Promemoria Catacombe AdDuasLauros Giu2013

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    LE CATACOMBE SANTI MARCELLINO E PIETRO INTER DUAS LAUROS

    - LECOMUSEO DEL V MUNICIPIO DI ROMA SULLA VIA FRANCIGENA -

    di Maurizio Fedele (ONLUS ICT Ad Duas Lauros) v. 7 giugno 2013

    A Roma, dopo ben tre anni di chiusura, trail 30 maggio e il 2 giugno sono state

    riaperte al pubblico le catacombecristiane dedicate ai Santi Marcellino ePietro, terze in Roma per estensione,uniche al mondo essendo una verapinacoteca sotterranea dellarte romana epaleocristiana (III IV sec. d.C.).Unapertura veramente straordinaria, conmolteplici valenze spirituali einterculturali, perch voluta dalla SantaSede per celebrare il 1700.moAnniversario dellEditto di

    Costantino, prima norma della storiasulla libert di culto religiosa, e dallAEVF -Associazione Europea Vie Francigene referente del Consiglio dEuropa - che hainserito questo evento di Roma sud nelFestival Collective Project ViaFrancigena 2013, che per tutta questaestate invece promuove il turismo lentodel pellegrinaggio sulla complessa retedegli Itinerari Culturali Europei, traCanterbury Santiago de Compostela -Roma - Terra Santa, nonch verso il

    Mediterraneo e il vicino oriente(Itinerario di Abramo tra Palestina, Siria,

    Turchia, Azerbaigian).

    Con queste premesse era prevedibilegrande successo e risonanza delle visitealle catacombe paleocristiane dellaCasilina-Labicana: oltre 330 visitatori in 4giorni, pi di 100 persone alla conferenzatenuta dalla dottoressa Raffaella Giulianidella Pontificia Commissione Archeologia

    Sacra. Tra i visitatori e fruitori di questitesori dellarcheologia sacra e storiaromana cerano anche delle Autorit:rappresentanti dell'ambasciata dell'Azerbaijan; il Dott. Alberto Renzi,responsabile del Festival Francigeno; ilprossimo Presidente del V Municipio,Giammarco Palmieri.

    Non meno importante la presenza della giornalista francese Kate Leringoleur, freelance che scrive su Le Monde. E lusinghieri per la piccola Comunit SS. Marcellino ePietro Ad duas lauros sono stati anche gli apprezzamenti, le richieste di ulterioreriapertura del cimitero paleocristiano, del parlamentare europeo On. Silvia Costa edel Presidente dellAEVF, Massimo Tedeschi allevento di apertura del FestivalFrancigeno tenuto a Roma il 4 giugno scorso .

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    Il segreto della fama internazionale di questa catacomba e del sovrastante mausoleocostantiniano di S. Elena, stranamente estraneati dal grande turismo di Roma, staquindi anche nel fatto di essere il fulcro monumentale del primo tratto urbano dellaVia Francigena del Sud in Roma Capitale, che racchiude nella sua viabilit linteroterritorio dellattuale V Municipio di Roma (ex VI e VII) tra Porta Maggiore, ViaPrenestina e la Casilina-ex Labicana. Nel quadrante sud-est della citt questa zona fortemente caratterizzata da un insigne quanto esteso patrimonio di beni culturali, il

    pi vasto Comprensorio archeologico Ad Duas Lauros, indagato fin dal primo 900e tuttora, da archeologi e specialisti di ogni parte dEuropa: linglese Ashby, laustriacoTchira, il francese Guyon, oggi anche antropologi delluniversit di Bordeaux. Quil'archeologia un libro di pietra le cui pagine raccontano una storia ultra millenariainiziata nel periodo repubblicano e poi imperiale di Roma antica, proseguita nellAlto eBasso Medioevo con flussi di pellegrinaggio convergenti qui, a largo raggio, da ogniparte dEuropa.Del grande potenziale del turismo religioso e culturale della zona sono consapevoliAutorit ecclesiastiche e civili. Le grandi catacombe paleocristiane della Via Casilina ex Labicana, sono attualmente oggetto di un esteso programma di restauri, interventitecnici, ricerche archeologiche e antropologiche, che preludevano al primo annuncio diriapertura al pubblico fatto dal Card. Ravasi sui media (RAI - TG1 del 16 novembre

