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Anno scolastico 2010-2011 N° 1
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Sommario
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Editoriale Pag 3
L‟intervista alla Preside Pag 4
L‟intervista ai rappresentanti Pag 5-6
20 Novembre: un’occasione per tutti Pag 7
E ancora possibile negare l‟infanzia? Pag 8
L‟infanzia che non c‟è Pag 9
Non c‟è vera amicizia tra i banchi di scuola Pag 10
Esperienze di fede Pag 11
Quello che i giovani pensano dei po-litiganti Pag 12
La voce dei giovani Pag 13
Intesa arriva a Canicatti Pag 14
Il fumo, la droga, l‟alcol Pag 15-16
L‟amore ai tempi del social network Pag 17-18
Sei anni fa l‟omicidio di una ragazza turbava un piccolo paese Pag 19
Appello contro ogni forma di violenza Pag 20
Violenza sulle donne cosa sappiamo veramente Pag 21
Da Catwoman a Raffaella Fico: il regresso dell‟occidente Pag 22
Unbelievable story of the 21th century: the case of Sakineh Pag 23
No al silenzio! Pag 24
Basta alla violenza e all‟abuso Pag 25
Perché proprio il 25 Pag 26
Ritorno dal passato Pag 27
I giovani allo sport Pag 28
Senza Cassano non ci divertiamo! Pag 29
Artemisia Gentileschi: nel tormento l‟arte di essere donna! Pag 30
Storie di ordinaria felicità Pag 31
Poesie… Pag 32
Direttore responsabile: Alessia Li Calzi
Oltre ai redattori dei testi hanno collaborato :Vincenzo Taibi, Francesco Rotondo,
Accardo Raffaella, Marta Corsello, Giuseppe Lodato; Marika Ferraro
Supervisione di : Mariella Pirovano e Giusy Ferraro
3
Editoriale
Ben ritrovati a tutti e un caldo benvenuto agli studenti che per la prima volta hanno varcato la soglia dei due licei.
Quest’anno abbiamo deciso di dedicare gran parte del primo numero (il pri-mo, speriamo, di una lunga serie) alla riflessione su due giornate importan-
tissime: l‟anniversario della proclamazione dei diritti dell‟infanzia e dell‟adolescenza (20 novembre) e la giornata mondiale contro la violenza
sulle donne (25 novembre). Per i vari inconvenienti e ritardi dovuti alla recen-te occupazione e alle varie forme di protesta che l‟hanno accompagnata, ab-biamo dovuto posticipare la sua uscita che sarebbe dovuto andare in stampa in una data immediatamente successiva ad entrambe le ricorrenze. In questo numero abbiamo voluto parlare della donna e del suo mondo,dei suoi amo-ri,delle sue lotte in un mondo ancora fondamentalmente maschilista. Donne
che sono vittime di uomini-bestie, ma anche del mondo,della società, del mercato, di loro stesse. Inoltre ampio spazio è stato dato al mondo sommer-so dell‟infanzia: bambini sfruttati e rapiti da un mondo dorato per finire in un mondo che puzza di marcio,il mondo degli adulti, senza armi per difendersi e
parole per ribellarsi.
Questo numero porta anche un'altra forte novità, infatti non andrà diffuso più solamente in forma cartacea, ma sarà presente anche sul nostro sito internet www.carpenews.altervista.org , sito creato appositamente da due alun-ni dello scientifico Francesco Rotondo e Vincenzo Taibi; il sito sarà sempre in espansione con link ipertestuali, canzoni, video e altri aggiornamenti che ag-giungeremo in seguito. Anche la veste grafica del cartaceo è rinnovata, sem-
pre a cura di Alessia Li Calzi.
Il nostro ringraziamento va anche a tutti quelli che hanno partecipato entu-siasti a questo progetto con i loro contributi, speriamo di interessarvi con gli
articoli, le riflessioni e i testi in genere presenti che sono opera di alcuni di voi
Nell‟invitarvi a una buona lettura , cogliamo l‟occasione anche per farvi i no-stri auguri di Buone Feste
Luigi Racalbuto Piazza e tutta la redazione
3
4
Intervista alla Preside
4
Interviste a cura di Alessia Li Calzi, Liborio Sacheli, L.S. e Sara Migliore L.C.
Come è stato l’impatto con il contesto
culturale canicattinese?La richiesta di
trasferimento che feci per venire in questa
scuola era la conseguenza di una scelta con-
sapevole che da diversi anni programmavo
per dare una svolta alla mia carriera. Com’è
il suo rapporto con il personale ATA e i
docenti? Partendo dal presupposto che la
scuola è una comunità educativa, alla base
di questa devono per forza esserci relazioni
umane tra, soprattutto, il
personale che ci lavora. Però
devo dire che ho trovato un
clima ben predisposto alle
relazione umane sia da parte
dei docenti sia da parte del
personale ATA. Cosa ne
pensa dell’organizzazione
della scuola e cosa, se-
condo lei, bisogna cam-
biare? Beh, l‟organizzazione
è necessaria, soprattutto in
questa scuola che presenta
parecchi disagi, come la dislocazione
dell‟istituto nei diversi plessi. Questo com-
porta curare anche l‟organizzazione sulla
comunicazione interna, che dovrebbe essere
più efficiente. Un altro aspetto che dovrebbe
essere migliore, è proprio l‟organizzazione
che riguarda voi alunni, per quanto riguarda
l‟assemblea degli studenti, ma anche la par-
tecipazione nelle varie manifestazioni. Quali
progetti vorrebbe realizzare in questa
scuola? Il mio progetto principale è proprio
quello di dare un‟identità alla scuola, cioè far
cooperare insieme il Liceo Classico e lo
Scientifico. Quali differenze ha riscon-
trato tra i ragazzi delle medie e quelli
delle superiori? Ho riscontrato molte dif-
ferenze. Alla scuola media mi ritrovavo nella
posizione di dover fare amalgamare i ragazzi
all‟interno delle classi,perché vi erano conti-
nuamente discussioni. Qui i problemi sono di
altra natura. Col passare degli anni aumenta
il livello individualistico probabilmente per-
ché c‟è un‟identità più definita. Cosa ne
pensa delle manifesta-
zioni? Purchè non sia una
perdita di tempo, perché
no? Dovete prima di tutto
capire lo scopo per cui
manifestate o organizzate
eventi. Però bisogna, co-
munque, che voi studenti
tutti vi impegniate a parte-
cipare. Difatti mi sono di-
spiaciuta che la maggior
parte di voi alla prima ma-
nifestazione, sia andata via
dopo un po‟ di tempo. Ciononostante, la
manifestazione è stata organizzata molto
bene. Cosa immaginava di dover trova-
re e cosa invece ha trovato? Ciò che più
di tutto mi ha sorpreso,per il livello di inten-
sità, è la grande accoglienza che ho trovato.
Mi sono sentita subito parte integrante della
comunità e sono riuscita ad ambientarmi in
fretta. Quali sono gli aspetti fondamen-
tali che vorrebbe insegnare a noi alun-
ni? La cosa fondamentale è il rispetto delle
regole, ma non deve essere solo una mia
prerogativa, bensì di tutti i docenti.
5
Intervista ai
Rappresentanti
Nome: Angelo
Cuva
Età: 16
Orientamento
religioso: Cattoli-
co praticante
Orientamento
politico:Moderato
sinistroide.
La prima cosa che ti viene in mente
con le parole “Liceo Scientifico”: Il
disagio dei tre plessi.
Cosa pensi dei tuoi colleghi rappre-
sentanti? Sono tutti dei ragazzi volente-
rosi e spero che con loro io possa raggiun-
gere un buon livello di cooperazione.
Qual è la prima cosa che hai fatto
subito dopo aver saputo che sei il
nuovo rappresentante? Ho chiamato
mia mamma, mio papà e mia nonna!
Cosa ti ha spinto a candidarti? Il desi-
derio di mettermi a servizio degli altri.
Tre rappresentanti al liceo Scientifico
e uno al classico. Cosa ne pensi? Il
sistema elettorale prevede questa possibi-
lità ed è giusto così. Questo, comunque,
non significa che il Liceo Scientifico avrà la
supremazia sul classico.
Quale sarà la prima cosa che farai in
veste di rappresentante? Mi piacereb-
be molto organizzare delle manifestazioni
a favore della legalità.
Vuoi dire qualcosa agli studenti? Innanzitutto ringrazio coloro i quali hanno deciso di puntare su di me, sicuramente non li deluderò!
Nome: Carlo Sferrazza
Età: 17
Orientamento religioso: Cattolico
Orientamento politico: Centro Sinistra
La prima cosa che ti viene in mente con le parole “Liceo Scientifico”: Ri-creazione!!
Cosa pensi dei tuoi colleghi rappre-sentanti? Sono ragazzi in gamba.
Qual è la prima cosa che hai fatto subito dopo aver saputo che sei il nuovo rappresentante? Sono andato a mangiare.
Cosa ti ha spinto a candidarti? Volevo lasciare qualcosa a questa scuola.
Tre rappresentanti al liceo Scientifico e uno al classico. Cosa ne pensi? Giu-stizia è fatta!
Quale sarà la prima cosa che farai in veste di rappresentante? Ciò che vuole l‟istituto!
Vuoi dire qualcosa agli studenti? Grazie! Ripagherò la fiducia che mi avete dato!
5
6
Intervista ai
Rappresentanti
Nome: Angelo Ca-stellano
Età: 17
Orientamento reli-gioso: Prettamente cattolico
Orientamento poli-tico: Centro Sinistra
La prima cosa che ti viene in mente con le parole “Liceo Scientifico”: Lo sento come qualcosa di mio.
