PROGRAMMA DEL SINDACO SILVIA CHIASSAI · da vivere”, sancendone un vero e proprio Rinascimento,...

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1 PROGRAMMA DEL SINDACO SILVIA CHIASSAI 2016 2021 Questo programma è finalizzato a conferire nuovo impulso ai vari settori amministrativi, col conseguente riavvicinamento dei montevarchini alla loro città in virtù del rinato amore per essa e dell’orgoglio di appartenervi. Il sindaco Silvia Chiassai ha ben chiaro il lavoro da svolgere può per ridare nuova linfa alla città trasformandola, in “Montevarchi, città da vivere”, sancendone un vero e proprio Rinascimento, che sia palese agli occhi di tutti. Il nuovo programma parte da qui, dalla rinascita, per conquistare la crescita e il rilancio di Montevarchi. Un programma che ha ben chiare le criticità in essere e che parte da un dato reale inoppugnabile: il 2015 si è chiuso con un debito di circa dodici milioni di euro. POLITICHE SOCIALI

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PROGRAMMA DEL SINDACO SILVIA CHIASSAI 2016 – 2021

Questo programma è finalizzato a conferire nuovo impulso ai vari settori amministrativi, col conseguente riavvicinamento dei montevarchini alla loro città in virtù del rinato amore per essa e dell’orgoglio di appartenervi. Il sindaco Silvia Chiassai ha ben chiaro il lavoro da svolgere può per ridare nuova linfa alla città trasformandola, in “Montevarchi, città da vivere”, sancendone un vero e proprio Rinascimento, che sia palese agli occhi di tutti. Il nuovo programma parte da qui, dalla rinascita, per conquistare la crescita e il rilancio di Montevarchi. Un programma che ha ben chiare le criticità in essere e che parte da un dato reale inoppugnabile: il 2015 si è chiuso con un debito di circa dodici milioni di euro.

POLITICHE SOCIALI

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Una crisi globale, da cui il Paese fatica ad uscire, impone una sempre maggior attenzione alle politiche sociali, della famiglia, del lavoro. Appaiono inderogabili gli interventi volti:

- a realizzare un Centro Diurno per gli anziani dove questi possano svolgere attività di socializzazione per valorizzare le capacità, le funzioni motorie, cognitive e creative. In questo modo si aiuta l’anziano a mantenere o a recuperare le proprie capacità psico-fisiche. I centri erogano servizi pasti e trasporto (per chi non può essere accompagnato dai familiari). Il servizio dei centri diurni risponde alle esigenze degli anziani a rischio di perdita di autosufficienza, che necessitano quindi di un sostegno e di una stimolazione extradomiciliare. Questi centri sono rivolti agli anziani, anche parzialmente autosufficienti, residenti a Montevarchi, con età minima di 65 anni per gli uomini e di 60 anni per le donne e senza limiti di reddito. Il servizio prevederà la partecipazione economica della persona anziana in base al reddito previsto dall’ISEE . Saranno esentati dalla presentazione dell’ISEE e dalla partecipazione economica gli anziani riconosciuti portatori di Handicap grave.

- Ad aumentare i posti nelle RSA a “bassa soglia”, cercando

di diminuirne l’attuale costo pro capite.

- A perseguire politiche di incremento dell’edilizia popolare - affiancando alla costruzione, interamente finanziata con risorse pubbliche, di alloggi da destinare all’affitto a famiglie a

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basso reddito o in condizioni di particolare svantaggio sociale (edilizia sovvenzionata o le cosiddette “case popolari”) - quella parzialmente finanziata con risorse pubbliche, di alloggi da destinare alla vendita a famiglie con reddito medio-basso (edilizia agevolata) e di nuova costituzione, favorendone così l’accesso alla proprietà. Politiche che debbono trovare attuazione concreta anche attraverso la modulazione di specifiche norme da inserire negli strumenti urbanistici che vadano dal recupero del patrimonio edilizio esistente alla

realizzazione del nuovo attraverso una flessibilità normativa degli interventi attuativi che liberino dall’attuale rigidità presente negli

stessi, lasciando ampio spazio alla discrezionalità degli attuatori degli interventi.

- L’aumento della precarietà e del disagio sociale ci impone una sempre crescente attenzione verso le fasce sociali più deboli, con particolare riferimento ai servizi rivolti alla persona, potenziando l’azione generosamente fornita dal volontariato, da affiancare al ruolo chiave della famiglia.

POLITICHE IMMIGRAZIONE E POLITICHE INTEGRAZIONE

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Montevarchi è interessato da flussi migratori consistenti, ben superiori alla media nazionale. L’immigrazione in senso stretto e’ competenza nazionale; non lo sono invece le politiche per l’integrazione. La priorità assoluta e’ continuare a fare pressione sul governo e sull’Europa affinché pretenda accordo bilaterali con i paesi di origine che prevedano e permettano il rimpatrio dei clandestini. Senza questo ogni operazione per combattere quella sorta di distretti paralleli che spaziano da un’economia sommersa al malaffare sarà utile ma non definitiva. L’istituzione di un assessorato all’integrazione ed alla legalità dovrà inderogabilmente procedere ad un serio e mirato controllo dei flussi in ingresso, cominciando da quello sulle residenze: dal carico antropico per abitazione, alle condizioni igienico-sanitarie delle stesse fino all’interfaccia con i competenti uffici centrali dislocati sul territorio aventi competenza sui contratti di locazione. L’implementazione del controllo sul territorio, attraverso uno specifico protocollo da stipularsi d’intesa con il Prefetto, le altre forze di polizia e quella municipale, finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati ed all’individuazione ed espulsione di clandestini e non aventi titolo di soggiorno;Montevarchi almeno al momento non può più aiutare tutti. Integrare chi ha il titolo di soggiorno e ha deciso di cercare una vita migliore nel nostro Comune, rispettandone le regole e pagando le tasse. Azione positiva che non deve essere contraddistinta e

Anno Residenti

Stranieri

Residenti

Totale

%

Stranieri

2005 1.791 22.945 7,8%

2006 1.942 23.145 8,4%

2007 2.386 23.495 10,2%

2008 2.833 23.919 11,8%

2009 3.098 24.022 12,9%

2010 3.372 24.166 14,0%

2011 3.339 23.949 13,9%

2012 3.646 24.202 15,1%

2013 3.824 24.502 15,6%

2014 3.829 24.454 15,7%

CITTADINI STRANIERI A

MONTEVARCHI

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limitata alle sole iniziative di facciata ma ad un costante rapporto con le comunità straniere, attraverso la sinergia con istituzioni scolastiche ed associazioni di categoria e del volontariato. L’assessorato dovrà porsi l’obiettivo di intercettare finanziamenti Europei, Ministeriali, regionali ecc. ottenendoli a fronte di presentazione di specifici progetti. Il nostro lavoro per l’integrazione sociale (convivenza, sanità, sociale, comportamento di ogni giorno), sarà svolto tenendo presente il Modello Europeo di Integrazione che passa attraverso il trinomio legalità, incontro, educazione. Integrazione delle seconde generazioni con particolare collaborazione con l’assessorato alla pubblica istruzione.

SICUREZZA E CONTRASTO ALLA ILLEGALITA’ La rinascita della città non può prescindere dall’adozione di una seria linea di iniziative in tema di legalità e sicurezza, atte a consentire ai cittadini una più serena qualità di vita. Il programma prevede:

- azioni sinergiche tra le istituzioni di ogni livello presenti sul territorio per la lotta alla concorrenza sleale contraddistinta dalla presenza del commercio ambulante abusivo e da quello stanziale non in regola con le norme vigenti. Queste azioni porteranno alla regolarizzazione delle riserve casistiche ed alla repressione degli abusi che porteranno ad introitare somme da trasformare in risorse per iniziative nel campo sociale.

- Proseguire l’azione di contrasto all’illegalità, con particolare riferimento allo spaccio di droga, attuando il modello sopra accennato di coordinamento fra Polizia Municipale e le altre forze dell’ordine.

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- Istituzione di zone territoriali a tolleranza zero in zone sensibili di comprovata pericolosità e ad alta densità di immigrati, attraverso regolamenti comunali con precisi limiti e prescrizioni.

- Lotta alla prostituzione.

- Montevarchi laboratorio per la lotta all'illegalità finalizzata anche alla cancellazione della partita IVA delle ditte oggetto di controllo e sanzionate per sfruttamento della manodopera clandestina, lavoro nero ed evasione fiscale.

- Creazione di un gruppo interforze, destinando una parte degli Ispettori dell'Asl ai controlli nelle abitazioni, altra emergenza in città, per il sovraffollamento e per la presenza di situazioni che rendono difficile la convivenza con altri condòmini.

- Creazione di una postazione mobile della Polizia Municipale nel triangolo Piazza Donatori di Sangue, piazza G. Mazzini, Piazza V. Veneto per il controllo di una zona sensibile della città nella quale si ripetono con continuità comportamenti illeciti.

