Produzione Aggregata, Consumo e Risparmio · • Cosa determina il livello dei Consumi ... (Teoria...

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Corso di Economia Applicata all’Ingegneria Anno Accademico 2013-2014 Prof. Avv. Cristiano Di Giosa Produzione Aggregata, Consumo e Risparmio Lezione n.2

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Corso di Economia Applicata all’Ingegneria Anno Accademico 2013-2014 Prof. Avv. Cristiano Di Giosa

Produzione Aggregata, Consumo e Risparmio Lezione n.2

Anno Accademico 2013-2014 2 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria

La Macroeconomia si occupa di studiare il sistema economico nella sua globalità e le grandi variabili aggregate come il livello della produzione e di attività economica, la disoccupazione, l’inflazione ed il risparmio

Quindi in Macroeconomia si vuole rispondere a domande di interesse collettivo:

• Cosa determina il livello di Produzione in un Paese

• Cosa determina il livello dei Consumi

• Come e se è possibile ridurre il tasso di Disoccupazione

• Quanto e se è costoso per un paese avere un alto livello di Inflazione

• Quale ruolo deve svolgere la Banca Centrale nel sistema economico

• Cosa determina lo Sviluppo e la Crescita economica

Il fondatore della moderna Macroeconomia è John Maynard Keynes (Teoria Generale, 1936)

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Per valutare il funzionamento di un’economia è naturale guardare al Reddito Totale Percepito da chi fa parte di essa

Un’identità contabile fondamentale è che in Ogni Sistema Economico il Reddito è pari alla Spesa:

Ogni transazione ha un compratore ed un venditore

Ogni euro speso dal compratore è un euro di reddito per il venditore

L’Uguaglianza tra Reddito e Spesa è illustrata dal Diagramma del Flusso Circolare

Tutto il lavoro inizia con la misurazione del livello di attività dell’Economia misurando la Produzione Aggregata

il PIL (Prodotto Interno Lordo) è la misura della Produzione Aggregata

Il Reddito e la Spesa di una Economia

Mercato dei beni e servizi

Mercato dei fattori produttivi (Lavoro, Capitale, “Terra”)

Imprese Famiglie Diagramma del Flusso

Circolare Flussi Reali

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Il modello del flusso circolare è un modo semplice di visualizzare le transazioni economiche che si realizzano tra gli Agenti Economici di un’Economia

La prima intuizione del modello risale alla metà del 1700, con la Scuola di Economisti Francesi detta Fisiocrazia (Quesnay, 1758)

Gli Agenti Economici considerati nel modello sono le Imprese e le Famiglie (quindi: no Stato, no settore estero)

Le Transazioni avvengono attraverso due mercati

• Beni e Servizi

• Fattori Produttivi (Lavoro, Capitale e “Terra”). Il termine “Terra” indica tutti i fattori produttivi la cui dotazione è (più o meno) fissa

Il modello evidenzia sia il Flusso Reale dei Beni, dei Servizi e dei Fattori che quello Monetario dei Redditi e delle Spese

Il Modello del Flusso Circolare

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Diagramma del Flusso

Mercato dei beni e servizi

Mercato dei fattori produttivi (Lavoro, Capitale, “Terra”)

Imprese Famiglie

Diagramma del Flusso Circolare

Flussi Reali e Monetari

Salari, Profitti, Rendite

Ricavi Spese

Redditi

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Il PIL (o GDP in inglese) Misura la Ricchezza Prodotta da una Nazione in un Determinato Periodo

E’ la Migliore Misura disponibile del Benessere di una Nazione

E’ una Misura del Reddito, e quindi anche della Spesa di una Nazione in certo periodo

IL PIL può essere definito in diversi modi

• il Valore dei Beni e dei Servizi Finali prodotti in una Economia in un certo Periodo di Tempo

• la Somma del Valore Aggiunto in una Economia in un certo Periodo di Tempo

• la Somma dei Redditi dell’Economia in un certo Periodo di Tempo

Imposte Dirette ed Indirette

Redditi da Lavoro

Redditi da Capitale e Profitto

Ovvero come il Valore Totale a Prezzi di Mercato di Tutti i Beni e Servizi Finali Prodotti in una certa nazione in un dato periodo di tempo

Il PIL Pro Capite indica il Reddito a Disposizione del Singolo Individuo in una nazione