Cosa pensi dei tuoi colleghi rappresen-tanti? Sono ragazzi che io stimo tantissimo e con i quali mi piacerebbe lavorare per miglio-rare questa scuola.
Qual è la prima cosa che hai fatto subito dopo aver saputo che sei il nuovo rap-presentante? Sono andato a studiare la cosmologia di Cartesio.
Cosa ti ha spinto a candidarti? Il deside-rio di mettermi in discussione e di cercare di migliorare il liceo.
Tre rappresentanti al liceo Scientifico e uno al classico. Cosa ne pensi? Una bella cosa e ne sono contento. Con la furbizia non si conclude niente, con l‟onestà sì!
Quale sarà la prima cosa che farai in veste di rappresentante? La festa! … scherzo, mi metterò a completa disposizione dei ragazzi e cercherò di soddisfare ogni loro richiesta.
Vuoi dire qualcosa agli studenti? Insie-me si può!
Nome: Carmelo Traina Età: 16 Orientamento politi-co: comunista sfegatato (ha la bandiera rossa a casa!). Orientamento religio-so: cristiano credente ma non praticante. La prima cosa che ti
viene in mente con le parole "Liceo Classi-co": penso che sia una delle migliori scuole a livello formativo, che alterna forti momenti di studio a magnifiche esperienze di divertimento e crescita. Cosa pensi dei tuoi colleghi rappresentan-ti? Sono ragazzi veramente in gamba . Recente-mente abbiamo avuto un incontro che ci ha permesso di stabilire rapporti di collaborazione. Qual è la prima cosa che hai fatto subito dopo aver saputo che sei il nuovo rappre-sentante? Il primo pensiero è stato quello di telefonare alla mia fidanzata. Cosa ti ha spinto a candidarti? Quest'anno non avevo nè la minima idea di candidarmi nè tanto meno pensavo di poter arrivare a questo punto. Successivamente questi mi hanno propo-sto di candidarmi, e io non ci ho pensato due volte. Tre rappresentanti allo Scientifico ed uno Classico. Cosa ne pensi? Penso che sia un maggiore lavoro per me, per il fatto che devo rimediare all'assenza di una figura importante quale un altro rappresentante. Quale sarà la prima cosa che farai in veste di rappresentante? Ho in mente una serie di cose che spero verranno realizzate nel corso dell'anno. Un esempio è la Bacheca dello Stu-dente. Vuoi dire qualcosa agli studenti? Cari stu-denti, ringrazio coloro i quali mi hanno votato, spero di poter creare un rapporto di collabora-zione e di stima reciproca con tutti.
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7
20 novembre: un’occasione
per tutti.
Massimiliano Cani 3 B L.S.
Sabato 20 novembre, si celebra la giorna-
ta internazionale sui diritti dell‟infanzia e
dell‟adolescenza. Una ricorrenza di fonda-
mentale importanza, in una società ancora
martoriata dalla violenza e dallo sfrutta-
mento dei minori; un‟occasione per riflet-
tere sulla situazione odierna e sollecitare
le autorità affinché questo fenomeno so-
ciale, che non affligge solo i paesi più
poveri, venga debellato e risolto definiti-
vamente. Forse non tutti sanno quali sia-
no le cifre legate allo sfruttamento minori-
le, si calcola, che in Africa, Asia e America
Meridionale, siano intorno ai 150 mila i
bambini sfruttati; naturalmente si tratta di
stime quasi teoriche, le indagini sono sta-
te effettuate solo nei grandi centri urbani,
le campagne e i villaggi più piccoli non
sono stati minimamente sfiorati da tale
rilevazione; le cifre, quindi, devono pur-
troppo essere arrotondate notevolmente
per eccesso. Anche le zone del Mondo più
industrializzate e civili sono colpite da
questa piaga sociale; in Italia secondo il
ministero vi sono all‟incirca 45 mila bambi-
ni, che rientrano nella categoria degli
sfruttati.
Qui in Italia sono spesso stranieri, mentre
nei paesi più sottosviluppati appartengono
alle classi sociali più povere. Viene natura-
le, chiedersi come i genitori permettano lo
sfruttamento dei propri figli. I genitori
sono costretti a far lavorare i propri figli,
poiché le circostanze più disparate, ma
tutte riconducibili alla fame, li obbligano.
In molte parti del mondo vi sono,infatti,
molte famiglie che vivono in condizioni
così precarie da non aver nemmeno di che
cibarsi e così tutti i membri sono costretti
a lavorare, anche i più piccoli, per guada-
gnare quei pochi dollari al giorno, svol-
gendo attività anche pericolose.
A volte però accade di peggio, molti ra-
gazzi vengono richiamati dalle grandi or-
ganizzazioni criminali, che li sfruttano per
lo spaccio o per il traffico della prostituzio-
ne infantile, come accade nelle Favelas
brasiliane, divenute ultimamente mete di
quel turismo tanto immorale quanto diffu-
so. Una volta entrati in questo circolo vi-
zioso i bambini hanno purtroppo un desti-
no segnato.
Infine vorrei evidenziare come noi euro-
pei, così attenti ad ogni tipo di tematica, a
volte aiutiamo questo tipo di economia
basata sullo sfruttamento, acquistando
tappeti, scarpe o palloni spesso fabbricati
da piccole mani. Mi auguro, infine, che
questa giornata possa essere un momento
di riflessione per tutti, affinché ognuno
possa prendere coscienza di questo pro-
blema, ancora troppo sottovalutato.
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8
E’ ancora possibile negare l’infanzia?
Flavia Lentini IV A LC
Lo sfruttamento minorile è una piaga che
interessa sia i Paesi ricchi sia quelli poveri.
Nel mondo ci sono 250 milioni di bambini
costretti a lavorare. Di questi più della me-
tà, sono bambini sfruttati, cioè bambini che
lavorano, contro la loro volontà, per molte
ore al giorno, talvolta anche la notte, in
condizioni fisiche e psicologiche che ne
compromettono la naturale crescita: fisica,
mentale e culturale; non potendo accedere
nemmeno all‟istruzione primaria. Tra le
cause dello sfruttamento minorile va citata
innanzitutto la povertà delle loro famiglie,
che li spinge a farli lavorare nel disperato,
quanto vano, tentativo di migliorare la si-
tuazione economica che possa consentire
loro di sfamarsi. Molti bambini vengono
sfruttati da imprenditori, senza scrupoli,
che a basso costo realizzano prodotti che
noi, dei Paesi ricchi, acquistiamo a basso
prezzo, senza porci tante do-
mande circa la provenienza:
scarpe, palloni, abbigliamento,
giuochi elettronici, telefonini
etc., spesso con il logo di fa-
mosi marchi. Molti sono i
bambini-soldato utilizzati nei
conflitti armati; pratica che
negli ultimi anni si è spavento-
samente diffusa specialmente
in quei paesi dove le guerre
civili e non continuano da
molti anni. Un quotidiano a-
mericano ha riferito che nelle fattorie brasi-
liane lavorano per più di 10 ore al giorno
bambini e ragazzi dagli 8 ai 15 anni circa,
pagati un dollaro e mezzo alla settimana.
Per questa misera paga i piccoli lavoratori
rischiano ferite e mutilazioni a causa degli
arnesi che utilizzano. E‟ triste questa realtà
nel XXI secolo; coloro che detengono il
potere devono intervenire con tutti i mezzi
possibili per evitare e impedire che venga
negata l‟infanzia, che dovrebbe essere il
periodo della vita più bello e spensiera-
to.Occorre, innanzitutto, aiutare i Paesi
poveri a realizzare scuole per i bambini ed
attività lavorative per i genitori, in modo da
favorire lo sviluppo sociale, culturale ed
economico, al fine di ridurre l‟ignoranza e
la povertà che, inevitabilmente, inducono
gli uomini disonesti e malvagi ad approfit-
tare della situazione di bisogno dei poveri.
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9
L’infanzia che non c’è
Narbone, La Mantia, La Vecchia, Bancheri VB L.S.
Il percorso dell‟essere umano è fatto di
tappe, forza e determinazione sono carat-
teristiche non innate, ma che si acquisi-
scono col tempo. Si diventa adulti attra-
verso una serie di riorganizzazioni che
inglobano il passato nel presente e servo-
no di base per il futuro. La mancanza di
un‟esperienza di tipo familiare buono nel
periodo dell‟infanzia impedisce la matura-
zione basilare
della persona-
lità. La capa-
cità di entrare
in relazione
con gli altri è
il frutto di
quelle espe-
rienze di rap-
porto e di
comunicazio-
ne che al
bambino è dato di poter vivere fin
dall‟inizio della sua esistenza con persone
che lo accolgono, che lo amano. C‟è chi
vive protetto da quattro mura di cemento.
Ma cosa accade all‟interno? Realtà di ado-
lescenti o anche più piccoli costretti ad
affrontare un difficile destino. Figli di alco-
lizzati o di prostitute, di madri depresse o
di padri violenti. Ragazzi destinati ad un
una prigione dalla quale forse non usci-
ranno mai. Possono essere chiamate vitti-
me che vivono a disagio nella società,
sono ribelli, violenti, disadattati, impauriti,
chiusi nel proprio dolore. Non trovano
riposo e serenità durante la notte. Chiudo-
no gli occhi e i brutti pensieri, le brutte
esperienze, prendono il sopravvento.
