Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca...

68

Transcript of Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca...

Page 1: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia
Page 2: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione a cura di:

Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

Lucia Tecchio, Gisella Evangelisti, Azzurra Carpo, Monica Chilese

Si ringrazia per la Collaborazione:

Centri Pastorali per i migranti cattolici della

Diocesi con i cappellani: Don Martin Obeng

Gyan, Don Gianni Furlan, Don Chidiebere

Obiodu, Don Lucien Nanama, P. Paolino

Bumanglag, P. Reynaldo Roman, P. Vasyl

Kyshenyuk, Don Raimondo Salanschi, Don

Petru Mihaita Mogda, Don Dinanja Silva.

Maria Estela Baltazar Loeza, Daniela Todica,

Andrei Maria, Anna Parovyak, Ferdie Quinto,

Melissa Magsino, Twumasi Laphidil Oppong,

Ariguzo Benignus, Chika Ihekaeme Martins,

Nikiema Evariste, Obinamunige Wences,

Gilbert Abasimi, Charity Konadu, Zoungrana

Laurent.

Organizzazione:

Ufficio Migrantes - Diocesi di Vicenza Palazzo Opere Sociali – Piazza Duomo 2 36100 Vicenza Tel. 0444 226541 Email: [email protected]

Fotografie di: Gianfranco Mocellin, Chiara Gabrieli, Francesco

Dal Pian.

Page 3: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

1

Page 4: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

2

INDICE PRIMA PARTE IL TESSUTO DELLA NOSTRA SOCIETÀ VICENTINA È MULTICULTURALE. QUALI BUONE PRATICHE NELLE DISTINTE “COMUNITÀ EDUCANTI”? 6 Presentazione. 6 A. Prima Comunità Educante: la famiglia italiana/vicentina e la famiglia

migrante. 8 1. Cosa possiamo fare? Avvicinarci e conoscerci meglio 9 2. Veniamo ad alcuni (tra i molti) aspetti delicati “dentro” le famiglie: 10

2.1. Vita di coppia 10 2.2. Donna migrante e lavoro 10 2.3. Collaboratrice familiare (“badante”) e famiglie italiane 10 2.4. Donna migrante artista 11 2.5. Mamma migrante e la fine della genitorialità condivisa 11 2.6. Le coppie miste 11 2.7. Le coppie giovani (italiane e non) diventano genitori 12 2.8. Le famiglie povere, italiane e non 12 2.9. Violenza dentro la famiglia e violenza contro la donna 12

3. Aspetti delicati al di “fuori” delle famiglie 13

3.1. Un famigliare in carcere 13 3.2. Famiglie e spazi pubblici 13 3.3. Famiglie in preghiera e famiglie in lutto 13 3.4. Famiglie in festa 14 3.5. Famiglie “di mezzo” e figli adolescenti 15 3.6. Figli e lo sport degli altri 15 3.7. Figli e la musica degli altri 15 3.8. Figli italiani che vanno all’estero in cerca di migliori opportunità.

Figli che da vari paesi del mondo e per lo stesso motivo transitano in Italia, con meta verso i paesi del Nord Europa. 15

B. Seconda comunità educante: la Scuola. 16

1. Come viene percepita dalle famiglie italiane e da alcune famiglie di immigrati. Cosa si può fare insieme. Buone Pratiche e alcuni suggerimenti: 16

1.1. Concezione della scuola 16 1.2. Scuola d’infanzia 16 1.3. Scuole medie e superiori 16 1.4. Lingua italiana e tutte le Lingue Madri, compresa la lingua veneta 17 1.5. Bilinguismo, multilinguismo. Spesso i figli di immigrati sanno

più lingue degli italiani 17 C. Terza Comunità educante: la società civile in tutte le sue forme

di associazionismo giovanile. 19 1. Facciamoci qualche domanda 19 2. Buone Pratiche, un impegno (trasformarci un po’ tutti) e due suggerimenti: 20

2.1. Educarci tutti all’interculturalità. Andare oltre gli stereotipi 20 2.2. Educarci tutti alla cittadinanza corresponsabile 22

Page 5: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

3

D. Quarta comunità educante: la parrocchia e l’associazionismo parrocchiale. I Centri Pastorali per Migranti istituiti vent’anni fa. 25 1. Su entrambi i punti, facciamoci qualche domanda 25 2. Famiglie italiane e non, tutti in Trasform-Azione. In sintesi, cosa significa? 27

Inserto di informazioni e foto dei Centri Pastorali della Diocesi 28

SECONDA PARTE DATI DEI CITTADINI DI ALTRE NAZIONALITÀ PRESENTI NEL TERRITORIO DELLA DIOCESI, SUDDIVISO PER VICARIATI 39 1. Introduzione e note metodologiche previe 39 2. Dati della popolazione di altre nazionalità nel territorio della Diocesi 41

2.1. Vicariati e popolazione di altre nazionalità 41 2.2. Comuni e popolazione di altre nazionalità 42 2.3 Età della popolazione di altre nazionalità 42 2.4. Le principali nazionalità 43 2.5. I Centri Pastorali nei Vicariati della Diocesi 43

3. Dati della popolazione di altre nazionalità nei 22 Vicariati 44

3.1. Vicariato Urbano 44 3.2. Vicariato di Arsiero 45 3.3. Vicariato di Bassano del Grappa 46 3.4. Vicariato di Camisano 47 3.5. Vicariato di Castelnovo 48 3.6. Vicariato di Cologna Veneta 49 3.7. Vicariato di Dueville 50 3.8. Vicariato di Fontaniva 51 3.9. Vicariato di Lonigo 52 3.10. Vicariato di Malo 53 3.11. Vicariato di Marostica 54 3.12. Vicariato di Montecchia di Crosara 55 3.13. Vicariato di Montecchio Maggiore 56 3.14. Vicariato di Noventa 57 3.15. Vicariato di Piazzola sul Brenta 58 3.16. Vicariato di Riviera Berica 59 3.17. Vicariato di Rosà 60 3.18. Vicariato di San Bonifacio 61 3.19. Vicariato di Sandrigo 62 3.20. Vicariato di Schio 63 3.21. Vicariato di Valdagno 64 3.22. Vicariato di Val del Chiampo 65

All’interno si trovano foto dai Centri Pastorali della Diocesi, con informazioni sui luoghi e orari di incontro. Inoltre sono state inserite delle semplici testimonianze di alcuni rappresentanti dei Centri pastorali, circa la loro esperienza di vita nella comunità di appartenenza e nei loro rapporti con il territorio e chiesa locale.

Page 6: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

4

PRIMA PARTE

IL TESSUTO DELLA NOSTRA SOCIETÀ VICENTINA È MULTICULTURALE.

QUALI BUONE PRATICHE NELLE DISTINTE “COMUNITÀ EDUCANTI”?

Presentazione In pochi decenni la nostra società vicentina è passata da monoculturale e monoreligiosa a multiculturale e plurireligiosa. Quali sono i dati esatti di questa trasformazione a livello locale, cioè in ogni singolo nostro Vicariato e nelle rispettive parrocchie? In altre parole, quanti sono i lavoratori immigrati che risiedono ed operano nelle nostre realtà? Quanti sono i ragazzi e i giovani? Da che nazionalità e cultura sono provenienti? A queste domande intende rispondere la presente pubblicazione dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Vicenza. Perché è importante partire dalle cifre esatte? Perché la pastorale e il servizio educativo vengono svolti a locale. Perché ogni operatore pastorale ed educativo deve tener conto della specificità demografica, sociologica e culturale del proprio contesto. La deve conoscere. La deve avvicinare. Deve lasciarsi avvicinare. Sono cifre che riguardano esclusivamente l’immigrazione sedimentata e stabile tra noi da vari decenni. Quindi non vi rientrano i dati relativi alle persone arrivate in seguito agli sbarchi di questo ultimo periodo e che tra noi sono ancora provvisorie in quanto in attesa che venga loro riconosciuto (o no) lo status di rifugiato. Queste cifre non sono numeri. Sono PERSONE. Sono lavoratori che, come noi, pagano regolarmente le tasse e contribuiscono al welfare. Sono genitori che mandano i figli nella stesse scuole frequentate dai nostri figli. Queste cifre sono Famiglie in Trasform-Azione, come la nostra, chiamate a maturare in relazione ai percorsi di crescita dei figli. Seguono stili genitoriali magari distinti dai nostri. Ma hanno le stesse preoccupazioni di fondo: che i figli trovino la propria autorealizzazione, lavoro, serenità. Queste cifre sono bambini e studenti che sono “nativi digitali”, “cittadini del mondo”, che parlano varie lingue tra cui anche la lingua italiana e veneta al pari dei nostri giovani, che si portano appresso il delicato patrimonio di una doppia appartenenza culturale e, nello stesso tempo, rivendicano e si sentono “cittadini italiani”. Queste cifre sono storie di umanità, in questo nostro millennio travagliato e dalle profonde trasformazioni tecnologiche e geopolitiche. Queste cifre sono culture e lingue. Sono viaggi, dolori, resilienze e speranze. Queste cifre sono spiritualità.

Page 7: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

5

Guardando queste cifre vicentine in relazione al complesso fenomeno migratorio presente in altre regioni d’Italia, d’Europa e del mondo, è possibile constatare non solo che non c’è nessuna “invasione”, ma che – nonostante tutti gli innegabili limiti e difficoltà-, la gente del nostro territorio ha saputo e sa “gestire” il problema. Anzi, che da decenni sono in atto tante Buone Pratiche di interrelazione e di civile convivenza. All’interno della varie “comunità educanti” (famiglie, scuole, amministrazioni comunali, oratori, parrocchie, organizzazioni sportive, associazioni della società civile e del mondo produttivo), ci sono operatori pastorali, educativi, sportivi, sociali, sanitari che quotidianamente lavorano perché la nostra società non sia un arcipelago di isole incomunicanti. Bene, adesso osserviamo le cifre che riguardano il nostro Vicariato particolare, con i rispettivi Comuni più rappresentativi. Che tipo di comunicazioni ci sono tra le famiglie di lavoratori italiani e famiglie di lavoratori immigrati? La colpa è sempre tutta degli altri? Quali Buone Pratiche si sono sviluppate in questi anni e cosa si può migliorare nelle interrelazioni con i distinti gruppi culturali-linguistici-religiosi? Le Buone Pratiche sono tali solo se strutturate, vale a dire se avvengono in un quadro di sistematicità, valorizzando le risorse locali, coinvolgendo in rete più “comunità educanti” e competenze in modo da garantire sostenibilità e replicabilità.

Quali Buone Pratiche, allora, nelle distinte “comunità educanti”?

Page 8: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

6

A. PRIMA COMUNITÀ EDUCANTE: FAMIGLIE DI LAVORATORI ITALIANI - FAMIGLIE DI LAVORATORI IMMIGRATI

Si condivide la scala e l’ascensore. Si vive sullo stesso pianerottolo, si prende lo stesso bus, si frequenta lo stesso parco giochi e quartiere. Da decenni ci si imbatte casualmente e non, ad ogni momento del giorno e della notte. Ritmi diversi, senso del tempo diverso, tradizioni diverse, sonorità e decibel variabili, aromi ricorrenti. Non è per niente facile. Anzi. Neppure quando tutti i condomini sono italiani. Figuriamoci! Oltre alle suscettibilità sensoriali sopra accennate, ci sono per tutti – italiani e non- i problemi “veri” (crisi economica, lavoro giovanile, incertezza per il futuro, tensioni internazionali), che non facilitano certo il buonumore di nessuno. E in più, ognuno ha le sue gioie segrete, ma anche i suoi rododendri matrimoniali e genitoriali lancinanti, e una forma tutta sua di esprimerli o di tenerseli ben nascosti. Da un lato e dall’altro: ci si saluta, non ci si saluta, si discute, si litiga, si tenta un approccio. Un secondo, un terzo approccio. Magari ne segue uno scoraggiamento. E allora ognuno si ritira, rivendicando di aver tutta la ragione e accusa l’altro di diffidenza, di inciviltà, di razzismo xenofobo, e finisce per rifugiarsi frustrato nella propria “isola incomunicante” abitata da vecchi preconcetti e dagli eterni e mai verificati stereotipi. A volte, invece, basta che qualcuno faccia il primo passo. Che sia disponibile ad ascoltare. A rendersi conto della complessità. Nei confronti delle famiglie dei migranti, spesso c'è un'oscillazione tra due poli: tra chi si dichiara ammirato e chi biasima. C'è chi celebra i migranti (e le migranti) come eroi che – al pari dei nostri avi veneti emigrati in ogni anfratto del mondo- si sacrificano per il bene dei loro figli e della loro patria o, al contrario, chi li biasima per aver "abbandonato in patria" i propri figli (o non seguirli secondo i "canoni italiani"). Entrambi i poli manifestano modalità poco opportune non solo per accompagnare e sostenere le famiglie in migrazione, ma anche per rendersi conto delle trasformazioni in corso in questo nostro processo di globalizzazione, di cui il fenomeno migratorio è una delle espressioni. Ossia, entrambi perdono l’occasione per rendersi conto, attraverso le storie particolari di chi è venuto ad abitarci vicino, di come si vive nel mondo lontano. In realtà, le famiglie immigrate esasperano alcune criticità che investono anche le famiglie italiane. Quando le cose vanno bene, esemplificano suggestive strategie di genitorialità transnazionale, in quanto continuano a prendersi cura dei propri figli pur vivendo lontano da loro, grazie soprattutto agli straordinari progressi nel campo delle comunicazioni (internet, skype, cellulari). Quando le cose vanno male, vale a dire quando il matrimonio si deistituzionalizza, le famiglie dei migranti sono nel complesso ancora più vulnerabili. Le cose si complicano ancor più quando la coppia di migranti si separa per motivi di lavoro, con ritorni temporanei prolungati nel paese d’origine, per spostamento all’interno dell’Europa, per la fine della storia d’amore e della convivenza. Come è facilmente immaginabile, tutto questo incide profondamente sul normale susseguirsi delle fasi del ciclo familiare poiché l’identità e la storia del tempo vissuto altrove con altre persone e in condizioni diverse, influenza il modo in cui i membri della famiglia migrante vive il presente e immagina il futuro.

Page 9: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

7

La cultura, la lingua, la religione della società d’origine entrano in contatto e inevitabilmente si contaminano con la cultura, la lingua, la religione delle società ospitanti. Entrano in lenta transizione, si trasformano. Ed, in parallelo, lentamente cambia anche l’autopercezione e la percezione del fenomeno migratorio da parte degli italiani che reagiscono cercando di capire l’ineluttabilità del fatto, gestendo la novità, adeguandosi al essa e quindi trasformandosi essi stessi (conoscenza diretta, maggiore apertura mentale) per trovare nuovi equilibri di convivenza, pur adottando le necessarie misure di sicurezza. Oppure, di fronte ai cambi in atto, reagiscono con la chiusura preconcetta, con i Muri, con le isole incomunicanti. In realtà il processo di interrelazione non è semplice per nessuno. Non bisogna essere buonisti né ancorati ad un’utopica, antistorica e antieconomica idea di “purezza” che non è mai esistita e che tanto meno può sussistere all’interno di un mondo globalizzato. Siamo coscienti che, se tutto va bene, occorrono varie generazioni prima di poter parlare di integrazione. Ma l’esperienza italiana e vicentina di questi decenni passati dimostra che si può e che si deve “costruire” e comporre un tassello, ogni giorno. Che si può far “politica dal basso”, come la intendeva don Milani. Che le singole persone sono chiamate a pensare al Bene Comune, cioè ad essere cittadini. Che le singole famiglie possono essere laboratori di Trasform-Azione.

