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ISTITUTO COMPRENSIVO DI BAGNOLO MELLA Provincia di Brescia A N N O S C O L A S T I C O 2 0 0 5 / 0 6 A T T I Aprile 2006 1

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ISTITUTO COMPRENSIVO DI BAGNOLO MELLA Provincia di Brescia

A N N O S C O L A S T I C O 2 0 0 5 / 0 6

A T T I

Aprile 2006

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Documento introduttivo a cura del Consiglio di Istituto

Le dimensioni dello “stare bene a scuola”

CONTRIBUTO: Le dimensioni dell’alunno che l’Istituto ritiene significative rispetto allo “star bene” e che costituiscono il riferimento per la propria azione sono quelle definite nella “mission” e dalla politica della qualità della scuola. L’Istituto Comprensivo di Bagnolo Mella, nell’ambito della sua autonomia e coerentemente alle finalità ed agli obiettivi generali ministeriali, tenendo conto delle diverse esigenze degli allievi, delle famiglie e del territorio basa tutta la sua attività didattico-formativa sui seguenti principi:

• lo sviluppo dell’identità personale sotto il profilo corporeo, intellettivo e psico-dinamico in particolare nella scuola dell’infanzia

• la promozione della crescita personale, sociale e culturale degli alunni attraverso l’acquisizione di tutti i fondamentali tipi di linguaggio e il raggiungimento di un adeguato livello di padronanza dei quadri concettuali, delle abilità e delle modalità di indagine

• la promozione di relazioni interpersonali corrette e rispettose delle diversità e dei ruoli

• lo sviluppo di capacità progettuali rispetto alla propria vita attraverso attività di orientamento e occasioni di auto-orientamento in particolare per gli alunni in uscita dalla scuola secondaria di primo grado

• la promozione di comportamenti individuali e collettivi volti al rispetto della persona e dell’ambiente

Le dimensioni dell’alunno che l’Istituto ritiene significative e che costituiscono il riferimento per la valutazione dell’alunno e la costruzione del “Portfolio” consistono in:

PERSONA Chi sono? IDENTITA' STIMA DI SE' AUTOCONTROLLO Come agisco? AUTONOMIA AUTONOMIA PERSONALE GESTIONE DELLE COSE SCELTE SCOLASTICHE Con gli altri? SOCIALITA' RELAZIONI INTERPERSONALI RELAZIONE CON I COMPAGNI RELAZIONE CON GLI ADULTI APPRENDIMENTO Come apprendo? MODALITA' MOTIVAZIONE METODO Cosa apprendo? I SAPERI GIOCO COMPETENZE

Analizzare lo “star bene a scuola” vuol dire affrontare una pluralità di aspetti :

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Star bene è…

…essere in buoni rapporti interpersonali rapporti fra docente e alunno rapporti fra alunni rapporto fra docenti e classe rapporto fra i docenti della stessa classe rapporto fra personale ATA e alunni rapporto fra il personale scolastico rapporto docente/genitore rapporto alunno/famiglia rapporto dirigente/personale/genitori

…acquisire conoscenze in un ambiente specifico conoscere le regole della vita scolastica sviluppare le capacità di apprendere sviluppare le conoscenze dei saperi del curricolo prepararsi alle successive esperienze dopo la scuola media

…ottenere risultati positivi a scuola sentirsi adeguati in relazione alle richieste della scuola

superare le prove di apprendimento ottenere valutazioni positive QUESTIONI PER IL DIBATTITO:

Sono condivisi gli aspetti presentati? Quali aspetti sono considerati principali e quali poco significativi? In relazione all’età e al grado di scuola mutano in modo significativo i caratteri dello “Star

bene a scuola”? Come?

Le possibili azioni della scuola

CONTRIBUTO: A)Il “successo formativo” si realizza attraverso l’equilibrio e la coincidenza fra le

capacità personali e i risultati individuali conseguiti nel percorso di apprendimento; non consiste nel raggiungimento di identici risultati per tutti gli alunni . LINEA DI AZIONE PATTO FORMATIVO SCUOLA/FAMIGLIA/ALUNNO LA SCUOLA DEFINISCE GLI ESITI DEL PERCORSO SCOLASTICO DEL SINGOLO ALUNNO OPERANDO IN RACCORDO CON LA FAMIGLIA (corresponsabilità) E L’ALUNNO (in particolare di scuola secondaria). B)Il profilo dell’alunno che “sta bene” si caratterizza in relazione all’età e ai diversi gradi scolastici LINEA DI AZIONE DIFFERENZIAZIONE E CARATTERIZZAZIONE PER ETA’ (IN RIFERIMENTO AI VARI GRADI SCOLASTICI) SIA DEL PROFILO DELL’ALUNNO CHE DELL’AZIONE DELLA SCUOLA IN RELAZIONE A OGNI GRADO SCOLASTICO LA SCUOLA ARTICOLA IN MODO SPECIFICO: -LA VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI CARATTERIZZANTI LO “STAR BENE A SCUOLA” -L’ASSUNZIONE DI SPECIFICHE REGOLE E STILI DI RELAZIONE / EDUCAZIONE. C)I processi di verifica, valutazione, promozione non sono una inevitabile e necessaria fonte di malessere (stress, perdita di fiducia e di autostima, isolamento, senso di inadeguatezza…) LINEA DI AZIONE VERIFICA E VALUTAZIONE FORMATIVA

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LE ATTIVITA’ DI VERIFICA/VALUTAZIONE EVIDENZIANO NON SOLO I RISULTATI MA ANCHE I PERCORSI; SI AVVALGONO INOLTRE DEL CONTRIBUTO DI AUTO-VALUTAZIONE DA PARTE DELL’ALUNNO. D)Un “clima” scolastico positivo è il frutto dell’interazione complessiva equilibrata dell’insieme delle relazioni (fra alunni, personale scolastico e genitori) LINEA DI AZIONE CONDIVIDERE CON GLI ALUNNI LE REGOLE E GLI STILI DI RELAZIONE / EDUCAZIONE INDIVIDUARE I TEMI, LE MODALITA’, LE OCCASIONI ATTRAVERSO CUI GLI ALLIEVI POSSONO PORSI IN RELAZIONE COLLABORATIVA CON LA SCUOLA E PRESENTARE LE PROPRIE PROPOSTE. QUESTIONI: Valutare la significatività e priorità delle azioni Individuare il grado di fattibilità per il nostro Istituto

Le scelte del Pof 2005/06 del nostro Istituto CONTRIBUTO: (Dal Pof , pag. 8)

2) PROMOZIONE DEL BENESSERE A SCUOLA

L’Istituto intende creare le condizioni che permettano agli alunni di vivere l’esperienza scolastica in una positiva maturazione della propria identità personale e nello sviluppo di una relazione collaborativa con gli altri alunni e il personale scolastico.

A tal fine gli insegnanti rilevano le dinamiche relazionali a livello di classe e pongono in atto iniziative al fine di migliorare il “clima” stesso.

Attraverso la collaborazione fra scuola e famiglia il lavoro scolastico è orientato per favorire ad ogni alunno il raggiungimento del "successo" scolastico, inteso come equilibrio e coincidenza fra capacità personali e risultati conseguiti nel percorso di apprendimento.

