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Indice

Fonte Data Pag. Titolo p.

Si parla di Noi - CNSASCorriere dell'Alto Adige 04/02/2021 9 I cento anni del Cai 4Corriere del Trentino 04/02/2021 9 I cento anni del Cai 5Corriere delle Alpi 04/02/2021 18 Autorespiratori e termocamere per i volontari del Bellunese 6Messaggero Veneto 04/02/2021 46 Film e protagonisti della montagna Il festival della Saf approda

online7

Il Giornale di Vicenza 04/02/2021 30 Alto rischio valanghe «Versante instabile» 8Il Resto del Carlino ed.Bologna

04/02/2021 53 Famiglia bloccata dal ghiaccio sulle cascate 9

L'Amico del Popolo 04/02/2021 26 Tre persone note, tre gravi lutti 10L'Amico del Popolo 04/02/2021 26 Il sangue del "Topo" Un ricordo 11Il Resto del Carlino ed.Rimini

04/02/2021 38 Coppia intrappolata in un greto salvata dal Soccorso alpino 12

Bresciaoggi 04/02/2021 18 Una settimana di «passione» per gli angeli della montagna 13La Prealpina 04/02/2021 21 Notte all'addiaccio nei boschi 14Il Secolo XIX ed. Levante 04/02/2021 31 Una valanga in alta vai d'Aveto «Tanta neve, ma poco freddo» 15La Provincia di Sondrio 04/02/2021 22 La ristrutturazione dell'ospedale è finita «Ma senza i medici i

servizi sono al palo»16

La Provincia di Sondrio 04/02/2021 23 Malore a San Giorgio Soccorsi per una donna 17Il Messaggero ed. Abruzzo 04/02/2021 57 Valanga, il sonar indica due zone Iniziati gli scavi 18La Stampa ed. Biella 03/02/2021 41 È montagna-mania "Ma servono regole per non rischiare'' 20La Stampa ed. Novara 03/02/2021 41 Villeggiante ritrovato dopo 13 ore nei boschi 21Corriere Romagna ed.Rimini-San Marino

04/02/2021 5 Si perdono nella foresta al buio due riminesi salvati a Corniolo 22

Tiroler Tageszeitung 04/02/2021 4 Lawine verschüttete Pitztaler Landesstraße 23Il Tempo 04/02/2021 11 I dispersi ancora non si trovano 24La Nuova Ferrara 04/02/2021 24 Dolore per la morte di Mary «Donna solare, ci mancherà» 25Giornale di Sicilia 04/02/2021 22 Partinico, fugge dalla polizia e cade in un silos 26La Nazione ed. Siena 04/02/2021 37 Muore nella cava Il pm chiede 2 anni 27La Stampa ed. Vercelli 03/02/2021 33 È montagna-mania "Ma servono regole per non rischiare'' 28 Emergenza e SoccorsoDie Neue SüdtirolerTageszeitung

04/02/2021 19 "Es schaut nicht gut aus" 29

Bresciaoggi 04/02/2021 18 Ieri l'addio a Fabry e Vale Per la figlia già raccolti fondi per227mila euro

30

Il Resto del Carlino ed.Reggio Emilia

04/02/2021 41 Ex Reggiane, identificate ventidue persone Espulso unghanese

31

Il Tirreno ed. Pistoia-Prato-Montecatini

04/02/2021 22 Avvelenato il lupo trovato morto a gennaio ora scatta labonifica

32

Corriere della Sera 04/02/2021 22 Ha visto morire i genitori: per lei già raccolti 300 mila euro 33ff Wochenmagazin 04/02/2021 13 Die Schnüffel-Quote 34ff Wochenmagazin 04/02/2021 37 Die Justiz wedelt mit 35ff Wochenmagazin 04/02/2021 41 Ich seh', was du nicht siehst 38Il Tirreno ed. Lucca 04/02/2021 30 Avvelenato il lupo trovato morto a gennaio ora scatta la

bonifica39

Il Tirreno ed. PisaPontedera

04/02/2021 19 Il Comune si difende «Giù le mani dai nostri agenti a quattrozampe»

40

La Nazione ed. Pisa 04/02/2021 40 «L'unità cinofila della Municipale serve per il controllo del 41

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territorio»La Nazione ed. Pistoia-Montecatini

04/02/2021 51 Il lupo dì Sorana è stato avvelenato Parte la ricerca delbocconi letali

42

Montagna e ambienteCorriere delle Alpi 04/02/2021 27 Comune e Padon si alleano per il rilancio di Malga Ciapela 43Il Messaggero 04/02/2021 13 «Sci pure in area arancione indossando mascherine Ffp2» Ma

il Cts respinge le Regioni44

Il Messaggero 04/02/2021 22 Passeggiate d'incanto tra montagne di neve 45L'Amico del Popolo 04/02/2021 34 Due nuove mostre al «Mario Rimoldi» 46Vita Trentina 07/02/2021 3 Quella croce sul Baldo è inappropriata 47

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 9 | Autore: di Silvia M.CSenetteCategoria: Si parla di Noi - CNSAS

Dalla Palla Bianca inne-vata alla Solda vista dal-la valle, dal rifugio Gar-

deccia al Passo Rolle verso Ci-mon della Pala. Sono scorciinediti, quelli catturati dagliscatti storici in bianco e neromessi a disposizione dall’av-vocato Arnaldo Loner e checompongono il calendario2021 del Cai di Bolzano. Unadelle iniziative con cui la se-zione di Bolzano del Club al-pino italiano festeggia un se-colo di vita.«Erano previste molte ini-

ziative - fa sapereMaurizio Ve-ronese, vicepresidente del Caidi Bolzano - ma le nuove mi-sure restrittive per il conteni-mento della pandemia rende-ranno difficile i festeggia-menti prima del prossimo au-tunno». Di certo c’è che, entrol’anno, si troverà il modo dicelebrare l’importante ricor-renza del centenario. «Il Clubalpino, a livello nazionale, eranato nel 1863 a Torino conl’obiettivo di diffondere la co-noscenza della montagna,l’amore per l’ambiente, la cul-tura e il rispetto per le vette,ma anche per fare stare insie-me le persone, insegnando lasicurezza - ricorda RiccardoCristofoletti, presidente delgruppo provinciale di coordi-namento delle quindici sezio-ni Cai, dislocate da Merano aBressanone -. Poi, il 21 marzo1921, è stata fondata la primasezione locale, la più grande eantica, quella di Bolzano cheoggi conta duemila soci. Inquello che allora era l' hotelVittoria si ritrovarono appas-sionati di montagna che di-scussero di rifugi alpini e deirapporti con l’Alpenverein,l’omologo di lingua tedesca eladina, che tutti si auguravanovenissero risolti cordialmen-te. Nel gruppo di lavoro, poiconsiglio direttivo, figurava-no De Cao, Bonatta, Foradori,Galli, Vanghellini e Lazzaro-ni».Negli anni, si sono aggiunte

le altre quattordici sezioni,che oggi contano seimilaiscritti, è quindi nata la neces-sità di un coordinamento pro-vinciale, intorno agli anni ‘60:il Cai Alto Adige. «Sfilare ilprimato della montagna ai te-deschi non èmai stato l’obiet-tivo del club - premette Vero-nese -. Erano gli anni difficilidel dopoguerra, ci avvicinia-

mo al 1922 quando il fascismodi Mussolini prese il potere eda lì iniziò la cosiddetta “ita-lianizzazione” dell’Alto Adige.I rapporti con gli amici di lin-gua tedesca non erano così te-si: è solo l’anno dopo, con il‘22, che si è innestato il di-scorso spinoso delle tensioni

etniche, linguistiche e dell’an-noso problema mai risoltodella toponomastica».Un tema su cui, ancora og-

gi, il Cai non interviene. «Sitratta di questioni politicheda cui abbiamo voluto restarefuori, ribadendo però che c’èun problema di perfetto bilin-guismo, utopistico, da risol-vere - specifica Cristofoletti -.Poi conveniamo che sarebbeforzato tradurre Obereggen inSan Floriano, ma per la sicu-rezza in montagna sarebbeopportuno che ci fosse unaparità di linguaggio che spes-so oggi non c’è». «Nella no-

stra sezione abbiamo soci in-glesi, tedeschi, francesi e ad-dirittura giapponesi - eviden-zia Veronese -. Il 2020 ha vistol’assenza quasi totale deglistranieri, ma sulle Dolomitivediamo ogni anno una deci-na di iscritti internazionaliche, così, hanno la coperturaassicurativa e il soccorso alpi-no se ce ne fosse bisogno».Tra gli esperti in quota,

sempre più numerose le don-ne. Come Anna Assereto, so-cia del Cai Bolzano da quasiquarant’anni e oggi nel soc-corso alpino, istruttrice di ar-rampicata, torrentismo e spe-

leologia e scialpinista. «Nonho mai fatto della montagnalamia professione - dice -. Orasono in pensione, ma ero ar-chitetta arredatrice. Però hosempre amato la libertà, il pa-esaggio, l’aria pura in vetta.Esperienze avventurose nelCai ne ho collezionate molte:arrampicate in Pakistan, In-dia, Perù, Argentina, tutte dai6.500 ai 7.500 metri. Lo spiri-to era divertirsi». Perché ilpunto forte del Cai era ed è lafratellanza: «La montagnaunisce - conclude Veronese -.Puoi camminare, sciare, ar-rampicare, fare discesa o cia-spole, ma se c’è bisogno diuna mano non si guarda né ilcolore della pelle né la linguao la religione. Ci si saluta in-crociandosi sui sentieri in tut-te le lingue ed è una cosa bel-lissima, un’amicizia che è allabase del Club alpino italia-no».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Silvia M.C. Senette

Impavida

Anna Asseretoda 40 annisociadel Caidi Bolzano,istruttricedi arrampicatae scialpinista

I cento anni del CaiLa storica associazione di Bolzanoil 21marzo festeggia la fondazione«Spirito di fratellanza e amoreper la natura: lamontagna unisce»

Da sapere

« Il 21 marzo ilCai di Bolzanofesteggia icento anni

« Tra le varieiniziative perfesteggiarel’evento, c’è ilcalendario conle foto storichein bianco enero, comequella quisopra che ritraeil RifugioGardeccia a1963 metri

« Lemontagne e lagrandesuggestione discorci d’epocache ritraggonol’Alto Adige efanno dacornice allastoria di 100anni di Cai

« Le fotofanno partedella riccacollezionedell’avvocatoArnaldo Loner,grande amantedella storia delterritorioaltoatesino,socio del Cai diBolzano di cui èstatopresidente nel1965/66

Foto storiche Un’immagine del la vetta del Palla Bianca - Ötztaler riprodotta nel calendario realizzato per i cento anni del Cai di Bolzano

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 9 | Autore: di Silvia M.CSenetteCategoria: Si parla di Noi - CNSAS

Dalla Palla Bianca inne-vata alla Solda vista dal-la valle, dal rifugio Gar-

deccia al Passo Rolle verso Ci-mon della Pala. Sono scorciinediti, quelli catturati dagliscatti storici in bianco e neromessi a disposizione dall’av-vocato Arnaldo Loner e checompongono il calendario2021 del Cai di Bolzano. Unadelle iniziative con cui la se-zione di Bolzano del Club al-pino italiano festeggia un se-colo di vita.«Erano previste molte ini-

ziative - fa sapereMaurizio Ve-ronese, vicepresidente del Caidi Bolzano - ma le nuove mi-sure restrittive per il conteni-mento della pandemia rende-ranno difficile i festeggia-menti prima del prossimo au-tunno». Di certo c’è che, entrol’anno, si troverà il modo dicelebrare l’importante ricor-renza del centenario. «Il Clubalpino, a livello nazionale, eranato nel 1863 a Torino conl’obiettivo di diffondere la co-noscenza della montagna,l’amore per l’ambiente, la cul-tura e il rispetto per le vette,ma anche per fare stare insie-me le persone, insegnando lasicurezza - ricorda RiccardoCristofoletti, presidente delgruppo provinciale di coordi-namento delle quindici sezio-ni Cai, dislocate da Merano aBressanone -. Poi, il 21 marzo1921, è stata fondata la primasezione locale, la più grande eantica, quella di Bolzano cheoggi conta duemila soci. Inquello che allora era l' hotelVittoria si ritrovarono appas-sionati di montagna che di-scussero di rifugi alpini e deirapporti con l’Alpenverein,l’omologo di lingua tedesca eladina, che tutti si auguravanovenissero risolti cordialmen-te. Nel gruppo di lavoro, poiconsiglio direttivo, figurava-no De Cao, Bonatta, Foradori,Galli, Vanghellini e Lazzaro-ni».Negli anni, si sono aggiunte

le altre quattordici sezioni,che oggi contano seimilaiscritti, è quindi nata la neces-sità di un coordinamento pro-vinciale, intorno agli anni ‘60:il Cai Alto Adige. «Sfilare ilprimato della montagna ai te-deschi non èmai stato l’obiet-tivo del club - premette Vero-nese -. Erano gli anni difficilidel dopoguerra, ci avvicinia-

mo al 1922 quando il fascismodi Mussolini prese il potere eda lì iniziò la cosiddetta “ita-lianizzazione” dell’Alto Adige.I rapporti con gli amici di lin-gua tedesca non erano così te-si: è solo l’anno dopo, con il‘22, che si è innestato il di-scorso spinoso delle tensioni

etniche, linguistiche e dell’an-noso problema mai risoltodella toponomastica».Un tema su cui, ancora og-

gi, il Cai non interviene. «Sitratta di questioni politicheda cui abbiamo voluto restarefuori, ribadendo però che c’èun problema di perfetto bilin-guismo, utopistico, da risol-vere - specifica Cristofoletti -.Poi conveniamo che sarebbeforzato tradurre Obereggen inSan Floriano, ma per la sicu-rezza in montagna sarebbeopportuno che ci fosse unaparità di linguaggio che spes-so oggi non c’è». «Nella no-

stra sezione abbiamo soci in-glesi, tedeschi, francesi e ad-dirittura giapponesi - eviden-zia Veronese -. Il 2020 ha vistol’assenza quasi totale deglistranieri, ma sulle Dolomitivediamo ogni anno una deci-na di iscritti internazionaliche, così, hanno la coperturaassicurativa e il soccorso alpi-no se ce ne fosse bisogno».Tra gli esperti in quota,

sempre più numerose le don-ne. Come Anna Assereto, so-cia del Cai Bolzano da quasiquarant’anni e oggi nel soc-corso alpino, istruttrice di ar-rampicata, torrentismo e spe-

leologia e scialpinista. «Nonho mai fatto della montagnalamia professione - dice -. Orasono in pensione, ma ero ar-chitetta arredatrice. Però hosempre amato la libertà, il pa-esaggio, l’aria pura in vetta.Esperienze avventurose nelCai ne ho collezionate molte:arrampicate in Pakistan, In-dia, Perù, Argentina, tutte dai6.500 ai 7.500 metri. Lo spiri-to era divertirsi». Perché ilpunto forte del Cai era ed è lafratellanza: «La montagnaunisce - conclude Veronese -.Puoi camminare, sciare, ar-rampicare, fare discesa o cia-spole, ma se c’è bisogno diuna mano non si guarda né ilcolore della pelle né la linguao la religione. Ci si saluta in-crociandosi sui sentieri in tut-te le lingue ed è una cosa bel-lissima, un’amicizia che è allabase del Club alpino italia-no».

