Prima prova squadra 3

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Mobilità internazionale dei giovani tra opportunità e ostacoli Play your business Squadra 3

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Mobilità internazionale dei giovani tra opportunità e

ostacoli

Play your business Squadra 3

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Rossella Aschieri

Elisabetta Coscia

Giulio D’Onghia

Blerta Lipo

Martina Schiavo Campo de Gregorio

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Il contesto Europeo

Nel 2014 il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha raggiunto in

Europa il 23,4%. In Italia la percentuale sale al 42,4%, inferiore solo a

Grecia, Spagna e Croazia (dati Eurostat, Marzo 2014).

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La strategia europea di Horizon 2020 ha tra i suoi obiettivi anche quello di

migliorare l’istruzione e l’occupazione dei giovani:

● rendendo l'istruzione e la formazione più aderente alle esigenze dei giovani;

● incoraggiando lo studio e l’apprendimento, anche professionale, all’estero;

● incitando i paesi dell'UE a semplificare la transizione scuola/lavoro.

Entro il 2020 il 35% di tutti i posti di lavoro richiederà un elevato livello di

qualifiche e capacità di adattamento e d’innovazione.

Cosa pensa di fare l’Unione Europea al riguardo?

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Rispetto a riforme strutturali

che avranno effetti solo nel

lungo periodo, un aumento

della mobilità, per motivi di

studio o professionali, può

avere effetti positivi più

immediati.

Cosa serve all’Europa del futuro?

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Mobilità è sinonimo di crescita: ● culturale; ● lavorativa; ● sociale; ● personale.

Un recente studio basato sui dati relativi agli studenti italiani rivela che

un’esperienza all’estero incrementa la probabilità di trovare un lavoro a 3 anni

dalla laurea del 23,7% (G. Di Pietro, Do Study Abroad Programs Enhance the

Employability of Graduates?, IZA DP No. 7675, Ottobre 2013)

Perché incentivare la mobilità giovanile?

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La realtà... Da una ricerca condotta nel 2011 dal Forum Nazionale Giovani su un

campione di italiani tra i 16 e i 35 anni, è emerso che solo il 37,3% ha

partecipato a programmi di mobilità internazionale.

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...e le aspirazioni Il 41,5% degli italiani, pensando al futuro,

preferirebbe lavorare all’estero (contro il

27,4% degli stranieri);

in particolare, il 39,3% vorrebbe lavorare in una

multinazionale

(dati Fondazione ISTUD - 25 Ottobre).

Quali sono i motivi di questo divario tra

aspettative e realtà?

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Il macro-problema Il mondo del lavoro attuale e futuro richiede dai giovani competenze che devono essere sempre più:

● uniche; ● specifiche; ● globalmente spendibili.

Le esperienze formative e professionali all’estero permetterebbero di sviluppare almeno in parte queste competenze

MA

l’attuale mobilità internazionale dei giovani italiani (ed europei in generale) è ancora molto limitata. Come mai?

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I sotto-problemi che abbiamo individuato sono:

● Ostacolo culturale

● Ostacoli economici

● Ostacoli informativi

● Ostacoli linguistici

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Ostacoli culturali

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Una questione di testa

I giovani italiani non comprendono l’importanza di un’esperienza di vita o

formativa all’estero. Come mai?

1. Non è insito nella nostra cultura. A volte è la famiglia stessa a fare da freno.

Questo è legato anche al fatto che la percentuale di italiani che vivono in

famiglia, rispetto ai giovani di altri paesi UE, è sensibilmente più alta.

Utilizzando i dati degli istituti di statistica dell’UE e degli Stati Uniti, il sito di

informazione Quartz ha pubblicato un grafico che mostra la percentuale di giovani

(tra i 25 e i 34 anni) che vivono ancora con la famiglia: l’Italia è al quinto posto

(46,6%).

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Una questione di testa

2. Scarsa Flessibilità: i giovani hanno paura di modificare i propri stili di vita e

le proprie abitudini. Ad esempio, una ricerca realizzata da Istud ha messo in

luce come l’Asia sia ancora considerata una meta culturalmente troppo distante

e non venga presa in considerazione.

2. Paura: in particolare la paura di perdere i propri affetti e le proprie reti sociali,

e di partire senza un appoggio.

