PROGETTI PER LA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI … · un vertiginoso aumento delle malattie...

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1 Allegato A PROGETTI PER LA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI CARATTERE PRIORITARIO E DI RILIEVO NAZIONALE DEL PSN 2006- 2008 AI FINI DELL’UTILIZZO DELLE RISORSE VINCOLATE AI SENSI DELL’ART. 1, COMMA 34 E 34 BIS DELLA LEGGE 662/1996 PER L’ANNO 2013 (LINEE PROGETTUALI n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 – Allegato A dell’Accordo 20 febbraio 2014)

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Allegato A

PROGETTI PER LA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI CARATTERE PRIORITARIO E DI RILIEVO NAZIONALE DEL PSN 2006-2008 AI FINI DELL’UTILIZZO DELLE RISORSE VINCOLATE AI SENSI

DELL’ART. 1, COMMA 34 E 34 BIS DELLA LEGGE 662/1996 PER L’ANNO 2013

(LINEE PROGETTUALI n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 – Allegato A dell’Accordo 20

febbraio 2014)

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LINEA PROGETTUALE 1 - INTERVENTI PER IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO E STRUTTURALE DELLA RETE DEI SERVIZI DI ASSISTENZA OSPEDALIERA E TERRITORIALE – FARMACIA DEI SERVIZI GENERALITÀ

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 1. Interventi per il riassetto organizzativo e strutturale della

rete dei servizi di assistenza ospedaliera e territoriale – Farmacia dei servizi

REFERENTI Daniela Matarrese Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Programmazione e organizzazione delle cure Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 3419 [email protected] [email protected] Loredano Giorni Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Politiche del farmaco, innovazione e appropriatezza Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 3046 [email protected] [email protected]

ASPETTI FINANZIARI

IMPORTO VINCOLATO A VALERE SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 16.556.621,00

COSTO DEL PROGETTO € 16.556.621,00 IL PROGETTO

CONTESTO Il D.L. 13 settembre 2012 n. 158, convertito in L. 8 novembre 2012 n.189 prevede che le regioni definiscano l’organizzazione dei servizi territoriale di assistenza primaria secondo modalità operative che prevedono quali forme organizzative le aggregazioni funzionali territoriali (AFT) che condividono, in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale linee guida e audit, nonché le unità complesse di cure primarie (UCCP) che erogano prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e l’integrazione dei medici, delle altre professionalità convenzionate con il SSN, degli infermieri ecc. In quest’ottica, con deliberazione di Giunta Regionale n. 1231 del 28 dicembre 2012 è stato approvato lo schema di accordo regionale per la medicina generale, sottoscritto in data 1 febbraio 2013, che definisce i passaggi necessari per l’attuazione di quanto previsto dalla normativa nazionale sopra richiamata. Obiettivo dell’Accordo è la riorganizzazione della medicina generale finalizzata al miglioramento della qualità delle

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prestazioni erogate, alla riduzione dei tassi di ricovero e degli accessi impropri al DEA, al perseguimento di una sempre maggiore appropriatezza prescrittiva farmaceutica e diagnostica, alla riduzione delle liste di attesa. L’Accordo regionale ha definito modalità e tempistica per la realizzazione delle AFT e delle UCCP, promuovendo la naturale evoluzione della sanità d’iniziativa da realtà progettuale a modello assistenziale attuato su tutto il territorio regionale e rivolto a tutti gli assistiti.

DESCRIZIONE

Le AFT sono costituite da medici a rapporto di fiducia e da medici a rapporto orario (mediamente 20 medici) e incidono su una popolazione media di circa 30.000 assistiti Sono assegnati alle AFT tutti i medici di assistenza primaria e i medici di continuità assistenziale. In ciascuna AFT deve essere eletto un coordinatore, tra i candidati in possesso dei requisiti necessari previsti dall’AIR, che definisce anche compiti e funzioni dello stesso. È prevista, in fase sperimentale e su adesione volontaria, la realizzazione del modello H16. Farmacia dei servizi: Le farmacie pubbliche e private convenzionate con il SSR rappresentano un punto privilegiato di contatto tra il cittadino e il SSR, in considerazione del più ampio orario di accesso e di presenza anche in zone disagiate. Attraverso una crescente collaborazione con le Aziende Sanitarie, i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta sono perseguiti tre progetti prioritari: “Carta sanitaria elettronica”, consentendo l’attivazione della tessera anche presso le farmacie. Il fascicolo sanitario elettronico rappresenta lo strumento base di un sistema informativo capace di rispondere alle esigenze di monitoraggio e di essere a servizio del cittadino; supporto ai pazienti, per particolari percorsi assistenziali, per la gestione della patologia, la verifica del percorso assistenziale e il corretto utilizzo dei presidi sanitari; prenotazione delle visite specialistiche tramite Centro Unico di Prenotazione (CUP) all’interno delle farmacie.

OBIETTIVI - Costituzione delle AFT su tutto il territorio regionale. - Assegnazione dei medici a rapporto di fiducia e a rapporto orario a

ciascuna AFT. - Elezione dei coordinatori. - Implementazione a livello aziendale di percorsi specifici in attuazione di

quanto sopra previsto. - Adesione delle farmacie all’attivazione della tessera sanitaria elettronica e

all’accordo per il supporto ai percorsi assistenziali. - Sottoscrizione di Accordi aziendali per l’attivazione del Centro Unico di

Prenotazione (CUP) nelle farmacie per le visite specialistiche. TEMPI DI

ATTUAZIONE

Costituzione delle AFT entro dicembre 2013 Elezione dei coordinatori entro febbraio 2014 Attivazione delle AFT entro marzo 2014 Per la farmacia dei servizi i progetti sono avviati nel 2013, con prosecuzione nel 2014

INDICATORI

2013:numero di AFT costituite copertura percentuale della popolazione rispetto alle AFT costituite

2014:numero AFT attivate vs numero AFT costituite

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2013 e 2014: numero farmacie pubbliche e private convenzionate che permettono l’attivazione della tessera sanitaria elettronica, che assicurano supporto nei percorso assistenziali stabiliti e che attivano la prenotazione delle visite specialistiche tramite Centro Unico di Prenotazione (CUP).

RISULTATI ATTESI

Copertura del 100% della popolazione Tessera sanitaria elettronica: 50% delle farmacie convenzionate Percorsi assistenziali: 90% delle farmacie convenzionate Centro Unico di Prenotazione: 30% delle farmacie convenzionate

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LINEA PROGETTUALE 2 - MODELLI AVANZATI DI GESTIONE DELLE MALATTIE CRONICHE GENERALITÀ

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 2. Modelli avanzati di gestione delle malattie croniche

REFERENTI Daniela Matarrese Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Programmazione e organizzazione delle cure Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 3419 [email protected] [email protected]

ASPETTI FINANZIARI IMPORTO VINCOLATO A VALERE

SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 13.245.297,00

COSTO DEL PROGETTO € 13.245.297,00 IL PROGETTO

CONTESTO Sebbene i tassi di mortalità per malattie croniche stiano diminuendo, la prevalenza di queste patologie è in netta crescita. In Toscana gli ultimi dati rilevati evidenziano una popolazione con caratteristiche di longevità ma con un vertiginoso aumento delle malattie croniche Una crescita alimentata dall’effetto congiunto di due fenomeni: a)l’invecchiamento della popolazione (l’approssimarsi all’età della pensione della generazione del baby-boom accentuerà nei prossimi decenni tale processo); b) la crescente esposizione a fattori di rischio di carattere ambientale e sociale. La necessità di affrontare e gestire diversamente il tema della cronicità, vera sfida del sistema sanitario e sociosanitario dei paesi occidentali, ha determinato la scelta di puntare su un modello fortemente innovativo dell'assistenza che potenzi il ruolo delle cure primarie, valorizzi il lavoro in equipe ed assegni al cittadino, consapevole e informato, un ruolo attivo nell'alleanza terapeutica e preventiva propria dei servizi e professionisti sanitari. Tutto questo riguarda l’apice della piramide della Sanità di Iniziativa

