Progetto discarica Cozzo Giani Lago Cs RelazioneTecnica Generale

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Progetto discarica Cozzo Giani Lago CsRelazioneTecnica Generale

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PROGETTO ESECUTIVO

RELAZIONE TECNICA GENERALE

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SOMMARIO

SOMMARIO ..................................................................................................................................................................... 1 

1  PREMESSA ................................................................................................................................................................. 2 

2  DIMENSIONI E DATI COSTRUTTIVI SULL'OPERA ........................................................................................ 3 

2.1  GEOMETRIA DELL’INVASO ............................................................................................................................... 3 

2.2  FATTIBILITÀ DELL’INTERVENTO E DISPONIBILITÀ DELLE AREE ........................................................................ 5 

3  OPERE DI PREPARAZIONE E DI SERVIZIO ..................................................................................................... 6 

3.1  RECINZIONE E FOSSI DI GRONDA ...................................................................................................................... 6 

3.2  PIEZOMETRI E POZZI DI MONITORAGGIO DELL’ARIA INTERSTIZIALE ................................................................ 7 

3.3  SIEPI ARBUSTIVE DI MASCHERAMENTO ............................................................................................................ 8 

3.4  FABBRICATO UFFICI E IMPIANTO DI PESATURA ............................................................................................... 10 

3.5  VASCA DI LAVAGGIO DELLE RUOTE ............................................................................................................... 11 

3.6  ALLACCIAMENTI A RETE ................................................................................................................................ 12 

4  ALLESTIMENTO DELL’INVASO ........................................................................................................................ 13 

4.1  MODALITÀ DI SCAVO E VOLUMETRIE PREVISTE ............................................................................................. 13 

4.2  IMPERMEABILIZZAZIONE MINERALE SUL FONDO VASCA ................................................................................ 14 

4.3  IMPERMEABILIZZAZIONE MINERALE SULLE SCARPATE E SUI GRADONI .......................................................... 15 

4.4  IMPERMEABILIZZAZIONE CON GEOMEMBRANA .............................................................................................. 16 

4.5  SISTEMA DI DRENAGGIO ED ASPORTAZIONE DEL PERCOLATO ........................................................................ 17 

4.6  PROTEZIONE DEL PIANO DI CALPESTIO DELLE RAMPE .................................................................................... 18 

4.7  SISTEMA DI SMALTIMENTO DEL BIOGAS ......................................................................................................... 19 

5  QUADRO ECONOMICO DI SPESA ..................................................................................................................... 20 

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1 PREMESSA

La presente relazione illustra le caratteristiche tecniche dell’intervento di realizzazione della prima cella della discarica per rifiuti non pericolosi in località “Valle Ciani”, Comune di Lago (CS) (TO), mediante realizzazione di un nuovo invaso impermeabilizzato e delle relative infrastrutture di servizio.

Il progetto è redatto da “GEOSTUDIO Studio Tecnico Associato”, vincitore dell’apposito bando di gara emanato dal Comune di Lago. Per la redazione del progetto ci si è avvalsi del rilievo topografico, predisposto dal geom. Dario Abate, e dello studio geologico preliminare, a cura dei geologi dott. Giuseppe Magliocco e Dino Ponte.

La presente relazione illustra le caratteristiche tipologiche, funzionali e dimensionali dell’intervento e le scelte progettuali adottate, sviluppate tenendo conto delle indicazioni pervenute dall’Amministrazione Comunale e dall’Ufficio Tecnico del Comune di Lago, nonché dei colloqui intervenuti con i redattori dello studio geologico, oltre che quanto emerso nella fase istruttoria di autorizzazione presso gli uffici della Regione Calabria.

Le opere in appalto comprendono tutte le operazioni necessarie per l’allestimento della discarica; nello specifico, essa sono costituite da:

• opere di scavo e sbancamento necessarie per realizzazione dell’invaso e successiva sagomatura delle scarpate;

• allestimento dell’invaso (impermeabilizzazioni, sistema di drenaggio sul fondo e sistema di raccolta del percolato);

• realizzazione del rilevato in terra rinforzata;

• recupero vegetazionale sul lato sud-ovest della discarica (vegetazione arboreo-arbustiva per cortina di mascheramento);

• opere accessorie e di servizio (canaletta perimetrale, piezometri di controllo della falda e dell’aria interstiziale, cancello e recinzioni, fabbricato di servizio ad uso ufficio, vasca di raccolta del percolato, vasca di lavaggio ruote, impianto di pesatura, etc.).