Per realizzare tale obiettivo gli insegnanti di classe, in stretto raccordo con la famiglia e l’alunno, svolgono un attento lavoro di programmazione educativa e didattica definendo i risultati attesi per gli alunni e attuando specifiche attività di consolidamento, recupero e sviluppo. Questo piano, definito con la famiglia, è attuato durante l’anno scolastico e verificato periodicamente in sede di Consiglio di classe/interclasse. In particolare in questa attività di definizione dei risultati attesi risulta fondamentale la redazione dei singoli “Piani di lavoro” (Mod. 211 A del “Sistema per la qualità”) e l’avvio all’uso del “Portfolio”.

Finalizzati alla promozione del benessere in ambito scolastico sono proposti i progetti: • “Vivi la tua scuola” per una relazione positiva con l’ambiente scolastico attraverso

un’azione di “arredamento d’ambiente” dell’edificio, l’attenzione alle condizioni di ordine/pulizia e la promozione, soprattutto a livello di scuola secondaria, del rispetto delle attrezzature e degli ambienti prevenendo fenomeni di micro-vandalismo

• “Sto diventando…“ per favorire nella scuola secondaria l’attenzione alle tematiche della “conoscenza di sé stesso” e dell’affettività, in collaborazione anche con Enti e Associazioni.

Per la progettazione e l’attuazione di tali progetti è fondamentale la partecipazione degli alunni, dei docenti e del personale ATA, con il coinvolgimento anche di gruppi volontari di genitori.

QUESTIONI Valutare il grado di attuazione delle iniziative al momento attuale, i punti forti e deboli delle azioni promosse.

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1^ giornata, 31 marzo RELAZIONI

RELAZIONE “CONSIGLIO DI ISTITUTO”

Vittorio Gabella Buonasera a tutti e benvenuti al quarto convegno organizzato dal nostro Istituto Comprensivo. Noto con piacere una buona partecipazione che è sempre motivo di soddisfazione.Come tutti sapete l'argomento che ci apprestiamo a trattare è lo "star bene a scuola". Vi è stato consegnato il programma del convegno; potete notare che quest'anno si articola in tre giornate, invece delle due delle precedenti edizioni. Si è preferito spostare la presentazione dei lavori di gruppo (lavori che si terranno domani mattina) e la relativa discussione nella serata di giovedì 6 aprile alle ore 20,30 aperta a tutti coloro che vogliono partecipare. Così come 1'anno scorso abbiamo estrapolato un argomento che ritenevamo prioritario dal POF e lo abbiamo approfondito mettendo in campo e migliorando azioni che riguardavano gli alunni stranieri, così quest'anno abbiamo preso in considerazione il capitolo 2 delle scelte generali del POF che riguarda la promozione del benessere a scuola (il capitolo lo trovate riportato nell'ultima pagina del documento del Consiglio di Istituto). Credo che la condivisione di quanto scritto sia pressoché totale ed inoltre si coglie l'estrema importanza che riveste l'argomento per la crescita scolastica e personale dei nostri bambini e dei nostri ragazzi. Il consiglio di Istituto intende (nel tempo) affinare il POF rendendolo sempre più preciso nelle azioni da mettere in campo per migliorare l'azione educativa verso gli studenti. Inoltre é corretto sottolineare come già i1 nostro Istituto per la propria azione educativa ritiene significative queste dimensioni per i nostri alunni. Leggo a pag. 1del Documento di base del Convegno che “Analizzare lo "star bene a scuola" vuol dire affrontare una pluralità di aspetti. Io credo sia giusto pensare che visto la pluralità. di aspetti che caratterizzano il benessere a scuola , a questo convegno possano seguirne altri sempre sullo stesso argomento, ma con la possibilità di sviscerare altri aspetti altrettanto importanti del disagio scolastico e giovanile. Spero che anche quest'anno vengano formulate proposte concrete che possano essere messe in campo a partire dal prossimo anno scolastico. A tale proposito tengo a sottolineare che il consiglio di Istituto promuove la verifica e 1a valutazione alla fine di ogni anno scolastico degli interventi ed i risultati ottenuti frutto del lavoro svolto a seguito di indirizzi da noi dati e messi in evidenza nei convegni precedenti. Questo per sottolineare l'importanza che per il Consiglio di Istituto ha il convegno annuale. La verifica dei risultati ottenuti e della bontà degli interventi messi in campo é lo stimolo per continuare sulla strada intrapresa. Quest'anno abbiamo l'opportunità e i1 piacere di poter usufruire di un validissimo contributo al lavoro che andremo a svolgere: questo contributo viene proprio dai ragazzi della 3 A della scula media che hanno rivolto ai loro compagni e ai docenti un questionario sul tema "star bene scuola". L' esito di questa indagine é molto interessante e verrà illustrata dai ragazzi stessi. Credo che la scuola per il ruolo estremamente importante che riveste nella nostra società debba mantenersi autonoma e fedele ai propri ideali anche quando questi si scontrano con ideali di una società sempre più disinteressata all'individuo. egoista ed arrivista. La società e quindi la nostra comunità chiede a gran voce una scuola che sappia andare anche controcorrente quando è certa di svolgere una attività educativa significativa e condivisa in momenti come questi. A tutti auguro un buon lavoro ed un ringraziamento per la vostra partecipazione.

RELAZIONE “GENITORI”

Livia Scalvenzi Noi genitori del Consiglio d’Istituto abbiamo incontrato i rappresentanti di classe per un confronto sulla problematica dello “star bene a scuola”. Nell’incontro sono state espresse le considerazioni qui di seguito puntualizzate. Innanzi tutto vi è concordanza nel ritenere che l’alunno stia bene a scuola quando si sente parte del gruppo scolastico. Quando cioè :

cerca gli altri; è cercato dai compagni: è aiutato a cooperare con i compagni.

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Per creare il senso di appartenenza che permetta al ragazzo di vivere la scuola come un ambiente sereno e motivante, riteniamo importante che egli:

si senta rispettato dai compagni e dai docenti; senta di poter contare sull’adulto per dirimere i conflitti con i compagni; si senta in un luogo accogliente e sicuro; si senta libero di esprimere emozioni, sentimenti; senta salvaguardato il suo bisogno di riservatezza.

Per sostenere una tale motivazione anche nella dimensione cognitiva, il ragazzo dovrebbe vivere la scuola come un ambiente di apprendimento che potenzia l’autostima:

sentirsi riconosciuto ( le sue idee vengono prese in considerazione anche se eventualmente confutate, corrette ecc.);

avere la possibilità di eseguire compiti, esercitarsi, provare soluzioni senza temere di essere sempre valutato con un voto;

avere spesso l’occasione di conoscere il “modello” corretto per gestire personalmente il controllo e la revisione del proprio lavoro.

