Produzione Aggregata, Consumo e Risparmio · • Cosa determina il livello dei Consumi ... (Teoria...
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Corso di Economia Applicata all’Ingegneria Anno Accademico 2013-2014 Prof. Avv. Cristiano Di Giosa
Produzione Aggregata, Consumo e Risparmio Lezione n.2
Anno Accademico 2013-2014 2 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria
La Macroeconomia si occupa di studiare il sistema economico nella sua globalità e le grandi variabili aggregate come il livello della produzione e di attività economica, la disoccupazione, l’inflazione ed il risparmio
Quindi in Macroeconomia si vuole rispondere a domande di interesse collettivo:
• Cosa determina il livello di Produzione in un Paese
• Cosa determina il livello dei Consumi
• Come e se è possibile ridurre il tasso di Disoccupazione
• Quanto e se è costoso per un paese avere un alto livello di Inflazione
• Quale ruolo deve svolgere la Banca Centrale nel sistema economico
• Cosa determina lo Sviluppo e la Crescita economica
Il fondatore della moderna Macroeconomia è John Maynard Keynes (Teoria Generale, 1936)
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Per valutare il funzionamento di un’economia è naturale guardare al Reddito Totale Percepito da chi fa parte di essa
Un’identità contabile fondamentale è che in Ogni Sistema Economico il Reddito è pari alla Spesa:
Ogni transazione ha un compratore ed un venditore
Ogni euro speso dal compratore è un euro di reddito per il venditore
L’Uguaglianza tra Reddito e Spesa è illustrata dal Diagramma del Flusso Circolare
Tutto il lavoro inizia con la misurazione del livello di attività dell’Economia misurando la Produzione Aggregata
il PIL (Prodotto Interno Lordo) è la misura della Produzione Aggregata
Il Reddito e la Spesa di una Economia
Mercato dei beni e servizi
Mercato dei fattori produttivi (Lavoro, Capitale, “Terra”)
Imprese Famiglie Diagramma del Flusso
Circolare Flussi Reali
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Il modello del flusso circolare è un modo semplice di visualizzare le transazioni economiche che si realizzano tra gli Agenti Economici di un’Economia
La prima intuizione del modello risale alla metà del 1700, con la Scuola di Economisti Francesi detta Fisiocrazia (Quesnay, 1758)
Gli Agenti Economici considerati nel modello sono le Imprese e le Famiglie (quindi: no Stato, no settore estero)
Le Transazioni avvengono attraverso due mercati
• Beni e Servizi
• Fattori Produttivi (Lavoro, Capitale e “Terra”). Il termine “Terra” indica tutti i fattori produttivi la cui dotazione è (più o meno) fissa
Il modello evidenzia sia il Flusso Reale dei Beni, dei Servizi e dei Fattori che quello Monetario dei Redditi e delle Spese
Il Modello del Flusso Circolare
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Diagramma del Flusso
Mercato dei beni e servizi
Mercato dei fattori produttivi (Lavoro, Capitale, “Terra”)
Imprese Famiglie
Diagramma del Flusso Circolare
Flussi Reali e Monetari
Salari, Profitti, Rendite
Ricavi Spese
Redditi
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Il PIL (o GDP in inglese) Misura la Ricchezza Prodotta da una Nazione in un Determinato Periodo
E’ la Migliore Misura disponibile del Benessere di una Nazione
E’ una Misura del Reddito, e quindi anche della Spesa di una Nazione in certo periodo
IL PIL può essere definito in diversi modi
• il Valore dei Beni e dei Servizi Finali prodotti in una Economia in un certo Periodo di Tempo
• la Somma del Valore Aggiunto in una Economia in un certo Periodo di Tempo
• la Somma dei Redditi dell’Economia in un certo Periodo di Tempo
Imposte Dirette ed Indirette
Redditi da Lavoro
Redditi da Capitale e Profitto
Ovvero come il Valore Totale a Prezzi di Mercato di Tutti i Beni e Servizi Finali Prodotti in una certa nazione in un dato periodo di tempo
Il PIL Pro Capite indica il Reddito a Disposizione del Singolo Individuo in una nazione
Prodotto Interno Lordo - PIL
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L’output è valutato a Prezzi di Mercato per rendere omogenee grandezze fisiche eterogenee
Il PIL registra solo il Valore dei Beni e Servizi Finali, escludendo quindi i beni Intermedi per evitare il così detto «doppio conteggio» poiché il valore dei Beni e Servizi Finali già include quello degli intermedi
Il PIL include sia Beni Tangibili che Servizi Intangibili
Il PIL include Beni e Servizi Prodotti nel periodo in questione, non le transazioni riguardanti beni e servizi prodotti nel passato
La Misurazione del PIL è delimitata in senso Geografico (una Nazione) e Temporale (un anno o un trimestre)
Caratteristiche del PIL
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Il PIL include Tutti i Beni e Servizi Prodotti e Venduti Legalmente sui mercati
Quindi esclude i beni e servizi prodotti tra le mura domestiche e che non vengono scambiati sul mercato
«l’economista che sposa la sua colf fa ridurre il PIL»
Quindi esclude i beni e servizi prodotti illecitamente (il “nero”, la droga, ecc.)