Traumi che influenzeranno la loro intera
esistenza. Trovandosi dispersi in una real-
tà che fin dall‟inizio si è mostrata dura e
cruda con loro, le speranze sono inesi-
stenti. Ecco perché davanti al nero della
loro vita è indispensabile quella figura
forte e solida, che
possa trasmettere i
valori e il coraggio che
non hanno, che li
spinga a reagire, a
credere e a sperare
che un futuro gioioso
possa esistere anche
per loro. Nonostante
la sfortuna qualcuno
di loro riesce a trovare
uno spiraglio per usci-
re da questo incubo, grazie al sostegno
morale, psicologico e fisico delle istituzioni
come le Comunità- alloggio. Esse offrono
loro quella protezione e quell‟amore che
ignorano, conducendoli verso una nuova
vita, svelando non solo il lato negativo
presente, ma soprattutto quei sentimenti
puri e sinceri che regalano emozioni diver-
se da paura, tristezza e dolore. L‟affetto
della comunità non potrà mai sostituire
l‟amore non ricevuto dai genitori, ma tutto
ciò di cui sono stati privati potranno do-
narlo ai propri figli,creando una famiglia
felice, che riscatti la loro infanzia negata.
9
10
Non c’è vera amicizia tra i
banchi di scuola
Barbera Di Falco Emanuela V E L.S.
La classe è una riproduzione in miniatura
della società e i giovani si abituano, in essa,
a muoversi nel mondo che dovranno affron-
tare un domani. Vi si trovano amicizie e alle-
anze, tensioni e discordie, che hanno le
stesse motivazioni e che provocano le mede-
sime reazioni, ovviamente su altra scala, di
quelle di un intero paese. Il carattere di una
persona comincia a prendere forma e ad
imporsi; l‟aggressivo e il timido, il bonario e
il permaloso, il malizioso e l‟impegnato ven-
gono inseriti o emarginati, precorrendo
spesso l‟atteggiamento con il quale la socie-
tà accoglierà o respingerà l‟individuo. Nel
periodo adolescenziale in cui il giovane fre-
quenta la scuola superiore, si trova in un
momento di particolare sensibilità emotiva e
basta poco per farlo rinchiudere in sé con
sensi di frustrazione o creargli comunque
problemi psicologici non facilmente elimina-
bili nemmeno in futuro: una frase di un
compagno maldisposto, detta in un momen-
to di rabbia, viene ingigantita nella psiche di
uno più fragile degli altri e può trasformarsi
in “complesso” . Un aspetto invece positivo
della vita in comune fra compagni di classe
è che, anche quando la mattinata si profila
noiosa e pesante, raramente non ci si diver-
te. La battuta di spirito, il commento ironico
(spesso ai danni di un insegnate) la scim-
miottatura di quanto si sta leggendo o co-
munque la classica sciocchezza che fuori da
quel particolare frangente non farebbe ride-
re nessuno, creano un‟atmosfera simpatica e
viva, che compensa i grattacapi dati da com-
piti e interrogazioni finiti male. La classe
vede talvolta, anche il nascere, l‟intrecciarsi
e lo sciogliersi di amori adolescenziali, in
classe quasi tutti ammettono di mostrarsi
diversamente di come sono al di fuori di
essa: basta osservare una stessa persona
tra i banchi e il pomeriggio in sella allo
scooter, davanti a un qualsiasi bar, fra i me-
desimi compagni e sembrerà di vedere un
altro individuo. Le amicizie vere, durature, si
stringono solitamente una volta usciti dal
portone, dopo il suono della campanella,
lontano da un ambiente che crea inevitabil-
mente competitività sul lavoro che svolgia-
mo e che quindi non permette un incontro
sereno e rilassato, come appunto è necessa-
rio per il nascere di un‟amicizia.
10
11
Esperienze di fede
Sfalanga Consuelo V E L.S. In questi ultimi tempi, mi sono accorta di
quanto spesso noi non ci accorgiamo della
fortuna che abbiamo e proprio a causa di
questa cecità volontaria non ci accorgiamo
che non siamo soli ma che c‟è un Dio che
è sempre accanto a noi e che non ci ab-
bandona mai. Faccio parte del gruppo del
“Rinnovamento nello Spirito Santo” . Sia-
mo circa 50 tra giovani e giovanissimi, che
attendono quest‟incontro con grande fer-
vore. Tutti ci siamo avvicinati per curiosità
e adesso non riusciamo a farne a meno; vi
sembrerà stupido ma è così: quando ti
innamori di Cristo tutto attorno a te appa-
re diverso e ogni difficoltà viene superata
come se nulla fosse! In una società come
la nostra, è difficile pensare a degli adole-
scenti (e non) che credono ancora in Dio e
che hanno il coraggio di testimoniarLo;
proprio perché, ormai, tutto ci appare
scontato, siamo sommersi da ciò che ci
propone il mondo e siamo convinti che
possiamo fare a meno di Lui. Sappiate che
ciò che vi manca non lo troverete mai ne-
gli uomini.Non continuate a distrarvi: siate
coerenti con voi stessi e capirete che “Dio”
esiste e che è un Dio che ci ama .
Palermo- 03/10/2010 data che non potre-
mo mai dimenticare... E' avvenuta una
cosa fantastica: "la Sicilia ha ricevuto la
visita di un grande uomo: il santo Padre
Benedetto XVI...". L'emozione è stata e-
norme, indescrivibile... Un brivido ha per-
corso il nostro corpo e le lacrime riempiva-
no i nostri occhi come se quel saluto, quel-
la mano che andava da destra a sinistra,
fosse solo per noi. Sua Santità Benedetto
XVI, dopo aver ringraziato le migliaia di
fedeli che lo hanno accolto ed accompa-
gnato lungo tutto il suo percorso per arri-
vare al Foro Italico (luogo scelto per la
celebrazione della Santa Messa) ha iniziato
la sua omelia con queste parole: "l'empio,
colui che non agisce secondo Dio, confida
nel proprio potere, che è una realtà fragile
ed inconsistente, perciò si piegherà, sarà
destinato a cadere; il giusto, invece, confi-
da in una realtà nascosta ma solida, confi-
da in Dio e per questo avrà vita". Egli fa
proprio l'invito accorato alla conversione
che Giovanni Paolo II nel 1993 ad Agrigen-
to rivolse agli uomini della mafia e lancia
un segno di speranza chiaro, netto e molto
atteso: "Non abbiate paura di testimoniare
i valori umani e cristiani". Ricorda
che la Sicilia è stata tra le prime
ad accogliere la fede degli Aposto-
li. "Conservate il prezioso tesoro di
fede della vostra Chiesa" - dice -
"Siano sempre i valori cristiani a
guidare le scelte e le azioni".
11
12
Quello che i giovani
pensano dei po-litiganti
Gaetano Gatì IC L.C. Anthea Lo Bue Calogero Destro IV D L.S.
Ognuno di noi accendendo la tv,
sentendo le novità che coinvolgono il go-
verno, resta confuso: litigi, scontri tra i
leaders dei diversi schieramenti, querele,
denunce, donne chiamate in causa. La do-
manda sorge spontanea: “Cosa possiamo
fare per cambiare le cose? Cosa possono i
giovani, le contro questo sistema anziano e
chiuso?”. La risposta non è semplice, per-
ché alla domanda: “Cosa pensi della politi-
ca?”, la maggior parte risponde: non ci
capisco nulla; non mi interessa; non mi
piace; è solo un modo alternativo per gua-
dagnare soldi; è un gioco di poltrone; la
democrazia sta diventando una dittatura
perché tutti stanno lì solo per i loro interes-
si; un tempo esisteva la vera politica, oggi
non proprio. Queste risposte sono date a
causa del distacco giovanile verso la cosa
pubblica, perché la maggior parte di noi
non vuole entrare in questo circolo
“vizioso”. A nome di tutti i giovani direi ai
politici: “Cominciate a cambiare, scendete
dalle poltrone, scendete dai vostri troni e
capite che noi giovani vogliamo un sistema
pulito, senza scandali, senza tangenti, sen-
za escort. Vogliamo la politica non la corru-
zione che la caratterizza. C‟è un disperato
bisogno di ritornare alla politica vera, fatta
di ideali e di coerenza; il primo interesse
deve essere il bene pubblico e non il pro-
prio conto in banca”. Forse questa sarà
utopia, ma ci vogliamo credere con tutte le
nostre forze.
“Che ne sarà del nostro futuro?” è questa
la domanda che ormai la maggior parte di
noi studenti si pone. Infatti è sempre più
difficile scegliere l‟orientamento politico che
meglio ci rappresenti poiché i politici di
oggi sembrano non rispecchiare più i nostri
ideali e non soddisfare le nostre aspettati-
ve. In Italia i tagli operati dal governo han-
no portato ad un aumento esponenziale
della disoccupazione. Migliaia di precari si
ritrovano senza un lavoro. E se a loro spet-
ta questo presente cosa ci attenderà nel
nostro futuro? La nostra preoccupazione
cresce ogni giorno di fronte a questa situa-
zione che diventa sempre più degradante
soprattutto perché, se in Italia vengono
tagliati alla scuola 8 miliardi di euro, nelle
altre nazioni si cerca di rilanciare
l‟istruzione attraverso un investimento di 12
miliardi di euro. Ma anche nell‟ambito eco-
nomico l‟Italia è in una fase di stallo rispet-
to al resto dell‟Europa. Magari se all‟interno
dei partiti ci fossero più giovani a rappre-
sentarci e a dare voce alle nostre idee ed
opinioni, l‟interesse verso questo mondo,
che oggi ci appare così pieno di corruzione,
aumenterebbe notevolmente. E allora do-
vremmo chiederci : “sono i politici che do-
vrebbero cambiare atteggiamento nei no-
stri confronti o siamo noi che dovremmo
cambiare la nostra opinione?”. Ma una cosa
è certa: il futuro siamo noi, e a noi tocche-
rà dargli una svolta.
12
13
La voce dei giovani Gioacchino Di Piazza I C L.C. , Angelo Cuva III D, Massimiliano Cani III B L.S.
