Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato...

32
N.2 ANNO 97 GIUGNO-2016 Rivista della Federazione Italiana Exallievi ed Exallieve di Don Bosco Progettare. Progettare. impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 1

Transcript of Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato...

Page 1: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

N.2ANNO 97

GIUGNO-2016

Rivista della Federazione ItalianaExallievi ed Exallieve

di Don Bosco

Progettare.Progettare.

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 1

Page 2: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

2 aprile-giugno 2016 numero2

EditorialeProgettare per rinascere, andare oltre il nulla!

Lettera del presidente

Verso il X Congresso NazionaleTestimoni audaci sulle orme di Don Bosco

Speciale GiubileoRiscoprirsi sulla via Di DamascoSentimento fraterno e operatività sociale

Impegno socialeUn linguaggio nuovo per tempi nuovi

gexL’impegno degli exallievi nel socialeProgramma incontro nazionale giovani

verso il x congresso nazionaleL’importanza di esserci…e di crederciFirenze:11-13 novembre. Programma congressoDal Consiglio nazionale

fede e misericordiaGli occhi di Papa Francesco per sempre nel mio cuore

dal mondoAleppo: salesiani sotto le bombe

incontriFrank Bijoux: “Per trovare la propria strada nelmondo bisogna conoscere se stessi.”

vita associativaNotizie dalle Unioni

3

4

5

67

8

910

111214

19

21

22

23

GLI EXALLIEVI NELLA FAMIGLIA SALESIANA - Il movimento degli antichi alunni di Don Bosco sorse spontaneamente per la nota iniziativa di Carlo Gastini a Torino il 24 giugno 1870; la Federazione Italiana Exallievi di Don Bo-

sco è sorta nel 1912 su ispirazione di Don Filippo Rinaldi. Don Bosco diceva agli exallievi: «Io vedo Iddio con voi e in voi»; e i suoi successori, Don Rua li chiamò «suoi fratelli»; Don Albera: «gli exallievi sono il più bello e vero

monumento di Don Bosco»; Don Rinaldi li definì: «Salesiani nel mondo»; Don Ricaldone: «direttori di una piccola casa salesiana»; Don Ziggiotti: «combattenti in ogni campo del bene con la missione di diffondere lo spirito di

Don Bosco nella vita, nella famiglia e nella società»; Don Ricceri definì l'associazione: «nucleo animatore delle altre forze spirituali e apostoliche della Famiglia Salesiana»; Don Viganò: «ogni exallievo si rapporta alla Famiglia

Salesiana attraverso la sua associazione» (Lettera agli exallievi del 19/3/1987). L'art. 5 delle attuali «costituzioni salesiane (1984)» dichiara che: «gli exallievi fanno parte della Famiglia Salesiana».

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE:00185 ROMA - VIA MARSALA, 42 TEL. E FAX 06/44.68.522 E-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE:Valerio Domenico [email protected]

REDAZIONE:Giancarlo Colombo, Giovanni Costanza, Don Giovanni Russo, Giovanni Capurso, Andrea Carbonari, Andrea Giulio Pirastu, Giulia Smaniotto

Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1 MP-AT/C/RM

C.C.P. 45263001 intestato a FEDERAZIONE ITALIANA EXALLIEVI DI DON BOSCO

La Rivista è registrata al n. 11733 del Tribunale di Roma il 15-9-1967

COPERTINA: Foto realizzata da Salvatore Barino, blog: "Arte e Dintorni” www.salvatorebarino.blogspot.com/www.facebook.com/barinoarte

STAMPA: PIRAMIDE Comunication - Roma

La rivista è distribuita GRATUITAMENTE a tutti gli exallievi associati. Si prega comunicare in tempo ogni

eventuale cambio di indirizzo.

GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI EXALLIEVI/E: Assicuriamo la massima riservatezza sugli indirizzi cu-stoditi nell’impianto elettronico della Federazione Italiana (come da legge n. 675/96). Li utilizziamo esclusiva-mente per l’invio di notizie dell’Associazione e della presente rivista.

Proprietà ed editore: Associazione Federazione Italiana Exallievi/e Don Bosco

Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016

N.2aprile-giugno

2016

«Cari Exallievi, fate che la gente, domandando chi siete, possa sentirsi rispondere stupefatta: è un figlio di Don Bosco» (MB VIII, 166).

Sommario

Rivista della Federazione ItalianaExallievi ed Exallieve

di Don Bosco

inserto specialeDivorziati risposati: reintegrare non emarginare (Amoris laetitia)

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 2

Page 3: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

arafrasando il discorso di in-sediamento del PresidenteKennedy, vorrei chiedere a

ciascuno di voi, a ciascun iscritto, aciascun dirigente locale, ispettoriale enazionale: non chiedete cosa la vostraAssociazione può fare per voi, chiedetecosa potete fare voi per la vostra Asso-ciazione! Exallievi d'Italia, non chiede-te cosa l'Associazione può fare per voi,ma cosa possiamo fare, insieme, per losviluppo di essa, per guardare avanti,per non tradire l'educazione ricevutada don Bosco! Per cambiare stradadobbiamo essere dei folli, razionali! L'associazione non può essere per cia-scuno di voi solo un luogo in cui poteresercitare un ruolo che la società vi hanegato e/o non siete riusciti ad ottene-re! Non può solamente essere depreda-ta, saccheggiata nel suo fine nobile incambio di nulla! E l'educazione ricevu-ta? C'è un problema organizzativo, dianimazione del territorio, in tutti i li-velli. Quale ruolo sociale ed ecclesialeesercitiamo? Oltre il convegno annua-le, cosa siamo in grado di offrire al-l'esterno per essere appetibili? Nelprecedente editoriale vi avevo esortatoa portare ciascuno di voi un nuovo tes-serato alla vostra Unione, che avetefatto? In vista del congresso decennaledi Firenze, che si terrà dall'11 al 13novembre 2016, come volete farvi tro-vare, in che modo volete esserci: daspettatori o da protagonisti, da sempli-ci visitatori o da leader? Dobbiamo obbligatoriamente cambia-re rotta, ne vale per la nostra soprav-vivenza. Un appello lo voglio rivolgereai salesiani di don Bosco: credete anco-ra negli exallievi? In che modo voglia-mo camminare insieme per tracciareun nuovo cammino? In questi anni ab-biamo evitato di lamentarci ed abbia-

mo proposto, operato, occupato e cisiamo anche preoccupati: quale ruolodobbiamo svolgere? Come possiamoessere competitivi ed attrattivi in uncontesto diffuso e generalizzato di crisidell'associazionismo? Quale deve esse-re il nostro appeal? Vedete, cari exal-lievi ed exallieve, dobbiamo mettereda parte le cicale, quelle che parlanosenza mai cuore, senza mai rompere ilfiltro del calcolo, quelli che usano leparole come strumenti. Una rigenera-zione degli exallievi e delle exallieveparte dalla missione di don Bosco: "es-sere buoni cristiani e onesti cittadini".

Gli exallievi così come sono strutturatinon hanno futuro; noi siamo "serviti"singolarmente ma non siamo riusciti aservire l'Associazione "unitariamente". Un appello al singolo exallievo: cosahai fatto per la tua associazione, donBosco ti ha donato tanto, e tu? Comehai ricambiato quell'educazione rice-vuta, quel know-how che ti ha consen-tito di essere quel che sei? Vi avvicina-te ai quadri direttivi dell'associazionesolo per il vostro tornaconto personale,per fregiarvi della carica elettiva chevi è stata affidata e per spenderne ilrelativo nome con tutti i benefici che

ciò può comportare nel contesto econo-mico -sociale in cui operate? (l'etichet-ta, la carica sociale, la spendita del no-me). Don Bosco ci ricorda che "siamoin tempi in cui bisogna operare. Ilmondo è divenuto materiale, perciò bi-sogna lavorare e far conoscere il beneche si fa". In un mondo perbenista ecrudele, voglio fare un appello agli uo-mini che non temono il dubbio ed a chisi chiede i perché: doniamoci! La vita, per Oriana Fallaci, è unaguerra che si ripete ogni giorno, e isuoi momenti di gioia sono parentesibrevi che si pagano un prezzo crude-le. Nulla è peggiore del nulla! All'at-tuale disintegrazione sociale del no-stro paese, si aggiunge la disintegra-zione associativa della nostra realtà.Per rinascere abbiamo bisogno di ungrosso investimento di idee, di ener-gie nuove. Abbiamo bisogno di unapolitica di deficit spending (non sia-mo un'azienda sottoposta alle leggidel mercato, ecco perchè gli uominidi buona volontà possono fare tanto!)per cambiare rotta, per recuperare ilnostro ruolo! Leggere con gli occhi ri-chiede tempo, concentrazione, immo-bilità. E oggigiorno la gente non fache spostarsi da un luogo all'altro, siconcentra poco, non ha tempo. Storiedi Exallievi che hanno amato donBosco e lo hanno servito, in silenzio,senza depredare l'educazione ricevu-ta, ce ne sono tante. È solo rispettando se stessi che sipuò esigere il rispetto degli altri, èsolo credendo in se stessi che si puòessere creduti dagli altri. Ciascunoha l'exallievità che si merita! Ricor-datevi: nel grande gioco della vita,vince chi non perde il cuore...provia-moci ad investire nella gioia, per ilnostro futuro! ■

Progettare per rinascere, andare oltre il nulla!

aprile-giugno 2016 numero2

P

3

Editorialedi Valerio MARTORANA

Dobbiamo obbligatoriamentecambiare rotta, ne vale

per la nostra sopravvivenza.Un appello lo voglio rivolgere

ai salesiani di don Bosco: credete ancora negli exallievi?

In che modo vogliamo camminare insieme per

tracciare un nuovo cammino?

vi di Don Bo-

ù bello e vero

e lo spirito di

a alla Famiglia

Salesiana».

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 3

Page 4: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

4

Lettera del presidente

aprile-giugno 2016 numero2

lo stato di salute ha indotto il presidente nazionale,Giancarlo Colombo, a rassegnare le proprie dimissioni

e, conseguentemente, chi vi scrive gli é subentrato nellacarica fino alle prossime elezioni.

Sono certo di avere interpretato il pensiero di tutti voi auguran-do al nostro amico Giancarlo una pronta guarigione e, soprattutto,

affidandolo attraverso le nostre preghiere alle cure di Maria Ausilia-trice. L’inatteso evento ha creato ansia e disagi e, come spesso accade in

questi casi, ha fatto riemergere la solita riflessione su quanta poca attenzio-ne riserviamo al dono della salute e su quanta poca assistenza assicuriamo a

chi vive il disagio della malattia. Una riflessione, questa, di breve durata. E di so-lito rimossa dal ritorno agli affanni della quotidianità. Questa volta, però, voglio fer-

marmi, anche se per pochi istanti, e condividere con voi i miei pensieri.“L’infermità e la sofferenza sono da sempre stati tra i problemi più gravi che affliggono

la vita umana. Nella malattia, l’uomo sperimenta la propria impotenza, i propri limiti e lasua finitezza”1. C’è tanta sofferenza intorno a noi e ci sono tanti fratelli e sorelle infermi.

Così, non c’è miglior occasione di quest’anno giubilare della Misericordia per ricordarsi dellaquinta opera di misericordia corporale: “… fui infermo e mi visitaste2…” .Nell’assistenza degli ammalati chi dà gratuitamente, come sempre, è colui che riceve di più. L’infermo, infatti, gode delle amorevoli cure ricevute o della fraterna compagnia di una presenzaseppur sporadica o ancora di una voce amica al telefono. Ma chi assiste un infermo o lo visita osemplicemente lo contatta telefonicamente scopre che in questo incontro con chi è più povero,privo di forze o carente nella salute, c’è la risposta a una chiamata e l’inizio di un camminoche conduce a essere immagine di Gesù. “… la misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoiveri figli”3. Vi esorto, quindi, carissimi Exallievi, a organizzare la misericordia. In ciascunaUnione potrete individuare i fratelli nella sofferenza o nell’infermità. Dividetevi i compiti, coin-volgendo anche i più giovani: alcuni creino i contatti, altri si rechino in visita, altri ancora si ren-dano disponibili a sbrigare piccole faccende, altri … Beh, non sta a me porre limiti alle capacitàdel vostro buon cuore.Mi auguro e vi auguro che quest’anno giubilare veda gli Exallievi impegnati nelle opere di mise-ricordia corporale e spirituale, evitando di trincerarsi dietro la miopia di chi giustamente si indi-gna per i drammi atroci dei lontani, ma resta indifferente di fronte alle sofferenze quotidiane deivicini. “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”4.Affidando alle vostre preghiere tutti gli Exallievi infermi, vi saluto fraternamente in Cristo e indon Bosco santo.

Giovanni Costanza

1 Catechismo della Chiesa Cattolica, 15002 Mt 25,363 Papa Francesco, Misericordiae vultus, 94 San Giovanni della Croce, Parole di luce e di amore, 57

Carissimi Exallievi

ed Exallieve

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 4

Page 5: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

on Bosco ha educato i suoi ragazzi per raggiungereun obiettivo unico: la salvezza della loro “anima” (se-condo il linguaggio di allora); sapeva che questo ren-

deva felici anche nel tempo e nella storia, negli affari dellavita quotidiana, perché vivere di Cristo è fonte di gioia e diforza nell’impegno di trasformazione di questo mondo. Dice-va: “Miei carissimi figliuoli in Gesù Cristo, vicino o lontanoio penso sempre a voi. Uno solo è il mio desiderio, quello divedervi felici nel tempo e nell’eternità” (cf. Lettera da Roma).Ogni Exallievo/a, vicino o lontano, pensi sempre al padre,mantenga vivo l’affetto per Don Bosco, custodendo vivamen-te questo obiettivo straordinario: la prospettiva dell’eternità,che entusiasma perché manifesta la bellezza della nostra di-gnità di persone, figli di Dio e creati per l’eternità.Questa consapevolezza di eternità non ci distoglie dall’impe-gno nella storia, non ci distrae dai nostri affaccendati busi-ness quotidiani, dal nostro lavoro e dalle nostre famiglie, dal-la fatica nelle nostre città per costruire un mondo migliore.Tutt’altro: l’eternità ci immerge nel tempo e lo orienta! Come?Con le attività che nascono dal nostro essere testimoni dellanostra fede sulle orme di Don Bosco. Ed è proprio questo iltitolo del nostro X Congresso Nazionale, che si svolgerà a Fi-renze (11-13 novembre p.v.): Testimoni audaci sulle or-me di Don Bosco. È il tema della missione, che consiste nel farsi “testimoni”

del dono ricevuto da Dio per mezzo di Don Bosco. Exallievi/e:cioè gente proiettata positivamente – perché guardiamosempre il mondo con ottimismo salesiano – nella società.Non lasciamo ad altri la missione che è nostra: quanto ab-biamo ricevuto in dono da Don Bosco dobbiamo farlo fruttifi-care. Cosa abbiamo ricevuto? La formazione, un’esperienzache ha costruito la nostra personalità umana e cristiana.Quindi noi cosa dobbiamo donare? Il bene che è stato semi-nato in noi, le nostre capacità formative e di animazione, ledobbiamo condividere, soprattutto a favore dei giovani e diquelli più bisognosi. A questo può contribuire molto la nostra associazione “Alber-to Marvelli”, operando nella progettazione sociale, che pernoi è impegno missionario per il Vangelo.Non possiamo stare comodi a casa, non possiamo tenere na-scosti i nostri talenti. In tante case salesiane, forse proprioquelle in cui siamo cresciuti, i Salesiani sono costretti a la-sciare. È bello vedere tanti Exallievi/e che hanno preso le re-dini di queste case, dove si continua la missione di Don Bo-sco: Corigliano d’Otranto, Randazzo, Lanusei, … In tutte lestagioni della nostra vita, anche nella maturità, possiamo fa-re qualcosa per gli altri, per i ragazzi, per le loro famiglie.Diamo la nostra disponibilità, teniamo vive le Opere di DonBosco: Exallievi/e impegnati, testimoni audaci sulle orme diDon Bosco! ■

aprile-giugno 2016 numero2 5

Verso il X Congresso Nazionale Don Giovanni RUSSODelegato Nazionale

D

Testimoni audaci sulleorme di Don Bosco

Opera di Lanusei

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 5

Page 6: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

6

Speciale Giubileo

aprile-giugno 2016 numero2

poco più di sei mesi dall’iniziodell’anno giubilare tanta ac-qua di convegni annuali è già

