PRIMO PIANO DIOCESI Pasqua, guardiamo al Risorto con gli ...

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N. 13 • 31 marzo 2013 • 1,00 Anno LXVII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Michele Borriello Gianni Cacace Valeria Chianese Eloisa Crocco Oreste D’Amore Davide Esposito Gennaro Giannattasio Antonio Manzo Lorenzo Montecalvo Tonino Palmese Elena Scarici Michele Maria Serrapica Antonio Smoraldi Gli interventi Roveto Ardente in Cattedrale 2 Venti anni con i giovani 4 89ª Giornata Università Cattolica 5 Francesco e Benedetto 6 Un premio per la buona sanità 12 La Serva di Dio Madre Letizia Zagari 14 A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Direzione, redazione ed amministrazione di “Nuova Stagione” augurano a tutti buona Pasqua. Il Settimanale, come di consueto, sospende le pubblicazioni. L’appuntamento con i lettori è per domenica 14 aprile. AUGURI 21 marzo contro tutte le mafie 11 CITTÀ A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Intervista all’Arcivescovo sull’elezione di Papa Francesco 8 e 9 SPECIALE A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Nelle periferie ad annunciare il Vangelo 3 PRIMO PIANO DIOCESI alle pagine 8 e 9 Gesù il giusto. Gesù testimone di “una morte e di una vita che piace al Signore”, come dice l’evangelista Luca. Se Gesù è il giusto, il modello di giustizia, noi come ci poniamo di fronte a lui? Come lo vediamo? Quando Gesù è sulla Croce il popolo “sta a guardare”, i capi e i soldati lo scher- niscono, le folle accorrono e se ne vanno percuotendosi il petto; i conoscenti di Gesù osservano da lontano, le donne stanno a vedere il luogo dove viene deposto il corpo di Gesù; infine, il centurione che, vedendo morire Gesù, riconosce in lui un uomo giusto. Pasqua, guardiamo al Risorto con gli occhi della fede Crescenzio Card. Sepe

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N. 13 • 31 marzo 2013 • € 1,00

Anno LXVII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Michele Borriello • Gianni Cacace

Valeria Chianese • Eloisa Crocco

Oreste D’Amore • Davide Esposito

Gennaro Giannattasio • Antonio Manzo

• Lorenzo Montecalvo • Tonino Palmese

Elena Scarici • Michele Maria Serrapica

Antonio Smoraldi

Gli interventi

Crescenzio Card. Sepe

Roveto Ardente in Cattedrale 2

Venti anni con i giovani 4

89ª Giornata Università Cattolica 5

Francesco e Benedetto 6

Un premio per la buona sanità 12

La Serva di Dio Madre Letizia Zagari 14

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10dsds

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10

Direzione, redazione ed amministrazione di “Nuova Stagione”

augurano a tutti buona Pasqua.

Il Settimanale, come diconsueto, sospende

le pubblicazioni.L’appuntamento con i lettori è per

domenica 14 aprile.

AUGURI

21 marzocontro

tutte le mafie

11

CITTÀ

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10dsds

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10

Intervista all’Arcivescovosull’elezione

di Papa Francesco

8 e 9

SPECIALE

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10dsds

A ferragostoMessa

per i turisti

10

A ferragostoMessa

per i turisti

10

Nelle periferiead annunciare

il Vangelo

3

PRIMO PIANO DIOCESI

alle pagine 8 e 9

Gesù il giusto. Gesù testimone di “una morte e di una vita che piace al Signore”,come dice l’evangelista Luca.Se Gesù è il giusto, il modello di giustizia, noi come ci poniamo di fronte a lui?

Come lo vediamo? Quando Gesù è sulla Croce il popolo “sta a guardare”, i capi e i soldati lo scher-

niscono, le folle accorrono e se ne vanno percuotendosi il petto; i conoscenti diGesù osservano da lontano, le donne stanno a vedere il luogo dove viene depostoil corpo di Gesù; infine, il centurione che, vedendo morire Gesù, riconosce in luiun uomo giusto.

Pasqua, guardiamo al Risortocon gli occhi della fedeCrescenzio Card. Sepe

Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 31 marzo 2013

Usmi RegionaleCampania

Convegnoper animatriciAl Centro diSpiritualità“Sant’Ignazio”

Venerdì 12 aprile ore 15: Accoglienza. Iscrizione.

Sistemazione camera.

ore 16: Saluto della Presidente

Madre Maria Antonietta

Barbato.

ore 16.15: Relazione: “Vita

Consacrata: Cammini Pastorali

di Comunione”.

S.E. Mons. Lucio Lemmo

Vescovo ausiliare di Napoli

Risonanze e dialogo con il relato-

re

ore 19: Celebrazione dei Vespri.

ore 19.30: Cena - Tempo libero

Sabato 13 aprile ore 08: Celebrazione di Lodi -

Colazione

ore 09.15: 1ª Relazione: “Vita

Consacrata: il servizio di governo

dell’animatrice di comunità”

Padre Mario Aldegani

Superiore Generale dei Padri

Giuseppini

ore 11.15: Risonanze e dialogo

con il relatore

ore 12: Celebrazione Eucaristica

ore 13: Pranzo

ore 15.30: 2ª Relazione: “Vita

consacrata: il servizio di governo

dell’animatrice di comunità

Padre Mario Aldegani

ore 18: Condivisione di esperien-

ze. Coordina la presidente Madre

Maria Antonietta Barbato.

ore 19: Celebrazione di Vespri

ore 19.30: Cena

Domenica 14 aprileore 7.45: Lodi e Celebrazione

Eucaristica.

Padre Damiano La Rosa

ore 8.45: Colazione

ore 9.45: Relazione “Cammini di

comunione e di speranza

nel servizio di governo”.

Padre Damiano La Rosa

Presidente Cism e Superiore

Provinciale Frati Minimi

ore 12 : Conclusione del

Convegno

ore 12,30: Pranzo

La quota di partecipazione, com-

prensiva dell’iscrizione e della

pensione completa, è di 100 euro

a persona.

Comunicare la partecipazione a

Suor Carmelina 081.578.15.12 –

333.34.52.931- email: sauchel-

[email protected] oppure a Suor

Marlene 081.544.61.75 –

347.344.88.71 email: ir.marle-

[email protected]

Vita Diocesana Nuova Stagione

Rinnovamento nello Spirito Santo

Roveto Ardente in CattedraleI gruppi e le comunità del Rinnovamento nello

Spirito Santo della diocesi di Napoli si sono dati ap-puntamento, lo scorso 15 marzo, in Cattedrale, perringraziare Dio e fare memoria di quell’indimentica-bile 14 marzo 2002, giorno in cui il Consiglio perma-nente della Conferenza episcopale italiana approvavadefinitivamente lo Statuto del Rinnovamento nelloSpirito.

Una ricorrenza diventata tempo propizio per loda-re Dio per la speciale grazia del RnS e per riafferma-re la sua gioiosa e concreta fedeltà alla Chiesa, vin-colo d’amore e di appartenenza che unisce tutti gliaderenti al movimento.

Il luogo giusto per manifestare tale gratitudine eringraziare il Buon Dio non poteva non essere che ilcuore della Chiesa locale, cioè la Cattedrale diNapoli, segno di quella Chiesa che ha accolto il RnSnel suo grembo, riuniti in un’adorazione eucaristicadenominata “Roveto Ardente”. Presente anche mons.Salvatore Esposito, Vicario episcopale per la Liturgia.

Il 14 marzo 2002 il Consiglio Nazionale del RnS,veniva ricevuto da Papa Giovanni Paolo II nel 30° an-niversario della nascita del RnS in Italia; nella stessaora in cui il Consiglio Permanente della Cei approva-va definitivamente lo Statuto dell’Associazione.

Indimenticabili le parole del Santo Padre, entratenella storia del Movimento: «Il Rinnovamento nelloSpirito può considerarsi un dono speciale delloSpirito Santo alla Chiesa in questo nostro tempo. Natonella Chiesa e per la Chiesa il vostro è un Movimentonel quale, alla luce del Vangelo, si fa esperienza del-l’incontro vivo con Gesù, di fedeltà a Dio nella pre-ghiera personale e comunitaria, di ascolto fiduciosodella sua Parola, di riscoperta vitale dei sacramenti,ma anche di coraggio nelle prove e di speranza nelletribolazioni. L’amore per la Chiesa e l’adesione alsuo Magistero, in un cammino di maturazione eccle-siale sostenuto da una solida formazione permanen-te, sono segni eloquenti del vostro impegno. Nel no-stro tempo, avido di speranza, fate conoscere e ama-re lo Spirito Santo».

In Cattedrale anche molti giovani hanno parteci-pato all’adorazione eucaristica. I responsabili dioce-sani del RnS hanno spiegato l’evento, le motivazioni,le origini, le occasioni per ringraziare Dio per le atti-vità svolte a livello nazionale dal Movimento, i vari

progetti nonché la testimonianza delle grazie elargitenella diocesi di Napoli.

In questo clima si è innalzato il rendimento di gra-zie a Dio per l’elezione del nuovo Papa Francesco, cir-costanza che ha contribuito a dare all’evento celebra-to ancor più gioia ed entusiasmo. La recente salita alsoglio Pontificio è stata salutata come un ulteriore do-no di grazia per il RnS proprio durante le celebrazio-ni per l’annuale Festa del Ringraziamento: «Un Papacarismatico, bello e buono, oltre ogni previsione».

Un gruppo di giovani, recando tra le mani dei ceri,hanno preceduto il Santissimo Sacramento che in pro-cessione mentre si elevavano inni e cantici spirituali.Un profondo silenzio è calato dopo l’intronizzazione,che rendeva palpabile la preghiera dei cuori dei con-vocati. Tutta l’assemblea si è unita in una preghiera co-rale di ringraziamento e di lode al Dio Onnipotente ele volte del Tempio si sono quindi riempite di un dol-ce canto, inarticolato, incomprensibile ai più, ma nonal nostro Dio perché, come scrive San Paolo, erano «igemiti inesprimibili dei cuori dei presenti».

Forte è risuonata la Parola in mezzo all’assemblea,

letta dal diacono Camillo: «Ringrazio continuamenteil mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che viè stata data in Cristo Gesù, perché in Lui siete stati ar-ricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli dellascienza; la testimonianza di Cristo si è infatti stabili-ta tra voi così saldamente, che nessun dono di graziapiù vi manca, mentre aspettate la manifestazione delSignore Nostro Gesù Cristo».

Su questa Parola il Presidente dell’Assemblea.Mons. Mario Cinti, Vicario episcopale per il laicato,ha imperniato un’omelia per ringraziare sempre Dioperché tutto è un suo dono. Successivamente tuttal’assemblea si è raccolta in una preghiera di interces-sione supplicando Dio per i bisogni della Chiesa, delPapa, per il nostro Arcivescovo, per i Vescovi ausilia-ri, per i Vicari episcopali e per i sacerdoti della dioce-si, per il Rns ed i suoi organi di servizio, per le Nazioni,i loro Governanti, per la città di Napoli.

Alla fine è stato letto il messaggio del CardinaleSepe, che indirizzava i suoi voti augurali impartendoa tutti una particolare benedizione.

Comitato Diocesano

Primo Piano DiocesiNuova Stagione 31 marzo 2013 • 3

Attenti alle povertàTante iniziative nelleparrocchie diocesane in vistadi questa Pasqua. A S. AntonioAbate a Casoria, dove nellescorse settimane si è realizzatauna proficua raccolta didenaro in favore della Caritasdiocesana, i giovani, che oggisi sono spontaneamente, perloro volontà, riassociati eriorganizzati in un unicogruppo senza sigle diappartenenza, stannomostrando una particolaresensibilità e attenzione verso lepovertà. Nella Domenica dellePalme si sono occupati dalledistribuzione dei ramoscelli diulivo e le offerte ricevute nonsono state destinate come diconsueto alle attività giovanilima alla Caritas parrocchialeper aiutare le famiglie più indifficoltà. Lo stesso impegno èprevisto per la giornata diPasqua, contribuendo così asuscitare e a diffondere lacultura evangelicadell’attenzione ai poveri e aibisognosi. Gli stessi giovaniportano avanti infine ladistribuzione degli aiutialimentari alle famiglie, conl’ausilio del Banco delle operedi carità.A Scampia, nella parrocchia diSanta Maria del BuonRimedio, si parte da piccoleesperienze per gridare a tuttiche Cristo è il centro della vita,attorno al quale tutto deveruotare. Si cammina tra lagente rendendo piu’ forte evisibile il legame di continuitàtra il percorso quaresimale equello pasquale. Sotto la guidaspirituale del parroco, donAlessandro Gargiulo, laparrocchia ha voluto portare lacroce nelle varie zone delterritorio e dopo Pasqua, fino aPentecoste, nelle stesse zone siporterà il SantissimoSacramento, per vivere delleStazioni Eucaristiche. Sonomomenti di evangelizzazioneche coinvolgono in manieraappassionata e che tendono avalorizzare quel legame di fedeche raccorda le disarmonie diun quartiere frammentato inlotti, comparti e parchi privati.Ad Ercolano, invece, laparrocchia di Santa Caterinacontinua e rilancia in questoperiodo pasquale un’iniziativaimportante: il gruppo“Stazione – Officinadell’amicizia” porta ognisettimana abiti e cibo ai senzadimora alla Stazione diNapoli, portando sollievo eparole di speranza.

Il significativo lavoro dei parroci di periferia a Pasqua e tutto l’anno. Ne parliamocon don Marco Liardo, don Alessandro Gargiulo e don Salvatore Scaglione

Andate e annunciate il Vangeloservizio a cura di Oreste D’Amore

«Andate nelle periferie e annunciate ilVangelo». La semplicità e la chiarezza delmessaggio di Papa Francesco alla sua pri-ma uscita ufficiale, segnano il camminodella Chiesa a partire dalla Santa Pasqua diquest’anno. Un’attenzione rinnovata ai po-veri, l’invito ad uscire dalle chiese per an-dare incontro ai bisogni e alle necessità delpopolo, ad evangelizzare con zelo, costan-za e coerenza. L’appello è rivolto ai vesco-vi, ai sacerdoti e ai cristiani tutti, per rilan-ciare l’azione missionaria della Chiesa nel-la società moderna.

Nella Diocesi di Napoli si vive quotidia-namente l’impegno ad arginare il disagiosociale, le disparità tra ricchi e poveri, adiffondere una cultura della solidarietà,che permetta ad ogni uomo di avere la di-gnità che gli compete in quanto figlio del-l’unico Dio.

Le “periferie” sono dappertutto, dietroogni angolo di strada, laddove regna la po-vertà, la solitudine e l’emarginazione.Portare in queste zone l’annuncio delVangelo significa portare a compimento lamissione di evangelizzazione a cui sonochiamati tutti i cristiani. Diffondere laParola significa viverla ogni giorno, “spez-zarla” in mezzo alla gente, portando sollie-vo alle loro sofferenze spirituali e materiali.

