PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ

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PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ

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PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ. Bibliografia. Caritas in Veritate 3, 8, 34,35,36,37,38,39 . L. Bruni , L’impresa civile , Università Bocconi editore, Milano 2009. S. Zamagni , Per un’economia a misura di persona , Città nuova, Roma 2012. REGALI E DONO. - PowerPoint PPT Presentation

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PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ

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Bibliografia

Caritas in Veritate 3, 8, 34,35,36,37,38,39.L. BRUNI, L’impresa civile, Università Bocconi editore, Milano 2009.S. ZAMAGNI, Per un’economia a misura di persona, Città nuova, Roma 2012.

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REGALI E DONO

I regali ed i doni sono atti umani diversi, convivono gli uni accanto agli altri ma non

vanno confusi tra loro.

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REGALIobbligo

Joel Waldfogel ha dimostrato che i regali di Natale distruggono il 20% del valore dei beni regalati, poiché se le persone scegliessero i propri regali invece di riceverli dagli altri, la loro soddisfazione sarebbe maggiore. Questo economista propone di regalare denaro, è una via più semplice, ma questi regali in denaro non sono un dono.

Convenzioni sociali

DONOGRATUITA’ BENI RELAZIONALI

SORPRESA

meritato

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DONOc’è bisogno di un investimento di tempo, di entrare in profonda sintonia con l’altro, di creatività, fatica, e rischiare anche l’ingratitudine. Quando il dono si esprime con un oggetto donato, quel dono incorporerà per sempre quell’atto di amore, quel bene relazionale da cui è nato e che a sua volta fa rinascere.

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COSA DISTINGUE UN DONO DA UN REGALO

Non c’è dono senza un biglietto

personale e accurato che lo accompagni.

La forma conta come la sostanza: in un dono vale non

solo il che cosa ma anche il come, il quando, il dove il

dono viene donato – ricevuto.

La consegna del dono non è mai anonima né frettolosa: è essenziale saper sprecare tempo, e la

conpresenza di chi dona e di chi riceve.

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IL PRINCIPIO DI SCAMBIO DI EQUIVALENTI

qualunque cosa un soggetto A faccia o dia a B, con il quale ha liberamente deciso di

entrare in rapporto di scambio, deve essere controbilanciato dalla corresponsabilità da

parte di B di qualcosa di egual valore.

prezzo c’è libertà ante scambio ma non post

una volta negoziato non si può non adempiere all’accordo/contratto.

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IL PRINCIPIO DI RECIPROCITA’A si muove liberamente verso B per aiutarlo in

qualche modo e forma sulla base dell’aspettativa che B

farà altrettanto, in un tempo successivo, nei suoi

confronti o nei confronti di C.

Nella reciprocità non solo non vi è accordo previo ma neppure un’obbligazione a

carico di B di reciprocare.

A formula solamente un’aspettativa e se

questa andrà delusa ciò che potrà accadere è che A interrompa o modifichi

la relazione con B.

una relazione intersoggettiva fragile

Il valore di quanto B darà non deve essere equivalente a quanto

ha ricevuto da A, la reciprocità postula la proporzionalità non

l’equivalenza.

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IL PRINCIPIO DI RECIPROCITA’La reciprocità inizia sempre da un atto di

gratuità

A va verso B con l’atteggiamento di chi vuol fare un dono, non di chi vuol stringere un affare.

famiglia, cooperativa,

impresa sociale, associazioni

Il progresso civile ed economico di un paese dipende basicamente da quanto diffuse tra i suoi cittadini sono le pratiche di reciprocità

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ECONOMIA CIVILEXII - XIV secolo

una civiltà dove i mercati erano alleati del bene comune e le città erano i nodi di una rete europea di scambi non solo economici.

Nell’umanesimo civile del quattrocento si diffonde un modello di ordine sociale

chiamato economia di mercato: è lo scambio a consentire una grande diversità genetica

nelle popolazioni umane. Lo scambio consente di includere anche chi è più

relativamente meno forte ma diverso.

Francesco

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ECONOMIA CIVILE

XII - XIV secolouna civiltà dove i mercati erano alleati del bene comune e le città erano i nodi di una rete europea di scambi non solo economici.