1. Cosa possiamo fare come “famiglia”? Avvicinarci e conoscerci meglio

A continuazione e senza alcuna pretesa esaustiva, alcuni suggerimenti mutuati dalle tante Buone Pratiche osservate nel nostro territorio, con un riscontro negli studi di cinque specialisti del settore migrazione: Laura Zanfrini, Graziella Favaro, Susanna Mantovani, Maurizio Ambrosini e Francesco Cerchiaro. * Prima di tutto, non si può mai generalizzare. Ci sono differenze evidenti tra famiglie di una nazione rispetto a quelle di un’altra, tra quelle di un continente rispetto a quelle di un altro, tra famiglie che provengono da ambienti rurali-montani rispetto a quelle che vengono da ambienti urbani, tra quelle che si ispirano a certe forme culturali-religiose rispetto ad altre, tra chi ha un’istruzione elementare e chi magari ha un grado accademico. Come tra gli italiani. Ci sono persone e gruppi più aperti e con più esperienza internazionale. E persone e gruppi più chiusi e autoreferenziali. Come tra gli italiani. * In secondo luogo, occorre abbandonare la prospettiva che ci sia un unico modello familiare dominante, quello italiano. Nessuna pretesa di assimilazione da nessuna delle parti: bisogna convivere nel pluralismo dei modelli. Dobbiamo renderci conto che – in qualche caso- ci sono giovani donne che diventano madri per la prima volta appena entrano nel nostro paese e, repentinamente, spesso senza alcuna preparazione, si ritrovano: migranti, mogli e mamme in un luogo che non è il loro, e senza le loro madri e comunità parentale di riferimento. Lo stesso significato di maternità varia nei distinti contesti culturali che legano le competenze alla trasmissione orale mentre da noi sono oggetto di sanitarizzazione specialistica. Nel nostro ambiente vicentino si sviluppano, di conseguenza, “stili genitoriali diversificati” e, nello stesso tempo, sono in atto processi di ibridazione, di meticciato. A partire dai “pilastri” condivisi dalla genitorialità, che possiamo definire come cura, amore e rispetto, circolano differenti mescolanze di saperi, gesti, attenzioni che enfatizzano ora l’una ora l’altra dimensione e componente e che si orientano verso modi diversi di svolgere il proprio ruolo. Ci sono aspetti interessanti in ogni modo di essere genitore. Lo scambio di informazioni può arricchire tutti.

Page 10: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

8

2. Veniamo ad alcuni (tra i molti) aspetti delicati “dentro” le famiglie: 2.1. Vita di coppia. La migrazione di uno o di entrambi i genitori spesso comporta uno scombussolamento nella vita intima di due coniugi e costringe ad una ristrutturazione delle relazioni di genere, con un carico sempre maggiore sulle donne. Con la crisi matrimoniale, per esempio, si verifica un nuovo "patto di filiazione", cioè si consolida il rapporto madre-figlio/figlia. Ne consegue la marginalità della figura paterna. Il nucleo monogenitoriale manifesta particolari difficoltà nell'esercitare la funzione educativa, soprattutto quando i figli raggiungono l’età adolescenziale. 2.2. Donna migrante e lavoro Le donne e le mamme immigrate, che nella pratica della vita quotidiana devono assumersi una gamma disparata di compiti e portare avanti concretamente la famiglia, sono spesso vittime di una forma di "triplice invisibilità", dovuta al concorrere di fattori relativi alla classe, all'etnia e al genere. Assumono spesso una certa concezione della famiglia dove il " noi" prevale sull'io, ossia arrivano a sacrificare se stesse per il sostentamento del "noi", del gruppo familiare allargato, accettando condizioni di lavoro "in nero", umilianti, degradanti e, talora, illegali in nome di una deprecabile cultura della migrazione "costi quello che costi", favorita dalle ambiguità e dalle precarietà di un certo sottobosco del mercato italiano del lavoro, che arriva a sfruttare in forma cinica e ad evadere di pagare le tasse e i contributi previsti dalla legge. 2.3. Collaboratrice familiare (“badante”) e famiglie italiane Siamo il Paese più “vecchio” (l’11% sopra gli 80 anni) e con il più basso tasso di fertilità d’Europa. Molti dei nostri anziani hanno bisogno di cure assistenziali, che non possono essere svolte dai figli impegnati nel lavoro. Ci sono spese crescenti per le famiglie e per l’erario pubblico. Alcuni degli anziani non finiscono nei ricoveri (dove i posti sono limitati e costosi) ma continuano a stare nella loro casa, nel loro mondo di affetti, grazie alle collaboratrici nei servizi alla persona (comunemente e impropriamente dette “badanti”). In maggioranza, vengono dall’Est, hanno un’istruzione medio-alta e dominano correntemente due-tre lingue. Sono la punta di diamante dell’immigrazione femminile; in generale, sono molto apprezzate per serietà e professionalità ma vivono in permanente precarietà. Come vengono trattate? Come sempre, non si può mai generalizzare. Accanto a famiglie dal comportamento legale e affettuoso, ci sono famiglie italiane che trovano tutti gli appigli possibili per non stipulare un regolare contratto di lavoro, per lesinare sui soldi e sulla liquidazione come previsto dalla legge. Come vivono? Da un momento all’altro, possono trovarsi senza “la persona da badare” e quindi senza un lavoro corrono il rischio che non venga rinnovato il permesso di soggiorno, diventando “clandestine”. Hanno tanta nostalgia dei figli rimasti in patria. Affrontano il sacrificio di lavori umilissimi e pesanti per far studiare i figli nel paese d’origine. Inviano a casa il 60% in media dello stipendio. Oltre che una presenza fondamentale nel nostro tessuto sociale e un aiuto prezioso, le badanti sono un’opportunità culturale: entrano nel cuore stesso delle famiglie italiane le esponenti di un altro paese d’Europa o del mondo. Si fanno conoscere. Permettiamo che ci conoscano nell’intimità. Ci parlano di se stesse, della loro terra, delle loro tradizioni. Condividono le nostre gioie e i nostri giorni. In questo momento storico dove tutti fanno a gara per aumentare le diffidenze e creare Muri, quella delle badanti è una “professione di congiunzione” tra mondi culturali finora incomunicanti. Un’occasione per vederci tutti – da un lato e dall’altro, nel bene e nel male- oltre gli stereotipi con i quali i media e certi partiti politici ci ossessionano. E ci sono Buone Pratiche non solo di ottimo servizio, ma anche di stima reciproca e di grande amicizia.

Page 11: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

9

2.4. Donna migrante artista Vive e lavora tra noi (magari in lavori molto umili) un numero considerevole di donne migranti con studi superiori, con laurea o, comunque, di spiccato talento letterario, poetico e musicale. Hanno pubblicato libri narrando se stesse, la propria terra, le circostanze che le hanno spinte ad uscirne, il primo approccio in Italia, le successive tappe di convivenza. Se invitate, sono disponibili a incontri pubblici con scambio di esperienze, con testimonianze e con autentici recital di squisita raffinatezza estetica. 2.5. Mamma migrante e la fine della genitorialità condivisa Per le donne provenienti in particolare da alcuni Paesi, la solitudine e l’isolamento che caratterizzano la maternità nella migrazione riattivano paure e fantasmi di inadeguatezza e di isolamento. L’autostima di alcuni genitori viene messa a dura prova da una spiazzante vicinanza con i genitori italiani. Nei paesi di origine, le scelte (grandi e piccole) e il compito di proteggere i piccoli sono attribuiti a una serie di parenti e adulti in senso esteso: famigliari, vicini di casa, persone con le quali i piccoli entrano in relazione. In un certo senso, prevale una genitorialità distribuita e condivisa. I saperi e i gesti della genitorialità sono inoltre trasmessi da una generazione all’altra e interiorizzati, grazie alla vicinanza dei due mondi, quello degli adulti e quello dei piccoli. Si impara a diventare padri e madri (soprattutto madri) efficaci, contando sull’esempio, sull’esperienza degli altri e sull’osservazione collettiva. Questa consuetudine ancestrale si scontra con una visione della parentalità italiana riferita e ridotta alla sola coppia genitoriale, con l’appoggio (più economico-logistico che morale culturale) dei nonni, e un affidamento quasi esclusivo ai saperi vincolanti dei tecnici esperti specialisti (medici, pediatri, psicologi) e alle informazioni rinvenute in internet e nel web. 2.6. Le coppie miste Sono in notevole aumento e certamente ce ne sono anche nel nostro Vicariato: un coniuge italiano, l’altro di un’altra nazionalità. Magari, uno di una religione, uno di un’altra religione oppure senza una pratica di fede. I matrimoni misti rappresentano quasi il 10% del totale, celebrati quasi tutti con rito civile, con una durata media leggermente inferiore rispetto ad un matrimonio tra italiani. Tema questo delicato perché, se “fare famiglia” nell’era della globalizzazione è di per sé complicato, è stimolante cercare di comprendere se e a che prezzo ci riescono i coniugi che, oltre alle sempre imprevedibili dinamiche di coppia, sono chiamati a confrontarsi con le aspettative culturali religiose delle famiglie di riferimento, a raccogliere sfide inedite di coscienza e tendere al raggiungimento di una propria elaborazione, nel privato. I matrimoni misti rappresentano una Trasform-Azione radicale rispetto al “moglie e buoi dei paesi tuoi”. Per molti aspetti sono il nucleo simbolico del futuro, con tutti i rischi e le potenzialità del caso. Con incontri privati e in dibattiti pubblici, vale la pena conoscerne le problematiche. Ci raccontano le distinte strategie adottate nella rinegoziazione della propria mixitè, a partire dal biculturalismo in cucina, alla diversa concezione e gestione del tempo, del denaro e dell’ospitalità per addentrarsi nelle tappe simboliche della genitorialità (quale lingua priorizzare per il figlio oppure il bilinguismo? Quale nome? Quale religione?). Scrive Francesco Cerchiaro:

Page 12: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

10

“Una coppia mista si deve confrontare con il macro e con il microcosmo, con la mentalità parentale lontana e con quella vicina, con le percezioni dall’esterno e con i vissuti nell’intimità. Attraverso la lingua, il nome e la religione, i partner segnano i propri percorsi di coppia, tracciano confini che riscrivono nelle pratiche quotidiane; a volte lungo i recinti dell’appartenenza e non appartenenza, altre volte andando oltre gli stessi”. Il fattore dirimente del grado di successo (o di insuccesso) della propria avventura come coppia mista, è l’amore che, nelle sue varie dimensioni, viene di volta in volta usato per “mediare” e per “rimediare” ai nodi incontrati, per dribblare e trasgredire nell’intimità alcune norme e ruoli tradizionali, pur ribadendoli ufficialmente. 2.7. Le coppie giovani (italiane e non) diventano genitori Il flusso migratorio ha ringiovanito l’Italia. Le dinamiche interne alle distinte coppie sono in continua evoluzione. Le coppie giovani italiane, in genere, “pensano”, pianificano e controllano fin nei dettagli (e molto spesso in forma ansiosa e iperazionale) l’arrivo dei figli. Questo non avviene in quelle provenienti da certe culture, se sono arrivate qui da poco tempo. Con il passare degli anni, però, aumenta il ricorso a metodi anticoncezionali anche fra le coppie provenienti da altri paesi. Tenendo come filo il ciclo della vita, vediamo quando e come le giovani coppie (italiane e non) si possono dare una mano. E cominciamo dal momento più importante: la nascita di un bimbo. Durante la gravidanza, il parto e il post parto, la madre migrante si ritrova senza la comunità di base. Qui deve scattare la prima forma di sensibilità e di attenzione. In queste circostanze, sono chiamate ad essere particolarmente disponibili (con discrezione) le operatrici dei nostri servizi socio-sanitari-psicologici-educativi e le stesse colleghe italiane – partorienti e madri- diventando esse stesse gli adulti allevanti che sono lontani, andando cioè ad occupare ruoli fino ad allora riservati solo a consanguinei. In queste situazioni, ci sono ULS che provvedono agli indispensabili servizi di mediazione e di facilitazione culturale linguistica. Inoltre, ci sono altre splendide Buone Pratiche con commoventi storie di solidarietà e di amicizia in sala parto e nelle maternità dei nostri ospedali vicentini. In questa maniera, le eternamente stressate giovani coppie italiane, che in generale guardano al Futuro con ossessiva preoccupazione e timore, ricevono una buona iniezione di resilienza e di positività dalle giovani coppie migranti, che spesso dimostrano molta più grinta vitale e che vivono proiettate sul Futuro. 2.8. Famiglie povere, italiane e non Certamente ce ne sono anche dentro il nostro Vicariato e la nostra parrocchia. Ci sono antiche e nuove povertà, ma unica è la vera solidarietà: quella che priorizza il grado di bisogno! Come al pronto soccorso di un ospedale, l’assistenza e il sostegno vengono dati a tutti ma la precedenza viene data ai casi più gravi comprovati, indipendentemente dal luogo di nascita e dal colore della pelle. 2.9. Violenza dentro la famiglia e violenza contro la donna Quello della violenza intrafamiliare e di genere, è un problema trasversale, riguarda indistintamente tutti: nord e sud, ricchi e poveri, giovani e vecchi, italiani e non. Per quanto negli anni la disparità tra uomini e donne sembra essersi ridotta, sono ancora le donne che pagano il conto più alto (oltre il 90% delle persone vittime di violenza sono donne), siano esse lavoratrici italiane o lavoratrici provenienti da altri paesi. Alcune donne hanno la forza e il coraggio di denunciare e di ricorrere al Centro Antiviolenza. Le donne senza indipendenza

Page 13: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

11

economica e con un retroterra culturale chiuso e di stile patriarcale non hanno altra alternativa che rimanere con un partner malato di maschilismo violento. Ci sono istituzioni preposte con le dovute competenze, ma la dimensione educativa e preventiva di questo triste dilagante fenomeno comincia nelle singole famiglie, italiane e non.

3. Aspetti delicati al di “fuori” delle famiglie 3.1. Un famigliare in carcere La Casa Circondariale di Vicenza riflette la stessa composizione multiculturale delle analoghe strutture carcerarie d’Italia. In questa sede non interessa vederne le caratteristiche, ma riflettere sul ruolo che le famiglie (italiane e non) hanno nel cercare di prevenire che i nostri figli finiscano “dentro” e su quanto si può contribuire a fare per la rieducazione e reinserimento sociale, una volta scontata la pena. L’educazione alla legalità (che implica il rispetto di tutte le leggi italiane, compresa quella di pagare le tasse, di non essere complici della corruzione, dell’abusivismo edilizio, delle speculazioni bancarie, dell’inquinamento dell’ambiente e delle falde acquifere) vale per tutti. Come il diagnostico precoce è essenziale per limitare e vincere una malattia, altrettanto essenziale è che le famiglie abbiano un’attenzione tempestiva circa le compagnie frequentate dai propri figli adolescenti. Spesso si inizia con il bullismo nel cortile di scuola, nei parchigiochi, nelle stazioni dei treni, alle fermate dei bus, dentro le corriere di trasporto scolastico. Fuori e dentro i bar e le discoteche del nostro Vicariato, possono circolare forme di devianza che, un po’ alla volta, portano ad essere ospiti di una Casa Circondariale. Frequentemente, questi gruppi di automarginalità e potenziali “gang giovanili” hanno una composizione mista (italiani e non). Una volta scontata la pena ai termini di legge, le organizzazioni degli immigrati, le associazioni italiane no profit e le cooperative produttive del territorio possono collaborare con le preposte Autorità Giudiziarie e con la Direzione del carcere per un reinserimento lavorativo nella società. 3.2. Famiglie e spazi pubblici In qualche parco di Vicenza (v. Campo Marzo) e di altre città della provincia, il problema della sicurezza è particolarmente delicato, ma non è risolvibile solo con misure militari e poliziesche di repressione. L’opera di prevenzione e il controllo sociale devono essere più estesi e incisivi da parte delle associazioni della società civile e delle famiglie (italiane e non), chiamate a non chiudersi a chiave dentro i muri della propria casa, ma a vivere in pienezza gli spazi pubblici, ad “occupare” i parchi, le piazze e le strade con la qualità dei valori democratici di convivenza, contro ogni forma di illegalità, di malavita e di fondamentalismo terroristico. Il territorio, poi, è un Bene Comune. Bisogna implementare le tante Buone Pratiche di collaborazione unitaria sperimentate in questi decenni nella cura dell’ambiente e del paesaggio (dalla raccolta differenziata delle immondizie e dalla pulizia delle rive dei nostri fiumi alla partecipazione attiva in caso di emergenza, v. il caso dell’alluvione a Vicenza). 3.3. Famiglie in preghiera e famiglie in lutto Nel rispetto della Costituzione, la libertà religiosa è un diritto che garantisce luoghi dignitosi riservati alla preghiera e spazi per la sepoltura dei propri morti.