passata sotto i suoi ponti! Ma quale ilbilancio che anche noi famiglia salesia-na siamo stati chiamati a percorrere,facendoci magari riscoprire ‘disarmati’sulla via di Damasco! Sì, quella via do-ve, per il nostro egoismo e la mancanzadi rispetto verso gli altri, può averci as-salito il dubbio di esserci ritrovati purenoi ‘persecutori distratti’ di Qualcuno,che ci vuole invece più attenti verso chici sta accanto, i più deboli ed ultimi inparticolare, soprattutto se giovani! E cisiamo dentro veramente tutti: princi-palmente quanti, per il posto che occu-piamo o il ruolo ricoperto, abbiamo ilcompito di metterci al servizio dichiunque, con lo sguardo rivolto allasola ricerca del ‘bene-essere’ e del ‘benecomune’, senza critiche o commento al-cuno. E chi di noi può dire di avere me-riti particolari per essere quello che siè? A chiedercelo è sempre Papa Fran-cesco, parlando prima a se stesso! Ciononostante assai frequentemente,purtroppo, capita che ci si senta ‘i mi-gliori’ e che il nostro modo di agire ven-ga maggiormente orientato nella dire-zione opposta all’altruismo, ossia all’af-fermazione di se stessi, all’autoreferen-zialità e la ricerca del proprio successo,a danno magari di quanti dovremmoservire e vedere anch’essi strumentidocili nelle mani di Dio, ma che inveceemarginiamo con scandalosa indiffe-renza! E, cosa maggiormente riprove-vole, ne facciamo persino motivo divanto ed orgoglio ad aggravare semprepiù la nostra condizione di ‘persecutori’di quel Qualcuno che, sebbene smentitidai nostri comportamenti, non esitia-

mo a dire di volere amare negli altri!.Ma Lui, come fu per Paolo, è sempre lìad attenderci sulla stessa via, per apri-re i nostri occhi accecati ad una lucenuova. Siamo, pertanto, persuasi che perchiunque di noi prima o poi, qualunquene sia il motivo, arrivi nella vita unmomento in cui ci si trova con le spalleal muro, sulla via di Damasco, col ter-reno che ci frana sotto i piedi, milledubbi che ci assalgono e la necessità dirimetterci in discussione! E nessuno,per la precarietà del nostro essere, puòritenere di non doverne fare l’esperien-za. A nostro parere tutti, anche quantici riteniamo ‘inossidabili’, possiamotrovarci in qualche maniera a viverequesto momento, per comprendere co-me, col battito cardiaco dell’uomo vec-chio, invano ci affaticheremo ad esserecostruttori di case o sentinelle che vigi-lano sulla città! In tale contesto, l’annogiubilare non può rappresentare unutilitaristico colpo di spugna ma appe-na l’inizio, se non la continuazione, diuna conversione dei cuori che ci deveaccompagnare per tutta la vita. E noiexallievi salesiani, insieme e singolar-

mente, che risposta abbiamo dato aquel Qualcuno che ci ha amorevolmen-te attesi sulla via di Damasco! Qualeimpegno rinnovato verso le nuove ge-nerazioni, per avere riscoperto Don Bo-sco, senza ambizioni nascoste di suc-cesso! La nostra ‘fragilità umana’, in-fatti, potrebbe non sfuggire a questo ri-schio, oscurando così la ‘generosità’ diun nuovo impegno! Qualunque posto si occupi o funzionesi eserciti, dunque, il percorso giubilareci deve aprire alla Speranza, per nonrestare impantanati sulla via di Da-masco ma essere sinceramente dispo-sti a rinnovare la nostra vita, con l’ac-coglienza e quei sentimenti di perdono,ai quali ci invita anche l’evangelico fi-glio prodigo tra le braccia del padre inansiosa attesa per lui. Sapendo che og-gi più che mai bisogna ‘toccare’ il cuoredei tanti giovani che incontriamo conl’autentica testimonianza di apostoli diDon Bosco. Ciò forse perché, nonostan-te le nostre buone intenzioni, non sem-pre riusciamo a far sentire loro “l’odoredelle pecore” che deve caratterizzarel’autenticità del carisma salesiano! Oforse anche perché assai spesso nemortifichiamo la ‘ricchezza’, lamentan-doci della ‘pagliuzza’ nell’occhio altrui,exallievi o confratelli che siano, senzaaver guardato alla trave del nostro,che oggi ‘riscopriamo’ accecato sulla viadi Damasco! L’anno giubilare è giàavanti nel suo cammino ‘temporale’ mail nostro augurio per l’estate che avan-za è quello di non farlo mai finire, finoa quando almeno il buon Dio ci vorràfedele matita nelle sue mani, per i di-segni che Egli ha iniziato in ciascunodi noi e che noi non dobbiamo impe-dirgli di portare a compimento. ■

Riscoprirsi sulla via di Damasco

A

di Alfredo SCAGLIA

Sempre più apostoli di don Bosco nell’anno giubilare

Prima o poi arriva nella vitaun momento in cui ci

si trova con le spalle al muro,sulla via di Damasco,

col terreno che ci frana sotto i piedi, mille dubbi checi assalgono e la necessità di rimetterci in discussione!

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 6

Page 7: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 7

Speciale Giubileo

el respiro leggero e vivificatoredella Misericordia, però, c’è so-lo fragile traccia, nel mondo

contemporaneo. L’attenzione ai più di-sagiati è persa, come se non ci riguar-dasse e i loro problemi… se li risolves-sero da soli. Sono altri, oggi, i valori:l’economia e la finanza che dispongonoe reggono il mondo. A traino vanno lapolitica senza idee, filosofie e teorie so-ciali intriganti, problematiche socio-politiche fumose, sgranate nel tempo enello spazio, indagini giudiziarie nelpubblico ad ogni svolta d’angolo, corru-zione diffusa, sentimento del pudoreinesistente, ricerca del potere a tutticosti. E dentro a questo magma ribolleun’umanità di carni sofferenti, di ani-me perdute, che sentono il freddo del-l’intolleranza razziale, l’atteggiamentosociale rissoso, profondamente scostan-te degli uni contro gli altri; è la mag-gioranza di uomini sempre più poveri,le pensioni al minimo, leggere come ilvento, il taglio ai servizi sanitari, il la-voro dei giovani diventato latitante,precario, indifferente, periferico, mar-ginale, un lavoro (quando arriva) sem-pre per meno giovani, affannato, tiratocoi denti, senza possibilità di progetto,di famiglia, di futuro, la classe piccolaborghese chiusa nei pochi risparmi, ti-morosa di crolli economici finanziari.La ricchezza è nelle mani di pochi chegovernano il destino dei più.

Uomini contro uomini

Il cuore dovrebbe spezzarsi, sanguina-re di fronte alla palese ingiustizia che

governa le sorti umane; dovrebbe sor-gere, innanzitutto una sorta di pietàumana per tutti coloro che vivono incondizioni di difficoltà economica e psi-cologica, spesso non per loro colpa maperché la storia, gli eventi, si sonomangiati i risparmi, il lavoro, gli affettie li ha gettati talvolta nella disperazio-ne. Purtroppo le Istituzioni politichemancano, al momento, di avvertenzadei problemi delle comunità, semprepiù numerose e complesse, bisognosedi comprensione, di vicinanza ai biso-gni reali di accoglienza e, talvolta, diumana pietà. E, allora: si può concepi-re uno Stato etico? Progettare condizio-ni di vita felice per i suoi abitanti? Uti-lizzare le leggi per una proficua convi-venza sociale? Io credo di sì, solo che sisuperi la strettoia della Grande Ingiu-stizia Sociale ed Economica Mondialeche sta strangolando l’esistenza deipiù. L’uomo occidentale dovrebbe di-ventare meno avido di ricchezza; per-ché, allora, il caos politico internazio-nale ed europeo sulla questione dei mi-granti? Delle guerre insolute che in-

sanguinano le terre della miseria, deibambini soldati, della fame che tor-menta più di un miliardo di uomini,delle malattie endemiche che mietonovittime innocenti?Papa Francesco ha avvertito questa fe-rita di progetto politico, di assenza diamore, e l’ha indicata come segno diinsensibilità umana e sociale inaccet-tabile. La Misericordia è diventata,nel suo progetto, la colonna portantedella rinascita della chiesa cristiana edella società umana, perché, se è veroche essa è un valore tipico del Sacro,dovrebbe essere un valore anche socia-le e civile. La Misericordia è un dono, èil requisito motivante della religionecristiana, è il tratto saliente della divi-nità. La definizione più chiara è nelmotto evangelico ”Ama il prossimotuo come te stesso”o molto meglio“Ama il prossimo tuo più di testesso”.Ecco la rivoluzione di Papa Francesco.Amare il prossimo più di te stesso si-gnifica guardare intorno e dentro, a vi-so aperto, la natura e gli uomini, la no-stra specificità di valore che si realizzasoprattutto con politiche sociali, pienaoccupazione, assistenza ai deboli, in-clusione degli esclusi, educazione al-l’etica pubblica, competenza, onestà. ■

Sentimento fraternoe operatività sociale

di Santo SCIALABBA

D

Il Giubileo della Misericordia può essere considerato unatto rivoluzionario, nato dalla genialità spirituale e dottrinaledi Papa Francesco, come germoglio vivo del Vangelo.

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 7

Page 8: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

l mio intervento questa voltapotrebbe avere un sapore pro-vocatorio, ma lo ritengo ne-

cessario se come movimento salesianovogliamo fare dei passi in avanti. Cre-do che la nostra distanza dai giovani econ essa la scarsa presa su di essi di-penda soprattutto dalla nostra comu-nicazione, dal modo in cui proponiamoil nostro messaggio e i nostri valori.Lo vediamo ben chiaro dall’allontana-mento di molti di loro dalle parroc-chie e dai centri di aggregazione gio-vanile religiosi o tradizionali. Al loroposto, invece, si è affermata una men-talità che propone un modello indivi-dualista della vita, della competizionespesso senza scrupoli, del sopraffarel’altro. Così ogni esperienza viene ap-piattita nel consumo immediato, nelqui ed ora, vivono nell’angoscia di es-sere inadeguati, invisibili, brutti.Non c’è più tempo per il ricordo, per ilduraturo. Per noi adulti potrebbe va-lere invece una frase del poeta scozze-se James Barrie: «Dio ci ha dato i ri-cordi in modo che potessimo avere le

rose di giugno nel dicembre della no-stra vita». Ma spesso facciamo pesareil nostro “passato” sulle nuove gene-razioni, nel ricordo nostalgico e ro-mantico di un qualcosa che non potràpiù ritornare. Non uso il termine di“crisi”, perché è un termine molto abu-sato. Ma di certo le grandi trasforma-zioni in corso ci fanno perdere i nostritradizionali punti di riferimento: ilsenso della comunità, l’attenzione aibisogni dell’altro.

In adolescenza cambia la percezionedel mondo intorno e dentro di sé,cambia il corpo e cambiano le relazio-ni. Le emozioni si moltiplicano, sicomplicano e tutto, tra scoperte, av-venture, insidie sembra confuso. Percapire gli adolescenti di oggi non ba-sta rifarsi alla propria esperienza, lasocietà è profondamente cambiata,gli adolescenti crescono all’ombra diforti ideali narcisistici e consumisticie, per questo, rischiano di rimaneredelusi dalle aspettative riposte neldiventare grandi. E se il futuro è in-certo, non da speranza, ciò significache è meglio trarre il più possibiledal presente. Credo che il problema stia tutto qui,nel linguaggio. I giovani viaggiano ve-loci, in un mondo che cambia rapida-mente, mentre il nostro modo di comu-nicare è spesso antiquato, inadatto:corsi di formazione proposti con mo-delli accademici, il rifiuto di entrarenelle agorà mediatiche o di “cercare” igiovani nei luoghi che abitualmentefrequentano, il non interagire con l’as-sociazionismo laico. Molto spesso fac-ciamo fatica ad adattarci a un mondoin piena trasformazione. Ciò non si-gnifica sminuire il linguaggio del Van-gelo che vale per tutti i tempi, ma sitratta di riadattarlo in un epoca comela nostra. A scanso di equivoci il no-stro intento è ben specificato nell’esor-tazione di San Paolo quando dice:«Tutte le cose vere, tutte le cose onore-voli, tutte le cose giuste, tutte le cosepure, tutte le cose amabili, tutte le co-se di buona fama, quelle in cui è qual-che virtù e qualche lode, siano oggettodei vostri pensieri». Poi troviamo que-sto ammonimento: “Le cose che aveteimparate, ricevute, udite da me e ve-dute in me, fatele; e l’Iddio della pacesarà con voi”(Fil. 4,8-9). ■

8 aprile-giugno 2016 numero2

Impegno socialedi Giovanni CAPURSO

I Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose

giuste, tutte le cose pure,tutte le cose amabili, tutte

le cose di buona fama, quellein cui è qualche virtù e

qualche lode, siano oggettodei vostri pensieri

(San Paolo)

Un linguaggio nuovo per tempi nuovi

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 8

Page 9: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 9

Gexdi Matteo LAI

ultimo anno è stato caratte-rizzato, per i giovani, da unlavoro intenso e costante,

l’entusiasmo e le idee trovate in Exposono state analizzate, metabolizzate, eil gruppo si è organizzato e ha comin-ciato a essere punto di riferimento perl’animazione dei giovani. Il focus dell’incontro sarà sull’impegnodegli exallievi nel sociale, la formazio-ne sarà improntata da chi già opera inquesto settore nella famiglia salesia-na. Verranno forniti strumenti opera-tivi e conoscenze che potranno essereusate nelle realtà locali, cercando disviluppare un diffuso approccio al so-ciale con marchio di qualità exallievi. Si concluderà poi con una sintesi dellavoro e del percorso fatto da Roma2014, passando per Expo 2015 e ter-minando con Catania 2016. Quale sa-rà il contributo dei giovani al congres-so di Firenze ? In che modo e con qua-li idee si contribuirà alla stesura dellelinee guida della federazione per iprossimi dieci anni ? Come proseguiràil lavoro dei giovani nel prossimo qua-driennio ? Sono solo alcuni degli inter-rogativi a cui si lavorerà e si troveràrisposta nei mesi a venire, di sicuropotremo attingere alla variegata e na-vigata esperienza degli exallievi. Non è tanto il fatto di voler adattarel’associazione ai giovani, di migliora-re i regolamenti, di migliorare glischemi organizzativi ma è quella diformare ragazze e ragazzi validi perle sfide che l’associazione affronterànel futuro.Ho ritenuto gli incontri dei giovanifossero la migliore manifestazione de-gli exallievi e, nuovamente oggi, misento di consigliare tutti i giovani del-le nostre realtà a partecipare a unaimmersione di lavoro e amicizia chedurerà per tutta la vita.

Si tratta di percorrere nuove strade?No, non c’è nulla di nuovo da trovare,si sa bene che altre generazioni diexallievi le hanno già percorse primadi noi; mi vengono in mente i bei rac-conti che ascolto dei passati Forumsocio Politici, ma sono il fascino el’emozione che si prova nel trovare dasoli la svolta giusta nel sentiero che cifa varcare quella linea d’ombra tan-to cara al capitano dell’Orient, descrit-to da Conrad. Con eguale entusiasmo le federazioniispettoriali avranno l’arduo compitodi sostenere la crescita dei giovani du-rante il loro percorso dopo gli eventinazionali, nella vita delle unioni, ri-portando il vissuto di esperienza econdivisione, cercando di motivare eincanalare le impetuose energie conl’amorevole esperienza che le ha sem-pre contraddistinte. Che dire di piùper motivarvi a partecipare: “Venite evedrete” (Giovanni 1, 39). ■

L’

Impegno degli exallievinel sociale

Annotazioni per l’iscrizione all’incontro

Sono previsti 5 posti perogni ispettoria, le personeinteressate a prendere par-te all’evento devono contat-tare il proprio vice presiden-te gex ispettoriale (che po-trà fornire esaustivamente idettagli del programma edell’organizzazione). Le iscrizioni dovranno per-venire esclusivamente tra-mite la federazione ispetto-riale.

