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PRODUTTORI BANANE PERÚ Ubicazione Valle del Chira, Province di Sullana e Piura, Regione di Piura, Perù Coordinate Diga di Poecho, 4°40’59.16”Sud, 80°30’50.78” Ovest, altitudine 97 m.s.l.m. Querecotillo, 4°50’15.10” Sud, 80°38’52.15” Sud, altitudine 53 m.sl.m. Base sociale APROBOVCHIRA: 330 soci, dei quali il 20% donne GRUPO HUALTACO: 800 soci APPBOSA: 494 soci, dei quali 15% donne Prodotti Banane Biologiche e a Lotta Integrata Certificazioni Fair Trade, Agricoltura Biologica, GLOBALG.A.P.

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PRODUTTORI BANANE PER Ú

Ubicazione Valle del Chira, Province di Sullana e Piura, Regione di Piura, Perù

Coordinate Diga di Poecho, 4°40’59.16”Sud, 80°30’50.78” Ovest, altitudine 97 m.s.l.m. Querecotillo, 4°50’15.10” Sud, 80°38’52.15” Sud, altitudine 53 m.sl.m.

Base sociale APROBOVCHIRA: 330 soci, dei quali il 20% donne GRUPO HUALTACO: 800 soci APPBOSA: 494 soci, dei quali 15% donne

Prodotti Banane Biologiche e a Lotta Integrata

Certificazioni Fair Trade, Agricoltura Biologica, GLOBALG.A.P.

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Il progetto

La parte nord occidentale del Perú, lambita dall’Oceano Pacifico a ponente e delimitata dalle Ande ad oriente, è caratterizzata da una distesa arida vasta più di 180.000 chilometri quadrati: il deserto di Sechura. Storicamente la regione ha visto il fiorire di importanti culture preincaiche, come quella Moche e quella Sican, in grado di sfruttare i corsi d’acqua intermittenti provenienti dalla Ande per creare un vasto sistema di canali irrigui e favorire l’agricoltura. Negli anni settanta del ventesimo secolo, più di 1500 anni dalla fioritura delle culture preincaiche, lungo il corso del fiume Chira, a cavallo fra le province di Piura e Sullana, viene realizzato il bacino idrico artificiale di Poechos. Inizia così la storia della produzione bananiera nel nord del Perú, favorita dal suolo alcalino e dal clima secco subtropicale, che agisce da controllore naturale contro la diffusione della sigatoka nera, il principale parassita della pianta di banano. Le condizioni climatiche estreme fanno della regione, all’alba del nuovo millennio, una delle più povere del Paese: il 93% della popolazione vive in area rurale, con scarsa disponibilità di infrastrutture ed acqua potabile e con una diffusa incidenza di malattie dell’apparato digerente; il 72% dei nuclei famigliari non riesce a soddisfare i bisogni primari (alimentazione, salute ed educazione); il 23% della popolazione è totalmente analfabeta. In questo contesto la produzione agricola di sussistenza rappresenta la principale fonte occupazionale, con una forte presenza di piccoli produttori con meno di 5 ettari di terra a testa – redistribuita a partire dalla Riforma Agraria del 1969 - dediti tradizionalmente alla coltivazione di cotone e riso. È sulla destra orografica del fiume Chira, nei distretti di Querecotillo e Salitral, che i primi contadini introducono le banane, con materiale genetico portato dall’Ecuador e dalla selva amazzonica, privi dell’appoggio del sistema creditizio formale e di qualsivoglia servizio tecnico. Bisogna infatti attendere fino al 1999 prima che lo Stato decida di appoggiare il settore attraverso un sistema di incentivi alla produzione esportabile di banane. Nel frattempo i produttori, che fino al 1983 avevano amministrato le terre e la vendita dei prodotti in maniera comunitaria - adottando il modello produttivo, di memoria precolombiana, della minga - si vedono costretti a vendere le banane direttamente agli intermediari. Questi ultimi riforniscono le prime imprese commerciali che si affacciano nella regione, attratte dalle particolari condizioni climatiche che rendono il prodotto peruviano molto richiesto. I primi attori di mercato che si presentano in zona sono le imprese Incabanana, Exbanor e Gronsa.