Abbiamo piena consapevolezza che promettere , come fece il sindaco uscente, turni h 24 del corpo di Polizia Municipale per il controllo del territorio è non solo pura demagogia ma finanche un atto di mera irresponsabilità politica. Lo è per coprire l’arco delle ventiquattro ore comporta una dotazione organica almeno 5 volte superiore a quella attuale. Se è vero che garantiamo, come abbiamo appena detto, l’attivazione di una proficua sinergia interforze riteniamo necessario ricordare che la Legge 7.3.1986, n. 65 - Legge quadro

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sull’ordinamento della Polizia Municipale – art. 5 comma c - solo funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza. Per questo intendiamo capitalizzare, nell’interesse dei cittadini, al massimo questa peculiarità ma, deve essere ben chiaro, che all’interno del Comitato Provinciale per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, sotto la regia prefettizia, dovranno essere modulate e concretizzate le azioni sinergiche di prevenzione e repressione dei reati che turbano il quieto vivere e la sicurezza. L’attuale sistema di videosorveglianza messo in opera negli scorsi anni in alcuni ambiti centrali si è dimostrato di scarsa o nulla utilità anche per la sua scarsa definizione specie in orario notturno. Ecco che ci poniamo l’obiettivo di realizzare, anche partecipando a gli specifici bandi regionali e nazionali, un impianto di videsorveglianza con un sistema di telecamere di ultima generazione che permettono la visione sia diurna che notturna, tutte collegate ad una centrale operativa mediante una rete di connessione wireless nonché a palmari in dotazione agli agenti sul territorio. Con questa dotazione strumentale sarà anche possibile restituire alla polizia municipale una funzione di prossimità (VIGILE DI QUARTIERE) , in quanto un operatore potrà agevolmente controllare più agglomerati ed intervenire sollecitamente. SVILUPPO ECONOMICO Fermo restando che il settore manifatturiero ed in particolare il sistema moda rimane centrale nella produzione e nell’occupazione si rende necessario andare incontro alla riscoperta di Montevarchi e delle sue potenzialità nel settore turistico fondate sulla sua posizione baricentrica tra realtà come Firenze, Arezzo e Siena, a forte valenza turistico-culturale. Una nuova gestione dei Musei e delle istituzioni storiche cittadine, dovrà porsi l’obiettivo di contribuire in maniera non indifferente ad un nuovo sviluppo economico della città, che dovrà comprendere anche nuovi percorsi di valorizzazione del turismo culturale ed enogastronomico e l’agevolazione di nuove strutture ricettive/commerciali (bed&breakfast, ecc.), specie nelle frazioni

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collinari, volte ad offrire un sistema di accoglienza completo ai visitatori. Opportuna, inoltre, appare la creazione di uno spazio di partecipazione economica imprenditoriale promosso dall'amministrazione comunale in cui liberamente gli imprenditori, le aziende, direttamente presenti, possano trovare canali di approfondimento e di relazione con gli istituti di ricerca, le università, le maggiori aziende a livello nazionale ed internazionale, gli istituti pubblici preposti. Insomma il presidio di un gruppo di servizio intelligente e dotato di tutti gli strumenti di relazione e di comunicazione che monitori e dia seguito alle problematiche che ostacolano lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali. Spazio che può essere individuato in una zona centrale della città: l’ambito della stazione ferroviaria e, specificatamente, nei locali già concessi da Ferrovie al Comune ed in quelli attigui, attualmente inutilizzati ed

in degrado, la cui acquisizione in uso può essere agevolmente ottenuta. Introdurre agevolazioni a chi esercita o intenda esercitare l’impresa o il lavoro autonomo nel nostro territorio, attraverso una congrua riduzione delle spese delle aziende (ad iniziare da aliquote IMU

sopportabili) e dello snellimento delle pratiche burocratico-amministrative; un vantaggio per tutti i lavoratori locali, e non solo, limando per quanto l’Addizionale Comunale IRPEF, in modo che la produzione di ricchezza possa essere ridistribuita nella nostra zona. UN PROGETTO CONCRETO PER INCREMENTARE IL TURISMO

Area sosta camper

La posizione pregiata della nostra città rispetto al triangolo d’arte Arezzo – Firenze – Siena offre la possibilità di intercettare flussi turistici che possono trovare qui una base di appoggio per visitare le innumerevoli località attrattive che questo triangolo comprende.

Un’area di sosta adeguatamente attrezzata può divenire luogo di riferimento regionale. In futuro il pleinair avrà un ruolo sempre più

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da protagonista nell'ambito dell'offerta turistica, ci sarà sempre più integrazione tra i veicoli e le strutture ricettive, che saranno concepite in modo innovativo, organizzate per settori in base al tipo di alloggio e allo standard di servizio offerto. Se positive, queste sensazioni porteranno l'ospite a rimanere più a lungo, a tornare e a parlare bene della nuova area. Non è solo una questione di servizi o finiture, ma è piuttosto un insieme di attenzioni che facciano sentire l'ospite come una persona “desiderata” e non solo per il proprio portafoglio. L'animo di chi si appresta, con il proprio camper, a visitare una nuova località è attraversato da una commistione di aspettative e di timori, per le belle cose che si potranno visitare, per la paura di non riuscire a trovare facilmente l'agognato “porto di terra” o di avere difficoltà nel raggiungerlo a causa delle ingombranti dimensioni del proprio mezzo. L’area di sosta dovrà evolversi per garantire agli ospiti adeguati standard di accoglienza. Questo spazio rappresenta il microcosmo dell'ospite nel periodo di soggiorno e dovrà essere dotato di servizi. Si dovrà incrementare il benessere durante la permanenza, attraverso il contatto con la natura e garantendo privacy, senza negare le possibilità di aggregazione. L’area di sosta sarà progettata tenendo in considerazione gli aspetti ecologici, relativi alla scelta dei materiali da utilizzare e al miglior impiego delle risorse naturali e nella prospettiva del risparmio energetico e della salvaguardia dell’ambiente. Riciclare l'acqua piovana per l'irrigazione, produrre elettricità e acqua calda sfruttando l'energia solare o avere la connessione wi-fi in piazzola dovrà rappresentare la normalità nella struttura ricettiva. I problemi che si dovranno affrontare sono legati alla destinazione d'uso del terreno e alla difficoltà di reperire i fondi necessari all'investimento. La prima cosa da tenere in considerazione è il legame indissolubile tra l'area di sosta e il territorio che la ospita. E' fondamentale la scelta dell'ubicazione, perchè condizionerà inevitabilmente la buona riuscita dell'operazione, può essere redditizio realizzare una struttura, anche di piccole dimensioni, se collocata in una località turistica dove si possa lavorare tutto l'anno e non solo nei mesi estivi. Prima di procedere con un business plan, è quindi indispensabile analizzare le caratteristiche del terreno, come la sua posizione,

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estensione e conformazione e questo sarà fatto in fase di revisione dello strumento urbanistico.

DIRITTO ALLA SALUTE Una Regione vicino al cittadino! I Sindaci come difensori dei diritti e dei servizi alla popolazione! Tutte chiacchiere!! Questo si può dire senza pericolo di smentita dell’azione politica delle Giunte targate PD che amministrano la nostra vallata e che anche in campo sanitario hanno ancora una volta dimostrato la loro pochezza! Ebbene la legge regionale di riordino della sanità (L.R. 84/2015), che rappresenta la modifica della precedente L.R. 28/2015, ha mantenuto la divisione delle zone distretto del Valdarno aretino da quello fiorentino. Tale suddivisione delle Zone Distretto sanitario, che rappresentano il contenitore nel quale si muove tutta l’organizzazione di servizi socio-sanitari al cittadino di una definita porzione di territorio, penalizza i cittadini del Valdarno. Occorre, quindi, in primis sostenere la riunificazione del Valdarno

aretino e fiorentino in una sola zona distretto con lo scopo di raccogliere in un

unico contenitore di servizi territoriali ed ospedalieri una vallata logisticamente e storicamente da sempre considerata unita. La riunificazione consentirebbe inoltre di salvare gli attuali servizi ospedalieri presenti sia nel plesso di Figline Valdarno che in quello di Montevarchi da una sicura depauperazione che avverrà nei prossimi anni per non dire dai prossimi mesi: il rischio infatti più volte citato e che l’Ospedale di Figline cessi di poter essere considerato a tutti gli effetti una struttura ospedaliera e che anche l’Ospedale della Gruccia a Montevarchi perda alcuni dei suoi reparti più importanti (Punto nascita, Pediatria, Rianimazione, Oncologia) a

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causa del fatto che queste strutture erogano servizi ad una bacino di utenza inferiore a 150.000 abitanti. E’, altresì, parimenti indispensabile che Montevarchi si affranchi anche in ambito locale (conferenza zonale dei sindaci) dalle logiche imposte dalla regione che hanno visto abdicare nelle mani della nuova (sic) Asl di area vasta le principali funzioni integrate socio-sanitarie, togliendo ogni reale possibilità di controllo ed indirizzo ai consigli comunali e, quindi, ai rappresentanti dei cittadini. E’ indispensabile che le potenzialità logistiche del complesso ospedaliero della Gruccia ospitino la sede di servizi di tutela alla salute per i valdarnesi, senza costringerli ad esodi presso altre strutture territoriali. Un bacino territoriale con la consistenza demografica del Valdarno, crocevia delle principali infrastrutture di comunicazione e con importanti insediamenti produttivi, deve trovare risposte in loco. Il processo di depauperamento della sanità di vallata deve e sarà fermato e controvertito. Una voce non allineata, fuori dal controllo politico regionale, è la sola che può farsi ascoltare. Un numero di posti letto allineato e dimensionato sugli standard delle altre strutture territoriali di area. L’aumento dei letti nelle varie sezioni specialistiche, nella riabilitazione e lungodegenza per dare risposte ad una popolazione con un forte tasso d’invecchiamento. L’implementazione dell’assistenza domiciliare ad adeguati standard sanitari è una priorità, così come l’ottenimento della massima risposta assistenziale per anziani non autosufficienti, disabili, portatori di malattie croniche e di pluripatologie. Lo stesso dicasi per l’Oncologia per la quale auspichiamo la creazione di un vero Reparto Oncologico, all’avanguardia coi tempi e adeguato alle necessità cittadine e con vera valenza di vallata. Ciò anche quale riconoscimento alle associazioni di cittadine che da anni si impegnano per l’attrezzaggio con i più moderni apparati di diagnostica e cura. RECUPERO E RIGENERAZIONE URBANA.

