PROGRAMMA DEL MESE DI NOVEMBRE N O V M B R E 2 1 scoperta del potere afrodisiaco del pepe. Allegro...

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1 PROGRAMMA DEL MESE DI NOVEMBRE Ospite il Sindaco del Comune di Prato e nostro socio, Roberto Cenni, il quale ci intratterrà sul tema: "Bilancio di metà mandato e prospettive per il futuro della città" Martedì 8 Novembre Conviviale diurna ore 13,00 Hotel Palace Ospite Alberto Dal Ferro, Avvocato presso le Corti comunitarie, già Agente del Servizio Ricerca e Documentazione della Corte di Giustizia Europea e consulente dell'Autorità per le Garanzie di Diritto Comunitario nelle Comunicazioni, il quale ci intratterrà sul tema: "L'esperienza di un avvocato italiano nel patrocinio davanti ai giudici dell'Unione Europea: il processo europeo e quello italiano" Martedì 15 Novembre Conviviale serale ore 20,15 Hotel Palace Ospiti Gianni Rossi, Presidente del C.d.A. di TV Prato e Maurizio Salvi, Presidente del C.d.A. di Toscana TV, i quali ci intratterranno sul tema: "L'avvento della TV digitale" Martedì 22 Novembre Conviviale diurna ore 13,00 Hotel Palace Ospite Gabriele Cecconi, autore e regista pratese, il quale ci intratterrà con la proiezione di: "Ricordati di santificare le feste", con Carlo Monni, uno dei suoi cortometraggi sui Dieci Comandamenti Martedì 29 Novembre Conviviale serale ore 20,15 Hotel Palace Alle conviviali serali sono attesi anche le gentili signore e i soci del Rotaract. Al fine di permettere a tutti di organizzarsi, si comunica che la "Festa degli auguri " si terrà venerdì 16 dicembre c/o l'Hotel Palace, invitando fin d'ora i soci a tenersi liberi, anche per riscoprirne il significato di festa rotariana della famiglia, a cui è quindi particolarmente gradita la presenza delle consorti e dei figli, specie se piccoli. N O V E M B R E 2 0 1 1

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PROGRAMMA DEL MESE DI NOVEMBRE

Ospite il Sindaco del Comune di Prato e nostro socio, Roberto Cenni, il quale ci intratterrà sul tema: "BBiillaanncciioo ddii mmeettàà mmaannddaattoo ee pprroossppeettttiivvee ppeerr iill ffuuttuurroo ddeellllaa cciittttàà"

Martedì 8 Novembre Conviviale diurna

ore 13,00Hotel Palace

Ospite Alberto Dal Ferro, Avvocato presso le Corti comunitarie, già Agente del Servizio Ricerca e Documentazione della Corte di Giustizia Europea e consulente dell'Autorità per le Garanzie di Diritto Comunitario nelle Comunicazioni, il quale ci intratterrà sul tema: "LL''eessppeerriieennzzaa ddii uunn aavvvvooccaattoo iittaalliiaannoo nneell ppaattrroocciinniioo ddaavvaannttii aaii ggiiuuddiiccii ddeellll''UUnniioonnee EEuurrooppeeaa:: iill pprroocceessssoo eeuurrooppeeoo ee qquueelllloo iittaalliiaannoo"

Martedì 15 NovembreConviviale serale

ore 20,15 Hotel Palace

Ospiti Gianni Rossi, Presidente del C.d.A. di TV Prato e Maurizio Salvi, Presidente del C.d.A. di Toscana TV, i quali ci intratterranno sul tema: "LL''aavvvveennttoo ddeellllaa TTVV ddiiggiittaallee"

Martedì 22 Novembre Conviviale diurna

ore 13,00Hotel Palace

Ospite Gabriele Cecconi, autore e regista pratese, il quale ci

intratterrà con la proiezione di:

"RRiiccoorrddaattii ddii ssaannttiiffiiccaarree llee ffeessttee", con Carlo Monni, uno dei

suoi cortometraggi sui Dieci Comandamenti

Martedì 29 NovembreConviviale serale

ore 20,15 Hotel Palace

Alle conviviali serali sono attesi anche le gentili signore e i soci del Rotaract.