Dovrebbe inoltre vivere la scuola come un ambiente di apprendimento significativo, nel quale :

l’insegnamento tenga conto delle capacità individuali degli alunni; l’insegnamento tenga conto anche dell’interesse cognitivo degli alunni (selezione dei contenuti sulla base della

loro significatività, concretezza, attualità); l’insegnamento non sia trasmissione fredda di nozioni e di dati, richiesta di memorizzazione a breve termine,

richiesta di acquisizione recettiva, ma anche scoperta, ricerca, cooperazione, comprensione, elaborazione concettuale, creatività;

l’insegnamento tenga conto della curva fisiologica dell’attenzione recettiva; nell’azione didattica lo spazio del controllo per la valutazione (prove di verifica, interrogazioni, correzione dei

compiti) non superi quello dell’effettivo insegnamento – apprendimento ( spiegare, ricercare, approfondire, esercitarsi);

soprattutto nelle valutazioni con prove orali o pratiche (le interrogazioni, le prestazioni sportive) che espongono maggiormente il singolo al giudizio del gruppo, rispetto alla fiscalità d’una graduatoria comparativa, prevalga l’obiettivo formativo di “tirar fuori il meglio da tutti”, riconoscendo anche prestazioni positive in relazione alle capacità individuali, quando sono espresse al massimo;

i docenti si coordinino per non gravare eccessivamente gli alunni nei compiti a casa. Alla luce di quanto sopra evidenziato, riteniamo in generale che lo star bene non sia solo l’automatica risultante degli apprendimenti scolastici, ma anche, preliminarmente, una condizione per favorire gli stessi apprendimenti, che, per contro, possono essere notevolmente ostacolati da varie situazioni di disagio (da intendersi come il “non star bene”). Per definire lo star bene, quindi, può essere significativo anche rilevare, in controluce, gli indicatori del disagio, per individuarne le cause e per ricercarne le soluzioni: ipotizzare e sperimentare strategie, modalità, strumenti, azioni da attuare per prevenire, correggere, rimuovere i possibili fattori di disagio che ostacolano l’apprendimento. Come genitori intendiamo collaborare con la scuola per rilevare e segnalare il disagio dei nostri ragazzi : sia quello riferibile al contesto socio - familiare , sia quello che può essere eventualmente ricondotto al contesto scolastico. Per la ricerca delle soluzioni, come genitori possiamo cercare di mantenere una valida comunicazione con i figli, sfruttando il vantaggio della relazione affettiva, ed assumendo anche l’impegno d’una formazione con consulenti eventualmente incaricati dall’Istituto. Alla scuola chiediamo pure di prestare particolare attenzione al disagio dei ragazzi, con un’ottica ancor più rigorosa di quella possibile ai genitori, perché rafforzata dalla professionalità. Chiediamo perciò che i docenti tengano conto delle situazioni di disagio che possono originare dal contesto socio – familiare, di cui l’alunno non ha colpa, ma anche, con spirito critico e sforzo autovalutativo, di eventuali fattori di disagio che possono originare nell’ambito scolastico, per ricercare le soluzioni migliori, coinvolgendo la componente genitori: per interventi specifici personalizzati e riservati, ma anche per informare e coinvolgere la generalità dei genitori sulla gestione dei fenomeni statisticamente più rilevanti.

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Per porre attenzione anche alla voce dei ragazzi, raccogliendo un prezioso contributo di ricerca degli alunni di terza media, guidati ad esplorare la presente problematica dai loro professori, riportiamo la frase finale d’una relazione scritta da uno studente (F.B.), che può essere considerata l’essenza di questo convegno: “VIVERE BENE LA SCUOLA AIUTA A VIVERE BENE LA VITA”. Ci sembra infine significativo concludere il nostro intervento citando un passo da VITTORINO ANDREOLI, Lettera a un insegnante: “La scuola come la famiglia si deve occupare di persone e una persona è un’intelligenza e una affettività che devono porsi dentro la società per dare un contributo positivo e nel contempo trarne dei vantaggi. La scuola deve insegnare a vivere usando i testi della cultura .E la classe rappresenta un ottimo modello per farlo. La classe come modello di società in cui non c’è un despota , ma un insegnate, un direttore d’orchestra”.

RELAZIONE “CONSIGLIO COMUNALE RAGAZZI” Deborah Bertuetti

Lo "STAR BENE A SCUOLA" è l'ultimo obiettivo che noi ragazzi, con l'ausilio dei docenti stiamo cercando di valorizzare per un interesse reciproco.

Principalmente la scuola deve avere un compito strategico nella valutazione della serenità di ragazzi; saper valutare l'evoluzione non solo cognitiva, ma anche adattativa, emotiva e relazionale di noi adolescenti. Comprendere la crescita di un ragazzo non solo attraverso l'interrogazione ma, ad esempio, osservarlo mentre si diverte con gli amici. Perché anche l'educatore cresce educando. Infondo un'insegnante laureato non è detto che sappia insegnare! Chi valuta nel corso degli anni le competenze educative di un professore?

La scuola oggi avrebbe bisogno di insegnanti complici e preparati in discipline anche banali, un luogo dove ci sia anche il diritto ad essere ascoltati; in grado di esaurire in se le necessita di studio, di confronto, di ascolto.

Una scuola centrata sui ragazzi, non sui professori, non sul preside. Trovare un luogo dove ognuno di noi possa portare ad esporre le proprie fantasie, aspettative progetti di vita, ma anche sogni, curiosità passioni magari invecchiando meno ciechi e più sensibili all'aria intorno a noi.

RELAZIONE “CENTRO AGGREGAZIONE GIOVANILE” Susanna Decca

Il C.A.G., oltre all' apertura pomeridiana svolge da 5 anni una serie di Laboratori all’interno delle classi della Scuola media. Questi laboratori nello specifico, sono: Laboratorio di promozione alla salute e di Educazione all'affettività (svolto nelle terze medie). Si sviluppano in 6/8 ore per ciascuna classe con la compresenza dell'insegnante. Nei nostri laboratori andiamo proprio a rivisitare il concetto di SALUTE, di STAR BENE; cerchiamo di elaborare con i ragazzi un'idea nuova di salute. Solitamente la loro idea rispecchia quella di una cultura diffusa cioè che salute, star bene significhi non avere delle malattie, cioè star bene fisicamente... Nel corso dei laboratori, partendo dalle idee dei ragazzi, attraverso diverse strategie e metodologie di lavoro, andiamo a problematizzare le loro opinioni iniziali e giungiamo insieme a riconoscere che salute non è assenza di malattia ma come dichiara 1'O.M.S., la salute è frutto di un benessere fisico, psichico e sociale della persona ben inserita nella famiglia e nella comunità. In questo percorso, mi preme sottolineare alcuni aspetti qualificanti:

Il concetto di star bene, non viene spiegato tramite lezioni frontali ma diventa la scoperta di ciascuno come risultato di una dialettica, di un confronto e di esperienze fra compagni, fra alunni e insegnanti, fra ragazzi ed educatori

assumere questa nuova idea di star bene implica prestare attenzione alla persona umana nella sua globalità e significa attribuire alle diverse dimensioni dell'essere umano (dimensione fisica, psicologica e relazionale) la stessa grande importanza

accettare questo ci mette nella condizione di dover compiere scelte e operare azioni che contribuiscono a costruire questo tipo di star bene e implica la nostra disponibilità ad occuparci e a valorizzare ciascuna espressione della persona, in particolare del ragazzo in crescita…

lo star bene non è dato una volta per tutte ma è un bene, una condizione o meglio un processo in costruzione che coinvolge le responsabilità personali e sociali di ciascuno di noi sia come genitori, insegnanti, educatori e adulti in genere.