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DESCRIZIONE (compresi soggetti

coinvolti nell’attuazione)

Per gestire le malattie croniche che rappresentano il nuovo paradigma della particolarità delle relazioni tra ambiente socio culturale e soggettività biologica, in cui i servizi sanitari devono accompagnare gli individui per un grande numero di anni, servono risposte articolate e complesse in un periodo di tempo prolungato con interventi frutto di collaborazione di diversi professionisti sanitari e non solo, che sappiano somministrare farmaci utili e che riescano a monitorare i pazienti e le loro patologie in un sistema che promuova l’empowerment dei pazienti: la sanità d’iniziativa. La sanità d'iniziativa, che deve essere praticata in tutte le 12 Aziende Sanitarie toscane, è una nuova modalità di gestione delle malattie croniche, un modello assistenziale che – integrando quello classico della “medicina d’attesa”, disegnato sulle malattie acute – sia in grado di assumere il bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia, o prima che essa si manifesti o si aggravi e di gestire la malattia stessa in modo tale da rallentarne il decorso, garantendo al paziente interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio. La sfida di oggi è trasformare un sistema sanitario “reattivo”, che si muove solo di fronte a una domanda, in un sistema socio-sanitario “proattivo”. Cosa significa? Vuol dire che ricerca attivamente le persone ed in modo diverso, a seconda del loro contesto socioculturale. Una sanità d’iniziativa non aspetta sulla soglia dei servizi il cittadino, ma orienta l’attività verso chi “meno sa e meno può” e che, per questo, si trova a rischio continuo di caduta assistenziale e addirittura di non espressione del bisogno. Ciò impone radicali cambiamenti non solo nell’organizzazione dei servizi, dei ruoli, delle funzioni, nei comportamenti e nelle abilità dei lavoratori, ma anche nella cultura della popolazione e nel rapporto cittadini/servizi sanitari. La sanità d’iniziativa è un modello di contrasto alle malattie croniche che presuppone un forte cambiamento organizzativo e culturale e che necessita di un adeguato piano di formazione dei professionisti coinvolti e di comunicazione sia interna (riguarda i professionisti) sia esterna (riguarda le persone, le comunità, i pazienti affetti da patologie croniche e le associazioni). La gestione delle patologie croniche richiede un approccio basato sulla prevenzione, la proattività, il supporto all’autocura, la multidisciplinarità, il ricorso alle risorse della comunità, secondo il modello organizzativo dell’expanded chronic care model, per la gestione delle seguenti patologie

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croniche: BPCO, diabete mellito, scompenso cardiaco, ICTUS. Oltre la garanzia della continuità di gestione di tali percorsi specifici, essa deve evolversi ulteriormente per gestire, in maniera appropriata, la multimorbosità - condizione frequente nel campo delle malattie croniche. È un sistema che facilita le relazioni tra pazienti e medici, all’interno del quale i pazienti partecipano alle decisioni che riguardano la loro salute e acquisiscono le conoscenze ed eventualmente le abilità necessarie per essere partner attivi nel processo assistenziale e per partecipare alle decisioni che riguardano la loro salute. L’organizzazione si basa su team di professionisti: medici, infermieri e altri operatori dotati di specifiche e sofisticate abilità biomediche e sociali, aperta alla prevenzione e alla diagnosi precoce delle malattie, alla promozione della salute. I pazienti devono essere coinvolti nei processi assistenziali attraverso il più ampio accesso alle informazioni, il counselling e il supporto all’autocura.

OBIETTIVI (qualitativi e quantitativi)

Gli obiettivi principali si riferiscono: - all' ulteriore costituzione di unità elementari del progetto rappresentate

dai MODULI, aggregazioni funzionali di MMG con una popolazione di circa 10.000 assistiti. All’interno di ogni modulo, che è coordinato da un MMG, opera un team multiprofessionale costituito dai MMG e da infermieri e OSS;

- al coinvolgimento e alla valorizzazione degli infermieri e OSS che sono operatori di provenienza aziendale, opportunamente formati e assegnati funzionalmente al gruppo di MMG. L’infermiere ha autonomia e responsabilità per funzioni specifiche alla gestione assistenziale del paziente individuate sulla base dei protocolli operativi condivisi a livello aziendale, è impegnato nel follow up e nel supporto al self management. L’OSS costituisce una risorsa di rilievo per l’attuazione del CCM, continuando a svolgere le funzioni di assistenza alla persona al domicilio del paziente nei casi di non autosufficienza o laddove risulti comunque necessario;

- alla individuazione della sede del modulo che è l’ambulatorio della MMG. Qui vengono svolte tutte le attività previste dai percorsi, che sono registrate sulla cartella clinica del MMG che è il responsabile clinico del team e del paziente;

- all'inserimento dei pazienti che aderiscono al modello assistenziale in elenchi di patologia;

- ai controlli periodici dei percorsi, differenziati in base al rischio individuale, in occasione dei quali viene eseguito il counselling e il supporto al self management;

- all'attribuzione ad ogni Azienda USL della garanzia dell’organizzazione dei servizi per la presa in carico nei PDTA e la verifica dell’andamento del progetto di modulo attraverso la funzione dei medici di comunità.

- allo sviluppo e all’appropriato utilizzo di un adeguato sistema informativo, elemento fondamentale per la sanità di iniziativa essenziale sia per un approccio clinico pro-attivo di comunità nella gestione degli assistiti con condizioni croniche sia come supporto alle attività di self audit e di governo clinico.

L'obiettivo generale è comunque migliorare la gestione dei pazienti affetti da malattie croniche sul territorio regionale.

TEMPI DI

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ATTUAZIONE (cronoprogramma)

Almeno un anno rinnovabile

INDICATORI (preferibilmente

numerici)

− Attivazione dei moduli − % di copertura della popolazione residente 16+anni (2013) − effettuare almeno una misurazione annuale di sodio (NA) e potassio (K)

nei pazienti affetti da scompenso cardiaco − aumentare il trattamento con ACE inibitori e/o sartani nei pazienti con

scompenso cardiaco − sperimentazione del metodo Stanford

RISULTATI ATTESI

− attivazione di almeno 100 moduli nel territorio regionale ( per le 12 Aziende Sanitarie presenti)

− almeno il 40% (media regionale) di copertura su popolazione residente 16+ anni (2013)

− • 50% dei pazienti presenti nell'elenco di patologia dei MMG del modulo al 01/01/2013

− • 50% dei pazienti presenti nell'elenco di patologia del modulo al 01/01/2013

− applicazione del metodo Stanford in almeno 4 Aziende USL toscane con il coinvolgimento di almeno 5 formatori, l'organizzazione di almeno 10 corsi, coinvolgimento di almeno 150 pazienti per ognuna delle 4 aziende individuate.

