Progetto EDUC 2013: La città di chi?

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PROGETTO

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  • 1. PROGETTO

2. LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO FRA SALIMBENEPRESENTA Citt di chi? 3. Questa esperienza ci ha condotto alla riflessione su alcuni temi integranti della didattica di ogni disciplina e alla realizzazione di percorsi che hanno visto come protagonisti i nostri alunni e la loro creativit. Il tema Citta di chi? stato affrontato da diversi punti di vista. Le classi prime hanno affrontato iltema sullaccoglienza in modo originale. 4. Laccoglienza attraverso la fotografiaAttraverso bellissimi scatti di fotografia, la classe I E ha elaborato un La fotografia: guardare con gli occhi percorso che ha condotto i ragazzi alla conoscenza del s e dellaltro. Una dellaltro narrazione interna: la storia di ognuno di questi alunni che intraprendono un nuovo percorso scolastico, fatto di nuove esperienze e conoscenze. 5. Classe I G Incontriamo le parole La ricerca delle origini e della storia delle parole come coesione, diversit, uguaglianza, ha contribuito a rendere pi consapevoli gli alunni della I G, sullimportanza e luso che si fa della lingua italiana, una lingua viva ed in continua evoluzione. 6. Laccoglienza attraverso larte Le classi I A, IC e I D hanno focalizzato lattenzione sul tema dellaccoglienza attraverso larte; riproduzioni artistiche finalizzate al lavoro di gruppo e allaccoglienza, cogliendo le dinamiche checontinuamente si creano nella formazione di nuovi gruppi. 7. Classe III A La solidariet nelle pagine della Costituzione: lesperienza della scuola in ospedale. Sempre ispirati dal progetto EDUC, le classi terze hanno, invece, affrontato il tema della convivenza e della partecipazione civica attraverso la lettura di alcuni articoli della nostra Costituzione. E partendo da questo lavoro, la classe III A ha affrontato il temadella solidariet nelle pagine della Costituzione. Un tema che questi ragazzi conoscono attraverso lesperienza diretta e la partecipazione alle iniziative della Scuola in ospedale 8. Ogni cittadino ha il diritto al lavoro,il cittadino ha il dovere di svolgere secondo leproprie possibilita e che sia utile alla comunita materialmente e spiritualmente. 9. Classe III F Intervista alla Costituzione Nella classe terza F, la Costituzione si personifica in un personaggio a cui i ragazzi rivolgono unintervista e affrontano alcuni articoli attuali della nostra carta costituzionale. 10. Classe I B La poesia, le parole e le immagini La poesia il tema con cui la classe I B harealizzato un percorso di scrittura creativa. Attraverso la manipolazione della parola, i ragazzi hanno affrontato il temadellamicizia, della paura, dellangoscia e della gioia. 11. Piccole sceneggiature e la successiva creazione di fumetti attorno ad alcuni articoli della Costituzione, sono gli ingredienti scelti dagli alunni della classe III E. .Spiegare la costituzione attraverso i fumetti ha permesso ai ragazzi di capirne e apprezzarne i valori, attraverso un testo scorrevole e che attraverso luso delle immagini rende concetti complessi pi espliciti e chiari. 12. La classe terza D trasforma le aule scolastiche in uno studio televisivo, in cui linsegnante e i ragazzi improvvisano il programma lEredit : attraverso la messa in scena i ragazzi dimostrano unottima preparazione sui contenuti della nostra Costituzione. 13. Un contributo di alcune bravissime alunne della classe terza C: una profonda e attenta riflessione sul tema della Costituzione... 14. Classe III C: a lezione di Costituzione La Costituzione un documento fondamentale per la convivenza. Ma a cosa serve in concreto? Essa la legge delle leggi che ispira e regola tutte le altre e cerca di garantire il reale vivere comune. La Costituzione relativamente recente, essendo la prima vera e propria costituzione italiana, non pu infatti essere considerato tale lo Statuto Albertino di emanazione monarchica. E stata scritta tra il 1946 e il 1948 e promulgata esattamente in questultimo anno. La Costituzione formata da 139 articoli suddivisi in quattro sezioni: PRINCIPI FONDAMENTALI (art. 1-12) DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI (art. 13-54) ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA (art. 55-139) DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI 15. E