Progetti Aid Lecco - Silvia

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Lecco, 24/02/08 PREMESSA Secondo le ultime stime, la dislessia e le difficoltà di apprendimento in generale, sono diventate un fenomeno che colpisce circa il 5-10% della popolazione scolastica. Ciò significa che, in media, in ogni classe ci sono uno o due alunni con difficoltà negli apprendimenti. Si parla di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) quando un soggetto nelle condizioni individuali e ambientali adeguate o almeno sufficienti per raggiungere buoni risultati di apprendimento, manifesta delle difficoltà più o meno gravi in una o più abilità scolastiche (lettura, scrittura, calcolo, abilità logico-matematica). Le osservazioni cliniche hanno evidenziato che spesso la dislessia (difficoltà specifica di lettura) si accompagna, sul piano epidemiologico, ad altri disturbi specifici quali disortografia, disgrafia e discalculia (rispettivamente difficoltà a rispettare le regole ortografiche, nella scrittura e nel calcolo). Tutto ciò ha delle conseguenze importanti sulla qualità del percorso scolastico del bambino che ancora troppo spesso vengono lette come disinteresse e malavoglia. Le conseguenze, inoltre, non si osservano solo sul piano cognitivo e degli apprendimenti. Va infatti sottolineato (e mai trascurato!!) che solitamente in queste situazioni, si creano effetti negativi reciproci tra gli insuccessi e le difficoltà nell’apprendimento da

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Lecco, 24/02/08

PREMESSA

Secondo le ultime stime, la dislessia e le difficoltà di apprendimento in generale,

sono diventate un fenomeno che colpisce circa il 5-10% della popolazione scolastica. Ciò

significa che, in media, in ogni classe ci sono uno o due alunni con difficoltà negli

apprendimenti. Si parla di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) quando un

soggetto nelle condizioni individuali e ambientali adeguate o almeno sufficienti per

raggiungere buoni risultati di apprendimento, manifesta delle difficoltà più o meno gravi in

una o più abilità scolastiche (lettura, scrittura, calcolo, abilità logico-matematica).

Le osservazioni cliniche hanno evidenziato che spesso la dislessia (difficoltà

specifica di lettura) si accompagna, sul piano epidemiologico, ad altri disturbi specifici quali

disortografia, disgrafia e discalculia (rispettivamente difficoltà a rispettare le regole

ortografiche, nella scrittura e nel calcolo). Tutto ciò ha delle conseguenze importanti sulla

qualità del percorso scolastico del bambino che ancora troppo spesso vengono lette come

disinteresse e malavoglia. Le conseguenze, inoltre, non si osservano solo sul piano

cognitivo e degli apprendimenti. Va infatti sottolineato (e mai trascurato!!) che solitamente

in queste situazioni, si creano effetti negativi reciproci tra gli insuccessi e le difficoltà

nell’apprendimento da un lato e l’autostima dell’alunno e la motivazione allo studio e le

aspettative di insegnanti e genitori dall’altro. Il mancato riconoscimento del disturbo o la

sua inadeguata considerazione costituiscono inoltre un’importante causa di abbandono

scolastico, oltre che condizionare pesantemente le scelte scolastiche del ragazzo. Infatti,

nella maggior parte dei casi è sulla base delle difficoltà incontrate a scuola (e non delle

sue potenzialità, come avviene per gli altri studenti!!) che a questi alunni viene consigliato

di proseguire gli studi in un Istituto Professionale (dove infatti la percentuale di dislessici si

attesta intorno al 12-15%) piuttosto che verso gli Istituti Tecnici o i Licei, con ricadute

importanti a livello personale: bassa autostima, depressione e talora comportamenti a

rischio.

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Il successo scolastico di questi ragazzi, tuttavia, non è compromesso a priori. Molto

dipende da quanto il mondo della scuola sia preparato ad accogliere e sostenere questi

alunni. È bene ricordare che essi hanno un livello cognitivo adeguato (un QI nella norma è

un criterio di inclusione per porre diagnosi di dislessia e di DSA in generale), cioè hanno le

stesse potenzialità intellettive dei loro compagni di classe e quindi possono apprendere

quanto loro: ciò che cambia è lo stile di apprendimento che non può non tenere conto delle

caratteristiche peculiari della diagnosi (ma, Sternberg insegna, ognuno di noi ha un proprio

stile cognitivo, anche se non è dislessico!!!). Una metodologia didattica incentrata

sull’apprendimento più che sull’insegnamento, in cui allo studente è affidato il ruolo di

attore nella costruzione della propria conoscenza e al docente il compito fondamentale e

insostituibile di facilitatore di tale processo, diventano la condizione essenziale affinché il

successo scolastico (in senso lato e non in termini di voto) diventi anche per l’alunno

dislessico un obiettivo possibile (e non una meta raggiungibile solo in casi speciali).

L’alunno dislessico non ha bisogni educativi speciali (come nel caso di ritardo

mentale) ma necessita di una didattica costruita sulle sue potenzialità e non su quelle dei

suoi compagni che non hanno difficoltà a padroneggiare le strumentalità di base. Il ruolo

che la scuola ricopre, anche alla luce delle continue riforme quali l’innalzamento

dell’obbligo scolastico, nella crescita culturale e personale dell’individuo, non gli consente

più di “rimanere a guardare” ma gli impone di intervenire in maniera adeguata e di

rispondere con professionalità alle esigenze degli allievi. E tutto questo deve svilupparsi

all’interno di un clima collaborativo fra tutte le parti in gioco: allievo dislessico, compagni di

classe, corpo docenti, famiglia e servizi.

L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA (A.I.D.)

È a partire da queste premesse che negli ultimi anni, l’Associazione Italiana

Dislessia (A.I.D.) si è attivamente impegnata a diffondere le informazioni relative a queste

difficoltà non solo in ambito scolastico ma anche tra la popolazione in generale.

In ambito scolastico, anche grazie al sostegno e all’interessamento delle Istituzioni

(in particolar modo del MIUR), sono state attivate numerose iniziative su scala nazionale.

La collaborazione fra queste due istituzioni ha permesso di attivare in ogni regione un

progetto di formazione specifica dei docenti di ogni ordine e grado, così da fornire le

informazioni necessarie affinché l’alunno dislessico venga inserito in un contesto

scolastico che gli consenta di avere le stesse opportunità di apprendimento dei suoi

compagni (vedi note emanate dal MIUR nell’a.s. 2004-2005). L’applicazione di tali direttive

ha portato, in tempi più recenti, il Ministero dell’Istruzione a emanare una circolare per

l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi a favore dei soggetti con una diagnosi di

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dislessia in ogni momento del percorso formativo, dalla lezione in classe all’esame di Stato

(D.M. 22 del 20/02/06).

