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Promozione alute S Notiziario del CIPES Piemonte Confederazione Italiana per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFF. C.M.P. TO NORD PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNAA CORRISPONDERE LA RELATIVATASSA anno 11 / n. 5 novembre/dicembre 2005 TAXE PERCUE TASSA RISCOSSA TORINO CMP Sped. in Abb. Post. Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96 NR. 5/97 Torino - Conto N° 323/A 15 anni di attività per la salute Cari lettori, cari soci, Cipes Piemonte ha compiuto nel 2005 15 anni della sua attività e vi ho dato appuntamento per venerdì 2 dicembre per ringraziarvi del sostegno che ci avete dato finora ma anche per dirvi che intendiamo fare cose nuove e migliori. Con noi ci saranno Erio Ziglio, della OMS Europa, J. K. Davies Vice Presidente IUHPE per l’Europa ed i rappre- sentanti delle istituzioni del Piemonte che hanno accetta- to di fare parte del Comitato d’Onore. Fare salute è cosa nobile e necessaria ma i più lo sco- prono quando ne perdiamo qualche pezzo. Anche in que- sta condizione noi sosteniamo che è possibile curare in modo diverso, promovendo salute. Abbiamo il diritto di pretendere che in ogni momento della vita produttiva e sociale la nostra salute sia sempre tutelata, come altrettanto ci deve essere garantito il diritto alle cure: le migliori possibili e al minimo costo. Ma abbia- mo anche il dovere di avere comportamenti responsabili, con stili di vita che la possano tutelare al meglio. Se la sanità, per essere migliore, efficace e meno costo- sa, deve avere al centro il cittadino, ancora di più la salu- te può essere tutelata con un ruolo attivo del cittadino, senza deleghe. E’ cosa non semplice, perché è più facile ed umano far derivare i nostri problemi dagli altri e non considerare che noi, individualmente abbiamo un ruolo decisivo nel pro- muovere la nostra salute. Ma siamo nel contempo consa- pevoli che molti comportamenti altrui mettono a repenta- glio la nostra salute con decisioni politiche, amministrati- ve, industriali, commerciali, produttive … non consapevo- li del loro rapporto con la salute. Il salto di qualità da compiere sta in una visione uni- taria e sinergica di diritti e doveri. Le risorse economiche sono limitate ed anche per que- sto l’intreccio di diritti e doveri è anche un modo per usar- le tutte e bene in primo luogo verso quanti, per ragioni non evitabili o genetiche, hanno diritto al massimo della solida- rietà e dell’impegno da parte dei sani. Dalle lotte operaie dei decenni passati ci è venuto un grande insegnamento: la salute non ha prezzo e quindi il rifiuto di qualsiasi monetizzazione del possibile danno con paghe di posto od alimenti integrativi, perciò rimuovere la causa del danno. Oggi in una situazione del tutto nuova, nell’epoca della globalizzazione, della mano d’opera a buon mercato, l’attenzione deve essere ancora maggiore. Ricercare, studiare per curare meglio i malati e per evitare che ci si ammali è la causa nobile e giusta per cui ci battiamo ed operiamo tutti i giorni. Un caldo grazie a quella trentina di volenterosi che nei mesi a cavallo dell’ 89 e 90 hanno dato vita a CIPES Piemonte. Da allora molti altri si sono aggiunti ed abbia- mo fatto molte cose utili. Ma CIPES Piemonte ha bisogno di nuove forze ed intelligenze per i nuovi obiettivi che ci siamo dati. Nel registro generale dei Soci i nuovi aderenti nel 2005 portano i numeri che vanno dal 501 al 530. Siamo un bel numero, alcuni li abbiamo persi per strada per ragioni naturali ed altri non ci garantiscono una continuità annua- le di sostegno. Tutto ciò è normale in una associazione di volontariato e senza fine di lucro come la nostra, ma pos- siamo nei prossimi cinque anni raddoppiare ed essere presenti in molte altre parti del Piemonte, con lo stes- so spirito di servizio verso tutti i cittadini, verso le isti- tuzioni, le associazioni, la società civile nella sua inte- rezza. Sante Bajardi IL PROGRAMMA DEL 15° CIPES A PAG.24 Prom. Salute n. 5/2005 11-11-2005 14:15 Pagina 1

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Promozione aluteSNotiziario del CIPES PiemonteConfederazione Italiana per la Promozione della Salute e

l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte

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anno 11 / n. 5novembre/dicembre

2005

TAXE PERCUETASSA RISCOSSA

TORINO CMP

Sped. in Abb. Post.Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96NR. 5/97 Torino - Conto N° 323/A

15 anni di attività per la saluteCari lettori, cari soci,Cipes Piemonte ha compiuto nel 2005 15 anni della sua

attività e vi ho dato appuntamento per venerdì 2 dicembreper ringraziarvi del sostegno che ci avete dato finora ma anche per dirvi che intendiamo fare cose nuove emigliori.

Con noi ci saranno Erio Ziglio, della OMS Europa, J. K.Davies Vice Presidente IUHPE per l’Europa ed i rappre-sentanti delle istituzioni del Piemonte che hanno accetta-to di fare parte del Comitato d’Onore.

Fare salute è cosa nobile e necessaria ma i più lo sco-prono quando ne perdiamo qualche pezzo. Anche in que-sta condizione noi sosteniamo che è possibile curare inmodo diverso, promovendo salute.

Abbiamo il diritto di pretendere che in ogni momentodella vita produttiva e sociale la nostra salute sia sempretutelata, come altrettanto ci deve essere garantito il dirittoalle cure: le migliori possibili e al minimo costo. Ma abbia-mo anche il dovere di avere comportamenti responsabili,con stili di vita che la possano tutelare al meglio.

Se la sanità, per essere migliore, efficace e meno costo-sa, deve avere al centro il cittadino, ancora di più la salu-te può essere tutelata con un ruolo attivo del cittadino,senza deleghe.

E’ cosa non semplice, perché è più facile ed umano farderivare i nostri problemi dagli altri e non considerare chenoi, individualmente abbiamo un ruolo decisivo nel pro-muovere la nostra salute. Ma siamo nel contempo consa-pevoli che molti comportamenti altrui mettono a repenta-glio la nostra salute con decisioni politiche, amministrati-ve, industriali, commerciali, produttive … non consapevo-li del loro rapporto con la salute.

Il salto di qualità da compiere sta in una visione uni-taria e sinergica di diritti e doveri.

Le risorse economiche sono limitate ed anche per que-sto l’intreccio di diritti e doveri è anche un modo per usar-le tutte e bene in primo luogo verso quanti, per ragioni nonevitabili o genetiche, hanno diritto al massimo della solida-rietà e dell’impegno da parte dei sani.

Dalle lotte operaie dei decenni passati ci è venuto ungrande insegnamento: la salute non ha prezzo e quindi ilrifiuto di qualsiasi monetizzazione del possibile danno conpaghe di posto od alimenti integrativi, perciò rimuovere lacausa del danno. Oggi in una situazione del tutto nuova,nell’epoca della globalizzazione, della mano d’opera a

buon mercato, l’attenzione deve essere ancora maggiore.Ricercare, studiare per curare meglio i malati e per

evitare che ci si ammali è la causa nobile e giusta percui ci battiamo ed operiamo tutti i giorni.

Un caldo grazie a quella trentina di volenterosi che neimesi a cavallo dell’ 89 e 90 hanno dato vita a CIPESPiemonte. Da allora molti altri si sono aggiunti ed abbia-mo fatto molte cose utili. Ma CIPES Piemonte ha bisognodi nuove forze ed intelligenze per i nuovi obiettivi che cisiamo dati.

Nel registro generale dei Soci i nuovi aderenti nel 2005portano i numeri che vanno dal 501 al 530. Siamo un belnumero, alcuni li abbiamo persi per strada per ragioninaturali ed altri non ci garantiscono una continuità annua-le di sostegno. Tutto ciò è normale in una associazione divolontariato e senza fine di lucro come la nostra, ma pos-siamo nei prossimi cinque anni raddoppiare ed esserepresenti in molte altre parti del Piemonte, con lo stes-so spirito di servizio verso tutti i cittadini, verso le isti-tuzioni, le associazioni, la società civile nella sua inte-rezza.

Sante Bajardi

IL PROGRAMMA DEL 15° CIPES A PAG.24

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2Promozione Salute

SOMMARIOpag. 1 15 di attività di Cipes Piemontepag. 2 Siamo polli da spennare, Colofon, Sommariopag. 3-5 9° Conferenza Courmayeur Rete HPH. La lezione di

Courmayeur. Reti HPH e istituzioni. Ospedale senza dolore; pag. 6-8 Conferenza Salute di Cuneo. Anci, Regione e Cipes

per la salute. Città sane: una nuova stagione. Città del Bio per la cultura del biologico. Alessandria: il patto diSolidarietà per la salute.

pag. 9 10 Opinioni a confronto:Una sanità che crea salute: Siamotutti meticci. Responsabilità multisettoriale per la salute.

Pag.11 Suicidio collettivo e immortalità. 118 Alessandriapag.12-15 ASL 1, ASL 3, ASL 4, ASL 5, ASL 8, ASL13, ASL 14,

ASL 16, ASL 21, ASL 22, ASO S Croce, ASO S.Luigipag.16-17 Scuola e salute: Scuola e immigrazione: Le parole tra

noi leggere. Web ASL 8.pag. 18 dalla Regione Piemontepag. 19 Ce Do: Schede libri, Atti della Regione Piemontepag. 20 Associazioni: Via il gradino: Prevenzione dell’Ictuspag. 21 dai Soci: Amici del Cuore. Ass. Risorsa. CePSI pag. 22 Vita Cipes: Cipes Alessandria. Allegri e longevi.

La News letter pag. 23 Cipes Cuneo: per una scuole che promuove la salutepag. 24 2 dicembre: Giornata della salute 15°di CIPES Piemonte

Promozione SaluteAnno 11, n°5 novembre - dicembre 2005

Notiziario bimestrale del CIPES Piemonte - Confederazione Italiana per laPromozione della Salute e l'Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte.Registrazione del Tribunale di Torino N°4686 del 3/9/1994

Sede: CIPES Piemonte, Via S. Agostino 20, 10122 TORINO, tel. 011/4310.762 - fax4310.768 - E-mail [email protected] [email protected], www.cipespiemonte.itVersamenti quote adesione: C/C Postale n.22635106; CC.n. 1692993 UniCredtBanca, Agenzia 08009, (CIN W, ABI 02008, CAB 01109); Codice Fiscale97545040012Redazione: Mirella CALVANO Direttore Responsabile, Sante BAJARDI Direttore,Enrico CHIARA, Maria Grazia TOMACIELLO, Mariella CONTINISIO, Anna RitaMERLI, Rosy AUDDINO Segreteria

Rubriche:Comitato Scientifico e Sala Celli: Luigi RESEGOTTI;Rete HPH: Piero ZAINA, Luigi RESEGOTTI;Città Sane: Enrico CHIARA;Scuola e salute: Guido PIRACCINI;Ambiente e territorio: Carlo Novarino, Marco BAJARDI;Incidenti stradali e domestici: Pino ACQUAFRESCAAnziani e salute: Paola PALUMBOASL e GOES: Mauro BRUSA;Associazioni: Maria Pia BRUNATO;Centro Documentazione: Tommaso CRAVERO;Emeroteca: Aldo LODIDoRS: Claudio TORTONE, Elena COFFANO;NEWS: Renata SIMONOTTI;Vita CIPES: Giuseppe CERVETTO; Giuseppe SIGNORECIPES Cuneo: Maria Grazia TOMACIELLO;CIPES Sicilia: Salvatore CACCIOLAVignette: Claudio MELLANA, Dario MAIRANOWWW: Marighella, Mingrone

Hanno inoltre collaborato a questo numero:Ferruccio ALESSANDRI, Didia BARGNANI, Mario CARZANA, Renato CELESTE,Mariateresa DACQUINO, Giancarlo FARAGLI, Marco FULCHERI, Sabrina GRI-GOLO, Lorenzo GIANOTTI, Piera MARCARINO, Domenico MARCHEGIANI,Chiara MASIA, Massimo NOBILI, Silvana PATRITO, Franco RIPA, MonicaSAUNA, Elena VALLANA, Elisa ZUNINO

Fotografie: Archivio CIPES Piemonte Stampa: Tipografia Sarnub Srl Via De Gubernatis 21/A Torino, Tel 011.2297900

INVITO AI COLLABORATORILe notizie, gli articoli per il prossimo numero devono pervenire entro venerdì 13gennaio 2006, anche via FAX: 011.4310768, via E-Mail: [email protected] (possibilmente in formato Word 6 o 7) su cartelle da 30 righe per60 battute. SONO GRADITI FOTO, DISEGNI, GRAFICI.

Siamo polli da spennare?Qualcuno dei lettori è abbastanza vecchio da ricordarsi un

film di fantascienza del 1963 dal titolo “Il giorno dei trifidi”?. Inbianco e nero, narra come, a causa di alcune radiazioni spazia-li, la pianta del triffidus diventi un pericoloso nemico dell’umani-tà e la sua rapida riproduzione minacci la terra. Solo l'interven-to di due esperti scienziati salverà, gratis, l’umanità dal gravepericolo.

Ciò che sta accadendo attorno alla febbre aviaria mi ricordatanto quel film, solo che all’umanità questa volta l’aiuto dellascienza verrà a costare parecchio e i soldi finiranno nelle taschedi una ristretta cerchia di umani.

Su Tuttoscienze l’Assessore alla Sanità del Piemonte MarioValpreda ha scritto un bellissimo articolo sulla sostanziale inuti-lità della vaccinazione contro la febbre aviaria, spiegando, dalpunto di vista scientifico, perché non serva altro che ad ingras-sare chi produce il vaccino.

Non ci sarebbe altro da aggiungere se non una constatazio-ne.

Migliaia di italiani sono andati in Svizzera a comprare ilTamiflu, un farmaco antivirale propagandato come capace difermare la febbre aviaria.

La Svizzera ha 7.000.000 di abitanti, l’Italia 56.000.000. I casisono due. O gli svizzeri tenevano scorte del Tamiflu superiori albisogno (perché?), o lo tenevano in cantina come noi facciamocon il Barolo e il Barbaresco, perché con il tempo migliori.Oppure ci hanno venduto tutto il Tamiflu che avevano tanto lorosanno che non serve ad un tubo.

Provate a cercare su Google sotto “febbre aviaria” e indovina-te quale sia la prima pagina ad apparire: un articolo della agen-zia Reuter sulla industria farmaceutica Roche e il Tamiflu… (chil’avrebbe detto!).

Invece della febbre aviaria dei polli, dovremmo purtropposeriamente preoccuparci di non fare la figura dei polli da spen-nare…

Claudio Mellana

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Le reti HPHLe reti HPHPromozione Salute

39° Conferenza Nazionale degli Ospedali per laPromozione della Salute

Comunicare la Salute:il ruolo dell’Ospedale e del DistrettoCourmayeur- 29-30 settembre –1 ottobre 2005-10-14

Per chi come il sottoscritto ha partecipato alla 1° ConferenzaNazionale HPH a Padova nel lontano gennaio 1997, presentatadalla prima ed unica Rete HPH Veneta (in una aula universitaria… semivuota), sorge spontaneo il raffronto con il Convegnotenutosi recentemente a Courmayeur, ove le prime timide edancor vaghe elaborazioni teoriche della Promozione dellaSalute hanno, via via nel corso degli anni, preso corpo e realiz-zazione per la partecipazione sempre più ampia ed entusiasta dioperatori dalle più diverse gerarchie professionali e sociali,espresse dall’attività delle Reti HPH dell’Italia centro-settentrio-nale.

Da sfondo lo splendido anfiteatro del Monte Bianco, anche secome una primadonna vezzosa si è concesso con molta parsi-monia alla nostra visione: la raffinata e generosa ospitalità degliorganizzatori del Congresso hanno completato il quadro.

Il tema della Comunicazione, dopo i 4 relatori ufficiali, è statoprevalentemente sviluppato dai referenti delle Reti regionali, acui si sono aggiunte 10 relazioni nelle sedute plenarie, 35 rela-zioni nelle sedute parallele e la presentazione di 110 poster divi-si per categoria con premiazione durante la cena sociale. Anchei numeri hanno un loro significato!

Carlo Favaretti, il nostro Coordinatore nazionale, ha esorditopresentando la carta geografica dell’Italia in buona parte ormaioccupata da 11 Reti HPH regionali (pari al 70% della popolazio-ne italiana). Partendo dall’Intesa di San Remo (2001) con leparole d’ordine ”Partecipare, Promuovere, Prevenire” la cresci-ta del movimento HPH ha comportato il superamentodell’Ospedale come “turris eburnea”, autosufficiente, con “l’usci-ta” nel territorio: non la sua occupazione, ma la sua valorizzazio-ne!

Il nostro metodo di lavoro non può che essere quindi interset-toriale.

Favaretti, molto lucidamente, distingue 2 livelli di attività dellenostre Reti regionali:

1) livello di movimento: bisogno di visibilità attraverso lacomunicazione.

2) livello di strutturazione: iniziative visibili attraverso l’orga-nizzazione strutturale.

Nella discussione del Direttivo delle Reti ha prevalso il supe-ramento di eccessive rigidità con l’armonizzazione tra i 2 livelli.Per ogni singolo Ospedale il punto di arrivo è la trasformazioneorganizzativa dell’Ospedale, cioè un setting promotore di salute,quale Progetto da realizzare (mettere in opera), diffondendonela cultura.

In sintesi vengono elencate le attività delle nostre Reti:1) contributo al miglioramento di stili di vita (problemi lega-

ti al fumo, all’alcol, all’alimentazione, all’attività fisica, ecc)2) continuità delle cure tra i diversi percorsi assistenziali

(dimissioni protette, ADI, RSA, ecc)3) attività di educazione al pazienteIl nostro Coordinatore si pone la domanda chiave: come inte-

grare le attività di Promozione della Salute con le altre attivitàassistenziali. La governance integrata delle strutture sanitariepuò essere la risposta logica e coerente ad un processo evolu-tivo molto complesso. Si può partire dai Livelli Essenziali diAssistenza (LEA) da considerare come setting funzionali. Temada sviluppare nell’immediato futuro, detenendo sempre ➯ Segue a pag. 4

l’Ospedale, struttura ben visibile a tutti, il ruolo di motore di unprocesso di riorientamento del SSN, integrato con tutti i settoriterritoriali (Alleanza della Salute).

Uno slogan per tutti gli operatori: “focalizzare gli elementiche uniscono”.

Favaretti è ottimista sulla possibilità di ulteriore ampliamentoe consolidamento delle Reti italiane, facilitata dall’interesse cre-scente del mondo politico alle nostre iniziative. Ne è la dimo-strazione la presenza al Convegno di rappresentanti valdostanidel Senato e della Camera, oltre alle autorità della RegioneAutonoma Valle d’Aosta.

Alessandro Rovinetti, Segretario generale della Associa-zione Italiana della Comunicazione Pubblica, ci ha divertito conil suo fluente eloquio, scoppiettante di battute (anche amare),ma deciso nel denunciare il “burocratese” come scelta di lin-guaggio per non farsi capire nella Pubblica Amministrazione ita-liana! All’opposto la Comunicazione è la capacità di far cresce-re le relazioni, perciò deve essere credibile (non vincente o con-vincente): interessando tutti i cittadini, questi debbono essere inostri alleati, al fine del cambiamento. Non è più sufficiente l’in-formazione, perché occorre conoscere i bisogni degli utenti perpoter elargire prodotti utili. A proposito cita il Presidente dellaRepubblica “la Comunicazione pubblica è un modo di go-vernare”. E’ una disciplina propria, autonoma, come elaboratri-ce di contenuti: futuro tutto da costruire!

Ann O’ Riordan, Coordinatrice della Rete HPH irlandese, haillustrato il tema “la Comunicazione strumento di Salute”: sonostati sviluppati svariati messaggi comunicativi per gli utenti e pergli operatori sanitari ed il collegamento internazionale con lealtre Reti europee ha permesso un incremento della Rete irlan-dese.