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LINEA PROGETTUALE 3 - IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO DI INDIRIZZO PER LA RIABILITAZIONE DI CUI ALL’ACCORDO STATO-REGIONI DEL 10 FEBBRAIO 2011 GENERALITA’

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 3. Implementazione del Piano di indirizzo per la

riabilitazione di cui all'Accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011

REFERENTE Daniela Matarrese Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Programmazione e organizzazione delle cure Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 3419 [email protected] [email protected]

ASPETTI FINANZIARI IMPORTO VINCOLATO A VALERE

SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 1.324.530,00

COSTO DEL PROGETTO € 1.324.530,00 IL PROGETTO

CONTESTO I vari Piani Sanitari Regionali approvati negli ultimi anni, a partire dal PSR 1999-2001 fino al PSR 2008-2010 (delibera C.R. n.53-2008) hanno programmato la organizzazione, in Toscana, della Rete Integrata dei Servizi di Assistenza Riabilitativa, definendo i principi di riordino del settore assistenziale della riabilitazione. Sono stati esplicitamente individuati i vari regimi di erogazione delle prestazioni e i percorsi assistenziali riabilitativi, definiti per i diversi setting di intervento e per le varie fasi: dalla fase acuta e post acuta ospedaliera alla fase di riabilitazione svolta a livello territoriale. Gli interventi sanitari di riabilitazione sono infatti ordinati, sul piano organizzativo, in tre distinti livelli assistenziali in relazione all'intensità e complessità delle attività e alla quantità e qualità di risorse assorbite: attività di riabilitazione intensiva e attività di alta specialità riabilitativa, dirette al recupero di disabilità importanti, modificabili, che richiedono un elevato impegno clinico, valutativo e terapeutico; attività di riabilitazione estensiva, che si concretizzano in interventi di più moderato impegno terapeutico a fronte di un maggiore intervento assistenziale, quali quelle dirette alla prevenzione di aggravamenti possibili in disabili stabilizzati o quelle dirette a soggetti con disabilità a lento recupero che non possono utilmente sopportare un trattamento intensivo. I trattamenti riabilitativi estensivi sono assicurati anche a persone affette da disabilità croniche evolutive, ivi compreso l'intervento riabilitativo per disabilità neuropsichiche. La adozione, da parte del Consiglio Sanitario Regionale, di un “documento regionale di indirizzo sui percorsi riabilitativi”, aggiornato nel 2012, e il recepimento, con delibera G.R. n. 303/2012, del “Piano di Indirizzo per la Riabilitazione” approvato dalla

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Conferenza Stato-Regioni, completano la cornice di riferimento all'interno della quale sono programmati e organizzati i vari percorsi di presa in carico riabilitativa sul territorio regionale. In precedenza il piano di indirizzo era stato esaminato dal Consiglio Sanitario Regionale e diffuso agli operatori ed in particolare ai Direttori delle Unità Operative.

DESCRIZIONE (compresi soggetti

coinvolti nell’attuazione)

La attuazione delle previsioni contenute nel “Piano di Indirizzo per la Riabilitazione” viene declinata in Regione Toscana come necessità della attenta individuazione del livello di bisogno della persona da riabilitare, con il fine di curare la persona e non la malattia. In questa cornice il processo riabilitativo, inteso come continuità di azioni diverse che singoli professionisti e/o il team multidisciplinare devono porre in successiva e coordinata sequenza, ha come obiettivo reale il totale recupero della funzionalità da parte della persona o la valorizzazione massima della sua autonomia residua. E' stato assunto quale elemento fondante e portante della presa in carico globale della persona da riabilitare il Progetto Riabilitativo Individuale (PRI), costruito in considerazione della complessità dell'individuo, sia in termini di bisogno che di specifiche potenzialità individuali, correlate anche ai fattori ambientali. La necessità di garantire la continuità terapeutica ed al tempo stesso un corretto uso delle risorse umane ed economiche disponibili, ha fatto sì che siano stati strutturati e validati, negli ultimi anni, specifici report regionali sulle modalità di erogazione delle distinte attività di riabilitazione, sia ospedaliera (codice 56 - riab. intensiva, codice 75 – neuroriabilitazione, codice 28 – unità spinali), sia extraospedaliera (strutture pubbliche e private accreditate ex art. 26 L. 833/78 che erogano prestazioni residenziali, semiresidenziali, ambulatoriali e domiciliari), sia ambulatoriale specialistica (pacchetti di prestazioni raggruppate secondo criteri di appropriatezza erogativa correlata al bisogno determinato dalla situazione clinica della persona). La struttura “ a rete” della offerta degli interventi e delle prestazioni in risposta al bisogno di riabilitazione costituisce l'impianto basale della organizzazione dei servizi di riabilitazione in Toscana. Il progetto si inserisce tra le azioni regionali di sviluppo e rafforzamento degli strumenti di programmazione e controllo nello specifico settore, con l'obiettivo generale di promuovere la qualità e l'appropriatezza erogativa e di coordinare le attività di monitoraggio e di ricerca e innovazione. Soggetti coinvolti nella attuazione del progetto sono la Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale della RT, le aziende sanitarie, la Agenzia regionale di sanità (ARS). Sulla base delle linee di indirizzo è stata regolamentata, seppure in via sperimentale, la riabilitazione per menomazioni di origine ortopedica con delibera G.R. n. 677/2012. Nell’ambito del Dipartimento di Riabilitazione della Azienda USL 12 della Versilia, verrà monitorato il numero di pazienti che, a partire dal reparto per acuti (U.O. di Ortopedia), seguirà i vari setting del percorso per la riabilitazione ortopedica previsti dalla programmazione regionale. Al fine di adottare strumenti di monitoraggio delle nuove procedure e di verifica degli esiti in termini di appropriatezza e di efficacia ed integrazione del percorso riabilitativo nei diversi setting assistenziali ospedalieri e territoriali, verrà messo a punto uno strumento di monitoraggio dell’efficacia e dell’appropriatezza che affiancherà le regolare verifiche delle Commissioni di Accreditamento. Si tratta di un applicato web, contenente alcuni indicatori di

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processo di esiti, che consentirà di verificare l’efficacia e l’integrazione dei diversi setting del percorso riabilitativo che verrà distribuito a tutte le UUOO di riabilitazione della Regione Toscana. Sempre nell’ambito della Azienda USL 12 saranno monitorati la tipologia dei pazienti, il numero di pazienti ed il numero di sessioni di trattamento domiciliare erogato. Verrà inoltre verificato l’andamento dei ricoveri in D.H. riabilitativo con particolare riferimento alla riabilitazione cardiologia.

OBIETTIVI (qualitativi e quantitativi)

1. Razionalizzazione e aggiornamento delle modalità operative e organizzative nei setting riabilitativi-assistenziali per la riabilitazione ortopedica e per quella cardiologica.

2. Sviluppo di azioni finalizzate a garantire la continuità ospedale -territorio nella presa in carico riabilitativa e assistenziale.

3. Studio e verifica di strumenti per il monitoraggio dei percorsi di riabilitazione finalizzato al governo dei servizi ed alla verifica degli esiti, con test applicativi che prevedono il coinvolgimento di strutture pubbliche e private regionali che erogano prestazioni riabilitative in vari setting.

4. Riduzione progressiva e concordata, a livello aziendale e di area vasta, dei posti letto di riabilitazione ospedaliera a favore di un maggiore sviluppo delle attività riabilitative a livello territoriale.

5. Monitoraggio appropriatezza delle prestazioni di riabilitazione erogate a domicilio.

TEMPI DI ATTUAZIONE

Biennale 2013 e 2014

INDICATORI

− Avvio studio monitoraggio dei percorsi con arruolamento strutture e primo report sugli esiti: SI/NO

− Verifica andamento posti letto riab. ospedaliera anni 2012 -2014: n.ro − Utenti assistiti in riabilitazione ospedaliera: n.ro − Utenti complessi assistiti in riabilitazione ambulatoriale: n.ro − Numero di soggetti affetti da esiti di menomazione ortopedica che

necessitano di ricovero ospedaliero cod 56/numero totale di soggetti che ricevono trattamento riabilitativo

− Percentuale di riduzione dei ricoveri in D.H. di riabilitazione cardiologia − Numero di soggetti monitorati con l’applicati Web proposto − Numero di soggetti che ricevono riabilitazione e loro provenienza

RISULTATI ATTESI

− Consolidare e implementare l'organizzazione “a rete” del sistema dell'offerta riabilitativa regionale, in un'ottica prioritaria di tutela dei diritti delle persone e di garanzia di risposte appropriate, efficaci e quanto più possibile omogenee ai bisogni di salute su tutto il territorio.