Maggiori informazioni:www.exallievidonbosco.com

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 9

Page 10: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

10

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 10

Page 11: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 11

ai forum socio-politici tenuti agli inizi degli anniNovanta emerse una schiera di giovani Exallievidi buone capacità, fortemente determinati a ope-

rare un ammodernamento essenziale nella nostra asso-ciazione. Ricordo Stefano, Roberto, Arduino, Ezio, Mari-lena (ne ricordo molti altri, ho impresso il loro viso manon il nome). L’impulso fu raccolto da Exallievi adultidalla mente aperta, disposti a mettersi in gioco e a rive-dere le proprie comode certezze. Guidati dal presidente,Renzo Romor, e dal delegato di ferro, don Ilario Spera,giungemmo a Rimini nel 1996 a celebrare il congressodal titolo “Rinnovarsi per rinnovare”. Da quell’ap-puntamento nacquero intendimenti ed esperienze inno-vative come le raccolte di solidarietà per la costruzionedegli oratori di Brno prima e di Zepce poi. Così, si diffuseun nuovo modo di intendere l’Unione degli Exallievi, pro-iettata anche fuori dalle case salesiane, impegnata inquei compiti di solidarietà che ampliavano il concetto delmutuo soccorso voluto agli inizi da Don Bosco.Dieci anni dopo, ancora un altro gruppo di G.Ex., appog-giati innanzitutto dai giovani di Rimini e, come sempre,da adulti che compresero la necessità di rivedere alcunelinee direttrici della nostra associazione. Ricordo Luca,Raffaella, Luciano, Fredi, Giovanni, Livia, Antonio, Va-lentina, Sebastiano che, accompagnati dal delegato ope-raio, don Mario Pertile, vissero l’esperienza dei campi dilavoro in Romania e altrove. Così, nel 2006, guidati dalpresidente Cannelli, giungemmo alla casa madre di Tori-no per celebrare il congresso dal titolo “Dare di più achi ha avuto di meno”. Fu approfondita l’analisi delmondo giovanile, oggetto della nostra missione, rielabo-rando le motivazioni dei loro disagi e riproponendo i cam-pi di azione delle nostre Unioni. Non solo le scuole e glioratori salesiani, ma anche la famiglia.Anche oggi, ancora dieci anni dopo, un gruppo di giovaniExallievi, impegnati in un percorso a volte faticoso masenza dubbio appagante, stimolati e accompagnati da unmanipolo di adulti ben disposti, sta proponendo nuovestrade per la comunicazione tra gli Exallievi e per l’inci-denza della nostra associazione sul territorio. Cito pertutti il vice presidente giovane Matteo e mi riferisco al

cammino progettuale iniziato con l’evento celebrato loscorso luglio a Milano, all’interno di EXPO 2015. Fortianche di questo cammino, a novembre di questo 2016giungeremo a Firenze da tutte le parti d’Italia per cele-brare il X congresso nazionale degli Exallievi d’Italia daltitolo “Testimoni audaci sulle orme di Don Bosco”,che richiama la fedeltà al carisma del fondatore ma an-che la necessaria audacia richiesta dall’attualità.Mi auguro che saremo numerosi, ma soprattutto convintidell’importanza di esserci. Abbiamo da tempo compresoche il senso di esistere e, conseguentemente, la sopravvi-venza della nostra associazione è legata non tanto o nonsolo alla consistenza numerica, quanto alla capacità diessere centro di interessi e valori. Le Unioni non possonosnaturare la loro missione che è quella di “… insegnareagli altri come si debba fare il bene e detestare il male…”. Tale missione comporta una naturale incidenza sul ter-ritorio che potrà essere esercitata solo se saremo non solodisposti ma anche adeguatamente formati per tradurrein azioni concrete il nostro impegno sociale.L’augurio è che da Firenze si apra un nuovo decennio cheveda le Unioni degli Exallievi impegnate a sviluppareazioni sociali a favore dei giovani e delle famiglie, speciequelle più deboli, nonché ad incidere sulle politiche socia-li con una voce chiara e autorevole.“Sono certo che voi continuerete ad essere la consolazione

di Don Bosco”.Noi vogliamo provarci. E tu?

L’importanza di esserci…e di crederci

Verso il X Congresso Nazionaledi Giovanni COSTANZA

D

Opera salesiana a Firenze.

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 11

Page 12: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

12 aprile-giugno 2016 numero2

Venerdì 11 novembre 2016

ore 10.00 ritrovo presso la casa Salesiana di Firenze (via del Ghirlandaio 40)visita guidata del Museo dell’Opera del Duomo, comprendente il Battistero, il Duomo, la Cupola del Duomo ed il campanile di Giotto

ore 13.00 pranzo

• Apertura del Congresso

ore 15.30 saluti di benvenuto e preghiera inizialeore 16.00 intervento della Presidenza

• I sessione: Testimoni nella famiglia

ore 16.30 prima relazione - dibattito con il relatorepausa

ore 18.00 testimonianze

ore 19.00 preghiera della seraore 19.30 cena

ore 21.00 passeggiata guidata tra le bellezze di Firenze

Sabato 12 novembre 2016

ore 8.00 colazione – buongiorno e preghiere del mattino

• II sessione: Testimoni nella Famiglia Salesiana e nella Chiesa

ore 9.30 seconda relazione - dibattito con il relatorepausa

ore 11.00 testimonianze

ore 12.00 lavori di gruppo

ore 13.00 condivisione assembleare

ore 13.30 pranzo

• III sessione: Testimoni nel mondo

ore 15.30 terza relazione - dibattito con il relatorepausa

ore 17.00 testimonianze

ore 18.00 lavori di gruppo

ore 19.00 condivisione assembleare

ore 19.30 preghiera della seraore 20.00 cena

ore 21.00 serata di fraternità

Domenica 13 novembre 2016

ore 8.00 colazione

• Chiusura del Congresso

ore 9.00 presentazione organica della sintesi dei lavori di gruppo - dibattito - approvazione della mozione finale

ore 10.30 Celebrazione eucaristica conclusiva ed affidamento a Maria inizio operazioni relative alle elezioni della Presidenza nazionale

ore 13.00 pranzooperazioni di voto, scrutinio e proclamazione Presidenza nazionale (si prevede di ultimare tutte le operazioni entro le 17.00)

TESTIMONI AUDACI

SULLE ORME DI DON BOSCO

Istituto Salesiano Immacolata - Firenze

Verso il X Congresso Nazionale

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 12

Page 13: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 13

Alloggio

I posti letto disponibili presso l’Istituto salesiano di Firenze vengono prioritariamente messi adisposizione dei giovani (in camere quadruple e quintuple) e dei componenti il Consiglio Nazionale eciò fino al 31 luglio p.v.Da tale data, se ancora disponibili, verranno messi a disposizione di quanti li richiederanno.Costo del pernottamento in casa salesiana (compresa colazione): Euro 45,00 in camera sin-gola (disponibilità molto limitata e concessa in ordine d’arrivo della prenotazione), Euro 40,00 incamera doppia, matrimoniale o tripla.

Tutti possono prenotare autonomamente presso le strutture viciniore (hotel o bed &breakfast)facilmente raggiungibili a piedi e di cui si fornirà elenco e posizione nel sito e nella scheda diprenotazione.

Vitto

Tutti i pasti verranno serviti e consumati presso la casa salesiana di Firenze (esclusa la colazioneper chi alloggia al di fuori di essa).Costo del singolo pasto: Euro 15,00 a persona.

Servizi collaterali

Stiamo organizzando un servizio di prelevamento da e accompagnamento all’aeroporto ed allastazione centrale di Firenze.Verrà riservato esclusivamente a chi comunicherà orario di arrivo e di partenza nel form o nellascheda di prenotazione.

Estensioni

E’ possibile, anzi preferibile, arrivare nel pomeriggio di giovedì 10. Qualora il numero degli arrivi intale data fosse cospicuo, verrà organizzato un evento comunitario per il dopocena.Per i componenti del Consiglio nazionale elettivo è consigliabile non prevedere la partenza primadelle ore 18 di domenica 13.

Ulteriori estensioni del soggiorno prima dell’inizio o dopo il termine del congresso, se interessanola casa salesiana, dovranno essere concordate preventivamente.

Costi

Iscrizione al Congresso : Euro 20,00 a persona o coppiaBiglietto per le visite della mattina di venerdì 11: Euro15,00 a persona.

Il form di prenotazione può essere compilato direttamente sul nuovo sito della Federazione nazionalewww.exallievidonbosco.it.La scheda cartacea di prenotazione può essere richiesta telefonicamente alla segreteria06-4468522 ed inviata via fax allo 06-4468224.

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 13

Page 14: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

14 aprile-giugno 2016 numero2

Di seguito alcune pillole.

• La crisi numerica dell’Asso-ciazione trova la causa nellacarenza di qualità di moltedelle nostre Unioni che nonriescono a divenire luoghi incui, sulla scorta dei valori rice-vuti, costantemente rinvigoritidalla formazione permanente,si progettano e realizzano con-crete iniziative a vantaggio deigiovani, specie quelli delle ca-tegorie più disagiate. Impegno: gli organismi nazionali edispettoriali devono animare concretamente le Unioni, che,dal canto loro, devono reperire e mettere in campo tutte leproprie risorse umane, spesso dormienti.

• Altro punto di debolezza è l’afonia derivante dalla man-cata presa di posizione di fronte alle tematiche di interessesociale. Impegno: gli organismi nazionali ed ispettoriali de-vono vigilare sulle tematiche oggetto di dibattito pubblico,rendendo chiara al territorio, con le risorse a disposizione,la posizione degli Exallievi.

• In merito all’organizzazione è necessaria una maggiorecollaborazione e un continuo contatto tra Federazioni ispet-toriali e nazionale, evitando lo spreco di risorse. Impegno:gli organismi ispettoriali e le Unioni sono richiamate a unmaggiore rispetto delle procedure di tesseramento ed aiconseguenti movimenti economici.

• Ci sono moltissimi Exallievi “lontani” che, pur serbandonel cuore amore per don Bosco e gratitudine per l’educazio-ne ricevuta, tuttavia da tempo non frequentano e non par-tecipano alle attività delle Unioni. Viene lanciato il proget-to “Don Bosco ti cerca”: ciascuno Exallievo avvicini ecoinvolga nelle attività dell’Unione di appartenenza unodegli Exallievi “lontani”.

• E’ già stata attivata la prima fase del progetto “Exallie-vi del terzo centenario” che intende rivoluzionare i modidella comunicazione tra Exallievi attraverso la creazione diun nuovo portale web con una piattaforma telematica chefavorisca a più livelli e per varie finalità i contatti. Il nuovosito www.exallievidonbosco.it è già attivo.

• E’ stata approvata la nuovaversione del regolamentoassociativo, frutto del lavorodi oltre un anno. Entrerà invigore dopo la necessaria ap-provazione della Confedera-zione mondiale.

• Si è registrata un’adesioneda parte dei presenti al concre-to rilancio operativo dell’asso-ciazione “Alberto Marvelli”.E’ in corso di revisione lo Sta-

tuto dell’Associazione per meglio regolamentarne il funzio-namento, ma occorre innanzitutto raccogliere le adesionidelle Unioni che intendano impegnarsi nel campo delleazioni sociali e del terzo settore con una valida progetta-zione, supportata da un’adeguata formazione, anche ai fi-ni di accedere ai finanziamenti esistenti. Le segnalazionidovranno giungere alla Presidenza nazionale entro il 31luglio p.v.

• La devoluzione del 5x1000 dell’irpef a beneficio delfondo sociale costituirà uno dei principali canali di fi-nanziamento delle attività di promozione sociale degliExallievi. Ciascun Exallievo è chiamato ad impegnarsia fondo nell’allargare l’adesione, a tutt’oggi numerica-mente irrilevante.

• La rivista “Voci Fraterne” ha assunto oltre l’aspetto in-formativo anche un accresciuto peso formativo. Di frontealle decrescenti risorse finanziarie, nasce la necessità di in-tensificare l’attività di ricerca di inserzionisti che apportinoentrate e diminuiscano il peso sul bilancio nazionale. Impe-gno: chi può contatti amici ed Exallievi di don Bosco, e nonsolo, operanti nel tessuto economico, per proporre lorosponsorizzazioni mediante inserzioni nella rivista. Vale lapena ricordare che questa attività di ricerca fa parte delDNA di ogni Exallievo, visto che proprio don Bosco la elessea modalità precipua di finanziamento dei suoi progetti inambito sociale e lavorativo.

• Dal 2017 il Consiglio nazionale si terrà il secondo finesettimana di maggio, mentre la Conferenza di Presidentiispettoriali il secondo fine settimana di novembre.

Dal Consiglio nazionaleVerso il X Congresso Nazionale

di Enrico LEONE

Si chiude il sipario sul Consiglio nazionale tenutosi

il 14 e 15 maggio scorsi a Sassone, nei pressi di Roma. Un Consiglio nazionale denso di avvenimenti

e gravido di conseguenze rilevanti per il futuro

dell’associazione.

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 14

Page 15: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

I

Un vento di speranza

Sin dalla pubblicazione dell’Esortazione post-sinodale“Amoris laetitia”, firmata il 19 marzo ma resa pubblica l’8aprile scorso, i mezzi di comunicazione hanno sottolineatoche un grande “vento di speranza” soffia nella Chiesa. Lecoppie che vivono un secondo matrimonio, a volte sonoconsapevoli della “grande difficoltà a tornare indietro senzasentire in coscienza che si cadrebbe in nuove colpe” (Amo-

ris laetitia, 298, d’ora in poi AL). Un vento di speranza nonsoffiato da Papa Francesco, ma dallo Spirito, primo anima-tore della Chiesa, garante del progetto del Padre, profetiz-zato dal Figlio.La Chiesa, come hanno sottolineato i Padri sinodali, “deveaccompagnare con attenzione e premura i suoi figli piùfragili, segnati dall’amore ferito e smarrito, ridonando fi-ducia e speranza, come la luce del faro di un porto o diuna fiaccola portata in mezzo alla gente per illuminare co-loro che hanno smarrito la rotta o si trovano in mezzo allatempesta” (Relatio Synodi 2014, 28, corsivi nostri). EFrancesco aggiunge “Non dimentichiamo che spesso il la-voro della Chiesa assomiglia a quello di un ospedale dacampo” (AL 291).

Nel contesto dell’Anno Giubilare della misericordia “laChiesa si volge con amore a coloro che partecipano alla suavita in modo incompiuto, riconoscendo che la grazia di Dioopera anche nelle loro vite” (AL 291).

Nessuno può essere condannato per sempre

Papa Francesco afferma con forza che “nessuno può esserecondannato per sempre, perché questa non è la logica del

Vangelo!” (AL 297). In altre parole,dice che è in piena sintonia con iPadri sinodali, che su questo “han-no raggiunto un consenso generaleche sostengo: ‘In ordine ad un ap-proccio pastorale verso le personeche hanno contratto matrimonio ci-vile, che sono divorziati e risposati[…], compete alla Chiesa rivelareloro la divina pedagogia della gra-zia nella loro vita e aiutarle a rag-giungere la pienezza del piano diDio in loro’, sempre possibile conla forza dello Spirito Santo” (Ivi).La grazia di Dio è la grande Mae-stra, capace di educare la coppia

nelle nuove situazioni di vita, perché possa camminare gra-dualmente nella via di Cristo. E Francesco cita S. GiovanniPaolo II che nella Familiaris consortio (n.34) “proponevala cosiddetta ‘legge della gradualità’, nella consapevolezzache l’essere umano ‘conosce, ama e realizza il bene morale

Don Giovanni Russo, Delegato Nazionale

DIVORZIATI RISPOSATI: REINTEGRARE NON EMARGINARE Papa Francesco in “Amoris laetitia”

La Chiesa, hanno sottolineato i Padrisinodali, “deve accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più

fragili, segnati dall’amore feritoe smarrito, ridonando fiducia

e speranza, come la luce del faro di un porto”.

aprile-giugno 2016 numero2

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:28 Pagina 15

Page 16: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

II

Divorziat i r isposat i : re integrare non emarginare

secondo tappe di crescita’ ” (AL 295). Non si tratta di ridur-re o accomodare quanto la legge morale esige, ma di una“gradualità di cammino” per aiutare le persone passo dopopasso a vivere, comprendere, apprezzare e praticare piena-mente le esigenze oggettive della legge morale. Ogni per-sona “avanza gradualmente con la progressiva integrazionedei doni di Dio e delle esigenze del suo amore definitivo edassoluto nell’intera vita personale e sociale” (Familiaris c.9; cit. in AL 295).Del resto ci sono situazioni molto diverse: alcune, come leconvivenze, più problematiche, ma che possono e devonoessere accompagnate perché giungano a scoprire la bellez-za del matrimonio sacramento; altre, come quelle con sa-cramento, ma risposate civilmente, che – dice Francesco –“non devono essere catalogate o rinchiuse in affermazioni

troppo rigide […]. Una cosa è una seconda unione consoli-data nel tempo, con nuovi figli, con provata fedeltà, dedi-zione generosa, impegno cristiano, consapevolezza dell’ir-regolarità della propria situazione e grande difficoltà a tor-nare indietro senza sentire in coscienza che si cadrebbe innuove colpe. […] Altra cosa invece è una nuova unione cheviene da un recente divorzio, con tutte le conseguenze disofferenza e di confusione che colpiscono i figli e famiglieintere, o la situazione di qualcuno che ripetutamente hamancato ai suoi impegni familiari” (AL 298). La differenzatra chi vive da tempo con responsabilità e fedeltà un nuovomatrimonio (ormai solo civile), con nuovi figli, e chi vieneda un “recente” divorzio con sofferenza di tutti, soprattuttodei figli, è sostanziale. La prima situazione è moralmentedegna, non può essere emarginata, va reintegrata.

