PROG Territori di nessuno - Vides Italia...In Basilicata il dato è diminuito, è al di sotto della...
Transcript of PROG Territori di nessuno - Vides Italia...In Basilicata il dato è diminuito, è al di sotto della...
1
Scheda sintetica del progetto
Territori di nessuno
Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica
Durata del progetto: 12 mesi
Descrizione del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto e dell’area di intervento
Presentazione dell’ente proponente e degli eventuali enti attuatori
L’Associazione VIDES, fondata nel 1987 è promossa dall’Istituto delle Figlie di M. Ausiliatrice per la promo-
zione della donna, dei giovani e dei bambini in condizione di svantaggio e povertà. Crede nel protagonismo gio-
vanile, riconosce particolare valore all’educazione, promozione e formazione dei giovani per uno sviluppo inte-
grale della persona adeguato ai tempi e al progresso tecnologico della società. L’Associazione è riconosciuta dal
MAECI come ONG di sviluppo, è iscritta nella prima sezione del registro delle associazioni che svolgono attività
a favore degli immigrati e in quello della lotta alle discriminazioni (Dip. Pari Opportunità) ed è accreditata dal
2004 nell’Albo Servizio Civile come Ente di I classe. Il VIDES nel suo complesso possiede: 82 enti associati, 44
Delegazioni in 13 regioni e 180 sedi di attuazione progetto. Nel suo impegno educativo raggiunge circa 40.000
minori, giovani e adulti in condizione di esclusione e povertà attraverso la collaborazione di circa 2000 tra volon-
tari, operatori ed educatori.
L’Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice delle Salesiane di Don Bosco opera nei settori dell’assistenza e
dell’educazione e promozione culturale: 1. L’Istituto Maria Ausiliatrice di Napoli a Via E. Alvino, 9, attivo dal
1905; 2. L’Istituto Maria Ausiliatrice 1 di Sorrento (NA), a Nuovo Rione Cappuccini, 2, attivo dal 1956; 3. La
sede di Salerno quest’anno non è attiva. L’Istituto Maria Ausiliatrice di Napoli costituisce nel territorio un punto
di riferimento significativo per la formazione dei giovani. Attraverso servizi educativi e culturali favorisce espe-
rienze di integrazione tra ceti sociali e culture diverse. L’Istituto Maria Ausiliatrice 1 di Sorrento (NA) si trova
nella Villa Crawford, dimora storica dello scrittore Marion Crawford. Nel 1954 la Villa fu donata dalla figlia del-
lo scrittore, Eleonora, all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ristrutturata nel 2013, oggi la Villa riserva
un’ala importante per le attività dell’oratorio, punto di incontro tra diversi ragazzi della costiera sorrentina.
L’Istituto Santa Maria Mazzarello opera nei settori dell’assistenza e dell’educazione e promozione culturale
attraverso tre sedi, tra cui lo stesso Istituto Santa Maria Mazzarello a Torre Annunziata (NA), e Terzigno “Figlie
Settore. Educazione e Promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale e dello
sport
Area di intervento 1. Animazione culturale verso minori
2
di Maria Ausiliatrice”, le due sedi dove sarà realizzato il progetto.
L’Istituto Santa Maria Mazzarello è attivo dal 1956. Collocato in un’area della città di Torre Annunziata dalle
gravi e profonde problematiche sociali, ha subito nel tempo diverse trasformazioni. Attualmente opera attraverso
un Centro Diurno Polifunzionale e raggiunge ogni anno circa 300 giovani, partecipando a diversi progetti territo-
riali, anche in rete con altre organizzazioni.
L’istituto “Figlie di Maria Ausiliatrice” di Terzigno (NA) è attivo dal 1932. In esso opera una scuola per
l’Infanzia e un centro di aggregazione culturale per minori che provengono da ceti poveri e popolari.
La sede è punto di riferimento per il territorio, Terzigno e i Comuni limitrofi.
L’Istituto Missionario delle Figlie di Maria Ausiliatrice di San Giovanni Bosco è attivo nei settori
dell’assistenza e dell’educazione e promozione culturale in due sedi, una a Ottaviano (NA) e a una a Gragnano
(NA). L'Istituto Maria Ausiliatrice di Ottaviano, fondato nel 1927, opera attraverso il Centro di aggregazione per
minori e la scuola (infanzia, sezione primavera, primaria).
L’Istituto V. e G. D’Amato di Gragnano è stato fondato nel 1931 con l’oratorio, una scuola di cucito e di ricamo
per le fanciulle povere, la scuola elementare, la scuola dell’infanzia. Con la chiusura della scuola primaria nel
2016 si è incrementato molto il centro di aggregazione per minori.
In entrambi gli istituti i 2 centri di aggregazione, attenti alle fasce deboli e alle famiglie, grazie alla presenza di
circa 30 educatori molto bravi, offre servizi educati di qualità, diventando nel tempo punto di riferimento per il
territorio.
L’Ispettoria Madonna del Buon Consiglio comprende quattro sedi dislocate in tre regioni: in Campania la
scuola materna Santangelo di Mercogliano (AV), in Puglia la sede di Taranto Paolo VI (TA) e la sede di San Se-
vero (FG), in Basilicata il Centro Sociale Luigi Lovito a Brienza (PZ). Le due sedi del presente progetto sono
quella di Mercogliano e quella di Brienza. Ambedue le sedi operano attraverso la scuola per l’infanzia e un fio-
rente Oratorio-Centro di Aggregazione Giovanile, secondo le caratteristiche e i bisogni specifici di ciascun terri-
torio. La sede di Mercogliano è dotata di almeno 15 operatori tra volontari, educatori, personale ausiliario e rag-
giunge in un anno circa 200 minori, la sede di Brienza è dotata di 10 operatori e raggiunge in un anno circa 150
minori. Ambedue le sedi offrono anche servizi di accompagnamento delle famiglie.
Breve descrizione del contesto territoriale e dell’area di intervento. Analisi delle criticità/bisogni sociali sui quali
si intende intervenire e che giustificano la realizzazione del progetto
Il presente progetto sarà realizzato nei comuni di Napoli (NA), Torre Annunziata (NA), Terzigno (NA), Ottavia-
no (NA), Gragnano (NA), Sorrento (NA), Mercogliano (AV), Brienza (PZ) ed interverrà tenendo presente il set-
tore Educazione e Promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale e dello
sport, Area intervento: 1. Animazione culturale verso minori. In particolare, la problematica che si intende af-
frontare è la povertà culturale dei minori destinatari del progetto, povertà che indebolisce la persona, i territori e
che è essa stessa il risultato di dinamiche sociali profonde. Le criticità su cui si intende intervenire sono ricondu-
cibili al seguente obiettivo dell’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030:
Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tut-
ti.
Obiettivo 4.1 Entro il 2030, assicurarsi che tutti i ragazzi e le ragazze completino una istruzione primaria
e secondaria libera, equa e di qualità che porti a rilevanti ed efficaci risultati di apprendimento.
I dati sulla dispersione scolastica e le povertà educativa sono allarmanti e toccano in modo profondo i territori
3
del nostro progetto. La dispersione è fenomeno complesso che riunisce in sé: ripetenze, bocciature, interruzioni
di frequenza, ritardo nel corso degli studi, evasione dell’obbligo scolastico, completamento dell’obbligo scolasti-
co e formativo senza il raggiungimento del diploma o di qualifica.
Tenendo presente l’elaborazione fatta da Tuttoscuola sui dati del MIUR, in Campania il taso di abbandono scola-
stico è del 29,20%, al di sopra della media nazionale che comunque è al 24,70%. Dal 2013 ad oggi, solo in
Campania, 22.643 ragazzi non sono mai arrivati alla maturità. Numeri che raddoppiano se prendiamo invece
in esame gli ultimi 10 anni.
Stando ai dati analizzati, quasi 1 ragazzo su 3 (il 29% circa) in Campania si iscriverebbe alle scuole superiori
senza diplomarsi mai. Prendendo ad esame l’ultimo quinquennio (2013/17), vediamo che a Napoli il tasso di
studenti dispersi è del 34%, seguita a ruota da Caserta dove invece il tasso di dispersione scolastica supera il
29%. Se invece prendiamo ad esame l’ultimo decennio, il triste primato di studenti perduti tra i banchi di scuola
passa a Salerno dove il tasso di dispersione è di circa il 34%.
In Basilicata il dato è diminuito, è al di sotto della media nazionale, ma il 17,60% di abbandono scolastico non è
poco. Secondo i dati di Save the Children contenuti nel settimo Atlante dell’infanzia a rischio, risulta che in Ba-
silicata un alunno su tre non raggiunge le competenze minime in matematica, e uno su cinque in lettura.
La dispersione scolastica è molto forte tra i bambini e i ragazzi che vivono in condizioni di disagio: le scuole
secondarie di secondo grado della regione soffrono di tasso di abbandono del 5,06 per cento, mentre anche in
quelle di primo grado si registrano fenomeni di abbandono o per giunta fanciulli e ragazzi che non hanno mai
messo piede in una scuola. Proprio l’aspetto economico e sociale è uno dei fronti più critici per la Campania: sul
territorio la percentuale di minori in povertà relativa tocca il 27,5 per cento (in Italia la media è del 22,3 per
cento), e negli ultimi dieci anni sono quintuplicate le famiglie con minori in povertà assoluta. Gli altri effetti
negativi del contesto socio-economico si riscontrano ovviamente anche nell’accesso alle attività culturali: in
Campania, tre ragazzi su quattro di età compresa tra i 6 e i 17 anni non arrivano a svolgere in un anno alcun tipo
di attività come lettura di un libro, partecipazione concerti o spettacoli teatrali, visite a musei, monumenti o siti
archeologici, seguire un corso continuativo di sport né, addirittura, avere accesso a internet. Quello della nostra
regione è il terzo tasso negativo più alto d’Italia, dopo quelli di Calabria e Sicilia, e un discorso simile vale per le
scuole che possono offrire almeno un laboratorio ogni 100 studenti: se Napoli ha una percentuale “accettabile”
del 63,6 per cento di istituti in queste condizioni, ad Avellino si crolla al 21 per cento.
Anche la Basilicata non è messa bena. Secondo il Rapporto di Save the Children 2018 essa è tra le 7 regioni
italiane con il più alto tasso di povertà educativa che colpisce bambini e ragazzi, ovvero quella condizione che li
priva delle opportunità necessarie per apprendere, sperimentare e coltivare le proprie competenze e aspirazioni. Il
fenomeno della dispersione scolastica nella regione è diminuito dell’8% circa in dieci anni. Tuttavia, secondo i
dati di Save the Children-contenuti nel settimo Atlante dell’infanzia a rischio- risulta che in Basilicata un alunno
su tre non raggiunge le competenze minime in matematica, e uno su cinque in lettura. In Italia sei ragazzi su die-
ci (con genitori che hanno un titolo di studio basso) sono a rischio di povertà ed esclusione sociale, «un dato mol-
to significativo - è scritto in una nota», considerando che «in Basilicata più del 40% degli adulti tra 25 e 64 anni
è fermo alla licenza media».
Il contesto territoriale
La Campania
In base ai dati ISTAT, la Regione Campania al 01/01/2018 conta 5.826.860 abitanti, in leggera diminuzione ri-
spetto all’anno precedente. La variazione percentuale, però, si attesta su un dato maggiore rispetto al dato nazio-
4
nale. Il numero delle famiglie è di 2.179.279 (in aumento rispetto all’anno precedente); la media del numero di
componenti è 2,66 (nel 2003 era 2,92). Il saldo migratorio totale registra un dato negativo, mentre il saldo migra-
torio con l’estero registra un dato positivo. Il saldo naturale della popolazione registra il peggior valore negativo
degli ultimi 15 anni, a causa del contemporaneo diminuire delle nascite e aumentare dei decessi.
La popolazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 859.140 unità e rappresenta il 14,7% del totale, in costante
diminuzione negli ultimi 15 anni; analizzando la struttura per età della popolazione (giovani 0-14 anni, adulti 15-
64 anni e anziani 65 anni ed oltre) emerge che la stessa è di tipo regressivo. L’età media della popolazione è di
41,8 anni. L’indice di dipendenza strutturale, ovvero il carico sociale ed economico della popolazione non attiva
su quella attiva, è di 49,7 individui a carico ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popolazione
attiva (il rapporto percentuale fra chi sta per andare in pensione e chi sta per entrare nel mondo del lavoro) è di
104,5, a testimonianza del fatto che la popolazione in età lavorativa più o meno si equivale fra giovani ed anziani.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica (6-13 anni) interessata dal progetto: sul territo-
rio campano sono presenti 2.024 Scuole Primarie e 803 Scuole Secondarie di primo grado.
