Complessità gestionale del trapianto: valutazione dell’idoneità e follow-up a distanza
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BANDO DI ATTUAZIONE DELLA MISURA 3.1 Azioni collettive
art. 37 Reg. (CE) n. 1198/2006 – escluse le lettere m) ed n) DGR n. 417 del 02.03.2010 - approvazione Bando e apertura termini
DGR 86 del 27.01.2011 - approvazione della graduatoria
Progetto 04/ACO/2010
Progetto per il miglioramento della conservazione e/o la gestione delle risorse naturali nella fascia costiera del Veneto
Sintesi relazione finale attività sperimentali
Settembre 2012
SOGGETTO ATTUATORE
CONSULENTI COINVOLTI NEL PROGETTO
Agriteco s.c. Via C. Mezzacapo 15
30175 – Marghera - Venezia
Isfid Prisma s.c. Via Ulloa 5
30175 – Marghera - Venezia
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Gruppo di lavoro
Dott. Alessandro Vendramini – Agriteco s.c.
Dott. Thomas Galvan – Agriteco s.c.
Dott. Raoul Lazzarini – Agriteco s.c.
Dott.ssa Laura Cruciani – Agriteco s.c.
Ringraziamenti
Capitaneria di Porto di Venezia
Capitaneria di Porto di Chioggia
Cooperativa San Marco pescatori di Burano
Cooperativa lavoratori piccola pesca Pellestrina
Co.Ge.Vo. di Venezia
Co.Ge.Vo. di Chioggia
Mercato Ittico di Venezia per i dati relativi alla produzione alieutica della struttura veneziana. In particolare,
il direttore geom. Marino Vianello ed il Sig. Roberto Ramon
Mercato Ittico di Chioggia per i dati relativi alla produzione alieutica della struttura chioggiotta. In
particolare, il direttore dott. Andrea Venerucci ed il Sig. Gabriele Baldin
Per la citazione:
Lega Coop Veneto – Agriteco, 2012. Progetto per il miglioramento della conservazione e/o la gestione delle risorse
naturali nella fascia costiera del Veneto. Progetto FEP n. 04/ACO/2010, Bando di attuazione della misura 3.1 - Azioni
collettive, finanziato dalla Regione del Veneto. Relazione finale attività sperimentali.
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Sommario
1. INTRODUZIONE .................................................................................................................................. 4
2. OBIETTIVI ........................................................................................................................................... 5
3. LE DIGHE SOMMERSE DI LIDO E PELLESTRINA .................................................................................. 6
4. PESCA CON NASSE PER SEPPIE .......................................................................................................... 7
5. PESCA DI MOLLUSCHI BIVALVI NELLA FASCIA COSTIERA .................................................................. 8
6. ATTIVITA’ SPERIMENTALI ESEGUITE .................................................................................................. 9
6.1 Pratiche sperimentali su nasse per seppie nelle aree limitrofe alle barriere soffolte .................. 9
6.2 Sperimentazione per la raccolta gestita di molluschi bivalvi nelle aree limitrofe alle barriere
soffolte…. ..................................................................................................................................................... 10
6.2.1 Monitoraggio della risorsa Chamelea gallina .......................................................................... 10
6.2.2 Monitoraggio della risorsa Ensis minor e Solen marginatus ................................................... 11
7. RISULTATI ......................................................................................................................................... 12
7.1 Sperimentazione su nasse per la pesca delle seppie ................................................................... 12
7.2 Sperimentazione sui molluschi bivalvi ......................................................................................... 18
7.2.1 Valutazione della biomassa di Chamelea gallina .................................................................... 18
7.2.2 Distribuzione della popolazione di Chamelea gallina ............................................................. 19
7.2.3 Valutazione della biomassa e distribuzione della popolazione di cappelunghe ..................... 22
8. OSSERVAZIONI CONCLUSIVE ........................................................................................................... 23
9. PRINCIPALI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ......................................................................................... 25
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1. INTRODUZIONE
Negli ultimi anni la pesca nel Nord Adriatico sta attraversando un periodo di profonda crisi in tutti i settori,
sia per l’imposizione di nuovi regolamenti da parte dell’Unione Europea, che per l’effettiva carenza di
risorsa alieutica. Le imprese di pesca sono giunte al punto di non riuscire più a bilanciare entrate ed uscite
con la usuale battuta di pesca, a causa del graduale aumento delle spese legate all’attività (costo
carburante in primis) e della graduale diminuzione del pescato, oltre che del suo prezzo di vendita, ai
minimi storici nel mese di settembre 2012.
In questo contesto di oggettiva difficoltà di molti mestieri della pesca, questo progetto con potenziali
benefici di carattere collettivo, ha inteso contribuire alla sperimentazione di attività alternative, in modo da
diversificare lo sforzo di pesca e cercare di contribuire direttamente o indirettamente ad un naturale
ripopolamento dell’Adriatico Settentrionale. Questa attività può essere effettuata anche sensibilizzando la
categoria dei pescatori relativamente agli effetti che hanno alcune tipologie di pesca, anche stagionali, sugli
stock presenti, quali ad esempio le seppie e le uova da loro deposte.
Il progetto nel suo complesso si è articolato in:
una parte informativa e formativa rivolta ai pescatori delle marinerie locali, in particolare per:
la gestione risorse alieutiche e prove sperimentali allevamento seppia,
la molluschicoltura: aspetti sanitari,
i principi generali di acquacoltura
una parte strettamente sperimentale sviluppata nei litorali di Lido di Venezia e Pellestrina per:
la verifica sulla di sviluppo della produzione di seppie in prossimità delle barriere soffolte;
la verifica delle risorse e della possibile produzione di molluschi bivalvi nell’area compresa fra la
battigia ed le dighe sommerse.
La problematica della salvaguardia delle uova è fondata nel dimostrare l’aspetto negativo nei confronti
della specie S. officinalis delle pratiche di pulizia delle nasse con attrezzi idraulici ad elevata pressione
(idropulitrice) molto spesso effettuate dai pescatori autorizzati al posizionamento delle nasse, con l’intento
di sensibilizzare la categoria alla preservazione delle uova per garantire il ripopolamento ed allo stesso
tempo il futuro di questo mestiere stagionale.
