PROSPETTIVE ambiente DI POPOLI SCENARI modulo 2 – le regioni italiane o i dionale Che cos’è un...

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MODULO 2 – LE REGIONI ITALIANE 296 IN GIRO per i tratturi dell’Italia centro-meridionale Che cos’è un tratturo? I tratturi sono sentieri erbosi o pietrosi originatisi dal passaggio de- gli armenti: attraversavano le regioni appenniniche dell’Italia meri- dionale e venivano utilizzati per la transumanza, cioè per spostare all’inizio dell’estate le greggi di pecore dalle distese aride e soleg- giate della Puglia fino ai freschi pascoli dell’Abruzzo e del Molise e, poi, alle prime avvisaglie dell’autunno, per ricondurre gli animali in pianura. Il tratturo non era una strada, né tantomeno un sentiero, ma un percorso molto ampio, largo a volte più di cento metri, una sorta di “autostrada verde” che seguiva il fondovalle e da cui transitavano migliaia di animali, che lungo il tragitto si nutrivano dell’erba che trovavano sul tratturo stesso. La storia dei tratturi I tratturi furono utilizzati fin dalle epoche più antiche, quando la transumanza era occasione di incontro, e a volte pretesto di con- flitti, tra le varie popolazioni che abitavano l’interno della penisola italiana. In epoca romana, l’utilizzo dei tratturi fu regolato da norme severe, per tutelare anche i proprietari dei terreni circostanti dalla eccessiva voracità degli animali. I limiti del tracciato destinato al transito furono segnalati da appo- site pietre e lungo il percorso furono costruite aree attrezzate per il ristoro e il riposo di pastori e animali, vere e proprie stazioni di servi- zio dell’antichità. I tratturi vissero il loro periodo di massimo splen- dore a partire dal Tardo Medioevo, quando gli Aragonesi, i sovrani di origine spagnola che regnavano sull’Italia centro-meridionale, diedero grande impulso all’allevamento di ovini e trasformarono le antiche piste erbose in una più moderna rete infrastrutturale perfet- tamente funzionante. I tratturi oggi A partire dagli anni Cinquanta del Novecento, l’uso della transumanza ha cominciato a calare rapidamente, fino a estinguersi ai giorni nostri. Di conseguenza i tratturi hanno rischiato di scom- parire, sommersi dalla vegetazione, assorbiti dalle coltivazioni circostanti o dall’espansione delle zone abitate. Per fortuna, negli ultimi decenni vi è stata una riscoperta di questi percor- si, trasformati in tragitti da seguire a piedi, a cavallo o in bicicletta, lungo i quali trascorrere vacanze all’inse- gna dell’attività fisica, della natura e della cucina contadina, esplorando aree affascinanti e ricche di storia, altrimenti lontane dai consueti tra- gitti turistici. In alto e sopra: una mandria e un gregge di pecore nell’area archeologica di Sepino (Campobasso) nel Parco dei Tratturi. I tratturi molisani La regione in cui i tratturi si sono meglio conservati è il Molise, an- che grazie al fatto che il suo territorio ha una bassa densità di popo- lazione e per ampi tratti non è intensamente sfruttato dall’agricoltu- ra. Sul territorio molisano, tra l’altro, si intrecciavano tutti i principali tratturi usati dall’antichità fino al Novecento, che toccavano i centri più importanti della regione. Molte di queste località dovevano la propria rilevanza, e in alcuni casi la stessa nascita, al fatto di trovarsi lungo i percorsi usati nei secoli per la transumanza. Tra gli altri, Isernia si trova sul tratturo che da Pescasseroli, nel cuo- re del Parco nazionale d’Abruzzo, scendeva fino a Candela, in Puglia, passando anche per Boiano e Sepino, dove imponenti resti archeo- logici sanniti e romani dimostrano l’importanza di quest’area già in epoca antica. Campobasso invece si trova sul tratturo che da Castel di Sangro, in Abruzzo, raggiungeva Foggia. Altri tratturi passavano invece in prossimità della costa, unendo L’Aquila con Foggia. A col- legare tra loro queste arterie principali, che seguivano la penisola da nord a sud, vi erano poi i tratturelli, percorsi trasversali che andava- no da ovest a est seguendo le valli dei fiumi appenninici e creavano una griglia di sentieri che copriva l’intera regione. Per lunghi tratti i tratturi molisani sono ancora riconoscibili e pos- sono essere percorsi a piedi o a cavallo. Per tutelarli, segnalarli e possibilmente recuperare quelli che sono stati danneggiati, nel 1997 la Regione Molise ha istituito il Parco regionale dei Tratturi. Gregge al pascolo nei pressi di San Polo Matese (Campobasso). Paesaggio lungo il tratturo da Pescasseroli a Candela, nei pressi di Santa Croce del Sannio (Benevento). MOLISE ABRUZZO LAZIO PUGLIA CAMPANIA Benevento Caserta Chieti Celano L'Aquila Pescasséroli Roccaraso Marrone del Sannio Sepino Candela Isernia Castel di Sangro Montenero di Bisaccia Campobasso Lucera Foggia Montesecco Vasto Sulmona Guardiagrele Centurelle Tratturi Un asino in partenza per la transumanza con le bisacce cariche di agnellini. Molise 297 IN VIAGGIO letteratura con la C’ERA UNA VOLTA LA FORESTA: IL RUOLO DEL BOSCO NELLE FIABE E NELLE LEGGENDE EUROPEE Oggi, in Europa occidentale, le poche aree ricoperte da boschi si tro- vano in montagna, e sono considerate un patrimonio prezioso, meta di escursionisti amanti della natura. Ma in passato la situazione era assai diversa e il bosco occupava vaste aree anche nelle zone colli- nari e pianeggianti, creando ampie distese selvagge. Le foreste raggiunsero la loro massima espansione nell’Alto Medio- evo, quando la crisi dell’Impero romano, le invasioni barbariche e una serie di pestilenze portarono a una calo della popolazione, dei commerci e dell’agricoltura, e a una conseguente espansione del- la vegetazione spontanea, che conquistò anche zone in precedenza coltivate. In quei secoli, le aree boscose che incombevano intorno a città e villaggi erano un’importante risorsa, sfruttata dalle popolazioni eu- ropee per raccogliere legname, ghiande con cui nutrire gli animali, erbe medicinali, frutti e per cacciare selvaggina. Ma le foreste erano anche luoghi pieni di misteri e pericoli. Erano terre infestate da lupi, orsi e altri animali feroci; vi si aggiravano tutti coloro che sfuggivano alla società, ladri, fuorilegge e briganti, ma anche, secondo le credenze popolari, creature misteriose come stre- ghe e maghi. Nei boschi le strade erano malsicure, avventurarsi nel fitto degli alberi comportava sempre il rischio di scomparire e non tornare mai più. Un riflesso di questo importante ruolo del bosco, luogo terrificante e pieno di insidie, si ritrova nelle fiabe e nelle leggende diffuse in tutta la cultura europea, spesso nate proprio in epoca medioevale anche se molte di esse furono trascritte e rielaborate successivamente dal francese Charles Perrault (1628-1703) e dai fratelli tedeschi Jakob (1785-1863) e Wilhelm Grimm(1786-1859). Una di queste fiabe, Pollicino, presenta tutti gli aspetti più paurosi della foresta: il rischio di perdersi e non ritrovare più la via di casa, la presenza di esseri mostruosi, come l’orco che intende mangiare il protagonista e i suoi fratelli, i briganti che rapiscono l’orco stesso. Insidie analoghe sono associate al bosco in altre storie, come Cap- puccetto Rosso e Hänsel e Gretel. A volte invece il bosco è luogo di rifugio e tranquillità, come nel caso di Biancaneve o La Bella Addormentata. Anche i personaggi, in genere negativi, associati ai boschi possono riservare sorprese positive. Il ladro Robin Hood, protagonista della celebre leggenda medioevale ripresa da Walter Scott nel romanzo Ivanhoe (1820) e in numerosi film, abita nella foresta di Sherwood, nel Nord dell’Inghilterra, e si rivela un difensore dei deboli contro i prepotenti. Certo, si nasconde nel bosco e rapina gli esattori delle tasse, ma lo fa a fin di bene, per aiutare i poveri contadini depredati da governanti disonesti. Cappuccetto Rosso e il lupo, in una illustrazione di Gustave Doré. Illustrazione del pittore tedesco Alexander Zick per la fiaba Pollicino. Foresta di latifoglie in Transilvania (Romania). Capitolo 3 – Geografia fisica dell’Europa 117 Imparare a leggere e a interpretare nel paesaggio i segni lasciati dalla natura e dall’uomo; capire che esiste una stretta relazione tra la geografia e la storia; mettere in relazione aspetti storici, economici, antropologici e ambientali di rilevante importanza. Queste le competenze che PROSPETTIVE di Popoli & Scenari si prefigge di far raggiungere agli alunni della scuola secondaria di primo grado, nuovi cittadini, protagonisti del