Al fine di permettere a tutti di organizzarsi, si comunica che la "FFeessttaa ddeeggllii aauugguurrii" si terrà venerdì 16 dicembre c/o l'Hotel Palace, invitando fin d'ora i soci a tenersi liberi, anche

per riscoprirne il significato di festa rotariana della famiglia, a cui è quindi particolarmente gradita la presenza delle consorti e dei figli, specie se piccoli.

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Conviviale 11 ottobre:

“DDaall TTeeaattrroo LLaa FFeenniiccee ddii VVeenneezziiaa aall PPaarrccoo ddeellllaa MMuussiiccaa ddii FFiirreennzzee” Ospite l’Arch. Elisabetta Fabbri, progettista dei lavori di restauro dei più importanti teatri italiani (Teatro La Fenice di Venezia, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Petruzzelli di Bari e Teatro San Carlo di Napoli), già Commissario Straordinario per i lavori dei Nuovi Uffizi, attualmente Commissario delegato alla realizzazione del Parco della Musica di Firenze, rotariana del Rotary Club Venezia.

Il Presidente Marco Borgioli introduce l’ospite della serata L’Arch. Elisabetta Fabbri

Soci e consorti durante la serata

Altro momento della serata Il tavolo presidenziale

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Gita a Venezia:

Alcuni scatti dalla Serenissima a cavallo del Canal Grande tra calle, gondole e.. moderni vaporetti.

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Fatterelli e riflessioni di Gianni Limberti

“SON SEMPRE I CENCI E GLI STRACCI QUELLI CHE VANNO ALL’ARIA”

Il supplemento domenicale de Il Sole-24 ore del 23 ottobre scorso ha dedicato ampio spazio al “gigante della storia economica” – così lo definisce - Carlo M. Cipolla (1922 – 2000), che, come noto, soggiornò per periodi più o meno lunghi a Prato. Oltre che professore universitario negli USA il Cipolla era infatti, e lo abbiamo ricordato tempo fa proprio in questa rubrica, direttore del Comitato Scientifico dell’Istituto di storia economica medievale “Datini”. Approfittò di queste soste in città per scrivere con stile arguto e divertente piccoli saggi e racconti di storia locale. Fu anche relatore al nostro Rotary Club. L’occasione per ricordarlo è l’uscita presso l’editore Il Mulino della versione inglese di due suoi scritti degli anni ’70. Nel 1976, mentre sta lavorando all’imponente Storia economica dell’Europa pre-industriale , scrive The Basic Laws of Human Stupidity, stampato in un centinaio di copie destinate agli amici come regalo di Natale. Il sottile umorismo, l’(auto) parodia del modo di fare storia

economica, l’enunciazione delle 5 leggi della stupidità umana con uno stile che imita quello rigorosamente scientifico creano il successo del testo fra i pochi fortunati destinatari. Il passa parola lo rende un oggetto ricercato, ne sono tratte centinaia di fotocopie. Molti invocano una traduzione italiana, cui il professore si oppone. Finché nel 1987 cede alle tante insistenze ed arriva nelle librerie Allegro ma non troppo . Il testo riunisce due brevi “studi”, quello sulla leggi della stupidità umana ed un altro sul commercio del pepe. In quest’ultimo Cipolla sostiene