LA SITUAZIONE NELLA PROVINCIA DI LECCO

La realtà nella provincia di Lecco è in linea con i dati nazionali: si stima che su un totale di

circa 35.952 alunni iscritti alle scuole di ogni ordine e grado (fonte USP, 2007), circa 1.797

alunni (pari al 5%) presenterebbero difficoltà di apprendimento, anche se non tutti sono

attualmente in possesso di una diagnosi di DSA.

Attualmente, 54 ragazzi sono in possesso della certificazione di handicap previo ricorso

alla Legge 104 e usufruiscono dell’Insegnante di Sostegno. Infatti, nei casi di dislessia

più grave e severa, così valutati dall'ASL, tali quindi da compromettere il raggiungi-

mento degli obiettivi minimi ministeriali, i bambini e i ragazzi dislessici possono seguire

quanto è previsto dalla legge quadro sull'handicap (1.104/92), vale a dire usufruire di un

percorso di maggior tutela e delle garanzie che essa offre, nonostante il bambino

dislessico, lo ripetiamo, non sia da considerare handicappato

Nelle situazioni in cui i disturbi sono più lievi, la sensibilità di alcuni docenti contribuisce

alla compensazione e a raggiungere pari opportunità di apprendimento. Quando però i

disturbi sono vari e complessi, ma non tali da indurre il Tecnico Sanitario a classificarli

come handicap, il problema si complica.

Per questi motivi l’esigenza impellente è quella di un supporto concreto nelle classi e nelle

famiglie.

Nella nostra Provincia, l’Associazione Italiana Dislessia sta attuando da anni una

sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema di DSA, attraverso incontri mensili con le

famiglie, finalizzati a fornire loro informazioni e supporto anche nel rapporto con le

scuola.

Da settembre 2007 ha attivato due sportelli mensili ( Lecco e Merate ) rivolti a tutti gli

interessati.

Collabora inoltre con gli organismi scientifici e i tecnici sanitari e organizza momenti di

formazione specifica rivolta alle scuole. L’AID infatti, è riconosciuta dal Ministero

dell’Istruzione come ente accreditato per la formazione degli insegnanti, in merito ai

Disturbi Specifici dell’Apprendimento (decreto del 09.12.2004).

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Nell’a.s. 2006/2007 si è attuato il Progetto A.P.RI.CO. (Attivazione di interventi di

Prevenzione, RIeducazione e COmpensazione con strumenti informatici per soggetti

dislessici) i cui obiettivi sono:

1) accrescere informazione e consapevolezza sul tema Dislessia nella Scuola

costruendo materiali cartacei/multimediali e attivando Laboratori Informatici per

aumentare la conoscenza e l’uso degli strumenti informatici compensativi da

parte di alunni e insegnanti.

2) Utilizzare le potenzialità dell’informatica e di Internet per realizzare strumenti e

metodi di intervento che a partire dalla prima elementare consentano di realizzare

anche a distanza attività di screening, supporto alla diagnosi, percorsi di

rieducazione.

A.P.RI.CO – Obbiettivo ScuolaAttivazione di interventi di Prevenzione, RIeducazione e COmpensazione con

strumenti informatici per soggetti dislessici

PREMESSA

I DSA (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia) consistono nell'incapacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente, nell’avere difficoltà ortografiche, nell’avere una calligrafia poco comprensibile e nell’essere lenti e scorretti nel calcolo matematico. Le difficoltà nella letto-scrittura (a seconda della gravità e della comorbilità dei singoli disturbi) ricadono negativamente sia sull'apprendimento scolastico sia sul versante psicologico, soprattutto se non individuate nei tempi giusti (entro la seconda elementare). Questo accade perché, rispetto al resto dell’Europa, l’Italia soffre ancora di un grave ritardo culturale e normativo nei confronti del problema.

Da un lato l’inadeguata preparazione della Scuola e dall’altro lo scollamento tra Scuola e Sanità (che a sua volta non ha le forze necessarie per far fronte al problema soprattutto per la riabilitazione) non permettono l’utilizzo di strumenti e strategie d’intervento adeguate nei tempi appropriati; Infatti solo una precoce individuazione dei disturbi ( e quindi una precoce riabilitazione) – assieme alla comprensione delle difficoltà emotive che insorgono nei bambini dislessici- può, se non risolvere, certamente ridurre il disturbo evitando un ritardo nell’apprendimento e la conseguente ricaduta negativa sull’autostima degli alunni con DSA. In questo contesto la Scuola gioca un ruolo centrale e strategico, proprio perché è qui che i DSA emergono in tutta la loro complessità.

PROGETTO

È quindi nella Scuola che il progetto interviene con tre modalità di intervento, ciascuna volta a rispondere alle problematiche sottostanti i DSA. La finalità è da un lato di creare fin

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dai primi anni della scuola primaria un ambiente in cui tutte le componenti coinvolte siano consapevoli del problema e abbiano imparato a interiorizzarlo e accettarlo; dall’altro lato di sfruttare le tecnologie informatiche per individuare con Screening adeguati i possibili soggetti a rischio ( con successivo invio alla Sanità pubblica per una diagnosi definitiva); per poter mettere in atto dei programmi di Rieducazione e non ultimo, sempre nella Scuola, diffondere l’utilizzo degli Strumenti Compensativi informatici che aiuteranno i ragazzi con DSA a rendersi il più possibile autonomi nello studio

INTERVENTI

Sono state attuate due azioni principali di intervento:3) accrescere informazione e consapevolezza sul tema Dislessia nella Scuola

costruendo materiali cartacei/multimediali e attivando Laboratori Informatici per aumentare la conoscenza e l’uso degli strumenti informatici compensativi da parte di alunni e insegnanti.

4) Utilizzare le potenzialità dell’informatica e di Internet per realizzare strumenti e metodi di intervento che a partire dalla prima elementare consentano di realizzare anche a distanza attività di screening, supporto alla diagnosi, percorsi di rieducazione.

OBIETTIVI

1. Aumentare nella scuola (insegnanti- allievi- genitori) il grado di comprensione e di consapevolezza del problema

2. creare all’interno del nucleo classe un ambiente favorevole che aiuti l’alunno ad essere accettato e ad accettarsi con le proprie difficoltà e ad attuare le strategie di identificazione del problema e di riabilitazione e compensazione.