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di Silvia M.C. Senette

Impavida

Anna Asseretoda 40 annisociadel Caidi Bolzano,istruttricedi arrampicatae scialpinista

I cento anni del CaiLa storica associazione di Bolzanoil 21marzo festeggia la fondazione«Spirito di fratellanza e amoreper la natura: lamontagna unisce»

Da sapere

« Il 21 marzo ilCai di Bolzanofesteggia icento anni

« Tra le varieiniziative perfesteggiarel’evento, c’è ilcalendario conle foto storichein bianco enero, comequella quisopra che ritraeil RifugioGardeccia a1963 metri

« Lemontagne e lagrandesuggestione discorci d’epocache ritraggonol’Alto Adige efanno dacornice allastoria di 100anni di Cai

« Le fotofanno partedella riccacollezionedell’avvocatoArnaldo Loner,grande amantedella storia delterritorioaltoatesino,socio del Cai diBolzano di cui èstatopresidente nel1965/66

Foto storiche Un’immagine del la vetta del Palla Bianca - Ötztaler riprodotta nel calendario realizzato per i cento anni del Cai di Bolzano

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 18Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

con 105 mila euro

Autorespiratorie termocamereper i volontaridel Bellunese

BELLUNO

Ventuno distaccamenti di vigili del fuoco volonta-ri (sui trenta in Veneto) sono in provincia di Bellu-no: a loro vanno attrezza-ture per 105mila euro.

Arrivano in dotazione autorespiratori, termoca-mere, zaini sanitari, esplosimetri e altro: «La scelta del materiale», spiega Loris Munaro, di-rettore generale interre-gionale dei vigili del fuo-co, «è stata fatta da un gruppo di lavoro formato dai capi distaccamento volontari»:

Insomma, si è preferito non dare un contentino a pioggia per tutti, ma di ri-fornire quei distaccamen-ti che non avevano a di-sposizione il materiale per affrontare le emer-genze.

«In un territorio come la provincia di Belluno i vigili del fuoco volontari sono importantissimi. Con queste dotazioni ab-biamo parificato tutti i di-staccamenti volontari», conferma il dirigente re-gionale Munaro. «Oggi il volontariato anche nei vi-gili implica investimenti, sia nei mezzi che nella for-mazione. Noi ce la mettia-mo tutta per mantenere questi distaccamenti, ma purtroppo i giovani sono stimolati da altro, specie in montagna, dove si sen-te l’abbandono del terri-torio. Qui nel Bellunese ci salva il senso civico, con persone che hanno di-versi cappelli in testa», dal caschetto dei vigili del fuoco alla penna nera degli alpini, dalla casac-ca della protezione civile allo zaino del Soccorso al-pino. «Questo ci aiuta molto quando bisogna far fronte a emergenze che richiedono tempi di intervento molto rapidi». —

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 46 | Autore: ALESSANDRA BELTRAMECategoria: Si parla di Noi - CNSAS

teatro

Aggiunte due dateper lo spettacolo“Consegne” del Css

ALESSANDRA BELTRAME

Febbraio è il mese del-la Rassegna del film e dei protagonisti del-la montagna della So-

cietà Alpina Friulana e del Dopolavoro ferroviario di Udine. Questa è la prima vol-ta, dopo 36 edizioni, che gli incontri e le proiezioni si ter-ranno online e non in pre-senza all’auditorium Menos-si, che è chiuso come tutti i teatri.

Come da tradizione, l’ap-puntamento è per ogni ve-nerdì alle 21 Le serate saran-no trasmesse sui canali You-tube e Facebook dell’Alpina a partire da domani, 5 feb-braio, fino al 5 marzo.

Spiriti liberi e progetti in-dipendenti, spazio a espe-rienze di viaggio straordina-rie nella natura, con un fo-cus sui filmmaker friulani: questi i contenuti del 37o Fe-stival, quest’anno incentra-to, invece che sulle grandi imprese alpinistiche, sulla ri-

flessione, l’inchiesta, il re-portage e l’indagine etno-grafica e antropologica.

La prima protagonista del-la rassegna è Elettra Pistoni, che presenterà il libro Il con-fine è più in là (Altrecono-mia) e il reportage fotografi-co del suo cammino di oltre quattromila chilometri sul

Pacific Crest Trail, il sentie-ro che attraversa gli Stati Uniti dell’Ovest dalla Cali-fornia fino al Canada, pas-sando per luoghi mitici e ma-gnifici, dal deserto del Moja-ve ai quattromila metri del-le vette della Sierra Nevada, dell’Oregon e dello stato di Washington.

Venerdì 12 febbraio sarà trasmesso il primo film del-la rassegna, Sotto le stelle fredde di Stefano Giacomuz-zi. Presentato al Trento Film Festival 2020 con ottime re-censioni, il lungometraggio dell’udinese Giacomuzzi è stato girato in Carnia e rac-conta momenti di vita pasto-

rale con un poetico bianco e nero. Il 19 febbraio sarà tra-smesso I custodi dell’acqua di Giulio Squarci, film che of-fre una visione d’autore del-la protesta per la privatizza-zione dell’acqua nelle valli carniche. Un film corale, au-toprodotto e finanziato dal basso. Il 26 febbraio il film After prayers di Simone Me-stroni, porterà gli spettatori nel Kashmir indiano, dove l’antropologo udinese ha condotto uno studio durato quattro anni sul conflitto in-do-pachistano che da decen-ni insanguina il Paese, di-ventato un libro, Linee di controllo (Meltemi) adotta-to nelle università. Il docu-mentario è stato seleziona-to in vari festival internazio-nali.

Per assistere alla proiezio-ne di questo film è necessa-rio registrarsi su www.alpi-nafriulana.it/ticket I bigliet-ti (gratuiti) sono già disponi-bili.

Al termine di ciascun film, ci sarà un incontro con l’au-tore.

La rassegna si chiuderà con una serata speciale, a cu-ra del Comitato Scientifico della Società Alpina. Vener-dì 5 marzo sarà proiettato I segreti del Tagliamento con Cristina Noacco, autrice dell’omonimo libro, edito da Ediciclo, che racconta il suo viaggio a piedi e in bici-cletta lungo il fiume, dalla foce alla sorgente. L’autore è il videomaker friulano Fa-brizio Zanfagnini, che pro-porrà anche l’inedito Monta-gne nella neve. Sarà l’occa-

sione per presentare il pro-getto del Comitato scientifi-co Saf sul Tagliamento, che prevede una serie di eventi nella primavera 2021 con escursioni, conferenze e in-contri con esperti. Tutti gli incontri e le proiezioni sono a cura della Commissione culturale e divulgativa della Saf, che riceve il sostegno della Fondazione Friuli, e sa-ranno trasmessi in diretta all’indirizzo www.alpina-friulana.it/live . —

Elettra Pistoni, prima protagonista della rassegna, con la presentazione del libro “Il confine è più in là”

la rassegna cinematografica

Film e protagonisti della montagnaIl festival della Saf approda onlineDa domani al 5 marzo pellicole in streaming ma anche presentazioni di libriTra gli eventi il documentario di Stefano Giacomuzzi sulla vita pastorale in Carnia

Aggiunte due repliche straor-dinarie a Teatro Contatto Blossoms/Fioriture per “Con-segne”. A fronte delle nume-rose richieste, lo spettacolo si “effettua” a domicilio per due nuove date il 15 e 16 feb-braio a Udine quattro volte al giorno (18, 19,20 e 21) oltre ai giorni già in programma (9,10,11 febbraio a Cervigna-no per la stagione del Teatro Pasolini e 12,13,14 febbraio a Udine). L’attore e autore Nico-la Borghesi, fondatore della Compagnia bolognese Ke-pler 452 si trasforma in un ri-der e attraversa in bicicletta le strade di Udine per recapi-tare un pacco a casa dello spettatore/destinatario, che segue in collegamento live streaming sulla piattaforma Zoom tutto il percorso perfor-mativo.

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 30Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

MatteoPieropan

La strada che sale al rifugioBertagnoli rimane chiusa aipedoni per il rischio valan-ghe. A confermare il pericoloè stato l’intervento a Campo-dalbero, da parte dei tecnicidel Centro valanghe di Arab-ba, che hanno effettuato unintervento su richiesta delsindaco di Crespadoro Ema-nuelaDal Cengio.«Il sopralluogo ha dato co-

me esito un elevato rischiopotenziale per il possibile ve-rificarsi di ulteriori distacchidi valanghe e in particolarmodo quelle di fondo da slit-tamento», ha avuto modo diconfermare ieri il primocitta-dino.L’ordinanza di chiusura a

mezzi e persone sulla stradaa monte dei Lovati di Sopra,comedadisposizionedel sin-daco, rimane perciò in vigoreper questioni di sicurezza. Ilrifugio ha comunicato sui so-cial la chiusura fino a data dadestinarsi, anche senondiret-tamente interessatodall’ordi-nanza comunale.I tecnici del Centro valan-

ghehannosetacciatouna lar-ga porzione di territorio lun-go la strada di accesso al rifu-

gio Bertagnoli alla Piatta,prendendo in esame l’interoversante, con la collaborazio-ne anche del Soccorso alpinodi Recoaro – Valdagno. Sa-rebberostati individuati alcu-ni distacchi di valanghe giàin parte scaricate nel corso diquest’inverno. Tra questequella del vajo del Tangaro,che aveva invaso la strada diaccesso al Bertagnoli per unalarghezzadi circa25metri eduno spessore di cinque.Gli esperti hanno preso in

considerazionevaripunti cri-tici, segnalati dalla “Carta dilocalizzazione probabile del-le valanghe” della Regione

Veneto, sul versante del Me-sole fino alle cime più eleva-te. «Secondo la relazionegran parte del pendio si pre-senta ancora carico di neve ein superficie sono ben visibilinumerose fratture che evi-denzianounapotenziale pre-carietà della stabilità delmanto nevoso», fa sapere ilsindaco.Da un punto di vistaprevisionalequeste sonosicu-ramente le valanghepiùdiffi-cili da prevedere».La situazione non è priva di

rischi.«Ci sonosegnidi insta-bilità in quanto sono visibilinumerose fratture lineari, inquota è presente ancoramol-tanevee i canalidi scorrimen-to sonocarichi di nevequindipotenzialmentepossonoage-volare lo scorrimento di ulte-riori valanghe», commentaDal Cengio.Perquesto, l’ordinanzadidi-

vieto di accesso anche ai pe-doni non sarà per ora revoca-taper lapubblica incolumità.«Nessuno deve recarsi lungala strada, pericolosa per l’im-prevedibilitàdelladiscesa va-langhe. Nessuna ordinanzacomunale ha interessato lachiusura del rifugio, ma sultratto di strada di accesso»,conclude.•

©RIPRODUZIONERISERVATA

CRESPADORO.DopoilsopralluogodeitecnicidelCentrodiArabba

Altorischiovalanghe«Versanteinstabile»Chiusa lastradadaCampodalberoal rifugioBertagnoliIlsindacoDalCengio:«Situazionedigrandepericolo»

Ungattodellenevi.ARCHIVIO

Festasenza

ds: euregio

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 53 | Autore: e. b.Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

21••GIOVEDÌ — 4 FEBBRAIO 2021 – IL RESTO DEL CARLINO

MONTAGNA

Famiglia bloccata dal ghiaccio sulle cascatePadre, madre e la figlia dodicenne sono stati recuperati illesi dal Soccorso alpino dopo una gita con le ciaspole al torrente Dardagna

