

Repubblica Democratica del Congo 2,77%

Uganda 5,34%

Liberia 2,77%

Côte d'Ivoire 1,04%

Zimbabwe 0,35%

Tanzania 2,08%

Western Sahara 0,24%

Algeria 0,88%

Iraq 3,98%

Syria per i rifugiati iracheni 12,12%

Pakistan 5,22%

Bangladesh 0,35%

Georgia 1,04%

Colombia (EMBF) 1,04%

Colombia (MFA - DGCS) 1,73%

Sri Lanka (EMBF) 0,87%

Afghanistan 14,20%

Nel 2008 i fondi DGCS sono stati destinati ai paesi specificati nel grafico:

grazie al sostegno italiano siamo riusciti afinanziare gli studi secondari per 400ragazzi iracheni rifugiati e la riabilitazionedi presidi sanitari destinati ai rifugiatiIracheni e alla popolazione locale. InBurundi e in Sudan, la DGCS, hacontribuito a riportare a casa in sicurezzae dignità migliaia di rifugiati che sitrovavano in esilio nei paesi confinanti dadecenni. In situazioni d’emergenza ilcontributo è utilizzato per beni di primanecessità, trasporto, cure mediche, cibo.Il 2009 si prospetta come un annodifficile, alcune crisi si sono riacutizzate direcente e per altre ci stiamo preparando,augurandoci che le previsioni dimovimenti di massa della popolazione inalcune regioni non si avverino. Il vostrosostegno così come quello del GovernoItaliano saranno ancora una voltafondamentali per far sì che i 32 milioni dipersone sotto il nostro mandato possanosopravvivere e affrontare senza perdere lasperanza il dramma che ha sconvolto leloro vite.

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Rifugiati News 15Rifugiati News 14

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www.unhcr.itPer qualsiasi chiarimento e informazione sulle

donazioni online, sono sempre a vostradisposizione al numero di telefono 06/80212344.

ARTE PER I RIFUGIATI 2008di Maria Giulia Fontana Giusti

Il 1 Dicembre 2008 si è tenuta a Milano, presso la sede della casad’aste Sotheby’s, la settima edizione dell’asta “Arte Contemporaneaper i Rifugiati”, iniziativa che l’UNHCR porta avanti ormai da anni

grazie alla collaborazione ed alla generosità di artisti di fama nazionale edinternazionale che donando una loro opera mettono a disposizione illoro lavoro a sostegno dei progetti UNHCR nel mondo. I fondi raccoltigrazie all’asta di quest’ anno verranno destinati ad un progetto diistruzione primaria in Uganda ed in particolare saranno utilizzati per laricostruzione di scuole e la fornitura di banchi nei distretti di Adjumani eMoyo nel Nord dell’Uganda. Un ringraziamento particolare va quindi atutti gli artisti che hanno deciso non solo di sostenere l’UNHCR e i suoiprogetti ma soprattutto di aiutare i bambini ugandesi a costruirsi unfuturo migliore attraverso l’istruzione. Gli artisti che hanno resopossibile tutto questo sono: Afro, Andrea Aquilani, Roberto Bernardi &Raphaella Spence, Gregorio Botta, Enrico Castellani, Bruno Ceccobelli,Alessandro Dandini de Sylva, Gianni Dessì, HH Lim, Mimmo Paladino,Giangaetano Patanè, Nicolaj Pennestri, Giovanna Picciau, Alfredo Pirri,Oliviero Rainaldi, Pietro Ruffo, Remo Salvatori, Maurizio Savini, CroceTaravella, Giuseppe Uncini. Un sentito ringraziamento va inoltre alla casad’aste Sotheby’s che ha messo a disposizione la competenza del propriostaff nonché le sedi di Milano e di Roma per le esposizioni e per l’asta,agli sponsor AC&P, Technip e Telesia e ad Open Care per il preziosocontributo reso.