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Il nostro programma si propone ogni possibile iniziativa di recupero, avendo come obiettivo primario il non consumo del suolo nel territorio agricolo e privilegiando interventi di riqualificazione urbana. Sarà definitivamente affrontata e risolta la questione della rivitalizzazione dei centri storici, in particolare quello in estrema sofferenza del capoluogo, con l’obiettivo di farlo tornare ad essere il baricentro della città. Elaboreremo da subito il Piano Particolareggiato dei centri storici comunali ed entro un anno dall’inizio del mandato amministrativo l’approveremo. L’elaborazione del Piano Particolareggiato prenderà le mosse recuperando l’intero patrimonio cognitivo edilizio-urbanistico elaborato fino ad oggi. Tutte le informazioni di base reperibili negli strumenti di pianificazione succedutesi nel tempo costituiranno il substrato che, implementato con l’acquisizione scientifica e documentale dei dati mutatisi nel tempo, consentirà di elaborare la normativa per la città storica. Normativa che, seppure completamente rinnovata rispetto a quella frammentaria e sclerotizzata abbozzata nella variante generale al Regolamento Urbanistico del 2010 affonderà le proprie radici nella vocazione socio-economico-culturale della città d’impianto. Un primo ed immediato obiettivo del Piano Particolareggiato sarà quello di costituire una sorta di “Codice” della città storica, cioè un corpo normativo organico ed unitario, in grado di consentire ad ogni interessato di operare senza incertezze, ritrovando tutte le regole in un unico documento. Naturalmente si tratta di un obiettivo che ha magari poco di “urbanistico” in senso stretto, ma ha molto a che fare con la opportunità che si offre a tutti - tecnici, imprese e semplici cittadini – di conoscere obblighi e possibilità nelle trasformazioni della propria

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città riunite in un solo strumento, di facile consultazione. In secondo luogo, l'adozione del Piano Particolareggiato consentirà a tutti gli operatori di utilizzare i benefici fiscali derivanti dalla normativa di settore vigente, riferita proprio alle zone di recupero. L’articolazione del processo di pianificazione di dettaglio della città storica in tre tempi (il primo,costituito dal piano, e gli altri due costituiti dagli approfondimenti) risponderà ad una precisa esigenza: operare in questo preciso momento storico, in cui sono tutt’ora vigenti, ancorché in corso di nuova modulazione attuativa, strumenti urbanistici che affondano le radici nella visione tradizionale della pianificazione urbanistica (ancorché innovata dall’introduzione della perequazione). Altro passo fondamentale, addirittura accelerato rispetto al Piano Particolareggiato, sarà quello di procedere al rifacimento integrale del Piano Urbano del Traffico. Il vigente è tanto vetusto quanto stravolto dal susseguirsi di modifiche dei flussi di traffico a suon di ordinanze, assolutamente avulse dal contesto reale, che hanno caoticizzato la viabilità di transito e quella a servizio dal centro storico del capoluogo,

decretandone l’esponenziale isolamento. Il nuovo P.U.T. sarà redatto da tecnici specializzati incaricati con un bando ad evidenza pubblica e con il preciso indirizzo di partire dalla reintroduzione dei sensi di circolazione preesistenti al 2005, con l’implementazione degli ambiti di sosta e di interscambio, nonché di sperimentare in

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concertazione nuovi orari e modalità di apertura delle vie centrali per dare risposte equilibrate alle attività ed ai residenti inde incentivare una frequentazione sostenibile. Per perseguire questo obiettivo ci faremo parte attiva nell’iter

che dovrà portare a conclusione il recupero del resede di proprietà Enel tra piazza XX Settembre, via Palloni e largo Toti, liberando e rendendo fruibili gli spazi a terra, oggi in avanzato stato di degrado. La stessa piazza XX Settembre sarà liberata dal mercato settimanale (che sarà accentrato all’interno della mandorla, attraverso la rimodulazione delle concessioni anche dal punto di vista logistico, con nuovi standard espositivi adeguati al tessuto architettonico del contesto ed agli

spazi in esso utilizzabili) in modo tale che la sua vocazione a parcheggio di prossimità sia continua. Sarà posta in essere un’adeguata ed efficace azione amministrativa che porti, anche attraverso l’attività sinergica con i privati, avvalendosi degli strumenti che la normativa vigente rende disponibili, per infrastrutturare a parcheggio modulare l’area iniziale di via

Montenero, urbanisticamente a ciò già destinata e valutandone l’estensione alle contigue.

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Lungo via della Sugherella saranno modificate le attuali previsioni urbanistiche destinando esclusivamente a parcheggio le aree contraddistinte come AT_S19 ed AT_S32 cancellando, rispettivamente, la previsione di nuova autostazione e di edificio per attrezzature pubbliche e ad uso pubblico. Si procederà valutando la rimodulazione degli indici di perequazione urbanistica al fine di rendere economicamente e finanziariamente sostenibile un intervento di project financing od in regime di concessione. Il tutto con l’obiettivo di inserire nel progetto, anche per stralci successivi, la rimozione dell’inutile passerella pedonale di collegamento tra via piazza G. Guerra e la Sugherella stessa, fonte di innumerevoli e costose problematiche manutentive e luogo di degrado, sostituendo il collegamento con ulteriore sottopasso ciclo-pedonale che garantirà anche lo scopo di collegare la rete ciclabile interna con quella ad ovest della ferrovia e verso l’attiguo Parco dei Cappuccini, al cui realizzazione è da intendersi come naturale compendio per la vivibilità del centro storico. Con questi interventi sarà garantito alla mandorla storica di essere adeguatamente servita da amplissimi spazi di parcheggio di stretta prossimità. Laddove le condizioni dovessero consentirlo sarà valutata la possibilità di realizzare, anche con una premialità perequativa rispetto alle volumetrie oggi concessionate, un ulteriore parcheggio modulare nello spazio centrale del Foro Varchi. Il buon fine di questa visione amministrativa porterà la città a dotarsi di parcheggi centrali che, non è azzardato stimare, saranno sufficienti per i decenni a venire. Una particolare attenzione sarà rivolta all’ambito della stazione dove il Comune ha già indisponibilità una parte dei fabbricati prospiciente la piazza ed il Memorario. Quest’ultimo, compatibilmente con i finanziamenti sovraordinati sarà completato per fare della città lo snodo del sistema di trasporto su gomma della vallata. Come condizione minima procederemo all’abbellimento

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degli spazi oggi in totale abbandono dal lato di piazza Mazzini e, d’intesa con F.S., provvederemo a sistemare gli spazi antistanti al fabbricato viaggiatori che allo stato odierno fanno assomigliare la nostra stazione, non già a quella di una città con velleità di affrancarsi anche come metà turistica, a quella del Bum Bum Gà di Albertone. Gli ambiti centrali del capoluogo e delle frazioni saranno dotati di nuovi arredi urbani e, soprattutto, di punti ecologici a cadenza ravvicinata che garantiscano il conferimento di tutti quegli elementi che, altrimenti, abbandonati sulla pubblica via (da cartacce, cicche, contenitori di bevande, pile esauste, ecc.) ne acuirebbero il senso di degrado. Come appena detto la realizzazione a parco dell’ambito di assoluta valenza naturalistica dei Cappuccini garantirà alla città una vivibilità senza precedenti. Uno spazio infrastrutturato in maniera sostenibile, in diretta connessione con il centro città garantirà davvero di rendere appetibile la residenza al suo interno, con giovamento indubbio per tutte le attività che all’interno di esso continuano ad operare nonostante tutto. E proprio il sostegno a queste sarà costituirà la chiusura del cerchio nella rivitalizzazione della città storica. Immediatamente la nuova amministrazione procederà all’approvazione di un nuovo regolamento teso ad incentivare la creazione di nuove attività, nonché la rivitalizzazione del centro storico cittadino, disciplinando la concessione di agevolazioni fiscali e tributarie a soggetti che intendano realizzare attività imprenditoriali con sede operativa e/o unità locale nei centri storici del Comune di Montevarchi, intendendo per essi l’area urbanisticamente perimetrata e classificata dal Piano Regolatore Generale (PRG) vigente come “Zona A” di cui il Decreto Ministeriale n° 1444/68.

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Saranno sostenute con le agevolazioni fiscali e tributarie previste dal regolamento le imprese e/o le unità locali di nuova costituzione, intese come quelle che risultano avviate da non più di tre mesi. Ai fini della concessione dei benefici saranno ammissibili le iniziative finalizzate alla creazione di nuove attività imprenditoriali nei seguenti settori: a) Artigianato; b) Turismo; c) Fornitura di servizi destinati alla fruizione di beni culturali e del tempo libero; d) Commercio al dettaglio; e) Somministrazione di alimenti e bevande al pubblico. Coloro i quali beneficeranno delle agevolazioni avranno l'obbligo di tenere in esercizio l'attività imprenditoriale nei locali ubicati nella zona “A”, con divieto di trasferire o cedere in affitto l'azienda, per almeno 3 anni a decorrere dalla data di concessione delle agevolazioni, pena la revoca e restituzione all'Ente Comunale dell'intera somma dovuta per i tributi esentati. Non incorreranno nella revoca delle agevolazioni i soggetti che nel suddetto periodo trasferiscono l'esercizio in altri locali all'interno della zona A o che cessino l'attività per cause di forza maggiore. Saranno concesse le seguenti agevolazioni rispetto ai tributi comunali dovuti per la sede operativa nella quale si svolge l’attività per un periodo di tempo pari ai primi 3 (tre) anni di esercizio della stessa: a) riduzione dalla tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP) nella misura dell’80%; b) riduzione dal tributo dovuto per il servizio rifiuti nella misura dell’80%; c) riduzione dell’ “Imposta Municipale Unica” (IMU), esclusivamente nel caso in cui l’immobile sia di proprietà del titolare o della società che vi esercita l’attività, nella misura dell'80% della quota di competenza del Comune; d) riduzione della “Tassa sui Servizi Indivisibili “ (T.A.S.I.) dovuta nella misura dell’80%. I benefici derivanti dal regolamento per ogni singolo contribuente non potranno in ogni caso superare un tetto massimo da stabilirsi in