3. introdurre nella scuola competenze adeguate sugli strumenti compensativi con l’attivazione di Laboratori di informatica rivolti sia ai ragazzi dislessici sia agli insegnati

4. creare/tarare strumenti telematici e modalità di intervento per:

a. screening (Test sulla capacità di: lettura, scrittura, far di conto, cognitiva, etc.)

b. supporto alla diagnosic. percorsi di rieducazioned. gestione dei dati

5. effettuare test nelle scuole (circa 200 per 5000 alunni in 5 Regioni, Sicilia compresa)

6. attivare una rieducazione tempestiva, intensiva, domiciliare (casa/scuola) anche a distanza

7. creare pacchetti formativi per la trasferibilità dell’esperienza, da utilizzare a distanza

MODALITÀ DI AZIONE EFFETTUATI

Realizzazione in Lombardia di una campagna di sensibilizzazione alle difficoltà di apprendimento rivolta a bambini, insegnanti e genitori (della seconda classe primaria) attraverso la realizzazione di un Kit didattico, cartaceo e multimediale che veicolerà i contenuti della campagna stessa. (Attuazione anno scolastico 2006-2007)

Acquisizione in Lombardia di Laboratori di informatica – da affidare a 1 Scuola Polo per ogni provincia) con cui si realizzeranno corsi (per studenti dislessici e insegnati

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referenti) di formazione all’utilizzo degli strumenti compensativi. (Attuazione anno scolastico 2006-2007)

Progettazione e Realizzazione di software per screening, supporto alla diagnosi, rieducazione e gestione dati: ( Sperimentazione nella Provincia di Brescia )

creazione di un Comitato Scientifico e gruppo di lavoro analisi dell’esistente e del bisogno, definizione dei requirement progettazione, sviluppo, collaudo e test delle applicazioni software prove in situazione in ambiente controllato delle procedure previste analisi dei dati e messa a punto delle applicazioni (taratura) predisposizione di materiale formativo per gli “utilizzatori” delle applicazioni individuazione delle scuole e coinvolgimento degli enti territoriali necessari

alla realizzazione del progetto attivazione delle procedure e applicazioni di screening e supporto alla

diagnosi su popolazione scolastica ampia (regioni nord, centro e sud Italia) verifiche e messa a punto delle procedure e applicazioni

consegna dei materiali (procedure e applicazioni) a AID per una continuità dell’azione sul territorio nazionale.

ENTI COINVOLTI

Fondazione ASPHI onlus AID – Associazione Italiana Dislessia Università di Urbino, Università di Modena e Reggio Emilia

Referenti scientifici dell’azione 2 del progetto e referenti operativi per la realizzazione delle attività previste Uffici Scolastici Regionali

Supporto all’azione 1 e coinvolgimento nell’azione 2 per le attività previste nelle scuole CSA provinciali

Supporto all’azione 1 e coinvolgimento nell’azione 2 per le attività previste nelle scuole Regione Lombardia

Collaborazione nell’ambito della fase 1 del progetto ASL territoriali

Coinvolgimento nella realizzazione delle fasi previste nell’azione 2 del progetto.

Il risultato di questo grosso impegno sarà apprezzabile a medio e lungo termine. Nel

frattempo molti ragazzi che attualmente frequentano le scuole subiscono pesantemente il

peso di un grave ritardo culturale e normativo in cui si trova il nostro Paese rispetto al

resto d’Europa, nei confronti della gestione del problema dislessia.

ESIGENZA DI CONTINUITA’

Affinché il progetto APRICO possa continuare nel tempo e le attrezzature messe in campo trovino personale sufficientemente preparato al loro utilizzo occorre prevedere:

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1) La possibilità di attivare percorsi di formazione e di continuità all’interno delle scuole2) La possibilità di avere personale qualificato all’interno delle scuole che possa

operare concretamente con le finalità espresse dal progetto APRICO3) Che vi sia possibilità nel tempo di affiancare i ragazzi particolarmente problematici

in tema di DSA con personale formato anche in campo informatico4) La necessità di avere sempre personale qualificato che possa affiancare nel tempo

gli insegnanti nella stesura e formulazione del Piano di Studi Personalizzato5) che vi sia sempre la possibilità di prevedere percorsi di formazione all’interno di

operatori che agiscono nella scuola.

In merito alle esigenze di continuità di cui sopra, l’AID Lecco, per l’anno scolastico 2006/2007, ha proposto agli Enti competenti ( Assessorato servizi alla Persona della Provincia di Lecco e Istituti scolastici interessati ) la collaborazione alla realizzazione del progetto “Educatore-Tutor”. Il progetto ha ottenuto un contributo tale da permettere una fase sperimentale di un anno, su quattro scuole Medie Provinciali.

IL PROGETTO TUTOR–EDUCATORE 2006/2007

Progetto di: Silvia Todeschini, Presidente Provinciale AID Lecco

PREMESSA:

L’A.I.D. in collaborazione con il M.I.U.R. sta lavorando su scala Nazionale, Regionale e Provinciale, affinché il più alto numero di Docenti partecipi ad una formazione e acquisisca una competenza in materia di DSA. Il risultato di questo grosso impegno però, non sarà visibile e fruibile nell’immediato, ma sulla “lunga distanza”. Nel frattempo molti ragazzi che attualmente frequentano le scuole subiscono pesantemente il peso di un grave ritardo culturale e normativo in cui si trova il nostro Paese, nei confronti della gestione del problema dislessia. L’obbiettivo di creare figure di supporto alla persona e alle famiglie, si inserisce nell’ottica di questa emergenza. Un alto numero di ragazzi con DSA, se non riconosciuti e adeguatamente supportati nella scuola, sappiamo essere destinati all’abbandono scolastico e a creare una considerevole ripercussione sociale.

Chi ha a che fare con ragazzi con DSA sa bene quanto questi disturbi possano rendere complicata la vita di un giovane e della sua famiglia, soprattutto quando i disturbi sono diversi e molto incidenti. Il ricorso alla Legge 104 sull’handicap, avviene solo ad opera del tecnico sanitario, nei casi più gravi o quando questi sono associati ad altre patologie.

La diagnosi di dislessia viene effettuata esclusivamente in presenza di un quoziente intellettivo nella norma ( in genere superiore ). Per questo motivo sarebbe altamente ingiusto e pericoloso dal punto di vista psicologico, per un dislessico, il ricorso alla L.104 e al conseguente Insegnante di Sostegno.

Tuttavia all’interno delle classi, questi ragazzi ed altri con diverse esigenze particolari, necessitano di un supporto concreto. Almeno sino a quando la didattica non divenga più favorevole e facilitante per l’apprendimento di tutti gli individui.

