Periodico dell’Associazione P.S. Sandrigo Comunicato dalla ... · Comunicato dalla redazione...

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Periodico dell’Associazione P.S. "Sandrigo 30" Anno XL - n° 5 Maggio 2019 Sped. in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, NE/VI www.sandrigo30.it continua a pag. 2 continua a pag. 1 Cari lettori, a malincuore siamo costret- ti a comunicare che a partire dal mese di luglio cesserà la distribuzione porta a porta del mensile Sandrigo 30. Non è stata, per noi, una scelta faci- le: far recapitare a casa di ogni cittadino una copia del gior- nale ogni mese è stato un ser- vizio che negli anni abbiamo cercato di garantire con ogni sforzo possibile. Inizialmen- te la distribuzione avveniva, come ricorderete, attraverso Poste Italiane Spa. Da qualche anno a questa parte, tuttavia, il costo del servizio è triplicato e gli adempimenti burocratici sono aumentati (veniva chiesto di inserire l’indirizzo di ogni destinatario in ciascuna copia del giornale). A fronte dell’in- sostenibilità del servizio, come redazione ci siamo spesi per cercare delle alternative: in primo luogo ci siamo rivolti ad Comunicato dalla redazione imprese private che distribui- scono giornali e altro materiale casa per casa, ma ci è stato proposto un costo simile a quello di Poste Italiane ed un servizio inferiore (non veniva garantita la distribuzione nel- le zone periferiche del paese); abbiamo quindi cercato asso- ciazioni e gruppi di volontari che potessero supplire alla distribuzione, percependo un contributo che rappresentava il costo inizialmente sostenuto con Poste Italiane. L’associa- zione Vivisandrigo ha rispo- sto positivamente alla nostra richiesta e attraverso i suoi volontari si è spesa per far recapitare ogni mese ai citta- dini una copia di Sandrigo 30. Tuttavia, l’onerosità dell’impe- gno e la mancanza di risorse umane (che spesso affligge il mondo del volontariato) non permettono più all’associazio- ne di continuare a garantire questo servizio: con il mese di giugno cesserà, dunque, la collaborazione. Abbiamo son- dato la disponibilità di altre associazioni a prendersi carico della distribuzione, ma a cau- sa della consapevolezza della gravità dell’impegno abbiamo ricevuto risposte negative. A fronte di ciò, e anche tenendo in considerazione il fatto che tali soluzioni non possono che essere temporanee essendo difficile che un’associazione accetti di mantenere un tale impegno per un periodo di tempo indefinito, abbiamo deciso di cambiare modalità di distribuzione. A partire dal mese di luglio troverete nei luoghi maggiormente frequen- tati del paese (che provvedere- mo a indicarvi con precisione in uno dei prossimi numeri) degli espositori con riportato il logo di Sandrigo 30: in questi troverete ogni mese il nuovo numero del nostro periodico, fresco di stampa e pronto per essere letto. A voi lettori che ci seguite chiederemo uno sforzo in più: quello di andare a riti- rare il giornale, non riceven- dolo più a casa vostra. Potre- mo però evitare le lungaggini dei tempi di distribuzione, riuscendo così a garantirvi di trovare ogni mese il numero di riferimento. Vi ricordiamo inoltre che, dopo la stampa, il periodico viene reso disponi- bile anche in formato digitale sul sito www.sandrigo30.it, da dove potete scaricarlo e legge- re gli articoli sul nostro paese direttamente da PC, tablet o smartphone. Confidiamo nella vostra com- prensione per questa scelta difficile ma necessaria e spe- riamo possiate abituarvi a questo nuovo sistema di dif- fusione. Nella speranza che sarete ancora in molti a seguirci, vi salutiamo con affetto. la Redazione Nell’ultimo mese il paese di San- drigo è sorto agli onori della cro- naca locale per un episodio infeli- ce: la censura del canto Bella Ciao durante le celebrazioni del 25 aprile scorso. Chi era presente ha potuto verificare dal vivo i fatti, chi non c’e- ra ne ha potuto leggere sui quoti- diani. Ad ogni modo, un riassunto può essere utile: il cerimoniere del corpo Alpini di Sandrigo ha deciso di stralciare il canto dal programma della commemorazione, già peral- tro molto scarna e priva di qualsiasi menzione dei partigiani caduti a Censurare la memoria Sandrigo, ai quali è stata riconosciu- ta una corona solamente qualche giorno dopo nel totale disinteresse della cittadinanza. Bella Ciao era stata preparata dai bambini di quin- ta della scuola primaria di Sandri- go, che durante la cerimonia hanno dato voce alla memoria attraver- so la lettura e la riflessione di una poesia di Dino Buzzati. Risultato: molti malumori e una manciata di ragazzi che, invitati dalle insegnanti e accompagnati dai pochi cittadini rimasti, timidamente hanno ugual- mente intonato il canto. La motivazione della censura è delle più prevedibili: Bella Ciao è una canzone di sinistra e, come tale, divisiva. Ed ecco che il dibattito diventa subito destra contro sini- stra, anche su Facebook dove c’è chi parla di “propaganda comunista”, chi sostiene si debba insegnare ai bambini la “verità vera” (cioè che anche tra i partigiani c’erano dei delinquenti e che non c’era uno schieramento di buoni contro cat- tivi), chi ritiene che visto che si può Annata 2018/19 straordinaria per le ragazze della pallavolo. Il campionato di pallavolo femminile serie D - girone C quest’anno vede le ragazze del Volley Sandrigo festeggiare la promozione in serie C con largo anticipo. La squadra, allenata dal tecnico Luca Bianchin, con la vittoria nel derby in casa sul New Volley Vicenza Est ha ottenuto, a quattro giornate dalla fine del campionato, la certezza matematica della promozione in serie C. Le ragazze del Volley Sandrigo, a due giornate dalla fine del campionato, sono prime in classifica con 61 punti, seguite dal Volley Colombo con 58. Sabato 27 aprile c’è stato lo scontro diretto a Sandrigo fra il Volley Colombo (secondo in classifica) e le ragazze del Volley Sandrigo, concluso con la vittoria per tre set a due per le ragazze di casa, che hanno confermato (se ancora ce n’era bisogno) il loro meritato primo posto in classifica a conclusione del campionato. È un traguardo eccezionale per non Il Volley Femminile promosso in serie C dire storico, poiché è la seconda volta che questa società riesce ad ottenere la promozione in serie C, una categoria Regionale di alto valore spettacolare e tecnico. La presidente Maria Rosetta Volpato, e il vicepresidente Antonio Vagliano ci confermano che il Volley Sandrigo è in testa al campionato dall’inizio della stagione, con uno score di quattordici partite utili in cui questa squadra ha fatto punti. In un paio di partite le ragazze sono state sconfitte per tre a due nei set ma il vicepresidente ci ricorda che con questo risultato si ottiene comunque un punto ai fini della classifica, e serve a farla muovere. Il tecnico Luca Bianchin è alla seconda stagione con il Volley Sandrigo, culminata quest’anno con la promozione. La società ha già trovato l’intesa con lui perchè rimanga in serie C assieme al suo secondo Stefano Innocente. Sono state sentite dopo la promozione anche le atlete, che in linea di

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Periodico dell’Associazione P.S. "Sandrigo 30"

Anno XL - n° 5 Maggio 2019

Sped. in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46)art. 1, comma 1, NE/VI

www.sandrigo30.it

continua a pag. 2continua a pag. 1

Cari lettori, a malincuore siamo costret-

ti a comunicare che a partire dal mese di luglio cesserà la distribuzione porta a porta del mensile Sandrigo 30. Non è stata, per noi, una scelta faci-le: far recapitare a casa di ogni cittadino una copia del gior-nale ogni mese è stato un ser-vizio che negli anni abbiamo cercato di garantire con ogni sforzo possibile. Inizialmen-te la distribuzione avveniva, come ricorderete, attraverso Poste Italiane Spa. Da qualche anno a questa parte, tuttavia, il costo del servizio è triplicato e gli adempimenti burocratici sono aumentati (veniva chiesto di inserire l’indirizzo di ogni destinatario in ciascuna copia del giornale). A fronte dell’in-sostenibilità del servizio, come redazione ci siamo spesi per cercare delle alternative: in primo luogo ci siamo rivolti ad