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2 DIMENSIONI E DATI COSTRUTTIVI SULL'OPERA

2.1 Geometria dell’invaso

L’invaso della discarica avrà forma irregolare, per meglio adattarsi alla morfologia del territorio, e sarà caratterizzato da una superficie utile netta (misurata in pianta) di 17.000 m2; considerando anche la pista perimetrale e le opere accessorie e di servizio l’estensione dell’intervento ammonta a circa 22.500 m2.

Le scarpate dell’invaso sono previste in gran parte in scavo, mediante rimodellamento ed ampliamento di una conca naturale esposta verso ovest. Fanno eccezione due tratti del lato ovest della discarica, ove è prevista la realizzazione di rilevati in terra rinforzata in corrispondenza dei due tratti a quota più depressa della topografia originaria.

Sul lato ovest le scarpate interne dell’invaso avranno pendenza 1:2,5 (vale a dire circa 21,8° sull’orizzontale) sia per garantire una adeguata base di appoggio ai rilevati in terra rinforzata, sia soprattutto per consentire una agevole stesura dell’argilla in fase di impermeabilizzazione, operando con il rullo direttamente lungo pendenza della scarpata, come meglio descritto nel seguito. Tale scelta è risultata invece impossibile, per motivi topografici, sugli altri lati dell’invaso. Pertanto questi avranno pendenza 1:1,5 (circa 33,7° sull’orizzontale), compatibile con la stabilità del versante con le modalità di stesura ed ancoraggio della geomembrana e del manto bentonitico, ma richiedente una diversa, e più complessa, modalità di stesura dell’argilla, per strati orizzontali, come illustrato al cap. 4.3.

La discarica sarà dotata di una rampa di accesso con pendenza del 12,5%, dalla quale si dipartiranno i raccordi per i gradoni intermedi, come rappresentato sulla planimetria di allestimento (tavv. 02, 03, 04). La larghezza della rampa sarà di regola pari a 4,58 metri, ma saranno presenti, in più punti, piazzole di larghezza variabile destinate all’eventuale incrocio dei mezzi. Sul lato di valle (compresa la sommità dei rilevati in terra rinforzata) la larghezza della pista è incrementata a 7,00 m, per consentire la transitabilità per controlli e manutenzioni anche dopo la ricopertura finale dei rifiuti, che la parziale occupazione della parte interna della pista stessa.

Le scarpate saranno interrotte da tre gradoni intermedi della larghezza di 4,58 metri, aventi lo scopo di migliorare la sicurezza in fase di allestimento e di esercizio, consentire un miglior ancoraggio della geomembrana e fungere, ove possibile, da appoggio per i pozzi di estrazione del biogas. I gradoni saranno conformati con pendenza longitudinale pari al 12,5%, e fungeranno pertanto anche da piste di percorrenza per i mezzi di accesso all’interno dell’invaso, raccordate alla pista principale.

Il fondo vasca sarà suddiviso in due impluvi longitudinali, separati da una linea di displuvio. La pendenza del fondo sarà pari al 2,5% longitudinalmente all’asse di compluvio, ed ancora del

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2,5% perpendicolarmente ad esso. Di fatto, pertanto, la linea di massima pendenza sarà disposta a 45° rispetto agli assi di compluvio, e lungo tale direzione la pendenza effettiva sarà del 3,54%.

Anche se l’appalto è relativo all’intera discarica, il progetto è impostato in modo da poter essere eventualmente realizzato in più stralci. Come meglio specificato in capitolato, infatti, sarà facoltà dell’amministrazione comunale richiedere l’esecuzione dell’opera per stralci allo scopo di accelerare l’entrata in esercizio dell’impianto, qualora ciò fosse richiesto per far fronte ad eventuali emergenze nello smaltimento dei rifiuti urbani del bacino. In tale eventualità il primo stralcio esecutivo comprenderebbe la realizzazione del vero e proprio invaso della discarica, e la sistemazione delle scarpate fino ad un’altezza variabile da circa 3 m (sul lato ovest) a circa 24 m (sul lato est), vale a dire fino al secondo gradone intermedio. Il secondo ed il terzo stralcio comporterebbero invece la sistemazione delle parti superiori della stessa scarpata est, rispettivamente fino al terzo gradone e fino alla quota della strada attualmente esistente sulla sommità del versante, su un dislivello complessivo di circa 47 metri.

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2.2 Fattibilità dell’intervento e disponibilità delle aree

Il sito occupa una parte dell’ampia particella n. 65 del F° 53 delle mappe catastali del Comune di Lago (CS), di proprietà comunale. L’intervento interessa aree attualmente libere da vincoli, servitù o attività in corso, ed in piena proprietà del Comune di Lago (CS).