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Il disagio che investe i dislessici è quotidiano, in classe e a casa, dove portano una mole di lavoro spesso gravosa e consegnata in maniera inadeguata.. In questo clima emerge l’esigenza di una nuova figura professionale: l’Educatore – Tutor .

L’Educatore – Tutor è un esperto nell’ambito didattico e pedagogico, che funge da intermediario fra ragazzo, famiglia, scuola e servizio sanitario. Il suo obbiettivo è agevolare lo studente durante l’iter scolastico, lavorando in presenza sulla classe e in maniera trasversale creando positivi contesti d’apprendimento..

Nel suo lavoro deve interagire anche con eventuali figure specialistiche, come logopedisti, neuropsichiatri, psicologi ect. per integrare il ragazzo in situazioni ottimali che gli permettano di esprimersi al meglio.

Oltre che capacità di relazione, creatività e capacità metodologiche e organizzative, il tutor deve possedere competenze culturali e contenutistiche delle diverse discipline scolastiche. In pratica deve padroneggiare sia il sapere pedagogico, per valutare strategicamente problemi, relazioni e situazioni, che quello disciplinare, sia il sapere specifico relativo anche ai DSA.

All’interno di un contesto scolastico, pensiamo che i tutor – educatori, debbano rivestire non tanto, o non solo, il ruolo di educatore personalizzato quanto quello di referenti all’interno della scuola, per tutti i fenomeni di dislessia, la cui gravità e complessità viene desunta dalla lettura delle relazioni specialistiche e, contestualmente, dalle analisi e dalla verifica delle effettive difficoltà all’interno di un contesto classe.E’ necessario pensare che ogni caso di dislessia “importante”, ogni ragazzo abbia diritto ad un percorso personalizzato (non differenziato), percorso che gli permetta di stare al passo con i programmi della classe, di potervi accedere attraverso modalità e metodiche personalizzate. Alludiamo non solamente a quanto previsto dalla legge per quanto riguarda le lingua straniere, ma anche a tutte quegli apprendimenti i cui contenuti fondamentali possano essere appresi solamente attraverso l’uso di mediatori strutturati.In questo contesto l’Educatore assume un ruolo importante, un ruolo che gli consente di monitore tutti i ragazzi della scuola e, assieme agli insegnanti e ai genitori, (non necessariamente con un contatto diretto con i ragazzi) possa cooperare e assistere i Consigli di classe in alcuni processi fondamentali:

1. Stesura e verifica in itinere di percorsi personalizzati per rispondere a tutti i bisogni presenti nella scuola e afferenti a questo tipo di problematicità (sappiamo che ogni fenomeno di dislessia rappresenta in buona parte una originalità, si manifesta con caratteristiche che, seppure riconducibili ad un’unica matrice, hanno manifestazioni così differenti, da fare, di ogni caso, una singolarità.)

2. Ricerca, strutturazione e uso degli strumenti più appropriati per aiutare e facilitare la partecipazione e l’attivazione di autonomie prestazionali per tutti i ragazzi DSA

3. Definizione delle metodiche di apprendimento da utilizzare da parte di tutti gli insegnanti e per tutta la classe:

solamente a titolo esemplificativo:- Uso dell’anticipazione sui contenuti che si verranno a trattare- Momento finale riassuntivo del tema e dei contenuti trattati- Uso di mappe concettuali- Uso di calcolatrici o altro materiale strutturato- Uso del computer- ------------------------------4. Collaborazione alla stesura di verifiche e prove di valutazione, nonchè ricerca delle

metodiche più appropriate per la piena realizzazione e espressione dei propri saperi per tutti i ragazzi con DSA

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5. Ricerca degli elementi e delle situazioni più gratificanti per i ragazzi con DSA per fondare su di esse un riconoscimento personale ed un’autovalutazione più gratificante

6. Partecipare, quando non essere referenti e animatori, alla commissione specifica sui problemi di DSA che ogni scuola dovrebbe avere

Pertanto Le specificità del lavoro educativo svolto dal tutor – educatore dovrà assumere queste connotazioni

A SCUOLA

1. Figura riconosciuta e di riferimento all’interno del contesto educativo, per rispondere e collaborare da un punto di vista programmatico, a tutte le problematiche di DSA.

2. Centralità del contesto educativo e creazione di una fitta rete di rapporti tra il ragazzo/i e la realtà di apprendimento che lo circonda e il mondo che lo circonda

3. Ricerca o Creazione di relazioni interpersonali, motivazione all’apprendimento e costituzione o ri-costruzione di un buon livello di auto-stima nei ragazzi.

4. Utilizzo di mediatori didattici durante lo studio e nelle attività abilitative o ri-educative, o proposta da spendere nei confronti di tutti i consigli di classe

5. Mette il ragazzo sulla via dell’autonomia esecutiva.

E’ naturalmente necessario valutare quali possano e debbano essere i tempi di presenza dell’Educatore all’interno della classe e quali siano i momenti e le necessità che possono essere gestite indirettamente, con solamente una collaborazione specifica con gli insegnanti. Stabilire il percorso formativo e l’uso diretto o indiretto dell’Assistente – Educatore, farà parte delle scelte di merito di ogni singola scuola

Il tutor-educatore è presente nelle classi, quale supporto ai ragazzi con difficoltà e al lavoro operativo dei docenti nei casi di maggior problematicità.

A CASA

Per le situazioni di maggior problematicità, il tutor avrà compiti anche di aiuto e sostegno nelle attività domestiche, aiutando nei compiti scolastici organizzando il materiale di scuola e favorendo l’approfondimento di argomenti; mette il ragazzo in condizione di comprendere i testi ( utilizzando mappe concettuali, programmi di sintesi vocale ect. ) e predispone esercizi rieducativi concordati dagli esperti.

Oggi, questi ragazzi sono lasciati soli all’interno delle classi, con le loro difficoltà. Oggi è la famiglia a dover sostenere la spesa di un tutor, quando se lo può permettere, diversamente è la “deriva”, l’insuccesso, l’abbandono scolastico, futuri di basso livello o devianze.

Per questo la sezione Provinciale di Lecco dell’Associazione Italiana Dislessia , con la presente, intende sensibilizzare la S.V. affinché, come in altre Province Italiane, vengano promossi contributi alla costituzione di una Cooperativa Provinciale o altro organismo appositamente formato, di tutoraggio nelle scuole e di aiuto-compiti, come sostegno concreto alle famiglie e alle persone.