Inoltre, con tale sperimentazione è stato verificato se la presenza delle barriere soffolte realizzate come
opera di difesa del suolo a protezione delle coste (costruite a partire dagli anni ’90), non rappresenti solo un
vincolo alla produzione dell’area. Tale verifica riveste caratteri di attualità, in quanto in sede di
Commissione Regionale VIA si stanno valutando altri progetti di difesa del suolo nei litorali di Sottomarina,
Isola Verde, foce Adige e foce Brenta che prevedono la realizzazione di questi sistemi di protezione e che
per loro natura vanno ad occupare ambiti marini produttivi storicamente vocati alla raccolta di bevarasse,
cappelunghe ed altri molluschi bivalvi.
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2. OBIETTIVI
La realizzazione della parte sperimentale del Progetto 04/ACO/2010 lungo i litorali di Lido di Venezia e
Pellestrina è basata al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
Valutazione della risorsa Sepia officinalis pescata con il sistema reti da posta (nasse e reoni) lungo i
litorali di Lido di Venezia e Pellestrina.
Valutazione degli effetti positivi della salvaguardia delle uova di questo mollusco cefalopode che
costituisce una importante risorsa per la pesca alto adriatica nei mesi primaverili ed estivi e che
negli ultimi anni ha segnato un deciso calo nella sua presenza e nella produzione locale.
Valutazione della risorsa molluschi bivalvi di carattere commerciale (Chamelea gallina, Ensis minor
e Solen marginatus) nel tratto costiero interno alle dighe sommerse (soffolte) presenti davanti i
litorali di Lido di Venezia e di Pellestrina.
Valutazione dell’idoneità di alcuni siti per eventuali azioni di ripopolamento delle specie attraverso
azioni di spostamento di banchi naturali di molluschi bivalvi.
Verifica sulla possibilità di sfruttamento di alcuni areali per attività di acquacoltura.
Verifica degli effetti dei ripascimenti a protezione dei litorali sulla risorsa molluschi bivalvi.
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3. LE DIGHE SOMMERSE DI LIDO E PELLESTRINA
Il graduale degrado del cordone litorale a protezione della laguna di Venezia è divenuto nel corso degli
ultimi anni un fenomeno assolutamente da contrastare per evitare vere e proprie catastrofi naturali (vedi
alluvione del novembre 1966).
Il fenomeno erosivo dei cordoni litorali è stato particolarmente evidente a Pellestrina e Lido per
interessare, più recentemente, anche i litorali di Jesolo, Cavallino, Sottomarina e Isola Verde. I lavori, per
cui sono stati impiegati circa 10 milioni di m3 di sabbia, hanno avuto uno sviluppo complessivo di 45 km
(Cecconi et al., 2005).
Dopo un complesso iter burocratico nel 2004-2005 è stata realizzata la diga sommersa (soffolta) lungo il
litorale di Lido di Venezia: questa si estende per circa 5 km a Nord della spiaggia di Alberoni.
La barriera sommersa, con quota di sommità a -1 m s.l.m. e larghezza di 60 m a distanza dalla costa di circa
300 m, è in grado di abbattere l’energia del moto ondoso, provocando il frangimento dell’onda.
Per aumentare ulteriormente la dissipazione dell’energia associata alle onde è stata sistemata della sabbia,
raccolta presso le foci dei vicini fiumi, nella zona retrostante la barriera (Cecconi et al., 2005).
La scogliera soffolta di Pellestrina, realizzata tra il 1995 e il 1998, è collocata a circa 300 m dalla linea di
costa e si estende, parallelamente al litorale, per circa 9 km.
L’opera, che è stata costruita su fondali a profondità di -4 m/-5 m, si eleva per circa 3-4 m, collocandosi ad
una profondità media di -1,5 m. La soffolta è collegata a riva tramite 18 pennelli trasversali, distanti circa
400 m l’uno dall’altro, e lunghi tra 150 m e 200 m. Il sistema soffolta-pennelli definisce una serie di celle
chiuse che permettono di contenere la sabbia utilizzata per il ripascimento che è stata prelevata dalle cave
marine poste alcune miglia marine al largo della costa veneta (Cecconi et al., 2008).
Foto 3.1: Soffolta a Lido di Venezia ed a Pellestrina.
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4. PESCA CON NASSE PER SEPPIE
La pesca delle seppie con le nasse è un’attività di tipo stagionale praticata sotto costa nel periodo
primaverile-estivo. E’ infatti ad inizio della primavera che si verifica la migrazione della specie dalle acque
più profonde dell’Adriatico verso le aree costiere, per la stagione riproduttiva.
Le nasse sono attrezzi da pesca di tipo artigianale di forma cilindrica o di parallelepipedo e sono costituite
da un’intelaiatura rigida in plastica o metallo su cui viene montata la rete in modo da presentare una o due
bocche di ingresso a forma di imbuto. In mare le nasse vengono unite in lunghe serie (tire) disposte in
genere parallelamente alla costa ed assicurate al fondale con degli ancoraggi posizionati alle estremità.
L’attività di controllo e recupero del pescato avviene con frequenza quasi giornaliera e vede impegnati uno
o due pescatori che utilizzano di norma piccole imbarcazioni, spesso utilizzate anche per la pesca in acque
interne, dotate in alcuni casi di verricello per agevolare il salpamento delle nasse.
Per quanto riguarda la fascia costiera di competenza della Capitaneria di Porto di Venezia, in base alle
ordinanze n. 10/1991, n. 29/2007 e n. 16/2012, la pesca con nasse è consentita all’incirca dal 1 aprile al 31
luglio a seconda delle scadenze settimanali del singolo anno.
Figura 4.1: Esempio di nassa per seppie.