Prodotto Interno Lordo - PIL

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L’output è valutato a Prezzi di Mercato per rendere omogenee grandezze fisiche eterogenee

Il PIL registra solo il Valore dei Beni e Servizi Finali, escludendo quindi i beni Intermedi per evitare il così detto «doppio conteggio» poiché il valore dei Beni e Servizi Finali già include quello degli intermedi

Il PIL include sia Beni Tangibili che Servizi Intangibili

Il PIL include Beni e Servizi Prodotti nel periodo in questione, non le transazioni riguardanti beni e servizi prodotti nel passato

La Misurazione del PIL è delimitata in senso Geografico (una Nazione) e Temporale (un anno o un trimestre)

Caratteristiche del PIL

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Il PIL include Tutti i Beni e Servizi Prodotti e Venduti Legalmente sui mercati

Quindi esclude i beni e servizi prodotti tra le mura domestiche e che non vengono scambiati sul mercato

«l’economista che sposa la sua colf fa ridurre il PIL»

Quindi esclude i beni e servizi prodotti illecitamente (il “nero”, la droga, ecc.)

l’economia «Sommersa» non è rilevata e quindi non misurabile

Esclude, inoltre, altri fattori non meno importanti

il valore del tempo libero

il valore dell’ambiente

il valore delle attività extra-mercato (p.e. beneficenza)

Cosa è incluso nel PIL

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In base al così detto «Approccio della Produzione Aggregata», il PIL (indicato con Y) è la somma contabile di quattro grandezze macroeconomiche

• i Consumi (C) • gli Investimenti (I) • gli Acquisti da parte dello Stato (G) • le Esportazioni Nette (NX = eXport – iMport = X – M)

Y = C + I + G + NX

Le quattro grandezze sono anche le quattro componenti della Produzione Aggregata di una nazione, cioè tutti i modi in cui può essere speso il denaro per Acquisto di Beni e Servizi

Il PIL dell’Italia nel 2009 era pari a circa €.1.520 mld

Le singole componenti erano circa pari a:

C = 905 mld (= 59.5%); I = 287 mld (= 18.9%); G = 334 mld (= 22%);

X = 364 mld; M = 370 mld; NX = 6 mld. (= -0.4%)

Componenti del PIL

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Consumi (C)

La spesa delle famiglie in beni e servizi, fatta eccezione per l’acquisto di nuove abitazioni

Investimenti (I)

La spesa in beni capitale, scorte ed infrastrutture, incluse le nuove abitazioni Non include l’acquisto di asset (p.e. azioni, titoli di Stato, ecc.) perché questo è solo un mero trasferimento di proprietà di titoli rappresentativi di beni reali (p.e. un’impresa) che non crea nuova ricchezza reale

Investimento è solo ciò che crea nuovo capitale

Acquisti dello Stato (G)

La spesa in beni e servizi delle autorità pubbliche a livello centrale e locale Non include i trasferimenti (p.e. le pensioni) cioè i pagamenti fatti in mancanza di una contropartita in beni e servizi

Il trasferimento di denaro non comporta creazione di nuova ricchezza

Esportazioni nette (NX)

Il saldo algebrico della bilancia commerciale, cioè della differenza tra esportazioni ed importazioni di beni e servizi

Le Componenti in dettaglio

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Il PIL viene incamerato da tutti i coloro che hanno contribuito a produrlo Quindi, in base al reddito percepito dai fattori produttivi, il PIL si ripartisce così

Y = Salari + Rendite + Interessi + Profitti + IIN (IIN = Imposte Indirette Nette, cioè le tasse sugli scambi di beni e servizi, p.e. l’IVA)

I due approcci al riparto del PIL non sono altro che la «traduzione» macro del diagramma del Flusso Circolare Quindi esiste sempre una Perfetta Identità Contabile tra PIL come Produzione Aggregata e PIL come Reddito Aggregato Parliamo di identità macro fondamentale tra reddito e spesa:

tutto il reddito prodotto in una nazione viene sempre totalmente speso tutti i beni e servizi prodotti vengono sempre acquistati da qualcuno N.B. ciò che resta invenduto viene considerato un investimento in scorte!

