Programma di cooperazione Interreg V-A Italia Austria 2014 ...
Progetto Interreg 2007-2013 “Valorizzazione …...2012/12/10 · punta alla rivitalizzazione dei...
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“Valorizzazione
dell’architettura tradizionale,
tutela del paesaggio antropizzato
e del costruito” (ID 27462783)
Data 10/12/2012 Incontro pubblico
Ora inizio 16.00
Ora fine 18.30
Luogo Comunità Montana Via Romita, 13bis – Domodossola (VB, IT)
Valli dell’Ossola
Documento a cura di Elisa Genna (Centro Servizi Lapideo del V.C.O.)
rev. 00 del 12/12/2012
ENTE DI APPARTENENZA Soggetto
Ministro della Repubblica per la Coesione territoriale Fabrizio Barca
Sindaco Comune di Domodossola Mariano Cattrini
Presidente Comunità Montana Valli dell’Ossola Giovanni Francini
Sindaco Comune di Vogogna Presidente Commissione Montagna ANCI
Enrico Borghi
Sindaco Comune di Canosio (CN) Presidente Comunità Montana Valli Maira e Grana
Roberto Colombero
Sindaco Comune di Alpette (TO) Silvio Varetto
Sindaco Comune di Sauris (UD) Stefano Lucchini
Presidente CAIRE Ugo Baldini
UNCEM Vincenzo Luciano
Sindaco Comune Santa Croce del Sannio (BN) Presidente Comunità Montana Alto Tammaro
Antonio Di Maria
Sindaco Comune Transacqua (TN) Presidente Consorzio dei Comuni Trentini
Marino Simoni
Vice-presidente Green Building Council Marco Mari
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PROGRAMMA DELL’INCONTRO SALUTI ISTITUZIONALI
Mariano Cattrini, sindaco di Domodossola
Giovanni Francini, presidente Comunità Montana Valli dell’Ossola
I PILASTRI DELLO SVILUPPO MONTANO
Introduce e coordina
Enrico Borghi, sindaco di Vogogna (VB) e presidente Commissione Montagna ANCI
ACQUA
L’esperienza della Maira S.p.a
Roberto Colombero, sindaco Canosio (CN) e presidente Comunità Montana Valli Maira e Grana
PROGETTO BORGATE
Recupero e sviluppo delle borgate montane
Silvio Varetto, sindaco Alpette (TO)
TERRITORIO e TURISMO
Il sistema degli alberghi diffusi
Stefano Lucchini, sindaco Sauris (UD)
Una mappa per il rurale moderno
Ugo Baldini, presidente Caire
FORESTE
Comparto forestali, quale futuro
Vincenzo Luciano, Uncem
BANDA LARGA, NUOVE TECNOLOGIE E FOTOVOLTAICO
Il progetto Montagne verdi
Antonio Di Maria, sindaco Santa Croce del Sannio (BN) e presidente Comunità montana Alto Tammaro
OIL FREE ZONE
Il caso della Valle del Primiero
Marino Simoni, sindaco Transacqua (TN) e presidente Consorzio dei Comuni Trentini
CANTIERI UNCEM
Rating territoriale
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Marco Mari, Vice-presidente Green Building Council
CONCLUSIONI
Prof. Fabrizio Barca, Ministro per la Coesione Territoriale
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CONTENUTI DELL’INCONTRO
Saluti istituzionali
Presso la sede della Comunità Montana Valli dell’Ossola, alle ore 16.00, l’incontro viene avviato
e moderato dal dott. Enrico Borghi, che ringrazia i partecipanti ed il Ministro della Repubblica
per la Coesione territoriale prof. Fabrizio Barca per la presenza. Si augura che i lavori del
pomeriggio possano portare buoni frutti per tutto il comparto della montagna.