proprio futuro. Scenario. Ogni unità si apre con la presentazione di un caso di studio tratto dall’attualità. La lettura del presente introduce l’argomento dell’unità, perché la geografia è una disciplina viva che aiuta a comprendere il mondo in cui viviamo. Gli Scenari raccontano storie accattivanti e curiose, che stimolano l’interesse dei ragazzi e che aiutano a rendere visibili e concreti i contenuti di studio. Il presente e il futuro del porto olandese ben rappresentano l’importanza che due elementi del paesaggio naturale, il mare e i grandi fiumi navigabili, hanno avuto nello sviluppo dell’Europa. Capitolo 3 – Geografia fisica dell’Europa 73 MODULO 1 – GEOGRAFIA GENERALE 72 Capitolo 3 GEOGRAFIA FISICA DELL’EUROPA scenario UN CONTINENTE PROIETTATO SUL MARE Grazie ai suoi mari e ai suoi porti, l’Europa è stata al centro del commercio, degli scambi culturali, delle migrazioni lungo l’intera storia dell’umanità. E ancora oggi, nonostante sia più piccola e meno popolosa di altri continenti, attrae persone, merci e idee da tutto il mondo. Le coste europee Alcune regioni del nostro pianeta si presentano come blocchi di territorio con una forma molto chiara e defini- ta: l’Arabia è un enorme trapezio, l’America meridionale e l’India hanno l’aspetto di triangoli e l’Africa sembra com- posta da un grande rettangolo appoggiato su un triangolo. Al contrario l’Europa è caratterizzata da un profilo più articolato e irregolare, essendo costituita da una gran- de terra emersa che si estende dai Monti Urali fino alla Francia, sul cui perimetro si innestano quattro penisole principali (la Scandinavia, la Penisola Iberica, l’Italia e la Penisola Balcanica) e una serie di penisole minori. Al lar- go delle sue coste, poi, è presente un gran numero di isole e arcipelaghi che variano ulteriormente il profilo del con- tinente. Lungo le coste europee, i mari si insinuano tra le terre, andando a formare golfi e insenature chiusi da penisole e promontori e grandi bacini chiusi, come il Mar Nero, il Mar Baltico e lo stesso Mediterraneo, quasi inte- ramente circondati dalla terraferma. Il risultato è che, se si escludono le sconfinate distese della pianura rus- sa, nessun punto dell’Europa dista dal mare più di 500 km. Il mare: una porta verso il mondo Ciò significa che le coste europee hanno rappresentato una comoda porta d’accesso e un punto di par- tenza facilmente raggiungibile per merci, uomini, idee, scoperte, e il mare ha costituito una grande via di trasporto, per esplorare, com- merciare, conquistare. E infatti i popoli europei si sono lanciati sul mare fin dalle epoche più remote. I Micenei e i Greci hanno percorso l’intero Mediterraneo, i Romani lo hanno conquistato e dominato, i Vichinghi si sono spinti fino all’A- merica, i mercanti italiani hanno Non avendo più spazio per estendersi nel delta del Reno, Rotterdam ha deciso di trasfe- rirsi in mare aperto. Gli Olande- si, infatti, stanno costruendo un nuovo scalo rubando spazio al mare. Si chiamerà Maasvlakte 2, ed è destinato a diventare il più grande porto d’Europa, che poi, per gli Olandesi, significa battere sé stessi: il più grande porto eu- ropeo attualmente è proprio Rot- terdam, quello sul fiume. Pren- derà la forma di uno sterminato bacino esagonale, disseminato di enormi gru e magazzini, lungo i cui moli potranno trovare posto centinaia di gigantesche navi portacontainer. Nel 2012 è stata ultimata una nuova diga marittima fissa di 3,5 km di lunghezza (più lunga, tanto per fare un paragone italia- no, dello Stretto di Messina) che servirà a proteggere dal mare il nuovo scalo. Per costruirla sono stati sistemati in acqua ventimila blocchi di cemento utilizzando una gru costruita apposta. Settecento persone hanno preso parte alla grande impresa che, quando la prima nave attrac- cherà nelle banchine appena ultimate, doterà Rotterdam del «nuovo» porto e darà all’Europa intera una nuova porta attraver- so cui scambiare merci e prodotti con il resto del pianeta. Il porto fluviale di Rotterdam Giustamente battezzato Europo- ort «porta dell’Europa», il porto di Rotterdam è stato per decenni, a partire dagli anni Sessanta del No- vecento, lo scalo commerciale più grande del mondo, e oggi è il se- condo, superato solo da Shangai. Le sue banchine si estendono per chilometri sulla sponda me- ridionale del Nieuwe Maas, un canale navigabile che fa parte del delta del Reno, fino a raggiunge- re le sponde del Mare del Nord. L’area circostante è occupata da magazzini, dogane, raffinerie, depositi da cui passano merci di ogni genere. Oltre che per la grandezza e la quantità di merci spostate, il por- to di Rotterdam è famoso per le tecnologie all’avanguardia usate per immagazzinare e muovere i materiali. Una delle attività svol- te all’interno del porto consiste nel prelevare i container impilati sul ponte delle navi e trasferirli Il porto di Rotterdam raddoppia Fotografia aerea del nuovo porto in costruzione. sui mezzi che li devono portare verso la loro destinazione finale. Molti container finiscono su un treno merci, o più raramente su un camion. Nella maggior parte dei casi, tut- tavia, il mezzo prescelto è un’al- tra nave o una chiatta, che risale il Reno o percorre uno dei tanti canali navigabili che collegano Rotterdam con il resto dell’Olan- da e i Paesi vicini, e arrivano fino alla Francia, al Mar Baltico e al Mar Nero. Novgorod Riga Norimberga Praga Lipsia Lubecca Copenaghen Malmö Danzica Stoccolma Gand Rouen Londra Winchester Parigi Lione St-Gilles Bordeaux Barcellona Granada Cadice Siviglia Toledo Cordova Lisbona Santiago de Compostela León Saragozza Marsiglia Firenze Siena Pisa Genova Milano Verona Venezia Roma Napoli Bari Palermo Ragusa Tessalonica Vienna Colonia Francoforte Amburgo Brema Basilea Costantinopoli Tebe Atene Candia Smirne Tangeri Stretto di Gibilterra Mar Nero Tunisi Bonifacio Cagliari Vie marittime: delle città del Nord Europa di Venezia di Genova Principali centri di attività commerciale Vie terrestri Cracovia Gli scambi commerciali nel Medioevo commerciato con tutti i popoli dal Mar Nero a Gibilterra (vedi carta a fianco), i soldati crociati sono salpati via mare per la Terra Santa e i Portoghesi, gli Spagnoli, gli Olandesi, gli Inglesi e i Francesi hanno esplorato e conquistato gli altri continenti. Il ruolo dei fiumi I grandi fiumi navigabili, come il Reno, il Tamigi, la Loira, il Danubio, hanno poi consentito di far risalire le navi e i battelli dal mare fino alle regioni più interne. Inoltre, la pre- senza degli estuari dei fiumi sulle rive dell’Atlantico ha per- messo di costruire grandi porti fluviali a pochi chilome- tri dall’oceano, al riparo dalle tempeste e dalle maree, che sull’oceano sono particolarmente alte. È ciò che è avvenuto a Londra, Siviglia, Amburgo, Lisbona, tutte città dotate di un grande scalo fluviale, da cui le navi partivano in passato, e partono oggi, per raggiungere tutti gli angoli del pianeta. Treni portacontainer. Nave in partenza dal porto fluviale di Rotterdam. Geostoria. Il ritmo delle unità è scandito dalla ricorrente presenza delle pagine dedicate al collegamento tra la geografia e la storia, due discipline strettamente connesse. Il passaggio dell’uomo modifica il paesaggio e il territorio e, nello stesso tempo, gli elementi naturali e la presenza di risorse favoriscono od ostacolano gli insediamenti umani e lo sviluppo delle civiltà. Le pagine di Geostoria mirano a far comprendere agli allievi come i fenomeni storici e geografici siano profondamente legati dall’antichità ai nostri giorni. Competenze di cittadinanza. Accompagnate da proposte di lavoro di tipo laboratoriale e collaborativo, le pagine dedicate alle competenze di cittadinanza permettono di mettere a fuoco i temi legati alla tutela del territorio e del patrimonio storico-artistico, fermano l’attenzione degli alunni su scottanti argomenti di attualità come la difesa dei diritti umani nel mondo, consentono di conoscere le organizzazioni nazionali e internazionali che si occupano dello sviluppo, aiutano a prendere consapevolezza del fatto che ciascuno può dare il proprio contributo per la costruzione di un futuro migliore. geostoria MODULO 2 – LE REGIONI ITALIANE 268 Emilia-Romagna 269 LA CENTURIAZIONE ROMANA NELLA PIANURA PADANO-VENETA Un’area intensamente sfruttata fin dall’antichità La Pianura Padano-Veneta è una delle aree più antropizzate d’Europa, cioè una delle regioni in cui la presenza umana ha trasformato maggiormente il territorio, sfruttandolo per