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Prevenire i disturbi della memoria Barbara Plagg, PhD

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Prevenire i disturbi della memoria

Barbara Plagg, PhD

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L’associazione aLzheimer südtiroL aLto adige asaa

L’associazione Alzheimer Südtirol Alto Adige ASAA

È stata fondata nel 1999 da un piccolo gruppo di medici specialisti e pa-renti di malati, per creare un punto di riferimento e di mediazione per tutti coloro che sono a contatto con questa malattia. Gli obiettivi principali sono l’informazione, la sensibilizzazione, la cura, il continuo aggiornamento dei familiari e il miglioramento dei servizi. L’associazione ASAA segue attenta-mente gli sviluppi della ricerca sul morbo di Alzheimer e sulle sindromi de-lle demenze connesse e intende informarne la popolazione dell’Alto Adige. Inoltre, l’associazione si impegna a ottenere e a migliorare l’organizzazione di servizi sociosanitari per i malati di Alzheimer e per le famiglie che li assis-tono, senza scopi di lucro e nei principi del volontariato.

Le offerte di ASAA

• Il “telefono amico” ogni lunedì, mercoledì, venerdì, dalle ore 17.00 alle ore 19.00 T 0471 / 051 951

• Numero Verde: 800 660 561 troverete un referente cinque giorni alla settimana dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 18.00.

• Incontri dei familiari nei gruppi di auto mutuo aiuto a Bolzano, Merano, Chiusa, Vipiteno, S.Candido

• Biblioteca con libri specifici, narrativa, materiale audio e video

• Mostra fotografica itinerante, anche in prestito

• Conferenze a richiesta

CONTATTOASAA Alzheimer • Südtirol • Alto Adige – Associazione ONLUS Sede: Palazzo Altmann, Piazza Gries 1839100 Bolzano

e-Mail: [email protected] web: alzheimer.bz.itT 0471 051 951 (LU-MER-VE ore 17-19)

Cassa Rurale di Bolzano:IBAN IT 45 A 08081 11601 000301005201

94067320211

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3PreFazione

Care amiche, cari amici di ASAA – Alzheimer Südtirol Alto Adige,cari familiari impegnati nell’assistenza e cari interessati tutti,

quante volte ci avete chiesto come si potrebbero prevenire i distur-bi della memoria tipici del morbo di Alzheimer?! Questa domanda importante se la pongono tutti coloro che in qualche modo sono in contatto con la malattia. Sappiamo che purtroppo, ancora la scienza non ha scoperto una cura capace di portare alla guarigione, ma tutti noi vorremmo almeno avere un’indicazione su come fare per evitare la malattia – anche se la scienza attualmente non ci può dare nessuna garanzia.

Ora, l’opuscolo è uscito, scritto, coordinato e curato per conto di ASAA da Barbara Plagg, PhD che ha studiato genetica del morbo di Alzheimer presso l‘Università di Monaco e che attualmente è ricer-catrice e docente della LUB nel settore dell’ambiente e della salute.

Siamo felici di poter consegnare le sue preziose informazioni a tutti gli interessati.

Il Presidente di ASAA Ulrich SeitzLa vicepresidentessa di ASAA Edith Moroder

Bolzano, novembre 2017

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4 introdUzione

Uno scrigno custode di tutte le cose

“La nostra memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro sentimento, persino il nostro agire”, ha detto una volta Luis Buñuel, descrivendo perfettamente a che cosa serve la memoria per noi esseri umani - praticamente a quasi tutto.

La memoria contiene da una parte i nostri ricordi personali - ad esempio i nostri momenti più felici e le nostre gaffe più clamorose - dall’altra racchiude tutta la conoscenza fattuale accumulata nel cor-so della nostra vita, a partire dal sapere che una sedia è una sedia fino alla più complicata formula matematica. Inoltre alla memoria competono anche contenuti essenziali su cui non c’è molto da ri-flettere: processi fisici o mentali come camminare eretti, allacciare le scarpe o andare in bicicletta sono possibili solo grazie alle pre-stazioni della nostra memoria. Anche le paure e le cattive abitudini, le capacità e i comportamenti appresi si ritrovano nel nostro cer-vello come tracce di memoria e fanno di noi la persona che siamo.

Avere memoria dunque significa molto di più che ricordarsi che

Ricordati che...!

…  non esiste alcuna misura che possa escludere completamente l’eventualità di ammalarsi prima o poi di una qualche forma di demenza. Tuttavia per alcune cause, come ad esempio i disturbi circolatori cerebrali, sono possibili - allo stato attuale delle ricerche - alcune forme di prevenzione.

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5introdUzione

Roma è la capitale d’Italia o tenere a mente dove abbiamo mes-so le chiavi. Significa decodificare correttamente il mondo che ci circonda, sapersi comportare e muovere in esso adeguatamente. Ciò riesce soprattutto proprio perché la nostra memoria è in grado di filtrare la molteplicità di impressioni che ci bombardano di con-tinuo e di selezionare solo quelle che per noi in futuro potranno essere rilevanti. In tal modo possiamo adeguarci all’ambiente e orientarci in esso, perché la nostra memoria ci passa le informa-zioni necessarie per farlo.

"Memoria" è quindi un termine generico per indicare tutta una serie di capacità essenziali che ci aiutano ad imprimere nella mente le esperienze, a conservarle, ad associarle e a riconoscerle. La me-moria è un capolavoro biologico, tesoriere e custode di tutte le cose, come ebbe a dire già Cicerone. Una fonte inesauribile che può e deve continuare ad essere alimentata.

Negli anni ’60 si pensava ancora che i ricordi venissero registrati in determinate cellule. Significativi in proposito furono gli studi di Mc Connell che insegnò ai vermi ad evitare la luce, poi li sminuzzò, li diede in pasto ai loro consimili e stabilì che i vermi a quel punto imparavano più in fretta a svolgere quello stesso compito. Il New York Times in seguito suggerì: “Eat your Professor” (“Mangia il tuo professore”). Nel frattempo ora sappiamo che la nostra memoria è una rete complessa di tante strutture molecolari, che i ricordi non sono assolutamente registrati nelle singole cellule nervose, e che ci sono alcune strategie (più ”ortodosse“) per sostenere la memo-ria, prevenendo eventuali difficoltà e problemi. Perché, essendo una rete complessa di cellule differenti, la nostra capacità di me-morizzare viene influenzata sia da fattori genetici che ambientali. Il presente opuscolo si propone di illustrare quello che finora ha scoperto la scienza e di offrire suggerimenti e consigli concreti per la vita di tutti i giorni, in modo che tu possa custodire quel te-soro del tutto personale che non ha prezzo: la tua memoria.

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Lo sai che...?

…  alcuni studiosi di Lipsia hanno calcolato che circa il 30 per cento degli attuali casi di demenza sono attribuibili in particolar modo a sette fattori legati allo stile di vita: pressione alta e forte sovrappeso nella mezza età, diabete, depressione, mancanza di attività fisica, fumo e basso livello di istruzione. (Luck e altri, 2016)

Ricordati che...!

… i problemi di memoria possono derivare da tantissime cause diverse ed essere curabili. Se dovessi notare in te o in un’altra persona un cambiamento repentino ed improvviso delle capacità cognitive, consulta subito un medico!

introdUzione

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indice 7

Indice

1. Alimentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 09

2. Movimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

3. Sistema cardiovascolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21

4. Depressione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

5. Stress cronico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

6. Stress ossidativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

7. Riserva cognitiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41

8. Traumi cranio-cerebrali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45

9. Veleni ambientali e radiazioni elettromagnetiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51

10. Fattori genetici di rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55

11. Amministrazione di sostegno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61

12. Telesoccorso e telesoccorso satellitare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65

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Alimentazione1

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1. aLimentazione 9

La cosiddetta alimentazione mediterranea non solo riduce il rischio di infarto cardiaco, ma anche il rischio di ammalarsi di demenza va-scolare (= che colpisce i vasi sanguigni) o del morbo di Alzheimer. Il regime alimentare dovrebbe prevedere molta frutta, verdura, carne, olio di oliva, noci e prodotti integrali. Al contrario, carne suina e bovina, salsicce, speck, formaggio, burro e strutto devono essere consumati in quantità ridotte, in quanto contengono soprattutto grassi saturi. Di fatto questi ultimi, esattamente come i grassi insaturi, danno molta energia e supportano il sistema immunitario; tuttavia le persone do-vrebbero assumere una quantità elevata di grassi insaturi di diverso tipo e una bassa quantità di grassi saturi, in modo da ridurre non solo il rischio di malattie cardiache, ma anche la colesterolemia totale e la concentrazione di colesterolo LDL nel sangue. I grassi saturi fanno

Ricordati che...