Il numero massimo di nasse è fissato in: “300 per una persona imbarcata e 600 per qualsiasi numero di
persona imbarcata superiore ad una”. Ogni fila di nasse deve, inoltre, essere segnalata con segnali diurni
(bandierine gialle con la lettera P, professionale, e numero di iscrizione dell’unità di pesca alla quale è
intestata la licenza di pesca) e notturni (fanali gialli visibili a distanza di mezzo miglio nautico).
Il regolamento prevede come forma di tutela delle uova deposte dalle seppie sulle nasse e dei processi
riproduttivi, l’obbligo di effettuare le operazioni di pulizia esclusivamente in mare vietando l’impiego di
sistemi quali getti d’acqua in pressione, idropulitrici, spazzole in ferro, sostanze chimiche, ecc.
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5. PESCA DI MOLLUSCHI BIVALVI NELLA FASCIA COSTIERA
La pesca di molluschi bivalvi con draga idraulica è una delle attività più specifiche e significative tra quelle
praticate lungo la fascia costiera del Veneto, ed è esercitata dalle imprese di pesca che aderiscono al
Consorzio di Gestione Vongole (Co.Ge.Vo.), a cui è stata affidata dal Ministero delle Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali (MIPAAF) la gestione e la regolamentazione della pesca dei molluschi bivalvi. In
Veneto sono presenti due Consorzi, a Venezia e Chioggia, che soprattutto per motivi di opportunità socio-
economica hanno sin dalla loro istituzione avviato uno stretto coordinamento gestionale a livello regionale.
Le imprese afferenti ai Co.Ge.Vo. di Venezia e Chioggia sono dedite alla raccolta di Chamelea gallina
(vongola adriatica), Callista chione (fasolari), Ensis minor e Solen marginatus (cannolicchi).
La pesca è condotta con l’impiego di motopesca dotati di draga idraulica (Figura 5.1 – Fonte UNIPD facoltà
di biologia marina), un attrezzo da pesca che penetrando nel sedimento è in grado di raccogliere gli
organismi presenti. L’attrezzo è costituito da una gabbia di forma parallelepipeda in tondini metallici, con
una lama per tagliare il sedimento ed un sistema per inviare acqua in pressione agli ugelli presenti in vari
punti dell’attrezzo stesso.
Figura 5.1: Schema del sistema di pesca con la draga idraulica.
Dopo aver calato la gabbia metallica sul fondale si aziona il getto d’acqua in pressione e si inizia l’azione di
dragaggio procedendo in retromarcia (pesca delle vongole) o recuperando il cavo dell’ancora
precedentemente filato per 200-300 m (pesca dei fasolari e dei cannolicchi).
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6. ATTIVITA’ SPERIMENTALI ESEGUITE
Il presente progetto ha previsto il monitoraggio della pesca delle seppie con le nasse lungo i litorali di Lido
di Venezia e Pellestrina, con lo scopo di osservare la deposizione delle uova e le catture esercitate. Inoltre,
sono stati indagati i fondali compresi tra la linea di costa e la diga sommersa (soffolta) nei tratti antistanti
Lido di Venezia e Pellestrina, al fine di verificare l’eventuale presenza di molluschi bivalvi di interesse
commerciale (Chamelea gallina, Ensis minor e Solen marginatus).
6.1 Pratiche sperimentali su nasse per seppie nelle aree limitrofe alle barriere soffolte
All’interno del periodo autorizzato alla pesca delle seppie con gli attrezzi da posta (nasse e reoni), che si
estende tra marzo e luglio, è stato effettuato un monitoraggio su alcune tire posizionate da due diverse
imprese di pesca, relativamente alla risorsa seppie ed alle uova di seppia che annualmente sono deposte
sugli stessi attrezzi.
La sperimentazione di questi attrezzi fissi è stata effettuata perché sono un ottimo substrato per la
deposizione delle uova di seppia, e sono fondamentali per la fase di reclutamento. E’ così che si osservano
nasse e cogolli foderati da grappoli neri di uova di seppia (chiamate anche uva di mare), in numero anche di
qualche migliaia per singolo attrezzo.
L’attività sperimentale ha previsto il controllo nel periodo maggio-luglio 2012 di 100 nasse utilizzate per la
pesca professionale di seppie (S. officinalis) così distribuite:
50 nasse lungo il litorale di Lido di Venezia;
50 nasse posizionate lungo il litorale di Pellestrina.
Le valutazioni effettuate mediante le 14 uscite complessive hanno previsto la raccolta dei seguenti
dati/informazioni:
Stima dei quantitativi di uova di seppia captati dalle nasse.
Misurazione del diametro delle uova di seppia adese alle nasse con calibro (precisione 0,1 mm).
Stima della percentuale di schiusa delle uova di seppia sulle nasse indagate.
Misurazione della lunghezza al sepium (LM=lunghezza del mantello) e del peso (g) delle seppie
adulte catturate con le nasse.
Stima della produzione media delle nasse per seppie, mediante osservazioni effettuate in loco sugli
attrezzi indagati.
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6.2 Sperimentazione per la raccolta gestita di molluschi bivalvi nelle aree limitrofe alle
barriere soffolte
La valutazione sulla presenza di molluschi bivalvi nel tratto costiero compreso tra la linea di costa e le
barriere sommerse è stata effettuata con tre uscite distinte: due per la valutazione di C. gallina ed una per
monitorare i cannolicchi (E. minor e S. marginatus), anche se questa parte di attività è stata effettuata al di
fuori delle soffolte per motivi legati alla sicurezza del motopesca e delle persone imbarcate.
6.2.1 Monitoraggio della risorsa Chamelea gallina
L’attività di monitoraggio di C. gallina è stata effettuata nei giorni 13 e 28 settembre 2012 con il motopesca
Nettuno (1VE1201 – Foto 6.1), aderente al Co.Ge.Vo. di Venezia e settato per la pesca di carattere
commerciale. Le operazioni si sono svolte in orario notturno (dalle ore 20.00 alle 7.30), come indicato
nell’autorizzazione concessa dalla Capitaneria di Porto di Venezia (protocollo 08.02.21/16967 del
11.06.2012) per rispettare le Ordinanze di sicurezza balneare n. 54/2009 e 43/2012.