    2012) e sui giornali, sulla base di un protocollo che prevede lapporto finanziario di unmecenate deccezione: lAzerbaigian (caso pi unico che raro di stato islamico chefinanzia unopera cristiana). Per parte sua, l'Autorit municipale si da tempoimpegnata in un progetto di ecomuseo urbano comprendente la ViaFrancigena del Sud, sviluppato in regime di sussidiariet con le reti civiche, lacittadinanza, gli enti ecclesiastici e le scuole del territorio. Per questo lAutoritmunicipale ha gi comunicato allAssociazione Europea Vie Francigene di condividerela decisione di attuare i percorsi necessari alla costruzione dei cammini che dalla CittEterna, e dal territorio del Municipio, portano il pellegrinaggio italiano e internazionaleverso i porti pugliesi e Gerusalemme.

    Ma la vera forza di questo sito archeologico di Roma sud-est sta nel fatto cheinnumerevoli ricerche archeologiche, documenti ufficiali e bibliografici attestano che ilComprensorio archeologico Ad Duas Lauros un patrimonio culturale eidentitario non solo di Roma Capitale, bens dei popoli d'Europa . Questo nonsolamente per essere uno dei luoghi che maggiormente testimoniano il trapasso dipoteri e cultura dal morente Impero Romano alla Chiesa, ma soprattutto perlappartenenza del territorio alla Via Francigena.

    Lo scenario archeologico sul percorso della Via Francigena Sud, le antiche ViePrenestina e Casilina, appunto il Comprensorio archeologico Ad Duas Lauros, ilcomplesso archeo-museale comprendente il Mausoleo di S. Elena di epoca

    costantiniana e le Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro. Sulla Via Prenestinasorge invece la Villa dei Gordiani, con un mausoleo e unestesa area contenenteresti di residenze, opere idriche e termali. Queste presenze archeologichetestimoniano le vicende di due figure decisive nella storia europea del cristianesimo e

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    del pellegrinaggio: limperatrice Helena Augusta S. Elena e limperatore CarloMagno.Ad Duas Lauros, infatti il toponimo della propriet personale dellimperatrice HelenaAugusta, assurta agli onori degli altari come Santa Elena per essere stata la primasovrana d'Europa a recarsi in Terra Santa dove in vari modi, anche edificando granditempli, cre una sorta di mappatura di tutti i luoghi della nascita, predicazione,morte e resurrezione di Ges Cristo. S. Elena fu' quindi l'iniziatrice del concetto

    stesso di viaggio e pellegrinaggio religioso che gener per secoli un flussotuttora ininterrotto di grandi masse di clero, fedeli, mercanti, armate crociate e sovranidi tutta Europa diretti verso Roma e la Terra Santa.

    Tra i pellegrini dell'antico cimitero cristiano sulla Via Labicana, non potevano mancarei Franchi (a cui deve il suo nome la via Francigena) cos determinanti per ladiffusione del Cristianesimo in Europa, ma anche cos devoti ai Santi Pietro eMarcellino da trafugare le loro spoglie mortali per portarle prima a Strasburgo, e poinella citt tedesca di Seligenstadt (Citt dei Santi) dove tuttora si trovano le reliquiedei due Santi. La vicenda raccontata da Eginardo, dignitario e biografo personale diCarlo Magno (v. Eginardo. Traslazione e miracoli dei santi Marcellino e Pietro: storiadi scoperte e trafugamenti di reliquie nell'Europa carolingia, a cura di F. Stella, Ed.Pacini, 2009).