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Fra il 1992 ed il 2001 gli ettari coltivati a banano passano da 3000 a 4700, si diffonde l’irrigazione - prima per inondazione e poi con l’ausilio di pompe - la produzione si espande su entrambe le sponde del Chira e vengono avviati programmi di fertilizzazione organica che portano alle prime certificazione nel 1998. La valle del fiume Chira diventa naturalmente il centro della produzione di banane biologiche per il mercato nord-americano ed europeo. Altre imprese si presentano sul mercato: Copdeban (che vende a Dole) e Biocosta.

Con l’avvio delle esportazioni si generano anche le condizioni affinché i produttori inizino ad organizzarsi ed a svincolarsi dagli intermediari. Il 13 settembre 2001 viene formato il primo comitato di produttori di banane biologiche, con il fine di reclamare pagamenti mai ricevuti per merce venduta a Gronsa (nel frattempo fusasi con Exbanor). Il tentativo di svincolarsi dalle oligarchie di mercato non viene visto di buon occhio da queste ultime, che reclamano di vantare contratti decennali di esclusiva con i produttori (poi dimostratisi falsi). Raúl Chavez Mogollón, produttore della valle del Chira, riferisce al quotidiano Peru.21 nell’edizione on-line del 17 novembre 2006: “ho rinunciato (a lavorare con l’impresa) nel 2003, però Diez Canseco (Tavara) [proprietario di Exbanor prima, consulente di Gronsa poi] non mi lasciava perché Gronsa aveva

falsificato i contratti che teoricamente noi produttori avevamo firmato per lavorare con la compagnia

per dieci anni. Io, ad ogni modo, me ne sono andato dall’impresa, però questo mi è costato un anno senza

poter lavorare”. In questo contesto, nel 2001 Agrofair – impresa olandese di commercio equo fondata dalla ONG Solidariedad – fonda a Querecotillo Biorganika, riunendo 172 piccoli produttori certificati biologici e con altri 162 in conversione, con la finalità di “convertire i produttori in esportatori”. Il 2 settembre 2002, 96 contadini riunitisi nel comitato di produttori biologici – proprietari in media di meno di un ettaro a testa - danno vita alla prima organizzazione di produttori: la Asociación de Productores de

Banano Orgánico Valle del Chira (APROBOVCHIRA)

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Dagli albori del commercio equo nella regione di Piura ad oggi, i produttori di banane si sono organizzati a livello locale in molteplici associazioni ed hanno dato vita a varie strutture per l’esportazione diretta del loro prodotto. Nel 2007 Biorganika, in crisi economica e con molti produttori disaffezionati che hanno deciso di intraprendere autonomamente la propria strada verso l’esportazione (fra queste, APROBOVCHIRA, che dal 2006 si dota di una struttura tecnica autonoma ed inizia le esportazioni dirette), si trasforma in Grupo Hualtaco, una struttura con 250 fra lavoratori e tecnici che offre un servizio integrale – dal campo alla nave – alle associazioni di produttori della regione. Le organizzazioni di produttori collegate a Grupo Hualtaco sono:

- CENBANOR (Central de Bananeros del Norte), un consorzio di secondo livello che raggruppa tre associazioni

di produttori di base: Asociación de Pequeños Productores de Banano Organico San Francisco de Asís (60

produttori), Asociación de Pequeños Productores de Banano Organico de Chocan y Potreritos (80 produttori)

e Asociación de Pequeños Productores de Banano Organico Cerro Mocho (APROBOCEM, 45 produttori al suo

inizio, 123 al giorno d’oggi)

- Asociación Comité Departamental de Productores de Plátano de Tumbes (ACDPPT), una organizzazione

ubicata nell’omonima regione, al confine con l’Ecuador, che nel 2008 si associa a Grupo Hualtaco

Oggi giorno le banane equosolidali Altromercato importate e vendute in Italia da Ctm Agrofair – joint venture fra Agrofair ed il Consorzio Ctm Altromercato – provengono, oltreché da APROBOVCHIRA e GRUPO HUALTACO, anche da APPBOSA (Asociación de Pequeños Productores de Banano Organico

Samán y Anexos), un’associazione di produttori che conta con 494 soci distribuiti su cinque “unità agricole” lungo la sponda destra del fiume Chira.