l’insediamento, per le atti- vità commerciali e industriali o per l’agri- coltura e l’allevamento intensivi e lascian- do pochissimo spazio alla natura e alla crescita spontanea di boschi e foreste. Il sistematico utilizzo di questi territo- ri, favorito dalla fertilità del suolo, dalla presenza di acque dolci e dalla mancanza di rilievi, non è un fatto recente, ma risale all’epoca romana. Ne è una dimostrazione la stessa disposizione dei principali centri abitati dell’Emilia-Romagna, in gran parte allineati a distanze regolari lungo la via Emi- lia, la via consolare costruita dopo la conquista della regione nel III secolo a.C. per unire con un percorso quasi interamente rettilineo Rimini, a sud-est sulle rive dell’Adriatico, con Milano, a nord-ovest della Pianura. Molte città della Pianura Padano-Veneta conservano poi la tipica struttura regolare degli antichi centri romani, con due assi maggiori che si incontrano nella piazza principale e dai quali si sviluppa una griglia di strade secondarie che si incrociano tra loro ad angolo retto. Tra gli esempi meglio conservati di schema stradale antico vi sono il centro storico di Piacenza, una delle più importanti città edificate sulla via Emilia, quello di Torino e quello di Verona. Le centurie romane Ma non sono solo la rete urbana e l’impianto viario di alcune città a mostrare i segni evidenti della presenza romana in questa regione. Alcuni tratti di campagna riportano ancora le tracce della centuria- zione romana, cioè della spartizione dei terreni in lotti (porzioni) rettangolari, ciascuno dei quali veniva assegnato a un colono per- ché lo coltivasse. Nella Pianura Padana la centuriazione avvenne subito dopo la conquista romana e andò di pari passo con la costruzione della via Emilia. Il suo scopo, oltre che di aumentare la produzione agrico- la, era di imporre il controllo romano sui territori appena annessi, assegnando i lotti a ex soldati che avevano partecipato alla loro conquista. I tecnici addetti alla suddivisione e centuriazione del ter- ritorio erano detti agrimensori ed erano persone di grande cultura tecnica. Solo chi superava speciali esami poteva svolgere questa professione. Scuole per agrimensori esistevano nei centri maggiori dell’impero; il piano di studi prevedeva geometria, astronomia, fisi- ca terrestre e giurisprudenza. Il disegno mostra la costruzione di una strada ai tempi dell'antica Roma. Tratto della via Emilia nel Comune di Rubiera. Il loro principale strumento di lavoro era la groma, composta da una croce a quattro bracci, un braccio di sostegno e un’asta di supporto. Una volta conficcata nel punto da cui doveva partire la centuriazio- ne e orientata nel modo corretto, la groma consentiva di indicare sul terreno confini regolari, che venivano marcati posizionando dei paletti nel suolo. Una grande opera ingegneristica Una volta suddiviso il terreno, per consentire a ciascun colono di raggiungere il proprio lotto e coltivarlo si costruivano strade e cana- li, che si diramavano dalla via Emilia e dal Po (o dai suoi affluenti) per raggiungere ogni singolo campo. Sulla pianura si tracciava così per chilometri e chilometri un vastissi- mo reticolato a maglie regolari, costituito da canali e strade princi- pali (dette decumani, se correvano da est a ovest, o cardini, se corre- vano da nord a sud) che si incrociavano ad angolo retto delimitando gli appezzamenti più vasti di forma quadrata (le cosiddette centurie) all’interno dei quali i confini dei singoli appezzamenti erano tracciati da sentieri e canali più sottili, anch’essi perpendicolari tra loro. Si trattava di un’opera infrastrutturale enorme, che comportò bonifi- che di paludi, diboscamenti, costruzioni di argini e ponti e che coin- volse decine di migliaia di persone. I segni sul territorio attuale Le tracce di questa grande opera in- gegneristica sono tuttora evidenti nel- le fotografie aeree di certi tratti della Pianura Padana lungo la via Emilia, ad esempio nella campagna cesenate e nel- la pianura modenese e bolognese. In queste ampie distese di campagna pianeg- giante i confini tra i vari terreni, i percorsi dei canali e delle strade continuano a essere gli stessi tracciati dagli antichi Romani e il reti- colo della centuriazione è ancora visibile. La centuriazione è riconoscibile anche in altre aree della Pianura Padano-Veneta: • tra le province di Padova e Venezia, nell’area che viene definita Graticolato Romano; • nella zona di Comun Nuovo, in provincia di Bergamo; • nel tratto di campagna compreso tra Adria e Rovigo; • nella pianura mantovana. Al di fuori della Pianura Padana, che è senza dubbio l’area in cui la centuriazione fu più estesa, questa antica lottizzazione dei terreni agricoli fu praticata ed è ancora oggi a tratti visibile anche in altre zone d’Italia, in particolare: • nella Pianura Campana, a nord di Napoli, tra i Comuni di Aversa e Capua; • nella campagna tra Firenze e Prato. L’Arco romano di Augusto a Rimini (27 a.C.) sorgeva nel punto di incontro tra la via Flaminia e la via Emilia. Veduta aerea di un tratto della pianura nella provincia di Padova che mostra i segni della centuriazione. Colono Chi viene inviato dalla propria patria ad abitare e coltivare terreni conquistati o acquisiti. MODULO 1 – GEOGRAFIA GENERALE 36 COMPETENZE Cittadinanza Il dissesto idrogeologico MAR TIRRENO MARE ADRIATICO MAR IONIO MAR LIGURE M A R M E D I T E R R A N E O Frane Alluvioni Valanghe I disboscamenti selvaggi in- deboliscono i fianchi delle montagne. Gli antichi terrazzamenti ven- gono abbandonati all’incuria. Si costruiscono case in zone soggette a inondazioni o inte- ressate da fenomeni vulcanici, esponendo gli abitanti al peri- colo di frane o colate laviche. Si lasciano accumulare detriti nei letti dei fiumi, rischiando così di intasare il corso delle acque e provocare esondazio- ni. Spesso sui giornali e nei notiziari televisivi si sente parlare di dissesto idrogeologico del territorio italiano, cioè dei gravi dan- ni provocati da frane, smottamenti, alluvioni, burrasche che col- piscono il nostro Paese. L’Italia, infatti, è formata per lo più da terreni montagnosi e collinari, percorsi da fiumi ripidi e veloci, e dunque soggetti a frane, inoltre ha centinaia di chilometri di coste esposte all’azione del mare. La consapevolezza del rischio di cata- strofi naturali dovrebbe indurre tutti a fare il possibile per preve- nirli. Invece spesso accade il contrario: ecco alcuni comportamenti che possono aggravare le conseguenze di eventi naturali. Le possibili soluzioni Le leggi che imporrebbero ai Comuni e alle regioni di individuare i possibili rischi e intervenire per prevenirli già esistono, ma pur- troppo spesso non vengono applicate per mancanza di fondi. In realtà, prevenire sarebbe un ottimo investimento, perché i costi da affrontare per riparare i danni dopo che un territorio è stato danneggiato sono molto maggiori. L’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ad esempio, ha compilato una carta in cui sono indicati tutti i luoghi su cui in passato si sono abbattuti eventi naturali come inondazioni, frane, smotta- menti: è uno strumento importante per programmare gli inter- venti futuri alla luce delle esperienze avvenute in passato. Prova anche tu a valutare il rischio idrogeologico della tua zona. Chiedi ai tuoi genitori o ai tuoi nonni se in passato nel tuo comune o in quelli limitrofi si sono verificate frane, alluvioni o inondazioni. Sono stati compiuti interventi per regolare le acque o contenere eventuali frane? Sono stati emanati provvedimenti per regolare le costruzioni e prevenire rischi futuri? Attività I rischi idrogeologici Terrazzamenti Muri costruiti lungo i pendii delle colline per creare dei ripiani dove poter coltivare e per contenere le frane. Capitolo 2 – Paesaggi e ambienti 37 a m b i e n t e Le piramidi di terra di Renon, in Trentino-Alto Adige. 