NAPOLI
Napoli al 01/01/2018 conta 966.144 abitanti, in leggera ma quasi costante diminuzione negli ultimi 15 anni. La
variazione percentuale si attesta su un dato molto maggiore rispetto al dato regionale. Il numero delle famiglie è
di 375.045 (in diminuzione rispetto all’anno precedente); la media del numero di componenti è 2,56 (al di sotto
della media regionale). Il saldo migratorio totale registra un dato negativo, mentre il saldo migratorio con l’estero
registra un dato positivo. Il saldo naturale della popolazione registra dal 2009 dati negativi, a causa del contem-
poraneo diminuire delle nascite e aumentare dei decessi.
La popolazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 140.081 unità e rappresenta il 14,5% del totale, in costante
diminuzione negli ultimi 15 anni e di poco al di sotto della media regionale; analizzando la struttura per età della
popolazione emerge che la stessa è di tipo regressivo. L’età media della popolazione è di 42,5 anni. L’indice di
dipendenza strutturale è di 51,5 individui a carico ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popo-
lazione attiva è di 111,4, a testimonianza del fatto che la popolazione in età lavorativa è abbastanza anziana.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 4.769 4.434 9.203
7 4.929 4.418 9.347
8 4.943 4.841 9.784
9 5.032 4.731 9.763
10 5.153 5.159 10.312
11 5.199 4.875 10.074
12 5.170 4.958 10.128
13 5.364 5.069 10.433
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio del Comune di Napoli sono presenti 245 Scuole Primarie e 104 Scuole Secondarie di primo grado.
Per ciò che concerne la Municipalità del Vomero-Arenella, al 31/12/2016 la popolazione era di 112.030 residenti
(l’11,42% della popolazione cittadina), di cui 44,9% uomini e 55,1% donne, con un decremento rispetto al 2010
del 4,46%, bel al di sopra della media cittadina. La popolazione 0-14 anni è di 13.806 unità (8% in meno rispetto
5
i dati del 2010), di cui 3.717 bambini nella fascia 0-4 anni (18,02% in meno rispetto al 2010). Nel 2016 l’età me-
dia si è attestata su 47,9 anni. La V Municipalità è quella in cui si colloca la minore percentuale di minori e in cui
più elevati sono i dati relativi all’invecchiamento della popolazione. Questi dati sono giustificati dalla natura re-
sidenziale e borghese della Municipalità, anche se si registrano differenze di composizione sociale fra i due quar-
tieri che la compongono, essendo l’Arenella più popolare del Vomero.
L’indice di vulnerabilità sociale e materiale a Napoli risulta essere il più alto (111,20) tra tutte le città metro-
politane, come si evince dal grafico riportato sotto ed aggiornato dall’Istat nel gennaio 2017.
Esso condensa in un’unica misura diversi indizi che segnalano situazioni di sofferenza, per esempi la presenza di
giovani che non studiano e non lavorano, di persone senza titolo di studio, di genitori soli, famiglie anziane o che
vivono in abitazioni sovraffollate.
Tenendo presente i dati dell’Istat, Napoli è la città con la più alta percentuale di famiglie in potenziale disagio
(9,5%), il più alto tra tutte le città metropolitane
A Napoli il 35% degli studenti degli istituti superiori non riesce a conseguire il diploma e ancor di più negli isti-
tuti tecnici, d'arte e professionali. La dispersione si concentra nel primo anno, con una percentuale del 16,1% a
Napoli.
Il dato complessivo è che il 23% dei giovani tra 18 e 24 anni sono del tutto emarginati: non lavorano, non studia-
no, né sono in corsi di formazione professionale Fonte: Censis
Da più testate giornalistiche viene denunciata la piaga delle baby gang. Essa è il risultato di un disagio profondo
della città e non sempre è ad opera di minori che fanno parte di famiglie criminali.
In un incontro di Focus Group con gli operatori della SAP è emerso che tra i ragazzi che frequentano il Centro,
tra gli altri aspetti, emerge una scarsa motivazione verso la scuola. Si registra a Napoli, secondo la testimonian-
za della responsabile della SAP, un malessere diffuso. Soprattutto si denuncia uno scollamento tra Famiglia, real-
tà educative tra cui la scuola, i servizi sociali.
La comunità, piuttosto disconnessa, ha necessità di recuperare un ruolo centrale dove si rimettano al centro le
persone e le relazioni.
TORRE ANNUNZIATA
In base ai dati ISTAT, il Comune di Torre Annunziata al 01/01/2018 conta 42.406 residenti, con un decremento
rispetto all’anno precedente dello 0,52%, dato superiore sia a quello della Città Metropolitana di Napoli che a
quello della Regione Campania. Il numero delle famiglie è di 15.190 (in diminuzione rispetto all’anno preceden-
te); la media del numero di componenti è 2,52. Il saldo migratorio totale e il saldo migratorio con l’estero regi-
strano un dato negativo, così come il saldo naturale della popolazione.
La popolazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 7.002 unità e rappresenta il 16,5% del totale; analizzando
la struttura per età della popolazione (giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni e anziani 65 anni ed oltre) emerge che
la stessa è di tipo regressivo. L’età media della popolazione è di 41,4 anni. L’indice di dipendenza strutturale,
ovvero il carico sociale ed economico della popolazione non attiva su quella attiva, è di 57,9 individui a carico
ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popolazione attiva (il rapporto percentuale fra chi sta per
andare in pensione e chi sta per entrare nel mondo del lavoro) è di 92,8 e testimonia una sostanziale stabilità
nell’età della popolazione attiva.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 228 206 434
6
7 212 223 435
8 251 233 484
9 255 250 505
10 249 262 511
11 269 249 518
12 269 241 510
13 263 235 498
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio del Comune di Torre Annunziata sono presenti 8 Scuole Primarie e 4 Scuole Secondarie di primo
grado.
Il Comune di Torre Annunziata rientra nel Piano Sociale di Zona dell’Ambito Territoriale 30 - insieme con i
Comuni di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase - e ne è capofila. In base ai dati resi pubblici dall’Ambito 30 nel
2011, nei Comuni suelencati il reddito medio è di € 6.629,00, più basso che nel resto della Provincia di Napoli (€
7.598,00) e nella Regione Campania (€ 7.484,00). Il contesto sociale cui si riferiscono presenta numerose critici-
tà, che riguardano sia la debolezza del comparto economico e produttivo - che si rivela incapace di creare occu-
pazione stabile, offrire opportunità ai giovani, integrare i migranti, ecc. - sia l’incapacità della società di fronteg-
giare una perdurante dispersione scolastica e una progressiva frammentazione delle famiglie. Le attività messe in
campo per l’infanzia e l’adolescenza sono incentrate sulla realizzazione di azioni di sostegno alla genitorialità,
opportunità di socializzazione, recupero scolastico, attività ludico-sportivo e ricreative.
TERZIGNO
Terzigno al 01/01/2018 conta 18.584 residenti, con un decremento rispetto all’anno precedente percentualmente
molto maggiore rispetto alla provincia di Napoli e alla Regione Campania. Il numero delle famiglie è di 6.147 in
diminuzione rispetto all’anno precedente; la media del numero di componenti è 2,98. Il saldo migratorio totale
registra un dato molto negativo, mentre il saldo migratorio con l’estero registra un dato positivo. Il saldo naturale
della popolazione registra un valore positivo, in continuità con quanto registrato negli anni precedenti. La popo-
lazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 3.051 unità e rappresenta il 16,4% del totale, in costante diminu-
zione negli ultimi 15 anni; analizzando la struttura per età della popolazione emerge che la stessa è di tipo regres-
sivo. L’età media della popolazione è di 38,3 anni. L’indice di dipendenza strutturale è di 40,9 individui a carico
ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popolazione attiva è di 77,4, a testimonianza che la po-
polazione in età lavorativa è giovane.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 99 98 197
7 100 101 201
8 97 126 223
9 122 98 220
10 116 103 219
11 114 108 222
12 112 117 229
13 115 102 217
7
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio del Comune di Terzigno sono presenti 6 Scuole Primarie e 1 Scuole Secondarie di primo grado. Per
l’indice di vulnerabilità sociale non ci sono dati aggiornati. Secondo il censimento del 2011 esso è del 104,9.
Per ora questo è l’unico dato disponibile. I dati sulle varie forme di povertà sono aggregati, per questo non è pos-
sibile avere dati certi sulle singole realtà. Abbiamo testimonianze di chi lavora nel territorio da anni.
Secondo la testimonianza degli operatori della SAP la vulnerabilità sociale e materiale è arrivata al “massimo
storico”, le povertà si sono acuite per effetto di fenomeni collegati alla camorra e alla criminalità organizzata.
Ormai non più attiva come un tempo, essa è ugualmente presente in forme peggiori. “Ciò che colpisce è il fatto
che la realtà territoriale è continuamente mantenuta in uno stato permanente di ignoranza”, sottolinea un operato-
re.
Rag
azzi
6-
10
anni
con
deb
iti f
orm
ativ
i
Rag
azzi
6-
10
che
han
no
supe
rato
il
nu
m. m
ax d
i ass
enze
Dis
per
sion
e
Sco
last
ica
6-10
an
ni
Rag
azzi
11
-13
anni
con
deb
iti f
orm
ativ
i
Rag
azzi
11
-13
che
han
no
supe
rato
il
nu
m. m
ax d
i ass
enze
Dis
per
sion
e
Sco
last
ica
11-1
3 an
ni
Comune di
Torre Annun-
ziata
521 78 71 850 156 131
Fonte: Rapporto Miur-Ufficio Scolastico Regione Campania 2016
Essere giovani (in tutta la fase evolutiva) a Torre Annunziata è difficile. Da una testimonianza di una delle re-
sponsabili della SAP: “A volte si ha l’impressione che i ragazzi passino dalla fanciullezza all’età adulta, saltando
tutte le fasi intermedie che preparano l’assunzione di compiti e di responsabilità”.
Cesare Moreno (presidente dell'Associazione Maestri di Strada ONLUS), oltre che di dispersione scolastica rife-
rendosi alle fasce più alte, parla di “bambini invisibili” in una relazione fatta ad un convegno organizzato
dall’ambito territoriale N 30 intitolato “Promuoviamo la scuola”. Tali bambini sono coloro che non sono mai en-
trati in una scuola. In tutto l’ambito questi bambini sono 147, di cui l’81% provengono proprio da Torre Annun-
ziata, per lo più vivono nei rioni ghetto e, a causa dell’assenza dello Stato, rischiano di finire negli eserciti dei
clan. I loro nomi compaiono sempre nel registro ad ogni inizio anno scolastico e restano lì: le motivazioni che
portano i ragazzi a non frequentare la scuola sono da ricercare nel contesto familiare la cui carente condizione
economica e culturale rappresenta un freno che inevitabilmente si ripercuote sui ragazzi non stimolati dalle fami-
glie. A questo si aggiunge l’autorità e l’autorevolezza degli insegnanti non sempre accompagnati da visioni pe-
dagogiche e da approcci giusti con i ragazzi.
I bambini e i ragazzi “abbandonati” ieri spesso sono coloro che continuano ad avere un approccio negativo con la
scuola anche successivamente fino ad “abbandonarla” senza concludere il ciclo formativo dell’obbligo.
Gli studenti che si iscrivono a scuola di secondo grado d’istruzione spesso sono portatori di motivazioni contra-
stanti per cui, a un generico desiderio di essere avviati ad un lavoro non sempre corrisponde una informazione
precisa; a volte si tratta di scelte residuali dopo esperienze formative negative; in alcuni casi, infine, è la “prima”
scuola superiore che si offre a strati di popolazione culturalmente emarginati.
Il problema dunque dell’abbandono scolastico non è solo un problema di abbandono in sé ma è causa ed effetto
di tutta una serie di problematiche che incidono sul vissuto e sullo sviluppo dei ragazzi e del territorio.
A questo si aggiunge il grave problema della disoccupazione: secondo l’elaborazione dell’Urbistat sui dati
8
dell’ISTAT colpisce il 44,3% della popolazione attiva della città, mentre il tasso di disoccupazione giovanile
(14-29 anni) raggiunge livelli di vera e propria esclusione essendo pari al 73,9% ed il tasso di attività, cioè
l’incidenza della popolazione attiva nel mercato del lavoro sulla popolazione totale, è pari al 39,5.