La parola viene ceduta, per i saluti da parte della città ospitante, al sindaco di Domodossola,
prof. Mariano Cattrini. Questi saluta il Ministro Barca e ringrazia il dott. Borghi per l’impegno e
per l’organizzazione dell’incontro. La discussione sulla montagna è aperta. L’area del Verbano
Cusio Ossola costituiva prima un territorio eminentemente industriale. Oggi, si sta cercando di
pensare a queste aree non come aree marginali: bisogna essere consapevoli che Domodossola
è a 1,5 ore da Berna e da Milano, e quindi nel cuore dell’Europa e al centro del “mondo”. Si
registra una nutrita scaletta di azioni alle quali pensare. Si sta lavorando perché l’unione tra
piccoli e grandi Comuni possa portare a buoni risultati.
La parola viene ceduta, quindi, dal dott. Borghi a Giovanni Francini, presidente della Comunità
Montana Valli dell’Ossola. Ringrazia il Ministro intervenuto. Riferisce di aver avuto l’opportunità
di uno scambio personale con lo stesso in precedenza per manifestargli il suo pensiero, i suoi
timori, le sue proposte. Il territorio montano ossolano costituisce un’area con grosse difficoltà.
Nei decenni scorsi, ha vissuto grazie allo sfruttamento delle risorse idriche endogene ed alla
forza dell’azienda elettrica Enel. Oggi, si deve prendere coscienza che non è più così. Sarebbe
fondamentale riuscire a sfruttare le risorse naturali: l’acqua e i dislivelli naturali. Riferisce di
avere conoscenza dell’esistenza di società svizzere interessate ad investire e sviluppare
quest’area territoriale. Riguardo al riparto dei fondi europei, è fondamentale che, nella loro
programmazione, si tenga conto dei Comuni sopra i 3 mila abitanti. È necessaria una maggiore
attenzione da parte del Governo italiano e della Regione Piemonte in ottica di gestire al meglio
i finanziamenti ed i progetti che ne usufruiranno. I progetti di cooperazione transfrontaliera
Interreg sono difficili da far rendere. È fondamentale riuscire a “sburocratizzare” e fare in
modo di sveltire le procedure.
Dopo i saluti e gli interventi di apertura, riprende la parola il dott. Enrico Borghi, il quale
riferisce che il Ministro Barca in questi giorni è impegnato nella programmazione strategica
2014-2020, con riferimento all’art. 174 del Trattato di Lisbona (vengono date priorità alle regioni
nelle quali l’intervento dell’Unione deve stabilirsi a favore della coesione economica, sociale e
territoriale, con attenzione particolare alle zone rurali o a quelle con handicap naturali
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permanenti). Il Ministro ha chiesto questo incontro con i soggetti operanti sul territorio al fine
di verificarne l’attività e le spinte verso l’innovazione.
Con questo appuntamento, si intende dare un quadro relativo ad esperienze nell’ambito delle
aree montane, come spunti per la futura programmazione.
La cifra vera della riaggregazione comunale è la capacità di creare soggetti che governano e
programmano sviluppo per la produzione di valore aggiunto. Si tratta di un meccanismo nel
quale coinvolgere sindaci e presidenti di comunità ed entità giuridiche, in ottica di ottimizzare
la gestione delle risorse.
L’Unione Europea certamente concederà risorse finanziarie ai territori montani: obiettivo è
mettere a valore le potenzialità di comunità e territorio. Il Ministro Barca, nella giornata di
sabato 15 dicembre p.v., vedrà i colleghi Profumo e Balduzzi per un confronto sui temi legati
alle aree interne. Si tratta di un confronto che si terrà a Roma e che porterà a trarre conclusioni
entro breve tempo, visti anche gli sviluppi in ambito politico nazionale.
ACQUA
L’esperienza della Maira s.p.a.
A questo punto, il dott. Borghi cede la parola ai relatori invitati all’incontro su alcuni elementi
chiave della montagna. Le relazioni sono avviate con il tema dell’acqua, presentando
l’esperienza della Maira spa attraverso la relazione del prof. Roberto Colombero, sindaco di
Canosio (CN) e presidente della Comunità Montana Valli Maira e Grana.