…  è molto importante sapere da dove provengono gli alimenti che consumi. Infatti è stato dimostrato che anche il latte, la carne e il formaggio contengono gli acidi grassi omega-3 se gli animali non vengono allevati in batteria, ma al pascolo e se vengono nutriti con erba fresca.

Lo sapevi che...

…  una dieta calibrata di norma copre il fabbisogno di vitamine e antiossidanti e non necessita di integratori alimentari. Il loro uso infatti è discutibile, in quanto possono essere perfino dannosi.

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10 1. aLimentazione

salire i livelli di colesterolo, fanno ingrassare e aumentano il rischio di calcificazione dei vasi sanguigni. I grassi insaturi invece, contenuti per esempio nell’olio di oliva spremuto a freddo o nel pesce, riducono il contenuto di colesterolo LDL o “cattivo” nel sangue. Inoltre il pesce, le noci, i crostacei e alcuni oli vegetali contengono gli acidi grassi omega-3. Questi ultimi riducono il rischio di demenza, in quanto im-pediscono che i vasi sanguigni si restringano e stabilizzano i contatti tra le cellule nervose del cervello. É risaputo anche che un’elevata concentrazione nel sangue di omocisteina (= una molecola natural-mente presente nell’organismo umano che serve a formare proteine) può danneggiare i vasi sanguigni ed è strettamente correlata alla de-pressione e alla demenza. Alcuni studi hanno dimostrato che l’acido folico (il quale fa parte delle vitamine del gruppo B) aiuta a tenere sotto controllo l’omocisteina. Una patologia che mette a dura prova i nostri vasi sanguigni è il diabete (cfr. capitolo 3), ma anche in questo caso l’alimentazione gioca un ruolo importante.

→ Una dieta “mediterranea” consiste di frutta, verdura, olio di oliva, pesce e carboidrati. Tutti questi prodotti sono reperi-bili da noi in Alto Adige sia nei supermercati che nei piccoli negozi.

→ Un ridotto apporto di grassi ha effetti positivi sul tuo meta-bolismo e mantiene entro i limiti previsti i livelli di coleste-rolo LDL.

→ I radicali liberi (cfr. capitolo 6) si formano con la respirazio-ne cellulare e possono danneggiare le cellule nervose. Le vitamine A, C ed E eliminano i radicali liberi. Verdure come spinaci e carote contengono molta vitamina A, mentre la vitamina C si trova negli agrumi come arance, limoni e pompelmi; la vitamina E invece è contenuta soprattutto nelle noci, nei cereali integrali, nel sedano e nel cavolo.

→ L’acido folico insieme alle vitamine B6 e B12 costituisce il

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cosiddetto complesso vitaminico B e tiene sotto controllo i livelli di omocisteina. L’acido folico è contenuto in quanti-tà elevate nei broccoli, nell’indivia, negli spinaci e nel fega-to di pollo.

→ I grassi insaturi sono contenuti nell’olio d’oliva, nei carboi-drati (pane, pasta, riso, patate ecc.), nell’olio di noci, nell’o-lio di colza ecc. e abbassano i livelli di colesterolo LDL. I fritti, i prodotti finiti e i dolci a base di pasta sfoglia sono ricchi dei cosiddetti “grassi trans”. Anche questi non fanno particolarmente bene, perché aumentano il rischio di disli-pidemia (= disturbi del metabolismo lipidico) e di malattie cardiache; di conseguenza dovrebbero essere consumati solo raramente.

→ Gli acidi grassi omega-3 sono contenuti nel pesce (so-prattutto salmone, sarde, sardine, acciughe), nella verdura (soprattutto peperoni, porri, spinaci), nelle noci e nei semi (soprattutto semi di lino, sesamo), negli oli (soprattutto olio di noci, olio di semi di lino, olio di colza, olio di soia). Essi proteggono le cellule nervose del cervello e impediscono l’insorgere di infiammazioni.

→ L’EGCG (epigallocatechina gallato) è un componente del tè verde che pare protegga dai radicali liberi (cfr. capitolo 6) riducendone la formazione. Tuttavia l’effetto dell’EGCG non è univocamente comprovato.

→ Un apporto sufficiente di liquidi è essenziale e vitale a qual-siasi età per mantenere inalterate tutte le funzioni fisiche e mentali. Il valore indicativo per la quantità di liquidi da inge-rire è di 1,5 litri al giorno, laddove molteplici fattori influisco-no su questo valore (per esempio il peso, l’insieme delle attività svolte, la temperatura ecc.). Comunque, a lungo andare, nessuno dovrebbe bere meno di un litro al giorno.

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Movimento2

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2. movimento 13

Grazie a numerosi studi si è riusciti a dimostrare che un’attività fisi-ca regolare aiuta a restare più a lungo autonomi e a mantenere una buona salute psichica. Anche se non sempre ce ne accorgiamo, il movimento è una vera benedizione per il nostro corpo, in quanto non solo abbassa la pressione, i livelli di colesterolo, la glicemia e il peso corporeo, ma rifornisce anche il cervello di ossigeno e accelera il metabolismo. Ciò è particolarmente importante per le nostre cellule nervose che in questo modo possono essere me-

Ricordati che...

…  l’attività fisica non sviluppa solo forza muscolare, ma procura anche benessere psichico e aiuta a mantenere entrambi.

Ricordati che...

…  per lo sport non è mai troppo tardi. Cercati qualcosa da poter fare con gioia e senza sentire dolore e trova il sistema per continuare a farlo.

Lo sapevi che...

…  l’attività fisica aerobica (ovvero quella che ti fa sudare e sentire battere il cuore) favorisce lo sviluppo di neuroni nell’ippocampo, area del cervello importante per la formazione della memoria? (Erickson e altri, 2009)

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14 2. movimento

glio collegate tra loro e scambiarsi più facilmente le informazioni. L’attività motoria aumenta inoltre la produzione di fattori di crescita neurotrofici cerebrali (= che nutrono le cellule cerebrali), i quali a loro volta hanno un effetto positivo sulle nostre cellule nervose, contribuendo a mantenerle sane e favorendo lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni. Tra l’altro l’attività fisica serve anche a ridurre l’insu-lino- resistenza (= effetto ridotto dell’insulina) e le infiammazioni, a migliorare l’umore e il sonno, oltre che ad eliminare lo stress.

→ Spesso insieme si suda più volentieri: oltre ai centri fitness, ci sono anche associazioni private (per es. scuole di yoga) e centri di formazione per adulti che offrono corsi sportivi. Il fatto di dover rispettare degli orari prestabiliti e di pagare può servire a sviluppare autodisciplina e a tenere viva la motivazione. Inoltre fare sport in gruppo è sempre anche un’occasione per curare i contatti sociali.

→ É importante continuare a fare movimento nella vita di tutti i giorni. Sbriga le tue faccende quotidiane andando il più possibile a piedi o in bicicletta. Fai le scale a piedi e scegli una strada più lunga per arrivare a casa.

→ Chi pratica attività fisica tre volte alla settimana per almeno mezz’ora contribuisce al proprio benessere psichico.

→ Un buon livello di intensità lo si raggiunge quando si inizia a sudare, ma anche se contemporaneamente all’attività fisica si riuscisse a parlare con un compagno di sport (“talk test”).

→ Talvolta può essere utile tenere un “diario del movimento” per automotivarsi e annotare i progressi compiuti.

→ Non bisogna per forza seguire un corso: di seguito vi mo-striamo un paio di semplici esercizi da fare a casa, che si possono eseguire autonomamente e da soli.

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2. movimento 15

L’attività fisica è un fattore importante per la prevenzione dei disturbi cognitivi connessi alla memoria!

Vi presentiamo di seguito una scelta di esercizi combinati per sti-molare la capacità cardiovascolare in generale e, in particolare, la coordinazione, l’equilibrio, la propriocezione, la memoria spaziale e funzionale.

L’allenamento base comprende una parte dedicata all’attività ae-robica da svolgere ogni settimana della durata di 150 minuti ad in-tensità moderata o di 75 minuti ad intensità elevata. Camminare di buona lena (anche su terreni diversi), correre, andare in bicicletta, nuotare, sono solo alcuni esempi consigliati delle attività aerobi-che praticabili.