che il vero motore dello sviluppo economico nel Medioevo fu la

Veduta panoramica di Vernio nel 1906

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scoperta del potere afrodisiaco del pepe. Allegro ma non troppo è divenuto il più tenace long-seller dell’Editore Il Mulino. In Italia in 23 anni ha raggiunto le 350.000 copie ed è stato tradotto in francese, tedesco, spagnolo, galiziano, catalano, greco, turco, portoghese, ungherese, ceco, rumeno, giapponese e coreano. Ma stranamente fino ad oggi non esisteva una edizione inglese o americana. Il Mulino ha ora colmato questa lacuna. Le storie “pratesi” raccontate dal Cipolla in vari altri libri si leggono con molto piacere, come dei divertissements : non a caso come introduzione a un’altra di queste opere, Tre storie extra vaganti (ultima ristampa, Il Mulino 2010) ha scelto un verso di Orazio (Satire, I, 24-25) : Cosa vieta che dica il vero uno che ride ? Attingendo anche da questo libro, parliamo di Vernio e dei Bardi che l’hanno governato per secoli. Il Banco o Compagnia de’ Bardi era all’inizio del Trecento una delle compagnie mercantil-finanziarie più potenti e ricche d’Europa. Contava tra 100 e 120 impiegati e aveva come clienti i più brillanti e ricchi personaggi del tempo, inclusi Principi, Re e Cardinali. La fama dei Bardi, già notevole mentre la Compagnia era ancora in vita, crebbe ulteriormente nei libri di storia per il suo fallimento nel 1346, dovuto soprattutto al mancato rimborso del debito da parte della corona inglese. Ma, scrive il Cipolla, di questa addizionale fama è probabile che i Bardi avrebbero fatto volentieri a meno. Nell’alto medioevo, fino al secolo IX, in un mondo dove prevaleva l’immobilismo, dove tutti, o quasi, erano legati ad un pezzo di terra e ciascuno aveva il suo signore, il mercante era l’individuo deviante, errante e vagabondo per antonomasia, senza patria e senza dimora. Il commercio si confondeva con il banditismo e la navigazione con la pirateria. Agli inizi degli anni Mille avviene quella che i libri di storia economica indicano come la “Rivoluzione

Commerciale”. Il Cipolla a questo proposito osserva che è una mania degli storici quella di affibbiare il termine di “rivoluzione” a tutti i mutamenti di lungo periodo e di una certa importanza. Comunque, è in quel periodo che nascono le “compagnie” alla cui base sta solida e severa la famiglia, di tipo eminentemente patriarcale. Il “vecchio” giudicava, decideva, sentenziava e comandava e gli altri ubbidivano, senza eccezioni e senza diritto di “mugugno”. Da principio è la famiglia che provvede a fornire uomini e capitali, ma ben presto si accolgono depositi esterni e si ammettono soci anche estranei. Nel 1310 sui 24 soci che compongono la Compagnia dei Bardi,solo 10 sono della famiglia. I Bardi nella loro politica di espansione riescono ad arrivare in Inghilterra per acquistare la lana che vi si produce, la più pregiata al mondo in assoluto. La si compra presso i rubicondi e ben pasciuti frati inglesi che, essendo riusciti nel corso dei secoli, ad accaparrarsi i migliori pascoli, dispongono delle migliori lane. La concorrenza fra i mercanti per comprare queste lane è furibonda, senza esclusione di colpi. Dopo aver realizzato l’acquisto presso il monastero produttore non tutto è fatto, perché per esportare le lane inglesi occorre il permesso speciale del re. Di qui la corsa dei mercanti per entrare a corte e stabilire rapporti preferenziali con la corona e i cortigiani. I re inglesi, come i loro cortigiani, erano inveterati spendaccioni e tale circostanza favoriva i mercanti italiani che si dimostravano pronti ad aprire le loro borse. Quando nel 1307 muore Edoardo I, la corona inglese ha accumulato debiti per più di 60.000 sterline. La maggiori parte di questa somma, secondo le sane abitudini locali, non verrà mai restituita. Gran parte di questo debito è verso i fiorentini Frescobaldi che riescono però, con vari stratagemmi, a ridurlo notevolmente : nel 1310 il loro credito è sceso a 20.000 sterline. Recuperano quattrini ma perdono tutti i privilegi e vengono loro sbarrate le porte dei Palazzi Reali. I Bardi ed i Peruzzi (altra potente famiglia fiorentina) si affrettano a sostituirli e prestano somme sempre più ingenti a Edoardo III che deve finanziare le sue imprese, anche le più insensate, come la guerra contro la Francia. Nel 1338-39 i Peruzzi ed i Bardi sono creditori dell’enorme somma di oltre 125.000 sterline. Purtroppo per Edoardo (e per i banchieri fiorentini)l’avventura francese è un vero disastro e la monarchia inglese deve dichiarare bancarotta. Default direbbero le cronache odierne. Quando succede tutto questo, la Compagnia dei Bardi è all’apice del suo successo. Opera in tutta Europa con ben 25 filiali, gli utili raggiungono la fantastica percentuale del 30% sul volume d’affari.