Comunicato dalla redazioneimprese private che distribui-scono giornali e altro materiale casa per casa, ma ci è stato proposto un costo simile a quello di Poste Italiane ed un servizio inferiore (non veniva garantita la distribuzione nel-le zone periferiche del paese); abbiamo quindi cercato asso-ciazioni e gruppi di volontari che potessero supplire alla distribuzione, percependo un contributo che rappresentava il costo inizialmente sostenuto con Poste Italiane. L’associa-zione Vivisandrigo ha rispo-sto positivamente alla nostra richiesta e attraverso i suoi volontari si è spesa per far recapitare ogni mese ai citta-dini una copia di Sandrigo 30. Tuttavia, l’onerosità dell’impe-gno e la mancanza di risorse umane (che spesso affligge il mondo del volontariato) non permettono più all’associazio-ne di continuare a garantire

questo servizio: con il mese di giugno cesserà, dunque, la collaborazione. Abbiamo son-dato la disponibilità di altre associazioni a prendersi carico della distribuzione, ma a cau-sa della consapevolezza della gravità dell’impegno abbiamo ricevuto risposte negative. A fronte di ciò, e anche tenendo in considerazione il fatto che tali soluzioni non possono che essere temporanee essendo difficile che un’associazione accetti di mantenere un tale impegno per un periodo di tempo indefinito, abbiamo deciso di cambiare modalità di distribuzione. A partire dal mese di luglio troverete nei luoghi maggiormente frequen-tati del paese (che provvedere-mo a indicarvi con precisione in uno dei prossimi numeri) degli espositori con riportato il logo di Sandrigo 30: in questi troverete ogni mese il nuovo

numero del nostro periodico, fresco di stampa e pronto per essere letto. A voi lettori che ci seguite chiederemo uno sforzo in più: quello di andare a riti-rare il giornale, non riceven-dolo più a casa vostra. Potre-mo però evitare le lungaggini dei tempi di distribuzione, riuscendo così a garantirvi di trovare ogni mese il numero di riferimento. Vi ricordiamo inoltre che, dopo la stampa, il periodico viene reso disponi-bile anche in formato digitale

sul sito www.sandrigo30.it, da dove potete scaricarlo e legge-re gli articoli sul nostro paese direttamente da PC, tablet o smartphone.

Confidiamo nella vostra com-prensione per questa scelta difficile ma necessaria e spe-riamo possiate abituarvi a questo nuovo sistema di dif-fusione.

Nella speranza che sarete ancora in molti a seguirci, vi salutiamo con affetto.

la Redazione

Nell’ultimo mese il paese di San-drigo è sorto agli onori della cro-naca locale per un episodio infeli-ce: la censura del canto Bella Ciao durante le celebrazioni del 25 aprile scorso. Chi era presente ha potuto verificare dal vivo i fatti, chi non c’e-ra ne ha potuto leggere sui quoti-diani. Ad ogni modo, un riassunto può essere utile: il cerimoniere del corpo Alpini di Sandrigo ha deciso di stralciare il canto dal programma della commemorazione, già peral-tro molto scarna e priva di qualsiasi menzione dei partigiani caduti a

Censurare la memoriaSandrigo, ai quali è stata riconosciu-ta una corona solamente qualche giorno dopo nel totale disinteresse della cittadinanza. Bella Ciao era stata preparata dai bambini di quin-ta della scuola primaria di Sandri-go, che durante la cerimonia hanno dato voce alla memoria attraver-so la lettura e la riflessione di una poesia di Dino Buzzati. Risultato: molti malumori e una manciata di ragazzi che, invitati dalle insegnanti e accompagnati dai pochi cittadini rimasti, timidamente hanno ugual-mente intonato il canto.

La motivazione della censura è delle più prevedibili: Bella Ciao è una canzone di sinistra e, come tale, divisiva. Ed ecco che il dibattito diventa subito destra contro sini-stra, anche su Facebook dove c’è chi parla di “propaganda comunista”, chi sostiene si debba insegnare ai bambini la “verità vera” (cioè che anche tra i partigiani c’erano dei delinquenti e che non c’era uno schieramento di buoni contro cat-tivi), chi ritiene che visto che si può

Annata 2018/19 straordinaria per le ragazze della pallavolo. Il campionato di pallavolo femminile serie D - girone C quest’anno vede le ragazze del Volley Sandrigo festeggiare la promozione in serie C con largo anticipo. La squadra, allenata dal tecnico Luca Bianchin, con la vittoria nel derby in casa sul New Volley Vicenza Est ha ottenuto, a quattro giornate dalla fine del campionato, la certezza matematica della promozione in serie C. Le ragazze del Volley Sandrigo, a due giornate dalla fine del campionato, sono prime in classifica con 61 punti, seguite dal Volley Colombo con 58. Sabato 27 aprile c’è stato lo scontro diretto a Sandrigo fra il Volley Colombo (secondo in classifica) e le ragazze del Volley Sandrigo, concluso con la vittoria per tre set a due per le ragazze di casa, che hanno confermato (se ancora ce n’era bisogno) il loro meritato primo posto in classifica a conclusione del campionato. È un traguardo eccezionale per non

Il Volley Femminile promosso in serie C

dire storico, poiché è la seconda volta che questa società riesce ad ottenere la promozione in serie C, una categoria Regionale di alto valore spettacolare e tecnico.La presidente Maria Rosetta Volpato, e il vicepresidente Antonio Vagliano ci confermano che il Volley Sandrigo è in testa al campionato dall’inizio della stagione, con uno score di quattordici partite utili in cui questa squadra ha fatto punti. In un paio di partite le ragazze sono state sconfitte per tre a due nei set ma il vicepresidente ci ricorda che con questo risultato si ottiene comunque un punto ai fini della classifica, e serve a farla muovere.Il tecnico Luca Bianchin è alla seconda stagione con il Volley Sandrigo, culminata quest’anno con la promozione. La società ha già trovato l’intesa con lui perchè rimanga in serie C assieme al suo secondo Stefano Innocente. Sono state sentite dopo la promozione anche le atlete, che in linea di

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pag. 2Maggio 2019 - pag. 2

È un periodico informativo politico culturale dell’Associazione P.S.

“Sandrigo 30”Fondato nel 1974

Diretto daAlessandro Garziera

Direttore responsabileElena Guerra

Capo redattoreAnnalisa Rossetto

AmministrazioneMirko Pozzato

SegreteriaMaria Pozzato

ImpaginazioneGiuseppe Savio

Edito da:Associazione P.S. “Sandrigo 30”

PresidenteGiuseppe Savio

Sede e Redazione:Piazza Garibaldi, 5 – 36066 Sandrigo (VI)

Autorizzazione del Tribunale di Vicenza n. 798 del 23 maggio 1994 (1^ autorizzazione

n. 311 del 04 settembre 1974)

Tipografia: G.N.G. srl - Sandrigo

Spedizione in Abbonamento Postale Pubblicità inferiore al 45% - Taxe Perçue

Conto Corrente postale: N° 13982368Codice Iban:

IT 32 U 07601 11800 000013982368Per pubblicità: 3486603955

Gli articoli firmati rispecchiano il pensiero dell’autore e non coinvolgono in alcun modo la redazione e la proprietà della testata.

Ai sensi del D.L. 196/2003, informiamo i nostri lettori che i loro dati in nostro possesso saranno utilizzati esclusivamente per inviare il nostro giornale. Questi dati saranno custoditi presso i nostri archivi informatici. I nostri lettori hanno il diritto di accedere liberamente alle informazioni che li riguardano per aggiornarle o modificarle rivolgendosi al responsabile o presso la sede.