1 2 3 LE PIRAMIDI DI TERRA Una dimostrazione evidente dell’erosione compiuta dall’acqua lungo le pendici delle montagne è data dallo spettacolare fenomeno delle piramidi di terra osservabile in molte zone delle Alpi, in particolare in Trentino-Alto Adige. Dobbiamo immaginare che millenni fa la zona ritratta nella fotografia fosse un pendio disseminato di grossi massi (fig. 1). L’acqua piovana e i ruscelli a poco a poco hanno inci- so il terreno (fig. 2). Ma le colonne di terra sotto alcuni massi, più compatte e solide proprio perché pressate dal peso delle pietre, hanno resistito all’erosione e hanno finito per restare isolate innalzandosi per diversi metri (fig. 3). Frana nel comune di Vernazza (Liguria), colpito nel 2011 da una disastrosa alluvione. (Vedi pag. precedente). COMPLETA 1. Quali sono le azioni compiute dalle forze esogene? a. .............................................. b .............................................. c. .............................................. RISPONDI 2. Qual è l’azione del mare? 3. Perché nelle zone con tanti alberi si verificano poche frane? Un libro per viaggiare. La geografia invita al viaggio. I percorsi letterari (“In viaggio con la letteratura”) accompagnano gli studenti alla scoperta del territorio e delle culture attraverso le parole dei più grandi narratori contemporanei; le gite virtuali (“In giro per…”) consentono di scoprire, seguendo itinerari fotografici, i luoghi e le città più interessanti e ricchi di fascino del pianeta. La didattica. PROSPETTIVE di Popoli & Scenari propone un apparato didattico graduato e differenziato che consente di verificare conoscenze attraverso le attività in itinere poste a lato del testo, abilità nelle prove di fine unità, competenze anche secondo la metodologia INVALSI nei laboratori. Tutto il percorso didattico è finalizzato al raggiungimento dei Traguardi per lo Sviluppo delle Competenze e all’acquisizione di un personale ed efficace metodo di studio. conoscenze delle verifica MODULO 1 – GEOGRAFIA GENERALE 24 Capitolo 1 – Gli strumenti della geografia 25 competenze delle laboratorio Roma Milano Napoli L’Aquila Torino 1. Completa il brano con le parole seguenti. ovest • bussola • punti cardinali • oriente • Sole sud • nord • stelle • ago magnetico Fin dall’antichità per orientarsi si prendono come punti di ri- ferimento il ....................................... e le ................................................................ perché at- traverso di essi si possono individuare i ................................................................ e cioè il nord, l’ovest, il sud, l’est. Il sole nasce a ................................................ . (est) e tramonta a occidente (................................................................); a mezzo- giorno la posizione del Sole indica il .............................................................................. Per orientarsi gli uomini hanno inventato uno strumento più sicuro e che è sempre a disposizione anche quando il cielo è coperto: la ................................................................ . È uno strumento basato su un ............................................................................. che indica sempre il .................................................. . 2. Tra le seguenti affermazioni sottolinea quelle vere, poi riscri- vi quelle errate correggendole. a. Meridiani e paralleli sono linee immaginarie che permetto- no di localizzare un punto sulla superficie terrestre. ................................................................................................................................................................................................... b. I paralleli con circonferenza minore si trovano vicino all’E- quatore, quelli con circonferenza maggiore vicino ai Poli. ................................................................................................................................................................................................... c. Una carta geografica è una rappresentazione esatta della realtà in ogni dettaglio. ................................................................................................................................................................................................... 1. Osserva la carta d’Italia e indica in che posizione si trovano queste città. a. Roma è a ................................................................. rispetto a Milano. b. Roma è a ................................................................. di Napoli. c. Roma è a ................................................................. dell’Aquila. d. Milano è a ................................................................. di Roma. e. Milano è a ................................................................. di Torino. f. Torino è a ................................................................. dell’Aquila. 3. Collega i termini con le rispettive definizioni. 3. Utilizza la scala di riduzione per scoprire la distanza tra Roma e Latina. a. Misura la distanza sulla carta: quanti cm ci sono tra i due punti? ......................................................... b. Ora moltiplica il numero di cm per la scala di riduzione, che numero ottieni? ................................. c. Adesso fai l’equivalenza per trasformare i cm in m o km: ........... ...................................................................................................... d. Hai così ottenuto la distanza reale tra questi due luoghi. RIORGANIZZARE LE CONOSCENZE ORIENTAMENTO STRUMENTI E LINGUAGGIO DELLA GEOGRAFICITÀ CONOSCERE LE PAROLE DELLA GEOGRAFIA 1. Latitudine 2. Longitudine 3. Curve di livello 4. Planisfero 5. Legenda a. Distanza di un meridiano dal Meridia- no fondamentale, misurata in gradi. b. Linee che collegano tutti i punti su una stessa quota e che danno quindi l’idea della forma delle montagne. d. Spiegazione dei simboli e delle abbre- viazioni usati in una carta geografica. e. Distanza di un parallelo dall’Equato- re, espressa in gradi. c. Carta che riproduce tutto il mondo. 4. Indica quale dei seguenti grafici è un istogramma, quale un diagramma cartesiano e quale un areogramma, scrivendo il nome nello spazio sotto di essi. Popolazione alla data dei vari cenisimenti ................................................................................................................................. ........................................................................................................................................................................ ................................................................................................... 42° 43° 13° 13° 14° 14° Isole Ponziane Zannone Ponza Ventotene Palmarola (Latina) CITTÀ DEL VATICANO LAZIO CAMPANIA 2793 La Maiel 541 M. Circeo M a r s i c a Agro Pont i n o A gro Rom ano M ont i Si mbr ui ni ) ( Pas di Rio 1044 d Golfo di Gaeta MAR TIRRENO NA Celano Gaeta Fondi Sezze Ferrentino Formia Terracina Nettuno Anzio Sora Marino Albano no Subiaco Tivoli Mentana Monterotondo Civita Castellana Palestrina Velletri Lido di Ostia Frascati Pomezia Aprilia Anagni Isola del Liri Cassino Fiuggi Roccaraso Tagliacozzo Sulmona Scanno Cocullo Pòpoli Guard Avezzano Pescasseroli Venafro Teano Sessa Aurunca Santa M Capua Av Po ROMA Isern Latina Frosinone Ischia Procida Piana del Fucino Atern o Sacco alto e A n i e ne Liri Lago di Bracciano G a r i g l i a n o 100 200 500 1000 2000 3000 4000 ghiacciai 2000 1000 200 100 50 30 0 Scala 1 : 1 600 000 0 20 40 10 30 50 km Popolazione urbana e rurale in Italia 40% 7% 53% Utilizzo dell’acqua in Italia 2. Costruisci una mappa mentale della tua scuola sulla carta quadrettata che trovi qui sotto. Si chiama mappa menta- le quella carta che ognuno crea nella sua testa per potersi orientare nei luoghi in cui vive, che non ha proporzioni preci- se, né scala di riduzione. Al termine posiziona correttamente i quattro punti cardinali. Puoi individuarli osservando i movi- menti del Sole o con l’aiuto di una bussola. 4. Scrivi una sintesi, o prepara un’esposizione, seguendo la trac- cia proposta. a. Per orientarsi è necessario avere dei punti di riferimento sicu- ri e sapere dove ci troviamo. b. Come si leggono e come si usano le carte geografiche. c. Le diverse tipologie di carte geografiche. RIELABORARE LE CONOSCENZE d. Nelle carte geografiche per convenzione il nord è posto in alto, l’ovest a destra, l’est a sinistra, il sud in basso. ................................................................................................................................................................................................... e. Per inserire la carta del mondo in un libro bisogna adottare una scala molto grande e per disegnare la pianta di un campo di calcio occorre una scala molto piccola. ................................................................................................................................................................................................... PROSPETTIVE DI POPOLI & SCENARI