Numerose le iniziative in rete:1) allattamento al seno (indice molto basso).L’iniziativa

comunicativa ha dato buoni risultati;2) fumo: con la legge del 2004 si è registrato un miglioramen-

to della campagna anti fumo (risultati vicini allo standard);3) residenze anziani: si sono incrementate consultazioni con

i residenti con risposte positive alle loro richieste.Irena Miseviciene, Coordinatrice della Rete HPH lituana,

con chiarezza ha affermato che sui problemi della Promozionedella Salute è difficile il dialogo tra gli operatori ma specialmen-te con i politici per carenza legislativa sugli HPH e difficoltà negliinvestimenti finanziari. I letti ospedalieri sono il doppio di quelliitaliani ma con minor numero di medici e maggior numero diinfermieri. La Rete HPH lituana è stata fondata nel 1996 ponen-do la Comunicazione come strumento determinante. Lavoranosu Progetti basati su prove (con valutazione dei risultati), coor-dinati da un Comitato congiunto (12 Ospedali membri conl’Ospedale Universitario quale Centro di coordinamento). Alleconferenze vengono invitati esperti di valore, si trasmettono lebuone pratiche facilitandone la mobilità all’interno del Paese. Ilrisultato di una buona Comunicazione è la collaborazione tra ivari operatori con l’attuazione degli Standard Europei degliHPH, stimolando l’efficienza dei Servizi con la più ampia parte-cipazione possibile.

Uno stimolo per tutti citando Leonardo da Vinci “la fortunaarriva per coloro che lavorano in maniera continuativa”.

Antonio Fosson, Assessore alla Sanità e Salute dellaRegione Valle d’Aosta, trattando del tema “Ruolo emergentedel Distretto” delinea un quadro molto preciso nella realtà val-dostana cioè notevoli differenze di aspettativa di salute tra i variDistretti: ne deriva che la domanda di salute non può esserediretta dal Centro, per cui risulta adeguata l’istituzione di 4Distretti. Le loro attività verranno inscritte nel nuovo PianoSanitario Regionale, con la rilevante opportunità e possibilità digestire anche il Sociale (Piani di Zona).

Comunicazioni dei rappresentanti dei Migrant FriendlyHospitals, presentati dal Coordinatore Antonio Chiarenza: sono

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Le reti HPHLe reti HPH4Promozione Salute

➯ Segue da pag. 3

Tirare le orecchie, tirare lagamba la lezione di courmayeur

La IX conferenza nazionale della rete HPH che si è svolta aCourmayeur dal 29 settembre al 1° ottobre 2005 e che haavuto un grande successo per il numero di partecipanti, per illivello delle relazioni e per la splendida accoglienza logistica ciha fornito una grande lezione che la rete HPH Italiana non develasciare cadere.

La scelta del tema della comunicazione è stata particolar-mente felice perché da un lato una lezione magistrale comequella del prof. Rovinetti oltre a darci un grande piacere ci haarricchiti culturalmente e dall’altro ci ha fatto riflettere su comecomunichiamo col nostro operare e ci ha dato una tirata d’orec-chie perché l’impostazione della Conferenza ha dimostratochiaramente che siamo ancora troppo attenti a noi stessi e allesingole reti e troppo poco al benessere di tutti e al comuneimpegno nella rete dell’OMS.

La riflessione sulla IX conferenza deve tirare la gamba allanostra rete per quanto riguarda l’organizzazione delle futureConferenze sia locali che nazionali.

Già oggi, con 11 reti regionali italiane, la presentazione delleesperienze delle singole reti, nonostante la provvidenziale, ma

coinvolti 12 Paesi e la formazione avviene in 8 Ospedali euro-pei. Suggestiva la visione al tavolo della Presidenza dei delega-ti dei 12 Paesi in cui le diversità cromatiche della pelle sanciva-no in maniera inequivocabile il nobile intento di migliorare l’or-ganizzazione e la qualità dei servizi ospedalieri rendendoli “cul-turalmente adeguati” verso i migranti e i diversi gruppi etnici.

Tavola rotonda: commento degli esperti. Concordano checompito della Comunicazione è ridurre le disuguaglianze. Sonoalquanto deludenti le attese delle campagne di informazione ecomunicazione: nella propaganda antifumo mediamente è risul-tato solo il 12% in più rispetto ai controlli. Diverse possono esse-re le scelte nel comunicare che è fondamentale considerarlocome strumento di sviluppo della Comunità.

Viene posto anche il problema, non più eludibile, dell’insegna-mento universitario sulla comunicazione della Salute agli opera-tori. Conclude Juergen Pelikan, Direttore Istituto UniversitarioBoltzmann di Vienna, dicendosi molto soddisfatto per il lavorosvolto dalla Rete HPH italiana.

3 sono ormai le sfide internazionali poste dagli HPH: 1) il valore aggiunto costituito dal metodo HPH nel campo

Sanità-Assistenza;2) il miglioramento delle alleanze HPH con altre iniziative

esterne (integrazione di metodi simili): promozione salutenelle scuole, città sane ecc…;

3) le prospettive di processo aperto dal basso all’alto ed inver-samente (apertura…delle strutture chiuse!).

Infine Pelikan lancia un avvertimento, non certo propizio: lepolitiche dell’OMS non coincidono con le prospettive dellaPromozione della Salute, detto brutalmente non aspirano afinanziare le nostre attività! (in tutt’altre faccende affaccenda-te?).

Con serenità assicura che a sostenerci saranno le Reti regio-nali, nazionali ed internazionali, ulteriormente rafforzate e cre-sciute.

A nome del Presidente del Cipes e del Comitato operativodella Rete HPH piemontese ringrazio per la gradevole acco-glienza e per la riuscita non facile dell’organizzazione delConvegno Carla Stefania Riccardi, Direttore Generale USLValle d’Aosta, Giorgio Galli, Coordinatore regionale Rete HPHValle d’Aosta (nonché brillante regista dell’operazione),Clemente Ponzetti, Direttore Sanitario USL Valle d’Aosta.

Piero Zaina

non auspicabile, assenza di una rete, ha sforato i tempi previ-sti, costringendo i moderatori a fare fretta ai relatori e soprattut-to a rinunciare alla discussione.

Se in un domani le reti dovessero essere più numerose sinoa comprendere tutte le regioni Italiane è evidente che nonsarebbe in alcun modo possibile concedere a ogni coordinato-re 15 minuti per la sua presentazione e nello stesso tempo pre-vedere una discussione e un confronto fra le varie reti. D’altraparte l’attuale sistema privilegia la centralità delle singole retiche svolgono attività, più che la valutazione del guadagno disalute delle persone per le quali le reti operano

Mi permetto allora di avanzare la proposta di discutere tuttiinsieme, in previsione della prossima Conferenza di Napoli,una nuova modalità nella conduzione e nella tempistica dellerelazioni, in particolare quelle dei coordinatori delle singole reti,mirata ad una maggiore centralità della persona e a una mag-giore possibilità di confronto fattivo fra le reti.

Parto io con un suggerimento, ovviamente aperto alla critica,quello di individuare in primo luogo dei moderatori delle sessio-ni disponibili a farsi carico di un importante lavoro di elaborazio-ne e di discussione preliminare coi singoli relatori. A questimoderatori si dovrebbe far giungere il testo delle relazioni circaun mese prima della Conferenza in modo di dar loro la possibi-lità di individuare i messaggi che si intendono trasmettere e laspecificità della azioni della singole reti.

Il moderatore dovrebbe sollecitamente far sapere ai singolirelatori su cosa dovranno centrare il loro intervento evitando diripetere quello che altri hanno detto e quanto tempo avranno adisposizione.

Nella seduta il moderatore sottolineerà il contributo che ognisingola rete ha portato al progetto di salute e come tale contri-buto abbia determinato il guadagno di salute per la comunità,gli operatori e i pazienti dando la parola ai singoli relatori perillustrare i punti più specifici delle loro azioni. Naturalmente iltesto completo verrà incluso negli atti della Conferenza e, sepossibile, sarebbe utile,come già si fa in alcuni Congressi medi-ci, allestire multiple postazioni con computer in varie salettenelle quali chi è interessato può visionare le diapositive dellesingole relazioni.

Per garantire la stretta osservanza dei tempi concessi ai sin-goli relatori converrebbe attrezzare le aule con orologi chemandino un breve segnale quando mancano due minuti alloscadere del tempo, un segnale più prolungato quando mancaun minuto e facciano accendere le luci in sala e spegnere ilproiettore quando è scaduto il tempo concesso. Si eviterebbecosì lo sforamento del tempo che è controtestimonianza dell’at-tenzione al benessere degli altri e ostacolo allo svolgimentoordinato delle sessioni e alla concessione di uno spazio ade-guato alla discussione.

Con questa proposta intendo aprire il dibattito e contribuirealla sempre maggior efficacia delle nostre Conferenze per ilraggiungimento degli obiettivi di salute che la rete HPH si pro-pone.

Luigi Resegotti

1° Conferenza Regionale HPH Friuli Venezia Giulia

La S@lute in ReteMonfalcone Auditorium Ospedale San

Polo1 Dicembre 2005

Programmawww.cipespiemonte.it/docum/convegni/fvg.pdf

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Le reti HPHLe reti HPHPromozione Salute

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Reti HPH e istituzioni:quali rapporti fra lerelative missions?

Al termine del secondo quinquennio di attività delle primi retiHPH in Italia, ci pare opportuna una riflessione sui rapporti fraIstituzioni e Reti in un momento in cui molti progetti individuati ini-zialmente dagli Ospedali per la promozione della salute si sonotradotti in provvedimenti legislativi o in obiettivi dei piani regiona-li. Nasce il problema di individuare chiaramente quali sono i com-piti specifici dell’Istituzione e la mission della Rete che si espri-mono entrambi a livello di strutture quali gli ospedali. La chiarez-za pare necessaria per evitare che vengano presentati comeprogetti di promozione della salute azioni che rientrano dei com-piti istituzionali delle strutture sanitarie. Il problema è particolar-mente evidente per gli Ospedali senza fumo e Ospedali senzadolore. Mi pare chiaro che è compito istituzionale degli Ospedaligarantire un ambiente libero dal fumo in quanto agente sicura-mente nocivo, al pari di evitare ogni sofferenza ai pazienti nellamisura massima possibile in rapporto alle conoscenze, ai farma-ci e alle attrezzature disponibili. Per questo lo svolgimento delleazioni rivolte ad ottenere tali risultati non rientra nella missiondella Rete degli Ospedali che Promuovono la salute. E’ neces-sario evitare ogni sovrapposizione di azioni ed ogni equivocosulle relative competenze.

La rete HPH trova la sua base nella Carta di Ottawa che si pro-pone la valorizzazione, “empowerment” della persona attraversole tre azioni del rendere capaci (to enable), di mediare (to media-te) e di sostenere (to advocate). Porre al centro la persona vuoldire non limitarsi ad azioni che altri fanno, che dall’esterno mira-no a migliorare la salute della persona che non è solo il pazien-te, ma è anche il famigliare, l’operatore e in generale, la comuni-tà. E’ necessario che il paziente, che la persona, si senta prota-gonista delle scelte che risultano nel suo maggior benessere fisi-co, psichico, sociale e spirituale; che la persona sia resa capacedi fare le scelte migliori, di mediare fra quello che è un modelloproposto dai mass media o dall’ambiente in cui vive e quello chegli viene detto essere vantaggioso per la salute, si senta appog-giata nelle sue scelte,ma nello stesso tempo si senta protagoni-sta nel favorire scelte sane nelle persone con cui viene in con-tatto, con cui vive.

Se questa è la mission della rete HPH gli strumenti che per-mettono di realizzarla sono in primo luogo la comunicazione, lacondivisione delle conoscenze e delle esperienze, il profondointeresse reciproco, l’amore per l’altro del quale di desidera ilbene e dal quale ci si attende che agisca per il nostro bene; insecondo luogo la formazione alla analisi delle situazioni in mododi poter essere in grado di individuare i propri bisogni e fare lescelte più opportune.

Nei casi specifici dai quali si è originata questa riflessione, lamission della rete HPH nella lotta al tabagismo è quella di farcomprendere che il non fumare non è la conseguenza di undivieto, ma una libera scelta personale, il modo di affermare ilproprio valore di persona che non si lascia condizionare damodelli esterni, ma neppure da pulsioni interne e che assumeresponsabilmente le proprie decisioni, frutto di una mediazionefra stimoli e motivazioni diverse e strumento per favorire il benes-sere anche degli altri che ci sono cari al pari di noi stessi. La mis-sion nel caso degli ospedali senza dolore è quella di far com-prendere il significato del dolore che è un segno, non un fine, chemolte volte è motivo di sofferenza perché non se ne comprendeil motivo e il significato, che perde la sua carica nociva nelmomento in cui l’azione che provoca il dolore è voluta e non sub-ita. Ben diversa è la sensazione avvertita da chi riceve percossein un incontro di pugilato a cui partecipa per vincere e da che èaggredito da malviventi. Sapere cosa avviene in noi quando siaffronta un intervento chirurgico o una chemioterapia aggressiva

Ospedale senza dolore ...… e nel 2006?

Nell’ultimo numero di Promozione Salute (n. 4 agosto/ottobre2005), abbiamo presentato il nostro progetto delle Reti HPHPiemonte e Valle d’Aosta dal titolo “Un percorso verso l’ospeda-le senza dolore” concludendo con un “arrivederci aCourmayeur” in occasione della IX Conferenza Nazionale degliospedali per la promozione della salute.

La partecipazione alla Conferenza Nazionale con un postered un abstract del nostro progetto ha permesso di avere unavisibilità nei confronti di altre realtà ospedaliere italiane chestanno percorrendo delle tappe molto simili. Il nostro principaleobiettivo era quello di diffondere il nostro progetto e di promuo-vere diverse forme di collaborazione con tutti coloro che dichia-ravano la loro disponibilità. Con molta soddisfazione e conmolto entusiasmo, abbiamo riscontrato un notevole “fermento”a livello italiano grazie alle molte esperienze degli ospedalisenza dolore, presentate nelle sessioni della ConferenzaNazionale. Sicuramente questo rappresenta un segnale moltopositivo.

Questo stesso entusiasmo è stato rivissuto in occasione delConvegno Piemontese “Lotta al Dolore” tenutosi a Piobesid’Alba il 20 ottobre scorso. Durante questa giornata, sono statepresentate le Linee di indirizzo per la realizzazione della reteregionale degli Ospedali senza Dolore (Allegato allaDeliberazione n.31-1142 approvata in Giunta Regionale il17/10/2005) confermando l’importanza dei principi che hannoispirato il nostro lavoro: centralità della persona, continuità assi-stenziale, interprofessionalità e confronto continuo fra le istitu-zioni.

Come vogliamo procedere? Come continuare nel nostro per-corso?

Il nostro percorso passa attraverso una continua diffusionedelle informazioni e delle conoscenze per costruire insieme unacultura dell’ospedale e del territorio “senza dolore”. Per promuo-vere la cultura della lotta al dolore, parallelamente ai corsi di for-mazione aziendali e/o interaziendali, crediamo che sia fonda-mentale progettare incontri, costruire piattaforme comuni peraprire un dialogo con tutti coloro che, a diverso titolo, desidera-no lavorare in questo progetto.

Molte sono le strategie e gli strumenti. È già attivo il sito inter-net del Cipes Piemonte, all’interno del quale, nello spazio dedi-cato alla Rete HPH, c’è un link di collegamento alla pagina webdel nostro progetto. Si possono trovare i documenti principali ele modalità per ricevere le informazioni.

La realizzazione di un convegno degli “Ospedali e del territo-rio senza dolore quale modello di rete e quale centralità per ilcittadino?” nel corso dell’anno 2006 rappresenta uno degliobiettivi più efficace per aprire un dialogo tra le diverse compo-nenti del sistema.

Sabrina GRIGOLO, Franco RIPA

rende assai più sopportabile il dolore di quanto lo faccia un anal-gesico. Ospedale senza dolore è quello che fa tutto ciò, nonrifuggendo dall’uso di farmaci quando necessario, ma preoccu-pandosi anche della sofferenza psichica dei famigliari e di quel-la del malato per l’ansia dei famigliari stessi. Il dolore molte voltenon è un fatto personale, ma sociale ed occorre tenerne contoed avere un approccio sociale al problema. Tutto questo non lofa l’istituzione che si limita a corsi per gli operatori, alla messa apunto di tecniche di analgesia e alla proposta di linee guida.

C’è posto per i progetti HPH al pari che per le azioni delle isti-tuzioni. Le une e le altre mirano alla salute della persona, maquesta si realizza meglio se si evitano equivoci e sovrapposizio-ni Luigi Resegotti

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Le reti Città SaneLe reti Città Sane6Promozione Salute

La prima Conferenzaper la salute a CuneoUn tentativo concreto di confronto sociale ed isti-tuzionale nel solco strategico di Salute 21, diAgenda 21 e di Città Sane

Quando, insieme ai soci del Centro Locale CIPES di Cuneoabbiamo deciso di metterci a lavorare per realizzare a Cuneo laprima Conferenza provinciale per la Salute, eravamo convintiche fosse ormai maturo il tempo per proporre alla comunità unnuovo passo culturale e politico, da fare soprattutto insiemeall’Amministrazione di Cuneo, all’Amministrazione Pro-vincialeed alle Aziende Sanitarie del quadrante provinciale.

Il passo per avviare un primo momento formale di confrontopropositivo sui temi della programmazione sanitaria locale, aven-do come primario riferimento la strategia dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità proposta in Salute 21, in Agenda 21 e inCittà Sane.

L’occasione ci veniva data, da una parte, dalla ricorrenza dei15 anni della CIPES Piemonte. Dall’altra ci veniva data dal fattoche da quasi tre anni ci eravamo attivati, nell’ambito del proget-to piemontese Città sane promosso dalla CIPES, in un costanterapporto interlocutorio e collaborativo con il Comune di Cuneo: ilpercorso era poi infatti approdato proficuamente nella adesioneformale alla rete Città sane e nella conseguente attivazione inambito intra-assessorile di sue possibili forme applicative.

Ma una occasione, altrettanto significativa, ci veniva dataanche dai recenti indirizzi regionali, relativi alla fase di stesuradel Piano Sanitario Regionale, e dalla corrispondente riflessionein atto nell’ambito dei sistemi di Promozione della salute localidelle ASL, in cui diversi di noi sono professionalmente inseriti. E’stata la nostra, in ogni caso, una decisione impegnativa ed unaimpegnativa scommessa.

Alla luce di come l’evento si è poi realizzato, possiamo bendire che ne è valsa sicuramente la pena, sia dal punto di vistaculturale, sia dal punto di vista politico, sia soprattutto dal puntodi vista etico : sapevamo di avere nelle mani “semi buoni”, cisembrava giusto lasciare che cadessero lungo la strada, su unterreno che ancora continua a sembrarci fertile… e sperare chequalcosa di buono potesse continuare a germogliare …

Nell’organizzare l’evento avevamo proposto una intera giorna-ta da dedicare alla nostra singolare impresa: nella mattinatavolevamo promuovere una momento di sensibilizzazione perquanti fossero interessati ad avvicinarsi ad una riflessione criticasu un tema ancora poco scandagliato : salute e partecipazione.

Nel pomeriggio volevamo invece provare a restringere il con-fronto con i decisori della salute, raccogliendoli intorno a un tavo-lo di lavoro in una sorta di laboratorio .

E, in tutto questo, il coinvolgimento diretto dell’Assessoratoalla Tutela della Salute e Sanità della Regione Piemonte, trami-te il contributo fondamentale del dr. Vittorio Demicheli, ci sembra-va potesse scandire nel modo più adeguato entrambe le sessio-ni della giornata, garantendo a tutto l’evento quella connotazionesu cui volevamo che esso fosse centrato: quella delle responsa-blità politiche per la Salute e dei modelli partecipativi.