Tiratura 3.600 copieSandrigo, Maggio 2019www.sandrigo30.it

Censurare la memoria I l v o l l e y f e m m i n i l e promosso in serie Csegue da pag. 1cantare Bella Ciao allora si faccia

cantare anche “faccetta nera”. In tutte queste affermazioni si perde però quella che è la verità storica: Bella Ciao nasce come canzone di libertà dall’oppressione e contiene in sé tutte le ideologie perché si contrappone al fascismo, che come diceva Pertini è la negazione di ogni fede politica. Certo, non si può negare che nel tempo la canzone abbia trovato voce nella sinistra, anche perché la destra non è stata in grado di difenderla (forse per una sua naturale debolezza di fronte al fascino degli autoritarismi, come dimostra la Storia). Ciò non signifi-ca, tuttavia, che la canzone non sia patrimonio di chiunque si ritenga antifascista, e anzi proprio perché una certa parte politica se ne è negli anni appropriata è importan-te tornare a cantarla ogni 25 aprile,

per dire a gran voce che la canzone è di tutti i partigiani della libertà. Bisogna ricordare, infatti, che dal movimento partigiano nascono i partiti che hanno dato vita alla nostra Costituzione: certamente socialisti e comunisti, ma anche i liberal-democratici , repubblicani e i cristiano-democratici (che hanno governato quasi ininterrottamente dal dopoguerra fino al 1993).

Spiace anche leggere chi parla di “verità vera”, sostenendo che anche i partigiani si sono resi responsabili di massacri, anche dopo la libera-zione. Ciò è certamente vero, basti ricordare l’eccidio di Schio avvenuto nell’estate del 1945, qualche mese dopo la Liberazione. Non credo, però, sia accettabile portare que-sta argomentazione per giustificare limitazioni alle celebrazioni di una giornata che ha determinato la libe-razione dal nazifascismo: un regime che, forse serve ricordarlo, si è reso responsabile in Italia, tra gli altri, di omicidi di Stato, soppressione della libertà di stampa e del pluralismo, soppressione del Parlamento, fame e carestia, nonché di aver manda-to a morte tra militari e civili quasi cinquecento mila cittadini italiani (compresi quelli inviati nei campi di concentramento). Come si pos-sono mettere a confronto i crimini partigiani, pur da condannare, con vent’anni di regime che hanno fatto piombare l’Italia in quella che è con-siderata la guerra più sanguinolenta della Storia? Anche questa, a mio avviso, è una pericolosa riscrittura della Storia verso la quale il Capo dello Stato ha messo in guardia, nel suo messaggio del 25 aprile.

Peraltro non mi pare che, quanto meno dalla promulgazione della Costituzione Repubblicana in poi, si sia assistito ad alcun crimine da parte dei partigiani; di iniziative di stampo fascista, invece, se ne sono sempre viste e se ne vedono tutt’og-gi ed anzi proprio oggi che un certo linguaggio e certi atteggiamenti di stampo autoritario sono stati sdo-ganati dalla politica. È importante, quindi, fare esercizio di memoria dando il giusto peso agli avveni-menti e soprattutto avendo rispet-to della verità storica prima di ogni valutazione politica. Proprio per questo non è accettabile censurare Bella Ciao, ma è dovere di memoria cantarla ad ogni 25 aprile, soprattut-to in un paese che non ha ancora fatto i conti con il proprio passato.

Alessandro Garziera

massima resteranno per mantenere l’ossatura della squadra anche il prossimo anno, con uno sguardo di tecnico e dirigenti sempre rivolto al settore giovanile. Il prossimo campionato sarà molto più impegnativo, e su suggerimento del tecnico Bianchin la società si sta impegnando per reperire un paio di atlete di categoria, per rendere la squadra più competitiva in serie C.Il settore giovanile del Volley è ben avviato, dal minivolley, all’U11/12, U14, U16, U18, alla serie D promossa in serie C Regionale. I risultati delle squadre sono stati anche quest’anno soddisfacenti. Nel complesso il Volley Sandrigo è composto ad oggi da 108 atlete, in maggioranza sandricensi, con una quindicina di dirigenti che collaborano in maniera

gratuita.Il pubblico, sempre caloroso, segue con passione le ragazze, e questa promozione servirà ad aumentare interesse e curiosità per loro.Per questo sport, come per tutti

gli sport a livello agonistico, cresce anche l’impegno economico con la promozione nella categoria superiore, e la società si augura che il Comune contribuisca a sostenere questa attività sportiva e sociale.

Inoltre il costante allargamento del numero di atlete ha costretto la società ad appoggiarsi oramai da tre anni per gli allenamenti non più solo alla palestra comunale Zanella delle scuole medie di Sandrigo,

ma anche alla palestra di Mirabella, con inevitabili disagi per le atlete: la società rivolge un appello al Comune perché vengano ultimati i lavori nel nuovo Palazzetto in via Andretto, per consentire l’avvio dell’attività agonistica per tutte le atlete, in particolare per la prima squadra. La nuova struttura sarebbe indispensabile nell’eventualità di una promozione in Serie B2, poiché l’attuale palestra non sarebbe idonea per quella categoria.Questa società sta dimostrando una capacità organizzativa nel Volley femminile veramente encomiabile e merita sostegno e attenzione da

parte di tutti, autorità comunali e tifosi. Auguriamo per il prossimo anno una permanenza senza sofferenze in serie C.

Domenico Barbiero

Da sinistra in piedi: Stefano Innocente (2° all), Chiara Damian (palleggiatrice), Valentina Ziliotto (centrale tito-lare), Alessia Zaggia (centrale titolare), Arianna Vagliano (capitano, lato titolare), Alessia Garzotto (opposto), Luca Bianchin (1°all), Antonio Vagliano (Dir. Respons. evice Pres.) Da sinistra sedute: Elena Bartolomei (lato titolare), Sara Costa (opposto), Silvia Rizzotto (palleggia-trice), Elena Stella (libero), Chiara Pozzato (libero titolare), Irena Bartolomei (palleggiatrice titolare), Giuditta Gonzo (centrale), Chiara Dellai (lato).

Si è svolta il 17 marzo nella sede del nostro Moto Club Locale a Lupia la terza edizione che i bikers sandricensi dedicano alla beneficenza, infatti il rica-vato di questa giornata andrà al reparto pediatrico oncologico dell’Ospedale di Vicenza. Abbiamo organizzato un pranzo sociale, le spese del pranzo le ha sostenute il nostro Moto Club, così, l’intero costo del biglietto per quella giornata siamo riusciti a destinarlo tutto a Team for Children, che è l’associazione che opera appunto per raccogliere fondi per questo reparto. In quella giornata però non sono mancate le sorprese per-ché un gruppo di amici bikers, gli Evo Shovel 1340, si sono presentati in circa una quarantina al pranzo. Nel momento di pensiero dedicato ai bambini rico-verati nel reparto e al nostro Filippo Graziani, al quale è stata dedicata la giornata, gli Evo Shovel 1340 hanno fatto un’ulteriore donazione in denaro. A loro va il nostro più sentito ringrazia-mento per la sensibilità dimostrata. Un ulteriore intervento è stato fatto anche dal sandricense doc Sergio Rigon, (in

Moto Club Sandrigo

Giornata di beneficenzaarte Jeie), che a distanza di un mese dalla perdita della sua cara mamma ha fatto anche lui una donazione. Non posso come presidente non ringraziare l’amministrazione comunale che oltre ad averci dato il patrocinio era presenti con l’assessore Lucia Pozzato, il consi-gliere delegato Mariano Chemello e il nostro vicesindaco Giovanni Rigoni, che, presa la parola, ha fatto scendere qualche lacrima con la sua sensibilità.

Un ringraziamento anche al mio collega alpino Guido Mascotto, unica figura presente di Sandrigo.