allora voi capite da questo che la nostra costituzione in parte una realt, ma soltanto in parte una realt. In parte ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi! () Ma non una costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, una costituzione che apre le vie verso lavvenire. Non voglio dire rivoluzionaria, perch per rivoluzione nel linguaggio comune sintende qualche cosa che sovverte violentemente, ma una costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira alla trasformazione di questa societ. () Per, vedete, la costituzione non una macchina che una volta messa in moto va avanti da s. La costituzione un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perch si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro limpegno, lo spirito, la volont di mantenere queste promesse, la propria responsabilit. () 16. Parole lanciate al vento in un luogo in cui la vita veniva strappata dalle dolci membra del pi debole. Ecco, i nostri coraggiosi partigiani combatterono per questo, per dare ai propri discendenti una reale libert! Fu nel dopoguerra che la situazione politica italiana cambi radicalmente, ormai non vi era pi n il fascismo, n la monarchia e il riassemblaggio della popolazione e la ricostruzione di un panorama culturale ormai inesistente, crollato e scomparso come unintera citt dopo un forte terremoto, spettava al Comitato di Liberazione Nazionale che nel marzo-aprile del 1945 indusse le prime elezioni comunali, anche se lItalia fu formalmente libera solo il 25 Aprile dello stesso anno. 17. Ora leggo nellarticolo 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilit e la propria scelta, un'attivit o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della societ; cos comprendo che solo quando ci sar raggiunto si potr dire che larticolo 1: LItalia una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranit appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione corrisponder alla verit. Scorro con gli occhi di qualche riga, giro le pagine per essere ispirata da quel dolce rumore di foglio che viene mosso, mi immagino i costituenti riuniti per decidere le sorti della loro nazione, penso nella mente ai lori discorsi e alle mie orecchie pare quasi di sentirli. Ed proprio adesso che davanti ai miei occhi capita larticolo 22, che mi colpisce per le sue parole, brevi, ma di grande effetto: Nessuno pu essere privato, per motivi politici, della capacit giuridica, della cittadinanza, del nome. 18. E ora, quando ormai giungo alla fine, comprendo quanto sia stata difficile per me questa revisione interiore. I miei occhi fluttuano nel bianco delle pagine che sembrano avere una storia da raccontare, una lunga storia che in pochi hanno voglia di sentire. Mi soffermo in particolare sulla disposizione transitoria XII: vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilit per i capi responsabili del regime fascista. E proprio nel momento in cui credevo di aver capito tutto, sento un odore amaro che non mi fa allontanare dal triste passato, troppo recente per essere dimenticato. 19. Questa era lItalia dei nostri nonni e dei loro genitori, lItalia che noi giovani abbiamo forse dimenticato o che, per paura di dover rivivere quella difficile situazione, cerchiamo di scordare. Era lItalia delle vivide riprese cinematografiche, lItalia dei comizi che si tenevano per strada, in mezzo alle persone, lItalia di quei giovani che erano costretti a rifarla. LItalia, s, erano costretti a ricostruirsela loro, erano costretti a ricostruire il proprio paese. Ed erano in qualche modo felici che fossero stati fatti passi avanti verso una reale emancipazione, tremendamente contenti di poter urlare le proprie idee, ma anche sorprendentemente afflitti dallidea di non essere allaltezza dei loro predecessori. Era questa lItalia degli anni 50, unItalia che cera, anche se ridotta a brandelli, che pareva polvere, che sembrava sgretolarsi. Era questa lItalia degli anni 50, quella che cercava in tutti i modi di rinnovarsi. Oggi non abbiamo il diritto di giudicarla con la mentalit attuale o senza considerare attentamente il passato; al contrario dobbiamo sempre ricordare che le persone di quellepoca hanno reso grande il nostro Paese. (Giulia Lanzafame Classe 3C) 20. Docenti: Sofia Castello Claudia Cattivelli Franca Guerra Raffaella Morini Stefania Popoli Stefania Rastelli Laura Verdi Maria Zambonini Chiara Zanetti