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PROPOSTE SPECIFICHE DI UTILIZZO

- In considerazione che vi possa essere un rapporto Educatore – Alunno ogni 3 - 5 casi di disturbi DSA di forte rilevanza,

- Pensando che il monte ore di ogni Educatore possa essere suddiviso tra ore dirette con il ragazzo DSA e una parte di monte ore direttamente nella scuola

- In previsione di poter dare un senso maggiore e più vero all’inclusione dei ragazzi DSA

- In rapporto al numero reale di ragazzi con dichiarazione di DSA - In considerazione del carattere di sperimentazione della tipologia di intervento

Proponiamo:1. La presenza nel territorio della Provincia di Lecco di 8 educatori così suddivisi:Distretto Alto lago e Valsassina 3Distretto di Lecco 3Distretto di Merate 2

2. Che tali Educatori facciano riferimento a cooperative che già operano direttamente con le scuole e che siano già in possesso di titoli adeguati all’integrazione inclusione di ragazzi con differenti problematicità

3. Che siano opportunamente selezionati per quanto riguarda la sensibilità e la disponibilità alla relazione, alla cura e all’attenzione dei processi formativi dei ragazzi e che operino già a livello di integrazione/inclusione dei ragazzi

4. Che siano assegnati attraverso una lettura attenta dei bisogni e all’analisi della gravità dei singoli casi opportunamente documentata dal personale tecnico sanitario

5. Che tali educatori siano coinvolti nelle attività nei periodi strettamente scolastici

L’AID, che già collabora con le scuole e al fine di non disperdere risorse professionali, si assume l’onere di offrire percorsi di formazione all’interno delle cooperative o associazioni di riferimento, affinché vengano selezionati e formati Educatori già con esperienza professionale di carattere educativo. Crediamo infatti che tali persone, prima ancora che esperti di DSA, debbano essere educatori e formatori, capaci di interagire con i ragazzi e mediare con il mondo della scuola

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Contributi erogati dalla Provincia di Lecco e loro utilizzo

Lecco, 29 – 11 – 06

La Provincia di Lecco, non potendo al momento finanziare il Progetto, stabilisce di erogare un contributo di €. quattromila ( 4.000,00 ) per il potenziamento di ore di compresenza nelle classi con alunni aventi diagnosi di DSA, ad opera di altri educatori o docenti già presenti nelle scuole.Questi ultimi dovranno fare riferimento e collaborare, con il Docente Referente per la Dislessia presente nella scuola.

Si concorda con l’A.I.D. che il contributo verrà erogato alla segreteria della Scuola Media Statale “ A. Stoppani “ di Lecco, in quanto sede dei corsi A.P.RI.CO.La Scuola Media “ Stoppani” provvederà, su indicazione della ns. Associazione, a dividere il contributo con altri tre Istituti Provinciali di pari grado, che avranno aderito al Progetto e che forniranno un preventivo di utilizzo indicante:

1. numero e nominativo del docente/educatore-tutor, 2. ore impiegate sulla/e classe/i, 3. numero degli alunni dislessici con diagnosi,4. periodo di utilizzo del contributo.

L’AID Lecco, si fa carico di raccogliere e trasmettere alla Provincia, i dati di utilizzo del contributo e una relazione finale e/o materiale utilizzato, redatti dal tutor, su una possibile ricaduta positiva dell’intervento, così da poterlo riproporre in futuro.

Silvia TodeschiniPresidente Provinciale AID Lecco

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2007 - 2008PROGETTO PROVINCIALE PER L’AIUTO AI RAGAZZI CON D.S.A. E ALLE FAMIGLIE

Dal progetto “TUTOR EDUCATORE”…..alle

MAPPE CONCETTUALIResponsabile Coordinatore Prof. Giuseppe Valsecchi, Comitato scuola AID Lecco,

VERIFICA PROGETTO ANNO 2006-2007

L’Educatore – Tutor

L’iniziativa proposta e gestita dall’AID per una attenzione specifica ai ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento , iniziativa che ha visto l’Appoggio dell’Assessorato ai Servizi della Provincia di Lecco, ha posto in essere esempi di buone prassi e prodotto materiale di studio che pensiamo valga la pena di mettere a disposizione di tutti gli interessati.

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Per chiarezza e facilità di lettura e comprensione, si elencano i punti individuati e che appartengono già ad un vissuto collettivo e ad una elaborazione delle potenzialità e delle finalità del progetto.

ORGANIZZAZIONE

1. Si è definita una sede organizzative e gestionale del progetto, individuata presso la Scuola Media A. Stoppani, già scuola polo per la Dislessia

2. Individuate le scuole pilota per la produzione di mappe tematiche: Bellano – Cremeno – Lecco-Ticozzi – Lecco-Stoppani;

3. Svolti incontri organizzativi all’interno delle scuole per definire i compiti dello staff incaricato e coinvolto nel progetto

4. Incontri di verifica in itinere con le quattro scuole coinvolte per una verifica dei lavori, per la raccolta delle criticità, degli orientamenti, delle metodologie e di commenti inerenti

5. Incontri con le segreterie per la stipula degli accordi di assegnazione dei contributi elargiti dall’Amministrazione Provinciale

6. Riunione collettiva di tutti gli attori del progetto con la referente Istituzionale per il CSA dott.sa Emilia Vinello e con il Dirigente della Scuola Stoppani Maria Rosaria Righi

7. Verifica dei lavori e delle schede elaborate, condivisione delle metodologie e programmazione per il futuro

8. Individuazione delle scuole pilota come sedi di coordinamento, raccolta e pianificazione dei lavori inerenti le materie disciplinari considerate:

a. Cremeno Scienzeb. Bellano Storiac. Ticozzi-LC Italiano

Stoppani-LCGeografia

OBIETTIVI EDUCATIVI

1. Gli obiettivi previsti nell’ideazione del progetto sono stati pienamente raggiunti, con la sola esclusione del supporto pomeridiano nello studio, a causa delle risorse economiche insufficienti

2. La positività di utilizzare, costruire, personalizzare e comporre mappe concettuali durante le lezioni ha confermato la maggior facilità con cui potrebbero essere trasmessi messaggi e azioni educative.