L‟associazione “Spazio ai giovani”, è
un‟organizzazione giovanile, operante nel
territorio della provincia di Agrigento, che
riunisce sotto una sola sigla ben tre diversi
gruppi attivi nei comuni di, Canicattì, Cam-
pobello di Licata e Ravanusa, proponendosi
quindi come ponte tra queste comunità per
raggiungere obiettivi comuni. Il principale è
quello di rivalutare il territorio tramite la
rivitalizzazione dell‟animo dei giovani.
Tante sono state le iniziative, proposte e
poi realizzate dall‟associazione negli ambiti
territoriali come: • La pulizia e la rivaluta-
zione della Villa Gandhi a Campobello; •
L‟organizzazione di un torneo calcistico, •
L‟organizzazione di una serata al fine di
mettere in risalto le doti artistiche dei gio-
vani; • La realizzazione di un incontro a
carattere politico con il sindaco di Ribera, di
Ravanusa e con un rappresentante del
sindaco di Agrigento; • Una giornata tra-
scorsa a lavorare nelle terre confiscate alla
mafia;• L‟avvio di un progetto,in ambito
scolastico, atto a diffondere la mentalità
della raccolta differenziata;Inoltre, in que-
sto periodo, stiamo cercando di concretiz-
zare e mettere in opera questi progetti:•
Organizzare un convegno, il cui tema sarà
il rapporto dei giovani con la criminalità
organizzata ;• La costituzione di una biblio-
teca multimediale ricca di volumi riguar-
danti temi di attualità;• L‟estensione
dell‟associazione a realtà territoriali come
Naro e Licata. Il gruppo può contare, inol-
tre, su una sessantina di soci, pronti e di-
sponibili a lavorare in squadra, in totale
simbiosi per raggiungere uno scopo comu-
ne, come del resto è già accaduto in passa-
to. Utilizziamo quest’opportunità per invita-
re tutti i lettori ad iscriversi alla nostra as-
sociazione per dare un forte segnale alla
nostra società.
13
14
Intesa arriva anche a Canicattì
Marco Russo VB L.S.
Nasce l‟ associazione „‟Intesa per Canicattì‟‟
sulla scia di „‟Intesa universitaria‟‟ di Paler-
mo. Si tratta di un associazione composta
da giovani pragmatici che intendono porta-
re avanti le problematiche della proprio
città,consapevoli delle avversità che incon-
treranno,lungi da ogni utopia. Al suo inter-
no verranno istituite numerose commissio-
ni,ciascuna con il suo specifico compito
come ad esempio le commissioni even-
ti,imprenditoria giovanile, comunicazio-
ne,sport, azione sociale,tra cui medicina
sociale,e quelle che rappresentano gli stu-
denti nel polo di Agrigento e le università di
Palermo e Catania. Al suo interno infatti vi
sono numerosi membri che rivestono già
della cariche rilevanti nei poli
universitari in qualità di rap-
presentanti degli studenti,tra
cui il consigliere di amministra-
zione dell‟ERSU di Palermo e i
presidenti di varie associazioni
studentesche come quelle di
„‟intesa per il polo di Agrigento
volta a favorire l‟ inserimento
di coloro i quali vogliano intra-
prendere la carriera universita-
ria. Ciascuna delle suddette
commissioni ha un proprio
programma che va
dall‟organizzazione di convegni
sulla finanza agevolata per i
giovani che intendono intra-
prendere delle attività com-
merciali ed agricole,alla cura di rubriche
televisive,giornalini,allo svolgimento di con-
vegni ,raccolta fondi. Non manca l‟ orga-
nizzazione di tornei di calcio, basket, palla-
volo ma anche di una fiera del bestiame
che promuova i prodotti tipici nostrani. La
singolare peculiarità di tale gruppo aggre-
gativo è che non vi sarà un presidente al
fine di evitare protagonismi,chiunque deve
impegnarsi,ideare,proporre e mettersi al
servizio degli altri. L‟ invito a farne parte è
rivolto a tutti i giovani che vogliano dare un
contributo fattivo a questo progetto ambi-
zioso. Per maggiori informazioni visitare il
sito….e consultare la pagina facebook IN-
TESA PER CANICATTI‟.
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I rischi legati alla droga e al com-
Alessia Gambino, Carmelo Cammalleri, Sandra Ficarra
LA DROGA Uno dei pericoli più gravi
per un adolescente è rappresentato
dall‟uso di sostanze stupefacenti che
alterano il suo stato di coscienza. I mo-
tivi per cui i ragazzi iniziano a fare uso
di questa sostanza sono molti: la curio-
sità, a volte davvero sciocca, a volte
davvero ingannevole, quella curiosità
che da adolescenti non si riesce ad e-
sprimere con le parole, a cui le semplici
risposte non bastano più. I ragazzi han-
no bisogno di esperienze,contatto, e di
provar tutto sulla loro pelle. Oppure a
causa di problemi familiari, sociali, o per
distaccarsi dalla realtà alcune volte mol-
to dura e crudele, cercando di dimenti-
care i problemi che angosciano gli ado-
lescenti in questo
periodo complica-
to della loro vita.
I ragazzi conside-
rano tutto un
gioco, prendono
tutto alla leggera,
pensano di poter
smettere una
volta iniziato, ma
non è proprio
così. Infatti ogni
anno muoiono
centinaia di ragazzi per uso eccessivo di
droghe. La droga è come “una signora
in nero” che sceglie le sue vittime e le
conduce alcune volte alla morte. Uscir-
ne si può, anche se è molto complicato,
è necessaria molta forza di volontà e un
grande appoggio da parte di uno psico-
logo. Per contrastare il fenomeno
“droga” . Forse sarebbe necessario ri-
pristinare il dialogo, oggi interrotto, fra
genitori e figli, occorre quindi recupera-
re il valore del tempo da trascorrere
insieme, di un dialogo capace di critica
nei confronti dei valori più importanti,
così facendo da formare l‟adolescente in
modo tale da affrontare questa società
ormai divenuta difficile e crudele.
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Sigaretta? No, grazie Alessia Gambino, Carmelo Cammalleri, Sandra Ficarra
Il fumo è un proble-
ma che interessa par-
ticolarmente la nostra
società. Ma perché il
fumo fa male? Si par-
la molto di fumo co-
me sostanza nociva
che provoca gravissi-
mi danni alla salute e
dipendenza. E allora
se siamo a conoscen-
za di tutto ciò, perché
si inizia a fumare? Il
motivo principale per cui soprattutto i ra-
gazzi iniziano a fumare è quello del bisogno
di sentirsi a tutti i costi uguali agli altri,
darsi un atteggiamento da grandi, trasgre-
dire e provare l‟ebbrezza del proibito. E il
fumo passivo? Ebbene
questo è forse il problema
peggiore provocato dal
fumo. Un fumatore, difatti,
non distrugge solamente
la sua vita ma anche quel-
la di chi gli sta attorno.
Bisognerebbe seguire delle
semplici precauzioni per
non creare un problema
anche agli altri: fumare nei
luoghi aperti , rispettare i
divieti (d‟altronde ci sarà
un motivo per cui sono stati affissi), non
fumare in gravidanza per evitare di nuoce-
re alla salute del proprio bambino… Questi
pochi ma semplici consigli, se applicati,
serviranno a rendere il mondo migliore .
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IL COMPUTER Negli ultimi anni il computer
si è rapidamente trasformato in un mezzo
di comunicazione di massa amato tantissi-
mo dai giovani, che fin da piccoli iniziano
ad usarlo. Man mano che crescono i ragaz-
zi lo utilizzano per fare ricerche, per entra-
re nelle chat, per creare siti web e tante
altre cose. Ma questa rivoluzione a cosa ha
portato? Come in tutte le cose i risvolti
della medaglia sono due, senz‟altro ci sono
aspetti positivi e aspetti negativi. Con
l‟avvento di facebook e altri social network
il contatto reale è stato sostituito con quel-
lo virtuale. Il tempo dedicato al computer
potrebbe limitare la capacità di giudizio e di
immaginazione, che al contrario si acquisi-
sce con la lettura di libri, o attraverso in-
contri personali che portano ad un confron-
to diretto. Ciò nonostante il computer po-
trebbe essere usato come mezzo istruttivo,
attraverso il quale i giovani possono ampli-
are le proprie conoscenze sul mondo che li
circonda, o per esprimersi in modo nuovo
ed originale. Eppure c‟è un sistema per
avvicinare, nel modo giusto fin da piccoli, i
bambini al computer. I genitori devono
controllarli attraverso regole e limiti, ed
insegnar loro ad usarlo nel modo corretto.
A volte le ore passate davanti il computer
possono sviluppare alcune capacità nasco-
ste, ma non tutte: ecco perché non dob-
biamo rinunciare alla lettura di un buon
libro o ad altri tipi di svaghi e attività fisi-
che.
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L’amore ai tempi del social
network
Luigi Racalbuto Piazza VB
Internet:terra di facili guadagni,di pericoli
di tutti i tipi,di appariscenza e di cacciatori di uomini,ma non è solo questo. Negli ulti-mi anni sono nati a macchia d‟olio anche
siti specializzati in incontri digitali dove è possibile conoscere gente proveniente da tutte le parti del mondo. Anche se spesso
ci si limita a qualche chiacchiera e magari qualche videochat, a volte può nascere qualcosa di più, può scattare una scintilla
che diventerà un fuoco col tempo e perché no anche un amore vero.Abbiamo intervi-stato una ragazza,che per motivi di privacy
e per rispettare la sua “filosofia digitale” chiameremo Sweetgirl,che ha trovato pro-prio questo fuoco in una chat online,ecco la sua scheda.