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sede di bilancio ma orientativamente non inferiore 3.000,00 euro annui. Le agevolazioni descritte sono cumulabili con altre agevolazioni disposte da leggi nazionali, regionali, comunitarie o concesse da Enti o istituzioni pubbliche a condizione che tali agevolazioni non riguardino o non siano espressamente riferibili alla medesima iniziativa, avviamento di una nuova attività o di nuova unità locale in centro storico, per la quale vengono concesse con il Regolamento. FRAZIONI Ognuna delle nostre frazioni merita cura e attenzione perché la qualità della vita di chi vi abita dipende soprattutto dalla disponibilità di servizi, dalla sicurezza e dalla manutenzione degli spazi pubblici. Prendiamo l’impegno, ogni anno, prima di stilare il bilancio di previsione, di individuare insieme ai cittadini le priorità della frazione. Faremo in modo che sindaco ed assessori modulino i ricevimenti dei cittadini in maniera tale che questi avvengano con congrua cadenza nella frazione stessa. LEVANE

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Come detto nel punto programmatico della riqualificazione urbana la rivitalizzazione di Levane non può prescindere dal rendere nuovamente cogenti le attuali previsioni urbanistiche le quali, oltre ad agire sul centro, possono far pervenire in proprietà pubblica ed essere infrastrutturate a spazio funzionale di socialità le aree adiacenti allo stadio. Se in via XIV Luglio avverrà la trasformazione urbanistica prevista (giardini, ampi parcheggi) dell’area attualmente occupata dai vecchi opifici si avrà un tessuto direttamente

connesso ed accessibile anche dalla principale via Leona. Tutte le attività e le residenze ne trarranno linfa vitale. La messa in sicurezza e l’adeguata manutenzione delle lame dell’Ambra, qui direttamente adiacenti al nucleo

della frazione, consentiranno di risolvere i margini di degrado che oggi connotano l’ingresso a Levane. La strada per l’Acquaborra oggi è completamente abbandonata a se stessa e per la conformazione delle residenze che vi si affacciano assolutamente pericolosa per i pedoni ed il traffico leggero in genere. Gli spazi laterali non consentono, a meno dell’impiego di risorse assolutamente indisponibili, un allargamento della sezione stradale e l’inserimento di percorsi ciclabili. Occorre intervenire con una segnaletica efficiente di protezione e dissuasione e con la presenza più costante di pattuglie della polizia municipale. Percorsi ciclabili possono essere individuati a partire dal ponte sull’Ambra ed andare a collegarsi con lo stadio e da qui verso Le caselle in prossimità dell’Arno, andando a costituire il collegamento con gli ambiti spondali, augurandosi che la regione voglia davvero ripensare e realizzare la vera pista ciclabile lungo il fiume.

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MERCATALE Dovranno essere recuperate le risorse già stanziate dagli enti sovraordinati per realizzare la variante del Crocifisso ed eliminare, così, uno stato di pericolosità nella viabilità di approccio alla frazione. Come detto vogliamo completare il recupero funzionale interno della scuola elementare e lo faremo. La piazza centrale di Mercatale ha un elevato pregio funzionale che deve essere pienamente valorizzato con la messa in opera di arredi urbani adeguati. MONCIONI Anche in questo caso, parzialmente già affrontato nei punti precedenti, occorre procedere alla riqualificazione dei giardini

pubblici e dell’area sottostante. E’ necessario dotare piazza Rotondi di arredi urbani consoni al contesto. Così come non è più procrastinabile l’intervento di rifacimento della pavimentazione del

nucleo storico. Dovranno essere affrontate e risolte le criticità relative allo smaltimento ed alla depurazione dei reflui. Dal Belvedere all’ingresso in Moncioni è necessario garantire un’adeguata illuminazione pubblica anche in conseguenza del dipanarsi del tracciato stradale. Siamo convinti che i locali dell’ex scuola non possono continuare ad essere abbandonati a se stessi ed essere utilizzati poco o niente. Quello è uno spazio che deve essere trattato con i residenti per verificare le possibilità di un utilizzo sociale o, in alternativa, immesso sul mercato vincolando il relativo introito all’utilizzo nella frazione.

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VENTENA Realizzazione di uno spazio verde attrezzato che determini un congiungimento funzionale tra l’edificato storico e le nuove costruzioni esistenti in modo da creare una sorta di belvedere aperto sulla vallata. RICASOLI Messa in atto di una risoluta azione verso la regione ed il governo centrale per risolvere in maniera definitiva le problematiche cogenti di stabilizzazione dei versanti. Messa a regime del centro di documentazione con le modalità indicate nei punti precedenti.

Interventi di manutenzione straordinaria sulla pavimentazione in parte dissestata della strada che conduce alla frazione. La viabilità interna alla stessa deve vedere interventi che risolvano le problematiche delle condotte interrate e tal

proposito il gestore del servizio idrico sarà chiamato alle proprie responsabilità in termine di manutenzione e ripristino delle stesse. RENDOLA Realizzazione di uno spazio pubblico a verde e parcheggi in prossimità del nucleo, inserimento di adeguati arredi urbani e interventi adeguati a garantire la sosta in sicurezza a servizio della scuola materna.

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CAPOSELVI Messa in sicurezza della viabilità con adeguati consolidamenti delle scarpate ed installazione di sicurvia eco-compatibili. CULTURA La crescita del sistema culturale della città impone un ulteriore salto di qualità e la costruzione di una più forte rete della cultura quale interlocutore progressivamente sempre più unitario per le politiche di marketing urbano e di promozione della città E’ necessario consolidare e rafforzare le esperienze che vedono il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati, l’attività di individuazione di risorse finanziarie non provenienti dai bilanci pubblici, nonché valorizzare le relazioni nazionali ed internazionali anche attraverso programmazioni comuni di eventi e di iniziative culturali, coproduzioni, inserimenti in circuiti espositivi. La ricerca di integrazioni operative e di collaborazioni sempre più stabili tra istituzioni culturali è al centro della governance di città italiane ed europee proprio in superamento delle fragilità interne ai sistemi culturali urbani, specie di piccole e medie dimensioni, della diminuzione dei trasferimenti statali, della necessità di disegnare più forti strategie locali di competizione e di razionalizzazione degli investimenti. Che tra gli obiettivi perseguibili da parte dell’Amministrazione Comunale rilevante è il rilancio del sistema museale civico e la creazione di un sistema museale cittadino che vada al di là delle attuali velleità di facciata. Una rete in grado di svolgere un ruolo trainante nella tutela e nella valorizzazione dei beni culturali e nel sistema di promozione della città. Le possibili integrazioni delle funzioni tra le diverse realtà pubbliche e private negli ambiti della promozione, comunicazione, marketing, organizzazione di mostre e di eventi, possono portare ulteriori progressi in termini di efficienza, economicità e programmazione, creando una efficace sinergia gestionale. Il modello giuridico della fondazione di partecipazione:

- ha come scopo il perseguimento di fini generali e di utilità sociale senza scopo di lucro;

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- è uno strumento flessibile in grado di attrarre e consentire l’aggregazione di risorse a vari livelli: dal contributo al partenariato, fino alla partecipazione agli organi decisionali;

- consente il migliore utilizzo e la generazione di risorse per la cultura senza aggravio della fiscalità generale;

- consente l’apporto anche dei soggetti imprenditoriali con chiara finalità di utilità sociale;

- consente vantaggi sotto l’aspetto fiscale con riguardo ai soggetti erogatori di contributi;

La creazione di una fondazione per la cultura costituisce un utile strumento di valorizzazione delle reti culturali nonché di razionalizzazione, integrazione e innovazione relativamente alle politiche per la cultura, garantendo così un forte controllo ed una regia dell’amministrazione comunale. E questa sarà l’innovativa strategia che la nostra amministrazione porrà in essere operando una vera e positiva rivoluzione culturale in città: basta con le iniziative fini a se stesse, con lo spreco di denaro pubblico, con la cultura intesa e gestita in maniera clientelare al solo fine di alimentare rivoli di consenso clientelare. Una nuova organizzazione di gestione della cultura in questo comune garantirà nuovi impulsi ad un’attività organizzativa che porterà diretti benefici alla città anche in termini di flussi turistici con tutto quello che di positivo ne conseguirà per il tessuto cittadino nella sua più ampia accezione del termine. GINESTRA E’ un fatto che il centro culturale della Ginestra esiste, è costato l’impiego di tante risorse pubbliche e - al di là del dibattito precedente la realizzazione che ci ha visti contrari alla delocalizzazione della biblioteca comunale, non fosse altro per i consistenti lavori che vi erano stati effettuati a partire dal 2000 fino a renderla pienamente dimensionata rispetto alle esigenze della comunità, considerata anche la sua posizione assolutamente baricentrica rispetto alla città ed alle sue infrastrutture – deve essere valorizzata al massimo per il migliore e più proficuo utilizzo da parte dei cittadini, in particolare dal mondo giovanile.

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Una sua gestione moderna, davvero in chiave polivalente, scevra dalla “preoccupazione” di alimentare rivoli clientelari di consenso, la può rendere il fulcro delle politiche giovanili locali. In quest’ottica siamo dell’opinione, ed in tal senso muoveremo la nostra azione dimostrativa, che ne debba essere completato il recupero rendendo il restante del complesso in degrado alla pubblica fruibilità. I nuovi corpi di fabbrica recuperati potrebbero anche andare a costituire la nuova sede dello storico Istituto R. Magiotti, abbandonando la vetusta sede attuale per inserirlo in un contesto che vedrebbe la sintesi e l’economia di tante sinergie attualmente slegate tra loro. ISTRUZIONE PUBBLICA Si proseguirà con l’integrazione pubblico-privato, che dovrà essere una caratteristica costante, nel processo di servizi per la prima infanzia. Verranno destinate ulteriori risorse alla sicurezza nelle scuole ed al loro attrezzaggio logistico partecipando a bandi comunitari, nazionali e regionali per intercettare fondi da destinarsi ad implementare le dotazioni logistiche dei vari plessi. Vogliamo porci l’obiettivo di realizzare spazi che garantiscano un efficace e sostenibile gestione del tempo prolungato e che consentano di dare risposte alle diverse attività praticate in ambito didattico ed oltre. Perseguiremo la riduzione dei costi dei servizi a carico delle famiglie numerose e disagiate. Faciliteremo il raccordo fra le varie scuole e le istituzioni culturali della città. Realizzeremo un vero progetto di inclusione per fronteggiare la forte immigrazione, non solo per la lingua ma di conoscenza del territorio, delle tradizioni e della nostra storia. Una sinergia stretta con gli altri enti preposti sarà messa in campo per fronteggiare le nuove dipendenze degli adolescenti e il fenomeno del bullismo, non già con iniziative di nicchia ma che investano la totalità del mondo giovanile.