È questo l’impegno che don MarcoLiardo, ad esempio, porta avanti da semprenella parrocchia di S. Antonio Abate aCasoria, dove è parroco. Quest’anno donMarco, insieme al proprio diacono e ai vo-lontari della Caritas parrocchiale, ha deci-so di tornare ad incontrare i parrocchianinelle loro case, per benedire le famiglie e ifocolari domestici. Un lavoro proficuo, chepermette loro di entrare in contatto con i bi-sogni, le difficoltà ma anche le gioie che sivivono nel quotidiano. Così, da una letturaattenta del territorio, emerge uno spaccatodella società, sempre più lacerata dalla cri-si e dalla disgregazione familiare. La genteracconta i propri disagi, fa domande, si sen-sibilizza, si avvicina alla Chiesa con interes-se, riscoprendo i sacramenti.

«Questo tempo ha un proprio timbro euna propria specificità - spiega don Marco-: papa Francesco, con la sua grande cor-dialità, la sua simpatia, che in greco vuoldire soffrire insieme, sta svolgendo un’atti-vità inclusiva, ci chiede di andare incontroai peccatori e di sovvenire i poveri, supe-rando le barriere».

«I poveri non sono uno slogan o un’ope-razione di marketing per un recupero del-la credibilità perduta». A parlare è donAlessandro Gargiulo, parroco di frontieraa Scampia, nella parrocchia di SantaMaria del Buon Rimedio. «Le parole diFrancesco sono in continuità con l’inse-gnamento di Benedetto XVI, che, all’Agorà

dei giovani di Loreto, nel 2007, parlo’ diCristo come il centro che rende irrilevantel’idea di periferia, cosicchè nessuno è con-dannato a sentirsi ai margini. Ripartiredalle periferie significa ricominciare da chiha fame di Vangelo, ma anche un palato an-cora sensibile al gusto della Parola. I pove-ri sono portatori sani di Cristo, cercatori disperanza. La loro fede, spesso, è priva del-le sovrastrutture e delle logiche dei tempi,è piena di essenzialità. Credo che questa siala chiave di volta per una ri-evangelizzazio-ne dal basso».

Nella Scuola di comunità, che anima ilcammino di formazione nella parrocchiaper gli operatori pastorali, è emersa la ne-cessità di vivere questa Pasqua da protago-nisti: non come semplici spettatori, legatiad una fede intima e relativistica, ma peressere al centro del mistero della fede, coin-volti in un processo di costante trasforma-zione che porta a morire per risorgere rin-novati. L’intenzione è quella di non viverela liturgia della Settimana Santa come ri-tuale di una semplice socializzazione reli-giosa, ma come luogo in cui si realizza e cu-stodisce quell’appartenenza a Cristo chedona una vita ispirata sempre di piu’ alVangelo.

Anche nella parrocchia di SantaCaterina ad Ercolano ci si prepara a viverela Pasqua con gioia ed entusiasmo. Le pa-role di Bergoglio sono entrate nel cuoredella gente, da esse emerge un’idea diChiesa vicina alla sensibilità del popolo. Laparrocchia si trova in un territorio diffici-le, di frontiera, nel centro storico diErcolano, dove il mercato sorregge in granparte l’economia del territorio, dove la cri-si pero’ crea disagio, disperazione ed emar-ginazione.

La criminalità sembra avere dunqueterreno fertile e la dicotomia tra parole eopere non rende testimonianza al messag-gio evangelico. «È necessario integrare fe-de e vita», è il proposito che don SalvatoreScaglione, il giovane parroco, ha lanciatoalla gente in questo tempo di Quaresima.«Una fede visibile, da vivere e testimoniareogni giorno per essere cristiani nei fatti»,senza di essa la Pasqua di Resurrezioneperde significato, non germoglia, non dafrutto.

La parrocchia è impegnata costante-mente in una missione di evangelizzazio-ne: la preghiera, la Parola di Dio ma anchele opere di carità per dare testimonianza esperanza ad un territorio ai margini, che sisente periferia. Tutta la comunità parroc-chiale è vicina a chi si trova ai margini, a chiaspetta la “resurrezione” da un abisso incui si è sprofondati a causa dell’egoismo edell’indifferenza di una società distratta,superficiale e poco solidale. L’attenzione aipoveri, agli esclusi, ai senza dimora, portaogni settimana uomini e donne a dedicareil proprio tempo a loro, per alleviare le sof-ferenze di chi vive in strada.

Ripartire dai poveri, dunque, per creareuna comunità piu’ giusta, dove il Vangelodiventa occasione di amicizia, condivisio-ne e fratellanza. È la Pasqua degli ultimi,perchè siano il centro dell’attenzione delpopolo di Dio, oggetto della testimonianzadi una Chiesa che vuole uscire nelle stradecon coraggio, sorretta dallo Spirito di Dio,in questo periodo di particolare grazia.

Con fiducia ci si affida alla guida spiri-tuale del nuovo pontefice, un pastore ve-nuto da lontano, dalla periferia del mondoper portare luce e speranza ai popoli dellaterra.

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 31 marzo 2013

Ufficio Pastorale Terza eta’

Sono aperte le prenotazioniper il Soggiorno estivo, dal 12 al24 agosto, a Fiuggi. Rivolgersi adon Antonio Di Franco (333.477.55.83) e Adele Testa (338.212.48.27 – 081.759.57.27).

Sono in corso di svolgimentole visite alle residenze per anzia-ni della Diocesi. Per informazio-ni, l’Ufficio terza Età è aperto illunedì, mercoledì e giovedì, dal-le 9.30 alle 12.30, in largoDonnaregina 22 (081.557.42.47).

Santa Maria in PorticoLa catechesi degli adulti pro-

posta dalla parrocchia SantaMaria in Portico, si articola in tremomenti. Nel primo si tenterà diandare al fondamento del rac-conto della Fede, attraverso lalettura del testo di LucianoManicardi: “Per una fede matu-ra”. Queste le prossime date inprogramma: 9 aprile, “Vivere difede”; 7 maggio, “Maturità dellafede, maturità della Chiesa”.

Come secondo momento, simuoveranno i primi passi allascoperta dei luoghi della Fede,presenti in Campania o che ap-partengono alla spiritualitàLeonardina. Prossimi appunta-menti: 23 aprile; 21 maggio.

Come terzo momento, ci simetterà alla ricerca dei segni del-la Fede, così come emergono nelmoderno linguaggio della cine-matografia con una serie diproiezioni sul tema “Cinema eFede”, in calendario con fre-quenza mensile. Prossime date:2 aprile; 28 maggio.

Tutti gli incontri si terrannoalle ore 19.30. Per saperne di piùè possibile rivolgersi alla parroc-chia Santa Maria in Portico, in

via Martucci 17 (081.66.92.94).

Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese, in-

contro mensile di preghiera deimalati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appunta-mento è per mercoledì 17 aprile,a partire dalle ore 16. Alle ore 17,celebrazione della Santa Messa,i padri sono disponibili ad acco-gliere i fedeli che desiderano ri-cevere il Sacramento dellaPenitenza.

Associazione “Figli in Cielo”

Le famiglie della Arcidiocesidi Napoli aderenti all’associazio-ne “Figli in Cielo” si incontranoogni terzo venerdì del mese perla condivisione e l’elaborazionedel lutto, nella Basilica di SantaMaria del Buon Consiglio aCapodimonte a partire dalle ore17. Prossimo appuntamento, ve-nerdì 19 aprile. La catechesi e lacelebrazione eucaristica saran-no presiedute da mons. EnricoFerrara, guida spirituale delgruppo napoletano.

APPUNTAMENTI Venti anni con i giovaniNel 1993 nasceva il Servizio della Conferenza Episcopale Italiana per la Pastorale Giovanile

Venti candeline. Ma come nasce ilServizio nazionale di pastorale giovanile?Chi furono i suoi primi responsabili? Suquali direttive si sviluppò? Domande chetrovano risposta nei ricordi, innanzitutto, dimonsignor Domenico Sigalini, oggi vescovodi Palestrina, ma allora giovane sacerdotedella diocesi di Brescia, “cooptato”, sin dal1991, dalla Cei per avviare la nascita delServizio.

«Nella fase iniziale – racconta il vescovo,primo direttore del Snpg dal 1993 al 2001 -ho cominciato a tessere una serie di rapporti,conferenze e incontri con diocesi e movimen-ti fino a organizzare la partecipazione allaGmg di Denver (Usa), nell’agosto 1993, cui se-guirono quelle di Manila, Parigi, Toronto e diRoma nel 2000. Sentire, mettere in comunica-zione e poi formare – continua il vescovo – so-no state le parole chiave di quegli anni.Bisognava anche ragionare sulle Gmg per farsì che i traguardi raggiunti sia nella prepara-zione che nella partecipazione non si disper-dessero nel dopo; le Giornate dovevano entra-re nella pastorale ordinaria».

Questo lavoro intenso portato avanti (dal2001 al 2007) dal successore di mons.

Sigalini, il sacerdote umbro mons. PaoloGiulietti, trovò «un vero momento di matu-rità nell’Agorà dei giovani a Montorso, conBenedetto XVI, il più grande raduno giovani-le dopo quello dei baschi verdi con Pio XII».

Quelli di mons. Giulietti sono stati anchegli anni «dei primi progetti di pastorale giova-nile nei quali eventi come le Gmg – tre quellevissute, Toronto, Colonia e la preparazionedi Sydney - diventavano parte integrante diattività pastorali e non iniziative sganciate datutto». Ma sono anche gli anni della pastora-le integrata, stimolo del convegno ecclesialedi Verona del 2006. Naturale, allora che sicominciasse a parlare di sinergia e di comu-nione anche per la pastorale giovanile.

Il ricordo di don Nicolò Anselmi, delladiocesi di Genova, alla guida del Snpg nelquinquennio 2007-2012: «Abbiamo cercatodi mettere in comunione, facendole lavorareinsieme, le diocesi, le associazioni, gli istitutireligiosi, i movimenti laicali come anche col-laborare con gli altri uffici pastorali della Cei,secondo lo schema della pastorale integrata».

Numerosi i progetti realizzati in sinergiacon la pastorale del lavoro, con l’UfficioFamiglia, Scuola, la Caritas, le Settimane

Sociali, 188 le diocesi visitate “proprio percreare i presupposti della collaborazione”,due le Gmg, Sydney e Madrid. Responsabile,da poco più di sei mesi, della pastorale gio-vanile oggi è il bergamasco don MicheleFalabretti. È lui a dettare alcune prospettivedi lavoro: «I giovani del 2013 non sono quellidel 1993. La realtà giovanile va, dunque, rilet-ta. Venti anni fa i giovani andavano in parroc-chia, oggi invece tengono in piedi più apparte-nenze senza sposarne una fino in fondo. Essivanno e vengono, per questo dobbiamo tene-re la porta della Chiesa sempre aperta e al tem-po stesso essere capaci di incontrarli sullastrada e nei luoghi da loro frequentati».

Il futuro prossimo della pastorale giova-nile si chiama Rio de Janeiro, dove a luglio,si svolgerà la Gmg. Quattromila le iscrizioniitaliane finora raccolte, ma la speranza èquella di averne ancora di più. Intanto la spi-ritualità unita alla creatività, alla fantasia,alla volontà e alle capacità dei giovani, cre-sciute in questi venti anni grazie al Snpg, tro-vano spazio nella miriade di eventi che lediocesi hanno predisposto per la Domenicadelle Palme. Il modo migliore per festeggia-re le venti candeline di una storia di amore,

Pochi giorni fa, nell’ambito del Premio Scolastico SanGennaro, che è un’iniziativa promossa dal Comitato Diocesanoper diffondere il culto e la conoscenza del nostro santo patronofra i giovani delle scuole napoletane, mons. Antonio Tredicini,Assistente Spirituale dell’Associazione, si è recato presso il bel-lissimo Collegio Bianchi dei Padri Barnabiti, in piazzaMontesanto, per illustrare agli studenti della celebre scuola la fi-gura del martire Gennaro. Numerosi gli allievi ed i docenti, tra iquali il rettore padre Scalese, presenti nell’ampio ed accoglienteauditorium dell’Istituto. A questi e ai diversi esponenti delComitato intervenuti si è rivolto il monsignore raccontando gliaccadimenti di quel travagliato periodo storico e, soprattutto, lalimpida e coraggiosa testimonianza di fede del giovane vescovodi Benevento che pagò con la decapitazione il suo amore perCristo.

Il relatore ha ripercorso così, con un’agile ma scrupolosa di-samina, i drammatici momenti del martirio e le peripezie chetoccarono alle sue reliquie, oggetto nel corso dei secoli di varietraslazioni. Una gigantesca vicenda storica e religiosa che ha sfi-dato l’oblio del tempo poiché non si concluse col sacrificio dellavita. Essa assunse infatti un rilievo e un’identità via via crescen-ti anche per la particolare predilezione che il Santo mostrò neiconfronti del popolo napoletano, zelante custode della sua me-moria e beneficiario del prodigio della liquefazione del sangue,che dal 1389 si compie più volte nel corso dell’anno. La conferen-za ha dato notizie anche delle fonti storiche che riportarono lacronaca del martirio, nella fattispecie gli Atti Bolognesi e gli AttiVaticani, sostanzialmente coincidenti, e del successivo consoli-darsi della devozione popolare attraverso la trasmissione e laconservazione del patrimonio di valori che si richiamano al cul-to sangennariano.

Gennaro Giannattasio

Monsignor Tredicini tra gli studenti del Bianchi

Vita DiocesanaNuova Stagione 31 marzo 2013 • 5

Gli obiettiviraggiunti• 1600 studenti beneficiano

di borse di studio per

merito e del progetto

educativo dei collegi

• 80 borse di studio per

studenti meritevoli,

assegnate tramite un

concorso nazionale in 7

città italiane (Ancona,

Bari, Cagliari, Milano,

Palermo, Roma, Verona)

• Rinnovo di 46 borse di

studio per studenti

meritevoli che fanno la

scelta del Collegio

• Percorsi di alta formazione

attivati in collaborazione

con le alte scuole

dell’Università Cattolica

(125 beneficiari)

• Progetti di ricerca su

tematiche inerenti a

famiglia, ambiente e lavoro

• 40 scholarship

internazionali attivate

nell’ambito di progetti di

solidarietà internazionale o

per scambi con università

statunitensi ed europee

• Seminari, convegni, corsi,

pubblicazioni promossi al

fine di rendere fruibile

l’elaborazione culturale

dell’Università alle Chiese

locali (100 incontri sul

territorio)

• Corsi di lingua per

consentire agli studenti di

ottenere certificazioni

internazionali di lingua

inglese, tedesca e cinese

(oltre 480 borse di studio in

erogazione)

• Corsi di formazione per

operatori di consultori

familiari (300 beneficiari)

• iniziative per

l’orientamento

universitario e scolastico

(300 partecipanti)

• 180 studenti beneficiari di

un fondo di solidarietà.