Voglio concludere ringraziando viva-mente il direttivo del Moto Club, le loro mogli e i soci che si sono prestati per questo evento: senza di loro non potrei continuare questo progetto.

Gianfranco BedinPresidente Moto Club Sandrigo

segue da pag. 1

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pag. 3 - Maggio 2019

25 Aprile: parola alla cittadinanza

Signor Sindaco,signori e signore Assessori e Con-

siglieri del Comune di Sandrigo,vi esprimo il disagio che ho pro-

vato alla festa della Liberazione del 25 aprile scorso, quando il “cerimo-niere” rappresentante dell’Associa-zione Nazionale Alpini di Sandrigo, alla quale anch’io sono iscritto, ha comunicato che la cerimonia era conclusa, senza andare, come tutti gli altri anni, a rendere omaggio alle lapidi dei giovani partigiani uccisi a Sandrigo dai nazisti nell’aprile del 1945.

Il mio disagio si è tramutato in forte disappunto, quando ho assi-stito, come altri presenti, al tenta-tivo autoritario e maleducato del cerimoniere alpino di impedire agli alunni delle scuole elementari che insieme alle loro insegnanti stavano intonando la canzone “Bella Ciao”, perché a quanto espresso dallo stes-so, considerata di una parte politica, ed altre canzoni che avevano già programmato di cantare. Questi gio-vani alunni che hanno partecipato con impegno alla Festa e che prima hanno letto delle poesie meraviglio-se, cosa avranno pensato a questo, per lo meno antipatico, tentativo di vietare questa canzone?

Mi è risultato naturale aggiun-germi, come altri presenti adulti, al coro degli scolari per cantare “Bella Ciao”, mentre gran parte dei pre-senti, compreso le “autorità” d’arma, amministrative ed il picchetto se ne stavano andando, lasciando il grup-petto di persone che si era formato a sostegno dei giovani alunni a ter-minare le canzoni programmate.

E’ stato, almeno io ed altri presenti l’abbiamo vissuto così, un momento alquanto squallido di cattivo gusto e di pessimo esempio soprattutto per i nostri giovani presenti.

Poi, come da alcuni anni faccio, sono andato a Vicenza per assistere alla stessa ricorrenza, e la cerimonia, alla presenza del Sindaco, autorità e tantissimi cittadini è iniziata con l’entrata in piazza della banda di Povolaro che suonava “Bella Ciao” e tanta gente che si è messa a can-tarla. Allora mi sono chiesto: per-ché questa differenza tra Sandrigo e Vicenza? Questa canzone può avere significati diversi a seconda del luogo dove la si canta?

E perchè può essere considerata di parte e al pensiero di qualcuno

Lettera al Sindacodi una parte non gradita?

E’ la canzone di tutti i partigiani e di tutti i cittadini che hanno con-tribuito alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e alla fine della seconda guerra mondiale.

Poi ho appreso che questo fatto non è accaduto solo a Sandrigo, ma che in altri Comuni alcuni Sindaci si sono tolti la fascia tricolore o se ne sono andati al momento del can-to di Bella Ciao e che il Presidente provinciale dell’ANA di Vicenza ha espressamente dichiarato che “que-sta canzone non si deve cantare “. Inoltre sappiamo che tutti i ministri della Lega, su indicazione del loro segretario e ministro degli Interni, hanno disertato le manifestazioni del 25 Aprile.

Signori Amministratori la ricor-renza del 25 aprile è stata organiz-

zata dall’Amministrazione comu-nale, quindi la responsabilità della modalità di svolgimento della mani-festazione è principalmente vostra, pertanto non ritenete necessario dover richiamare chi, in modo non corretto, ha svolto l’incarico di gesti-re una Festa cosi importante senza rispettare tutti i presenti, in primis gli alunni delle scuole elementari?

Non ritenete che il prossimo anno tale manifestazione, per evi-tare che diventi davvero divisiva, debba essere organizzata in modo che sia espressione di tutti coloro che hanno partecipato e determi-nato la sconfitta del nazifascismo in Italia? Ad esempio invitando all’or-ganizzazione anche l’Associazione Nazionale Partigiani (ANPI)?

Vi ringrazio per l’attenzione e por-go distinti saluti.

Sandrigo 08/05/2019Francesco Lovo

Il 25 aprile ho pranzato con i miei famigliari, tra cui mia cognata mae-stra elementare, la quale era molto scossa per un fatto avvenuto in mat-tinata durante le celebrazioni per la Festa di Liberazione. Interpellata, mi ha raccontato che ad un certo punto della cerimonia si è avvicinato il sig. Domenico Cappozzo e con sfrontatezza e protervia, ma nello stesso tempo senza farsi scorgere dalle autorità presenti, ha impedito alla scolaresca presente di cantare “Bella Ciao”.

Come ha poi dichiarato in un arti-colo apparso sul Giornale di Vicenza, questa è stata una sua iniziativa come cerimoniere degli alpini, ma in questo ruolo Lui deve scandire i vari passaggi e fasi della commemorazione senza, come mi ha confermato il vicesindaco, asso-lutamente falsarne con iniziative per-sonali la scaletta in programma come quella di impedire alle scolaresche di cantare una canzone, per la quale tra l’altro si erano esercitati.

Tutto questo perchè a suo dire “divi-de gli animi” e ha un “evidente indi-rizzo politico”, ma in questo modo, oltre all’azione arbitraria, svilisce e infanga una canzone universalmente riconosciuta come colonna sonora del 25 aprile, simbolo della resistenza che non è stata solo di comunisti, ma di democristiani, liberali, repubblicani e di tutto l’arco parlamentare di quel tempo. Bella Ciao divide gli animi solo di chi è in malafede e cerca qualsiasi pretesto per creare polemiche insensa-te, se ascoltasse il brano capirebbe che non parla di comunismo, ma di libertà, quella libertà che è stata negata a tutto il popolo italiano durante il regime fasci-sta prima e nazifascista poi (con la fune-sta coppia Mussolini-Hitler), quella libertà che è stata poi riconsegnata agli italiani anche con il grande contributo della resistenza, in particolar modo gli alpini hanno fornito un contributo fon-

Lettera aperta

Chi ha paura di Bella Ciao?damentale alla liberazione del nostro Paese. Il capitano Antonio Giuriolo, l’ing. Giacomo Chilesotti, l’artigliere Germano Baron, solo per citarne alcu-ni, tutti Vicentini, tutti alpini e poi partigiani, decorati di medaglia d’oro al valore, si staranno rivoltando nella tomba, assieme all’indimenticabile Mario Rigoni Stern, al pensiero che simili personaggi rappresentino il loro glorioso Corpo con queste miserie.

Quindi più che prendersi la respon-sabilità del suo comportamento come ha dichiarato sempre nell’articolo del GdV, dovrebbe riflettere su questo, che per molti è risultato autoritario verso l’autorità scolastica (che ricordo che nell’esercizio delle sue funzioni è pubblico ufficiale) e irrispettoso verso una commemorazione importante come il 25 aprile e mi stupisce legge-re come il Presidente Sezionale degli Alpini sig. Cherobin abbia avvalorato questa scelta arbitraria.

E il Comune non ha niente da mediare, sempre come riportato nel solito articolo, fra le parti, perché non c’è nessuna guerra tra la gente se non nella testa di qualcuno, c’è solo da ribadire in modo chiaro e netto che i festeggiamenti del 25 aprile, specialmente se svolti anche con la canzone più riconosciuta e simbolica, servono a ricordare la nascita di un’I-talia finalmente libera dalla dittatura e antifascista come sacrosantemente scritto nella Costituzione. Se dopo a qualcuno questa Liberazione sta stretta, invece di trovare beceri pre-testi per cercare di infangarla, lo dica chiaramente senza nascondersi dietro una canzone.

P.S.= Rucco sindaco di Vicenza, ha festeggiato il 25 aprile con la banda di Povolaro che entrava in piazza suo-nando “Bella Ciao” e non mi risulta sia comunista!