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Personalmente credo che lo star bene a scuola si realizzi nella misura in cui ci riappropriami. o degli obiettivi educativi dove l'educazione si qualifica come ex-ducere, trar fuori, tirar fuori la persona che c'è in ciascun ragazzo. La scuola deve si formare, informare, insegnare ma con una sensibilità pedagogica ed uno stileeducativo che faccia sentíre a ciascun ragazzo che egli ha risorse, talenti e capacità da esprimere, da mettere a frutto, per vivere la propria identità, per cercare di realizzare se stesso... Si va a lavorare in quegli ambiti che realizzano il benessere, si vanno a toccare le dimensioni psicologiche e relazionali quali: l'autostima, la fiducia in sé e negli altri, la conoscenza e la scoperta di sé, l'accettazione dei propri limiti e la fatica di farci i conti...; il tutto si gioca nell'ambito dei rapporti, delle relazioni nel rispetto di ciascuno per realizzare uno STAR BENE non solo individuale ma anche collettivo.

Il T.U.D.P.R. 309/90 affida alla scuola il compito di "promuovere e coordinare le attività di educazione alla salute". Questo riguarda la qualità della vita a scuola e la promozione del benessere individuale dal punto di vista fisico sociale e psichico all'interno dell'organizzazione scolastica. LA SCUOLA deve occuparsi quindi, non solo della trasmissione di conoscenza circa ciò che è utile e ciò che è dannoso per la salute, ma anche dello sviluppo di abilità e di competenze che possono aiutare i ragazzi a usare realmente le loro conoscenze e informazioni in una logica di promozione al benessere.

In questo scenario si attua il passaggio dal concetto di PREVENZIONE a quello di PROMOZIONE. Mentre la prevenzione richiama ad un lavoro che eviti in anticipo un danno che minaccia la persona o è latente in una specifica realtà; spesso gli interventi educativi si strutturano lavorando più sui disagio che sull'agio, più sulle problematiche che sulle potenzialità. L'ottica della promozione persegue obiettivi che promuovono la qualità della vita, le risorse sane e positive. Non nega il disagio, ma, anche non si fissa su di esso. Nell'ambito educativo dobbiamo tutti compiere, genitori, insegnanti, educatori e adulti, lo sforzo di passare da una logica educativa preventiva ad una logica promozionale, focalizzando l'accompagnamento educativo, non su ciò che non si deve fare ma orientarsi nel risvegliare, stimolare e liberare il potenziale che esiste in ogni persona, in ogri ragazzo...

Vi è uno scritto che poeticamente tratteggia questo passaggio, e dice:

“Molti sin da bambini hanno imparato ad evitare il male.

più che a fare del bene,

a temere i castighi

più che ad abbandonarsi all'amore.

Si è parlato loro della morte,

dei pericoli della vita:

si è parlato troppo poco

della gioia di vivere...

Sono stati segnalati loro i precipizi in cui ad ogni passo rischiavano di piombare,

ma nessuno ha mostrato loro le cime

al di sopra di valli invase dalle ombre, a scoprire il sole. "

Questo, secondo me, è un orizzonte di senso che qualifica lo STAR BENE a Scuola, e non solo, chiama in causa ciascuno di noi ognuno per le proprie competenze...

Vorrei concludere riconoscendo alla scuola il merito di avere inserito nel proprio F'OF questi laboratori di promozione alla salute e all'affettività, vorrei inoltre ringraziare gli insegnanti che si mettono in gioco e sono co-protagonisti nella realizzazione di questi laboratori, ed infine vorrei ringraziare l'Amministrazione Comunale che nell'ottica di una collaborazione e di una integrazione dei servizi offre alla comunità e nello specifico alla scuola l'appoggio e le risorse per realizzare questi nostri interventi.

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RELAZIONE “DOCENTI SCUOLA INFANZIA” Gabriella Schivalocchi

La scuola dell'infanzia é il primo ambiente extrafamiliare che il bambino incontra ed è la prima volta che entra a contatto con persone adulte e coetanei nuovi. E' a nostro avviso motto importante questo primo approccio con la scuola perché ì]. bambina vive a livella emozionale un'esperienza molta intensa e significativa che potrebbe segnare positivamente o negativamente il suo futuro iter scolastico. IL, lavoro dei docenti della scuola dell'infanzia è quello di creare i presupposti affinché il bambino colga 1a scuola come un ambiente ricco di esperienze e luogo dove poter acquisire conoscenze. Per favorire lo star bene a scuola noi insegnanti della scuola dell'infanzia "ovest", riteniamo sia molto importante la collaborazione, il clima di serenità che i docenti riescono a creare tra di loro nonostante le difficoltà ed i momenti di continuo confronto che ci possono essere . Riteniamo che un' altra componente della star bene a scuola sia quella di predisporre un ambiente scolastico accogliente, organizzato in cui ogni bambino abbia la possibilità di sentirsi accolto, accettato, ascoltato e rassicurato. La nostra finalità. é quella che il bambino sperimenti che imparare è bello come giocare! Siamo consapevoli che allo star bene a scuola concorrano tanti altri aspetti e che molte siano te sfaccettature che si possono analizzare, noi abbiamo sceho dî soffermarci su questi punti.

RELAZIONE “ASSOCIAZIONE AGE” Elena Anselmini

La Vita nella scuola, in tutte le sue manifestazioni, dovrebbe. svilupparsi in uno scambio continuo di

informazioni, idee, collaborazione, sostegno, in una interazione continua fra il personale della scuola e tra questi e gli alunni. Dovrebbe essere. un incontro di persone che partecipano alla stessa vita e crescono nella loro interazione, con il confrontare le esperienze, i problemi e le difficoltà.

Solo attraverso l’incontro e l'interazione le persone che costituiscono la comunità scolastica maturano e crescono. La scuola in questo contesto con la sua capacità di prendere iniziative si mette al servizio dell'obiettivo della crescita della comunità scolastica e, attraverso l'educazione, tende a valorizzare la persona stimolando a vivere responsabilmente.

La scuola come “piazza”, dove tutti si sentono partecipi di una cittadinanza attiva che controlla, aiuta, comunica, crea situazioni positive. Occorre dunque una visione integrale della persona-alunno. Dobbiamo tener conto che la vita della persona non inizia con la scuola né la scuola ne esaurisce esperienza. La persona va dunque vista in situazione; cioè nei contesti problematici che la vita pone e che vanno affrontate nella loro globalità e dinamicità. L'apprendimento, non è solo una risposta ai bisogni che emergono durante la crescita ma è una reale operazione culturale: il sapere, il saper fare e il saper essere sono una conquista spesso faticosa: è lavoro quotidiano, è impegno costante. Per un sano sviluppo del bambino è indispensabile un rapporto sociale corretto, specialmente con la famiglia, la scuola e con gli amici. Questi tre fattori dell’ambiente sociale costituiscono una triade che concorre alla realizzazione del talento e della persona e quindi dello stare bene.

Un bambino che vive in un ambiente familiare e scolastico in cui l'autonomia, l' apprendimento, la sperimentazione, la riuscita, come la curiosità per il nuovo, la motivazione al successo, il coraggio, la persistenza nello sforzo e la dedizione al compito sono valori riconosciuti e sostenuti, potenziano la sua creatività e il suo sviluppo. Altrettanto importanti sono le amicizie, il contatto con gli altri per lo sviluppo di una buona autostima. Prendere quindi coscienza di se stessi e sapersi rapportare con la realtà circostante.