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Confermeremo una forte attenzione per i bambini con disabilità, ampliando il servizio di operatori socio educativi per le scuole di ogni ordine e grado, compreso le paritarie. SPORT Lo sport ha forte valenza sociale ed educativa sui giovani, indirizzandoli verso sani stili di vita e fornendo loro una formazione che protrae i propri benefici effetti anche dopo la loro partecipazione attiva; al contempo, offre l’opportunità per una prevenzione sanitaria nei confronti di tutti coloro che lo praticano. Per queste motivazioni avrà all’interno dell’amministrazione una posizione di specifico rilievo. A differenza delle vacue promesse del sindaco uscente guideremo il processo amministrativo che dovrà portare, nell’ambito di mandato, ad implementare gli spazi per la pratica delle discipline sportive. Lo faremo coadiuvando l’iniziativa privata facilitando, con l’introduzione di specifiche e snelle norme negli strumenti urbanistici, gli iter burocratici di realizzazione. Nei nuovi insediamenti residenziali e produttivi introdurremo un nuovo modo di gestione degli oneri di urbanizzazione secondaria portando a scomputo la realizzazione diretta di spazi per il gioco, lo sport e lo svago in ambito di quartiere. Una sorta di playground sul modello statunitense, spazi di libero accesso, apolitici ed aconfessionali di libero accesso. In questo contesto si inserisce e si richiama la realizzazione dei due parchi cittadini: quello fluviale dell’Arno con il recupero degli ambiti spondali e la loro messa in sicurezza previa una forte azione amministrativa di stimolo nei confronti delle varie autorità di ambito e quello dei Cappuccini che, come detto, per la sua prossimità al centro cittadino, sarà il naturale spazio ricreativo di connessione con quest’ultimo. Altra azione amministrativa sinergica sarà quella che ci vedrà impegnati alla messa in rete con istituzioni scolastiche, associazioni ambientaliste e tessuto socio-economico dell’oasi naturale di Bandella, della quale il succitato recupero degli ambiti spondali alla pubblica fruizione di Arno e Ambra dovranno costituire il naturale approccio in continuità con l’habitat dell’oasi.

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Particolare attenzione dovrà essere dedicata anche alla manutenzione in efficienza delle strutture esistenti, prime tra tutte lo stadio comunale ed il aplazzetto dello sport di viale Matteotti. Quest’ultimo versa in condizioni pressoché fatiscenti per l’incuria e l’abbandono manutentivo dell’ultimio decennio e, viste anche le attività che vi si svolgono dal carattere sportivo polivalente fino a quelle didattiche che attraggono numerose frequentazioni anche in ambito nazionale, sarà completamente ristrutturato, reso autosufficiente dal punto di vista energetico e dotato di quella infrastrutturazione logistica oggi assente. Appare, infatti, persino demenziale non sfruttare gli effetti positivi che si ottenibili anche sull’andamento turistico cittadino, offrendo opportunità per meeting ed incontri di carattere nazionale ed internazionale che richiameranno molti appassionati. POLITICHE GIOVANILI Introdurremo degli incentivi da assegnare ai giovani per trasformare fondi sfitti in centro mettendo in piedi una vera e propria Officina Giovani. Elaboreremo uno specifico progetto capace di attrarre in città università nazionali e straniere mettendo a regime il neo realizzato centro di studio e documentazione sulle missioni umanitarie di pace di Ricasoli. Nell’ambito del vigente accordo di programma con Prada ed altri enti sovraordinati piloteremo un progetto che porti a valorizzare lo storico Istituto Magiotti nella formazione dei giovani per il settore moda, ritenendo questo un passo perfettamente in sintonia con la prevista realizzazione dell’Academy.

Ci impegniamo a creare aree di Free WiFi in alcune zone strategiche del territorio come, ad

esempio, gli ambiti del centro storico, degli istituti d’istruzione superiore cittadini e delle aree per lo svago. Presso il realizzando Urban Center organizzeremo un front-office, d’intesa con il mondo del volontariato e dell’associazionismo, per costituire un punto di riferimento in grado di

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seguire i giovani nelle loro scelte, dall’individuazione del percorso formativo a quello di inserimento del mondo del lavoro. LA TERZA E LA QUARTA ETA’ Detto nei punti precedenti del centro diurno, abbiamo ben presente che l'invecchiamento della popolazione ha una forte ricaduta sulle condizioni di vita della comunità e rende necessario e urgente dedicare maggiore attenzione alle esigenze della cittadinanza anziana in termini di assistenza e di supporto specifico. Riteniamo indispensabile che all’interno del servizio sociale sia strutturata una vera e propria anagrafe degli ultrasettantenni, specie quelli con ridotta autosufficienza, che vivono da soli, che non hanno parenti in prossimità della loro residenza affinché ogni eventuale situazione di disagio possa essere prevenuta e gestita. In tale ambito ci proponiamo di facilitare, finanziandolo anche attraverso ricerca di sponsor, l’accesso al telesoccorso. La creazione, in ambito Urban Center, di uno sportello dedicato alla popolazione ultra settantenne, d’intesa con le associazioni di volontariato, con i CAF locali ed i gestori dei pubblici servizi esternalizzati, consentirà di garantire la necessaria assistenza nell’ambito dei vari procedimenti burocratici e dello snellimento delle pratiche. Intendiamo, previo adeguamento degli strumenti urbanistici, d’intesa con al proprietà privata, realizzare, con lo strumento del project financing o in regime di concessione un ambito per lo svago nell’area attigua al Foro Varchi, dinanzi all’Asp. ORTI URBANI

Esistono molti esempi di iniziative pubbliche, da parte dei comuni. I comuni mettono a disposizione degli appezzamenti di terreno, dentro i vari

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quartieri, divisi in parcelle di 40, 50 o 60 o piu metri quadri. Fanno un bando e li assegnano secondo una certa graduatoria. Il nostro comune, anche con lo strumento della perequazione, è venuto in proprietà di diverse aree le quali, pur avendo destinazione urbanistica designata (parchi, parcheggi, verde pubblico), non sono ancora infrastrutturabili, vuoi per carenza di risorse che in attesa dell’acquisizione delle altre parti che debbono andare a comporre l’unicum urbanistico. A Torino, Udine, e a breve anche a Padova, verranno organizzati ORTI COLLETTIVI, che sono orti sociali comunali organizzati come COMUNITÀ DI QUARTIERE, con attrezzi comuni, attività di socializzazione, scambio dei prodotti, persino mercatini biogici. Una impostazione che si va affermando è quella di usare una parte di ogni parco pubblico per fare orti sociali, anche di poche parcelle, e animarli con attività di socializzazione come feste per piccoli, incontri intergenerazionali nonni-nipoti-genitori. Gli orticoltori aumentano la sicurezza del parco pubblico e possono guidare gli utenti a forme di manutenzione e di rispetto, facendo diminuire i costi di manutenzione. A livello paesaggistico è preferibile una integrazione orto-giardino alla solita impostazione a prato costosa da mantenere ed esteticamente discutibile.

La produzione di cibo è al centro e la città che vive di quel cibo la contorna rispettosa dell'equilibrio uomo-ambiente-cibo nuovamente ricreato. A Chiasso nella Svizzera italiana è partito un progetto di orti urbani permanenti aperti a giovani, famiglie, anziani, coppie di mezza età, rifugiati politici. La novità di questi nuovi 60 orti consiste nella loro progettazione come luogo condiviso di socializzazione per tutti i cittadini. Il tipo di socializzazione previsto è quello basato sulla convivialità: una grande tavolata di legno di castagno per mangiare assieme, un grill, pergolati fatti di legno locale, una grande pianta di sotto i cui rami ripararsi e dialogare, un campo di bocce. Non sono previste recinzioni o cancelli tra una parcella e l'altra. Le coltivazioni saranno rigorosamente biologiche anche per non inquinare il terreno che si trova in una zona di captazione dell'acqua. Coloro cui verranno assegnati gli orti seguiranno dei corsi di tecnica di coltivazione biologica, predisposti d’intesa con le associazioni degli agricoltori. La volontà di garantire la qualità e la sicurezza del cibo che si porta in tavola ogni giorno e la ricerca di un legame più

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diretto con la natura sono i principali motivi di questa antica realtà sociale.

LAVORI PUBBLICI Dopo aver assistito ad un ventennio di promesse, di interventi abbozzati e/o lasciati incompiuti, di sperpero di risorse pubbliche in lavori assolutamente non prioritari, vogliamo fissare pochi ma dirimenti interventi che, partendo dalla manutenzione straordinaria delle infrastrutture e degli immobili pubblici, dotino la città delle opere assolutamente indispensabili.