Questi riferisce che la Comunità Montana suddetta ha portato a termine il cantiere per la
realizzazione della seconda centrale idroelettrica. L’obiettivo era la valorizzazione delle risorse
idriche e dell’ambiente. L’optimum è stato combinare l’interesse pubblico con la capacità di
valorizzazione delle risorse private.
La Società idroelettrica è per il 51% di proprietà della Comunità Montana Valli Maira e Grana e
per il 49% di proprietà di soggetti privati. Esiste anche una partnership finanziaria. La Società fa
utili tenendo conto di esternalità sul territorio. Il territorio vive prevalentemente sul turismo e
vede la realizzazione di interventi sostenibili.
La centrale realizzata nel 2006 ha un target di 11 milioni di kWh e dà energia a 3670 famiglie.
Essa è inserita, perfettamente integrata nell’ambiente ed è divenuta anche meta turistica. Dal
2007 ad oggi si è passati da 6.8 a 12 GW. La nuova centrale, a fronte di un investimento di 4
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milioni di euro, produce 3.5 GW, con un fatturato di 800 mila euro/anno. Tale centrale
contribuisce a fornire una scuola media, un convitto, le case di riposo ed un centro sportivo
locali.
È importante informare sulle attività che si svolgono sul territorio. Qualcuno deve consentire il
funzionamento di un prototipo con un potenziale elevato, ma non si può far muovere una
Ferrari senza assicurarle il carburante. È necessario un impegno verso una gestione coerente
delle risorse. L’attuale Legge regionale non ha memoria. Il territorio montano ha una grande
storia e non è per nulla marginale (come correttamente sottolineava il sindaco di Domodossola
nel suo intervento di apertura). Bisogna essere consci di vivere in un’area al centro di un
progetto che si chiama Europa. Il Verbano Cusio Ossola e le aree montane hanno un grande
passato, è necessario gestire il presente e dare opportunità per la costruzione di un futuro
certo.
PROGETTO BORGATE
Recupero e sviluppo delle borgate montane
Prende la parola il sindaco di Alpette (TO), Silvio Varetto. Sostiene che è necessario rivolgere
l’attenzione verso il territorio montano ed ambiti (quali quello di Alpette e dell’intorno nel
quale è presente il Parco Nazionale del Gran Paradiso). Le risorse pubbliche sono carenti ed è
necessario puntare il più possibile sulle risorse private.
Si è attualmente in possesso dei numeri relativi alla presentazione delle manifestazioni di
interesse sul progetto Borgate UNCEM (bando pubblicato in estate). Hanno partecipato:
- 50 imprese edili
- 200 professionisti
- 50 Comuni.
Si tratta di pensare ad interventi in chiave nuova, contemporanea, con l’obiettivo di
dimenticare e cancellare gli sviluppi selvaggi e lo scempio degli anni settanta del Novecento. Lo
scopo è quello di recuperare antichi borghi e non di creare seconde case. Per i territori montani,
si sente la necessità di ricreare un’economia delle terre alte, approfondendo e sviluppando
tematiche quali la domotica, la green economy, la riqualificazione con utilizzo del legno, il
recupero della pietra, etc.
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Nel 2009, la Regione Piemonte aveva lanciato la Misura 322 del Piano di Sviluppo Rurale. Si
consentivano precisi sgravi burocratici e fiscali. I sindaci stanno facendo la loro parte.
Esiste un modello di recupero di Langhe, Oncini, Ostana, Appennino, Liguria, grazie
all’intervento dei privati.
La montagna può dare risposte nuove per una nuova economia ed un sapiente sviluppo sui
temi:
- della messa in sicurezza del territorio;
- della valorizzazione e della creazione di opportunità di sviluppo (valorizzazione delle
eccellenze locali);
- del ritorno alle radici per giovani ed immigrati, guardando al futuro nel rispetto della
tradizione (filiera corta, alimentazione…).