Sesso:donna Nickname:Sweetgirl
Età:16 anni
CIAO INIZIAMO SUBITO QUESTA INTER-
VISTA,COME MAI HAI SCELTO QUESTO NICKNAME?RISPECCHIA IL TUO CARATTE-RE O SI SCEGLIE IN BASE AD ALTRO?
allora il my nickname Sweetgirl nn e' tnt la my personalita'... cm poss spiegare? amo le cose dolci e il nick è parte di se,qndi si
sceglie in base ai propri gusti
DA QUANDO FREQUENTI LE CHAT ONLI-NE? umm..circa 6 anni =)
LA VOSTRA STORIA D AMORE VA AVANTI DA MOLTO? bhe va avanti da quasi 4 me-si...ma ci siamo conosciuti online
circa 5 mesi fa
E‟ IMPORTANTE IN QUESTI RAP-PORTI A DISTANZA VEDERSI SPES-SO?O VI BASTANO LE CHAT E LA
WEBCAM? beh sì la sua presenza nn
me la fa mai mancare....anke se nn ci ve-
diamo tutti i giorni...l'importante e' volersi bene ..credo in una storia a distanza. ..la fisicita'viene dopo....
CI SONO PERICOLI IN QUESTE CHAT? ah sì i pericoli sn molto accentuati... bisogna avere molta cautela...e furbizia nel cono-
scere persone dietro un pc...
CHE GENERE DI PERICOLI CI POSSONO ESSERE? In molte chat..ad esempio..molte
xsone inviano foto hard e qst e'una brutta situazione anke x i minorenni ke si mettono in rete
E PERICOLI FISICI? Si anche qll ma nn troppi,ci sn molte persone ke rikiedono sesso online via webcam o addirittura in-contri dal vivo!
A TE E‟ MAI CAPITATO QUALCHE BRUTTO INCONTRO? In queste chat...capita un po'a tutti...beh si mi e'stato proposto di fare del
sesso virtuale ma per fortuna la chat puni-sce i trasgressori delle regole cn ban(n.d.r. divieto temporaneo o permanente,in quel
caso si parla di permaban, di accesso al sito internet)
CI SONO MOLTE PERSONE CHE CERCANO
QUESTE SITUAZIONI? Ci sono molte per-sone che entrano nelle chat proprio per il sesso quindi la maggior parte cerca belle
foto e magari la
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L’amore ai tempi del social
network
Luigi Racalbuto Piazza VB
webcam ma ci sono altre persone che en-
trano per conoscere davvero qualcuno come nel mio caso
CHE STRUMENTI ONLINE USI? allora il mio
primo strumento...la mia prima esperienza online e'stat msn....badoo...netlog...adesso ce facebook che va molto
COME PASSA UNA RAGAZZA DELLA TUA ETA‟ ONLINE? Io ad esempio e'da quando sto con il mio ragazzo ke nn passo molto
tempo in queste chat..se ci entro e'solo x scambiare 4 kiakkiere cn qualke amicizia ke ho kreato in passato. cmq passo molto
tempo su youtube ad ascoltare musica...
E UNA SINGLE COSA CERCA? Beh ci sn varie tipologie di ragazze la ragazza seria ke entra così x conoscere gente… la ragaz-
za mmm cm posso dire spinta?XD ke magari cm i ragazzi rikiede del sesso onli-ne… foto nude… si mettono anke in cam
rikiedendo del sesso virtuale tramite we-bcam
NE CONOSCI MOLTE COSI‟? S nel my
gruppo c sn diverse ragazze così ma nn ci frequentiamo mlto,preferisco evitare certe persone.
LO CONSIGLI A TUTTI? Beh.. io consiglie-rei a tutti di provare queste chat...e 'sempre un modo x conoscere e fare amici-
zie… poi bhe'di certo ci sn i pro e i contro bisogna essere molto cauti.
FARESTI USARE QUESTI STRUMENTI A
TUA FIGLIA? dipende dalla sua maturita' ..e dall'eta'....
E TU LE DARESTI FIDUCIA O LA LI-MITERESTI IN QUALCOSA? no nn la
seguirei..cm daltronde i miei genitori
nnlo stanno facendo..quindi mi metterei
nei suoi panni e la lascerei libera
GRAZIE DEL TUO TEMPO TI AUGURIAMO UNA FELICE PERMANENZA NEL MONDO DI
INTERNETGrazie a te ci sentiamo prestoXD
da SweetGirl.
Ecco la lista dei 10 maggiori villaggi globali
10 Tagged con 70.000.000 di tagger regi-strati
9 Twitter con 75.000.000 di followers
8Hi5 con 80.000.000 di utenti registrati
7Friendster con 90.000.000 di amici regi-
strati (non disponibile in italiano)
6Habbo con 117.000.000 di iscritti
5Windows live space con 120.000.000 di profili registrati
4MySpace con 130.000.000 di iscritti
3Orkut con 180.000.000 di utenti registra-ti
2QQ disponibile solo in Cina conta
300.000.000 di iscritti
1Facebook con 350.000.00 di utenti regi-
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Sei anni fa l’omicidio di una ragazza turbava un piccolo paese
Carmelo Augello VB L.S.
In verità non fece poi così tanto notizia; nes-
sun giornale gli dedicò la Prima Pagina e
nessuna trasmissione pensò di farne argo-
mento fisso. E certo, non può essere parago-
nato all‟assassinio di Avetrana o al delitto di
Garlasco. Noi, abitanti di un piccolo paese di
provincia, Delia, a quel tempo ne abbiamo
parlato a lungo, forse troppo a lungo. Ma in
fondo non c‟eravamo tanto abituati. Quando
trovano il corpo senza vita di una giovane
ragazza nel terreno del “tuo vicino di casa”,
la cosa non può che fare notizia. E‟ il 2004
quando si perdono le tracce di una quindi-
cenne di Sommatino, uscita da casa per an-
dare a scuola, e mai tornataci. Scattano im-
mediatamente le ricerche dei Carabinieri. La
ragazza era da qualche tempo fidanzata con
un giovane deliano, che viene subito indaga-
to. Intanto Delia sta a guardare l‟evolversi
della vicenda; e non manca chi commenta i
fatti, a modo suo, o chi prova a dare la sua
personale risoluzione del mistero e chi, im-
provvisandosi “Sherlock Holmes”, smaschera
il colpevole puntandogli il dito addosso. La
situazione finisce sui giornali, e anche la
trasmissione “Chi l‟ha visto” (a cui la famiglia
della ragazza, disperata, si rivolge) dedica
una puntata sulla vicenda. Alla trasmissione,
partecipano i genitori della ragazza e a an-
che il fidanzato. Intanto la gente mormora, e
in paese vengono fatte le prime fiaccolate.
Le ricerche continuano, e i sopraluoghi fatti
portano al ritrovamento di alcune lettere che
la ragazza avrebbe inviato al fidanzato il
giorno stesso e quello dopo la sua scompar-
sa, lui però continua sempre a dichiararsi
innocente. Fino a quando il padre del ragaz-
zo trova nel suo terreno il cadavere della
ragazza. Si arriva, finalmente, alla soluzione
dell‟enigma. Una ragazza quindicenne uccisa
dal ragazzo che amava! La ragazza durante
un litigio era caduta da un balcone senza
inferriata della casa in costruzione proprio in
quel terreno perdendo i sensi. Preso dalla
paura il giovane decise di lasciarla lì da sola,
tornò a casa a prendere l‟occorrente utile a
nascondere il corpo. Intanto la giovane mori-
va, e lui diventava l‟assassino della ragazza
che diceva di amare. Ha finto per tanto,
troppo tempo, e ha trascorso quei 40 giorni
come se nulla fosse; quelle lettere, quelle
lacrime agli interrogatori e alle interviste
facevano parte del suo “piano”. Ha trascorso
cinque anni in carcere; è stato rilasciato un
anno fa circa grazie al patteggiamento della
pena. Ha deciso, insieme alla sua famiglia, di
ricominciare una “nuova” vita all‟estero. In
fondo anche lui, che si è pentito di tutto e a
causa del quale ha tanto sofferto in carcere,
ha diritto ad una seconda possibilità nella
vita.
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Appello contro ogni forma
di violenza
Baldacchino Giorgia Burgio Matteo Giglia Dacia La Iacona Giuseppina Milazzo
Denise II C L.S.
Il problema della violenza resta nella nostra
società non solo irrisolto, ma in gran parte
ignorato. Il mondo dei giusti si contrappone
in una lotta spietata al mondo dei violenti
che lo esercitano sia dal punto di vista fisi-
co, che mentale e verbale su i più deboli. Si
perdono così i veri valori dell‟uomo e la sua
stessa essenza all‟interno della società. Le
vittime colpite sono spesso bambini, adole-
scenti, ma anche donne.
Queste ultime spesso subiscono atti di vio-
lenza che avvengono all‟interno delle mura
domestiche ad opera di persone estranee
o di membri della stessa famiglia.
Così nel mondo si perde la fiducia verso il
prossimo e ci si isola dalla società per pau-
ra o diffidenza verso gli altri. Una forma di
violenza molto diffusa oggi è lo stalking.
Esso consiste nella violenza psicologica che
si esprime attraverso messaggi minacciosi,
per pedinamenti ed altre intimidazioni nei
confronti di una persona, che non si vuole
perdere a tutti i costi.
Siamo così assuefatti a queste notizie ripor-
tate dai mass-media, da dare più conside-
razione al gossip che a questi scioccanti
avvenimenti. Purtroppo la violenza non si
potrà eliminare definitivamente, ma si po-
trebbe attenuare con provvedimenti più
duri nei confronti dei colpevoli di questi
reati, come campagne di sensibilizzazione e
attraverso il nostro contributo economico e
morale alle associazioni contro la violenza.