Papa Francesco afferma con forza che “nessuno può essere condannato

per sempre, perché questa non è la logicadel Vangelo!”. La grazia di Dio

è la grande Maestra: educa la coppia,perché possa camminare

gradualmente nella via di Cristo.

aprile-giugno 2016 numero2

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 16

Page 17: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

III

Giornate di

Come reintegrare e non emarginare?

Rimane chiaro, e non ci devono essere dubbi, che la via del-la Chiesa è il matrimonio cristiano, unico e indivisibile, ri-flesso dell’unione tra Cristo e la sua Chiesa, in cui si realiz-za pienamente l’unione “tra un uomo e una donna, che sidonano reciprocamente in un amore esclusivo e nella liberafedeltà, si appartengono fino alla morte e si aprono alla tra-smissione della vita, consacrati dal sacramento” e che “altreforme di unione contraddicono radicalmente questo ideale,mentre alcune lo realizzano almeno in modo parziale e ana-logo” (AL 292).Ma cosa fare per reintegrare e non emarginare quelle situa-zioni di risposati che si protraggono nel tempo, da cui nonsi può tornare indietro senza ricadere in nuove colpe? Dice

Papa Francesco: “Ho voluto prospettare con chiarezza a tut-ta la Chiesa perché non ci capiti di sbagliare strada: due lo-giche percorrono tutta la storia della Chiesa: emarginare ereintegrare […]. La strada della Chiesa, dal Concilio di Ge-rusalemme in poi, è sempre quella di Gesù: della misericor-dia e dell’integrazione […]. La strada della Chiesa è quella dinon condannare eternamente nessuno; di effondere la miseri-cordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sin-cero […]. Perché la carità vera è sempre immeritata, incondi-zionata e gratuita!” (AL 296, corsivi nostri).La strada della reintegrazione passa non attraverso “una nuovanormativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi”(AL 300), ma per il discernimento dei vescovi e dei sacerdoti,con “un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discerni-mento personale e pastorale dei casi particolari, che dovrebbericonoscere che, poiché ‘il grado di responsabilità non èuguale in tutti i casi’ (Relatio finalis 51), le conseguenze o glieffetti di una norma non necessariamente devono essere sem-pre gli stessi. I presbiteri hanno il compito di ‘accompagnarele persone interessate sulla via del discernimento secondo l’in-segnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo. In questo processo sarà utile fare un esame di coscienza, tra-mite momenti di riflessione e di pentimento. I divorziati ri-sposati dovrebbero chiedersi come si sono comportati verso iloro figli quando l’unione coniugale è entrata in crisi; se cisono stati tentativi di riconciliazione; come è la situazione delpartner abbandonato; quali conseguenze ha la nuova relazio-ne sul resto della famiglia e la comunità dei fedeli’ (Relatiofinalis 85) […]. Il colloquio col sacerdote, in foro interno,concorre alla formazione di un giudizio. […] Questi atteggia-menti sono fondamentali per evitare il grave rischio di mes-saggi sbagliati, come l’idea che qualche sacerdote possa con-cedere rapidamente ‘eccezioni’ […]. Si evita il rischio che undeterminato discernimento porti a pensare che la Chiesa so-stenga una doppia morale” (AL 300).

Due logiche percorrono tutta la storia della Chiesa: emarginare e reintegrare.

La strada della Chiesa è sempre quella di Gesù: della misericordia e

dell’integrazione. La strada della Chiesa è quella di non condannare

eternamente nessuno.

aprile-giugno 2016 numero2

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 17

Page 18: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

IV

Giornate diDivorziat i r isposat i : re integrare non emarginare

Il sacerdote, evidentemente,deve conoscere bene da tem-po la persona in foro interno,essere una vera guida spiri-tuale del penitente; non puòagire in modo sbrigativo e de-ve essere capace di pacatezzanel giudizio morale, secondogli insegnamenti della Chiesae della teologia morale, non una “morale fredda da scrivanianel trattare i temi più delicati”, ma che lo “colloca piuttostonel contesto di un discernimento pastorale carico di amore mi-sericordioso, che si dispone sempre a comprendere, a perdo-nare, ad accompagnare, a sperare, e soprattutto a integrare”(AL 312). Una morale quindi carica di amore misericordioso,perché “non è più possibile dire che tutti coloro che si trovanoin qualche situazione cosiddetta ‘irregolare’ vivano in stato dipeccato mortale, privi della grazia santificante” (AL 301). Pa-pa Francesco cita il Catechismo della Chiesa Cattolica(n.1735): “L’imputabilità e la responsabilità di un’azione pos-sono essere diminuite o annullate dall’ignoranza, dall’inavver-tenza, dalla violenza, dal timore, dalle abitudini, dagli affettismodati e da altri fattori psichici oppure sociali” (cit. in AL302). “Per questa ragione, un giudizio negativo su una situa-zione oggettiva non implica un giudizio sull’imputabilità osulla colpevolezza della persona coinvolta” (AL 302, corsivinostri). D’altra parte occorre che il sacerdote ricordi “che, pro-prio per questa ragione, ciò che fa parte di un discernimentopratico davanti ad una situazione particolare non può essere

elevato al livello di una nor-ma” (AL 304).La cosa più importante che ilsacerdote deve tener presente,nel discernere la situazioneparticolare, è la responsabilitàsoggettiva della persona, anchequando il penitente si trova insituazione oggettiva di pecca-

to. Lo dice lo stesso Papa Francesco: “A causa dei condiziona-menti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situa-zione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente col-pevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in gra-zia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vitadi grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa.[…] Credendo che tutto sia bianco o nero, a volte chiudiamo lavia della grazia e della crescita e scoraggiamo percorsi di santi-ficazione che danno gloria a Dio (AL 305, corsivi nostri).Alcuni potranno rimanere delusi da questa prospettiva, prefe-rendo una pastorale “chiara e distinta”, che non dia luogo aconfusioni. Ma Papa Francesco ammonisce: “Comprendo co-loro che preferiscono una pastorale più rigida che non dia luo-go ad alcuna confusione. Ma credo sinceramente che Gesùvuole una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzoalla fragilità: una Madre che, nel momento stesso in cui espri-me chiaramente il suo insegnamento obiettivo, ‘non rinuncia albene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fangodella strada’ (Evangelii gaudium 45). […] È vero che a volte ci comportiamo come controllori della

grazia e non come facilitatori. Ma la Chie-sa non è una dogana, è la casa paterna do-ve c’è posto per ciascuno con la sua vitafaticosa” (AL 308, 310).I vescovi e i sacerdoti hanno una grande re-sponsabilità nel portare avanti questa reinte-grazione, ma sono proprio loro le mani ac-coglienti del Padre misericordioso, che ab-braccia e accoglie, rivestendo di grazia ilsuo figlio “che era perduto” (Lc 15,24).“Anch’essi sono rivestiti di debolezza, persentire giusta compassione per quelli chesono nell’ignoranza e nell’errore” (Pregh.di Francesco per il Giubileo). ■

Il sacerdote deve conoscere bene da tempo la persona in foro interno, essereuna vera guida spirituale; perché “non èpiù possibile dire che tutti coloro che sitrovano in qualche situazione cosiddetta

‘irregolare’ vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”.

aprile-giugno 2016 numero2

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 18

Page 19: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 19

i chiamo Maria Carmela, ho 35anni e vivo in un piccolissimopaesino della Sicilia orientale,

disteso e “abbandonato” tra le colline, co-me lo definisco io, che si chiama LicodiaEubea, in provincia di Catania ma, terri-torialmente e culturalmente, più vicino aRagusa.Il mio rapporto con la Fede è stato sem-pre un rapporto un po’ contrastato, pri-ma molto di più sicuramente a causadella mia giovane età, durante la quale,a causa della mia disabilità, avevo il bi-sogno di arrabbiarmi con qualcuno, edecco: io mi arrabbiavo con Dio perché co-munque, credendo sempre in Lui, sapevoche mi ascoltava.

Poi crescendo, le molte esperienze di vi-ta, i dolori, le delusioni…mi hanno por-tata a fare della mia fede il mio punto diforza, la mia stessa forza, ritrovata im-provvisamente per riemergere da diversimomenti veramente bui, che hanno ca-ratterizzato la mia vita, e durante i qualinon mi sono mai sentita sola ma anzi, hosentito e “visto” più volte l’intervento diuna mano Divina, spesso per il tramitedella “mia” Santa: Santa Rita, cui mi ri-

volgo e prego spesso.Grazie alla mia fede, e ritrovata la miaserenità, ho raggiunto un tale equilibriovitale che mi permette persino di vivereun forte dolore o la perdita di una perso-na cara, in maniera diversa…menodrammatica e con accettazione, poichéson convinta che ognuno di noi nasce giàcon un disegno di vita ben preciso piani-ficato accuratamente da Dio, lasciandocisolo un piccolo margine e poche occasionidi scelta e/o di modifica del nostro cam-mino per raggiungere la nostra salvezzaeterna. Nel 2008 per caso, scopro su in-ternet, di un reparto nato in un ospedaledi Bologna per opera di uno specialista,l’unico in Italia, che si occupa di malattieneuro-muscolari degenerative, quali di-strofie e atrofia, e quindi del mio caso;come guidata da una mano Divina, mimetto in contatto e rientro in carreggia-ta, essendo ormai da anni non più segui-ta da nessun medico…e da allora, ognianno mi reco a Bologna per il mio ricove-ro di routine. Qui la mia vita cambia, lamia mente si apre, cambia la mia visio-ne, la mentalità, l’accettazione, l’altrovolto della sofferenza… incontro bambi-ni, che invece di correre si divertono afarlo su delle carrozzine mini, conoscotanti giovani come me, tanti altri megliodi me, ma altrettanto tanti molto peggio,e qui ringrazio Dio per avermi dato unacroce non tanto pesante, che porto congrinta. Anche qui, come è mio solito edinnato istinto e bisogno, vado a cercareDio: c’è una cappella, al piano di sotto aquello del nostro reparto, gestita da so-relle già molto anziane ma che riescono afar venire un prete tutte le sere per cele-brare la Santa messa; negli anni, qual-che sorella è venuta a mancare e adessola messa viene celebrata solo il sabato.Io, per il mio carattere solare e socievole,sin dal primo ricovero, sono stata sempre“la ribelle” del reparto, “la siciliana to-

La mia disabilità è la mia forza: ho bisogno di trovare l'amore, l'amore per vivere

Gli occhi di Papa Francesco per sempre nel mio cuore

sta” o per alcuni, “l’africana”, cercandodialogo con tutti e cercando di coinvolgeree trascinarmi giù per quell’oretta da dedi-care a Nostro Signore anche non credentie non battezzati; vedendo che non era poicosi complicato, da qui il primo campanel-lino in testa dell’idea di andare tutti insie-me ad incontrare il Santo Padre.Le chiese, i luoghi religiosi, sono semprestati per me, le prime mete che cercoovunque arrivo, l’odore dei fiori, l’odoredell’incenso…e il Corpo di Cristo che cipurifica e guarisce dentro.Mi viene in mente un episodio, quandoun anno riuscii a portarmi giù a messaun ragazzino che al momento dell’Euca-ristia mi disse di volerla prendere, sape-vo che non ha neanche il battesimo manon per sua scelta, e siccome Dio non sinega a nessuno, feci con gioia cenno alsacerdote per darLa pure a lui: era cosiemozionato che dopo vidi nei suoi occhiuna luce diversa che mi fece sentire sod-disfatta, felice ed emozionata per lui, cheper la prima volta, non solo, l’avevo por-tato nella casa di Dio ma l’avevo anchefatto incontrare con Lui; dopo suggerii al-la mamma di portarlo in chiesa ogni tan-to al loro paese, so che questo non avvie-ne ma questo è un altro discorso.Completato il mio percorso di studio,lungo e faticoso, iniziano a venirmi tan-ti complessi su cosa fare in casa, come

Fede e Misericordiadi Maria Carmela FRAZZETTO

Maria Carmela con la sorella Laura, il suo angelo custode.

Laura con Papa Francesco.

Maria Carmela con la sorella Laura, il suo angelo custode.

M

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 19

Page 20: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

20 aprile-giugno 2016 numero2

trovarmi un lavoro, sento il bisogno dispiccare il volo, lasciando casa, trasferen-domi in una città per me più fornita di ser-vizi e accessibile, sento l’esigenza di una vi-ta indipendente e più autonoma; mi sentostretta a casa mia, soffocata, spenta…hobisogno di libertà e ho bisogno di trovare evivere l’amore, l’amore che per me ha rap-presentato sempre il motore della mia vita,senza amore non c’è contenuto, mi sentireivuota se non fossi innamorata, della vita,della natura, degli animali, ma anchel’amore che ho scoperto a Bologna che vedeal di là di ciò che vede…al di làdella disabilità fisica.Ma per riuscire a realizzare tuttociò però mi convinco che ho biso-gno, arrivata fino a questo puntodella mia vita, della benedizione“speciale” non di “uno” qualsiasi,ma bensì direttamente dall’in-viato di Dio sulla terra tra noi; equi scatta il campanello decisivo.Coinvolgo un po di amici “comeme” conosciuti a Bologna, e l’ideapiace ed entusiasma subito tutti;inizio una ricerca in internet,trovo il modulo e allego una let-tera dove spiego la situazione diognuno di noi, con richiesta diudienza privata: vogliamo PapaFrancesco tutto per noi!Invio il fax e in meno di 24 ore, lamattina seguente squilla il telefo-no di casa mia: una chiamata dalVaticano, ovviamente l’emozionemia e dei miei è a mille; mi chie-dono di specificare in quanti sare-mo e il giorno in cui vorremmoprendere parte all’udienza…pubblica. Perseverante per l’udienza privata, cercoaltre vie, contatto 2 miei amici seminaristi,tramite uno di questi entro in contatto conun comandante dell’arma dei carabinieriche ha contatti al Vaticano, e mi rassicurache avrebbe fatto il possibile, anche se cosamolto difficile viste le molteplici richieste,senza promettermi nulla e invitandomi so-lo ad avere fede e fiducia in Dio.Passano 6 mesi, ma niente, nessuno chia-ma, però mi viene conferito che PapaFrancesco, alla fine di ogni udienza pub-blica, scende tra la gente e saluta UNOPER UNO i diversamente abili messi da-vanti con relativo accompagnatore. Rife-risco ai miei amici, ma con mio grande

rammarico, nessuno di loro vuole sfidarela confusione nonostante assicuri che cifaranno fare un percorso alternativo; cosi,da un gruppo di 30, solo Noi…sempre so-lo Noi: io e mia sorella, spinte da un desi-derio sempre più forte, andiamo avanticon convinzione e determinazione. Alloraristampo il modulo, allego lettera perso-nale, e invio il fax chiedendo di partecipa-re all’udienza del 4 maggio; dovendo sali-re a Bologna per il mio ricovero fino al 3,una volta dimessa saremmo andate nellagrande città capitale della Fede.