Sul lato sud il sito è prossimo ad una cava di calcare attiva. L’accesso alla cava avviene tuttavia da sud, per mezzo di una strada diversa da quella, proveniente da nord, che si prevede di utilizzare per il conferimento dei rifiuti in discarica: anche da questo punto di vista, pertanto, non si intravvedono rischi di interferenze con le attività in corso.

Dal punto di vista paesaggistico si segnala che il sito è posto in un’area poco fruita e/o abitata, scevra pertanto di interferenze con direttrici visuali primarie e/o secondarie. La zona della discarica è tuttavia visibile dal versante opposto del V. Spinosa, in località Santa Caterina. Per tale motivo si è prevista la realizzazione preliminare di una cortina arbustiva di mascheramento, e si è adottata una modalità gestionale che prevede la deposizione dei rifiuti per strati orizzontali, con tempestiva ricopertura e recupero ambientale dell’estradosso delle zone già occupate dai rifiuti, con funzione di reinserimento ambientale oltre che di protezione contro i rischi di dispersioni di biogas.

L’intervento non ricade in aree archeologiche, né si hanno notizie di passati reperimenti di reperti archeologici in sito. Infine, si sottolinea che l’ubicazione dell’intervento non interferisce con la viabilità esistente, né con edifici di civile abitazione.

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3 OPERE DI PREPARAZIONE E DI SERVIZIO

3.1 Recinzione e fossi di gronda

Tutta l’area interessata dalla discarica sarà recintata con rete metallica plastificata, di colore verde dell’altezza da terra di almeno 2 metri, sorretta da profilati metallici. Questi ultimi saranno provvisti di una fondazione costituita da un cordolo continuo di cls., allo scopo di evitare l’intrusione di roditori.

La recinzione comprenderà anche la zona dei fabbricati di servizio, ubicati sul lato opposto della strada asfaltata, e la zona attualmente adibita al deposito dei cassoni contenenti il materiale proveniente dalla raccolta differenziata.

Al fine di garantire un adeguato deflusso delle acque meteoriche sul perimetro dell’invaso, evitando che le acque superficiali possano penetrare all’interno della zona impermeabilizzata incrementando la produzione di percolato, è prevista la realizzazione, sui lati nord e sud dell’invaso, di una canaletta di gronda di tipo stradale, costituita da elementi trapezoidali in cls.(1), che defluiranno verso i due impluvi naturali presenti ad est dell’impianto.

In corrispondenza dei punti di sbocco delle canalette descritte saranno ubicati i pozzetti per il campionamento delle acque meteoriche, previsti dal D. Lgs. 36/2003.

(1) L’elevata acclività dei versanti, paragonabile a quella di un rilevato stradale, e la modesta estensione del bacino di alimentazione, rendono privo di significato un dimensionamento idraulico delle canalette stesse. Solo nella fase di recupero ambientale, sulla superficie finale della discarica esaurita, è prevista la realizzazione di canalette stradali costituite da mezzi – tubi in cls, anch’esse, comunque, dotate di elevata pendenza (12,5%).

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3.2 Piezometri e pozzi di monitoraggio dell’aria interstiziale

In aggiunta ai piezometri realizzati nei fori di sondaggio nell’ambito dello studio geologico (che, per la loro posizione, sono destinati ad essere distrutti dai lavori di costruzione della discarica) si prevede la realizzazione di ulteriori 4 piezometri per il campionamento di eventuali percolazioni idriche negli interstizi della roccia al di sotto dell’impermeabilizzazione della discarica.

Un piezometro sarà ubicato a monte della discarica, in prossimità della strada esistente, ad una quota di 520 m s.l.m. Esso sarà profondo 55 m, in modo da penetrare per almeno 7 ÷ 8 metri al di sotto del fondo della discarica.

Gli altri tre piezometri saranno ubicati a valle, nei punti indicati sulla planimetria di tav. 05. Due di essi, ubicati ad una quota di 480 m circa s.l.m., saranno profondi 20 m, mentre il terzo, ubicato ad una quota di circa 488 m s.l.m., sarà profondo circa 25 m.

Su tutto il perimetro della discarica saranno inoltre realizzati pozzi verticali per il monitoraggio dell’aria interstiziale, finalizzati a verificare l’assenza di dispersioni di gas in sottosuolo all’esterno della discarica. Si prevede la realizzazione di 7 pozzi, ubicati in prossimità dei vertici, ad una distanza di circa 70 m l’uno dall’altro, in modo da consentire un adeguato campionamento di tutto il perimetro dell’invaso.