È vero che la violenza è un‟eredità che ci
portiamo dal passato ma è anche vero che
grazie all‟evoluzione non dovrebbe persiste-
re.
Il nostro appello è indirizzato a tutti e parti-
colarmente agli organi competenti affinché
prendano provvedimenti più efficaci.
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Violenza sulle donne: cosa sappia-
mo veramente?
Vincenzo Cipollina II C L.C.
E' inutile elencare i tristi fatti di
cronaca che i telegiornali ci raccontano
quasi quotidianamente riguardo alla
violenza sulle donne fatta di stupri e
altre orribili azioni, perché queste cose
purtroppo le sappiamo.
Ci sono altre violenze fisiche e
psicologiche che le donne sono costret-
te a subire da persone che infangano la
dignità umana e che tante volte non
vogliono, anzi non possono raccontare,
perché soggiogate da forme di potere
rimaste ai tempi dell'antica Grecia o
della Roma repubblicana. Stiamo par-
lando di alcuni paesi africani, del Medio
Oriente e dell'Asia Centrale dove le
donne sono considerate alla stregua di
un servo a cui dettare le proprie man-
sioni: infatti, in quei paesi le donne
hanno principalmente due “funzioni”:
quella di fare la madre e di svolgere i
lavori domestici.
Inoltre, vengono trattate come
dei veri e propri animali da sterilizzare
in modo da negare loro attraverso l'or-
renda pratica dell'infibulazione e di
altre tecniche di mutilazione dei genitali
femminili il più grande desiderio e la
più grande gioia: avere un figlio. A tal
proposito martedì scorso nella trasmis-
sione di RAI 3 “Vieni via con me” Em-
ma Bonino, vicepresidente del Senato
ed ospite della serata, ha letto un elen-
co delle cose che passano sul corpo di
una donna e ha fornito un dato allar-
mante: 130.000.000 di donne che han-
no subito mutilazioni, 3.000.000 di
bambine ogni anno; ma molte first
ladies, come la moglie del presidente
Napolitano, si sono mobilitate per dire
basta alle mutilazioni. Ma non c'è solo
la violenza fisica; c'è anche un'altra
forma di violenza, forse più forte: è
quella psicologica.
Molte donne vengono letteral-
mente perseguitate da ex fidanzati e
mariti che le tempestano di chiamate e
messaggi provocando sensazioni di
panico e angoscia. Questo in Italia nel
2009 è diventato un reato; è lo stal-
king, punito con la reclusione da sei
mesi a quattro anni. In più il governo
ha promosso un servizio di accoglienza
telefonica e sostegno per le donne vitti-
me di violenza, il 1522.
Speriamo che in un futuro pros-
simo qualsiasi forma di violenza possa
cessare perché la donna è una creatura
di Dio e deve godere del massimo ri-
spetto.
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Da Catwoman a Raffaella Fico: il
regresso dell’ occidente.
Angelo Racalbuto Piazza II C L.C.
Il business dell'intrattenimento oggi è la
più alta forma di guadagno, nonché di po-
tere: dall' epoca del fumetto, all' era del
cinema in 3D, ogni nuova invenzione ha
contribuito a modificare abitudini e stili di
vita, condizionando il modo di pensare del-
la popolazione mondiale. Nonostante gli
sforzi e le morti di migliaia di donne, la
concezione della subordinazione femminile
all'uomo e la visione della donna-oggetto
persistono ancora nelle nostre menti. Da
sempre esistiti e largamente diffusi, questi
atteggiamenti hanno avuto una maggiore
risonanza con l'avvento del televisore: ogni
giorno, dalla sua nascita ad oggi, siamo
tempestati da pubblicità e programmi tele-
visivi che fanno della donna un oggetto
d'intrattenimento, più che un essere dotato
di propria coscienza e propri diritti. Da Ca-
twoman a Raffaella Fico la donna è rappre-
sentata (e si auto-pubblicizza) prima come
corpo e poi come persona: mini-stracci e
pose sensuali sono le caratteristiche princi-
pali che si richiedono ad una donna nel
mondo dell'intrattenimento. Non è necessa-
rio che sappiano parlare o meno l'italiano, a
quale partito politico appartengono o cosa
ne pensino di questioni sociali piuttosto che
di eventi mondani. Siamo infatti sommersi
da Veline, Vallette, Ballerine (senza talento,
ma con "rilevanti qualità fisiche"), solo per
citarne alcune. L'ipocrisia della donna, oggi
è inimmaginabile: passa dall' accora-
ta difesa dei propri diritti a veloci spoglia-
relli e lap dance. Siamo così suggestionati
da questa visione della donna, che per ave-
re credibilità queste devono coprirsi da
capo a piedi, lasciando comunque ,dietro le
loro parole, una sorta di dubbio. Il bipen-
siero di Orwell è diventato realtà: il pensare
una cosa e contemporaneamente il suo
esatto opposto, sembra una regola basilare
per la società moderna. Usare il proprio
corpo per diventare una celebrità, e allo
stesso tempo combattere chi sfrutta l'im-
magine della donna, additandola come
violenza alla dignità femminile. Come pos-
siamo dunque combattere la violenza e i
pregiudizi sulle donne, se loro per prime
fanno di questi un punto di forza?
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Unbelievable story of the 21st cen-
tury: the case of Sakineh
Andrea Di Benedetto Ilaria Incardona LC
Sakineh
mohammadi Ashtiani is a 49 Iranian woman
with two chil-dren who has been impris-
oned for last 4 years with the accusation of adultery and the complicity in her husband's murder. In
2005 she confessed her lawyer of having been tortured because she had allegedly had sexual intercourse with other men. For
this reason, she received 99 lashes in front of her children.
Then, in september 2006 she was con-
demned to capital execution by stoning for complicity in her husband's murder, accord-ing to Iranian penal code. On the 2nd No-
vember 2010 the International Committee against executions refer that the govern-ment of Teheran authorized the execution
for the day after. Luckly, the condemnation has been suspended; anyway, Sakineh's life is still in danger! On the occasion of
25th November, the day against violence of women, let's support Sakineh's cause and give voice to her son's plea and our disgust
for this hideous crime authorized by Iranian government.
Locandina Manifesto dell‟evento realizzato dal Liceo per il 25 Novembre
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NO al silenzio!
Costanza Fabiola V C
Ogni giorno i mass-media ci informano di vari
casi di violenza, in cui il principale bersaglio è
la “donna”. Gli uomini, infatti, non sanno ac-
cettare e accogliere la sua libertà e autonomia.
La prima forma di violenza che viene subito
alla mente quando si parla di “violenza contro
la donna” consiste in tutti quegli atti di mal-
trattamento , aggressione fisica o sessuale,
stupro, di cui la donna è vittima da parte di
estranei o all‟interno del nucleo familiare da
parte del padre, marito, fidanzato o zio.
Esistono, e sono sempre più frequenti, anche
tante altre forme di violenza come quella sul
lavoro di cui fa parte il fenomeno detto
“mobbing” che consiste in tutti quegli atti e-
spliciti ed impliciti che ostacolano lo svolgi-
mento delle mansioni in ambito lavorativo, fino
a spingere la vittima a dare le proprie dimis-
sioni.
Un altro fenomeno è lo stalking, che è una
vera e propria persecuzione della donna.
Tutte queste forme di violenza portano a delle
conseguenze anche psicologiche gravissime.
La donna subisce un trauma profondo con
ripercussioni indelebili sulla propria persona e
nelle relazioni con gli altri. Spesso la donna si
chiude in sé e vive in silenzio senza riuscire a
trovare la capacità di chiedere aiuto agli altri.
Bisogna, invece, trovare il coraggio di denun-
ciare quanto subito, perché la violenza non
diventi un “fatto di vita” ma , se c‟è purtroppo
stata, un episodio da dimenticare.
La denuncia infatti è un atto fondamentale
anche per far capire all‟aggressore che ad ogni
azione seguono delle conseguenze penali se-
rie. L‟aggressore non deve pensare di poter
agire come e quando vuole impunemente.
Per poter riuscire in questa “lotta contro la
violenza sulle donne” occorre essere uniti in
un processo continuo di educazione alla non
violenza che non si limiti alle manifestazioni,
alle giornate dedicate alla donna ma sia una
testimonianza continua da parte delle varie
agenzie educative del valore e della assoluta
dignità di ogni essere umano.
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Basta alla violenza e all’’abuso
sulle donne
Cacciatore Sabrina V C LC
La seguente immagine è stata assunta
come locandina del progetto scolasti-
co,realizzato dal Liceo Scientifico A.Sciascia
di Canicattì, in occasione della “Giornata
Internazionale contro la violenza sulle don-
ne” che è ricorsa il 25 Novembre 2009.
L‟attuale classe V C,con la collaborazione di
altre,sotto la guida della Professoressa
Tascarella,si è impegnata per affrontare un
problema fondamentale,con il quale pur-
troppo ancora oggi si convive: la violenza
sulle donne. Per l‟evento abbiamo organiz-
zato una mostra sul tema. Abbiamo raccol-
to molti documenti di fatti di cronaca nera
recenti e passati,il cui soggetto era la don-
na che ha subito violenza fisica o psicologi-
ca. Per l‟allestimento della mostra sono
state realizzate delle sagome di donne che
rappresentavano le donne oggetto di vio-
lenza. Le notizie raccolte sui fatti di crona-
ca accaduti sono state rappresentate in un
video,che è stato proiettato per la durata
della manifestazione. Da ciò si è rivelato
che ultimamente sono tantissime le donne
percosse,maltrattate psicologicamente e
fisicamente o addirittura uccise dai loro
rispettivi mariti,fidanzati o conviventi. Que-
sto ci porta ad una profonda riflessione:
viviamo in una civiltà che non sa e non
vuole vedere i mostri che ha creato,che
non sa difendere le creature più deboli,che
invece di cercare le cause del malessere e
curarle,è intenta a nascondere la verità
reale. In Italia la vera realtà è che più di
sei milioni e mezzo di donne hanno subito
una volta nella vita una forma di violenza.