Palazzo e oratorio dei Bardi (cabreo del 1824 in Archivio di Stato, Prato)

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Ai soci vengono distribuiti sontuosi dividendi : nel 1330 incassano il 13 per cento del capitale investito. Ma di lì a poco Firenze e tutta l’Europa precipitano in una tremenda crisi economica e finanziaria destinata a raggiungere una intensità mai conosciuta prima d’allora. L’economia fiorentina ne viene letteralmente travolta. Le compagnie falliscono una dopo l’altra : tutto il Gotha della finanza fiorentina finisce davanti ai giudici fallimentari. La crisi finanziaria e l’insolvenza della corona inglese abbattono anche i due giganti : nel 1343 falliscono i Peruzzi, nel 1346 i Bardi, trascinando con sé le banche che gestiscono. Le piccole imprese, gli artigiani, il settore dei servizi e non trovano più credito. Scrive il Villani : la mercatanzia e ogni arte n’abbassò e venne in pessimo stato ed anche le piccole compagnie e singulari artefici fallirono. Una rovina tale, commenta sempre il Villani, che nulla mai avesse il nostro Comune. documento fiammingo del l’XI secolo) non si rassegnano alla cattiva sorte. Nel 1340 tentano di mettere insieme una sommossa per impadronirsi del potere, convinti di risanare la loro situazione economica gestendo le leve di governo. Scoperto il loro complotto, vengono cacciati da Firenze. Alcuni di loro si alleano con i nemici pisani. Forse aizzato dal governo fiorentino, il 22 settembre 1343 il popolo assalta le loro case. Vanno a fuoco ben ventidue immobili e gli arredi non scomparsi per le ruberie che sempre avvengono in queste occasioni : un danno stimato in oltre 60.000 fiorini d’oro. I Bardi non si danno per vinti, vogliono risalire la china, costi quel che costi. Nel 1332 Piero Bardi mette a segno un “bel colpo” acquistando dagli Alberti, per soli 10.000 fiorini d’oro (si confronti questo prezzo con il danno stimato alle case), il castello di VERNIO e tutto il suo territorio esteso circa 18 miglia quadrate, con 3 o 4 mila abitanti. Dette così le cose, quell’acquisto non pare granché – commenta il Cipolla – ma l’importanza di Vernio stava tutta nella sua posizione geografica. Chi controllava Vernio controllava praticamente il cammino fra Firenze e Bologna e lo sport preferito dagli abitanti del castello era quello di assalire e derubare l’intenso traffico di merci e di persone che vi transitava. Gli Alberti avevano sempre lasciato correre, facendo diventare Vernio un vero e proprio ricettacolo di delinquenti. Piero mette ordine nell’amministrazione del castello e fa compilare e promulga nuovi statuti. Tutto sembra indicare che ben presto sarà posto fine alla situazione di illegalità. Ma Piero non è quello che appare, è in realtà un bandito della peggior specie e i nuovi statuti, secondo le usanze dei Bardi, servono a

controllare “gli altri”. Loro, i Bardi, si considerano al di sopra delle leggi. Con i nuovi statuti viene realizzato un piano diabolico : punendo coloro che briganteggiano, è “legalmente” limitata la concorrenza, costituendo a favore dei Bardi il monopolio del brigantaggio nella zona. Ne è una riprova, fra i tanti misfatti, il trattamento riservato ai poveri monaci del Monastero di Montepiano ridotti quasi a schiavi e tormentati in molte maniere, come scrive nel 1339 il povero abate al suo superiore a Vallombrosa, costretto dalla protervia di Piero a domandare il permesso di abbandonare la Badia e il convento e di ritirarsi con tutta la famiglia nelle case che il monastero possiede in Prato a Porta Fuia (questa porta, con le antiche mura, fu soppressa in quegli anni, nel 1330 circa, per il

La Rocca di Cerbaia fu costruita agli inizi del XII secolo e rimase proprietà dei conti Alberti fino al 1361 quando fu venduta al Comune di Firenze

La rocca di Vernio, ristrutturata e ampliata dopo la vendita dagli Alberti ai Bardi