L’attenzione deve essere rivolta anche ai Regolamenti edilizi, al piano colore, ad occasioni di
formazione nel Canavese. La Comunità Montana ha aderito al progetto borghi sostenibili, ha
messo in piedi “Abitare sostenibile” per la riqualificazione sostenibile e per la creazione di un
sistema di alberghi diffusi, in grado di fungere da volano economico: tutto ciò in assenza di
un’adeguata Legge Regionale.
TERRITORIO E TURISMO
Il sistema degli alberghi diffusi
Il sindaco di Sauris (UD) Stefano Lucchini riferisce che l’idea del sistema degli alberghi diffusi
nasce in Carnia negli anni settanta del Novecento con l’esigenza di recuperare nei centri storici
volumi rurali inutilizzati a causa dell’esodo degli abitanti e delle conseguenti attività che vi
ruotavano intorno. Nasce da un’idea di Leonardo Zanier. Il progetto sul Comune di Sauris nasce
nel 1983.
Poche Regioni hanno legiferato e, quando lo hanno fatto, hanno prodotto esiti difforme. Il
legislatore nazionale dovrebbe fare chiarezza. È necessario che si definiscano requisiti base di
questo sistema di ricettività. Il connubio comunità-territorio è fondamentale.
Il target degli utenti dell’albergo diffuso è medio-alto. Il progetto non è solo turistico, in quanto
punta alla rivitalizzazione dei centri storici, garantendo una disponibilità di posti letto 365 giorni
all’anno. La ricettività turistica coincide con il concetto di albergo diffuso, prevdendo anche il
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coinvolgimento dei privati. A distanza di 15 anni dalla realizzazione del primo albergo diffuso, i
residenti hanno riscontrato un beneficio, grazie all’incremento dello stile e della qualità della
vita, ed un incremento del valore delle proprietà.
Si tratta di un esempio esportabile.
Attualmente, si sta lavorando in Slovenia, in Croazia, in Serbia e Montenegro, in Albania.
Il modello è quello di una gestione centralizzata di unità diffuse. Il proprietario cede la sua
proprietà ad una società che si occupa effettivamente in toto della gestione degli immobili. Si
tratta di un piano di sviluppo locale.
L’albergo diffuso è un concept di comunità ospitale. Tutti gli attori sono partecipi dello sviluppo
del modello (panettiere, rifornimento, etc.). L’ospite temporaneo deve sentirsi “coccolato”.
Tutti devono essere partecipi. Il percorso va fatto insieme con la comunità.
L’albergo diffuso è una best practice per la Comunità Europea.
Grazie alla Legge Regionale Friuli Venezia Giulia, nel periodo 2000-2006 sono stati finanziati e
realizzati 856 posti letto; nel periodo 2007-2013, ne sono stati realizzati 1085. Il Comune di
Sauris ha 140 posti letto. L’anno 2012 si chiuderà con 8 mila presenze transitate nel Comune
grazie al sistema dell’albergo diffuso.
Sui ristoranti del territorio, sui due agriturismi, sui due rifugi, tutti gli alpeggi si registra
un’elevata ricaduta economica.
Si tratta di uno strumento straordinario, che va potenziato su tutto il territorio nazionale e nel
rispetto delle peculiarità/flessibilità di ciascuna area.
Una mappa per il rurale moderno
L’arch. Ugo Baldini, presidente CAIRE, nel suo intervento, propone un’esperienza tedesca di
governance urbana e rurale.
Riferisce che le Comunità Montane sono scomparse, le Province sono in crisi, l’intercomunalità
incerta.
Si è pensato di fare e di proporre alcune valutazioni a livello generale su:
1) situazione del territorio rurale con una popolazione minima al di sotto dei 2000 abitanti. Si
registrano:
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- 2457 Comuni in montagna in Italia
- 862 Comuni rurali (dei quali 413 in territori montani) in Piemonte
2) Comuni poveri e con densità rara (nei quali sussistono gravi problemi di manutenzione):
- 4835 in Italia
- 3228 in montagna
3) centralità molto differente: esistono Comuni legati alle metropoli ed altri molto periferici
4) accessibilità variegate per la perdita di centralità
5) problemi di ospitalità/rarefazione
6) accessibilità ai servizi (anche nel nord si registrano situazioni critiche).