Nella mattinata del 20 ottobre il grande anfiteatro della sala Bdel Centro Incontri della Provincia di Cuneo, in cui abbiamo volu-to proporci al pubblico, ha visto confluire almeno 150 persone,tra cui 50 studenti (una classe dell’Istituto Magistrale “De Amicis”,una dell’Istituto Tecnico “Bonelli” e una dell’Istituto Tecnico“Grandis” – IPSIA), insegnanti, rappresentanti delle Associazioni,amministratori, operatori delle Aziende Sanitarie e dell’AziendaOspedaliera, cittadini .

I lavori sono stati avviati con il saluto dell’Assessore alla Sanitàdella provincia di Cuneo Stefano Viglione, e del Sindaco diCuneo Alberto Valmaggia . Gli interventi dei diversi relatori della

prima parte della giornata si sono susseguiti proponendo allaplatea attenta un comune filo conduttore di riflessione : quali pos-sibili strategie, metodi e strumenti per una “partecipazione diqualità” nella definizione dei profili di salute e dei piani per lasalute .

Particolare significato ha assunto, per la logica dellaConferenza, la seconda parte della giornata, quando ben 35soggetti in rappresentanza di Enti ed Associazioni si sono ritro-vate intorno al tavolo della solenne Sala Giolitti del Consiglio pro-vinciale. Vedere un numero così nutrito di persone tutte raccoltein uno sforzo comune teso a realizzare, secondo gli obiettivi delLaboratorio pomeridiano, un ragionamento produttivo sul tema“Salute e Sicurezza” , è stato certamente motivo di grande sod-disfazione per tutti . Mentre l’avere dovuto constatare l’assenzadegli Amministratori locali ( erano presenti solo il dr. GiuseppeViada per la Provincia di Cuneo e l’assessore Elio Allario per ilComune di Cuneo), considerati ospiti particolarmente privilegiatidel Laboratorio, è stato motivo di evidente riflessione critica .

Nel corso del Laboratorio, che è stato coordinato dal dr.Vittorio Demicheli con il supporto del dr. Franco Bottasso, si èdelineato lo scenario complesso dei diversi punti di vista: ciascunrappresentante istituzionale e sociale ha preso infatti la parola,fornendo spunti per il dibattito e tracce possibili di lavoro per ilprosieguo futuro del tavolo multisettoriale, in un ‘ottica di costru-zione concreta del percorso indicato dal progetto Città Sane e daSalute 21 e con la definizione dei profili di salute locali. Ed infat-ti il Laboratorio si è concluso con l’impegno, condiviso da partedi tutti i presenti, di valorizzarne il significato, riprendendo alcuniindizi tematici emersi nel corso dei lavori e fissando un nuovoappuntamento di lavoro a più voci, per avviare la fase concretadel “Laboratorio locale per la salute”.

In contemporanea con la Conferenza, infine, alla cittadinanzaè stata proposta dal 18 al 23 ottobre la mostra della CIPES “Allegri & longevi” “, che stata allestita nella chiesa di SantaChiara e che, oltre che essere stata visitata da un folto numerodi persone negli orari di apertura, è stata anche proficua occasio-ne di incontro e dibattito per alcune classi di studenti delle scuo-le medie superiori della città, per le quali è stato programmatouna visita ad hoc on i loro rispettivi dirigenti scolastici ed inse-gnanti.

Maria Grazia Tomaciello - Centro Locale CIPES - Cuneo

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Le reti Città SaneLe reti Città SanePromozione Salute

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Città sane: una nuova stagione? Città Sane, ormai verso il terzo anno

In questi ultimi mesi il cambiamento politico-amministrativo che hacoinvolto sia la provincia, che, pur nella continuità politica, ha sostan-zialmente rinnovato la “squadra” di governo, sia l’ANCI regionale dapoco presieduta da Amalia Neirotti, sindaco d Rivalta e nostra già con-vinta sostenitrice, ma soprattutto la regione, che ha inserito Città Sanenelle azioni utili allo svolgimento del Piano Sanitario in fase di elabora-zione, ha richiesto una serie di incontri finalizzati a ristabilire un rappor-to con i nuovi dirigenti politici e amministrativi e a stabilire la corniced’insieme entro cui avviare i passi futuri.

In particolare la Provincia di Torino, con la Conferenza sulla Salute,sta agendo a tutto campo sul versante della ricerca, proponendosi dirileggere lo stato di salute della popolazione provinciale sulla scortadella precedente esperienza operata dal Servizio di epidemiologia diGrugliasco, oggi avvertita come metodologicamente meritevole di rin-novamento, e concordando un percorso di indagine con i medici difamiglia sull’esempio di quanto già fatto dalla Fondazione Zancan, incollaborazione con la Caritas, dove il medico di medicina generale èdivenuto un rilevatore delle ragioni di disagio vissute dalla popolazione.Il tema della sicurezza stradale e domestica e quello della formazionehanno poi trovato nuovo vigore definendosi o ridefinendosi come azio-ni specifiche a carattere intersettoriale e interistituzionale. L’ANCI regio-nale sta disponendosi sul campo per divenire quell’interlocutore atten-to che la nuova fase ormai richiedeva con urgenza. Una maggior pre-senza dell’ANCI al tavolo di regia non potrà che agevolare e rafforzare ilrapporto con i sindaci oltre che conferire una maggiore autorevolezzalocale al progetto. La ancora troppo recente ripresa dei colloqui non ciconsente già oggi di produrre una definitiva tabella di marcia. Di sicurosi sta procedendo alla costituzione di un tavolo interistituzionale a cuidovranno, tra gli altri, essere presenti, oltre a ANCI e Cipes, l’UPI(Unione Province Piemontesi) e la regione

La Regione intende dare alle realtà locali la massima evidenza nelprogettare la promozione della salute come un’attività specifica e nonmarginale della futura programmazione socio-sanitaria, allargando,però, la lettura a tutti i determinanti che possono intervenire nel condi-zionare la salute dei piemontesi. I sindaci dovranno tornare a essereprotagonisti di un processo che li ha visti sino a ora per lo più esclusi,grazie a uno stile di governo più “orizzontale” o, per dirla altrimenti, di“governance” che vuole tener conto della complessità e pluralità degliAttori protagonisti delle politiche di salute. Particolare attenzione verràriservata alla formazione grazie a un progetto da attuarsi dalle ASL instretta collaborazione con i comuni, i 1206 (!) comuni, piemontesi.Quest’ultima osservazione ci porta a evidenziare come l’idea di attuareun “Città Sane” su base geografica distrettuale, da una parte componen-do le realtà minori e dall’altra scomponendo quelle maggiori (si veda l’a-zione con le circoscrizioni torinesi), trova oggi tutto il suo fondamento.Occorrono “sensori precisi” su scala territoriale locale che possano ade-guatamente fotografare la realtà della popolazione sulle aree ammini-strative in cui concretamente si attua la maggior parte degli interventi dipromozione della salute, di quelli a finalità preventive o, infine, “ripara-tive”. In questo senso e con questo spirito stanno già sorgendo iniziati-ve formative rivolte a politici e amministratori a cui verranno illustratepresupposti, criteri, metodologie per attuare un’azione di promozionedella salute locale. In più è già in fase di attuazione il corso per “anima-tori di salute” attualmente organizzato dalla Circoscrizione 5 nell’ambitodelle attività proprie e in quanto titolare per la città di Torino di un pro-getto internazionale URB-AL Europa-America latina finalizzato alla pro-mozione della salute e allo sviluppo della cittadinanza attiva.. Le primelezioni si sono svolte alla CIPES in osservanza della convenzione esi-stente con la circoscrizione. In sede provinciale, poi, la Conferenza dellaSalute ha ritenuto di proprio interesse il progetto, ipotizzandone unadattamento alle esigenze della provincia, un incontro con la città diTorino, un successivo co-finanziamento.

Enrico Chiara

Amalia Neirotti rilancia conRegione e Cipes il ruolodell’Anci per la salute

Con la nomina, avvenuta qualche mese fa, del sindaco diRivalta Torinese Amalia Neirotti, a presidente dell’Anci Piemonte,riprende vigore l’azione che l’Associazione dei Comuni Italiani hada tempo intrapreso per dare ai temi della salute e dell’organiz-zazione sanitaria un posto sempre più rilevante nell’agenda degliEnti locali piemontesi.

Da qualche anno, infatti, Anci Piemonte è impegnata con laRegione e la Cipes a promuovere la sostenibilità di un progettoper la salute nelle città anche in conseguenza dell’adesione allarete “Città sane” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Dopo qualche anno di rodaggio, ci sono ora le condizioni perun salto di qualità nella “rapporto” tra Comuni e salute e l’Anci sicandida per svolgere appieno un ruolo fortemente propositivo inaccordo con il nuovo indirizzo che l’Assessorato Regionale inten-de dare alle proposte di programmazione sanitaria, con i comu-ni e gli altri Enti locali in prima fila, protagonisti dei processi dicambiamento e forte riferimento per i propri cittadini.

L’ incontro che si è svolto nei giorni scorsi presso il Comune diRivalta alla presenza del Sindaco Amalia Neirotti per l’Anci, diSante Bajardi, Enrico Chiara e Beppe Signore per la Cipes e diMario Carzana dell’Area di Promozione della Salute dellaRegione Piemonte, ha messo a punto una strategia di rilancio, apartire dal 2006 – del Programma Città Sane, finanziato daRegione piemonte, che sarà proposta all’Assessore Regionale eagli organismi direttivi di Anci Piemonte entro l’anno in corso.

L’azione che si intende rilanciare riguarda in particolare l’avviodi un’attività di sensibilizzazione e formazione degli amministra-tori pubblici affinché sostengano, nei territori di propria compe-tenza le ragioni della salute a ogni livello e la costruzione di pro-fili di salute in collaborazione con le Aziende sanitarie e i distret-ti. Questa azione, particolarmente importante poichè consente disaldare esigenze di sostenibilità politica e partecipazione popo-lare con l’approccio inevitabilmente scientifico dell’ epidemiolo-gia, potrà trovare anche un sensibile riconoscimento e le condi-zioni di concreta attuazione attraverso finanziamenti ad hocgarantiti, dal livello regionale, alle ASL che propongano progettiche coinvolgono i comuni nelle azioni di tutela della salute.

Come ricordava Amalia Neirotti, se è vero che le attese di salu-te da parte dei cittadini rappresentano una costante dei sondag-gi ( una delle ultime ricerche condotte grazie all’Anci lo confer-ma), occorre mettere gli amministratori pubblici nella condizionedi conoscere appieno le conseguenze sulla salute delle scelteoperate in altri settori dell’amministrazione e con quali mezzi emetodi intervenire preventivamente. L’idea finale dell’incontro èdi convocare a cura della Presidenza, entro breve tempo unariunione del Direttivo dell’Anci e costituire all’interno un gruppotecnico per la promozione della salute per supportare i sindacidel Piemonte in questa “visione” innovativa del loro incarico.

da sinistra Carzana, Bajardi, Chiara, Neirotti, Signore

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Le reti Città SaneLe reti Città Sane8Promozione Salute

Città del Bio per la cultura del biologico

L’associazione “Città del Bio” nasce nel maggio del 2003, daun accordo tra i comuni di Roma, Grugliasco (To), Napoli,Ancona, Alessandria, Varese Ligure (La Spezia), San CascianoVal di Pesa (FI), Marsicovetere (PZ), Borgaro Torinese, laProvincia di Torino. Anche il Comune di Torino ha aderito nelmaggio scorso, sebbene già da qualche anno abbia abbraccia-to il biologico per la ristorazione scolastica.

L’obiettivo è dar vita ad una cultura del bio attraverso la valo-rizzazione delle esperienze maturate dalle amministrazionilocali e lo sviluppo di ulteriori progetti su aspetti importanti comela ristorazione biologica, la promozione e lo sviluppo delle pro-duzioni biologiche, l'informazione e l'orientamento dei cittadiniverso un consumo etico e consapevole. Ma anche per promuo-vere uno sviluppo ecosostenibile attraverso l'impiego di tecni-che e di prodotti ecocompatibili sia nei settori produttivi sia nelterziario. Infine l’associazione si prefigge di appoggiare tutte leiniziative e le politiche dirette a migliorare la qualità della vitanelle città.

Il biologico, infatti, non deve essere esclusivamente un setto-re produttivo ma deve seguire un percorso culturale, di cono-scenza e di informazione, a favore di cibi sani e buoni anche perl'ambiente in cui viviamo. In questa direzione i Comuni sono isoggetti impegnati in prima linea sia per affrontare e risolvere iproblemi quotidiani più immediati,

sia come interlocutori con il quale individuare e costruire pro-spettive di sviluppo, inteso come valorizzazione dei caratterispecifici del territorio e l’attivazione di soggetti, che a livellolocale possono contribuire a tale evoluzione.

L’esperienza dell’agricoltura biologica è una concreta possibi-lità di coniugare lo sviluppo con la conservazione delle risorse,con l’attenzione alla salute dell’ambiente e dei cittadini. Da quil’esigenza di favorire lo scambio di conoscenze tra le diverseComuni, mettendo in rete i progetti che sono stati attuati, pervalorizzare queste conoscenze, creare servizi per ulteriori ini-ziative. L’inserimento del biologico nella ristorazione scolasticasarà uno dei primi terreni sui quali ‘Città del Bio’ inizierà a lavo-rare, unitamente ad un impegno sui temi dell'educazione ali-mentare e dell'educazione ai consumi.

La prima iniziativa sarà la costituzione dell’Osservatorio sullaBioristorazione, sul quale l’AIAB - Associazione Italiana perl’Agricoltura Biologica – Piemonte, che opera in collaborazionecon la Città del Bio, sta già lavorando. L’Osservatorio avrà ilcompito di censire quelle realtà che utilizzano alimenti biologicinella ristorazione scolastica, realtà, che, insieme a storie edesperienze, troveranno spazio sul sito realizzato dall’AIAB eappositamente dedicato alle città che aderiscono al progetto.

Un secondo progetto riguarda lo sviluppo di “mercatini delbiologico” e dell’offerta turistica integrata, basata sulla qualitàdel territorio, del cibo biologico locale e tradizionale e dei servi-zi. Il Comune Grugliasco è stato l’antesignano, in Italia, rispettoad un utilizzo generalizzato di derrate biologiche nella ristorazio-ne collettiva. Risale al 1993 la somministrazione di alimenti bio-logici ai bambini che frequentavano i nidi e le materne, agli allie-vi dell’obbligo, ai disabili dei centri socio-teraperutici, agli anzia-ni, ai dipendenti comunali.

Il progetto comprendeva la promozione di iniziative di educa-zione alimentare rivolte agli insegnanti e alle famiglie. Questonuovo approccio a un’agricoltura che esclude o limita l’uso difertilizzanti e pesticidi chimici e alla conoscenza dei benefici perla salute hanno comportato sia un aumento della domanda dialimenti naturali, sia una maggiore offerta e produzione di der-rate biologiche nel territorio regionale ed extraregionale.

La particolarità di Città del Bio è di riunire in un solo organi-smo territori di consumo e di produzione per stabilire una fortepolitica unitaria di sostegno a questa tipologia produttiva.

Provincia di AlessandriaIl Patto di Solidarietà per la Salute

La riunione del "Patto di Solidarietà per la salute" in Provinciadi Alessandna che si è tenuta venerdì 14 ottobre, ha deciso diconvocare la Prima Conferenza sul rapporto “PROFIL! DISALUTE NEI DISTRETTI DELLA PROVINCIA DI ALESSAN-DRIA", elaborato dal Servizio di Epidemiologia dell'ASL 20 diAlessandria.

Il Patto di Solidarietà per la Salute è stato costituito alla finedell’anno 2000 dalle istituzioni locali (Provincia, Comuni,Consorzi socio-assistenziali, e Comunità Montane); l'AziendaOspedaliera S. S. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, le AziendeSanitarie locali 20, 21, 22; le Organizzazioni Sindacali di cate-goria dei Pensionati e confederali CGIL - CISL - UIL e leAssociazioni di Volontariato Sociale che si sono impegnanotutte, a vario titolo, ma in modo sinergico, a costruire PianiAttuativi Locali, politiche Sociali e politiche territoriali ed ambien-tali coerenti e funzionali alla realizzazione dell'obiettivo di tuteladella salute della popolazione alessandrina.

Su proposta del Vicepresidente della Provincia, dott.ssaGrazia Morando, l'Assemblea ha deciso di chiedere l'adesioneal Patto di Solidarietà per la salute all’Unione Industria, allaFondazione della C.R.A, alla Associazione Piccole Imprese, alleAssociazioni dei Commercianti e dell'Agricoltura.

I profili di salute studiati per Distretti Sanitari consentonoapprofondimenti territoriali e comparazioni che aiutano ad indi-viduare le cause delle diversità delle situazioni.

Il profilo di salute consente di sapere come sta la comunitàsociale e, quindi di avere le informazioni necessarie per defini-re qualsiasi intervento sanitario e non, in grado di influenzare lostato di salute della popolazione.

Il profilo consente pertanto ai decisori politici (ConferenzaSanitaria Territoriale, Enti Locali) al mondo Sanitario (AziendeSanitarie locali e loro articolazioni distrettuali, AziendeOspedaliere, Sanità privata), al mondo extra-sanitario (Terzosettore, scuola, Forze dell'Ordine), a tutta la cittadinanza diavere il polso della situazione sulla condizione di benesseredella collettività. Una maggiore presa di coscienza dei soggettipolitici e di quelli istituzionali, insieme ad un più incisivo coinvol-gimento dei cittadini sul problema della salute è la strada giustada percorrere.

Domenico Marchegiani, Coordinatore nucleo CIPES Alessandrina

Un’esperienza che si affaccia all’Europa: a ottobre si riunirannoa Roma le città della rete italiane e alcune capitali estere comeParigi, Bruxelles e Barcellona, per stabilire una politica comuneeuropea delle città a difesa di una sana alimentazione.

Mariella Continisio

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Opinioni a confrontoOpinioni a confrontoPromozione Salute

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Una sanità che crea salute – la ricerca

E’ innegabile che le cure migliori migliorano la salute, anchese le cure sanitarie non sono al primo posto fra i fattori chedeterminano la salute. Il miglioramento delle cure è frutto didue elementi: la ricerca scientifica e la collaborazione fra i variCentri in cui la ricerca in particolare quelle clinica applicataviene condotta. Una prova evidente di ciò è fornita da quantoavviene in campo ematologico. Malattie fino a non molti anni faconsiderate inevitabilmente mortali quali le leucemie e i linfomiguariscono nella maggioranza dei casi, e se la messa a dispo-sizione di farmaci sempre più potenti è merito dell’industria far-maceutica, la sperimentazione in grandi protocolli cooperatoriche coinvolgono molti centri in una fattiva alleanza per la salu-te, consente di raccogliere in breve tempo casistiche ampie ingrado di fornire la prova dell’efficacia di un trattamento e lasuperiorità di una strategia terapeutica rispetto ad un’altra.Proprio a Torino è stato creato l’Intergruppo Italiano Linfomiche riunisce ormai praticamente tutti i centri ematologici Italianiche adottano gli stessi protocolli di diagnosi e di cura spesso incollaborazione con simili gruppi cooperatori stranieri. La riunio-ne del Gruppo Multiregionale per lo studio dei linfomi, GIMU-RELL Onlus, uno dei fondatori insieme ad altri 5 o 6 gruppiItaliani dell’intergruppo che ha avuto luogo a Torino il 24 otto-bre è stata l’occasione per una revisione del lavoro fatto e perla progettazione del lavoro futuro, ma anche l’ispirazione peralcune considerazioni che la Sanità Pubblica dovrebbe tenerepresente.

Esistono due tipi di ricerca: 1) quella per studi di nuovi farma-ci, sponsorizzata dall’Industria Farmaceutica, che dispone dilarghi mezzi e che è finalizzata oltre che a migliorare la progno-si dei pazienti a migliorare i guadagni dell’Azienda produttricedel farmaco; 2) quella clinica osservazionale o di applicazionedei nuovi farmaci ormai registrati e immessi in commercio chespesso manca di adeguati finanziamenti perché il suo unicoscopo è migliorare la salute dei pazienti. Tale ricerca, nonmeno importante della prima, trova due ostacoli: la mancanzadi risorse e la farraginosa burocrazia e i sistematici ritardi deicomitati etici.