LIZZANO IN BELVEDERE

Disavventura a lieto fine ieri po-meriggio per una famiglia bolo-gnese in vacanza al Corno alleScale per trascorrere qualchegiorno sulla neve. Padre e ma-dre quarantenni, durante una gi-ta con le ciaspole insieme alla fi-glia di 12 anni, sono rimasti bloc-cati su un ripido pendio fra la se-conda e la terza cascata del tor-rente Dardagna e per riportarlisani e salvi alla Madonnadell’Acero, da dove erano parti-ti, è stato necessario l’interven-to del soccorso alpino del Cor-no alle Scale, insieme ai vigilidel fuoco di Gaggio Montano.La famiglia è partita attorno al-le 11 del mattino per percorrereuno degli itinerari più suggesti-vi e frequentati della montagnabolognese. Nel raggiungere laprima cascata con le ciaspolenon hanno avuto problemi, maproseguendo in salita l’itinera-rio diventa più ripido e insidio-so. Le condizioni della neve, al-ta e a tratti ghiacciata, e il catti-vo tempo, con vento forte e

pioggia, hanno aumentato le dif-ficoltà finché, dopo una scivola-ta senza conseguenze ma conmolto spavento, la figlia non sel’è più sentita di proseguire. L’al-larme alla centrale del 118 ègiunto attorno alle 14.30. Un eli-cottero inviato sulla zona è rien-tato per le condizioni meteo av-verse. La squadra del soccorsoalpino del Corno ha calzato glisci alla Madonna dell’Acero e haraggiunto la famiglia. Benché in-freddoliti e preoccupati, i trenon necessitavano di cure sani-tarie. Assicurati con manovre dicorda, sono stati calati fino allaprima cascata, dove hanno nuo-vamente calzato le ciaspole per

riprendere il sentiero, accompa-gnati passo passo dai tecnicidel soccorso alpino. Un traver-so esposto, che era divenutoparticolarmente scivoloso, è sta-to attrezzato con una corda perpermettere a tutti e tre di supe-rarlo. L’operazione si è conclu-sa attorno alle 17.30, quandostava già facendo buio, con ilrientro al santuario.In vista del fine settimana,quando grazie al ritorno in zonagialla tanti escursionisti saliran-no al Corno, i tecnici del Soccor-so alpino raccomandano parti-colare prudenza: «E’ necessarioattenersi alle regole e intrapren-dere escursioni rapportate alleproprie capacità e sempre conequipaggiamento tecnico ade-guato. In caso di difficoltà oc-corre chiamare il 118 e forniretutte le informazioni per attiva-re il soccorso». Durante la scor-sa estate l’itinerario delle casca-te del Dardagna è stato teatro didiversi infortuni ai danni di turi-sti che ne avevano sottovaluta-to le difficoltà.

e. b.© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervento dei tecnici del Soccorsoalpino della stazione del Cornoalle Scale al torrente Dardagna

ATTENZIONE

I soccorritori invitanogli escursionistialla prudenzasu ogni itinerario

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Sono stati giorni segnati da una triste catena di lutti quelli vissuti la settimana scorsa dalla comunità di Agordo e non solo, per la morte alcuni personaggi noti in vari settori della vita amministrativa (l’ex sindaco di Rocca Pietore, Massimo De Vallier), socio-economica (il commerciante e sportivo Gigi Corazza) e alpinistica-solidale (Oddone Zasso “Tópo”) della vallata. Senza dimenticare anche l’improvvisa scomparsa, martedì 26, di Vito Fusina, per tanti anni autista delle corriere di Buzzatti prima e DolomitiBus poi, nonché indimenticato forte portiere dell’Hockey club Agordo de-gli anni ’50 del secolo scorso.

ROCCA PIETORE. Il Covid si è portato via l’ex sindaco Massimo De Vallier. La luttuosa notizia, che ha suscitato subito il più vasto cordoglio, è stata data nel pomeriggio di martedì 26 gennaio dall’attuale primo cittadino, Andrea De Ber-nardin, a sua volta informa-to dal medico di base.

De Vallier, 64 anni, era ricoverato da qualche giorno in rianimazione a Belluno dopo essere stato contagiato dal Covid-19 ai primi del mese: «Un caso», dice De Bernardin, «che ai sanitari era apparso subito particolare. Massimo non aveva problemi di salute e conduceva una vita regola-re, senza eccessi. Un gran-de dispiacere per tutti qui in municipio e fuori. Alla sua famiglia le mie più sentite condoglianze e a lui, un col-lega che mi ha preceduto e che ha ‘‘abitato’’ questo uf-ficio dal 1990 al 1999, va il mio pensiero».

Tanto il dispiacere anche per Maurizio De Cassan, sindaco del paese dal 1999 al 2009: «Ero sempre in con-tatto con la moglie Claudia, sabato ci siamo sentiti e mi aveva detto che la febbre si era abbassata e che stava un po’ meglio. Adesso, invece, è arrivata questa notizia: perdo un caro amico, una persona cordiale, un ammi-nistratore competente che ha sempre portato avanti le iniziative in favore della comunità».

De Cassan aveva condi-viso con De Vallier entram-be le legislature. Nel 1990, dopo gli anni del senatore Dino Riva, Massimo De Vallier era stato nominato sindaco dal consiglio comu-nale (maggioranza DC e al-lora presidente della Comu-nità montana, Elio Daurù), poi nel 1995, con l’elezione diretta, confermato alla gui-da del paese. Conclusi i due mandati si era ritirato dalla vita amministrativa, dedi-candosi alla sua professione: con la moglie (il figlio Marco vive fuori regione) aveva a Caprile l’agenzia immobilia-re «Marmolada».

E come ricorda De Cas-san, in difesa dei confini della «Regina delle Dolo-

miti» aveva profuso grande impegno: «Era andato più volte a Roma, aveva anche cambiato avvocato prenden-done uno della capitale per fare il ricorso al Consiglio di Stato contro il decreto Per-tini del 1982 che aveva dato la Marmolada ai trentini. Purtroppo lo sforzo fu vano perché il Consiglio di Stato nel 1998 bocciò il ricorso con cui chiedevamo il ripristino dei confini storici».

AGORDO. Poco prima di mezzanotte di mercoledì 27 gennaio, è morto a soli 57 anni nella sua casa di Rif che aveva da poco finito di sistemare assieme alla com-pagna Sara, Luigi “Gigi” Co-razza, macellaio, volto noto e benvoluto di via Garibaldi, sportivo, uomo generoso, legato al territorio, alle tra-dizioni al suo paese.

Aveva già preso il biglietto per la 50a Marcialonga, ma domenica 30 non ha potuto partire perché in poco più di un mese il cancro se l’è portato via. Aveva acquista-to anche lo stagionale per la pratica del fondo, ma non ha avuto tempo di far corre-re gli sci sul-la neve.

Tante e tutte cariche di affettuo-so ricordo e r i mpi a nt o le testimo-nianze di amici e co-noscenti. A Natale era ancora in negozio, ma non stava bene da alcune setti-mane: «Era un orso», ha det-to il nipote Francesco, «ma non voleva dare a vedere la stanchezza che lo aveva colpito».

«Che dolore», è commos-so il vecchio amico Mirko Mezzacasa, «crescere, lavo-rare, ridere assieme e poi d’improvviso… il gelo in un giorno di gelo, che tu amavi sopra gli sci stretti».

«Ci sembra impossibile, irreale, crudele», così anche Claudio Fontanive, «ma in pochi giorni il Signore ti ha voluto lassù da dove ora guardi ai tanti tuoi amici. Abbiamo vissuto insieme bellissimi momenti di sport e soprattutto di emozioni umane».

Per Claudio Sito, assesso-re comunale al commercio:

«Era uno che credeva al suo lavoro, uno dei pilastri dei negozi di vicinato, per anni membro della consulta dei commercianti di Agordo».

Era diventato macellaio forse più per senso del do-vere che per passione. La macelleria era stata aper-ta il 18 novembre 1958 dai genitori, Cesare (originario di Treviso) e Maria Rosa «Carla» De Min (di Castion). Ricorda il nipote Francesco: «Quando nei primi anni ‘90 il nonno si ammalò, mio zio, uno dei tre figli assieme a Mara e Franco, prese in ma-no la bottega perché senti-va il dovere di dare seguito all’attività di famiglia».

Da allora Gigi era sempre stato presente dietro il ban-cone, coadiuvato nel tempo dalla sorella Mara e anche da Francesco. Si organiz-zava al meglio il lavoro per ritagliarsi il tempo per col-tivare la passione sportiva: le macchine, la bici, lo sci da fondo, la montagna (nel 2017 fu premiato socio 50ennale dalla Sezione agordina del Cai). Gli piaceva far fatica. Era un generoso a 360 gra-

di, come ri-corda ancora Sito: «Quan-do facevamo le feste del basket (ma anche in al-tre occasioni di volonta-riato, ndr), non ha mai voluto un c ent e s i mo per la carne

che prendevamo da lui».Martedì 26 dicembre, il

giorno prima della morte di Gigi, la macelleria ha aper-to per l’ultima volta. Senza di lui per Mara e Francesco sarà impossibile prosegui-re l’attività e nel giro di un mese Agordo si è trovata due volte più povera.

AGORDO. «Sani, monta-gne, che m’avé insegnà la fadìga del vive con onór e a èse bón con frégol de pecà». Senza dubbio appropriati questi versi di un sonetto di Gigi Lise, indimenticato medico e poeta vernacolare agordino, riportati sull’an-nuncio della morte di Od-done Zasso “Tópo”, 91 anni, avvenuta giovedì 28 gennaio all’ospedale di Agordo dove era stato ricoverato dopo una caduta nella sua casa di via

Carrera.Sono poche ma significa-

tive parole in cui può essere condensata la ricerca dei ter-mini più adatti per definirlo, tracciarne la personalità e le competenze, fatta da tanti amici della montagna, ma in particolare dagli uomini della stazione del Soccorso alpino di Agordo, per dire chi era il “Tópo” che quella bene-merita compagine di uomini forti e generosi, come lui, aveva guidato per un quarto di secolo, quando ancora non c’era l’elicottero e salivano le cime in condizioni estreme per recuperare altri uomini. Vivi o morti.

Sentiamoli allora questi “angeli della montagna”, nell’affettuoso ricordo che hanno riservato al loro ama-to “capo”. In lui non c’erano solo grandi doti fisiche e at-letiche, il coraggio e l’altrui-smo (era stato anche attivo donatore di sangue). C’era la stoffa del leader fatta di carisma, determinazione, capacità di leggere le situa-zioni, conoscenza dei propri uomini.

Per primo, Roberto Lagu-naz, suo successore nel 1979: «Con lui nessuno di noi si è mai fatto male».

A sua volta capo-stazione negli anni ’90, Egidio Sorarù: «Andavamo tutti nella sede del soccorso che al tempo era la sua piccola tipografia, e il Topo apriva una bottiglia poiché bisognava sottolinea-re il momento, anche quando avevamo recuperato un mor-to, dato che eravamo riusciti a restituirlo ai famigliari».

Eugenio Bien, uomo del soccorso alpino ed ex presi-dente della sezione agordina del Cai: «A quei tempi par-tivi per un soccorso e stavi via tre giorni fuori dal mondo e avevi solo la radio. Quelle della squadra guidata dal Topo erano imprese e lui sa-peva interpretare il suo ruolo in modo perfetto, sempre in grado di tenere a freno i più irruenti, anche quando la situazione sbandava sotto la tempesta o nella bufera lui teneva la barra diritta, aveva sempre un comando preciso. E ai suoi uomini voleva un bene da matti». Lo conferma Egidio Sorarù: «quella del “Tópo” più che una squadra era un gruppo di amici».

Ancora Berto Lagunaz con orgoglio: «Pochi in Dolomiti erano in grado di fare quello che facevamo noi in quegli anni, lui per me è stato un grande personaggio». A ren-derlo tale ha infatti contribu-to anche il carattere schietto, schivo, burbero, anticonfor-mista. Quando nel 1979 la-sciò la guida del soccorso, la-sciò anche la squadra e non tornò mai indietro nella sua decisione. Non partecipò più nemmeno alle cene.

«Quando con Eugenio Bien andavamo a trovarlo», racconta Giorgio Farenze-na, capostazione dal 2002 al 2014, «all’inizio era ritroso, sembrava non avesse niente da dirti. Poi si scioglieva, ini-ziava a snocciolare aneddoti

ROCCA PIETORE – Massimo De Vallier.

AGORDINO - Il covid si è portato via l’ex sindaco Massimo De Vallier, 64 anni

Tre persone note, tre gravi luttiMorto il macellaio Gigi Corazza, deceduto dopo una caduta l’alpinista Zasso

ODDONE ZASSO “TOPO”

Il sangue del “Tópo” Un ricordo

Oddone Zasso “Topo”, novantun anni, agordino, ma anche imparentato con i notabili Negrelli del Pri-miero.

Una vita bella, la tua, completa, ricca, attraverso la storia dell’Agordino, dell’emigrazione, del lavoro, della socialità, dell’abnegazione, della solidarietà, in situazioni non prive di spigoli e pericolose, ove, in qualche caso, tutto era possibile, fino alla morte.

Eppure la sorte è stata benigna con te: nei rischi corsi e nei rapporti sociali, con le persone care, tal-volta interrotti troppo presto con rassegnazione e disagio ma dove poi il contatto umano prevaleva per andare avanti con convinzione e pragmatismo o forse per semplice accettazione.

Giovane operaio arruolato forzatamente nell’organizza-zione tedesca Todt in Folega, degente all’ospedale di Bel-luno sotto bombardamenti alleati, qualche estate in malga, avviato alla profes-sione di tipografo a Torino e poi emigrante in Australia. Al ritorno infine, figura di rilievo della vita cittadina e sulle nostre montagne che già ti avevano visto protago-nista nella Sezione Agordi-na del Cai per la costruzione del Rifugio Carestiato ma anche in quella “misterio-sa” salita alla I Torre del Camp in Moiazza con Gio-

vanni Bongiana nel 1953 che precorse le tecniche di arrampicata di almeno vent’anni.