− Migliorare l'accessibilità ai servizi, soprattutto a livello territoriale, riducendo contemporaneamente il ricorso alla ospedalizzazione, quando non indispensabile.

− Sviluppare la complementarietà dell'offerta pubblica e privata nei servizi di riabilitazione, privilegiando le sinergie del sistema ed eliminando le inutili sovrapposizioni.

− Monitoraggio e miglioramento in termini di appropriatezza, di efficacia ed integrazione del percorso riabilitativo nei diversi setting assistenziali ospedalieri e territoriali con particolare riferimento alle restrizioni di attività e partecipazione dovute a menomazioni di origine ortopedica e cardiologica.

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LINEA PROGETTUALE 4 - ASSISTENZA AI PAZIENTI IN CONDIZIONE DI STATO VEGETATIVO E STATO MINIMA COSCIENZA NELLA FASE DEGLI ESITI (DI CUI ALL’ACCORDO STATO-REGIONI DEL 5 MAGGIO 2011) GENERALITÀ

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 4. Assistenza ai paziente in condizioni di Stato Vegetativo e

Stato Minima Coscienza nella fase degli esiti (di cui all’Accordo Stato Regioni del 5 maggio 2011)

REFERENTE Daniela Matarrese Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Programmazione e organizzazione delle cure Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 3419 [email protected] [email protected]

ASPETTI FINANZIARI IMPORTO VINCOLATO A VALERE

SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 2.980.193,00

COSTO DEL PROGETTO € 2.980.193,00 IL PROGETTO

CONTESTO Al termine della fase di riabilitazione intensiva e non le persone in condizioni di stato vegetativo e stato di minima coscienza possono seguire diversi percorsi necessari per gestire la fase degli esiti. In particolare è possibile un rientro a domicilio, un passaggio in strutture a degenza prolungata, il passaggio transitorio verso strutture assistenziale oppure un nuovo ricovero riabilitativo che viene richiesto dalla famiglia ed erogato spesso fuori dalla regione di residenza del malato. Inoltre tra le varie modalità di valutazione delle persone in condizioni di stato vegetativo e stato di minima coscienza nella fase degli esiti, è da prevedere una valutazione neurofisiopatologica con almeno un elettroencefalogramma e potenziali evocati. L’effettuazione di questi esami è a volte difficoltosa in quanto il paziente non si trova in una struttura ospedaliera, dove le attrezzature sono presenti, ma si trova in strutture di lungo-assistenza dedicate oppure al proprio domicilio. Trattandosi di pazienti spesso portatori di supporti alle funzioni vitali (CET, PEG, Ecc.) il trasporto non è sempre agevole e diventa peraltro costoso.

DESCRIZIONE (compresi soggetti

coinvolti nell’attuazione)

Il progetto si compone di due specifici sottoprogetti: − Valutazione del percorso di assistenza delle persone in condizioni di

stato vegetativo e stato di minima coscienza al termine della fase di riabilitazione.

− Studio di fattibilità dell’esecuzione di esami neurofisiopatologici (EEG e potenziali evocati) con modalità tele-assistita con paziente a domicilio

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(o in struttura dedicata) e gestione dell’esame in tele-assistenza dall’ospedale.

OBIETTIVI (qualitativi e quantitativi)

Il primo progetto ha come obiettivo quello di valutare quante persone in condizioni di stato vegetativo e stato di minima coscienza, dimessi dalla fase riabilitativa, proseguono la fase degli esiti nei differenti settino. Il secondo progetto ha come obiettivo la messa a punto di una modalità di tele-assistenza per persone in condizioni di stato vegetativo e stato di minima coscienza. In particolare verrà valutata la possibilità di effettuare esami neurofisiopatologici, come EEG e potenziali evocati, in tele-assistenza e cioè con il paziente a domicilio e/o in struttura dedicata e l’esame effettuato via rete in tele-assistenza.

TEMPI DI ATTUAZIONE

(cronoprogramma)

Per il primo progetto si prevede di valutare tutte le persone in condizioni di stato vegetativo e stato di minima coscienza, dimesse in un anno da due UGCA dell’Area Vasta Nord-Ovest seguendone il passaggio dalla fase di riabilitazione a quella degli esisti. Il secondo prevede nella prima fase la messa a punto della tecnologia, una fase di test all’interno della struttura ospedaliera e, compatibilmente con i problemi di privacy, l’effettuazione di esami direttamente da strutture residenziali o domicilio.

INDICATORI (preferibilmente

numerici)

Numero di soggetti dimessi dalle UGCA dei quali viene indicato il settino di prosecuzione della presa in carico nella fase degli esiti. Messa a punto della tecnologia, fattibilità dell’EEG in tele-assistenza, numero di soggetti studiati in fase di fattibilità, eventuali numero di soggetti valutati da domicilio o struttura dedicata.

RISULTATI ATTESI

− Supporto alla programmazione regionale in merito alla ridefinizione di standard organizzativi per le SUAP e alla impostazione di interventi di sostegno alle famiglie.

− Miglioramento delle modalità di presa in carico globale della persona in SV o SMC, assicurando al domicilio una serie di prestazioni diagnostiche e/o valutative che attualmente è possibile garantire esclusivamente in struttura sanitaria (ospedaliera o territoriale).

− Contenimento delle fughe per assistenza in strutture extraregionali.

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LINEA PROGETTUALE 5 - ASSISTENZA AGLI ANZIANI IN CONDIZIONE DI FRAGILITÀ E NON AUTOSUFFICIENZA GENERALITÀ

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 5. Assistenza agli anziani in condizione di fragilità e di non

autosufficienza REFERENTE Barbara Trambusti

Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Politiche per l’integrazione socio-sanitaria Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 5176 [email protected] [email protected]

ASPETTI FINANZIARI IMPORTO VINCOLATO A VALERE

SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 3.311.324,00

COSTO DEL PROGETTO € 3.311.324,00 IL PROGETTO CONTESTO Secondo dati dell'Agenzia Regionale di Sanità In Toscana, la popolazione

anziana (soggetti di età maggiore uguale 65 anni) è costituita da 872.776 soggetti al 1/1/2012, pari al 23,2% dei residenti totali (dato nazionale del 20,2%). Altri dati sulla popolazione anziana rilevano: − speranza di vita a 65 anni: 18,5 per gli uomini e 22,08 per le donne (dato

medio nazionale rispettivamente di 18,2 e 22,1); − indice di vecchiaia: ogni 100 persone tra gli 0 e i 14 anni ci sono 184 ultra

sessantacinquenni (dato nazionale: 144), anno 2008; − indice di dipendenza anziani: ogni 100 soggetti in età attiva (tra i 15 e i 64

anni) ci sono 36 ultra65enni (dato nazionale: 31) nel 2009. La non autosufficienza, tanto per gli aspetti legati alla pressione demografica quanto per le caratteristiche di perdita e/o mancanza di autonomie si connota, pertanto, come una problematica particolarmente complessa, in grande crescita ed in continua evoluzione. Per tale motivo, la Regione ha scelto di dare certezza alla presa in carico della persona non autosufficiente attraverso un sistema consolidato di strutture e servizi, al tempo stesso monitorandone l’efficacia e prevedendo opportune azioni di miglioramento.