Page 14: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

12

3.4. Famiglie in festa Musica e allegria, ognuno con i suoi piatti tipici e i suoi balli. Per rompere il ghiaccio, per avvicinarci di più, per conoscerci meglio, per aiutarci reciprocamente, la festa vale più di qualsiasi discorso. Feste dentro la scuola, in piazza, ma anche dentro i condomini in occasione di gioie familiari (nascite, compleanni, ecc.) ma anche delle feste nazionali e religiose dei rispettivi paesi.

3.5. Famiglie “di mezzo” e figli adolescenti Dacché esiste e finché esisterà “famiglia”, gli adolescenti (italiani e non) hanno e daranno dei grattacapi ai genitori. Con acqua sempre diversa, la ruota continua a girare fondamentalmente sullo stesso asse di confronto, di sfida, di innovazione identitaria. C’est la vie! Se molte difficoltà sono comuni, alcune sono specifiche per le famiglie immigrate. L’esperienza migratoria dei genitori è profondamente connessa alla comunità originaria di appartenenza culturale, linguistica, religiosa. Spesso è legata alla perdita e al trauma, esperienza che non hanno provato i loro figli nati e cresciuti in Italia, detti di Seconda Generazione. I genitori migranti si sentono “in mezzo”: tra la società d’origine, la società vicentina d’accoglienza e spesso anche rispetto ai figli e, in particolare, alle figlie. Talora severamente giudicati da tutti. Soli. Anche i figli e le figlie, tutti concentrati e involuti nei processi di costruzione identitaria, si sentono “in mezzo” e talora avvertono in forma ansiogena: (a) il diverso grado di autorevolezza di cui sono investiti i genitori; (b) la diversità tra le culture d'origine e quella italiana; (c) la convinzione di dover con i propri comportamenti "virtuosi" ricompensare i genitori per i sacrifici che hanno fatto per loro. Il senso di inadeguatezza si aggrava di fronte alla crisi economica e alla mancanza di prospettive professionali. Ne consegue una generazione di adolescenti precocemente investiti di responsabilità adulte, sui quali le famiglie d'origine riversano specifiche attese, fino a far dipendere da essi il proprio sostentamento. Se da un lato riescono subito a imparare l’italiano e il veneto e a inserirsi meglio e più velocemente dal punto di vista sociale nella cultura vicentina ospitante rispetto alla prima generazione, dall’altro pagano questo successo adattivo in termini di estraneamento progressivo dalla famiglia e dai suoi valori ancestrali vissuti prima dell’arrivo in Italia. In questi casi ci sono alcuni genitori, provenienti da determinati contesti culturali, che avvertono le forme di integrazione sociale (talora, anche il semplice vestirsi, alimentazione o gusti musicali, senza parlare delle amicizie e degli approcci amorosi) dei propri figli con i coetanei italiani (e viceversa, non scordiamolo mai. Ci sono famiglie italiane altrettanto prevenute e chiuse) come un doloroso tradimento alla lealtà familiare. Il “noi” prevale sull’ “io” nella cosmovisione di vari popoli. Di conseguenza, mentre per molte famiglie italiane il futuro del figlio/figlia è un fatto legato soprattutto alla sua autorealizzazione individuale, per alcuni settori di immigrati è difficile accettare che tale futuro sia disgiunto dal progetto migratorio di vita dei genitori e del gruppo familiare. I punti di confronto tra generazioni sono tanti e, con il passar del tempo, nessuno ne uscirà vincitore assoluto. Da parte loro, ci sono figli di Seconda Generazione che attualmente stentano a riconoscersi come aderenti pienamente sia all’etnia d’origine che a quella ospitante. Il guaio (o meglio, la novità interessante) è che neppure si sentono “in mezzo”. Si sentono, invece, e vogliono essere riconosciuti come normali Cittadini italiani con una doppia appartenenza culturale, sentimento analogo a quello di milioni di nostri immigrati che, anche a distanza di qualche secolo, continuano a sentirsi e rivendicano di essere “cittadini con il trattino”, ad esempio: italo-americani, italo-argentini, italo-australiani. E così abbiamo e avremo qui: italo-

Page 15: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

13

marocchini, italo-cingalesi, italo-filippini, italo-peruviani, ecc., che incorporano l’adesione libera e volontaria ai valori della Costituzione italiana e ai diritti-doveri di ogni cittadino, senza per questo rinnegare (anzi valorizzando) il meglio del patrimonio culturale dei genitori.

3.6. Figli e lo sport degli altri Le tradizionali discipline sportive dei giovani vicentini cominciano a convivere con quelle dei coetanei figli di migranti. E le Autorità municipali, nei limiti delle proprie competenze e limitate risorse, hanno il dovere di essere sensibili al fatto che, tra i giovani della propria zona, ci sono richieste di opportunità sportive che non c’erano vent’anni fa: il cricket, per esempio, immesso nella nostra provincia dalle dinamiche migratorie provenienti da alcuni paesi asiatici del Commonwealth inglese (India, Pakistan, Bangladesh, Srilanka) e praticato in particolare da Montecchio Maggiore e San Giovanni Ilarione alle valli del Chiampo e di Valdagno, nelle vicinanze di Schio, nella pedemontana e a Vicenza. Nessuno chiede investimenti nuovi, basterebbe una buona coordinazione per valorizzare molti spazi abbandonati o che rimangono senza un uso continuativo. Si calcola che siano almeno mille (1.000) i figli di migranti che spesso si ritrovano senza un luogo fisso dove allenarsi d’inverno per poter partecipare in primavera al campionato organizzato dall’Unione Italiana Sport (UISP). E son molti i coetanei vicentini che già si interessano a questo sport, come anche al badminton, noto come “gioco del volano”.

3.7. Figli e la musica degli altri La musica Rap è nata in America per mano di persone che erano americane soltanto sulla carta, vale a dire che si sentivano incomprese o emarginate dalla società di cui erano fisicamente e giuridicamente parte. In tutta Europa e anche in Italia, questo tipo di musica è il canale privilegiato dei figli dell’immigrazione che con ritmo potente e talora assordante esprimono disagi e speranze, organizzati in band a cui partecipano anche coetanei italiani. Il rap italiano, inoltre, sta diventando multietnico e multilingue, con i successi di Ghali (italo-tunisino) e Maruego (italo-marocchino).

3.8. Giovani italiani che vanno all’estero in cerca di migliori opportunità. Giovani che da vari paesi del mondo e per lo stesso motivo transitano in Italia, con meta verso i paesi del Nord Europa.

In ognuno dei nostri Vicariati conosciamo ragazzi che hanno passato periodi di studio e di lavoro in qualche città del mondo. Questo è un tema importante, che coinvolge sia le famiglie che le politiche dello Stato. Merita di essere approfondito in dibattiti pubblici, evidenziando le caratteristiche diverse della doppia forma di “viaggio”. In Italia la mobilità giovanile è altissima e, con l’arrivo dei cosiddetti Millennials, sarà inarrestabile e vorticosa: comincia prestissimo con il turismo familiare che ha già visto una vasta gamma di aeroporti, ed esplode con le reti universitarie (tra cui la più famosa è l’Erasmus), e con le esperienze di volontariato internazionale. Andare all’estero non è certo un problema per un universitario italiano che indubbiamente vi trova tanti stimoli che lo maturano. Quando invece molti giovani prendono l’aereo in cerca di lavoro, il problema se lo devono porre in primis i politici italiani, gli imprenditori italiani e, in genere, tutta la società italiana che è scarsamente meritocratica e non riesce a rigenerare il mercato di lavoro giovanile, a favorire la ricerca specializzata e l’innovazione. Ma questo indubbio problema italiano non ha analogie con le situazioni di guerra e di disperata necessità che motivano giovani del Medio Oriente e di alcune nazioni africane a rischiare la vita nel Mediterraneo con la speranza di raggiungere il Nord Europa. In generale, la scelta di partire da parte dei giovani italiani laureati (i cosiddetti “cervelli”) è determinata alternativamente dalla mancanza di soddisfacenti condizioni lavorative con la voglia di assecondare le proprie legittime inclinazioni personali, cercando una specializzazione d’avanguardia. Ne hanno il diritto, ma resta il dovere di creare le condizioni perché possano tornare.

Page 16: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

14

B. SECONDA COMUNITÀ EDUCANTE: LA SCUOLA. 1. Come viene percepita dalle famiglie italiane e da alcune famiglie di

immigrati. Cosa si può fare insieme. Buone pratiche e suggerimenti Come in tutta Italia, anche nella nostra provincia, la scuola è per eccellenza il meccanismo di prima e di più efficace integrazione. In questi ultimi decenni, ci sono stati maestre e professori che, nonostante tutti i tagli e difficoltà, hanno sperimentato con successo Buone Pratiche pedagogiche di interrelazione tra gli alunni e studenti con processi didattici di intercultura. In questa sede, però, restiamo fuori dall’aula e consideriamo in particolare il diverso atteggiamento che le famiglie hanno nei confronti della stessa scuola e, in seguito, dei diversi gradi di scuola, sempre al fine di comprendersi meglio e, nel caso, di scambiarci qualche buon consiglio. Riguardiamo le cifre del nostro Vicariato. Quanti sono i ragazzi di altre nazionalità da zero a 17 anni? Quanti di loro frequentano la scuola d’infanzia, la scuola primaria e secondaria (1° e 2° grado) e sono compagni di scuola dei nostri figli? Come possiamo non lasciare soli i docenti, ma collaborare con loro? Ci sono attenzioni che, come famiglie di alunni e studenti, dobbiamo avere? Sì. Per esempio, le seguenti: 1.1. Concezione della scuola In genere per le famiglie italiane che scelgono l’istituzione pubblica, la scuola è un punto di aggregazione e di socializzazione che prosegue nelle sue varie espressioni anche fuori dal cancello scolastico. Per alcune famiglie di immigrati invece, una volta suonata la campanella di fine lezioni, il bambino rientra completamente nell’alveo culturale-linguistico della famiglia e del gruppo nazionale, avvertito come un baluardo di difesa identitaria. 1.2. Scuola d’infanzia Per una serie di motivi di ordine soprattutto economico ma anche culturale, ci sono mamme migranti che non mandano i propri figli alla scuola materna con la conseguenza che questi arriveranno alla scuola elementare meno preparati, cioè con un uso dell’Italiano per la comunicazione meno fluido rispetto ai coetanei. Nei primi anni il cervello dei bambini è particolarmente ricettivo e reattivo, soprattutto nell’apprendimento delle lingue e nella socializzazione. Una comunità inclusiva cerca di rimuovere gli ostacoli che impediscono o limitano la frequenza alla scuola materna da parte dei figli di migranti. 1.3. Scuole medie e superiori I figli dei migranti possono avere i problemi più seri nelle e dopo le medie, alle superiori, cioè dall’adolescenza in poi, se non possiedono una adeguata conoscenza dell’Italiano per lo studio, cioè di quello che serve per i corsi secondari di studio (superiori, università, specializzazioni), dove ci sono materie di insegnamento sempre più complesse, ognuna con un proprio linguaggio, ma anche con una maggiore gamma di sbocchi lavorativi qualificati. Soprattutto nel primo anno d’ingresso alle superiori sopravvengono il disagio, l’insuccesso, la grande selezione, la bocciatura, a causa di un dominio lacunoso della lingua pertinente al nuovo grado di studi. Ma l’origine risale alla scuola d’infanzia.

Page 17: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

15

1.4. Lingua italiano e tutte le Lingue Madri, compresa la Lingua Veneta Gli immigrati in Italia devono certo dominare bene l’italiano e rispettare le leggi italiane ma, nello stesso tempo, l’integrazione non deve essere intesa come assimilazione, bensì come rispetto e valorizzazione del pluralismo e delle differenze specifiche (culturali, religiose, ecc.), che si manifestano anche attraverso l’uso idiomatico materno. Questo della Lingua Madre, è un tema a cui dobbiamo prestare molta più attenzione. Per esempio, ci sono mamme migranti che non mandano i propri figli alla scuola d’infanzia perché, in questa maniera, sperano di ritardare un evento per loro doloroso: che la propria Lingua Madre sia assimilata, fagocitata, dalla lingua italiana insegnata a scuola. Lo stesso timore lo hanno provato cento anni fa gli emigrati italiani e vicentini che, ancora adesso a distanza di tre generazioni, parlano correntemente la lingua della nazione che li ha adottati ma contemporaneamente hanno conservato l’uso della lingua di Dante e, nel caso, di Goldoni. Perché la Lingua Materna è così importante? Perché è lo strumento principale di una cultura, il remo di una canoa. Quando si perde il remo, la canoa si arena. Quando muore una Lingua, muore non solo una parte della storia e del patrimonio dell’umanità, ma anche un cumulo di saperi, trasmessi attraverso milioni di anni da parte di esseri umani che hanno appreso a convivere con la natura in un ecosistema particolare. La Lingua è ciò che mette ordine, secondo le connessioni categoriali proprie ad ogni cultura, nell’uso della natura in un tutto organico che si chiama cosmovisione. Ogni Lingua ha il suo modo di percepire l’uomo e la natura, di esprimere gioia e dolore, di trovare significato nel flusso degli eventi. Pregare o amare, sognare o ragionare, evocano

cose diverse se fatte in italiano, in tedesco, in farsi, in arabo, in cinese, in bangla o in una delle centinaia di lingue praticate nell’Amazzonia. Come certe piante e animali sono responsabili del mantenimento di vasti ecosistemi, così le Lingue portano nel tempo tenui culture. Quando la specie scompare, l’ecosistema collassa; quando muore una lingua, una cultura svanisce. Assieme alle Lingue, si sono dissolte intere concezioni di ciò che significa essere “umani”. La costruzione di un dialogo autentico presuppone rispetto per le Lingue, prevedendo avvisi e comunicati multilingui, in particolare dentro le scuole e dentro le ULSS. Nelson Mandela ha detto: “parlare a qualcuno in una Lingua che comprende, consente di raggiungere il suo cervello. Parlargli nella sua Lingua Madre significa raggiungere il suo cuore”.