Quante domeniche trascorse lassù, poi anche co-me portatore, guida alpina e soprattutto come capo-stazione del Soccorso Alpino di Agordo per oltre un ventennio: la più forte squadra dell’intero arco delle Alpi in virtù di una compagine impareggiabile che attirò anche la riconoscenza internazionale in tempi di Guerra Fredda con l’operazione di recupero della salma del russo Kherghiani e del salvataggio del compagno Oniscenko. Decine di interventi per la vita e per la morte in quegli anni in cui l’attrazione della montagna e il benessere stava cambiando le nostre esistenze; poi il ritiro dall’attività senza far mancare la tua presenza nell’ambito cittadino o con gli amici ma sempre solidale in attività di volontariato, come nell’Avis con un numero di donazioni che ti hanno meritato il diploma che solo l’età ha obbligato ad in-terrompere.

Quel sangue forte come il tuo carattere, che ti ha portato all’ennesima avventura della vita tra le pa-reti di casa in questo gennaio 2021, dove, per l’ultima volta, hai dato dimostrazione della tua tempra.

Giorgio Fontanive

AGORDO - Delegazione ragazze per il 90° (31 maggio 2019).

Oddone Zasso dopo lo sforzo di un soccorso.

AGORDO – Luigi “Gigi” Co-razza.

e non finiva più».Ne ricorda uno proprio

Bien, emblematico del suo modo di essere anche mode-sto: «Il Tópo non è stato solo un grande soccorritore, ma anche un fortissimo alpinista (il suo capolavoro la fessura sulla parete nord ovest tra la 1a e 2a Torre del Camp), uno dei più forti di quegli anni in Italia (anche per una serie di altre importanti salite spe-cie in Moiazza, ndr). Mario Stenico, voleva farlo accade-mico del Cai, ma lui rifiutò decisamente minacciando di

piantare una grana».Diego Favero, attuale capo

del soccorso alpino di Agordo: «A me piace leggere i rappor-tini dei soccorsi dell’epoca in cui trovo la sua firma e mi fa sempre pensare che magari facevano tre giorni di soccor-so e scrivevano quattro righe. Nessun auto-elogio eppure facevano cose incredibili».

Un faro per le future ge-nerazioni di soccorritori che amava i riflettori spenti e che comunque, come dice Giorgio Farenzena, continuerà a far parlare di sé.

«MAGARI FACEVANO TRE GIORNI DI SOCCORSO E SCRIVEVANO QUATTRO RIGHE. NESSUN AUTO-ELOGIO, MA FACEVANO COSE INCREDIBILI»

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 26 | Autore: Giorgio FontaniveCategoria: Si parla di Noi - CNSAS

i ODDONE ZASSO “TOPO”

Il sangue del “Tópo” Un ricordo

Oddone Zasso “Topo”, novantun anni, agordino, ma anche imparentato con i notabili Negrelli del Pri-miero.

Una vita bella, la tua, completa, ricca, attraverso la storia dell’Agordino, dell’emigrazione, del lavoro, della socialità, dell’abnegazione, della solidarietà, in situazioni non prive di spigoli e pericolose, ove, in qualche caso, tutto era possibile, fino alla morte.

Eppure la sorte è stata benigna con te: nei rischi corsi e nei rapporti sociali, con le persone care, tal-volta interrotti troppo presto con rassegnazione e disagio ma dove poi il contatto umano prevaleva per andare avanti con convinzione e pragmatismo o forse per semplice accettazione.

Giovane operaio arruolato forzatamente nell’organizza-zione tedesca Todt in Folega, degente all’ospedale di Bel-luno sotto bombardamenti alleati, qualche estate in malga, avviato alla profes-sione di tipografo a Torino e poi emigrante in Australia. Al ritorno infine, figura di rilievo della vita cittadina e sulle nostre montagne che già ti avevano visto protago-nista nella Sezione Agordi-na del Cai per la costruzione del Rifugio Carestiato ma anche in quella “misterio-sa” salita alla I Torre del Camp in Moiazza con Gio-

vanni Bongiana nel 1953 che precorse le tecniche di arrampicata di almeno vent’anni.

Quante domeniche trascorse lassù, poi anche co-me portatore, guida alpina e soprattutto come capo-stazione del Soccorso Alpino di Agordo per oltre un ventennio: la più forte squadra dell’intero arco delle Alpi in virtù di una compagine impareggiabile che attirò anche la riconoscenza internazionale in tempi di Guerra Fredda con l’operazione di recupero della salma del russo Kherghiani e del salvataggio del compagno Oniscenko. Decine di interventi per la vita e per la morte in quegli anni in cui l’attrazione della montagna e il benessere stava cambiando le nostre esistenze; poi il ritiro dall’attività senza far mancare la tua presenza nell’ambito cittadino o con gli amici ma sempre solidale in attività di volontariato, come nell’Avis con un numero di donazioni che ti hanno meritato il diploma che solo l’età ha obbligato ad in-terrompere.

Quel sangue forte come il tuo carattere, che ti ha portato all’ennesima avventura della vita tra le pa-reti di casa in questo gennaio 2021, dove, per l’ultima volta, hai dato dimostrazione della tua tempra.

Giorgio Fontanive

AGORDO - Delegazione ragazze per il 90° (31 maggio 2019).

Oddone Zasso dopo lo sforzo di un soccorso.

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 38Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

••6 GIOVEDÌ — 4 FEBBRAIO 2021 – IL RESTO DEL CARLINO

Rimini

Una rapina feroce in pieno cen-tro storico, alle otto di sera. L’av-vocato Tatiana Mazzotti, 49 an-ni, ha 60 punti di sutura in testaed è un miracolo se è ancora vi-va. E’ sotto choc, e il terrore diquello che le è accaduto il 28 ge-naio scorso non la lascerà tantofacilmente.«Ho lo studio in via Soardi – rac-conta – e cerco sempre di nonfare tardi la sera, soprattutto ne-gli ultimi tempi perchè in centrovedo delle brutte facce». Maquel giorno è costretta a uscirepiù tardi, a causa di un video-conferenza di lavoro. Sono qua-si le 20 quando arriva in vicoloMastino, nei pressi di via Anghe-rà. Lei non abita molto distantee sta quasi per arrivare a casaquando sente qualcuno che arri-va di corsa alle sue spalle. «Misono girata e ho visto un ragaz-zo che appena mi ha superatoha afferrato il manico della miaborsa cercando di strapparme-la. Ma io ho resistito, non homol-lato la presa e lui è scappato».L’avvocato ha il fiato corto dallapaura, pensa di averla scampa-

ta, e non immagina che il peg-gio deve ancora arrivare. «Un at-timo dopo è arrivato di corsa unaltro ragazzo. Continuava a urla-re ‘dammi la borsa’ ‘dammi laborsa». Ma lei la teneva stretta,dentro aveva tutta la sua vita:agenda, appuntamenti, docu-menti e cellulare. Ma il banditonon si spaventa dalla sua resi-stenza ed è molto peggio delcomplice che è appena scappa-to. «Mi ha sbattuta contro il mu-ro strattonandomi con tale vio-lenza che sono caduta a terra,battendo la testa sullo spigolodimarmo di un portone». Un col-po violentissimo al punto che«credevo di morire». Non hanemmeno la forza di gridare, re-sta lì a terra con il volto copertodi sangue. Lo sconosciuto con ilvolto coperto dalla mascherina,

la vede in quelle condizioni, manon fa una piega. Anzi, dopoavere preso la borsa, torna indie-tro perchè è caduto il cellularedell’avvocato, e vuole anchequello.«Mi sono resa conto che la feri-ta era molto grave, sono comun-que riuscita a trascinarmi fino acasa e lì ho suonato il campanel-lo di un vicino». Era unamasche-ra di sangue, e subito hannochiamato l’ambulanza che l’haportata in ospedale. «Mi hannodato 60 punti di sutura, dal so-pracciglio fino a metà testa, e laferita era larga quasi 5 cm. Hodavvero creduto di morire». Po-teva andarle molto peggio, ec’è una cosa che ci tiene a dire.«Se doveste mai trovarvi in unasituazione simile, lasciate anda-re la borsa, non fate resistenza,si rischia troppo». Gli investiga-tori stanno ora cercando i rapi-natori, due giovani, uno sicura-mente italiano. Non c’erano pe-rò testimoni, e l’unica speranzasono le immagini delle teleca-mere».

Alessandra Nanni© RIPRODUZIONE RISERVATA

Coppia intrappolata in un gretosalvata dal Soccorso alpinoI due escursionisti riminesiavevano perso le traccedel sentiero nella zonadelle Foreste Casentinesi

Avvocato aggredita : «Ho creduto di morire»Tatiana Mazzotti, 49 anni, è stata rapinata da due banditi in pieno centro alle otto di sera: le hanno dato 60 punti di sutura

IL TERRORE

«Ho battuto la testasul marmo, nonavevo nemmenola forza di gridare»

Erano partiti da Rimini per fareun’escursione nel parco delleForeste Casentinesi, ma hannopassato le ore più brutte della lo-ro vita. Protagonista, una cop-pia, salvata l’altra sera dagli uo-mini del Soccorso alpino speleo-logico che sono riusciti a localiz-zare i due escursionisti, rimastiintrappolati nel greto di un fiu-me.Una disavventura che la donnae l’uomo, di 36 e 39 anni, non di-menticheranno tanto facilmen-te. La coppia era partita per far-si una passeggiata ed era arriva-ta nel paese di Corniolo. E’ statolì che hanno deciso di imbocca-re un sentiro Cai, diretti verso ipascoli di San Paolo in Alpe, nelcomune di Santa Sofia. Una vol-ta arrivati alla meta, i due hanno

cominciato a scendere per rien-trare, ma giunti nel punto doveil sentiero fa un bivio, gli escur-sionisti, evidentemente pocopratici della zona, hanno finitocol prendere la direzione sba-gliata e hanno perso così le trac-ce del sentiero. Girando a vuo-to, si sono ritrovati intrappolatisul greto di un fosso con la not-te ormai calata, non avendo lapiù pallida idea di dove si trova-vano.

Quando si sono resi conto di es-sersi smarriti e che da soli nonsarebberomai usciti da quel ‘bu-co’, si sono spaventati e hannochiamato il 112. I carabinieri han-no attivato subito il Soccorso al-pino speleologico della Stazio-ne di Monte Falco. Di lì a poco èpartita la squadra del Bidenteche dopo circa un’ora è riuscitaa localizzare la coppia e a portar-la in salvo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Polpette sospette nel parcoCaccia ai presunti avvelenatori

La città violenta

SMARRITI

Si sono ritrovati dinotte in una sorta di‘buco nero’ senzasapere dove andare

La coppia è stata portata in salvo dal Soccorso alpino e speleologico

Polpette abbandonate nel par-co. Bocconi che si sospetta sia-no esche avvelenate e ora se nestanno occupando i carabinieridella Forestale.A dare l’allarme alle Guardieecozoofile di Rimini, sono statialcuni residenti che vivono nel-la zona dell’area verde di viaPanzini, tra via dell’Abete e viadell’Acquario. Avevano notatoalcuni di quei bocconi e hannosubito pensato che si trattassedi esche velonose destinate agli

animali che frequentano il par-co. Le guardie sono arrivate su-bito, e visto le polpette in que-stione che presentavano al cen-tro uno strano colore verde, han-no deciso di allertare i carabinie-ri della Forestale. I militari han-no raccolto i ‘corpi del reato’ econtrollato l’intera area senzatrovarne altre. Non è esclusoche possa trattarsi di muffa, maper averne la certezza i bocconisono stati inviati all’Istituto zoo-profilattico di Forlì.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Distaccamenti della municipale,4mila interventi in un annoOltre 4.000 interventi dei di-staccamenti territoriali dei vigilinell’anno appena concluso. Laparte del leone, con 2.160, per ildistaccamento Rimini Centro;905 per quello Sud e 603 per ilNord. Si aggiungono quelli delquarto distaccamento territoria-le, attivato dal 2016 a Corpolò,con 260 servizi per il presidioscolastico, 250 attività di con-trollo del territorio, 37 durante imercati settimanali. Interventirepressivi - le sanzioni per le vio-lazioni sui distanziamenti - ma

anche di sostegno. Ad esempio,«accompagnare ai servizi socia-li persone che avevano persotutto, e ormai vivevano in stradanei camper; aiutare a far tornarela corrente elettrica nelle casedi anziani truffati; rimuoveremezzi abbandonati in luoghipubblici». «Gli agenti hanno in-staurato un rapporto direttocon la comunità – commental’assessore Jamil Sadegholvaad–. Attività che intendiamo poten-ziare nei prossimi anni, con glialtri servizi comunali».

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 18 | Autore: Claudia VenturelliCategoria: Si parla di Noi - CNSAS

ILBILANCIO.UnamobilitazionesenzaprecedentiperitecnicidelCnsaschiamatiripetutamenteinazione

Unasettimanadi«passione»pergliangelidellamontagna

DallavalangakilleraMalonnoallatragediadellacoppiamortadavantialla lorobimbaadAngoloisoccorritorimessiaduraprova

Hasuperatoi227milaeurolaraccoltafondisulsitoGoFundmeasostegnodellafigliadi5annidellacoppiamilanesemortadomenicasulcolleVarenoprecipitandonelvuotopropriodavantiagliocchidellabambina.

«QUESTARACCOLTAnascepercontinuareaperseguirelamissionedivitadiFabryeVale,regalareaMartinaunfuturofeliceesattamentecomeiduegenitoriavrebberovolutofosse.Tuttoilricavatoverràdevolutoallafamigliaedutilizzatopersostenerelafigliadellacoppia,Martina,nelsuopercorsodivita.Serviràperaiutarlaadavereilmigliorsupportoperaffrontarequestasituazioneedunfuturomigliore»,èstatoscrittodalgruppodipersonechehaavviatolaraccoltafondi. IerimattinaintantoMilanohaabbracciatoperl’ultimavoltamaritoemoglie.Duebaredilegnochiaroeuncuscinodirosebianchehannoscanditol’addioaFabrizioMarchieValeriaColetta,40e35anni,mortidopounatragicacaduta,percentinaiadimetri, lungoil

sentierodel«Saltodeglisposi»sulversantebrescianodellaPresolana.LacerimoniasièsvoltanellaparrocchiadiSant’AgostinodiviaCopernico.