E’ chiaro che un parere di un Comitato Etico, sia esso nazio-nale o regionale non è sufficiente per consentire l’avvio di unprotocollo di ricerca, perché se esso basta a verificare la scien-tificità delle azioni, il razionale delle strategie e la tutela dei dirit-ti del malato, prima fra tutti quello dell’informazione sui risultatiattesi e i rischi coinvolti, non permette di verificare a livello deisingoli ospedali la possibilità per le strutture dell’Ospedalestesso di garantire la sicurezza dei pazienti arruolati nella spe-rimentazione per cui è necessario il parere del comitato eticolocale. Ciò oggi comporta ritardi inaccettabili nell’avvio dellasperimentazione, ritardi che compromettono la possibilità dicollaborazioni internazionali e che sono del tutto ingiustificati inquanto, in particolare in presenza di un primo parere favorevo-le a livello centrale o internazionale, la verifica di fattibilità alivello locale non dovrebbe richiedere più di pochi giorni.Sarebbe opportuno introdurre la regola del silenzio-assensoper cui l’autorizzazione dovrebbe essere considerata automati-ca trascorso un mese dalla presentazione della domanda.

Per quanto riguarda i finanziamenti, considerate le enormisomme profuse dell’Industria Farmaceutica per sostenere ipropri prodotti, generalmente di costo elevatissimo e fonte digrandi guadagni, sarebbe opportuno che oltre a pagare lespese per le ricerche da loro proposte, le singole CaseFarmaceutiche dovessero versare a Stato o Regione una cifrapari al 5% di quanto versato per lo studio di loro interesse percostituire un fondo a disposizione della ricerca clinica non piùsponsorizzata.

Un’altra considerazione che mi pare si debba fare è che nel

Siamo tutti meticciOn, Pera, le sue dichiarazioni a Rimini sul pericolo che noi

italiani diventiamo dei meticci per l'apporto continuo di extraco-munitari, mi fanno pensare che il +presidente del Senato Peranon sia del tutto al corrente di alcuni fatti di casa nostra, chevorrei riassumere qui molto sinteticamente e approssimativa-mente, più che altro per tranquillizzarlo.

Un paio di millenni fa eravamo al centro di un grande impe-ro, quello romano, che si estendeva su buona parte del mondoallora conosciuto. Immigrati dei popoli conquistati costituivanoun flusso continuo nella nostra penisola, dove creavano fami-glie e discendenti. E il loro era un apporto notevole. Per citar-ne uno solo, Sant'Agostino era nordafricano. Con la cadutadell'Impero, la calata degli extracomunitari fu gigantesca. Goti,vandali, franchi... Tutti piantavano dei figli, di cui quasi tutti noisiamo gli ignari discendenti.

Poi ci furono le dominazioni straniere: francesi, austriaci,arabi (già, oltre che dai francesi e dagli spagnoli, tutto il meri-dione è stato visitato dagli islamici in razzie in cui anche forni-vano il loro seme con la violenza).

Vi faccio grazia delle centinaia di popoli che hanno percorsoin massa la nostra penisola, con le miriadi di figli impiantati conla violenza, ma anche con l'amore.

L'ultima volta è stata con la II Guerra Mondiale: da noi sonopassati non solo tedeschi e ungheresi, inglesi e americani, maanche quelli dell'VIII Armata, con le loro truppe di colore, afri-cani, indiani (indù, Sik, maomettani), marocchini.

Tutto questo per tranquillizzare il presidente Pera: non esisteil pericolo che diventiamo dei meticci: lo siamo già. Lo siamosempre stati. E sembra che questo essere di sangue misto dicui ognuno di noi è portatore inconsapevole sia quello che cirende un popolo veramente unico e geniale.

Ferruccio Alessandri

riportare i risultati ottenuti nella malattia in termini di remissio-ni, di sopravvivenza ,di guarigioni della malattia, cioè di effica-cia ed efficienza, si debba indicare anche il costo della nuovacura nei confronti di quella tradizionale (bilancio costo/benefici)e il guadagno di salute per il malato, i suoi famigliari e la comu-nità, vale a dire l’impatto che la nuova cura ha sulla salute. Ciòpotrebbe permettere di valutare l’opportunità o meno di adotta-re una nuova terapia il cui costo elevatissimo a fronte di unvantaggio del tutto marginale potrebbe determinare una man-canza di risorse per altre attività, in particolare assistenziali, dacui dipende il benessere della comunità.

Per alcune patologie il vantaggio di aggiungere agli schemitradizionali di cura un anticorpo monoclonale è pressocchè tra-scurabile come lo è una terapia superaggressiva con trapiantodi cellule staminali, due strategie terapeutiche di indubbio valo-re ma da non applicare in modo indiscriminato solo per essereall’avanguardia e per poter dire di aver fatto il massimo e ricer-cata l’eccellenza. I moderni studi di genomica hanno permessodi scoprire che di fronte a un trattamento, ad un farmaco, alcu-ne persone rispondono favorevolmente mentre altre sono resi-stenti proprio come caratteristica loro intrinseca. Non è pensa-bile oggi di fare una valutazione preventiva con un metodocostosissimo, ma merita certamente approfondire lo studio alfine di riuscire a individuare indicatori che permettano di sele-zionare i pazienti per i quali una maggiore spesa e un tratta-mento più aggressivo sono giustificati. Gia i vari indici progno-stici da tempo adottati permettono una operazione di tale gene-re, ma sarà possibile in un futuro fare cure più tagliate su misu-ra per ottimizzare il rapporto costo benefici.

La ricerca è certamente essenziale per una buona sanità;con qualche ritocco potrà essere essenziale per una buonapromozione e tutela della salute

Luigi Resegotti

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Opinioni a confrontoOpinioni a confronto10Promozione Salute

Responsabilità multisettoriale per la salute

Nel corso dei secoli si è assistito a una continua modificazio-ne della visione del ruolo delle singole persone nella vita socia-le. Con l’aumento delle conoscenze si è assistito ad una divisio-ne dei compiti con una delega sempre più marcata a determina-ti individui di specifiche funzioni. Non stupisce perciò l’osserva-zione che sino a non molti anni fa se ogni problema di salute erademandato alle persone, i medici, che si ritenevano depositaridelle conoscenze necessarie per garantire la salute, ma soprat-tutto per restituire alla salute le persone che erano affette damalattie. Concorrevano a tale fenomeno tre fattori: Il primo,come già accennato, alla convinzione dell’opportunità che solochi aveva specifiche conoscenze agisse in una certa sfera, e ciònon solo in campo di salute. La dizione piemontese “Ca fasachiel ca sa” con cui ci si affidava per ogni cosa ai “competenti” èmolto indicativa. Il secondo, retaggio medioevale, che occuparsidella salute fosse un compito servile, per cui a malapena sidemandavano in casa compiti di cura alle donne, mentre agliuomini competevano funzioni ritenute più elevate quali la specu-lazione filosofica che era, molte volte, alla base dell’operare deiMedici. Infine il terzo fattore era la convinzione che la salute siidentificasse con l’assenza di malattie e solo alla metà del seco-lo scorso con la definizione di salute come benessere fisico, psi-chico, sociale e spirituale della persona formulata ad Alma Ata,si è compreso che per costruire tale benessere occorreva il coin-volgimento di competenze di varie figure non sanitarie e l’assun-zione di una responsabilità diretta da parte del singolo individuo.E’ stato però solo col documento “Salute per tutti nel ventunesi-mo secolo” dell’OMS, il ben noto progetto “salute 21” che stabi-lisce 21 traguardi da raggiungere per garantire a tutti i cittadiniEuropei la salute nel 21° secolo, che si è precisati meglio, al tra-guardo 14, quale è la responsabilità delle singole persone per larealizzazione della salute.

Va subito precisato che il dettato del documento dell’OMS nonrappresenta un passo indietro nel riconoscimento delle specifi-che professionalità. Al contrario, se da una lato richiede a ognipersona di essere consapevole della propria responsabilità nelpromuovere la salute propria e degli altri, dall’altro individua ilruolo di specifiche professionalità e competenze per la costruzio-ne della salute.

Molto opportunamente la dichiarazione di Alma Ata riconoscequattro ambiti nel quale il benessere deve realizzarsi: quello fisi-co, quello psichico, quello sociale e quello spirituale. Ciò consen-te di definire gli ambiti di attività di specifiche competenze.

Il primo ambito è quello fisico. Il benessere fisico richiede unambiente di vita, di lavoro, di svago che risponda ai bisogni dellapersona. E’ questo un campo in cui hanno un ruolo specifico gliurbanisti, i costruttori, gli ingegneri civili, ma anche gli esperti diviabilità, gli addetti ai trasporti, i responsabili dei servizi diapprovvigionamento, di conservazione e di distribuzione dellederrate alimentari, ma anche di tutti i generi di consumo e quin-di i commercianti, i responsabili della raccolta e lo smaltimentodei rifiuti sia domestici che industriali. Non occorre ricordare l’e-norme impatto sulla salute in un passato più remoto, ma in qual-che zona non tanto remota, di deficienze nel sistema di raccoltae smaltimento dei rifiuti e nelle strutture fognarie, e quello di sco-rie industriali la cui pericolosità è stata riconosciuta solo piùrecentemente. E’ ovvio che figure più specificamente sanitariehanno un ruolo importante in questo ambito. Alludo agli espertidi igiene ambientale cui compete l’individuazione dei rischi e ilcontrollo delle azioni messe in atto per contrastarli, ma il loroimpegno non può da solo garantire quel benessere fisico delquale ogni persona ha diritto di godere e che è garantito solo dal-l’azione di tante così diverse figure non sanitarie.

Il secondo ambito è quello psichico per il quale è più difficileindividuare specifiche professionalità cui compete la realizzazio-

ne del benessere della persona. Va detto che un ambiente fisicofavorevole è un presupposto indispensabile per il benessere psi-chico, ma un compito specifico in tale ambito va riconosciuto agliesperti di comunicazioni sociali, giornalisti, scrittori, operatori incampo di telecomunicazioni, di radio e televisione, ma anche diorganizzazione industriale. Già nell’antica Grecia si riconoscevail ruolo dello spettacolo teatrale come strumento per favorire ilriconoscimento di elementi capaci di influenzare la psiche degliindividui e attraverso la rappresentazione di come i protagonistiaffrontavano determinate situazioni che oggi definiamo stressan-ti, fornivano una guida per superare le tensioni psichiche deglispettatori. Anche per quanto concerne il benessere psichico,figure sanitarie hanno un ruolo di controllo, consulenza e consi-glio, ma la coscienza del significato del proprio modo di agire sulbenessere psichico della popolazione può portare i mass mediaall’ assunzione delle proprie responsabilità come autentici prota-gonisti nella costruzione del benessere psichico delle persone. Ilterzo ambito è quello sociale. Si tratta di un campo a cui in pas-sato non era stata rivolta alcuna attenzione. La costituzione dellasocietà in classi ben distinte e la pressione rivolta dalle classidominanti a mantenere ognuno nella propria classe ha fatto sìche per secoli quello sociale fosse un aspetto irrilevante nellacostruzione del benessere di una persona. Addirittura all’internodella famiglia i ruoli erano ben distinti e immutabili. Il riconosci-mento del valore della singola persona in quanto tale e non infunzione del proprio ruolo ha fatto emergere con forza il proble-ma del diritto di ogni individuo a veder riconosciuto il proprio valo-re. Se il sociologo rappresenta la figura professionale con com-petenza specifica in tale ambito, altre professionalità assumonoun ruolo determinante per garantire il benessere sociale dellapersona, ad esempio il sindacalista, il pubblico amministratore,l’esperto di organizzazione del lavoro e, ancora una volta, ilcomunicatore sociale, il giornalista, lo scrittore. Ma questo èanche l’ambito in cui ognuno di noi ha un ruolo essenziale per lacostruzione del benessere di tutti. Nei rapporti interumani, all’in-terno della famiglia, della società, nell’ambiente di lavoro sta aciascuno di noi riconoscere l’altro come un valore premessaessenziale per la salute di ognuno.

In campo spirituale ogni persona ha i suoi punti di riferimentoche danno valore a lui stesso, alla società in cui vive ai suoi idea-li. Per molti il punto centrale è rappresentato dalla religione chenon va interpretata solo come culto, ma come insieme di valoriche danno significato alla vita e che permettono di superare ledifficoltà che ognuno di noi incontra nei rapporti con gli altri, nellavoro, nella società. Molte persone che si dichiarano atee hannoin realtà una vita spirituale intensa nella quale alla divinità sonosostituiti ideali per la cui realizzazione ci si batte. In questocampo le figure centrali sono rappresentate dai sacerdoti e daipastori, per chi si professa cristiano, da analoghi personaggi peri credenti di altre confessioni, dai filosofie dai moralisti. Per ilbenessere spirituale due elementi sono essenziali; la pace inte-riore, cioè l’accordo fra quanto si professa e quanto si opera e lapace verso gli altri, cioè lo spirito di tolleranza e l’interesse perl’altro perché anche lui è un uomo.

Ma poiché la vita dell’uomo è essenzialmente sociale pergarantire il benessere fisico, psichico, sociale e spirituale dell’uo-mo un ruolo centrale è rivestito dai politici e dai pubblici ammini-stratori. A loro compete l’individuazione delle scelte e delle azio-ni che permettono ai cittadini di godere del maggiore benessere.E’ qualcosa che ogni uomo inconsapevolmente sentiva sin dal-l’antichità. Il ruolo che era riconosciuto agli antichi monarchi eancora non molti secoli fa ai re di Francia di ridare la salute allepersone che toccavano era il riconoscimento dell’importanza peril benessere della persona dell’azione di chi la governa. E poichéoggi ognuno di noi è responsabile della intera società attraversola gestione democratica del potere, ognuno di noi oggi devesapere che ha la responsabilità della salute degli altri, di tutti glialtri e che ognuno di noi ha il potere taumaturgico dei re diFrancia

Luigi Resegotti

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Opinioni a confrontoOpinioni a confrontoPromozione Salute

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La nuova sede della CentraleOperativa Provinciale 118 edella base di ElisoccorsoPiemonte sud-est

Nel mese di Luglio sono iniziati i lavori di costruzione dellanuova sede della Centrale Operativa Provinciale del 118 e dellabase di Elisoccorso del quadrante sud est del Piemonte.

L’opera è finanziata dalla Regione Piemonte. Il Comune e laProvincia di Alessandria sosterranno gli oneri finanziari, per l’ur-banizzazione dell’area.

Il completamento dell’opera è previsto per il mese di Gennaio2006, per essere pienamente operativa per i Giochi OlimpiciInvernali: l’Azienda Ospedaliera di Alessandria infatti è stataindividuata quale Ospedale Olimpico .

Si realizzerà così un progetto nato più di cinque anni or sonoe fortemente voluto dall’amministrazione dell’AziendaOspedaliera e dagli operatori dell’Elisoccorso e della CentraleOperativa per dare una idonea e funzionale collocazione a dueservizi di emergenza essenziali che erano ospitati in localiristretti e con collocazione non definitiva, che tuttavia avevanopermesso di renderli rapidamente operativi .

La Centrale Operativa Provinciale 118 di Alessandria ha ini-ziato ad operare nel giugno 1998, con un incremento costantedell’attività di circa il 7% annuo , passando dai 28.699 eventigestiti nel 1999 ai 40.528 nel 2004. Nel 2005 ha già gestito27.000 eventi , con una previsione di oltre 47.000 al 31 dicem-bre. Tale attività è connessa ad un bacino di utenza provincialedi oltre 425.000 abitanti e viene svolta da 8 mezzi di soccorsoavanzato con medico ed infermiere a bordo ed oltre 50 mezzi disoccorso di base con personale volontario certificato dal 118regionale e gestito dalle associazioni di volontariato.

Questo progetto, che vede unite l’attività della CentraleOperativa in una unica sede con l’Elisoccorso, è una realtàunica nel panorama dell’emergenza sanitaria italiana; realizzasinergie operative ed un’osmosi di esperienze già iniziata datempo nella nostra realtà attraverso l’utilizzo degli operatoridelle realtà sanitarie non solo dell’elisoccorso e della centraleoperativa, ma coinvolgendo anche medici ed infermieri deireparti di emergenza ospedaliera del DEA e della Rianimazionedell’ Ospedale Civile e della Rianimazione dell’OspedaleInfantile.

Mariateresa Dacquino

Il suicidio collettivoe l’immortalità

Che stiamo vivendo in un’epoca schizofrenica ormai, credo,sia evidente a chiunque, eppure riesco ancora a stupirmi di fron-te all’ennesima prova della stupidità umana.

Nello specifico mi riferisco al polverone sollevato, (ad arte), aproposito dell’“influenza dei polli”.

Mi pare che questo virus esista da una decina di anni e chevenga tirato fuori, guarda caso, quando le scorte di vaccinoantinfluenzale giacenti cominciano ad essere troppe, senzacontare che tale vaccino, spesso inefficace, non è privo, a lungoandare, di effetti collaterali.

Inoltre tutti sanno che i virus mutano continuamente e quindinon ha alcun senso lanciare allarmi nazionali per l’acquisto dienormi quantità di qualcosa che ha sapore di placebo per gliallocchi, perché oggi non si può assolutamente conoscere qualesarà il virus mutato di una possibile pandemia.

La vita è preziosa, è il bene più grande che abbiamo, e io neho profondo rispetto, ciò sembra ovvio, purtroppo però nellarealtà non è così.

L’economia mondiale si fonda su tre grandi mostri: 1. gli armamenti,2. i prodotti farmaceutici,3. la droga, Questo è un dato inconfutabile.

- Affinché le armi fruttino bisogna fare le guerre;- affinché le multinazionali farmaceutiche prosperino è neces-

sario che i loro prodotti vengano smerciati ad alto costo;- e, infine, la droga, il maggior introito di tutte le mafie e affini

(governi inclusi). Il risultato di questa politica economica, atta ad mantenere lo

standard di benessere e ricchezza del nord del mondo, provocaogni giorno milioni di morti, uccisi dalle armi, dalla droga, dallafame, dalle malattie più banali.

Noi, mondo ricco, produciamo questi problemi ma, ovviamen-te, non ne siamo vittime, possiamo dunque permetterci il lussodi lanciare campagne allarmistiche contro una ipotetica, futuramalattia che ci potrebbe colpire, oppure investire milioni per stu-diare le tecniche più raffinate, fino ad ipotizzare l’ibernazione,per raggiungere l’immortalità; non ci bastano più cento anni divita, sono pochi,…. di più, vogliamo di più, saremo eterni!.... cheimporta se proprio in questo momento per colpa del nostro egoi-smo ed egocentrismo smisurato, i bambini asiatici, africani, osudamericani, muoiono senza aver potuto vivere nemmeno ungiorno di vita degna di un essere umano?

E’ questo il rispetto per la vita umana che abbiamo? Se la risposta è affermativa significa con certezza che siamo

una società suicida.La morte è un aspetto della vita, tutti vivremo questa espe-

rienza, quindi è bene averne grande rispetto, ma il suicidio-genocidio è un crimine da cui non ne usciremo indenni.

Forse, invece di farci confondere dalla psicosi dell’influenzadei polli, faremmo bene a riflettere su come cambiare il corsodella storia, in modo da poter vivere nella pace e nell’armonia suun pianeta splendido e ricco di risorse per i per tutti gli esseriviventi, del regno animale e vegetale.

Renata Simonotti

Promozione aluteSNotiziario del CIPES PiemonteConfederazione Italiana per la Promozione della Salute e

l’Educazione Sanitaria - Federazione del Piemonte

è inviato gratuitamente ai soci ed a quanti ne fanno richiesta

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Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoro12Promozione Salute

A.S.L. 1

Un Mercoledì perla tua salute

Si è da poco conclusa l'iniziativa rea-lizzata con successo dall'A.S.L.1 "UnMercoledì per la tua salute", ciclo di cin-que incontri aperti al pubblico, sponso-rizzati dall'Associazione Titolari diFarmacia e dall'acqua minerale Valmo-ra, moderati da Marco Accossato, gior-nalista de "La Stampa".