3. Pur senza enfatizzare lo strumento proposto e considerando altresì la necessità di individuare i tempi, le metodologie, e le strategie più opportune, risulta proponibile e positivo la diffusione delle mappe per

a. Facilitare gli apprendimenti a tutti i ragazzi con difficoltàb. Dare uno strumento di supporto agli studi e alle conoscenze a tutti i ragazzic. Dare rilevanza in differenti momenti, ai ragazzi produttori di mappe da

condividered. Ricercare ruoli attivi all’interno della classee. Offrire ai ragazzi con DSA e alle loro famiglie degli strumenti di studio da

implementare con sintesi vocali e immagini che meglio veicolino i contenuti. CONSIDERAZIONE

Nell’ambito del progetto di utilizzo di un TUTOR-EDUCATORE IN CLASSE, progetto promosso dall’AID e finanziato dalla Provincia di Lecco, sono state definite alcune linee

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guida per uniformare gli interventi e per dare concretezza alle azioni. Affinché la presenza di un nuovo educatore nelle classi non sia vista e vissuta con un nuovo “insegnante di sostegno” per ragazzi dislessici, è opportuno cercare una differente filosofia di collaborazione.Pensiamo dunque opportuno dare alcuni indirizzi metodologici che possano anche facilitare e orientare l’Educatore all’interno della classe.

VALUTAZIONE DEL PROGETTO

Il progetto, cui è stato dato una connotazione sperimentale per verificare l’efficacia degli interventi e la possibilità concreta di poter tradurre in mappe concettuali i programmi scolastici delle scuole medie, ha raggiunto i seguenti risultati:

1. Sono state prodotte un numero superiore del previsto di mappe concettuali da ogni scuola referente. Erano previste e preventivare 40 mappe, ne sono state prodotte 58

2. Gli insegnanti coinvolti e le relative dirigenze, hanno riscontarto una validità importante nel progetto sperimentato, soprattutto per la sua caratteristica di trasversalità a tutti i ragazzi con disturbi dell’ apprendimento

3. Si è sperimentata così la effettiva possibilità di produrre materiale didattico accessibile a tutti i ragazzi, di favorire così gli apprendimenti, di favorire il successo scolastico e di prevenire l’abbandono scolastico.

4. La concreta possibilità di tradurre in mappe le discipline prese in esame e di “mappare” tutto il percorso scolastico

5. Il progetto, le sue fasi relizzative, le metodologie adottate e le finalità previste hanno raccolto giudizi positivi da parte di numerose professionalità che operano a differenti livelli con la scuola:

6. Dal punto di vista economico, la proposta viene direttamente coordinata, gestita e realizzata all’interno delle scuole, senza intermediari o dinamiche progettuali che non sempre sono in sintonia con quelle previste e pianificate.

INIZIATIVA ANNO SCOLASTICO 2007 - 2008

AZIONI IN ATTO

Organizzative

1. Assemblea / Convegno per presentare i lavori effettuati e rilanciare la proposta2. Allargamento della rete operando direttamente tra scuole di riferimento.3. Produzione di uno schedario tematico delle schede elaborate4. Referenzialità delle scuole per la stesura di un indice tematico e disciplinare5. Incontri organizzativi nonché conclusivi di verifica generale del progetto

Di produzione nuovo materiale

6. Definizione di una metodologia di approccio e di una tecnica di produzione delle mappe

7. Verifica incrociata delle schede da parte delle scuole partecipanti e di tutti i docenti interessati

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8. Produzione di nuove mappe sia in riferimento all’indice proposto o in alternativa o in ampliamento

Formativo e informativo

9. Formazione di docenti che organizzino un comitato tecnico per ogni disciplina e ne verifichino la validità del materiale

10. Incontri di confronto e di verifica del lavoro in itinere.

11.Pubblicazione della mappe attraverso un sito specifico dal quale ogni

docente e famiglia possa scaricare il materiale prodotto e contribuire

all’implementazione: WWW.STUDIOINMAPPA.IT

Coordinatore prof. Giuseppe Valsecchi, Commissione scuola AID Lecco

CONTINUITA’

Sempre in merito alle esigenze di continuità di cui sopra, l’AID Lecco, per l’anno scolastico 2007/2008 e con il contributo della Fondazione della Provincia di Lecco Onlus, realizza tre corsi di “Informatica per la libertà di apprendere” rivolti ai ragazzi con DSA e un corso per docenti, così come strutturati nell’ambito del progetto A.P.RI.CO.

Nasce tuttavia il bisogno di assicurare una continuità metodologica quotidiana a questi ragazzi, ai quali è stato suggerito nei corsi attuati un approccio allo studio strutturato e idoneo alle loro difficoltà specifiche, garantendo altresì che gli strumenti donati attraverso il progetto A.P.RI.CO. al laboratorio della scuola polo A.Stoppani, possano continuare ad essere utili ai ragazzi con DSA della ns. Provincia e ai loro docenti, così come stipulato nell’apposito accordo.

2008 – 2009: In quest’ottica si configura l’idea di:

Centri Educativi pomeridiani e laboratori scolastici per ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento –

Progetto di Silvia Todeschini, Presidente Provinciale AID Lecco ( Dall’esperienza del Centro Hip-Hop Up-prendo di Carpi – Mo , attiva dal 2004. Responsabile Maria Chiara Buzzega, Associazione Spes Onlus - ACEG. )

Questi centri dovrebbero accogliere i bisogni della scuola, della famiglia e del servizio di Neuropsichiatria infantile, dando un supporto didattico ed educativo in orari extra-scolastici, ai ragazzi della scuola secondaria di 1°. Si ritiene infatti che questa sia la

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fascia d’età più sensibile ad interventi metodologici che possano determinare la futura scelta di indirizzo di studio piuttosto che, diversamente, demotivare allo stesso. Lo scopo dei laboratori pomeridiani sarà quello di favorire l’apprendimento delle materie di studio, tenendo conto delle difficoltà di letto-scrittura, attraverso l’uso delle più moderne tecnologie, introducendo adeguate metodologie didattiche. Le continue difficoltà di apprendimento e i frequenti fallimenti scolastici cui questi soggetti vanno incontro, sono spesso la causa di una bassa autostima che indebolisce l’immagine complessiva del sé e rende difficoltoso un corretto sviluppo relazionale con i coetanei. Pertanto, è necessario, oltre a offrire un attento sostegno scolastico, predisporre anche attività ludico-ricreative, che possano attenuare o impedire tali vissuti e che diano loro la possibilità di costruire relazioni significative con adulti e coetanei. In specifico i principali obiettivi della proposta sono:

Permettere ai soggetti di affrontare l’apprendimento scolastico e i compiti evolutivi concomitanti con l’aiuto e il sostegno di figure professionali competenti e attraverso l’utilizzo di strumenti e modalità operative idonee al trattamento dei DSA:

Favorire l’autonomia nei ragazzi, in modo che possano raggiungere gli obbiettivi prefissati senza necessariamente dipendere da un mediatore;