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I giovani non conoscono le opportunità formative e/o professionali disponibili

all’estero

PROBLEMA

CAUSA PRINCIPALE

I giovani non hanno ancora la giusta apertura mentale e culturale verso la

mobilità

EFFETTI Insufficiente mobilità europea e

internazionale dei giovani (opportunità non sfruttate)

CONCAUSE

Famiglia “chioccia”

Scarsa flessibilità verso i cambiamenti

Incompleta comprensione della

diversità e delle culture lontane

Paura di perdere le reti sociali

Competenze non sviluppate Maggiore difficoltà

a trovare lavoro

In sintesi

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Ostacoli Economici

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Mobilità quanto mi costi!

Secondo l’Eurobarometro

n. 337 del giugno 2010, il

10% degli italiani

considera il fattore

economico come un serio

ostacolo alla mobilità.

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Costi e Programmi Anche i principali programmi finanziati dall’Unione Europea non

riescono spesso a coprire tutte le spese che derivano dal

pagamento di vitto, alloggio ed eventuali spese universitarie.

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Ostacoli legati all’informazione

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L’informazione che non arriva

In media i giovani che partecipano ai programmi di

mobilità promossi dall’Unione Europea sono meno

del 40% (dati GEM 2011). Tra coloro che non

hanno mai partecipato a nessuna opportunità, vi è

una preoccupante percentuale di giovani che non è

nemmeno al corrente dell’esistenza di questi

programmi europei (circa l’8%). Tra l’altro,

eccezion fatta per il programma Erasmus, in media

la conoscenza dei programmi di mobilità

internazionale promossi dall’UE è mediocre o

insufficiente.

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Il divario tra aspettative e realtà: importanza di un’informazione di qualità

Cosa si aspettano i giovani da un’esperienza all’estero? In ordine di importanza:

1. Conoscere una nuova cultura

2. Imparare una lingua straniera

3. Arricchire il proprio curriculum vitae

4. Conoscere nuove persone

5. Divertirsi

Non vi è consapevolezza o interesse nei confronti delle

competenze che un’esperienza all’estero conferisce ad un individuo. Non a caso solo il 20% dei giovani intervistati nella ricerca GEM era a conoscenza dei certificati europei per il riconoscimento delle competenze (Europass e Youthpass).

Conclusione? L’informazione attualmente presente riguardo alle

opportunità di studio o lavoro all’estero è insufficiente e/o poco

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Cosa potrebbe esserci che non va? I luoghi (fisici e virtuali) in cui reperire informazioni riguardo alle opportunità formative o di lavoro all’estero non

mancano, ma non sempre sono efficienti e/o efficaci, fino all’estremo di non raggiungere per niente i propri destinatari (ovvero i giovani).

Una causa di questo fenomeno potrebbe essere il modo in cui si presentano attualmente le informazioni relative alle

opportunità in questione: esse sono estremamente numerose, frammentate in più siti web (uno per ogni programma UE), dispersive, senza possibilità di filtraggio secondo le proprie esigenze, sono spesso presentate in forma molto istituzionale e accompagnate da spiegazioni lunghe e ‘noiose’ da leggere.

I problemi principali di un utente che voglia iniziare la ricerca delle diverse opportunità sono:

1. da dove incomincio? da quale sito web? (spesso l’eccessiva disponibilità di informazioni ci fa sentire persi e può essere un deterrente addirittura per iniziare a cercare)

2. come faccio a trovare le informazioni (bandi, ecc) che più mi interessano con il minor dispendio di energie?

Il punto non è la presenza di informazioni e la loro accessibilità, ma la loro qualità e

fruibilità secondo le caratteristiche dei giovani di oggi.

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Come sono i giovani di oggi?

• Impazienti;

• Alla continua ricerca di novità, specie se divertenti;

• “Bombardati” da una gran quantità di informazioni e contenuti, il che li rende estremamente selettivi;

• Social.

Questi aggettivi mal si sposano con le caratteristiche delle

informazioni che attualmente mirano ad orientare i giovani nella scelta delle opportunità di andare all’estero.