"A casa tutto bene"? è stato l'argo-mento iniziale; la dott.ssa RosaD'Ambrosio, Dirigente S.S. Epidemiolo-gia ed Educazione Sanitaria A.S.L.1, uncaposquadra dei Vigili del Fuoco e unmedico della centrale operativa del 118hanno fornito indicazioni e consigli sucome poter rendere più sicura la propriaabitazione. Al termine della serata èstato distribuito ai partecipanti un cd-romper valutare la sicurezza della casa diognuno di loro.

La dott. Paola Vaona, il dott. ClaudioPanico e il dott. Savino D'Amelio, prima-ri dell'Ospedale Oftalmico sono stati iprotagonisti di "Vediamoci chiaro",incontro sulle principali patologie oculi-stiche. I partecipanti sono stati sottopostiad un test della vista.

"Dottore, ho mal di schiena" è statol'argomento della terza serata: il dott.Giorgio Bertini e il dott. FiorenzoColombo, ortopedici dell'OspedaleEvangelico Valdese, hanno spiegatocome tenere una postura corretta nellevarie fasi della giornata, al lavoro, inauto e durante il riposo notturno.

Gli utenti che hanno partecipato all'in-contro hanno ricevuto un opuscolo illu-strato con i principali consigli per mante-nere la schiena in buona salute.

Titolo provocatorio per il quartoappuntamento, "Ancora un bicchiere epoi ce ne andiamo", dedicato alledipendenze giovanili. La dott. PaolaBurroni, direttore del Ser.T. dell'A.S.L.1,un medico legale e un rappresentantedel Comando Territoriale dei Carabinierihanno parlato degli effetti e dell'abusodelle varie sostanze (alcol, droghe, etc.)che danno dipendenza ed assuefazione.

A tutti è stato distribuito un alcol testerper misurare il proprio tasso alcolicoprima di mettersi alla guida dell'auto.

Ultimo incontro quello con i farmacisti,"Cosa c'è nell'armadietto"?, qualisono i farmaci da tenere sempre incasa? E cosa portare con sé in viaggio?Molto apprezzata da parte del pubblicointervenuto, la scheda con l'elenco deiprincipi attivi per curare le principalipatologie.

Didia BargnaniResponsabile Ufficio Stampa A.S.L.1

A.S.L. 3

Prostituzione:l’educazione sanitaria si faaudiovisivo

Giovedì 6 ottobre p.v., alle ore 11,presso la sala del centro di Formazione“Enrico Ciocatto” dell’Ospedale MariaVittoria (Via Cibrario, 72 Torino -Padiglione D, quarto piano), sono statipresentati alla stampa i filmati d’educa-zione alla prevenzione per prostituteextracomunitarie “You must use con-dom always! - Usa sempre il preservati-vo”.

Il progetto, elaborato dai sanitaridell’Ospedale Amedeo di Savoia in col-laborazione con le Associazioni “IDEADONNA” di Torino e PIAM (ProgettoIntegrazione Accoglienza Migranti) On-lus di Asti, è un primo tentativo di fareprevenzione dell’Aids con gli audiovisivirivolgendosi specificamente a gruppi arischio di esclusione sociale, senza pre-cedenti in Italia.

“You must use condom always! - Usasempre il preservativo” è un materialeaudio-video per la prevenzione dell’Aidse delle malattie sessualmente trasmissi-bili rivolto alle donne straniere (nigeria-ne e paesi dell’ Est) che si prostituisco-no.

Realizzati con la supervisione scienti-fica del dr. Ivano Dal Conte e delladott.sa Anna Lucchini dell’AmbulatorioMST - Malattie Sessualmente Trasmis-sibili dell’Ospedale Amedeo di Savoia diTorino), per la regia di Mauro Brondi, idue filmati sono stati prodotti dall’asso-ciazione I.D.E.A. DONNA Onlus diTorino nell’ambito del progetto GettingBetter, grazie al contributo economico diRegione Piemonte, Provincia di Torino,ASL 3 e Piemonte Anlaids.

Il progetto Getting Better, sviluppatoda Ass. I.D.E.A. DONNA Onlus diTorino, ASL 3 - Torino e Ass. PIAM(Progetto Integrazione AccoglienzaMigranti) Onlus di Asti, è un intervento dicarattere preventivo dell’Aids e dellemalattie sessualmente trasmissibilirivolto alle donne che si prostituisconoin strada. La composizione del partena-riato di Getting Better riflette l’esigenzadi proporre interventi integrati fra pubbli-co e privato sociale per affrontare i pro-blemi complessi legati all’esercizio dellaprostituzione nel nostro paese, e in par-ticolare alla prevenzione primaria esecondaria delle MST.

Ai giornalisti intervenuti è stata fornitacopia dei filmati educativi su DVD

Piera Marcarino

A.S.L. 4

Guida sicura:la strada come fattore di rischio

La ASL 4 dimostra una elevata sensi-bilità in merito ai temi della tutela dellasalute nei diversi possibili ambiti.

Con il Team di Promozione dellaSalute, l’ASL 4 fa parte di un cartello diAziende che collaborano con ilDipartimento di Sanità Pubblica eConsepi, Società di servizi della RegionePiemonte, in una ricerca intervento sullasicurezza stradale.

Il Pronto Soccorso, con la supervisio-ne del responsabile dr. Antonio Sechi, haospitato i ricercatori che avevano il com-pito di valutare possibili fattori associati atraumatismi (in particolare alcol e psi-coattivi).

Forse non c’è piena consapevolezzanel pensare la strada come un fattore dirischio. Nell’esercitare una funzione quo-tidiana quale lo spostasi sulla propriaautovettura noi finiamo per esporci ad unrischio piuttosto elevato. I numeri dell’in-cidentalità sono impressionanti: costitui-sce la prima causa di morte per i giovania partire dai 15 e fino a 40 anni di età, dal91 al 2003 i morti in Piemonte sono stati7905 con 253.386 feriti. A tutto ciò occor-re aggiungere le quote di invalidità per-manenti e gli ingenti costi sociali.. I risul-tati della ricerca sono in fase di elabora-zione.

Nel frattempo si è voluto promuovereuna cultura della sicurezza tra le personepiù esposte a questo tipo di rischio cioèautisti e fattorini. Un gruppo di 12 dipen-denti, tra aprile e maggio scorsi, è statocoinvolto in una iniziativa gestita dallaConsepi spa presso la sede di MotorOasidi Susa che aveva come obiettivo favori-re la conoscenza di situazioni di emer-genza facilmente riscontrabili nell’eserci-zio della guida di una autovettura. Ilcorso, della durata di un giorno, è statoarticolato in momenti di teoria e pratica.Ad una prima illustrazione del comporta-mento della vettura e dell’organismo insituazioni limite è seguita la parte speri-mentale. Gli autisti hanno potuto misura-re i propri tempi di reazione e cimentarsisulla pista attrezzata ad alta tecnologiadove erano riprodotte le più consuetecondizioni di pericolo legate alla guidafino a veri e propri crash-test quali l’im-provvisa presenza di muri d’acquadurante la marcia della vettura. A frontedell’interesse manifestato non sono daescludere possibili sviluppi dell’iniziativaquali la partecipazione a corsi avanzati.

Silvio GENINATTI ResponsabileTeam Promozione della Salute ASL 4

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Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoroPromozione Salute

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A.S.L.5

Cercasi volontariper gli ospedaliolimpici

A.S.L. 13

“Mens sana in corpore sano”… anche un libro serve per curare

Prosegue l’iniziativa … anche un libroserve per curare…. attraverso la quale l’ASLn. 13 si propone di entrare sempre più inrelazione con i propri assistiti avvalendosianche di strumenti innovativi, come quellodella messa a disposizione libri da consulta-re durante l’attesa o l’esecuzione di unesame, per rivalutare sia l’immagine dellestrutture sanitarie, spesso vissute come luo-ghi di sofferenza e disagio, sia per consoli-dare un canale alternativo di comunicazionecon il malato. L’Edizione Piemme S.p.A. diCasale Monferrato, ha devoluto alcuni libriper l’infanzia che saranno consultabili pres-so il Dipartimento Materno Infantile dell’ASLn. 13. Si arricchisce così ulteriormente la“banca del libro” si rafforza sempre più ilsodalizio tra le forze sociali, il volontariato edil mondo produttivo, come esempio di colla-borazione costruttiva con la struttura pubbli-ca a favore dell’individuo.

Un ringraziamento ancora alla CasaEditrice Piemme che ha contribuito allo svi-luppo di tale progetto, sottolineando l’atten-zione nei confronti della persona e dei suoibisogni.

Elena Vallana

A.S.L. 14

Il progetto qualitàUn nuovo accordo tra l’Asl 14e i medici di medicina generaleper un miglioramento del servizio all’utenza.

L’Asl 14 ha da sempre un obiettivo: assi-curare alla popolazione cure mediche il piùqualificate possibile, coerenti con i bisogni disalute della popolazione e compatibili con lerisorse a disposizione, finalizzate alla realiz-zazione della continuità dell’assistenza. Aquesto scopo è stato avviato, in linea con lariorganizzazione della sanità provinciale eterritoriale, il Progetto Qualità.

Tale Progetto Qualità rappresenta unnuovo modello organizzativo dell’assistenza

L’Asl 5, in collaborazione con l’assessora-to provinciale al turismo e i Ragazzi del2006, ricerca volontari che, nel periodo delleOlimpiadi invernali 2006, effettuino il serviziodi accoglienza e orientamento dedicato aglistranieri presenti in Italia per l’occasione,presso gli ospedali olimpici di Susa e Rivolie il presidio territoriale di Oulx. A questo pro-posito si stanno svolgendo una serie diincontri con le scuole superiori, in particolareistituti linguistici e legati al turismo, per sen-sibilizzare i ragazzi a partecipare a questoprogetto. La partecipazione, tuttavia, è aper-ta non soltanto ai giovani, ma a quantivogliano collaborare alla buona riuscita del-l’evento olimpico. La conoscenza delle lin-gue e la predisposizione al contatto con ilpubblico sono requisiti importanti per la par-

medica territoriale che, grazie alla costituzio-ne di Equipe Assistenziali, vuole migliorare lafruibilità delle prestazioni sanitarie, creandomaggiori opportunità per soddisfare i bisognireali del cittadino, aumentando ancor più ilrapporto diretto con il proprio medico, ridu-cendo le difficoltà di accesso al servizio,garantendo una risposta adeguata alladomanda di salute nell’arco delle 12 ore,dalle 8 alle 20. L’Equipe Assistenziale, costi-tuita dall’aggregazione volontaria di Medici dimedicina generale, meglio conosciuti comemedici di famiglia, riferiti a un preciso ambitoterritoriale geograficamente omogeneo e auno specifico bacino di utenza, e di Medicidella Continuità assistenziale, meglio cono-sciuti come Medici di Guardia Medica, giàpresenti sul territorio dell’Asl 14. E' formatada un numero di medici, che va dai 6 ai 20,che periodicamente si trovano per discuterela situazione sanitaria che stanno vivendo,fare progetti atti al miglioramento del servizioall’utente, creando in tal modo un’integrazio-ne professionale e una socializzazione tramedici. L’Equipe Assistenziale è un’evoluzio-ne naturale dell’Equipe Territoriale, già ope-rante sul territorio da oltre un anno, ma chenon aveva ancora compiti di cura, ma soltan-to di valutazione di specifici bisogni d’assi-stenza della popolazione e di realizzazionedi progetti tendenti a risolverli.

Per la realizzazione del Progetto fonda-mentale è l’apporto dell’Ordine dei Mediciche ha il ruolo di garante nei rapporti tramedici e Asl e tra medici e cittadini, assicu-rando una correttezza professionale da partedei medici, un buon uso di questo strumentoda parte dei cittadini e un atteggiamento dicondivisione degli obiettivi da parte dell’Asl.

I benefici per il cittadino con l'avvio delProgetto Qualità si possono così riassumere:possibilità di comunicare direttamente con ilproprio medico dalle 8 alle 14 con un’esten-sione oraria da 2 a 6 ore della recettivitàdelle chiamate per le visite domiciliari allepersone che non possono recarsi in studio. Aquesto proposito è bene sensibilizzare lapopolazione al corretto utilizzo dello stru-mento telefonico messo a disposizione. Ilpaziente avrà la disponibilità telefonica delproprio medico dalle 8 del mattino alle 14 delpomeriggio, ma l’utilizzo non corretto rischiadi vanificare il vero scopo del progetto; ilcoordinamento dell’orario di apertura deglistudi che passa da 6 a 8 ore, con la chiusu-ra di uno studio alle ore 19, quindi con la pos-sibilità da parte dell’assistito, che si trovi inuna situazione di urgenza clinica o burocrati-ca, di potersi rivolgere a uno studio medicoassociato in attività; la possibilità dalle ore 14alle ore 20, in caso di assenza del propriomedico, che un altro medico che con lui col-labora sia disponibile per dare una rispostaal bisogno di salute espresso con un consi-glio telefonico o con l’operatività. Il progettopresentato è un primo significativo passoverso la realizzazione della Continuitàdell’Assistenza di cui tanto si è parlato in

Dipartimenti diSalute Mentale

Non sono “isole” i Dipartimenti di SaluteMentale (D.S.M.) italiani, ma realtà ben con-nesse ai contesti in cui sono inseriti, contutta una rete di “ponti” che li allacciano allecomunità di cui sono parte e con le qualiinteragiscono in un variegato sistema diinterventi. La cultura epidemiologica italiananel campo della salute mentale permetteuna attenta analisi di utenti, attività, interven-ti ed esiti nel diversificato scenario dell’assi-stenza psichiatrica italiana, comparata traregioni italiane e nazioni straniere.

Individuare, descrivere e valutare le reti ele connessioni tra il DSM e il proprio conte-sto è stato l’ambizioso traguardo della tregiorni congressuale della SIEP (SocietàItaliana di Epidemiologia Psichiatrica) che siè recentemente svolto alla Città degli Studidi Biella, ricco di incontri scientifici e iniziati-ve collegate.

Questo VII Congresso nazionale, intitolato“Nessun D.S.M. è un’isola” è stato organiz-zato in collaborazione con il Centro Studi eRicerche in Psichiatria dell’ASL 4 di Torino(Coordinatore Scien-tifico Dr. GiuseppeTibaldi), con l’ASL 12 di Biella e laCooperativa Sociale Anteo. Alla presenzadei massimi esperti italiani e stranieri, sonostati dibattuti temi delicatissimi e di grandeattualità, come la guarigione, la partecipazio-ne attiva dei pazienti e dei familiari alla valu-tazione dei servizi e degli interventi da essiofferti, l'allocazione delle risorse per la salu-te mentale, la prevalenza dei disturbi nellapopolazione generale e i modelli europei diorganizzazione dell'assistenza psichiatrica.

Silvana PATRITO Ufficio Stampa ASL 4

tecipazione all’iniziativa. Chi aderirà al pro-getto dovrà garantire la disponibilità di sei-otto ore quotidiane, potrà usufruire dei tra-sporti gratuiti per raggiungere l’ospedale incui presta servizio e avrà in dotazione ladivisa dei volontari olimpici.

Per informazioni sul progetto e per dare lapropria disponibilità a partecipare è possibi-le telefonare all’Ufficio relazioni con il pubbli-co dell’Asl 5 allo 011/ 4017271.

Elisa Zunino

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Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoro14Promozione Salute

A.S.L. 16

Psicologia deglianziani

Vasta e poliedrica la partecipazione alle 2sessioni del convegno dal titolo “Come inuno specchio: l’anziano e l’altro necessario”,tenutosi il 21 ottobre a Vicoforte, presso laCasa di Spiritualità. Numerosi operatorisocio-sanitari e amministratori erano pre-senti, sia al mattino in cui si è parlato dellavecchiaia fisiologica che al pomeriggio, incui sono stati trattati i problemi legati allapatologia dell’anziano, con particolareriguardo all’esordio di demenze o problema-tiche quali l’Alzheimer.

Dopo l’apertura dei lavori, introdotti daldott. Rendo, Direttore Sanitario dell’Asl 16,hanno portato i loro saluti i rappresentanti disvariate istituzioni locali, quali l’AssessoreProvinciale alle Politiche Sociali dott.Viglione, il consigliere regionale GiorgioFerraris, il vicesindaco di Vicoforte signorDario Basso, per l’Ordine degli PsicologiRegionale del Piemonte il dott. Bianciardi,per l’Ordine Provinciale il dott. Piumetti; perl’Associazione Provinciale Cuneese Case diRiposo era presente il signor Laugero.

Il convegno è iniziato con la relazione deldott. Castellano, Direttore del PresidioOspedaliero dell’Asl 16, che ha trattato iltema della centralità della vecchiaia, sia perquanto riguarda gli aspetti sociali e culturali,che per le ripercussioni pratiche sul modostesso di concepire la vita.

Il dottori Ferreri e Zammiello, Direttori deiDistretti di Mondovì e di Ceva, hanno illu-strato la situazione locale rispetto all’inciden-za della popolazione anziana sul territorio,popolazione che tocca ormai il 22%. Hannoanche tracciato la storia delle Strutture peranziani (RAF e RSA), della loro condizione edelle loro prospettive future. Qui si è innesta-

A.S.L. 21

L'infermieree il dolore post operatorio

Sabato quindici ottobre si e' tenuta pres-so la sala delle conferenze dell'ASL.21 ,

una giornata di studio che ha visto coinvoltoil personale infermieristico sul problema deldolore postoperatorio .

Si tratta di un argomento delicato che vainquadrato nella medicina, in funzione dellapreparazione al dolore "perioperatorio" degliinterventi chirurgici. Gli infermieri professio-nali sono i veri attori nella realizzazione dipercorsi assistenziali condivisi con il perso-nale medico.

La Medicina " peri operatoria " traccia unlungo , importante e complesso percorso,per i pazienti che devono essere sottopostiad intervento chirurgico .

Un percorso, durante il quale si devonointerfacciare tutti quei processi sanitari di cuiil paziente chirurgico deve usufruire e chedevono alla fine poter soddisfare tutti i requi-siti che sono richiesti e necessari.

Proprio dalla giusta , logica e valida inte-razione di questi processi , potranno deriva-re la validità e l'efficacia del percorso perioperatorio compiuto dal paziente.

Dice, in proposito ,il dottor RobertoBellini, responsabile della terapia della tera-pia del dolore: "Uno degli elementi chiave e'rappresentato dal TRATTAMENTO DELDOLORE POST OPE RATORIO: esso e' unmomento dovuto al paziente e non deveessere un " momento optional " dipendentedalla discrezionalità del Medico Curante.

Questo step terapeutico deve essere pro-grammato con il paziente e condiviso contutto il personale sanitario che lo prende incarico" . Il target della giornata di aggiorna-mento e' stato volutamente identificato negliInfermieri Professionali, in quanto sono essia condividere con il paziente buona parte delpercorso in questione .

Essi rappresentano quelle figure di primopiano con i quali il paziente si rapporta , a cuisi affida chiedendo delle risposte precise aipropri bisogni e ai problemi assistenziali .

Detto questo era ormai maturi i tempi perrealizzare una giornata di confronto e diaggregazione culturale per lanciare e farcrescere questa nuova progettualita' sullaMedicina Peri operatoria .

"A loro ( gli infermieri )- dice ancora il dot-tor Bellini- chiediamo di essere concretiinterpreti delle necessita' che il paziente chi-rurgico presenta in itinere , quali validi edecisi collaboratori con i medici , troppospesso ancora legati a remore culturali edecisamente inerziali verso questa impor-tantissima problematica .Da questo tipo diiniziativa , se saremo concreti nell'attuarla ,potranno germogliare i presupposti per con-cepire e realizzare una struttura coordinatache si faccia carico di monitorare e trattare laproblematica della " medicina peri operatoria" ed , in particolare, del dolore postoperato-rio: un ACUT PAIN SERVICE ".

La giornata formativa ha avuto successoanche per l'importante contributo del dottorFerdinando Cadregari, del personale dellasala operatoria infermieri (Guerinoni Leana -Bison Tiziana - Deambrogio Simonetta) edella DAI Romano Silvana.