Supportare i ragazzi nello studio e nello svolgimento dei compiti, secondo metodologie ed obboettivi concordati con gli insegnanti. Realizzare con gli insegnanti una programmazione didattica personalizzata con l’uso di strumenti compensativi e dispensativi, con particolare attenzione ai ragazzi che affrontano l’esame di licenza di Scuola Secondaria di 1°;

Formare operatori con l’aiuto e la collaborazione di formatori qualificati e in continuità con il servizio di Neuropsichiatria infantile, per allargare e potenziare gli interventi di sostegno scolastico pomeridiano, con strumenti, tempi e materiali didattici adeguati;

Sostenere i genitori dei ragazzi dislessici attravero colloqui individuali e incontri di formazione e confronto che rispondano alle problematiche educative che i genitori vivono quotidianamente, fornendo loro alcune competenze specifiche, incoraggiandoli e favorendo il confronto tra i genitori stessi;

Aiutare e sostenere i ragazzi/e a inserirsi adeguatamente nella classe del primo anno della scuola secondaria di secondo grado;

Accompagnare e sostenere i soggetti attraverso percorsi extra-scolastici che valorizzino le loro capacità e abilità, rinforzino la loro autostima, favoriscano la socializzazione e l’integrazione con il gruppo dei pari e con gli adulti;

Potenziare la rete di collaborazione e consulenza , già esistente e funzionante, tra alcune scuole del territorio provinciale, neuropsichiatri infantili, psicologi, logopediste, famiglie e insegnanti;

Potenziare e allargare l’offerta, per accogliere un numero sempre maggiore di ragazzi.

I centri e i laboratori pomeridiani dovrebbero trattare con competenza e professionalità i disturbi specifici dell’apprendimento, è fondamentale quindi la preventiva realizzazione di un apposito e minuzioso corso di formazione rivolto a educatori e insegnanti, con la supervisione del servizio di Neuropsichiatria infantile e il contributo dei formatori dell’Associazione Italiana Dislessia . La formazione dovrà trattare le caratteristiche, le cause, e l’evoluzione dei DSA, le strategie d’intervento e di compenso, realizzando dei laboratori sulla sperimentazione, in piccoli gruppi, delle tecniche di riduzione e semplificazione del testo.. L’intervento specifico dei Centri dovrebbe suddividersi in due momenti principali.Il primo dedicato al recupero e al sostegno scolastico, con l’utilizzo di strumenti e ausili adeguati e di attività specifiche per facilitare la letto-scrittura e il calcolo.

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Grazie alla formazione degli operatori, agli strumenti informatici e compensativi e al quotidiano lavoro di semplificazione e di studio sul testo, attraverso la redazione giornaliera di mappe concettuali, i ragazzi lavoreranno sull’apprendimento degli strumenti informatici e testuali, allo scopo di divenire autonomi nello studio e nella comprensione,vivendo il momento dello studio quotidiano con maggior serenità e tranquillità . In questa prospettiva, i centri pomeridiani, dovranno essere dotati di postazioni informatiche con computer, scanner, stampanti, software didattici specifici; Il rapporto di un educatore per ogni due ragazzi, consentirà inoltre di realizzare per ciascun ragazzo un progetto educativo individuale, in collaborazione con gli insegnanti e con l’indispensabile supervisione della Neuropsichiatria infantile. Tutto ciò, oltre che riflettersi positivamente sull’autostima dei ragazzi, permetterà loro di trovare il tempo per scoprire i propri talenti e capacità e per scoprirsi capaci di apprendere in autonomia. In questo senso, in un secondo momento, si potrebbe pensare di offrire ai ragazzi opportunità ludico-ricreative che valorizzino le loro capacità e abilità, rinforzando l’autostima, favorendo la socializzazione e l’integrazione con il gruppo dei pari e con gli adulti.

Gli strumenti da utilizzare

L’utilizzo dell’informatica offre una nuova e concreta possibilità ai ragazzi di diventare autonomi, senza rinunciare all’utilizzo dei testi scolastici. L’impiego del computer, dello scanner e di alcuni software didattici permette al ragazzo di leggere un testo attraverso la sintesi vocale utilizzando l’ascolto, piuttosto che la decifrazione. La possibilità di trasferire con facilità i testi nel computer, consente anche di eseguire prove di verifica a scuola, superando in tal modo una delle difficoltà che la scuola oppone sempre più frequentemente per la verifica degli apprendimenti. Il computer rende autonomo il ragazzo con DSA e gli consente oltre che di leggere, anche di produrre testi, fare ricerche utilizzando enciclopedie multimediali e internet, scambiare informazioni con altri studenti. Crediamo che si stia lentamente diffondendo nelle scuole l’idea che l’informatica costituisca per i soggetti con DSA uno strumento di compenso, cioè una sorta di protesi, che consente loro di avvicinarsi alle abilità degli altri, uno strumento indispensabile per esprimere le loro potenzialità cognitive, che sono ingabbiate dalla disabilità di lettura e scrittura.La strada è ancora lunga, ma certamente è in corso un forte processo di sensibilizzazione sul problema.I centri pomeridiani, dovrebbero quindi disporre dei seguenti software:

“Carlo II Loquendo” è un ottimo ausilio per l’autonomia nello studio. E’ un programma che facilita i processi di scrittura e di lettura e le attività di elaborazione di testi. La sintesi vocale trasforma il computer in un lettore, riducendo in questo modo lo sforzo di lettura che costa ad un soggetto dislessico, il quale può decidere la velocità, le pause e le modalità di lettura della sintesi. E’ anche presente il controllo ortografico, che permette di identificare le parole sbagliate e di confrontare la parola scritta con il dizionario incorporato riascoltando le parole sbagliate. E’ possibile ascoltare i testi in diverse lingue.

“Carlo Mobile” invece è costituito da una serie di applicazioni ragruppate in un’unica interfaccia ideate per aumentare il grado di autonomia. E’, ad esempio, possibile leggere qualsiasi testo, all’interno di qualsiasi programma selezionando con il mouse la parte che si vuol leggere, con la possibilità di sciegliere la lingua o la velocità di lettura. E’ inoltre munito di una calcolatrice dotata di sintesi vocale che permette di ascoltare i numeri e le cifre digitati, nonché il segno, il risultato e di vedere la procedura nel suo completo svolgimento. Carlo Mobile è dotato anche di

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un traduttore automatico che consente di ascoltare il testo nelle diverse lingue. Inoltre, è possibile convertire un testo cartaceo in formato audio MP3 , per poi ascoltarlo senza essere vincolati all’uso del computer. Infine, i testi letti da Carlo, vengono salvati automaticamente e con la funzione “trova” si possono reperire con estrema facilità.