DESCRIZIONE (compresi soggetti

coinvolti nell’attuazione)

In materia di non autosufficienza le Regione Toscana ha reso effettivo con legge regionale (n. 66/2008) il diritto di presa in carico e di accesso ai servizi socio-sanitari per tutti gli anziani ultra sessantacinquenni Con successivi atti normativi ha sistematizzato in maniera organica le fasi di presa in carico della persona non autosufficiente definendo una precisa organizzazione dei servizi assistenziali sociosanitari territoriali, rappresentati dalle Zone Distretto delle Aziende UU.SS.LL. e creando strutture capaci di

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fornire informazione, accoglienza e certezza della presa in carico. Gli elementi fondanti di tale organizzazione sono: − informazione e accoglienza presso sportelli dedicati (Punti insieme); − valutazione multidimensionale del bisogno da parte di una équipe

multidimensionale (Unità di Valutazione Multidisciplinare); − realizzazione di un Progetto Assistenziale Personalizzato appropriato al

bisogno dell’anziano; Le risposte assistenziali previste dalla normativa prevedono l’attivazione di: − interventi domiciliari socio-sanitari in forma diretta dal servizio pubblico; − interventi in forma indiretta domiciliari o per la vita indipendente; − inserimenti in strutture semi-residenziali; − inserimenti temporanei o di sollievo in strutture residenziali; − inserimenti permanenti in strutture residenziali. Il modello toscano, presenta dei punti di forza che non possono essere messi in discussione quali universalità dell’accesso, centralità dell’anziano e dei suoi familiari attraverso la presa in carico unitaria del bisogno, appropriatezza nelle risposte, personalizzazione del percorso di assistenza, integrazione dei servizi, dei professionisti e delle risorse, priorità di interventi verso l'assistenza domiciliare. La recente crisi economica e la conseguente evoluzione dei bisogni sociali delle famiglie ha però portato l'esigenza di rivedere il modello organizzativo per migliorarlo negli aspetti tecnici, renderlo più flessibile e assicurarne gli aspetti di efficienza e qualità dei servizi.

OBIETTIVI (qualitativi e quantitativi)

In un'ottica di mantenimento e consolidamento del sistema di presa in carico per la non autosufficienza come da LR 66/2008 per il 2013, si sono programmate le seguenti azioni di miglioramento organizzativo e gestionale: A) Messa a regime del progetto “Il sistema delle R.S.A. Nella Regione Toscana: mappatura e valutazione”. B)Monitoraggio e perfezionamento algoritmi/criteri per la definizione Progetto Assistenziale Personalizzato (PAP). C) Formazione operatori del sistema:

C1)Pianificazione e impostazione contenuti formazione per gli operatori UVM. C2) Formazione operatori delle RSA finalizzata a migliorare la qualità dell'assistenza interna alle strutture in termini di organizzazione del lavoro.

D) Definizione contenuti scientifici e documenti di indirizzo finalizzati a avviare sperimentazioni territoriali in residenze sanitarie assistenziali, al fine di testare nuovi moduli assistenziali più appropriati in base al bisogno rilevato. E) Studi sull'appropriatezza dei centri diurni Alzheimer e dei moduli cognitivi comportamentali in RSA. F) Studi sulla salute e invecchiamento attivo in Toscana.

TEMPI DI

ATTUAZIONE (cronoprogramma)

Obiettivi generali

I semestre 2013

II semestre 2013

I semestre 2014

II semestre 2014

A B C1 C2 D

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E F

INDICATORI

(preferibilmente numerici)

Dati da Flusso AD/RSA: 1. Segnalazioni e lettura bisogno: numero segnalazioni; distribuzione

percentuale della tipologia di bisogno: semplice(sanitario o sociale) e complesso (sociosanitario); distribuzione percentuale della tipologia del soggetto segnalatore; tasso di segnalazione sulla popolazione > 65 anni

2. Prese in carico: numero prese in carico; distribuzione percentuale delle prese in carico per tipo di percorso assistenziale; distribuzione percentuale delle tipologie di PAP per livello di isogravità; tasso di presa in carico sulla popolazione > 65 anni

3. Valutazioni UVM: numero valutazioni; percentuale di valutazioni per livello di isogravità per percorso progettato;

4. Erogazioni domiciliari:numero erogazioni; 5. Ammissioni residenziali: numero ammissioni; percentuale di ammissioni

per tipo di prestazione (tipo di modulo e distinzione tra temporaneo e permanente); numero di persone in lista di attesa per ammissione in RSA permanente

MAPPATURA RSA (punto a): 1. numero strutture mappate 2. numero posti letto complessivamente autorizzati nelle residenze mappate 3. numero di posti letto convenzionati nelle strutture mappate FORMAZIONE OPERATORI RSA (punto c2): 1. numero strutture aderenti alla formazione 2. numero operatori formati. APPROPRIATEZZA CDA/MODULI COGNITIV0/COMPORTAMENTALI (punto f): 1. n. strutture esaminate 2. n. pazienti valutati di cui nei moduli cognitivi enei centri diurni Alzheimer STUDI SULLA SALUTE INVECCHIAMENTO ATTIVO (punto g): 1. numero persone intervistate In Toscana con 65 anni e più. 2. percentuale di distribuzione della pop. rispetto alle condizioni di salute.

RISULTATI ATTESI

Per il 2013 ci si attende di consolidare il processo di miglioramento organizzativo e gestionale intrapreso a partire dal 2012 e che vede coinvolti tutti i soggetti del sistema. In particolare, gli studi di settore e le indagini scientifiche rivolte a potenziare l'appropriatezza dell'offerta assistenziale saranno particolarmente utili a supportare metodologicamente e scientificamente le azioni innovative che si vorranno intraprendere sul territorio, oltre che ad introdurre elementi correttivi del sistema che si rendano necessari. Altra azione fondamentale sarà il monitoraggio continuo e sistematico dei processi grazie alle indagini condotte sia dalla Scuola Superiore di S. Anna che dagli uffici regionali che dall'utilizzo del flusso AD RSA da parte delle Aziende USL. All’interno di questi processi volti al miglioramento continuo della qualità assistenziale saranno previsti incontri di formazione/informazione per gli operatori socio-sanitari coinvolti nel processo di presa in carico allo scopo di favorire il lavoro di gruppo, l’interazione tra le diverse realtà istituzionali e professionali ed una migliore risposta complessiva ai bisogni rilevati, al tempo stesso riducendo elementi di rigidità ed eccessiva burocratizzazione del sistema.

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LINEA PROGETTUALE 6 - CONTRASTO ALLE DISUGUAGLIANZE IN SANITÀ GENERALITÀ

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 6. Contrasto alle disuguaglianze in sanità

REFERENTE Andrea Vannucci Agenzia Regionale di Sanità della Toscana Osservatorio per la Qualità e l'Equità Via Pietro Dazzi, 1, Firenze Tel 055 4624367 [email protected] [email protected]

ASPETTI FINANZIARI

IMPORTO VINCOLATO A VALERE SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 2.980.192,00

COSTO DEL PROGETTO € 2.980.192,00 IL PROGETTO

CONTESTO Analisi, studio e approfondimento dei fattori socio-economici e geografici che possono determinare differenze nell’accesso, fruizione di servizi sanitari, e variabilità negli esiti di salute, per scelte strategiche di programmazione sanitaria che riducano le disuguaglianze geografiche tra i cittadini toscani.

DESCRIZIONE

Dopo uno studio preliminare sulle principali caratteristiche sociali, demografiche e territoriali legate alla zona socio-sanitaria di residenza dei cittadini toscani, verrà condotta un’analisi cluster sulle 34 zone utilizzando le informazioni ritenute significative per valutare le differenze di accesso e fruizione dei servizi. Questa procedura è finalizzata al raggruppamento delle zone in tipologie differenti di macro-gruppi con caratteristiche omogenee al loro interno.

OBIETTIVI 1. Definizione dei determinanti socio-anagrafici e geomorfologici che caratterizzano le differenti zone sociosanitarie al fine di aggregarle per caratteristiche omogenee, in grado anche di superare le attuali divisioni amministrative.