La parte specifica comprende esercizi per la coordinazione e il rin-forzo muscolare che non richiedono attrezzi o condizioni speciali:

• Attrezzatura

tappetino elastico di 2,5 m (preferibilmente a resistenza media), 2 bottiglie d’acqua da ½ litro, 1 palla, 1 sedia;

• Frequenza e durata

svolgere gli esercizi durante il giorno dopo un breve riscaldamen-to (5 minuti) almeno 3 volte alla settimana. Eseguire gli esercizi a piacimento o in successione secondo il circuit training proposto (v. sotto) e concludere la seduta con alcuni esercizi di stretching per i vari distretti muscolari esercitati durante l’allenamento;

• Intensità

il dosaggio dello sforzo è corretto ed efficace se si comincia a sudare e si riesce a conversare con un (anche ipotetico) com-pagno d’allenamento (talk test). Questo impedisce di sovraffa-ticarsi e produce al contempo gli stimoli metabolici necessari al raggiungimento dei nostri obiettivi.

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16 2. movimento

Ricordati che…

… dopo un allenamento ad intensità elevata, per la forza e un circuit training (v. sotto) si consiglia di osservare un giorno di riposo.

Ricordati che…

… le nostre raccomandazioni non devono rimanere lettera morta, ma diventare parte integrante della quotidianità e sana abitudine di vita.

Lo sapevi che…

…  con la giusta intensità allenante (p. es. riuscire a sudare) si attiva la produzione di sostanze che favoriscono la funzionalità neuronale e metabolica dell’organismo, contrastando l’invecchiamento del cervello?

Lo sapevi che…

…  gli esercizi propriocettivi e di coordinazione migliorano la comunicazione fra le cellule nervose, permettendo al nostro cervello di funzionare come una vera orchestra sinfonica?

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2. movimento 17

Superman

Deadlift con bottiglia

Quadrupedia, alternare braccio e gamba controlaterale estesi, mantenendo la testa in linea con la schiena (sguardo in basso).

Stazione eretta con una bottiglia in mano, appoggiando una mano a una sedia posta di fianco. Abbassare il busto e il braccio verso il pavimento, portando una gamba estesa all’indietro, fino a toccare il pavimento con la bottiglia. Fare attenzione a mantenere busto e gamba sulla stessa linea. Ripetere con l’altra gamba. Maggiore difficoltà: senza appoggio.

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18 2. movimento

Orologio con due bottiglie

Clap your hands

Stazione eretta, afferrando una bottiglia per mano. Mettersi di fronte a uno specchio con le braccia tese a simulare le lancette dell’orologio in orari diversi sul quadrante.

Stazione eretta a ca. mezzo metro da un muro, mantenendo busto, glutei e gambe contratti sulla stessa linea. Lasciarsi cadere verso il muro appoggiandovi le mani un po’ oltre l’altezza delle spalle, spingersi via dal muro e battere le mani in risalita prima di ricadere verso il muro. Ripetere le sequenze senza fermarsi.

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2. movimento 19

Russian twist con palla

Seduti a terra a gambe piegate, busto eretto, la palla fra le mani con braccia quasi estese. Ruotare il busto lateralmente espirando, tornare in centro inspirando, ripetere sull’altro lato.

Ripetizioni: 12-16 (oppure 6-8 per lato)

Serie: 2-3

Alternativa “circuit training”: questi esercizi possono essere effettuati anche all’interno di un circuito (= ogni esercizio equivale a una stazione), passando da una stazione all’altra senza pausa (solo il tempo necessario al passaggio, max. 20-30 secondi). Giri: 2-3 con 3 minuti di recupero fra un giro e l’altro.

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Sistema cardiovascolare3

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3. sistema cardiovascoLare 21

Molti studi hanno dimostrato che i cambiamenti vascolari (= che riguardano i vasi sanguigni) non danneggiano solo il cuore e la circolazione, ma anche le capacità mentali. Ormai sappiamo che nell’ambito delle demenze il più delle volte insorgono danni va-scolari anche al cervello, i quali contribuiscono ad una graduale diminuzione delle capacità mnemoniche. I disturbi vascolari cere-brali sono responsabili della morte delle cellule nervose. Questo succede soprattutto per il fatto che si arriva ad un ispessimento delle pareti dei piccoli vasi sanguigni e quindi ad un restringimen-to dei vasi cerebrali. Questi cambiamenti vascolari possono pro-vocare la formazione di piccole lesioni simili a fori nel tessuto ce-rebrale (= infarto cerebrale) e danneggiare le cellule nervose. Essi sono spesso la conseguenza di pressione alta, diabete (diabete mellito), disturbi del metabolismo lipidico (per es. colesterolo alto), fumo e sovrappeso.

→ Tieni d’occhio la tua pressione sanguigna! Per farlo non serve andare dal medico, basta recarsi in farmacia. Si considera ideale una pressione di 120/80 mmHg. A par-tire da 140/90 mmHg si parla di pressione alta. Se i tuoi valori sono alti, non aspettare che migliorino da soli. Ri-volgiti al tuo medico e consultati con lui per sapere come poterli abbassare. A tale scopo, oltre ai farmaci, fanno la loro parte anche il movimento (capitolo 2) e un’alimenta-zione sana (capitolo 1).

→ Valori troppo alti di colesterolo LDL sono dannosi per i vasi sanguigni, perché lì si deposita questo tipo di colesterolo aumentando il rischio di arteriosclerosi (“calcificazione arte-riosa”). Il colesterolo da una parte può essere regolato con l’alimentazione (cfr. capitolo 1), dall’altra con i farmaci. An-che in questo caso devi rivolgerti al tuo medico di famiglia.

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22 3. sistema cardiovascoLare

→ Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio per molte ma-lattie serie, perché danneggia quasi ogni organo, in modo particolare le vie aeree e il sistema cardiovascolare. Anche il cervello risente del consumo di nicotina. In Alto Adige il servizio pneumologico offre un centro di consulenza per fu-matori e corsi per la dissuefazione dal fumo (0471 / 909 600).

→ Il sovrappeso nella mezza età (tra i 30 e i 60 anni) é un fattore di rischio per la demenza. Parimenti è stata riscontrata una correlazione tra il sovrappeso in età avanzata (oltre i 60 anni) e la demenza. Il tuo medico potrà stabilire se il tuo peso è

“sano”, cioè nella norma per la tua altezza, e spiegarti quali contromisure prendere qualora non fosse così.

→ Il diabete nella mezza età aumenta il rischio di ammalarsi di una forma di demenza, per cui andrebbe tenuto a bada con l’alimentazione, il movimento e i farmaci. Anche in que-sto caso ti sarà di aiuto il tuo medico di famiglia. Fermo re-stando che generalmente una buona terapia per il diabete è sempre anche un’importante forma di prevenzione della demenza.

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3. sistema cardiovascoLare 23

Ricordati che...

… tutto ciò che danneggia il tuo cuore non fa bene neanche al tuo cervello. Viceversa, ciò che favorisce il tuo benessere psichico fa bene anche al tuo cuore. Gli inglesi a questo proposito dicono: be smart, exercise your heart! Chi vuole essere vispo e brillante quindi non deve allenare solo il cervello, ma anche il cuore e averne cura.

Lo sapevi che...

…  il cervello di un/a quarantenne con una pressione superiore a 140/90 mmHg invecchia di media 7,2 anni prima rispetto a quello di un/a quarantenne con una pressione normale? (Maillard e altri, 2012)

Lo sapevi che...

…  il diabete fa invecchiare il cervello mediamente 5 anni prima della norma? (Rawlings e altri, 2014)

Lo sapevi che...

… le persone che si mantengono in forma fisicamente e si nutrono in modo sano, possono ridurre il rischio di ammalarsi di una qualche forma di demenza? (Scarmeas e altri, 2009)

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Depressione4

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4. dePressione 25

I sintomi depressivi sono strettamente correlati alle nostre capaci-tà cognitive: se non stiamo bene, diminuiscono le nostre capacità mnemoniche e di concentrazione. La somiglianza sintomatologi-ca fra le due malattie, soprattutto allo stadio iniziale della demenza, è per certi versi così netta, che una demenza può essere scam-biata per una depressione e una depressione per una demenza. Se non siamo in presenza di una “vera” demenza degenerativa, benché sintomi come smemoratezza e difficoltà di concentrazio-ne facciano pensare ad essa, si parla di “pseudodemenza depres-siva”. Molto spesso si riscontra che i pazienti affetti da demenza soffrono anche di una sindrome depressiva.