I Comuni piccoli, in sistemi locali deboli, non avranno città di riferimento per negoziare il loro
sviluppo. Sotto i 2000 abitanti, ci sono problemi rilevanti di fornitura dei servizi.
Sono state analizzate dinamiche demografiche crescenti/decrescenti.
Dalle analisi e dalle sintesi svolte, si evince che la Val d’Ossola e la Val Tanaro sono le
maggiormente critiche nel contesto dell’Italia settentrionale.
In Germania, esistono sistemi urbani (senza l’organizzazione in Province) e sistemi rurali forti e
per nulla marginali (includono il 68% della popolazione ed il 90% della superficie). Portando in
Italia il sistema tedesco, di fronte alla crisi di sistemi intermedi, sarebbe possibile
riprogrammare le città e le campagne con governi differenti e non subalterni. In Piemonte, le
risorse ambientali sono concentrate sulle montagne. Perché una Ferrari si muova è necessario
che sia rifornita di carburante, ma questo deve essere idoneo.
Rappresentante della Comunità Montana Val Chiavenna
La Comunità Montana Val Chiavenna conta 24 mila abitanti, 13 Comuni e la Provincia di Sondrio.
Lì, la Comunità Montana esiste ancora. Il territorio fu anche pensato per gestire funzioni
differenti in ottica di garantire una collaborazione ed una gestione associata di servizi.
La direzione è quella rivolta verso la messa in discussione dell’assetto delle istituzioni. Si tratta
di un progetto di fusione di 13 Comuni in uno unico di valle ricco nell’ambito della Comunità
Montana, con l’obiettivo di:
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- alzare il livello dei servizi;
- instaurare un miglior rapporto servizi/economie.
Le resistenze sono relative al:
- riposizionamento del personale amministrativo;
- peso dei localismi;
- timore del cambiamento.
I cittadini chiedono cambiamento. La fusione può valorizzare la ricchezza dei singoli Comuni e
potenziarla. Sarà mantenuto un sistema di municipi per garantire la democrazia ed una
presenza capillare sul territorio. L’unione di piccole comunità costituisce una grande forza.
L’incontro odierno intende porre all’attenzione del Governo tutte le risorse e le criticità di tali
aree fortemente connotanti il territorio e la cultura del nostro Paese, facendo leva su enti già
istituiti a tale scopo, come ANCI e UNCEM.
Si tratta di assumere delle responsabilità per essere pronti alle sfide del futuro europee (risorse
e finanziamenti) e con lo scopo di fungere da catalizzatori di risorse e competenze. È
necessario osare, avere coraggio per superare posizioni difensive in ottica di:
- riavvicinare i cittadini alla politica (semplificazione);
- riavvicinare i Comuni ai livelli sovra-locali più grandi e statali;
- insieme con il Governo centrale, trovare una strada per essere protagonisti (per
esempio, in Valtellina ed in Val Chiavenna esistono dighe con concessioni scadute, che
hanno necessità di vedere un loro rinnovo, per una riattivazione dei servizi). Sono
necessari bandi allo scopo di dare opportunità ai territori. Tutto questo si può fare con
la piena collaborazione da tutte le parti e con la promessa di sedersi periodicamente
attorno a tavoli di lavoro per un confronto sulle tematiche più spinose e sulle quali sono
necessarie decisioni urgenti.
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FORESTE
Comparto forestali, quale futuro
Vincenzo Luciano dell’UNCEM esordisce prendendo atto dei drammi economici e politici
gravanti sul sistema del lavoro. Approfondimenti e attenzione agli aspetti rurali, alla
biodiversità, al sistema forestale multifunzionale potrebbero aprire nuovi spiragli. Interessante
è il discorso intorno all’utilizzo delle biomasse legnose.