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In sintesi

I giovani non conoscono le opportunità formative e/o professionali disponibili

all’estero

PROBLEMA

CAUSA PRINCIPALE

La fruibilità delle informazioni attualmente presenti è insufficiente

EFFETTI Insufficiente mobilità europea e

internazionale dei giovani (opportunità non sfruttate)

CONCAUSE

Elevato numero di informazioni

Informazione dispersiva e non

organizzata

Informazioni non filtrabili

L’informazione è troppo istituzionale (non è

divertente)

Competenze non sviluppate Maggiore difficoltà

a trovare lavoro

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Ostacoli linguistici

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A cosa serve imparare una lingua straniera?

Secondo l’UE

la conoscenza delle lingue

favorisce la comprensione reciproca

fra i popoli

è un requisito fondamentale per una

forza lavoro mobile è una competenza

chiave per l’apprendimento

permanente

riduce le barriere alla mobilità transfrontaliere

dei giovani

contribuisce ad una economia più

competitiva e mercato di lavoro più dinamico

rende la mobilità possibile e conveniente

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E’ difficile imparare una nuova lingua?

Secondo l’Eurobarometro n. 337 per il 18% degli italiani la risposta è SI. Imparare una nuova lingua

può essere visto come un possibile ostacolo alla mobilità.

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Com’è la conoscenza delle lingue in Europa ?

e in Italia?

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Secondo UIM, solo il 19.43% dei giovani italiani (età compresa tra i 15 e 34 anni) parla inglese, segue il

francese con circa il 12%, lo spagnolo con il 9% e il tedesco con il 2.35%.

In Germania la percentuale di giovani che parlano inglese è del 38.27%, mentre in Francia è del 33.18%

Perché?

Le ragioni sono varie.

Ilsole24ore evidenzia che ai ragazzi italiani manca una sorta di spinta conoscitiva, mostrano una

bassa propensione al multiculturalismo.

E' vero che il 58,5% ritiene che la cosa più importante per le lingue – oltre alla didattica – sia trascorrere

periodi di studio/lavoro all'estero. Ma questa si rivela un'apertura puramente ideale, non ancora

supportata da una decisione concreta: ad aver già programmato un'esperienza scolastica fuori confine è

di fatto una bassa percentuale (il 10%). E addirittura solo l'1,5% per quanto riguarda le esperienze di

lavoro.

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Metà dei giovani italiani non conosce l’inglese ( dati Isfol Plus 2010)

PROBLEMA

CAUSA PRINCIPALE

Politiche sbagliate

EFFETTI Insufficiente mobilità europea e

internazionale dei giovani (opportunità non sfruttate)

CONCAUSE

Scarsità dei programmi di lingua

scolastici

Costi eccessivi dei corsi di lingua privati

Disinteresse culturale verso una

nuova lingua

Competenze non sviluppate Maggiore difficoltà

a trovare lavoro

Cattiva attitudine

In sintesi

Mancanza di una spinta conoscitiva

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Una panoramica finale Idealmente, i sotto-problemi individuati potrebbero essere così suddivisi:

Ostacoli a priori

(“Non ci penso nemmeno”)

Ostacoli a posteriori

(“Partirei, ma..”)

Ostacoli culturali

Ostacoli economici

Ostacoli informativi

Ostacoli linguistici

Alcuni sotto-problemi sono anche interrelati e interdipendenti: ad esempio, il problema culturale influisce anche sulla

creazione di ostacoli linguistici e su come i giovani percepiscono l’informazione.

Potrebbe darsi, quindi, che la risoluzione di un sotto-problema specifico abbia effetti positivi anche su problemi diversi.

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Bibliografia e sitografia

• http://www.sodalitas.it/files/14/ISTUD_25_OTTOBRE.pdf

• http://www.eurofound.europa.eu/pubdocs/2007/03/it/1/EF0703IT.pdf

• http://www.forumnazionalegiovani.it/media/11792/gem_-_giovani_e_mobilit_.pdf

• http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2011:372:0027:0030:IT:PDF

• http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_337_en.pdf

• http://www.gigroup.it/4u/pics/4u-survey-giovani-executive_summary.pdf

• http://ec.europa.eu/youthonthemove/index_en.htm

• http://www.linkiesta.it/conoscenza-inglese

• http://ftp.iza.org/dp7675.pdf

• http://qz.com/169492/whos-still-living-with-their-parents/

• http://uimagazine.overblog.com/conoscenza-delle-lingue-straniere-il-confronto-italia-europa

• http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-10-18/ragazzi-italiani-lingue-inglese-162743.shtml?uuid=Aaw9Y1DE