Le depressioni non solo presentano analogie con le demenze a li-vello sintomatologico o insorgono in concomitanza con esse, ma sono anche considerate un fattore di rischio per la malattia. Alcuni studi hanno dimostrato infatti che le persone affette da depressio-ne sono più esposte al rischio di ammalarsi di demenza. Il motivo di ciò finora non è ancora stato del tutto chiarito. Si ipotizza che una depressione non curata per un certo periodo di tempo pro-vochi dei cambiamenti nel cervello che possono favorire l’insor-genza di una forma di demenza. Inoltre chi soffre di depressione

Lo sapevi che...

…  Gunter Sachs, che si è suicidato nel 2011 perché pensava di essere affetto da demenza, non ne soffriva affatto? Un referto tardivo ha stabilito che Sachs soffriva di una pseudodemenza depressiva - una malattia potenzialmente trattabile e curabile.

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26 4. dePressione

spesso trascura la propria persona, si chiude in se stesso ed evita i contatti sociali; e poi la mancanza di stimoli mentali e di sollecita-zioni si ripercuote negativamente sulle capacità cognitive.

→ Se ti senti abbattuto per settimane, non esitare, rivolgiti ad un medico. Le depressioni sono dovute ad un disequilibrio di determinati messaggeri chimici nel cervello. La depres-sione è una malattia che va presa seriamente e può essere curata con i farmaci e con una terapia.

→ Il movimento (cfr. capitolo 2) è un ottimo modo per aumen-tare la motivazione e migliorare l’umore. Oltre agli esercizi di ginnastica a casa, sono particolarmente indicati le passeg-giate, il nuoto, la bicicletta e il giardinaggio. Così facendo prendi due piccioni con una fava, perché tra l’altro puoi fare scorta di aria fresca e, con un po’ di fortuna, anche di sole.

→ Fissa ogni giorno piccoli obiettivi e sii paziente con te stes-so. L’autocolpevolizzazione e le aspettative troppo elevate rafforzano i pensieri e i sentimenti depressivi. Nei momenti in cui non stai bene dovresti concederti delle “attenuanti”e rinunciare a prendere decisioni importanti.

Ricordati che...

…  i disturbi della memoria e della concentrazione si manifestano contestualmente a molte malattie che non possiamo in alcun modo diagnosticare da soli. Quindi, per stabilire le cause dei disturbi della memoria rivolgiti ad un medico.

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Stress cronico5

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5. stress cronico 29

Lo stress è una condizione di tensione fisica ed emotiva dell’esse-re umano, provocata da pressioni e stimoli interni ed esterni.

Lo stress non è sempre necessariamente un male: uno stress po-sitivo aumenta l’attenzione e le prestazioni del nostro organismo, può essere tenuto sotto controllo e produce gli ormoni della feli-cità. Ciò succede nel caso in cui una persona sia motivata a svol-gere determinate prestazioni. Lo stress viene percepito come ne-gativo se si manifesta di continuo e non può essere compensato, se inibisce l’attività cerebrale ed affatica il sistema immunitario. In situazioni acute di stress si verifica un incremento dell’attività del sistema neurovegetativo (= il sistema nervoso “inconscio” che re-

Ricordati che...

… uno stress cronico, prolungato può accelerare il processo di invecchiamento.

Lo sapevi che...

… lo stress disturba l’apprendimento consapevole e mirato che dipende dall'ippocampo? Lo ha dimostrato una ricerca nella quale i soggetti di controllo dovevano svolgere una consegna tenendo una mano nell’acqua gelata. Ciò provoca stress - come dimostrato dalle analisi ormonali - e si ripercuote negativamente sull’ apprendimento. (Schwabe & Wolf, 2012)

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30 5. stress cronico

gola le funzioni vitali come la pressione sanguigna, la respirazione e il battito cardiaco) e del sistema ormonale. Inoltre aumentano la frequenza cardiaca e i disturbi circolatori, viene rilasciato glu-cosio (= zucchero), viene ridotta l’attività dell’apparato digerente e accelerata la coagulazione del sangue, laddove al contempo il sistema immunitario rallenta la sua attività per risparmiare energia. Particolarmente importante in una situazione di stress è il cortiso-lo, un ormone endogeno noto anche come “ormone dello stress”, prodotto dalla corteccia surrenale e presente nel sangue in quan-tità variabili in momenti diversi della giornata. In una situazione di stress i livelli di cortisolo nel sangue aumentano sensibilmente. Ai primordi della civiltà ciò poteva essere utile per preparare l’orga-nismo a reagire meglio in situazioni di pericolo, in quanto serviva a combattere con più vigore e a correre più velocemente. Oggi invece, per affrontare le situazioni di stress che ci si presentano sul lavoro, nel tempo libero e in famiglia, reazioni di questo tipo sono per lo più inappropriate.

Lo stress negativo può provocare tutta una serie di sintomi: oltre a sintomi fisici come pressione alta, debolezza muscolare (miaste-nia), contrazioni e dolori articolari (solo per citarne alcuni), si pos-sono manifestare anche difficoltà a memorizzare e quindi smemo-ratezza. La percezione delle persone stressate è ridotta e subentra la “visione a tunnel” per cui tutta l’attenzione è rivolta alla situazio-ne di stress. Ciò induce i diretti interessati ad essere smemorati e distratti. É stato dimostrato che il cortisolo incide sulle nostre capacità mnemoniche e alla lunga può addirittura provocare cam-biamenti a livello cerebrale. Il cortisolo ha infatti un’influenza molto forte sull’ippocampo, la struttura cerebrale deputata soprattutto alla formazione della memoria. Se lo stress continua per mesi, può portare alla morte delle cellule nervose. Inoltre uno stress prolun-gato accelera il processo di invecchiamento. Lo stress cronico fa invecchiare più velocemente le nostre cellule e aumenta il rischio

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5. stress cronico 31

individuale di malattia. In particolare le depressioni possono de-rivare o essere aggravate da uno stress prolungato. Esse sono a loro volta un noto fattore di rischio per la demenza (cfr. capitolo 4).

→ Le situazioni frequenti e prolungate di stress che aumenta-no il rilascio di cortisolo nell’organismo dovrebbero essere evitate il più possibile.

→ In una situazione acuta di stress, il movimento è un buon modo per rigenerarsi. Con l’attività fisica (per esempio una passeggiata all’aria fresca) vengono eliminati adrenalina e cortisolo. Allo stesso tempo ci si distrae e si esce dalla “vi-sione a tunnel” determinata dallo stress.

→ Lo stress può essere fomentato anche da tè, caffè, zucche-ro e alcol. Un’alimentazione sana in un contesto piacevole aiuta a ridurre il livello di stress.

→ La deprivazione sensoriale, ovvero la privazione di stimoli sensoriali come sentire e vedere, ci “stressa”: cerca di ov-

Lo sapevi che...

…  le persone che vivono una situazione di stress sviluppano spesso una “visione a tunnel” e ricorrono in modo assolutamente automatico ad azioni routinarie? Nell'esercito tedesco o durante le esercitazioni antincendio si mette a frutto proprio questa capacità e si fanno appositi esercizi per instaurare una routine comportamentale in situazioni di stress. Di norma comunque i collaboratori che soffrono di stress cronico sono uno svantaggio per un'azienda, essendo meno performanti e meno creativi.

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32 5. stress cronico

viare ad eventuali difficoltà facendo uso di occhiali, appa-recchi acustici, o creando luce a sufficienza per evitare si-tuazioni di questo tipo stressanti e stancanti per il tuo corpo.

→ Spesso le persone stressate accusano disturbi del sonno - e il sonno d’altronde è importante per le nostre capacità cognitive. La mancanza di sonno comporta un maggior ri-lascio di cortisolo per cui l’organismo non ha abbastanza tempo per rigenerarsi. Se però nella vita di tutti i giorni non puoi concederti un riposino pomeridiano né dormire a suffi-cienza, dovresti prenderti tempo per farlo almeno il fine set-timana.

→ Essere sopraffatti da impressioni sensoriali può procura-re stress. L’importante è esserne consapevoli e mettere a fuoco le cose da fare, svolgendo le proprie attività in modo mirato.

→ Alle miscele di tè a base di melissa, luppolo o lavanda viene attribuito un effetto rilassante.