L’Identità tra Reddito e Spesa

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Il tasso di crescita del PIL indica la rapidità con cui la ricchezza di una nazione aumenta o diminuisce in un certo periodo di tempo (in genere anno o trimestre)

Il tasso di crescita annuale del PIL di una nazione nel 2010 si ottiene a partire dai due valori del PIL del 2010 e del 2009

La formula è

quindi se

PIL2009 = 1520 mld

PIL2010 = 1549 mld

il Tasso di Crescita Annuale è

((1549 - 1520) / 1520) 100 = 1.9 %

La crescita del PIL

2010 2009

2009

100PIL PIL

PIL

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Il PIL di una nazione cresce nel tempo più o meno stabilmente e più o meno velocemente

All’interno di un trend di crescita del PIL di lungo periodo, possono però esistere ampie fluttuazioni cicliche

E’ il problema del ciclo economico, cioè il fatto (derivante dall’osservazione empirica) che la rapidità della crescita del PIL di una nazione non è mai costante nel tempo

A volte si assiste anzi a periodi più o meno lunghi di riduzione del PIL

Una Recessione è un periodo di almeno due trimestri consecutivi in cui il PIL reale di una nazione diminuisce

Una Recessione ampia e Prolungata prende il nome di Depressione

Una fase di Boom (o Espansione) si ha invece quando il PIL cresce più rapidamente del suo trend di crescita di lungo periodo

I due temi principali della macroeconomia sono la spiegazione della crescita e delle fluttuazioni cicliche

Il primo è argomento relativo al lungo periodo, il secondo al breve periodo

Crescita e Cicli

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Trend di Crescita e Ciclo

Trend di Crescita del PIL

PIL Reale

Anni

Recessione

Boom

1 2 4 6 7

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Il PIL Nominale misura il Valore della Produzione di beni e servizi a prezzi correnti, cioè dell’anno in questione

Una variazione del PIL Nominale potrebbe quindi essere dovuta ad una mera variazione dei prezzi, senza che siano cambiata la reale produzione di beni e servizi

Il PIL Reale misura il valore della produzione di beni e servizi a prezzi costanti, cioè ai prezzi di un anno base preso come riferimento

Il PIL Reale è la vera misura della crescita reale della ricchezza di una nazione, proprio perché “depurata” dall’effetto dei prezzi

se il PIL nominale del 2010 cresce del 1.9% e la variazione dei prezzi sempre nel 2010 è pari all’1.6%, la crescita del PIL reale è pari solo allo 0.3% (infatti 1.9% – 1.6% = 0.3%).

La differenza tra le due grandezze dipende dall’andamento del livello generale dei prezzi

Mettendo a confronto la variazione del PIL reale con quella del PIL nominale, si ottiene una misura della variazione del livello generale dei prezzi (c.d. Deflatore del PIL)

PIl Reale e PIL Nominale

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Lo strumento più usato per misurare la variazione del livello generale dei prezzi è l’indice dei prezzi al consumo (Consumers’ Price Index - CPI)

Il CPI misura il costo di un paniere tipico di beni e servizi

L’indice serve per monitorare l’andamento nel tempo dei prezzi, cioè del costo della vita

Quindi una misura l’Inflazione

Inflazione è l’incremento nel tempo dell’indice generale dei prezzi

Se il CPI aumenta, una famiglia media deve spendere di più per acquistare il paniere tipico, cioè per mantenere lo stesso standard di consumi

Indice dei Prezzi al Consumo

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Si fissa il paniere, ovvero si stabilisce quali beni e servizi sono acquistati dal consumatore medio

Si trovano i prezzi dei beni e servizi contenuti nel paniere per ciascun istante di tempo

Si calcola il costo del paniere ai diversi istanti di tempo

Si sceglie un anno come anno base da utilizzare come punto di riferimento

Si calcola l’indice dividendo il costo del paniere nell’anno desiderato per il costo nell’anno base e moltiplicando per 100

Il tasso di inflazione è la variazione percentuale del CPI da un anno all’altro

Anno Base: 2010

Costo Paniere nel 2010: € 1.200

Costo Paniere nel 2011: € 1.236

CPI2011 = (€ 1.236 / € 1.200) 100 = 103

Inflazione: il CPI del 2010 è pari a 100, quindi nel 2011 i prezzi sono cresciuti del 3% (= 103 – 100)

Calcolo del CPI

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Il CPI misura accuratamente l’evoluzione del costo del paniere selezionato, ma non è una misura perfetta del costo della vita

In particolare soffre di alcuni problemi

1. La distorsione della sostituzione: il paniere non tiene conto delle reazioni dei consumatori al variare dei prezzi relativi (sostituzione dei beni divenuti relativamente più costosi)

2. L’introduzione di nuovi beni: il paniere non tiene conto delle novità sul piano della varietà dei beni.

3. Il miglioramento qualitativo: se la qualità di un bene migliora, il potere d’acquisto del denaro aumenta anche se il prezzo del bene è invariato

4.