Alla fine di ogni cala il prodotto è stato selezionato mediante vibrovaglio con griglia per la pesca
commerciale avente tondini metallici con luce di 21,5 mm (Foto 6.2), mentre la frazione <25 mm è stata
valutata mediante campioni raccolti grazie ad sacco campionatore in rete da 4 mm fissato all’interno della
gabbia metallica (Foto 6.2). Lo schema di campionamento ha previsto la realizzazione di n. 11 stazioni così
distribuite:
7 stazioni lungo il litorale di Lido di Venezia;
4 stazioni lungo il litorale di Pellestrina.
Foto 6.1: Motopesca Nettuno (1VE1201) per il monitoraggio di C. gallina.
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Foto 6.2: Attrezzo di pesca con cover all’interno e vibrovaglio per la selezione delle vongole.
6.2.2 Monitoraggio della risorsa Ensis minor e Solen marginatus
I campionamenti per la risorsa cannolicchi (E. minor e S. marginatus) sono stati condotti il giorno 18
settembre 2012 con il motopesca Ariete (VE7804 – Foto 6.3) della marineria di Pellestrina, dotato di un
attrezzo idoneo alla pesca di tipo commerciale.
Foto 6.3: Motopesca Ariete (VE7804) per il monitoraggio della risorsa cannolicchi.
L’attività si è articolata nell’esecuzione di 11 cale in altrettante stazioni dislocate lungo i litorali di Lido di
Venezia e Pellestrina.
La selezione del prodotto raccolto è stata effettuata manualmente nella vasca posizionata a prua del
motopesca e le cappelunghe così ottenute sono state pesate con dinamometro digitale (portata max. 30 kg
e precisione 20 g) e sottoposte a biometria con calibro (precisione 0,1 mm), in sub-campioni di circa 50
esemplari/cala.
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7. RISULTATI
Di seguito sono riportati i risultati ottenuti durante le sperimentazioni ed i monitoraggi effettuati tra
maggio e settembre 2012.
7.1 Sperimentazione su nasse per la pesca delle seppie
In accordo con quanto indicato dalla Capitaneria di Porto di Venezia (protocollo 08.02.21/16967 del
11.06.2012) la sperimentazione è stata effettuata seguendo l’evoluzione della pesca delle seppie su 4 tire di
nasse posizionate oltre 500 metri dalla linea di costa.
Parametri mesologici
Dai dati di letteratura relativi agli studi della risorsa seppie si osserva l’importanza di alcuni parametri
ambientali, quali in primis la temperatura dell’acqua. Nella tabella 7.1 sono riportati i valori medi dei
principali parametri dell’acqua di mare ricavati dai bollettini pubblicati mensilmente sul sito internet di
ARPAV.
Principali parametri dell’acqua di mare a Lido di Venezia e Pellestrina
parametri maggio 2012 giugno 2012 luglio 2012
temperatura media (°C) 19,1 20,9 25,9
salinità (psu) 35,3 32,9 35,3
ossigeno disciolto (%) 90,0 99,0 105,3
pH n.d. 8,1 8,3
Tabella 7.1: Parametri mesologici dell’acqua di mare.
Principali parametri relativi alle seppie adulte
Durante le uscite è stato osservato che i quantitativi di seppie adulte catturati con le nasse non sono
costanti e, secondo quanto affermato anche dagli operatori, molto legati alle condizioni meteo-marine,
quali perturbazioni temporalesche, vento e temperatura dell’acqua.
In 3 controlli le seppie sono state sottoposte ad analisi biometriche e ponderali che hanno evidenziato la
graduale diminuzione della taglia e del peso medi dei cefalopodi, rispettivamente passati da 12,6±1,61 cm a
11,3±1,53 cm e da 300,0±76,16 g a 261,0±48,64 g.
Anche le indagini condotte sulle nasse antistanti Pellestrina indicano un graduale abbassamento dei
parametri morfologici medi delle seppie, in quanto la lunghezza è diminuita di quasi 1,5 cm ed il peso di 63
g. Infatti, la lunghezza media iniziale di 13,2±1,43 cm si è attestata all’ultimo controllo a 11,8±1,42 cm,
mentre il peso è passato da 316,0±73,97 g del 16 maggio a 253,0±67,67 g del 27 giugno.
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Foto 7.1: Fasi di salpamento e raccolta delle seppie.
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Stima produttiva del sistema di pesca con nasse per seppie
Dalle indicazioni degli operatori e dalle osservazioni effettuate in campo si stima che nei mesi di massimo
sforzo (maggio e giugno) è possibile raccogliere circa 7.500 esemplari di seppia/mese, pari a circa 1.500 kg
(dato stimato su 250 nasse).
Captazione uova di seppia
In entrambe le stazioni di monitoraggio è stato osservato che la deposizione di uova di seppia è iniziata ad
un ritmo piuttosto ridotto, per poi incrementare significativamente in coincidenza dell’instaurarsi di
condizioni meteo-marine stabili e di temperature tipicamente estive, quando aumentano anche le catture
di seppie adulte, che tra l’altro rappresentano i riproduttori.
Il conteggio delle uova è stato stimato in base all’espansione dei grappoli ovigeri depositati sulle nasse.
In particolare, è stato osservato che il numero di uova deposte è progressivamente aumentato fino al
controllo 5 (22 giugno a Lido di Venezia e 27 giugno a Pellestrina), per poi gradualmente diminuire. Tale
andamento a campana è spiegato con l’inizio del processo di schiusa delle uova che raggiunge il picco a fine
del mese di giugno ed a inizio luglio.
Si evidenzia che le prime schiuse sono state osservate nel controllo del 12 giugno 2012 a Lido di Venezia e
del 14 giugno a Pellestrina, ma essendo i neo-nati inferiori al tasso di ovodeposizione, sui grafico 7.1 che
mostrano una curva crescente non si percepisce il fenomeno iniziale di schiusa.