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Stress ossidativo6

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6. stress ossidativo 35

Quando si parla di degenerazione cellulare viene sempre chiama-to in causa il cosiddetto “stress ossidativo”, che pare sia respon-sabile in larga misura del processo di invecchiamento dell’orga-nismo e del danneggiamento delle normali funzioni delle nostre cellule. Ultimamente si discute dell’incidenza dello stress ossidati-vo sulle malattie neurodegenerative (= che danneggiano i neuroni). Ma che cos’è di preciso lo stress ossidativo? Nel nostro corpo in concomitanza di quasi tutti i processi metabolici (per esempio nel caso della respirazione cellulare) si formano di continuo e in ogni cellula i radicali liberi - cosa quindi in un primo tempo del tutto normale e che non desta preoccupazione. Tuttavia, a differenza di quanto si pensava erroneamente negli anni ’50, si è scoperto nel frattempo che i radicali liberi svolgono anche un’importante funzione regolatrice nelle cellule. Per il nostro corpo però diventa un problema se vengono prodotti troppi radicali liberi o se non è più possibile ridurre quelli in eccesso. I radicali liberi infatti sono molecole instabili, reattive, a cui manca un componente e preci-samente un elettrone (= particella elementare con carica elettrica negativa). Il fatto di essere privi di questa particella non va bene ai radicali liberi, che quindi provano a colmare questa carenza con componenti “altrui” che non sono i loro. Immaginiamo più o meno che i radicali liberi vadano in giro liberamente e si impadro-niscano dei componenti di altre molecole, che esse lo vogliano o no. Dunque i radicali liberi reagiscono in una frazione di secondo con tutto ciò con cui vengono in contatto, costringendo così altre molecole a cedere loro dei componenti. Ora il problema è che le molecole "derubate" possono subire danni in seguito al “fur-to” - perché a questo punto hanno perso un componente. Questo processo - il proliferare di radicali liberi che si servono indisturbati degli elettroni di altre molecole - è denominato “stress ossidati-vo”. Le conseguenze possono essere per esempio danni al DNA,

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36 6. stress ossidativo

alla membrana cellulare e ad altre molecole. É vero che il nostro organismo riesce a tenere sotto controllo i radicali liberi se le sue difese immunitarie sono intatte e se la formazione di radicali non è eccessivamente elevata; se però ad esempio siamo esposti ad un maggiore impatto ambientale, la funzione di “acchiappa-radicali liberi” svolta dal nostro organismo non basta più. Le ricerche at-tuali dimostrano che il fumo, l’alcol, il consumo di farmaci, i veleni ambientali e domestici, i raggi UV e uno sforzo fisico non salutare (ad esempio un allenamento sbagliato) favoriscono lo stress ossi-dativo.

Benché moltissimi studi si siano occupati dello stress ossidativo e di patologie come l’Alzheimer o il Parkinson, non è stata ancora chiarita in via definitiva la correlazione tra stress ossidativo e de-menze. Di per sé lo stress ossidativo non sembra causare alcuna

Ricordati che...

… l'apporto di vitamine in aggiunta alla normale alimentazione generalmente è sconsigliato. Puoi coprire il tuo fabbisogno di antiossidanti con una dieta equilibrata e sana.

Lo sapevi che...

… il corpo umano è costituito da circa 70 bilioni di cellule e che ogni singola cellula viene aggredita almeno 10.000 volte al giorno dai radicali liberi? Il rischio di attacchi è otto volte superiore per le persone esposte ad un maggiore impatto ambientale (elettrosmog, fumo, consumo di alcol ecc.).

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6. stress ossidativo 37

malattia, tuttavia favorisce l’insorgere di diverse patologie e viene spesso considerato un fenomeno concomitante. Quindi nel cer-vello dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer possono essere riscontrati già allo stadio iniziale alti livelli di stress ossidativo. Tra l’altro ciò ha a che fare con la formazione di placche amiloidi (= de-positi di proteine nel cervello tipici dell’Alzheimer), in quanto esse aumentano la produzione di radicali liberi, il che comporta a sua volta un aumento della produzione di placche amiloidi - in pratica un circolo vizioso.

→ Gli antiossidanti sono dei composti chimici che rallentano o impediscono l’ossidazione di altre sostanze e interrom-pono le “scorribande” dei radicali liberi cedendo sponta-neamente ad essi una particella, senza però subirne alcun danno o reagire ulteriormente. Gli antiossidanti pertanto fungono da “acchiappa-radicali liberi”: inattivano i radi-cali liberi evitando in tal modo lo stress ossidativo. An-tiossidanti naturali sono in particolare la vitamina C (aci-do ascorbico), la vitamina E (tocoferolo) e il betacarotene (provitamina A). La vitamina C si trova nella frutta fresca e nella verdura, la vitamina E negli oli vegetali, il betacarote-ne nella frutta, nella verdura e nelle uova.

→ La domanda se l’apporto di antiossidanti protegga o meno il nostro organismo dalle malattie causate dai radicali liberi, non ha ancora trovato una risposta definitiva. Poiché mol-ti studi sono giunti a risultati controversi e si è arrivati alla conclusione che per certi versi gli antiossidanti aggiuntivi hanno addirittura un effetto negativo, generalmente non si consiglia più una supplementazione (= l’assunzione di nutrienti complementari in aggiunta all’abituale alimenta-zione). In concreto questo significa che non devi compra-re sostanze con effetto antiossidante (spesso reperibili sul mercato come anti-aging o preparati vitaminici con effetto

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38 6. stress ossidativo

antiossidante), in quanto esse sono naturalmente presenti negli alimenti che consumiamo. Piuttosto dovresti segui-re una dieta sana ed equilibrata che includa un consumo quotidiano di frutta e verdura (cfr. capitolo 1), perché una dieta squilibrata e incompleta favorisce l’insorgere dello stress ossidativo.

→ I flavonoidi, contenuti ad esempio nelle tisane, nei succhi di frutta naturali, nel cacao e nel vino rosso, sono in grado di riciclare la vitamina C ed E ossidate.

→ I prodotti confezionati industrialmente e soggetti a sca-denza spesso non ci forniscono alcuna protezione antios-sidante.

→ Fumare una sigaretta dopo l’altra scatena una vera e pro-pria esplosione di radicali liberi nel nostro organismo. Astenersi dal fumo è quindi, assieme ad una dieta equili-brata, una delle misure essenziali da adottare per ridurre lo stress ossidativo nel nostro organismo.

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Riserva cognitiva7

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7. riserva cognitiva 41

Chi è mentalmente attivo nel lavoro e nel tempo libero corre meno rischi di contrarre una forma di demenza nel corso della propria vita, o comunque ritarda l’insorgenza della malattia. L’attività men-tale accelera il metabolismo e favorisce la formazione di nuove sinapsi (= connessioni tra le cellule nervose). Gli scienziati chiama-no “riserva cognitiva” la formazione di innumerevoli connessioni sinaptiche. Questa “riserva” consente di resistere più a lungo alla distruzione delle cellule cerebrali causata dall’Alzheimer, senza che si manifestino sintomi. A seguito di un’imponente ricerca con-dotta su 600 suore, un professore americano ha scoperto che al-cune di loro post mortem (= in base ai risultati di analisi effettuate dopo la morte) di fatto presentavano cambiamenti cerebrali tipici

Ricordati che...

… i processi di apprendimento in qualunque fascia di età stimolano e favoriscono le nostre connessioni neurali.

Lo sapevi che...

… una volta in effetti si pensava che la cosiddetta neurogenesi (= formazione di nuove cellule nervose) avvenisse solo durante lo sviluppo dell'embrione (quindi prima della nascita)? Ora però sappiamo che la neurogenesi in determinate aree del cervello è possibile per tutta la nostra vita, come è stato dimostrato anche su soggetti di controllo settantenni.

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42 7. riserva cognitiva

dell’Alzheimer, ma nessuna aveva mai accusato in vita problemi di memoria o di concentrazione: tutte le suore avevano lavorato come insegnanti, molte di loro fino alla morte.

In effetti la struttura delle connessioni neuronali è particolarmente resistente nell’infanzia e nella giovinezza, ma anche nell’età adulta per le nostre cellule nervose vale il motto: use it or lose it! (o le usi o le perdi!) Ciò non vuol dire che ci si debba mettere a studiare l’algebra; le nostre cellule grigie vengono comunque stimolate e sollecitate anche dalle attività culturali, dalla vita sociale, dagli hob-by creativi e dai rompicapi, perché i processi di apprendimento a qualunque età portano ad un adattamento delle reti neurali.

→ Rimani socialmente attivo. Prenditi del tempo per confron-tarti con altre persone, per i tuoi hobby, cerca attivamente la compagnia di persone che ti fanno bene. In Alto Adige esistono organizzazioni che propongono regolarmente escursioni di gruppo, corsi di ginnastica o di formazione permanente (per es. KVW-ACLI, UPAD ecc.).

→ Rimani mentalmente attivo ed utilizza la tua memoria: usa tutti i canali sensoriali, ascolta attivamente, cerca di man-tenere l’attenzione, ripeti contenuti mnemonici e associa le cose da ricordare ad altre (= costruisci mnemotecniche).