    Le spoglie dei Santi Marcellino e Pietro sono in questa Basilica a Seligenstadt(Germania) vi furono traslate dopo il furto alle catacombe da Eginardo (775 - 840)

    Quanto sopra stato oggetto di due convegni tenuti l'8 giugno 2012 e il 30 maggio2013 dalle archeologhe Raffaella Giuliani della Pontificia Commissione ArcheologiaSacra e Patrizia Gioia della Sovrintendenza Beni Culturali del Comune di Roma -entrambi inseriti nella programmazione del Festival Europeo "Vie FrancigeneCollective Project" . Da questi convegni sono emersi elementi scientifici e datiarcheologici significativi, tra cui il ritrovamento nella catacomba di una ricca messedi graffitti lasciati da visitatori altomedioevali, di cui molti in carattere alfabeticorunico (Sull'argomento, v. Due nuove iscrizioni runiche dalla catacomba romana ad

    duas lauros, di Antonio Enrico Felle, Zeitschrift fr Papyrologie und Epigraphik, Bd.149, 2004 pp. 205-212), un idioma di antiche popolazioni tedesche eanglosassoni. Questo elemento si collega a molti altri, tra cui la presenza nellacatacomba dei resti dei 40 Santi Coronati che collegano senza incertezze questo sitoarcheologico della Via Casilina ad altri siti di archeologia sacra di molti Paesi tra cuiFrancia, Germania, Ungheria e Turchia.Queste importanti scoperte dell'archeologia sacra sono un'ulteriore conferma delvastissimo raggio di attrazione del cimitero sulla Via Labicana e del circostanteComprensorio archeologico Ad Duas Lauros, meta fin dal medioevo di un formidabileflusso di genti provenienti dai pi remoti angoli dell'Orbe cristiano.Questo territorio del quadrante sud-est di Roma quindi da annoverare nei"territori-strada" degli Itinerari Culturali Europei della Via Francigena nel Sud. Unadelle radici culturali e identitarie dei popoli europei su cui occorre unazione congiuntadi Istituzioni europee, Enti locali e Santa Sede, per una complessa opera divalorizzazione turistica, religiosa e interculturale .-------------------------------------

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    Maggiori informazioni e riscontri sullargomento sono consultabili nel sitoweb http://www.duaslauros.it/index.php/catacombe2.html , portale dellaComunit parrocchiale Santi Marcellino e Pietro Ad duas lauros, e si possonotrarre dalla documentazione di cui in appresso.

    POSIZIONE UFFICIALE DEL MINISTERO BENI CULTURALI SULLA VIAFRANCIGENA DEL SUD

    VIA LATINA-LABICANA (CASILINA DAL IX SECOLO)La Via Latina fu un itinerario di collegamento con la Campania molto utilizzatonellantichit prima della costruzione della Via Appia.Coincideva con la Regina Viarumnel primo tratto, ma le due strade si separavano prima delle mura Aureliane (attualePorta Maggiore n.d.r.).Seguiva lattuale percorso della ferrovia che va da Roma aNapoli passando per Cassino, e quindi lambiva le colline sui cui sorgevano Anagni,Ferentino, allaltezza di San Pietro Infine voltava verso Venafro, da qui a Caianello equindi a Capua, dove si immetteva nellAppia. Dal IX secolo venne chiamata Casilina,dallantico nome di Capua. Nel Medio Evo fu molto utilizzata dai pellegrini, che la

    preferivano allAppia per la maggiore presenza di ospitali e soprattutto perchtransitava in prossimit dellabbazia Benedettina di Montecassino, importante meta

    religiosa.NellAlto Medio Evo, nel primo tratto fu danneggiata a causa della guerragreco-gotica e per questo motivo gli fu preferita la Via Labicana, che si univa al

    percorso originario in prossimit di Valmontone.

    Fonte: Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, Direzione Generale per leper le Biblioteche, gli Istituti Culturali e il Diritto d'Autore - Via Michele Mercati,4 - 00197 Roma - e-mail : [email protected] -http://www.viefrancigenedelsud.it/it/resource/statictrack/latina-casilina/ nel Portale"Le Vie Francigene del Sud" -

    VIA PRENESTINA

    La Via Prenestina collegava Roma a Praeneste, lodierna Palestrina, e fu utilizzatacome itinerario di collegamento alla Campania prima della costruzione della via Appiae della Via Latina. La strada usciva dallUrbe da Porta Esquilina, in un percorsocomune con la via Labicana, da cui si separava prima di Porta Maggiore. Da qui

    proseguiva verso Gabii (dove prima della Prenestina arrivava la via Gabina) secondoun percorso che non si discostava molto da quello attuale, e quindi verso Gallicano ePalestrina. Il selciato era largo pi di 4 metri, consentiva lincrocio di due carri, e sisviluppava con modeste pendenze, superando la complessa orografia dellarea diPalestrina con ponti (ad esempio il Ponte di Nona) e tagliate (come quella di SantaMaria di Cavamonte, in corrispondenza di Gallicano, dove tuttora visibile un trattodellantico basolato). Lunghi tratti dellantico tracciato romano arrivarono in buonostato di conservazione fino agli anni 60 del secolo scorso, quando furono distrutti da

    opere di urbanizzazione selvaggia.