Pispi

La versione del cerimoniere Sono stato incaricato di dirigere la cerimonia del 25 aprile, dove ho preso

la decisione di non fare cantare “Bella Ciao”, perché non era in programma e mi è stata proposta all’ultimo momento. La mia intenzione era di non creare divisioni come già dichiarato, perché il 25 aprile, festa della liberazione, è una festa di tutti, indistintamente, non occasione di polemiche. Non ho niente di cui pentirmi. “Bella Ciao” è bellissima e fa parte anche del mio repertorio delle canzoni che suono con la chitarra. Mi dispiace per coloro che sono stati delusi, ribadisco che la mia intenzione era di essere neutrale e positivo. E preciso che non ho mai avuto tessere di nessun partito.

Domenico Cappozzo, alpino e imprenditore

In merito alla celebrazione del 25 aprile, Festa della Liberazione, di questo 2019 si sono dette tante cose e si sono sentiti e letti tanti pareri. Doveroso, sia da amministratore che ha avuto in più di un’occasione l’onore ed il piacere di sostituire il Sindaco in questa cerimonia sia da cittadino che ha a cuore questa data e ciò che rappresenta, fare qualche precisazione.

Nello scorso numero di questo giornale la Redazione si era presa cura di pubblicare il programma del-la Cerimonia, lieta di unirsi all’Ammi-nistrazione comunale e ai Cittadini. A fine trafiletto dell’invito a parteci-pare era chiaramente specificato “...e per concludere, la cerimonia civile presso il monumento dei caduti”. Stessa dicitura era riportata nelle locandine predisposte dall’Ammi-nistrazione ed esposte al pubblico.

Era quindi nei piani dell’Ammi-nistrazione questo programma che non prevedeva un passaggio ai sacelli di Via Roma e della Piazza centrale ma un’unica cerimonia al monumento principale.

Questo per evitare preferenze recandosi ad un sacello piuttosto che ad un altro, come peraltro fatto nel trascorso, ma non con spirito discriminante bensì con lo spirito di unire in un’unica forma di ricordo e di resa di onori verso chi si è immo-lato per la libertà.

L’Amministrazione chiarisceC’è da precisare ulteriormente che

non ci sono solo i sacelli di via Roma o quello della piazza dedicati a quat-tro partigiani ma altri sono a Mara-gnole e Mason, dedicati comunque a cittadini Sandricensi trucidati. E perché quindi non recarsi anche a questi? Oppure perché non recarsi anche al cimitero di Vicenza dove da anni mi reco (per tradizione tra-mandatami dall’amico/maestro di vita STRAIE Nodinelli) ogni 25 Aprile a portare un mazzo di fiori al parti-giano lupiense Fortunato?

Mi vien da dire che i leoni da tastiera che riempiono i social di paroloni e giudizi inneggianti al sen-so civico ed al patriottismo, magari derivati dal sentito dire, non sanno nemmeno dell’esistenza di questi sacelli.

Si è semplicemente pensato di fare un’unica cerimonia a ricordo di tutti e senza fare preferenze. Que-stione di scelte e di modi di mettere in pratica il rispetto.

Corone di alloro e mazzi di fiori sono stati comunque rispettosa-mente deposti come ogni anno ai sacelli di Via Roma (Chilesotti dott. Comandante Nettuno, Carli, Andret-to), della Piazza (cittadino “Panetti”) di Maragnole (Sibo) e di Mason ed anche quest’anno il ricordo della rappresentanza di Sandrigo è arri-vato a Fortunato.

Da precisare ulteriormente che una rappresentanza dell’Ammini-strazione ha preso parte alla ceri-monia organizzata dai parenti dei Chilesotti, Carli ed Andretto tenutasi il 27 Aprile che corrisponde al gior-no della loro trucidazione.

Ed infine sull’accaduto relativo alla negazione del canto “Bella Ciao”, che resta la canzone della resistenza e di chi ha piacere di cantarla con trasporto come me anche se non comunista, e che doveva esser can-tata dai ragazzi delle scuole, stru-

mentalizzata e pubblicizzata nel contempo proprio da chi cerca di bandirla, venendo meno ai principi di libertà che la canzone stessa ci propone, preferisco non intervenire oltre se non per dire che un’inizia-tiva personale del cerimoniere che con modi non visibili o perlome-no non avvertiti al momento dagli amministratori presenti è riuscito

più o meno abilmente ad avere il sopravvento sul programma messo a punto da maestre ed alunni, con il risultato di sollevare inutili pole-miche e non poco disagio.

Rispetto concittadini. Per chi è andato oltre. Per chi è presente e per chi si cura di tener viva la fiam-ma della memoria.

Giovanni Rigoni

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pag. 4Maggio 2019 - pag. 4

LETTERE AL GIORNALE

Sguardo bambinoLibri per osservare il mondo con curiosità e meraviglia

Questa storia è senza età, per-ché è la metafora della vita e ciascuno vi si può riconoscere. Quando un nonno o una non-na inventano un racconto per i nipotini sono come il vecchio albero protagonista della Fore-sta di Parole: modulano la voce, creano aspettativa, mimano le azioni. Il guerriero di legno nella sua antica saggezza si predispone all’ascolto della betulla, del gufo, dello scoiattolo, del corvo e ad ognuno consegna la sua storia confezionata su misura. A volte le sollecitazioni gli giungono dalla bellezza dell’arcobaleno, dalla suggestione della pallida luna, dalla forza del vento e dallo scor-

rere del tempo. Allora risponde con vibrazioni profonde del suo animo vegetale e prova ammirazione per gli incanti del creato. Anche in questa storia come nella vita il tempo scorre. Il guerriero di legno vede passare le stagioni finché giunge l’Inverno, cioè la vecchiaia con l’inevitabile perdita della forze e della memoria. In lui non c’è più memoria, né voce, solo immobilità silenziosa e cupa. Tuttavia, se hai trasmesso agli altri con gioia tutto quello che era nelle tue possibilità, sei stato un impor-tante tassello. Saranno gli altri, soprattutto i più giovani a raccogliere il nostro messaggio di vita e a portarlo avanti, perché non vada perduto. L’inverno dell’antico guerriero si trasforma quando le storie ritornano nel racconto di tutti coloro che le hanno ascoltate e ora lo consolano, lo accompagnano ignaro, ma sereno verso la meta. Il difficile tema del declino delle persone che ci hanno amato è qui presentato con delica-tezza e non ci lascia amareggiati, bensì carichi di positività. Ciò che è inevitabile non si deve né mascherare né nascondere, ma accettare e superare con l’amore e la riconoscenza. Il Guerriero di legno è un racconto per parole e immagini che vuol coinvolgere e stupire fino alla fine. La natura fra queste pagine, illustrate con fantasia e notevole sensibilità da Manuela Simoncelli, sussurra nel fare da compagna del cammino. Questo albo illustrato coniuga un testo poetico ed efficaci immagini evocative di atmosfere liete e tristi. Un racconto lieve, dall’ambientazione verde, per parlare di storie da inventare, ricordare e tramandare.

Lorenza Farina, Il guerriero di legno, Edizioni Paoline, 2019, ill. di Manuela Simoncelli, pp. 32, € 14,00, (dai 6 anni).