Scopo primario della scuola è di educare alla consapevolezza di sé e dei propri bisogni alla scelta cosciente e critica di quello che serve per crescere e progredire nonché alla condivisione di esperienze con gli altri e alla accettazione degli altri come fonte di arricchimento. Star bene per tutte le componenti della scuola:

gli alunni prima di tutto, che sono al centro di ogni progettazione e dì ogni intervento; i docenti, che mettono a disposizione la loro professionalità proprio per rendere possibile la crescita personale,

affettiva e culturale dei ragazzi a loro affidati; i genitori, che possono e devono divenire soggetti attivi, elementi essenziali alla buona riuscita del progetto di

crescita dei loro figli; il personale tutto della scuola (coll. Scolastici e personale della segreteria) che pure essendo meno a contatto con

gli alunni, può facilitare la funzione educativa. Quindi il rispetto delle esigenze reciproche, il continuo confronto (ciascuno nel ruolo che gli compete) e la collaborazione possono generare una situazione di produttiva serenità alla realizzazione del progetto educativo e dei benessere.

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Il benessere come finalità della scuola per

conoscere meglio se stessi, le proprie capacità e i propri limiti incrementare l’autostima e la capacità dì autocritica saper star bene con sé e con gli altri saper prendere iniziative e assumere responsabilità essere solidali, soprattutto con chi sì trova in condizioni di svantaggio conoscere meglio la realtà attuale per saper prendere decisioni adeguate

Noi genitori pensiamo che le seguenti azioni rappresentino le linee guida su cui fondare l'operatività didattica e la progettualità per conseguire l’obiettivo del benessere. CONTINUITA’ Come risposta ai bisogni per garantire: agli alunni un curricolo formativo, armonioso e dinamico; ai docenti la condivisione di tutto il processo formativo; ai genitori la possibilità di seguire consapevolmente i figli nel loro processo formativo

INTEGRAZIONE Come risposta ai bisogni per garantire agli alunni la capacità di porsi in modo consapevole e positivo di fronte a nuove esperienze, anche in previsione di

società multietnica e multimediale ai docenti l'opportunità di sperimentare occasioni sempre più articolate di scambio di scambio, di collaborazione coi

colleghi, genitori ed Enti esterni alla scuola allo scopo dì migliorare e diversificare l'offerta formativa; ai genitori occasioni dì incontro e dì scambio dì esperienze con la scuola, altri genitori, Enti e Istituzioni esterne alla

scuola. ORIENTAMENTO Come risposta ai bisogni per garantire:

agli alunni un percorso formativo che, attraverso la conoscenza di sé e della realtà circostante, li porti ad acquisire atteggiamenti autonomi e consapevoli nelle scelte personali e nella vita sociale e civica; ai docenti la possibilità di valorizzare, utilizzare ed ampliare le proprie conoscenze ed esperienze per guidare l’ alunno in tutto il suo percorso formativo, ai genitori la possibilità dì acquisire una maggiore consapevolezza di alcune priorità nel rapporto con I figli, operando scelte congruenti con questa finalità.

RESPONSABILITÀ

Favorisce:

agli alunni un processo di formazione umana che integri le attività curricolari con progetti, collaborazioni esterne ed attività rivolte a soddisfare, i bisogni legati allo sviluppo della persona;

ai docenti di perseguire l’innovazione didattica con serietà ed efficacia, allargando programmazione e sperimentazioni che aprano maggiormente all’esterno e consentano alla struttura organizzativa di riqualificarsi ed acquisire, nel contempo, risorse;

ai genitori di poter contribuire con i loro interventi e le loro proposte alla costruzione e gestione dei modello organizzativo ed educativo delineato.

COOPERAZIONE Consente:

agli alunni di lavorare in un clima di collaborazione., in cui ognuno mette a disposizione le proprie risorse; ai docenti di praticare una modalità di lavoro collegiale e condivisa; ai genitori di collaborare con gli insegnanti nel costruire e condividere il progetto educativo.

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2^ giornata, 1 aprile

LAVORI DI GRUPPO

GRUPPO “PATTO FORMATIVO SCUOLA/FAMIGLIA/ALUNNO” Coordinatrice Prof.ssa Coffano Magda Il gruppo ha deciso di utilizzare sin dall’inizio, come modalità di lavoro, un confronto allargato a tutte le componenti presenti. Una rappresentanza dei Ragazzi del Consiglio Comunale ha scelto di lavorare in questo gruppo poiché ha ritenuto importante far pervenire la voce degli alunni della scuola secondaria quali soggetti direttamente interessati all’elaborazione del patto formativo. Si è proceduto quindi alla lettura ragionata di alcuni documenti inerenti il patto formativo, quali la bozza elaborata dal Consiglio di Istituto, le linee guida del Portfolio, la Mission dell’Istituto . Dalla discussione emerge quanto segue: Famiglia e scuola possono trovare accordo su: • modalità di educazione dell’affettività degli alunni (sfera dei sentimenti, degli affetti della relazione,della

sessualità) • modalità nella gestione del conflitto (visto come momento di confronto e di crescita sia per i genitori che per i

Docenti che per i ragazzi) • una lettura condivisa del percorso scolastico dell’alunno, chiarendo obiettivi di apprendimento,attività, e progetti

che permettono di definire gli esiti in relazione alle effettive capacità personali, garantendo il successo formativo,ed evitando le situazioni frustranti che spesso fanno sentire i ragazzi inadeguati, non capaci, perennemente in ritardo.

• principio del rispetto delle persone (compagni e Docenti, Docenti ed alunni, abili e dis-abili, stranieri…) e dell’ambiente (scolastico interno ed esterno)

• percorso di orientamento (per la secondaria è coinvolta attivamente anche la componente alunni • metodi e strumenti di valutazione ( non tanto nell’elaborazione degli strumenti o nella conoscenza delle prove di

verifica ,ma nel condividere la filosofia della valutazione (formativa, costruttiva , mirata, anche personalizzata, non ansiogena ,non punitiva ecc.)

Le famiglie chiedono fortemente anche: • modalità condivise ed omogeneità negli atteggiamenti educativi da parte dei genitori verso la scuola, ma soprattutto

da parte di tutti i Docenti del Consiglio (nelle medie soprattutto ) (punizioni,compiti, linguaggio, modalità di relazione, con gli alunni..)

• un percorso di continuità fra i curricoli , sugli stili educativi e sulle modalità di relazione con la famiglia nei vari ordini di scuola (es: relazione facile con i Docenti dell’Infanzia e primaria, più complessa con i Docenti della Secondaria.)

In relazione alla Mission del nostro Istituto inoltre è emersa fortemente la necessità della formazione mirata, efficace e obbligatoria per Docenti, ma anche per i genitori su tematiche quali :

la gestione dei conflitti Educazione all’ascolto Educazione all’utilizzo di un linguaggio di “relazione” (non violento, non umiliante ecc.) Educazione alla Democrazia e qui aggiungo che la componente dei ragazzi ha fortemente espresso la necessità di sentirsi più protagonista nella scuola in senso costruttivo: chiedono assemblee di classe, che non sono diffuse, la possibilità di partecipare ad alcuni Consigli di Classe o di Istituto, l’elezione di loro rappresentanti, la possibilità di gestire gli spazi ed i tempi dell’intervallo in modo meno concitato, più libero.

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Sul piano pedagogico si ritiene importante, come anche espresso dai ragazzi, l’elaborazione di percorsi di autoregolamentazione gestiti da loro, non alternativi ai regolamenti istituzionali certificati, ma espressione della terza fondamentale componente del patto formativo stesso. Star bene a scuola significa anche sapere cosa fare, dove arrivare, in quali modi e in che misura raggiungere gli obiettivi: quindi significa stabilire all’inizio chiaramente le diverse competenze, le responsabilità, i diritti, ma anche i doveri di tutte le componenti che concorrono al raggiungimento del traguardo.