Contesto locale

La valle del Chira è una fertile area agricola caratterizzata dalla presenza di migliaia di piccoli produttori, dei quali sono una parte dispone dei titoli di proprietà sulla terra. Ogni contadino dispone in media di un appezzamento di un ettaro, con punte massime di 3 ettari a testa. Questi piccoli proprietari sono i principali datori di lavoro della zona, avvalendosi di mano d’opera non specializzata per i lavori di nel campo. I contadini permanenti che non dispongono di terra propria partecipano dell’economia famigliare di genitori e parenti, collaborando ai lavori agricoli sulla terra di questi ultimi e ricevendo una ricompensa monetaria, che si configura come una sorta di redistribuzione del reddito agricolo. Spesso questi contadini senza terra lavorano come peones a cottimo per gli altri produttori della zona. Il 30% dei produttori della valle svolgono altre attività economiche complementari, principalmente finalizzate all’autosussistenza, quali l’allevamento di animali e la vendita di generi vari. Quando necessario, l’allevamento si trasforma da attività di sussistenza ad attività commerciale, attraverso la vendita di latte e carne.

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A livello socio-educativo la maggior parte delle persone al di sopra dei 45 anni di età non ha concluso gli studi primari, ma è preoccupata dell’educazione dei figli che, in molti casi hanno ottenuto un’educazione media e, talvolta, superiore. I servizi di cui dispongono le comunità rurali della valle del Chira sono estremamente basici. Se i principali centri abitati dispongono di un centro medico di prima accoglienza, mancano spesso dottori e personale specializzato. Punti di aggregazione come chiese e biblioteche sono spesso presenti, ma se nelle prime latitano i parroci, le seconde non prestazione servizio per mancanza di personale, espositori e di una bibliografia recente. Le principali carenze della valle riguardano però la mancanza di acqua potabile, di un sistema di gestione dei rifiuti organici (assenza del sistema fognario) e della corrente elettrica.

I benefici del commercio equo

In quindici anni di produzione ed esportazione di banane equosolidali la valle del Chira ha visto cambiare drasticamente la propria geografia. Da un punto di vista ambientale l’oasi naturale che segue il sinuoso corso del fiume Chira spezza l’aspra monotonia del deserto sassoso che caratterizza la regione mentre, da un punto di vista socio economico, la popolazione si è venuta progressivamente affrancando dallo status di reietta e marginalizzata nel panorama peruviano. Se oggi giorno Piura è la regione con il più alto indice di crescita economica dopo Lima è anche grazie alla produzione delle banane ed all’indotto di servizi che questa ha generato, specialmente nelle città di Sullana e Piura. Grazie al commercio equo i produttori della valle del Chira hanno investito nel miglioramento delle strutture produttive (centri di raccolta, lavaggio delle banane e confezionamento) e delle vie di comunicazione della regione, a beneficio dell’intera comunità. In ambito sociale, il premio equosolidale è stato investito principalmente nella costruzione di scuole elementari e medie per le comunità più povere, e in ambito sanitario per sostenere cure mediche specialistiche, nonché a sostegno delle persone indigenti attraverso la creazione di un sussidio.

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A beneficio di soci e famigliari, con il premio è stato istituito un fondo rotativo utilizzabile per l’avvio di piccole attività imprenditoriali o per far fronte ad imprevisti (fondo funerario), nonché per finanziare l’acquisto di strumenti di lavoro ed input produttivi. Oltre al premio, il miglior prezzo pagato dal mercato equosolidale ha permesso ai produttori ed ai loro figli di costruirsi abitazioni degne, fatte di mattoni, e di investire nell’educazione secondaria dei figli. Il miglioramento generalizzato delle condizioni di vita e la produzione di valore aggiunto hanno anche creato le condizioni, per i governi regionale e provinciali, di investire le maggiori entrate fiscali nella realizzazione di servizi indivisibili: acqua potabile, smaltimento acque reflue ed energia elettrica. Tutti questi aspetti si sono ripercossi a vantaggio dei produttori e dell’intera comunità, che hanno visto ridursi sensibilmente l’incidenza delle malattie gastrointestinali nella popolazione residente, nonché l’indice di malnutrizione infantile.