Renato Celeste

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questi tempi e che vuole essere una “presain carico” del paziente nella sua globalità,possibile solo con una medicina territorialeintegrata e organizzata e con una medicinadi famiglia garante della centralità della per-sona. Con la messa a regime di questo pro-getto si potrà poi raggiungere un altro fonda-mentale obiettivo: la riduzione dei “codicibianchi” che pervengono nelle sedi di prontosoccorso, lasciando all’Ospedale la funzionedi ricovero dei soli pazienti “acuti”.

Il Progetto è stato approvato a gennaio.Alcune Equipe sono già operative, altre sistanno organizzando. Si può prevedere unapressoché completa operatività entro l'iniziodel 2006. La comunicazione ufficiale avverràtramite l’affissione, negli ambulatori, della“Carta dei servizi” dove saranno descritte lefinalità del Progetto e indicati gli orari deglistudi medici associati.

Massimo Nobili

to l’intervenuto del dott. Miglio, funzionarioregionale, che ha spiegato le implicazionidelle Deliberazioni della Giunta regionale,che definiscono le nuove regole legate ailivelli essenziali di assistenza e le convenzio-ni aperte. La ricaduta concreta della situazio-ne demografica, dei vincoli normativi e dellostato delle Strutture è stata illustrata, anchecon partecipazione emotiva, dalla signora DePiano Maria e dalla signora Odasso Isabella,Coordinatrici della Casa di Riposo di Pianfeie di Murazzano. Successivamente è statapresentata dalla dott.ssa Acquarone,Direttore del Servizio di Psicologia dell’Asl16, una ricerca dal titolo “Progetto Anchise”che, effettuata all’interno di alcune Case diRiposo della nostra zona (Carrù, Garessio,Murazzano,Ormea, Pamparato, Pianfei), haevidenziato come il benessere complessivodelle persone anziane sia in stretto rapportocon la capacità delle Case di Riposo, dellefamiglie e del contesto allargato di risponde-re al bisogno di relazione e di vicinanza emo-tiva che gli anziani portano nel momento del-l’ingresso in struttura.

La prof.ssa Capello, Docente di Psicologiapresso l’Università degli studi di Torino, hamesso in evidenza come sia importante cheall’interno delle strutture per anziani vengaprestata attenzione pure alle esigenze delpersonale, “prendendosi cura di chi cura”,attraverso momenti di formazione e supervi-sione.

Nel pomeriggio il dott. Donato, Direttoredel Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL16, ha introdotto le relazioni relative agliaspetti patologici in ambito mentale che piùcomunemente colpiscono gli anziani. Il dott.Ambrogio, Direttore S.O.C. di Neurologiadell’Asl 16 ha parlato della sindrome diAlzheimer; la dott.ssa Gindri del PresidioSanitario S.Camillo di Torino, psicoterapeutaesperta in neuropsicologia, ha parlato dellemodificazioni cognitive nella terza età; il dott.Fioretto, Direttore della NPI dell’ASL 16, e frai protagonisti di molti progetti regionali per lapromozione delle “autonomie” di handicap-pati e di anziani, ha trattato il tema dell’usodelle nuove tecnologie a supporto dell’anzia-no.

Dopo che si era parlato ampiamente del-l’assistenza fornita all’interno delle Strutture,il Responsabile del Servizio Sociale di Ceva,Anna Aschero ha concluso trattando il temadella domiciliarità come servizio differente ecomplementare attivo sul territorio.

Marco Fulcheri

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Aso, Asl, Ospedali al lavoroAso, Asl, Ospedali al lavoroPromozione Salute

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A.S.L.22

Serate della saluteIl Gruppo di Educazione Sanitaria, nel-

l’ambito delle attività rivolte alla popolazio-ne ha svolto una serie di serate pubblichesui temi della prevenzione e degli stili divita. Le serate sono già state organizzatea Novi Ligure, a Basaluzzo, ad AcquiTerme e ad Ovada e ne sono in program-ma a Serravalle Scrivia, ad Arquata Scriviaed a Cabella oltre che in qualunque altralocalità dell’ASL in cui si renda opportunosvolgerle.

Il 23 settembre u.s. la serata si è svoltaa Silvano d’Orba, dove per la prima volta,la sensibilità del Sindaco Giuseppe Cocoè riuscita a creare un’aggregazione impor-tante su questi temi, riuscendo a coinvol-gere ben nove Comuni.

Infatti sono stati proprio i Comuni diBelforte Monferrato, Casaleggio Boiro,Castelletto d’Orba, Lerma, Montaldeo,Mornese, Roccagrimalda, Tagliolo Mon-ferrato e, naturalmente Silvano d’Orba adaderire a questa iniziativa di Serata dellasalute dal tema: “Prevenzione e lotta allemalattie oncologiche. La serata ha avutocome relatori il Dr. Giancarlo Faragli,responsabile dei programmi di screeningdel Dipartimento 9, del Distretto di Ovadae del Gruppo di Educazione Sanitaria, laDr.ssa Paola Varese, Oncologa e Respon-sabile del Reparto Medicina dell’Ospedaledi Ovada, il Dr. Vezio La Ganga, Direttoredella Chirurgia dell’Ospedale di Ovada edil Capo Sala Paolo Moscatiello, responsa-bile dell’ambulatorio per gli atomizzatidell’Ospedale di Ovada . La moderazionee la conduzione in sala è stata affidata alSig. Guido Varosio, rappresentante dellaColdiretti e dei Sindacati in seno al Gruppodi Educazione Sanitaria.

Va specificato che il Gruppo diEducazione Sanitaria dell’ASL 22, direttodal Dr. Giancarlo Faragli ed in Staff allaDirezione Generale è un Gruppo multidi-sciplinare e multiprofessionale che eserci-ta un’attività trasversale a tutti i Serviziinterni e di consulenza e supporto a quelliesterni.

Del Gruppo fanno parte anche rappre-sentanti della Scuola e dei SindacatiPensionati che collaborano attivamentealla realizzazione delle iniziative in pro-gramma.

L’obiettivo generale del gruppo è quellodi creare una cultura della prevenzioneall’interno dell’azienda.

Gli obiettivi specifici sono invece:• raccogliere, elaborare e divulgare i dati

epidemiologici derivati dai progetti con-clusi

• costruire ed utilizzare strumenti di edu-cazione alla salute omogenei in tutta l’a-zienda

• programmare le attività di promozionedella salute con tutti gli operatori dei ser-

ASO S. Croce

A Cuneo i primi tecnici sanitari diradiologia medicacon la laurea

Sono otto gli studenti, che al termine deltriennio di studi, hanno conseguito, per laprima volta con il nuovo ordinamento, lalaurea in Tecniche di Radiologia Medicaper Immagini e Radioterapia.

I neolaureati (che hanno sostenuto l’e-same di Stato il 21 ottobre presso ilDipartimento di Radiologia dell’ASO S.Croce Carle, diretto dal dr. MaurizioGrosso e discusso la tesi mercoledì 26),sono: Luca Peron, Carlotta Marsero, Si-mone Garro, Chiara Marchesi, AlessandraDurbano, Diego Molineris, Denise Bassoe Cristiano Monaco. Meritevoli le valuta-zioni finali: di queste si segnalano un 105

ASO S. Luigi

Una iniziativa innovativa

Sabato 22 Ottobre 2005, pressoL’Ospedale San Luigi di Orbassano, haavuto luogo un incontro tra le persone conSclerosi Multipla e gli operatori delCRESM (Centro di Riferimento RegionaleSclerosi Multipla) dal titolo: “Dare informa-zioni e ricevere suggerimenti”.

Non si è trattato del solito convegno,poiché l’intendimento del CRESM che hasede presso l’Ospedale, è quello di dareinformazioni ai pazienti ed ai loro famiglia-ri, che devono vincere ogni giorno la diffi-cile sfida di vivere con la Sclerosi Multipla.

Lo scopo dell’incontro è conoscere ilproblema, capire le terapie e sapersiorientare fra gli innumerevoli messaggiche giungono a coloro che “vivono” unamalattia che ha un forte impatto sociale.

“Dare Informazioni e ricevere suggeri-menti” vuole rappresentare un primo edinnovativo strumento per ampliare il ruolodegli operatori della sanità, che nondispensano solo farmaci, ma anche infor-mazioni e consigli e che, soprattutto, pre-stano attenzione al paziente o al famiglia-re attraverso l’ascolto dei suoi bisogni.

Marco SGANZETTA

con dignità di stampa e tre 110 e lode dicui due con dignità di stampa.

Il Corso in Tecniche di RadiologiaMedica per Immagini e Radioterapia affe-risce alla Facoltà di Medicina e Chirurgiadell’Università di Torino e dispone di 10posti ogni anno. Il percorso di studi com-prende 12 corsi integrati il I anno (per untotale di 500 ore di lezione); 7 corsi inte-grati il II anno (400 ore) e 5 il III anno (300ore). Ogni corso integrato è composto daun numero variabile di discipline (da 1 a5). Contemporaneamente viene svoltaattività di tirocinio pratico ospedaliero(300 ore il I anno; 400 il II; 500 il III).

Le lezioni teoriche si svolgono èMadonna dell’Olmo, in via Magnina 1. Itirocini prevedono stage negli ospedali diCuneo, Alba e Mondovì. Nell’ASO cunee-se gli studenti svolgono il tirocinio inMedicina Nucleare, Radioterapia eAngiografia diagnostica e interventistica;nelle sedi di Alba e Mondovì la formazio-ne pratica si concentra nella diagnosticatradizionale, TAC e Risonanza Magne-tica. Coordinatore del corso per la sede diCuneo è Bartolomeo Giordana, TSRMRadiodiagnostica tradizionale ASO S.Croce Carle; direttore è il dr. MaurizioGrosso, responsabile SC Radiodiagno-stica dell’ASO S. Croce e Carle; presi-dente è il prof. Silvio Diego Bianchi, pro-fessore di 1° fascia alla facoltà diMedicina e Chirurgia dell’Università degliStudi di Torino.

Laura Mondino

vizi aziendali • collaborare con le organizzazioni territo-

riali (sindacati, volontariato, scuole ecc.)nella promozione della salute

• recuperare i bandi di concorso regionaliper i progetti vincolati da divulgare aiservizi interessati

• creare un archivio dove catalogare gliinterventi effettuati

• creare una biblioteca che raccolga i testidi educazione sanitaria e le esperienzedi altre aziende sanitarie ed agenziepubbliche e private

• programmare l’attività di educazione epromozione alla salute sul territorio diriferimento,creando delle “Alleanze” conil mondo della Scuola, del lavoro e dellaSocietà.

• diffondere progetti di utilità al fine diindurre cambiamenti nelle abitudini divita della popolazione.Le Serate della salute hanno come

obiettivi prioritari:• promuovere comportamenti e stili di vita

orientati alla salute;• contrastare le principali patologie ;• rafforzare la tutela dei soggetti deboli ;• creare una banca dati sull’attività totale

con messa in rete di una Home page daproporre all’Azienda sanitaria per un lin-kage sul proprio sito Internet, a disposi-zione dei cittadini interessati ;

• far conoscere alla popolazione i Serviziproposti dall’Azienda e le modalità difruizione.Gli argomenti di questo periodo sono

orientati a fornire indicazioni generali sullaprevenzione e specifiche sulle problemati-che legate allo Screening dei tumori delcolon retto, il cui avvio è previsto tra pochesettimane.

Giancarlo FARAGLI

Prom. Salute n. 5/2005 11-11-2005 14:15 Pagina 15

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16Promozione SaluteScuola e saluteScuola e salute

Scuola e immigrazioneLa presentazione dell’annuale Dossier Statistico Caritas/

Migrantes, che ha avuto luogo il 27 ottobre nell’affollatissimasala riunioni della libreria torinese Torre di Abele, è stata un’oc-casione di informazione e nello stesso tempo di approfondimen-to sulla presenza degli stranieri in Italia e in Piemonte. Alla pre-senza di numerose delegazioni delle principali comunità stranie-re a Torino e dell’associazionismo impegnato nel campo dell’ac-coglienza, mentre Monsignor Lanzetti ha ricordato che dalpunto di vista evangelico “siamo tutti forestieri”, Pierluigi Dovis,della Caritas di Torino, ha sottolineato che alle economie dellaglobalizzazione che stanno governando il mondo occorre impor-re che si facciano carico anche delle migrazioni e delle povertàche esse inducono.

La relazione di Roberta Ricucci, ricercatrice rigorosa e impe-gnata, alla quale si deve anche per il 2005 l’analisi della situa-zione piemontese contenuta nel Dossier, ha consentitoall’Asses-sore Regionale Angela Migliasso di intervenire nelmerito della situazione nella nostra Regione. Abbiamo una pes-sima legge regionale, ha detto, che promana dalla legge nazio-nale Bossi-Fini. Bisogna cambiarle tutt’e due perché non con-sentono di affrontare i dati di realtà, con conseguenze socialigravissime che la Finanziaria 2005/2006 va ad aggravare.

La relazione di Adriana Luciano, docente di Sociologiadell’Università di Torino, ha percorso l’intera struttura delDossier evidenziando innanzitutto le dimensioni del fenomenonel quadro europeo: in Italia sono presenti 2,8 milioni di stranie-ri, di cui 1.350.000 donne, a fronte di 3,5 milioni di presenze inFrancia e 7,5 in Germania. Nel nostro paese non siamo quindiall’emergenza stranieri come si vuole far credere per creareallarmismi.

Esempio eclatante di tale orientamento è l’insistenza intornoagli “sbarchi” sulle nostre coste, quando in realtà soltanto il 10%degli stranieri arriva via mare.

Lo stato di saluteI dati smentiscono ogni pregiudizio. Ad esempio, l’incidenza

dei ricoveri ospedalieri è inferiore al tasso delle presenze, e l’o-spedalizzazione è essenzialmente dovuta a gravidanze, con-nesse alla consistente presenza femminile; a traumatismi,imputabili ad attività lavorative effettuate in spregio alle più ele-mentari norme di sicurezza da parte di imprenditori senza scru-poli; a disturbi gastrici, dovuti a diversi fattori di stress che carat-terizzano la vita dei migranti.

La scolarizzazioneIl Rapporto riferisce che la componente straniera minorile ha

acquistato peso nel corso degli anni: in Piemonte, nel 1996 rap-presentava il 15% della popolazione straniera soggiornante, nel2004 il 19,5%. Su base provinciale, la maggior presenza diminori si registra a Cuneo (25,7%), seguita da Vercelli (24,2%),Biella (23,9%), Alessandria (23,2%) e via decrescendo per lealtre province piemontesi sino al 16,6% di Torino e al 16,2% delV.C.O.

I dati del MIUR, analizzati nel rapporto, fotografano una rile-vante criticità per quanto concerne gli esiti scolastici, soprattut-to nel passaggio dalle scuole elementari alle scuole medie esoprattutto nel passaggio alle scuole secondarie di secondogrado. Se c’è allarme per tutta la popolazione scolastica (cfr.Promozione Salute n° 4/2005), sui minori stranieri si abbattecon forza ancora maggiore la scure delle bocciature e delladispersione, a causa di ovvie difficoltà in campo linguistico.Spesso una fluente oralità in lingua italiana non è accompagna-ta da un’analoga competenza a livello del cosiddetto “italianoper studiare” (la lingua spesso irreale dei libri di testo è stataoggetto di numerosi rilievi critici da parte dei maggiori linguistiitaliani) e dell’italiano scritto.

A chi il compito di sostenere i ragazzi, stranieri e non, in que-sto campo? Il sistema scolastico italiano rivela ancora una voltapesanti arretratezze culturali per quanto riguarda gli investimen-

Le parole tra noi leggereSabato 22 e Domenica 23 ottobre, nell’aula magna del Liceo

Classico D’Azeglio e dell’ ITI Avogadro di Torino, l’AssociazioneItaliana Dislessia (A.I.D.) e l’Associazione Mediaton A.R.R.C.A.hanno organizzato un Convegno sull’importanza degli interventiprecoci nel campo della valutazione dinamica dei processi diapprendimento e dei disturbi specifici come Dislessia,Disortografia e Discalculia. Dalle scuole dell’infanzia alle supe-riori, molti genitori, pediatri, insegnanti, logopedisti e neuropsi-chiatri infantili sono coinvolti in un percorso, spesso ad ostacoli,per tentare di superare le incomprensioni e le frustrazioni checentinaia di ragazzi e ragazze vivono nei loro rapporti con lascuola, spesso con esiti di abbandono scolastico e di smarri-mento durante la loro crescita.

L’attenzione a questi problemi è ancora limitata, e spesso gliallievi che ne sono affetti vengono stigmatizzati come disattentio disimpegnati. Si pone quindi l’esigenza di pervenire a diagno-si precoci che individuino il deficit specifico e nello stesso tempole capacità cognitive utilizzabili per compensarlo. Gli espertidelle due Associazioni organizzatrici del Convegno, che ha regi-strato la presenza di oltre duecentocinquanta partecipanti ,hanno illustrato le modalità con le quali si possono effettuareinterventi diagnostici e terapeutici, interventi capaci di ricono-scere e valorizzare le differenze individuali nell’apprendimentoscolastico, nonché mettere a punto efficaci pratiche d’insegna-mento capaci di potenziare le abilità cognitive di tutti gli allievi, losviluppo della creatività e della flessibilità mentale.

Per quanto concerne questo secondo gruppo di interventi, la

ti sia nell’insegnamento dell’italiano come L2 sia nel sostegnoalle lingue e alle culture native dei suoi studenti. Pur provenen-do in genere da famiglie fornite di un buon livello di acculturazio-ne (su 100 immigrati 12 hanno una laurea e 28 una licenza discuola media superiore), i giovani stranieri corrono il rischio diinterrompere innanzi tempo gli studi o di avviarsi verso carrierescolastiche di basso profilo. Questo significa che nel breveperiodo i giovani stranieri, come i giovani italiani, possonoanche trovare lavoretti a bassa qualificazione, ma, come già staavvenendo, lo sviluppo tecnologico industriale tende ad espelle-re gli uni e gli altri. In Italia le lavorazioni ad alta o media inten-sità di mano d’opera poco qualificata si stanno riducendo pro-gressivamente e soltanto un buon livello di formazione puòcostituire un patrimonio spendibile nel prossimo futuro. Ma perandare in questa direzione occorre una radicale inversione dirotta sia nelle politiche scolastiche sia nelle politiche dell’acco-glienza. Per queste ultime, ha ricordato l’infaticabile don FredoOlivero, che ha presieduto la presentazione del Dossier, sonostati spesi nel 2004 soltanto 29 milioni di euro, mentre ben 115sono stati spesi per azioni di contrasto all’immigrazione, di cui il92% per i CPT.

Concludendo, nel campo delle politiche scolastiche sembraormai necessario che le scelte e gli investimenti siano più lucidie di prospettiva di quanto possano essere le opzioni effettuatedal dicastero dell’Istruzione. L’analisi della situazione franceserisulta particolarmente illuminante: a fronte di una bassa natali-tà nazionale, i ricongiungimenti familiari e il tasso di fertilità degliimmigrati hanno prodotto una consistente fascia di popolazionegiovanile che, a causa di ovvie difficoltà linguistiche e di tuteladelle culture native che non sono state affrontate adeguatamen-te con investimenti specifici, è stata inserita tutt’al più nel cosid-detto “einsegnement court”, privo di potenzialità lavorative e disviluppi formativi. Risultato: in Francia da alcuni anni nelle areemetropolitane è latente un’emergenza sociale che periodica-mente si traduce in esplosioni di collera giovanile che è impos-sibile leggere come meri problemi di “ordine pubblico

Guido Piraccini

➯ Segue a pag. 17

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Promozione Salute

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teoria di riferimento è costituita dagli studi sulla ModificabilitàCognitiva Strutturale del prof. Reuven Feuerstein, che è interve-nuto personalmente in videoconferenza a dialogare con i parte-cipanti. Le difficoltà d’apprendimento scolastico, invece, la cuistessa quantificazione si configura come un’impresa ardua ecomplessa, come ha dimostrato Maria Re, del Gruppo H delCSA di Torino, non si riconducono a modelli diagnostici consoli-dati, e quindi gli interventi mirati in sede clinica e le attenzionididattiche a livello scolastico risultano molto difformi.