Domenica 14 aprile sarà celebrata l’89ª Giornata per l’Università Cattolica

Le nuove generazioni oltre la crisidi Gianni Cacace *

Proseguendo nel suo impegno per ilmondo giovanile, l’Istituto GiuseppeToniolo di Studi Superiori, Ente Fondatoredell’Università Cattolica, ha dato vita adun’indagine per conoscere le attese, il mododi accostare la realtà, i valori verso cui i gio-vani orientano la vita. Conoscere i giovani efar loro posto nella società è un modo per ac-cogliere quel nuovo che può rigenerare lasocietà; è far posto al futuro.

Il Rapporto Giovani ,realizzato in accor-do con l’Università Cattolica, intende capirel’universo giovanile, in modo da rispondere,con l’attività

formativa, didattica e culturale, al lorobisogno di crescere. E potrà offrire a tutticoloro che hanno a cuore la conoscenza deigiovani – a cominciare dalle parrocchie –importanti informazioni,acquisite con me-todo scientifico. I seminari, promossi in oc-casione della Giornata per l’UniversitàCattolica 2013 nelle diocesi di Firenze,Lamezia Terme e Como,hanno avuto l’obiet-tivo di coinvolgere le realtà vive del territo-rio e di mettere a fuoco i temi dell’indagine.

L’Istituto Toniolo ha pianificato nel 2013un convegno di studio ,con l’UniversitàCattolica, in occasione del quale presenteràil Progetto e consegnerà alla Chiesa e alPaese i risultati dell’indagine; risultati cheverranno consegnati regolarmente per glianni a venire.

Nelle diocesi vengono anche condottedelle indagini di profilo più qualitativo chesi avvalgono delle modalità dei focus-group,per completare l’indagine nazionale con al-cuni approfondimenti locali di sicuro inte-resse. intende cosi restituire concretamentealla Chiesa e al Paese il servizio culturaledell’Ateneo, mantenendo vivo il legame conl’Università Cattolica per la quotidiana atti-vità pastorale delle Chiese locali.

Sono già stati indagati e resi noti alcunitemi d’attualità, tra cui i valori, le aspettati-ve e i progetti di vita, il rapporto con la fami-glia, la partecipazione sociale e politica, lapercezione della Chiesa, le fasi della transi-zione alla vita adulta. Quello che ne esce è«un ritratto ben diverso dallo stereotipo dei“bamboccioni” incapaci. I giovani italianisono pronti a rimboccarsi le maniche, sonoconsapevoli della situazione di crisi e stan-

no facendo il possibile per adattarsi senzarassegnarsi. L’occupazione dei giovani ita-liani è tra le più basse d’Europa e la maggiorparte percepisce un salario che ritiene trop-po basso per poter realizzare i propri proget-ti di vita. Solo un giovane su cinque si dicepienamente soddisfatto del proprio lavoro,nonostante il 90% pensi a esso come luogod’impegno e realizzazione personale. Lamaggioranza è delusa dal sistema-Paese manon rassegnata».

Tanti i temi da approfondire: il lavoro, inuovi linguaggi e le nuove tecnologie,la so-stenibilità e il consumo responsabile, la par-tecipazione, il volontariato e l’impegno so-ciale, il disagio e il malessere giovanile..Ledimensioni principali da indagare riguarda-no i valori, le aspettative, le scelte di vita,ilrapporto tra le generazioni, con la fede e laChiesa. I risultati potranno risultare interes-santi anche per le Chiese locali: coinvolger-le e incrociarne le attese è una delle prioritàdi un progetto che intende durare nel tempo.

La celebrazione dell’89 Giornata offriràalle parrocchie l’occasione per riflettere sul-le problematiche legate alle nuove genera-zioni e nello stesso tempo e consentirà di co-

noscere tutto quello che l’ UniversitàCattolica ,attraverso la raccolta delle offerteche provengono dalle comunità parrocchia-li, in occasione della giornata dedicataall’Università Cattolica, fa per le nuove gene-razioni.

Nel 2012, grazie a quanto raccolto duran-te la Giornata per l’Università Cattolica,1600 studenti hanno potuto beneficiare diborse di studio per merito, ospitalità nei col-legi, che intendono diventare sempre piùluoghi di educazione, di incontro, di dialo-go, di formazione culturale e spirituale.Sono stati realizzati scambi in Universitàstraniere e progetti di solidarietà internazio-nali, corsi di lingua e alta formazione. Sonostati finanziati progetti di ricerca su fami-glia, ambiente e lavoro.

Nel corso dell’anno sono stati promossipercorsi formativi e di aggiornamento peroperatori di consultori familiari di ispirazio-ne cristiana, attivi sul territorio nazionale, edi quanti operano a servizio della famigliasia nelle strutture territoriali pubbliche chenell’ambito del terzo settore.

* Delegato diocesano per l’Università Cattolica

Arcidiocesi di Napoli – Centro di Formazione del Clero

Il servizio presbiterale nella complessa società odierna

Martedì 23 aprile, ore 10, Seminario Arcivescovile “Card. Ascalesi”

Incontro diocesano di formazione permanente guidato da S. E. Mons. Vincenzo PagliaArcivescovo – Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia

Vita Ecclesiale Nuova Stagione6 • 31 marzo 2013

Comunità del Magnificat

TempidelloSpiritoLa Comunità del Magnificat èuna comunione di vitaecclesiale, composta dapersone che vivono in stato dispeciale consacrazione a Dio.Essa conduce la sua vitaessenzialmente contemplativain forma non claustrale. Èaperta all’accoglienza deifratelli in tempi programmati.Tale accoglienza si conduce incondivisione di vita con laComunità, nel pieno rispettodella dimensionecontemplativa della giornata. L’Eucaristia è per la Co munitàdel Magnificat il centropropulsore di spiritualità e divita pasquale. La Vergine delMagnificat è il modelloprescelto dalla Comunità perrispondere alla sua specificachiamata. Le Sorelle dellaComunità del Magnificatvogliono vivere il Vangelointegrale, sorrette dai loroquattro voti religiosi, nelprofondo anelito di divenire«libere per contemplare,obbedienti per amare, umiliper esultare». La Comunità del Magnificat sitrova a Castel dell’Alpi,sull’Appennino Tosco-Emi lia -no, a 750 metri di altitudine,sul lago omonimo. Èfacilmente raggiungibile conpullmann di linea, che partonodall’auto stazione di Bologna,oppure con mezzo propriodall’Auto strada del Sole. Questo il calendario deiprossimi appuntamenti dispiritualità, previsti nel 2013,per giovani e adulti. Dal pomeriggio di venerdì 12al mattino di martedì 16aprile: “Dio è amore”.Dal pomeriggio di giovedì 16 almattino di lunedì 20 maggio:“Lo Spirito Santo, potenza egaudio di santificazione”.Dal pomeriggio di venerdì 9 almattino di mercoledì 14agosto: “Magnificat: Maria miinsegna la gioia della Fede”.Dal pomeriggio di venerdì 4 almattino di martedì 8 agosto:“Dalla Fede alla preghiera edalla contemplazione”.Infine, per la “FamigliaMagnificat”, è previsto unritiro, dal pomeriggio digiovedì 28 novembre almattino di lunedì 2 dicembre:“Fede è stare con il Signore pervivere con Lui” (Porta Fidei,10). È necessario portare con sé laLiturgia delle Ore e ilMessalino Festivo. Comequota di partecipazione èprevisto un contributopersonale alla condivisione divita. Per informazioni eprenotazioni è possibilerivolgrsi direttamente alla“Comunità del Magnificat” –40048 Castel dell’Alpi(Bologna): 328.27. 33.925 – e-mail:comunitadelmagnificat@gmail

Benedetto e Francescodi Michele Borriello

Papa Leone Magno, nella 82ma omelia, inoccasione della memoria dei SantiPietro e Paolo, scrive: «Di fronte all’eccel-

sa grandezza dei nostri due Padri, maggiore de-ve essere l’esultanza ed il vanto, perché Dio li hatanto elevati che ne ha fatto i due occhi più lu-minosi del Corpo, di cui Cristo è il Capo».

Lo stesso, dopo i primi secoli della Chiesa,si può, a pieno diritto affermare dei due Santi,San Benedetto e San Francesco, i cui nomi so-no stati scelti da Benedetto XVI e, oggi, certa-mente guidato dallo Spirito, dal CardinaleBergoglio, Francesco.

Il primo, Papa emerito, aveva l’abbazia diMontecassino, espressione perfetta della fa-mosa Regola, come faro della sua vita e lo è sta-to per il suo ministero petrino. È pur vero chela Regola di San Benedetto è un codice com-pleto monastico, ma lo fu per l’organizzazionesociale della sua travagliata epoca.

Allo sfacelo di un vecchio mondo che mori-va Benedetto contrappose con l’“ora et labo-ra”, un mondo nuovo e la Regola divenne lievi-to potente di progresso, religioso e civile altempo stesso. Nella preghiera, nel lavoro, nel-la disciplina ferma, dove l’Abate rappresenta-va l’autorità paterna di Dio, i monasteri, spar-si per tutta Europa divennero un crogiolo di di-versi popoli, per cui la vera radice d’Europa fuil Cristianesimo “benedettino”.

Joseph Ratzinger scelse come nome, em-blematico per il pontificato, Benedetto per ri-portare, attraverso la Nuova Evangelizzazionee la proclamazione dell’Anno della Fede,l’Europa intera alle sorgenti della sua storia af-finché il mondo intero, scristianizzato, tornas-se agli splendori dei tempi apostolici.

Dopo gli immensi bagni di folla di GiovanniPaolo II e l’irruzione della Chiesa nel mondo lapersonalità di Papa Ratzinger induce la SantaSede ad una fase di riflessione, indispensabileper verificare l’autenticità delle adesioni emo-tive indotte dalla trionfale età wojtylana. Taleatteggiamento si rese necessario per il proseli-tismo operato dalle Sette pseudo-religiosenell’America Latina, che va assottigliando laschiera dei cattolici.

Il pellegrinaggio ad Auschwitz, l’incontro aValencia con il laicissimo premier spagnoloZapatero, la lezione fraintesa ed osteggiata diRatisbona su temi di fede e ragione rimango-no pietre miliari del suo magistero, ma soprat-tutto il suo viaggio in Turchia resterà, tra i suoigesti, quello più alto del suo Pontificato quan-do, entrato a piedi scalzi nella moschea blu diIstanbul, a fianco del Muftì, si raccolse in pre-ghiera personale e intima. Tale preghiera di-stese gli animi ed il dialogo con l’Islam ripresecon rispetto reciproco.

Il Papa Teologo aveva ben precisa la missio-ne di Pietro e dei suoi successori: «Pietro, pertutti i tempi, deve essere il custode della comu-nione con Cristo; deve guidare alla comunione

con Cristo. Responsabilità di Pietro è garantirecosì la comunione con Cristo, con la carità diCristo, guidando alla realizzazione di questa ca-rità nella vita di ogni giorno». Espressioni chesembrano tratte dalla Regola di SanBenedetto, per quanto riguarda il ruolo pater-no e decisionale dell’Abate.

Il nuovo Papa, «cui nomen sibi imposuitFranciscus». L’altro faro, Francesco d’Assisi, ilpoverello è stato scelto, dunque, dal neo eletto,come luce, forza, guida, conforto per la suamissione, il ministero petrino. Ha chiarito su-bito che, come scrisse Sant’Ignazio diAntiochia, la Chiesa di Roma, di cui egli èVescovo, presiede nella carità (non nel potere)a tutte le Chiese. E in un’epoca in cui si ha bi-sogno di uomini “costruttori della Chiesa” nonpuò essere che di buon auspicio, ma anche pro-gramma di vita per sé e per la Chiesa la sceltadel nome Francesco, da parte del CardinaleBergoglio.

La figura luminosa, paradossale, gigante-sca nella sua umiltà di Francesco d’Assisi èquella che è più indicata per una “rivoluzioned’amore” per una trasparenza evangelica, peruna scelta radicale di povertà per la ChiesaRomana. Francesco è proprio quel PiccoloGigante della Santità che apparve in sogno alPapa Innocenzo III, in atto di sostenere la va-cillante maestà della Basilica di San Giovanniin Laterano, «mater et caput omniumEcclesiarum».

Tentare di ridurre all’essenza il messaggiodi Francesco è fatica sovrumana, ma si può af-fermare che Egli ha saputo far riscoprire agliuomini del suo secolo e a quelli dei tempi po-

steriori il gusto aspro e robusto del Vangelo,quale esso è, genuino, semplice, sincero.

Papa Francesco ha fatto e si sforza di vivereil Francescanesimo e di fare vivere nella sua in-tegrità la nascosta dolcezza per la quale è agliuomini perfetta letizia. Se la capacità diconformarsi al Cristo, come Francesco, si è af-fievolita nella Chiesa attraverso i secoli, ora ilPapa Eletto l’ha riaccesa, con la scelta del no-me, per i nostri giorni.

È l’ideale francescano che egli propone,quell’ideale che ha attratto e continuamenteattrae prepotentemente, soprattutto le giovanigenerazioni. Un ideale, appunto. Luce chesplende ed illumina. Papa Francesco, come hadetto più volte, traccia per tutta la cristianitàun cammino come quello percorso da Cristo edal Santo di Assisi.

Le parole a Lui rivolte dal Crocifisso di SanDamiano: «Va’, ripara la mia casa che, come ve-di, va in rovina», Francesco le aveva prese allalettera, ma più ampio e impegnativo era ilmandato del Signore, come ampio e impegna-tivo il mandato petrino e, come Francesco loeseguì insieme ai suoi frati donandosi anima ecorpo alla Riforma della Chiesa, così il neo elet-to Papa.

Soprattutto oggi, come è evidente a tutti, laChiesa ha bisogno di un’azione che le restitui-sca la bellezza evangelica, che deve essere il suosegno distintivo, nella purezza della dottrina enell’eroismo della carità. Si tratta di un’azionegenerosa e coraggiosa che già il PapaFrancesco, insieme col collegio dei Vescovi, haintrapreso e ai quali non mancherà, come nonè mancata, la luce dello Spirito di Cristo.