Grafico 7.1: Andamento della stima del numero di uova captate dalle nasse a Lido di Venezia ed a Pellestrina.
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11 maggio 22 maggio 31 maggio 12 giugno 22 giugno 03 luglio 12 luglio
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Stime sulle uova di seppia nelle nasse a Lido di Venezia
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16 maggio 24 maggio 4 giugno 14 giugno 27 giugno 06 luglio 14 luglio
n. u
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Stime sulle uova di seppia nelle nasse a Pellestrina
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Foto 7.2: Uova di seppia adese alle nasse ed alle corde delle tire.
Biometrie uova di seppia
Le uova captate dalle nasse sono state monitorate mediante la misurazione nei successivi controlli del loro
diametro, prendendo un campione di 40-60 uova di seppia in ogni tira.
In entrambe le tire monitorate a Lido di Venezia si osserva un graduale aumento del diametro medio delle
uova da circa 4 mm del controllo 1 del 11 maggio a circa 10 mm dell’ultimo controllo (12 luglio) quando si
vedeva chiaramente che le uova erano prossime alla schiusa, in quanto molto turgide, dure al tatto e con
visibile all’interno la seppiolina completamente formata (Graf. 7.2).
Grafico 7.2: Evoluzione delle dimensioni delle uova di seppia a Lido di Venezia.
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11 maggio 22 maggio 31 maggio 12 giugno 22 giugno 03 luglio 12 luglio
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Evoluzione dimensioni delle uova di seppia nelle nasse a Lido di Venezia (tira n. 1)
uova tira 1
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11 maggio 22 maggio 31 maggio 12 giugno 22 giugno 03 luglio 12 luglio
dia
met
ro u
ova
(m
m)
Evoluzione dimensioni delle uova di seppia nelle nasse a Lido di Venezia (tira n. 2)
uova tira 2
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Relativamente alle uova di seppia captate con le nasse lungo il litorale di Pellestrina si osserva che il
diametro medio di inizio sperimentazione era di circa 4-5 mm, per giungere a circa 10 mm a fine
monitoraggio (14 luglio – Graf. 7.3).
Grafico 7.3: Evoluzione delle dimensioni delle uova di seppia a Pellestrina.
Foto 7.3: Attività di misurazione delle uova di seppia.
Percentuale di schiusa delle uova di seppia
Nel grafico 7.4, in cui è riportata la schiusa media stimata per ambito di indagine (Lido di Venezia e
Pellestrina), si osserva che le prime schiuse sono avvenute al controllo 4 (12-14 giugno) con percentuali del
35% a Lido di Venezia e del 20% a Pellestrina. Lo sviluppo del processo di schiusa progredisce quasi
parallelamente, con le uova di Lido che mostrano tassi di schiusa leggermente superiori rispetto a quelle di
Pellestrina, fino al seguente dato finale:
Nasse di Lido di Venezia: schiusa delle uova di seppia pari a 85% circa.
Nasse di Pellestrina: schiusa delle uova di seppia pari a 75% circa.
0
2
4
6
8
10
12
14
16 maggio 24 maggio 4 giugno 14 giugno 27 giugno 06 luglio 14 luglio
dia
met
ro u
ova
(m
m)
Evoluzione dimensioni delle uova di seppia nelle nasse a Pellestrina (tira n. 1)
uova tira 1
0
2
4
6
8
10
12
14
16 maggio 24 maggio 4 giugno 14 giugno 27 giugno 06 luglio 14 luglio
dia
met
ro u
ova
(m
m)
Evoluzione dimensioni delle uova di seppia nelle nasse a Pellestrina (tira n. 2)
uova tira 2
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Grafico 7.4: Evoluzione della percentuale di schiusa delle uova di seppia.
Ad inizio luglio issando a bordo una nassa e mettendola in un contenitore con acqua di mare è stata
osservata direttamente la schiusa delle uova di seppia, in quanto il periodo favorevole unito allo stress dato
dallo spostamento dell’attrezzo ha favorito la schiusa, con il contenitore colonizzato in poco tempo da
numerose seppioline di taglia compresa tra 7 e 10 mm (Foto 7.4).
Foto 7.4: Uova di seppia in prossimità della schiusa e seppioline appena nate (luglio 2012).
0102030405060708090
100
controllo1
controllo2
controllo3
controllo4
controllo5
controllo6
controllo7
%
Evoluzione della percentuale di schiusa delle uova di seppia
Nasse di Lido di Venezia Nasse di Pellestrina
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7.2 Sperimentazione sui molluschi bivalvi
Il monitoraggio della risorsa Chamelea gallina nel tratto costiero entro le barriere sommerse di Lido di
Venezia e Pellestrina è stato effettuato nel mese di settembre 2012.
Le attività di monitoraggio della risorsa Chamelea gallina in queste aree caratterizzate dalle barriere
soffolte non è particolarmente agevole per le imbarcazioni da pesca di tipo draga idraulica per le limitazioni
batimetriche, per la ridotta visibilità notturna e per le difficoltà di accesso agli areali oggetto di valutazione.
7.2.1 Valutazione della biomassa di Chamelea gallina
Le azioni di pesca lungo il litorale di Lido di Venezia sono state effettuate sia entro la soffolta (5 stazioni)
che fuori di essa (2 stazioni). La biomassa media di vongole di taglia commerciale (≥25 mm) stimata tra la
linea di costa e la diga sommersa è pari a 61,49 g/mq, con abbondanza massima di 142,86 g/mq alla
stazione 6. Le due stazioni eseguite all’esterno della soffolta presentano una biomassa molto diversa:
120,97 g/mq la stazione Lido 1 posizionata a Nord della barriera sommersa e 33,33 g/mq la stazione Lido 7
sistemata a Sud di essa.