DONAZIONI DAL WEBdi Paolo Pacini

Come la maggior parte di voi avrà notato, a metàdicembre il sito internet www.unhcr.it è statoaggiornato. La strada da fare è ancora lunga, ma daoggi potremo affidarci a uno strumento moltoversatile, che ci permetterà di condividere con voimolte più esperienze rispetto al passato, attraversotesti, gallerie di foto e video. Una delle principali novitàè il nuovo modulo per le donazioni on-line: oltre a unaspetto grafico evoluto, sono presenti nuovefunzionalità, come la possibilità di sottoscriveredonazioni regolari e quindi diventare Angeli deiRifugiati direttamente dal nostro sito web. Comepotrete facilmente verificare dai vostri browser, lapagina risiede in un server sicuro: qualsiasiinformazione voi scriviate, sarà criptata secondo i piùalti standard di sicurezza. Abbiamo anche predispostoun box per i messaggi, che potrete compilare per“dedicare” la donazione ad una persona cara, ad unvostro parente oppure per inviarci un vostromessaggio. Saremo felici di leggere quanto vorretescriverci, “personalizzando” le vostre donazioniattraverso questo nuovo strumento di comunicazioneimmediata.

CHI SONO E DA DOVEVENGONO I RIFUGIATI E GLI SFOLLATILa differenza tra sfollati e rifugiati nonriguarda quello che queste personehanno vissuto o i motivi per cui sonofuggite, ma solo se hanno varcato oppureno il confine del proprio Paese: nelprimo caso sono rifugiati, nel secondosono sfollati. La convenzione di Ginevradel 1951 è il principale strumento legaleche definisce e tutela i rifugiati, ma nonparla di sfollati. Nonostante questo damolti anni ormai l’UNHCR ha il mandatoper occuparsi anche di loro. Possono essere persone singole chevengono perseguitate e decidono dilasciare il proprio Paese, come peresempio fece Albert Einstein, o chescelgono di trasferirsi in un’area più

sicura, come può accadere in unanazione abitata da diverse etnie, dislocatein aree geografiche diverse. Ma i rifugiatie gli sfollati possono anche avere lefattezze di una folla in esodo: migliaia dipersone che fuggono da una guerra,tutte insieme. Non si allontanano mai dimolto, infatti i paesi che ospitano ilmaggior numero di rifugiati sonoPakistan e Siria, confinati rispettivamente

con Afghanistan e Iraq da cuiprovengono quasi la metà di tuttirifugiati del mondo. Di seguito, intermini di quantità, ci sono i rifugiaticolombiani che fuggono per lo più inEcuador, i sudanesi verso Chad eUganda, i somali che trovano asilo inYemen o in Kenya.

PER CONOSCERCI MEGLIOa cura di Laura Perrotta

Qualche mese fa i donatori UNHCR hanno ricevuto un questionario in cui sichiedeva quali temi volessero vedereapprofonditi nei vari numeri di questa rivista e nelle altre nostre comunicazioni. In questapagina diamo un resoconto delle rispostericevute, grazie alle quali abbiamo unpanorama più dettagliato delle vostreesigenze di informazione.

Come abbiamo sempre fatto terremo benpresenti le vostre considerazioni e per partire colpiede giusto, iniziamo col soddisfare la richestapiù frequente: a pagina 6 si tratta il tema dellerisorse economiche, cioè da dove arrivano ecome sono impiegate le donazioni. Qui di seguitoinvece troverete una prima risposta alla domandasull’identità e la provenienza dei rifugiati e deglisfollati. Grazie ai tantissimi che ci hanno risposto!

I TEMI GENERALI SU CUI VORREI SAPERE DI PIÙ

LE AREE DELLE OPERAZIONI UNHCR CHE VORREI CONOSCERE MEGLIO

Chi sono e da dovevengono i rifugiati e gli sfollati 23, 5 %

Dove intervienel’UNHCR 19,5 %

Quali attività svolge 18,9 %

Dove e comevengono impiegate le mie donazioni 25,4 %

Altro 8,7%

Iraq 10,3 %

Ecuador 14,1 %

Somalia 24,8 %

Aghanistan 11,6 %

Darfur 16,5 %

Tutte 12,4 %

Altro 10,3%

Un rifugiato è chi, nelgiustificato timore d’essereperseguitato per la sua

razza, la sua religione, la suacittadinanza, la sua appartenenzaa un determinato gruppo sociale ole sue opinioni politiche, si trovafuori dello Stato di cui possiede lacittadinanza e non può o nonvuole domandare la protezione didetto Stato. Convenzione di Ginevradel 1951, art. 1

LIM - Words projects 2007