progettazione Legionella e tubazioni: una ricerca sui ... · l’Ospedale Mellini di Chiari (BS)....
Transcript of progettazione Legionella e tubazioni: una ricerca sui ... · l’Ospedale Mellini di Chiari (BS)....
159risca
ldam
ento
clim
atizz
azio
ne
idro
nica
RCI n.3/2008158ris
cald
amen
tocli
mat
izzaz
ione
id
ronic
a
RCI n.3/2008159ris
cald
amen
tocli
mat
izzaz
ione
id
ronic
a
RCI n.3/2008158ris
cald
amen
tocli
mat
izzaz
ione
id
ronic
a
RCI n.3/2008
Legionella e tubazioni: una ricerca sui materiali
La Legionella negli impianti
idricosanitari continua ad essere
un problema per i progettisti,
i responsabili delle strutture e,
ovviamente, gli utenti finali. I risultati di
una recente ricerca che ha investigato
l’influenza dei diversi tipi di materiali
delle tubazioni sulla proliferazione
batterica.
Una migliore conoscenza delle condizioni
ideali per la proliferazione del batterio del-
la Legionella negli impianti idricosanitari
può aiutare i tecnici ad affrontare il pro-
blema, minimizzando i danni alla salute
umana e individuando il migliore approc-
cio per eventuali interventi di bonifica.
A tale scopo, il KIWA Water Research, un
prestigioso istituto di ricerca e certifica-
zione olandese specializzato in temi am-
bientali e relativi alle acque, ha condotto
recentemente una ricerca sul ruolo gioca-
to dai materiali delle tubazioni. L’istituto
aveva già condotto uno studio sul tema
nel 2003 e la necessità nuova ricerca
(pubblicata nel luglio 2007) si è originata
dal fatto che attualmente gli impianti so-
ing. Marco Crespi
progettazione
idronicaRTS
no progettati diversamente e che risultava
opportuno investigare meglio il ruolo della
temperatura.
La ricerca è stata finanziata da tre en-
ti aventi finalità ed interessi differenti:
UnetoVNI, una federazione di installatori
olandesi, Arnomij, rappresentanti del-
le Plastiche e Copper Benelux (il corri-
spondente locale dell’Istituto Italiano del
Rame), per conto dell’European Copper
Institute.
La ricerca del 2003
La ricerca KIWA pubblicata nel 2003 ha
messo in risalto la quantità di batteri che
si possono trovare nell’impianto in diffe-
renti condizioni: a ricircolo, a circuito aper-
to, dopo uno shock termico, con fasi di
stagnazione, secondo le modalità e tem-
pistiche dettate da una norma olandese
che stabilisce come simulare il consumo di
acqua potabile per una famiglia comune.
La temperatura di 37 °C per l’acqua fu
scelta perché quella del corpo umano,
quella media dell’acqua di una doccia e,
sfortunatamente, quella ottimale per la
proliferazione della Legionella. I batte-
ri si sviluppano nel biofilm, che fornisce
nutrimento e protezione. Il KIWA Water
Research ha misurato indirettamente la
quantità di biofilm sviluppata sulle pareti
interne delle tubazioni attraverso il livello
di ATP (l’adenosin-trifosfato), una moleco-
la presente in tutti gli organismi viventi.
[email protected] 158 19-02-2008 16:28:41
159risca
ldam
ento
clim
atizz
azio
ne
idro
nica
RCI n.3/2008158ris
cald
amen
tocli
mat
izzaz
ione
id
ronic
a
RCI n.3/2008159ris
cald
amen
tocli
mat
izzaz
ione
id
ronic
a
RCI n.3/2008158ris
cald
amen
tocli
mat
izzaz
ione
id
ronic
a
RCI n.3/2008
Uno dei dati più significativi per valutare
l’influenza del materiale è la velocità di svi-
luppo del biofilm: la velocità media è stata
di 3,4 pg di ATP per cm2 al giorno nel tu-
bo di rame, 3,8 nel tubo d’acciaio e 14,8
nel tubo di PeX (cioè 4,3 volte maggiore
rispetto al rame).
Un altro parametro importantissimo è la
quantità di Legionella all’interno del bio-
film, che conferma l’influenza del materia-
le delle tubazioni: tenendo conto di tutte
le misure effettuate, il massimo valore tro-
vato per il tubo di rame è di 600 cfu/cm2,
contro gli 8.000 cfu/cm2 dell’acciaio e i
20.000 cfu/cm2 del PeX (cfu è acronimo
inglese di unità formanti colonie, para-
metro che indica approssimativamente la
quantità di batteri).
I nuovi parametri
Approfondiamo ora le differenze tra
il 2003 e il 2007, ricordando che alcuni
parametri della ricerca (come i valori del-
la temperatura stessa) sono stati fissati in
base alla legislazione e alla normativa in
vigore nei Paesi Bassi.