Dal Grafico 7.5 si osserva la presenza di un gradiente distributivo delle abbondanze nel tratto acqueo entro
la soffolta, con le stazioni più centrali (n. 3, 4 e 5) caratterizzate da valori più bassi e compresi tra 17,33
g/mq e 33,93 g/mq e le stazioni agli estremi (2 e 6) aventi biomassa importante e superiore a 90 g/mq.
Presso tali stazioni entro la soffolta di Pellestrina (n. 2 e 3) la biomassa di vongole di taglia commerciale
stimata e variabile tra 10 e 12 g/mq, con valore medio di 11,26 g/mq, mentre le abbondanze appena al di
fuori della soffolta sono di 44,86 g/mq a Nord e di 79,37 g/mq a Sud.
Grafico 7.5: Rappresentazione della biomassa di C. gallina di taglia commerciale a Pellestrina.
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
120,00
140,00
160,00
Lido 1 Lido 2 Lido 3 Lido 4 Lido 5 Lido 6 Lido 7
g/m
q
stazione di campionamento
Biomassa di C. gallina di taglia commerciale a Lido di Venezia
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
120,00
140,00
160,00
Pellestrina 1 Pellestrina 2 Pellestrina 3 Pellestrina 4
g/m
q
stazione di campionamento
Biomassa di C. gallina di taglia commerciale a Pellestrina
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7.2.2 Distribuzione della popolazione di Chamelea gallina
I campioni raccolti con il cover nelle stazioni lungo i litorali di Lido di Venezia e Pellestrina hanno permesso
di valutare la distribuzione taglia-frequenza della popolazione di C. gallina. Per l’analisi la popolazione è
stata suddivisa in tre intervalli dimensionali in relazione alla taglia e all’età delle vongole:
1-15 mm: classe 0+, esemplari al primo anno di età;
16-24 mm: classe 1+, esemplari nel secondo anno di età;
≥25 mm: esemplari di taglia commerciale.
Litorale di Lido di Venezia
In quest’area sono stati effettuati campionamenti in 7 stazioni, due esterne alla soffolta e cinque interne.
I campioni esterni alla soffolta (stazioni Lido 1 e Lido 7, Graf. 7.6) mostrano una distribuzione dimensionale
della popolazione molto simile, mentre il numero di organismi rinvenuti nel campione è molto superiore
nella stazione più a Nord (Lido 1), con 209 esemplari contro i 40 della stazione Lido 7.
Grafico 7.6: Distribuzione percentuale delle classi dimensionali della popolazione di C. gallina alle stazioni di Lido di Venezia esterne alla soffolta.
Internamente alla soffolta sono stati effettuati 5 campionamenti (Lido 2-6, Graf. 7.7). Il numero di
esemplari di C. gallina trovato nei campioni è compreso tra 224 e 558. La distribuzione della popolazione
risulta molto simile nelle tre stazioni centrali, Lido 3, 4 e 5, mentre le stazioni 2 e 6 mostrano evidenti
differenze.
1-15 mm6,22%
16-24 mm62,68%
≥25 mm31,10%
Distribuzione per classi dimensionali
Lido 1 (n. 209)
1-15 mm7,50%
16-24 mm55,00%
≥25 mm37,50%
Distribuzione per classi dimensionali
Lido 7 (n. 40)
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Grafico 7.7: Distribuzione percentuale delle classi dimensionali della popolazione di C. gallina alle stazioni di Lido di Venezia interne alla soffolta.
1-15 mm4,66%
16-24 mm81,36%
≥25 mm13,98%
Distribuzione per classi dimensionali
Lido 2 (n. 558)
1-15 mm18,30%
16-24 mm79,02%
≥25 mm2,68%
Distribuzione per classi dimensionali
Lido 3 (n. 224)
1-15 mm21,59%
16-24 mm76,86%
≥25 mm1,54%
Distribuzione per classi dimensionali
Lido 4 (n. 389)
1-15 mm32,24%
16-24 mm62,30%
≥25 mm5,46%
Distribuzione per classi dimensionali
Lido 5 (n. 549)
1-15 mm6,13%
16-24 mm51,92%
≥25 mm41,95%
Distribuzione per classi dimensionali
Lido 6 (n.522)
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Litorale di Pellestrina
Nel grafico 7.8, che rappresenta la suddivisione in classi delle due stazioni esterne, si osserva che la
percentuale maggiore è riferita alla classe 1+; infatti, questi sono il 69,46% nella stazione Pellestrina 1 e
l’80,52% nella stazione Pellestrina 4.
Grafico 7.8: Distribuzione percentuale delle classi dimensionali della popolazione di C. gallina alle stazioni di Pellestrina esterne alla soffolta.
Le due stazioni interne alla soffolta, Pellestrina 2 e Pellestrina 3 (Graf. 7.9), presentano entrambe più del
70% della popolazione nella classe 16-24 mm (1+), rispettivamente 71,79% e 80,95%. Il numero di
esemplari per campione varia molto anche in questo caso, con 1.489 individui nel campione di Pellestrina 2
e 21 individui per Pellestrina 3.
Grafico 7.9: Distribuzione percentuale delle classi dimensionali della popolazione di C. gallina alle stazioni di Pellestrina interne alla soffolta.
1-15 mm29,34%
16-24 mm69,46%
≥25 mm1,20%
Distribuzione per classi dimensionali
Pellestrina 1 (n. 167)
1-15 mm3,90%
16-24 mm80,52%
≥25 mm15,58%
Distribuzione per classi dimensionali
Pellestrina 4 (n. 77)
1-15 mm25,32%
16-24 mm71,79%
≥25 mm2,89%
Distribuzione per classi dimensionali
Pellestrina 2 (n. 1.489)
1-15 mm0,00%
16-24 mm80,95%
≥25 mm19,05%
Distribuzione per classi dimensionali
Pellestrina 3 (n. 21)
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7.2.3 Valutazione della biomassa e distribuzione della popolazione di cappelunghe
La parte di monitoraggio relativa alla risorsa cappelunghe (Ensis minor e Solen marginatus) è stata
effettuata il giorno 18 settembre 2012 con pescate effettuate al di fuori della soffolta per motivi
strettamente inerenti la sicurezza del natante e dei suoi imbarcati. A Pellestrina l’indagine ha riguardato
solo la parte meridionale del litorale perché il rimanente tratto è caratterizzato da batimetrie ed areali
storicamente privi di tali molluschi bivalvi.