l’economia «Sommersa» non è rilevata e quindi non misurabile
Esclude, inoltre, altri fattori non meno importanti
il valore del tempo libero
il valore dell’ambiente
il valore delle attività extra-mercato (p.e. beneficenza)
Cosa è incluso nel PIL
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In base al così detto «Approccio della Produzione Aggregata», il PIL (indicato con Y) è la somma contabile di quattro grandezze macroeconomiche
• i Consumi (C) • gli Investimenti (I) • gli Acquisti da parte dello Stato (G) • le Esportazioni Nette (NX = eXport – iMport = X – M)
Y = C + I + G + NX
Le quattro grandezze sono anche le quattro componenti della Produzione Aggregata di una nazione, cioè tutti i modi in cui può essere speso il denaro per Acquisto di Beni e Servizi
Il PIL dell’Italia nel 2009 era pari a circa €.1.520 mld
Le singole componenti erano circa pari a:
C = 905 mld (= 59.5%); I = 287 mld (= 18.9%); G = 334 mld (= 22%);
X = 364 mld; M = 370 mld; NX = 6 mld. (= -0.4%)
Componenti del PIL
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Consumi (C)
La spesa delle famiglie in beni e servizi, fatta eccezione per l’acquisto di nuove abitazioni
Investimenti (I)
La spesa in beni capitale, scorte ed infrastrutture, incluse le nuove abitazioni Non include l’acquisto di asset (p.e. azioni, titoli di Stato, ecc.) perché questo è solo un mero trasferimento di proprietà di titoli rappresentativi di beni reali (p.e. un’impresa) che non crea nuova ricchezza reale
Investimento è solo ciò che crea nuovo capitale
Acquisti dello Stato (G)
La spesa in beni e servizi delle autorità pubbliche a livello centrale e locale Non include i trasferimenti (p.e. le pensioni) cioè i pagamenti fatti in mancanza di una contropartita in beni e servizi
Il trasferimento di denaro non comporta creazione di nuova ricchezza
Esportazioni nette (NX)
Il saldo algebrico della bilancia commerciale, cioè della differenza tra esportazioni ed importazioni di beni e servizi
Le Componenti in dettaglio
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Il PIL viene incamerato da tutti i coloro che hanno contribuito a produrlo Quindi, in base al reddito percepito dai fattori produttivi, il PIL si ripartisce così
Y = Salari + Rendite + Interessi + Profitti + IIN (IIN = Imposte Indirette Nette, cioè le tasse sugli scambi di beni e servizi, p.e. l’IVA)
I due approcci al riparto del PIL non sono altro che la «traduzione» macro del diagramma del Flusso Circolare Quindi esiste sempre una Perfetta Identità Contabile tra PIL come Produzione Aggregata e PIL come Reddito Aggregato Parliamo di identità macro fondamentale tra reddito e spesa:
tutto il reddito prodotto in una nazione viene sempre totalmente speso tutti i beni e servizi prodotti vengono sempre acquistati da qualcuno N.B. ciò che resta invenduto viene considerato un investimento in scorte!