2. Uso dei cluster identificati per aspetti specifici e peculiari di programmazione sanitaria e valutazione dell’offerta di servizi: − Riorganizzazione del sistema 118 regionale. − Studio dei comportamenti dei cittadini sulla scelta degli erogatori di

prestazioni ambulatoriali in relazione alle politiche di copayment. − Valutazione di eventuali disuguaglianze negli esiti clinici tra abitanti

di differenti zone geografiche. TEMPI DI

ATTUAZIONE FASE 1 Identificazione e scelta dei determinanti: 90 giorni (3 mesi)

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FASE 2 Applicazione dei cluster geografici per programmazione sanitaria

- Riorganizzazione Sistema 118: 60 giorni (2 mesi) - Studio comportamenti dei cittadini: 120 giorni (4 mesi) - Valutazione di eventuali disuguaglianze di esito tra abitanti di

differenti zone geografiche: 90 giorni (3 mesi) INDICATORI Sistema 118

- Tempo di arrivo sulla scena <10 min in caso di dolore toracico (sospetto ischemico)

- % pazienti con STEMI che ricevono angioplastica primaria entro 120 minuti dalla chiamata dell'ambulanza

- Esecuzione della Cincinnati Prehospital Stroke Scale in caso di Stroke/TIA

- % pazienti con stroke che effettuano la trombolisi entro 4,5 ore dall'insorgenza dei sintomi

- % Sopravvissuti all'arrivo in ospedale dopo arresto cardiaco - Tempo di arrivo sulla scena <10 min in caso di trauma maggiore - % di pazienti intubati sul territorio sul totale dei pazienti traumatizzati

con GCS<=8 giunti in P.S. Comportamento dei cittadini

- % prestazioni nel pubblico e nel privato per settore - Tempi di attesa per prestazioni richieste e tipologia di struttura - % di esami non eseguiti per zona socio-sanitaria

Esiti Clinici - Angina senza procedure, ospedalizzazione evitabile per 100.000 - Asma negli adulti, ospedalizzazione evitabile per 100.000 - Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), ospedalizzazione

evitabile per 100.000 - Diabete complicanze a lungo termine, ospedalizzazione evitabile per

100.000 - Diabete non controllato (senza complicanze), ospedalizzazione

evitabile per 100.000 - Disidratazione, ospedalizzazione evitabile per 100.000 - Infezioni del tratto urinario, ospedalizzazione evitabile per 100.000 - Patologie correlate allo scompenso, ospedalizzazione evitabile per

100.000 - Polmonite, ospedalizzazione evitabile per 100.000 - Scompenso cardiaco congestizio (SCC), ospedalizzazione evitabile

per 100.000 - Scompenso cardiaco congestizio negli scompensati, ospedalizzazione

evitabile per 100.000 RISULTATI

ATTESI Utilizzo delle evidenze prodotte nella Fase 1 per una programmazione socio-sanitaria in grado di minimizzare le disuguaglianze tra i cittadini negli ambiti presi in considerazione.

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LINEA PROGETTUALE 7 - CURE PALLIATIVE E TERAPIA DEL DOLORE. SVILUPPO DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE PALLIATIVA SPECIALISTICA GENERALITÀ

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 7. Cure palliative e terapia del dolore. Sviluppo

dell'assistenza domiciliare palliativa specialistica REFERENTE Daniela Matarrese

Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Programmazione e organizzazione delle cure Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 3419 [email protected] [email protected]

ASPETTI FINANZIARI

IMPORTO VINCOLATO A VALERE

SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 6.622.648,00

COSTO DEL PROGETTO € 6.622.648,00 IL PROGETTO

CONTESTO I recenti provvedimenti attuativi della legge 38/2010, recepiti con atti e

provvedimenti regionali, nonché il quadro di riferimento offerto dal Piano integrato socio-sanitario regionale, individuano le scelte e gli interventi su cui il progetto insiste. A fronte del lavoro svolto in questi anni per implementare i servizi e le strutture hospice, si rende ora necessario intervenire sulla definizione delle strutture di coordinamento e di erogazione dei servizi, della loro messa in rete, dello sviluppo dell'assistenza palliativa domiciliare, di base e specialistica. Il sistema dei servizi ha evidenziato infatti, in questi anni, alcune criticità sui due livelli delle cure domiciliari, di seguito descritti:

− decisività del ruolo dei MMG e delle cure domiciliari, che tuttavia necessitano: da una parte di interventi supportivi per la presa in carico dei bisogni anche sociali del paziente, dall’altra di un reale coordinamento delle professionalità nella definizione del Piano Individualizzato di Assistenza;

− scarsa differenziazione tra cure domiciliari di base e specialistiche − progressiva funzionalizzazione delle strutture Hospice, oramai in

fase di ultimazione ma ancora non completamente gestiti in ottica di equipes multiprofessionali

La partecipazione del volontariato nella rete dei servizi di CP è elemento qualificante dell’esperienza maturata in questi anni, tuttavia si evidenzia: a) una minore presenza sul territorio rispetto a quella nelle strutture residenziali, b) la necessità di trovare un collegamento con la rete dei servizi istituzionali che, pur salvaguardando identità e funzioni della realtà

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associativa, assicuri una maggiore integrazione a beneficio della persona assistita.

DESCRIZIONE (compresi soggetti

coinvolti nell’attuazione)

La Regione Toscana ritiene opportuno, in attuazione della legge 38/2010 e coerentemente con la propria programmazione in materia, sviluppare la rete dei servizi delle cure palliative su tutto il territorio regionale. Si rileva allo stato attuale la necessità di aggiornare il quadro normativo di riferimento e quindi le indicazioni e gli indirizzi alle Aziende per implementare e innalzare l'offerta dei servizi. Si ritiene inoltre di dover realizzare interventi che definiscano le reti, individuandone snodi, modalità operative sia per l'erogazione che per il coordinamento dell'assistenza nei diversi setting previsti e in un'ottica di continuità T/H/T. Attenzione particolare sarà riservata all'assistenza palliativa domiciliare e alla sua operatività, di base e specialistica, nel rispetto dei principi di unitarietà e continuità conformi al modello organizzativo regionale. I soggetti coinvolti nella funzionalità del sistema sono: le Aziende Sanitarie, gli Enti Locali, le associazioni di volontariato e la cooperazione sociale.

OBIETTIVI (qualitativi e quantitativi)

A. Implementazione e sviluppo della rete regionale per le cure palliative, attraverso istituzione strutture di coordinamento, regionali e aziendali, le cui funzioni sono quelle indicate nell'Accordo S/R del 16 dicembre 2010 attivazione struttura regionale di coordinamento a supporto prioritariamente dell'implementazione delle reti di cura e assistenza, alla definizione dei percorsi e dei protocolli assistenziali istituzione del centro regionale per le cure palliative pediatriche, a supporto e completamento della rete dei servizi per i pazienti in età pediatrica istituzione UCP aziendali per l'erogazione delle cure palliative, nei diversi setting di assistenza con particolare riguardo all'assistenza domiciliare deliberazione procedure di accreditamento delle reti dei servizi per le cure palliative B. Ampliamento dell'offerta delle cure palliative domiciliari, in un'ottica di continuità T/H/T, attraverso: seminario di lavoro sulle cure palliative con direttori sanitari, responsabili UCP laddove costituite, responsabili Hospice e responsabili cure primarie, per la progettazione partecipata dell'implementazione delle reti stato dell'arte delle cure palliative domiciliari su tutto il territorio regionale analisi comparativa dello stato dell'arte delle cure palliative domiciliari in regione Toscana con i contenuti dell'Intesa 25 luglio 2012 implementazione flusso informativo RFC 191 (hospice) implementazione flusso informativo RFC 115 (cure domiciliari) studio di fattibilità per la creazione di un'interfaccia tra sistemi operativi aziendali e regionale C. Interventi informativi finalizzati all'empowerment di conoscenze dei pazienti/familiari/car givers, attraverso − campagna informativa sulla legge 38 e le cure palliative − censimento strutture e servizi della rete delle cure palliative e diffusione

sul sito internet istituzionale

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TEMPI DI ATTUAZIONE - CRONOPROGRAMMA