Lorenza Farina

Alcoolismo: gli atteggiamenti e le responsabilità nei confronti della mia famiglia

Tutto è cambiato dal 23 Novembre 2015. Quel giorno ho avuto un incidente in macchina; stavo andando a prendere mia figlia a lavoro e prendendo il cellulare che era caduto

non mi sono accorto che la macchina di fronte aveva messo fuori la freccia per svoltare e l’impatto è stato inevitabile. Non ho avuto i riflessi pronti per colpa dell’alcool. L’incidente è stato l’evento chiave per il cambiamento. Ho frequentato il Day Hospital per un mese e lì le attività svolte mi hanno fatto pensare al mio comportamento soprattutto nei confronti della mia famiglia. Passavo molto tempo da solo in garage a bere e poi quando

tornavo in casa i litigi con tutti erano inevitabili, con mia moglie il rapporto non era più sereno e neanche il rispetto reciproco non c’era più. Tentavo di nascondere le bottiglie in qualsiasi posto ma i miei famigliari si accorgevano che ero alterato e questo era motivo di discussioni continue. Con gli anni le cose peggioravano ed è successo più volte che a causa del mio stato cadevo in giardino. Una volta sono finito in pronto soccorso. Non era semplice risolvere il problema, mi ha aiutato molto frequentare i gruppi. Alle riunioni ho potuto confrontarmi con persone che avevano la stessa dipendenza e ho capito come potevo migliorare la mia

vita e quella di chi mi vuole bene. Ho imparato a dire quello che penso in modo da non tenermi tutto dentro. Ora le cose vanno bene, ho ritrovato la mia famiglia. Grazie ai gruppi ho potuto riflettere sulle responsabilità e ho riscoperto la mia volontà di stare bene. Una delle cose che mi aiuta di più è fare servizio e girare negli altri gruppi portando la mia esperienza. In questi anni ho recuperato i rapporti con mia moglie, i miei figli e la mia nipotina e la nostra vita prosegue in tranquillità e serenità. Mi auguro che la mia forza di volontà non verrà meno in futuro.

Giuseppe alcolista Gruppo Cima 12 Sandrigo

Come ti è venuta questa idea dello street food? E soprattutto perché per celiaci?

A 40 anni ero stanco della solita routine, avevo voglia di cambia-mento. Facevo l’autista di camion frigo, trasportavo soprattutto pesce, ma avevo anche una gran-de passione per la cucina, al punto che poi questa passione si è quasi automaticamente trasformata in un lavoro a tutti gli effetti. Personal-mente ho sempre avuto uno stile un po’ selvaggio e l’idea dello street food mi attirava molto. Non vole-vo fare il solito food truck “panino onto”, ma cercavo qualcosa di par-ticolare. La scelta della celiachia è nata per amore, perché avevo una compagna con una serie di intol-leranze particolari, tra cui quella al glutine, e il desiderio di sperimen-tare piatti che potesse mangiare anche lei mi ha spinto a studiare una soluzione, a fare delle prove e poi a specializzarmi.

Quanto tempo ci è voluto per imparare le tecniche per fare una frittura per celiaci?

Mi diletto a cucinare da dieci anni e ho sempre fatto tutto da autodi-datta, quindi anche in questo caso è andata così. Certo, ho fatto dei corsi sulle farine per celiaci, per capire come funzionano, ma poi ho sperimentato per conto mio, con i miei familiari che mi facevano da cavie il sabato e la domenica. Ho anche degli amici celiaci che si fidano ciecamente di come cucino e che fanno da assaggiatori, dan-domi il loro parere sincero.

Quanto è difficile avviare e gestire un’attività di questo tipo?

Il problema principale sono le contaminazioni, specialmente quelle tra ingredienti che posso-no contenere glutine. Cucinare per persone intolleranti al glutine è una responsabilità, perché se c’è anche la minima contaminazione stanno davvero male. Io ho elimi-nato questo problema usando solo una selezione di farine mista che contiene farina di riso, di mais e di sorgo bianco. Non posso svelare le quantità perché è una ricetta

Street Food da Diego: la frittura per celiaci on the road

segreta. Avendo lavorato per anni come autista in questo settore, so bene in quale azienda andare per procurarmi gli ingredienti migliori, perciò all’inizio ho saputo come muovermi. Io uso solo prodotti freschi, abbattuti oppure congelati a breve termine e sono attentissi-mo alla pulizia. L’olio che uso per la frittura viene cambiato tutti i gior-ni. Stando attenti a queste cose, si lavora bene e serenamente.

Visto che è uno street food posizionato in un punto strate-gico della statale, immagino che avrai clienti da diverse zone…

Il distributore della Repsol è un posto comodo per il casello dell’autostrada di Dueville, per questo motivo ho gente anche da distante, da Verona e da Pado-va. Quasi mai, però, ho clienti del paese. Ho avuto, invece, diversi clienti dall’estero, che mi hanno scoperto grazie ai social network. Degli austriaci di passaggio, per esempio, si sono fatti una bella cena di pesce con la mia frittura.

È stato difficile farsi conosce-re?

Sì, lo è ancora. In parte perché persiste ancora il pregiudizio del cibo sul camioncino e poi perché c’è tanta gente celiaca che non sa che esisto. In più, c’è ancora diffi-denza perché si crede che “senza glutine” significhi necessariamen-te che manca qualcosa, quando invece non è così. La mia frittura è sia croccante che fragrante e ho molti clienti non celiaci che mi scelgono perché dicono che cuci-no cose buone e saporite. La cosa bella è che tante persone arrivano scettiche, ma poi finiscono per ritornare a mangiare da me più di una volta. All’inizio ero soltanto “il pessataro” on the road, ora mi chiamano per nome, mi cono-scono, soprattutto i bambini. È una gioia vedere i bambini celiaci mangiare felici la loro porzione di patatine fritte che altrimenti non saprebbero nemmeno che sapore hanno.

Maria Pozzato

Attività Comitato Biblioteca

A giugno, nell’ambito degli eventi di “Notti d’acqua”, a Palazzo Mocenigo di Lupia, saranno allestite due esposizioni d’arte: “Occhi nell’acqua” mostra fotografica di Maria Teresa Brogliato, curatore Enrico Borghesan e “Sentieri misteriosi”, opere di Lina Zenere ed Emanuele Costantini. Eventi realizzati da Mocenigo Life con la collaborazione del comitato per le attività culturali della biblioteca.

Qualche sera a settimana, passando in macchina lungo la statale di Sandrigo, vi sarà capitato di notare un camioncino con le luci colorate parcheggiato accanto al distributore della Repsol. È il food truck di Diego Canton, un piccolo camion adibito a ristorante mobile dove si prepara una frittura di pesce molto particolare, rigorosamente senza glutine, pensata per i celiaci ma non solo.

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pag. 5 - Maggio 2019

Artigiani della bellezzaIl consueto appuntamento con le interviste agli artigiani della bellezza vede protagonista in questo numero

Silvia Fabris, titolare del Salone New Charme, situato in Vicolo Briani, a pochi passi dalla piazza di Sandrigo. Abbiamo chiesto proprio a Silvia di raccontarci un po’ la storia della sua attività.

Raccontaci un po’ la tua storia. Come hai iniziato a fare questo mestiere? Com’è nato il tuo salo-ne?

Nel 1998 ho deciso di entrare a far parte di questo magico mondo della bellezza. Ricordo che trascorrevo le giornate tra la scuola e il negozio e, più passavano i giorni, più cresceva in me la passio-ne per questo mestiere. Il primo negozio l’ho aperto insieme a mio fratello, nel 2002. Si chiamava Salone Charme. In seguito ho deci-so di lanciarmi in un’avven-tura in solitaria e nel 2008 il salone è diventato New Charme, che per me indi-cava un nuovo fascino e una nuova filosofia. Un paio di anni fa, dopo tanto lavoro e numerosi sacrifici, sono riuscita a realizzare il mio grande sogno nel cassetto: ho aperto il negozio dove mi trovo oggi e ho dato alla mia attività la giusta impronta di stile anche dal punto di vista dell’arredamento.

A proposito di questo, è impos-sibile non notare il grande pia-noforte nel cuore del tuo salone. Come mai questa scelta?

Il pianoforte rappresenta la filoso-fia del mio salone. Come ho scritto su una parete: “Le folli note dell’ar-tista incontrano il tuo stile con un tocco di charme”. Noi parrucchieri, infatti, siamo artisti. Questo lavoro per me è arte, creatività, espressio-ne. È la mia espressione. Anche la musica è arte e nasce dall’espressio-ne dell’artista stesso, che trasforma in note oggetti, emozioni, esperien-ze. Tutto ciò che è suono è magia e mi piace pensare che la stessa magia avvenga nel mio salone. I clienti entrano e si lasciano trasformare. Quando vedo il pianoforte mi sento ispirata, ecco perché l’ho voluto con me in questo spazio.