L’Identità tra Reddito e Spesa
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Il tasso di crescita del PIL indica la rapidità con cui la ricchezza di una nazione aumenta o diminuisce in un certo periodo di tempo (in genere anno o trimestre)
Il tasso di crescita annuale del PIL di una nazione nel 2010 si ottiene a partire dai due valori del PIL del 2010 e del 2009
La formula è
quindi se
PIL2009 = 1520 mld
PIL2010 = 1549 mld
il Tasso di Crescita Annuale è
((1549 - 1520) / 1520) 100 = 1.9 %
La crescita del PIL
2010 2009
2009
100PIL PIL
PIL
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Il PIL di una nazione cresce nel tempo più o meno stabilmente e più o meno velocemente
All’interno di un trend di crescita del PIL di lungo periodo, possono però esistere ampie fluttuazioni cicliche
E’ il problema del ciclo economico, cioè il fatto (derivante dall’osservazione empirica) che la rapidità della crescita del PIL di una nazione non è mai costante nel tempo
A volte si assiste anzi a periodi più o meno lunghi di riduzione del PIL
Una Recessione è un periodo di almeno due trimestri consecutivi in cui il PIL reale di una nazione diminuisce
Una Recessione ampia e Prolungata prende il nome di Depressione
Una fase di Boom (o Espansione) si ha invece quando il PIL cresce più rapidamente del suo trend di crescita di lungo periodo
I due temi principali della macroeconomia sono la spiegazione della crescita e delle fluttuazioni cicliche
Il primo è argomento relativo al lungo periodo, il secondo al breve periodo
Crescita e Cicli
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Trend di Crescita e Ciclo
Trend di Crescita del PIL
PIL Reale
Anni
Recessione
Boom
1 2 4 6 7
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Il PIL Nominale misura il Valore della Produzione di beni e servizi a prezzi correnti, cioè dell’anno in questione
Una variazione del PIL Nominale potrebbe quindi essere dovuta ad una mera variazione dei prezzi, senza che siano cambiata la reale produzione di beni e servizi
Il PIL Reale misura il valore della produzione di beni e servizi a prezzi costanti, cioè ai prezzi di un anno base preso come riferimento
Il PIL Reale è la vera misura della crescita reale della ricchezza di una nazione, proprio perché “depurata” dall’effetto dei prezzi
se il PIL nominale del 2010 cresce del 1.9% e la variazione dei prezzi sempre nel 2010 è pari all’1.6%, la crescita del PIL reale è pari solo allo 0.3% (infatti 1.9% – 1.6% = 0.3%).
La differenza tra le due grandezze dipende dall’andamento del livello generale dei prezzi
Mettendo a confronto la variazione del PIL reale con quella del PIL nominale, si ottiene una misura della variazione del livello generale dei prezzi (c.d. Deflatore del PIL)
PIl Reale e PIL Nominale
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Lo strumento più usato per misurare la variazione del livello generale dei prezzi è l’indice dei prezzi al consumo (Consumers’ Price Index - CPI)
Il CPI misura il costo di un paniere tipico di beni e servizi
L’indice serve per monitorare l’andamento nel tempo dei prezzi, cioè del costo della vita
Quindi una misura l’Inflazione
Inflazione è l’incremento nel tempo dell’indice generale dei prezzi
Se il CPI aumenta, una famiglia media deve spendere di più per acquistare il paniere tipico, cioè per mantenere lo stesso standard di consumi
Indice dei Prezzi al Consumo
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Si fissa il paniere, ovvero si stabilisce quali beni e servizi sono acquistati dal consumatore medio
Si trovano i prezzi dei beni e servizi contenuti nel paniere per ciascun istante di tempo
Si calcola il costo del paniere ai diversi istanti di tempo
Si sceglie un anno come anno base da utilizzare come punto di riferimento
Si calcola l’indice dividendo il costo del paniere nell’anno desiderato per il costo nell’anno base e moltiplicando per 100
Il tasso di inflazione è la variazione percentuale del CPI da un anno all’altro
Anno Base: 2010
Costo Paniere nel 2010: € 1.200
Costo Paniere nel 2011: € 1.236
CPI2011 = (€ 1.236 / € 1.200) 100 = 103
Inflazione: il CPI del 2010 è pari a 100, quindi nel 2011 i prezzi sono cresciuti del 3% (= 103 – 100)
Calcolo del CPI
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Il CPI misura accuratamente l’evoluzione del costo del paniere selezionato, ma non è una misura perfetta del costo della vita
In particolare soffre di alcuni problemi
1. La distorsione della sostituzione: il paniere non tiene conto delle reazioni dei consumatori al variare dei prezzi relativi (sostituzione dei beni divenuti relativamente più costosi)
2. L’introduzione di nuovi beni: il paniere non tiene conto delle novità sul piano della varietà dei beni.
3. Il miglioramento qualitativo: se la qualità di un bene migliora, il potere d’acquisto del denaro aumenta anche se il prezzo del bene è invariato
4.