La socializzazione è quella di strada, con tutto ciò che comporta la strada in una città come Torre Annunziata.
Cinema, eventi culturali, visite a musei sono appannaggio di pochissimi giovani. Un po’ più diffusa è la possibi-
lità di frequentare qualche teatro popolare. Molto seguito è lo sport soprattutto tra i giovani maschi, e non man-
cano ragazzi che si iscrivono alle scuole calcio che sorgono sul territorio (cfr testimonianza responsabile SAP).
In un’intervista fatta alla responsabile della SAP di Torre Annunziata i minori della zona fanno fatica ad uscire
dal loro ambiente dove restano quasi ghettizzati. Due elementi vengono sottolineati: la mancanza di fiducia in
loro stessi e nelle loro potenzialità, la radicata e radicale povertà culturale, il non rispetto delle regole. Nel-
le aree più difficili della città, nella zona SUD dove è collocata la nostra SAP, si consolida sempre più lo scolla-
mento tra la scuola-istituzione e l'utenza che esprime bisogni culturali e formativi non sempre soddisfatti dalle
istituzioni scolastiche sul territorio.
OTTAVIANO
Ottaviano al 01/01/2018 conta 23.710 abitanti, in leggera diminuzione all’anno precedente. Il numero delle fami-
glie è di 7.245 (in aumento rispetto all’anno precedente); la media del numero di componenti è 3,27 (+0,61 al di
sopra della media regionale). Il saldo migratorio totale registra un dato negativo rispetto all’anno precedente,
mentre il saldo migratorio con l’estero registra un dato positivo. Il saldo naturale della popolazione, pur conser-
vando un valore positivo, registra una netta flessione rispetto alle annualità precedenti, a causa del contempora-
neo diminuire delle nascite e aumentare dei decessi.
La popolazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 3.555 unità e rappresenta il 15,0% del totale, in costante di-
minuzione negli ultimi 15 anni ma sopra la media regionale; analizzando la struttura per età della popolazione
emerge che la stessa è di tipo leggermente regressivo. L’età media della popolazione è di 40,5 anni. L’indice di
dipendenza strutturale è di 44,9 individui a carico ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popo-
lazione attiva è di 94,1, a testimonianza che la popolazione in età lavorativa quasi si equivale fra giovani e anzia-
ni.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 100 126 226
7 123 115 238
8 130 126 256
9 141 116 257
10 134 118 252
11 115 123 238
12 137 114 251
13 153 125 278
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio del Comune di Ottaviano sono presenti 6 Scuole Primarie e 3 Scuola Secondaria di primo grado.
I Comuni di Terzigno e Ottaviano appartengono allo stesso Ambito Territoriale - il n°26 -, che comprende anche
Palma Campania, Poggiomarino, San Gennaro Vesuviano, Striano e San Giuseppe Vesuviano come capofila, e
allo stesso distretto sanitario - il n°52 dell’ASL Napoli 3 Sud.
9
Il programma della attività del Distretto nel triennio 2016/2018 sottolinea come l’area, che ricade quasi intera-
mente nel Parco Nazionale del Vesuvio ed è esposto al rischio legato all’attività vulcanica, sia caratterizzata da
dati drammatici relativamente al livello di analfabetismo e al tasso di disoccupazione (il 45% della popolazione
attiva). Il Distretto mette al servizio degli utenti un servizio di psicologia dell’età evolutiva (0-11 anni) che valuta
e interviene in situazioni di disagio familiare e scolastico. Come per Terzigno e Torre Annunziata, anche ad Ot-
taviano l’indice di vulnerabilità sociale e materiale risale al 2011. Esso risulta essere del 103,3. Tenendo presente
i dati del MIUR al 2016, la dispersione scolastica a Ottaviano si presenta così:
Rag
azzi
6-
10
ann
i co
n
ded
iti
form
ativ
i
Rag
azzi
6-
10
che
han
no
su-
per
ato
il
nu
m.
max
dia
ssen
ze
Dis
per
sion
e
Sco
last
ica
6-10
an
ni
Rag
azzi
11
-13
ann
i co
n
deb
iti
form
ativ
i
Rag
azzi
11
-13
che
han
no
su-
per
ato
il
nu
m.
max
dia
ssen
ze
Dis
per
sion
e
Sco
last
ica
11-1
3 an
ni
Comune di Ottavia-
no 55 33 40 115 83 90
Fonte: Rapporto Miur-Ufficio Scolastico Regione Campania 2016
In un’intervista fatta dalla responsabile della SAP a 35 ragazzi risulta che:
- Il 95% degli intervistati non è mai andato a teatro nell’ultimo anno o non ha mai partecipato a laboratori
teatrali
- L’ 85% degli intervistati non è andato a nessun concerto nell’ultimo anno o non ha mai partecipato a la-
boratori musica
- Il 35% degli intervistati non ha visitato nessun museo, sito archeologico nell’ultimo anno o non ha mai
approfondito aspetti culturali legati al territorio
- Il 62% degli intervistati non ha fiducia in loro stessi e nelle loro potenzialità
Anche in questo territorio è diffusa la micro criminalità. In un’intervista condotta da un operatore della SAP su
un campione rappresentativo è emerso che il 40% dei ragazzi non ha fiducia nelle Forze dell’Ordine e il 71%
pensa che la scuola non ha le capacità per combattere i fenomeni di degrado e di disagio del territorio. Comun-
que, è anche vero che soltanto il 26% dei ragazzi ha intenzione di lasciare la propria città per andare a vivere al-
trove. Questo denota un forte attaccamento alla terra e se consideriamo che il 63% degli intervistati ritiene che la
Camorra sia un fenomeno da combattere, si comprende quanto sia forte la voglia di migliorare la situazione sco-
lastica per offrire ai giovani gli strumenti intellettivi adatti a sviluppare consapevolezza verso le proprie potenzia-
lità e senso delle istituzioni.
GRAGNANO
Gragnano al 01/01/2018 conta 28.897 abitanti, in leggera ma quasi costante diminuzione negli ultimi 15 anni. La
variazione percentuale si attesta su un dato maggiore rispetto al dato regionale e a quello relativo alla Provincia
di Napoli. Il numero delle famiglie è di 9.566; la media del numero di componenti è 3,02 (+0,36 al di sopra della
media regionale). Il saldo migratorio totale registra un dato negativo, così come il saldo migratorio con l’estero.
Il saldo naturale della popolazione registra un valore leggermente positivo nonostante il decremento delle nasci-
te.
La popolazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 4.740 unità e rappresenta il 16,4% del totale, in costante
diminuzione negli ultimi 15 anni; analizzando la struttura per età della popolazione emerge che la stessa è di tipo
regressivo. L’età media della popolazione è di 40,4 anni. L’indice di dipendenza strutturale è di 51,2 individui a
10
carico ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popolazione attiva è di 87,6, a testimonianza che
la popolazione in età lavorativa è prevalentemente giovane.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 141 132 273
7 170 152 322
8 160 150 310
9 178 180 358
10 187 155 342
11 191 158 349
12 196 170 366
13 212 199 411
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio del Comune di Gragnano sono presenti 5 Scuole Primarie e 2 Scuola Secondaria di primo grado.
Il Comune di Gragnano rientra nell’Ambito Territoriale n°32 che vede il Comune di Sant’Antonio Abate come
capofila e in cui rientrano anche Agerola, Casola di Napoli, Lettere, Pimonte, Pompei e Santa Maria La Carità.
Gli interventi per l’infanzia si sono tradotti in sostegno al reddito delle famiglie e nella realizzazione e manteni-
mento di strutture per l’infanzia.
SORRENTO
Il Comune di Sorrento al 01/01/2018 conta 16.405 abitanti, in diminuzione rispetto all’anno precedente. La va-
riazione percentuale, però, si attesta su un dato decisamente maggiore rispetto al dato provinciale e regionale. Il
numero delle famiglie è di 6.482 (in diminuzione rispetto all’anno precedente); la media del numero di compo-
nenti è 2,52. Il saldo migratorio totale registra un dato fortemente negativo, mentre il saldo migratorio con
l’estero registra un dato positivo. Il saldo naturale della popolazione registra valori negativi fin dal 2011. La po-
polazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 2.144 unità e rappresenta il 13,1% del totale, in costante dimi-
nuzione negli ultimi 15 anni; analizzando la struttura per età della popolazione (giovani 0-14 anni, adulti 15-64
anni e anziani 65 anni ed oltre) emerge che la stessa è di tipo regressivo. L’età media della popolazione è di 44,7
anni. L’indice di dipendenza strutturale, ovvero il carico sociale ed economico della popolazione non attiva su
quella attiva, è di 56,1 individui a carico ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popolazione at-
tiva (il rapporto percentuale fra chi sta per andare in pensione e chi sta per entrare nel mondo del lavoro) è di
111,7, a testimonianza del fatto che la popolazione in età lavorativa è abbastanza anziana. Questi i dati relativi
alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 78 60 138
7 68 68 136
8 74 74 148
9 82 79 161
10 71 83 154
11 91 85 176
12 74 82 156
11
13 97 71 168
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio del Comune di Sorrento sono presenti 4 Scuole Primarie e 2 Scuole Secondarie di primo grado.
Il Comune di Sorrento appartiene al Distretto Sanitario 59 e all’Ambito Territoriale Napoli Trentatré, di cui è
capofila e che include anche i limitrofi comuni della penisola sorrentina, con cui il rapporto territoriale è estre-
mamente stretto, al punto che non è raro che i servizi riservati dai diversi enti a bambini e ragazzi possano essere
fruiti anche da utenti non residenti nello specifico comune.
Il rapporto annuale del Piano Sociale di Zona per il 2017 elenca i servizi offerti per sostenere le famiglie e raf-
forzare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: laboratori di Educativa Territoriale (ex Centri Estivi e Colonia
Marina), centro per la famiglia, servizi domiciliari territoriali; interventi di assistenza per i minori riconosciuti da
un solo genitore, baby trasporto sociale, inadempienza obbligo scolastico, supporto e consulenza nei casi di fra-
gilità sociale. Sono state soddisfatte il 95% delle 620 istanze pervenute, con una particolare cura nell’erogazione
dei servizi anche durante il periodo estivo per andare incontro alle esigenze delle famiglie.
L’indice di vulnerabilità sociale e materiale a Sorrento è 100.6.
Nel rapporto della Caritas diocesana del 2016 viene sottolineato come nell’area della penisola sorrentina la situa-
zione, per quanto può sembrare meno drammatica rispetto alle altre realtà della diocesi, ci sono diverse criticità a
cui bisogna far fronte, come il disgregarsi delle famiglie, le dipendenze legate al gioco d’azzardo o agli stupefa-
centi, e l’incapacità di gestire le proprie risorse economiche in maniera attenta e oculata. Troppo spesso le fami-
glie in questa area della diocesi, si indebitano perché vivono al di sopra delle proprie possibilità economiche.
Secondo i dati del MIUR a Sorrento la situazione si presenta così:
Rag
azzi
6-1
0 an
ni
con
ded
iti f
orm
ativ
i
Rag
azzi
6-
10
che
han
no
sup
erat
o il
nu
m. m
ax d
i ass
enze
Dis
per
sion
e
Sco
last
ica
6-10
an
ni
Rag
azzi
11
-13
ann
i
con
deb
iti f
orm
ativ
i
Rag
azzi
11
-13
che
han
no
sup
erat
o il
nu
m. m
ax d
i ass
enze
Dis
per
sion
e
Sco
last
ica
11-1
3 an
ni
Comune di Sorrento 167 48 55 544 75 84
Fonte: Rapporto Miur-Ufficio Scolastico Regione Campania 2016
In un’intervista fatta dalla responsabile della SAP a 25 ragazzi risulta che essi sono accompagnati a scuola dai
genitori e questo reca fastidio. Emerge una certa demotivazione verso lo studio unita ad un certo disinteresse
per l’arte e la cultura. Molti ragazzi non ha mai frequentato un museo e non hanno mai approfondito aspetti cul-
turali legati al territorio
MERCOGLIANO
Mercogliano, in provincia di Avellino, al 01/01/2018 contava 12.369 abitanti, in leggero aumento per il secondo
anno consecutivo. La variazione percentuale è in controtendenza rispetto a quanto registrato nella Provincia di
Avellino e nella Regione Campania. Il numero delle famiglie è di 5.031; la media del numero di componenti è
2,45. Il saldo migratorio totale registra un saldo positivo, così come il saldo migratorio con l’estero; leggermente
negativo il saldo naturale della popolazione.
La popolazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 4.853 unità e rappresenta il 13,3% del totale, in costante
diminuzione negli ultimi 15 anni; analizzando la struttura per età della popolazione emerge che la stessa è di tipo
12
regressivo. L’età media della popolazione è di 42,8 anni. L’indice di dipendenza strutturale è di 46,7 individui a
carico ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popolazione attiva è di 116,1, a testimonianza che
la popolazione in età lavorativa è abbastanza anziana.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 42 59 101
7 49 40 89
8 65 76 141
9 62 69 131
10 61 63 124
11 64 60 124
12 66 61 127
13 71 51 122
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio del Comune di Mercogliano sono presenti 5 Scuole Primarie e 1 Scuola Secondaria di primo grado.
I Ragazzi frequentano le scuole superiori di secondo grado nella vicinissima città di Avellino.
Il Comune di Mercogliano è capofila dell’Ambito Territoriale A02. Nell’ambito della somministrazione delle
prestazioni sociali per i bambini e per le famiglie, è stato istituito un catalogo di servizi per l’infanzia, che preve-
de anche sostegni economici diretti alle famiglie.
L’indice di vulnerabilità sociale e materiale per Mercogliano è 99.3. Di per sé non desta preoccupazioni, ovvia-
mente. Tuttavia, dal 2011 le situazioni sono di gran lunga peggiorate.
La città è vicinissima ad Avellino, città sempre più povera. Il Mef indica 30000 indigenti. La Caritas apre un
punto ascolto per far fronte alle emergenze dei nuovi poveri che sono collocati tra Mercogliano e l’hinterland.
Per quanto riguarda l’andamento scolastico dei giovani a Mercogliano, secondo i dati del MIUR la situazione
presenta questi elementi:
E’ stato rilevato, quindi, che tra i minori di Mercogliano esiste una grande dispersione aggregativa a scapito della
costruzione del tessuto sociale del territorio e di un sano stile di vita. Soprattutto i ragazzi della scuola media so-
no orientati verso il vicino Comune di Avellino, non frequentano centri di aggregazione né sono interessati a
percorsi culturali significativi, consumano il tempo nell’uso prolungato dei videogiochi con uno scarso inve-
stimento sui percorsi di crescita e di formazione.
LA BASILICATA
In base ai dati ISTAT, la Regione Basilicata al 01/01/2018 contava 567.118 abitanti, in leggera diminuzione ri-
spetto all’anno precedente. La variazione percentuale, però, si attesta su un dato maggiore rispetto al dato nazio-
nale. Il numero delle famiglie è di 236.114 (in leggero aumento rispetto all’anno precedente); la media del nume-
Rag
azzi
6-1
0 an
ni
con
ded
iti f
orm
ativ
i
Rag
azzi
6-
10
che
han
no
sup
erat
o il
nu
m. m
ax d
i ass
enze
Dis
per
sion
e
Sco
last
ica
6-10
an
ni
Rag
azzi
11
-13
ann
i
con
deb
iti f
orm
ativ
i
Rag
azzi
11
-13
che
han
no
sup
erat
o il
nu
m. m
ax d
i ass
enze
Dis
per
sion
e
scol
asti
ca
11-1
3 an
ni
Comune di
Mercogliano 121 38 38 450 49 55
13
ro di componenti è 2,39 (nel 2003 era 2,75). Il saldo migratorio totale registra un dato negativo, mentre il saldo
migratorio con l’estero registra un dato positivo. Il saldo naturale della popolazione registra un saldo positivo ri-
spetto all’anno precedente, ma non si arresta la progressiva e costante diminuzione della popolazione.
La popolazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 68.658 unità e rappresenta il 12,1% del totale, in costante
diminuzione negli ultimi 15 anni; analizzando la struttura per età della popolazione (giovani 0-14 anni, adulti 15-
64 anni e anziani 65 anni ed oltre) emerge che la stessa è di tipo fortemente regressivo. L’età media della popola-
zione è di 45,0 anni. L’indice di dipendenza strutturale, ovvero il carico sociale ed economico della popolazione
non attiva su quella attiva, è di 53,2 individui a carico ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della
popolazione attiva (il rapporto percentuale fra chi sta per andare in pensione e chi sta per entrare nel mondo del
lavoro) è di 132,8, a testimonianza del fatto che la popolazione in età lavorativa è molto anziana.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 2.263 2.140 4.403
7 2.336 2.221 4.557
8 2.471 2.271 4.742
9 2.543 2.344 4.887
10 2.531 2.317 4.848
11 2.604 2.388 4.992
12 2.548 2.397 4.945
13 2.639 2.658 5.297
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio lucano sono presenti 207 Scuole Primarie e 145 Scuole Secondarie di primo grado.
Il comune interessato dal progetto è Brienza, in provincia di Potenza.
BRIENZA
Brienza al 01/01/2018 contava 4.030 abitanti, in leggera flessione rispetto all’anno precedente. La variazione
percentuale si attesta su un dato notevolmente inferiore rispetto al dato regionale. Il numero delle famiglie è di
1.713 (in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente); la media del numero di componenti è 2,34. Sia il
saldo migratorio che quello con l’estero registrano un dato positivo. Il saldo naturale della popolazione registra
un dato negativo, nonostante l’incremento delle nascite.
La popolazione al di sotto dei 14 anni è costituita da 500 unità e rappresenta il 12,4% del totale, in costante dimi-
nuzione negli ultimi 15 anni; analizzando la struttura per età della popolazione emerge che la stessa è di tipo for-
temente regressivo. L’età media della popolazione è di 44,3 anni. L’indice di dipendenza strutturale è di 52,1 in-
dividui a carico ogni 100 che lavorano mentre l’indice di ricambio della popolazione attiva è di 118,4, a testimo-
nianza del fatto che la popolazione in età lavorativa è abbastanza anziana.
Questi i dati relativi alla popolazione distribuita per età scolastica interessata dal progetto:
Età Maschi Femmine Totale
6 17 19 36
7 16 20 36
8 20 13 33
9 20 15 35
14
10 17 15 32
11 15 20 35
12 20 17 37
13 21 14 35
Dati: www.tuttitalia.it
Sul territorio del Comune di Brienza sono presenti 1 Scuola Primaria e 1 Scuole Secondaria di primo grado.
Brienza è capofila dell’Ambito Sociale di Zona Agri-Melandro, costituito da 15 comuni, e dal 2014 ospita uno
sportello sociale. I servizi sociali comunali, in base alle linee guida della Regione, garantiscono attività di soste-
gno alla genitorialità e di tutela e integrazione dei minori.
L’indice di vulnerabilità sociale e materiale a Brienza è 98.9.
Secondo i dati del MIUR al 2016 la dispersione scolastica a Brienza presenta i seguenti dati
Rag
azzi
6-
10
ann
i
con
ded
iti f
orm
ativ
i
Rag
azzi
6-
10
che
han
no
sup
erat
o il
nu
m.
max
di
asse
n-
ze
Dis
pers
ione
Sco
last
ica
6-10
an
ni
Rag
azzi
11-
13 a
nn
i
con
deb
iti f
orm
ativ
i
Rag
azzi
11
-13
che
han
no
sup
erat
o il
nu
m.
max
di
asse
n-
ze
Dis
pers
ione
Sco
last
ica
11-1
3 an
ni
Comune di Brienza 51 15 15 350 90 110
Fonte: Rapporto Miur-Ufficio Scolastico Regione Basilicata 2016
Nell’incontro di Focus Group è emerso che i minori non hanno fiducia in loro stessi e nelle loro potenzialità.
Alcuni operatori della SAP dove sarà realizzato il presente progetto affermano che nella popolazione giovanile si
riscontra un disagio sociale evidente e tangibile non solo da fenomeni di devianza minorile censiti dalla Procura
della Repubblica di Potenza ma anche da quello della dispersione scolastica. Il disagio minorile, che non di rado
si evolve in devianza, è rappresentato in molti casi, anche da fenomeni di abbandono scolastico, pluripetenze,
perdita di autostima nelle proprie capacità cognitive e relazionali. Gli operatori fanno riferimento non solo
all’esperienza ma anche al rapporto dell’Istituto Scolastico regionale dove si attesta che nel Comune di Brienza
per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado si registra un aumento
delle ripetenze rispetto all’anno precedente di due punti percentuali.
Nei contesti territoriali appena descritti, si inserisce tale iniziativa progettuale, con l’intento di contribuire
a rispondere alle seguenti criticità:
1. La povertà educativa e la dispersione scolastica alimentata da difficoltà di apprendimento, scarsa
autostima, demotivazione verso la scuola, non rispetto delle regole. Questi aspetti vanno considerati
dal punto di vista educativo attraverso un percorso di tutoraggio e di peer education/peer tutoring
2. La povertà culturale che genera sempre nuove povertà nelle persone e nei territori. Tale fenomeno
viene affrontato attraverso l’animazione culturale per una costruzione insieme con i ragazzi di una
cultura che genera cultura e vita
3. La disconnessione comunitaria ed educativa. Tale fenomeno vene affrontato attraverso l’animazione
culturale orientata alla costituzione di una solida comunità educante e territoriale.
15
Destinatari e beneficiari del progetto
Sulla base dei dati forniti dalle SAP, i destinatari del progetto sono 1.018 fanciulli giovani (538 maschi e 480
femmine) di età compresa fra i 6 e i 13 anni e frequentanti la Scuola Primaria o la Scuola Secondaria di I grado.
Nel dettaglio questa la distribuzione nelle cinque sedi del progetto:
Napoli: 300 fanciulli e ragazzi, di cui 150 maschi e 150 femmine
Torre Annunziata: 70 fanciulli e ragazzi, di cui 40 maschi e 30 femmine
Terzigno: 80 fanciulli e ragazzi, di cui 48 maschi e 32 femmine
Ottaviano: 210 fanciulli e ragazzi, di cui 110 maschi e 100 femmine
Gragnano: 60 fanciulli e ragazzi, di cui 40 maschi e 20 femmine*
Sorrento: 35 fanciulli e ragazzi, di cui 20 maschi e 15 femmine
Mercogliano: 100 fanciulli e ragazzi, di cui 40 maschi e 60 femmine
Brienza: 163 fanciulli e ragazzi, di cui 90 maschi e 73 femmine
Nei mesi di giugno e luglio si prevede un incremento degli utenti: 180 fanciulli e ragazzi, di cui 100 maschi
e 80 femmine.
I BENEFICIARI del progetto sono coloro che appartengono alla rete sociale dei giovani:
il nucleo familiare trae giovamento dalle attività che contribuiscono alla crescita, allo sviluppo e al
miglioramento del rendimento scolastico dei fanciulli e dei ragazzi; viene coadiuvato nei compiti di cura
e ha un’opportunità di confronto e sviluppo con educatori e altri genitori;
gli insegnanti/educatori e le istituzioni scolastiche in generale hanno un valido supporto nella loro azione
educativa e, grazie al supporto fornito dal progetto, hanno la possibilità di elaborare strategie e interventi
più efficacemente mirati su ogni alunno;
l’intera comunità locale è interessata da un ampliamento dei servizi e delle opportunità offerte ai giovani.
La salute di una comunità non può prescindere dalla cura della generazione più giovane, sia perché un
maggiore livello di istruzione è in grado di garantire nel futuro migliori opportunità occupazionali e di
guadagno, sia perché eventuali comportamenti deviati di fanciulli e ragazzi si riflettono negativamente
su tutti e possono essere evitati fornendo ai minori strumenti e mezzi per evitarli. Agli adulti di domani
spetterà il compito di agire sul benessere futuro di tutti con la consapevolezza e la responsabilità che
trovano proprio nel momento della formazione il loro primo germoglio.