1.5. Bilinguismo, Multilinguismo. Spesso i figli di immigrati sanno più lingue degli

italiani Dobbiamo essere fieri della nostra lingua italiana e della nostra lingua veneta. Ma non dobbiamo essere fieri di essere noti nel mondo perché in media parliamo solo queste. A che età imparare le lingue? Non è mai troppo tardi, ma è meglio cominciare dai primi anni di vita. Gli studi compiuti dall’UNESCO dimostrano che conseguono risultati scolastici migliori, i bambini che fin dalla più tenera età hanno appreso nella loro Lingua Madre, ma che contemporaneamente sono stati esposti ad altre lingue, a quella nazionale e alle altre. In

Page 18: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

16

particolare, i ragazzi del Nord Europa e dell’Est europeo sono facilitati dalla geografia e dalla tradizione storica nell’apprendimento di vari idiomi. In effetti, la nostra scuola è inadeguata alle sfide della globalizzazione se non insegna, fin dai primissimi anni, varie lingue del mondo. Il multilinguismo è nostro alleato per garantire un’istruzione di qualità per tutti, promuovere l’integrazione e combattere la discriminazione. Il bilinguismo, il trilinguismo è un’arma in più per un giovane, italiano e non. Gli studi dei ricercatori hanno dimostrato che il suo cervello è più reattivo; apprendere già fin dalla più tenera età due o più lingue permette di destreggiarsi meglio tra diversi stimoli, senza fatica, scremando in automatico le informazioni rilevanti rispetto a quelle non rilevanti, allenandolo così a gestire più compiti contemporaneamente, passando velocemente da un interesse ad un altro. Il bilinguismo e il trilinguismo rappresentano una ricchezza perché permette al bambino e al giovane di confrontarsi con più lingue e quindi con più culture diverse, imparando una maggiore tolleranza e interesse anche verso le culture che ancora non conosce. Un vero poliglotta non è mai razzista xenofobo, non è arrogante volgare, non è fondamentalista ottuso, sa ascoltare, ha imparato a chiedere per piacere, sa dialogare e apprezzare. Ha atteggiamenti democratici, ha il senso delle regole, conosce i diritti e i doveri propri e degli altri, e gli ambiti di ognuno. E la cosa riguarda soprattutto chi ha delle responsabilità pubbliche e pastorali: un educatore, un sacerdote, un operatore socio-sanitario, per essere all’altezza dei suoi compiti in un contesto multiculturale, deve avvicinarsi allo studio della moderna antropologia culturale urbana e dominare varie lingue. Chi resta chiuso nei limiti di un solo linguaggio, ha notevoli difficoltà a capire e ad accettare i cambiamenti in corso nel mondo. La qualità della nostra vita civile, la coesione sociale (senza ghetti né isole incomunicanti!), le opportunità di lavoro giovanile e la stessa espansione della nostra produzione e del commercio migliorano i propri indicatori in presenza (o meno) di un fluido multilinguismo.

Page 19: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

17

C. TERZA COMUNITÀ EDUCANTE: LA SOCIETÀ CIVILE IN TUTTE LE SUE FORME DI ASSOCIAZIONISMO GIOVANILE

1. Facciamoci qualche domanda Oratori, gruppi Scout, organizzazioni, gruppi sportivi, centri culturali, cooperative no profit, sindacati, istanze assistenziali, agenzie di offerta lavorativa, cineforum, biblioteche comunali, uffici e associazioni varie legate all’Amministrazione pubblica, all’imprenditoria privata, ai servizi del welfare, allo spettacolo: in misura più o meno inclusiva e efficiente, tutte queste istituzioni educative hanno a che fare con la stessa popolazione dal composito tessuto culturale. Torniamo a guardare le cifre del nostro Vicariato, Unità Pastorale-parrocchia e Comune in relazione agli utenti delle forme associative sopramenzionate, e facciamoci qualche domanda, per es.: - in molti oratori e centri giovanili, un numero elevato (e, in qualche caso, la maggioranza) dei frequentanti è di figli di immigrati. Data questa profonda trasformazione, quali iniziative vengono fatte? Si cerca di sensibilizzare tutti (italiani e non) circa il Bene Comune e i temi della civile convivenza o ci si limita a seguire le casse del bar e a lanciare la palla nel campo da calcio, sperando che i ragazzi non rompano i vetri? - nei limiti del possibile, si tenta di rimuovere le remore e le difficoltà (economiche e culturali) che limitano i figli di migranti nel possibile inserimento nei gruppi Scout, nelle organizzazioni sportive, nelle associazioni culturali? - a livello nazionale c’è la proposta che ogni Comune, unitamente alle distinte forze della società civile locale (Amministrazione, scuole, Uls, parrocchie, cooperative riconosciute per onestà e trasparenza) si faccia carico ed accolga un numero di Richiedenti Asilo pari al 2-3% del totale della popolazione italiana residente. Quanti abitanti ci sono nel mio Comune? Ci sono esperienze di accoglienza nelle parrocchie o negli istituti religiosi locali, con le cooperative, con le Amministrazioni Municipali e dentro qualche famiglia? Quali criticità? Come si possono migliorare? Perché non ce ne sono? - ci sono insegnanti in pensione che possono dare una mano nei doposcuola (insegnamento di italiano ai bambini e alle mamme) e negli sportelli di ascolto Caritas e S. Vincenzo per le famiglie in difficoltà (italiane e non) Ogni istituzione ha certamente la sua “missio”, ma non ci si può autodefinirci di carattere educativo e sociale se non si ha una visione d’insieme, se non si cerca di fare rete, se si emargina un settore della nostra comunità. Se – ognuno con i suoi strumenti e risorse- non si combatte concretamente ogni forma di razzismo dichiarato o camuffato. Se non si facilita, nei limiti del possibile, quelli che sono i più vulnerabili (italiani e non). Se non si rispetta la parità di genere e non si è attenti alla specificità delle distinte appartenenze culturali e religiose. Per la governance del territorio, per la coesione sociale e per la qualità della convivenza, conviene a tutti crescere in forma (se pur articolata) meno disomogenea possibile.

Page 20: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

18

Ci sono poi alcuni temi formativi, che non devono essere delegati agli specialisti teorici o ai politici di Roma, ma che devono trovare un congruo spazio nel quadro delle opportunità di crescita civica che ogni singola istituzione intende offrire ai propri iscritti e aderenti. Il primo tema riguarda la presa di coscienza che viviamo in un mondo irrimediabilmente sempre più globalizzato e che, di conseguenza, dobbiamo tutti trasformarci, educarci all’interculturalità. Il secondo tema concerne il cosa significa realmente essere un cittadino glocale, cioè globale e locale: vicentino, italiano, europeo e del mondo. In altre parole, educarci tutti alla Cittadinanza corresponsabile.

2. Buone pratiche, un impegno (trasformarci un po’ tutti) e due suggerimenti

2.1. Educarci tutti all’interculturalità. Andare oltre gli stereotipi Famiglie di lavoratori immigrati e famiglie di lavoratori italiani partecipano sempre più spesso alle “Feste dell’Interculturalità”, altrimenti dette” Feste dei Popoli”, “Mondo in piazza”, “ Ritmi e danze”, “ Caccia al tesoro multilingue”, “ Macondo”, ecc. Organizzate da scuole, parrocchie, amministrazioni comunali ed organizzazioni di immigrati, queste “feste” sono importanti momenti di incontro, di conoscenza reciproca, di gioia comunitaria da diffondere sempre più. In effetti operano contro la discriminazione, rigettano il razzismo e l’etnocentrismo, incoraggiano un’etica di riconoscimento reciproco e rispetto della differenza. Nella loro applicazione politica, sono servite a sensibilizzare circa i diritti-doveri collegati alla “cittadinanza”. Grande merito perciò a quanti sono impegnati nel prevenire la formazione di isole incomunicanti e di ghetti, cercando al contrario di promuovere la policromia e la polifonia delle differenze. Detto questo, però, forse è giunto anche il momento di prendere atto che nelle nostre scuole e nei nostri quartieri circolano – ormai da decenni- ragazzi che sono nati qui, che parlano perfettamente la lingua veneta e italiana, che sono ben inseriti nel contesto italiano, anche se i loro nonni e genitori hanno alle spalle una ormai lontana storia di migrazione da paesi di cui questi ragazzi però non conoscono niente se non per sentito dire. Pochissimi di loro infatti hanno potuto viaggiare; gli stessi genitori che hanno fatto la spola con il paese d’origine, trovano quella lontana realtà in continua rapidissima mutazione tale da non riconoscere più l’ambiente e la problematica da cui sono partiti ( o fuggiti) tanti anni fa. Tutto è cambiato. Tutto cambia. Ma che succede in alcune Feste dell’interculturalità? I figli degli immigrati, spinti dai loro genitori e insegnanti, continuano a rappresentare gli stereotipi con i quali il loro paese è conosciuto dagli italiani. In qualche caso, a rappresentare il vecchio, quello che magari non c’è più. O che è residuale. Spesso, semplicemente, il folklorico a consumo turistico. Facciamo alcuni esempi visti in qualche scuola. In una sfilata, una mamma peruviana nata sui 4.000 m. d’altezza delle Ande e che certamente non ha mai visto l’Amazzonia, ha fatto indossare alla sua bambina il costumino di corteccia e posto in capo una

Page 21: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

19

corona di piume di pappagallo amazzonico, sventolando una bandierina con su scritto “Perù”. (Inutile dire che l’unica giungla conosciuta dalla bambina è quella spelacchiata del parco di fronte alla stazione delle corriere; e che in Amazzonia nessuno si sogna di indossare vestiti di corteccia o di mettersi in capo delle piume). Seguiva un gruppo di creature con pantaloni dalle borchie nere, grandi chitarre finte e immensi sombreri da Mariachi messicani. Ed ecco avanzare un coro di biondissime fanciulle dell’Est Europa, dentro vestitini di fiori, mimando delicati ritmi bucolici di un’Arcadia felice. Non man-cavano una processione che rappresentava le Filippine, le danze dei guerrieri Sik, i cori ritmati di tamburi delle donne africane e i balli scatenati delle donne latinoamericane e dei Caraibi. Si conclude con saporiti piatti tradizionali. Benissimo, applausi. Tutto come da copione. Una domanda: dopo tutti questi decenni, si può fare anche qualcosa in più? Possiamo, almeno in parte, trasformare queste nostre feste? Non si intende certo negare valore a certi aspetti: le declinazioni folkloriche sui riti, sulle feste, sul carnevale creano simpatia, sono utili in una fase iniziale ma, possibilmente, non devono esaurirsi in se stesse, invariabilmente. Vengono sollecitate all’interno di una direzionalità mo-noculturale, una specie di inconscio patto di sottomissione; un patto di subalternità e marginalità, con vincoli pesanti per l’emancipazione dei migranti: sei accettato tra noi se ci mostri quello che da te vogliamo, se resti quello che su te abbiamo costruito noi. Quando si verificano questi fatti, ci possono essere ripercussioni soprattutto nei figli adolescenti che si trovano a vivere delle crisi interpretative. Finiscono per non riconoscersi più non solo nella storia interpretata o re-inventata dall’immaginario nostalgico dei propri genitori, ma anche nella possibilità di interpretare una propria “storia”, di essere soggetti di se stessi, di dare senso a se stessi. Di narrare se stessi. Ecco, la chiave per superare il rischio della sterilità determinata dal folklorismo: l’autonarrazione. Cosa possono fare le famiglie per migliorare le nostre Feste dell’Interculturalità Il compito dei genitori e degli educatori non è appioppare un’identità al bambino caricandolo con stereotipi riduttivi legati al passato, ma aiutarlo a elaborare una autonoma narrazione utile in futuro per interpretare le trasformazioni che avvengono lungo il proprio percorso identitario. Andare oltre lo stereotipo, oltre lo scontato, oltre il visibile, con proiezione in avanti: questa è la sfida da raccogliere. Non continuare a proiettare un’immagine “fissa” di un collettivo, quasi arrogandosi di poter rappresentare il meglio della lontana nazione di provenienza dei genitori immigrati, ma andare sul vissuto, sul familiare e sul personale: narrare se stessi e la propria storia transnazionale. L’identità personale e culturale infatti non corrisponde quasi mai in toto a quella civica e nazionale cristallizzata nell’immaginario turistico. Al contrario, ogni identità è marcata in maniera sempre più evidente da connessioni culturali multiple. Se si è coscienti di questo, non esiste uno spartiacque tra figli di italiani e figli di immigrati, ma un comune proble-ma: evolvere tutti, cambiare, trasformarci, essere tutti all’altezza di quanto richiesto in questo mondo globalizzato. Pur nel rispetto delle intime appartenenze dei rispettivi genitori, i giovani studenti ( sia italiani che “nuovi italiani”) vivono prestiti, incontri, conflitti e contaminazioni tra persone, popoli e culture e oggi si rivela improponibile una concezione chiusa dei sistemi culturali, i quali da sempre si nutrono di ibridazioni e di scambi. In altre parole, per essere veramente un evento di arricchimento reciproco, alle Feste dell’Interculturalità devono partecipare anche gli italiani, narrando le pratiche

Page 22: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

20

transnazionali che loro stessi hanno fatto come ceppo familiare o che si preparano a compiere prendendo coscienza della storia che abbiamo alle spalle, ma anche liberarcene quando essa ci opprime. Nelle nostre Feste dell’Interculturalità occorre un’attenzione maggiore ai grandi temi della soggettività individuale: la precarietà, la famiglia, la sofferenza, l’amore, la grinta. il futuro, il conflitto, la morte, la dimensione religiosa ed estetica. Nelle nostre Feste dell’Interculturalità, occorre ascoltare di più e ascoltarci tutti, perché tutti siamo parimenti sulla stessa barca. Una pertinente Buona Pratica ci viene dall’Istituto Comprensivo Barolini del quartiere San Pio X di Vicenza che, dopo un anno di lavoro portato avanti nei diversi gradi della scuola (infanzia, primaria, secondaria di primo grado, centro territoriale permanente Vicenza Est) ha pubblicato il libro “Racconta…voglio ascoltarti”. Una volta, la Barolini era solo una scuola di periferia, con edifici semplici ma molto spaziosi perché pensati per accogliere tanti bambini e ragazzi, figli di italiani migranti dal Sud a Vicenza. In seguito, da molte parti del mondo sono arrivate centinaia di alunni che si incontrano a scuola e imparano a crescere insieme intrecciando le loro diversità. Quante storie: storie di bambini (italiani e nuovi italiani) che oggi sono già adulti e storie di esseri umani che stanno crescendo. Storie di giovani venuti da terre lontane. Storie di italiani che si preparano a scoprire, attraverso la voce dei propri compagni, mondi molto diversi tra loro. Le storie esistono da sempre per essere raccontate a qualcuno che voglia ascoltarle per capirle, per conoscere, per imparare a cambiare. Storie di Trasform-Azione personale, familiare, comunitaria. 2.2. Educarci tutti alla Cittadinanza corresponsabile Al momento di scrivere queste note, non sappiamo se in questa legislatura verrà approvata (o meno) la legge che riconosce la cittadinanza ai figli dei migranti nati in Italia o che abbiamo completato un ciclo quinquennale di studi nelle nostre scuole. In ogni caso, ci siamo ben informati su questo tema? Nelle nostre famiglie e comunità, si è riflettuto e discusso in forma ponderata o ci lasciamo infinocchiare dalle strumentalizzazioni e dai giochetti pre-elettorali dei politici? Ne abbiamo parlato con i nostri stessi figli italiani che fin dalla più tenera infanzia razzolano sullo stesso pianerottolo, giocano sullo stesso cortile e superano ogni grado del ciclo scolastico insieme con figli di migranti coetanei, che a loro volta si sentono culturalmente italiani e, soprattutto, che si impegnano ad essere cittadini italiani onesti al pari di nostri? Se dipendesse da loro, i nostri figli italiani darebbero (o no) la cittadinanza ai propri compagni di scuola (dall’asilo al liceo), di squadra di calcio, di ballo, di vita in generale compresa qualche occhiata furtiva di simpatia amorosa? Perché tutte queste domande? Perché anche in questo caso, l’età anagrafica e il fatto di essere (o no) “nativi digitali” e “millennials” hanno un grande peso e sono dirimenti: la maggioranza assoluta dei giovani studenti italiani, infatti, è favorevole a riconoscere il diritto di cittadinanza (jus soli temperato-jus culturae) ai coetanei figli di migranti, come un fatto naturale e scontato di semplice civiltà. E noi stiamo con le giovani menti perché, si sa, il futuro lo decidono loro. Ed è la nostra scuola che forma al futuro, indistintamente, sia figli di italiani che di migranti. Ma tutte le forme di associazionismo giovanile della società civile devono collaborare e fare la loro parte.