Oggi la violenza è la prima causa di morte
o di invalidità permanente delle donne. “È
un femminicidio”,accusano i movimenti
femminili, “la violenza maschile sulle don-
ne,il pericolo per le donne è la strada,la
notte,ma lo è molto di più la normalità.” Se
nel consolante immaginario collettivo,la
violenza è quella del bruto appostato sulla
strada buia,le statistiche ci rimandano ad
un'altra verità:la violenza sta in casa,nella
coppia,nella famiglia,si confonde con gli
affetti,si annida là dove la predominanza
del potere maschile è sempre stato consi-
derato naturale. Dunque,l‟obbiettivo del
progetto è stato quello di lanciare un mes-
saggio forte indirizzato a tutti:“STOP AL
SILENZIO, E ALLA VIOLENZA.”
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Perché proprio il 25 novembre?
novembre?
Il 25 novembre è la Giornata Internaziona-
le della lotta contro la violenza sulla don-
na. La scelta del 25 novembre scaturì da
un accordo sottoscritto dalle partecipanti
all‟Incontro Femminista che si tenne a
Bogotà nel 1981 che proposero un ricono-
scimento mondiale alle sorelle Mirabal:
vittime della violenza determinata dal
regime di Trujillo nella Repubblica Dome-
nicana, esempio vivo del tipo di donna
impegnata nelle lotte del proprio paese
mantenuto dallo stesso nell‟arretratezza
per 30 anni, nell‟ignoranza e nel caos.
Esse furono segnalate come delle rivolu-
zionarie. Il 25 novembre 1960 Minerva e
Maria Teresa andarono a visitare i loro
mariti in prigione, in compagnia della so-
rella Patria. Furono intercettate in un po-
sto solitario della strada da agenti del Ser-
vizio Militare di Intelligenza. Condotte ad
un canneto vicino, furono oggetto delle
più crudeli torture, prima di essere vittime
di quello che si è considerato il crimine più
orripilante della storia dominicana. Coper-
te di sangue, massacrate e strangolate,
furono messe nuovamente nel veicolo con
cui viaggiavano e gettate in un precipizio,
con la finalità di simulare un incidente.
L‟assassinio delle sorelle Mirabal produsse
un gran sentimento di dolore in tutto il
paese, ma servì per fortificare lo spirito
patriottico di un paese desideroso di stabi-
lire un governo democratico che garantis-
se il rispetto alla dignità umana. La memo-
ria di queste coraggiose sorelle ci riempie
di speranza e ci dà forza per continuare a
lottare per una società più giusta nella
quale donne ed uomini possano vivere in
fraternità.
Mery Gallo VC L.S.
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Ritorno dal passato
Lucia Cammalleri (Ex V C a.s. 2000/2001)
A dieci anni dalla sua nascita mi ritrovo per
caso a scrivere nuovamente per questo
giornalino scolastico. Quanto tempo è pas-
sato… ma sfortunatamente questo tempo
non è servito a cambiare e migliorare le
cose.
Ho qui con me la II edi-
zione di Puzzle, quella del 2001, quella
digitale, la versione della nuova era, quella
migliore della precedente, e tra gli articoli
che leggo ci sono: donne in vetrina, l‟unità
di misura dell‟onore in Pakistan è la benzi-
na, le pacche sul sedere, ecc.. il giornale
tratta della donna, dei suoi cambiamenti,
dei suoi punti di vista, ma il problema della
violenza di genere c‟è sempre.. adesso
siamo addirittura regrediti; adesso si parla
di FEMMINICIDIO…
Non vivo più in Italia da un paio di anni,
ma quando torno a casa mi accorgo di co-
me sono cambiate le cose, a partire dai
TG… una volta si parlava di politica, di at-
tualità, di società, adesso solo ed esclusiva-
mente di cronaca nera! Sembra quasi che il
germe della follia abbia preso pieno pos-
sesso della mente degli italiani! Un po‟ di
dati:In Italia una donna su 4 subisce vio-
lenze; Dal 2005 ad oggi il fenomeno è au-
mentato del 300%; Il 32% delle donne tra
i 16 ed i 70 anni ha subito violenze dome-
stiche; Il 40% delle donne disabili contatta-
te ha subito violenze domestiche;
Il 93% delle donne che hanno subito vio-
lenza non ha denunciato il fatto; Il 38% di
questi casi si trasforma in omicidio;
Osservando questi dati credo che con il
tempo le cose siano peggiorate e che po-
chissimo si è fatto per cambiarle; mi do
solo una spiegazione per questo peggiora-
mento: la gente si auto-fomenta; allora mi
chiedo: è veramente necessaria tutta que-
sta pubblicità? Non è eccessivo questo
“dovere di cronaca”? É fondamentale spre-
care chilometri di carta, milioni di parole,
migliaia di video e mesi interi per scendere
così tanto nel dettaglio e descrivere ogni
scabroso e contraddittorio particolare
dell‟accaduto? Non è forse questo ad au-
mentare la follia della gente?
Una volta si cercava di fare le cose per far
risaltare il positivo di ognuno di noi. Adesso
non è più così chiaro.
Puzzle 2000/2001
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I giovani e lo Sport
Giuseppe Lentini della VD LC.
Fare attività sportiva, in età adole-
scenziale (dai 14 ai 18 anni), non solo
influisce positivamente sulla crescita, sulla
formazione del fisico, ma soprattutto favo-
risce una serie di processi che, in parte,
possono determinare lo stato di salute
della vita adulta. Spesso si pratica sport
per svagarsi e distogliere la mente dalla
scuola e dai problemi. Da piccoli lo sport è
vissuto come un gioco a tutti gli effetti, un
modo per socializzare, per imparare ad
ascoltare, ad osservare le regole e ad ave-
re rispetto per i compagni. Negli adole-
scenti l‟attenzione si sposta sull‟aspetto
fisico: l‟altezza e una buona muscolatura
per i ragazzi e il peso per le ragazze. In
realtà, lo sport non solo aiuta fisicamente,
altresì, promuove i
valori e le virtù
dell‟autodisciplina, della
stima di sé, aiutando in
tal modo i giovani a
identificare le loro capa-
cità e i loro limiti, a
superare le difficoltà
che incontrano nella
vita di tutti i giorni, e,
pertanto a raggiungere
i loro obiettivi e acquisi-
re la loro autonomia.
Inoltre, attraverso i
valori della solidarietà e
del rispetto degli altri,
della partecipazione e del ”fair play”, lo
sport contribuisce alla socializzazione,
sprona a partecipare alla vita pubblica e
promuove i valori democratici e di cittadi-
nanza, favorisce la tolleranza,
l‟accettazione e il rispetto della diversità.
Lo sport deve essere naturalmente asso-
ciato ad uno stile di vita corretto perché
ne possano beneficiare il corpo e la men-
te. Queste regole consentono mediamente
a un individuo di vivere di più e meglio. Il
nostro tempo libero dedichiamolo
all‟attività sportiva, ci aiuterà a superare le
delusioni, le insoddisfazioni e i momenti di
solitudine che talvolta avvertiamo. Risco-
priamo, pertanto, il motto degli antichi
latini: “MENS SANA IN CORPORE SANO”.
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Senza Cassano non ci
divertiamo!
Carmelo Augello V B L. S.
Eh si, è proprio vero che senza Fantantonio
in campo non ci si diverte affatto. Ma forse
dovremo farci l‟abitudine per un po‟. Perché
Cassano ci è ricascato! In una delle sue
tante “cassanate”, si intende.
Sembrava aver messo finalmente la testa a
posto, e invece ecco che si torna a parlare
di lui. Minacce e ingiurie rivolte al presidente
della Samp Garrone, ecco l‟ultima
sua“follia”. Proprio a Garrone, un padre per
Cassano, colui che lo ha riportato in Italia e
lo ha fatto tornare grande; perché il vecchio
presidente è stato l‟unico a credere ancora
in lui quando, dopo in fallimento “galactico”
al Real, lo davano tutti per finito. Eh no An-
tò, questa te la potevi proprio risparmiare!
Ma lui è sempre stato così: genio e sregola-
tezza insieme, quasi sempre al di fuori delle
regole, esuberante, eccessivo, indisciplinato.
Ma con un talento immenso. Da qualche
anno pilastro inamovibile della Samp, che
aveva portato a raggiungere grandi traguar-
di e con cui si era tolto tante belle soddisfa-
zioni, ha pure deciso di convolare a nozze e
ha annunciato che presto diventerà papà.
Un Cassano nuovo insomma. Il ritorno in
Nazionale, dopo due anni di assenza, era
proprio il riconoscimento che meritava un
giocatore come lui. Aveva trovato la sua
“isola che non c‟è” Peter Pan, l‟isola dalla
quale ha più volte ribadito non volersene
andare. Ma adesso, la sua avventura in blu-
cerchiato sembra proprio arrivata ai titoli di
coda. Alla Samp, con il presidente in testa,
non sono più disposti a perdonarlo, i tifosi
invece vorrebbero rivederlo in campo. Come
tutti del resto. Ci mancano le sue giocate, le
sue invenzioni, i suoi assist e i suoi gol ( per
info chiedere a Chimenti); insomma ci man-
ca Cassano, il nuovo Cassano. Quello che
ormai, dall‟alto della sua maturità, si sentiva
di poter dare consigli a Mario Balotelli, un
altro “pazzo con una classe calcistica enor-
me”. Sarà il Collegio arbitrale ad avere
l‟ultima parola; rescissione o reintegro in
squadra. Ma se nessuno, compagni esclusi,
sembra più volerlo vedere con indosso la
maglia n.99 blucerchiata, forse è meglio che
Fantantonio cambi aria. Se ne andrebbe
dopo 96 presenze in blucerchiato e 41 gol
sulle spalle, ma soprattutto con la certezza
di essere tornato il grande campione che è.