PIÙDITRECENTOpersone,moltissimigliamicidellacoppia,hannovolutoabbracciarelevittimeestringersi intornoallelorofamiglie.Einparticolarmodoallalorofiglia,cinqueanni,chedomenicahaassistitoallatragedia.Papàemammasonomortidavantiailoroocchi.Leièscivolatasuuncumulodineveghiacciata,luihacercatoditrattenerlaperdendoasuavoltal’equilibrioeprecipitandopercentinaiadimetri lungoilcostonedellamontagna.

Ieril’addioaFabryeValePerlafigliagiàraccoltifondiper227milaeuro

ClaudiaVenturelli

La settimana più lunga delSoccorso alpino della V dele-gazione bresciana si è chiusaconil recuperodi treescursio-nisti bloccati a Punta Alma-na dal freddo e dalla perditadi orientamento. È stata lamissione più facile tra quelleche hanno visto i volontariimpegnati giorno e notte sudiversi scenari in montagnatra la Vallecamonica e il lagod'Iseo. «Sì, è stata una setti-mana molto impegnativa sututti i fronti, quello tecnicomaanchequello emotivo -ha

commentato Igor Gheza, ca-postazione della stazione diBreno della V delegazionebresciana del Cnsas -. Lo èstata non solo per la nostrastazione, ma anche per quel-la di Edolo in alta valle e perquella di Val Sabbia-ValTrompia. In totale hanno la-vorato 350 uomini».

BASTA RIPERCORRERLA perdare ragione dei numeri: sa-bato 23 gennaio il Soccorsoalpino è allertato per una va-langa a Campolaro: sottonon c'è nessunoma i sondag-gi durano tutto il giorno. Ilgiornodoposcatta l'interven-

to di ricerca inMortirolo peruna valanga che ha travoltouna motoslitta: morirà inospedale il 20enne alla gui-da. La stessa sera scattano lericerche che dureranno cin-que giorni di Domenico Car-rara, ritrovato morto in fon-doadunsaltodi roccia vener-dì a Bienno. Passano 24 ore ei tecnici del Soccorso alpinovengono chiamati per duepersone precipitate al ColleVareno: si scoprirà poi la tri-ste storia cheha lasciatoorfa-na Martina, la figlia di cin-queannideidueconiugimor-ti per la caduta lungo un sen-tiero. È domenica sera, i tec-

nici rientrano che è già buio,ma poco importa, alle 20 ilcellulare suona per una nuo-va missione: recuperare treescursionisti infreddoliti suimonti di SaleMarasino. Nonconta la voglia, la stanchezza,lagiornatachehamessoadu-ra prova anche i loro cuori,«Ci siamo riattivati e rivestitie siamo andati ad aiutarequei ragazzi». «Siamo ingra-do di muoverci e assicuraresoccorso a tutti in qualsiasiambiente - spiega CorradoZancan, vice capostazione diBreno -. Abbiamo tecnici diricerca spacializzata, cinofilie personale esperto in valan-

ga. Tutte figure che sono sta-te messe in campo nell'ulti-ma settimana e il risultato èstato eccellente». Non cono-scono stagione, ma in ognistagionesannocomecompor-tarsi in montagna. E il loroappello a chi la frequenta èparte della loro missione:«Con i comprensori sciisticichiusi - chiude Gheza - lamontagna si è popolata. Unbene per lei ma dobbiamo ri-cordare che ogni escursioneva pensata e pianificata. Ser-vono attrezzature adeguate epreparazione fisica. La sicu-rezza prima di tutto». •

©RIPRODUZIONERISERVATA

IlgiovaneconlamotoslittatravoltadaunavalangainMortirolo

IvolontaridelSoccorsoalpinointervenutisulmonteVarenodovesonomortimaritoemoglie

LaslavinaaCampolaroarrivatafinsottoleabitazioni

IconiugimortiadAngoloTerme

Il dramma del colle Vareno

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 21Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

Notte all’addiaccio nei boschi

AURANO

AURANO - (m.d.a.) Ha vagato per oltre13 ore, cercando di ritrovare la via delritorno, senza riuscirci.Se l’è vista davvero brutta un cinquan-tottenne di Cologno Monzese, trasfe-ritosi da qualche settimana a Scare-no. Martedì mattina ha deciso di com-piere una passeggiata sulle alture delpaese, nella zona dell’alpe Piaggia.La gita ossigenante nella natura si èperò rivelata un’insidia per il villeg-giante lombardo che, a un certo pun-to, ha perso la traccia. Con il soprag-giungere dell’oscurità la situazione èdiventata ancora più critica: si è ritro-vato isolato, con il cellulare senza“campo”; oltretutto indossava abiti

troppo leggeri per sopportare le rigidetemperature. Preoccupati per le suesorti, i famigliari in serata hanno lan-ciato l’allarme e hanno sporto denun-cia di scomparsa ai carabinieri. Subi-to si è messa in moto la macchina deisoccorsi con squadre dei vigili delfuoco del comando provinciale e dellastazione Val Grande del soccorso al-pino civile, oltre ai militari del Sagf diDomodossola. L’uomo è stato infinelocalizzato vicino alla cresta del Sas-sello: infreddolito e disidratato, dopole prime cure prestate dal personaledel 118, è stato riaccompagnato a ca-sa, sano e salvo, a notte fonda.

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 31 | Autore: Italo VallebellaCategoria: Si parla di Noi - CNSAS

Italo Vallebella SANTO STEFANO DȅAVETO

Fortunatamente da quelle parti non stava transitando nessuno quando la neve si Ë staccata dalla roccia e ha ini-ziato a scendere verso valle. Tutto Ë accaduto in silenzio, almeno dal punto di vista me-diatico. La valanga in locali-t‡ Moglia Negretta perÚ Ë sta-ta notata da qualche passan-te che ha allertato le autori-t‡. Ieri mattina, cosÏ, sul po-sto Ë intervenuto il Soccorso alpino Liguria. La situazione Ë sotto controllo, ma il distac-co (avvenuto alcuni giorni fa) lungo la strada che porta al passo del Cerighetto Ë sta-to importante.

´La strada forestale Ë stata completamente invasa o rac-contano i tecnici del Soccor-so alpino - Si puÚ transitare perchÈ si cammina sopra la neve, ma il fronte Ë andato ol-tre, verso valle. » andata be-ne? Probabilmente sÏ, per-chÈ la neve avrebbe travolto

anche un carro o un�automo-bile di medie dimensioni. Per fortuna il percorso in pri-mavera Ë molto frequentato, ma in inverno Ë pi˘ difficile accedervi. Inoltre tutto Ë suc-cesso quando la Liguria era in zona arancione e quindi in giro c�era meno gente. PerÚ Ë stata una valanga medio grandeª.

A contribuire al distacco Ë stato il meteo ora pi˘ vicino alla primavera che all�autun-no inoltrato. L�innalzamen-to delle temperature ha ini-ziato a far sciogliere il manto nevoso (che comunque in molti punti supera i due me-tri), l�acqua ha reso pi˘ pe-sante lo strato di neve che ad un certo punto ha perso con-sistenza e si Ë staccata: ´Con simili condizioni meteo sono fenomeni che possono acca-dere o racconta Fabrizio Ma-sella, presidente regionale del Soccorso alpino - In zona negli ultimi tempi ci sono sta-ti altri episodi simili anche se pi ̆contenuti: dove la parete

di roccia Ë ripida, Ë logico che la neve si stacchi pi ̆facil-menteª. Altre valanghe in ar-rivo, dunque? Possibile, ma il rischio emanato per questi giorni Ë di livello 2, cioË mo-derato. Questo non significa che non sia necessario fare at-tenzione, soprattutto nel fi-ne settimana e in concomi-tanza con temperature pi ̆al-te rispetto all�ultimo perio-do. Lo zero termico, infatti, attualmente galleggia intor-no ai tremila metri.

´La situazione Ë tenuta mo-nitorata o chiarisce ancora

Masella - La passeggiata in montagna sulla neve si puÚ fare prestando attenzione. Innanzitutto Ë bene sempre avere un abbigliamento ade-guato. Chi va a ciaspolare o a fare sci alpinismo porti con sÈ pala, sonda e l�Arva, l�ap-parecchio di ricerca valanga. Chi non dispone di quest�at-trezzatura si informi su quali siano i sentieri dove non c�Ë il rischio valangheª. In rete un valido portale a cui fare riferi-mento Ë meteomont.carabi-nieri.it attraverso il quale Ë possibile consultare anche per l�entroterra del Levante lo stato di rischio delle valan-ghe, le previsioni meteomon-tane e i dati nivometerologi-ci di varie stazioni. �

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´Il rischio adesso non Ëelevato e monitoriamola situazione: Ë bene essere prudentiª

il caso

Una valanga in alta val dŽAveto´Tanta neve, ma poco freddoªDistacco in localit‡ Moglia Negretta, sulla strada verso il passo del CerighettoIl Soccorso alpino: per fortuna Ë un percorso non molto frequentato in inverno

La valanga in localit‡ Moglia Negretta a Santo Stefano dȅAveto

Torna il pattinaggio su ghiac-cio. La pista sar‡ inaugurata sabato. » allestita in piazza Ni-coloso, ha una superficie di 200 metri quadrati. ´Que-st�anno ci sono particolari mi-sure da rispettare e gli ingres-si sono contingentatiª, dice il

sindaco Carlo Gandolfo. Aper-tura fino al 14 marzo: da lune-dÏ a venerdÏ ore 16-21, sabato e domenica ore 10-21. Ca-pienza massima 40 persone. Biglietto di 7 euro per 30�, un euro in pi˘ ogni 15� successi-vi. Info: 3382371571.

recco

Pattinaggio su ghiaccio, torna la pista

Copia di 86e52901bb0798e7624ebed7415c41e3

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 22 | Autore: MORBEGNO SABRINA GHELFICategoria: Si parla di Noi - CNSAS

MORBEGNO

SABRINA GHELFI

La ristrutturazione delpresidio sanitario è stata comple-tata, ma il via ai servizi ospedalieriresta ancora lontano: gli spazi cisono, ma mancano i medici che lioccupano.

La carenza strutturale

«Purtroppo ci scontriamo con questa realtà: le strutture su cuisono stati fatti degli investimentisono pronte, poi però ci sono diffi-coltà a farle funzionare. Allora cosa ce ne facciamo di strutturerazionalizzate se poi le lasciamovuote perché non c’è il personaleche ci lavora?».

Il sindaco di Morbegno, Alber-to Gavazzi, martedì ha parteci-pato con il direttore generale del-l’Asst (Azienda socio sanitaria ter-ritoriale) Tommaso Saporito alsopralluogo sull’ala ristrutturatadell’ospedale cittadino, il Pot (Presidio ospedaliero territoria-le) di Morbegno.

I lavori sono stati ultimati cosìcome la fase di collaudo, i servizisarebbero dovuti partire all’iniziodi quest’anno, ma restano ancoraal palo. Innanzitutto, resterannoancora vuoti i sette posti letto inpiù, che si aggiungono ai sette esi-stenti dell’hospice per le cure aimalati terminali, ma ci sono diffi-coltà anche per i 14 posti letto peri subacuti e i 6 posti della riabilita-zione generale geriatrica. Il Pot (Presidio ospedaliero territoriale) di Morbegno

Sanità. Il sindaco Alberto Gavazzi ha sottolineato il problema durante la visita di martedì

«I sette posti in più all’hospice e quelli per subacuti e geriatrici non possono essere attivati»

Nella struttura ospedalierarinnovata sono stati predispostianche quattro studi per i medicidi medicina generale, questi inve-ce saranno a breve occupati dai medici per le vaccinazioni anti Covid e sono già stati sfruttati peri tamponi rapidi.

Hospice bloccato

Al piano terra è iniziato il trasferi-mento della parte direzionale, de-gli uffici che prima erano nell’alache dà su piazza Sant’Antonio, mentre il quarto piano è finito arustico. «Le casse al piano terra sono già presenti - dice Gavazzi -,ma è sul resto che si sta eviden-ziando un grosso problema: la ca-renza di medici. I 7 posti in più tanto attesi dell’hospice ci sono,ci sono le attrezzature, ma mancail personale per fare funzionare ilreparto con i posti aggiuntivi, cheè sempre stato un fiore all’occhiel-lo del nostro ospedale. La direzio-ne sanitaria ci ha informato del-l’avvio del concorso per infermierie di diversi concorsi per medici

che speriamo non vadano di nuo-vo deserti. La carenza di profes-sionalità sul nostro territorio vaaffrontata: bisogna rendere com-petitivo il territorio affinché unospecialista possa trovare appeti-bile professionalmente ed econo-micamente venirci a lavorare».

Il pronto soccorso

Quindi la questione del pronto soccorso alpino, «sul quale speria-mo di ricevere presto risposte cer-te sulla sperimentazione dal nuo-vo assessore alla Sanità». C’è poiun altro nodo da sciogliere: il futu-ro del vecchio ospedale che si af-faccia su piazza Sant’Antonio orasvuotato delle funzioni ammini-strative.

«L’Asst ha riservato al pianoterra una parte indipendente peri navigator (le nuove figure pro-fessionali nate per supportare l’avvio del reddito di cittadinan-za). La collocazione della struttu-ra, di proprietà della Regione, è strategica per la sua centralità ur-bana. Su questi spazi è necessarioun confronto generale affinché l’edificio non rimanga vuoto pertroppo tempo. Il Comune ovvia-mente non può decidere, ma è indubbio che l’edificio potrebbediventare molto appetibile se messo sul mercato: fin quando rappresenterò il Comune però non verrà cambiata la sua desti-nazione d’uso socio sanitaria».