Nella vecchia ricerca era simulata la con-
duzione di un impianto domestico fami-
liare, tenendo la temperatura a 37 °C (la
temperatura di massima proliferazione
della legionella), intervallati da shock ter-
mici. In realtà, i 37 °C vengono raggiunti
solo miscelando acqua fredda e calda; ma
nella maggior parte del percorso lungo le
tubazioni l’acqua non scorre a questa tem-
peratura. Per questo motivo nella nuova
ricerca la proliferazione della Legionella è
stata studiata a 25 °C (massima tempera-
tura che può raggiungere l’acqua fredda),
a 55 °C (minima temperatura dell’acqua
calda negli edifici) e a 60 °C (minima tem-
peratura dell’acqua calda nelle installazio-
ni pubbliche).
Nella vecchia ricerca, ogni materiale era
costituito da un proprio impianto, con una
coppia di tubazioni lunga 5,9 metri, con
segmenti rimovibili per permettere le ana-
lisi.
Nella nuova ricerca il percorso è salito a
15 metri: la maggiore lunghezza (e quin-
di una più ampia superficie di contatto
acqua-tubo ) permette di avere dati più
affidabili e aderenti alla realtà. L’impianto
ha simulato il consumo di acqua potabile
secondo quanto dettato dalla norma olan-
dese NEN 5128, cioè uno schema base
con un’utenza doccia.
Nel 2003 i materiali delle tubazioni erano
rame, acciaio inox e polietilene reticolato
PE-Xa; nel 2007 si è aggiunto un quarto
impianto, in PVC-C.
I risultati della ricerca
Per far partire l’esperimento è stato ne-
cessario inoculare i batteri di Legionella
nel circuito, ma la loro crescita non è stata
facile: per l’impianto in rame, che ha con-
fermato fin da subito le sue qualità bat-
teriostatiche, sono stati necessari 5 ino-
culazioni extra, contro “solo” una degli
altri materiali. Nel resto dell’esperimento,
anche qui con l’eccezione del rame, so-
no state rilevate poche differenze tra i vari
materiali: a tutte le temperature il tubo di
rame ha mostrato la più bassa colonizza-
zione sia nell’acqua che nel biofilm.
Alla temperatura di 25 °C, mantenuta per
circa 100 giorni, è stato osservato che la
Legionella poteva sopravvivere nell’acqua e
nel biofilm negli impianti in PeXa, PVC-C e
acciaio inox, ma non era rilevabile in quel-
lo con i tubi di rame.
Un trend analogo è stato osservato alle
temperature più alte: a 55 °C la Legionella
subiva pochissime “perdite”, o addirittura
nessuna, nell’acqua dei tubi in PeXa, PVC-C
e acciaio, mentre in quelli rame scompari-
va completamente.
Bisogna giungere a fino a 60 °C per os-
servare la completa disinfezione anche ne-
gli altri materiali. La velocità di riduzione
del numero di legionelle alla temperatura
di 55 °C e 60 °C ha permesso di preve-
dere che i batteri possono parzialmente
“riprendersi” negli intervalli in cui normal-
mente non scorre l’acqua calda: infatti du-
rante ogni giornata l’acqua ha fluito per
36 minuti complessivi, con un massimo di
13 minuti consecutivi (caso della doccia)
e una pausa massima di 7 ore (periodo
notturno).
Sulla base di questi riscontri, le conclusio-
ni che il KIWA Water Research ha tratto
sono le seguenti. Dal punto di vista della
proliferazione, la scelta del materiale non
conta quando si sta al di sotto dei 25 °C
per l’acqua fredda o si tiene quella calda
ad un minimo di 60 °C, dal momento
che la Legionella presente nell’impianto è
sottoposta al controllo termico. Quando
invece si è nel range delimitato da que-
1 Policlinico del Campus Biomedico di Roma-Trigoria: dettaglio di raccordi a pressare in rame a “T”, con o-ring interno in materiale adatto per acqua adibita al consumo umano (Istituto Italiano del Rame).
[email protected] 159 19-02-2008 16:28:46
TMrisca
ldam
ento
clim
atizz
azio
ne
idro
nica
RCI n.3/2008160ris
cald
amen
tocli
mat
izzaz
ione
id
ronic
a
RCI n.3/2008
qua negli edifici in pubblicazione da parte
dell’Uni, raccomandino di tenere distanti i
tubi del riscaldamento e quelli dell’acqua
potabile, e/o di isolarli con opportune coi-
bentazioni, per evitare le temperature “a
rischio”.
Per quanto riguarda le alte temperature
la differenza di tra 55 °C (nessuna legio-
nella nei tubi di rame) e 60 °C (nessuna
legionella negli altri materiali) non è di
poco conto: 5 °C in meno da fornire nei
trattamenti termici anti-legionella pos-
sono significare un risparmio energetico
non indifferente. Non solo: se le norme
impongono temperature più alte per la
bonifica, per il rame non ci sono problemi,
dal momento che l’acqua molto calda e le
escursioni termiche non riducono la sua
vita utile contrariamente a quanto avviene
con certi materiali plastici.