La valutazione è stata condotta con l’indagine di 9 stazioni di campionamento a Lido di Venezia e 2 stazioni
a Pellestrina. I campionamenti sono stati raggruppati in 4 distinte zone:
1. Lido Nord indagata con le stazioni 1 e 2.
2. Lido soffolta indagata con le stazioni 3, 4, 5 e 6.
3. Alberoni indagata con le stazioni 7, 8 e 9.
4. Pellestrina – Ca’ Roman indagata con le stazioni 10 e 11.
Si osserva che le abbondanze presentano un gradiente crescente in direzione Nord-Sud, con valori di
biomassa minimi e quasi nulli a Lido Nord (0,28 g/mq) e massimi a Pellestrina – Ca’ Roman, dove si attesta a
26,30 g/mq. Nelle zone intermedie è stata rilevata una biomassa di 5,16 g/mq davanti la soffolta di Lido di
Venezia e di quasi 10 g/mq in zona Alberoni.
La rappresentazione dei cannolicchi per classe dimensionale evidenzia che la maggior parte della
popolazione (52,7%) rientra nella coorte 80-99 mm, idonea ad essere pescata e commercializzata (taglia
minima di vendita pari a 80 mm – DM 16/07/1986), seguita dalla classe sub-commerciale 61-79 mm con il
40,7% (Graf. 7.10). Le classi dimensionali esterne (<60 mm e ≥100 mm) rappresentano rispettivamente
l’1,3% ed il 5,3% della popolazione totale.
Grafico 7.10: Popolazione di cannolicchi ripartita per classi dimensionali.
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
<60 mm 61-79 mm 80-99 mm ≥100 mm
%
classe dimensionale
Ripartizione dimensionale dei cannolicchi nell'area Lido di Venezia-Pellestrina
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8. OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
Il progetto FEP 04/ACO/2010 ha permesso di valutare alcuni sistemi di pesca praticati nei tratti costieri
antistanti i litorali di Lido di Venezia e Pellestrina e sperimentare eventuali soluzioni da praticare in futuro,
al fine di differenziare lo sforzo di pesca e le attività lungo la fascia costiera veneta.
Essendo la risorsa Sepia officinalis negli ultimi periodi in contrazione produttiva costante e non più
stagionale, è stata monitorata la pesca delle seppie con le nasse per valutare l’efficienza di questi attrezzi e
la loro capacità di fungere da captatori di uova di seppie e di essere utilizzate in azioni di ripopolamento
della specie. Attualmente le nasse sono oggetto di azioni di pulizia durante la stagione di pesca, in quanto le
uova di seppia a loro attaccate ne riducono la performance. Tale azione di pulizia, operata con getti d’acqua
ad elevata pressione, quali idropulitrice, o con agenti corrosivi, tipo soda caustica, determina la distruzione
di tutte le uova di seppia, ostacolando il naturale ripopolamento della specie.
Relativamente all’utilizzo sperimentale della soffolta per pratiche produttive di acquacoltura o pesca, si è
potuto constatare che dal punto di vista amministrativo/autorizzativo ed anche dal punto di vista
pratico/esecutivo queste strutture sommerse non possono essere utilizzate per ancorare o posizionare le
nasse per vincoli legati alla sicurezza dei bagnanti, della navigazione ed al mantenimento degli attrezzi da
pesca troppo esposti a mareggiate.
Azioni innovative possono essere applicate alla pesca con nasse sistemate in prossimità delle barriere
soffolte e più in generale in tutta la fascia costiera, in quanto gli attrezzi utilizzati si sono dimostrati assai
efficienti (soprattutto nei mesi di maggio e giugno), con alto coefficiente di selezione (le specie accessorie
sono minime e comunque di taglia commerciale) ed ottimi substrati per la captazione delle uova di seppia,
deposte in numero anche di alcune migliaia per nassa.
Considerata l’elevata capacità captativa di uova di seppia delle nasse e la contrazione produttiva di seppie
registrata negli ultimi anni è opportuno valutare l’imposizione di alcune regole agli operatori che praticano
stagionalmente questa pesca. Un’azione utile, e già indicata nelle diverse ordinanze, è l’obbligo,
attualmente rispettato da pochissimi operatori, di lasciare in acqua le nasse disarmate (aperte) fino alla fine
del mese di luglio per consentire alle uova di schiudersi. Una seconda operazione da effettuarsi durante la
stagione di pesca è quella di prevedere una raccolta delle uova di seppia al momento della pulizia delle
nasse, che può essere praticata con un cambio di attrezzi, stoccando quelli foderati di uova in apposite aree
nursery, o staccando con attenzione i grappoli dalle nasse e stoccarli all’interno di idonei contenitori in aree
precedentemente individuate sia in mare che in laguna.
I campionamenti effettuati all’interno delle barriere sommerse (soffolte) hanno permesso di appurare la
presenza di importanti quantitativi di C. gallina di taglia commerciale a Lido di Venezia (media di 61,49
g/mq) e di abbondanze meno marcate a Pellestrina (media pari a 11,26 g/mq). Le 5 stazioni indagate a Lido
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di Venezia hanno evidenziato l’esistenza di un gradiente distributivo della biomassa, in quanto i valori sono
più elevati alle estremità e più ridotti nella zona centrale.
Tale andamento probabilmente è dovuto al minore ricircolo della marea all’interno del tratto costa-
soffolta, riducendo di conseguenza anche l’apporto di nutrienti e rendendo l’habitat poco ottimale
all’insediamento delle vongole. D’altra parte le zone con alta densità distributiva di C. gallina, che non
subiscono alcuno sforzo di pesca e stanziano in un tratto costiero privo di elementi stressanti,
rappresentano probabilmente l’area nursery che contribuisce in modo significativo a sostenere la
produttività di tutto il litorale di Lido di Venezia.