Transcript of PROSPETTIVE ambiente DI POPOLI SCENARI modulo 2 – le regioni italiane o i dionale Che cos’è un...

modulo 2 – le regioni italiane296

in giroper i tratturi dell’Italia centro-meridionale

Che cos’è un tratturo?I tratturi sono sentieri erbosi o pietrosi originatisi dal passaggio de-gli armenti: attraversavano le regioni appenniniche dell’Italia meri-dionale e venivano utilizzati per la transumanza, cioè per spostare all’inizio dell’estate le greggi di pecore dalle distese aride e soleg-giate della Puglia fino ai freschi pascoli dell’Abruzzo e del Molise e, poi, alle prime avvisaglie dell’autunno, per ricondurre gli animali in pianura. Il tratturo non era una strada, né tantomeno un sentiero, ma un percorso molto ampio, largo a volte più di cento metri, una sorta di “autostrada verde” che seguiva il fondovalle e da cui transitavano migliaia di animali, che lungo il tragitto si nutrivano dell’erba che trovavano sul tratturo stesso.

la storia dei tratturiI tratturi furono utilizzati fin dalle epoche più antiche, quando la transumanza era occasione di incontro, e a volte pretesto di con-flitti, tra le varie popolazioni che abitavano l’interno della penisola italiana.In epoca romana, l’utilizzo dei tratturi fu regolato da norme severe, per tutelare anche i proprietari dei terreni circostanti dalla eccessiva voracità degli animali. I limiti del tracciato destinato al transito furono segnalati da appo-site pietre e lungo il percorso furono costruite aree attrezzate per il ristoro e il riposo di pastori e animali, vere e proprie stazioni di servi-zio dell’antichità. I tratturi vissero il loro periodo di massimo splen-dore a partire dal tardo medioevo, quando gli Aragonesi, i sovrani di origine spagnola che regnavano sull’Italia centro-meridionale, diedero grande impulso all’allevamento di ovini e trasformarono le antiche piste erbose in una più moderna rete infrastrutturale perfet-tamente funzionante.

i tratturi oggiA partire dagli anni Cinquanta del Novecento, l’uso della transumanza ha cominciato a calare rapidamente, fino a estinguersi ai giorni nostri.

Di conseguenza i tratturi hanno rischiato di scom-parire, sommersi dalla vegetazione, assorbiti dalle coltivazioni circostanti o dall’espansione delle zone abitate. Per fortuna, negli ultimi decenni vi è stata una riscoperta di questi percor-si, trasformati in tragitti da seguire a piedi, a cavallo o in bicicletta, lungo i quali trascorrere vacanze all’inse-gna dell’attività fisica, della natura e della cucina contadina, esplorando aree affascinanti e ricche di storia, altrimenti lontane dai consueti tra-gitti turistici.

In alto e sopra: una mandria e un gregge di pecore nell’area archeologica di Sepino (Campobasso) nel Parco dei Tratturi.

i tratturi molisaniLa regione in cui i tratturi si sono meglio conservati è il molise, an-che grazie al fatto che il suo territorio ha una bassa densità di popo-lazione e per ampi tratti non è intensamente sfruttato dall’agricoltu-ra. Sul territorio molisano, tra l’altro, si intrecciavano tutti i principali tratturi usati dall’antichità fino al Novecento, che toccavano i centri più importanti della regione. Molte di queste località dovevano la propria rilevanza, e in alcuni casi la stessa nascita, al fatto di trovarsi lungo i percorsi usati nei secoli per la transumanza. Tra gli altri, isernia si trova sul tratturo che da Pescasseroli, nel cuo-re del Parco nazionale d’Abruzzo, scendeva fino a Candela, in Puglia, passando anche per Boiano e Sepino, dove imponenti resti archeo-

logici sanniti e romani dimostrano l’importanza di quest’area già in epoca antica. Campobasso invece si trova sul tratturo che da Castel di Sangro, in Abruzzo, raggiungeva Foggia. Altri tratturi passavano invece in prossimità della costa, unendo L’Aquila con Foggia. A col-legare tra loro queste arterie principali, che seguivano la penisola da nord a sud, vi erano poi i tratturelli, percorsi trasversali che andava-no da ovest a est seguendo le valli dei fiumi appenninici e creavano una griglia di sentieri che copriva l’intera regione.Per lunghi tratti i tratturi molisani sono ancora riconoscibili e pos-sono essere percorsi a piedi o a cavallo. Per tutelarli, segnalarli e possibilmente recuperare quelli che sono stati danneggiati, nel 1997 la Regione Molise ha istituito il Parco regionale dei Tratturi.

Gregge al pascolo nei pressi di San Polo Matese (Campobasso).

Paesaggio lungo il tratturo da Pescasseroli a Candela, nei pressi di Santa Croce del Sannio (Benevento).

MOLISE

A BRUZZO

LAZ IO

PUGL I A

CAMPAN I A

BeneventoCaserta

Chieti

Celano

L'Aquila

Pescasséroli

RoccarasoMarronedel Sannio

Sepino

Candela

Isernia

Castel di Sangro

Montenerodi Bisaccia

Campobasso

Lucera Foggia

Montesecco

VastoSulmona

Guardiagrele

Centurelle Tratturi

Un asino in partenza per la transumanza con le bisacce cariche di agnellini.

molise 297

in viaggio letteraturacon la

C’ERA UNA VOLTA LA FORESTA: IL RUOLO DEL BOSCO NELLE FIABE E NELLE LEGGENDE EUROPEE Oggi, in Europa occidentale, le poche aree ricoperte da boschi si tro-vano in montagna, e sono considerate un patrimonio prezioso, meta di escursionisti amanti della natura. Ma in passato la situazione era assai diversa e il bosco occupava vaste aree anche nelle zone colli-nari e pianeggianti, creando ampie distese selvagge.Le foreste raggiunsero la loro massima espansione nell’Alto Medio-evo, quando la crisi dell’Impero romano, le invasioni barbariche e una serie di pestilenze portarono a una calo della popolazione, dei commerci e dell’agricoltura, e a una conseguente espansione del-la vegetazione spontanea, che conquistò anche zone in precedenza coltivate. In quei secoli, le aree boscose che incombevano intorno a città e villaggi erano un’importante risorsa, sfruttata dalle popolazioni eu-ropee per raccogliere legname, ghiande con cui nutrire gli animali, erbe medicinali, frutti e per cacciare selvaggina. Ma le foreste erano anche luoghi pieni di misteri e pericoli. Erano terre infestate da lupi, orsi e altri animali feroci; vi si aggiravano tutti coloro che sfuggivano alla società, ladri, fuorilegge e briganti, ma anche, secondo le credenze popolari, creature misteriose come stre-ghe e maghi. Nei boschi le strade erano malsicure, avventurarsi nel fitto degli alberi comportava sempre il rischio di scomparire e non tornare mai più.Un riflesso di questo importante ruolo del bosco, luogo terrificante e pieno di insidie, si ritrova nelle fiabe e nelle leggende diffuse in tutta la cultura europea, spesso nate proprio in epoca medioevale anche se molte di esse furono trascritte e rielaborate successivamente dal francese Charles Perrault (1628-1703) e dai fratelli tedeschi Jakob (1785-1863) e Wilhelm Grimm (1786-1859). Una di queste fiabe, Pollicino, presenta tutti gli aspetti più paurosi della foresta: il rischio di perdersi e non ritrovare più la via di casa, la presenza di esseri mostruosi, come l’orco che intende mangiare il protagonista e i suoi fratelli, i briganti che rapiscono l’orco stesso. Insidie analoghe sono associate al bosco in altre storie, come Cap-puccetto Rosso e Hänsel e Gretel. A volte invece il bosco è luogo di rifugio e tranquillità, come nel caso di Biancaneve o La Bella Addormentata. Anche i personaggi, in genere negativi, associati ai boschi possono riservare sorprese positive. Il ladro Robin Hood, protagonista della celebre leggenda medioevale ripresa da Walter Scott nel romanzo Ivanhoe (1820) e in numerosi film, abita nella foresta di Sherwood, nel Nord dell’Inghilterra, e si rivela un difensore dei deboli contro i prepotenti. Certo, si nasconde nel bosco e rapina gli esattori delle tasse, ma lo fa a fin di bene, per aiutare i poveri contadini depredati da governanti disonesti.

Cappuccetto Rosso e il lupo, in una illustrazione di Gustave Doré.

Illustrazione del pittore tedesco Alexander Zick per la fiaba Pollicino.

Foresta di latifoglie in Transilvania (Romania).

Capitolo 3 – Geografia fisica dell’Europa 117

Imparare a leggere e a interpretare nel paesaggio i segni lasciati dalla natura

e dall’uomo; capire che esiste una stretta relazione tra la geografia e la storia;

mettere in relazione aspetti storici, economici, antropologici e ambientali di rilevante

importanza. Queste le competenze che PROSPETTIVE di Popoli & Scenari si prefigge

di far raggiungere agli alunni della scuola secondaria di primo grado, nuovi cittadini,

protagonisti del proprio futuro.