Cosi, dopo 12 giorni di ricovero, che perme è una sorta di vacanza o ancor megliouna grande lezione di vita e di confronto,che mi permette di ricaricarmi di energia,il 3 mattino inizia l’avventura, treno ver-so Roma, lasciamo le valigie in hotel e ilprimo pensiero è andare a piazza SanPietro per ritirare i biglietti. L’indomani siamo pronte per il grande giorno e ilgrande incontro, iniziamo a chiedere aivolontari, seguiamo le indicazioni, poi aipoliziotti e in pochi minuti passiamoavanti a circa 30 mila persone fino a rag-giungere le guardie svizzere: sono proprioloro, che vedendo i nostri biglietti, ci dico-no che il nostro è un permesso speciale,con nostra gran sorpresa, ci raggiunge in

pochi secondi un Monsignore, stavolta al-to, giovane, elegante e gentile che, col sor-riso, ci invita a seguirlo mettendoci dietrola banda che suonava, e qui la nostraemozione era già a mille, ci avevano datoun permesso speciale e accompagnatedalla musica: un regalo di Dio. Passiamoavanti ad altra carrozzine disposte in filel’una dietro l’altra sia a destra sia a sini-stra, e qui ingenuamente chiediamo dipoterci fermare anche lì, ma con gioia efiducia veniamo invitate a proseguireperché noi abbiamo il posto davanti in

prima fila e infatti, solo da un la-to, a destra dal centro dove siede-rà il Santo Padre, erano disposte4 file, noi veniamo sistemate da-vanti alla prima.Qui ritrovandoci a pochi metri dalcentro l’emozione è già forte escoppiamo in un pianto le cui la-crime si succederanno ad intermit-tenza: quando vediamo spuntaresorridente e salutando il SantoPadre sulla sua papa mobile,quando raggiunge il suo posto sa-lendo a piedi a pochissima di-stanza da noi e quando alla finedella funziona scende tra la gen-te e inizierà a salutare tutti noidavanti UNO PER UNO, cosi co-me mi era stato assicurato.E’ stata un’emozione fortissima, ciha toccate, baciate e benedette, c’èstata solo una conversazione congli occhi perché il nostro pianto,toccando il cuore di Papa France-sco, sorridendoci non è riuscito ne-anche lui ad aprir bocca, ma i suoi

occhi nei nostri occhi ci sono rimasti im-pressi, credo per sempre.Avrei voluto accanto a me, tutti in fila, imiei amici d’avventura di ricovero, il miopensiero è andato soprattutto in coloroche, nel giro di quei nostri 6 mesi d’attesa,erano venuti a mancare improvvisamenteraggiungendo direttamente Dio in cielo.Da quel giorno io e mia sorella, che è lamia vita, la mia forza, la mia speranza, ilmio angelo, siamo cariche di fede, di spe-ranza, di fiducia e di amore in Dio, poichéLui stesso ci ha toccate, e la coroncina delSanto Rosario che un vescovo, cammi-nando dietro Papa Francesco, consegnavaa ciascuno di noi, sarà il regalo più pre-zioso che custodiremo sempre. ■

Fede e Misericordia

Papa Francesco saluta Maria Carmela.

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 20

Page 21: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

giovani del nostro oratorio … Oggi tuttii cristiani che muoiono sono personeche conosciamo ... ed è molto difficileper noi accompagnare queste situazioniestreme” ha confidato don León.L’agenzia ANS ha intervistato don PierLabloyan, SDB, che vive e opera adAleppo (6 maggio). Alla domanda Cosati fa più paura: il rumore dellebombe o il cortile vuoto? Don Lablo-yan ha risposto: “Quando il cortile (del-la casa salesiana, ndr) è pieno di ragaz-zi e giovani vuole dire che c’è ancorasperanza per un presente e futuro mi-gliore. Come una volta ha detto il Ret-tor Maggiore Emerito, Don PascualChávez: “I giovani non sono soltantouna risorsa per il futuro, i giovani sonouna risorsa per il presente!” Per questo,i rumori delle bombe di sicuro passe-ranno, ma quando non ci sono i giovani,non promette bene... L’articolo 18 delleCostituzioni (Salesiane), su lavoro etemperanza, riporta che il Salesiano èpronto a sopportare caldo e freddo, setee fame, fatiche e disprezzo, ogni voltache si tratti della gloria di Dio e dellasalvezza delle anime. Penso che possia-mo aggiungere la guerra e tutti i maliche ne derivano.” ■

aprile-giugno 2016 numero2 21

Dal mondodi Andrea CARBONARI

a Famiglia Salesiana si trovaa operare in molte situazionidifficili in Italia e nel mondo.

Fra le più difficili vi è quella della Si-ria, paese dilaniato dalla guerra. Negliultimi giorni si parla di frequente diAleppo, città siriana al centro di scon-tri, dove vive una comunità cristiana edove operano i salesiani.“In tutto il Medio Oriente ci sono moltesituazioni difficili, ma questo è vero so-prattutto in Siria e nelle ultime setti-mane ad Aleppo. Si potrebbe dire chel’ultima è stata una delle peggiori setti-mane vissute in questi cinque anni diguerra” ha dichiarato il 2 maggio al-l’ANS don Alejandro León, SDB, mis-sionario in Medio Oriente. “La situa-zione è molto confusa, perché ci sonomolte fazioni in lotta, in una guerra ditutti contro tutti dove i civili sono, pur-troppo, nel mezzo.” E ha aggiunto:“Purtroppo in questo, co-me in molti altri conflitti,i media forniscono le in-formazioni che convengo-no secondo la linea pre-scelta dai governi e crea-no l’opinione pubblicasulla base di quelle linee.Negli ultimi tre giorni so-no stati attaccati nume-rosi quartieri di Aleppo,alcuni con una predomi-nante presenza cristiana,ma di questo si è parlatopoco, si è menzionato solol’ospedale.”A causa dei combatti-menti l’opera salesianadi Aleppo è diventatacentro di raccolta e di ag-gregazione per la comu-nità cristiana della città,poiché molte chiese sono

state distrutte. Come riferisce don Le-ón: “Un esempio molto significativo èquello dei giovani sacerdoti di diversiriti cristiani che si riuniscono settima-nalmente nella nostra opera per for-marsi, pregare, incoraggiarsi e condivi-dere le loro esperienze di fede in questocontesto”. La guerra ha avvicinato icristiani di Aleppo alla casa salesiana,ma anche la casa salesiana alla città. Equesto sia nelle gioie che nei dolori. “Inquesti anni abbiamo sofferto partico-larmente per la perdita di bambini e

L

Aleppo: salesiani sotto le bombe

Quando il cortile della casasalesiana è pieno di ragazzi e giovani vuole dire che c’è

ancora speranza per un presente e un futuro migliore.

Aleppo - Foto ANS

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 21

Page 22: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

22 aprile-giugno 2016 numero2

Incontri

Il dott. Bijoux mi riceve a Treviso, presso la sede di un’organiz-zazione no profit, Englosax, che egli supporta in prima perso-na. Si tratta di un gruppo di volontari impegnati a promuoverela conoscenza della lingua inglese. L’organizzazione si occupadi promuovere eventi, serate, seminari in cui si possono appro-fondire temi economici o culturali, e durante i quali si può par-lare in lingua inglese. Questa attività è stata pensata per sti-molare e supportare la comunità a conoscere ed usare l’inglesein modo da abbattere la barriera linguistica, che molto spessoimpedisce a noi italiani di entrare in contatto con altri paesi ascopi personali o professionali (http://www.englosax.org)

Com’è stato per Lei parlare ai ragazzi di una scuola sa-lesiana?E’ stata un’esperienza positiva. Lavorare con i giovani e dareloro consigli nell’ambito del lavoro, o per valutare il percorsouniversitario, affinché la loro scelta della loro carriera post-scolastica sia la migliore è sempre stata una mia passione edun punto di forza: l’ho fatto sia nell’ambito della mia professio-ne in UK, a Londra, sia negli USA, a New York.Sono felice di potere fare questo, e sono stato felice di poterdialogare con ragazzi che studiano in una casa salesiana.

Cosa ha pensato fosse importante trasmettere qualemessaggio ai ragazzi, riguardo il futuro, l’economia, illavoro etc…?Il messaggio è: “siate preparati”.E’ necessario sviluppare ed aggiornare costantemente le pro-prie competenze, perché il mondo corre veloce, e non è dettoche quello che stai studiando oggi sia la cosa che ti potrà dareda mangiare, una volta terminato il percorso di studi. I giovanioggi devono essere molto oculati nella scelta del campo di stu-di, non fermarsi ai percorsi tradizionali, solo per “sentito dire”o per un’abitudine sociale a ritenere che la tal professione siaredditiva od adeguata. Devono essere molto oculati nelle pro-prie scelte formative. La scuola ha una grande responsabilitàin questo senso: gli studenti passano anni a studiare, cinqueanni di scuole superiori ed almeno tre anni di università, e, do-po questo periodo di tempo, il mondo del lavoro, delle profes-sioni, cambia, rispetto al momento il cui essi hanno iniziato glistudi. La scuola ha la responsabilità di dare informazioni asupporto di queste scelte, perché se la scelta formativa non èstata sufficientemente valutata e vagliata, il giovane scopre

troppo tardi, nel momento in cui finalmente si aspetta di en-trare nel mondo del lavoro, che le sue competenze non sono piùadeguate allo scenario economico mutato.La responsabilità della scuola è primariamente quella di sensi-bilizzare i giovani a comprendere se stessi, i propri punti forzae i propri punti di debolezza, per poter scegliere un percorso,prima formativo, e poi professionale, che possa basarsi sulle lecapacità del singolo, esaltandole nella propria unicità. Solo inquesto modo i giovani possono affrontare i lunghi anni di scuo-la con costanza e determinazione, elaborando poi le conoscenzeacquisite, per poterle applicare nell’attualità del momento sto-rico che andranno ad affrontare professionalmente.Altro aspetto su cui la scuola ha un’importante responsabilitàè quello di informare i giovani studenti sulle strategie del go-verno del Paese, le politiche della Comunità Europea, i proget-ti di sviluppo, gli investimenti previsti sui vari settori dal mo-mento presente ad un futuro di almeno 4-5 anni, ed elaborarequeste informazioni per presentare una visione più chiara delcontesto economico in cui andranno a muoversi. Solo dopo averottenuto queste informazioni è possibile operare scelte consa-pevoli: senza queste informazioni si fanno scelte alla cieca.La lezione per me è stata, e continua ad essere, che il titolo distudio da solo non può garantire la realizzazione professionaleed economica. Ci sono laureati che non hanno denaro in tascanemmeno per offrire un aperitivo ad un amico, mentre ci sonolavoratori temporanei che possono permettersi di portare fuoria cena la propria ragazza. Questa è la lezione della vita, secon-do me: essere curiosi e disponibili ad imparare, assumerequante più informazioni possibili sul contesto in cui ci si muo-ve, e scegliere consapevolmente considerando i propri puntiforza e le aree che possono essere migliorate. Ecco cosa intendoquando dico che per trovare il proprio posto nel mondo è neces-sario conoscere se stessi.

La sua visione è molto interessante e credo possa aiu-tarci a comprendere molti aspetti della realtà economi-ca attuale. Anche don Bosco si teneva sempre molto in-formato riguardo la realtà della sua epoca, con l’obietti-vo di utilizzare queste informazioni a vantaggio dei gio-vani. Lei conosce don Bosco? Credo sia stato una grande persona, ed un grande sacerdote.Credo abbia avuto a cuore i giovani, un po’ come ce li ho a cuo-re io stesso, e credo sia riuscito ad aiutare i giovani in modo co-

Frank Bijoux: “Per trovare la propria strada nel mondo bisogna conoscere se stessi”.

Il dott. Frank Bijoux, americano di New York, lavora in Italia per aziende italiane che cercano di approcciarei mercati anglofoni. Ospite presso il Collegio Salesiano Astori, ha tenuto una conferenza in inglese per iragazzi dell'indirizzo economico. Nel suo intervento ha sottolineato che “per trovare la giusta stradanel mondo, bisogna conoscere se stessi”. Intervistato per Voci Fraterne, racconta la sua esperienza e lasua visione riguardo ai giovani ed al mondo del lavoro, in un continuo riferimento al carisma di don Bosco.

di Giulia SMANIOTTO

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 22

Page 23: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 23

si significativo, da dare un contributo concreto e visibile all’in-tera società, all’intera umanità.

In che cosa consiste il suo lavoro? C'è una particolareattenzione al mondo giovanile nella sua professione?Si, perché i giovani sono il nostro futuro. Quando vivevo a NewYork, durante il boom economico sotto il governo del Presiden-te Clinton (1998), mi capitava di passare nell’area di Harlem(quartiere abitato prevalentemente da afroamericani, NdR) evedevo giovani nella disperazione e nel disagio. Ragazzi chesognavano di diventare star del cinema o dello sport, ma chenon avevano pianificato alcun piano B, nel caso il loro sognonon fosse diventato realtà. Rimanevano senza un lavoro, di-ventavano inattivi ed improduttivi, con poche speranze ed unavisione limitata. Erano letteralmente persi. Mi chiedevo tutti igiorni cosa avrei potuto fare per quella realtà.Compresi che sarebbe stato importante insegnare loro comeutilizzare il computer, per dare loro nuova visione e nuove spe-ranze, visto che l’assenza di questa competen-za, già di per se, relegava questi giovani com-pletamente fuori dal mercato del lavoro.

Mi sono ingegnato, ho coinvolto conoscenti eamici, ne ho parlato con il sacerdote della par-rocchia di riferimento, e ho spiegato la mia vi-sione. Il sacerdote ha capito ciò che intendevorealizzare e abbiamo iniziato a lavorare perpoter realizzare il progetto FoY - Focus onYouth (nome che potremmo tradurre con “Fo-calizziamoci sui giovani” NdR). Siamo riuscitia contattare le Nazioni Unite, Citybank - checi hanno fornito i computers usati - Microsoft, e abbiamo coin-volto le scuole di formazione le scuole tecniche; alla Messa del-la domenica distribuivamo volantini per pubblicizzare la for-mazione che veniva organizzata in parrocchia, e cercavamo diraccogliere fondi per sostenere questa attività. Ben presto an-che altre parrocchie mi contattarono per organizzare lo stessocorso di computer.Quando, dopo l’11 settembre 2001, tutta Wall Street ebbe biso-gno di tecnici per l’inserimento di dati nei sistemi informatici,ed andarono nella parrocchia di Harlem per trovare persone ingrado di effettuare questa attività, così questi giovani formatida noi, ebbero l’opportunità di accettare un lavoro qualificato eben retribuito. I ragazzi che vedevo tutti i giorni riversi nella loro povertà enella loro disperazione, ora potevano accedere a possibilità po-sitive di guadagno e realizzazione personale. Il progetto esisteancora, è supportato dalla Chiesa locale, e si interessa dellecompetenze informatiche di base per i giovani della comunità.Vivo e sento il senso della mia vita quando posso apportare uncontribuito di qualità per la comunità in cui vivo, in una moda-lità che riflette me stesso, quando realizzo di poter aiutarequalcuno e lo faccio. Questo modo di vivere è funzionale a sup-portare i singoli e le famiglie, affinché sempre più sogni possa-no diventare realtà. Cosi si possono aiutare le persone a com-prendere come dare senso alla propria vita.

Il racconto di questa sua esperienza riflette lo spiritosalesiano: aiutare i giovani attraverso la formazione ele competenze. Cosa si sentirebbe di consigliare ai gio-vani che stanno cercando lavoro oggi?

In Italia la situazione professionale dei giovani è particolar-mente complessa, credo fondamentalmente per una questionepolitica: il sistema è “incastrata” tra due visioni economicheopposte, quella capitalista e quella socialista.In realtà, solo prendendoti il rischio puoi sopravvivere in que-sto contesto globalizzato. Qualcuno ti apprezzerà, apprezzeràle tue idee ed il tuo modo di pensare, e così potrai man mano“assicurarti” la crescita ed il futuro. Il sistema europeo non in-coraggia i ragazzi a cercare davvero il proprio mestiere, mapiuttosto i giovani sono portati ad “aspettare il proprio turno”,con il rischio di diventare sempre più vecchi, prima che l’ago-gnato turno arrivi. E così si assiste a giovani qualificati e laureati che lascianol’Italia e cercano in altri paesi migliori opportunità. I giovanioggi non possono pensare di confrontarsi nel mercato locale,ma la loro professionalità deve misurarsi in ambito globale,per poter assicurarsi un’attrattiva adeguata nei confronti delleaziende che potrebbero assumerli.