Conclusioni
Da questi studi viene confermato come
la scelta del tubo di rame per le tubazio-
ni di acqua potabile fornisca una misura
di prevenzione supplementare contro la
Legionella, soprattutto nei primi anni do-
po l’installazione; questo aspetto deve es-
sere considerato soprattutto nei progetti
di strutture molto grandi e con impianti
ramificati, dove la proliferazione è più pro-
babile e le operazioni di bonifica e pulizia
risultano più difficili: scuole, hotel, carceri,
edifici pubblici, centri commerciali e so-
prattutto strutture ospedaliere.
In quest’ultimo caso, la scelta del tubo di
rame in funzione anti-legionella da parte
dei progettisti e delle direzioni tecniche sa-
nitarie avviene già: a conoscenza di chi scri-
ve, gli esempi più recenti in ordine di tempo
sono il Policlinico del Campus Biomedico di
Roma -Trigoria e il nuovo monoblocco del-
l’Ospedale Mellini di Chiari (BS).
Si ringraziano Angela Vessey (CDA-UK) e
Paul Bequevort (Copper Benelux) per la
collaborazione.
BibliografiaKWR 06.110 July 2007 F.I.H.M. Oesterholt, H. R. Veenendaal and Prof. Dr. D. van der Kooij: “Influence of the water temperature on the growth of Legionella in a test piping installation with different piping materials” KWR 02.090 February 2003 D. van der Kooij, J. S. Vrouwenvelder, H.R. Veenendaal: “Invloed van leidingmaterialen op biofilmvorming en groei van Legionella-bacteriën in een proeflei-dinginstallatie” (“Influence of pipematerial in biofilm formation and growth of Legionella bacteria in a test pipe installation.” EN 806-2 : “Specification for installations inside buildings conveying water for human con-sumption - Part 2: Design”M. Crespi: “Batteriostaticità. Il rame in ospeda-le”, Tecnica Ospedaliera, n. 8-2007M. Crespi: “Il tubo di rame contro la legionel-la”, GT-Il Giornale del Termoidraulico, n. 3-2004
Il rame per glI ospedalILe proprietà batteriostatiche del rame
e delle sue leghe non sono ristrette solo
alle tubazioni di acqua potabile, ma
sono “trasferibili” alle superfici con cui
una persona viene spesso a contatto,
come per esempio maniglie, corrimano,
rubinetti ed altro ancora.
Alcuni recenti studi condotti dalla
Università di Southampton (GB) hanno
misurato la sopravvivenza di batteri
(Escherichia Coli E0157:H7, Listeria
monocytogenes, e il temibile MRSA, che
ha sviluppato un particolare resistenza
alla maggior parte degli antibiotici) su
superfici di diversi materiali. I risultati
sono eloquenti: tutti i batteri a contatto
con il rame e le sue leghe (ottone in
particolare) si sono ridotti a zero nel
giro di una-due ore, mentre per le leghe
non rameose la sopravvivenza era
osservabile anche dopo giorni.
Una ricerca in corso nel Selly
Oak Hospital di Birmingham sta
misurando “sul campo” se e quanto
le proprietà batteriostatiche delle
superfici in rame possono contribuire
nella prevenzione delle infezioni
nosocomiali. Per l’occasione in una
corsia dell’ospedale corrimano,
maniglie, rubinetti, sbarre e sostegni
per bagni, cestini per la spazzatura,
sciacquoni, dispenser e altre superfici
di contatto, tradizionalmente in acciaio
inossidabile, sono state sostituite da
altre in rame. Perfino le penne usate
dallo staff medico sono in lega di rame.
ste due temperature, il rame è il materiale
migliore. Anche nel caso di acqua fredda
è bene tuttavia tenere nella dovuta con-
siderazione il problema: una temperatura
di 25 °C può essere raggiunta e perfino
superata non solo in estate, ma anche per
la vicinanza di tubi dell’acqua calda non
sufficientemente coibentati.
Infatti, contrariamente all’acqua calda, la
cui temperatura può essere in qualche mo-
do controllata agendo per esempio sui co-
mandi del boiler, con l’acqua fredda si deve
solo “sperare” che l’ambiente intorno al
tubo non sia caldo. Non è un caso che al-
cuni documenti tecnici, tra cui la EN 806-2,
la norma europea sugli impianti per l’ac-
2 Policlinico del Campus Biomedico di Roma-Trigoria: dettaglio degli anelli principali del circuito di distribuzione in rame dell’acqua calda e fredda sanitaria (Istituto Italiano del Rame).
[email protected] 160 19-02-2008 16:28:53