Scenario. Ogni unità si apre con la presentazione di un

caso di studio tratto dall’attualità. La lettura del presente

introduce l’argomento dell’unità, perché la geografia è

una disciplina viva che aiuta a comprendere il mondo in

cui viviamo. Gli Scenari raccontano storie accattivanti

e curiose, che stimolano l’interesse dei ragazzi e che

aiutano a rendere visibili e concreti i contenuti di studio.

Il presente e il futuro del porto olandese ben rappresentano l’importanza che due elementi del paesaggio naturale, il mare e i grandi fiumi navigabili, hanno avuto nello sviluppo dell’Europa.

Capitolo 3 – Geografia fisica dell’Europa 73modulo 1 – GEoGrafia GEnEralE72

Capitolo 3 GeoGrafia fisica dell’europascenario un continente proiettato sul mare Grazie ai suoi mari e ai suoi porti,

l’Europa è stata al centro del commercio, degli scambi culturali, delle migrazioni lungo l’intera storia dell’umanità. E ancora oggi, nonostante sia più piccola e meno popolosa di altri continenti, attrae persone, merci e idee da tutto il mondo.

le coste europee Alcune regioni del nostro pianeta si presentano come blocchi di territorio con una forma molto chiara e defini-ta: l’Arabia è un enorme trapezio, l’America meridionale e l’India hanno l’aspetto di triangoli e l’Africa sembra com-posta da un grande rettangolo appoggiato su un triangolo. Al contrario l’Europa è caratterizzata da un profilo più articolato e irregolare, essendo costituita da una gran-de terra emersa che si estende dai Monti Urali fino alla Francia, sul cui perimetro si innestano quattro penisole principali (la Scandinavia, la Penisola Iberica, l’Italia e la Penisola Balcanica) e una serie di penisole minori. Al lar-go delle sue coste, poi, è presente un gran numero di isole e arcipelaghi che variano ulteriormente il profilo del con-tinente. Lungo le coste europee, i mari si insinuano tra le terre, andando a formare golfi e insenature chiusi da penisole e promontori e grandi bacini chiusi, come il Mar Nero, il Mar Baltico e lo stesso Mediterraneo, quasi inte-ramente circondati dalla terraferma. Il risultato è che, se si escludono le sconfinate distese della pianura rus-sa, nessun punto dell’Europa dista dal mare più di 500 km.

il mare: una porta verso il mondo Ciò significa che le coste europee hanno rappresentato una comoda porta d’accesso e un punto di par-tenza facilmente raggiungibile per merci, uomini, idee, scoperte, e il mare ha costituito una grande via di trasporto, per esplorare, com-merciare, conquistare. E infatti i popoli europei si sono lanciati sul mare fin dalle epoche più remote. I Micenei e i Greci hanno percorso l’intero Mediterraneo, i Romani lo hanno conquistato e dominato, i Vichinghi si sono spinti fino all’A-merica, i mercanti italiani hanno

Non avendo più spazio per estendersi nel delta del Reno, Rotterdam ha deciso di trasfe-rirsi in mare aperto. Gli Olande-si, infatti, stanno costruendo un nuovo scalo rubando spazio al mare. Si chiamerà Maasvlakte 2, ed è destinato a diventare il più grande porto d’Europa, che poi, per gli Olandesi, significa battere sé stessi: il più grande porto eu-ropeo attualmente è proprio Rot-terdam, quello sul fiume. Pren-derà la forma di uno sterminato bacino esagonale, disseminato di enormi gru e magazzini, lungo i cui moli potranno trovare posto centinaia di gigantesche navi portacontainer. Nel 2012 è stata ultimata una nuova  diga marittima fissa di 3,5 km di lunghezza (più lunga, tanto per fare un paragone italia-no, dello Stretto di Messina) che servirà a proteggere dal mare il nuovo scalo. Per costruirla sono

stati sistemati in acqua ventimila blocchi di cemento utilizzando una gru costruita apposta.Settecento persone hanno preso parte alla grande impresa che, quando la prima nave attrac-cherà nelle banchine appena ultimate, doterà Rotterdam del «nuovo» porto e darà all’Europa intera una nuova porta attraver-so cui scambiare merci e prodotti con il resto del pianeta.

Il porto fluviale di Rotterdam Giustamente battezzato Europo-ort «porta dell’Europa», il porto di Rotterdam è stato per decenni, a partire dagli anni Sessanta del No-vecento, lo scalo commerciale più grande del mondo, e oggi è il se-condo, superato solo da Shangai. Le sue banchine si estendono per chilometri sulla sponda me-ridionale del Nieuwe Maas, un canale navigabile che fa parte del delta del Reno, fino a raggiunge-

re le sponde del Mare del Nord. L’area circostante è occupata da magazzini, dogane, raffinerie, depositi da cui passano merci di ogni genere. Oltre che per la grandezza e la quantità di merci spostate, il por-to di Rotterdam è famoso per le tecnologie all’avanguardia usate per immagazzinare e muovere i materiali. Una delle attività svol-te all’interno del porto consiste nel prelevare i container impilati sul ponte delle navi e trasferirli

Il porto di Rotterdam raddoppia

Fotografia aerea del nuovo porto in costruzione.

sui mezzi che li devono portare verso la loro destinazione finale. Molti container finiscono su un treno merci, o più raramente su un camion. Nella maggior parte dei casi, tut-tavia, il mezzo prescelto è un’al-tra nave o una chiatta, che risale il Reno o percorre uno dei tanti canali navigabili che collegano Rotterdam con il resto dell’Olan-da e i Paesi vicini, e arrivano fino alla Francia, al Mar Baltico e al Mar Nero.

Novgorod

Riga

Norimberga

PragaLipsia

LubeccaCopenaghen Malmö

Danzica

Stoccolma

Gand

Rouen

LondraWinchester

Parigi

Lione

St-Gilles

Bordeaux

Barcellona

GranadaCadice

Siviglia

Toledo

Cordova

Lisbona

Santiago deCompostela

LeónSaragozza Marsiglia Firenze

SienaPisa

Genova

Milano VeronaVenezia

Roma

NapoliBari

Palermo

Ragusa

Tessalonica

Vienna

Colonia

Francoforte

AmburgoBrema

Basilea

Costantinopoli

Tebe

Atene

Candia

SmirneTangeriStretto di Gibilterra

Mar Nero

Tunisi

Bonifacio

Cagliari

Vie marittime:

delle città del Nord Europa

di Venezia

di Genova

Principali centri di attività commercialeVie terrestri

Cracovia

Gli scambi commerciali nel medioevo

commerciato con tutti i popoli dal Mar Nero a Gibilterra (vedi carta a fianco), i soldati crociati sono salpati via mare per la Terra Santa e i Portoghesi, gli Spagnoli, gli Olandesi, gli Inglesi e i Francesi hanno esplorato e conquistato gli altri continenti.

il ruolo dei fiumi I grandi fiumi navigabili, come il Reno, il Tamigi, la Loira, il Danubio, hanno poi consentito di far risalire le navi e i battelli dal mare fino alle regioni più interne. Inoltre, la pre-senza degli estuari dei fiumi sulle rive dell’Atlantico ha per-messo di costruire grandi porti fluviali a pochi chilome-tri dall’oceano, al riparo dalle tempeste e dalle maree, che sull’oceano sono particolarmente alte. È ciò che è avvenuto a Londra, Siviglia, Amburgo, Lisbona, tutte città dotate di un grande scalo fluviale, da cui le navi partivano in passato, e partono oggi, per raggiungere tutti gli angoli del pianeta.

Treni portacontainer.

Nave in partenza dal porto fluviale di Rotterdam.

Geostoria. Il ritmo delle unità è scandito

dalla ricorrente presenza delle pagine

dedicate al collegamento tra la geografia

e la storia, due discipline strettamente

connesse. Il passaggio dell’uomo modifica

il paesaggio e il territorio e, nello stesso

tempo, gli elementi naturali e la presenza

di risorse favoriscono od ostacolano gli

insediamenti umani e lo sviluppo delle

civiltà. Le pagine di Geostoria mirano a far

comprendere agli allievi come i fenomeni

storici e geografici siano profondamente

legati dall’antichità ai nostri giorni.

Competenze di cittadinanza.