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n nDa definireancora il ruolo del pronto soccorso alpinocon la Regione

La ristrutturazione dell’ospedale è finita«Ma senza i medici i servizi sono al palo»

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 23Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

Novate Mezzola

È ricoverata all’ospe-dale di Sondrio e non sembrain pericolo di vita, ma per unasignora di 58 anni di NovateMezzola, quella di martedì èstata una serata difficilissima.Sono dovuti intervenire gliuomini della stazione di Chia-venna del Soccorso alpino perportarla in salvo mentre si tro-vava a San Giorgio, in Valcode-ra. L’allarme è scattato versole 21,30: la donna si è sentitamale mentre si trovava nelborgo, posto a circa 800 metridi altitudine e raggiungibilesolo a piedi. Sul posto con ilCnsas della VII Delegazione eanche il Sagf della Finanza e icarabinieri. I soccorritorihanno raggiunto la donna econ la barella portantinal’hanno trasportata fino alpunto in cui si trovavano am-bulanza e auto-medica. L’in-tervento si è concluso pocodopo l’una notte. Allertato an-che l’elicottero da Como, cheperò stando a quanto comuni-cato da Areu, non è entrato inazione nelle fasi di recuperodella donna. I soccorritori sisono sottoposti anche a peri-coli, avendo percorso all’anda-ta e al ritorno il sentiero chedalla Val di Monte risale versoSan Giorgio, essendo quelloche passa da Codera molto piùlungo. D. Pra.

»

Malorea San GiorgioSoccorsiper una donna

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 57Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

AVEZZANO Ricerche sul Velino:anche ieri l�antennaRecco ha re-stituitodei segnali che sono statisubito controllati dai cani anti-valanga e dai sondatori con nes-sun risultato. Oggi non ci sarà ilsorvolo con il Sonar e torneran-no ad operare le squadre in quo-ta. L�elicottero con il potente so-nar del soccorso alpino si è solle-vato, ieri mattina dal campo ba-se di Forme e ha perlustrato tut-ta laValleMajelama, laValle delTeve e la Valle Genzana, in que-ste ultime due aree l�antenna hacaptatoalcuni segnali.

Bianconeapag. 64

Morte nel tunnel

LANCIANO Un morto sul la-voro, ieri, aPaglieta.Unoperaioè rimasto sepoltodaunammassodi terramentre si era calatoall�internodiunoscavorealizzatoperunafognatura.

Apag. 66

Paglieta

Operaio muoreschiacciatoin un fossato

Valanga, il sonarindica due zoneIniziati gli scavi`Monte Velino, in azione cani e spalatoriRicerche lontane dalle precedenti aree

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 57Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

RicerchesulVelino:anche ieril�antennaReccoharestituitodei segnali chesonostatisubitocontrollatidai caniantivalangaedai sondatorisenzarisultato.Ogginoncisarà il sorvolocon il Sonaretornerannoaoperare lesquadre inquota.L�elicotteroconilpotente sonarsi èsollevato, ierimattina,dalcampobasediFormeehaperlustrato tutta laValleMajelama, laValledelTevee laValleGenzana, inquesteultimedueareel�antennadi 80centimetrididiametro, chehaunatecnologiaRecco,hacaptatoalcunisegnali chesonostatisuccessivamenteapprofonditidalleunitàcinofileedalla squadrecon lesondemanonèstata trovatanessuna traccia importantechepotrebbe farrisalireaiquattroescursionistiavezzanesi,ToninoDurante,60anni,GianMauroFrabotta,33anni,ValeriaMellaeGianmarcoDegni ,ambedue2anni, fidanzati, dispersidal24gennaioscorso.Stamane,comeconferma ilmaggioredeicarabinieri, SilviaGobbini, 40

uominientreranno inazionenellazonadoveècaduta lavalangaaValleMajelama.Gliesperti calcolanoche lavalangarinvenuta inquellanellazona, all�incrociocon laSelladelBicchero, è lunga2chilometri e largacirca30metri inmediaeconunostratodineveprofondodai9ai12metri. Lesondenonriesconoadarrivare fino infondo. Il tavolo tecnicochesiètenutonei scorsi giornihaanchedecisodi interdire

ogniaccessoalMonteVelinoperproteggereleareemontaneinteressatedalleoperazionidi ricercaerecuperodellepersonedisperse.SimoneAngelosante,

sindacodiOvindoli eMauroDiCiccio, primocittadinodiRoccadiMezzo,hanno istituito, tramiteordinanza, ildivietodiaccesso, veicolareepedonale,aeccezionedimezzi epersoneimpiegatinelleoperazionidisoccorso, in tutta l�areainteressatadall�emergenza.Screeningper tutti isoccorritori: lohaconfermatol�assessoreregionaleGuidoLiris.

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I quattro dispersidi

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Lupo trovato ucciso nel cuore

Velino, altra giornata di vane ricerche

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Data: 03/02/2021 | Pagina: 41 | Autore: MARIA CUSCELACategoria: Si parla di Noi - CNSAS

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Ripartire a pranzonella zona gialla“Basta che duri”Bene i primi due giorni di apertura dei ristoranti“Frenati solo da smart working e qualche timoroso”

ROBERTO MAGGIOVERCELLI

«Come sono andati i primi giorni? In pausa pranzo era-vamo pieni e abbiamo coper-to due turni. I clienti hanno ri-sposto bene con il menù del giorno e alla carta. E tanto vi-no». Sono le 15 e Davide Po-sillipo dell’osteria Mal’Ora di Tronzano non ha ancora fini-to di lavorare. E’ soddisfatto

delle prime 48 ore in zona gialla, e come lui altri titolari di ristoranti del Vercellese. Umore alto tra i proprietari, così come tra i clienti, e la spe-ranza per entrambi che le ria-perture al pubblico prosegua-no il più possibile. E intanto tra i titolari già alle prese con problemi e crolli del fattura-to arriva un nuovo adempi-mento, l’aggiornamento del-la cassa per la lotteria degli scontrini, che arriva a costa-re anche centinaia di euro.

In ogni caso alla Mal’Ora non si erano persi d’animo nemmeno in zona arancio-ne. «La gente ci ha sostenuto ugualmente con l’asporto, non abbiamo mai mollato - aggiunge Posillipo -. Certo, vedere i clienti è tutt’altra co-

sa: la gente non è spaventa-ta, e gli operai in pausa pran-zo erano felici di poter man-giare al caldo».

Di clienti alla Brioska, nel centro storico di Gattinara, ce ne sono stati, e qualcuno ha già telefonato per prenota-re nel fine settimana. «Che bello rivedersi, sono tutti feli-ci di poter di nuovo uscire». I titolari di Fabrika Hambirre-ria, aperta il 15 dicembre al posto dell’ex Marchesi, in cor-so Libertà a Vercelli, si consi-derano «avventurieri» per-ché hanno aperto in piena pandemia, così come Tomi, sushi restaurant a Porta Tori-no, a due passi da Deca-thlon. «L’avventura di Fabri-ka sta andando bene - sottoli-nea Antonio Gobbato -; la gente ha bisogno di socializ-zare e di muoversi. Sebbene le nostre aziende seguano protocolli sanitari rigidi, rile-viamo che la gente è un po’ preoccupata, si stenta a ri-partire. Noi lavoriamo mol-to con le pause pranzo, ma la maggior parte dei dipen-denti è ancora in smart wor-king, per noi è un danno. Ad oggi banche e uffici hanno il 30-50% di dipendenti in pre-senza. La nostra speranza è legata ai vaccini e all’apertu-ra serale, in modo da torna-re alla vita di prima».

A due passi da lì, al ristoran-te Cin Cin, hanno riaperto ie-ri. «Il nostro umore? Buono, così come nei clienti - raccon-

tano dal locale -. Anche per lo-ro sedersi, rivedersi e poter pranzare al tavolo è tutt’altra cosa. E’ come se fosse tornata a disposizione una coccola, per cui lo spirito è alto».

Al Capel Rosso il titolare Efrem Cognasso è contento di aver potuto riaprire. «La si-tuazione era al limite - dice -. Ora si spera di poter rimane-re così almeno un mese di fi-la, perchè non siamo in gra-do di chiudere e riaprire la cu-cina da un giorno all'altro. Nei primi due giorni abbia-mo visto gente di Vercelli e di fuori, e non solo lavoratori. E’ un segnale positivo. La lot-teria degli scontrini? Non ho aderito, penso sia un piccolo palliativo ma non risolve i problemi».

Al Convento di Trino par-lano di «sollievo per chi può

finalmente sedersi ad un ta-volo e discutere di affari. Pri-ma le persone venivano a ri-tirare le razioni e le consu-mavano in macchina. La lot-teria degli scontrini? Siamo favorevoli, ma siamo in atte-sa di adeguare i registratori di cassa». —

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«Com’è stato il 2020? Una tragedia, tranne che in

Valsesia nel periodo estivo». In una parola il presidente dell’Associazione albergatori della provincia di Vercelli, Paolo Melotti, condensa l’an-no terribile per il settore alber-ghiero sul territorio, tra man-canza di turisti, convegni e fie-re annullate, o mancati sog-giorni di lavoro. «L’anno scor-so è stata completamente an-nullata la clientela business - aggiunge -, ad esempio clienti delle varie realtà esistenti nel capoluogo che lavorano con l’estero, come la Ykk, tanto per citarne una. Il 2021, è un dato di fatto, non è iniziato

tanto meglio: ci sono tanti punti interrogativi, in provin-cia la situazione del settore al-berghiero è preoccupante. Vercelli è una realtà in cui la cantieristica industriale non vede grandi nascite». Gli hotel cittadini hanno in media dai 5 ai 12 dipendenti, tutti posti di lavoro a rischio. «E’ mancato, e manca tuttora - prosegue Me-lotti -, l’indotto derivante dai congressi e dal cosiddetto “tu-rismo congressuale”. Non ci sono le convenzioni con i sin-dacati, che organizzavano riu-nioni e colazioni di lavoro, e mancano le fiere. Un tempo la Fattoria in Città e la Fiera di Maggio, annullate nel 2020, erano due realtà che procura-vano il “completo" nelle no-stre strutture». Il Vercellese è in buona compagnia, dato che la zona del Lago Maggiore ha

perso tutto il 2020 e di questo passo perderà anche il turi-smo del 2021. «Da noi solo la Valsesia ha avuto un buon ri-sultato, ma in estate - aggiun-ge il referente di Federalber-ghi -, perché c’è stata la risco-perta delle passeggiate all’a-perto. Ora, invece, c’è il para-dosso di avere tanta neve ma gli impianti chiusi. Non ci si può aspettare tanto dal gover-no, ma al comparto servono più ristori, perché sono tanti gli addetti che lavorano in que-

sto campo». A livello naziona-le Federalberghi, Federazio-ne della associazioni alberghi e turismo, ha lanciato una peti-zione su change.org per chie-dere al governo una serie di misure, dalla liquidazione di ristori efficaci e adeguati all'e-sonero dal pagamento della seconda rata Imu per il 2021, oltre alla proroga dell’esonero dal pagamento dei contributi per l’assunzione del personale stagionale. R. MAG. —

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MARIA CUSCELAALAGNA

G li impianti di risalita sono al momento an-cora chiusi ma la gente, come testimo-

niano gli ottimi numeri fatti re-gistrare nei weekend dalle pi-ste di fondo di Alagna e Carco-foro, non rinuncia alla monta-gna, anzi. Luoghi incantati, re-si ancora più speciali dalla pre-senza di neve naturale: am-bienti che però non vanno vis-suti con leggerezza da chi pra-tica scialpinismo o da chi ama camminare con le ciaspole de-cidendo di avventurarsi al di là dei tragitti tradizionali.

Solo negli ultimi giorni sono stati diversi gli incidenti sui monti nel Nord Italia, in alcuni casi mortali. Per questo i sugge-rimenti degli esperti sono più che mai essenziali, per princi-pianti ma forse soprattutto per chi si sente così esperto da di-menticare le regole basilari di sicurezza.

«La prima raccomandazio-ne da fare a turisti e appassio-nati è quella di non avventu-rarsi mai in montagna da soli - esordiscono dal Soccorso alpi-no di Alagna -. In secondo luo-go, mai muoversi senza avere prima consultato le previsio-ni meteo e i bollettini valan-ghe: con gli smartphone è pos-sibile avere tutte queste infor-mazioni in tempo reale tra ap-plicazioni e siti, elementi indi-spensabili da tenere in consi-derazione prima di impostare un’uscita».

La neve infatti è sempre in-stabile. «Il rischio valanghe (che in questi giorni oscilla tra i livelli 2 e 3, ndr) è in ag-guato - continuano gli esperti alagnesi-, favorito da condi-zioni meteo variabili: dopo il freddo polare di poco tempo fa, le temperature si sono alza-

te, e nei giorni scorsi le precipi-tazioni sono state addirittura piovose fino ai 2 mila metri. E poi bisogna prestare attenzio-ne al ghiaccio, anche sui sen-tieri. A prescindere non ci so-no in Valsesia posti più perico-losi di altri, bisogna rifarsi ai bollettini, senza mai dare nul-la per scontato».

Da non trascurare poi la ne-cessità di portare con sè l’at-trezzatura corretta, che non può tralasciare il kit di sicurez-za per la montagna composto da arva, pala e sonda. Figure di riferimento per ogni tipo di escursione sono le guide alpi-ne di Alagna, che proprio per i prossimi giorni organizzano dei corsi ad hoc in materia. Sa-

bato e domenica verranno pro-poste lezioni di sci alpinismo (che verranno replicate il 27 e 28 febbraio) e di arrampicata su ghiaccio, tutte le informa-zioni si trovano su www.gui-dealagna.com. Nel primo caso vengono insegnate nozioni di autosoccorso in valanga, topo-grafia, nivologia, tecnica di sa-lita con le pelli di foca e discesa in fuoripista. Nel modulo di «cascate di ghiaccio» si impare-ranno, invece, modalità di le-gatura, nodi base, metodi di as-sicurazione e calata.