“Superquaderno” è un editor di testi multimediale che, supportando i due canali sensoriali, visivo e uditivo, facilita l’apprendimento della letto-scrittura, perché è dotato di un vocabolario figurato di mille parole ad alta frequenza, che permette di illustrare il testo.

“Supermappe” è un programma per realizzare mappe concettuali. Nello specifico le mappe concettuali sono le rappresentazioni grafiche di concetti espressi in forma sintetica ( parole-concetto), all’interno di una forma geometrica, (nodo) collegati fra loro da linee o frecce che esplicitano la relazione attraverso parole-collegamento. Le mappe concettuali sono utili per supportare il ragazzo nello studio, nell’esposizione orale e nella stesura di temi e riassunti. In questo software, i concetti sono rappresentati da figure o immagini, e le relazioni da linee che

collegano i nodi tra di loro. Il programma utilizza la sintesi vocale che permette il riascolto di ciò che è stato scritto.

Per sostenere i ragazzi nello studio, gli educatori dovranno semplificare testi e costruire mappe concettuali, che agevolano il lavoro dello studente, allo scopo di migliorare la comprensione del testo e la fissazione dei contenuti. Il testo semplificato è il modo più accessibile per leggere un testo, non è una parafrasi né un riassunto. Il testo diventa più semplice utilizzando alcuni criteri di scrittura controllata quali, ad esempio, frasi brevi, il rispetto dell’ordine soggetto, verbo e

complemento, l’utilizzo di tempi e di verbi all’indicativo, l’uso di immagini, di frasi coordinate ecc. considerando sempre il destinatario del testo ( Piemontese, 1996 ). Durante il momento dei compiti, dovranno essere utilizzati con continuità alcuni strumenti compensativi ( sintesi vocale per leggere e scrivere, tavola pitagorica, calcolatrice e libro digitale ), che permettono al ragazzo di raggiungere un buon grado di autonomia, cioè che gli danno la possibilità di informarsi, apprendere e comunicare senza necessariamente dipendere da un mediatore.

Sportello metodologico per i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado

Sarebbe auspicabile promuovere anche iniziative a favore dei ragazzi che hanno iniziato le scuole secondarie di secondo grado. Siamo consapevoli che la scuola secondaria di secondo grado rappresenta per i ragazzi uno scoglio difficile, sia perché devono allacciare un sistema nuovo di relazioni, sia perché devono affrontare nuove metodologie di apprendimento e una mole notevole di lavoro. Ci si propone pertanto, di insegnare ai ragazzi un metodo di studio, rappresentato dagli strumenti compensativi e dispensativi, che li faciliti nell’assolvimento dei compiti scolastici.Per tale motivo, si potrebbe attivare a scadenza settimanale uno “sportello metodologico”, in cui i ragazzi, seguiti dagli educatori, potranno essere sostenuti nell’acquisizione di un metodo di studio che permetta loro di affrontare in autonomia i compiti scolastici, senza dipendere necessariamente da un’altra persona. I centri e laboratori pomeridiani, intendono realizzare un percorso continuativo che partendo dalla scuola secondaria di 1°, continui oltre la scuola dell’obbligo, per permettere

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ai ragazzi di ricevere un trattamento adeguato per ridurre l’incidenza dei DSA e vivere serenamente gli anni dell’istruzione scolastica.

Il successo di questa iniziativa deve passare obbligatoriamente attraverso un profondo impegno di progettazione e di collaborazione tra i differenti enti, servizi e associazioni, presenti sul territorio della Provincia di Lecco; quali le scuole che, già coinvolte dall’AID Lecco nei precedenti progetti di attenzione ai DSA, costituiscono una iniziale rete di condivisione; i loro dirigenti, gli insegnanti, gli operatori del servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Azienda Ospedaliera e le famiglie. In particolare, agli operatori del servizio di Neuropsichiatria infantile, responsabili della diagnosi e della cura, il compito di tracciare, insieme agli educatori dei centri pomeridiani e agli insegnanti, le linee di intervento educativo e didattico personalizzate per ciascun ragazzo, in modo da realizzare interventi consapevoli, concordati e intenzionali sui ragazzi. L’invio ai centri pomeridiani, infatti, dovrebbe avvenire da parte di differenti soggetti, quali la Neuropsichiatria infantile, le scuole e le famiglie dei ragazzi che presentano una diagnosi di DSA. In particolare modo, risulta indispensabile la collaborazione con gli insegnanti dei ragazzi, i quali riconoscano i Centri pomeridiani come risorsa che facilita i ragazzi nel processo di apprendimento e collaborino con gli educatori per realizzare interventi specifici per ogni singolo alunno, applicando a scuola, in piena continuità con i Centri, gli strumenti compensativi e dispensativi e le tecniche di facilitazione dell’apprendimento..

Conclusioni

Nel nostro territorio si sta diffondendo una discreta sensibilità, e solo in pochi fingono che i problemi legati ai DSA non esistano; al contrario, si sta diffondendo un forte impegno per abbattere le barriere ( pregiudizi, scarsa conoscenza del problema, didattica obsoleta ) che non permettono a questi ragazzi, vivaci e intelligenti, di inserirsi pienamente nel contesto scolastico, familiare e amicale. L’esperienza positiva dei ragazzi che hanno partecipato ai corsi A.P.RI.CO e successivi, pur limitata nel tempo, ci permette di affermare che un tempestivo intervento, basato su adeguati metodi rieducativi e rimotivanti allo studio, può permettere ad un ragazzo , di diventare un adulto brillante e realizzato, pur essendo affetto da dislessia.E’ quello che si vorrebbe cercare di realizzare sul territorio locale.

“Qualunque sia la difficoltà di lettura, scrittura o calcolo, non si deve dimenticare che il ragazzo dislessico, per definizione, è un ragazzo intelligente e che, quindi, l’acquisizione di contenuti curricolari non gli è preclusa.Anche quando le difficoltà che manifesta sono così severe, il ragazzo con DSA può apprendere tramite, ad esempio, l’ascolto e quindi ne ha il diritto. L’importante è trovare strade alternative e idonee da parte di tutti i soggetti coinvolti, per fare in modo che ciò possa realizzarsi davvero.”

Silvia TodeschiniPresidente Provinciale AID Lecco

Utilizzato come base di progetto per “Compiti Point” Segue 2010

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“Centro Servizi Dislessia”: Progetto di Silvia Todeschini, responsabile AID-Lecco-Scuola

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L’8 ottobre 2010, viene varata la Legge n. 170, recante Nuove norme in materiadi disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.

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