Accompagnate da proposte di lavoro di tipo

laboratoriale e collaborativo, le pagine dedicate

alle competenze di cittadinanza permettono

di mettere a fuoco i temi legati alla tutela del

territorio e del patrimonio storico-artistico,

fermano l’attenzione degli alunni su scottanti

argomenti di attualità come la difesa dei diritti

umani nel mondo, consentono di conoscere le

organizzazioni nazionali e internazionali che

si occupano dello sviluppo, aiutano a prendere

consapevolezza del fatto che ciascuno può

dare il proprio contributo per la costruzione

di un futuro migliore.

geostoria

modulo 2 – le regioni italiane268 emilia-romagna 269

LA CENTURIAZIONE ROMANA NELLA PIANURA PADANO-VENETA

un’area intensamente sfruttata fin dall’antichitàLa Pianura Padano-Veneta è una delle aree più antropizzate d’Europa, cioè una delle regioni in cui la presenza umana ha trasformato maggiormente il territorio, sfruttandolo per l’insediamento, per le atti-vità commerciali e industriali o per l’agri-coltura e l’allevamento intensivi e lascian-do pochissimo spazio alla natura e alla crescita spontanea di boschi e foreste.Il sistematico utilizzo di questi territo-ri, favorito dalla fertilità del suolo, dalla presenza di acque dolci e dalla mancanza di rilievi, non è un fatto recente, ma risale all’epoca romana. Ne è una dimostrazione la stessa disposizione dei principali centri abitati dell’Emilia-Romagna, in gran parte allineati a distanze regolari lungo la via emi-lia, la via consolare costruita dopo la conquista della regione nel III secolo a.C. per unire con un percorso quasi interamente rettilineo Rimini, a sud-est sulle rive dell’Adriatico, con Milano, a nord-ovest della Pianura. Molte città della Pianura Padano-Veneta conservano poi la tipica struttura regolare degli antichi centri romani, con due assi maggiori che si incontrano nella piazza principale e dai quali si sviluppa una griglia di strade secondarie che si incrociano tra loro ad angolo retto. Tra gli esempi meglio conservati di schema stradale antico vi sono il centro storico di Piacenza, una delle più importanti città edificate sulla via Emilia, quello di Torino e quello di Verona.

le centurie romaneMa non sono solo la rete urbana e l’impianto viario di alcune città a mostrare i segni evidenti della presenza romana in questa regione. Alcuni tratti di campagna riportano ancora le tracce della centuria-zione romana, cioè della spartizione dei terreni in lotti (porzioni) rettangolari, ciascuno dei quali veniva assegnato a un colono per-ché lo coltivasse. Nella Pianura Padana la centuriazione avvenne subito dopo la conquista romana e andò di pari passo con la costruzione della via Emilia. Il suo scopo, oltre che di aumentare la produzione agrico-la, era di imporre il controllo romano sui territori appena annessi, assegnando i lotti a ex soldati che avevano partecipato alla loro conquista. I tecnici addetti alla suddivisione e centuriazione del ter-ritorio erano detti agrimensori ed erano persone di grande cultura tecnica. Solo chi superava speciali esami poteva svolgere questa professione. Scuole per agrimensori esistevano nei centri maggiori dell’impero; il piano di studi prevedeva geometria, astronomia, fisi-ca terrestre e giurisprudenza.

Il disegno mostra la costruzione di una strada ai tempi dell'antica Roma.

Tratto della via Emilia nel Comune di Rubiera.

Il loro principale strumento di lavoro era la groma, composta da una croce a quattro bracci, un braccio di sostegno e un’asta di supporto. Una volta conficcata nel punto da cui doveva partire la centuriazio-ne e orientata nel modo corretto, la groma consentiva di indicare sul terreno confini regolari, che venivano marcati posizionando dei paletti nel suolo.

una grande opera ingegneristicaUna volta suddiviso il terreno, per consentire a ciascun colono di raggiungere il proprio lotto e coltivarlo si costruivano strade e cana-li, che si diramavano dalla via Emilia e dal Po (o dai suoi affluenti) per raggiungere ogni singolo campo. Sulla pianura si tracciava così per chilometri e chilometri un vastissi-mo reticolato a maglie regolari, costituito da canali e strade princi-pali (dette decumani, se correvano da est a ovest, o cardini, se corre-vano da nord a sud) che si incrociavano ad angolo retto delimitando gli appezzamenti più vasti di forma quadrata (le cosiddette centurie) all’interno dei quali i confini dei singoli appezzamenti erano tracciati da sentieri e canali più sottili, anch’essi perpendicolari tra loro. Si trattava di un’opera infrastrutturale enorme, che comportò bonifi-che di paludi, diboscamenti, costruzioni di argini e ponti e che coin-volse decine di migliaia di persone.

i segni sul territorio attualeLe tracce di questa grande opera in-gegneristica sono tuttora evidenti nel-le fotografie aeree di certi tratti della Pianura Padana lungo la via Emilia, ad esempio nella campagna cesenate e nel-la pianura modenese e bolognese. In queste ampie distese di campagna pianeg-giante i confini tra i vari terreni, i percorsi dei canali e delle strade continuano a essere gli stessi tracciati dagli antichi Romani e il reti-colo della centuriazione è ancora visibile.

La centuriazione è riconoscibile anche in altre aree della Pianura Padano-Veneta:• tra le province di Padova e Venezia, nell’area che viene definita

Graticolato Romano; • nella zona di Comun Nuovo, in provincia di Bergamo; • nel tratto di campagna compreso tra Adria e Rovigo; • nella pianura mantovana. Al di fuori della Pianura Padana, che è senza dubbio l’area in cui la centuriazione fu più estesa, questa antica lottizzazione dei terreni agricoli fu praticata ed è ancora oggi a tratti visibile anche in altre zone d’Italia, in particolare:• nella Pianura Campana, a nord di Napoli, tra i Comuni di Aversa

e Capua;• nella campagna tra Firenze e Prato.

L’Arco romano di Augusto a Rimini (27 a.C.) sorgeva nel punto di incontro tra la via Flaminia e la via Emilia.

Veduta aerea di un tratto della pianura nella provincia di Padova che mostra i segni della centuriazione.

ColonoChi viene inviato dalla

propria patria ad abitare

e coltivare terreni

conquistati o acquisiti.

modulo 1 – geografia generale36

com

pete

nze Cittadinanza Il dissesto idrogeologico

M A R T I R R E N O

M A R E A D R I A T I C O

M A R

I O N I O

M A RL I G U R E

M A R ME D

I T E R R A N E O

Frane

Alluvioni

Valanghe

I disboscamenti selvaggi in-deboliscono i fianchi delle montagne.

Gli antichi terrazzamenti ven-gono abbandonati all’incuria.

Si costruiscono case in zone soggette a inondazioni o inte-ressate da fenomeni vulcanici, esponendo gli abitanti al peri-colo di frane o colate laviche.

Si lasciano accumulare detriti nei letti dei fiumi, rischiando così di intasare il corso delle acque e provocare esondazio-ni.

Spesso sui giornali e nei notiziari televisivi si sente parlare di dissesto idrogeologico del territorio italiano, cioè dei gravi dan-ni provocati da frane, smottamenti, alluvioni, burrasche che col-piscono il nostro Paese. L’Italia, infatti, è formata per lo più da terreni montagnosi e collinari, percorsi da fiumi ripidi e veloci, e

dunque soggetti a frane, inoltre ha centinaia di chilometri di coste esposte all’azione del mare. La consapevolezza del rischio di cata-strofi naturali dovrebbe indurre tutti a fare il possibile per preve-nirli. Invece spesso accade il contrario: ecco alcuni comportamenti che possono aggravare le conseguenze di eventi naturali.

le possibili soluzioniLe leggi che imporrebbero ai Comuni e alle regioni di individuare i possibili rischi e intervenire per prevenirli già esistono, ma pur-troppo spesso non vengono applicate per mancanza di fondi. In realtà, prevenire sarebbe un ottimo investimento, perché i costi da affrontare per riparare i danni dopo che un territorio è stato danneggiato sono molto maggiori. L’ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ad esempio, ha compilato una carta in cui sono indicati tutti i luoghi su cui in passato si sono abbattuti eventi naturali come inondazioni, frane, smotta-menti: è uno strumento importante per programmare gli inter-venti futuri alla luce delle esperienze avvenute in passato.

Prova anche tu a valutare il rischio idrogeologico della tua zona. Chiedi ai tuoi genitori o ai tuoi nonni se in passato nel tuo comune o in quelli limitrofi si sono verificate frane, alluvioni o inondazioni. Sono stati compiuti interventi per regolare le acque o contenere eventuali frane? Sono stati emanati provvedimenti per regolare le costruzioni e prevenire rischi futuri?

Attività

i rischi idrogeologici

TerrazzamentiMuri costruiti lungo i pendii delle colline per creare dei ripiani dove poter coltivare e per contenere le frane.