FEDE CRISTIANA

UNITA’COMUNIONE

VALORI COMUNI

RIFORMA PROTESTANTE

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ECONOMIA CIVILEscandalo della gratia ciò che ha un valore infinito diventa merce di scambio economico.

RIFORMA PROTESTANTE

netta distinzione

individui senza comunità

MERCATO

DONO

CAPITALISMO FILANTROPICO

l’individualismo diviene la principale malattia del modello anglosassone.

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ECONOMIA CIVILE

il mercato non è mai decollato veramente, perché bloccato e invischiato nelle trame dei legami forti della comunità e della famiglia. Mafia, totalitarismo, paternalismo di stato sono le malattie tipiche del modello comunitario

CONTRORIFORMA Reazione contro

LIBERTA’ INDIVIDUALE

INIZIATIVA PRIVATA

Comunità senza individui

PATERNALISMO DI STATO

MODELLO COMUNITARIO

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DISSIDIO

dissolvere la soggettività nel collettivo

esaltano la soggettività riducendo il sociale a mera aggregazione di preferenze individuali

STATALISTI

LIBERISTI

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GRATUITA’

STATALISTI LIBERISTI

PRIVATO

al fine del benessere bastino

i contratti, gli incentivi e ben definite, e fatte

rispettare, regole del gioco

per realizzare nella pratica la solidarietà

basti lo stato sociale, il quale può bensì

appellarsi alla giustizia ma non certo alla

gratuità.

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La sfida della Caritas in Veritate

restituire

Il principio di gratuità

alla sfera pubblica

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DICOTOMIA PUBBLICO PRIVATOI beni privati e i beni pubblici

condividono un comune trattoquello di non presupporre per il loro

consumo un azione comune, né la conoscenza dell’identità delle persone

coinvolte.

opposto dell’idea di relazione e di bene comune tipico della

tradizione classica

La produzione dei beni relazionali non può avvenire secondo le regole di produzione dei beni privati, né di fornitura dei beni pubblici.

Una scienza economica che non vede le relazioni ma solo individui, non è capace

di vedere i beni relazionali.

che sono il cemento che tiene assieme le nostre

società

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BENI RELAZIONALI

è il bene che può essere prodotto e fruito soltanto assieme e simultaneamente da coloro i quali sono gli stessi produttori delle relazioni che li coinvolgono.

Amicizia, fiducia, felicità, rapporti familiari sono altrettanti esempi di ambiti caratterizzati dal ruolo essenziale dei beni relazionali.

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IL DONO è una cosa molto seria, faccenda politica, fonda e rifonda le civiltà e la vita: non saremo sopravvissuti alla nascite se qualcuno non ci avesse donato attenzione, cura ed amore. E nessuna istituzione e comunità umana nasce e rinasce senza doni.

I REGALI sono manutenzione di un rapporto, ma non li sanano, trasformano, ricreano. Il dono è uno strumento fondamentale se non indispensabile per curare, riconciliarsi, per ricominciare.

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Tre sono le modalità di rapporti interpersonali

INFORMAZIONE: è un rapporto unidirezionale da A a B. Quando A trasferisce un messaggio a B, non c’è ritorno. B non ha la possibilità di intervenire, può solo decidere se accettare o meno l’informazione e poi cosa farne.

RELAZIONE: né A né B detengono alcun potere, dal momento che esso si alterna continuamente tra i due soggetti. La relazione postula il dialogo, che non è mera conversazione, poiché nel dialogo ciascun partecipante deve impegnarsi eticamente a tener conto del punto di vista dell’altro, il che non accade nella comunicazione e tantomeno nella informazione.

COMUNICAZIONE: è un rapporto bidirezionale, dove il termine chiave è quello di ascolto. Prima di decidersi a comunicare A si chiede cosa pensa B; deve dunque ascoltarlo. Nella comunicazione c’è reciprocità perché anche B deve ricevere gratificazione dalla partecipazione al processo comunicativo. Comunicare è più impegnativo che informare; si tratta di mettere qualcosa in comune con qualcun altro.