GRUPPO “STAR BENE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA” Coordinatrice Ins. Schivalocchi Gabriella Nel nos t ro gruppo erano present i se i docent i de l la scuola de l l ’ infanz ia e t re geni tor i , f ra cu i una rappresentante de l personale Ata la qua le ha i scr i t to la p ropr ia f ig l ia a l la scuola de l l ’ Infanz ia per i l p ross imo anno. Subi to c i s iamo sent i te a nos t ro ag io e c iò c i ha permesso d i par tec ipare tu t te a t t ivamente en t rando ne l v ivo de l la d iscuss ione .

Abbiamo preso in cons ideraz ione lo schema presente su l fog l io d i lavoro e dopo poche ba t tu te c i s iamo rese conto che i l magg ior problema cons is teva ne l l ’ in tenders i su l s ign i f ica to de i te rmin i contenut i ne l lo schema.

Dopo aver condiv iso i l s ign i f ica to d i : ident i tà , au tonomia , soc ia l i tà , modal i tà , saper i ne l l ’accez ione p iù consona per la scuola del l ’ Infanz ia , abbiamo dec iso che ne l nos t ro spec i f ico la voce “g ioco” ha va lenza metodologica e non d i contenuto ed è quindi p iù cor re t to co l locar la ne l le modal i tà d i apprendimento e non ne i saper i (non apprendo i l g ioco , ma apprendo g iocando) .

Dopo aver condiv iso l ’a t t r ibuz ione de i pes i ad ogni s ingola d imens ione è emerso che l ’ ident i tà ( in par t ico lare l ’aspe t to de l la “s t ima d i sé”) e la modal i tà d i apprendimento ( in par t ico la re la “mot ivaz ione” de l bambino) sono le due d imens ioni pr iv i leg ia te per tu t t i i component i de l g ruppo.

P iù impegnat ivo è s ta to a t t r ibu i re i l r imanente punteggio f ra le a l t re d imens ioni (au tonomia , soc ia l i tà e competenze) tu t te ugualmente impor ta t i per lo sv i luppo in tegra le de l bambino . S iamo perc iò passa te ad ident i f icare le az ioni che la scuola e la famigl ia possono svolgere per favor i re lo s ta r bene .

Tra le az ion i che la scuola pot rebbe svolgere abbiamo indiv iduato :

la necess i tà d i p res tare a t tenz ione a l l ’accogl ienza de l bambino , a l l ’approcc io e a l l a modal i tà d i in tervento che devono essere le p iù personal izza te poss ib i le

l ’ impor tanza de l l ’ascol to a t t ivo , de l l ’acce t taz ione de l bambino

ind iv iduaz ione e va lor izzaz ione de i punt i d i fo rza de l s ingolo

i l ruo lo de l l ’ insegnante come guida a l l ’au to-consapevolezza .

Tra le az ion i che la famigl ia pot rebbe svolgere sono emerse le seguent i p ropos te :

dare a t tenz ione a l bambino a t t raverso r i spos te e conferme af fe t t ive concre te (bac i , abbracc i . .

ascol ta re e incoraggiare

non g iudicare

non sos t i tu i r s i a l bambino, ma forn i rg l i s t rument i per a f f rontare s i tuaz ioni e problemi .

Durante la d iscuss ione i geni tor i hanno so t to l inea to :

l ’ impor tanza de l l ’a t teggiamento d i f iduc ia nei confront i deg l i insegnant i e d i a t t ivars i a f f inché l ’ idea che s i c reano de l la scuola s ia f ru t to de l l ’esper ienza d i re t ta e non na ta da l “sen t i to d i re” per non creare inut i l i ans ie che potrebbero r ipercuoters i nega t ivamente su l lo s ta r bene de l bambino

l ’ impor tanza de l la d isponib i l i tà a l d ia logo e a l conf ronto

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l ’ impor tanza de l l ’a t teggiamento d i f iduc ia ne l la capac i tà d i cavarse la de l propr io f ig l io ( spesso i geni tor i v ivono con ans ia la permanenza de l bambino a scuola e s i ch iedono: “Come s i ges t i rà? ” “deve fare da so lo” , “Come af f ronterà i rappor t i? ” , “Si met te rà in un angol ino o g iocherà con g l i a l t r i? ” e hanno l ’aspe t ta t iva che la scuola accudisca i l bambino SINGOLARMENTE come in famigl ia ) .

Al t ra r i f less ione emersa r iguarda l ’eccess iva preoccupazione per l ’ incolumi tà f i s ica de l propr io bambino (spesso i geni tor i sembrano content i che i l p ropr io f ig l io non abbia segni o graf f i a l la f ine de l la g iorna ta , poco impor ta che s ia s ta to ina t t ivo tu t to i l g iorno .

Inol t re s i so t to l inea i l fa t to che a lcune mamme vivono con senso di co lpa la seren i tà de l f ig l io a scuola perché s i sen tono sos t i tu i te ne l lo ro ruolo .

GRUPPO “STAR BENE NELLA SCUOLA PRIMARIA” Coordinatrice Ins. Cagioni Simonetta GRUPPO “STAR BENE NELLA SCUOLA SECONDARIA” Coordinatrice Prof. Rossetti Faustino GRUPPO “VERIFICA E VALUTAZIONE FORMATIVA” Coordinatrice Ins. Pioselli Bruna a)Tabella condivisa dal gruppo in merito alle condizioni di agio/disagio legate all’attività di verifica/valutazione (dalla più importante alla meno importante)

AGIO DISAGIO Creare un clima positivo, conoscere gli obiettivi dell’attività e della verifica, motivare rispetto ai contenuti

Non conoscere le modalità di svolgimento delle prove; ansia di parlare in pubblico

Conoscere cosa non si è saputo o come si doveva fare per eseguire correttamente la prova

La verifica richiede prestazioni di tipo mnemonico

Avere stima di sé: sapere che se una prova non è andata bene il mondo non cade

Uso di punteggi e di fasce di livello rigide

Avere coscienza dei propri limiti senza perdere la fiducia in sé

Concentrazione temporale delle prove

b)Cominciando dalla più importante fra le condizioni di DISAGIO (e proseguendo poi con le altre più significative) individuare cosa può fare la scuola e cosa può fare la famiglia per ridurlo.

DISAGIO 1 Cosa può fare la scuola Cosa può fare la famiglia Non conoscere le modalità di svolgimento delle prove

Preparare i ragazzi con esercitazioni simili alla prova in modo che la verifica sia svolta con modalità conosciute

Mostrare interesse nei confronti dell’attività

Ansia di parlare in pubblico Favorire la comunicazione orale in modo che diventi abituale

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dedicando tempi adeguati

DISAGIO 2 Cosa può fare la scuola Cosa può fare la famiglia La verifica richiede prestazioni di tipo mnemonico

Non utilizzare prove che si basano quasi esclusi-vamente sulla capacità di memorizzazione

Aiutare nella memorizzazione

DISAGIO 3 Cosa può fare la scuola Cosa può fare la famiglia

Uso di punteggi e di fasce di livello rigide

Non utilizzare per la valutazione solo i risultati delle verifiche

DISAGIO 4 Cosa può fare la scuola Cosa può fare la famiglia

Concentrazione temporale delle prove

Calendarizzare e distri-buire nel tempo le prove

c)Cominciando dalla più importante fra le condizioni di AGIO (e proseguendo poi con le altre più significative) individuare cosa può fare la scuola e cosa può fare la famiglia per migliorare.