Le diversità riscontrate tra i litorali di Lido di Venezia e Pellestrina sono probabilmente dovute alle diverse
modalità operative e alla differente tipologia di sabbia utilizzata per il rinascimento del litorale (a Pellestrina
sono state utilizzate le sabbie relitte di cava a largo).
Relativamente alla possibilità di utilizzare il prodotto stimato nel tratto acqueo interno alle soffolte per
attività di ripopolamento tramite lo spostamento di banchi naturali di esemplari di taglia sub commerciale e
per attività di pesca gestita, si suggerisce in via preliminare, di accantonare l’ipotesi per non intaccare
un’importante area nursery che sostiene la produzione di vongole di tutti i litorali veneziani.
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9. PRINCIPALI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Agriteco - Co.Ge.Vo. di Venezia, 2008. Valutazione di fenomeni di moria di Chamelea gallina (L.) nel Compartimento Marittimo di Venezia. Relazione del 12/09/2008. ARPAV, 2012. Bollettini del mare veneto di maggio 2012, giugno 2012 e luglio 2012. http://www.arpa.veneto.it Cecconi G., Libardo S., Cerasuolo C., 2005. Interventi per la difesa dei litorali veneziani. Cecconi G., Cerasuolo C., Curiel D., Riccato F., Rismondo A., Rosa Salva P., Torricelli P., 2008. Nuovi habitat costieri dalle opere per la difesa dal mare. Gli ambienti sommersi delle scogliere di Pellestrina e Malamocco. Quaderni Tecnici Magistrato alle Acque. Ferretti M., F. Lombardo, G. Romani, 1990. Metodi di Pesca dei Molluschi Bivalvi. Vongolare tradizionali e turbo soffianti. Quaderni ICRAP Pesca, 1 - II edizione 157 pp. Froglia C., 1975b. Osservazioni sull'accrescimento di Chamelea gallina (L.) ed Ensis minor (Chenu) nel Medio Adriatico. Quad. Lab. Tecnol. Pesca, 2 (1): 37-48. Guerra A., 2006. Ecology of Sepia officinalis. Vie et Milieu – Life & Environment, 56 (2): 97-107.
I.S.P.R.A., 2008. Sopralluogo nel Compartimento Marittimo di Venezia al fine di verificare la presenza di moria diffusa di vongola (Chamelea gallina). Relazione del 18/09/2008. Lazzarini R., Favretto J., Pellizzato M., 2006. Sperimentazioni per la gestione della risorsa Sepia officinalis L. nella laguna di Venezia.
Biol. Mar. Medit., 13 (1): 741-744.
Lucchetti A., 2003b. L’importanza della piccola pesca nella gestione delle risorse: la pesca con trappole in Medio Adriatico. Anno XX.
Il pesce, 2: 97-101.
Magistrato alle Acque - Agriteco, 2004. Studio B.6.78. Attività di monitoraggio alle Bocche di Porto: controllo delle comunità biologiche lagunari e marine. Verifica della risorsa molluschi bivalvi (Chamelea gallina). Rapporto finale. Prodotto dal concessionario Consorzio Venezia Nuova. Magistrato alle Acque - Agriteco, 2005-2012. Studio B.6.72/B1-B2-B3-B4-B5-B6-B7. Attività di monitoraggio alle Bocche di Porto: controllo delle comunità biologiche lagunari e marine. Verifica della risorsa molluschi bivalvi (Chamelea gallina). Rapporto finale. Prodotto dal concessionario Consorzio Venezia Nuova. Magistrato alle Acque - Agriteco, 2009. Attività urgenti di monitoraggio della risorsa molluschi bivalvi della specie Chamelea gallina nelle aree oggetto di prelievo e rinascimento del litorale di Sottomarina e Isola Verde – Comune di Chioggia. Prodotto dal concessionario Consorzio Venezia Nuova. Magistrato alle Acque - Agriteco, 2011. Interventi integrativi alle foci dei fiumi Brenta ed Adige. Interventi emergenziali a protezione dei litorali di Sottomarina e Isola Verde, in attuazione del protocollo di intesa sottoscritto il 6 marzo 2009 – stagione 2011. Rapporto finale. Prodotto dal concessionario Consorzio Venezia Nuova. Magistrato alle Acque - Agriteco, 2012. Interventi integrativi alle foci dei fiumi Brenta e Adige. Interventi emergenziali a protezione dei litorali di sottomarina e Isola Verde in attuazione del protocollo di Intesa sottoscritto il 6 marzo 2009 – Stagione 2011. Riqualificazione ambientale e produttiva dei litorali di Chioggia, Sottomarina ed Isola Verde. Rapporto finale.
Pellizzato M., T. Galvan, R. Lazzarini, P. Penzo, 2009. Le aree nursery di Chamelea gallina lungo il litorale veneziano: dieci anni di osservazioni (1998-2008). Biol. Mar. Medit., 16(1): 216-217. Regione Veneto – Co.Ge.Vo. Venezia e Chioggia, 2010. Progetto pilota finalizzato al monitoraggio delle risorse ittiche ed alla riduzione dello sforzo di pesca. Realizzazione dei primi interventi sperimentali (art.21 L.R. n.19/98) relativi alla vongola di mare (Chamelea gallina) in alto Adriatico. Dgr 3056 del 20.10.2009. Relazione Tecnica Fase I-II-III-IV e V e Relazione Tecnica di sintesi. Esecutore del Progetto - Agriteco. s.c. Università di Bologna – Laboratorio di Biologia marina e pesca, 2010. Adriatico, risorse ittiche ai minimi degli ultimi 17 anni.
Redazione di Agricoltura – i fatti, in collaborazione con il Servizio Economia Ittica della Regione Emilia Romagna.
Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Biologia - Biologia Marina in Chioggia, 2012. Progetto Clodia. Banca dati della
pesca a Chioggia. Sito web: http://chioggia.scienze.unipd.it