I problemi dell’occupazione giovanile do-vrebbero essere monitorati a livello comuni-tario e non solo italiano. Ciò che si faceva inpassato continua ad essere fatto, nella con-vinzione che sia naturale. I giovani non han-no un atteggiamento proattivo e sfidante,non c’è nessuno che li spinga a fare questo.Il tema delle opportunità è sulla bocca ditutti, ma le opportunità non si manifestanoda sole, c’è bisogno che tutto il contesto e glistrumenti siano allineati per creare oppor-tunità. Il sistema deve fare la sua parte, maanche il settore privato ha una responsabili-

tà importante in questo ambito. Le famiglie potrebbero lascia-re più responsabilità ai propri figli, senza spingerli a raggiun-gere una qualifica senza la dovuta consapevolezza, specie sepoi, nella pratica, tale qualifica si rivela inutile per la realizza-zione professionale ed economica del ragazzo.

Quali saranno i lavori più richiesti nel 2020? Perché?Alcune professioni non esisteranno più e quelle che rimarran-no vivranno un approccio differente: si tratterà di gestire latecnologia e di trovare innovative applicazioni alle innovazionitecnologiche.Non saranno, perciò, professioni prettamente tecniche, mapiuttosto professioni di concetto per portare l’innovazionetecnologica in applicazione inusuale e vantaggiosa.Questa è la Quarta Rivoluzione Industriale, è il periodo chestiamo vivendo. L’imperativo sarà comprendere le applica-zioni della tecnologia, serviranno professionisti in grado dicomprendere come ed in che ambiti queste applicazioni sa-ranno possibili.Altra sfida, sarà l’applicazione etica delle tecnologie, nelle ge-stione della privacy, ad esempio, o come utilizzare la conoscen-za di dati in modo etico. I valori personali saranno sempre piùconsiderati e sarà sempre più necessario trovare modalità cheli mantengano rispettati

Grazie per il suo contributo, dott. Bijoux. Credo che glispunti che ci ha regalato possano aiutare noi Exallievidi don Bosco a supportare con maggior efficacia i nostrigiovani, magari prendendo spunto dalla sua esperienzaper creare progetti come i suoi nelle nostre comunità.

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 23

Page 24: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

24 aprile-giugno 2016 numero2

Cosi cantava Umberto Saba in “Felicità” (Il Canzoniere). Pensavo aquesti versi mentre passeggiavo con gli amici della Sez. Cultura del-la C. R. Asti. Ed è sempre veramente piacevole essere a Trieste, cittàcrocevia d' Europa e terra d'adozione che da sempre sa accoglierenon solo turisti e gente di commercio, ma anche intellettuali d'ecce-zione, come James Joyce, amico di Italo Svevo, che, tra l'altro, giunsea lasciar scritto: “La mia anima è a Trieste”.La città, in effetti, si offre maestosamente nella sua elegante e seve-ra struttura urbanistica di sapore asburgico che forse tradisce unavocazione intima, o almeno una tradizione, più mitteleuropea chenazionale. Sono, senza alcun dubbio, il golfo omonimo ed il mare, co-sì blu intenso e increspato tanto che, al suo primo apparire, viene inmente Dante: “ … conobbi il tremolar della marina”, ad arricchire difascino l'ammirevole rete urbana di vie e corsi adornati da meravi-gliosi palazzi architettati con rigore mirabile e di splendide piazze,tra tutte, piazza dell' Unità d'Italia, uno di quei luoghi unici ed indi-menticabili in cui il tempo è sospeso (incluse quell' intensa Età risor-gimentale e quella immediatamente successiva vissute da Don Bo-sco) ed il senso della Vita con un irresistibile richiamo ad un Supe-riore sentire, si sprigiona incantevolmente.. Notevoli i monumenti diTrieste, ammirevoli le vestigia di epoca romana: il foro, la basilica, ilteatro ben conservato. La città fu importante colonia con il nome diTergeste, la Cattedrale di San Giusto, il Teatro Verdi, i castelli di Mi-ramare e di Duino, il palazzo e museo Revoltella, i luoghi che ricor-dano l' irredentismo, come piazza Guglielmo Oberdan, luogo delmartirio del Patriota, di cui Trieste fu il centro più attivo ed ardente,come lo fu anche durante il periodo della guerra civile nella secondaguerra mondiale (semplicemente struggente e commovente è la visi-ta alla Risiera di San Sabba).Concludiamo citando il Maestro triestino Luttazzi il quale, nel suo te-sto musicale e metaforico “El can de Trieste” si abbandona, in sintesidefinitiva ed umanamente ineccepibile, a quel “can de Trieste, nato inun' osteria “che” sol davanti ad un fiasco de vin fa le feste ed è così bea-to e me lecca come un matto e poi … poi sarà quel che sarà”.Come sempre, puoi girare e anche rigirare, puoi ancora ricercareun' espressività più o meno appropriata ed anche più o meno colta,ma una bella e geniale Canzone, soprattutto se di matrice puramen-te artistica e per di più italiana, docet.... Passano gli Anni, la Vita,però.... una Canzone no”, " Don Bosco ritorna ..."

Umberto SconfienzaEx allievo,salesiano cooperatore.

COMAZZI DAYLa passione e lo spirito salesiano hanno pervaso lamia vita, fin dall'infanzia. Ricordo quando mio pa-pà, Giuseppe Comazzi, che è stato in tre collegi sa-lesiani diversi (Casale, San Benigno e Valdocco),andava ai raduni degli ex allievi di tutti. Poi ha ri-stretto il campo a San Benigno, il collegio cui erapiù affezionato, che l'ha forgiato nella professione enello spirito. Lui dice sempre, scherzando ma nondel tutto, che dopo quello che gli hanno fatto passa-re i Salesiani quand'era ragazzo, la vita per lui èstata una passeggiata. E che quando fece domandadi assunzione a "La Stampa", nel 1951, e il capo delpersonale di allora, che si chiamava Fenu, lo chia-mò per un colloquio, vide che aveva ben sottolinea-to la sua formazione nelle scuole salesiane. Perquesto, e per tanto altro, era grato.E poi c'è l'amore per Don Bosco: puro, cristallino, in-contaminato. Così, quando gli ex-allievi mi hannodetto che volevano fargli omaggio, a sorpresa, del di-stintivo d'oro, sono stata molto contenta di contribui-re all'improvvisata.E' stata commovente la cerimonia di consegna, con il

mio ultranovantenne padre che piangeva ma ugual-mente non rinunciava, quando gli amici lo prendeva-no in giro per la sua "vis polemica", alla vis polemicamedesima. E' stata una bella giornata: la messa, lapergamena e il distintivo, la presenza di tanti ex al-lievi, tutti affettuosissimi, la presenza del presidentenazionale, del presidente ispettoriale, di tante perso-ne liete di festeggiarlo. Poi il pranzo, di valore e si-gnificato maggiori perché preparato dagli allievi at-tuali. Un'atmosfera serena, nello spirito associativoche si va perdendo, ed è un peccato. Ma è uno spiritoindomabile, e sicuramente, con l'aiuto del Santo, pre-varrà con i suoi valori.Naturalmente mi sono commossa anch'io. Grazie, elunga vita a tutti, e viva Don Bosco che ritorna, ora esempre, tra i giovani ancor.

Alessandra Comazzi

SUL TARDI L’ARIA SI AFFINA ED I PASSI SI FANNO LEGGERI...

Vi ta Associat iva

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 24

Page 25: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 25

Vi ta Associat iva

Di estrema importanza ed attualità la conferenza organizzata dall’ Unio-ne Exallievi di Don Bosco di Soverato, il 6 maggio u.s., dal titolo “Qua-

le famiglia?”, sui temi del valore della famiglia tradizionale e i nuovi modellidi famiglia in via di affermazione. Relatore l’Avv. Giancarlo Cerrelli, del foro diCrotone, da tempo impegnato a livello nazionale nella difesa della famiglia edei minori. Lo spirito dell’incontro era proprio quello di richiamare l’atten-zione e invitare alla riflessione su tematiche di fondamentale importanzaquali quelli sulle unioni civili, la step child adoption e la ridefinizione delconcetto di “madre” e di “padre”. L’Avv. Cerrelli, ha efficacemente espostoquale scenario si profili a seguito degli attacchi alla famiglia tradizionale per-petrati da potenti lobby culturali e politiche e quali possano essere le con-seguenze per l’equilibrio della società e dei singoli individui se la tendenzaculturale in atto seguiterà ad affermarsi.Dal punto di vista giuridico si sta sostanzialmente cercando di scardinarel’idea di famiglia come società naturale fondata sul matrimonio fra un uomoe una donna, idonea a dar vita ad altri individui; ma in questo modo la fun-zione sociale del matrimonio, che ne ha giustificato la rilevanza giuridica,verrebbe meno. E venendo meno la funzione sociale del matrimonio qualefondamento di rilevanza giuridica, si apre logicamente e coerentemente lastrada al riconoscimento di tipi di unione ulteriormente e radicalmente di-verse. In un progetto di legge avanzato da una delle forze politiche oggi al-l’opposizione del nostro Parlamento, v’è la proposta di ammettere e legaliz-zare la poligamia e la possibilità di contrarre matrimonio e unioni ci-vili anche fra specie diverse purché consenzienti (a parte tutto… comeraccoglieremo il consenso della specie diversa da quella umana?!).La legge sulle unioni civili, di recente approvazione, ad esempio, non è solola regolamentazione di un costume che di fatto si concreta nella realtà e chepertanto richiedeva pur sempre un riconoscimento giuridico a disciplina ditaluni aspetti che possono essere rilevanti per l’organizzazione della vita so-ciale. Il punto è che si sta facendo confusione fra realtà intrinsecamente di-verse fra loro, si tende a perdere di vista il senso del concetto di “famiglia” edi “matrimonio” da cui la famiglia origina. E si vogliono ad essi istituti assi-milare unioni che non possono avere lo stesso valore; né pertanto meritarela medesima tutela giuridica. Così papa Francesco, nell’ “Amoris laetitiae”:“Avanza in molti paesi una decostruzione giuridica della famiglia che tendead adottare forme basate quasi esclusivamente sul paradigma dell’autono-mia della volontà”.(Amoris laetitiae n. 53).Le tappe della decostruzione giuridica dell’istituzione familiare nell’ordina-mento giuridico italiano muovono dalla legge del 1975 di riforma del dirittodi famiglia che ha introdotto nel nostro ordinamento il divorzio; si è prose-guito nel ’78 con la legge sull’aborto, poi con l’introduzione del divorzio fa-cile e infine con l’approvazione della legge sulle unioni civili. Ma le tappe fu-ture saranno imminenti e in rapida successione. La difficoltà ad assumersi responsabilità, a limitare la propria autodetermina-zione ha portato il legislatore ad assecondare tendenze culturali disgregantidell’istituzione familiare e, quindi, della stessa compagine sociale, nonché acedere all’ideologia gender in via di diffusione.La dinamica di tale profondo mutamento sociale e giuridico segue un indot-trinamento culturale che tende a modificare le coscienze sì da poter giunge-re a ridefinire il concetto stesso di famiglia, assimilando ad essa unioni ditutt’altro genere; un indottrinamento che avviene in modo subdolo facendoleva sull’ esaltazione dell’ “amore” nella malintesa accezione di puro senti-mento, emozione, passione, il quale, solo, sarebbe a fondamento, necessa-rio e sufficiente, di ogni possibile unione. Unione che però, si badi, è in real-tà riportata solo al soggetto senziente, divelta da qualsiasi obbligo nei con-

fronti dell’altro. Unioni che, fondate sul vacuo, possono in ogni momento, ea discrezione di ciascuno, rompersi. Sotto le mentite spoglie dell’ amore sipersegue in realtà nient’ altro che l’appagamento personale. L’amore è at-tualmente identificato e fatto esaurirsi in quello che è l’amore romantico, in-teso come sentimento piacevole, prodotto dall’attrazione emotiva nei con-fronti dell’altra persona, ma sciolto da qualsiasi impegno. Amore emotivoche si contrappone all’ amore responsabile del matrimonio.Dunque va affermandosi, da un lato, la possibilità e facilità di rompere i le-gami, dall’altro, la legittimazione ed equiparazione di qualsiasi tipo di unioneche sia sorretta da un qualche sentimento. Oggi, in sostanza, è messo in discussione il concetto di “natura”, di generecome dato naturale, ed è sostituito dall’idea che il sesso è frutto non dellanatura ma della cultura. Il relativismo etico fa credere che non esista una ve-rità sull’uomo, ma ognuno deve avere la personale verità sulla sua natura. Già Benedetto XVI parlava della dittatura del relativismo che vuole fare ap-parire verità quelle che non sono. Ed oggi papa Francesco chiaramente diceche quando il pensiero, debole, del relativismo diventerà pensiero unico,obbligatorio anche per legge, a quel punto finisce la libertà religiosa e diopinione e iniziano pericolose forme di totalitarismo. È interesse delle lob-bies di potere, la cui esistenza sfugge ai più, costruire una società in cui isoggetti sono monadi, incapaci di comunicare fra loro perché mancanti diuna base morale e valoriale comune su cui fondare il dialogo. In questa soli-tudine, privi del contesto familiare e di un baricentro etico, gli individui sonopiù facilmente aggredibili e manipolabili nei loro pensieri e desideri, quindi,nelle loro scelte e nella loro capacità di reale autodeterminazione, la cui tu-tela, paradossalmente, starebbe alla base della auspicata libertà dai vincoli,nella specie, quelli matrimoniali. Il senso della vita sfuma, e pertanto viene a mancare l’incentivo alla proget-tualità e si è portati a cercare soddisfazioni temporanee, che facciano “sen-tire vivi”, e conseguentemente si esaltano le emozioni, il desiderio, le passio-ni, in una escalation nella ricerca di emozioni forti che facilmente portanoad eccessi, come abuso di alcol e droghe o dipendenza dal sesso. Il bene eil male diventano categorie soggettive, non è più chiaro né tanto menoscontato cosa sia bene e cosa male. Siamo in mezzo ad una battaglia cultu-rale ed anche soprannaturale, di fronte a cui il cristiano non può rimanereindifferente né convivere con le tendenze del mondo. Le battaglie sui principi non sono più delegabili da chi li ha a cuore: è neces-saria una forte presa di coscienza dei cattolici e che essi profondano tutto iloro impegno per la difesa dei valori della famiglia e del rispetto della naturaumana. È in gioco la nostra civiltà.

Maria Caterina Procopio

DOPO L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE SULLE UNIONI CIVILI:QUALE FAMIGLIA?