Obiettivi del progetto
Obiettivo generale
Accompagnare i minori in un processo di maturazione personale, culturale e sociale, tale da contrastare fenomeni
di povertà educativa e culturale, e favorire percorsi di crescita territoriale in chiave comunitaria
Obiettivi specifici
1. Sviluppare attività di tutoraggio pomeridiano e accompagnamento scolastico per i minori portatori di
svantaggio economico e culturale, socio-relazionale, con difficoltà di apprendimento al fine di potenziare
l’apprendimento, migliorare l’autostima, aumentare la motivazione verso la scuola, favorire il rispetto delle
regole
2. Incrementare le attività di animazione culturale e di socializzazione, per migliorare i comportamenti
16
prosociali che stimolano la creatività e il senso di responsabilità verso gli altri e per creare la base di una
nuova cultura condivisa
3. Sviluppare relazioni educative significative per favorire l’esperienza della costituzione della comunità
educante e della comunità territoriale
Bisogni
(Situazione di
partenza)
Obiettivi specifici
(Situazione di arri-
vo)
Indicatori
Scelti sui quali incidere Risultati attesi
La povertà edu-
cativa e la di-
spersione scola-
stica alimentate
da difficoltà di
apprendimento,
la scarsa auto-
stima, la demo-
tivazione verso
la scuola, il non
rispetto delle
regole.
1. Sviluppare
attività di
tutoraggio
pomeridiano e
accompagnament
o scolastico per i
minori portatori di
svantaggio
economico e
culturale, socio-
relazionale, con
difficoltà di
apprendimento al
fine di potenziare
l’apprendimento,
migliorare
l’autostima,
aumentare la
motivazione verso
la scuola, favorire
il rispetto delle
regole
N di minori che partecipa
alle attività di tutoraggio
Tutti coloro che ini-
ziano il percorso
% di minori che aumenta la
frequenza scolastica
Aumento del 10% ri-
spetto all’anno prece-
dente
% di minori che migliora il
rendimento scolastico
Voti medi più alti del
20% rispetto a quanto
registrato l’anno pre-
cedente nella stessa
platea scolastica
Grado di soddisfazione degli
utenti per i servizi offerti:
L’80% dei minori
iscritti è soddisfatto o
molto soddisfatto
Il 70% delle famiglie
degli iscritti è soddi-
sfatto o molto soddi-
sfatto
La povertà cul-
turale che gene-
ra sempre nuove
povertà nelle
persone e nei ter-
ritori. Tale fe-
nomeno viene
affrontato attra-
verso
l’animazione cul-
turale per una
costruzione in-
2. Incrementare le
attività di
animazione
culturale e di
socializzazione,
per migliorare i
comportamenti
prosociali che
stimolano la
creatività e il
senso di
responsabilità
Giorni e n° di ore dedicati
alle attività sportive
Per settimana: 3 gior-
ni, 6 ore
Giorni e n° di ore dedicati
alle attività ludiche
Per settimana: 4 gior-
ni, 4 ore
Giorni e n° di ore dedicati
alle attività culturali
Per settimana: 3 gior-
ni, 6 ore
Miglioramento dei compor-
tamenti prosociali nei minori
Miglioramento del
10% in ogni minore
Grado di soddisfazione degli
utenti per i servizi offerti:
Il 90% dei minori
iscritti è soddisfatto o
molto soddisfatto
17
sieme con i ra-
gazzi di una cul-
tura che genera
cultura e vita
verso gli altri e
per creare la base
per una nuova
cultura condivisa
L’85% delle famiglie
degli iscritti è soddi-
sfatto o molto soddi-
sfatto
La disconnes-
sione comunita-
ria ed educati-
va.
3. Sviluppare
relazioni
educative
significative per
favorire
l’esperienza della
costituzione della
comunità
educante e della
comunità
territoriale
Miglioramento della cono-
scenza/consapevolezza da
parte dei minori circa la
realtà territoriale
50%
Miglioramento
dell’attenzione da parte del
territorio nei confronti dei
minori
70%
N di Comunità educative-
territoriali costituite alla fine
dell’anno
Almeno 5
(da 0 a 5)
Descrizione delle attività con la relativa tempistica, ruolo degli operatori volontari
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Obiettivo 1.
Sviluppare attività di tutoraggio pomeridiano e accompagnamento scolastico per i minori portatori di svan-
taggio economico e culturale, socio-relazionale, con difficoltà di apprendimento al fine di potenziare
l’apprendimento, migliorare l’autostima, aumentare la motivazione verso la scuola, favorire il rispetto delle rego-
le.
AZIONE ATTIVITÀ
Azione 1.1. Pianifica-
zione e realizzazione
del tutoraggio pomeri-
diano e
dell’accompagnamento
scolastico
Attività 1.1.1. – Analisi dei bisogni e costruzione di un piano personalizzato
per ogni minore
- Colloqui personali
- Rilevazione dei bisogni
- Elaborazione di un piano formativo personalizzato
Attività 1.1.2. Incontro e confronto con le scuole e i docenti di riferimento al
fine di raccordare le attività
Alcuni docenti sono invitati anche a partecipare alle attività del centro
Attività 1.1.3. Pianificazione accurata dell’attività di tutoring definendo biso-
gni, obiettivi, aree curriculari, metodologie da utilizzare, materiale da preparare,
risultati attesi. Tra le metodologie si privilegeranno la cooperative Learning, la
peer to peer, la peer education/tutoring
Attività 1.1.4. – Creazione dei gruppi attraverso un approccio individuale e per-
sonalizzante
Attività 1.1.5. Coinvolgimento dei genitori
Nei progetti di tutoring si presenta spesso il problema del consenso dei genitori.
18
L’esperienza ha mostrato che gli alunni trovano tale progetto sufficientemente in-
teressante da parlarne a casa, con il risultato che talvolta molti genitori si chiedono
in che modo gli insegnanti utilizzino tempo e risorse. È quindi opportuno inviare
una breve nota ai genitori, spiegando con parole semplici la natura del progetto,
sottolineando che gli alunni ne trarranno benefici di tipo sociale e scolastico. È ne-
cessario fornire le informazioni essenziali, in un modo semplice, diretto e rassicu-
rante
Attività 1.1.6. Realizzazione dell’attività con attenzione al processo da parte del
tutor
Attività 1.1.7. Valutazione dell’attività
La valutazione sarà effettuata in due tempi
1. Insieme ai ragazzi
2. Con i genitori e la scuola
Obiettivo 2.
Incrementare le attività di animazione culturale e di socializzazione, per migliorare i comportamenti pro-
sociali che stimolano la creatività e il senso di responsabilità verso gli altri e per creare la base di una nuova cul-
tura condivisa
AZIONE ATTIVITÀ
Azione 2.1
Realizzazione di attività
educative, sportive, cul-
turali e ricreative a fa-
vore dei minori a rischio
di povertà educativa e
culturale, finalizzate a
prevenire o a mitigare
situazioni di disagio
L’azione è finalizzata al-
la creazione di un conte-
sto di opportunità, un
luogo in cui i fanciulli e i
preadolescenti possono
vivere il loro tempo libe-
ro in modo significativo,
stare insieme per proget-
tare, fare, creare e so-
prattutto ascoltarsi e
confrontarsi, affinché, le
Attività 2.1. 1. – Più sport educativo e cooperativo, più gioco insieme
L’attività mira all’inserimento dei minori in attività sportive, a provare tutte le di-
scipline sportive (Calcio, volley, basket, tennis, danza, tennis da tavolo, orientee-
ring, tiro dell’arco) per arrivare a scoprire quella più adatta o che più piace.
L’attività prevede anche l’organizzazione e la realizzazione di giochi organizzati
Avvicinare i ragazzi allo sport non solo sarebbe utile per la loro salute, ma con-
tribuirebbe anche a attivare processi di collaborazione, la capacità di mettersi in
gioco, il rispetto delle regole, ecc.
Lo sport diventa l’occasione anche per attivare gare con altre squadre per i tornei
e i campionati.
Il cammino dell’anno prevede:
La giornata dello sport con il coinvolgimento delle squadre sportive del
territorio e la premiazione da parte della città
La FESTA DELLO SPORT a conclusione dell’anno con il
coinvolgimento del territorio
Attività 2.1.2. – Laboratori artistici e culturali: Più arte, più teatro, più cine-
ma, più visite alla mia città
Laboratorio artistico e creativo
Laboratorio teatrale: Nasce dall’esigenza di stimolare i ragazzi ad
appropriarsi di un potente strumento di elaborazione di contenuti, di
comunicazione, di sviluppo delle attitudini creative ed espressive. Attraverso
19
occasioni offerte, con la
mediazione degli educa-
tori, diventino un'espe-
rienza d'apprendimento
del vissuto sociale con le
sue regole, i suoi van-
taggi e le sue difficoltà.
Lo spazio diventa anche
luogo di condivisione di
valori, esperienze, cultu-
ra condivisa e partecipa-
ta
la pratica del teatro, specchio di vita, i ragazzi scoprono se stessi, le proprie
potenzialità e attitudini e instaurano con il gruppo relazioni positive di
confronto e fiducia reciproca. Inoltre, il teatro attiva un processo di:
- Organizzazione dei ruoli
- Esercizio della responsabilità con la comprensione del significato e
dell’importanza delle regole nei vari contesti
- Sviluppo della collaborazione e gestione dei conflitti nella realizzazione di
un’opera comune
- Comunicazione, imparando a comprendere e produrre, individualmente o in
gruppo, in modo creativo, messaggi di vario genere.
L’attività comporta:
- La realizzazione almeno di uno spettacolo che vede i ragazzi protagonisti,
stimolando la loro creatività espressiva e comunicativa; essi imparano a
giocare per raccontarsi, per acquisire e trasmettere contenuti, per stare bene
insieme, per crescere e per liberare l’immaginazione. I ragazzi più introversi
potranno acquisire maggiore fiducia in se stessi
Cinema con attività di cineforum e la partecipazione all’esperienza di
Giffoni Film Festival
Andiamo al Cinema: I ragazzi di ogni SAP faranno l’esperienza di andare insieme
al cinema insieme ai ragazzi delle altre SAP.
Tre cineforum in incontri zonali: saranno realizzati tre incontri di Cineforum a
livello zonale con la scelta di film fatta insieme ai ragazzi.
Per l’esperienza di Giffoni Film Festival ogni SAP si organizza autonomamente.
Può anche accordarsi con le altre SAP.
Visite culturali alla città
Saranno realizzate almeno due visite alle opere d’arte e ai musei, ad alcune chiese.
Ognuna delle città dove si svolge il progetto è dotata di un ricco patrimonio cultu-
rale di cui i ragazzi non hanno nessuna conoscenza. I ragazzi sono così invitati a
scoprire questo patrimonio.
L’attività è importante per i ragazzi ed importante anche per i musei stessi che
mettono così in luce il loro patrimonio, valorizzandone la funzione culturale,
facendo in modo che esso possa essere trasmesso alle generazioni future.
Dopo ogni visita ci sarà un momento di scambio e di riflessione sull’esperienza.
Attività 2.1.3. – Laboratorio di formazione personale, di riflessione, di condi-
visione
- Organizzazione e realizzazione di un laboratorio formativo su tematiche
culturali, personali, religiose: si svolgeranno attraverso metodologie
attive e divertenti, attraverso giochi e dinamiche appropriate. I temi
saranno scelti insieme ai minori.
Obiettivo 3.
Sviluppare relazioni educative significative per favorire l’esperienza della costituzione della comunità educan-
20
te e della comunità territoriale
AZIONE ATTIVITÀ
Azione 3.1.
Realizzazione di attività
finalizzate alla costru-
zione di relazioni educa-
tive significative,
all’identificazione e co-
stituzione della comunità
educante
Attività 3.1.1. – Laboratorio di relazioni ragazzi e adulti (genitori, educatori,
insegnanti, esponenti del territorio)
- Attività di conoscenza anche attraverso tecniche di animazione
coinvolgenti e partecipative
- Confronto tra ragazzi e adulti: presentazione di un tema scelto insieme,
laboratorio di domande per sottogruppi: gli adulti rispondono alle
domande dei ragazzi, i ragazzi rispondono alle domande degli adulti.