→ Le azioni routinarie non sono molto utili per la memoria che le conosce già, meglio cambiarle: per esempio ogni tanto prendi un’altra strada per tornare a casa o fai la spesa in un altro supermercato. Cerca di svolgere le azioni quotidiane come fare colazione, vestirti, fare la doccia e lavarti i denti cambiandone la sequenza.

→ I giochi di società, fare musica, leggere, dipingere, andare a passeggio o una visita al museo servono alla memoria più che guardare la TV.

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7. riserva cognitiva 43

→ Attività particolarmente efficaci sono considerate fare mu-sica e ballare, perché favoriscono allo stesso modo la con-centrazione e la coordinazione motoria.

→ Andare in pensione non dovrebbe significare un “riposo forzato”: anche dopo una vita lavorativa attiva dovresti cer-care di rimanere attivo fisicamente e mentalmente orga-nizzando efficacemente il tuo tempo libero.

→ Forse avresti sempre voluto fare l’università: all’insegna del motto “non è mai troppo tardi per imparare!”, l’Università di Bolzano offre uno “studium generale” aperto a tutti, a pre-scindere dall’età o dal possesso del diploma di maturità. Per informazioni rivolgetevi al numero 0471 / 012 803.

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Traumi cranio-cerebrali8

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8. traUmi cranio-cerebraLi 45

Il cervello è costituito da due emisferi collegati tra loro da una fa-scia di fibre nervose chiamata “corpo calloso”. Le caratteristiche di determinate funzioni e capacità si differenziano a seconda del-le parti del cervello interessate: così per esempio al linguaggio presiede specialmente l’emisfero sinistro del cervello, mentre alla musicalità è deputato per lo più l’emisfero destro. Nel caso di una lesione cerebrale a seguito di un incidente, i danni conseguen-ti dipendono da quali aree sono interessate, dalla gravità e dalla sede della lesione. Dopo gravi lesioni cerebrali, oltre ad altri dan-ni, possono insorgere disturbi permanenti dell’apprendimento e della memoria, così come difficoltà di attenzione e di concentra-

Lo sapevi che...

… le lesioni craniche in soggetti di età superiore ai 65 anni aumentano del 20% il rischio di demenza? (Gardner e altri, 2014)

Lo sapevi che...

… a seguito di lesioni craniche in soggetti di età superiore ai 50 anni si riscontra un 60% in più dei cosiddetti “depositi di proteine” (placche di beta-amiloide) rispetto ai soggetti di controllo che non hanno riportato lesioni? (Roberts e altri, 1994) Questi depositi sono presenti anche nel cervello dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.

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46 8. traUmi cranio-cerebraLi

zione. In realtà è stato assodato che un trauma cranio-cerebrale acuto - come per esempio quello subito dai pugili nel caso del cosiddetto “knock out” (KO) - comporta una formazione elevata di beta-amiloide, il componente base delle “placche dell’Alzheimer”. Così come nel caso del morbo di Alzheimer e di una demenza frontotemporale (= una forma di demenza che coinvolge special-mente la parte anteriore dell’encefalo e si manifesta tra l’altro con anomalie comportamentali), i traumi cranio-cerebrali ripetuti com-portano un accumulo di proteine “dannose” come le proteine tau e TDP-42. Queste proteine si possono trovare in moltissime forme diverse di demenza (come per es. il morbo di Alzheimer e la de-

Lo sapevi che...

… il 10-20% dei pugili professionisti soffre di conseguenze patologiche persistenti come tremori, paralisi, demenza, depressione e aggressività? Una volta questa malattia era nota come “demenza del pugile“, ma adesso è più comunemente usato il termine “encefalopatia traumatica cronica“ (CTE). La “World Medical Association“ (WMA) nel 2005 si è battuta per ottenere un divieto generale di praticare il pugilato, ma senza successo.

Ricordati che...

… non sempre un colpo alla testa conseguente ad una lieve caduta comporta lo sviluppo di disturbi della memoria. Tuttavia lesioni craniche lievi ma ripetute, anche all'apparenza asintomatiche, possono avere ripercussioni sulla salute mentale.

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8. traUmi cranio-cerebraLi 47

menza frontotemporale) e contribuiscono alla morte dei neuroni. Benché non sia ancora chiara l’esatta correlazione tra le due cose, gli studi scientifici indicano che traumi cranio-cerebrali lievi ma ripetuti, associati anche senza sintomi ad una commozione cere-brale, possono portare a cambiamenti neurodegenerativi (= che distruggono i neuroni). Una commozione cerebrale di regola è la conseguenza di un incidente o di un’aggressione e pertanto non è prevedibile, dunque non può essere evitata. Ciononostante, in altri casi, alcune precauzioni generali possono ridurre sensibilmente il rischio di procurarsi una lesione alla testa e di danneggiare la memoria.

→ Arreda la tua casa “a prova di caduta” e rendi sicuri gli osta-coli come soglie, bordi di tappeti, cavi e piastrelle scivolo-se. Anche water o letti troppo bassi aumentano il rischio di sbattere la testa da qualche parte.

→ Una buona illuminazione a casa è un’importante misura di prevenzione contro le cadute: anche di notte devi assicu-rarti di riuscire a vedere bene.

→ Usa calzini antiscivolo o pantofole.

→ Allacciati la cintura di sicurezza in auto. Controlla che il tuo airbag funzioni.

→ Non usare la macchina né la bicicletta se non stai bene o non ti senti sicuro o sei distratto.

→ Indossa il casco se fai attività sportive come ad esempio ciclismo, equitazione, sci o pattinaggio in linea.

→ Problemi di salute come fluttuazioni della pressione, ali-mentazione carente, ipoglicemia e convulsioni possono compromettere la sicurezza dell’andatura. Nel caso di un problema di salute acuto siediti (all’occorrenza anche sul

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48 8. traUmi cranio-cerebraLi

pavimento) e aspetta di stare meglio o prova a richiamare l’attenzione di altre persone sull’accaduto. Non fare lunghi percorsi ed evita assolutamente le scale o le salite se sei spossato fisicamente. Il telesoccorso (cfr. capitolo 12) può costituire un’ulteriore misura di sicurezza ed essere attiva-to in caso di emergenza.

→ Con l’età diminuiscono la velocità, l’equilibrio e l’attenzio-ne, che però possono essere allenati ottimamente con semplici esercizi per l’equilibrio da eseguire con regolarità.

→ Dopo una caduta o un colpo violento alla testa consulta un medico, anche se non riscontri sintomi gravi.

→ Chi ha una commozione cerebrale dovrebbe assoluta-mente curarla a fondo ed evitare attività sportive o che possano provocare cadute: nei primi sette-dieci giorni successivi ad una commozione cerebrale basta anche un colpo molto più lieve per provocare un’altra emorragia ce-rebrale.

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Veleni ambientali e radiazioni elettromagnetiche

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9. veLeni ambientaLi e radiazioni eLettromagnetiche 51

9. Veleni ambientali e radiazioni elettromagnetiche

Il fatto che determinate sostanze nocive presenti nell’ambiente in-fluiscano sul rischio di avere difficoltà di memoria o di contrarre una demenza, continua ad essere un argomento di grande inte-resse per la ricerca. A questo proposito, negli ultimi anni l’attenzio-ne è puntata soprattutto sull’alluminio, un metallo leggero, e sulle radiazioni elettromagnetiche.

Il grande interesse della ricerca attorno al tema dell’alluminio è nato quando nel cervello di pazienti con il morbo di Alzheimer è stata rinvenuta un’elevata concentrazione di alluminio e alcuni scienziati italiani hanno dimostrato che in questo caso la ferritina (una proteina) contiene anche alluminio. Tuttavia finora non si è ancora riusciti a chiarire se il tenore di alluminio non sia forse solo una conseguenza della malattia, ovvero se probabilmente questo metallo di per sé non provochi la malattia, ma compaia contem-poraneamente ad essa solo come sottoprodotto.

Inoltre da anni è ancora controversa la questione se le radiazioni elettromagnetiche (chiamate anche “elettrosmog”) emesse dai telefoni mobili o dai ripetitori aumentino il rischio di contrarre il morbo dell’Alzheimer. Alcuni studi epidemiologici (= studi che si

Ricordati che...

… benché allo stato attuale della ricerca non vi sia chiarezza in merito ai rischi per la salute, per le radiazioni elettromagnetiche fondamentalmente vale questo principio: più sei lontano dalla sorgente, più debole è la radiazione.