1) STRADE SICURE LA GESTIONE DELLA RETE ESISTENTE Uno dei segni più evidenti della cattiva gestione delle giunte precedenti è quotidianamente visibile sulle strade del nostro comune che sono piene di dissesti. Sul fronte della sicurezza stradale c’è da fare un lavoro importante, da concepire insieme alla polizia municipale ed anche alle associazioni delle vittime della strada. E’ prioritario, tornare ad una adeguata manutenzione delle strade. Cambieremo tutto per ridurre in maniera drastica l’insicurezza dei pedoni definendo uno standard comune in tutta la città per la sistemazione degli incroci e la protezione dei percorsi. Sarà abbandonato il trito ed opaco sistema degli affidamenti diretti, riportando ordine attraverso la creazione di una centrale unica degli appalti. Passeremo da un modello di affidamento basato sulla manutenzione più o meno emergenziale, a un modello fondato sulla gestione, unificando i lavori di natura straordinaria con quelli di natura ordinaria. La ditta vincitrice dell’apposito appalto dovrà diventare responsabile del buono stato della strada per cinque anni e avere tutto l’interesse a realizzare gli interventi a regola d’arte con le migliori tecniche e i migliori materiali per non tornarci sopra. L’appalto comprenderà anche il servizio di monitoraggio e pronto intervento finalizzato alla rapida individuazione di quegli eventi che possono comportare

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pericolo per la viabilità o disagio per i cittadini ed alla loro rapida eliminazione. Saranno previste forti penalità e blocco dei pagamenti per chi non rispetta il contratto. Per le strade di nuova realizzazione e per gli interventi “profondi” su quelle esistenti prevederemo che negli appalti sia usato il bitume con polverino di gomma di pneumatico riciclata, come sta avvenendo in altre città italiane. Si tratta di una tecnica innovativa che permette di rendere più duraturi gli interventi e di abbattere i costi di manutenzione, di garantire maggiore aderenza e sicurezza sulle strade e di ridurre il “rumore di marcia” potenziando la catena del riciclo e riuso dei materiali. Regoleremo gli interventi per il posizionamento delle reti e per la manutenzione delle stesse, vincolando i gestori dei servizi pubblici a interventi congiunti, riducendo i disagi per i cittadini e puntando ad aumentare la qualità del ripristino del manto stradale. Oltre alla prestazione di fidejussioni a garanzia dei ripristini introdurremo la regola del ripristino esteso almeno alla metà carreggiata onde assistere ai continui cedimenti differenziati a matrice sulla traccia dell’intervento.

NUOVI INTERVENTI Per gli interventi di nuova realizzazione che interessano la rete stradale, oltre a quelli di attuazione privata previsti a carico delle nuove lottizzazioni, daremo la priorità alla rotatoria da realizzare

all’incrocio della Villanuzza tra via Aretina e quella di Becorpi sostituendo il semaforo esistente che attualmente è

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responsabile, in buona parte, della formazione di code all’accesso sud della città. Questo intervento dovrà accompagnarsi a quelli che debbono portare a realizzare la già pianificata bretella che da Levanella (piazza delle scuole) dovrà portare verso nord, garantendo sia il collegamento con via Piave che con lo svincolo di Ponte Mocarini. A proposito di questi ultimi due interventi è evidente che la loro portata impegnano ben oltre le disponibilità economico finanziarie del nostro Ente. Questa realizzazione dovrà essere considerata come il compimento della variante alla S.R. 69 che, come dimostrano le evidenze in atto ormai sclerotizzatesi, può assolvere agli obiettivi di progetto solo con la realizzazione del nuovo svincolo di ponte Mocarini ed il naturale congiungimento con il casello A1 e le zone commerciali/produttive di Poggilupi e Valvigna in comune di Terranuova. Per questo, non solo lo svincolo di Ponte Mocarini dovrà essere trattato come opera di comprensorio e conseguentemente, finanziato in sinergia da regione e comuni viciniori, ma anche lo stesso congiungimento Levanella-Via Piave-zona Nord. Questi ultimi interventi sono, peraltro, gli unici in grado di garantire una corretta rete viaria a servizio anche delle consistenti aree di trasformazione produttiva previste in fregio alla variante S.R. 69. Altra opera che consideriamo prioritaria e per la quale attiveremo ogni utile strumento previsto dalla normativa sugli appalti al fine di realizzarla è il nuovo sottovia in località Tre Case che garantirà il collegamento con i quartieri ad ovest della linea ferroviaria e con le frazioni di collina, evitando di impegnare il centro città. A tal proposito ribadiamo quanto già esposto nei punti precedenti adotteremo un nuovo piano del traffico che corregga i gravissimi errori fatti dal 2005 in poi, in modo disorganico ed a colpi di ordinanza. Nello specifico, prioritariamente, via Trento, via Mochi e via Gorizia vedranno invertito il senso di marcia reintroducendo la possibilità di una sosta longitudinale a

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rapida rotazione laddove gli spazi lo consentiranno. All’ingresso nord della città, al fine di evitare l’accumulo di automezzi sul viale Cadorna e sul viale Diaz, apriremo il braccio di rotatoria che consente di accedere al tratto di via A. Burzagli compreso tra l’inizio di viale Diaz (vecchio bar di “Puleggia”) e piazza Giotto (antistante la chiesa di Santa Maria al Giglio). Su quest’ultima realizzeremo una rotatoria che consentirà di accedere al limitrofo plesso scolastico e da questo di ritornare verso nord senza impegnare l’attuale incrocio su viale Diaz.

2) MANUTENZIONE IMMOBILI PUBBLICI Proseguiremo il lavoro di messa in sicurezza degli edifici

scolastici in particolare e per il loro adeguamento ai nuovi moduli scolastici che comportano una prolungata presenza all’interno dei vari plessi, dell’abbattimento delle barriere architettoniche ed affronteremo quello per l’autosufficienza energetica.

In questo settore sono state perse, dalle passate amministrazioni, importanti occasioni per intercettare finanziamenti comunitari e nazionali di specie. A tal proposito individueremo all’interno della struttura comunale una figura specificatamente preposta a far partecipare l’Ente ai bandi di finanziamento. Assoluta priorità sarà data ai cimiteri cittadini, in particolare quello del capoluogo, che versano in stato di vergognoso degrado. A proposito di reperimento delle risorse necessarie appronteremo un piano cimiteriale che preveda la realizzazione di un congruo numero di cappelle gentilizie e la realizzazione di nuovi loculi (la vendita degli stessi su progetto assicura di introitare somme rilevanti da impiegare per la costruzione e per accantonare risorse da destinare alla manutenzione) ed avvieremo, utilizzando lo strumento del project o della concessione, l’iter che ci porti a dotarci di un impianto di cremazione per dare un servizio più richiesto, evitando l’onere di recarsi in altre città.

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3) NUOVE OPERE

TEATRO IMPERO Intendiamo convogliare le risorse economiche disponibili per nuovi investimenti nel recupero del Teatro Impero.

Siamo chiari ed espliciti su questo punto: non vogliamo creare false attese nei cittadini, le disponibilità sono risicate ed i denari pubblici vanno spesi con oculatezza, inutile continuare a

“vendere” per puri scopi elettorali ciò che è chimera. Allora solo gli interventi qualificanti che possono garantire ricadute positive di ampio respiro, ed il recupero dell’Impero ha queste caratteristiche. Restituire alla città il teatro Impero significa dotarla di una nuova agorà, di uno spazio culturale polivalente di aggregazione e di socialità. L’intervento è oneroso ed occorrerà una progettualità intelligente e mirata ad ottenere il miglior risultato con il minor impiego di risorse. Ci auguriamo possano essere ancora disponibili quelle Piuss, nonostante l’inerzia della Giunta Grasso; ci faremo parte attiva presso la Regione in tal senso per ottenere la sua doverosa partecipazione al recupero. Così come non tralasceremo di guardare alle possibilità di finanziamento comunitarie ed a quelle di sponsorizzazioni private come sta avvenendo in altre realtà nazionali. Proprio rispetto a questa ipotesi l’inserimento del teatro nella futura fondazione culturale garantirà certe possibilità. OPERE DI SALVAGUARDIA IDRAULICA Non è più procrastinabile la realizzazione delle casse di espansione del Dogana e di Scrafana che condizionano in maniera insostenibile la realizzazione di interventi pubblici e privati a valle, fino all’utilizzazione di opere già realizzate. La colpevole inerzia e la farraginosa azione amministrativa della giunta precedente hanno portato ad una situazione di empasse mettendo a rischio anche i finanziamenti di enti sovraordinati. I

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denari per garantire l’abbattimento degli indici di pericolosità idraulica per il centro storico debbono essere reperiti e lo saranno. Così come si dovranno rivisitare le convenzioni dei piani attuativi d’iniziativa privata legasti alla realizzazione della cassa di espansione di Valdilago nel quartiere di Levanella, che condiziona l’utilizzo del campo sportivo e degli alloggi popolari entrambi in costruzione. AMBITO COLLINARE Le nostre frazioni e borghi di collina hanno peculiarità di pregio meritevoli di assoluta salvaguardia. Salvaguardia che non può limitarsi solo e soltanto alla conservazione dei geotopi ed all’inibizione di nuovi interventi dettata dai vincoli sovraordinati. Il territorio ha innanzitutto di essere salvaguardato e difeso nei suoi aspetti idraulici e geomorfologici, per questo il primo problema d affrontare e risolvere è quello della difesa del suolo. L’insostenibile situazione di Ricasoli, assolutamente sottostimata nella sua lapalissiana criticità tanto che fanno sorridere le affermazioni del sindaco uscente circa la soluzione individuata nell’impiego di 700.000 euro. Ci vuole ben altro a livello finanziario e di sviluppo progettuale! Una situazione tanto eccezionale quanto insostenibile per un comune di meno di 25.000 abitanti. I governi centrali e regionali dovranno assumersi le loro responsabilità e pilotare il progetto di risanamento complessivo dei versanti di Ricasoli; lo stesso gestore del servizio idrico integrato sarà chiamato a fare la sua parte intervenendo per il complessivo risanamento delle condotte fognarie e dell’acquedotto che una loro parte hanno nelle criticità in atto. Ci assumiamo l’impegno preciso di intervenire a Moncioni procedendo alla nuova pavimentazione della frazione, attualmente completamente disgregata, valutando a monte la possibilità di ampliare il discorso alla fornitura di calore per la frazione. Attualmente la rete esistente è di proprietà del privato che fornisce il Gpl ed i costi per i residenti sono rilevanti, considerato che non si è neppure riusciti ad ottenere le agevolazioni per l’altitudine. Sempre a Moncioni un discorso di riqualificazione e valorizzazione riguarderà gli immobili di