Tutti questi problemi si ritiene portino il CPI a sovrastimare l’effettivo costo della vita di una misura pari a circa l’1%
In ogni caso il CPI può comunque, nel complesso, sottostimare l’effettiva inflazione a causa di errori nella scelta del paniere e nel calcolo del suo costo
Costo della Vita e sua Misura
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Normalmente si usa sia il Deflatore del PIL che il CPI per stabilire l’evoluzione dei prezzi nel tempo
Le differenze tra i due concetti
CPI
include solo i beni e servizi acquistati dai consumatori
include anche le importazioni
è misurato rispetto ad un paniere fisso di beni e servizi
Deflatore del PIL
include tutti i beni e servizi prodotti da una nazione
esclude le importazioni
è misurato rispetto alla produzione corrente di beni e servizi
CPI vs il Deflattore del PIL
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Gli indici di prezzo sono utilizzati anche per correggere i valori monetari delle variabili economiche in maniera da poter stabilire un confronto nel tempo tra tali variabili senza che il confronto stesso sia influenzato dall’inflazione
Quando una somma (p.e. un credito o un salario) è aggiustata per tenere conto dell’inflazione si parla di indicizzazione
Indicizzare significa trasformare un euro di oggi nell’equivalente, in termini di potere d’acquisto, ad una certa data futura
Rivalutare significa trasformare un euro del passato nell’equivalente, in termini di potere d’acquisto, di oggi
Guadagnava di più Giuseppe Meazza nel 1931 oppure Francesco Totti nel 2005?
Ingaggio di Meazza degli anni Trenta di €120 in potere d’acquisto del 2005?
Occorre utilizzare il CPI
N.B.: il CPI del 1930 è calcolato utilizzando i coefficienti di rivalutazione
il paniere che nel 2005 costava 127,1 nel 1931 costava circa 0,076 (= 127,1/1675,25)
Indicizzazione
20052005 1931
1931
CPI Ingaggio =Ingaggio
127.1=€120
0.076
=€200.684
CPI
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L’interesse è il pagamento a cui ha diritto nel futuro chi rinuncia a godere di una certa somma di denaro nel presente
Il Tasso Nominale di Interesse (= i) è il tasso di interesse non corretto per l’inflazione
Il Tasso Reale di Interesse (= r) è pari al tasso nominale corretto per l’inflazione
Equazione di Fisher
r = i - dove è il tasso di inflazione
Un prestito di € 10.000 per un anno comporta un tasso di interesse nominale del 5%
alla fine dell’anno, oltre a restituire la somma ricevuta, si deve pagare anche €500 di interessi.
L’inflazione durante l’anno è il 2%, quindi il tasso di interesse reale è:
r = 5% – 2% = 3%
in termini di potere d’acquisto i € 10.500 euro restituiti valgono come € 10.300 al momento del prestito
L’inflazione quindi avvantaggia i debitori e danneggia i creditori Se però l’interesse nominale è indicizzato, esso aumenta via via per tenere conto dell’inflazione, tutelando così il diritto del creditore ad ottenere una certa remunerazione in termini reali
Tasso di Interesse Reale e Nominale
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L’analisi delle scelte del consumatore serve a capire il comportamento alla base della curva di domanda individuale
Invece di partire dalla scheda di domanda (approccio comportamentistico), ricaviamo la curva di domanda risolvendo il problema di scelta del consumatore
Tale problema si presenta nella tipica forma di un problema di massimizzazione vincolata ovvero…
quale insieme di beni, tra tutti quelli potenzialmente acquistabili dal consumatore
rende massimo il suo benessere (o utilità)
dati i suoi Gusti, il suo Reddito ed il Prezzo dei beni?