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52 9. veLeni ambientaLi e radiazioni eLettromagnetiche

occupano della diffusione delle malattie) indicano che le persone esposte a lungo per motivi professionali a campi elettromagnetici a bassa frequenza hanno contratto più facilmente l’Alzheimer. Tut-tavia questi studi sono stati spesso criticati, perché si differenziano notevolmente per ciò che concerne la rilevazione dei dati e non sono in grado di spiegare l’effetto delle radiazioni elettromagne-tiche. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità finora non ha messo in guardia esplicitamente sui rischi dei campi elettromagnetici a bassa frequenza.

Riassumendo, fino adesso dunque non vi è in linea di massima alcuna indicazione secondo cui determinate sostanze nocive possono provocare una demenza. In via del tutto generale, co-munque, è consigliabile proteggersi da dosi elevate di sostanze nocive di qualunque tipo per non mettere a repentaglio la propria salute e il proprio benessere.

→ L’alluminio viene assorbito con gli alimenti, l’acqua potabile, gli imballaggi dei prodotti alimentari, i cosmetici e i farmaci e non dovrebbe superare 1 milligrammo alla settimana per ogni chilo di peso corporeo. La maggior parte delle per-sone raggiunge la dose massima tollerabile già solo con il cibo. Un nesso causale tra l’assorbimento di alluminio e la comparsa della malattia di Alzheimer finora non è ancora stato comprovato. Ciononostante, se per questo motivo non ti sentissi tranquillo e volessi andare sul sicuro, potresti ridurre l’assorbimento di alluminio evitando di applicare nel cavo ascellare, subito dopo la depilazione, deodoranti con-tenenti alluminio sulla pelle irritata. Leggi quindi gli ingre-dienti: se compare la parola “alluminio“ in un componente (per es. cloruro di alluminio, cloridrato di alluminio-zirconio o cloridrato di alluminio), allora l’alluminio c’è.

→ Anche l’“elettrosmog” attualmente è classificato come probabile fattore di rischio per la demenza, in quanto fino-

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9. veLeni ambientaLi e radiazioni eLettromagnetiche 53

ra non ci sono prove scientifiche sufficienti al riguardo per spingersi oltre. D’altra parte la tecnologia è ancora troppo giovane per una valutazione conclusiva degli effetti sulla salute a lungo periodo. Se vuoi ridurre l’esposizione alle ra-diazioni, l’ufficio federale di radioprotezione (BFS) propone misure di vario tipo: telefona con le cuffie e disattiva il traf-fico dati (= “dati mobili” o “connessione dati”) mentre tieni il cellulare appoggiato alla testa. Naviga in internet solo se la ricezione è buona, compra un cellulare con un valore SAR ridotto (te lo può indicare il negoziante) e tienilo alla distan-za minima indicata dal produttore. Se tieni il tuo cellulare in “modalità aerea” (modalità offline), oltre alle radiazioni ti risparmierai anche lo stress.

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Fattori genetici di rischio10

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10. Fattori genetici di rischio 55

Al contrario dello stile di vita, i geni di cui disponiamo per vivere non li possiamo scegliere. Quanto i geni influiscano sulle nostre prestazioni cognitive non è ancora del tutto chiaro. Tuttavia si sa che i geni interagiscono costantemente con l’ambiente e che le capacità cognitive, così come la capacità di memorizzare, posso-no essere sviluppate e conservate solo se vengono anche stimo-late e sollecitate.

Molte persone che hanno un parente colpito da demenza hanno paura di ammalarsi anche loro di Alzheimer. Circa il 98% dei casi di Alzheimer però non evidenzia chiaramente una causa geneti-ca. Per quanto riguarda il rimanente 2%, si tratta di una forma fa-miliare di malattia di Alzheimer che si manifesta per lo più prima dei 65 anni. Questa malattia insorge perché in determinati geni sono presenti delle mutazioni. I tre geni in questione che possono provocare questa rara forma di Alzheimer sono l’APP (precursore della proteina amiloide), il PSEN1 (presenilina1) e il PSEN 2 (pre-

Ricordati che...

… le nostre capacità cognitive non dipendono solo dai nostri geni, ma anche dall'ambiente.

Ricordati che...

… se nella tua famiglia c'è un caso di Alzheimer sporadico, questo non significa che anche tu contrarrai la malattia.

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56 10. Fattori genetici di rischio

senilina 2). Purtroppo la maggior parte di queste mutazioni sono quasi completamente “penetranti”; ciò significa che un portatore di una mutazione di questo tipo prima o poi svilupperà anche la malattia. In questi casi a nulla valgono neppure le misure preven-tive, poiché queste persone la malattia ce l’hanno per così dire nel sangue assieme al DNA. Tuttavia va sottolineato ancora una volta che tali mutazioni sono estremamente rare ed interessano solo pochissime famiglie.

Per la forma sporadica di Alzheimer sempre più diffusa, che colpi-sce la maggior parte dei pazienti e si manifesta solitamente dopo

Lo sapevi che...

… il cervello non distingue se tu fai veramente una certa esperienza o se immagini soltanto di farla? Se tu per esempio immagini di tagliare un limone in due parti e di farne uscire il succo, la tua bocca produrrà più saliva e forse farai anche una smorfia. Qualcosa di simile può succedere con le malattie di cui si ha molta paura: il corpo inizia a comportarsi di conseguenza e ciò può provocare una serie di sintomi a livello fisico.

Lo sapevi che...

… le persone portatrici della variante genetica ApoE4, che nella mezza età hanno al contempo valori elevati di colesterolo totale e pressione alta, corrono un rischio tre volte maggiore di contrarre una forma di demenza? (Kivipelto e altri, 2002)

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10. Fattori genetici di rischio 57

i 65 anni, non vi è alcuna causa genetica chiara. Finora si è riusciti ad identificare soltanto i cosiddetti “geni di suscettibilità”: si tratta di geni che - se presenti in una determinata variante (i cosiddetti

“alleli”) - aumentano la probabilità che il loro portatore si ammali di una forma di demenza. Il più famoso di questi geni che aumentano il rischio di malattia è il cosiddetto genotipo ApoE (apolipopro-teina). Tutti noi siamo portatori di questo gene, di cui esistono tre diverse varianti: l’ApoE2, l’ApoE3 e l’ApoE4. Due di queste varianti genetiche sono state associate alla demenza in moltissimi studi: se si è portatori della variante ApoE4, la probabilità che il sogget-to si ammali di una forma di demenza aumenta. Ciò non signifi-ca però che si debba contrarre per forza la malattia. All’ApoE2 si attribuisce un effetto protettivo, in quanto è stato dimostrato che i portatori di questa variante soffrono meno frequentemente del morbo di Alzheimer. Ci sono però anche persone portatrici dell’A-poE4 che tuttavia non sviluppano mai disturbi della memoria, e al-tre invece, portatrici dell’ApoE2, che nonostante ciò si ammalano di una forma di demenza, perché in ultima analisi queste varianti genetiche aumentano solo la probabilità, ma non sono una con-dizione sufficiente per l’effettiva insorgenza della malattia. Anche il nostro ambiente e presumibilmente molti altri geni finora scono-sciuti possono contribuire allo sviluppo della malattia. Per questo motivo normalmente non si esegue un test genetico per verificare quale variante dell’ApoE è presente nel nostro organismo.

Anche se non possiamo modificare i nostri geni, è però possibi-le influire positivamente su di essi entro certi limiti con uno stile di vita sano. D’altra parte ciò non significa automaticamente che l’insorgere della demenza sia imputabile al soggetto che ne sof-fre, perché forse non si è preso abbastanza cura di se stesso. Le vere cause della malattia finora non sono note, ma si presume che svariati fattori genetici e ambientali contribuiscano al suo sviluppo. E solo su pochi di essi noi possiamo incidere in qualche misura, come si legge in questo opuscolo. Purtroppo non esiste una for-

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58 10. Fattori genetici di rischio

ma di prevenzione che possa assicurare di rimanere sempre sani. Tutto ciò che possiamo fare è ridurre il nostro rischio individuale.

→ Per tutte le forme della demenza “spontanea”, sempre più diffusa, non viene offerta alcuna consulenza genetica per i discendenti. Fondamentalmente i “geni di suscettibilità” sono documentati solo nell’ambito della ricerca, in quanto la loro significatività è scarsa e nella peggiore delle ipotesi si finisce con l’alimentare la paura per un evento che non si verificherà mai.