Page 23: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

21

Mettersi nei panni dei “Cittadini senza Cittadinanza”. Costruire quotidianamente la Cittadinanza. Avere lo stesso passaporto accorpa. Non averlo, distingue e divide. Il suo possesso apre la porta alla partecipazione civica politica, alla corresponsabilità, alla coesione. È il simbolo che separa i cittadini dagli “stranieri”, da coloro che non posseggono i requisiti per beneficiare dei vantaggi dell’essere membri di una specifica collettività. Ma andiamo più in là del semplice passaporto. Cosa significa, oggi, essere cittadini? E’ un vero cittadino, chi lavora e paga regolarmente le tasse o chi le evade per milioni di euro? E’ un futuro professionista di valore di cui abbiamo bisogno in Italia, uno studente che si impegna e riesce, o uno che si compra la laurea? Ora, rigiriamo la domanda: cosa significa “non essere riconosciuti come cittadini”? Cosa significa vivere in una paese “da stranieri”? Cosa vuol dire nascere in un paese, frequentarne le scuole, conoscerne la lingua e le tradizioni, e continuare a essere percepiti come stranieri? È questo il destino di molti giovani, di molte cosiddette “Seconde Generazioni”, ragazzi e ragazze figli dell’immigrazione. La loro presenza nelle scuole, nei quartieri, nelle associazioni e nel mondo del lavoro scrive la storia dell’Italia di oggi: un paese in cui il pluralismo culturale, linguistico, religioso non è più un fenomeno nuovo, repentino e per questo spiazzante. Esiste dunque una storia da riconoscere, quella di coloro che sono ormai inseriti pienamente nel contesto italiano, parte del tessuto produttivo, sociale e culturale. Le loro parole, dette in Lingua Madre e in Lingua Italiana, sono la guida nell’esplorare cosa significhi “dover chiedere di ottenere la cittadinanza, pur sentendosi italiani”, cosa significhi diventare adulti nell’unico paese che si considera come il proprio ed essere esclusi dai pieni diritti di cittadinanza. In Italia sono 800mila i ragazzi in queste condizioni. In provincia di Vicenza, 18mila iscritti a qualche grado scolastico (25mila il totale dei minorenni registrati): vivono ogni giorno sulla loro pelle lo iato tra la cittadinanza sostanziale (questo loro appartenere emotivamente, culturalmente, economicamente e socialmente alla nostra comunità) e la cittadinanza giuridica (ciò che si acquisisce solo con l’iter formale prescritto). Sono i “nuovi italiani”, uno straordinario ponte tra culture, lontano tanto dall’assimilazionismo francese quanto dal multiculturalismo britannico e americano.

Page 24: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

22

Dalla loro parte, hanno la giovinezza e il futuro e, prima o poi, conquisteranno anche la cittadinanza formale. In effetti come si è già detto, i giovani – non importa se figli di italiani o di lavoratori provenienti da altri paesi- sono molto più avanti, per mentalità e per uso di tecnologie di comunicazione, rispetto ai loro genitori e, non ne parliamo, rispetto ai loro nonni o a certe direttrici dei Trump internazionali e nazionali che sanno costruire solo “muri” e generare paura e rancore. Con tutti i limiti che questo comporta, molti giovani “millennials”, nella loro quotidianità, vivono – oltre alla cittadinanza sostanziale - la Cittadinanza Digitale, cioè l’appartenenza ad una comunità, seppur virtuale di utenti, ognuno dei quali si sente - a torto o a ragione- “protagonista”, un pò attore sociale a pieno titolo, portatore di interessi, istanze, bisogni e di un insieme di diritti che ognuno ha quando accede o utilizza i Nuovi Media. Nella Cittadinanza Digitale, non ci sono divieti o regole, se non quelli che un giovane può scegliere di seguire. Non ci sono “muri”, dazi, passaporti, dogane, razze, lingue, culture, religioni. E’ solo un puzzle da comporre a piacimento. Un cocktail da inventare. Una prateria aperta, sconfinata, che della libertà ha il fascino e i rischi. I giovani hanno l’abilità di legarsi e di identificarsi con gruppi e comunità sempre più ampie. Simboli, valori e norme sono un elemento importante di questa appartenenza e costruzione di identità. E non vi è dubbio che i Nuovi Media offrano canali, spazi e linguaggi in grado di facilitare e realizzare questo processo, favorendo una sempre maggiore forma di partecipazione dei ragazzi dal locale al globale. In una parola, si sentono Cittadini del mondo e, nello stesso tempo, dicono: “ E’ vero: i nostri nonni provengono da mondi culturali-linguistici diversi, di cui siamo fieri, come i vicentini sono fieri dei lori avi mezzadri e contadini. Ma noi siamo tutti nati qui, parliamo tutti la Lingua Italiana e anche la Lingua Veneta, abbiamo fatto le scuole qui, i nostri genitori lavorano legalmente e pagano le tasse sistematicamente, abbiamo scelto l’Italia, ci stiamo assumendo diritti e doveri al pari dei nostri coetanei. Ci sentiamo e siamo “cittadini” oltre che di questa Italia e di questa Europa, anche di questa Regione e di questo Comune”.

Page 25: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

23

D. QUARTA COMUNITÀ EDUCANTE: L’UNITÀ PASTORALE E L’ASSOCIAZIONISMO CRISTIANO. I CENTRI PASTORALI PER MIGRANTI ISTITUITI VENT’ANNI FA.

1. Su entrambi i punti, facciamoci qualche domanda. Il nostro Vescovo e la Diocesi in quanto tale, varie congregazioni religiose, molte parrocchie e Unità Pastorali, tutto l’associazionismo cristiano sono da tempo impegnati a concretizzare le indicazioni evangeliche dell’accoglienza, seguendo il Magistero della Chiesa e di Papa Francesco. - Nella mia Unità Pastorale, quali iniziative sono state attivate a favore dei giovani migranti e

delle Seconde Generazioni, magari usufruendo anche di competenze specifiche di gente della scuola, di operatori sociali e di tecnici specialisti?

- Come possono essere valutate? - Quali sono le ragioni del timore di alcune nostre comunità parrocchiali nei confronti dei

richiedenti asilo e rifugiati? Come aiutare le nostre comunità parrocchiali a superarli? Ci sono interessanti esperienze in atto e un lungo cammino da percorrere e da consolidare. Veniamo ora alla “missio” specifica della nostra Chiesa: la pastorale. La pastorale dei migranti della Diocesi di Vicenza ha come orientamento la Nota del Vescovo Pizziol del 2012, a 15 anni da quella di Mons. Nonis del 1997, quando si costituirono i primi Centri Pastorali per immigrati cattolici. Nell'introduzione, Mons. Pizziol dice che "i fedeli migranti non sono solo destinatari dell'azione pastorale della Chiesa, ma anche protagonisti, chiamati a diventare testimoni di Cristo nei luoghi dove dimorano". Nel 1997 la Chiesa Vicentina, prendendo coscienza di una realtà sociale ed ecclesiale che stava cambiando, dà vita ai Centri Pastorali, i quali sono "luoghi ecclesiali a pieno titolo". Alla base di ciò c’è il riconoscimento della presenza di immigrati cattolici che "con noi costituiscono l’unico popolo di Dio presente nella terra vicentina, pur nella diversità dei volti e delle lingue”. Secondo il documento pontificio Erga Migrantes, l'accompagnamento pastorale degli immigrati cattolici deve tener conto i due elementi fondamentali: 1. la Chiesa locale deve offrire un'attenzione specifica, al fine di salvaguardare la loro identità culturale e religiosa (a tale scopo sono stati istituiti i Centri Pastorali nel 1997) 2. bisogna favorire un'educazione all'incontro perché l'assistenza non si chiuda a una pastorale mono-etnica. Quando parliamo di immigrati, pensiamo a quelli di prima generazione, cioè coloro che sono giunti in Italia già adulti o, comunque, già scolarizzati; e quelli di seconda generazione, cioè coloro che sono nati in Italia da genitori emigrati di prima generazione o che, comunque, ricevono la scolarizzazione in Italia. Nella pastorale migratoria va tenuto conto quindi sia di una pastorale specifica: evangelizzazione e liturgia in lingua straniera per tutti i migranti cattolici di prima generazione, a cura dei Centri Pastorali, cioè retti (nei limiti del possibile) da sacerdoti e religiosi provenienti dagli stessi paesi degli immigrati e parlanti la loro lingua. Nel contempo si favorisce l'inserimento dei bambini e degli adolescenti nella Pastorale diocesana di preparazione ai sacramenti di iniziazione cristiana (si cerca di superare così il puro concetto di pastorale etnica senza rinunciare alla medesima, in quanto la pastorale etnica non va all’infinito, ma cura la cattolicità della Chiesa locale, favorendo la formazione di una Chiesa, quella locale, non più legata all’etnia. Nella prassi pastorale è fondamentale perseguire una stretta collaborazione con la pastorale della Diocesi. I Centri Pastorali devono essere legati a una parrocchia territoriale/unità pastorali.

Page 26: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

24

Centri Pastorali Nella Seconda Parte della presente pubblicazione, possiamo constatare in quali Vicariati stanno funzionando i Centri Pastorali, e per quale lingua o gruppo linguistico. A continuazione, presentiamo la seguente sintesi. Nella Diocesi Di Vicenza ci sono:

18 centri di celebrazioni in lingue, per 8 "nazionalità" o "gruppi linguistici" diversi. 12 sacerdoti etnici collegati a questa pastorale: 4 religiosi (2 Verbiti, 1 Salesiano, 1

Scalabriniano), 3 con convenzione per servizio pastorale (2 rumeni, 1 ucraino), 3 per studio (1 Ghanese, 1 del Burkina Faso, 1 Nigeriano), 2 vengono da Diocesi confinanti (da Verona e Padova). Anche l'accoglienza di questi sacerdoti non può essere data per scontata, e tuttavia va perseguita sia in funzione di un servizio specifico nella Chiesa Diocesana, ma anche come dono arricchente per le nostre pastorali e in vista di una apertura cattolica delle nostre chiese. I Vicariati nel cui territorio sono presenti Centri Pastorali sono 6 (su 22): Vicariato Urbano, Vicariato di Bassano, Vicariato di S. Bonifacio, Vicariato di Schio, Vicariato di Valdagno, Vicariato di Val del Chiampo.

Le Unità Pastorali, che hanno al loro interno almeno un Centro Pastorale, sono 10 (di cui 5 soltanto nel Vicariato Urbano): San Pio X, Araceli, Laghetto, Creazzo, San Giuseppe-San Lazzaro, SS Trinità di Angarano e Santa Maria in Colle e San Leopoldo a Bassano, Massignani Alti- Ponte dei Nori Valdagno, Valdagno Centro, Val Restena. Le singole Parrocchie che hanno uno o più Centri Pastorali sono: San Pietro (Vicenza), San Pietro (Schio), San Pietro (Villanova), Santa Maria Assunta (Chiampo). Al riguardo, qualche domanda “terra-terra”, considerando che siamo tutti impegnati nel non fare “isole incomunicanti o autoreferenziali”. Anzi, che tutti vogliamo una sempre maggiore collaborazione e organicità: - nei Consigli Pastorali Parrocchiali (o dell’Unità Pastorale) ci sono o sono stati almeno invitati a partecipare dei praticanti migranti? - nei bollettini parrocchiali viene segnalata la presenza e le attività religiose ed educative dei Centri Pastorali in relazione alle distinte lingue nazionali dei migranti presenti in parrocchia? - a livello vicariale, quali esperienze liturgiche insieme? Quali proposte di dialogo interreligioso con altre fedi? Quali iniziative in comune tra l’associazionismo parrocchiale e i Centri Pastorali? - Come aumentare il coinvolgimento dei sacerdoti e degli altri attori pastorali della diocesi nella pastorale migratoria?

Page 27: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

25

2. Famiglie italiane e non, tutti in Trasform-Azione. In sintesi, cosa significa? Ripensare la pastorale e la promozione umana a partire dai nuovi contesti di vita nelle nostre comunità multiculturali, segnate da una mobilità umana generalizzata, dall’incertezza, dalla debolezza delle relazioni, dalla crisi, da nuovi e straordinari mezzi di comunicazione. In una realtà sempre più liquida, come operatori pastorali e come educatori dobbiamo essere in grado di proporre il valore del confronto, della relazione diretta con “ i talenti diversi”, della circolazione delle idee e dei modelli, della necessità di un cammino comune.

In sintesi:

Non chiedere più: “Da dove vieni?”. Ma chiederci tutti: “Dove andiamo insieme?”

Page 28: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

26

Centro Pastorale Comunità Rumena greco-cattolica di Vicenza

La comunità Rumena si incontra nella Chiesa di Araceli Vecchia, Piazza Araceli 21, Vicenza, e celebra la Divina Liturgia di rito bizantino in Rumeno ogni domenica alle ore 10,30. Il sacerdote incaricato è Don Raimondo Salanschi.

“Sono arrivata in Italia 17 anni fa. Io vivo il Centro Pastorale come una "provocazione”, e un invito rivolto a tutti a cercare il dialogo, ad andare più in profondità nella conoscenza reciproca. Creiamo momenti di incontro anche con la parrocchia perché da lì nasce il nostro futuro. Quanto al mio rapporto con gli italiani, all'apparenza c'è sempre un po’ di diffidenza. Purtroppo il razzismo c'è. Poi approfondendo la conoscenza c'è chi ti apprezza come persona, chi no.” (Daniela Todica, 36 anni, Rumena)

Page 29: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

27

Centro Pastorale Comunità Rumena cattolica di Schio

La comunità Rumena si incontra nella Chiesa di San Antonio Abate, Via P. Maraschin 1, Schio, e celebra la Santa Messa in Rumena ogni domenica alle ore 10,30. Il sacerdote incaricato è Don Petru Mihaita Mogda.

“Sono in Italia da 14 anni. Essendo lontani da casa abbiamo sentito il bisogno di una famiglia allargata, il bello di parlare e di pregare nella lingua con la quale siamo nati. Così facciamo andare via la nostalgia dei nostri posti dove abbiamo fatto i primi passi nel mondo e nella fede.

Ho un buon rapporto di amicizia e di aiuto reciproco con gli italiani della mia parrocchia, visto che mi hanno coinvolto nel fare catechismo per i ragazzi delle elementari. Come San Giuseppe che ha dovuto lavorare da emigrato

in Egitto, con l’onestà e mettendo il cuore, non ho mai avuto problemi”. (Andrei Maria, 36 anni, Rumena)

Page 30: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

28

Centro Pastorale Comunità Ucraina greco-cattolica

La comunità Ucraina si incontra nella Chiesa di San Giuseppe, Via Mercato Nuovo 43, Vicenza, dove si

celebra la divina liturgia in ucraino dal martedì al sabato alle ore 14,30 e ogni domenica alle ore 10,30.

Nella Chiesa della Beata Giovanna, Via Velo 90, Bassano del Grappa, dove si celebra la divina liturgia in ucraino il 1° sabato e la 3° domenica alle ore 14,30

Nella Chiesa di San Cristoforo, Corso Italia 1, Valdagno, dove si celebra la divina liturgia in ucraino la 2° e 4° domenica alle ore 15,00

Nella parrocchia di S.M. Assunta e S. Martino, Via S. Martino 37, Chiampo, dove si celebra la divina liturgia in ucraino la 1° domenica alle ore 12,30.

Il sacerdote incaricato è P. Vasyl Kyshenyuk, sacerdote ucraino (nella foto).

“Sono in Italia dal 2002. Grazie al centro Pastorale degli ucraini abbiamo la possibilità di festeggiare insieme. Sia la comunità

accogliente come la comunità migrante ha la possibilità di conoscere le tradizioni e cultura dello straniero. Ci si può conoscere,

imparare le diverse tradizioni, storia e cultura. Si incontrano riti diversi durante le messe. Nella nostra Parrocchia c'è anche

la comunità della Costa D'Avorio, sparisce ogni frontiera, non ci sono né confini né diversità della pelle, c'è solo il rito della

Messa in lingue diverse, sparisce ogni dubbio e la paura della diversità. Noi, ucraini, spesso coloriamo le feste tradizionali

presso la Parrocchia con i nostri costumi e i canti. La Parrocchia per la Comunità ucraina è una famiglia. Dall'Ucraina, per

maggior parte, emigrano solo le Donne, con l’unico scopo di trovare lavoro e poter aiutare la famiglia che è a casa in Ucraina.