Una firma per la vita

La “battaglia per la vita” in Italia, ma anche in un numero con-sistente di paesi europei, sta per fare un passo in avanti, corag-gioso e qualificato: quello di raccogliere nell’arco dei prossimi

sei mesi, un consistente numero di firme (almeno un milione su scalacontinentale) per “richiedere alle Istituzioni europee di riconoscere ildiritto alla vita del bambino concepito e non ancora nato”. La campa-gna si chiama “One of us” (Uno di noi), ed è stata avviata informalmen-te da qualche mese in diversi paesi europei, tra cui il nostro, da parte deiMovimenti per la Vita. Da lunedì 25 marzo, in Italia, i protagonisti au-mentano di numero e decidono di strutturarsi. Infatti, in occasione del-l’incontro avvenuto presso la sede della Cei a Roma, da parte di unaquindicina di rappresentanti di associazioni e movimenti, tra cui MpV,Focolari, Mcl, Forum Famiglie, Retinopera, Scienza & Vita, AlleanzaCattolica, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunione e Liberazione,Unitalsi, Rinnovamento nello Spirito e altre, si è deciso di dare vita a unvero e proprio comitato promotore unitario, che affianchi il Movimentoper la Vita Italiano, per fare della campagna “Uno di noi” un momentoqualificato della “battaglia per la vita” nel nostro Paese.

Il fulcro della vicenda che ha preso avvio con l’incontro del 25 mar-zo a Roma, è che un numero rilevante di aggregazioni laicali cattoliche,che insieme rappresentano oltre un milione e mezzo di persone impe-gnate a vari livelli, hanno deciso di unire le proprie forze per avviare unapossente opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. E questocon un particolare supporto: quello della Chiesa italiana, che non soloha ospitato tale incontro fondativo, ma nella persona del Segretario ge-nerale della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha anche assicurato col-laborazione e sostegno. Mons. Crociata, infatti, nell’intervento di salu-to durante l’incontro, ha informato i presenti di aver inviato a tutti i par-roci italiani una lettera per invitarli a “offrire agli organizzatori dell’ini-ziativa di raccolta firme la massima collaborazione ed eventualmente apromuoverla anche autonomamente”.

Nella lettera della Cei ai parroci si sottolinea che l’iniziativa intendechiedere all’Unione europea “la cessazione di ogni finanziamento ad at-tività che promuovono l’aborto nel mondo ed effettuano ricerche di-struttive di embrioni umani”. Il Segretario generale ricorda poi che “laChiesa si sente direttamente impegnata nella difesa della dignità uma-

na”, ricordando come “il Santo Padre Benedetto XVI ha incoraggiatoanche recentemente l’iniziativa” che ha “l’intento di risvegliare la co-scienza del popolo, salvare vite umane, indicare all’Europa la strada perritrovare la sua anima”. Nella lettera ai parroci, mons. Crociata aggiun-ge quindi l’invito a “individuare occasioni per offrire agli organizzatoridell’iniziativa la massima collaborazione ed eventualmente per pro-muoverla anche autonomamente”. Un sostegno, quindi, - quello offer-to dalla Cei - ampio e costruttivo, che è stato salutato dal presidente delMpv italiano, Carlo Casini, come di “importanza decisiva”. “Questa ade-sione - ha detto - è estremamente significativa per il coinvolgimento del-le parrocchie, ma naturalmente movimenti e associazioni sono chiama-ti ad attivarsi al massimo livello in proprio per raggiungere coralmentel’obiettivo”.

Come ha poi continuato a spiegare l’on. Casini, “l’iniziativa punta al-la sensibilizzazione più ampia possibile sul significato e valore della tu-tela della vita del nascituro fin dal concepimento e quindi del raggiun-gimento del traguardo della sua tutela giuridica piena, con un ricono-scimento europeo”. Il traguardo del comitato, di cui lunedì sono stateposte la basi, è di raccogliere un elevato numero di firme: si punta, inItalia, ad almeno 500mila, considerando che nella raccolta informaleavviata da alcuni mesi le firme su moduli cartacei già pervenute alMovimento per la Vita Italiano sono oltre 35mila e quelle raccolte on-li-ne circa 25mila. “L’iniziativa - ha sottolineato Casini - deve essere del-l’intero ‘popolo della vita’ e non solo del Movimento per la vita e delle as-sociazioni familiari”. Durante l’incontro si è parlato del coinvolgimen-to della stampa cattolica, tra cui la Fisc.

a cura di Luigi Crimella

Come pietra paziente

Ai piedi delle montagne attorno a Kabul, una giova-ne moglie accudisce il marito, eroe di guerra, in coma.La guerra fratricida lacera la città, i combattenti sonoalla loro porta. Costretta all’amore da un giovane solda-to, contro ogni aspettativa la donna si apre, prende co-scienza del suo corpo, libera la sua parola per confida-re al marito ricordi e segreti inconfessabili.

A poco a poco in un fiume liberatorio tutti i suoi pen-sieri diventano voce: incanta, prega, grida e infine ritro-va se stessa. L’uomo privo di conoscenza al suo fiancodiventa dunque, suo malgrado, la sua “syngué sabour”,la sua pietra paziente, la pietra magica che poniamo da-vanti a noi stessi per sussurrarle tutti i nostri segreti, lenostre sofferenze finché non va in frantumi.

Tratto dal romanzo “Pietra di Pazienza” di AtiqRahimi (Premio Goncourt 2008), edito in Italia daEinaudi.

Un giorno devi andare

Dolorose vicende familiari spingono Augusta, unagiovane donna italiana, a mettere in discussione le cer-tezze su cui aveva costruito la sua esistenza. Su una pic-cola barca e nell’immensità della natura amazzonicainizia un viaggio accompagnando suor Franca, un’ami-ca della madre, nella sua missione presso i villaggi in-dios, scoprendo anche in questa terra remota i tentati-vi di conquista del mondo occidentale.

Augusta decide così di proseguire il suo percorso la-sciando la comunità italiana per andare a Manaus, do-ve vive in una favela. Qui, nell’incontro con la gentesemplice del luogo, torna a percepire la forza atavicadell’istinto di vita, intraprendendo il “suo” viaggio finoad isolarsi nella foresta, accogliendo il dolore e risco-prendo l’amore, nel corpo e nell’anima.

In una dimensione in cui la natura assume un sensoprofetico, scandisce nuovi tempi e stabilisce priorità es-senziali, Augusta affronta l’avventura della ricerca di sestessa, incarnando la questione universale del sensodell’esistenza umana.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 31 marzo 2013 • 7

Boom diiscrizioniper la GmgLa partecipazione annunciata diPapa Francesco ha suscitatogrande entusiasmo, soprattuttoin America Latina. A braccio,stando in piedi, quasi a volerliguardare negli occhi uno ad uno:Papa Francesco ha parlato cosìalle migliaia di giovani assiepatiin piazza san Pietro per la messadella Domenica delle Palme,giorno in cui la Chiesa, da 28anni, celebra la Giornata dellaGioventù. Ha parlato loro digioia e di Croce, li ha esortati,con forza, a non farsi “rubare lasperanza”, ad essere missionari,a portare la Croce rispondendoall’invito di Gesù “Andate e fatediscepoli tutti i popoli”, che è iltema della Giornata dellaGioventù di Rio de Janeiro (23-28 luglio), meta del suo primoviaggio internazionale. “Vi doappuntamento in quella grandecittà del Brasile! Preparatevibene, soprattutto spiritualmentenelle vostre comunità - ha detto ilPapa - perché quell’Incontro siaun segno di fede per il mondointero. I giovani devono dire almondo: è buono seguire Gesù; èbuono andare con Gesù; è buonoil messaggio di Gesù; è buonouscire da se stessi, alle periferiedel mondo e dell’esistenza perportare Gesù!”. Il Papa ha rivelato grandeattenzione per i giovani, masoprattutto grande fiducia in lorochiedendo a tutti di diventaremissionari nel mondo. Li hainvitati ad uscire e a recarsi nelleperiferie del cuore e del mondo adannunciare che è buono seguireGesù, è buono il messaggio diGesù. Ha mostrato tutto il suocuore di pastore desideroso diguidare la parte più giovane delsuo gregge verso quella speranzache non devono farsi rubare dalmale. Molti giovani vivono la Croce,vivono la sofferenza nella lorovita, e penso alla mancanza dilavoro, di prospettive, alleingiustizie che subiscono in tantiambiti, alla difficoltà di crearsiuna famiglia e un progetto divita. Papa Francesco, ricordandoloro che queste sofferenzecorrispondono alla Croce diCristo, offre un senso a questodolore che si portano dentro. Edil senso ultimo è che questa,abbracciata con amore, nonporta alla tristezza ma alla gioia.Abbracciare la Croce è, al tempostesso, una denuncia delleingiustizie e una chiamata allaconversione. L’elezione di Papa Francesco harilanciato in modo straordinariole iscrizioni, un boom, alla Gmgdi Rio de Janeiro da parte deigiovani sudamericani e in modoparticolare di quelli argentini.

31 marzo: Pasqua di Risurrezione

Pasqua con la tua Chiesa e non con chi vuoi At 10, 34-37. 43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9

CINESEGNALAZIONIRECENSIONI

Come testimoni del Risorto

La “Via Lucis” è una «meditazione orante dei misteri gloriosi del Signore checi insegna a camminare nel mondo da figli della luce e testimoni del Risorto»(Direttorio su pietà popolare e liturgia 153). L’itinerario di quattordici stazio-ni, ispirate dalla parola di Dio, invita alla meditazione sul mistero della risur-rezione di Cristo per favorire e alimentare una vera spiritualità “pasquale”.

È una devozione nata da un’idea del movimento laicale salesiano “ITestimoni del Risorto”, riconosciuto ufficialmente dalla ConferenzaEpiscopale Italiana nel 1988. Pur essendo relativamente recente, si sta diffon-dendo sempre più tra i fedeli, tanto che papa Giovanni Paolo II la fece inseri-re per l’Anno Santo 2000 accanto a quelle del Rosario e della Via Crucis.

La “Via Lucis” attinge al deposito della Rivelazione e si rifà direttamenteall’evento centrale della fede cristiana, la risurrezione di Cristo, risultando unvalido esercizio devozionale. Il suo utilizzo, pertanto, ben si colloca tra le pro-poste pastorali offerte per questo Anno della fede.Giuseppe MilitelloCome testimoni del Risorto . Via LucisEdizioni Paoline 2013 pagine 72 – euro 4,50

La Bibbia dei Testimoni di Geova

Le radici protestanti dei Testimoni di Geova, che oggi contano circa ottomilioni di fedeli in tutto il mondo, impongono l’uso della Bibbia come unicafonte autorevole della teologia. Ma com’è possibile che un gruppo che si defi-nisce “cristiano” ed è così saldamente ancorato al testo sacro non creda allaTrinità, alla divinità di Cristo, all’immortalità dell’anima, all’esistenza delloSpirito Santo, dunque al fondamento stesso di tutte le confessioni cristiane?

La risposta passa attraverso la rigorosa analisi filologica della Traduzionedel Nuovo Mondo, la versione biblica prodotta a partire dagli anni Cinquantadel secolo scorso e utilizzata dai Testimoni di Geova per lo studio e la predica-zione. Come dimostra questo saggio, primo lavoro scientifico edito in Italiasull’argomento, il testo biblico usato dai Testimoni di Geova è stato piegato al-le esigenze teologiche del movimento con procedimenti filologicamente sba-gliati. È la storia di una falsificazione che ha avuto e ha tuttora una ricadutapesantissima sulla vita di milioni di persone, indotte a cambiare vita sulla ba-se di un testo manipolato ad arte con finalità che poco o nulla hanno a che fa-re con la religione.Valerio PolidoriLa Bibbia dei Testimoni di GeovaStoria e analisi di una falsificazioneEdizioni Dehoniane – 2013

Strano, ma vero: molti cristiani dico-no di credere nel Cristo Risorto, ma sonodepressi. Cantano “Alleluja”, ma hannopaura della morte. Celebranol’Eucaristia, mistero della morte e risur-rezione di Gesù Cristo, ma vivono nelrancore, se non nell’odio. Cosa significatutto questo? Che professano CristoRisorto con la bocca, ma non con il cuo-re! Bisogna dire in tutta sincerità che, perquesti cristiani, la storia di Gesù si è fer-mata al Venerdì Santo. Ecco perché van-no in giro con un volto che non è illumi-nato dalla luce della risurrezione. Nonsono passati dalla notte alla luce del gior-no. Non avendo un cuore pieno di gioia,pace e amore, vivono nel mondo senzadiffondere il profumo della carità delRisorto. Questi cristiani, dopo un funera-le, hanno gli occhi rivolti verso la tombae non verso il cielo!

Nel contempo, come pastore di unacomunità, vedo e incontro fratelli e sorel-le cristiani che, nonostante i dolori e lesofferenze della vita, hanno il volto dellaPasqua, cioè il volto glorioso della pace,dell’amore e della gioia. Alla loro presen-za vedo l’immagine e la somiglianza diDio Padre, di Gesù Cristo e dello Spirito

Santo! Questi fratelli sono veramente ilroveto ardente che irradia la potenza, lagloria e la maestà del Risorto. Ricolmidello Spirito del Risorto, sono luce di ve-rità per quelli che vivono nell’ignoranzadi Dio e sale d’amore per quelli che vivo-no solo per se stessi. La Pasqua annuale edomenicale che si celebra con loro è ve-ramente un continuo canto dell’Alleluja!Esultano nel Signore, perché Egli ha fat-to meraviglie nella loro vita. Oggi, per lo-ro, la Pasqua non è solamente una festada celebrare, ma una Persona da lodare ebenedire.

E’ stata la Risurrezione di Gesù Cristoche ha fondato la Chiesa, che ha trasfor-mato un gruppo di uomini paurosi eignoranti in apostoli coraggiosi, pronti adare la vita per il Vangelo, la cui potenzaha cambiato la faccia della terra.

Solo i cristiani che vivono come i pa-gani dicono allora: “Natale con i tuoi,Pasqua con chi vuoi!”. La Pasqua è laFesta delle Feste e dev’essere celebrata incomunità. Il Cristo Risorto dev’essere te-stimoniato prima di tutto nella comunitàdei credenti. Il problema è che molti cri-stiani, non educati alla vera fede, ancoranon hanno capito l’importanza di essere

Chiesa per essere segno vivo del Risortoin questa generazione. Quasi ogni setti-mana, dovendo passeggiare su ViaPetrarca per problemi fisici, il Signoremi dona di vedere un segno che mi fa vi-vere la Sua Risurrezione.

Mentre cammino vengo baciato dairaggi caldi del sole che nasce dietro ilVesuvio. È l’alba di un nuovo giorno. Lanotte è passata. Il Sole di giustizia, CristoGesù, mi riempie di speranza, la speran-za soprannaturale che mi dona la forza ela gioia che sto camminando non verso ilnulla, ma verso il Tutto: Padre, Figlio eSpirito Santo.

Con questa fede nel cuore ritorno inchiesa per celebrare l’Eucaristia, la miaPasqua quotidiana, che mi fa dire:“Annuncio la tua morte, Signore, procla-mo la tua risurrezione, nell’attesa dellaTua venuta”. Così, con il Risorto nel cuo-re, inizio il mio ministero apostolico nelmondo per rischiarare quelli che stannonelle tenebre e nell’ombra della morte edirigere i loro passi sulla via della pace.