I pozzi saranno dotati di valvola a tenuta di gas, e di tubo di campionamento idoneo al collegamento con i rilevatori di gas ordinariamente in commercio.

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3.3 Siepi arbustive di mascheramento

Fin dalla fase di allestimento del primo stralcio funzionale, per migliorare il mascheramento paesaggistico sul lato ovest, visibile dal versante opposto della valle, si prevede la realizzazione di una cortina arbustiva di mascheramento. Pertanto questa tipologia di intervento, benché descritta anche, per omogeneità di contenuto, sul piano di ripristino ambientale, viene riportata per esteso sulla presente relazione tecnica e deve intendersi a tutti gli effetti come facente parte delle opere di allestimento, e compresa nelle attività di costruzione oggetto di appalto.

Le siepi saranno realizzate nella porzione sud-occidentale dell’area di discarica,come indicato sulla tav. 17 (Planimetria di recupero ambientale) con funzione di mitigazione paesaggistica dell’impianto stesso, e risulteranno particolarmente utili nelle prime fasi realizzative, nelle quali le retrostanti superfici di discarica non saranno ancora recuperate.

Le caratteristiche di tali quinte verdi dovranno essere tali sia da costituire una barriera fisica in grado sia di isolare il sito dall’intorno territoriale, sia di inserirsi nel tessuto ambientale e paesaggistico della zona. Tale elemento, per poter assolvere a quanto demandato, sarà realizzato con specie autoctone e proprie del corredo dinamico - evolutivo della vegetazione potenziale locale, caratterizzate da un fogliame denso in modo da integrarsi a formare uno schermo continuo.

Dal punto di vista esecutivo, come specie è previsto l’utilizzo di sole specie arbustive, ed in particolare si è optato per una composizione monospecifica a Viburnum tinus (Lentiggine), specie appartenente alla famiglia delle Caprifogliaceae, spontaneo nella zona mediterranea, indifferente al substrato ed appartenente al corteggio flogistico della lecceta (Quercion ilicis) e delle sue fasi di degradazione, oltre ad essere tipico anche delle facies più termofile del Quercetum pubescentis. Dal punto di vista morfologico è un arbusto sempreverde, con portamento eretto ed altezze che raggiungono e superano i 3 m, con foglie consistenti ed infiorescenze bianche esteticamente apprezzabili.

Per quanto concerne le distanze d’impianto sulla fila, esse sono previste pari a 2 m, avendo cura, per garantire una maggiore naturalità e diversificazione, di sfasare l’impianto ogni 5-6 esemplari, rispetto ad un’ipotetica retta di tracciamento, di una distanza di 50 cm, in modo tale da realizzare un sesto d’impianto curvilineo.

Il materiale d’impianto consisterà in postime in contenitore avente altezza fino a 1 – 1,5 metri. Particolare attenzione dovrà essere posta nell’evitare di utilizzare individui caratterizzati dalla presenza di deformazioni, capitozzature, ferite di qualsiasi origine e tipo, grosse cicatrici o segni conseguenti ad urti o a qualsiasi altro danno di origine meccanica, il tutto al fine di una migliore riuscita dell’intervento.

Le operazioni di messa a dimora delle piantine potranno essere eseguite in qualsiasi periodo utile al buon attecchimento. L’impianto potrà essere effettuato meccanicamente o manualmente: la

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buca avrà le dimensioni di cm 40x40x40, e andrà riempita con terra di granulometria e qualità adatta, opportunamente addizionata di concime organico. Per maggiori garanzie di riuscita dell’intervento è preferibile dopo la piantagione effettuare una serie di irrigazioni.

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3.4 Fabbricato uffici e impianto di pesatura

A monte della discarica, sul lato est della strada asfaltata, nella posizione indicata in tav. 05 (Planimetria delle opere accessorie e delle fasi di allestimento), è prevista la realizzazione di un fabbricato ad uso ufficio, delle dimensioni di 10 m x 4 m. L’ufficio sarà situato in posizione dominante, idonea sia all’osservazione dei mezzi in arrivo dalla strada asfaltata, sia alla verifica dei mezzi in uscita dalla rampa della discarica. La tav. 14 (Fabbricato di servizio) illustra schematicamente la struttura del fabbricato, che potrà essere realizzato in muratura o, eventualmente, in struttura prefabbricata.