AGIO 1 Cosa può fare la scuola Cosa può fare la famiglia Creare un clima positivo Spiegare il significato delle

attività di verifica

Conoscere gli obiettivi dell’attività e della verifica

Esplicitarli sempre agli alunni

Motivare rispetto ai contenuti Condividere le scelte dei contenuti con gli studenti

AGIO 2 Cosa può fare la scuola Cosa può fare la famiglia

Conoscere cosa non si è saputo o come si doveva fare per eseguire correttamente la prova

Effettuare la correzione collettivamente per arrivare all’autovaluta-zione delle prestazioni

Dialogare

AGIO 3 Cosa può fare la scuola Cosa può fare la famiglia

Avere stima di sé: sapere che se una prova non è andata bene il mondo non cade

Chiarire bene che si valuta la prestazione e non la persona

Aiutare a superare la sconfitta

AGIO 4 Cosa può fare la scuola Cosa può fare la famiglia

Avere coscienza dei propri limiti senza perdere la fiducia in sé

In alcune occasioni diversificare le prove

Dialogare con la scuola e con il ragazzo

GRUPPO “ALLIEVI: PROPOSTE LA SCUOLA SECONDARIA”

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Coordinatrice Prof.ssa Vacchi Pierina

1)I RAPPORTI CON I COMPAGNI ♥ Occorre intensificare i rapporti tra i compagni attraverso attività extra-scolastiche, perché è in quella occasione che si creano le amicizie. ♥ Proponiamo: a) di fare lavori di gruppo misti per intensificare i rapporti tra i compagni b) di mantenere aperta la scuola: essa dovrebbe rimanere aperta a disposizione degli alunni per studiare almeno un pomeriggio alla settimana, con l’aiuto di un insegnante (dalle 13 alle 18) ♥ Si potrebbero fare gruppi di lavoro che variano.(ogni 2 mesi), di due ore settimanali unite. ♥ I gruppi potrebbero essere :

- GRUPPI STUDIO (per fare i compiti e per studiare da soli, con i compagni o sotto la guida di un insegnante) - GRUPPI SPORTIVI - GRUPPO RICERCHE ♥ I gruppi dovrebbero essere di prima, di seconda e di terza e comprendere anche studenti diversamente abili. ♥ I ragazzi si possono iscrivere liberamente. ♥ Bisognerebbe obbligare i ragazzi stranieri ad iscriversi perché la mattina, durante le ore di scuola, è difficile fare amicizia con loro, soprattutto con le ragazze, infatti nelle nostre classi ce ne sono alcune che passano tutte cinque le ore da sole in silenzio.

Paolo Poggio Endrit Kulla Antonio Proietti

2)I RAPPORTI CON I GENITORI • I rapporti tra ragazzi e genitori dovrebbero essere fondati sul dialogo. • Ogni genitore dovrebbe dare continui stimoli e consigli al proprio figlio. • I ragazzi dovrebbero impegnarsi al massimo e mettere in pratica i suggerimenti dati loro. • Entrambi i genitori dovrebbero dimostrarsi più comprensivi, meno ossessionanti per ciò che concerne i voti e quindi

più interessati ai progressi e alla vita scolastica dei figli. • Nessun genitore dovrebbe usare i risultati e i comportamenti a scuola come ricatto. • Non siamo stati in grado di trovare alcuna soluzione per il problema perché è difficile che i genitori possano trovare

ritagli di tempo nei quali poter conversare ampiamente coi rispettivi ragazzi.

Matteo Vergolio Michele Masciale Francesco Baranzelli

3)PROGETTO PER LE ATTIVITA’ SCOLASTICHE, Consigli per i professori Durante il piccolo colloquio tra noi studenti e studentesse del gruppo F, abbiamo parlato dei compiti, delle verifiche e di tutto ciò che riguarda le materie scolastiche. Le nostre proposte sono le seguenti: non avere più di una verifica al giorno e chiediamo gentilmente di riconsegnarle entro dieci giorni; mantenere ogni classe allo stesso punto del programma; chiediamo di non porre più interrogazioni a sorpresa; si potrebbe dare tempo sufficiente agli alunni per fare una ricerca; dare consigli o maggiori spiegazioni sulle consegne date e sui compiti; chiediamo di non dare più compiti da un giorno all’altro e se possibile, anche dal sabato al lunedì.

Speriamo che le nostre proposte vengano accolte con relativa serietà dal Consiglio d’Istituto e dalle persone che svolgono il loro lavoro in questa scuola.

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Vi ringraziamo per la Vostra cortese attenzione

Giulia Bregoli Claudia Conti Alessandra Capelli I rapporti con i professori

• I professori si devono mettere d'accordo fra loro e con gli alunni per decidere le regole di classe. • Le interrogazioni devono essere organizzate in modo che tutti vengano interrogati sullo stesso argomento. • I professori devono cercare di parlare con i ragazzi che, da parte loro, devono dimostrare educazione. • Anche i ragazzi devono far notare ai professori i comportamenti scorretti nei loro confronti. • All'incirca ogni mese alunni,insegnanti e genitori potranno riunirsi in una assemblea per discutere sui problemi,

sulle incomprensioni,sull'andamento generale e su possibili provvedimenti da attuare, ideati sia da alunni che da insegnanti.

• All'interno della scuola sarebbe positivo avere un professore, un tutor, incaricato dal preside, che risolva i problemi

degli insegnanti e degli alunni. • I professori devono dimostrarsi disponibili nei confronti degli alunni, ascoltandoli, trovando delle soluzioni.

• A loro volta, gli alunni, devono dimostrarsi attenti e rispettosi.

Eva Serpelloni Elia Vincenzi 4)PROGETTO ESAMI

Durante l'assemblea abbiamo verificato che alcuni professori non accettano l'uso della tesina per gli esami e, al posto di questa, pretendono che gli alunni studino il programma di tutto l'anno, talvolta interi libri di testo. Secondo noi questo non è giusto, perchè è una richiesta troppo impegnativa per dei ragazzi di quattordici anni. Sicuramente bisogna presentarsi ben preparati agli esami, ma senza dover studiare fino a quattro libri di testo!!! I professori devono capire che gli alunni hanno di norma dodici materie da studiare per gli esami e non possono pretendere che essi riescano a studiarle tutte completamente dall'inizio del programma alla fine. La tesina è stata creata con lo scopo di facilitare lo svolgimento dello studio per gli esami. Pertanto essa dovrebbe essere utilizzata come unico strumento fondamentale per la semplificazione del lavoro per gli alunni. Chiediamo dunque di utilizzarla come risorsa e non come oggetto facoltativo, soprattutto per i ragazzi che hanno avuto un percorso scolastico positivo. Speriamo che anche nei prossimi anni la nostra proposta venga presa in considerazione e attuata.