Tutti questi problemi si ritiene portino il CPI a sovrastimare l’effettivo costo della vita di una misura pari a circa l’1%

In ogni caso il CPI può comunque, nel complesso, sottostimare l’effettiva inflazione a causa di errori nella scelta del paniere e nel calcolo del suo costo

Costo della Vita e sua Misura

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Normalmente si usa sia il Deflatore del PIL che il CPI per stabilire l’evoluzione dei prezzi nel tempo

Le differenze tra i due concetti

CPI

include solo i beni e servizi acquistati dai consumatori

include anche le importazioni

è misurato rispetto ad un paniere fisso di beni e servizi

Deflatore del PIL

include tutti i beni e servizi prodotti da una nazione

esclude le importazioni

è misurato rispetto alla produzione corrente di beni e servizi

CPI vs il Deflattore del PIL

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Gli indici di prezzo sono utilizzati anche per correggere i valori monetari delle variabili economiche in maniera da poter stabilire un confronto nel tempo tra tali variabili senza che il confronto stesso sia influenzato dall’inflazione

Quando una somma (p.e. un credito o un salario) è aggiustata per tenere conto dell’inflazione si parla di indicizzazione

Indicizzare significa trasformare un euro di oggi nell’equivalente, in termini di potere d’acquisto, ad una certa data futura

Rivalutare significa trasformare un euro del passato nell’equivalente, in termini di potere d’acquisto, di oggi

Guadagnava di più Giuseppe Meazza nel 1931 oppure Francesco Totti nel 2005?

Ingaggio di Meazza degli anni Trenta di €120 in potere d’acquisto del 2005?

Occorre utilizzare il CPI

N.B.: il CPI del 1930 è calcolato utilizzando i coefficienti di rivalutazione

il paniere che nel 2005 costava 127,1 nel 1931 costava circa 0,076 (= 127,1/1675,25)

Indicizzazione

20052005 1931

1931

CPI Ingaggio =Ingaggio

127.1=€120

0.076

=€200.684

CPI

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L’interesse è il pagamento a cui ha diritto nel futuro chi rinuncia a godere di una certa somma di denaro nel presente

Il Tasso Nominale di Interesse (= i) è il tasso di interesse non corretto per l’inflazione

Il Tasso Reale di Interesse (= r) è pari al tasso nominale corretto per l’inflazione

Equazione di Fisher

r = i - dove è il tasso di inflazione

Un prestito di € 10.000 per un anno comporta un tasso di interesse nominale del 5%

alla fine dell’anno, oltre a restituire la somma ricevuta, si deve pagare anche €500 di interessi.

L’inflazione durante l’anno è il 2%, quindi il tasso di interesse reale è:

r = 5% – 2% = 3%

in termini di potere d’acquisto i € 10.500 euro restituiti valgono come € 10.300 al momento del prestito

L’inflazione quindi avvantaggia i debitori e danneggia i creditori Se però l’interesse nominale è indicizzato, esso aumenta via via per tenere conto dell’inflazione, tutelando così il diritto del creditore ad ottenere una certa remunerazione in termini reali

Tasso di Interesse Reale e Nominale

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L’analisi delle scelte del consumatore serve a capire il comportamento alla base della curva di domanda individuale

Invece di partire dalla scheda di domanda (approccio comportamentistico), ricaviamo la curva di domanda risolvendo il problema di scelta del consumatore

Tale problema si presenta nella tipica forma di un problema di massimizzazione vincolata ovvero…

quale insieme di beni, tra tutti quelli potenzialmente acquistabili dal consumatore

rende massimo il suo benessere (o utilità)

dati i suoi Gusti, il suo Reddito ed il Prezzo dei beni?

I due «ingredienti» fondamentali del problema sono il Vincolo di Bilancio e le Curve di Indifferenza

Il Consumo

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Il Vincolo di Bilancio (BC) rappresenta i panieri di consumo (cioè le varie combinazioni dei beni) che il consumatore può permettersi, dato il suo reddito e dati i prezzi dei beni

Non è possibile consumare quanto si desidera, dato che la spesa è sempre limitata dalle risorse (Reddito) a disposizione.