Le modeste dimensioni del fabbricato uffici sono connesse, oltre che alla limitatezza degli spazi a disposizione, anche alla necessità di non appesantire eccessivamente le spese di investimento nella fase iniziale dell’attività. In corso d’opera si potrà comunque valutare l’eventuale necessità di un ampliamento del fabbricato, soprattutto se il ritmo dei conferimenti dovesse essere maggiore del previsto o se si prenderà in esame l’ulteriore ampliamento della discarica.

Per la pesatura dei mezzi al momento dell’ingresso in discarica si è prevista l’installazione di una pesa a ponte, della larghezza di 3 m e della lunghezza di 14 m, in modo da consentire la pesatura anche di mezzi di rilevanti dimensioni. La pesa sarà ubicata in posizione immediatamente antistante l’ufficio, in modo da consentire l’osservazione diretta dei mezzi da parte dell’operatore presente.

Le caratteristiche costruttive della pesa sono riportate in tav. 15 (Impianto di pesatura). L’impianto sarà collegato al sistema informatizzato della zona uffici, in modo da consentire la registrazione e la codifica dei carichi in ingresso, la memorizzazione della tara, i dati dei conferitori, ecc.

Sulla struttura del fabbricato uffici sarà montata anche la centralina meteorologica, dotata di pluviometro, anemometro, igrometro, termometro ed evaporimetro.

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3.5 Vasca di lavaggio delle ruote

All’uscita dei mezzi dalla discarica sarà posizionata un’apposita vasca in calcestruzzo, destinata al lavaggio delle ruote per evitare la dispersione di rifiuti sulla strada esterna. La vasca sarà costituita da una piattaforma in cemento armato con muretti di contenimento laterali, cabina di servizio e pozzetto di decantazione.

Il dispositivo di lavaggio delle ruote è costituito da due gruppi di ugelli rotanti, con funzionamento indotto dall’acqua in pressione ed attivazione prodotta da una fotocellula: l’avvicinamento del mezzo alla fotocellula attiva i dispositivi di lavaggio delle ruote. L’acqua di risulta è raccolta in una canaletta coperta da una griglia metallica, posta in mezzeria, e da qui convogliata in un pozzetto di decantazione. Le acque decantate, dopo alcuni ricicli nell’impianto, saranno smaltite nell’adiacente vasca di raccolta del percolato.

Il particolare della vasca di lavaggio ruote è indicato sulla tav. 16 (Vasca di lavaggio ruote).

Un settore della piattaforma non è attrezzato con canaletta: tale settore è dedicato al lavaggio delle macchine operatrici di discarica, mediante idropulitrice o altro dispositivo. Il piazzale circostante la vasca di lavaggio, così come tutta la zona degli uffici, sarà pavimentato in asfalto.

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3.6 Allacciamenti a rete

È prevista la necessità di allacciare la zona uffici alla rete elettrica ed a quella telefonica, per consentire il regolare funzionamento degli impianti di pesatura e registrazione dei dati e la segnalazione di eventuali guasti o richieste di intervento. Tali allacciamenti saranno finanziati con somme a disposizione, estranee all’appalto. Quest’ultimo prevede, comunque, la fornitura e l’installazione di un gruppo elettrogeno, destinato all’alimentazione elettrica di emergenza.

Nell’ambito dei lavori di allestimento è prevista anche la realizzazione dei collegamenti elettrici, mediante apposito cavidotto, fra la zona degli uffici e le pompe di prelievo del percolato, destinate a sollevare il percolato fino alla vasca di raccolta ubicata nel piazzale di servizio.

Non si prevede, in questa fase, di collegare la zona uffici al sistema acquedottistico ed alla rete fognaria. L’approvvigionamento di acqua potabile, almeno nella prima fase, potrà avvenire mediante fornitura di acqua in bottiglia, mentre per lo smaltimento dei reflui ci si avvarrà di pozzi a tenuta. La vasca per il lavaggio delle ruote dei mezzi sarà dotata di una propria cisterna idrica, con ricircolo dell’acqua e sua periodica sostituzione (con asportazione delle acque luride contestualmente all’asportazione del percolato).

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4 ALLESTIMENTO DELL’INVASO

4.1 Modalità di scavo e volumetrie previste

Le opere di movimento terra riguarderanno lo scavo dell’invaso, per un volume di circa 110.000 m3 in posto.

Una parte del materiale scavato nel corso del primo stralcio sarà utilizzata per le opere in riporto (circa 4.200 m3, essenzialmente il rilevato perimetrale della discarica, adibito anche a strada di accesso, sul lato ovest, e per parte del fondo vasca). Un’altra parte (stimata in 20.000 m3 circa) costituita dal terreno agrario superficiale, sarà accantonata separatamente per essere riutilizzata in fase di ricopertura finale.