I due «ingredienti» fondamentali del problema sono il Vincolo di Bilancio e le Curve di Indifferenza
Il Consumo
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Il Vincolo di Bilancio (BC) rappresenta i panieri di consumo (cioè le varie combinazioni dei beni) che il consumatore può permettersi, dato il suo reddito e dati i prezzi dei beni
Non è possibile consumare quanto si desidera, dato che la spesa è sempre limitata dalle risorse (Reddito) a disposizione.
In un sistema di assi cartesiani, ogni punto sulla linea di bilancio indica una possibile combinazione, detta paniere, di due beni che il consumatore può acquistare
N.B.: uno dei due beni potrebbe essere un Bene Composito
La pendenza della linea di bilancio è pari al rapporto tra i prezzi dei due beni e misura il trade-off oggettivo tra i due beni imposto dalle condizioni di mercato
Il Vincolo di Bilancio
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Linea di Bilancio
Quantità Pizza, X1
Quantità Birra, X2
0
250
50 100
500 B
C
A
Equazione del BC: Y = P1X1 + P2X2
ovvero: X2 =(– P1/P2) X1 + Y/P2
Pendenza: – P1/P2
Intercetta B con asse ordinate: Y/P2
Intercetta A con asse ascisse: Y/P1
D
E
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Il Consumatore Ordina le preferenze classificando i diversi panieri in base alla loro desiderabilità
Non si discute tale ordinamento (de gustibus non est disputandum), ma si impongono su di esso delle proprietà
Proprietà (assiomi) delle preferenze
Completezza: il consumatore sa sempre scegliere tra panieri diversi
Transitività: se il consumatore preferisce A a B e B a C, allora preferisce anche A a C
Non Sazietà: il consumatore preferisce sempre avere di più di tutti i beni
Il Vincolo di Bilancio indica cosa il consumatore può Permettersi di comprare mentre le preferenze indicano invece cosa il consumatore Vorrebbe comprare
Per rappresentare le preferenze usiamo la mappa delle curve di indifferenza (CdI)
Una CdI è l’insieme di tutti i panieri di beni che lasciano il consumatore ugualmente soddisfatto, ovvero tra cui il consumatore è indifferente
Nel piano cartesiano esistono infinite CdI, una per ogni livello di soddisfazione che il consumatore può raggiungere consumando i due beni; ciascuna CdI comprende un numero infinito di panieri che danno al consumatore un dato livello di soddisfazione
Le Preferenze di Consumo
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Curva di Indifferenza
Pizza
Birra
0
C
B
A
Curva di Indifferenza 1
Il consumatore è indifferente tra i panieri A, B, C perché appartengono tutti alla stessa CdI. Lo stesso vale per i panieri E ed F, posti su un’altra CdI: anch’essi sono tra loro indifferenti.
D
E
F
CdI 2
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Studiando l’effetto di una variazione in uno dei dati (il reddito o uno dei prezzi) sulla scelta ottima del consumatore otteniamo che un aumento del reddito del consumatore sposta verso l’esterno il vincolo di bilancio
Quindi il consumatore può scegliere un paniere posto su una CdI più alta
Non è detto però che nel nuovo ottimo scelga di più di entrambi i beni: occorre infatti distinguere tra beni normali e beni inferiori
Siamo certi però che comprerà di più di almeno un bene ( i beni non possono essere tutti inferiori)
Effetto della Variazione del Reddito
Pizza
Birra
0
E’
CdI1
CdI2 E
Beni Normali
Viaggi in autobus
0
E
E’
CdI1 CdI2
Benzina
Uno dei due Beni è Inferiore
Anno Accademico 2013-2014 28 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria
La curva di domanda di un consumatore indica le diverse quantità domandate di un certo bene al variare del prezzo e quindi può essere considerata il riassunto delle scelte ottimali che derivano dalla combinazione delle preferenze con il vincolo di bilancio
La curva di domanda del bene 2 (birra) si ottiene individuando i diversi punti di ottimo, e quindi le diverse quantità scelte del bene 2, al variare del prezzo del bene 2 che possono essere riassunte in una scheda di domanda
Costruire la Curva di Domanda
1. Le scelte ottime al diminuire del prezzo della birra
Pizza 0
50
150 E’
E CdI1
CdI2
3. La curva di domanda di birra
50 150
Domanda
Quantità di birra
0
Prezzo Birra
€2
1
E
E’
Il BC ruota perché il prezzo della birra passa da €2 a €1
Pb Qb*
€2 50
€1 150
2. Scheda di Domanda
Birra
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Effetto Reddito
la variazione del consumo di un bene che si ha quando la variazione del prezzo di uno dei beni sposta il consumatore su una CdI più alta o più bassa
Tale variazione è indotta dal mutamento nel potere di acquisto del reddito con il consumatore che è…
…più «povero» se il prezzo aumenta.