→ La paura di ammalarsi rappresenta un grande fattore di stress che incide negativamente sulla qualità della vita. Pensieri angoscianti e ansiogeni hanno una notevole in-fluenza sul nostro benessere fisico e psichico e possono provocare determinati sintomi come per esempio la sme-moratezza. Se hai molta paura di contrarre una demenza o un’altra malattia, dovresti cercare di ridurre questa paura ad una normale preoccupazione.

→ Purtroppo per nessuno di noi c’è la garanzia di non am-malarsi mai e di mantenersi sempre in forma mentalmente; l’importante è, a dispetto di questa incertezza e della pau-ra, potersi fidare del proprio corpo e vivere una vita piena e soddisfacente. In questo possono esserti di aiuto gli psi-cologi, le tecniche di meditazione e gli esercizi di rilassa-mento. La prima persona a cui rivolgerti per chiedere aiuto può essere il tuo medico di famiglia.

→ Una consulenza genetica si consiglia solo se in famiglia c’è stato un grave caso di demenza. É una decisione molto personale e difficile voler sapere se si è portatori di una del-le rare mutazioni autosomiche dominanti. Pertanto ognuno deve maturarla individualmente. L’esame non è obbligato-rio ed è possibile farlo a qualsiasi età. Talvolta può essere

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10. Fattori genetici di rischio 59

importante avere questa informazione per pianificare ulte-riormente la propria vita; in altri casi non averla serve ad allentare il carico psicologico. La decisione spetta solo e unicamente alla persona interessata. A Bolzano c’è la pos-sibilità di avere una consulenza genetica. Per informazioni al riguardo rivolgiti al numero 0471 / 907 100.

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Amministrazione di sostegno11

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11. amministrazione di sostegno 61

Ad una persona affetta da demenza dovrebbe essere affiancato, a tutela del suo interesse, un amministratore di sostegno. In tal modo si può evitare che alla stessa venga arrecato un danno, in quanto determinati atti legali sono inefficaci se conclusi senza un amministratore di sostegno.

L’amministratore di sostegno viene nominato su istanza del giu-dice tutelare competente per territorio. Preferibilmente viene no-

Ricordati che...

... perché venga aperta l'amministrazione di sostegno, bisogna presentare apposita istanza al giudice tutelare competente per territorio;

... il giudice tutelare controlla che l'amministratore di sostegno eserciti le sue funzioni coscienziosamente, oltre che nel pieno rispetto delle leggi e delle disposizioni impartite, in modo da escludere qualsiasi possibilità di abuso;

... si deve consegnare a tempo debito una dichiarazione in cui si indichi il nome della persona prescelta come amministratore di sostegno, qualora se ne presenti la necessità;

... determinati negozi giuridici stipulati senza amministratore di sostegno possono essere dichiarati giudizialmente nulli sollevando un'azione legale entro 5 anni dalla stipula.

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62 11. amministrazione di sostegno

minato amministratore di sostegno una persona facente parte del nucleo familiare del beneficiario.

L’apertura dell’amministrazione di sostegno viene annotata anche in diversi registri (come per es. nel registro delle nascite e al cata-sto), in modo tale che chiunque possa averne notizia.

É il giudice a decidere se sussistano i requisiti per l’apertura del procedimento, eventualmente anche previa richiesta di una peri-zia specialistica.

L’amministratore di sostegno riceve dal tribunale le disposizioni cui attenersi. Così ad es. il giudice tutelare stabilisce la somma di denaro mensile di cui il beneficiario può disporre liberamente e determina a partire da quando l’amministratore può effettuare pre-lievi in banca. Può altresì ordinare che l’amministratore di sostegno provveda ad organizzare l’assistenza del beneficiario.

Per alcuni negozi giuridici, come per es. la vendita di beni, l’acqui-sizione di un’eredità ecc., il giudice tutelare deve prima conferire apposita autorizzazione.

Qualora i negozi giuridici vengano stipulati contravvenendo alle disposizioni del giudice o senza l’autorizzazione del medesimo, possono - anche su richiesta degli eredi del beneficiario - essere dichiarati nulli. La relativa azione legale cade in prescrizione entro 5 anni dalla stipula del negozio illegale.

All’amministratore di sostegno spettano determinati compiti tra cui, oltre allo scrupoloso esercizio del proprio ufficio, anche la compila-zione di un rendiconto annuale da depositarsi presso la cancelleria del giudice tutelare, il quale in seguito controllerà se siano state ri-spettate le diposizioni impartite e le norme di legge, e se il patrimo-nio del beneficiario sia stato correttamente amministrato.

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11. amministrazione di sostegno 63

L’amministratore di sostegno in linea di principio esercita la propria funzione a titolo gratuito. Il giudice però può disporre un rimborso spese.

L’amministrazione di sostegno cessa con la morte del beneficiario o a seguito di una decisione del giudice, ove non dovessero più sussistere le cause per cui è stata disposta. Inoltre l’amministra-tore di sostegno può essere sostituito dal giudice in qualunque momento.

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Telesoccorso e telesoccorso satellitare12

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12. teLesoccorso e teLesoccorso sateLLitare 65

La maggior parte delle persone, anche con l'avanzare dell'età, si augura di poter continuare a vivere in casa propria nonostante i problemi di salute o le limitazioni fisiche. Per poter essere soccorsi in modo sicuro e veloce nei casi di emergenza, la Croce Bianca offre da molto tempo in tutto l'Alto Adige un servizio già ampia-mente collaudato, che consente di chiedere aiuto semplicemente premendo un pulsante. Il telesoccorso e il telesoccorso satellitare della Croce Bianca rappresentano una misura preventiva che sal-va la vita, grazie alla quale i vostri parenti possono stare tranquilli sapendovi al sicuro in qualunque momento.

Come funziona l'apparecchio per il telesoccorso?

La Croce Bianca installa a casa tua un apparecchio per il telesoc-corso collegato o alla rete telefonica fissa o ad una carta SIM in-serita nell'apparecchio stesso. Per funzionare l'apparecchio deve essere allacciato alla rete elettrica. Il dispositivo per il telesoccor-so è collegato tramite un sensore ad un piccolo trasmettitore che porterai sempre con te. In caso di emergenza, appena premi il pul-sante di allarme sul tuo trasmettitore, viene allertata automatica-mente la centrale operativa della Croce Bianca, attiva 24 ore su 24.

Con l'allarme si attiva automaticamente la funzione "viva voce", così, anche se non riesci a raggiungere un telefono, potrai ugual-mente metterti in contatto con la centrale operativa. La centrale ti manderà, se necessario, un'ambulanza. In caso di allarme verran-no avvertiti i familiari o le persone di riferimento. Il servizio chiavi, opzionale, è incluso nella tariffa mensile. Questo servizio consen-te ai soccorritori un accesso più rapido all'interno della vostra abi-tazione, grazie alla possibilità di depositare una chiave dotata di codice numerico presso la Croce Bianca.

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66 12. teLesoccorso e teLesoccorso sateLLitare

Come funziona il telesoccorso satellitare?

Il telesoccorso satellitare è previsto principalmente per un uso all'aperto ed è alla portata di tutte le fasce di età. Grazie all'avan-zata tecnologia utilizzata per localizzare la posizione di chi chiede soccorso, questo sistema permette di spostarsi senza problemi e di sentirsi comunque sicuri. É possibile usufruire del telesoccorso satellitare anche da casa utilizzando un piccolo trasmettitore da portare al collo.

Troverai le informazioni relative al telesoccorso sul sito della Croce Bianca www.crocebianca.bz.it/it/mi-serve/servizi-sociali/telesoccorso-30.html o direttamente presso il reparto telesoccorso via Lorenz Böhler 3, 39100 Bolzano, tel. 0471- 444 [email protected]

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COLOPHON

Concezione, testo e cura: Barbara Plagg, PhD, per conto di ASAA-Alzheimer Südtirol Alto Adige© B. Plagg TER – Transdisciplinary Environment and Health Research Network, Coordinatore Prof. Stefan ZerbeLibera Università di Bolzano – Facoltà di Scienze naturali e tecnica Piazza Università 5I-39100 Bolzano T +39 0471 / 017 696

Collaboratori: Dott.ssa Barbara Sartoni e Dott.ssa Valentina Vecellio (Cap. 2); Avv. Dr. Alexander Kritzinger (Cap. 11); Michael Bamhackl (Cap.12)

Traduzioni (ted.-ital.): Dott.ssa Alessandra Ghedina

Grafica: mediamacs.it

Stampa: varesco.it

Referenze fotografiche: pixabay.com, Sartoni/Vecellio (cap. 2)

Con il sostegno di:

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