Anno 2013 / mesi Anno 2014/ mesi Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1 2 3 4 5 6

Istituzione strutture di coordinamento

Attivazione coordinamento regionale

Istituzione del centro regionale per le cure palliative pediatriche

Deliberazione criteri di accreditamento rete cure

palliative

Istituzione UCP

Seminario di lavoro cure palliative

Indagine regionale cure palliative domiciliari

Analisi comparativa indagine regionale e criteri

Intesa 25 luglio 2012

campagna informativa

Implementazione flusso RFC 191 (Hospice) informativi sistema

Hospice

Implementazione flusso RFC

Studio fattibilità interfaccia per sistemi operativi

INDICATORI (preferibilmente

numerici)

Obiettivo A. − deliberazione di GR per istituzione strutture regionali e aziendali di

coordinamento, istituzione centro regionale cure palliative pediatriche, criteri accreditamento strutture e servizi della rete

Obiettivo B − seminario di lavoro per la progettazione partecipata

dell'implementazione delle reti − report analitico analisi comparativa dello stato dell'arte delle cure

palliative domiciliari ai sensi dell'Intesa 25 luglio 2012 in Regione Toscana

− corretto e puntuale invio dati del flusso informativo RFC 191 (hospice)

− implementazione flusso informativo RFC (assistenza domiciliare) − studio di fattibilità per la creazione di un'interfaccia tra sistemi

operativi aziendali e regionale Obiettivo C

− campagna informativa sulla legge 38 e le cure palliative − censimento strutture e servizi della rete delle cure palliative e

diffusione sul sito internet istituzionale RISULTATI

ATTESI − aggiornamento del quadro normativo regionale di riferimento − implementazione della rete delle cure palliative, sia per pazienti adulti

che in età pediatrica

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− implementazione delle cure palliative pediatriche − miglioramento dell'interoperabilità dei flussi informativi − adempimento obblighi informativi flusso RFC 191 (Hospice) − maggiore diffusione e conoscenza dei servizi

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LINEA PROGETTUALE 8 - SVILUPPO DEI PROCESSI DI UMANIZZAZIONE ALL’INTERNO DEI PERCORSI ASSISTENZIALI GENERALITÀ

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 8. Sviluppo dei processi di umanizzazione all'interno dei

percorsi assistenziali REFERENTI Marco Menchini

Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Qualità dei servizi, governo clinico e partecipazione Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 3441 [email protected] [email protected] Alberto Zanobini Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Ricerca, innovazione e risorse umane Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 5408 [email protected] [email protected]

ASPETTI FINANZIARI

IMPORTO VINCOLATO A VALERE SULLA QUOTA DEL FSN 2013 € 2.649.059,00

COSTO DEL PROGETTO € 2.649.059,00 IL PROGETTO

CONTESTO La centralità del paziente è il concetto base che sorregge i percorsi di umanizzazione dell’assistenza e la capacità di informare costituisce il presupposto per garantire i diritti di salute dei cittadini, per favorire un accesso più consapevole e corretto alle prestazioni sanitarie. Le Carta dei Servizi è il documento prodotto dalle Aziende Sanitarie per far conoscere le attività offerte e i livelli di qualità garantiti all’utente, ma per informare i cittadini sono utilizzati già diversi canali: il sito internet, il numero verde, gli sportelli URP, i puntinsieme, gli opuscoli della carta dei servizi, i depliant, i comunicati stampa, etc. La valutazione delle dimensioni qualitative del servizio riguardanti la personalizzazione e l’umanizzazione dell’assistenza sono al centro dell’attività dell’Osservatorio regionale Carta dei Servizi, che effettua un monitoraggio annuale su questo sistema ormai dal 1997, implementando un flusso informatizzato. L'umanizzazione delle cure e la centralità del cittadino-paziente rappresenta anche una leva strategica del sistema della formazione continua in sanità che

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la Toscana ha strutturato con le Aziende USL, in modo da assicurare qualità, tempestività e continuità agli interventi formativi. L’obiettivo è garantire non solo l'innalzamento della specifica professionalità degli operatori sanitari ma soprattutto l'aumento della capacità di ognuno di lavorare all'interno della propria organizzazione e di rapportarsi in modo appropriato all'utenza.

DESCRIZIONE (compresi soggetti

coinvolti nell’attuazione)

Ogni anno l’Osservatorio regionale Carta dei Servizi effettua un monitoraggio sull’adeguamento delle strutture e delle prestazioni alle esigenze dei cittadini (tutela dei diritti, accessibilità, partecipazione), attraverso un set circa cento di indicatori, che annualmente viene rivisto e aggiornato, così da garantire la più elevata qualità possibile. Le dimensioni dell’umanizzazione si possono declinare in macroaree:

− accoglienza/informazione, semplificazione − processi assistenziali orientati alla persona, con particolare attenzione

alle fragilità, all'intercultura − cura della relazione con il paziente/cittadino − accessibilità fisica, vivibilità e comfort dei luoghi di cura partecipazione

del cittadino Sono previste due iniziative, una a livello regionale e una a livello nazionale: 1. La Regione, insieme alle Aziende Sanitarie, promuove lo sviluppo di un

sistema centralizzato per l’informazione, l’orientamento e l’erogazione di servizi ai cittadini (PUNTOSI – servizi e informazioni).

2. Partecipazione di Regione Toscana al progetto nazionale, coordinato da Agenas, per una valutazione partecipata del grado di umanizzazione delle strutture di ricovero.

Nell'ambito del sistema toscano della formazione continua sono promossi eventi di carattere regionale e aziendale: 1. con la DGR 599/2012 concernente “Recepimento Accordo Stato-Regioni

del 19/04/2012: la formazione ECM 2012-2015” ha individuato fra gli obiettivi formativi prioritari della legislatura l'umanizzazione delle cure e la centralità del cittadino-paziente nei servizi nell'ottica del miglioramento delle relazioni interprofessionali, di umanizzazione dei luoghi, dei processi, e delle relazioni di cura;

2. nell'ambito delle eccellenze formative del SST nel 2013 viene promossa la valutazione di impatto della formazione individuando come indicatore che produce maggior punteggio nella valutazione dei progetti “Evidenza dell'impatto positivo nell'ottica della costruzione di una comunicazione efficace cittadino-SST, dell'umanizzazione delle cure e dei i luoghi di cura”.

3. Diretta ai rappresentanti di associazioni di cittadini e pazienti è, invece, la nuova edizione dell’Accademia del cittadino, per la formazione sui temi della salute e della sanità.

OBIETTIVI (qualitativi e quantitativi)

La Giunta regionale ha approvato un repertorio di 32 impegni comuni per tutte le Aziende Sanitarie, quali ad esempio il numero telefonico unico per l’informazione sui servizi, l’ampliamento delle fasce orarie di visita nei presidi di ricovero, la disponibilità alla mediazione culturale per gli utenti stranieri. Le aziende devono raggiungere almeno il 75% del repertorio degli impegni. Iniziativa di livello regionale: dotare le Aziende Sanitarie di una stessa

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piattaforma tecnologica con monitor e totem/touch screen multimediali. Iniziativa di livello nazionale: la valutazione di strutture con l’ausilio di una check list di requisiti/indicatori collegati ai processi assistenziali ed organizzativi orientati alla persona e con il coinvolgimento di cittadini appartenenti ad organismi di partecipazione aziendali. Formazione: 1. Realizzazione di circa 140 eventi formativi; 2. Indizione bando per la selezione e l’individuazione dei migliori percorsi

formativi aziendali diretti al personale sanitario con l'obiettivo di sviluppare competenze in ambito relazionale all'interno dei team di lavoro e con l'utenza;

3. formazione alle associazioni di cittadini e pazienti finalizzata a creare una rete di cittadini capaci di interagire con le istituzioni a livello locale e regionale per contribuire alla qualità e sicurezza nei servizi sanitari.