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 25

Page 26: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

26 aprile-giugno 2016 numero2

Vita Associat iva

Ogni anno, a Lanusei, la terza domenica di settembre, viene effet-tuato un Pellegrinaggio al Tempio dedicato a Don Bosco, cui par-

tecipa tutta la Famiglia Salesiana. Evento proposto dal Sacerdote Sale-siano Don Orlando Cruccas, fatto proprio dagli ex allievi e punto irri-nunciabile del programma annuale della loro Ispettoria Regionale.Giornata di festa, di devozione, di amicizia per ricordare questo profe-tico Santo e ringraziare il Signore per il grande dono concesso a tuttala Chiesa ed all’umanità.I Salesiani, con tristezza,ma necessaria soluzione,hanno deciso di chiuderela Casa di Lanusei – primoinsediamento in Sardegna( 1898 ) – cui si sono for-mati migliaia di allievi, te-stimoni convinti del cari-sma e degli insegnamentiricevuti. Gli abitanti di tut-ta l’ Ogliastra, e non solo,hanno sofferto molto perquesta decisione, hannocercato di bloccarla, spe-rando di procrastinare lapresenza e l’attività di que-sta antica e prestigiosaOpera, realtà che per lun-ghissimi anni è stata faro dicultura ed educazione per igiovani provenienti da tuttoil territorio sardo.Questo è l’ antefatto: lagrande folla che ha parte-cipato all’ evento apparivatriste e frastornata, perchéera l’ ultima volta che si poteva stare insieme e pregare presenti i Sa-lesiani. Era noto, infatti, che lunedì 21 settembre avrebbero lasciatoLanusei. L’ attività, per ora, verrà continuata dai laici, con l’impegnoper i giovani in oratorio, il tutto garantito e guidato dalla Diocesi.Quando, in qualità di Presidente Regionale degli ex allievi salesiani,sono stato chiamato all’ Ambone, con dispiacere, ma con fermezza, hofatto questa riflessione: Amici, qui, nei locali del Tempio dedicato aDon Bosco, promettiamo di non essere più tristi.Il fatto è compiuto : via i Salesiani dalla loro Opera in questa splendidarealtà (anche se sarà presente una volta alla settimana un Confratello),noi tutti sbigottiti, per la loro motivata decisione; consapevoli, però,grazie anche all’ educazione di vita ricevuta, nonché seguaci felici delcarisma e degli insegnamenti del caro figlio di Mamma Margherita, chequanto è successo è solo un accadimento, doloroso ma razionale, di

un percorso di vita, che ci deve vedere ancora propulsori convinti dioperatività cristiana, per via dell’ identità e dell’ appartenenza salesia-na, che albergano fortemente in ciascuno di noi. Siamo figli di Don Bosco, ma, con il Battesimo ricevuto, siamo fratelliin Gesù: questa è la certezza che ci fortifica e ci accomuna. E ci da im-mensa gioia! L’ attaccamento alla Chiesa ed ai valori cristiani, la defe-renza verso il Papa, sono momenti fondanti del proprio percorso spiri-tuale : essere presenti e testimoni della Parola di Dio, è il contenutosignificativo per la salvezza dell’ anima, precipuo obiettivo del nostroesistere, aiutati dalla Fede. Questo è vivere da cristiani maturi e con-sapevoli: tutto il resto è importante, ma non esaustivo. Ciò che i Sale-siani hanno fatto per questa realtà non va sciupato o dimenticato:hanno problemi di Sacerdoti attivi per vigore ed età, numericamentesufficienti, per affrontare quanto la società attuale richiede. Vorrebbe-

ro ancora fare tanto, manon possono farlo dap-pertutto. Hanno scelto diessere presenti, come in-dicato nelle loro Costitu-zioni, laddove più neces-saria è la partecipazioneper l’ educazione dei gio-vani ed il loro inserimentonella società.E’ un diritto che tutti noidobbiamo rispettare. CheDio li aiuti ad essere an-cora buoni seminatori.Potevano, forse, renderepiù agevole e comprensi-bile il loro abbandono, seavessero parlato di più econ maggior chiarezza suquanto sarebbe potutoavvenire, chiedere consigliper eventuali differentiobiettivi da conseguire,insieme ; e ricercare nuo-vi programmi di attività,coinvolgendo tutti, non

dico sulle decisioni finali, ma almeno in una discussione costruttiva emeditata, con la Famiglia Salesiana nella sua interezza.Forse avranno provato a farlo, ma la comunicazione diretta e coinvol-gente non si è avvertita : è questo il maggior senso di frustrazione cheha colpito tutti noi, storditi dalla dolorosa realtà. Amici, il mondo vaavanti ed anche noi cambiamo ritmi ed atteggiamenti per la attenzioneai giovani : agiamo da laici impegnati, come veri Figli di Don Bosco, edin sequela con la Parola di Dio, cerchiamo di migliorare le condizioni divita in questa Società, difficile e complessa, con amorevole dedizioneverso chi soffre, ha avuto di dimeno, non conosce Gesù. Allora sì, anche senza la presenza salesiana, sarà visibile la testimo-nianza di chi da loro è stato istruito ed educato, e continua ad amarlie rispettarli. Don Bosco sorridente apprezzerà i nostri sforzi e ci rac-comanderà alla clemenza del buon Dio.

Franco Galizia

IL TEMPIO DI LANUSEI DEDICATO A DON BOSCOCIÒ CHE I SALESIANI HANNO FATTO NON VA SCIUPATO O DIMENTICATO

La presenza e l’attività di questa antica e prestigiosa Opera è stata faro di cultura ed educazione per i giovani provenienti da tutto il territorio sardo.

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 26

Page 27: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 27

Vi ta Associat iva

UNIONE DI CIVITANOVA MARCHE

XX CONVEGNO ANNUALE

Sabato 9 aprile 2016, presso il salone parrocchiale di San Marone, si ètenuto il XX convegno annuale. Al tavolo della presidenza il presidente

Gianfranco Palmieri, il parroco e direttore dell'opera Don Giovanni Molina-ri, il segretario Mariano Corvaro, il delegato salesiano don Giuseppe Bo-gatto e don Ubaldo Montisci, docente in Scienza dell'educazione pressol'Università Pontificia Salesiana di Roma che ha relazionato sul tema delconvegno:” Educare alla fede in famiglia oggi: si deve, ma......si può?”.Il presidente Palmieri ha sottolineato la ricorrenza del Ventennale dell'Asso-ciazione e illustrato il pro-gramma svolto nel 2015“anno di grazia” con tuttele varie iniziative culturali ereligiose che la comunitàparrocchiale salesiana haportato avanti in occasio-ne del Bicentenario dellanascita di San GiovanniBosco. Tra le varie iniziati-ve ha ricordato quella della” peregrinatio” della statuadi Don Bosco in tutte leparrocchie della Vicaria diCivitanova Marche e Po-tenza Picena, il musical del9 aprile al cine-teatro Ros-sini sulla vita di Don Bosco

ed infine il pellegrinaggio ed il ciclopellegrinaggio a Torino e luoghi di DonBosco del mese di giugno e agosto, questi sono stati alcuni degli eventipiù significativi e rappresentativi realizzati anche in collaborazione con ivari gruppi parrocchiali. Il presidente ha concluso il suo intervento riaf-fermando con forza il messaggio che Papa Francesco ha rivolto alla Fa-miglia Salesiana in occasione della visita fatta a Torino a conclusionedelle celebrazioni sul Bicentenario della nascita del Santo torinese perquanto riguarda “l'emergenza educativa”. Successivamente ha preso laparola Don Ubaldo Montisci che ha sottolineato come la famiglia costi-tuisce il primo e privilegiato luogo di “umanizzazione”. E' uno spazio cheagevola grandemente la trasmissione del Vangelo innestandolo sulle ra-dici di grandi valori umani: accoglienza, fiducia, gratitudine, riconciliazio-ne, servizio. A conclusione del proprio intervento Don Montisci ha addita-

to alla comunità ecclesiale ilcompito di curare di più emeglio i nuclei famigliari lun-go tutto l'arco della loro vita.Al termine il presidente Pal-mieri ha consegnato le tes-sere di socio a due nuoviexall ievi: Bruno Ascani eFrancesco Petroni.La Santa Messa presieduta daDon Ubaldo Montisci, in ricor-do di tutti gli exallievi defuntidella Unione è stata la degnaconclusione di due momenti,l'uno di riflessioni e l'altro dipreghiera.

Gianfranco Palmieri

UNIONE DI VERCELLI

CONVEGNO: L’ESPERIENZA SCUOLA-LAVORO

Una giornata di festa domenica 17 aprile per l’Unione Ex Allievi di DonBosco al Belvedere.Un buon numero di ex allievi della Scuola Profes-

sionale si è dato appuntamento per il tradizionale Convegno annuale.Qualche capello bianco in più ma sempre tanto affetto per la loro scuolache li ha educati alla vita e preparati al lavoro. Molti ricordi di compagni diclasse e insegnanti. Dopo la Santa Messa celebrata con la Comunità Par-rocchiale l’incontro è proseguito con l’Assemblea Generale. E’ presenteanche un gruppetto di Ex Allieve guidate da Andreina Tricerri che, seppuravanti con l’età, non dimenticano la gioventù passata nell’oratorio femmini-le. Ha portato il saluto della Casa Salesiana il Direttore Don Stefano Co-lombo ritornato a guidare la Comunità dopo una breve parentesi a Torino.Il Direttore del Centro di Formazione (CNOS-FAP ), Silvano Lago ha illu-strato i Corsi di Formazione in atto che, se da un lato confermano le pro-poste storiche avviate fin dall’inizio di questa esperienza educativa, dall’al-tro vanno incontro a nuove domande che si aprono nel mondo del lavoroin un momento travagliato per l’occupazione giovanile. I giovani non devo-no essere lasciati soli. L’esperienza scuola-lavoro che si sta proponendo alivello generale sarà di grande aiuto nella formazione professionale. Si è poipresentato agli ex allievi il nuovo Presidente Paolo Pedracini. Quale Vice Di-rettore del CNOS-FAP conosce perfettamente la realtà scolastica che locirconda da molti anni e potrà dare un prezioso apporto alla crescita del-l’Unione ex allievi seguendo l’indirizzo ad essi dato dal Rettor Maggiore Pa-scual Chavez “….. siete chiamati ad essere i difensori dei valori della vita,

della libertà e della verità, svolgendo il vostro lavoro con accurata compe-tenza professionale ed esprimendo la vostra apertura al mondo di oggicon un concreto impegno sociale”. E proprio per dare subito concretezzaalla nuova Presidenza , il Tesoriere Angelo Benedetti ha illustrato il proget-to di tre borse di studio da assegnare ad altrettanti ragazzi meritevoli nelprossimo anno scolastico. Il Convegno si è concluso con il pranzo servitonel refettorio della Casa Salesiana e preparato in modo eccellente dai ra-gazzi del Corso di formazione di cucina. Come dire che la storia continua.

G. Carlo Volpiano

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 27

Page 28: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

28 aprile-giugno 2016 numero2

Vita Associat iva

UNIONE DI MESSINA

90° ANNIVERSARIO “SAN LUIGI-BOCCETTA”

DaI14 aprile 2016 si è celebrato il 90° anniversario dell’unione salesiana“San Luigi-Boccetta” alla presenza dei dirigenti dei quattro gruppi

promotori dell’incontro (San Luigi-Boccetta, Domenico Savio, San MatteoGiostra e Don Bosco). Il fraterno incontro si è svolto nel segno gioio-so, e al tempo stesso commovente, dei tanti bei ricordi che hanno ri-destato emozioni e nostalgie di momenti indimenticabili. Ma anchetanta gratitudine per la ricchezza di valori che l’esperienza scolasticasalesiana ha permesso di vivere e tradurre in frutti di preparazione cul-turale, profonda amicizia esolida formazione alla vita.Ad entrare nel vivo di questereminiscenze - dopo il salutodi benvenuto del presidenteBerenato - è stato l’ospited’onore Melo Freni, giornali-sta e scrittore. Nel ritenersicompiaciuto e onorato di farparte dell’Unione ex Allievi didon Bosco, Freni si è soffer-mato a ricordare una serie distimati compagni con cuipermangono solidi legami af-fettivi di un’amicizia senza

tempo. Ma nel seguire il filo della memoria rivolta a tanti cari personaggic’è posto anche per tanti apprezzati docenti, sia laici che salesiani, alcunidei quali di rinomata bravura, e grande umanità, il cui insegnamento vienericonosciuto di valore prestigioso, tanto da far sentire l’orgoglio di averfatto parte di una scuola rinomata per serietà di studi e capacità di forma-zione. E sotto questo profilo l’oratore dedica un pensiero di stima e grati-tudine ad alcune luminose figure di allora, come quelle di don Giunta, donGiannone, don Ferlisi, don Conte…. per citarne alcuni. Un altro passo, an-cora più incisivo di Melo Freni è la cultura salesiana, il metodo dell’insegna-mento tanto caro a Don Bosco: fare buoni cristiani e onesti cittadini.Infine, dopo aver preso visione dell’intero istituto, Melo Freni (e molti exallievi) ritiene di non sottovalutare la possibilità di una rivalutazione (ammi-

nistrativa e culturale) per lariapertura dell’istituto sotto laguida dei salesiani, non soloper la bellezza dell’istitutostesso, ma soprattutto per ladidattica salesiana che ha datotanto a tutto il Mondo (vediquanti istituti salesiani ha aper-to don Bosco in tutti i Conti-nenti) Riaprire l’oratorio, riem-pire i cortili di ragazzi, toglien-doli dall’insidie della droga, for-mare i giovani, è il sogno ditutti noi ex allievi

Matteo Milicia

UNIONE DI TORINO VALDOCCO

CONVEGNO: EXALLIEVI “CASA MADRE” 3 APRILE 2016

Don Bosco li aveva arruolati nell'età dell'adolescenza quando la loro al-legria bloccava quei cortili e nel loro cuore nasceva qualcosa di spe-

ciale. Oggi affollano disciplinati la familiare cittadella di Valdocco, dalla ba-silica ai cortili (ormai di frequentazione multietnica) agli ex-laboratori, alleaule, alla storica tipografia, chiamati a rendere omaggio a Don Bosco nelgiorno del Convegno annuale nella tradizio-nale Domenica in Albis.Hanno una storia precedente e una futura:entrano in una specie di "trance", un'emo-zione che può capire solo chi l'ha partecipa-ta e l'ha vissuta, uno stato della mente cheporta gioia e desiderio di rivivere e trasmet-tere a chi sta attorno, in un'atmosfera anticama sempre nuova.E nell'odierno Convegno,ricco di opportunità a riaffermare i valori ac-quisiti, era d'obbligo il percorso per cele-brare il Giubileo della Misericordia: una Mi-sericordia che siamo stati chiamati ad acco-gliere e a donare, per creare quella gioia che ha trovato la sua realizzazionenel tornare nella casa di Don Bosco, luogo ideale per "guardarsi dentro,rientrare in se stessi, facendo tacere tutto ciò che dall'esterno ci condizio-na, ci turba, ci attrae". La riunione ufficiale ha preso il via con la celebrazio-ne della Santa Messa nella basilica di Maria Ausiliatrice presieduta dal-l'Ispettore Don Enrico Stasi con la partecipazione, tra i concelebranti, delnostro Don Giorgio Castellino salesiano ed exallievo di Valdocco.Il clima di festa si è poi spostato nella sala Sangalli per accogliere l'indi-menticabile Don Giancarlo Casati in veste di conferenziere: una presenza

arricchita da un recente passato di Delegato della nostra Unione. Non unasorpresa quindi ma una conferma dei suoi raffinati modi, del suo linguag-gio schietto, abituato a esprimersi con grinta sottile ed efficace. Il suo stilee direzione di marcia non sono cambiati. E l'assemblea lo ha accolto colsolito entusiasmo che tiene vivo l'ambiente e i suoi componenti, cresciuti,in questi locali di famiglia a Valdocco, a pane e spirito di Don Bosco.Il cammino del Giubileo della Misericordia - ha detto Don Casati - consisteinnanzitutto nell'ascoltare, capire, dialogare. Lasciarsi abbracciare dalla Mi-sericordia di Dio è un atto di coraggio e di fiducia nell'altro, e nella realtà

della vita è sempre un rapporto interpersonale. Mai pentirsi di essere statitroppo buoni. L'invito di Papa Francesco è di "vivere quest'anno giubilarepiù intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la Mi-sericordia di Dio". E la Misericordia diventa Gioia di Dio se entriamo nelmistero del suo Amore misericordioso, così come entreremo per la portadel Giubileo: anche la Misericordia è una Porta, attraverso la quale si entranell'Amore del Padre. E si riconquista la moralità smarrita nella confusionedella società moderna.

Lorenzo Ardissone

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 28

Page 29: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2 29

Vi ta Associat ivaUNIONE DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO

LA FAMIGLIA: UNA SFIDA FONDAMENTALE

Il 16 e 17 aprile, in occasione dell’annuale convegno, l’Oratorio Salesianodi Barcellona P. G. ha avuto il piacere di ospitare Don Eusebio Munoz, Se-

gretario Generale della Famiglia Salesiana. Don Eusebio, durante il pome-riggio di sabato, ha deciso di tenereun incontro con i giovani dell’orato-rio, sottolineando come il sorriso el’allegria sono prerogative fonda-mentali del gruppo e non devonomai mancare all’interno di una strut-tura salesiana. Il giorno seguente hapresieduto il convegno degli Exallie-vi ed Exallieve di Barcellona che havisto la partecipazione e gli inter-venti di Fabio Martino Battista, Pre-sidente dell’Unione SDB di Barcello-na, Masina Spinella, Presidentedell’Unione FMA di Barcellona e

Mario Li Causi, Presidente Ispettoriale. Il tema trattato da Don Eusebio hariguardato la famiglia, anche quella salesiana, evidenziando come la primadebba farsi luogo in cui si apprende la misericordia e ci sia sempre più co-municazione e condivisione, mentre quella salesiana deve fare di tutto perriunire i vari gruppi e cercare di lavorare insieme, come membra di uno stes-so corpo. Per realizzare tutto questo fornisce quattro punti di ispirazione: 1)Donare: la vita realizza il suo senso nel dono. 2) Essere amati e farsi amare:

se il cuore non funziona, l’amore èsterile. 3) Fare esercizio di questoamore: praticare ogni giorno atti dibontà ci dà la certezza di esseresulla strada giusta. 4) Approfondirela vita cristiana.La famiglia al giorno d’oggi costi-tuisce una sfida fondamentale ed ènostro compito portare avanti deivalori sani, corretti e giusti, perché“Si impara ad amare se nella fami-glia c’è amore, si impara a perdona-re se nella famiglia c’è il perdono”.