Il Centro pastorale per noi è come una famiglia, serve per unirsi nel bene e nel male, ci uniamo nella gioia e nel lutto, per una

persona che si trova lontano dalle proprie famiglie è l’unico riferimento.” (Anna Parovyak, ucraina.)

Page 31: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

29

Centro Pastorale Comunità Latinoamericana di Vicenza e Bassano

La comunità Latinoamericana si incontra:

nella Chiesa di San Lazzaro, Via P. da Palestrina 82, Vicenza, dove si celebra la Santa Messa in spagnolo la 4° domenica alle ore 12,00. Il sacerdote incaricato è P. Reynaldo Roman.

presso il Centro Scalabrini, Via Scalabrini 3, Bassano del Grappa, dove si celebra la Santa Messa in spagnolo la 2° domenica alle ore 12,00. Il sacerdote incaricato è P. Michele de Salvia,CS.

“Abito a Bassano da 4 anni e mezzo. Grazie al Centro pastorale mi sono avvicinata di più alla comunità latinoamericana che abita nel territorio, con attività che abbiamo in comune come lo è parlare la nostra lingua madre, lo spagnolo, cosi come la celebrazione della Santa Messa nella nostra lingua. Questo è importante perché cosi noi abbiamo questo spazio per portare i nostri figli e cosi avere questa meravigliosa esperienza della convivenza per creare rapporti nuovi di amicizie e di conoscenza. Come messicana me sento orgogliosa di fare parte della collaborazione culturale per la diffusione della mia cultura dentro al centro Scalabrini e anche nel territorio, ho la possibilità meravigliosa di conoscere più da vicino la ricchezza di tutti i popoli, non solo della comunità latinoamericana, ma anche Africana, Filippina, e alcuni paese dell’Europa... Ma conosco anche i preti della parrocchia del mio territorio. E ancora quando collaboro come volontaria in diverse attività culturali con gli italiani riesco ad avere un buon rapporto e comunicazione anche con i miei vicini di condominio e di quartiere, e diventa una gradevole conoscenza. Gli italiani sono amabili e servizievoli, anche se a volte noto una certa diffidenza a esprimersi con noi che siamo straniere, e quando percepisco questa sensazione sono triste”. (Maria Estela Baltazar Loeza, 46 anni, Messicana)

Page 32: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

30

Centro Pastorale Comunità Filippina di Vicenza

La comunità Filippina si incontra nella Chiesa di Araceli in Cristo Re (Chiesa Nuova), Via Borgo Scroffa 24, Vicenza, dove si celebra la santa messa in Tagalog ogni domenica alle ore 12,30. Il sacerdote incaricato è P. Paolino Bumanglag,SVD (nella foto).

“Sono arrivato in Italia dalle Filippine nel 1998 da solo. La mia famiglia mi ha raggiunto nel 2004. Ho frequentato il Centro Pastorale della Comunità Filippina di Araceli e ho collaborato come Membro del Consiglio Pastorale della Parrocchia, mentre attualmente sono coordinatore del gruppo Couples for Christ. Ho buoni rapporti con gli italiani, ogni tanto andiamo in Chiesa insieme, facciamo conoscenza e abbiamo scambi culturali. Nel lavoro incontro persone italiane ben disponibili a venirci incontro quando sono in difficoltà”.

(Ferdie Quinto, Filippine)

Page 33: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

31

Centro Pastorale Anglofono Filippini e Ghanesi di Bassano del Grappa

La comunità Filippina e Africana Ghanese si incontrano presso il Centro Scalabrini, Via Scalabrini 3, Bassano del Grappa. Celebrano la Santa Messa ogni domenica alle ore 10,30. La seconda domenica di ogni mese invece la Santa Messa è in Tagalog per la comunità Filippina e in Inglese con la Comunità Ghanese. Il sacerdote incaricato è P. Michele de Salvia.

“Sono nata in Italia, poi ho vissuto i primi 11 anni nelle Filippine e sono ritornata nel 1994. Il Centro Pastorale aiuta ad accogliere i migranti dei vari Paesi, infatti è lì che ho imparato a stare con altri emigranti come me, poter partecipare e ascoltare la santa messa, preparare grandi eventi e tante altre belle cose. Grazie a mio figlio che frequenta il catechismo in parrocchia, ho potuto avere buoni rapporti con italiani (catechisti, sacerdoti, e altri genitori). Io e la mia famiglia abbiamo ricevuto un grande aiuto da parte dei catechisti e preti, a livello morale e anche economico (per le spese delle attività dei ragazzi).

Io poi lavoro in cinque posti diversi. Devo ammettere che in nessun posto sono mai stata considerata diversa dagli italiani, i miei colleghi e datori di lavoro sono sempre stati molto gentili, disponibili, e mi hanno fatto sentire di essere una persona speciale!” (Melissa Magsino, filippina, 33 anni)

Page 34: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

32

Centro Pastorale Comunità Nigeriana di Vicenza

La comunità Nigeriana si incontra nella Chiesa di San Pio X, Via Giuriato 1, Vicenza, e celebra la Santa Messa in Inglese ogni domenica alle ore 12,00 (eccetto la quarta domenica).

Il sacerdote incaricato è Don Chidiebere Obiodu.

“Sono arrivato dalla Nigeria in Italia 24 anni fa. Mi è stato utile incontrare e frequentare il Centro Pastorale della

comunità nigeriana, perché mi ha aiutato a crescere spiritualmente e mi ha dato la possibilità di fare parte di una

famiglia allargata” (Ariguzo Benignus, Nigeriano)

“Sono in Italia ormai da 20 anni. Grazie al Centro pastorale della comunità africana nigeriana che frequento ho

potuto conoscere nuove persone e formare una famiglia. Il rapporto con le persone italiane che incontro è discreto”

(Chika Ihekaeme Martins, Nigeriana)

Page 35: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

33

Centro Pastorale Comunità Africana Francofona

La comunità Africana Francofona si incontra

nella Chiesa San Marco Evangelista, Piazza del Comune 28, Creazzo, dove si celebra la santa messa in Francese ogni domenica alle ore 11,30.

Nella Chiesa di San Pietro, Piazza S. Benedetto 1, Villanova, dove si celebra la santa messa in Francese la seconda domenica al mese alle ore 17,00.

Il sacerdote incaricato è Don Lucien Nanama (nella foto)

“Sono in Italia dal 2001, sposato dal 2007, ho due figli. Per me, come per altri, lasciare il nostro paese è stato come

andare in guerra, senza sapere cosa ci aspettava, e l’unica arma che abbiamo potuto usare è stata la preghiera e la

fede, che mi ha permesso di affrontare tutte le situazioni. Il Centro Pastorale è stato questo luogo dove poterci

trovare, avvicinare a Dio, poter condividere, gioire insieme, ringraziare il Signore dopo una settimana di lavoro. Ha

avuto un’importanza fondamentale. La vita qui è stata molto difficile agli inizi, anche se mio padre era già qui in

Italia. Ho vissuto da clandestino nella paura. Nei tanti posti di lavoro che ho avuto ho sempre visto la diffidenza

di molti che mi vedevano come l’africano che viene a rubarci il posto di lavoro. Nonostante tutto sono sempre andato

avanti e con la pazienza ho superato tutto, facendo anche delle amicizie”. (Zoungrana Laurent, burkinabé , 41 anni)

Page 36: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

34

Centro Pastorale Comunità Ghanese di Costo, Valdagno e Vicenza

La comunità Ghanese si incontra

nella Chiesa della Madonnetta, Via Madonna dei Prati 6, Costo di Arzignano, dove si celebra la santa messa in Inglese ogni domenica alle ore 16,00.

Nella Chiesa Santa Maria della Chiesa, Piazza Giovanni XXIII, Ponte dei Nori, dove si celebra la santa messa in Inglese la 1° domenica alle ore 12,00

Il sacerdote incaricato è Don Martin Obeng Gyan.

Nella parrocchia di San Pietro, Stradella S. Pietro 1, Vicenza, dove si celebra la santa messa in Inglese ogni domenica alle ore 9,30

Il sacerdote incaricato è Don Chidiebere Obiodu insieme a Don Martin Obeng Gyan.

“Sono in Italia da 11 anni. Il centro pastorale mi è servito e mi serve ancora a trovare amici della mia stessa nazionalità che magari non avrei mai conosciuto. Serve a portare avanti e ad insegnare la cultura ghanese ai giovani perché essendo qui in Italia pian piano l'avremmo persa. Serve anche ad accogliere ed aiutare i nuovi migranti dal Ghana che altrimenti si sentirebbero persi in un nuovo paese, con nuova gente e una cultura diversa. Io ho rapporti con la parrocchia italiana della mia zona, l'unità pastorale di Vicenza ovest, e sono un'animatrice del gruppo giovani della parrocchia. Studio anche a Padova e quindi sono sempre in contatto con gli italiani e mi sono

sempre trovata bene e mai esclusa”. (Twumasi Laphidil Oppong, ghanese, 24 anni)

Page 37: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

35

Centro Pastorale Comunità Africana anglofona di Schio

La comunità Ghanese si incontra presso l’Istituto Salesiano, Via Marconi 14, Schio, dove si celebra la santa messa in Inglese ogni domenica alle ore 11,00. Il sacerdote incaricato è Don Gianni Furlan (nella foto).

“Ho vissuto a Vicenza da quando sono arrivato dal Ghana, 29 anni fa, e ho visto la nascita e lo sviluppo del Centro pastorale per i migranti ghanesi in Diocesi. Il Centro mi ha aiutato a conservare, consolidare e rafforzare la mia fede cristiana cattolica. Mi ha permesso di mantenere il mio culto di adorazione così come la mia cultura me lo ha trasmesso. Inoltre mi ha dato l’opportunità di confrontarmi e misurarmi con altre culture, soprattutto quella italiana, nel modo di professare la propria fede cattolica. Ho anche un vivo e costante rapporto con le persone italiane della mia parrocchia, sia sacerdoti, che catechisti e tanti altri; non manco di frequentare anche la messa domenicale italiana in parrocchia e altri momenti di incontro”. (Gilbert Abasimi, Ghanese)

“Nei 19 anni vissuti in Italia, il Centro Pastorale della comunità ghanese che frequento mi ha fatto crescere spiritualmente e mi ha aiutato a trasmettere ai miei figli l’importanza di credere e di vivere la propria fede.” (Charity Konadu, ghanese, 43 anni)

Page 38: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

36

Centro Pastorale Comunità Srilankese a Vicenza

La comunità Srilankese si incontra nella Chiesa della Marosticana, Via Marosticana 46, Vicenza, dove si celebra la santa messa in Francese ogni 1° e 3°sabato alle ore 18,00. Il sacerdote incaricato è Don Dinanja Silva Kankanige.

“Vivo in Italia da 20 anni. Frequento il Centro Pastorale della Comunità Srilankese perché è bello incontrarsi con gli altri

del mio paese, possiamo celebrare la messa nella nostra lingua, insegnare anche ai nostri bambini il catechismo nella nostra

lingua, e così restiamo uniti. Non ho tanti rapporti con gli italiani della mia parrocchia, solo due o tre persone; ne incontro

di più al lavoro. Non è sempre facile per questione di lingua o di abitudini.” (Obinamunige Wences, srilankese, 52 anni)

Page 39: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

37

SECONDA PARTE

DATI DEI CITTADINI DI ALTRE NAZIONALITÀ PRESENTI NEL TERRITORIO DELLA DIOCESI, SUDDIVISO PER VICARIATI

1. INTRODUZIONE E NOTE METODOLOGICHE PREVIE Le statistiche a continuazione si basano sui dati pubblicati dall’ISTAT sul sito demo.istat.it. Tali dati sono suddivisi sul territorio nazionale in Regioni, Province e Comuni. Nell’analizzare i dati della Diocesi di Vicenza si è proceduto prendendo in considerazione i Comuni che fanno parte del territorio diocesano, in ogni Vicariato. In tal senso ci sono alcuni Comuni della Diocesi che sono di altre Province e alcuni Comuni della Provincia di Vicenza che non sono presi in considerazione perché non diocesani. Purtroppo in alcune aree si verifica una delimitazione territoriale tale che in uno stesso Comune ci siano frazioni (e parrocchie) appartenenti a Vicariati differenti, così come succede che per alcuni Comuni soltanto delle frazioni o parrocchie appartengano alla Diocesi (e quindi a uno dei Vicariati) mentre il resto siano parte di Diocesi limitrofe. In concreto, nel documento presente:

a. i dati dei Comuni (o Vicariati di appartenenza) segnati con un * si riferiscono all’intero territorio comunale (non potendo estrapolare i dati parziali delle frazioni), es.: Cassola, Marostica, Cittadella, Monteforte d’Alpone, che hanno delle frazioni appartenenti ad altre Diocesi;

b. per i Vicariati (o i Comuni interessati) segnati con due ** si segnala che non sono compresi in essi alcuni Comuni le cui frazioni fanno parte di più Vicariati. Tali Comuni sono inclusi solo nel Vicariato principale di appartenenza, es.: Cornedo è incluso nel Vicariato di Valdagno (compresa la frazione di Montepulgo che appartiene a Malo), Villaverla a Malo (compresa la frazione di Novoledo che appartiene a Dueville), Zimella a Cologna Veneta (compresa la frazione di Volpino che appartiene a S. Bonifacio).

Legenda In questa presentazione e nelle seguenti tabelle abbiamo utilizzato la terminologia “popolazione di altra nazionalità” con l’abbreviazione: “P.A.N.” per indicare i lavoratori immigrati presenti nel territorio.

Territorio e popolazione La Diocesi di Vicenza ha un territorio vasto che comprende: I comuni della provincia di Vicenza, con l'esclusione dell'altopiano di Asiago e di una parte di territorio dei comuni di Cassola e Marostica (diocesi di Padova) e del comune di Mussolente (diocesi di Treviso). In provincia di Padova i comuni di Campodoro, Carmignano di Brenta, Cittadella (solo le frazioni di Facca e Santa Croce Bigolina), Fontaniva, Gazzo Padovano, Grantorto, Piazzola sul Brenta, San Giorgio in Bosco e San Pietro in Gu. In provincia di Verona i comuni di Arcole, Cologna Veneta, Montecchia di Crosara, Monteforte d'Alpone (frazioni Costalunga e Brognoligo), Pressana, Roncà, Roveredo di Guà, San Bonifacio, San Giovanni Ilarione, Veronella e Zimella.

Page 40: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

38

La popolazione della Diocesi secondo i dati ISTAT al 1 Gennaio 2017 è pari a 865.377, (da cui andrebbe sottratta una parte della popolazione dei Comuni di Cittadella, Marostica e Monteforte d’Alpone). Nello stesso territorio risiedono al 1 gennaio 2017 sempre secondo i dati ISTAT 88.774 cittadini di altre nazionalità, pari al 10,3% della popolazione complessiva. È nel quadro di un inesorabile declino demografico dell'Italia e del Veneto che si colloca la presenza vitale e innovativa degli stranieri, in particolare dei giovani: 91.641 alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole del Veneto nell'anno scolastico 2016/2017. Nella provincia di Vicenza (il dato si riferisce al territorio della Provincia di Vicenza e non della Diocesi) sono 17.730 gli alunni con cittadinanza non italiana, il 13% sul totale frequentanti. Di questi poi, ben 12.439 (70,2%) sono nati in Italia (dati Ufficio Scolastico Regionale del Veneto aggiornati al 28/02/2017). Sono 3.755 alunni nella scuola d'infanzia; 6.967 nella scuola primaria (di cui solo 91 in scuole non statali); 3.566 nella scuola secondaria di I grado (di cui solo 19 in scuole non statali); 3.442 nella scuola secondaria di II grado (di cui appena 4 in scuole non statali).