TEMPI DI ATTUAZIONE

(cronoprogramma)

Monitoraggio sull’adeguamento delle strutture e delle prestazioni alle esigenze dei cittadini: realizzato annualmente dall’Osservatorio regionale Carta dei Servizi Iniziativa regionale e annuale: 12 mesi Formazione: 12 mesi

INDICATORI (preferibilmente

numerici)

1. Raggiungimento da parte delle Aziende Sanitarie di almeno il 75% del repertorio degli impegni previsti da Regione Toscana nel monitoraggio annuale

2. Installazione della piattaforma tecnologica e dei totem/touch screen 3. Coinvolgimento strutture ospedaliere nell’iniziativa nazionale 4. Eventi formativi realizzati / eventi formativi programmati 5. Rispetto dei tempi prefissati nella realizzazione bando e selezione dei

percorsosi formativi RISULTATI

ATTESI 1. Confronto tra le Aziende USL toscane e a livello nazionale sui temi

dell’umanizzazione dei percorsi assistenziali, al fine di garantire l’omogenea diffusione delle buone pratiche

2. Coinvolgimento attivo dei cittadini/ associazioni di cittadini e pazienti 3. Registrazione del gradimento dei soggetti coinvolti e assolvimento del

debito informativo 4. Selezione dei percorsi formativi sulle capacità relazionali degli operatori

dirette in particolar modo all’accoglienza di: − genitori e familiari dei pazienti minori − utenza straniera, dall'accertamento della gravidanza al puerperio − pazienti ricoverati nelle sezioni di medicina geriatrica.

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LINEA PROGETTUALE 9 - INTERVENTI PER L’IMPLEMENTAZIONE DELLA RETE PER LE MALATTIE RARE E PER LA PROMOZIONE DELLA RETE NAZIONALE DEI TUMORI RARI GENERALITA’

REGIONE PROPONENTE Regione Toscana LINEA PROGETTUALE 9. Interventi per l'implementazione della Rete per le

Malattie rare e per la promozione della rete nazionale dei tumori rari

REFERENTI Daniela Matarrese Direzione Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale Settore Programmazione e organizzazione delle cure Via T. Alderotti 26/n, Firenze Tel 055 438 3419 [email protected] [email protected] Gianni Amunni Istituto Toscano Tumori- Direttore operativo Via T.Alderotti 26/n Firenze Tel 055-4385213 [email protected]

ASPETTI FINANZIARI

IMPORTO VINCOLATO A VALERE SULLA QUOTA DEL FSN 2013

€ 3.642.457,00

COSTO DEL PROGETTO € 3.642.457,00 IL PROGETTO

CONTESTO Tra gli interventi attivati dalla Regione Toscana, l’aggiornamento e la strutturazione della rete dei presidi rivestono costantemente rilevanza prioritaria ai fini della definizione e condivisione di percorsi diagnostici e assistenziali. La programmazione regionale per le malattie rare si realizza attraverso l’attività del Coordinamento Regionale delle malattie rare che riunisce il Forum delle associazioni toscane delle malattie rare, la Fondazione Monasterio (che gestisce il Registro Toscano delle malattie rare) ed i professionisti coordinatori della rete dei presidi, nominati dal Consiglio Sanitario Regionale. Tra i compiti del Coordinamento rientra la definizione di percorsi assistenziali per i soggetti affetti da malattie rare e le loro famiglie. Occorre, a partire dalla buone pratiche attivate negli anni precedenti, sviluppare strumenti atti a consolidare la rete investendo le Aziende della responsabilità di strutturare coordinamenti aziendali volti non solo alla valorizzazione delle strutture specialistiche di eccellenza ma anche dei percorsi interni e delle modalità di invio e presa in carico attraverso tutte le

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strutture correlate. L’analisi dei risultati conseguiti nel corso del 2012 dimostra che questi interventi necessitano di ulteriori tempi di condivisione operativa. In particolare per quanto attiene la promozione della rete nazionale dei tumori rari, con il Decreto dirigenziale n. 6095 2012 l’aggiornamento dei presidi della rete malattie rare ha incluso l’Istituto Toscano Tumori nel coordinamento dei tumori rari (pediatrici e dell’adulto). Per favorire l’integrazione dei percorsi che riguardano i tumori rari del bambino nell’età adulta sia nelle forme sindromi che eredo-familiari sono necessarie opere di potenziamento dei network interaziendali. Il percorso strutturato per il tumore stromale gastrointestinale pediatrico e dell’adulto ha rappresentato il progetto pilota nell’ambito del lavoro svolto dall’ITT per i tumori rari e infrequenti. Molti altri percorsi per altre patologie tumorali rare sia dell’adulto che del bambino restano da attivare e potenziare.

DESCRIZIONE (compresi soggetti

coinvolti nell’attuazione)

In continuità con gli interventi e i programmi attivati negli anni precedenti e con lo scopo di garantire una qualità omogenea e diffusa dell’assistenza, il progetto 2013 è finalizzato a consolidare prioritariamente:

- strutture aziendali a supporto del coordinamento dei percorsi, dell’informazione all’utenza, del rilevamento dei bisogni assistenziali, della formazione dei medici, della rilevazione epidemiologica

- aggiornamento del sito web dedicato al Registro Toscano delle Malattie Rare sulla base delle nuove esigenze rilevate

- centro di ascolto malattie rare e modalità di raccordo con le direzioni aziendali attraverso una rete di referenti unici aziendali

- attivazione di nuovi percorsi per i tumori rari dell’adulto e del bambino (ITT)

- integrazione dei criteri per la definizione di un sistema di competenze specifiche per le patologie tumorali rare, infrequenti e ad alta complessità con i criteri per la definizione di un sistema di competenze specifiche per le malattie rare

OBIETTIVI (qualitativi e quantitativi)

Il progetto rimane pertanto finalizzato al rafforzamento della rete e all’attivazione di particolari strumenti di facilitazione dei percorsi sia a livello regionale che interregionale nonché allo sviluppo di iniziative formative e divulgative. Obiettivi specifici

- Strutturazione dei percorsi diagnostico-terapeutici attraverso la formalizzazione delle modalità di coordinamento tra strutture specialistiche

- Strutturazione di centri aziendali di coordinamento per le strutture della rete coinvolte nei percorsi assistenziali

- Condivisione della programmazione regionale con i rappresentanti delle Associazioni delle Malattie rare riuniti nel Forum Toscano delle Associazioni Malattie Rare.

Azioni - Costituzione di Centri aziendali per le malattie rare - Aggiornamento della rete regionale dei presidi delle malattie rare - Aggiornamento di percorsi diagnostico terapeutici - Organizzazione di un convegno regionale in occasione della Giornata

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mondiale delle malattie rare - Organizzazione di un convegno in collaborazione con il Forum

Toscano delle Associazioni Malattie Rare

TEMPI DI ATTUAZIONE

(cronoprogramma)

Primi 10 mesi: realizzazione progettuale Ultimi 2 mesi: valutazione risultati ai fini di successivi miglioramenti Possibilità di eventuale proroga

INDICATORI (preferibilmente

numerici)

- n. patologie interessate da aggiornamento dei percorsi - n. centri aziendali costituiti - report annuale su attività del RTMR, - report annuale su attività Centro di Ascolto - atto di aggiornamento della rete - programma giornata mondiale malattia rare e convegno con Forum

delle Associazioni RISULTATI

ATTESI - miglioramento della copertura epidemiologica della casistica registrata

nel RTMR - aggiornamento della rete dei presidi - realizzazione iniziative formative e di confronto - consolidamento servizi informativi (es. call center, sito pubblico

RTMR, ecc...)