In un sistema di assi cartesiani, ogni punto sulla linea di bilancio indica una possibile combinazione, detta paniere, di due beni che il consumatore può acquistare

N.B.: uno dei due beni potrebbe essere un Bene Composito

La pendenza della linea di bilancio è pari al rapporto tra i prezzi dei due beni e misura il trade-off oggettivo tra i due beni imposto dalle condizioni di mercato

Il Vincolo di Bilancio

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Linea di Bilancio

Quantità Pizza, X1

Quantità Birra, X2

0

250

50 100

500 B

C

A

Equazione del BC: Y = P1X1 + P2X2

ovvero: X2 =(– P1/P2) X1 + Y/P2

Pendenza: – P1/P2

Intercetta B con asse ordinate: Y/P2

Intercetta A con asse ascisse: Y/P1

D

E

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Il Consumatore Ordina le preferenze classificando i diversi panieri in base alla loro desiderabilità

Non si discute tale ordinamento (de gustibus non est disputandum), ma si impongono su di esso delle proprietà

Proprietà (assiomi) delle preferenze

Completezza: il consumatore sa sempre scegliere tra panieri diversi

Transitività: se il consumatore preferisce A a B e B a C, allora preferisce anche A a C

Non Sazietà: il consumatore preferisce sempre avere di più di tutti i beni

Il Vincolo di Bilancio indica cosa il consumatore può Permettersi di comprare mentre le preferenze indicano invece cosa il consumatore Vorrebbe comprare

Per rappresentare le preferenze usiamo la mappa delle curve di indifferenza (CdI)

Una CdI è l’insieme di tutti i panieri di beni che lasciano il consumatore ugualmente soddisfatto, ovvero tra cui il consumatore è indifferente

Nel piano cartesiano esistono infinite CdI, una per ogni livello di soddisfazione che il consumatore può raggiungere consumando i due beni; ciascuna CdI comprende un numero infinito di panieri che danno al consumatore un dato livello di soddisfazione

Le Preferenze di Consumo

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Curva di Indifferenza

Pizza

Birra

0

C

B

A

Curva di Indifferenza 1

Il consumatore è indifferente tra i panieri A, B, C perché appartengono tutti alla stessa CdI. Lo stesso vale per i panieri E ed F, posti su un’altra CdI: anch’essi sono tra loro indifferenti.

D

E

F

CdI 2

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Studiando l’effetto di una variazione in uno dei dati (il reddito o uno dei prezzi) sulla scelta ottima del consumatore otteniamo che un aumento del reddito del consumatore sposta verso l’esterno il vincolo di bilancio

Quindi il consumatore può scegliere un paniere posto su una CdI più alta

Non è detto però che nel nuovo ottimo scelga di più di entrambi i beni: occorre infatti distinguere tra beni normali e beni inferiori

Siamo certi però che comprerà di più di almeno un bene ( i beni non possono essere tutti inferiori)

Effetto della Variazione del Reddito

Pizza

Birra

0

E’

CdI1

CdI2 E

Beni Normali

Viaggi in autobus

0

E

E’

CdI1 CdI2

Benzina

Uno dei due Beni è Inferiore

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La curva di domanda di un consumatore indica le diverse quantità domandate di un certo bene al variare del prezzo e quindi può essere considerata il riassunto delle scelte ottimali che derivano dalla combinazione delle preferenze con il vincolo di bilancio

La curva di domanda del bene 2 (birra) si ottiene individuando i diversi punti di ottimo, e quindi le diverse quantità scelte del bene 2, al variare del prezzo del bene 2 che possono essere riassunte in una scheda di domanda

Costruire la Curva di Domanda

1. Le scelte ottime al diminuire del prezzo della birra

Pizza 0

50

150 E’

E CdI1

CdI2

3. La curva di domanda di birra

50 150

Domanda

Quantità di birra

0

Prezzo Birra

€2

1

E

E’

Il BC ruota perché il prezzo della birra passa da €2 a €1

Pb Qb*

€2 50

€1 150

2. Scheda di Domanda

Birra

Anno Accademico 2013-2014 29 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria

Effetto Reddito

la variazione del consumo di un bene che si ha quando la variazione del prezzo di uno dei beni sposta il consumatore su una CdI più alta o più bassa

Tale variazione è indotta dal mutamento nel potere di acquisto del reddito con il consumatore che è…

…più «povero» se il prezzo aumenta.