Quali sono state le maggiori difficoltà lungo il tuo percorso lavorativo?

Senza dubbio è stato difficile farmi conoscere. Tendenzialmen-te l’abitante di un piccolo paese preferisce andare altrove, quindi è stato complicato attirare i clienti. Poi è ovvio che è necessario fide-lizzare le persone, ma questo è un

Salone New Charmeprocedimento che richiede molto tempo. Innanzitutto è importante farsi conoscere.

Il mestiere del parrucchiere e dell’estetista è stato, forse è ancora, sottovalutato e si tende ad avere un’idea superficiale di queste professioni…

Il lavoro del parrucchiere è stato tanto sminuito, sì: non è vero che per fare questo mestiere non si deve studiare sodo, soprattutto al gior-no d’oggi. Per fare il parrucchiere bisogna essere portati, come tutti i lavori. Facendo molta pratica sul campo ci si rende conto di quanto sia abissale la differenza tra lo stu-dio teorico su una testina di plastica e il lavoro sulle persone in carne e ossa. La parte più difficile è proprio l’approccio con il cliente, perché è

necessario entrare in contatto pro-fondo con chi si ha davanti. Noi par-rucchieri siamo un po’ psicologi, lo dico sempre, e dobbiamo essere in grado di interpretare i desideri dei clienti. Per fare bene il proprio lavoro, come per tutti, è necessaria formazione continua.

Immagino che tu sia sempre alla ricerca di nuovi corsi e progetti…

Esatto, proprio così. Ecco perché il salone rimane aperto solo tre giorni alla settimana. Mi si chiede spesso perché non tengo aperto di più, addirittura se faccio questi orari perché ho intenzione di chiudere. No, non è per questo. Io dedico la mia vita al lavoro e tutto ciò che faccio deve essere fatto nel migliore

dei modi. Voglio per le mie clienti professionalità e novità costanti, quindi ho bisogno di formarmi in continuazione. Quando mi sveglio al mattino difficilmente la mia giorna-ta sarà uguale alla precedente. Devo sempre avere il tempo di sviluppare nuove idee che bazzicano nella mia testa. Non riesco a non pensare a nuove iniziative. L’espressione e il cambiamento sono parti irrinun-ciabili di me e del mio lavoro.

Maria Pozzato

Guarda! Arte - storia - naturaAlla scoperta del patrimonio culturale della nostra terra

Se le pietre potessero parlareIl caso del "Principino" dimenticato di Lupia –

Continua dallo scorso numero la ricerca della storica dell'arte Francesca Rizzo

Ma chi era il Principe Umberto? Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria di Savoia è nato nel castello di Racconigi (in provincia di Cuneo, poco lontano da Torino) il 15 settembre 1904, unico figlio maschio del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena di Montenegro. Aveva quattro sorelle: Iolanda, Mafalda, Giovanna e Maria Francesca. Nel giorno della nascita il giornale La Tribuna scriveva: “Il Principe nato abbia di Elena la virtù dolce e severa e di Vittorio la volontà ferma, il sapere ampio, la perce-zione dell’onore.” La mamma Elena amava stare con le persone umili, non certo nei salotti mondani, era molto generosa tanto da ricevere da papa Pio XI la “Rosa d’oro della Cristianità”, il 7 marzo 1937 a riconoscimento del suo costante impegno nella carità: toglieva a sé per dare agli altri (nel 2001 il vescovo di Montepellier, città in cui morì, avviò la causa di canonizzazione).

Alla dolcezza della mamma si contrapponeva il rapporto duro del papà che vedeva nel figlio l’erede al trono da educare con “autorità, etichetta, rigore”. Umberto parlava quattro lingue, era simpatico, alto ed elegante, aveva molti amici e si laureò in legge a Padova. Era un Principe spiato in continuazione a causa della sua poca simpatia nei confronti del fascismo ma il suo perenne selfcontrol gli permetteva di contenere l’amaro, mantenendo il sorriso e nascon-dendo preoccupazioni e inquietudini. Come nel giorno del fidanzamento con Maria José, principessa del Belgio, quando uno studente italiano gli sparò un colpo di pistola, mancandolo. Il contegno e i sorrisi del Principe ammirarono

tutti. Le nozze si celebrarono l’8 gennaio 1930, compleanno della madre Elena. Dopo la funzione gli sposi vennero ricevuti da papa Pio IX, segno dell’avvicinamento fra l’Italia e il Vaticano. L’anno precedente, infatti, si era definitivamente conclusa la Questione Romana con i Patti Lateranensi, la «Conciliazione» tra Stato e Chiesa, sottoscritti l’11 febbraio 1929. Umberto era molto cattolico e non nascondeva la sua religiosità, nei suoi sentiti pellegrinaggi indossava anche il saio del penitente (nel maggio 1982 donò alla Chiesa la Sacra Sin-done, massima reliquia della cristianità, per secoli appartenuta ai Savoia). Con lui finì la monarchia

in Italia, regnò 23 giorni fino al referendum del 2 giugno 1946 con cui venne proclamata la Repubblica Italiana. Morì dopo quasi quarant’anni di esilio sognando l’Italia.

La statua. Ipotesi iconografiche. La statua del “Principino” è collocata su un piedistallo composto da tre grossi blocchi di pietra chiara, picchiettata per creare un maggiore effetto chiaroscurale. Le bugne e la figura sono scolpite in pietra tenera di Vicenza. Il fanciullo sorridente tende le braccia verso il cielo e ha un’età di circa quattro anni (ragion per cui non può essere il Principe Umberto che nel 1930 aveva 26 anni!). I capelli sono riccioluti, indossa una veste con delle ampie maniche, una ricca decorazione nel bordo inferiore e un cordoncino stretto in vita. I piedi poggiano su un globo avvolto da gonfie nuvolette che farebbero pensare ad un angioletto. L’ipotesi, però, viene scartata per l’assenza delle consuete ali. L’iconografia avvicina il nostro bambino all’immagine del Santo Bambino Gesù (per esempio quello che si venera nel Santuario del SS. Nome di Gesù in Genova, presso Bolzaneto): si trova il medesimo globo con le nuvole, la ricca veste, anche l’età è simile, fatta eccezione per le braccia che sono tese verso i fedeli. Che si tratti di Gesù Bambino è l’ipotesi più accreditata, in particolare per la veste decorata che un semplice bimbo non porterebbe. Probabilmente le mamme, i nonni e i numerosi bambini continueranno a chiamarlo il “Principino”, ma va bene così. Dopo tutto, Gesù è il Principe della Pace e questo è il messaggio e l’augurio più bello per tutti coloro che passeranno davanti alla bianca statua di pietra.

Francesca Rizzo Mella

Screening colon rettoSi informa la cittadinanza che il 20/05/2019 prende avvio

la campagna di prevenzione dello screening sul tumore del colon retto, promossa dall’Azienda ULSS 8 Berica in colla-borazione con il Comune.

Ogni cittadino di età compresa tra i 50 e i 69 anni riceverà l’invito per l’esecuzione dell’esame che è totalmente gratuito per il paziente.

La distribuzione dei kit (contenitore per la ricerca del san-gue occulto nelle feci) avverrà presso

CENTRO DIREZIONALE MARCONI - Piazza Marconi 4 Sandrigo nel seguente periodo:

dal 20/05/2019 al 26/06/2019 dalle ore 9.00 alle ore 15.00 nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì.

Per chiarimenti ed informazioni telefonare alla Centrale Operativa Screening al Numero verde 800 301 626 attivo dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 16.00. Per saperne di più sugli screening oncologici è possibile visitare il sito www.osservatorionazionalescreening.it alla voce “Campagne di prevenzione”.