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proprietà comunale assolutamente inutilizzati e gli spazi pubblici circostanti il nucleo della frazione. Anche a Mercatale cercheremo di reperire risorse per portare a compimento il restauro interno della scuola elementare ed interverremo sulla viabilità di collegamento alla frazione andando a concretizzare la variante del Crocifisso, promessa da un decennio e rispetto alla quale le giunte precedenti sono riuscite solo a perdere finanziamenti già stanziati. PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO

La sostenibilità dell’insediamento urbanistico si verifica con il mantenimento dell’integrità dell’ambiente naturale, con il corretto funzionamento delle reti tecnologiche e con la qualità delle soluzioni spaziali. La nuova legge urbanistica regionale 65/2014 sancisce la necessità di rendere effettivo il principio per il quale nuovi impegni di suolo sono ammessi solo se non sussistono possibilità di riuso degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti con l’introduzione di meccanismi codificati volti a contrastare il consumo di nuovo suolo. In quest’ottica dovrà essere facilitato il recupero di volumi già esistenti e aree compromesse, vincolando gli oneri ad un’effettiva riqualificazione attraverso un'urbanistica partecipata. La futura amministrazione comunale dovrà istituire un registro unico edilizio che costituisca un quadro conoscitivo di tutte le informazioni sensibili riguardanti la realtà territoriale urbanistico-edilizia-tecnologica. Si partirà dall’inserimento nel Prg delle reti tecnologiche (luce, gas, tel. etc.), trasporto pubblico, aree soggette a particolari problematiche (inquinamento, rumorosità, insite pericolosità,etc.), volumetrie esistenti e densità abitativa, mappa delle disponibilità abitative, attività commerciali, etc… E’ necessario avere un quadro conoscitivo completo dell’organismo città: uno strumento previsionale altamente efficace e prezioso per intervenire nel tessuto urbano, disponibile sia per il pubblico che per il privato, che permetterà loro di pianificare in modo adeguato e del quale abbiamo già parlato a proposito del Piano particolareggiato del Centro Storico. Vogliamo una revisione degli strumenti urbanistici per focalizzarli su

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punti per noi essenziali, quali la ristrutturazione e il recupero di edifici ed aree esistenti. Si tratta di proporre nuove forme di organizzazione dello spazio urbano fondate sull’esigenza di contenere il consumo di suolo, promuovendo forme di riuso del patrimonio edilizio esistente e garantendo la massima permeabilità del terreno, onde evitare fenomeni di dissesto idrogeologico. All’interno del perimetro urbano bisogna garantire il raggiungimento degli obiettivi globali dei livelli di CO2 (è stato calcolato, ad esempio, che, per garantire il rispetto degli obiettivi del Protocollo di Kyoto, dovrebbero essere piantumati a verde almeno cinquanta metri quadri per abitante insediato). Questo fondamentale approccio urbanistico ha lo scopo di perseguire l’obiettivo dell’autosufficienza energetica del sistema residenziale, con accorgimenti bioclimatici, ponendo nel progetto stesso le premesse per una utilizzazione massima delle fonti energetiche rinnovabili e l’utilizzo di materiali biocompatibili. Adegueremo gli strumenti urbanistici alle conoscenze moderne che misurano il consumo di risorse (energia, materiali, acqua) e la riduzione dell’inquinamento (aria,acqua, rifiuti) per tendere alla realizzazione di spazi di vita confortevoli e salubri. L’organizzazione e la pianificazione territoriale determinano sia la qualità di vita, sia la ricchezza locale e pertanto è necessario importare e integrare i processi decisionali consueti con quelli più avanzati. Numerosi comuni stanno sperimentando con successo sia il “bilancio partecipativo”, sia gli strumenti referendari. In gergo si chiamano anche tecniche di “pianificazione partecipata” che

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consentono di prendere decisioni migliori poiché i cittadini sono coinvolti direttamente nel processo di trasformazione del territorio. Per questo vogliamo discutere territorio per territorio, quartiere per quartiere, le problematiche e le aspirazioni per la definizione di nuovi assetti urbanistici. I cittadini devono poter deliberare sulle scelte urbanistiche importanti nel territorio al fine di evitare cantieri assurdi e infiniti. Gli oneri di urbanizzazione non devono in nessun modo andare a coprire altre voci di spesa del bilancio comunale estranee all’ambito urbanistico (come sempre è successo nella passata amministrazione), ma essere destinati alla realizzazione e miglioramento degli standard urbanistici previsti per legge e, soprattutto, per garantire la concretizzazione per la concessione di agevolazioni volte alla rivitalizzazione dei centri storici. PEREQUAZIONE Attraverso la conferma dell’applicazione dei principi perequativi che intendiamo snellire ed applicare non come plafond unitario ma con opportune differenziazioni a seconda delle caratteristiche delle aree del territorio. Meccanismi di “premialità ed incentivazione al riuso funzionale degli spazi” saranno introdotti non solo per il recupero del patrimonio edilizio esistente, specie nei tessuti storici, ma anche per quello degli opifici dismessi in ambito centrale, quali l’Ex CIR nel capoluogo ed i magazzini interni a via XIV Luglio a Levane.

Stesso principio sarà applicato per concretizzare quegli interventi, in aree pubbliche o destinate a servizi pubblici, attualmente individuate nel regolamento urbanistico come aree di trasformazione per servizi (AT_S), che dal 2003 sono rimasti lettera morta.

ASSI DI SVILUPPO

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Come detto è ormai irrinunciabile l’obiettivo del minor consumo di suolo, ma ciò non significa che non si debbano pianificare gli assi di sviluppo della città del futuro. E’ nostra ferma convinzione che si debbano fermare gli interventi di espansione residenziale della città verso l’Arno. Su questa direttrice si è sviluppata la politica cementificatoria indiscriminata degli ultimi 20 anni, i cui nefasti effetti cominciano a palesarsi adesso con l’emergere di criticità, partendo da quelle idrauliche connotate dalla difficoltà di smaltire correttamente i reflui. Basta andare con lo sguardo alla zona intorno all’Ipercoop/Multisala e sul finire di via Fonte Moschetta per averne contezza. Medesimo ragionamento è applicabile all’espansione residenziale nel quartiere del Pestello dove è necessario garantire la realizzazione degli spazi di quartiere mancanti con la revisione delle aree di trasformazione residenziale oggi previste. Uno degli assi di sviluppo della città già individuati dal PRG del 1929 e, poi, completamente dimenticati è quello della Chiantigiana. La porta della città verso il Chianti, interessata dai più consistenti afflussi turistici alla città, non può essere connotata da un sistema di case sparse assolutamente non governato ed abbandonato ad interventi di recupero dell’esistente che, spesso, risultano

disarmonici tra loro. Ecco, allora, che è necessario prevedere un armonico, sostenibile e con un tipo di elevato pregio edilizio-architettonico, sviluppo residenziale

dalla Cinatta fino al Podere della Casina. Trattasi di aree a pericolosità geomorfologia bassa e già servite dalle reti dei servizi.

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Questi interventi consentirebbero anche di impiegare gli introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione per consolidare il versante di Ricasoli che affaccia su questo lato. ACQUA PUBBLICA Il programma sull’acqua pubblica è stato già scritto da 27 milioni di italiani che il 12 e il 13 giugno 2011 hanno sancito il primato del concetto di bene comune sulle logiche del mercato Proporremo di introdurre la modifica nello Statuto Comunale che deve riconoscere il Diritto Fondamentale all’Acqua, confermando il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato che deve essere privo di rilevanza economica.

Promozione dell’uso di acqua potabile comunale proseguendo l’installazione, in diversi punti della città, di fontane pubbliche, che distribuiscano acqua depurata liscia e pure gassata;

Incentivazione dell’utilizzo di acqua pubblica in caraffa nei locali, nelle mense scolastiche e negli edifici pubblici.

Acqua pubblica certificata attraverso la pubblicazione delle analisi delle acque sul portale istituzionale del comune e sulle bollette almeno una volta all’anno. Le analisi dovranno essere scisse per ogni punto di emungimento delle reti idriche e non come avviene adesso con valori mediati tra tutti gli stessi.

Diffusione delle fontanelle pubbliche, in particolare nelle aree a grande frequentazione pedonale e ciclabile con pubblicazione di una mappa aggiornata sul portale comunale, supportata da indicazioni stradali ed informatiche;

Progettazione di una rete di raccolta delle acque piovane in vasche di decantazione e fitodepurazione per uso irriguo, anche di giardini pubblici, lavaggio strade, processi di recupero rifiuti e riciclaggio e processi industriali;

Incentivazione dell’uso di bacini di contenimento delle acque piovane per attività industriali ed agricole;

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Impegno a migliorare le qualità organolettiche dell’acqua così come sgorga dai rubinetti.

Potenziamento delle rete idrica nelle zone dei quartieri Pestello e Ginestra onde risolvere le criticità in atto in via definitiva.

Estensione delle rete idrica pubblica per servire il sistema di case sparse delle campagne che attualmente ne è sprovvisto garantendo costi sostenibili per le famiglie che faranno richiesta di allacciarsi al pubblico acquedotto.

Sollecitare il gestore a realizzare gli interventi necessari affinché le frazioni di collina come Moncioni non abbiano più problemi di approvvigionamento come avvenuto sino ad oggi.