In controtendenza, si pone un’interessante realtà della nostraRegione, illustrata da Francesca Ragazzo, Direttore dellaStruttura Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’ASL 17(Savigliano). L’organizzazione di questo Servizio, descrittaminuziosamente nelle sue articolazioni interne ed esterne (congli insegnanti e gli alunni delle scuole locali) oltre a garantire unbuon livello di diagnosi precoce attraverso forme di valutazioneneuropsicologica, sembra essere in grado di assicurare inter-venti significativi a livello specialistico e scolastico, in base allascelta di lavoro integrato permanente tra l’istituzione sanitaria el’istituzione scolastica.

Conoscere e approfondire i modelli teorici disponibili nelcampo della dislessia e della discalculia, è oggi necessario eurgente sia per i servizi che per le scuole: questa esigenza èstata al centro delle relazioni di Carlo Muzio, docente diNeurolinguistica all’Università di Pavia e di Elena Mazzonedell’ASL di Bologna, collaboratrice di Andrea Biancardi, notoesperto nel campo della discalculia evolutiva. I due relatorihanno fornito un ampio quadro illustrativo dei principali orienta-menti disponibili a livello internazionale, che sarà utile recupe-rare anche attraverso gli annunciati Atti del Convegno (www.dis-lessia.it e www.mediationarca.org). In carenza di azioni autono-me e integrate da parte dei servizi di Neuropsichiatria Infantilee da parte delle scuole, per i ragazzi sarà sempre più difficile,

l’ASL 8 avrà il proprio sito disponibi-le su Internet e le informazioni in essocontenute saranno messe a disposi-zione di tutti i cittadini che vorrannocollegarsi a www.asl8.piemonte.it .

“Il sito dell’ASL 8 è stato studiatogarantendo la massima facilità diaccesso alle informazioni, - afferma ildirettore generale, ing. Giorgio Rabino- proponendo chiari documenti infor-mativi e fornendo gli indispensabili rife-rimenti per utilizzare i propri servizidisponibili, oltre alle informazioni dicarattere generale sulla degenza esulle prestazioni offerte. In particolare,sono descritte le modalità di accoglien-za in ospedale ed i servizi accessori dicui può usufruire il paziente ricoverato,con consigli pratici riguardanti gli oraridelle visite, di ricevimento dei medici edei pasti. E’ possibile, inoltre, consulta-re i principali documenti informativi(alcuni anche scaricabili in formatopdf), quali, ad esempio, la Carta deiServizi dell’ASL 8, la Carta dei Servizidella Residenza Sanitaria Assistenzia-le Latour di Moncalieri, l’Atto azienda-le, il Catalogo delle prestazioni dei ser-vizi offerti, oltre a vari opuscoli informa-tivi.”

Chiara Masia - tel. 011.9719336

➯ Segue da pag. 16 come efficacemente argomentato in una specifica relazione acura dell’A.I.D., “sopravvivere e non naufragare nella tempestascolastica”. In merito ai modelli teorici e alle buone pratiche inatto in alcune ASL e in alcune scuole, sarebbe interessanteconoscere quale formazione è oggi prevista per i futuri neurop-sichiatri infantili e per i futuri docenti delle scuole di ogni ordinee grado, da parte delle rispettive Facoltà universitarie dellanostra Regione.

g. p.

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dalla Regione Piemontedalla Regione Piemonte18Promozione Salute

Scuola, Regione e Sistemasanitario collaborano peraffermare la promozionedella salute

L’assessorato regionale alla Tutela della salute (DirezioneControllo Attività Sanitarie) e l’Ufficio Scolastico Regionale per ilPiemonte del MIUR hanno da tempo avviato una proficua colla-borazione per sollecitare e sostenere la programmazione e losvolgimento, a livello scolastico e in collaborazione con leAziende Sanitarie, di iniziative, progetti e interventi di educazio-ne e promozione della salute. Lo scopo è quello di favorire lamessa e disposizione di informazioni corrette ed aggiornate sol-lecitando l’adozione di stili di vita positivi e responsabili. In pra-tica, fare di ogni scuola una scuola che Promuove salute nellascia del programma OMS

Il quadro normativo in cui l’intesa si attua in Piemonte è costi-tuito da una Convenzione che mette al primo posto la necessi-tà di garantire la “qualità “ degli interventi e di ottimizzare desti-nazione e uso delle risorse, riconducendo le iniziative esistentiin un “quadro unitario di opportunità”, sostenibili e condivise.

“Il tema dell’educazione alla salute – come ricordano i prof.,Paola Tripoli, Anna Motta, Roberto Vai e Jean Claude Arnodrappresentanti dell’USR - trova la propria collocazione nei Pianidi Studi Personalizzati, indicati nel Decreto legislativo 19 feb-braio 2004 n. 59 all. B “ Indicazioni Nazionali per i Piani diStudio personalizzati nella scuola primaria” e all. C “ IndicazioniNazionali per i Piani di Studio personalizzati nella scuola secon-daria di 1° grado” nell’ambito dell’educazione alla cittadinanzaed alla convivenza civile.

Si tratta di un approccio che assume una forte valenza edu-cativa e formativa e non si limita pertanto a fornire adeguateinformazioni culturali, ma tende a favorire l’assunzione dicoerenti ed adeguati comportamenti e l’assunzione graduale,progressiva, di stili di vita positivi, responsabili e di alto profiloetico sia a livello individuale che sociale.” L’attuazione delle inte-se tra Regione e Scuola è assicurata da un Gruppo TecnicoRegionale costituito dai rappresentanti scolastico sopra menzio-nati e, per la Regione dalla Responsabile del DORS, ElenaCoffano e Mario Carzana per l’area di Promozione della salutedella Regione

Educare è prevenire: questa, in sintesi, la logica che sostieneil Progetto “LA SCUOLA CHE PROMUOVE SALUTE.” Tema,questo, oggetto, tra l’altro di un incontro organizzato da RegionePiemonte e dal Dipartimento di Sanità pubblica dell’Università diTorino che si svolgerà il 24 novembre e durante il quale saran-no presentati i dati rilevati nelle scuole attraverso i questionaridell’indagine HBSC relativi ai giovani di 11- 13, 15 anni .

In applicazione poi di quanto previsto dal succitato accordo ea seguito della costituzione del Gruppo regionale, sono statirecentemente costituiti a livello di ogni provincia altrettantiGruppi Tecnici provinciali formati da i rappresentanti locali deiCSA (referente per la salute e per l’attività motoria e sportiva edalla ASL di competenza territoriale. L’incarico è quello di ela-borare una proposta locale coerente con le esigenze territorialidelle province piemontesi e con le indicazioni dei livelli regiona-li. Per quanto riguarda invece il Gruppo tecnico regionale sirichiamano le attività che ne distinguono l’azione:

1. ricondurre tutte le iniziative e le proposte relative alla pro-mozione ed educazione alla salute in ambito scolastico ad unquadro organizzativo e metodologico unitario di opportunità,condizione necessaria per un progettazione condivisa

2. garantire la qualità delle progettazioni e degli interventi, inparticolare:

- monitorando l’esistente (es. progetti già realizzati in collabo-razione tra la scuola e gli enti firmatari o con altre organizzazio-ni del territorio)

- individuando i bisogni- valorizzando le “buone pratiche” scolastiche - co-progettando l’offerta formativa futura- formando insegnanti/operatori (promuovendo idonee oppor-

tunità di formazione, anche congiunte, degli operatori scolasticie di quelli sanitari)

- definendo piani di valutazione dell’efficacia degli interventi3. prevedere le condizioni di sostenibilità delle iniziative, in

modo da consentire alle scuole di poter operare in termini dirisorse:

- umane economiche - strumentali- di comunicazioneLe indicazioni fornite nella Circolare regionale dell’USR per il

Piemonte n. 129 Prot. nr. 4728/P/C3 26 aprile 2005 riportano ilpercorso metodologico e le priorità tematiche individuate perl’a.s. 2005-2006 al fine di favorire l’inserimento nel POF (Pianodell’offerta formativa) dei temi della Promozione edell’Educazione alla Salute.

Particolare rilevo assume l’impegno dell’Assessorato allatutela della salute della Regione Piemonte per far sì che le stra-tegie e le azioni condivise portino ad una corrispondenza diintenti nei piani di lavoro delle aziende sanitarie.

UN IMPEGNO CORALEIl Progetto “LA SCUOLA CHE PROMUOVE SALUTE.” si

fonda sulla consapevolezza che l’assunzione di stili di vita posi-tivi debba e possa essere un obiettivo comune e condiviso datutti i soggetti impegnati nell’educazione e nella formazioneumana e civile delle nuove generazioni: docenti, genitori, stu-denti, operatori della sanità, società civile.

In particolare risultano fortemente interessati al progetto iForum genitori che sono stati costituiti a livello regionale pressol’USR ed al livello provinciale presso i CSA e le consulte studen-ti, segno promettente di un rinnovato impegno partecipativo chetrova nell’educazione alla convivenza civile ed alla cittadinanzaresponsabile un comune campo di confronto, dialogo, progetta-zione e sottolinea la centralità dell’alunno ed il primato dell’edu-cazione.

Mario Carzana

Le priorità per l’a.s. 2005-2006 (C.R. USRdel MIUR n. 129 del 26 aprile 2005)

• stili di vita legati alla prevenzione delle malattie car-diovascolari e dei tumori, in particolare• corretta alimentazione• adeguata attività fisica• prevenzione del tabagismo• salute mentale, in particolare per quanto attiene a• riduzione dello stigma • prevenzione del bullismo e dell’abuso • prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare

(anoressia/bulimia)• prevenzione delle dipendenze, da sostanze (alcool, dro-

ghe, farmaci) e non (gioco d’azzardo, ecc)• educazione alla sessualità ed all’affettività, ivi compresa la

prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse(AIDS ecc.)

• prevenzione degli incidenti stradali e domestici e piùin generale dei comportamenti a rischio di incidente

• miglioramento della “alfabetizzazione” ai temi dellasalute e della bioetica, ivi compresa la promozione delladonazione di sangue e di organi ed il rapportosalute/ambiente.

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Centro di documentazioneCentro di documentazionePromozione Salute

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Atti dellaRegione Piemonte

Proseguiamo la segnalazione di Attidella Regione Piemonte (leggi, Delibere,Determinazioni, ecc…), che a nostro giu-dizio possono avere un certo interesseper quanti si interesano di Promozionedella Salute. Presso la nostra sede sono adisposizione dei soci, delle Associazioni,ecc… I bollettini ufficiali che contengonogli atti citati

D.G.R. 5 sett.2005, n.19-757Legge regionale n. 19 del 3 agosto

2004 “Nuova disciplina regionale sullaprotezione dalle esposizioni a campi elet-trici, magnetici ed elettromagnetici”.Direttiva tecnica in materia di localizzazio-ne degli impianti radioelettrici, spese perattività istruttorie e di controllo, redazionedel regolamento comunale, programmilocalizzativi, procedure per il rilascio delleautorizzazione e del parere tecnico

D.G.R.5 sett.2005,n.33-774Modalità operative concernente la pre-

disposizione e la presentazione dei pro-getti per la Ricerca Sanitaria 2005.

D.G.R. 5 sett. 2005, N.42-782Progetto regionale di monitoraggio degli

idrocarburi policiclici aromatici (IPA) pre-senti sul riso.

D.D. 4 aprile 2005, n 60Proseguimento programma O.M.S.-

Città-sane.

D.G.R.1 agos.2005, n 15-608 Progetto regionale per la graduale rea-

lizzazione del Centro Unificato Preno-tazioni Regionale (CUP Regionale).

D.G.R. 19 sett. 2005, n.3-829Dichiarazione d’intenti tra Regione

Piemonte, Provincia di Torino, Comune diTorino, Comitato di Gestione del Fondoper il Volontariato in Piemonte, Centri diServizio per il Volontariato operanti nellaProvincia di Torino (Cesvol-Idea Solidalee Centro di Servizio per il VolontariatoSviluppo e Solidarietà in Piemonte),Compagnia di San Paolo, FondazioneCRT.

D.G.R.19 sett. 2005, n.32-858Convenzione tra la Regione Sardegna

– Assessorato dell’Igiene e Sanità edell’Assistenza Sociale – e RegionePiemonte – Assessorato Tutela dellaSalute e Sanità – per rafforzamento delsistema delle emergenze sanitarie.

D.G.R. 26sett. 2005, n. 68-932Contributi alla spesa per la modifica

degli strumenti di guida ai titolari di paten-ti speciali, art.27, Legge 5.2.1992, n. 104.

Medici di famiglia,pazienti e pluralismoterapeuticoUna ricerca in CampaniaG. Ranisio, C. Simone.Samnium Medica 2005 .

Questa interessante ricerca si pro-pone di analizzare i percorsi terapeu-tici utilizzati dai pazienti in relazioneal loro contesto di appartenenza e alloro rapporto con il medico di fami-glia, ponendo a confronto due tipi didati di diversa provenienza: da unlato i dati che si riferiscono alla per-cezione che i medici di famiglia, diarea prevalentemente campana,hanno degli itinerari terapeutici deiloro pazienti e, dall’altro, i dati rileva-ti direttamente tra i pazienti di quattrostudi medici delle province di Napoli,Caserta e Benevento. Sono riportateinoltre interviste a pazienti e guarito-ri, e sono allegati i testi dei questio-nari usati per i medici e per i pazien-ti .

Gino Cravero

La pedagogia sociale (Che cos’è, di che cosa si occu-pa, quali strumenti impiega).

F. Blezza. Liguori editore 2005. L’opera si presenta come un saggio

organico sulla materia ed insiemecome un manuale a cui possonoaccedere sia gli studenti universitarisia i professionisti in formazione inizia-le e continua. Ciò per quanto riguardasia i corsi e le professioni specifica-mente di cultura pedagogica, sia quel-li che hanno comunque un bisognocrescente anche di questo apporto:Assistenti Sociali, Psicologi, Medici edaltri operatori sanitari, professionistied operatori sociali, della cultura, deldiritto,ecc..Nella Parte I si proponeuna definizione in questi termini dellaPedagogia Sociale che sia originale,pur ricomprendendo in sé quanto trat-tato dai principali autori. La Parte II siarticola in una serie di sedi di esercizioe di problemi esemplari della pedago-gia sociale. La Parte III propone unrepertorio organico di strumenti con-cettuali ed operativi, le tecniche e leprocedure per la pedagogia sociale eil relativo esercizio professionale.

G.C.

Seminario di approfondimento

L’ambito sociale e il governo della rete dei servizi

Verso quali forme di gestione dei servizi sociali nelle Marche?

Jesi - Sabato 3 dicembre 2005 - ore 8.45-13.00Sala II Circoscrizione, Via san Francesco

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AssociazioniAssociazioni20Promozione Salute

Via il gradino addio alle barriere

Datemi una pedana e vi spalancherò il mondo. Via i gra-dini, addio alle barriere: con tante pedane sparse agliingressi dei negozi, sarà possibile rendere accessibilimoltissimi esercizi pubblici oggi off-limits per chi è in car-rozzina. La causa? Un misero ma spesso insormontabilegradino. È proprio lui il nemico da combattere e sconfig-gere: l’ostacolo invisibile per i bipedi, che la campagna“Via il Gradino” vuole superare. L’iniziativa prevede unaserie di interventi tra i quali appunto la realizzazione d’unapedana mobile da installare all’entrata degli esercizi com-merciali. Per un accesso al consumo più… democratico,il disabile va considerato non solo come destinatario di unconsumo dedicato e ghettizzante, ma come cittadino libe-ro di consumare.

Come, quando e dove vuole. È la Consulta per lePersone in Difficoltà Onlus (CPD) capofila di questa ini-ziativa, insieme con Regione Piemonte, Provincia diTorino, Città di Torino, il Politecnico di Torino e la Tim. Tuttiinsieme per la campagna “Via il Gradino”, che quest’annosi unisce ad un’altra iniziativa storica della Cpd, la giorna-ta del 3 dicembre, per l’occasione dedicata proprio all’eli-minazione delle micro-barriere.

La Cooperativa Piero&Gianni del Gruppo Abele, a dopoil concorso indetto dal Politecnico di Torino rivolto ai suoistudenti, ha progettato, prototipato e prodotto una pedanaamovibile che verrà donata ai commercianti non solo delcapoluogo, ma anche alle province e ai comuni aderentiall’iniziativa. La campagna di comunicazione e sensibiliz-zazione in corso, è frutto della collaborazione gratuita conl’Agenzia Armando Testa, ideatrice del logo, del messag-gio e di uno spot televisivo che manderà in onda a livellonazionale.

In occasione del 3 Dicembre 2005, Giornata Europeadelle Persone Disabili, che quest’anno festeggia il suodecennale, la CPD propone un ricco programma diappuntamenti con un obbiettivo comune: sensibilizzarel’opinione pubblica sull’abbattimento delle microbarrierearchitettoniche. Grande adesione e partecipazione daparte degli istituti scolastici regionali (elementari, medieinferiori e superiori) impegnati in un concorso multidiscipli-nare sul tema: “Nuovi percorsi di integrazione nella cittàper tutti”, promosso dalla CPD e dal Centro Servizi per ilVolontariato Idea Solidale. Concorso che vedrà la premia-zione degli studenti il 2 dicembre presso il Palaruffini diTorino, dove saranno presenti oltre tremila ragazzi peruna mattinata all’insegna di giochi, esibizioni, musica,sport e testimonianze dal mondo del volontariato e disa-bilità.

L’appuntamento successivo sarà in occasione del 3dicembre 2005, Giornata Europea delle Persone Disabili,con una cena di gala per la campagna “Via il Gradino” chesi terrà presso il Teatro Sette di Torino. Momenti clou dellaserata saranno gli interventi di associazioni e rappresen-tanti istituzionali, quali Presidente della RegionePiemonte, Sindaci e Assessori comunali e provinciali, cheinterverranno sul tema della disabilità e si confronterannoin un talk show dando testimonianza diretta delle proprieesperienze.

Ospite d’onore della serata sarà la pedana amovibile,che verrà consegnata a Enti e Istituzioni regionali aderen-ti all’iniziativa. La serata vedrà inoltre l’esibizione di artisti,musicisti e personaggi del mondo dello spettacolo regio-nale, oltre alla presenza delle scuole premiate per il con-corso multidisciplinare.

La campagna “Via il Gradino” sarà supportata da un

Prevenzione dell’IctusDopo i week end di prevenzione dell’ictus, svoltisi nelle

scorso novembre a Caselette, S. Maurizio Canavese eRivoli (già descritti su queste pagine), l’Associazione AlicePiemonte e la Fondazione Magnetto hanno avviato, incollaborazione con gli enti locali, un secondo e più ambi-zioso esperimento di prevenzione. È previsto che essodebba svilupparsi nel corso dei prossimi cinque anni,attraverso screening semestrali (misurazione di pressio-ne, colesterolo, glicemia), sulla scorta dello studio condot-to qualche tempo fa a Framingham (Massachussett).Dovrà permettere di confrontare a distanza di 5 anni ilnumero di ictus verificatisi con quello atteso, secondo iparametri proposti dalle Linee Guida SPREAD 2003.

L’area nella quale è destinato a svolgersi l’esperimentoè quella compresa in quattro Comuni della bassa valle diSusa (Almese, Caselette, Rubiana, Villardora) ed è rivol-to a tutta la popolazione residente di età tra 55 e 84 anni.Sulla base dei tabulati comunali si tratta di 3957 persone.

Il 24 settembre e il 1° ottobre si è svolto lo screening di1° livello. Com’è stato condotto? Si è materializzato conla compilazione, persona per persona, di un questionarioche comprende i seguenti parametri: età, sesso, pressio-ne sistolitica, terapia antipertensiva, diabete mellito, fumodi sigarette, malattia cardiovascolare (coronopatia, scom-penso cardiaco, claudicatio intermittens), fibrillazionestriale, ipertrofia ventricolare sn all’ECG. Secondo unaclassificazione convalidata, coloro che hanno assommatoun punteggio superiore a 15 nei fattori di rischio, e sonoquindi correlati ad un rischio di ictus > 20% a dieci anni,sono entrati nella rosa di coloro che saranno invitati a sot-toporsi agli screening semestrali.