La parte restante, prevalentemente costituita da conglomerati sabbiosi, potrà essere destinata ad inerti per rilevati, riempimenti o simili o anche, previa frantumazione e vagliatura, per la realizzazione produzione di pietrisco. Sulla base delle indicazioni fornite dall’Amministrazione Comunale, relativamente alle condizioni locali di mercato, si è ipotizzato un introito di 1,5 €/m3 derivante dalla commercializzazione di tali materiali (2).

Non si è previsto, in questa fase, l’accantonamento del materiale inerte da utilizzare per la ricopertura provvisoria dei rifiuti in fase di gestione, sia perché lo spazio a disposizione è limitato, sia soprattutto perché a tale scopo si prevede di utilizzare gli inerti prodotti in zona e derivanti da scavi o da demolizioni.

Nell’ambito delle operazioni di scavo si provvederà alla sagomatura delle scarpate secondo la morfologia di progetto, ed alla predisposizione della nuova rampa di accesso, con una pendenza del 12,5%. Sul lato ovest le scarpate dell’invaso avranno una pendenza pari a 1:2,5 (circa 21,8° sull’orizzontale) in modo da consentire la stesura dell’argilla sulle scarpate direttamente procedendo lungo pendenza con macchine movimento terra, mentre sugli altri lati avranno pendenza 1:1,5.

Nell’ambito delle operazioni di movimento terra si conformerà già il fondo vasca secondo la geometria di progetto, ma ribassato di 1 m sul fondo vasca, e di 50 cm (misurati perpendicolarmente alla superficie topografica) sulle scarpate e sui gradoni, in modo da consentire la stesura dello strato argilloso di impermeabilizzazione.

La geometria dell’invaso dopo le operazioni di scavo e sagomatura delle scarpate è rappresentata in tav. 02 (Planimetria di fondo scavo).

(2) Il prezzo è computato per metro cubo “in mucchio”. Considerando l’elevato addensamento del conglomerato, nei computi metrici si è stimato un coefficiente di “rigonfiamento” del materiale per effetto dello scavo, pari al 30% del volume “in posto”.

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4.2 Impermeabilizzazione minerale sul fondo vasca

Il criterio di impermeabilizzazione della discarica è conforme ai dettami del D. Lgs. 36/2003. Pertanto su tutto il fondo della discarica, preliminarmente sagomato nel modo descritto ai paragrafi precedenti, verrà steso uno strato argilloso, con coefficiente di permeabilità non superiore a 10-7 cm/s, di spessore ovunque non inferiore a 1 m e opportunamente compattato.

Il materiale impermeabilizzante da stendere sul fondo dell’invaso dovrà essere di natura argillosa o argilloso - limosa. L’idoneità del materiale dovrà essere accertata preventivamente, sia con prove di classificazione che con delle prove di permeabilità. Le misure del coefficiente di permeabilità dovranno essere eseguite in laboratorio ed in sito dopo la stesura. La metodologia di misura dovrà determinare il valore di permeabilità per via diretta. All’atto della stesura il materiale dovrà possedere un grado di umidità opportuno: per tale motivo sarà necessario, in funzione delle condizioni meteorologiche, umidificare oppure proteggere dall’acqua il materiale impermeabile.

L’argilla andrà stesa in 4 strati dello spessore di circa 25 cm circa ciascuno, coprendo di volta in volta la maggior superficie possibile. Successivamente, per ogni strato così steso, verrà operata un’adeguata compattazione, impiegando un rullo statico del peso minimo di 10 t.

Il grado di addensamento e la permeabilità del materiale steso e compattato andranno controllati in corso d’opera verificando i seguenti parametri. • analisi granulometrica del materiale; • determinazione dei limiti di Atterberg; • densità ed umidità in situ; • prova di costipamento del materiale, con l’ottenimento della curva “densità - contenuto

d’acqua” secondo il metodo Proctor Standard; • misura del coefficiente di permeabilità per via diretta.

In base ai risultati ottenuti sarà così possibile apportare le necessarie correzioni affinché lo strato impermeabile del fondo della discarica venga a possedere le caratteristiche geomeccaniche ed idrauliche previste dalle specifiche.