    Fonte: Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, Direzione Generale per leper le Biblioteche, gli Istituti Culturali e il Diritto d'Autore - Via Michele Mercati,4 - 00197 Roma - e-mail : [email protected] -http://www.viefrancigenedelsud.it/it/resource/statictrack/prenestina/ nel Portale "LeVie Francigene del Sud" -

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    RISCONTRI STORICI E DOCUMENTALI

    Fonte: F. Cardini, Il miraggio della terrasanta tra pellegrinaggio e crociate, nelvolume Roma Gerusalemme - Lungo le Vie Francigene del Sud, pag.35,

    http://www.duaslauros.it/index.php/catacombe2.htmlhttp://www.duaslauros.it/index.php/catacombe2.html
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    Dopo il 1096, era divenuto celebre in tutta la Cristianit occidentale il ruolo della terradei santuari dellarcangelo Michele e di san Nicola coma regione di passaggio perraggiungere loltremare. Era questa anche lintenzione di pellegrini come Saewulf esan Totonio, che ci hanno lasciato testimonianza del loro itinerario. Questa fama simantenne per tutto il XII secolo, come attestano le testimonianze relative a unacomposizione del trovatore Bertran de Born, allabate benedettino islandese NikulasSaemundarson di Munkathvera che nel 1154 scese pellegrino dalla sua lontana isola a

    Gerusalemme lasciandoci del suo lungo viaggio una memoria odoeporica e al viaggiodi ritorno dalla terza crociata di Filippo II Augusto re di Francia, nel 1191, cheprovenendo da Corf sbarc a Otranto per guadagnare di l Lecce, Ostuni, Bari, erisalire quindi lAppia Traiana sino a Capua, da dove attraverso la Latina-Casilinagiunse a Roma; in seguito, sempre percorrendo la Francigena, il sovrano pot rientrarein Francia per la via del Moncenisio.

    Fonte: R. Stopani, La Via Appia Traiana nel Medioevo, in Roma Gerusalemme, - Lungole Vie Francigene del Sud, da pag. 70 (su vie alternative all'Appia)

    Particolarmente ricchi di dettagli risultano due resoconti di viaggio : lodeporico

    dellabate islandese Nikulas di Munkathvera, che nel 1154 si rec in pellegrinaggio aRoma e a Gerusalemme24, e la memoria del re di Francia Filippo Augusto, di ritornodalla terza Crociata nel 119125.Labate Nikulas percorse litinerario completo della via Francigena, dalle Alpi allaPuglia. Oltre Roma us il tracciato della via Casilina, come si evince dalle localit dicui fa menzione : (T)usculum (Tuscolo, cio Grottaferrata), Florenciusborg(Ferentino, la citt di San Fiorenzo), Separansborg (Ceprano), Akvinaborg(Aquino), Germanusborg (San Germano, denominazione medievale di Cassino),Kapa (Capua). A due giorni di viaggio da questultima localit ricordata Beneventconsiderata la maggiore citt dellApulia, e quindi Sepont (Siponto) ...il documento del re di Francia Filippo Augusto, che nel 1191, proveniente dalla

    Terrasanta, salp con il suo esercito dallisola di Corf, diretto alle coste pugliesi. Ilsovrano sbarc a Otranto sextus idus Octobri, iniziando il viaggio via terra che loriporter in patria ... Oltre Benevento il sovrano proseguir per Capua, per poiimmettersi nella Latina-Casilina, transitare per Cassino, Aquino, Frosinone, Anagni eArtena, e raggiungere quindi Roma, dove verr ricevuto dal pontefice Celestino IIIcum summo honore et reverencia.