L’adesione della popolazione interessata è stata davve-ro impressionante: nelle due mezze giornate si sono pre-sentate circa 800 persone, vale a dire 1/5 di tutti i cittadi-ni dell’età indicata. Naturalmente a contribuire al succes-so sono state le amministrazioni comunali che hannosvolto un’efficace attività di pubblicizzazione dell’iniziati-va. Occorre aggiungere il ruolo del volontariato localetanto per la sensibilizzazione dei cittadini quanto per l’or-ganizzazione della manifestazione. Ci sembra essere unsegno evidente di crescente disponibilità alla prevenzionesanitaria, meno rivendicativa verso la struttura pubblica epiù propensa alla partecipazione.

Lorenzo Gianotti

dibattito sull’accesso al consumo e sull’autonomia deldisabile e, in conclusione, verrà consegnato il “Premio 3dicembre” alle personalità che si sono maggiormentedistinte per la particolare sensibilità verso le tematichesociali. Il percorso di sensibilizzazione non termineràcomunque il 3 dicembre, ma proseguirà nel suo obiettivodi realizzare uno spazio urbano per la qualità della vita ditutti, con un concerto di Claudio Baglioni e con il suppor-to della TIM che ha messo a disposizione un numero ditelefono per le donazioni via sms: 48568, “1 Euro percontribuire all’abbattimento delle barriere”.

“La Giornata Europea delle Persone Disabili 2005 sipropone due obbiettivi - come commenta il PresidenteCPD Paolo Osiride Ferrero – la rimozione immediatadelle microbarriere architettoniche negli esercizi pubblicie un’azione di contrasto alle barriere culturali e psicologi-che. Adottiamo il linguaggio concreto dei fatti: via il gradi-no. Affrontiamo il problema dello spazio per tutti posandosulle microbarriere una pedana amovibile. E’ un segno,un simbolo, l’atto visibile di una barriera che si spezza, diuna micro qualità della vita che si amplia”.

Monica Sauna, Ufficio stampa CPD

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dai Socidai SociPromozione Salute

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L’ASSOCIAZIONE AMICI DEL CUORE VCO che ha Sedepresso le Divisioni di Cardiologia dell’Ospedale Castelli diVerbania e San Biagio di Domodossola, bandisce un concor-so grafico sul tema:“SALUTE A TAVOLA”, rivolto agli alunni delle SCUOLEELEMENTARI e MEDIESi è ritenuto di dividere il bando in due sezioni per sperimen-tare l’utilizzo di tecniche diverse:

Per gli alunni delle Scuole Elementari POSTERCUORE - individuazione grafica di un soggetto ine-rente il tema, atto a diventare poster, che possa sensibilizza-re l’opinione pubblica al problema

Per gli alunni delle Scuole MedieCORTOCUORE - realizzazione di un cortometraggio che dif-fonda informazioni sul tema proposto. Il cortometraggiopotrà rientrare nel contesto della peer-education.

Il tema che riguarda l’educazione alimentare come preven-zione per le malattie cardiovascolari, interessa anche la pro-mozione alla salute in senso lato in quanto si propone di evi-tare i disordini alimentari che possono essere causa di pato-logie in età scolare.

Regolamento- I primi 10 classificati saranno premiati con libri.- 150 elaborati, ritenuti significativi, saranno oggetto di una

mostra

Calendario: - adesione delle scuole: 31 gennaio 2006- invio elaborati: 15 aprile 2006- premiazione: entro il mese di maggio 2006 in data e luogo

che verranno successivamente comunicati

Il Concorso è patrocinato da:ASL 14 VCOPROVINCIA DEL VCOMINISTERO ISTRUZIONE UNIVERSITÁ RICERCA - CSADEL VCOCOMUNE DI DOMODOSSOLACOMUNE DI OMEGNACOMUNE DI VERBANIADISTRETTO SCOLASTICO DI VERBANIACAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATODEL VCOCENTRO AUXOLOGICO ITALIANO DI PIANCAVALLOCONI PROVINCIALE CIPES PIEMONTE (Confederazione Italiana per la Promozione della Salute)CONACUORE (Coordinamento Nazionale Associazioni Cuore)UNIONE ARTIGIANI CONFARTIGIANATO NOVARA - VCO COL DIRETTI DEL VCO E DI NOVARA

Centro Psicoanalitico di trattamento deimalesseri contemporanei

Un luogo in cui gli adolescentipossono parlare delle difficoltà

che incontrano nella vita quotidiana.

Psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti,di formazione lacaniana, offrono brevi consultazioni,

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Associazione Risorsa c/o CIPESVia S. Agostino 2010122 Torino10122 Torino

Continuano presso la sede CIPES (Vìa Sant'Agostino,20) gliincontri quindicinali del gruppo di Auto Mutuo Aiuto sul mob-bìng organizzati dall'Associazione dì volontariato Risorsa acui sono invitati tutti coloro che sono interessati al problemae/o che lo conoscono direttamente.La partecipazione è libera e gratuita.Di seguito si riporta il calendario dei prossimi incontri che sisvolgono di lunedì, alla sera dalle ore 21:- 7 novembre 2005- 21 novembre- 5 dicembre- 23 gennaio 2006

Verrà data comunicazione sui successivi incontri del 2006Per informazioni contattare Franco Debenedetti -tel.0115176332 - [email protected] Marucco - tei. 0115817810 (con segreteria telefonica)CIPES -Tel. 011/4310762-fax. 0114310768

ASSOCIAZIONE AMICI DEL CUORE V.C.O.

O.N.L.U.S.Via Crocetta, 128922 - Verbania

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Prom. Salute n. 5/2005 11-11-2005 14:15 Pagina 21

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Vita CipesVita Cipes22Promozione Salute

“Allegri e longevi”La mostra di vignette umoristiche “Allegri e longevi” pro-

segue il suo viaggio nel mese di ottobre 2005 è stata espo-sta nei seguenti luoghi:

- Presso la Parrocchia “Madonna del Rosario” PiazzaGiovanni delle Bande Nere n. 20 – Torino: Sabato 8 e 120ttobre 2005 al pomeriggio e le Domeniche 9/13 ottobre2005 tutto il giorno. Rispetto al programma iniziale l’esposi-zione si è protratta in altre due giornate;

- Presso la Sala S. Chiara del Comune di Cuneo -da Martedì 18 ottobre 2005 al Martedì 25 ottobre 2005.Visto il successo riscontrato la mostra è stata proposta

nell’incontro del 28.10.2005 con le scuole di Cuneo ed inse-rita nel programma fra ASL 15 e le scuole del programmaannuale di promozione salute (attività collaborative di edu-cazione sanitaria e Promozione della Salute).

L’idea è di richiedere alle singole scuole la possibilità diesporre la mostra legandola ad iniziative mirate su argo-menti del programma.

Entro il 10 novembre 2005 verranno comunicate le primedue scuole nelle quali fare l’esposizione.

Sono già previste le seguenti esposizioni:- presso Auditorium - Galleria Civica di Arte Moderna Via

Magenta 31 – Torino – il 2 DICEMBRE 2005 dalle 9.00 alle14.00 durante la manifestazione per il 15° del CipesPiemonte; “GIORNATA DELLA SALUTE” Torino.

- Presso la sede del Congresso dello SPI CGIL di NoviLigure nei giorni 15 e 16 dicembre 2005.

Inoltre pensiamo in futuro di implementare la mostra attra-verso il recupero delle nuove vignette che nel corso di que-sti anni abbiamo inserito nel nostro notiziario “PromozioneSalute”

Attraverso la duplicazione dei poster anche con nuovevignette pensiamo di poter allargare la possibilità di fruizio-ne della mostra.

Abbiamo previsto anche l’acquisto delle griglie per l’espo-sizione, per rispondere sempre meglio alle richieste.

Enti, associazioni, istituzioni interessate alla utilizzazionedella Mostra possono prenotarsi per richiedere l’allestimen-to telefonando al Cipes Piemonte: n. 011/4310762.

Giuseppe Signore

Vi presentiamo la testata di “News Promozione Salute”, la News letter telematica dellaCipes Piemonte. Essa viene pubblicata ad integrazione di “Promozione Salute”, nell’inter-vallo tra i vari numeri, informando, segnalando iniziative che riteniamo di utilità per i nostrilettori. Comuni, Province, Aziende Sanitarie, Associazione, altre Istituzioni possono segna-larci le notizie che la Redazione pubblicherà nel limite del possibile.Essa viene inviata inizialmente ai Soci ed ai lettori di Promozione Salute che a suo tempoci hanno rilasciato il loro indirizzo di posta elettronica. Ovviamente a questi si aggiunge-ranno quanti ne faranno richiesta e saranno cancellati quanti non vorranno ulteriormentericeverla avvalendosi degli spazi predisposti.

CIPES ad AlessandriaSabato 14 ottobre presso la Camera del Lavoro di

Alessandria, si è costituito il nucleo Provinciale dellaConfederazione Italiana per la Promozione della Salute el'Educazione Sanitaria (CIPES ) la cui attività è regolata dallostatuto della Federazione del CIPES Piemonte.

Ia CIPES si propone di agire come stimolo per sensibilizzarei soggetti pubblici e privati e di sollecitarli affinché la tutela e lapromozione della salute divenga impegno quotidiano del loroagire. Le linee lungo le quali si è mossa la CIPES e sulle qualisi muoverà il nascente nucleo alessandrino mireranno: a realiz-zare ambienti di vita , di lavoro, di svago igienici e sicuri, a edu-care la gente ed in particolare i giovani ad evitare il fumo, le dro-ghe, l’alimentazione eccessiva e non equilibrata, l'eccesso dialcool, la guida spericolata, il sesso non protetto, a creare l'abi-tudine ad adottare stili di vita sani praticando sport ed eserciziofisico, e a combattere i determinanti della salute precaria qualiin primo luogo, la povertà e l'ignoranza, tutto ciò perseguendoideali di equità, partecipazione, condivisione e affidabilità perogni azione avviata.

Un primo importante momento di dibattito su questi argomen-ta, si realizzerà nella Conferenza Provinciale sul rapporto dellostato di salute della popolazione che la Provincia diAlessandria, con la collaborazione della CIPES sta preparando.

Domenico Marchegiani, Coordinatore Centro Locale CtPES - Alessandrìa

Un momento dell’incontro

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Cipes CuneoCipes CuneoPromozione Salute

23

Per una scuola che promuove la saluteStrategie e proposte educative della asl 15 di cuneo

Avviato lo scorso 25 ottobre presso il salone del CSA, con laconsueta riunione rivolta a tutte le scuole della ASL 15, la colla-borazione tra gli operatori sanitari e gli insegnanti.

La ASL 15 ha infatti presentato in tale occasione il proprio pro-gramma di attività per il corrente anno scolastico 2005/2006,programma che in parte è stato preliminarmente concordatocon i docenti di diversi Istituti Scolastici

In particolare nel corso dell’incontro, la responsabile delServizio di Educazione alla Salute della ASL 15, che coordinatutto il programma educativo insieme ai diversi Servizi azienda-li, ha sottolineato il consolidamento delle seguenti strategie chela ASL 15 da un decennio ha ormai delineato come propriopunto di riferimento per il lavoro con le scuole: • il sostegno alla costruzione della Rete “Health Promoting

School”• la costruzione di alleanze e reti intersettoriali • l’attenzione prioritaria alla offerta di Servizio e di forme di

Ascolto dedicate agli adolescenti• la formazione dei docenti• l’attenzione a percorsi di protagonismo degli studenti attraver-

so la peer education

In questo ambito di cornice strategica le proposte della ASL15 saranno pertanto le seguenti:1. Realizzazione di un Programma collaborativo, articolato in 18

proposte tematiche per a docenti e studenti2. Messa a disposizione della Mostra della CIPES “Allegri & lon-

gevi”3. Messa a disposizione del Cd Rom “La Scuola libera dal fumo”

Per quanto riguarda il programma educativo, esso vede con-solidarsi alcuni progetti innovativi (in particolare quelli sui temidella salute mentale e dei farmaci) e prevede i seguenti moduli:

PERCORSI FORMATIVI per i DOCENTI- modulo 1 – Corso di formazione (I° livello) “Promuovere il ben

– essere a scuola: dal disagio all’agio“ - modulo 2 – Progetto “ Il veterinario per la salute : percorso for-

mativo sul corretto comportamento nel rapporto con animali diaffezione ( in particolare il cane)

PERCORSI con le SCUOLE CICLO dell’OBBLIGO- modulo 3 - Progetto Attività fisica e Alimentazione: “Junk

Food”- modulo 4 - Progetto “Il farmaco: bene di consumo o risorsa

per la salute?” - modulo 5 - Progetto “Ascolto psicologico”- modulo 6 - Incontri educativi di orientamento all’uso dei

Servizi consultoriali (alunni classe III media)- modulo 7 - Progetto “ Il veterinario per la salute: zoonosi e

animali di affezione”

PERCORSI con le SCUOLE MEDIE SUPERIORI- modulo 8 - Progetto Salute Mentale “Fuori come va?”- modulo 9 - Progetto Salute Mentale “Aggiungi un posto a

tavola..”- modulo 10 - Progetto CIC: Percorsi formativi/educativi per

studenti sui temi delle Dipendenze - modulo 11 - Progetto CIC: Ascolto e Consulenza intra - sco-

lastico per gli studenti- modulo 12 - Progetto “Cibo, Corpo, Emozioni..”- modulo 13 - Progetto “Adolescenti e comportamento alimen-

tare”

- modulo 14 - Progetto “Non comunicare è impossibile..”- modulo 15 - Progetto “Al 34 “: sensibilizzazione all’uso dei

Servizi consultoriali per gli adolescenti- modulo 16 - Progetto Territorio Alimentazione Salute :

“Sicurezza e qualità alimentare - un percorso di peer educa-tion per promuovere un consumatore di qualità…”

- modulo 17 - Progetto “ Il farmaco: bene di consumo o risorsaper la salute?”: un percorso di formazione tra pari

- modulo 18 - Promuovere la cultura della donazione diSangue, Midollo Osseo ed Organi

Per quanto riguarda la Mostra “Allegri & longevi” della CIPES,essa è stata offerta come opportunità di lavoro all’interno del-l’ambiente scuola. Pertanto alle scuole che ne faranno richiestasi provvederà a garantire il sostegno per l’allestimento dellamostra e per la organizzazione di eventi collaterali tesi alla sen-sibilizzazione su temi di prevenzione, volta per volta selezionatia seconda del contesto di ogni singola scuola richiedente.

Per quanto riguarda il CD rom “La scuola libera dal fumo”, pro-dotto nella fase conclusiva del progetto triennale realizzato daASL 15 insieme a due istituti scolastici e a diversi altri partnersdel territorio, esso è stato distribuito a tutte le scuole della ASL15 e proposto come materiale documentale utile a intraprende-re eventuali nuovi percorsi di prevenzione del tabagismo.

Sia il programma di attività 2005/2006 che il CD rom sono statiinseriti e resi accessibli sui siti www.asl15.sanitacn.it ewww.cipespiemonte.it

Maria Grazia Tomaciello – REPES ASL 15

Prom. Salute n. 5/2005 11-11-2005 14:15 Pagina 23

Page 24: Prom. Salute n. 5/2005 11-11-2005 14:15 Pagina 1 Salute · CIPES Sicilia: Salvatore CACCIOLA Vignette: Claudio MELLANA, Dario MAIRANO ... Mariateresa DACQUINO, Giancarlo FARAGLI,

24Promozione Salute

15° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONEDELLA CIPES PIEMONTE

GIORNATA DELLA SALUTETORINO 2 Dicembre 2005 ore 9 - 14

Auditorium Galleria Civica di Arte Moderna - Via Magenta 31 TorinoPROGRAMMA

Questo convegno intende favorire la presa di coscienza, daparte delle Istituzioni pubbliche e private, del significato dellasalute per la realizzazione di una Società attenta ai bisogni deicittadini nella quale ognuno si senta protagonista nella costru-zione del bene comune e ognuno si senta accolto e valorizza-to dagli altri. Nei suoi quindici anni di vita la CIPES che è mem-bro costituente della International Union for Health promotionand Education si è impegnata per realizzare in Piemonte, attra-verso le Reti delle Città Sane e degli Ospedali per laPromozione della Salute gli obiettivi di salute che si fondanosulla Carta di Ottawa e sono delineati nel Documento “Salute21” della Organizzazione Mondiale della Salute. Inoltre mette a disposizione tutti i principali documenti delleOrganizzazioni Internazionali aventi come oggetto la salute -nella traduzione Italiana - nel proprio sito web www.cipespie-monte.it nel quale, grazie ad apposito accordo con lo IUHPEviene anche pubblicato il sommario di tutti i numeri diPromotion & Education e la traduzione degli articoli più signifi-cativi di tale rivista. Il CIPES Piemonte per realizzare la propria mission non sisostituisce alle Istituzioni, che restano protagoniste delle azio-ni che rispondono ai bisogni di salute della popolazione. Inveceessa mette le persone che in esse operano, siano queste iSindaci, nel caso di Città Sane, gli Operatori Sanitari nel casodella rete HPH e in ogni caso tutti coloro che accedono al suosito, in condizioni di agire nel modo più efficace (to enable)attraverso a una mediazione con gli organismi analoghi a livel-lo internazionale (to mediate) e facendosi portavoce delleistanze della gente (to advocate).

COMITATO D’ONORE

SER Cardinale Severino PolettoArcivescovo di TorinoDr. Goffredo SottilePrefetto di TorinoOn. Mercedes BressoPresidente Regione PiemonteDr. Antonio SaittaPresidente Provincia di TorinoOn. Sergio ChiamparinoSindaco Città di TorinoProf. Ezio PellizzettiRettore Università di TorinoProf. Giorgio Del TinRettore Politecnico di TorinoOn. Angela MigliassoAssessore alle Politiche Sociali - Regione PiemonteDr. Mario ValpredaAssessore Sanità Regione PiemonteDr. Amedeo BiancoPresidente Ordine dei MediciConte On. Luigi Rossi di MonteleraPresidente Confindustria del PiemonteProf. Pierfranco QuaglieniPresidente del Centro PannunzioAvv. Franzo Grande StevensPresidente Compagnia di San Paolo

Segreteria Organizzativa Cipes Piemonte

Confederazione Italiana per la Promozionedella Salute e l’Educazione Sanitaria

Via Sant’Agostino, 20Tel.: +39 011 4310762 Fax: +39 011 4310768

Web: www.cipespiemonte.it E.mail: [email protected]

Regione PiemonteArea Promozione Salute

Via S. Domenico, 46 - 10123 Torino

Ore 09,00 Luigi ResegottiPresidente Comitato OrganizzatorePresentazione del ConvegnoSaluto delle autorità

I° sessioneModeratore: Lamberto Briziarelli09,40 Erio ZiglioDirettore Ufficio OMS - VeneziaInvestire per la salute e lo sviluppo. Sfide e opportunità per l’Europa e le sue regioni10,10 John K. DaviesVice Presidente IUHPE per l’EuropaEuropean Developments for HealthPromotion The role of IUHPE10,40 Vittorio DemicheliIl profilo di salute del Piemonte10,55 Mario ValpredaVerso il Piano Regionale di salute11,15 Coffee breakII° sessione

Moderatore: Luigi Resegotti11,45 Tavola rotondaLe azioni per la salute in PiemontePiero Zaina (Rete HPH Piemonte)Enrico Chiara (Rete Città Sane)Carlo Novarino (Gruppo Ambiente)Elena Coffano (Regione Piemonte - Dors)Cristina Ramella (Regione Piemonte)Eleonora Artesio (Provincia di Torino)Monica Lo Cascio (Comune di Torino)Marco Brunetti (Arcivescovado - Torino)Giorgio Cappitelli (Ordine Medici - Torino)Barbara Castellano (Confindustria - Torino)

13,30 Premiazione di Soci CIPES particolarmentemeritevoli13,50 Sante Bajardi Considerazioni conclusiveL’impegno futuro della CIPES

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