…più «ricco» se il prezzo diminuisce.
Effetto Sostituzione
la variazione del consumo di un bene che si ha quando una variazione del prezzo di uno dei beni sposta il consumatore ad un punto diverso lungo la medesima CdI
Al crescere del prezzo del bene 1, la quantità del bene 2 che si deve dare in cambio per averne una unità aumenta
L’effetto Prezzo Totale
la somma (algebrica) dei due effetti sul consumo di un bene
Effetto Reddito, Sostituzione e Totale
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Tra Consumo e Reddito (attuale e futuro) come tra Consumo, Risparmio e Tasso di Interesse
Il Modello di Scelta del Consumatore definisce molto bene le due relazioni; si tratta infatti della Scelta tra Consumo Oggi (da giovane, C0) e Consumo Domani (da vecchio, C1)
La parte di Reddito Y non consumata oggi si chiama Risparmio (per Hp il reddito domani è zero)
Maggiore è il Risparmio Oggi (cioè minore è il Consumo Oggi) e Maggiore sarà il Consumo Domani
Il «prezzo» (costo opportunità) del Consumo Oggi è l’Interesse r a cui si rinuncia non risparmiando
Invece Risparmiando Oggi, domani potrò Consumare di Più (Capitale Risparmiato + Interesse)
Consumo, Reddito e Risparmio
Anno Accademico 2013-2014 31 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria
La Relazione tra Consumo e Reddito è molto complessa Esistono varie ipotesi sul Tipo di Reddito da considerare Reddito Assoluto (Keynes): il Consumo è una Frazione del Livello Assoluto del Reddito Presente
Funzione del Consumo: C = a Y + C0 a < 1 è la propensione marginale al consumo (=incremento di consumo indotto da un euro in più di reddito)
C0 è il consumo necessario (=livello minimo di consumo indipendente dal reddito).
Reddito Relativo (Duesenberry): il consumo dipende dalla posizione relativa del consumatore nella gerarchia dei redditi; i consumatori si influenzano reciprocamente (p.e. imitazione) Reddito Permanente (Friedman): il consumo pianificato nel tempo è una frazione della componente del reddito che il consumatore considera permanente (cioè stabile nel tempo); il consumo può essere temporaneamente accresciuto utilizzando le componenti transitorie del reddito (guadagni occasionali), ma il livello di lungo periodo dipende dalle sole componenti permanenti Ciclo di Vita (Modigliani): il consumo dipende dalla distribuzione nel tempo, in base ai bisogni previsti, delle risorse di cui si prevede di poter disporre nel corso degli anni; tali risorse includono anche le componenti patrimoniali presenti e future
Reddito Assoluto, Relativo e Permanente
Anno Accademico 2013-2014 32 Corso di Economia Applicata all’Ingegneria
Al crescere del Tasso di Interesse, si generano un effetto sostituzione (il consumo oggi “costa” di più, quindi risparmio di più) ed un effetto reddito (a parità di risparmio, domani sarò più ricco, quindi posso consumare di più oggi) Se prevale l’effetto sostituzione, risparmio di più, viceversa se prevale l’effetto reddito Quindi un aumento del tasso di interesse può favorire o scoraggiare il risparmio Il problema può essere complicato ipotizzando che si percepisca il reddito non solo oggi, ma anche domani. Questo fa sì che oggi io possa consumare più del mio reddito indebitandomi (=risparmio negativo), sfruttando il reddito di domani per saldare i debiti contratti oggi (p.e. prestiti d’onore agli studenti universitari) Altre complicazioni sono date dall’esistenza di componenti patrimoniali iniziali e di oscillazioni temporanee nel reddito futuro, dalle variazioni nel tempo del tasso d’interesse e dalla volontà di lasciare parte del proprio patrimonio agli eredi
Effetto Tasso d’Interesse