Ilaria Anni Anna Bellandi Sara Civettini

5)PROGETTO PER IL NUOVO ORARIO Durante l’incontro noi studenti e studentesse del gruppo F, abbiamo parlato degli orari scolastici ed abbiamo espresso i nostri pareri riguardanti questo argomento. La nostra proposta è ridurre le ore di lezione a 55 minuti con un intervallo di un quarto d’ora suddividendolo, se possibile, in due momenti di 10 e 5 minuti. Illustriamo di seguito la scansione del nuovo orario: • ore 8.05 - 9.00, prima ora • ore 9.00 - 9.55, seconda ora • ore 9.55 - 10.05, primo intervallo • ore 10.05 – 11.00, terza ora • ore 11.00 – 11.55, quarta ora • ore 11.55 – 12.00, secondo intervallo • ore 12.00 – 12.55, quinta ora Altri punti che abbiamo osservato riguardano:

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1 – la persistenza di alcuni professori nel prolungare le attività anche dopo il suono della campanella che segnala l’inizio della ricreazione;

2 – il fatto che i bidelli chiudano i bagni prima del termine dell’orario scolastico e quasi sempre nel pomeriggio, creandoci seri disagi.

Speriamo che le nostre proposte vengano accolte dal Consiglio d’Istituto. Ringraziamo per la cortese attenzione.

Giulia Bregoli Claudia Conti Alessandra Capelli 6)PROPOSTE PER LE GITE

Durante il Convegno abbiamo constatato che non tutte le classi possono partecipare alle gite scolastiche. Par noi la situazione che si è presentata non è assolutamente giusta, per questo abbiamo sviluppato dei ragionamenti

ed ora presentiamo delle proposte: 1 – dovrebbe essere obbligatorio svolgere almeno una gita all’anno 2 – la durata delle gite per le classi prime dovrebbe essere di un giorno 3 – la durata delle gite per le classi seconde dovrebbe essere al massimo di due giorni 4 – la durata delle gite delle classi terze dovrebbe essere compresa tra due e cinque giorni 5 – non si dovrebbe annullare la gita di una classe per il cattivo comportamento di una parte degli alunni, ma questi

dovrebbero essere esclusi dall’iniziativa 6 – non si dovrebbe utilizzare la gita come un ricatto 7 – si dovrebbero trovare degli accompagnatori anche tra professori delle altre classi rispetto a quella partecipante 8 – si dovrebbe ridurre la percentuale degli alunni partecipanti alla gita al 70%, non contando quelli esclusi per il

comportamento 9 – la scuola dovrebbe aiutare gli alunni che non possono partecipare alla gita per questioni economiche familiari. Inoltriamo le nostre proposte al Consiglio d’Istituto sperando che accolgano le nostre richieste.

Anna Bellandi Sara Civettini Ilaria Anni

7)UNA PROPOSTA EXTRA: IL NUOVO INDIRIZZO MUSICALE

Questo progetto non è stato preso in considerazione durante il Convegno, perché nessuno ha presentato questa proposta. Riflettendo sullo star bene a scuola, ho pensato di far presente anche la situazione in cui oggi si trova il corso ad indirizzo musicale, che noi ragazzi di 3ª B stiamo frequentando per l’ultimo anno.

L’insegnamento dello strumento è diventata una materia opzionale e presa poco in considerazione ed ora rientra nelle tre ore pomeridiane, di libera scelta.

Il mio interesse nel far presente questa proposta si basa sul fatto che, frequentando la scuola ad indirizzo musicale, mi farebbe piacere, come credo agli altri alunni e agli insegnanti, che questa materia venisse presa in considerazione come tale e che venisse svolta regolarmente nelle ore mattutine.

Mi auguro che anche gli alunni dei prossimi anni possano sfruttare questo vantaggio e partecipare numerosi alle lezioni di strumento.

Spero che il Consiglio d’Istituto valuti la mia proposta di svolgere queste lezioni al mattino.

Ilaria Anni

8)LABORATORI PER ATTIVITA' SCOLASTICHE E EXTRA... Durante il 4° convegno annuale sullo “Star bene a scuola” abbiamo analizzato alcuni punti per noi importanti. Tra questi abbiamo discusso sul problema dei laboratori, infatti nell'edificio scolastico non sono presenti aule adibite alla sperimentazione pratica delle varie materie. Abbiamo perciò pensato che, per renderle più interessanti e arricchire gli argomenti affrontati in classe, sarebbe utile organizzare la scuola con laboratori di scienze e tecnica. Quello di scienze dovrebbe contenere materiale per esperimenti chimici, attrezzature adatte a mostrare gli argomenti affrontati e di conseguenza aiutare gli studenti a comprendere meglio il programma. Quello di tecnica contenente tessuti per approfondire il campo tessile,elementi chimici per l'argomento della fotografia e materiali adatti a riproduzioni in scala di case, circuiti elettrici. Avere elementi adatti come: carte fotosensibili, acidi, legno, pinze... Chiediamo cortesemente che la nostra proposta venga accettata, anche solo in parte.

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Ringraziamo di cuore per averci dato l'opportunità di esporre le nostre idee. Se queste proposte verranno accettate, avrete offerto la possibilità a molti alunni di questa scuola di consolidare il loro studio.

Michela Margherito Andreadiletta Buratti 9)L’ORGANIZZAZIONE DELL’EDIFICIO

● Aule 1) fornirle di vocabolari uno per ognuna delle lingue studiate: in questo modo si evita di cercarli ogni giorno dai bidelli 2) attrezzare la classe di un armadio dove riporre il materiale scolastico avendo la certezza di ritrovarlo 3) introdurre banchi e sedie di migliore qualità e di diversa altezza: alcuni nostri compagni non sanno dove mettere le gambe 4) non obbligare (dopo E.A o E.T.) gli alunni a pulire le aule.

● Palestra

1) migliorare le condizioni igieniche negli spogliatoi 2) rifornire la palestra di attrezzi migliore, indispensabili per svolgere regolarmente le lezioni 3) durante l'inverno accendere il riscaldamento negli spogliatoi e controllare che ogni calorifero funzioni adeguatamente 4) cercare di eliminare i cattivi odori 5) sistemare la pista.

● Laboratori 1) organizzare un laboratorio di studio al quale gli alunni possano partecipare nel pomeriggio e con iscrizione libera; 2) organizzare un laboratorio sportivo come alternativa a quello di studio; 3) organizzare un laboratorio di ricerca per poter approfondire alcuni degli argomenti trattati in classe con l'ausilio dei libri messi a disposizione dalla scuola;

Questi laboratori potrebbero alternarsi con la frequenza di 2 o più mesi per dare così la possibilità ai partecipanti di variare le attività, ma allo stesso tempo di consolidare le amicizie.

● Spazi per l'intervallo

Sono davvero troppo stretti, noi proponiamo di utilizzare sempre i cortili, visto che l'intervallo dovrebbe essere più lungo

● Biblioteca Manca nella nostra scuola. Si dovrebbe organizzare un' aula grande, con tanti scaffali aperti, così i ragazzi vi si possano recare il pomeriggio e anche al mattino con qualche insegnante. ● Posti biciclette I posti per le biciclette sono utilizzati in modo inappropriato o spesso non vengono utilizzati. Un ulteriore controllo da parte di professori e bidelli potrebbe evitare che i ragazzi che ne fanno un cattivo utilizzo provochino danno a quelli che invece mantengono un buon comportamento. ● Bagni -Non chiuderli alle ore 12.30; -Rifornirli sempre di carta igienica, sapone e cestini.

Marica Riviera Mariachiara Rizzi

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