Magari lo vedremo con il bianconero della
Juve addosso o con la maglia n.99 nerazzur-
ra o, chi lo sa, potrebbe riprovare
un‟esperienza all‟estero. Avrebbe tutte le
carte in regole per ereditare la maglia n.10
della Juve, quella che da sedici anni a que-
sta parte appartiene ad Alex DelPiero che
della Juve ha scritto la storia; uno più cam-
pione di lui, è vero, ma che Fantantonio non
farebbe di certo rimpiangere. Potrebbe es-
sere il regalo che Massimo Moratti farebbe
alla sua Inter, con la benedizione di tutta la
tifoseria. Ovunque andrà, comunque, rico-
mincerà sicuramente nello stesso modo in
cui aveva finito: dando spettacolo. Si pera
soltanto in campo, finalmente.
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Artemisia Gentileschi: nel tormento
l’arte di essere donna!
Rowena Galiano IIC LC
Se è raro trovare in campo artistico figure fem-
minili, è ancor di più un evento eccezionale se
una delle poche protagoniste femminili dell‟arte
europea, oltre che il proprio indiscusso e univer-
salmente riconosciuto talento, ha alle spalle una
drammatica vicenda biografica. Artemisia Genti-
leschi, figlia di Orazio Gentileschi, fu indirizzata
verso la carriera di pittrice dal padre che in lei
aveva individuato, già in tenera età, spiccate
doti artistiche. Artemisia all‟età di soli vent‟anni
venne stuprata da Agostino Tassi, insegnante di
prospettiva, al quale era stata affidata dal padre
per approfondire i suoi studi. La giovane ebbe
però il coraggio di denunciare il suo aggressore
(che essendo sposato non avrebbe potuto assi-
curare il matrimonio riparatore), sottoponendosi
addirittura allo schiacciamento dei pollici per
convincere dell‟attendibilità delle proprie accuse
e questo non fu per lei, pittrice, soltanto un
dolore fisico. Ella vinse il processo, ma Tassi
riuscì, grazie ai propri privilegi, a rimanere
impunito, mentre Artemisia per placare lo scan-
dalo dovette sposare un uomo molto più grande
di lei. Le protagoniste delle sue opere sono
spesso donne forti e sicure che riescono a so-
praffare l‟uomo. Una delle opere che meglio
racchiude la sua vicenda personale e il suo stra-
ordinario talento è “Giuditta che decapita Olofer-
ne”, dipinta a ridosso del processo e perciò
probabilmente ispirata al suo stato d‟animo,
interpretata dai critici come il tentativo di riven-
dicazione della donna nei confronti della violen-
za dell‟uomo. L‟episodio a cui si riferisce il dipin-
to è tratto dal Libro di Giuditta: l’eroina biblica,
che nel quadro appare ferma e impassibile, per
salvare il suo popolo decapita Oloferne, genera-
le assiro, che con un‟ultima smorfia di dolore
cerca di respingere la serva. La sadica impassi-
bilità di Giuditta (la cui fisionomia da molti critici
viene ricondotta alla stessa Artemisia) e il suo
tentato distacco dal corpo del generale, da un
lato, sembrano indicare un‟azione compiuta in
virtù del disegno divino del quale la donna si fa
strumento, dall‟altro, un espediente per eviden-
ziare le differenze, non solo nel vestiario, tra la
serenità della serva, che nel racconto biblico
aspetta fuori, e la preoccupazione della padrona
di non macchiare col sangue il suo prezioso
abito. Le luci, le ombre, i colori sapientemente
impiegati che risaltano dal fondo scuro conferi-
scono al dipinto concitazione e lo sguardo
dell‟osservatore, pur non riuscendo a concen-
trarsi su un solo particolare, ricade sulle mani di
Giuditta. Sono molte le analogie tra il dipinto e
la vicenda personale di Artemisia, che sembra
aver voluto immortalare la propria tragica storia
sulla tela per riconquistare il proprio onore e
riuscire ad ottenere la meritata gloria artistica.
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Storie di ordinaria infelicità
Sharon Palermo VB L.S.
“Oggi ho rivisto Clara. E‟ tornata al lavoro
dopo una settimana di assenza. Dice di
aver avuto la febbre, ma noi tutti in ufficio
sappiamo che non è così. Si è presentata
con un lungo cappotto nero, la divisa,
calze scurissime. Un ingombrante paio di
occhiali da sole, anche se di sole stamatti-
na ce n‟era ben poco… Nessuno ha osato
chiederle come stesse, siamo tutti stanchi
di sentire le sue bugie. Ricordo ancora
quando la conobbi, tre anni fa. Lei lavora-
va qui prima di me, era una persona com-
pletamente diversa. Era solare, felice.
Tutti i colleghi le facevano la corte, col
fisico da modella che si ritrova. Era molto
vanitosa, stava sempre attenta ai dettagli,
al trucco e al gioiello adatto per ogni occa-
sione. Poi conobbe lui. Era all‟apice della
felicità, ne parlava sempre. Lo descriveva
come un uomo dolce, romantico, tenero.
Almeno una volta a settimana le arrivava-
no fiori o cioccolatini in ufficio. Tutti noi
eravamo contenti per lei, si amavano così
tanto. Si sposarono circa un anno dopo. E
da lì la splendida Clara che tutti conosce-
vamo svanì… Nessuno sa dove andò a
finire. Forse è rimasta lì, ai Caraibi, dove
era stata per la sua luna di miele. La mat-
tina arrivava in ufficio sempre triste, stan-
ca, con le occhiaie. Si vedeva dal suo
sguardo che stava male e che qualcosa
era cambiato. Ma non solo. Anche coloro
che non la conoscevano bene notarono
qualcosa di diverso nel suo aspetto. Non si
curava più. Niente trucco, vestitini attillati,
acconciature stravaganti. Anzi, cercava di
coprire il suo corpo come meglio poteva.
Un giorno avemmo la conferma ai nostri
sospetti. Giunse in ufficio con un labbro
gonfio e un ematoma sull‟occhio. Tutti le
chiedemmo cosa le fosse accaduto e lei
disse di avere avuto un incidente con
l‟auto, ma le si leggeva chiaro in volto che
stava mentendo.”
***
“Sono le tredici in punto, tra poco lui arri-
verà. Ho preparato il suo piatto preferi-
to,le penne alla bolognese. La tavola è
imbandita, la piccola dorme. Sento i clac-
son delle auto dalla finestra, il traffico è
assurdo a quest‟ora del giorno… Ecco-
lo,sento sbattere la porta. I suoi passi…
Entra in cucina,mi guarda, non dice nulla.
Né un saluto, né un sorriso. Il volto serio e
stanco. Percepisco uno strano odore… è
alcool. Allora gli vado incontro, per dargli
un bacio, ma lui mi respinge. “Ti ho pre-
parato le penne alla bolognese, quelle che
piacciono a te…” Si siede,senza dire nulla.
Assaggia il primo boccone e ad un tratto
quell‟inquietante silenzio viene stroncato
dal rumore del piatto che lancia a terra.
Lui si alza, viene verso di me, mi afferra
per il collo e mi sbatte contro il muro. “La
pasta è fredda,sei un incapace!” Io non
dico nulla, terrorizzata. Lui mi fissa con
occhi pieni di odio e rabbia. Poi molla la
presa, mi guarda e come se nulla fosse, si
rimette il giubbotto ed esce di casa.
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Poesie… Monica Petralito V B Messina Ottavia Ramona VD
Ho incontrato
Ho incontrato l'innocenza neglio occhi
neri di un bambino
In questo mondo indifferente
Che ha perso il giusto esempio
Di chi vive per amare
E tu piccolo nero, sei nato in barca
Senza diritti sottovace
Come un fiore reciso ti affacci alla vita
Rubando una lacrima da offrire al ma-
re.
Ho incontrato i pensieri negli occhi tristi
di una madre
Incofessato dolore
Di chi stancamente vive
Dentro una quotidiana condanna e
stringe i pugni per amare
E tu solo con i tuoi cuccioli, sogni cal-
pestati
Tua infanzia ttradita
E un uomo impetuoso
Che a per te solo pugna e grida.
Ho incontrato coriandoli di pace negli
occhi buoni del prossimo
Fresco alito di vento
Nel perpetuo moto della vita
Nel nascere e morire di ogni giorno.
E tu coscienza del mondo
Vigila su chi decidi le sorti umane
Su chi semina dolore
Libertà e pace saprai donare
Eterna speranza poniamo nel domani.
Una gioia infinita.
Un uragano di emozioni.
Ciò che si scorge
Negli occhi di un bambino.
Occhi che sorridono ad un sorriso,
Occhi che piangono per un capriccio,
Occhi furbetti alla ricerca di approva-zione,
Occhi dolci se cercano le coccole,
Occhi tristi quando non ne trovano.
Occhi violati,
Occhi traditi,
Occhi ingannati
Dalla Crudeltà umana.
Occhi impotenti per l‟impossibilità di fermarla.
Eppure,
Negli occhi di un bambino,
Non c‟è mai rabbia.
Basterebbe un suo sguardo
Ad illuminare il mondo,
Dalle tenebre del male.
È semplicemente l‟essenza della purez-za.
Un mondo parallelo a quello reale:
Due rette destinate
A non incontrarsi mai
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