Sarà necessario prevedere norme stringenti: nel sud Italia, si sta assistendo ad un’operazione
selvaggia di accaparramento dei boschi, anche in realtà di notevole pregio, come nel Parco
Nazionale del Cilento.
Il 70% delle foreste italiane è mal gestito e sta correndo gravi rischi di saccheggio.
È necessario rilanciare funzioni grazie ai lavoratori forestali, con interventi di prevenzione, lotta
agli incendi, protezione civile. Oggi, si tratta di azioni svolte con elevata professionalità.
Purtroppo, nessuno (sia tra i mass-media che tra le discussioni intorno ai tavoli politici) mette
mai in evidenza questi interventi degni di nota.
Grazie all’utilizzo di lavoratori in economia diretta si riesce a far fronte ai costi che i Comuni non
riuscirebbero (o farebbero fatica) ad affrontare.
La stabilità del comparto deve diventare uno degli obiettivi, con una programmazione più
attenta ed interventi finanziari oculatamente pianificati.
Allo stato attuale, si registra la criticità di 4500 lavoratori che non percepiscono spettanze da
mesi. Ciò genera impoverimento su 16 milioni di ettari (che corrispondono al 50% del territorio
nazionale).
Centrale è il ruolo della forestazione. UNCEM e ANCI stanno lavorando per riconoscere un
nuovo status di lavoratore forestale. C’è un sistema di contrattazione che va armonizzato, con
regole importanti.
Si deve dar merito al dicastero del Ministro Barca di aver concesso fondi per progetti di
forestazione a favore del sud Italia.
Riguardo al concetto di governance, è necessario smettere di mantenere fermezza su alcune
idee fallaci. Bisogna credere nella certezza e validità della normativa ed è necessario evitare
l’istituzione di soggetti (aziende, enti) con i quali si rischia uno sperpero di risorse. La
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forestazione deve rimanere in capo alle istituzioni centrali, alle unioni di Comunità Montane e
ad enti locali operanti sul territorio.
BANDA LARGA, NUOVE TECNOLOGIE E FOTOVOLTAICO
Il progetto Montagne Verdi
Antonio di Maria, sindaco di Santa Croce del Sannio (BN) e presidente della Comunità Montana
Alto Tammaro, riferisce che la menzionata Comunità Montana conta 17 Comuni e 50 mila
abitanti.
Il progetto “Montagne Verdi 2010” tratta aspetti di sviluppo sostenibile della Comunità
Montana. Si è trattato di un’opportunità politica e di immagine. Prevede la realizzazione di un
programma integrato per la valorizzazione ed il rilancio delle potenzialità offerte dalla green
economy e dal turismo ambientale, dai cicli di produzione dell’energia, da investimenti diretti
sul territorio.
È necessario porre il fattore ecologico/economico alla base di uno sviluppo eco-sostenibile delle
Comunità Montane.
Relativamente al progetto, sono state sviluppate due fasi:
- il progetto;
- l’installazione di pannelli fotovoltaici (fonti rinnovabili) senza alcun onere a carico dei
Comuni (si trattava di una ricchezza per il territorio e per gli stessi Comuni).
A partire dal progetto, sono state definite alcune priorità e proposte di progetto. È stato
sottoscritto un protocollo di intesa con l’individuazione di linee strategiche:
- sostenibilità ambientale;
- turismo (con attivazione di un G.A.L.) e sistema per la valorizzazione del patrimonio
turistico-paesaggistico-culturale in fase di start-up;
- energia, con la promozione di edifici che utilizzano fonti rinnovabili.
Si tratta di un progetto che mira all’autosufficienza energetica con l’obiettivo di svincolarsi
dalla finanza pubblica, sfruttando la ricchezza di Comunità Montane, perché queste aree
possano diventare protagoniste e costituire un’alternativa alle aree urbanizzate.