Fratelli, Alleluia! Cristo è risorto, è ve-ramente risorto! Auguri di santità sem-pre maggiore.

Lorenzo Montecalvo, sdv

Speciale Nuova Stagione8 • 31 marzo 2013

“La fede si

perde quando

ci si allontana

da Cristo,

quando si vive

senza amore

per sé

e per gli altri,

quando

non si pratica

la carità,

quando

ci si immerge

nell’egoismo,

quando

non si ha

rispetto

per l’altro

e per il diverso,

quando

si pratica

la violenza

e si procura

la morte,

quando si viene

meno ai doveri

del proprio

stato

e delle proprie

responsabilità”.

L’invito del Cardinale Crescenzio Sepe ad andare oltre ciò che appa

Pasqua, guardiamo al Riso @ Crescenzio Card. Sepe*

Gesù il giusto. Gesù testimone di “unamorte e di una vita che piace al Signore”, co-me dice l’evangelista Luca.

Se Gesù è il giusto, il modello di giusti-zia, noi come ci poniamo di fronte a lui?Come lo vediamo?

Quando Gesù è sulla Croce il popolo “staa guardare”, i capi e i soldati lo schernisco-no, le folle accorrono e se ne vanno percuo-tendosi il petto; i conoscenti di Gesù osser-vano da lontano, le donne stanno a vedere illuogo dove viene deposto il corpo di Gesù;infine, il centurione che, vedendo morireGesù, riconosce in lui un uomo giusto.

Ma c’è un altro personaggio, forse il piùimportante, al quale, però, è Gesù - ilMaestro - a rivolgere lo sguardo. Il Signoreguarda Pietro il quale, ricordandosi delleparole che il Signore gli aveva detto, “mirinnegherai”, uscito fuori dal luogo doveGesù stava per essere condannato, “pianseamaramente”. Cari fratelli e sorelle, si pos-sono assumere atteggiamenti molto diffe-renti e contrastanti tra loro: scherno, insul-to, invocazione, glorificazione di Dio, rico-noscimento della giustizia, ma, soprattut-to, conversione e volontà nuova di seguire ilSignore. Alcuni personaggi più vicini a

Alcune considerazioni dell’Arcivescovo dopo l’elezione del Cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio. L’invito a stare tra le gente per interpretarne le sofferenze e le attese, risvegliando le coscienze e le responsabilità nella ricerca del bene comune

«Uscire dal chiuso dei “palazzi” e andare tra la gente»di Antonio Manzo*

Eminenza, come cambia il domani della Chiesa con l’ele-zione di Papa Francesco?

Non cambia la Chiesa, anche quando cambiano le persone chene interpretano e rappresentano il messaggio e la presenza nelmondo. Cambia piuttosto il modo di rapportarsi ad essa e di iden-tificarla attraverso i sentimenti e le emozioni che i singoli uominidi Chiesa, a partire dal Santo Padre, sanno suscitare nel popolo diDio e nel mondo secolare.

Sabato scorso, si sono incontrati a Castel Gandolfo unPapa che ha rinunciato e scelto la via della clausura ed unPapa appena eletto, che ha già folgorato l’umanità. Qual è ilsegno ecclesiale della continuità e quale quello della discon-tinuità?

La continuità è data dal Vangelo di Cristo e dal messaggio disalvezza che la Chiesa missionaria è impegnata a trasmettere allegenti. La discontinuità è data dal carisma e quindi dal modo deltutto personale di esercitare il magistero petrino. Cambiano il lin-guaggio, i gesti e i comportamenti, ma resta l’essenza della Parolaa rendere identici i due Papi che sono entrambi grandi ma diver-si per la loro diversità di etnia, di lingua, di tradizione e di cultu-ra, ma anche in ragione del vissuto e della esperienza maturata nelcontesto umano in cui è stato esercitato il proprio ministero a ser-vizio di Cristo e della Chiesa.

In un tempo di crisi non solo economica, in che senso è ri-voluzionario il linguaggio e il comportamento di PapaFrancesco?

Certo, la crisi economica globalizzata e persistente cambia imodelli di vita, i rapporti, i convincimenti, le esigenze e le attese.Ma tutto questo è avvenuto e avviene, purtroppo, all’interno di unasocietà che il sociologo polacco Bauman già da diversi anni ha vi-sto e descritta come espressione di una modernità “liquida”: Unasocietà che per tanti aspetti è alla deriva, nella quale sono posti indiscussione valori, certezze, riferimenti, ideologie, sentimenti.Siamo, insomma, in una società disorientata, dubbiosa e fragileche va alla ricerca di una umanità smarrita, alla ricerca di senso,per cui le persone, la comunità, in ragione delle sensibilità di cia-scuno, si ritrova e si lascia ispirare e guidare dal teologo o dal pa-store. È lo Spirito Santo a illuminare e indirizzare la mano, l’agiree il destino dell’uomo, per cui diciamo che la scelta e l’elezione delPapa è quella giusta per il momento storico in cui avviene. Se ci ri-feriamo, pertanto, alla realtà di oggi scopriamo e vediamo che lagente, senza rinnegare o tradire niente e nessuno del passato re-cente e,quindi, anche delle sue impressioni e dei suoi sentimenti,in Papa Francesco, nella sua umanità, nella sua semplicità, nellasua umiltà, nei suoi gesti e nelle sue riflessioni ha ritrovato se stes-sa. Sentire parlare della povertà dilagante, della tenerezza e dellabontà, dell’amore innanzitutto per i bambini e gli anziani, che so-no i più fragili della società, del potere come servizio, della custo-dia del creato e delle sue bellezze, del perdono e della misericordiadi Dio non solo riempie i cuori e li apre alla speranza ma significaanche percepire una dimensione umana in concetti teologici rap-presentati in maniera semplice dalla massima Autorità della cri-stianità. È questa la rivoluzione di cui lei parla e che viene dal coin-volgimento non emotivo ma antropologico e razionale della gen-te. Si avverte, insomma, un cominciare a ritrovare e rivivere valo-ri riproposti usando il linguaggio della gente comune.

Benedetto XVI, durante il suo viaggio in Portogallo, disse:«Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguen-ze sociali, culturali e politiche della fede, dando per sconta-to che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre menorealista». Poi ha convocato un anno della fede. Non è che dia-mo tutti, troppo per scontato che la fede c’è nel mondo mo-derno?

Questo è un rischio reale, anche perché spesso si confonde lafede con il devozionismo, la pietà popolare, una religiosità che di-

SpecialeNuova Stagione 31 marzo 2013 • 9

“Forse c’è

stata una

Chiesa che,

per cultura

o per

tradizione,

è stata troppo

chiusa nelle

sacrestie e,

quindi, poco

presente

nella società

e poco severa

alle

incapacità,

alle

inefficienze

e alla

irresponsabilit

à di quanti

avrebbero

dovuto fare

e non hanno

fatto o hanno

fatto male

per elevare

la qualità

della vita

sociale

della

comunità”.

L’invito del Cardinale Crescenzio Sepe ad andare oltre ciò che appare, a non rassegnarsi, e a guardare avanti con rinnovata speranza

Pasqua, guardiamo al Risorto con gli occhi della fede@ Crescenzio Card. Sepe*

Gesù restano quasi impietriti di fronte a ciòche sta accadendo; è come se vedesseroframmentarsi tutte le loro speranze e i loroprogetti. Essi vedono la fine inaccettabile diuna persona nella quale avevano posto lasperanza e il futuro. È quanto capita al cen-turione, che fa esperienza della giustizia diGesù mentre assiste alla sua morte.

Ma il Maestro aveva insegnato che biso-gna andare oltre ciò che appare, non rasse-gnarsi a ciò che si vede con occhi umani. E’il giorno della Risurrezione che fa aprire atutti gli occhi della fede, riconoscendo cheGesù Cristo è il risorto e che continua a vi-vere per donarci la vita vera, quella eterna.

Di fronte a Cristo che vince sulla morte erisorge, il nostro sguardo deve essere illu-minato dalla fede e dalla speranza.Dobbiamo cogliere e comprendere il suoamore per noi, proponendoci di guardare alui nella nostra vita segnata da tanta soffe-renza, con la certezza di seguirlo anche nel-la Pasqua di risurrezione.

Come la Vergine Maria, teniamo losguardo fisso su Gesù. Egli ci guarda e ci af-fida alla sua Madre perché possiamo con-vertirci e incontrare il suo amore che ci sal-va e ci dà la vita.

Alcune considerazioni dell’Arcivescovo dopo l’elezione del Cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio. L’invito a stare tra le gente per interpretarne le sofferenze e le attese, risvegliando le coscienze e le responsabilità nella ricerca del bene comune

«Uscire dal chiuso dei “palazzi” e andare tra la gente»di Antonio Manzo*

venta fanatismo. Quanto mai propizia, pertanto, è stata l’intuizio-ne di Papa Benedetto XVI nell’indire e avviare l’Anno della Fede,un anno di meditazione e di riflessione per comprendere profon-damente che la fede è l’incontro con Cristo che dà alla vita un nuo-vo senso, un diverso orizzonte, la direzione giusta.

La fede è un dono da riscoprire, da riscoprire giorno dopo gior-no, da testimoniare con la propria vita e con i propri comporta-menti.

Come si perde la fede? Quale strada per la riconquista?La fede si perde quando ci si allontana da Cristo, quando si vuo-

le seguire e servire Dio e mammona, quando si perseguono falsiidoli e falsi modelli, quando si vive senza amore per sé e per gli al-tri, quando non si pratica la carità, quando ci si immerge nell’e-goismo, quando non si ha rispetto per l’altro e per il diverso, quan-do si pratica la violenza e si procura la morte, quando si viene me-no ai doveri del proprio stato e delle proprie responsabilità.Conseguentemente, la fede può essere riconquistata avvicinando-si a Cristo, seguendo il suo esempio e i suoi insegnamenti, ispiran-do la propria vita al Vangelo che ci offre parole di rispetto dell’uo-mo e della sua dignità, di giustizia e di pace.

A ottobre scorso, negli stessi giorni del Sinodo dei Vescoviconvocato da Benedetto XVI, lei scrisse parole nette di con-danna per quanto nella Chiesa non va, per capirci quello chelo stesso Benedetto XVI definì, nel 2005, sporcizia nellaChiesa. Secondo lei in che misura ha inciso questa “sporci-zia” nel gesto di rinuncia di Benedetto XVI?

Erano parole pensate e pesate quelle pronunciate all’epoca daPapa Benedetto XVI, alle quali anche io ho ispirato la mia rifles-sione nei mesi scorsi, perché non si può restare indifferenti o cie-chi di fronte a comportamenti che sanno troppo di miseria uma-na e hanno poco del cristiano o addirittura del sacerdotale. Del re-sto, non si può sfuggire al dovere della denuncia anche per favo-rire il ravvedimento e il cambiamento. Quello di Ratzinger è sta-to un alto gesto di coraggio e di responsabilità per il bene dellaChiesa.

Costruire, camminare, confessare. Tre verbi del program-ma di Papa Francesco. Da dove cominciare?

Credo sia importante e fondamentale aprirsi al mondo, usciredal chiuso dei “palazzi” e andare tra la gente. C’è sempre più biso-gno di una Chiesa missionaria, di una Chiesa fatta di uomini peraccompagnare l’uomo di oggi con i suoi interrogativi ma anchecon i suoi valori e le sue aspettative.

La Chiesa italiana. Vigilia di Conclave molto intensa. Comeesce la Chiesa italiana dal Conclave che ha eletto PapaFrancesco?

Dal Conclave è venuta fuori una Chiesa italiana unita nel nomedi Papa Francesco. È la Chiesa di Cristo nella universalità del mes-saggio evangelico.

Chiesa e Mezzogiorno. Cosa rimprovererebbe alla Chiesadi non aver fatto? O di dover fare?

Forse c’è stata una Chiesa che, per cultura o per tradizione, èstata troppo chiusa nelle sacrestie e, quindi, poco presente nellasocietà e poco severa alle incapacità, alle inefficienze e alla irre-sponsabilità di quanti avrebbero dovuto fare e non hanno fatto ohanno fatto male per elevare la qualità della vita sociale della co-munità. Bisogna stare, pertanto,tra le gente per interpretarne lesofferenze e le attese, risvegliando le coscienze e le responsabilitànella ricerca del bene comune.

Dicono in molti, anche suoi colleghi cardinali: non è più so-lo questione di fede, ma questione antropologica. Cioè laChiesa dovrebbe rimodulare il suo messaggio alla luce delcambiamento dell’uomo. È d’accordo?

Concordo pienamente. In fondo, è quello che ho inteso dire inquesta intervista ed è quello che cerco di fare nella mia azione pa-storale a Napoli.

* Intervista pubblicata sul quotidiano “Il Mattino” domenica 24 marzo 2013.

Attualità Ecclesiale Nuova Stagione10 • 31 marzo 2013

Anno Giubilare dei Trinitari

L’Anno della Fede e la Nuova Evangelizzazione di Antonio Smoraldi*

La Chiesa è tutta impegnata in questotempo a riflettere e ad operare nellaNuova Evangelizzazione... È una sfida al-la quale siamo tutti chiamati, poiché l’at-tuale contesto socio-culturale sollecita aicristiani la grande responsabilità di offri-re la risposta di una vivace e genuina testi-monianza di fede. (Mons. Fisichella)

L’Ordine Trinitario celebra la “memo-ria” del “ritorno al Padre” dei suoi due pi-lastri: il Fondatore San Giovanni deMatha (1213/2013) nell’ottavo centenariodella morte e il Riformatore, SanGiovanni Battista (1613/2013 nel quartocentenario della morte affinché si ravvivinei religiosi lo spirito della carità-redenti-va.

In questo contesto, la Chiesa e l’OrdineTrinitario invitano a impegnarci seria-mente sul “essere” e sul “fare” della nostraconnaturale missione nel mondo di oggi.

Ogni “Anniversario” è un nuovo iniziodella vita e della storia, che ci fa rifletteresul loro mistero secondo il progetto cheDio ha su di noi.

La Chiesa ci ricorda l’ordine di Gesù:“Andate e fate discepoli tutti i popoli...”.L’Ordine Trinitario richiama all’impegnodel suo carisma: “Gloria a Te, Trinità e li-bertà agli schiavi”, con lo spirito delFondatore e del Riformatore.

Nelle Costituzioni trinitarie è prescrit-to come “natura” propria il ministero del-la “carità redentiva” “apud fideles et infi-deles”. Il nostro mondo – evangelizzatoda duemila anni – è diventato ormai cam-po di “missione” nel senso evangelico del-la parola.