…più «ricco» se il prezzo diminuisce.

Effetto Sostituzione

la variazione del consumo di un bene che si ha quando una variazione del prezzo di uno dei beni sposta il consumatore ad un punto diverso lungo la medesima CdI

Al crescere del prezzo del bene 1, la quantità del bene 2 che si deve dare in cambio per averne una unità aumenta

L’effetto Prezzo Totale

la somma (algebrica) dei due effetti sul consumo di un bene

Effetto Reddito, Sostituzione e Totale

Anno Accademico 2013-2014 30 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria

Tra Consumo e Reddito (attuale e futuro) come tra Consumo, Risparmio e Tasso di Interesse

Il Modello di Scelta del Consumatore definisce molto bene le due relazioni; si tratta infatti della Scelta tra Consumo Oggi (da giovane, C0) e Consumo Domani (da vecchio, C1)

La parte di Reddito Y non consumata oggi si chiama Risparmio (per Hp il reddito domani è zero)

Maggiore è il Risparmio Oggi (cioè minore è il Consumo Oggi) e Maggiore sarà il Consumo Domani

Il «prezzo» (costo opportunità) del Consumo Oggi è l’Interesse r a cui si rinuncia non risparmiando

Invece Risparmiando Oggi, domani potrò Consumare di Più (Capitale Risparmiato + Interesse)

Consumo, Reddito e Risparmio

Anno Accademico 2013-2014 31 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria

La Relazione tra Consumo e Reddito è molto complessa Esistono varie ipotesi sul Tipo di Reddito da considerare Reddito Assoluto (Keynes): il Consumo è una Frazione del Livello Assoluto del Reddito Presente

Funzione del Consumo: C = a Y + C0 a < 1 è la propensione marginale al consumo (=incremento di consumo indotto da un euro in più di reddito)

C0 è il consumo necessario (=livello minimo di consumo indipendente dal reddito).

Reddito Relativo (Duesenberry): il consumo dipende dalla posizione relativa del consumatore nella gerarchia dei redditi; i consumatori si influenzano reciprocamente (p.e. imitazione) Reddito Permanente (Friedman): il consumo pianificato nel tempo è una frazione della componente del reddito che il consumatore considera permanente (cioè stabile nel tempo); il consumo può essere temporaneamente accresciuto utilizzando le componenti transitorie del reddito (guadagni occasionali), ma il livello di lungo periodo dipende dalle sole componenti permanenti Ciclo di Vita (Modigliani): il consumo dipende dalla distribuzione nel tempo, in base ai bisogni previsti, delle risorse di cui si prevede di poter disporre nel corso degli anni; tali risorse includono anche le componenti patrimoniali presenti e future

Reddito Assoluto, Relativo e Permanente

Anno Accademico 2013-2014 32 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria

Al crescere del Tasso di Interesse, si generano un effetto sostituzione (il consumo oggi “costa” di più, quindi risparmio di più) ed un effetto reddito (a parità di risparmio, domani sarò più ricco, quindi posso consumare di più oggi) Se prevale l’effetto sostituzione, risparmio di più, viceversa se prevale l’effetto reddito Quindi un aumento del tasso di interesse può favorire o scoraggiare il risparmio Il problema può essere complicato ipotizzando che si percepisca il reddito non solo oggi, ma anche domani. Questo fa sì che oggi io possa consumare più del mio reddito indebitandomi (=risparmio negativo), sfruttando il reddito di domani per saldare i debiti contratti oggi (p.e. prestiti d’onore agli studenti universitari) Altre complicazioni sono date dall’esistenza di componenti patrimoniali iniziali e di oscillazioni temporanee nel reddito futuro, dalle variazioni nel tempo del tasso d’interesse e dalla volontà di lasciare parte del proprio patrimonio agli eredi

Effetto Tasso d’Interesse

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Un Aumento del Tasso di Interesse…

0

(a) … fa aumentare il risparmio (C0 cala)

(b) … oppure lo fa diminuire (C0 cresce)

CdI1

CdI2

0

CdI1

CdI2

C1

C0 C0

C1