Inoltre in collaborazione con lo Ski Team Valsesia il prossimo 13 febbraio dalle 9 al-le 12 ad Alagna sarà proposto un «training valanghe basic», in cui verrà offerta una panora-mica di informazioni che ri-guardano l’attrezzatura, la ne-ve e la formazione delle slavi-ne. Per partecipare o richiede-re maggiori dettagli basta scri-vere una e-mail a [email protected]. —

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IL PUNTO

Bici e runningLo stare beneè contagioso

I consigli delle guide alpine di Alagna

È montagna-mania“Ma servono regoleper non rischiare”

IL CASO

PAOLO MELOTTI Il presidente di Federalberghi lancia l’allarme per la situazione del settore: nel capoluogo a rischio tutti i posti di lavoro

“Gli hotel hanno persotutta la clientela businessDateci ristori e meno tasse”

IL COLLOQUIO dalla reg ione

Over 80, domenica 21via alla vaccinazionein tutto il Piemonte

GIUSEPPE ORRÙ

CORONAVIRUS

Anche al ristorante Cin-Cin di corso Libertà a Vercelli sono tornati ad accogliere i clienti a pranzo

Ma dove vai, bellezza in bicicletta, fuori da questo groviglio di zo-

ne gialle e arancioni e confi-ni comunali? Se il primo lockdown ha liberato un esercito di podisti, le restri-zioni a colori sembrano aver sdoganato la biciclet-ta. Complice l’avvicinarsi della bella stagione, deter-minante il contestato bo-nus mobilità, anche le stra-de vercellesi sono più fre-quentate da ciclisti amato-riali, per non parlare della Valsesia, che da pochi gior-ni si è risvegliata in rosa, con la notizia dell’arrivo del Giro d’Italia a Mera.

Con intere categorie di commercianti ridotti alla fame, per non parlare delle categorie sconosciute al welfare, era il caso di rega-lare 600 euro per compare monopattini o bici? E per-ché solo nelle città con più di 50 mila abitanti o capo-luogo, a discapito di chi vi-ve in un paesino? Ognuno tragga le sue conclusioni. Ma la notizia è che il popo-lo dei ciclisti è aumentato. «Da settimane - dice Erio Belloni, presidente del Team Valli del Rosa - ho no-tato molta più gente in bici-cletta. Ormai acquistarne una, con il boom legato al bonus, è diventato difficile perché negozi e supermer-cati sono stati presi d’assal-to. Questo mi fa felice, sa-rebbe bello se qualcuno di loro decidesse di avvicinar-si allo sport organizzato, iscriversi a una squadra amatoriale, non per diven-tare agonista, ma per condi-videre una passione».

Sabato, nel Lodigiano, si terrà la prima gara ciclisti-ca amatoriale riconosciuta dal Coni «di rilevanza na-zionale»: gli iscritti posso-no varcare i confini della re-gione per allenarsi sul per-corso di gara grazie a una dichiarazione del Coni. Ma ormai lo sport non è più una «scusa» per evadere. Al-meno per ora. —

In questi giorni le località della Valsesia sono prese d’assalto

Non essere soli e consultare

le previsioni meteo sono le norme base

La nuova Fabrika Hambirreria ieri, durante la preparazione dei tavoli: è una scommessa tutta vercellese

La lotteria degliscontrini nonconvince tutti

“Solo un palliativo”

CORONAVIRUS

L’avventura di Fabrikainiziata a dicembre“Vorremmo tanto

lavorare anche a cena”

GREPPI

La Regione ha deciso ieri che l’avvio della campagna vacci-nale sugli over 80, la «Fase 2», sarà domenica 21 febbra-io, in concomitanza con il completamento in Piemon-te della «Fase 1» che ha coin-volto i dipendenti del siste-ma sanitario e gli ospiti e gli operatori delle Rsa. Inizial-mente la giornata dedicata agli ultraottantenni era pre-vista per domenica, ma i ri-tardi e i tagli nelle consegne dei vaccini hanno fatto slitta-re il «V Day». —

MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO 2021 LASTAMPA 41CRONACA DI VERCELLI

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Data: 03/02/2021 | Pagina: 41Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

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esercito e volontari a villadossola

Completata la puliziadel torrente Ovesca“Un lavoro prezioso”

CRISTINA PASTOREDOMODOSSOLA

Il laboratorio di emodinami-ca all’ospedale di Domodos-sola da lunedì è operativo di giorno e di notte, sette giorni alla settimana. Un traguardo importante per l’offerta sani-taria nel Vco raggiunto in un periodo critico, con l’emer-genza pandemica ancora in corso. A maggiore ragione è accolta dunque come un’im-portante notizia la possibili-tà di effettuare coronografie e angioplastiche anche in emergenza, senza dover ri-correre a strutture di altre province del Piemonte.

A Domodossola il laborato-rio - inaugurato nell’aprile 2014 con apertura tre volte alla settimana - sotto la dire-zione del primario Alessan-dro Lupi è cresciuto in espe-rienza e operatività. Passo dopo passo ha ampliato l’atti-vità fino ad arrivare a coprire la settimana: dal 16 gennaio è estesa nei weekend. Tre fi-ne settimana in cui si è salva-ta la vita a 8 pazienti in infar-to miocardico acuto.

A consentire l’ultimo pas-so in avanti la realizzazione di una seconda sala attrezza-ta con angiografo polifunzio-nale. E’ stato acquistato con i fondi donati al San Biagio da popolazione e associazioni durante la prima ondata pan-demica. L’apparecchiatura consente di distribuire in

due postazioni il lavoro del primario e dei tre medici che con lui operano sulle corona-rie e quello di altri due colle-ghi che si occupano di elettro-fisiologia con l’impianto di pacemaker e defibrillatori. Attività che ora sarà poten-ziata con interventi per risol-vere aritmie e su pazienti af-fetti da ischemia alle gambe e con piede diabetico, ma an-che con il trattamento delle fi-stole nei dializzati.

«Abbiamo potuto final-mente raggiungere l’obietti-vo di questa operatività H24 anche grazie a un’implemen-tazione dell’organico, che og-gi può contare su 7 infermie-ri e 5 tecnici di radiologia» di-ce il primario Lupi. La sua ri-chiesta alla Regione, attra-verso la direzione dell’Asl Vco, è portare la squadra di medici a 18. Oggi sono 16 che si alternano tra l’ospeda-le di Domodossola, con 12 po-

sti in reparto e 6 all’Unità di terapia intensiva coronarica, e di Verbania, dove con la se-conda fase emergenziale i due posti di Utic sono stati so-spesi per dare più forza alla rianimazione.

«Sia chiaro: non è in atto, né in previsione, alcun depo-tenziamento di cardiologia al Castelli - evidenzia Lupi -. Abbiamo 9 posti letto, ma cre-do potranno aumentare con la creazione di un reparto al terzo piano in cui riorganiz-zare Utic, cardiologia e am-bulatori, compreso quello per i pacemaker».

Il primario sottolinea co-me le sue unità a Domodosso-la e Verbania siano comple-mentari: una interventistica, l’altra clinica. Al Castelli si cu-rano gli scompensi «anche grazie a due apparecchiatu-re di ultima generazione».

Nel 2019 il laboratorio di emodinamica di Domodosso-la ha effettuato 960 corono-grafie e 556 angioplastiche. Nell’anno del Covid, in cui so-no state sospese le attività programmate, 800 e 482. «In primavera e ancora di più da ottobre a oggi - riporta Lupi - ai nostri pazienti abbiamo ap-plicato una sorveglianza atti-va. Visite, esami e interventi sono stati rinviati, ma li tene-vamo monitorati a distanza, convocandoli in ospedale quando necessario». —

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CINZIA ATTINÀVILLADOSSOLA

«Un ottimo lavoro che ci permette di tornare a esse-re tranquilli. Per questo dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato con impegno». L’ammini-strazione comunale di Villa-dossola plaude l’intervento di messa in sicurezza del torrente Ovesca. In circa una settimana è stata com-pletamente ripulita la bri-glia che filtra, prima dell’in-gresso in paese, i detriti che il corso d’acqua porta a val-le. A rendere possibile il la-voro è stato un accordo sti-pulato tra Regione, ministe-ro della Difesa, il comando truppe alpine, la brigata Taurinense con il 32° reggi-mento guastatori e la prote-zione civile dell’Associazio-ne nazionale alpini. «Alla Regione e ai corpi dell’eser-cito va il nostro grazie per quanto realizzato - com-menta il vice sindaco di Vil-ladossola Maurizio Romeg-gio -, ma anche ai volontari dell’Ana di Domodossola che hanno operato con una ventina di uomini e in parti-colare il gruppo di Calice che ha messo a disposizio-ne i locali per la logistica consentendo di distribuire i pasti. Senza l’aiuto di tutti non sarebbe stato possibile ottenere questo importan-te risultato».

La necessità di una radica-le pulizia era emersa dopo l’alluvione di ottobre: in quelle briglie si erano rac-

colti i detriti trascinati a val-le dal torrente. «Quello è un punto strategico, le feritoie della briglia selettiva con-sentono il deflusso delle ac-que - spiega Romeggio -. Do-po l’alluvione erano com-pletamente ostruite da le-gna, sassi e fango. Mantene-re pulito quel punto consen-te di bloccare i materiali ed evitare eventuali straripa-menti dell’acqua più a val-le. Un intervento fonda-mentale che non ha com-portato costi per il nostro Comune».

In questi giorni è stato ap-provato anche un altro in-tervento per la messa in si-curezza dell’Ovesca. Con 150 mila euro di fondi Ato tramite l’Unione Valli dell’Ossola sarà possibile ri-pristinare la pavimentazio-ne del fiume che protegge il ponte vicino alla chiesa di San Bartolomeo. —

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il servizio è stato istituito nel 2014

Emodinamica in funzione H24all’ospedale di DomodossolaIl primario Lupi: “Un grande traguardo, e abbiamo già nuovi obiettivi”

Il servizio di emodinamica è attivo a Domodossola da sette anni

Due insegnanti e due bam-bini positivi al Covid e così anche la scuola materna parrocchiale Santo Bambi-no di Intra, su disposizione dell’Asl, in via precauziona-le è stata chiusa. I piccoli alunni dovranno restare a casa fino a venerdì 12.

La scuola materna Santo Bambino fa capo alla par-rocchia di San Vittore e sui due cancelli d’ingresso dell’istituto - uno in via De Lorenzi e l’altro in corso Co-bianchi - fogli annunciano la chiusura.

L’ultimo accesso da par-te dei bambini è stato ve-nerdì scorso. Sabato è poi arrivata alla dirigenza dell’asilo la comunicazio-ne dell’Asl di quattro casi di positività: due insegnan-ti e altrettanti bambini. E così è partito l’iter già mes-so in atto, nelle scorse setti-mane, negli asili di Oltre-fiume e Feriolo a Baveno.

«Nessun allarmismo, è un disagio che può capitare in questa fase - commenta il parroco di San Vittore don Costantino Manea -. Fino a questo momento era anda-

to tutto bene: non c’erano stati positivi, né interruzio-ni. Abbiamo sempre attua-to le misure di prevenzione richieste e abbiamo anche aggiunto due bidelli all’or-ganico consueto per miglio-rare l’accoglienza dei bam-bini. Così i genitori non han-no dovuto accompagnare i figli fino alle aule. Non ci re-sta che attendere fiduciosi che riprenda la frequenza in istituto il 12 così come l’A-sl ha stabilito per la sicurez-za di tutti». B. AR. —

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quattro casi di positività

Intra, asilo parrocchialechiuso causa Covid

I mezzi degli alpini al lavoro

VerbaniaNegli ultimi dieci giornipiù guariti che positiviNel Vco l’andamento del-la pandemia dà negli ul-timi dieci giorni un nu-mero più elevato di gua-riti rispetto ai nuovi in-fetti, ma i decessi conti-nuano a non arrestarsi. Le persone che al tampo-ne finale sono risultate negative dal 23 gennaio a oggi sono 470. Quelli per cui - nello stesso pe-riodo - l’esito del test ha dichiarato la positività sono state 300. I morti in in dieci giorni sono stati 16, nel complesso - dallo scorso marzo - 289; 155 le vittime della seconda ondata. C. P.

AuranoVilleggiante ritrovatodopo 13 ore nei boschiE’ stato recuperato attor-no alle 22 l’escursioni-sta di 58 anni di Cologno Monzese, ma da settima-ne in villeggiatura ad Au-rano, che si è perso nelle alture di Scareno. Dopo 13 ore era infreddolito, ma incolume. Sul posto soccorso alpino, vigili del fuoco e 118. C. P.

L’asilo parrocchiale di Intra

IN BREVE

MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO 2021 LASTAMPA 41VERBANO CUSIO OSSOLA

NO

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 5Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

RI M I N I

Doveva essere una passeggiatadi piacere ma si è trasformata inun incubo. Protagonisti due ri-minese che si sono persi nelle fo-reste casentinesi. Per fortuna lo-ro sono stati ritrovati e messi insalvo.

I fatti. Martedì sono partiti da

Si perdono nella foresta al buiodue riminesi salvati a Corniolo

Rimini per fare una passeggiatanel parco delle foreste Casenti-nesi. Giunti nel paese di Cornio-lo hanno imboccato il sentieroCai 257 diretti verso i pascoli diSan Paolo in Alpe, nel Comunedi Santa Sofia (Fc). Arrivati allameta hanno iniziato a scendereper rientrare ma giunti in unpunto dove il sentiero fa un bivio

il due escursionisti, una donnadi 36 anni e unuomo di 39 anni,sbagliando direzione, hannoperso le tracce del sentiero e so-no finiti sul greto di un fosso ren-dendosi conto di essersi smarri-ti. Molto preoccupati e impauri-ti, anche perché era già buio,hanno chiamato il 112. Verso le19 è stato attivato il Soccorso Al-pino e Speleologico, stazioneMonte Falco che ha inviato sulposto la squadra del Bidente.Dopo meno di un’ora i due sonostati raggiunti dai soccorritori eriportati alle loro macchine.