Capitolo 2 – Paesaggi e ambienti 37

ambiente

Le piramidi di terra di Renon, in Trentino-Alto Adige.

1

2 3

Le pIramIdI dI terraUna dimostrazione evidente dell’erosione compiuta dall’acqua lungo le pendici delle montagne è data dallo spettacolare fenomeno delle piramidi di terra osservabile in molte zone delle Alpi, in particolare in Trentino-Alto Adige. Dobbiamo immaginare che millenni fa la zona ritratta nella fotografia fosse un pendio disseminato di grossi massi (fig. 1). L’acqua piovana e i ruscelli a poco a poco hanno inci-so il terreno (fig. 2). Ma le colonne di terra sotto alcuni massi, più compatte e solide proprio perché pressate dal peso delle pietre, hanno resistito all’erosione e hanno finito per restare isolate innalzandosi per diversi metri (fig. 3).

Frana nel comune di Vernazza (Liguria), colpito nel 2011 da una disastrosa alluvione. (Vedi pag. precedente).

coMpleTa 1. Quali sono le azioni

compiute dalle forze esogene?

a. .............................................. b .............................................. c. ..............................................

rispondi 2. Qual è l’azione del mare? 3. perché nelle zone con tanti

alberi si verificano poche frane?

Un libro per viaggiare.

La geografia invita

al viaggio. I percorsi

letterari (“In viaggio

con la letteratura”)

accompagnano gli studenti

alla scoperta del territorio

e delle culture attraverso

le parole dei più grandi

narratori contemporanei;

le gite virtuali (“In giro

per…”) consentono di

scoprire, seguendo itinerari

fotografici, i luoghi e le città

più interessanti e ricchi di

fascino del pianeta.

La didattica. PROSPETTIVE di Popoli

& Scenari propone un apparato didattico

graduato e differenziato che consente di

verificare conoscenze attraverso le attività

in itinere poste a lato del testo, abilità nelle

prove di fine unità, competenze anche

secondo la metodologia INVALSI nei laboratori.

Tutto il percorso didattico è finalizzato al

raggiungimento dei Traguardi per lo Sviluppo

delle Competenze e all’acquisizione di un

personale ed efficace metodo di studio.

conoscenzedelleverifica

modulo 1 – geografia generale24 Capitolo 1 – gli strumenti della geografia 25

competenzedellelaboratorio

Roma

Milano

Napoli

L’Aquila

Torino

1. Completa il brano con le parole seguenti. ovest • bussola • punti cardinali • oriente • Sole sud • nord • stelle • ago magnetico

Fin dall’antichità per orientarsi si prendono come punti di ri-

ferimento il ....................................... e le ................................................................ perché at-

traverso di essi si possono individuare i ................................................................ e

cioè il nord, l’ovest, il sud, l’est. Il sole nasce a ................................................

. (est) e tramonta a occidente (................................................................); a mezzo-

giorno la posizione del Sole indica il ..............................................................................

Per orientarsi gli uomini hanno inventato uno strumento più

sicuro e che è sempre a disposizione anche quando il cielo è

coperto: la ................................................................ . È uno strumento basato su un

............................................................................. che indica sempre il .................................................. .

2. Tra le seguenti affermazioni sottolinea quelle vere, poi riscri-vi quelle errate correggendole.

a. Meridiani e paralleli sono linee immaginarie che permetto-no di localizzare un punto sulla superficie terrestre.

...................................................................................................................................................................................................

b. I paralleli con circonferenza minore si trovano vicino all’E-

quatore, quelli con circonferenza maggiore vicino ai Poli.

...................................................................................................................................................................................................

c. Una carta geografica è una rappresentazione esatta della realtà in ogni dettaglio.

...................................................................................................................................................................................................

1. osserva la carta d’italia e indica in che posizione si trovano queste città.

a. Roma è a ................................................................. rispetto a Milano.

b. Roma è a ................................................................. di Napoli.

c. Roma è a ................................................................. dell’Aquila.

d. Milano è a ................................................................. di Roma.

e. Milano è a ................................................................. di Torino.

f. Torino è a ................................................................. dell’Aquila.

3. Collega i termini con le rispettive definizioni.

3. utilizza la scala di riduzione per scoprire la distanza tra roma e latina.

a. Misura la distanza sulla carta: quanti cm ci sono tra i due punti? .........................................................

b. Ora moltiplica il numero di cm per la scala di riduzione, che numero ottieni? .................................

c. Adesso fai l’equivalenza per trasformare i cm in m o km: .................................................................................................................

d. Hai così ottenuto la distanza reale tra questi due luoghi.

RioRganizzaRe le conoscenze oRientamento stRumenti e linguaggio della geogRaficità

conosceRe le paRole della geogRafia

1. Latitudine

2. Longitudine

3. Curve di livello

4. Planisfero

5. Legenda

a. Distanza di un meridiano dal Meridia-no fondamentale, misurata in gradi.

b. Linee che collegano tutti i punti su una stessa quota e che danno quindi l’idea della forma delle montagne.

d. Spiegazione dei simboli e delle abbre-viazioni usati in una carta geografica.

e. Distanza di un parallelo dall’Equato-re, espressa in gradi.

c. Carta che riproduce tutto il mondo.

4. indica quale dei seguenti grafici è un istogramma, quale un diagramma cartesiano e quale un areogramma, scrivendo il nome nello spazio sotto di essi.

Popolazione alla data dei vari cenisimenti

................................................................................................................................. ........................................................................................................................................................................ ...................................................................................................

42°

42°

43°

43°

13°

13°

14°

14°

Isole PonzianeZannone

PonzaVentotene

Palmarola(Latina)

CITTÀDEL

VATICANO

L A Z I O

C A M P A N I A2050

M. Miletto

2793La Maiella

541M. Circeo

S a n n i o

M

a r s i c a

A g r o P o n t i n o

Agro Romano

A p p e n n i n o

M o n t i S i m b r u i n i

) (Passodi Rionero

1044

Golfodi Napol i

Golfo di GaetaMAR TIRRENO

NAPOLI

Celano

Gaeta

Fondi

Sezze

Ferrentino

FormiaTerracina

Nettuno

Anzio

SoraMarino

Albano

umicino

SubiacoTivoli

Mentana

Monterotondo

eri

CivitaCastellana

o

Palestrina

VelletriLido di Ostia

Frascati

Pomezia

Aprilia

Anagni

Isola del Liri

Cassino

Fiuggi

Atessa

Roccaraso

Tagliacozzo Sulmona

Scanno

Cocullo

Pòpoli Guardiagrele

Avezzano

PescasseroliTrive

VinchiatuVenafro

Capracotta

Agnone

Teano

SessaAurunca Capua

Santa MariaCapua Vetere

AversaAfragola

Pozzuoli

Maddalo

No

PompeiCadi

Sorrento

Casoria Pomiglianod'Arco

PiedimonteMatese

ROMA

CAIsernia

Latina

Frosinone

Caserta

IschiaProcida

Capri

1281Vesuvio

Pianadel Fucino

Trign

o

SangrAterno

Sacco

alto

e

Aniene

Liri

Lago diBracciano

Garig

liano

Volturno

100

200

50010002000

30004000ghiacciai

20001000200

1005030

0

Scala 1 : 1 600 000

0 20 4010 30 50 km

in milioni

1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985

popolazione urbanapopolazione rurale

1995 2003199018192021222324252627282930313233343536373839

Popolazione urbana e rurale in Italia

40%

7%

53%

IndustriaUsi domestici

Agricoltura

utilizzo dell’acqua in italia

2. Costruisci una mappa mentale della tua scuola sulla carta quadrettata che trovi qui sotto. Si chiama mappa menta-le quella carta che ognuno crea nella sua testa per potersi orientare nei luoghi in cui vive, che non ha proporzioni preci-se, né scala di riduzione. al termine posiziona correttamente i quattro punti cardinali. Puoi individuarli osservando i movi-menti del Sole o con l’aiuto di una bussola.

4. Scrivi una sintesi, o prepara un’esposizione, seguendo la trac-cia proposta.

a. Per orientarsi è necessario avere dei punti di riferimento sicu-ri e sapere dove ci troviamo.

b. Come si leggono e come si usano le carte geografiche. c. Le diverse tipologie di carte geografiche.

RielaboRaRe le conoscenze

d. Nelle carte geografiche per convenzione il nord è posto in alto, l’ovest a destra, l’est a sinistra, il sud in basso.

...................................................................................................................................................................................................

e. Per inserire la carta del mondo in un libro bisogna adottare una scala molto grande e per disegnare la pianta di un campo di calcio occorre una scala molto piccola.

...................................................................................................................................................................................................

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