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    Fonte: Il Meridione: le strade al tempo di Federico II di Svevia , in La strada in Italia - IlMedioevo http://www.stradeanas.it/index.php?/strade/strada_italia/index/periodo/medioevo#cap

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    Federico II di Svevia, l'imperatore al quale si deve, in Italia, il rifiorire delle arti e dellacultura agli albori del XIII secolo, fu un grande viaggiatore, per mare e per terra. Eglinacque, persino, in viaggio: sulla piazza di Jesi, dove la madre, Costanza d'Altavilla,fece una sosta lungo la strada che dalla Germania doveva portarla a Palermo, perpoter assistere all'incoronazione del marito, Enrico VI, che lo avrebbe portato alladignit imperiale. Si viaggiava, dunque, anche agli inizi del Duecento, e si viaggiavaanche nel Sud Italia.Si pu dire, anzi, che il Meridione avesse allora una importanza strategica per iviaggiatori, acquisita gi in epoca normanna. Come dimenticare, ad esempio, cheproprio da un porto meridionale, quello pugliese di Brindisi, si radun la grande flottache intraprese la spedizione per la Sesta Crociata in Terrasanta, nel 1228? Ma solo unesempio: seguire i viaggi di Federico significa in generale seguire i tracciati delleantiche strade romane.

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    Nel 1220 - si prenda cos un altro esempio - troviamo l'imperatore svevo percorrere iltragitto tra la Germania e il suo regno attraverso la via Claudia Augusta per Innsbrucke Bolzano, quindi la via Emilia e la Flaminia fino a Roma, poi ancora la via Labicanafino a Cassino (allora denominata San Germano) (1)

    (1) Fonte confermata per incrocio con Enc. Treccani, voce, VIABILITA, REGNO DISICILIA - Federiciana

    http://www.treccani.it/enciclopedia/regno-di-sicilia-viabilita_%28Federiciana%29/ l'antico sistema viario descritto nei Geographica di Guidone intorno al 1119, di cuipermanevano la direzione, alcuni tratti sconnessi e la toponomastica, in et svevacontinu a fornire gli assi principali, le linee guida, entro cui si componeva la microretedi strade pubbliche e private con articolazione di cresta e di crinale che costituivano icollegamenti, che, pur inadeguati e malsicuri, tonificavano le comunicazioni, lerelazioni e i trasporti (Schnetz, 1990, pp. 111-142; Dalena, 2003, p. 41): la Via Appia ela Via LATINA/CASILINA da Roma a Capua con una bretella, detta Francisca oFRANCIGENA.Sulla base delle date topiche dei documenti della cancelleria stato possibiledelineare gli spostamenti di Federico II e conoscere le strade maggiormente utilizzate:la Latina (nel 1220, due volte nel 1222, due volte nel 1223, nel 1230, nel 1241, nel

    1242 e due volte nel 1243).Tra gli spostamenti meglio documentati ricostruibile con certezza l'itinerario che,

    nel 1220, lo condusse dalla Germania al Regnum attraverso la Via Claudia Augusta perInnsbruck, Bolzano e Trento, poi la Via Emilia, la Via Flaminia sino a Roma e quindi laLabicana-Latina per il passo di Ceprano, San Germano (Cassino), Capua, la ViaCampana e la Popillia (Uggeri, 1995, p. 13). I risultati della politica stradale dello Svevo si possono cogliere nelle parole con cuiNicola di Rocca, in una lettera (1242) a Filippo, vescovo di Patti, esulta per gliscampati pericoli legati alle insicurezze delle strade e alle insidie degli ospizi(Huillard-Brholles, 1865, p. 384). Una situazione di generale sicurezza stradale che,nonostante il difficile momento politico, permane sino alla morte di Manfredi quando,

    ricorda Saba Malaspina, "sicuro era il viandante dalle insidie dell'assassino" e "lostanco pellegrino riposava nell'albergo" (Saba Malaspina, 1999, VI, 8, p. 257).

    http://www.treccani.it/enciclopedia/regno-di-sicilia-viabilita_(Federiciana)/http://www.treccani.it/enciclopedia/regno-di-sicilia-viabilita_(Federiciana)/