La nostra, infatti, è un’epoca in cui, innome della libertà individuale, si permet-te tutto, ma non si perdona nulla. Inoltre,il fenomeno dell’emigrazione di popoli,attanagliati da guerre o rivoluzioni inter-ne, hanno popolato i Paesi europei: sonocattolici, di altro credo religioso e moltipagani...

Oggi la convivenza interculturale e in-terreligiosa ci pone tutti in stato di “mis-sione”.

La società nella quale viviamo sembrache ponga la Chiesa in uno di quei mo-menti storici particolari nei quali Dio lavuole purificare, ponendola di fronte asfide che richiamano quelle che essa do-vette affrontare per portare il Vangelo almondo pagano.

La Chiesa, in quest’Anno della Fede,esorta tutti, ecclesiastici e laici, a dedicar-si ad una Nuova Evangelizzazione.

L’ “Evangelicii Nuntiandi” di Paolo VI(1975) ci richiama ad un dovere:«L’impegno di annunziare il Vangelo agliuomini del nostro tempo, animati da spe-ranza, ma, parimenti, spesso travagliatidalla paura e dall’angoscia, è senza dub-bio un servizio reso non solo alla comu-nità cristiana, ma anche a tutta l’uma-nità».

I Religiosi Trinitari, in quest’anno, atale impegno della Chiesa Universale, ce-lebrando i due Centenari dei loro Padri,vogliono riascoltare la loro voce diMissionari-Redentori, essendo essi vissu-ti in una società non del tutto differentedalla nostra in cui viviamo.

La radicalità evangelica di Giovanni deMatha fu la carità redentiva, cioè la re-denzione dell’uomo oppresso e la difesadella sua fede, legando il suo ministero al-la Trinità di Dio: carità con la Trinità.

Questo mistero diventa per SanGiovanni de Matha l’identità del suoIstituto, non solo come modo di “essere”della sua esperienza di fede, di teologo, diasceta e di redentore, ma anche e soprat-tutto come “relazione estrinseca” con lapersona.

La Trinità, infatti, come sorgente di vi-ta e del modo di essere del cristiano, pone

za integrale e soprannaturale in Cristo. Un aspetto importante che illumina la

vita della Chiesa, oggi, è che siamo torna-ti all’epoca dei Martiri.

In effetti, nessuna religione è oggi tan-to perseguitata quanto il Cristianesimo.Se le sofferenze di tanti nostri fratelli cirattristano, è anche vero che i Martiri so-no un segno che la Chiesa è ancora quelladi Gesù Cristo, il quale ha annunziato per-secuzioni per i suoi fedeli, in ogni epoca.

La passione alla Missione spinge quin-di il discepolo di Cristo al di fuori dei suoiorizzonti per incontrare il grande mondo,dove uomini e donne, bambini o adulti,impoveriti e sofferenti, cercano Dio peravere risposte a situazioni spesso dram-matiche, come quelle della mancanza difede, della miseria, delle ingiustizie socia-li, delle guerre...

La domanda che molti cristiani si pon-gono oggi è: come annunziare il Vangelodi Gesù Cristo?

L’opera Missionaria si svolge in tantimodi: con l’annunzio esplicito dellaParola;

con la testimonianza della vita e dellacarità; con la preghiera; prima di parlareagli uomini dobbiamo parlare a Dio; conla celebrazione dei Sacramenti, che devo-no raggiungere la vita naturale alla qualedanno un senso nuovo: la vita sopranna-turale che è la purificazione e la elevazio-ne della vita; con il rispetto delle diverseculture; con l’accoglienza dei valori in es-se contenuti; con il contatto personale;con l’impegno dello sviluppo e la promo-zione umana della dignità di tutti; con ladisponibilità e l’interessamento ai proble-mi della gente.

* Osst

Lui, è rendere evidente Dio dentro il tra-vaglio umano per redimerlo, dargli un si-gnificato, mostrargli che nulla di ciò cheaccade è assurdo o sfugge alla provviden-za di Dio: è annunziare l’inaudito e l’im-prevedibile per l’uomo, cioè la sua salvez-

l’accento sulla persona come “relazione”e come “comunione”. La persona è una re-lazione sussistente. Ove non c’è “relazio-ne” non c’è dato della persona. Poiché lapersona è icona della Trinità, la Trinità di-venta “Statuto” per Giovanni de Matha,che trasmetterà poi ai suoi figli.

Questa riflessione sulla “persona-rela-zione”, pone a Giovanni de Matha ancheun altro “impegno”. Intuendo il carattereuniversale del suo carisma caritativo-re-dentivo, egli domanda al Papa di metter-lo sotto la sua diretta Autorità, essendo es-sa universale. Scavalca così le ristrettemura della Chiesa Locale, per operarenell’immenso campo della ChiesaUniversale.

L’Ordine Trinitario, quindi, come en-tità propria del suo Statuto, avendo comepietra angolare la “persona-relazione” hacome oggetto del carisma redentivo l’atti-vità strettamente missionaria.

A partire dal secolo della fondazione(sec. XII), fino all’epoca delle grandi sco-perte (sec. XV e XVI), la redenzione deglischiavi era abbinata anche allaEvangelizzazione degli infedeli. Infatti, lamaggior parte dei Martiri non hanno con-seguito il Martirio nell’esercizio del ri-scatto, ma in odio alla fede che predicava-no e praticavano con la vita e la parola.

Le cronache Trinitarie sono ricche diquesti Religiosi eroi, che furono nellostesso tempo Redentori e Missionari.

Nel clima di rinnovamento apostolico,S. Giovanni Battista, come altriRiformatori del suo tempo, volle rinnova-re anche l’Ordine dei Redentori, riportan-dolo cioè al primitivo spirito delFondatore, ai bisogni ecclesiali del suotempo. Così egli scrive nelle sue opere:

Stiamo alla fine del secolo XVI (1500)e all’inizio del secolo XVII (1600), epocain cui è in fase di decadenza l’attività de-gli schiavi cristiani, mentre fermenta intutta la Chiesa un’altra attività apostolical’Attività Missionaria propriamente det-ta, che la fondazione del DicasteroMissionario di Propaganda Fide darà unasvolta storica agli Istituti Religiosi

Evangelizzare è comunicare Dio, ècreare, suscitare la novità di Dio, dare lavita di Dio, far entrare in comunione con

Nuova Stagione 31 marzo 2013 • 11CittàNuova Stagione

Napolicontroil razzismoNel 2005 l’Assemblea dell’Onuproclamò il 21 marzo “Giornatamondiale contro il razzismo”, inricordo del Massacro diSharpeville del 1960, quando 72sudafricani furono uccisidurante una manifestazioneanti-apartheid dalla polizialocale. Contestualmente a questaoccasione, da 9 anni l’Unar,Ufficio NazionaleAntidiscriminazioni Razziali,organizza la “Settimana diazione contro il Razzismo”. Il 21marzo di quest’anno sono statepresentate le iniziative per la IXedizione dell’evento con unaconferenza stampa tenuta nellaSala Giunta di Palazzo SanGiacomo. Ad intervenire, tra glialtri, l’assessore alle PariOpportunità Pina Tommasielli,il magistrato consiglieregiuridico dell’Unar RositaD’Angiolella e il direttore delcentro Sinapsi della Federico IIPaolo Valerio. La partecipazionedi esponenti di diversi enti èstata accolta con plauso daSannino: «È importante lacostruzione di reti sul territorioper difendere le categorie più arischio, perchè la crisieconomica ascrive i contrastisociali. Fare rete fra università,comune ed associazioninazionali significa aumentareesponenzialmente le possibilitàd’intervento».«Napoli è sempre stata una cittàmultietnica ed accogliente.Questa amministrazione dalprimo giorno ha cercato diconiugare il problema delladiversità e i lavoridell’amministrazione», hadichiarato la Tommasielli, cheha voluto rendere notol’impegno del Comune alriguardo: «Fra i primi atti c’èstato il forum sulla diversità,che ha visto la partecipazione diben 86 associazioni che hannonello statuto la lotta alladiscriminazioni, segno che aNapoli il problema è moltosentito».Il primo evento organizzato èstato l’incontro con gli studentiorganizzato nella Sala deiBaroni del Maschio Angioinoche si è tenuto venerdì 22marzo. L’iniziativa è motivatadal bisogno di «costruire unacultura antidiscriminatoriapartendo dal basso, ossia dallaformazione scolastica», come haaffermato la D’Angiolella. Il secondo evento è stato unparticolare Torneoquadrangolare di Calcio a 5, chesi è svolto domenica 24 marzoallo stadio Collana, chiamato“Soccer Light - Un calcio dellediscriminazioni. Lo sport, comela scuola, è stato presentatocome un mezzo per rilanciare lacultura del rispetto e lanciare unmessaggio di inclusione socialee civiltà.

Davide Esposito

21 marzo, celebrata la GiornataNazionale della Memoria e dell’Impegno

in ricordo delle vittime delle mafie

La città checombatte l’illegalità

di Eloisa Crocco

21 marzo: primo giorno di primavera, ma non solo… In questa gior-nata che ha il sapore della rinascita da diciotto anni si celebra la“Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vit-time delle mafie”.

Quest’anno a Napoli la giornata è cominciata alla Stele dellaMemoria, nei giardinetti di via Cesario Console, dove alla presenza dirappresentanti delle istituzioni e di un nutrito gruppo di familiari dellevittime innocenti della criminalità è stata data lettura degli oltre 900 no-mi delle vittime della mafia in Italia. Quindi tutti nell’Aula Magna del-l’università Suor Orsola Benincasa, per la terza edizione de “Lo stessogiorno alla stessa ora”, progetto di comunicazione e sensibilizzazionealla cultura della legalità e della cittadinanza responsabile rivolto allescuole della Campania promosso dalla Fondazione Polis in partnershipcon il Teatro di San Carlo e lo stesso ateneo e con il sostegnodella Fondazione Cariplo e della Fondazione Unipolis.

A presentare l’evento l’artista e operatrice culturale FrancescaRondinella, davanti a una affollata platea di ragazzi (circa 300) prove-nienti da diversi istituti (ITC Galiani, Liceo Artistico SS. Apostoli,Liceo Classico Genovesi, Liceo Scientifico Vittorini, Isis De Nicola, IsisVittorio Emanuele II, Isis Livatino, Istituto Nitti, Liceo Classico VirgilioMarone, Istituto Pontano, ITC Sereni). Alle ore 12 (“lo stesso giorno al-la stessa ora”), in contemporanea nell’Aula magna dell’università e intutte le scuole medie e superiori della Campania, è stato presentato ildocufilm Le mafie dopo la mafia, una produzione Village Doc AndFilms realizzata da Aldo Zappalà e Cristiano Faranna con il montaggiodi Valerio D’Ambrosio per “La storia siamo noi” di Giovanni Minoli.

All’incontro sono intervenuti l’assessore regionaleall’Istruzione Caterina Miraglia, il rettore dell’Università Suor OrsolaBenincasa Lucio D’Alessandro, il direttore dell’Ufficio ScolasticoRegionale Diego Bouché, Laura Valente del Teatro di San Carlo (che haletto un messaggio della sovrintendente Rosanna Purchia), CristianoFaranna e Valerio D’Ambrosio, che proprio al Suor Orsola hanno stu-diato e hanno mosso i primi passi nel loro lavoro. Presenti anche tra glialtri il prefetto di Napoli Francesco Antonio Musolino, il presidente del-la “Fondazione Polis” Paolo Siani, i referenti regionali di “Libera”Geppino Fiorenza e don Tonino Palmese, Lorenzo Clemente ed AlfredoAvella del “Coordinamento campano dei familiari delle vittime inno-centi della criminalità”. Testimoni d’eccezione gli attori della fiction Unposto al sole, Patrizio Rispo e Marina Tagliaferri, che hanno presenta-to un breve estratto della puntata in onda in serata con l’intervistaa Maria Romanò, la sorella di Attilio, vittima innocente della prima fai-da di Scampia, ucciso il 24 gennaio 2005. La soap opera partenopea, im-pegnata nella rappresentazione di tutti gli aspetti, anche quelli più du-ri, della realtà napoletana, ha avviato una collaborazione con laFondazione Polis e con Libera, mescolando la finzione della rappresen-tazione con la realtà dei personaggi, persone reali che sul set interpre-tano se stesse, come nel caso appunto di Maria Romanò.

Momento centrale della mattinata è stata l’intervista del direttore delMattino Alessandro Barbano al presidente della regione CampaniaStefano Caldoro. Barbano ha evidenziato come “Il Mattino” sia «un pre-sidio di legalità, con molti giovani che si ispirano alla figura di GiancarloSiani e divengono non semplici collaboratori ma autentici testimoni», eha affrontato con Caldoro la spinosa questione della Campania regionelegata alla camorra, nonostante gli ottimi risultati raggiunti negli ulti-mi anni con arresti eccellenti e una legislazione all’avanguardia per latutela delle vittime. Il presidente della regione ha evidenziato il fatto che«Oggi la camorra ha maggiori possibilità di espansione rispetto al passa-to, perché entra in campo non fisicamente ma con la risorsa denaro, sem-pre però con la stessa mentalità e le stesse regole. Così riesce ad essere me-no riconoscibile e dunque più insidiosa. Ma la risposta dello Stato con lalegislazione degli ultimi quindici anni è stata importante». Caldoro ha poiaggiunto che «Per combattere la camorra bisogna combattere l’indifferen-za, bisogna parlarne. E’ poi necessario agire cercando di migliorare la si-tuazione sociale complessiva del territorio, e cercare di investire proprionelle zone con più difficoltà, dove la dinamicità, la capacità e la voglia diriscatto possono essere risorse molto preziose».

Alla giornata avrebbe dovuto partecipare anche il sindaco Luigi DeMagistris, che però ha dovuto recarsi a Roma per una riunionedell’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) e ha quindi inviatoun suo videomessaggio, in cui ha sottolineato il ruolo di «Napoli cittàanticamorra, che non vuole piegarsi», lanciando un accorato invito a tut-te le forze sane della città: «Non lasciamo solo chi è in prima linea, da quipuò partire la riscossa contro la criminalità».

Suggestivo il momento conclusivo della mattinata, in cui tutti i ra-gazzi, indossando magliette con la scritta “La Camorra non vale nien-te” distribuite dalla Fondazione Polis, hanno cantato “Io non ho paura”di Fiorella Mannoia, mentre gli studenti dell’Istituto Pontano portava-no un lungo drappo bianco, simbolo della volontà di dire “Basta!” all’il-legalità e alla violenza.

La Croce e il sacrificiodi don Diana

di Tonino Palmese*

«Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: Tusei Cristo, il Figlio del Dio vivo. Io ti seguo, ma non parliamo diCroce. Questo non c’entra. Ti seguo con altre possibilità, senzala Croce. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifi-chiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senzaCroce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamoVescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore».Queste parole sono state pronunciate da Papa Francesco duran-te la messa celebrata con i cardinali nella Cappella Sistina.Parole che il nostro Papa potrebbe pronunciare nuovamente neldescrivere il senso della vita e della morte di don Peppe.

