PRIMAVERA - Flora Alpina Bergamasca stampa/2017... · Quelli che crescono nella spaccatura di una...
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Alcuni fiori spontanei presenti in città. I loro nomi esatti sono Allium neapo litanum (in alto a sinistra); Tulipa Clusiana (in alto a destra). L'Androsace hausmannii (a sinistra sotto il titolo) è presente in Pre-solana. A seguire, Hermo dactylus tuberosus (sotto il titolo a destra); Hyoscyamus albus (in basso a sinistra) e Campanula sibirica (in basso a destra). In cento anni il cemento si è mangiato oltre il 50 per cento del territorio del Comune di Bergamo, eppure i fiorì resistono (in fondo alla pagina, tre mappe della città con il consumo di suolo nell'ultimo secolo.
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VENERDÌ 21 APRILE 2017
Bergamo Post
PRIMAVERA Angiolino Persico, del Fab, racconta la sua passione. Un nuovo libro con trenta itinerari e da oggi, venerdì, una mostra all'ingresso della Provincia
Guardatevi intorno, e' è il miracolo dei fiori Anche in città ne sbocciano di bellissimi e rari. E sopravvivono nonostante tutto, spuntando dal ciglio di una strada e sui muretti
di Angela Clerici
«I fiori mi stupiscono. Mi meravigliano. Per questo li cerco, li osservo, li fotografo. Anche in città ci sono fiori che ti tolgono il fiato per tanta bellezza, fiori che magari sono pure rari. Fiori che sopravvivono nonostante tutto, che spuntano dalle rotatorie in mezzo al traffico, dalle screpolature dei marciapiedi, dai muretti. Se guardiamo come è cambiata la città in questi cento anni ci spaventiamo. Il ce mento si è mangiato oltre il cinquanta per cento del territori_? del comune_ di Berga-
sto, i fiori resistono. Raccon-tano tante storie».
Angiolino Persico è un socio del Fab, Flora alpina bergamasca, il gruppo che da oltre trent'anni studia i fiori della nostra provincia, li cerca, li rintraccia, li scheda. Ma non solo: il Fab porta i fiori nelle scuole, in mezzo alla gente. Li racconta. In questi giorni ha pubblicato un libro prezioso: Trenta luoghi verdi del cuore, sono trenta itinerari che vanno dai colli di Bergamo all'alta montagna, alla pianura. Questi percorsi sono diventati una mostra che si apre oggi, ve nerdì, nell'atrio del palazzo della Provincia in via Tasso; durerà soltanto dieci giorni, fino al primo maggio. Due an ni fa il Fab aveva pubblicato un atlante dei fiori della città. E, alcuni anni orsono, il censimento completo dei fiori presenti nella nostra provincia. Un lavoro durato trent'anni, in collaborazione con il gruppo gemello di Brescia.
Ang_o lino Persico è di Albino. E un appassionato della natura. Della montagna, della pianura, del mare. Dei fiori. Dice: «A volte si cammina per delle ore alla ricerca di alcuni esemplari, camminando si vedono panorami, rocce, . prati. I.:incontro con i fiori suscita emozioni che cerchiamo di comunicare. Quindici giorni fa ho accompagnato sul monte Cerreto, sopra Albino, un gruppo di trentaquattro persone, c'erano anche due studiosi svizzeri che erano entusiasti perché vedevano delle specie che in Svizzera non si trovano. I fiori stupiscono per la loro bellezza, per i colori, le forme. Ma mi stupiscono soprattutto perché riescono a vivere in ogni luogo, in maniera anche precaria, molto precaria. Quelli che spuntano dal ciglio della strada. Quelli che crescono nella spaccatura di una roccia, sopra i duemila metri».
La prima fotografia ai fiori Angiolino la fece in Marmolada, quando aveva diciotto anni. Racconta: «Mi è sempre piaciuto camminare in mon-
tagna. Quel giorno stavo inseguendo un capriolo, volevo fotografarlo. Ero arrivato in Marmolada in autostop, da Albino, allora si usava. A un certo punto, s_ul sentiero, vidi un papavero giallo, mi fermai incantato e lo fotografai. Era un Papaver Rheticum (l'ho scoperto dopo). Il fatto è che i fiori
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hanno sempre fatto parte della mia vita. Ricordo che da bambino accompagnavo mia madre sulla Cornagera o sul Poieto, lei raccoglieva i fiori e li portava a casa. Mi ricordo il J?rofumo del Fior di Stecco, (Daphne Mezzereum), un arbusto che si trova dalla media montagna fino alle praterie al-
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pine, mia madre ne prendeva dei rami che profumavano tutta la casa, anche il colore è bello, un rosato brillante».
Ogni anno, Angiolino cerca un fiore nuovo. Fra gli ultimi una piccola orchidea, la Camorchis Alpina. «Cresce sui costoni ventosi, sopra i duemila metri, io l'ho vista sa-
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!endo al Lago della Vacca, sopra il Croce Domini. Un altro fiore rarissimo che ho incontrato in questi anni è la Primula Albenensis, primula dell' Alben, un endemismo: la si trova soltanto nella zona dell' Al ben sopra il santuario del Frassino e poi in un solo altro luogo, piuttosto distante,
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nella Val d'Ancogno, un'impervia diramazione della Valtorta. Questo endemismo ven - ne riconosciuto per la prima volta da due botanici, Ferlinghetti e Banfi, nel 1996».
Il nostro territorio è ricco di fiori. Spiega An�iolino Persico che anche nell Ottocento arrivavano botanici dall'estero a caccia di "endemismi". «E qualche volta non venivano molto bene accolti: capitava che i pastori li accogliessero a sassate ... Ma erano mossi dal senso della meraviglia, e non si fermavano. Tra i fiori che mi piacciono di più ci sono le androsacee, tipo l'Androsace Hausmanii; sono come dei cuscinetti di piccoli fiori che crescono in alto, tra le rocce e i nevai. In certi anni, quando la neve rimane anche d'estate, non f ior iscono, ma non muoiono, aspettano il momento propizio. Magari passa un anno, due anni, poi sbocciano in tutto il loro colore».
Fra i trenta itinerari proposti nel nuovo libro del Fab, alcuni lungo viottoli e scalette di città Alta dove è possibile scorgere anche fiori rari come il tulipano di Clusius che cresce sui muretti, la Campanula siberiana che si trova con il suo leggero color ciclamino nei prati aridi, l'aglio napoletano, il Giusquiamo bianco. Dice Persico: «Questo è il momento migliore per andare a cercare i fiori. Fra i percorsi dei colli segnaliamo quello che dalla Conca d'Oro, dalla scaletta delle More sale fino a San vigilia attraverso le scalette dello Scorlazzino e poi Scorlazzone. Ma anche il sentiero che da Astina va alla via del Rione e· alla via alle Case Moroni, quindi via Orsarola e via Ciaregotto per arrivare al Colle dei Roccoli e scendere alla chiesetta di San Sebastiano e ad Astina di nuovo. Sono luoghi di grande armonia e si trovano fiori particolari come anche la Bellavedova e la Valeriana rossa».