Lo spessore dello strato argilloso dovrà essere in ogni punto non inferiore ad 1 metro. Al termine della deposizione dello strato argilloso, la conformazione del fondo - vasca dovrà essere quella riportata sulla planimetria di progetto (tav. 3 – Planimetria dell’invaso impermeabilizzato). Tale geometria è stata definita in modo che, in corrispondenza di ciascun impluvio, si abbia una pendenza non inferiore al 2,5% perpendicolarmente al tubo di drenaggio, ed una pendenza non inferiore al 2,5% longitudinalmente al tubo stesso. Ne consegue che in realtà il gradiente topografico è orientato in direzione obliqua a 45° rispetto al tubo stesso, ed è sempre almeno pari al 3,54%.

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4.3 Impermeabilizzazione minerale sulle scarpate e sui gradoni

Sulla scarpata e sui gradoni intermedi l’impermeabilizzazione minerale sarà costituita da 50 cm di argilla o limo argilloso, avente le stesse caratteristiche descritte per il fondo vasca, e da un materassino bentonitico steso sulla superficie finale dell’argilla prima della posa della geomembrana.

Solo sul lato ovest, meno acclive, la stesura dell’argilla potrà avvenire operando con i mezzi direttamente lungo la pendenza della scarpata. Sugli altri lati, caratterizzati da una pendenza di 1:1,5, si dovrà provvedere, per settori, alla stesura dell’argilla a strati orizzontali, su un’ampiezza compatibile con le dimensioni dei mezzi utilizzati (indicativamente 3 ÷ 3,5 metri) fino alla quota del gradone superiore, e successivamente risagomare in scavo l’argilla stessa, recuperando il quantitativo in eccesso, fino ad ottenere la sagoma di progetto, con uno spessore minimo di 50 cm misurato perpendicolarmente alla scarpata.

Al fine di ottenere l’impermeabilizzazione equivalente a quella di 1 m di argilla, come prescritto dal D. Lgs. 36/2003, sopra l’argilla così sagomata sarà steso un manto bentonitico avente conducibilità idraulica inferiore a 10-9 cm/s, e spessore non inferiore a 5 mm (3).

L’allestimento delle scarpate potrà essere effettuato in un’unica soluzione, oppure, volendo, in tre stralci operativi, secondo la successione riportata in tav. 05 (Planimetria delle opere accessorie e delle fasi di allestimento).

(3) In tal modo il “tempo medio di attraversamento” risulta pari 5·108 s (ovvero poco meno di 16 anni), pari a quello di 50 cm di argilla con conducibilità idraulica di 10-7 cm/s).

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4.4 Impermeabilizzazione con geomembrana

Per l’impermeabilizzazione principale del fondo della discarica si prevede l’adozione di uno strato di geomembrana in HDPE, dello spessore di 2 mm (da determinarsi con metodologia UNI 8202/6, con una tolleranza del ±10%).

Al fine di limitare il numero delle saldature necessarie, la geomembrana sarà posta in opera in fogli di larghezza non inferiore a 5 m, privi di presaldature. Le giunzioni tra i fogli avverranno mediante saldatura a doppia pista. Le saldature saranno collaudate mediante prove non distruttive ad aria compressa. Ogni 300 m circa di saldatura si provvederà inoltre al prelievo di un campione per la prova di “peeling” (sfogliamento).

L’ancoraggio dello strato di geomembrana sul ciglio esterno dell’invaso avverrà attraverso il sistema della “trincea di zavorramento”. Sul perimetro dell’invaso sarà predisposta una fossa trapezoidale, della profondità di 80 cm e della larghezza di 1 metro circa, all’interno della quale sarà rivoltato l’intero “pacchetto” costituito da manto bentonitico e geomembrana; la trincea sarà quindi riempita con terreno naturale compattato.

Anche in corrispondenza dei gradoni intermedi la geomembrana sarà dotata di trincee di zavorramento, in modo da ancorare i teli lungo la scarpata evitando eccessive deformazioni connesse con le dilatazioni termiche. Qualora per le scarpate si scelga l’allestimento in più fasi successive, secondo la successione riportata in tav. 05 (Planimetria delle opere accessorie e delle fasi di allestimento), ogni nuovo settore di telo sarà saldato su quello del settore precedente a valle della trincea di ancoraggio, in modo da evitare che la trincea stessa costituisca una zona di raccolta del percolato, con conseguenti difficoltà di deflusso dello stesso.

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4.5 Sistema di drenaggio ed asportazione del percolato

Lo strato drenante sul fondo - vasca sarà costituito da 20 cm di sabbia, a diretto contatto con la geomembrana, e 30 cm di ghiaia tonda lavata di fiume (per evitare le presenza di spigoli vivi), per un totale di 50 cm. Alla base dello strato, a diretto contatto con la geomembrana, è prevista la posa di uno strato di geotessile, per migliorare la protezione dell’impermeabilizzazione contro i rischi di “punzonamento” da parte dei clasti sabbiosi.