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riassetto urbanistico di Prato. Una targa sulla facciata del palazzo al numero civico 6 di via S. Caterina ricorda dov’era Porta Fuia). Il Generale di Vallombrosa non può far altro che dare il suo consenso. Firenze già da tempo non sopporta le ruberie e gli assalti deii Bardi sulla strada Bologna Firenze; l’episodio dei frati di Montepiano diventa la goccia che fa traboccare il vaso. Un esercito fiorentino di duecento uomini occupa Vernio e assedia il castello. Piero è costretto a rivendere Vernio ai fiorentini per il prezzo di 4.960 fiorini : meno della metà di quanto lo aveva pagato. Uno smacco totale.Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il castello è stato venduto, ma non abbandonato. Anzi, dopo pochi mesi Firenze cede alla supplica di Piero e gli concede di continuare ad abitarci. E lui, da par suo, ripaga la generosità catturando alcuni cittadini fiorentini di passaggio, tenendoli in ostaggio e liberandoli solo dietro un ingente riscatto. Dopo poco a Piero si uniscono i figli Sozzo e Aghinolfo e il nipote Rubecchio (nomi quanto mai indovinati !). Prende forma una vera e propria associazione a delinquere. La spaventosa crisi che sconvolge i mercati nel periodo 1333-1348, provoca l’eccessiva scarsità, quasi la scomparsa, della moneta circolante, soprattutto di quella di piccolo taglio. Nessuno osa spendere, tutti tesoreggiavano il denaro a loro disposizione. A Firenze quasi scompaiono, i “quattrini”, piccole monete di rame che valgono quattro denari e sono le più usate nel commercio al minuto. Le nefaste conseguenze sulle piccole imprese commerciali sono facilmente intuibili. Vista questa situazione, i Bardi decidono di mettersi a fabbricare moneta falsa. Da banchieri a falsari : una carriera decisamente straordinaria commenta il Cipolla. Per l’attività di coniazione prendono in affitto una vicina montagnola dove sono alcune misere casupole. Al proprietario viene dichiarato che si vuole dare inizio ad una attività di allevamento di animali, soprattutto vacche e pecore. Osserva giustamente il Cipolla Resta poco chiaro perché i Bardi avessero scelto la cima di un monte per la loro impresa. Normalmente i falsari preferivano le cantine di un maniero dove solidi muraglioni contenevano i rumori delle martellate e i fumi restavano fuori dalla vista della gente. Ma tant’è : l’idea diventa progetto industriale. L’analisi dei vari mercati suggerisce di falsificare cinque monete : carlini, anconetani, lucchesini, sextini e quattrini. Monete per la maggior parte straniere, ben accette su ogni piazza. I sextini lucchesi sono di recentissima coniazione e quindi difficilmente il pubblico è in grado di riconoscere il falso dall’autentico. Per il quattrino fiorentino non valgono queste ragioni, ma si considera la scarsità di questo contante e l’enorme richiesta. I Bardi non hanno le capacità tecniche per un’impresa del genere. Trovano esperti ed operai e li convincono a unirsi a loro. Par di vedere il film La banda degli onesti (1956, diretto da Mastrocinque con Totò e Peppino De Filippo). Si ritrovano di nascosto nel palazzo Bardi a Firenze ad ascoltare insegnamenti e suggerimenti di Jacopo Dini da Siena, uno dei falsari fra i più esperti. Viene approvata la lista delle monete da falsificare e al Dini viene riconosciuto come compenso la settima parte delle monete false che saranno prodotte. Ma come quelli della banda di Totò, i nostri eroi partono bene ma non combinano nulla. Chi abita nei dintorni nota che mentre sul monte venivano portate poche mucche, c’era un gran viavai di attrezzi e di operai. Quando si fanno le prove di fusione, la gente del circondario nota una fumata strana che certo non rientra

nell’attività normale delle mucche. Le guardie si insospettiscono. La promessa di una pena mite (per i falsificatori le leggi fiorentine prevedono la morte sul rogo)sembra aver consigliato due degli operai della “banda” a raccontare tutto all’autorità : in cambio nessuno si accorge che essi scappano. A metà ottobre del 1345 il Dini e l’altro “capoccia”, lo Stricchia, vengono catturati, portati davanti al podestà e condannati alla morte sul rogo, sentenza che viene immediatamente eseguita. Con la stessa sentenza vengono condannati anche Sozzo, Aghinolfo e Rubecchio Bardi, ma in contumacia perché sono riusciti a fuggire. Annota il Cipolla Non è da escludere che, dato il rango sociale e la potenza politica ed economica dei condannati, le forze di polizia agissero con voluta inefficienza.