- La partita del cuore: organizzazione e realizzazione con una
commissione mista (ragazzi e adulti) di un evento sportivo tra adulti e
ragazzi aperto al territorio
Attività 3.1.2. – Identificazione della comunità educante e costituzione del
nucleo animatore
- Assemblea-convegno all’interno della SAP sul tema dell’identità e sulla
funzione della Comunità Educante. Il ruolo degli adulti e dei ragazzi
- Assemblea-convegno con la partecipazione degli insegnanti, degli
educatori, delle persone di riferimento del territorio sul tema della
comunità educante territoriale
- Incontri individuali da parte della responsabile della SAP per raccogliere
le disponibilità a candidarsi per la costituzione della Comunità Educante
Territoriale (nucleo animatore)
- Assemblea per la costituzione del nucleo animatore della Comunità
educante territoriale
- Elaborazione del progetto educativo territoriale
- Elaborazione del progetto educativo all’interno della SAP
- Assemblea cittadina di presentazione della Comunità Educante. Per la
città di Napoli l’Assemblea sarà aperta alla città, ma avrà come fulcro
privilegiato il quartiere Vomero
- Verifica dell’attività e avvio del progetto elaborato
Tempi di realizzazione delle attività del progetto
ATTIVITA MESI
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
A
ZIO
NE
1 Attività 1.1.1. – Analisi bisogni… piano
personalizzato…
Attività 1.1.2. Incontro e confronto con
le scuole e i docenti di riferimento
Attività 1.1.3. Pianificazione accurata
dell’attività di tutoring
21
Attività 1.1.4. – Creazione gruppi
Attività 1.1.5. Coinvolgimento dei geni-
tori
Attività 1.1.6. Realizzazione dell’attività
Attività 1.1.7. Valutazione dell’attività
AZ
ION
E 2
Attività 2.1.1. – Più sport educativo e
cooperativo, più gioco insieme
Attività 2.1.2. – Laboratori artistici e
culturali
Attività 2.1.3. – Laboratorio di forma-
zione personale, di riflessione, di condi-
visione
A
ZIO
NE
3
Attività 3.1.1. – Laboratorio di relazioni
ragazzi e adulti
Attività 3.1.2. – Identificazione della
comunità educante e costituzione del
nucleo animatore
Ruolo ed attività previste per gli operatori volontari nell’ambito del progetto
Nella fase di accoglienza gli operatori volontari sono introdotti nel gruppo di operatori. Dopo una prima fase di
partecipazione alle attività in qualità di osservatori, vengono loro indicate le attività di supporto da svolgere in
funzione dei bisogni degli utenti e in collaborazione con le risorse umane presenti presso le sedi.
Napoli (Istituto Maria Ausiliatrice. Codice sede: 21795)
Operatori volontari: 8
Torre Annunziata (Istituto Santa Maria Domenica Mazzarello. Codice sede: 2872)
Operatori volontari: 9
Terzigno (Figlie di Maria Ausiliatrice 1. Codice sede: 6495)
Operatori volontari: 3
Ottaviano (Istituto Maria Ausiliatrice 1. Codice sede: 15310)
Operatori volontari: 4
Gragnano (Istituto V. e G. D'Amato. Codice sede: 1753)
Operatori volontari: 10
Sorrento – Sant’Agnello (Istituto Maria Ausiliatrice 1. Codice sede: 15308)
Operatori volontari: 3
Mercogliano (Scuola Materna Santangelo. Codice sede: 25369)
Operatori volontari: 6
Brienza (Centro Sociale Luigi Lovito. Codice sede: 28824)
Operatori volontari: 3
22
Obiettivo 1.
Sviluppare attività di tutoraggio pomeridiano e accompagnamento scolastico per i minori portatori di svan-
taggio economico e culturale, socio-relazionale, con difficoltà di apprendimento al fine di potenziare
l’apprendimento, migliorare l’autostima, aumentare la motivazione verso la scuola, favorire il rispetto delle rego-
le
AZIONE ATTIVITÀ RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE
PER GLI OPERATORI VOLONTARI
Azione 1.1. Pianifica-
zione e realizzazione
del tutoraggio pomeri-
diano e
dell’accompagnamento
scolastico
Attività 1.1.1. – Analisi dei bisogni e co-
struzione di un piano personalizzato per
ogni minore
- Colloqui personali
- Rilevazione dei bisogni
- Elaborazione di un piano formativo
personalizzato
Supporto nell’analisi dei bisogni e
nell’elaborazione di un piano for-
mativo personalizzato con prepara-
zione del materiale e indicazioni ai
genitori della normativa sulla pri-
vacy
Attività 1.1.2. Incontro e confronto con le
scuole e i docenti di riferimento al fine di
raccordare le attività
Alcuni docenti sono invitati anche a parteci-
pare alle attività del centro
Partecipazione agli incontri con la
scuola e i docenti (a volte gli opera-
tori volontari potranno fare da
mediazione tra i minori e i docenti,
soprattutto per questioni pratiche)
Attività 1.1.3. Pianificazione accurata
dell’attività di tutoring definendo bisogni,
obiettivi, aree curriculari, metodologie da uti-
lizzare, materiale da preparare, risultati attesi
Tra le metodologie si privilegeranno la coo-
perative Learning, la peer to peer, la peer
education/tutoring
Supporto nella pianificazione
dell’attività di tutoring finalizzato
soprattutto ad un apprendimento
pratico dell’attività
Attività 1.1.4. – Creazione dei gruppi attra-
verso un approccio individuale e personaliz-
zato
Supporto nella creazione dei gruppi
soprattutto attraverso la preparazio-
ne del materiale e della predisposi-
zione degli ambienti
Attività 1.1.5. Coinvolgimento dei genitori
Nei progetti di tutoring si presenta spesso il
problema del consenso dei genitori.
L’esperienza ha mostrato che gli alunni tro-
vano tale progetto sufficientemente interes-
sante da parlarne a casa, con il risultato che
talvolta molti genitori si chiedono in che mo-
do gli insegnanti utilizzino tempo e risorse. È
quindi opportuno inviare una breve nota ai
genitori di tutor e tutee, spiegando con parole
Supporto nella preparazione delle
lettere e di altro materiale
23
semplici la natura del progetto, sottolineando
che gli alunni ne trarranno benefici di tipo so-
ciale e scolastico. E’ necessario fornire le in-
formazioni essenziali, in un modo semplice,
diretto e rassicurante
Attività 1.1.6. Realizzazione dell’attività
con attenzione al processo da parte del tutor
Supporto nella realizzazione delle
attività (in alcuni casi affiancheran-
no minori particolarmente vulnera-
bili.).
Supporto nelle attività di cooperati-
ve learning e di peer tutoring
Predisposizione degli ambienti e
del materiale didattico
Attività 1.1.7. Valutazione dell’attività
La valutazione sarà effettuata in due tempi
1 Insieme ai ragazzi
2 Con i genitori e la scuola
Supporto nella valutazione
dell’attività con preparazione del
materiale e degli ambienti
Obiettivo 2.
Incrementare le attività di animazione culturale e di socializzazione, per migliorare i comportamenti proso-
ciali che stimolano la creatività e il senso di responsabilità verso gli altri e per creare la base di una nuova cultura
condivisa
AZIONE ATTIVITÀ RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE
PER GLI OPERATORI VOLONTARI
Azione 2.1
Realizzazione di atti-
vità educative, spor-
tive, culturali e ri-
creative a favore dei
minori a rischio di po-
vertà educativa, fina-
lizzate a prevenire o a
mitigare situazioni di
disagio
L’azione è finalizzata
alla creazione di un
contesto di opportuni-
tà, un luogo in cui i
fanciulli e i preadole-
scenti possono vivere
Attività 2.1. 1. – Più sport educativo e coo-
perativo, più gioco insieme
L’attività mira all’inserimento dei minori in
attività sportive, a provare tutte le discipline
sportive (Calcio, volley, basket, tennis, danza,
tennis da tavolo, orienteering, tiro dell’arco)
per arrivare a scoprire quella più adatta o che
più piace.
L’attività prevede anche l’organizzazione e la
realizzazione di giochi organizzati
Avvicinare i ragazzi allo sport non solo sa-
rebbe utile per la loro salute, ma contribuireb-
be anche a attivare processi di collaborazione
e di collaborazione, capacità di mettersi in
gioco, rispetto delle regole, protagonismo,
ecc.
Lo sport diventa l’occasione anche per attivare
Preparazione degli ambienti e del
materiale
Collaborazione nelle attività sporti-
ve e ludiche
Collaborazione nell’organizzazione
e nella realizzazione della giornata
dello sport e della festa dello sport
(sono attenti all’eventuale insorgere
di conflitti, gestiscono quelli possi-
bili, segnalano quelli più gravi).
24
il loro tempo libero in
modo significativo,
stare insieme per pro-
gettare, fare, creare e
soprattutto ascoltarsi
e confrontarsi, affin-
ché, le occasioni of-
ferte, con la media-
zione degli educatori,
diventino un'esperien-
za d'apprendimento
del vissuto sociale con
le sue regole, i suoi
vantaggi e le sue diffi-
coltà.
Lo spazio diventa an-
che luogo di condivi-
sione di valori, espe-
rienze, cultura condi-
visa e partecipata
gare con altre squadre per i tornei e i campio-
nati
Il cammino dell’anno prevede
La giornata dello sport con il
coinvolgimento delle squadre sportive del
territorio e la premiazione da parte della
città
La FESTA DELLO SPORT a conclusione
dell’anno con il coinvolgimento del
territorio
Attività 2.1.2. – Laboratori artistici e cultu-
rali: Più arte, più teatro, più cinema, più
visite alla mia città
Laboratorio artistico e creativo:
Laboratorio teatrale: Nasce dall’esigenza
di stimolare i ragazzi ad appropriarsi di un
potente strumento di elaborazione di
contenuti, di comunicazione, di sviluppo
delle attitudini creative ed espressive.
Attraverso la pratica del teatro, specchio di
vita, i ragazzi scoprono se stessi, le proprie
potenzialità e attitudini e instaurano con il
gruppo relazioni positive di confronto e
fiducia reciproca. Inoltre, il teatro attiva un
processo di
- Organizzazione dei ruoli
- Esercizio della responsabilità con la
comprensione del significato e
dell’importanza delle regole nei vari
contesti
- Sviluppo della collaborazione e gestione
dei conflitti nella realizzazione di un’opera
comune
- Comunicazione, imparando a comprendere
e produrre, individualmente o in gruppo, in
modo creativo, messaggi di vario genere.
L’attività comporta
- La realizzazione almeno di uno spettacolo
che vede i ragazzi protagonisti vuole
stimolando la loro creatività espressiva e
comunicativa; essi imparano a giocare per
Preparazione degli ambienti e del
materiale
Collaborazione nei laboratori arti-
stici e culturali
Collaborazione nell’organizzazione
delle attività fuori dalla SAP: visio-
ne cinema e partecipazione a Giffo-
ni Film Festival (fanno da media-
zione tra utenti e operatori e sono
attenti all’eventuale insorgere di
conflitti, gestiscono quelli possibili,
segnalano quelli più gravi).
25
raccontarsi, per acquisire e trasmettere
contenuti, per stare bene insieme, per
crescere e per liberare l’immaginazione. I
ragazzi più introversi potranno acquisire
maggiore fiducia in se stessi
Cinema con attività di cineforum e la
partecipazione all’esperienza di Giffoni
Film Festival
Andiamo al Cinema: I ragazzi di ogni SAP
faranno l’esperienza di andare insieme al
cinema insieme ai ragazzi delle altre SAP
Tre cineforum in incontri zonali: Saranno
realizzati tre incontri di Cineforum a livello
zonale con la scelta di film fatta insieme ai
ragazzi
Per l’esperienza di Giffoni Film Festival ogni
SAP si organizza. Può anche accordarsi
con le altre SAP
Visite culturali alla città
Saranno realizzate almeno due visite alle ope-
re d’arte e ai musei, ad alcune chiese. Ognuna
delle città dove si svolge il progetto è dotata di
un ricco patrimonio culturale di cui i ragazzi
non hanno nessuna conoscenza. I ragazzi sono
così invitati a scoprire questo patrimonio.
L’attività è importante per i ragazzi ed
importante anche per i musei stessi che
mettono così in luce il loro patrimonio,
valorizzandone la funzione culturale, facendo
in modo che esso possa essere trasmesso alle
generazioni future.
Dopo ogni visita ci sarà un momento di
scambio e di riflessione sull’esperienza
Attività 2.1.3. – Laboratorio di formazione
personale, di riflessione, di condivisione
- Organizzazione e realizzazione di un
laboratorio formativi su tematiche
culturali, personali, religiose: si
svolgeranno attraverso metodologie
attive e divertenti, attraverso giochi e
dinamiche appropriate. I temi saranno
Preparazione degli ambienti e del
materiale (collaborano
nell’organizzazione e nella realiz-
zazione del Laboratorio di forma-
zione personale, di riflessione, di
condivisione).
26
scelti insieme ai minori
Obiettivo 3.
Sviluppare relazioni educative significative per favorire l’esperienza della costituzione della comunità educan-
te e della comunità territoriale
AZIONE ATTIVITÀ RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE
PER GLI OPERATORI VOLONTARI
Azione 3.1.