Giovanni Raimondo

UNIONE DI GAETA

87° CONVEGNO ANNUALE: L’ATTIVITA’ DELLA FAMIGLIASALESIANA

Si è svolto l’8 dicembre scorso il convegno annuale degli Ex Allievi DonBosco di Gaeta. A fare da cornice all’evento la splendida location del

Tempio di S. Francesco e dell’Oratorio. Ospite d’onore è stato Don PascualChavez, ex Rettor Maggiore della Congregazione dei Salesiani e IX succes-sore di Don Bosco.Durante la solenne concelebrazionereligiosa, Don Chavez si è sofferma-to sulla figura di Maria, pilastro fon-damentale della nostra fede e dellanostra chiesa, guida e aiuto dei cri-stiani. Subito dopo la S. Messa gliex allievi hanno effettuato la caratte-ristica fotografia sul monumentalesagrato del Tempio e poi hanno gu-stato la tipica pagnottella in Orato-rio. Al convegno hanno partecipatoi rappresentanti della FederazioneIspettoriale Ex Allievi Lazio – il Presi-dente Iliomaria Gentili ed il Segreta-rio Vito Gentili, il Delegato Salesia-no Don Pasquale Valente e Don Mario Testa, neo Vice Rettore e animatoredell’Oratorio Don Bosco di Gaeta, nonché la Presidente dell’Unione localeElisa Bartolomeo. Calorosa è stata l’accoglienza degli ex allievi e degli ora-toriani che hanno fatto dono a Don Chavez di due prestigiose pubblicazio-ni della storica Unione di Gaeta.Dopo i saluti dei convenuti, ha avuto inizio l’intervento di Don Chavez ilquale ha voluto ricordare la vicinanza della Congregazione alla famiglia sa-lesiana di Gaeta che attualmente offre una testimonianza viva e sincera del-l’opera di Don Bosco e che le sue iniziative sono d’incoraggiamento e diesempio a tutte quelle realtà dove la presenza dei salesiani è scomparsa,ma dove la famiglia oratoriana ancora esiste, e dove gli ex allievi rappresen-

tano senz’altro la parte più attiva e significativa. Interessante è stata la suapanoramica sull’opera salesiana nel mondo che ancora oggi trova un ap-prezzabile riscontro nei metodi di evangelizzazione e nella formazione edu-cativa dei giovani in tanti paesi.Anche il “Natale in Oratorio” non è trascorso senza iniziative: è stato orga-nizzato il presepe, uno spettacolo teatrale, un mercatino e la tradizionaletombolata dell’Epifania. Ma grande è stata la Festa per il nostro amato DonBosco, domenica 31 gennaio, nella quale la presenza salesiana di Don An-tonio Sperduti e dei vertici della Federazione Ex Allievi Lazio ha reso piùsolenne la concelebrazione eucaristica e la ricorrenza. Infatti, la giornata è

stata allietata da due grandi eventi perla nostra comunità: l’assegnazione deldistintivo d’oro al caro ex allievo Gio-vanni Galiano che ha dedicato, conpassione e sacrificio, la propria vitaall’Oratorio di Gaeta, e poi la solen-ne promessa dei nuovi gruppi scout,voluta da Don Mario Testa. Il dinami-smo della famiglia salesiana di Gaetasi è distinto ancora una volta consuccesso nell’organizzazione del-l’evento “Aspettando il Carnevale…”,domenica 7 febbraio, gran festa inOratorio per tutti i bambini e i giova-nissimi della città.

Per i riti della Settimana Santa l’Oratorio è stato scelto come luogo adattoallo svolgimento della Via Crucis drammatizzata, e grazie all’impegno di nu-merosi giovani ha rappresentato un ulteriore motivo di orgoglio per l’interacomunità. L’impegno della famiglia salesiana, e in particolare dell’Unione ExAllievi di Gaeta, è e sarà sempre forte e costante nell’opera di evangelizza-zione del mondo giovanile, e gli incontri spirituali, la partecipazione ai sa-cramenti e le diverse iniziative religiose onorano senz’altro il celebre motto“Da mihi animas” del nostro Padre e Maestro Don Bosco, mentre l’amoreper Gesù e Maria Ausiliarice continueranno a rappresentare la strada fe-conda del nostro apostolato cristiano.

Alessio Buonomo

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 29

Page 30: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

aprile-giugno 2016 numero2

UNIONE DI BOVA MARINA

MISERICORDES SICUT PATER

Il tema del convegno annuale dell’Unione exallievi/e, che si è svolto il 10aprile 2016, è “Misericordes sicut Pater”, relatore Don Lindo Formato.

La sala che accoglie i partecipanti è quella attigua al tempio Don Bosco,si avverte un fervore che è quello degli amici che si ritrovano; sono storiee ricordi che saltano giovani per un attimo, ma vogliono avviare progettie ipotesi giovani per dare pragmaticità alle idee cheil tempo in perenne cambiamento fa turbinare nellementi di buona volontà. Sono presenti il PresidenteRegionale exallievi dott. Antonio Mellace, che portai saluti a nome delle Unioni calabresi, il Vicepresi-dente Regionale avv. Vito Cesareo. Presiede i lavoriil Presidente dell’Unione di Bova Marina , avv. An-tonio Pizzi che saluta i partecipanti e in un abbrac-cio virtuale tutti gli exallievi che hanno fatto capo alcentro salesiano della cittadina jonica.Il dott. Sergio Malara porta i saluti dell’Amministra-zione comunale e definisce i nuovi rapporti di buo-na collaborazione tra istituzione e Famiglia salesia-na, in un patto che va a prediligere la crescita spiri-tuale e umana della comunità e in particolare dellagioventù quanto mai bisognosa di imput testimo-niali di grande rilevanza. Don Lindo Formato parla al folto pubblico dellaMisericordia. L’argomentazione è di tipo storico-evangelico, il Dio cri-stiano è sostanzialmente presente sempre, le sue seggiole sono quelledella Misericordia e della Giustizia, il respiro dell’Uomo-Dio è quanto dipiù amorevole si possa immaginare, il suo richiamo è dentro alle cosestesse del mondo, il sorriso apre all’incanto per ciò che è frantumato, perla notte di tempesta, per il cuore che sanguina e ha bisogno di coraggioe di presenza. Tornano nella lettura di Don Lindo gli apporti catechistici di Papa France-sco, la passione della Fede, il sentimento della Chiesa povera e più ama-

ta. E’ stata una lezione di spiritualità alta, di un’umanità aperta alla spe-ranza. Intervengono il prof. Santo Scialabba che apre all’aspetto socialedella Misericordia per non dimenticare gli esclusi, i disoccupati, i senza-tetto, gli immigrati, i poveri, e l’impegno richiesto alle Istituzioni per unapolitica di civiltà e di inclusione culturale; l’avv. Francesco Attinà che, inun linguaggio partecipato e coinvolgente, ha dato il suo contributo diexallievo salesiano, nostalgico di un’esperienza unica di valori e di cultu-ra; Don Gaetano Nalesso , direttore dell’ Opera Salesiana, ha parlato del-la sua partecipazione al Capitolo Ispettoriale dove l’attenzione è stata ri-volta ai giovani e al loro futuro di cambiamento della società; il sig Fran-

cesco Cavallaro che ha portato la testimonianza del suo essere sale-siano nel cuore e nell’azione; la prof.ssa Mariella Iiriti che invita ad es-sere salesiani con progetti operativi di misericordia; il Giudice esimiodott. Giuseppe Viola che ha informato del suo presente, attuale lavorosulla personalità di Mons. Cognata, vescovo bovese e sul processoche gli fu intentato. Bova Marina è salesiana, la giornata è stata anche metereologicamenteluminosa e fresca quanto basta.

Santo Scialabba

Vita Associat iva

UNIONE DI AGRIGENTO

I 60 ANNI DELLA SUA COSTITUZIONE E IL FUTURO DEI GIOVANI

L’Unione Exallievi Don Bosco di Agrigento, presieduta da Angelo Er-rore, ha realizzato venerdì 15 aprile 2016, in collaborazione con il

Comune, un incontro con la cittadinanza e i giovani per festeggiare il60° Anniversario della sua costituzione e presentare due progetti: “In-tegrazione immigrati” e “Don Bosco in Europa”. All’incontro hanno partecipato una nutrita rappresentanza di studentidel Liceo Scientifico “Leonardo” e un gruppo di immigrati da tempopresenti nel territorio. I lavori sono stati preceduti da indirizzi di saluto e di benvenuto daparte di Don Angelo Gambino, Parroco Unità Pastorale Maria SS.dellaCatena in S.Croce, Suor Fina Scrivano, Responsabile Consulta Citta-dina Famiglia Salesiana, Mario Li Causi, Presidente della FederazioneIspettoriale Sicula Exallievi Don Bosco, Enza Ierna, Dirigente Scolasti-co Liceo Scientifico “Leonardo”, Elisa Virone, Vice Sindaco di Agrigen-to. Diop Papa Madoke, Presidente Associazione Ressortissants Sene-galesi di Agrigento.E’ stato affrontato da quanti sono intervenuti, il problema dell’acco-glienza e integrazione degli immigrati e delle prospettive legate al cre-scente diffondersi del fenomeno della multietnicità alimentato daflussi migratori in costante e continuo aumento. In particolare Daniela Segreto, Dirigente Ufficio Speciale Immigrazione

30

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 30

Page 31: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

Vita Associat iva

NELLA PACEDEL SIGNORE

CALVI Giovanni - PAVIAGENESI Franco - PAVIA

GIUGLIANO Giuseppe - TORRE ANNUNZIATAPIGNALOSA Alfonso - NAPOLI PORTICI

SANTACRUZ Flavio - CAGLIARISANZO Emanuele Totò - GELA

SCARDICCHIO Tommaso - BRINDISI

Il 21 maggio si sono svolti a MIlano i funerali di Don Paolo Oggionni. Ex Allievo, ha frequentato la scuola media (1953/1957)presso l'Istituto Salesiano di Treviglio. Per 35 anni è stato Missionario, prima in America Latina e poi in Asia.

Dipingere la figura di un vero exallievo di DonBosco, come Alfonso Pignalosa, non è difficile:bastano poche pennellate e il ritratto è bello efatto. Perché Alfonso, Fofò per gli amici (che so-no stati davvero tanti…), nonostante la sua ve-neranda età, è sempre rimasto, nel profondo delsuo animo, un fanciullo entusiasta della vita an-che quando gli ha mostrato il suo volto più cru-dele. Perché Alfonso, fino all’ultimo respiro esa-lato, ha conservato intatti e puri il suo amoresconfinato per Don Bosco, il suo sincero senti-mento di fratellanza verso tutti gli amici exallievidi Don Bosco senza distinzione di età e prove-nienza e il suo orgoglioso senso di appartenen-za alla nostra Associazione. Piangiamo, dunque,la scomparsa di un caro fratello esempio per tut-ti noi di genuina exallievità. Ma rallegriamoci, alcontempo, della ricongiunzione in cielo di un fi-glio amorevole al padre suo Don Bosco.Arrivederci, Fofò!

Enrico Leone

dell’Assessorato Regionale al Lavoro, dopo avere sottolineato che laRegione Sicilia si è dotata di un piano idoneo ad affrontare quella cheoggi rappresenta una vera e propria emergenza umanitaria, è passataad illustrare alcuni progetti a valere anche sul Fondo FAMI. Tra questi il progetto “INCLUDE” con l’obiettivo di favorire il ripopola-mento di aree sub-urbane desertificate finalizzato alla integrazione elo sviluppo socio-lavorativo dei migranti. Il Progetto “SILVER” da realizzare in sinergia con le ASL con l’obiettivodi garantire la tutela della salute dei migranti. Il Progetto “MIMOSA” fi-nalizzato allo scambio di buone pratiche per la prima e seconda acco-glienza dei migranti. Infine, il progetto “ DON BOSCO IN EUROPA “, sitratta di un progetto ispirato all’idea di Don Bosco che prevede la rea-lizzazione di una struttura scolastico-educativa per minori accompa-gnati e non che intendano risiedere in Italia per imparare la lingua ita-liana ed altre discipline scolastiche. Il Presidente Errore, quindi, dopo avere sottolineato con una punta diorgoglio che l’Unione annovera tra le sue file quattro Exallievi insigni-ti del Distintivo d’oro di Don Bosco: Alfredo Scaglia, Mario Li Causi,Totò Faro e Calogero Patti e due Exallievi: Enzo Lauretta e MicheleGuardì’ insigniti di uno speciale Distintivo e Attestato riservato agli

Exallievi che si sono distinti e affermati nel loro percorso artistico, cul-turale e professionale, ha ricordato con soddisfazione il prestigiosotraguardo dei 60 anni della sua costituzione, raggiunto grazie alla in-faticabile e generosa opera messa in campo dai sette Presidenti chel’hanno preceduto, con un ricordo grato e commosso soprattutto alcompianto Enzo Lauretta che, con felice intuizione, nel 1956 ne fu ilfondatore. A questo ricordo, Errore ha accomunato i Presidenti che che lo hannopreceduto: Tommaso Cantone, Antonino Bottone, Salvatore SalemiI,Alfredo Scaglia, Salvatore Faro e Mario Li Causi, i quali tutti, oltre a fa-re crescere l’Unione, si sono adoperati per irradiare nella società civileil carisma salesiano che hanno ricevuto in dono nei cortili dell’oratorioe nelle scuole dei Salesiani.“ La celebrazione del 60° Anniversario dell’Unione – ha concluso Errore –ci offre l’occasione per farci riflettere che su tutti noi incombe l’obbligomorale di onorare l’impegno che abbiamo assunto nei riguardi di Don Bo-sco :”La salvezza e il futuro dei giovani”. Per il raggiungimento di questoobiettivo, l’imperativo categorico è: esserci, fare, dare.

Calogero Patti

UN PICCOLO CAMMEO PER UN GRANDE EXALLIEVO

aprile-giugno 2016 numero2 31

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 31

Page 32: Progettare. - Exallievi don Bosco · 2017. 9. 7. · Questo numero di «Voci Fraterne» è stato chiuso e stampato in 18.000 copie nel mese di giugno 2016 N.2 aprile-giugno 2016 «Cari

RIVISTA DELLA FEDERAZIONE ITALIANAEXALLIEVI ED EXALLIEVEDI DON BOSCO00185 ROMA - VIA MARSALA, 42TEL. E FAX 06/44.68.522http://www.exallievidonbosco.comE-mail: [email protected]

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE ABBONAMENTO POSTALE DL 353/2003 (CONV.IN L. 27/2/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 MP-AT/C/RM

IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE A:UFFICIO POSTALE ROMA - ROMANINA,PER PERMETTERE LA RESTITUZIONE AL MITTENTEPREVIO ADDEBITO

DESTINATARIO � SCONOSCIUTO

� PARTITO

� TRASFERITO INDIRIZZO� IRREPERIBILE � INSUFFICIENTE

� DECEDUTO � INESATTO

FEDERAZIONE ITALIANA EXALLIEVI/E DI DON BOSCO

Destina alla nostra Associazione il

5 x MILLEdi ciò che devi come tasse

Riporta questo numero

97347620581nello spazio ASSOCIAZIONI della dichiarazione dei redditi 730-CUD-UNICO

E CON LA TUA FIRMA SOSTIENI LE ATTIVITA' DELLA FEDERAZIONE ITALIANA EXALLIEVI/E DI DON BOSCO

Si tratta di un gesto generoso che a te non costa assolutamente nulla: nel caso il 5 per mille nonvenga devoluto a nessuna associazione, resterà comunque una parte delle imposte da pagare e

sarà incamerato dallo Stato

non è alternativo all'8 per mille: destinare il 5 per mille ad una associazione non impedisce di devolvere l'8 per mille

alla Chiesa cattolica

Segnalalo via e-mail a tutte le persone che conosci(non dimenticando professionisti del settore come commercialisti e operatoriche lavorano nei CAAF)

GRAZIE PER IL TUO AIUTO!

X Congresso NazionaleExallievi/e di Don Bosco

Firenze, 11-13 novembre 2016“Testimoni audaci sulle orme di Don Bosco”

impaginato.qxp_Layout 1 06/06/16 11:29 Pagina 32