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Si vuole dar risalto al fatto che molti progetti sono cantierabili, ma non avviabili in quanto si
scontrano con una normativa che impedisce lo sviluppo degli stessi. In questo senso, viene
chiesta una collaborazione al Ministro Barca.
Antonio Di Maria conclude il suo intervento ringraziando il dott. Borghi, per l’organizzazione
dell’incontro, e l’UNCEM.
OIL FREE ZONE
Il caso della Valle del Primiero
Marino Simoni, sindaco di Transacqua (TN) e presidente del Consorzio dei Comuni Trentini,
riferisce sul progetto Oil Free Zone, ossia su un intervento mirante alla:
- depurazione dell’aria da oli combustibili;
- valorizzazione dell’acqua (energia idroelettrica);
- valorizzazione del legno (teleriscaldamento);
- valorizzazione delle deiezioni animali (gas).
È stata costituita una società che ha acquisito l’ex-Enel. Ha un fatturato di 70 milioni di euro e
con un impegno di 95 persone fisiche locali che lavorano nella società.
Oggi, si sta cercando anche di rivolgere l’attenzione e di eseguire sperimentazioni sull’idrogeno
per i periodi di bassa produzione con altre fonti.
Esistono boschi certificati IFC (SFC).
Si tratta di una realtà monitorata dalla Comunità Europea e dall’UNESCO (le Dolomiti sono un
patrimonio UNESCO).
L’E.SCO primiero lavora per la valorizzazione del patrimonio energetico esistente (corpi
illuminanti).
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CANTIERI UNCEM
Rating territoriale
Marco Mari, vice-presidente del Green Building Council Italia, riferisce che, perché il Paese
acquisti credibilità a livello nazionale, è necessario puntare sulla:
- qualità
- competitività,
aspetti che sono da considerarsi fondamentali.
Il progetto Green Communities ha lo scopo di mediare la strategia di valutazione e
valorizzazione del territorio. Da qui deriva anche il progetto Green Mountains. Dall’attenzione e
certificazione degli alimenti, alla certificazione dell’edificio, andando nella direzione della
certificazione delle comunità, a più ampia scala (Green Communities). È necessario utilizzare il
modello dell’edificio e trasporlo sul territorio.
Attraverso la messa a punto di un sistema decisionale e di un sistema di valutazione, si può dare
visione di tutti gli assi per avere una misura della performance del territorio.
Per la fruizione dei finanziamenti pubblici, è necessario rendicontare, ossia:
- rendersi conto
- rendere conto
- affrontare la complessità.
Su ciascuno degli assi, è necessario puntare allo sviluppo ed alla valorizzazione del personale.
Terminati gli interventi e chiesto scusa ai relatori che non sono potuti intervenire (Franco
D’Amore e Giuseppe Tresso di UNCEM, che avrebbero dovuto relazionare intorno ai temi
dell’efficientamento energetico degli edifici e della valorizzazione del patrimonio boschivo), il
dott. Enrico Borghi riprende la parola sottolineando l’interesse degli interventi proposti,
attraverso i quali è stato possibile raccontare e fornire al Ministro Barca ed ai suoi collaboratori
una “cassetta degli attrezzi” per continuare a lavorare con attenzione anche alle realtà
montane, al fine di comprendere se insieme è possibile programmare il futuro. Il dott. Borghi
lascia la parola al Ministro Borghi per alcune riflessioni e le conclusioni prima che lo stesso si
diriga verso l’aeroporto per il rientro a Roma in serata per altri impegni istituzionali.
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CONCLUSIONI
Ministro per la Coesione Territoriale
Il Ministro Fabrizio Barca riferisce che, nella giornata di sabato 15 dicembre p.v., a Roma, si
svolgerà un incontro sul tema delle “aree interne”. L’incontro sarà trasmesso via streaming a
partire dalle ore 9.30 e fino al pomeriggio.
Sottolinea che il suo intervento non si propone di essere una relazione, ma semplicemente un
intervento che intende mettere in risalto alcuni spunti scaturiti dalle relazioni presentate e
tirare qualche conclusione.