Azione di controllo e monitoraggio sull’operato del gestore perché la rete fognaria sia adeguatamente mantenuta in condizioni di pulizia ed efficienza, nonché per garantire l’obiettivo di far confluire tutti gli scoli di reflui verso il recapito della rete che porta ai depuratori.

Rappresentare in sede di Autorità Idrica la necessità di sostituire i tratti di rete costituiti da materiali contenenti amianto con richiesta di addivenire alla sostituzione stessa in un congruo periodo di tempo, anche per stralci funzionali.

Forte azione politica per ottenere il rispetto del piano degli investimenti sul territorio comunale.

CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI Ambiente e Rifiuti sono due tematiche strettamente correlate fra di loro. Molta parte dell’inquinamento ambientale è causata dallo smaltimento dei rifiuti, considerato che nel territorio di vallata

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ancora si adottano principalmente modalità di gestione altamente inquinanti ed eticamente immorali come le discariche. E’ il caso di quella di Podere Rota per la quale è si paventa un intervento di ristrutturazione e ampliamento. Occorre mirare primariamente alla riduzione alla fonte della produzione di rifiuti, in ottemperanza delle leggi comunitarie, da sempre disattese. I rifiuti devono essere al centro di una visione complessiva che individui il percorso migliore per la loro riduzione, per il loro riuso, riciclo e recupero. L’attuale, parziale, sistema di raccolta “porta a porta” può essere esteso ed integrato con un sistema di valorizzazione della raccolta differenziata. Certamente quello del porta a porta, che indubbiamente costituisce la base per la differenziazione, non può costituire solo un aggravio di costi per i cittadini come avviene adesso. Allora da un porta a porta per “numero civico” occorre passare ad uno di prossimità. Intendiamo intervenire per far modificare il contratto di servizio con il consorzio gestore affinché sia incentivata la raccolta differenziata con l’adozione di un sistema premiante che

consiste nel riconoscimento di un “bonus” calcolato in base alle quantità differenziate di rifiuto conferite nel corso

di ogni anno. Dovranno essere approntate isole ecologiche per agglomerati di

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quartiere dotate di centraline informatiche che consentano di registrare i conferimenti da parte degli utenti e pesare i rifiuti. A tal fine tutti i soggetti titolari di utenza TARI saranno dotati di apposita tessera personale con cui registrare i conferimenti in relazione alla quantità e tipologia di rifiuti conferiti. Per le utenze domestiche che attuano il conferimento differenziato dei rifiuti presso gli appositi siti in cui sarà attivo il servizio di pesatura ed identificazione dell’utenza saranno previsti bonus, in base alle quantità differenziate di rifiuto conferite nel corso di ogni anno, che troveranno applicazione sulla tassa dell’anno successivo. La misura unitaria del bonus economico da riconoscere agli utenti sarà stabilita con deliberazione della Giunta Comunale. I parametri, distinti per tipologie di rifiuto conferito, in base ai quali riconoscere i bonus, ed il funzionamento e la disciplina dei siti idonei alla raccolta differenziata saranno stabiliti da apposita regolamentazione approvata dal Consiglio Comunale. L’Amministrazione comunale dovranno presentare bandi di gara per forniture di prodotti di consumo e non solo (anche mobili), seguendo la direttiva dei green public procurement (direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2004/18/CE del 31 marzo 2004, per i cosiddetti “acquisti verdi”), contribuendo a dare un mercato di sbocco ai prodotti da riciclaggio. Green public procurement significa acquistare un bene/servizio tenendo conto degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo ciclo di vita, dall’estrazione della materia prima, allo smaltimento del Rifiuto. Proporremo alla media e grande distribuzione l’adozione di macchinari per la raccolta di contenitori in plastica ed un servizio per il ritiro dei contenitori in vetro con “vuoto a rendere” e, laddove non sia ancora in essere, per la distribuzione di prodotti (pasta, sapone, latte, acqua, eccetera) alla spina; Porremo in essere una forte azione amministrativa per il recupero degli alimenti scartati dalla grande e piccola distribuzione per fini sociali. Il patrocinio ed i contributi saranno concessi solamente ad iniziative a basso impatto ambientale. Per le manifestazioni pubbliche, la concessione del contributo dovrà essere legata ad

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un'effettiva raccolta differenziata: in caso di sagre e per tutto quello che preveda somministrazione di cibi e bevande dovrà essere reso obbligatorio l’uso di stoviglie, bicchieri e posate di ceramica e metallo oppure in materiale comportabile. Segnalazione sul portale comunale, tramite mappatura, della presenza di contenitori della raccolta differenziata e di rifiuti speciali, anche tramite applicativo per smartphone; Per finire, il cittadino dovrà avere la possibilità di conoscere il percorso dei rifiuti e come verranno spesi i soldi della tariffa, come pure i contributi per lo smaltimento già compresi nel prezzo di acquisto dei prodotti (contributi RAEE, CONAI, ecc). Va resa possibile la tracciabilità via internet per dare informazioni su come e da chi sono riciclati o smaltiti i rifiuti. LA MACCHINA COMUNALE La possibilità di portare a termine il percorso programmatico delineato in precedenza è affidata essenzialmente all’efficientamento della macchina comunale, che il Nuovo Comune erediterà in condizioni assolutamente insufficienti, non per incapacità dei dipendenti, causate dalla scarsa attenzione ai problemi del personale ed alla ridotta interlocuzione che ha caratterizzato i rapporti tra l’amministrazione e il personale stesso e le delegazioni RSU. E’ pertanto necessario che la nuova amministrazione, il Nuovo Comune, proceda con grande sollecitudine ad una revisione generale dell’assetto dei settori e dei servizi comunali, affidandone se del caso uno studio ad un consulente referenziato e affidabile

nel campo dell’organizzazione del personale, con particolare esperienza nel campo delle amministrazioni pubbliche. Questo periodo di “ascolto” e ristrutturazione prenderà

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all’incirca i primi sei/otto mesi del mandato, che coincidono poi con il periodo in cui la nuova amministrazione dovrà amministrare con un piano triennale delle OO.PP. e un bilancio predisposti dall’Amministrazione Comunale uscente. Circa i criteri sui quali si baserà la ristrutturazione dell’Ente si intende puntare su:

semplificazione della struttura comunale;

applicazione di un modello a struttura orizzontale e non

verticale;

introduzione dei report informativi su base settimanale per la creazione di un data-base informativo ad accesso pubblico;

valorizzazione della professionalità dei singoli dipendenti, con il ricorso a consulenze esterne solo in casi di effettiva necessità;

sviluppo della mobilità interna;

introduzione del concetto premiale del “merito”;

valutazione della efficienza attraverso un sistema innovativo e non influenzabile dall’esterno;

riduzione del numero dei dirigenti sulla base delle effettive necessità strutturali.

Tale impostazione della macchina comunale comporta anche indirettamente una necessaria maggior presenza degli assessori nella pratica gestione delle azioni amministrative e dunque una diretta assunzione di responsabilità degli stessi, nei confronti dei cittadini (criterio di responsabilità politica non delegabile). In questo contesto si inserisce a pieno il discorso sui servizi associati con i comuni di Terranuova Bracciolini e Bucine. L’associazione di Polizia Municipale, Tributi e Personale con Terranuova e quest’ultimo anche con Bucine, sono i principali che hanno fino ad oggi evidenziato, anziché i risparmi derivanti da quelle economia di scala propagandate dalla demagogia del PD, criticità e gravi ripercussioni sull’organizzazione del nostro apparato comunale. In buona sostanza Montevarchi ha messo sul piatto l’apparato di un comune di quasi 25.000 abitanti che è stato chiamato a dedicare preziose risorse all’efficientamento degli altri enti. La conseguenza è stata quella dell’aggravio dei carichi di

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lavoro per il nostro personale e la distrazione di alte professionalità dai compiti istituzionali del nostro Ente. Questa sorta di sussidiarietà non trova certo ristoro nella mera rifusione dei costi del personale per la parziale utilizzazione a Terranuova e Bucine, peraltro determinati su criteri aspecifici. Allora occorre essere chiari e determinati: Montevarchi non può supplire alle altrui deficienze alle condizioni attuali. Se in linea di principio l’associazione dei servizi può essere condivisibile lo deve essere in maniera ponderata su criteri scientifici e concreti, non in omaggio alle logiche di un partito egemone in vallata ed in regione che tenta di tappare i buchi con le risorse che si rendono di volta in volta disponibili altrove. Una rinegoziazione delle condizioni è l’obiettivo minimo da perseguire. E’ peraltro indifferibile, in questa logica, l’associazione del servizio di pianificazione del territorio che deve allargarsi a San Giovanni ed a Cavriglia , oltreché a Bucine e Terranuova. Se parliamo di città diffusa, di Valdarno unica realtà, non si può prescindere da dare continuità ed omogeneità alle contigue aree di confine. Una criticità da risolvere dopo anni di chiacchiere e dopo il naufragio delle vacue iniziative del regime è la gestione delle realtà territoriali come Levane e Mercatale, da trattarsi come un unicum amministrativo. TASSE E TRIBUTI COMUNALI Una delle azioni prioritarie che porremmo in essere è quella ispirata al principio di equità sociale che trova fondamento nella Costituzione laddove questa sancisce che ogni cittadino è tenuto a concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva. Se da una parte la determinazione impositiva sarà oggetto di una seria rimodulazione che fondi su quanto costituzionalmente stabilito e sulle evidenze che scaturiranno da una profonda rivisitazione delle spese, specie di parte corrente, dall’altra l’azione di accertamento e recupero delle morosità sarà accuratamente implementata.

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Non già, come erroneamente e demagogicamente propagandato da talune forze politiche, per attiene alle morosità pregresse ma a quanto stabilito dal D.L. n. 133 del 2014, art. 24, convertito nella legge 164/2014, potrà essere fatto ricorso all’istituto del baratto amministrativo: “i comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da singoli cittadini … Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade … In relazione alla tipologia dei predetti interventi, i comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere …”.