Locandina del film La banda degli onesti di Mastrocinque con Totò e Peppino De Filippo (1956)

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Nel 1350 con lo sborso di una misera somma, a Sozzo vengono cancellate e revocate tutte le condanne e lui torna libero cittadino. Ma non è uomo da restare cheto e tranquillo. Non sono passati tre mesi dalla revocazione delle sentenze che si butta in una nuova incredibile impresa. Taglia letteralmente la strada tra Firenze e Bologna aprendo un valico alternativo nel territorio di Cerbaia, obbligando così il traffico a deviare passando per luoghi dove Sozzo può facilmente attaccare e derubare. In quel periodo i Visconti di Milano minacciano di attaccare Firenze e questa si vede costretta ad allearsi con i Bardi per rafforzare le fortificazioni di Vernio e costruirne altre. Continua così la strana vita di Sozzo, che più misfatti compie e più onorificenze riceve. Nel 1362 è mandato dalla Repubblica in missione in Valdinievole, nel 1371 gli viene affidato il comando della guarnigione di Monte Colorato nella valle del Salterno, nel 1372 siede tra i capitani di Parte Guelfa. Anche Aghinolfo, riabilitato per la cancellazione delle condanne, continua a compiere malefatte e ricevere onori. Nel 1360 viene inviato ambasciatore in Valdarno e podestà a Castelfiorentino; nel 1363 è castellano a S. Gimignano, nel 1366 podestà di Barga, dove muore nel 1370. Per noi è un fatto inaudito che due degli operai implicati nella vicenda finissero sul rogo mentre i Bardi, che erano i veri responsabili della malnata vicenda, se pur condannati, non solo non scontarono la pena comminata,ma furono ben presto riammessi nella nomenklatura con importanti compiti e incarichi. La penosa storia di quel che accadde nell’ottobre del 1345 conferma per l’ennesima volta la sacrosanta teoria secondo la quale, in estrema sintesi, sono sempre e soltanto i cenci e gli stracci quelli che vanno all’aria, ì conclude amaramente il Cipolla

Gianni Limberti

Festeggiano il compleanno Mario Fedi 2 Novembre

Luca Giovannelli 5 Novembre

Pierluigi Marrani 10 Novembre

Fiorenzo Cecchi 14 Novembre

Luciano Pedrizzetti 15 Novembre

Pietro Ticci 16 Novembre

Roberto Bini 20 Novembre

Patrizio R. Puggelli 23 Novembre

…tanti auguri a tutti!

ROTARY INTERNATIONAL

SEDE MONDIALE: ONE ROTARY CENTER 1560 SHERMAN AVENUE EVANSTON, Illinois 60201 USA Presidente Internazionale: Kalyan Banerjee (Rotary Club Vapi, Gujarat, India) Ufficio Europa-Africa: Rotary International Vitikonerstrasse 15 – CH 8032 ZURIGO - www.rotary.org Annata Rotariana 2011-2012 (55° anno) Distretto 2070 Governatore: Pier Luigi Pagliarini, R.C. Cesena Assistente del Governatore: Nello Mari (R.C. Pistoia Montecatini Terme "Marino Marini") per i Rotary Club area Toscana 1: Prato – Prato “Filippo Lippi” – Empoli Fucecchio S.Croce sull’Arno, Pistoia Montecatini, Pistoia Montecatini “Marino Marini”, San Miniato.

Segreteria 2011 - 2012 del Distretto 2070°

Piazza Leonardo Sciascia, 214 – 47522 – CESENA (FC)

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ROTARY CLUB PRATO c/o Hotel Palace, Via Pier della Francesca,

71 – 59100 Prato Segreteria (Sig.ra Antonella Grassi)

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RIUNIONI CONVIVIALI: HOTEL PALACE - PRATO

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13.00 Il 2° e 4°martedì alle ore 20,15