Il progetto sul governo della montagna nasce dalla piena consapevolezza della diversificazione
e della diversità propria dei territori montani italiani, che altri Paesi non hanno e che invidiano al
nostro.
La linea è quella che mira ad un riavvicinamento sistematico allo Stato, a tutti i livelli di governo.
Nel farlo, è necessario operare non come succede spesso in Italia e non nell’ottica di
regolamentare tutto, perché ciò porterebbe ad una paralisi totale. La normativa deve essere
abilitante (e non causa di handicap), a partire da quello che già esiste per fungere da traccia per
la programmazione strategica futura (2014-2020).
La politica nazionale è rilevante per quest’area, ma non esiste una politica matura per un
ridisegno istituzionale.
Sostiene che sono individuabili alcune direzioni e settori concreti verso i quali tendere e da
sviluppare:
- energia
- cave
- solare eolico
- anti-sismico
- rischi
- …
È necessario lavorare ad una rinegoziazione delle condizioni di impiego delle risorse.
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È necessario lavorare alla redazione di norme omogenee per la definizione di alcuni standard
condivisi e validi per tutti (come nel settore della ricettività e degli alberghi diffusi), che hanno
necessità di un riconoscimento dall’alto con regole generali uguali per tutti. Ma bisogna non
imbracare eccessivamente, poi, gli enti locali, pena la invendibilità di un sistema, di un servizio,
di un prodotto, di una fonte potenziale di reddito e di volano per l’economia dei territori.
Si deve puntare ad una politica per le piattaforme di servizio:
- piattaforme scolastiche
- piattaforme della salute
- piattaforme per l’accessibilità ferroviaria,
che stanno alla base della definizione delle strategie per le aree interne.
È necessario puntare anche alla visibilità delle azioni esistenti: narrativa nazionale, poesia,
cultura, ricollegamento e mantenimento della storia. Tutto ciò riguarda le ricchezze di una
Nazione ed il suo interesse a farle vivere, sfruttarle e potenziarle. Questi aspetti non possono
riguardare i fondi comunitari. I fondi comunitari devono essere pensati come aggiuntivi e non
visti come uno sgravio per le Amministrazioni locali.
Sono necessari, quindi, alcuni interventi strategici:
- definire regole generali;
- modificare radicalmente l’approccio per avere “risultati attesi” e monitoraggi aperti ed
accessibili a tutti;
- avere un ruolo di presidio nazionale per occasioni di confronto e di trasferimento di
pratiche significative;
- lavorare a progetti integrati tenendo conto dei risultati attesi (non attenzione al solo
l’intervento di recupero od al corso di formazione od all’evento fine a se stesso, ma
guardando all’importanza del risultato atteso nel suo complesso);
- far emergere l’attaccamento all’identità, che non si manifesti come chiusura all’esterno.
Tutelare delle filiere, ma evitare la formazione di chiusure comunitaristiche, che
impoverirebbero le possibilità di interi comparti;
- lavorare sulla governance: ha senso la diversificazione delle unioni di Comuni
prevedendo, come requisito base, alleanze con quegli stessi soggetti, con i quali sono
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Progetto Interreg 2007-2013
“Valorizzazione
dell’architettura tradizionale,
tutela del paesaggio antropizzato
e del costruito” (ID 27462783)
avviate (o si intendono avviare) attività di progettazione e rinegoziazione delle
concessioni.
È importante essere consapevoli del fatto che non si ha certezza di una nuova programmazione
per il finanziamento di nuovi progetti a livello europeo. Forti di questa consapevolezza, è
necessario guardare a quanto si è fatto e si sta facendo (ai progetti conclusi ed a quelli in
corso), i cui esiti o dati in itinere possano essere utili per una co-progettazione della nuova
programmazione. Il Ministro sottolinea che questo non è certamente il momento per tirare
fuori nuove proposte e nuovi progetti.
Ringrazia per l’incontro.
L’incontro si conclude alle ore 18.15.