Page 41: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

39

1. DATI SULLA POPOLAZIONE DI ALTRE NAZIONALITÀ (P.A.N.) NEL TERRITORIO DELLA DIOCESI

Tutti i Vicariati della Diocesi sono interessati dalla presenza di cittadini di altre nazionalità. Tuttavia alcune aree sono maggiormente toccate dall’immigrazione, o per ragioni storiche (luoghi di tradizionale immigrazione), o geografiche (zone urbane), o sociologiche (zone industrializzate).

1.1. Vicariati e popolazione di altre nazionalità In assoluto il vicariato urbano ha il numero della popolazione di altre nazionalità più elevato (18.747), seguito da Val Del Chiampo (7.008), poi Bassano (6.010), Schio (5.699), Lonigo (5.526), Montecchio (5.447), Valdagno (4.836) e San Bonifacio (4.588). Quest’ultimo diventa primo se si considera la proporzione sulla popolazione residente (16,7%), seguito da Lonigo (14,6), Val del Chiampo e Vicariato Urbano (14,2%).

0-17 18-35 36-65 66 + P.A.N. Residenti % per Vicariato

URBANO 4.126 5.402 8.706 513 18.747 132.153 14,2

ARSIERO 135 155 283 25 598 8.778 6,8

BASSANO* 1.255 1.846 2.655 254 6.010 63.129 9,5

CAMISANO 836 1.075 1.459 77 3.447 33.585 10,3

CASTELNOVO 408 561 855 57 1.881 32.703 5,8

COLOGNA V.** 705 794 1.109 82 2.690 22.681 11,9

DUEVILLE** 326 456 720 57 1.559 27.946 5,6

FONTANIVA* 821 1.031 1.415 69 3.336 40.355 8,3

LONIGO 1.231 1.847 2.345 103 5.526 37.881 14,6

MALO** 625 850 1.116 78 2.669 37.140 7,2

MAROSTICA* 367 575 903 70 1.915 38.934 4,9

MONTECCHIA DI C.* 661 825 968 71 2.525 22.235 11,4

MONTECCHIO M. 1.125 1.808 2.379 135 5.447 49.756 10,9

NOVENTA 461 636 933 58 2.088 26.622 7,8

PIAZZOLA 461 593 834 61 1.949 22.180 8,8

RIVIERA B. 484 592 863 58 1.997 23.534 8,5

ROSA 607 715 1.047 62 2.431 31.064 7,8

S. BONIFACIO** 1.159 1.549 1.752 128 4.588 27.513 16,7

SANDRIGO 421 548 804 55 1.828 26.748 6,8

SCHIO 1.301 1.747 2.509 142 5.699 54.041 10,5

VALDAGNO** 1.078 1.560 2.085 113 4.836 56.995 8,5

VAL DEL CHIAMPO 1.576 2.339 2.949 144 7.008 49.404 14,2

TOT. P.A.N. 20.169 27.504 38.689 2.412 88.774

TOT. RESIDENTI 151.464 164.148 378.011 171.754 865.377

% per fasce d'età 13,3 16,8 10,2 1,4 10,3

Page 42: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

40

1.2. Comuni e popolazione di altre nazionalità Se consideriamo i Comuni, quelli con un maggior numero di cittadini di altre nazionalità sono Vicenza (17.196), Schio (4940), Bassano (4.452), Arzignano (4285), San Bonifacio (3910), Montecchio M. (3.493), Lonigo (2965). In proporzione alla popolazione residente, invece, San Bonifacio (18,4%) e Lonigo (18%) risultano essere le più popolose di cittadini di altre nazionalità, seguite da Arzignano (16,7) e Vicenza (15,3%).

1.3. Eta’ della popolazione di altre nazionalità La popolazione straniera presente sul territorio ha un’età prevalentemente giovane. La maggioranza relativa (43,6%) ha un’età tra i 36 e 65 anni, mentre per un terzo (31%) ha tra i 18 e i 35 e quasi un quarto (22,7%) non ha ancora compiuto i 18 anni. Sommando le prime due fasce di età si vede che il 53,7% (47.673) ha da 0 a 35 anni. L’incidenza sul totale della popolazione residente minorenne è del 13,3% in Diocesi; sale fino al 22% nel Vicariato di S. Bonifacio, seguito da quello Urbano con il 19,7%. La fascia dei 18-35 incide in Diocesi del 16,8%, con il picco nel Vicariato di S. Bonifacio del 27,8%, seguito da Lonigo del 24,1%.

Page 43: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

41

1.4. Le principali nazionalità

La nazionalità in assoluto più presente sul territorio Diocesano è quella della Romania con 15.386 presenze (si riducono a 13781 se si considera il territorio provinciale, ma resta comunque la più numerosa), seguita da Serbia con 9.489 (9.776 in Provincia) e Marocco 7.545 (5.823 in Provincia). Quest’ultima è la più numerosa solo nel Vicariato di Cologna Veneta, la Serbia solo nel Vicariato Urbano e la Romania in ben 14 Vicariati. Oltre a queste tre, sono presenti altre due nazionalità che, seppure con percentuali minori sul territorio diocesano, prevalgono in alcuni Vicariati: Bangladesh a Montecchio Maggiore (16% della P.A.N.) e India nei Vicariati di Lonigo (22%), Montecchia di Crosara (37%), Valdagno (24%) e Val del Chiampo (30%). 1.5. I Centri Pastorali nei Vicariati della Diocesi Su 22 Vicariati, i Centri Pastorali per i migranti cattolici sono presenti solo in 6, i quali risultano essere sicuramente tra quelli con una maggior presenza di migranti: -Vicariato Urbano: Rumeni, Ucraini, Latinoamericani, Ghanesi, Nigeriani, Africani Francofoni, Filippini, Srilankesi). -Bassano: Filippini, Ghanesi, Latinoamericani, Ucraini. -S. Bonifacio: Africani anglofoni e francofoni. -Schio: Africani anglofoni, Rumeni. -Valdagno: Ghanesi, Ucraini. -Val del Chiampo: Ghanesi, Ucraini. Lonigo e Montecchio sono gli altri due Vicariati con una presenza numerosa di migranti, ma nel cui territorio non sono presenti Centri pastorali istituiti per Migranti cattolici.

Vicariato Parrocchie Centri Pastorali Abitanti P.A.N. %

Urbano 50 8 132.153 18.747 14,2

Arsiero 13 0 8.778 598 6,8

Bassano* 14 3 63.129 6.010 9,5

Camisano 17 0 33.585 3.447 10,3

Catelnovo 12 0 32.703 1.881 5,8

Cologna V.** 14 0 22.681 2.690 11,9

Dueville** 10 0 27.946 1.559 5,6

Fontaniva* 6 0 40.355 3.336 8,3

Lonigo 20 0 37.881 5.526 14,6

Malo** 11 0 37.140 2.669 7,2

Marostica* 15 0 38.934 1.915 4,9

Montecchia di C. 10 0 22.235 2.525 11,4

Montecchio M. 17 0 49.756 5.447 10,9

Noventa 14 0 26.622 2.088 7,8

Piazzola 10 0 22.180 1.949 8,8

Riviera B. 17 0 23.534 1.997 8,5

Rosa 10 0 31.064 2.431 7,8

S.Bonifacio** 9 1 27.513 4.588 16,7

Sandrigo 13 0 26.748 1.828 6,8

Schio 22 2 54.041 5.699 10,5

Valdagno** 28 2 56.995 4.836 8,5

Val del Chiampo 22 2 49.404 7.008 14,2

TOTALE 354 18 865.377 88.774 10,3

Page 44: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

42

2. DATI SULLA POPOLAZIONE DI ALTRE NAZIONALITÀ (P.A.N.) NEI 22 VICARIATI 2.1. Vicariato URBANO

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 4: Principali nazionalità presenti nel Vicariato.

Tab.3: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età in percentuale.

Tab 5: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Vicenza, per sesso e cittadinanza.

Tab.6: Alunni nelle scuole del Vicariato nell’a.s. 2016/2017 (non sono incluse le scuole dell’infanzia).

Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale %

Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni

1.324 5.289 25,0 725 3.381 21,4 1.227 13.441 9,1 3.276 22.111 14,8

79 525 15,0 55 331 16,6 0 0 0,0 134 856 15,7

0 0 0,0 0 0 0,0 0 0 0,0 0 0 0,0

6 290 2,1 7 257 2,7 0 0 0,0 13 547 2,4

1.409 6.104 23,1 787 3.969 19,8 1.227 13.441 9,1 3.423 23.514 14,6

Vicenza

Creazzo

Zovercedo

Arcugnano

Totale Vicariato

Scuola primaria Secondaria I grado Secondaria II grado Totale Alunni

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

3.796 4.983 7.953 464 17.196 112.198 15,3

276 348 599 35 1.258 11.350 11,1

7 9 14 1 31 763 4,1

47 62 140 13 262 7.842 3,3

4.126 5.402 8.706 513 18.747

20.994 23.686 57.555 29.918 132.153

19,7 22,8 15,1 1,7 14,2% P.A.N. su Tot.

Vicenza

Creazzo

Zovercedo

Arcugnano

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Page 45: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

43

2.2. Vicariato di ARSIERO

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017.

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Arsiero, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

2 5 6 0 13 525 2,5

76 75 138 10 299 3.130 9,6

8 17 33 2 60 555 10,8

2 0 3 0 5 130 3,8

1 4 6 4 15 751 2,0

17 11 26 2 56 1.281 4,4

29 43 71 7 150 2.406 6,2

135 155 283 25 598

1.362 1.450 3.745 2.221 8.778

9,9 10,7 7,6 1,1 6,8% per fasce d'età

Posina

Laghi

Pedemonte

Valdastico

Velo d'Astico

Tonezza

Arsiero

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Page 46: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

44

2.3. Vicariato di BASSANO DEL GRAPPA *I dati di Cassola si riferiscono alla totalità del Comune, ma soltanto S. Giuseppe e S. Zeno appartengono al Vicariato di Bassano.

Tab. 1: Popolazione

di altre nazionalità nei comuni

del Vicariato e % sulla

popolazione residente,

per fasce di età e per comune.

Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Bassano del Grappa, per sesso e cittadinanza.

Tab.6: Alunni nelle scuole del Vicariato nell’a.s. 2016/2017 (non sono incluse le scuole dell’infanzia)

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

886 1.361 2.012 193 4.452 43395 10,3

70 79 143 18 310 4999 6,2

299 406 500 43 1.248 14735 8,5

1.255 1.846 2.655 254 6.010

10.693 11.876 27.078 13.482 63.129

11,7 15,5 9,8 1,9 9,5% per fasce d'età

Nove

Cassola*

Bassano

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale %

Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni

320 2251 14,2 212 1644 12,9 493 7819 6,3 1025 11714 8,8

18 218 8,3 12 173 6,9 20 540 4 50 931 5,4

117 640 18,3 50 335 14,9 0 0 167 975 17,1

455 3109 14,6 274 2152 12,7 513 8359 6,1 1242 13.620 9,1Totale Vicariato

Nove

Cassola*

Bassano

Scuola primaria Secondaria I grado Secondaria II grado Totale Alunni

Page 47: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

45

2.4. Vicariato di CAMISANO

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Camisano, per sesso e cittadinanza.

Tab.6: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

47 49 97 4 197 2.669 7,4

47 78 117 11 253 4.305 5,9

397 495 618 35 1.545 11.184 13,8

120 136 177 6 439 3.742 11,7

225 317 450 21 1.013 11.685 8,7

836 1.075 1.459 77 3.447

6.252 6.674 14.877 5.782 33.585

13,4 16,1 9,8 1,3 10,3% per fasce d'età

Camisano Vicentino

Grumulo delle Abbadesse

Torri di Quartesolo

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Gazzo

Campodoro

Page 48: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

46

2.5. Vicariato di CASTELNOVO

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Caldogno, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

112 143 196 24 475 7.566 6,3

163 203 333 17 716 11.274 6,4

3 3 12 0 18 840 2,1

8 26 50 0 84 2.806 3,0

122 186 264 16 588 10.217 5,8

408 561 855 57 1.881

5.992 6.032 14.754 5.925 32.703

6,8 9,3 5,8 1,0 5,8% per fasce d'età

Costabissara

Caldogno

Gambugliano

Monteviale

Tot. Residenti Vic.to

Isola Vicentina

Totale P.A.N. Vic.to

Page 49: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

47

2.6. Vicariato di COLOGNA VENETA** ** I dati del Vicariato comprendono tutto il Comune di Zimella compresa la frazione di Volpino che appartiene al Vicariato di S. Bonifacio.

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità a Cologna Veneta, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale P.A.N. Tot. Residenti % per Comune

Cologna Veneta 263 298 455 25 1.041 8.605 12,1

90 79 127 9 305 2.528 12,1

46 43 64 8 161 1.575 10,2

123 178 221 20 542 4.896 11,1

183 196 242 20 641 5.077 12,6

705 794 1.109 82 2.690

4.314 4.443 9.847 4.077 22.681

16,3 17,9 11,3 2,0 11,9

Zimella**

Veronella

Pressana

Roveredo di Gua

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

Tot. P.A.N. Vic.to

Page 50: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

48

2.7. Vicariato di DUEVILLE** ** I dati del Vicariato non comprendono la frazione di Novoledo del Comune di Villaverla, che è stato incluso nel Vicariato di Malo.

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Dueville, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale P.A.N. Tot. Residenti % per Comune

85 118 261 11 475 9.047 5,3

194 270 372 39 875 13.853 6,3

47 68 87 7 209 5.046 4,1

326 456 720 57 1.559

4.714 5.064 12.300 5.868 27.946

6,9 9,0 5,9 1,0 5,6

Tot. P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Dueville

Montecchio Precalcino

Monticello Conte Otto

% per fasce d'età

Page 51: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

49

2.8. Vicariato di FONTANIVA* *I dati di Cittadella si riferiscono alla totalità del Comune, ma soltanto Facca e S. Croce Bigolina appartengono al Vicariato di Fontaniva.

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Fontaniva, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

171 218 324 10 723 7.614 9,5

241 278 360 16 895 8.087 11,1

105 95 135 3 338 4.497 7,5

304 440 596 40 1.380 20.157 6,8

821 1.031 1.415 69 3.336

6.856 7.834 17.346 8.319 40.355

12,0 13,2 8,2 0,8 8,3

Cittadella *Tot. P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

Carmignano di Brenta

Fontaniva

San Pietro in Gu

Page 52: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

50

2.9. Vicariato di LONIGO

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Lonigo, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale

Tab.6: Alunni nelle scuole del Vicariato nell’a.s. 2016/2017 (non sono incluse le scuole dell’infanzia).

0-17 18-35 36-65 66 + Tot. P.A.N. Tot. Residenti % per Comune

21 36 46 3 106 1.654 6,4

113 179 198 6 496 3.404 14,6

27 29 53 6 115 1.883 6,1

677 963 1.265 60 2.965 16.485 18,0

10 23 40 2 75 1.160 6,5

174 288 363 13 838 6.551 12,8

209 329 380 13 931 6.744 13,8

1.231 1.847 2.345 103 5.526

7.044 7.679 16.613 6.545 37.881

17,5 24,1 14,1 1,6 14,6

Montebello Vicentino

Sarego

Tot. Residenti Vic.to

Tot. P.A.N. Vic.to

San Germano dei Berici

Alonte

% per fasce d'età

Gambellara

Grancona

Lonigo

Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale %

Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni

14 110 12,7 0 0 0 14 110 12,7

55 155 35,5 32 94 34,0 87 249 34,9

13 95 13,7 13 108 12,0 26 203 12,8

255 858 29,7 106 436 24,3 252 1.862 13,5 613 3.156 19,4

2 43 4,7 2 43 4,7

65 297 21,9 34 175 19,4 99 472 21,0

84 337 24,9 41 186 22,0 125 523 23,9

488 1.895 25,8 226 999 22,6 252 1.862 966 4.756 20,3

Totale AlunniSecondaria II gradoSecondaria I gradoScuola primaria

Sarego

Totale Vicariato

Gambellara

Grancona

Lonigo

San Germano dei Berici

Montebello Vicentino

Alonte

Page 53: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

51

2.10. Vicariato di MALO** ** I dati del Vicariato includono la totalità del Comune di Villaverla, compresa la frazione di Novoledo che appartiene al Vicariato di Dueville; inoltre non sono inclusi i dati della frazione di Montepulgo, del Comune di Cornedo Vicentino, perché inseriti nel Vicariato di Valdagno.