Realizzazione di atti-
vità finalizzate alla
costruzione di rela-
zione educative signi-
ficative,
all’identificazione e
costituzione della
comunità educante
Attività 3.1.1. – Laboratorio di relazioni ra-
gazzi e adulti (genitori, educatori, insegnan-
ti, esponenti del territorio)
- Attività di conoscenza anche attraverso
tecniche di animazione coinvolgenti e
partecipative
- Confronto ragazzi e adulti: presentazione
di un tema scelto insieme, laboratorio di
domande per sottogruppi, gli adulti
rispondono alle domande dei ragazzi, i
ragazzi rispondono alle domande degli
adulti
- La partita del cuore: organizzazione e
realizzazione con una commissione mista
(ragazzi e adulti) di un evento sportivo tra
adulti e ragazzi aperto al territorio
Preparazione degli ambienti e del
materiale (fanno da supporto al la-
boratorio di relazione, ragazzi e
adulti).
Supporto nell’organizzazione della
Partita del cuore
Attività 3.1.2. – Identificazione della comu-
nità educante e costituzione del nucleo ani-
matore
- Assemblea-convegno all’interno della SAP
sul tema dell’identità e sulla funzione della
Comunità Educante. Il ruolo degli adulti e
dei ragazzi
- Assemblea-convegno con la partecipazione
degli insegnanti, degli educatori, delle
persone di riferimento del territorio sul
tema della comunità educante territoriale
- Incontri individuali da parte della
responsabile della SAP per raccogliere le
disponibilità a candidarsi per la
costituzione della Comunità Educante
Territoriale (nucleo animatore)
- Assemblea per la costituzione del nucleo
animatore della Comunità educante
Preparazione degli ambienti e del
materiale
Supporto nell’organizzazione e nel-
la realizzazione dell’identificazione
della comunità educante e nella co-
stituzione del nucleo animatore e
della stesura del progetto
Supporto nella preparazione e rea-
lizzazione dell’assemblea cittadina
per la presentazione del Comunità
educativa - territoriale e del suo
progetto
Collaborazione nella preparazione e
realizzazione della verifica finale
27
territoriale
- Elaborazione del progetto educativo
territoriale
- Elaborazione del progetto educativo
all’interno della SAP
- Assemblea cittadina di presentazione
della Comunità Educante. Per la città di
Napoli l’Assemblea sarà aperta alla città,
ma avrà come fulcro privilegiato il
quartiere Vomero
- Verifica dell’attività e avvio del progetto
elaborato
Numero degli operatori volontari da impiegare nel progetto 46
Numero posti con vitto e alloggio 0
Numero posti senza vitto e alloggio 46
Numero posti con solo vitto 0
Numero ore di servizio settimanali degli operatori volontari 25
Giorni di servizio settimanali degli operatori volontari 5
Eventuali particolari obblighi degli operatori volontari durante il periodo di servizio:
Gli operatori volontari sono tenuti ad osservare il regolamento interno dell’Ente, ivi compreso il codice etico, a condividerne le finalità educative e a rispettarne la finalità religiosa. Si richiede inoltre uno scrupoloso rispetto di quanto previsto in merito alla normativa sulla privacy. Si richiede disponibilità:
Ad incontri di formazione e verifica per tutta la durata del progetto; A flessibilità oraria secondo le esigenze delle varie attività; A turnazioni di mansioni; A eventuale possibile presenza nei giorni prefestivi e festivi; A usufruire di alcuni dei giorni di permesso (max 50%) anche durante l’eventuale chiusura estiva della
sede di attuazione; A distacchi temporanei di sede di servizio secondo termini di legge; A trasferte in ambito zonale per attività di formazione; a effettuare trasferte per tutta la durata del progetto nell’ambito delle attività ludiche, culturali e
ricreative programmate per gli utenti.
CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE
Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accredi-
tato:
N.
Sede di attua-
zione del pro-
getto
Comune Indirizzo
Cod.
ident. se-
de
N. vol.
per
sede
Nominativi degli
Operatori Locali
di Progetto
Cognome e nome
Nominativi dei Respon-
sabili Locali di
Ente Accreditato
Cognome e nome
1
Istituto Maria Au-siliatrice
Napoli Via Enrico Alvino 9 21795 8 Miele Elvira Cristaino Anna Rita
Carla Meschini
2
Istituto Santa Ma-ria Domenica Mazzarello
Torre
Annunziata
Corso Vittorio Emanuele
18 2872 9
Masullo Anna Trinchillo Angela
Carla Meschini
3 Figlie di Maria Ausiliatrice 1
Terzigno Via Don Bosco 22 6495 3 Ranieri Giuseppina
Carla Meschini
4 Istituto Maria Au-siliatrice 1
Ottaviano Via Carmine 58 15310 4 Sferra Elena
Carla Meschini
5
Istituto V. e G. D'Amato
Gragnano Via Vittorio Veneto 69 1753 10
Basile Maria R. Marti Valentina
Carla Meschini
6 Istituto Maria Au-siliatrice 1
Sorrento Nuovo Rione Cappucci-ni 2
15308 3 Aldieri Fernanda Carla Meschini
7 Scuola Materna Santangelo
Mercogliano Via Roma 13 25369 6 Caso Olimpia
8
Centro Sociale Luigi Lovito
Brienza Via Mario Pagano 1 28824 3 Prestigiovanni Raffaella
Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dal de-
creto legislativo, n. 40 del 6 marzo 2017:
Agli operatori volontari si richiedono i seguenti requisiti generici: titolo di studio: diploma scuola superiore di II grado; preferibili esperienze pregresse in ambito attinente le attività indicate nel progetto; preferibile esperienza nel mondo del volontariato; preferibile conoscenza del VIDES e dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e delle attività
promosse; preferibili competenze informatiche di base e di internet.
CARATTERISTICHE DELLE COMPETENZE ACQUISIBILI
Eventuali crediti formativi riconosciuti:
La Facoltà di Scienze dell’Educazione “AUXILIUM” - Cod. Fisc. 06753231007
Via Cremolino n° 141 – ROMA (come da convenzione allegata)
Eventuali tirocini riconosciuti:
I tirocini sono riconosciuti dalla seguente UNIVERSITÀ:
La Facoltà di Scienze dell’Educazione “AUXILIUM” CF 06753231007, con sede a Roma, riconosce
l’esperienza di Servizio Civile Universale svolta nel presente progetto, attribuendo CFU di tirocinio ai sensi
dell’art. 10 comma 5 del DM 270/2004 (come da allegato).
Attestazione delle competenze acquisite in relazione alle attività svolte durante l’espletamento del servizio
utili ai fini del curriculum vitae
Per la certificazione di competenze e professionalità acquisite dagli operatori volontari nell’espletamento del
servizio civile l’Ente si affiderà all’ASSOCIAZIONE C.I.O.F.S. – Formazione Professionale con sede in
Roma, Via di San Saba,14 –P. IVA 04611401003 Codice fiscale 97044390587 - membro associato della rete
FECBOP, Fédération Européenne des centres de Bilan et d’Orientation Professionnelle, rete che è disciplinata
dalla legge francese e riunisce organismi che realizzano servizi d’orientamento professionale ed in particolare
bilanci di competenze. Agli operatori volontari verrà rilasciato, ai sensi della ISO 29990, un attestato spe-
cifico che certifica le competenze realmente acquisite (cfr. lettera di impegno allegata).
Tali competenze verranno valutate alla fine del progetto attraverso le seguenti modalità:
Valutazione del dossier del candidato
Colloquio/intervista per verifica competenze e/o eventuale prova pratica delle competenze acquisite.
Ai fini e per gli effetti delle disposizioni di cui al d.lgs. 13/2013 e del decreto 30 giugno 2015 si richiama la de-
finizione di competenza, quale “comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio o nello
sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e di abilità acquisite nei contesti di
apprendimento formale, non formale o informale”. Nello specifico, il progetto così come articolato e descritto
nelle sezioni precedenti permetterà agli operatori volontari di acquisire competenze specifiche del settore
educazione e promozione culturale, nonché competenze riconducibili alle competenze chiave di cittadi-
nanza definite dal Decreto Ministeriale n. 139/2007, che facilitino l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani
coinvolti nel progetto stesso, così come da seguente tabella.
ATTIVITÀ Competenze specifiche acquisite nel-
lo svolgimento dell’attività
Competenze chiave di cit-tadinanza acquisite nello svolgimento dell’attività
Attività 1.1.1. – Ana-lisi dei bisogni e co-struzione di un piano personalizzato per ogni minore
Conoscenza degli elementi essenziali dell’età evolutiva, in particolare della fanciullezza e della preadolescenza Conoscenza del territorio, delle sue po-tenzialità e problematiche, bisogni e ri-sorse Essere in grado di rilevare i bisogni formativi specifici Conoscenza degli elementi essenziali per l’elaborazione di un piano formati-vo personalizzato Conoscenza relativa al trattamento di dati personali in base alle leggi in vigo-re
Imparare ad imparare Progettare
Attività 1.1.2. Incon-tro e confronto con le scuole e i docenti di riferimento…
Competenza nel dialogo con le scuole e le altre agenzie educative Conoscenza delle normative nazionali nell’ambito dell’istruzione e della for-mazione
Comunicare Collaborare e partecipare
Attività 1.1.3. Pianifi-cazione accurata dell’attività di tuto-ring…
Conoscenza degli elementi essenziali per la pianificazione dell’attività di tu-toring Conoscenza di alcune metodologie di apprendimento cooperativo: le coopera-tive Learning e la peer education
Progettare
Attività 1.1.4. – Crea-zione dei gruppi …
Conoscenza delle tecniche di condu-zione dei gruppi e delle dinamiche psi-co-sociali
Collaborare e partecipare
Attività 1.1.5. Coin-volgimento dei geni-tori
Conoscenza delle metodologie di coin-volgimento delle famiglie
Comunicare Collaborare e partecipare
Attività 1.1.6. Realiz-zazione dell’attività con attenzione al pro-cesso da parte del tu-tor
Essere in grado di accompagnare i mi-nori, soprattutto quelli con maggiore difficoltà, nelle attività di apprendimen-to facendo attenzione a tutte le dimen-sioni della persona
Collaborare e partecipare Agire in modo autonomo e responsabile Risolvere problemi
Attività 1.1.7. Valuta-zione dell’attività
Competenza nell’utilizzo di strumenti di monitoraggio, documentazione e ve-rifica
Acquisire ed interpretare l’informazione
Attività 2.1. 1. – Più sport educativo e coo-perativo, più gioco insieme
Competenza nella gestione di attività di animazione e laboratoriali rivolte a mi-nori, in particolare fanciulli e preadole-scenti Competenza nella relazione e comuni-cazione con l’utenza nell’ambito dei servizi educativi Competenza nell’elaborazione di mate-riale informativo rivolto ai diversi tar-get di utenza, anche in formato elettro-nico e multimediale
Collaborare e partecipare Comunicare Risolvere problemi
Attività 2.1.2. – Labo-ratori artistici e cultu-rali: Più arte, più tea-tro, più cinema, più visite alla mia città
Essere in grado di progettare e gestire in modo qualificato attività animative, eventi, attività ludiche, laboratori crea-tivi e iniziative
Progettare Comunicare Collaborare e partecipare Risolvere problemi
Inoltre il progetto permetterà agli operatori volontari di acquisire competenze di base e competenze trasver-
sali, sia organizzative che relazionali, che fanno riferimento alle operazioni fondamentali proprie di qualun-
que persona posta di fronte ad un compito o a un ruolo lavorativo (e non), indipendentemente
dall’ambito/settore. Nello specifico:
Competenze di base:
Conoscere la struttura organizzativa ove si svolge il servizio (organigramma, ruoli professionali, flussi co-
municativi, ecc…) ed orientarsi al suo interno;
Conoscere e utilizzare gli strumenti informatici di base (relativi sistemi operativi, word, power point, inter-
net e posta elettronica) necessari per il back office e l’organizzazione delle varie attività progettuali e per la
valutazione dei risultati;
Conoscere e utilizzare i principali metodi per progettare e pianificare un lavoro, individuando gli obiettivi
da raggiungere e le necessarie attività e risorse temporali e umane, monitorandone lo sviluppo nelle sue va-
rie fasi attuative e interpretando i dati che emergono dalla verifica rei risultati conseguiti. ̀
Competenze relazionali:
Ascoltare e interagire empaticamente con i destinatari;
Adottare stili di comportamento propositivi ed improntati al rispetto reciproco;
Gestire i processi comunicativi interni ed esterni all’equipe progettuale;
Lavorare in team e per obiettivi ricercando sempre forme di collaborazione;
Collaborare con il personale dell’Ente e con i colleghi coinvolti nel progetto in relazione ai propri compiti e
ai risultati da raggiungere;
Fronteggiare imprevisti, affrontare eventuali problemi e/o conflitti.