Don Diana ha conosciuto la croce dell’inciviltà che ha ali-mentato la camorra nelle nostre terre, la croce dell’indifferenzadei tanti, la croce della dittatura ideologica dell’avere, dell’appa-rire e del prevaricare. Sotto questa croce ha resistito affidando-si a Dio con tutte le sue forze invertendo così la logica di una cro-ce da strumento di morte a motivo di salvezza nella misura in cuila si abbraccia insieme fino ad annullare la sua dimensione vio-lenta.

Le parole del Papa descrivono non solo il credo di un bravoprete, ma soprattutto la sua vita spesa interamente per smasche-rare la “legalità” di Pilato e rendere accessibile e perciò salvificala Verità che è la Persona di Gesù. Ancora oggi Pilato si aggira tradi noi, soprattutto quando attraverso il formalismo e la burocra-zia delle leggi (cosa ben diversa dalla legge) si rallenta il progres-so, il bene comune e la pace della gente. La Verità per il creden-te e prete don Peppe Diana è stata e continua ad essere unaPersona da conoscere, seguire e amare: Gesù Cristo. Quanto piùla misura del nostro essere e del nostro agire si avvicina alla Suatanto più si è nella Verità. Don Peppe Diana, somigliava a Gesùperciò era libero. Si libero di amare, di vivere e di servire soprat-tutto i più poveri e i giovani. In una terra dove la sudditanza hapreso il sopravvento, la libertà, la parresia (parlar chiaro) e l’agi-re onesto di un uomo come il nostro prete di Casale, diventa unelemento scomodo e perciò da eliminare prima con le pallotto-le, poi con la calunnia e infine con l’oblio. Se poi si aggiunge la“tiepidezza” della sua comunità (civile ed ecclesiale) ecco che sirischia di vanificare il dono che don Peppe fa della sua vita.Diceva don Puglisi: “Non ho paura delle parole dei violenti, madel silenzio degli onesti”.

Ebbene, tornando alle parole di Papa Francesco, sento di “gi-rarle” alla memoria di Don Giuseppe Diana, martire perché an-che lui come don Puglisi è stato ucciso “in odium fidei”. Si in odioverso la fede, quella fede non solo confessata con le parole, matestimoniata da “Peppino” come un uomo che sperimenta chepiù che essere credenti è importante sperimentare quanto siabello l’essere creduti da Dio e perché no anche dalla propria gen-te.

Tutta qui la mia testimonianza di fede riguardo il credente eprete don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra per “amore delsuo popolo”.

*Referente regionale Libera

Città Nuova Stagione12 • 31 marzo 2013

Parrocchia Spirito Santoe Nostra Signora del SS. Rosario di Fatima

Appuntamentoa teatroLa comunità parrocchiale dello

Spirito Santo a Soccavo, ancora

una volta, mette a disposizione la

propria struttura teatrale per un

appuntamento artistico, pensato

come strumento di crescita e di

aggregazione.

Da mercoledì 10 a sabato 13 apri-

le, infatti, il teatro “Dehon”, in

largo Nostra Signora di Fatima,

ospiterà l’attore romano

Giovanni Scifoni, che già ha pre-

sentato, nella stessa parrocchia

“Le ultime sette parole di Cristo”.

Il suo ultimo lavoro è intitolato

“Guai a voi ricchi. Papà era cat-

tocomunista”. Si tratta di un mo-

nologo molto apprezzato e pre-

miato al Festival dei Teatri del

Sacro a Lucca nel 2011 e definito

dalla critica «un vero colpo di fru-

sta che trafigge la coscienza, un

racconto di crisi umane, parados-

sali, che costringono a laceranti

domande. Il tutto realizzato con

foga giovanile, scatti ribelli e gran-

de capacità comunicativa».

Per saperne di più e per prenota-

re biglietti è possibile contattare

direttamente l’organizzazione:

347.00.33.012 – 081.64.92.97.

Consegnati, a Città della Scienza, i premi Buona Sanità

L’importanza di essere in retedi Michele Maria Serrapica

Ogni giorno, ogni anno, ci sononumerosissimi operatori del mondodella Sanità che lavorano incessante-mente per garantire il benessere dimilioni di cittadini.

Questi operatori lavorano nono-stante i problemi che affliggono il no-stro Paese in tempi di crisi perché lasalute è un bene a cui non si può so-prassedere con leggerezza. Questioperatori lavorano nelle città, nei pic-coli paesini, sulle alte montagne e intutti i più remoti angoli della nostrapenisola.

Questi operatori lottano incessan-temente contro malattie terminali,incidenti mortali e corsie d’ospedaleaffollate.

Ed è a tutti loro che il Premio“Buona Sanità” è dedicato, premioche, in occasione dell’edizione 2013, èstato consegnato durante una magni-fica celebrazione tenutasi mercoledì20 marzo presso la Sala Newton diCittà della Scienza, «affinché possadiventare il simbolo della rinascita diNapoli dalle sue stesse ceneri», affer-ma il conduttore della manifestazio-ne.

L’evento è annualmente organiz-zato dall’Associazione Buona Sanitàcon il patrocinio della CuriaArcivescovile di Napoli, la RegioneCampania e l’Ordine dei Medici

Chirurgi anche se, per quest’edizione,l’associazione ha avuto il piacere dipoter collaborare con il ComandoProvinciale dei Vigili del Fuoco diNapoli ai fini dell’organizzazione. È aquesti ultimi che si è rivolto in parti-colare Luigi Amodio, Direttore diCittà della Scienza, ricordando che irapporti con i Vigili del Fuoco, fino al4 marzo, si limitavano alla burocra-zia, ma da allora ha conosciuto, gior-no dopo giorno, l’umanità e la sensi-bilità che contraddistingue questocorpo.

L’obiettivo del premio è quello didare luce e visibilità ai professionistidella salute che, con la loro testimo-nianza di vita, possano essere diesempio a quanti si avvicinano almondo della sofferenza.

E non c’è alcuna differenza tra sa-nità pubblica e privata, anzi, il discor-so tenuto da Maria Rosaria Ron -dinella, presidentessa dell’associa-zione, è di tutt’altro avviso: «IlSistema Sanitario Nazionale ha biso-gno che ci sia comunicazione e siner-gia tra le strutture che si impegnanoper la salvaguardia della vita e dellasalute dei cittadini.

Pietra miliare è la rete insostituibi-le di collaborazione tra le strutturepubbliche, private e religiose chespesso sono di grandissimo aiuto in

questa organizzazione. In periodi di crisicome quelli che stiamo vivendo».

Ma il premio non è destinato solo a me-dici e ricercatori nel campo sanitario. Unatarga è stata consegnata anche ai Vigili delFuoco così come a tutte le Forzedell’Ordine come la Polizia Stradale,l’Esercito Italiano e la Protezione Civileche con il loro lavoro aiutano e sostengo-no lo sviluppo di una buona sanità. Sonostate consegnate statuette anche ad altreassociazioni come Amami, AssociazioneMariana Assistenza Malati d’Italia, eUnitalsi.

La manifestazione ha accolto numero-si ospiti tutti all’insegna dell’arte e dellamusica. Durante le pause tra i diversigruppi di premiazioni, si sono esibiti lastorica Fanfara dei Civici Pompieri diNapoli, la pianista Valeria Ferrara, il so-prano Margherita Pucillo e la Myriam’sHarmony Performance Group, gruppo dimusica popolare napoletana.

A conclusione di serata, la presidentes-sa Rondinella ha rinnovato l’invito per unevento a sorpresa che organizzeranno perNatale.

Un ponte tra arte e scuola pubblica, questo il tema del con-vegno che si è tenuto il 20 marzo presso il salone del LeonardoBianchi (ex manicomio di Capodichino) organizzatodall’Istituto Comprensivo Villa Fleurent di Napoli nell’ambi-to del progetto “Adozione Territoriale“.

Il convegno ha inteso porre l’accento soprattutto sulla ne-cessità di una sempre più stretta collaborazione tra scuola eterritorio, in una particolare interazione di rete che possa farnascere iniziative sempre più interessanti. Non a caso, la pa-rola ponte, scelta per il tema dell’incontro, sta a significare ilcollegamento simbolico tra la scuola e il quartiere su cui insi-ste. Inoltre il ponte del cavalcavia di piazza Di Vittorio è statoscelto dagli alunni della Scuola di decorazionedell’Accademia delle Belle Arti di Napoli come luogo dellacittà per essere decorato. E la scuola ne ospita ora, in mostrapermanente i bozzetti originali. Un percorso virtuoso natoqualche anno fa e che continua tuttora grazie all’impegno del-la dirigente scolastica del “Fleurent”, Anna Maria Silvestro:«Gli scopi di questa iniziativa sono l’educazione e la divulga-zione. Il 20°circolo sta facendo da tramite tra la scuola e il ter-ritorio, una collaborazione che accresce la cultura. Si è crea-to un bel ponte tra arte e scuola per portare i giovani all’amo-re verso l’arte. Per questo - ha aggiunto - è importante soste-nere i giovani nel percorso tortuoso della creatività».

Il parroco dell’Immacolata a Capodichino don DorianoVincenzo De Luca ha invece sottolineato il difficile momentodi crisis economica e sociale che stiamo vivendo, soprattuttoal Sud: «gli stipendi medi del Sud Italia sono inferiori a quel-li della Grecia, tra la gente si sente una sensazione di nostal-gia e di impotenza. Attenzione però a non farsi prendere dalpessimismo – ha ammonito - trasformiamo la delusione e ledifficoltà in occasione di riscatto o addirittura salvezza, benvengano perciò iniziative come questa che alimentano il de-siderio di rinascita grazie anche alla collaborazione che si ècreata e deve sempre crearsi».

Per la dirigente del “Leonardo Bianchi” Anna Sicolo, ilponte di Capodichino rappresenta «un punto di incontro tra

ciò che non c’è più e ciò che non c’è ancora, un ponte che de-ve crearsi anche tra cittadini e territorio per uscire dalla cri-si».

Il vicepresidente della III Municipalità Mario Capuano hainvece evidenziato l’obiettivo di «stare sempre vicino allescuole».

Presente anche l’assessore all’Ambiente della IIIMunicipalità Salvatore Parisi. «Abbiamo portato avanti –spiega – un lavoro sinergico che oggi ha visto la sua conclu-sione e il suo inizio, mettendo in comunicazione istituzionitra loro lontanissime. La scuola e l’amministrazione devonorapportarsi concretamente alla città». Poi ha lanciato un ap-pello: «La periferia ha bisogno del completamento dell’anel-lo della metropolitana fino a piazza Di Vittorio, non solo finoall’Aeroporto, per riqualificare tutta l’Area Nord. Creeremoun convegno per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’im-portanza dell’opera».

La direttrice dell’Accademia di Belle Arti diNapoli Giovanna Cassese ha ringraziato i 150 studenti chehanno lavorato al progetto e le istituzioni. «L’opera – sottoli-nea – non finisce qui. Bisogna intervenire sui bambini per da-re a loro una visione più ottimistica del futuro. Noi abbiamoscelto di puntare sui giovani, che avendo possibilità di parte-cipare all’arte pubblica possono tessere una rete virtuosa dacui ripartire per un futuro diverso».

Il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dellaCampania Diego Bouché ha concluso la conferenza: «Questastruttura evidenzia l’importanza e la cultura della nostracittà, da conoscere non solo per le disgrazie ma anche per lesue infinite bellezze. Bisogna saper valorizzare Napoli e laCampania, regione virtuosa data l’eliminazione negli ultimidue anni di quasi tutte le scuole sottodimensionate. Quandocresce la presenza della cultura e quindi della scuola la crimi-nalità organizzata fa un passo indietro». Ha moderato l’in-contro il capo-ufficio stampa della Regione, SalvatoreBuglione.

Al Leonardo Bianchi la presentazione del progetto che ha visto collaborareil 20° Circolo Fleurent, l’Accademia di Belle Arti e la III Municipalità

La scuola e l’arte insieme per il futurodi Elena Scarici

Nuova Stagione 31 marzo 2013 • 13

Provincia Nuova Stagione14 • 31 marzo 2013

San Giorgio a Cremano

Il foyer delPolifunzionaleintitolatoa VincenzoLiguoriIn occasione della diciottesimaGiornata della Memoria edell’Impegno in ricordo dellevittime delle mafie, promossa daLibera, il foyer del teatroGiancarlo Siani all’interno delCentro Polifunzionale Giovaniledi via Mazzini, è stato intitolatoa Vincenzo Liguori, vittimainnocente di camorra. A scoprirela targa, il figlio del meccanicoucciso senza colpe il 13 gennaio2011, insieme alla sorella e allamadre, tutti visibilmentecommossi.Il sindaco Mimmo Giorgiano haricordato che «la Città di SanGiorgio a Cremano intendecontrastare in ogni modo lacamorra, partendo dal sostegnoall’opera educativa delle scuole.La nostra è una città tranquillarispetto alle altre del circondario,ma non potremo abbassare laguardia finché ci sarà anche unsolo episodio criminale.Abbiamo voluto onorare lafigura di Vincenzo Liguori, unlavoratore onesto, per nondimenticare mai il suosacrificio». L’assessore allePolitiche Giovanili MicheleCarbone ha garantito che «ilComune intensificherà leiniziative formative sul tema delcontrasto alla criminalitàorganizzata sul territorio».Il questore di Napoli LuigiMerolla ha ricordato il capodella Polizia AntonioManganelli, scomparso nellescorse ore, per lanciare unmessaggio alle decine di studentipresenti nel Polifunzionale: «Eraun protagonista della lottacontro le mafie ma era anche unuomo molto vicino alla gentecomune e lavorava perchénessuno restasse alla finestra. Avoi dico, come avrebbe fatto lui:partecipate attivamente, nonrassegnatevi, non restate aguardare e fate il tifo per lanostra squadra». Presente ancheil magistrato della DirezioneDistrettuale Antimafia di NapoliCatello Maresca, che haauspicato «che la giornata dellalegalità possa presto esseretrasformata nella giornata dellanormalità».Prima dell’evento, gli allievi dellescuole cittadine hannopartecipato ad un convegno daltitolo “Memoria e impegno: cosìsi sconfigge la camorra” con lapresenza delle giornalisteGiuliana Covella e Amalia DeSimone, oltre a Mary Liguori,figlia di Vincenzo. L’interacerimonia è stata seguita indiretta dai ragazzi di RadioSiani.

Lo scorso 8 marzo il 28° anniversario del ritorno

al Padre di Madre Letizia Zagari,fondatrice delle Suore Figlie diNostra Signora dell’Eucaristia.