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Malo, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

283 449 488 31 1.251 14.915 8,4

149 169 274 23 615 9.592 6,4

122 142 216 10 490 6.161 8,0

50 66 98 12 226 3.605 6,3

21 24 40 2 87 2.867 3,0

625 850 1.116 78 2.669

6.760 7.100 16.572 6.708 37.140

9,2 12,0 6,7 1,2 7,2

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

Villaverla**

San Vito di Leguzzano

Monte di Malo

Totale P.A.N. Vic.to

Marano Vicentino

Malo

Page 54: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

52

2.11. Vicariato di MAROSTICA* *I dati di Marostica si riferiscono alla totalità del Comune, ma alcune frazioni non appartengono al Vicariato di Marostica (fanno capo invece alla Diocesi di Padova).

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Marostica*, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

179 235 371 35 820 14.140 5,8

45 77 127 6 255 5.272 4,8

6 14 30 2 52 2.173 2,4

87 156 244 15 502 8.661 5,8

13 48 58 7 126 3.493 3,6

15 11 25 2 53 2.570 2,1

22 34 48 3 107 2.625 4,1

367 575 903 70 1.915

6.635 7.392 17.108 7.799 38.934

5,5 7,8 5,3 0,9 4,9% per fasce d'età

Molvena

Schiavon

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Marostica*

Sarcedo

Pianezze

Breganze

Mason Vicentino

Page 55: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

53

2.12. Vicariato di MONTECCHIA DI CROSARA *I dati di Monteforte d’Alpone si riferiscono alla totalità del Comune, ma soltanto le frazioni di Costalunga e Brognoligo appartengono al Vicariato di Montecchia.

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Monteforte d’Alpone*, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti %per Comune

102 162 179 14 457 4.347 10,5

111 152 167 13 443 5.115 8,7

373 398 459 25 1.255 8.939 14,0

75 113 163 19 370 3.834 9,7

661 825 968 71 2.525

4.229 4.626 9.553 3.827 22.235

15,6 17,8 10,1 1,9 11,4

Montecchia di Crosara

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

San Giovanni Ilarione

Monteforte d'Alpone*

Roncà

Tot. P.A.N. Vic.to

Page 56: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

54

2.13. Vicariato di MONTECCHIO MAGGIORE

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità a Montecchio Maggiore, per sesso e cittadinanza.

Tab.6: Alunni nelle scuole del Vicariato nell’a.s. 2016/2017 (non sono incluse le scuole dell’infanzia).

0-17 18-35 36-65 66 +Tot. P.A.N. Tot. Residenti % per Comune

213 330 471 32 1.046 12.004 8,7

119 133 209 10 471 6.644 7,1

713 1.189 1.511 80 3.493 23.526 14,8

80 156 188 13 437 7.582 5,8

1.125 1.808 2.379 135 5.447

8.895 9.528 22.272 9.061 49.756

12,6 19,0 10,7 1,5 10,9

Sovizzo

Tot. P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

Altavilla Vicentina

Brendola

Montecchio M.

Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale %

Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni

67 593 11,3 31 362 8,6 0 0 98 955 10,3

32 339 9,4 18 236 7,6 0 0 50 575 8,7

305 1.032 29,6 118 577 20,5 175 973 18,0 598 2.582 23,2

39 523 7,5 17 269 6,3 0 0 56 792 7,1

443 2.487 17,8 184 1.444 12,7 175 973 802 4.904 16,4

Totale AlunniSecondaria II gradoSecondaria I gradoScuola primaria

Totale Vicariato

Brendola

Montecchio Maggiore

Sovizzo

Altavilla Vicentina

Page 57: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

55

2.14. Vicariato di NOVENTA

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Noventa Vicentino, per sesso e cittadinanza.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

30 45 63 6 144 2.061 7,0

12 15 31 2 60 1.698 3,5

62 102 153 9 326 4.350 7,5

46 63 96 9 214 3.014 7,1

17 15 37 3 72 863 8,3

88 110 148 5 351 4.332 8,1

4 16 25 0 45 1.432 3,1

202 270 380 24 876 8.872 9,9

461 636 933 58 2.088

4.403 5.050 11.856 5.313 26.622

10,5 12,6 7,9 1,1 7,8

Tot. P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

% P.A.N. su Tot.

Orgiano

Asigliano Veneto

Pojana Maggiore

Agugliano

Noventa

Albettone

Campiglia dei Berici

Sossano

Page 58: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

56

2.15. Vicariato di PIAZZOLA SUL BRENTA

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Piazzola sul Brenta, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

143 173 219 21 556 4.646 12,0

203 275 397 29 904 11.244 8,0

115 145 218 11 489 6.290 7,8

461 593 834 61 1.949

3.931 4.265 9.630 4.354 22.180

11,7 13,9 8,7 1,4 8,8

Piazzola sul Brenta

San Giorgio in Bosco

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

Grantorto

Page 59: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

57

2.16. Vicariato di RIVIERA BERICA

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Barbarano, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

156 178 234 12 580 4.617 12,6

35 43 81 8 167 1.821 9,2

73 77 101 7 258 3.098 8,3

63 81 133 11 288 2.928 9,8

67 86 121 6 280 3.428 8,2

74 105 145 13 337 5.731 5,9

16 22 48 1 87 1.911 4,6

484 592 863 58 1.997

4.150 4.331 10.554 4.499 23.534

11,7 13,7 8,2 1,3 8,5% per fasce d'età

Tot. P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Barbarano

Mossano

Nanto

Castegnero

Montegalda

Longare

Villaga

Page 60: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

58

2.17. Vicariato di ROSA’ 3.

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Tezze sul Brenta, per sesso e cittadinanza.

Tab 5: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Rosà, per sesso e cittadinanza.

Tab.6: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

287 354 454 17 1.112 12.840 8,7

58 61 113 5 237 3.780 6,3

262 300 480 40 1.082 14.444 7,5

607 715 1.047 62 2.431

6.032 6.321 13.705 5.006 31.064

10,1 11,3 7,6 1,2 7,8

Cartigliano

Rosa

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

Tezze sul Brenta

Page 61: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

59

3.18. Vicariato di S. BONIFACIO** ** I dati del Vicariato non comprendono la frazione di Volpino del Comune di Zimella, che è stato incluso nel Vicariato di Cologna Veneta.

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di San Bonifacio, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

174 233 250 21 678 6.255 10,8

985 1.316 1.502 107 3.910 21.258 18,4

1.159 1.549 1.752 128 4.588

5.279 5.569 11.688 4.977 27.513

22,0 27,8 15,0 2,6 16,7

Arcole

% per fasce d'età

San Bonifacio

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Page 62: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

60

3.19. Vicariato di SANDRIGO

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Sandrigo, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

84 82 169 6 341 6.548 5,2

46 52 73 5 176 3.167 5,6

52 61 97 6 216 2.784 7,8

85 113 152 20 370 5.817 6,4

154 240 313 18 725 8.432 8,6

421 548 804 55 1.828

5.053 5.011 11.921 4.763 26.748

8,3 10,9 6,7 1,2 6,8

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

Pozzoleone

Quinto Vicentino

Sandrigo

Totale P.A.N. Vic.to

Bolzano Vicentino

Bressanvido

Page 63: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

61

3.20. Vicariato di SCHIO

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Schio, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

Tab.6: Alunni nelle scuole del Vicariato nell’a.s. 2016/2017 (non sono incluse le scuole dell’infanzia).

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

1.149 1.523 2.154 114 4.940 39.219 12,6

78 89 148 7 322 5.764 5,6

62 109 149 15 335 5.867 5,7

12 26 58 6 102 3.191 3,2

1.301 1.747 2.509 142 5.699

8.990 9.657 23.222 12.172 54.041

14,5 18,1 10,8 1,2 10,5% per fasce d'età

Torrebelvicino

Valli del Pasubio

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Schio

Santorso

Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale %

Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni

386 1921 20,1 210 1177 17,8 342 4699 7,3 938 7797 12,0

25 285 8,8 16 188 8,5 0 0 0 41 473 8,7

27 274 9,9 18 206 8,7 0 0 0 45 480 9,4

2 134 1,5 2 96 2,1 0 0 0 4 230 1,7

440 2614 16,8 246 1667 14,8 342 4699 0 1028 8980 11,4Totale Vicariato

Scuola primaria Secondaria I grado Secondaria II grado Totale Alunni

Santorso

Torrebelvicino

Valli del Pasubio

Schio

Page 64: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

62

3.21. Vicariato di VALDAGNO** ** I dati del Vicariato includono la totalità del Comune di Cornedo Vicentino, compresa la frazione di Montepulgo, che farebbe parte del Vicariato di Malo.

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Valdagno, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età.

Tab.6: Alunni nelle scuole del Vicariato nell’a.s. 2016/2017 (non sono incluse le scuole dell’infanzia).

0-17 18-35 36-65 66 + Totale Tot. Residenti % per Comune

203 346 418 23 990 12.012 8,2

557 727 1.045 54 2.383 26.080 9,1

20 53 72 7 152 3.988 3,8

128 198 242 11 579 6.130 9,4

170 236 308 18 732 8.785 8,3

1.078 1.560 2.085 113 4.836

9.798 10.387 24.484 12.326 56.995

11,0 15,0 8,5 0,9 8,5% per fasce d'età

Cornedo Vicentino**

Trissino

Totale P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

Valdagno

Brogliano

Castelgomberto

Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale %

Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni

89 633 14,1 55 331 16,6 144 964 14,9

213 1.200 17,8 100 844 11,8 121 1.953 6,2 434 3.997 10,9

6 190 3,2 6 190 3,2

43 350 12,3 37 296 12,5 80 646 12,4

61 430 14,2 32 296 10,8 93 726 12,8

412 2.803 14,7 224 1.767 12,7 121 1.953 757 6.523 11,6Totale Vicariato

Valdagno

Brogliano

Castelgomberto

Trissino

Cornedo Vicentino**

Scuola primaria Secondaria I grado Secondaria II grado Totale Alunni

Page 65: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

63

3.22. Vicariato di VAL DEL CHIAMPO

Tab. 1: Popolazione di altre nazionalità nei comuni del Vicariato e % sulla popolazione residente, per fasce di età e per comune. Dati al 01.01.2017

Tab. 2: Ripartizione della Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato al 31.12.2016.

Tab. 3: Principali nazionalità presenti nel Vicariato al 31.12.2016

Tab 4: Popolazione di altre nazionalità nel Comune di Arzignano, per sesso e cittadinanza.

Tab.5: Popolazione di altra nazionalità nei Comuni del Vicariato divisa per fasce di età, in percentuale.

Tab.6: Alunni nelle scuole del Vicariato nell’a.s. 2016/2017 (non sono incluse le scuole dell’infanzia).

0-17 18-35 36-65 66 + Tot. P.A.N. Tot. Residenti % per Comune

380 522 634 36 1.572 12.891 12,2

928 1.449 1.826 82 4.285 25.610 16,7

72 118 141 9 340 3.143 10,8

50 79 110 4 243 1.613 15,1

3 4 13 0 20 1.185 1,7

55 60 84 4 203 2.239 9,1

31 48 54 3 136 1.317 10,3

57 59 87 6 209 1.406 14,9

1.576 2.339 2.949 144 7.008

9.088 10.173 21.331 8.812 49.404

17,3 23,0 13,8 1,6 14,2

Tot. P.A.N. Vic.to

Tot. Residenti Vic.to

% per fasce d'età

Nogarole

Altissimo

Crespadoro

Zermeghedo

Chiampo

Arzignano

Montorso

San Pietro Mussolino

Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale % Alunni Totale %

Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni Altra Naz. Alunni

189 645 29,3 98 453 21,6 0 0 287 1098 26,1

427 1.363 31,3 185 785 23,6 175 1.729 10,1 787 3.877 20,3

39 187 20,9 34 156 21,8 0 0 73 343 21,3

29 103 28,2 11 29 37,9 0 0 40 132 30,3

2 71 2,8 0 0 0 0 2 71 2,8

28 135 20,7 13 109 11,9 0 0 41 244 16,8

9 66 13,6 0 0 0 0 9 66 13,6

17 81 21,0 0 0 0 0 17 81 21,0

740 2.651 27,9 341 1532 22,3 175 1.729 1256 5.912 21,2

Chiampo

Crespadoro

Zermeghedo

Totale Vicariato

Arzignano

Montorso

San Pietro Mussolino

Nogarole

Scuola primaria Scuola secondaria I grado Totale AlunniScuola secondaria II grado

Altissimo

Page 66: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

64

Page 67: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

65

Il 6 Gennaio di ogni anno si celebra l’Epifania dei Popoli: insieme con le comunità dei migranti cattolici della Diocesi siamo tutti invitati a celebrare la cattolicità della nostra fede nella diversità delle sue espressioni. Tutti i fedeli, italiani e di altri popoli, siamo invitati!!!

Page 68: Progetto di ricerca educativa, - Unità Pastorale Schio Ovest€¦ · Progetto di ricerca educativa, sistematizzazione e redazione . a cura di: Luciano Carpo e p. Michele de Salvia

66

2018: Sinodo dei giovani

La condizione giovanile è un indicatore dello stato di salute della nostra

società e della stessa Chiesa vicentina.

Nel nostro contesto che da monoculturale si è trasformato in

multiculturale, quanti sono i bambini, i ragazzi e i giovani i cui genitori

immigrati si sono radicati definitivamente tra noi e che si sentono

cittadini italiani e vicentini al pari dei nostri figli?

Da che nazionalità e cultura sono provenienti i loro nonni lontani?

Quali sono i dati esatti della loro presenza a livello locale, cioè in ogni

singolo nostro Vicariato, Comune e parrocchia?

Che tipo di comunicazioni ci sono tra le famiglie di lavoratori vicentini e

le famiglie di lavoratori immigrati? La colpa è sempre tutta degli altri?

Quali Buone Pratiche si stanno portando avanti e cosa si può migliorare

nelle interrelazioni tra le famiglie vicentine e quelle migranti (impegnate

nella complessa elaborazione di una duplice esperienza esistenziale:

retroterra culturale legato al fatto migratorio-inserimento nella nostra

realtà), entrambe parimenti chiamate a trasformarsi se vogliono almeno

capire le sfide poste dai rispettivi figli, tutti parimenti “nativi digitali”,

“millennials” e “cittadini del mondo”?

Con la presente pubblicazione l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Vicenza

intende mettere a disposizione degli educatori e degli operatori sociali e

pastorali un primo ventaglio di dati specifici zona per zona, e di

suggerimenti operativi.

Vi trovano spazio, soprattutto, alcuni (tra i molti) interrogativi a cui

ognuno di noi è chiamato a rispondere in base alla “missio”, alle

responsabilità e alle competenze della Comunità Educante di

appartenenza.

L’Ufficio Migrantes riafferma altresì la disponibilità a collaborare con le

varie istituzioni educative e pastorali locali, interessate ad approfondire

durante il 2018 la propria tematica giovanile e familiare.