Al di sopra della geomembrana, ed all’interno dello strato ghiaioso-sabbioso, saranno disposti i tubi di raccolta del percolato (tav. 09 – Particolari degli strati di impermeabilizzazione e drenaggio). Essi saranno costituiti, per ciascuno dei due impluvi in cui è suddiviso il fondo vasca, da un tubo microfessurato in HDPE rigido a doppia parete con diametro di mm 160, interno allo strato sabbioso e alloggiato sull’asse di impluvio con immersione verso ovest, secondo il tracciato riportato in tav. 03 (Planimetria dell’invaso impermeabilizzato). Dopo la stesura degli strati drenanti, le quote di fondo vasca saranno quelle riportate sulla tav. 04 (Planimetria dopo la stesa del drenaggio di fondo).

All’estremità di valle dell’invaso, il tubo di drenaggio si raccorderà, mediante apposita cameretta in cls., ai pozzi obliqui di prelievo del percolato, costituiti da tubi in metallo bitumato del diametro di 400 mm, poggiati lungo la massima pendenza della scarpata ed ancorati in sommità mediante apposita struttura in metallo (tav. 10 – Particolari del sistema di estrazione del percolato). All’interno dei pozzi saranno calate le pompe di prelievo, che dovranno avere prevalenza di almeno 60 m, in modo da consentire il sollevamento del percolato fino alla quota di 520 m s.l.m., e poi il suo deflusso per gravità all’interno della vasca di raccolta in cls. ubicata presso gli uffici.

La vasca di raccolta del percolato avrà dimensioni interne di m 10 x m 5,6, ed altezza interna di 4 metri, e sarà dotata di doppia parete, con un’intercapedine della larghezza di 1 m, ispezionabile su tutta l’altezza, per verificare l’integrità della struttura e l’assenza di eventuali perdite di percolato. Le caratteristiche costruttive della vasca sono riportate in tav. 11 (Vasca di raccolta del percolato).

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4.6 Protezione del piano di calpestio delle rampe

Allo scopo di evitare punzonamenti della geomembrana dovuti al passaggio dei mezzi sulle rampe, si prevede che in corrispondenza di queste ultime la geomembrana sia a sua volta ricoperta da un doppio strato di manto bentonitico con funzione di protezione, al di sopra del quale troveranno posto 30 cm di vagliato riciclato, particolarmente adatto a formare un piano di calpestio stabile e compatto.

Il sistema descritto sarà esteso anche alla piazzola di incrocio in corrispondenza del gradone, ed ai tratti di rampa di maggiore ampiezza destinati all’incrocio dei veicoli.

Lo schema di intervento sulla superficie delle rampe è illustrato in tav. 09 (Particolari degli strati di impermeabilizzazione e di drenaggio).

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4.7 Sistema di smaltimento del biogas

Per l’estrazione del biogas sono previsti 13 pozzi verticali, di cui 4, poggianti sul fondo vasca, saranno realizzati nell’ambito dei lavori di allestimento, mentre gli altri, poggianti sulle rampe o sui gradoni intermedi, saranno realizzati in fase di esercizio man mano che il livello dei rifiuti raggiungerà la zona interessata.

Con tali scelte, ammettendo un raggio di influenza di 25 metri, tutti i punti della discarica risultano “coperti” da almeno uno dei pozzi di estrazione, come rappresentato in tav. 05 (Planimetria delle opere accessorie e delle fasi di allestimento).

Ciò che verrà realizzato in fase di allestimento è l’elemento di base dei pozzi che sarà dotato di apposita struttura di appoggio in cls, di area pari ad 1 m2, come rappresentato sull’elaborato grafico (tav. 12 – Particolari di estrazione del biogas).

È prevista la possibilità, subordinatamente alla verifica dell’economicità della fattibilità tecnico – economica in funzione dei quantitativi di biogas effettivamente prodotti, di installare in prossimità della torcia un impianto di recupero energetico. In questa fase l’allestimento di tale impianto non è compreso, data la limitata quantità di rifiuti previsti in abbancamento.

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5 QUADRO ECONOMICO DI SPESA

Torino, settembre 2012

GEOSTUDIO

dott. ing. Giuseppe BIOLATTI (n. 5340 Ordine Ingegneri Provincia di Torino)

(n. 165 Ordine Reg. Geologi del Piemonte – Sez. A)