Celebrazioni in suffragio in tuttele Case della Congregazione

Modello eucaristico

e missionarioPer le Suore Figlie di Nostra Signora dell’Eucaristia l’8

marzo è tra le date più significative nella storia dellaCongregazione. Quel giorno, ed ora sono ventotto anni, laServa di Dio Madre Letizia Zagari, loro Madre spirituale eFondatrice della Congregazione, oltrepassò la barriera terre-na per raggiungere la Casa del Padre. Benché l’assenza dellaMadre sia sempre sentita dalle sue Figlie con nostalgia, il ri-cordo delle sue virtù, delle sue opere, della sua figura spingo-no a camminare con vigore sulla strada da lei tracciata nel se-gno di Gesù Sacramento e la memoria della Madre, oltre chenelle azioni e nelle preghiere, ha il culmine nelle celebrazioniin suffragio che appunto l’8 marzo, o il giorno successivo, sitengono in tutte le Case della Congregazione.

Così anche quest’anno nella Casa Generalizia ad Ercolanol’anniversario è stato solennemente celebrato con l’Eucaristiapresieduta nella Cappella dell’Oasi SS. Sacramento da monsi-gnor Nicola Longobardo, presenti le Suore insieme ai bambi-ni che frequentano le scuole, materna ed elementare fondateda Madre Letizia, e alle famiglie, con i giovani e con una folladi fedeli e devoti.

Monsignor Nicola Longobardo ha commentato i versetti2/10 del capitolo 14 di Geremia, sottolineando che mentre ilpopolo non ha saputo fare un passo di qualità col ritornare alSignore suo Dio, togliendo ogni iniquità e accettando il bene,«e non offrire a Lui sacrifici di tori immolati ma la lode dellesue labbra», Madre Letizia ha fatto nella sua vita «il salto diqualità verso il Signore Sacramentato offrendogli tutta la suavita, per il suo amore e per la salvezza di tanti fratelli».Soffermandosi quindi sullo spirito missionario che ha sempreanimato la Serva di Dio. Madre Letizia è quindi modello euca-ristico e missionario.

Collegandosi poi alle parole del Vangelo di Marco(12,28/34): «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e contutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua for-za; amerai il prossimo tuo come te stesso», monsignorLongobardo ha commentato: «L’amore deve essere unico e to-tale; non c’è nulla nell’uomo che egli possa riservare a sé: tut-te le sue facoltà sono consacrate a Dio e sotto il segno dell’a-more».

Il pomeriggio del giorno successivo, 9 marzo, nella chiesagremita di Santa Maria delle Grazie a Montesanto in Napoli,è stata ricordata Madre Letizia con una solenne celebrazioneeucaristica presieduta da don Michele Madonna, parroco direcente nomina. Suor Gemma Iardino ha illustrato la vita diMadre Zagari, oggi Serva di Dio e, come è nel cuore di tutti, sispera prossimamente Venerabile. La Madre, ha osservato, «siè trasformata in tabernacolo vivo della presenza di Dio. È ladonna dei due pani: quello della Parola e quellodell’Eucaristia. La Parola è all’origine della sua vocazione.Dall’Eucaristia impara ad amare la Croce e Madre Letizia si la-scia abbracciare dalla Croce». Suor Gemma nell’occasione havoluto rivolgere anche «il ricordo affettuoso e devoto a MadreAnna Battista, anch’ella ritornata al Padre, che dellaFondatrice è stata la prima erede e che ha traghettato laCongregazione, dopo la scomparsa di Madre Letizia, duranteil difficile e doloroso cammino verso nuove sponde».

Anche nella parrocchia di Vietri sul Mare, dove si trovaun’altra Casa della Congregazione, Suor Maria Rosa ha solen-nizzato la ricorrenza.

Come gli altri anni, alla ricorrenza dell’anniversario dellachiamata al Cielo della Serva di Dio Madre Letizia Zagari è sta-to abbinato il concorso a lei dedicato e che a lei si ispira. Per laXXIII edizione le Suore hanno invitato bambini e adulti a da-re segno di creatività ed originalità sul tema ‘Madre Letizia, laDonna del Pane’ modellando proprio nella pasta di pane i va-ri aspetti del carisma della Madre. I lavori giunti alla Casadell’Istituto sono stati tanti, tutti belli, simpatici e fantasiosi.

Valeria Chianese

Centri commercialinaturali,

via al nuovo disciplinare

È stato adottato dalla Giunta regionale della Campania ilnuovo disciplinare sui Centri Commerciali Naturali (Ccn). Conesso, vengono snellite le modalità di costituzione dei consorzi traesercizi commerciali, semplificate le procedure che il consorziodeve espletare per ottenere il riconoscimento da parte delComune, prevista la possibilità per i Centri di essere destinataridi azioni di formazione professionale.

Queste le modifiche e le integrazioni approvate rispetto al te-sto di origine:

I Ccn devono avere un numero di aderenti non inferiore alle25 unità per il Ccn tematico, mentre per il Ccn territoriale il limi-te minimo di aderenti è di 60 unità per i capoluoghi di provinciae di 40 unità per tutti gli altri comuni;

Per quanto riguarda il riconoscimento del Ccn, i soggetti giu-ridici in possesso dei requisiti richiesti dal disciplinare, potran-no presentare istanza al comune sede dell’area territoriale indi-viduata.

I Ccn possono essere destinatari di misure di promozione e difinanziamento che - nell’ambito delle finalità e degli strumentiprevisti dal Contratto Campania del 24 ottobre 2011 e con il coin-volgimento dei CAT e degli Enti Bilaterali del commercio, turi-smo, servizi ed artigianato e gli Enti di formazione accreditatipresso la Regione Campania - sostengano ed incentivino inter-venti di formazione professionale, da attuarsi in una logica di in-tegrazione tra le gli esercizi commerciali e finalizzati al miglio-ramento delle competenze delle risorse umane, anche mediantepercorsi e tirocini formativi, allo scopo ultimo di incrementareil livello di produttività e di competitività delle attività commer-ciali aderenti ai Ccn.

«I Ccn - sottolinea Fulvio Martusciello, consigliere del presi-dente Caldoro alle Attività produttive e allo Sviluppo economico- rappresentano l’aggregazione di attività commerciali al detta-glio, allo scopo di valorizzare ed integrare le risorse di cui dispo-ne il territorio, per fare del commercio una forza trainante delnostro sistema produttivo.

«In una prima fase di applicazione della disciplina relativa aiCentri commerciali naturali abbiamo rilevato margini di miglio-ramento. Con le modifiche deliberate dalla Giunta, operiamo nelsenso di un deciso snellimento nelle procedure: in particolareviene superata l’autorizzazione preventiva dei comuni. Ci prepa-riamo ad entrare quindi nella fase di pubblicazione del bandoper i nuovi Ccn, per il quale il Ministero dello SviluppoEconomico ha stanziato 5 milioni di euro. Procedure più snellee un nuovo impegno finanziario: così rimettiamo in moto il com-mercio al dettaglio sul territorio regionale», concludeMartusciello. «L’auspicio - dice il presidente della RegioneCampania Stefano Caldoro - è che iniziative come questa possa-no portare sviluppo e nuova occupazione. Sono necessarie rispo-ste efficienti e rapide».

CulturaNuova Stagione 31 marzo 2013 • 15

Associazione Culturale“Emily Dickinson”

PremioletterarioXVII edizione

È stata bandita la

diciassettesima edizione del

premio letterario

internazionale “Emily

Dickinson”. Ad organizzarlo,

come da tradizione, è

l’omonima associazione,

presieduta dalla scrittrice e

giornalista Carmela Politi

Cenere.

Il Premio si articola in sei

sezioni: romanzo edito ed

inedito, libro di narrativa o

saggio edito o inedito, libro

di racconti inedito o edito;

libro edito di poesie, anche in

dialetto; raccolta inedita (per

un massimo di dieci poesie);

poesia inedita in lingua o in

dialetto; sezione speciale

riservata agli studenti.

I testi, in triplice copia,

dovranno pervenire alla sede

dell’associazione, in via Elio

Vittorini 10, 80129 Napoli,

entro il 31 marzo 2013. Gli

interessati dovranno ritirare

il Bando presso la stessa

segreteria del premio, sempre

in via Vittorini, o telefonare

al numero 081.556.98.59.

È stato istituito, inoltre, su

apposita segnalazione, un

riconoscimento, nell’ambito

dello stesso Premio, a

personalità del mondo della

cultura e delle istituzioni che

si sono particolarmente

distinte per meriti e per

elevate doti umane.

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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niera nell’aver introdotto al pubblico na-poletano repertori ignoti, gruppi, solisti ecantanti provenienti da tutta Europa,consapevole del ruolo “alternativo” e disperimentazione che ricopre nell’immagi-nario del pubblico e degli appassionatiche ne seguono le diverse attività: ricerca,editoria, formazione, produzione musica-le, la Fondazione Pietà de’ Turchini ha dasempre, ma con maggiore vigore adesso,indirizzato i suoi sforzi verso la formazio-ne e la promozione di musicisti e cantan-ti di più giovane generazione.

Alla urgenza di mettere a disposizionedi chi ne ha più bisogno in questo mo-

mento storico così ostile, l’esperienza, icontatti, il supporto organizzativo, si uni-sce per la Fondazione pietà de’ Turchinila sfida e l’entusiasmo di offrire ai giova-ni musicisti, riuniti in ensemble, ai vinci-tori dei concorsi di canto barocco orga-nizzato con cadenza annuale, agli allievidelle masterclass, provenienti da tuttaItalia e da varie regioni europee, l’oppor-tunità di scoprire l’universo Napoli, dicercarne le armonie e le incredibili sug-gestioni tra le pieghe delle sue enormicontraddizioni, di appropriarsi, divenen-done ambasciatori, della sua gloriosa einesauribile storia musicale.

La prima edizione della Giornata Europea della Musica Antica con le eccellenze musicali del Centro Pietà dei Turchini

All’insegna della qualitàLe giovani Eccellenze musicali del

Centro di Musica Antica sono stati tra iprotagonisti della prima edizione dellaGiornata Europea della Musica Anticache ha scelto, come data ideale per il suosvolgimento, il 21 marzo - primo giorno diprimavera ma anche compleanno diBach. Una manifestazione fortementesimbolica, promossa dalla Rete Europeadella Musica Antica Rema, della quale ilCentro di Musica Antica è membro, perdare la misura di quanto sia vitale, pro-duttivo, creativo, originale il mondo del-le organizzazioni dedite alla musica anti-ca in Europa.

Il Rema ha dunque stimolato i suoi 70membri, tra festivals, teatri, centri di pro-duzione e formazione musicale, a pro-grammare sincronicamente i propri even-ti musicali, dibattiti, spettacoli e master-class nel nome di una eredità comunestraordinaria. La manifestazione ha rice-vuto l’alto patronato di AndroullaVassiliou, membro della CommissioneEuropea ed è supportata dalla EuropeanBroadcasting Union, mentre Jordi Savallne è il testimonial autorevole

Una sessione di lavoro del neonatoEnsemble giovanile barocco del Centro diMusica Antica di Napoli, un recital diMara Galassi in Emilia Romagna, un con-vegno sulla prassi esecutiva a Trieste, unaprova dell’ensemble Cantarlontano adAncona, insieme ad un concerto “Bach insvedese” dal vivo a Stoccolma, un concer-to di musiche di John Dowland inSardegna, concerti masterclass e work-shop a Copenaghen, Ambronay,Royaumont, Utrecht, una provadell’Orchestra Barocca dalla Casa daMusica di Porto in Portogallo, tutto in unsol giorno. Seguire le performance ma an-che partecipare a sessioni interattive, inlungo e in largo per l’Europa sarà possibi-le per tutti senza muoversi dalle rispetti-ve città, grazie ad un accordo con la piat-taforma web U-Sophia, Global Art Villageche accoglie nel proprio salotto virtualeuna moltitudine di iniziative e personalitàdel mondo della cultura, dell’arte, del tea-tro e della musica unendo ciò che fisica-mente è lontano. L’accesso al sito è gratui-to attraverso il link http://u-sophia.com/Global-Art-Village/Rema-Eemn/Live-Streaming-European-Day-for-Early-Music

Per contribuire al palinsesto della gior-nata, la Fondazione Pietà de’ Turchini hascelto di puntare i riflettori sul neonatoensemble giovanile che è stato a Napoliper uno delle sue sessioni didattiche e cheha dato prova dei risultati con un concer-to programmato il 23 marzo alle 18.30 aSan Rocco a Chiaia, nell’ambito delleGiornate di primavera del Faisotto la gui-da di Emanuele Cardi. Formatosi nel2012 attraverso un bando di selezione, ilgruppo in organico variabile a secondadei progetti che realizza, comincia a muo-vere i suoi primi passi verso una program-mazione artistica che intende esplorare ilrepertorio europeo del XVII e XVIII seco-lo con particolare attenzione verso quellonapoletano. A guidarne i progressi e indi-rizzarne le scelte programmatiche ilCentro ha chiamato Stefano Demicheli,con il quale il gruppo ha debuttato a di-cembre per inaugurare la nuova sede, edEmanuele Cardi, eccellenza organisticadella Campania.

Per molti anni impegnata a sostegnodel talento e a favore della promozione in-ternazionale di artisti di chiara fama, pio-

Nuova Stagione16 • 31 marzo 2013

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXVII • Numero 13 • 31 marzo 2013

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com

ma 1, DCB Napoli

Reg. Trib. di Napoli n. 1115 16/11/57 e 22/10/68Redazione e Amministrazione: Largo Donnaregina, 22 - 80138 Napoli

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Venerdì 12 aprileOre 10 arrivo e accoglienza delle reliquie nel Seminario Maggiore di Napoli.

Momento di preghiera animato dai seminaristi. Fino alle ore 9 di sabato 13 aprile, le reliquie sosteranno nella Cappelladel Seminario per la venerazione dei fedeli.

Sabato 13 aprile Ore 10 arrivo delle reliquie nella parrocchia Santa Maria Francesca

delle Cinque Piaghe a Casoria. Fino alle ore 18, le reliquie rimarranno esposte alla venerazione dei fedeli.

Ore 18 celebrazione eucaristica presieduta da padre Massimiliano Noviello ofm cap., Postulatore delle Cause dei Santi.

Domenica 14 aprile Ore 12 arrivo delle reliquie nel Duomo di Napoli e celebrazione

eucaristica presieduta da padre Massimiliano Noviello.

Dalle ore 17.30 alle ore 19.30, incontro del Cardinale Arcivescovocon i fidanzati, i nubendi e i giovani sposi.

Canti e riflessioni accompagnati dalla testimonianza del dott. Francesco Beltrame Quattrocchi, nipote dei coniugi.

Ore 19.30 Celebrazione eucaristica nella Chiesa Cattedrale presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe.

Accoglienza in Diocesi delle reliquiedei Beati Beltrame Quattrocchi

Domenica 14 aprile l’incontro dell’Arcivescovo con fidanzati, nubendi e giovani sposi