Competenze organizzative:
Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari;
Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità;
Organizzare autonomamente la propria attività, in base alle indicazioni ricevute;
Lavorare per obiettivi e rispettare i tempi di lavoro e le scadenze.
Attività 2.1.3. – Labo-ratorio di formazione personale, di rifles-sione, di condivisione
Essere in grado di condurre gruppi in attività formative
Comunicare Collaborare e partecipare Agire in modo autonomo e responsabile
Attività 3.1.1. – Labo-ratorio di relazioni ra-gazzi e adulti …
Competenza nella relazione e comuni-cazione con i servizi del territorio, in particolare con i servizi educativi o orientati ad essi
Collaborare e partecipare Comunicare Agire in modo autonomo e responsabile
Attività 3.1.2. – Iden-tificazione della co-munità educante e co-stituzione del nucleo animatore
Conoscenza di tecniche professionali di animazione volte a favorire processi di aggregazione, integrazione, socializza-zione delle persone e di valorizzazione delle risorse territoriali Competenza nella relazione e comuni-cazione con il territorio e nel favorire processi di rete educativa
Progettare Comunicare Collaborare e partecipare Individuare collegamenti e relazioni Acquisire ed interpretare l’informazione
FORMAZIONE GENERALE DEGLI OPERATORI VOLONTARI
Sede di realizzazione
Le attività di formazione avverranno presso:
Istituto Maria Ausiliatrice - Napoli, Via Enrico Alvino 9
Istituto Santa Maria Domenica Mazzarello - Torre Annunziata, Corso Vittorio Emanuele 18
Figlie di Maria Ausiliatrice 1 - Terzigno, Via Don Bosco 22
Istituto Maria Ausiliatrice 1 - Ottaviano, Via Carmine 58
Istituto V. e G. D'Amato - Gragnano, Via Vittorio Veneto 69
Istituto Maria Ausiliatrice 1 - Sorrento / Sant’Agnello, Nuovo Rione Cappuccini 2
Scuola Materna Santangelo – Mercogliano, Via Roma 13
Centro Sociale Luigi Lovito - Brienza, Via Mario Pagano 1
Sono previsti inoltre 2 incontri zonali e di macroarea (12 ore) con sede presso:
Istituto San Giovanni Bosco - Napoli, Via Paladino, 20
Modalità di attuazione
In proprio presso l’Ente con formatori dell’Ente. È previsto, occasionalmente, l’intervento di esperti.
Durata
Numero totale ore di formazione generale: 48 ore
Tempi di erogazione: tutte le ore di formazione dichiarate verranno erogate entro il 180° giorno dall’avvio del
progetto.
FORMAZIONE SPECIFICA (RELATIVA AL SINGOLO PROGETTO) DE-
GLI OPERATORI VOLONTARI
Sede di realizzazione
La Formazione specifica degli operatori volontari sarà realizzata presso le sedi di attuazione del progetto:
o Istituto Maria Ausiliatrice - Napoli, Via Enrico Alvino 9
o Istituto Maria Ausiliatrice 1 - Sorrento / Sant’Agnello, Nuovo Rione Cappuccini 2
o Istituto Santa Maria Domenica Mazzarello - Torre Annunziata, Corso Vittorio Emanuele 18
o Figlie di Maria Ausiliatrice 1 - Terzigno, Via Don Bosco 22
o Istituto Maria Ausiliatrice 1 - Ottaviano, Via Carmine 58
o Istituto V. e G. D'Amato - Gragnano, Via Vittorio Veneto 69
o Scuola Materna Santangelo – Mercogliano, Via Roma 13
o Centro Sociale Luigi Lovito - Brienza, Via Mario Pagano 1.
Modalità di attuazione
In proprio, presso l’Ente con formatori dell’ente.
Tecniche e metodologie di realizzazione previste
La formazione specifica si prefigge di far acquisire all’operatore volontario le competenze educative comuni a
tutti i progetti, nonché gli strumenti necessari per affrontare al meglio lo svolgimento delle attività.
La formazione specifica assume quindi, anche, un valore di orientamento professionale per gli operatori volon-
tari.
Tecniche e metodologie di realizzazione previste
- Accoglienza-Inserimento: incontri iniziali finalizzati alla conoscenza del progetto e all’inserimento
degli operatori volontari nella sede di attuazione (lezione frontale)
- Formazione sul campo: sono previsti vari momenti formativi in itinere (valutati anche in base agli
operatori volontari selezionati) per una attenta analisi dei ruoli e delle mansioni svolte (lezioni frontali
e dinamiche non formali)
- Verifica delle competenze acquisite: durante l’anno sono previsti, con scadenza trimestrale, incontri di
verifica per una presa di coscienza da parte degli operatori volontari dell’effettivo raggiungimento de-
gli obiettivi stabiliti e delle competenze acquisite (dinamiche non formali)
- Per alcuni contenuti specifici verrà utilizzata la formazione a distanza con l’utilizzo della piattaforma
e-learning
La formazione specifica, oltre agli incontri formativi programmati, si svolge quotidianamente attraverso:
- la spiegazione teorica,
- l’affiancamento pratico nelle mansioni che l’operatore volontario deve svolgere,
- la verifica e lettura critica delle stesse, avvalendosi in particolare della metodologia del learning by
doing.
All’operatore volontario entro il 90° giorno di servizio verrà proposto, da parte del responsabile della sicurezza
della sede dove svolge il suo servizio, un corso di formazione e informazione per la sicurezza sui luoghi di
lavoro.
Certificazione della formazione generale e specifica erogata
Il VIDES provvederà a certificare le ore di formazione generale e specifica svolte predisponendo per ciascuna
SAP, una scheda registrazione delle presenze per ogni incontro formativo.
Ogni scheda sarà così articolata:
- luogo di svolgimento del corso di formazione;
- data e orario in cui è stata erogata la formazione, con firma dell’operatore volontario, all’inizio e fine
della lezione;
- nominativo del docente e qualifica;
- tematica approfondita;
- metodologia utilizzata;
- clima rilevato tra i partecipanti secondo una scala a tre items:
confusione: l’attività è spesso interrotta;
interesse: l’attività si svolge in uno spirito di collaborazione;
coinvolgimento generale: l’attività è svolta con modalità molto attiva e con sostegno reciproco
interno al gruppo.
Per la formazione a distanza saranno predisposti appositi report di download e consultazioni personalizzate.
Contenuti della formazione
In relazione agli obiettivi ed alle attività precedentemente descritti nella formazione specifica saranno appro-
fonditi nella sede di attuazione del progetto i seguenti contenuti:
Attività Moduli Durata
Inizio servizio
Modulo 1 - Presentazione del progetto Informazioni di tipo logistico Presentazione del VIDES: storia e stile, come e dove opera, il ruolo e
l’esperienza dell’operatore volontario Presentazione dell’Ente e della sede di attuazione Presentazione del progetto e delle attività in cui gli operatori volontari
saranno impegnati Presentazione del team di lavoro e del funzionamento della sede Presentazione delle dinamiche del settore di intervento Predisposizione piano di lavoro personale
4 ore
Attività 1.1.1. –
Analisi dei biso-
gni e costruzione
di un piano per-
sonalizzato per
ogni minore
Modulo 2 – Elementi di Psicologia dell’età evolutiva con particolare rife-rimento alla fanciullezza e alla preadolescenza: caratteristiche e compiti di sviluppo La Persona Umana Le tappe evolutive della persona: caratteristiche, cambiamenti, compiti di
sviluppo La fanciullezza La preadolescenza
6 ore
Modulo 3 – Il territorio: potenzialità e problematiche, bisogni e risorse - Una lettura globale del territorio - Il fenomeno della dispersione scolastica e delle povertà educative - Le cause e gli effetti - Le iniziative di contrasto alla povertà e alla dispersione scolastica nel
territorio - Cosa ci resta da fare? - Perché un confronto aperto con le scuole? - La partecipazione e la collaborazione in strategie di rete
3 ore
Modulo 4 – La progettazione di interventi formativi Le fasi della progettazione formativa dall’analisi dei bisogni alla progettazio-ne di interventi mirati
8 ore
Modulo 5 – Il trattamento dei dati personali Il trattamento di dati personali in base alle leggi in vigore
2 ore
Attività 1.1.2. Incontro e con-fronto con le scuole e i docen-ti di riferimen-to…
Modulo 6 – In dialogo con le scuole - Modalità di approccio con le scuole e con le altre agenzie educative - La normativa nazionale nell’ambito dell’istruzione e della formazione
2 ore
Attività 1.1.3. Pianificazione accurata dell’attività di tutoring…
Modulo 7 – Il tutoring - Il tutoring - Gli elementi essenziali per la pianificazione dell’attività di tutoring - Metodologie di apprendimento cooperativo: la cooperative Learning e la
peer education/tutoring
3 ore
Attività 1.1.4. – Creazione dei gruppi …
Modulo 8 – Il gruppo Il gruppo Il conflitto Tecniche di conduzione dei gruppi Dinamiche psico-sociali
4 ore
Attività 1.1.5. Coinvolgimento dei genitori
Modulo 9 – La famiglia La famiglia nei processi formativi dei minori Metodologie di coinvolgimento delle famiglie
2 ore
Attività 1.1.6. Realizzazione dell’attività con attenzione al processo da par-te del tutor
Modulo 10 – L’accompagnamento dei minori nello studio La persona nelle sue dimensioni Il Sistema Preventivo di Don Bosco L’accompagnamento dei minori nelle attività di studio I ragazzi con difficoltà di apprendimento Metodi di accompagnamento dei minori nelle attività di studio, soprattutto di quelli con difficoltà di apprendimento
6 ore
Attività 1.1.7. Valutazione dell’attività
Modulo 11 – Monitoraggio, documentazione e verifica Valutazione, documentazione e monitoraggio Strumenti di rilevazione
6 ore
Attività 2.1. 1. – Più sport educa-tivo e cooperati-vo, più gioco in-sieme Attività 2.1.2. – Laboratori arti-stici e culturali: Più arte, più tea-tro, più cinema, più visite alla mia città
Modulo 12 – L’animazione culturale Animazione culturale e territorio Teoria e tecnica dell’animazione culturale, con particolare riferimento all’animazione culturale dei fanciulli e dei preadolescenti L’Animazione culturale attraverso lo sport, il gioco, il teatro, il cinema, i beni del territorio L’animazione culturale, le relazioni, la comunicazione L’animazione e la produzione di materiale informativo
8 ore
Modulo 13 – La progettazione e gestione di attività di animazione cultu-rale Teoria e tecniche
6 ore
Attività 2.1.3. – Laboratorio di formazione per-sonale, di rifles-sione, di condi-visione
Modulo 14 – La formazione personale La formazione personale La conduzione dei gruppi nelle attività formative
4 ore
Attività 3.1.1. – Laboratorio di relazioni ragazzi e adulti …
Modulo 15 – L’ABC della comunità educante territoriale La relazione adulti e giovani La conoscenza reciproca L’arte di… parlarsi
3 ore
Attività 3.1.2. – Identificazione della comunità educante e costi-tuzione del nu-cleo animatore
Modulo 16 – La comunità educante territoriale Metodologie e tecniche della comunità educativa territoriale La strategia di rete La costituzione della comunità territoriale La costituzione della comunità educante
4 ore
SICUREZZA
Modulo 17 - Sicurezza Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego di operatori volon-tari in progetti di servizio civile universale Presentazione degli eventuali rischi connessi alle attività in cui gli
operatori volontari saranno impegnati Informazione sulle misure di sicurezza e le attività di protezione e
prevenzione attuate nella sede di progetto.
4 ore
TOTALE 72 ore
Durata
Numero totale ore formazione specifica: 72 ore
La formazione specifica verrà erogata, relativamente a tutte le ore previste nel progetto, il 70% delle ore entro e
non oltre i 90 giorni dall’avvia del progetto, ed il restante 30% delle ore entro e non oltre il terz’ultimo mese del
progetto.
Il modulo relativo: “Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego degli operatori volontari in
progetti di servizio civile universale”, verrà erogato entro i primi 90 giorni dall’avvio del progetto.