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pag. 6Maggio 2019 - pag. 6

“Uno scontrino per la scuola” è un’iniziativa della locale delega-zione di Confcommercio, svoltasi tra novembre 2018 e aprile 2019, che ha coinvolto cittadini, nego-zi e pubblici esercizi in una gara avvincente tra le scuole facenti parte dell’Istituto comprensivo, l e m a t e r n e c o m u n a l i e p a r i t a r i e . I l progetto, già c o l l a u d a t o con successo in altre realtà, da un lato ha voluto valoriz-zare il tessuto commerciale locale e dall’altro sostenere le scuole del Comune. I giovani studenti e le loro famiglie si sono attivamente impegnati per recapitare alla propria scuola scon-trini di acquisti fatti nei pubblici esercizi di Sandrigo che han fatto parte di questo progetto (ben 77!).

Uno scontrino per la scuola

Premiata l’iniziativa“Verificando il successo di alcune esperienze fatte in altri Comuni e con l’intento di dare una mano a una realtà importante come lo è il sistema scolastico del paese - spiega Enrica Secco, presidente della Delegazione Confcommer-cio di Sandrigo - abbiamo deciso

di avviare questa iniziativa che ci dà modo di valorizzare e promuo-vere in modo unitario i tanti validi negozi e pubblici esercizi che sono parte vitale del paese. Oltretutto questo progetto permette di raf-forzare la relazione fra le famiglie, le istituzioni e le realtà economiche

del territorio, offrendo alla fine un beneficio concreto alle scuole, sicu-ri che verrà apprezzato”.

I risultati delle premiazioni avve-nute domenica 5 maggio in Piazza S. Filippo e Giacomo alla presenza del Dott. Conte Silvano Segreta-rio Confcommercio delegazione

di Sandrigo, dell’Assesso-re al sociale Marica Rigon e d e l Pre s i -dente locale Enrica Secco sono indicati nella tabella.

Si ringrazia-no gli alunni e le famiglie per la partecipazione e la Delegazione Confcommercio per la sponsoriz-zazione e l’attenzione verso l’isti-tuzione scolastica. Continuiamo ad acquistare presso le “nostre bot-teghe” sandricensi e manteniamo vitale il nostro paese!

Scuola Alunni N. scontr. Media x al. Premio 1- Mamma Casetta 7 7550 1078 € 5002- Scuola per l’Infanzia Ida Tonolli 147 41113 279 € 4003- Scuola Primaria Tecchio di Lupia 110 12572 114 € 3004- Scuola Primaria Trissino Sandrigo 360 32146 89 € 2005- Scuola per l’Infanzia Principe Umberto 47 2462 52 € 2006 - Scuola per Infanzia Caregaro Negrin 70 2106 30 € 2007- Scuola Secondaria G. Zanella 370 5648 15 € 2008- Scuola Infanzia Il Sogno di Tommy 22 27 12 € 200

Anniversario

Lo scorso18 aprile i coniugi Antonio Sorzato e Anna Gioppo hanno festeggiato il 55° anniversario di matrimonio. Auguri al fotografo sandricense, collaboratore del giornale, e alla consorte!

Cado o non cado?

Questa la situazione di una parte del complesso “Casa Rossa” di Anci-gnano.

In condizioni disperate e molto pericolose da anni, a uno-due metri dalla strada provinciale di grande traffico.

Quando cadrà sarà in modo molto rovinoso e con gravi conseguenze. Aspettiamo che succeda la tragedia?

Francesco Lovo

Lunedì 21 gennaio ho avuto il piacere e l’onore di trascorre-re un pomeriggio speciale con due amici, Persone veramente speciali e ricche di valori e di quella qualità ormai sempre più rara e difficilmente riscontrabile: la genu-inità forgiata da una vita fatta di duro lavo-ro sul campo (nel vero senso della parola), della vita di campagna, dall’aria fresca e genu-ina del secolo scorso, dall’amore per la pro-pria famiglia e dei pro-pri cari. In un pomerig-gio di magia, mi sono lasciato trasportare dai racconti di Umberto, arzillo giovanotto che il 9 Agosto (Leone indo-mabile come me) com-pirà la bellezza di 88 anni, in compagnia di Andrea, fratello più gio-vane di età di Umberto, mio ascoltatore radiofonico e che mi ha fatto conoscere “Zio Umbe”, scrittore Vicentino che nel corso della sua longeva vita ha ricevuto moltitudini di attestati di stima e ricono-scimenti, di cui giustamente fa preziosa collezione e memoria tra i ricordi più belli. Nel rac-contare queste storie di vita rurale e di esperienze vissute sul campo, ho visto nei suoi occhi e sentito nella sua voce

Lettera aperta

Dedicata ad Umberto GasparoniScrittore di Ancignano che ad Agosto compirà 88 anni

l’emozione e la passione per le cose semplici, ma nello stesso tempo più speciali. E così ho riscoperto la parola filò, ‘fare filò’ quel modo di dire che ave-vo sempre sentito nominare

da bambino dai miei genitori prima e dai parenti più adulti poi… Ho colto la purezza dello spirito di Umberto, innamora-to della sua vita, fatta di cose semplici e genuine, ma anche di duro lavoro sui campi e del badare agli animali, che non hanno però scalfito la sua gio-ia di vivere e la sua sete di cul-tura. Per aiutare in famiglia, Umberto ha dovuto fermarsi alla 5ª elementare, ma nei rita-

gli di tempo libero collezionava figurine, francobolli, leggeva la rivista del papà intitolata ‘Tempo’ e riuscì a raccoglie-re le opere dei migliori pittori del passato. Autore del libro ‘Là, dove il verde…‘, Umberto Gasparoni sembrava un fiu-me in piena, un prato verde senza confini, tanta era la sua passione nel raccontare que-sta e quella vicenda della sua vita, ad esempio i viaggi con la lambretta, che lo portarono a Vicenza alla libreria Galla pri-ma e alla Biblioteca Bertoliana poi per recuperare un libro che parlasse di giochi di prestigio e magia. Ma i giochi di pre-stigio non facevano per lui, perché Umberto era sì ghiot-to di cultura, ma nello stesso tempo concreto e realista, e dunque la sua vita è continua-ta tra trebbiature, mungitu-re e lavori rurali. Ad un certo punto, verso le elezioni, ben quattro partiti allora esistenti bussarono alla sua porta per chiedergli di candidarsi con loro, e pare che un prete gli avesse predetto una carriera politica a Roma, notando in lui qualità che il ragazzo, seppur giovane, già possedeva. Ma il buon Umberto, per par con-dicio, declinò educatamente l’invito di tutti i partiti, e prefe-rì continuare a rimboccarsi le maniche e a svolgere faccende e mansioni per la sua amata

dimora di campagna, tra terra e cielo, filari di uva e campi di grano… Quanta ricchezza interiore aveva quel ragazzo spensierato e curioso di cono-scere il mondo, così legato alle sue radici contadine ma nello stesso tempo innamorato del sapere e dell’arte, della vita e della poesia. E così, tra una chiacchiera e l’altra, è arrivato il momento della cena, io salu-to i miei amici ma prima mi riprometto di tornare a trovarli per una nuova chiacchiera-ta. Perché le Persone Speciali come Lui e come Loro van-no conosciute, perché le loro esperienze e le loro vite vissute con solidi valori vanno condivi-

se con più persone possibili, con l’umanità intera. Per-ché queste Persone Speciali, così uniche e meravigliose, ci fanno capire una volta di più quanto la vita sia un dono di inestimabile valore. Sta a noi metterla a frutto, come un grappolo d’uva che matu-ra grazie al sole dell’estate, e che può diventare anche vino, utile a dissetare gli assetati e a far dimenticare le cose brutte e negative che ahimè esistono. Ma questo non è il caso, questa notte vado a nanna felice e più ricco, dopo aver ascoltato zio Umbe, Per-sona Speciale.

Lorenzospeed*