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 4Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

Nummer 35 | Donnerstag, 4. Februar 2021Tirol4

Kurzmeldungen

Frau bedrohteMann mit der Axt

Lawine verschüttete Pitztaler Landesstraße Zeugenaufruf nach ÜbergriffHaiming – Mit der Axt inder Hand drohte eine Hai-mingerin amMontag ihremMannmit demUmbringen.Als der 54-Jährige Anzeigeerstattete, wiederholte dieFrau nicht nur die DrohunginGegenwartderPolizei, siewidersetzte sich der Fest-nahme und verletzte dreiBeamte. Bei ihr klickten dieHandschellen. (TT)

St. Leonhard –Gestern gegen13 Uhr verschüttete eine La-wine im Bereich des Schüt-zengrabens einen Abschnittder Pitztaler Landesstraße.Die Bergrettung suchte mitzehn Einsatzkräften und ei-nem Lawinenhund den La-winenkegel ab. Weder Men-schennoch Fahrzeuge kamenzu Schaden. Gegen 15 Uhrwurde mit den Aufräumar-beiten begonnen. (TT)

Innsbruck – Am 19. Jän-ner kam es im InnsbruckerStadtteil Pradl um etwa15.20 Uhr zu einem sexuel-len Übergriff. Das Opfer, ei-nebislangunbekannteFrau,wurde von einem 78-jähri-gen Innsbruckermit beidenHänden gegen eine Haus-wandgedrückt und zueinersexuellen Handlung aufge-fordert. Ein Zeuge forder-te den Mann auf, die FrauNiemand kam bei dem Lawinenabgang zu Schaden. Foto: zoom.tirol

in Ruhe zu lassen, und hieltihn damit von einer weiterenTat ab. Das Opfer ergriff dar-aufhin unerkannt die Flucht.Die Frau ist nach Aussagender Zeugen etwa 30 Jahre alt,160cm groß und dunkelhäu-tig. Bei demÜbergriff trug sieeine Mütze und eine brauneWinterjacke. Die Gesuchtewird dringend ersucht, sichbei der Polizei (059133/75-3333) zu melden. (TT)

Après-Ski, das war einmal. Ob es wieder kommt? Corona hat den Tiroler Tourismus vorerst in die Knie gezwungen – das Aufstehen wird schwer. Foto: Böhm

Tirol, die Krise und die Suchenach einem neuen Weg

Von Manfred Mitterwachauer

Innsbruck – Es war ein tristesBild von der aktuellen Lageam Tiroler Wirtschafts- undArbeitsmarkt, das Landes-hauptmann Günther Plat-ter (VP) gestern im Landtagzeichnete. Ein Sommer 2020mit einem Nächtigungsrück-gang von 30 Prozent und einelaufende Wintersaison, diePlatter nur als einen „Total-ausfall“ betiteln kann. DieFolge: Fast 90.000 Tirolerin-nen und Tiroler sind arbeits-los bzw. in Kurzarbeit.Corona, die damit ein-

hergehende Pandemie undderen Bekämpfung haben –nicht nur, aber allen voran –den Tiroler Tourismus in dieKnie gezwungen. Das für vie-le Denkunmögliche ist Reali-tät geworden. Und die gras-sierenden Virusmutationentragen nicht gerade dazu bei,

die wirtschaftliche Unsicher-heit zu schmälern, so Platter.Perspektiven, deren Haltbar-keit nicht über eine Wochereichen, seien zu wenig: „Ge-rade im Tourismus.“Doch die Zeit des Auf-

sperrens wird kommen. Wasdann? Und wie? Fragen, de-ren Beantwortung die Grü-nen schmerzlich vermissen.

Helfen sollte dabei die Neu-fassung des „Tiroler Wegs“,also der Tourismusstrategiedes Landes. Die aktuelle Ver-sion „Der Tiroler Weg 2021“geht auf das Jahr 2015 zurück.Platter hat deshalb bereits imDezember 2019 eine Neuaus-richtung angekündigt. Undzwar für den Herbst 2020.Aufgesetzt von Tirol Werbung

und MCI. Der Fokus: attrak-tivere Berufe, ökologischeMobilität, leistbare Einheimi-schen-Angebote, ein nachhal-tigererUmgangmit derNatur.Das war vor Corona.Der „Tiroler Weg“ wer-

de erst im Frühsommer ab-zuschließen sein, kündigtePlatter nun gestern an. DenGrünen schmeckt diese Ver-zögerung nicht, Tourismus-sprecher Georg KaltschmidfordertmehrDampf ein: „Bis-her gab es nur Ankündigun-gen. Der Sommer ist zu spät.Die Betriebe brauchen jetzteine Zukunftsperspektive.“Denn nicht zuletzt Coronahabe gezeigt, dass der bishe-rige Tiroler Weg „nicht zumgewünschten Erfolg geführthat. Ein ständigerAusbauundBettenzuwachs hat nur mehrVerschuldung gebracht.“ Ei-ne Neuausrichtung des Tou-rismus dürfe nicht wieder in„Hinterzimmern“ gestartetwerden, so Kaltschmid.VP-Tourismussprecher

Mario Gerber kontert. Vorerstbraucheman alle Ressourcen,um aus der Krise zu kommen.Und viel wichtiger: Es gelte zuevaluieren, was der Touris-mus jetzt benötigt. Denn aufTirol kämen ganz neue Prob-lemstellungen wie Arbeitsab-wanderung, Betriebsschlie-ßungen, der Umgang mitReiseverboten oder dem ge-stiegenen Sicherheitsbedürf-nis zu. „Da ist es nur konse-quent, die Krise abzuwarten“,sagt Gerber. Und mit Blickzum drängenden Koalitions-partner: „Die Strategie wärezu 98 Prozent fertig gewesen.“Doch dann kam Corona.

Die neue Tourismusstrategie des Landes wird erst vor Sommer fertig, sagtLH Günther Platter (VP). Grüner Koalitionspartner fordert mehr Tempo ein.

„Die Strategie warfast fertig. Jetzt

müssen wir neu evaluie-ren, was der Tourismusnach der Krise braucht.“

Mario Gerber(VP-Tourismussprecher) Foto: Böhm

„Uns geht daszu langsam. Da

braucht es mehr Dampf– raus aus den Hinter-zimmern.“

Georg Kaltschmid (Tourismus-sprecher Grüne) Foto: Böhm

Innsbruck – Nach wie vorwarten Tausende Unter-nehmer in Tirol auf eineEntschädigung gemäß demEpidemiegesetz. Einerseitsgeht es um Ansprüche auf-grund behördlicher Schlie-ßungen aus dem Frühjahr2020, andererseits um Ent-schädigungen hinsichtlichjener Mitarbeiter, die auf-grund von Absonderungs-bescheiden nicht arbeitenkonnten/können.Landeshauptmann Gün-

ther Platter (VP) räumte

gestern im Zuge der Land-tagssitzung ein, dass aktu-ell noch 26.000 Bescheideeiner Ausstellung harrenwürden.Gut unterrichtete Kreise

berichten, dass erst gut 30Vollständigkeitsprüfungenabgearbeitet worden sei-en. Pro Woche sollen biszu 1000 neue Anträge hin-zukommen. Bis dato seien1,23 Mio. € ausbezahlt.Im Rahmen der mittelba-

ren Bundesverwaltung sinddie Bezirkshauptmann-

schaften zuständig –umdie-se aber zu entlasten, hat dasLand einen eigenen Fach-bereich mit 50 Personenhierfür aktiviert. Noch bisNovember gab es zwischenBund und Land rechtlicheUnklarheiten zu klären.Auch ein eigenes Berech-nungstool musste von Wienaus zur Verfügung gestelltwerden. Betriebe habenDaten einzumelden, wel-che von Steuer- und Wirt-schaftsberatern bestätigtwerdenmüssen. (mami)

Entschädigungen tröpfeln

Abfuhr fürpinken Ruf

nach Lift-Exit

Innsbruck – Es braucht nichtviel, um im Landtag eine De-batte zur Zukunft der TirolerSkigebiete zu entfachen. Ei-nig sind sich die Fraktionenhierbei für gewöhnlich nicht.Gestern jedoch hieß dasMatch: alle gegen die NEOS.

Anlass war einerseits derRegierungsantrag hinsicht-lich eines Corona-Fixkosten-zuschusses (in Summe dreiMio. Euro) für Skigebiete,die im öffentlichen Eigentumstehen. Und andererseits einNEOS-Antrag, in geschlosse-nen (Klein-)Skigebieten Ski-tourengehernpräparierte Pis-ten zur Verfügung zu stellen.Oberhofer polarisierte.

Nicht nur, dass er die allge-meine Förderpolitik des Lan-des („Wir sind keine Freundevon Förderungen“) mit defti-gen Worten (u. a. „Schnaps-ideen“) geißelte, auchprangerte er die grüne Regie-rungshälfte an, in „gute undböse Skigebiete“ zu untertei-len: gut, wenn in öffentlicherHand, böse im Falle privaterAnlagen. Die pinke Rech-nung: Durch hohe öffentlicheFörderungen für Klein- undBürgermeisterlifte würde denmittelgroßen Skigebieten dieInvestitionslust vergällt undsomit der Wettbewerb ver-zerrt. Weil die kleinen ohne-dies nie wirtschaftlich zu füh-ren seien. Oberhoferwarf hier

einen Betrag von über 200Mio. € über die vergangenenJahre in den Raum. Zwingendschließen müsste man selbi-ge aber nicht, hat Oberhofereine andere „Exitstrategie“für Kleinanlagen: „Nehmenwir diese Skigebiete für einbreiteres Angebot für Skitou-rengeher vom Markt.“ WobeiOberhofer auf das boomendePistentourengehen anspielt.Das politische Echo, das

Oberhofer im Landtag ern-tete, war vernichtend. Gera-de Kleinstskigebiete ermög-lichten Familien günstigesSkifahren, konterte LA Mar-kus Sint (Liste Fritz). Wie einwirtschaftliches Konzept fürderartige Skitourengebieteaussehen könnte – auch dasließen die NEOS vermissen,denen Sint ein „Fördertrau-ma“ attestiert. Wenn Skige-biete fördern, dann Klein-skigebiete, forderte SP-LABenedikt Lentsch. Grünen-Klubobmann Gebi Mair wi-dersprach indes dem pinkenFördervorwurf. DerartigeSummen seien nie geflossen.

LA Mario Gerber (VP) warfOberhofer vor, die Bürger-meisterliste „madig zu ma-chen: „Für unsere DNA istwichtig, dass das Skifahrenbestehen bleibt.“ Nachsatz:Skigebietsbetreiber bräuch-ten tragfähigeKonzepte.Dazugehöre kaum, Tourengehernauf Dauer die Pisten gratis zurVerfügung zu stellen. (mami)

Kein Fixkostenzuschuss fürSkigebiete in öffentlicher Hand undUmwandlung in Skitourenpisten:

NEOS gingen mit Forderung baden.

Auch gestern tagte der Landtag im Ausweichquartier im Congress Inns-bruck. Das Motto der Lift-Förderdebatte: alle gegen einen. Foto: Böhm

„Den Skigebietsbe-treibern werden

Millionen hinten rein-geschoben.“

Dominik Oberhofer(Klubobmann NEOS)

„Die NEOS habenein Fördertrauma.“

Markus Sint(Liste-Fritz-Abgeordneter)

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 11Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

MONTEVELINO

Idispersi ancoranonsi trovano••• Vanno avanti le ricerche degli escursionistidispersi dal 24 gennaio sul Monte Velino. Oggi èla sonda Recco, arrivata dal Trentino, che cer-cherà tracce dei quattro e le operazioni si stan-no concentrando nelle valli Majelama e Genza-na e in tutti i canali limitrofi. Il sonar è statocollocato a bordo dell’elicottero dei Carabinieri,ex Forestali, l’antenna é in grado di rilevare fontimetalliche anche a notevoli profondità, oltre 10km. Le squadre di terra sono rimaste ferme perconsentire rilevazioni piùattendibili. Dopo lericerche con Recco torneranno in quota 4 uomi-ni del Soccorso alpino con due cani.

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 24 | Autore: Davide BonesiCategoria: Si parla di Noi - CNSAS

TRESIGALLO. Neppure la fu-sione ha probabilmente sa-puto unire così tanto le due comunità di Tresigallo e For-mignana. Martedì all’età di 51 all’ospedale Sant’Anna di Ferrara è morta Mary Bolo-gnesi, originaria di Formi-gnana dove vive tuttora la sua famiglia, ma residente con il marito e i due figli a Tresigallo.

Si tratta di un lutto improv-viso, perché fino a domenica la donna stava benissimo, tanto che aveva trascorso al-

cuni giorni in relax assieme al marito Alberto Sovrani (ti-tolare della nota azienda Saf Italy srl specializzata in bat-terie con trenta punti vendi-ta sparsi in tutta Italia). Do-menica sera ecco accusare il primo malessere, diventato ancora più forte lunedì mat-tina, tanto che la donna si de-cide ad andare al pronto soc-corso. Qui dopo i primi accer-tamenti viene disposto il ri-covero e in previsione un in-tervento urgente da effettua-re oggi, ma la 51enne è mor-

ta già martedì pomeriggio, lasciando nel dolore il mari-to, i figli, genitori e fratello.

PROFONDO CORDOGLIO

La notizia ieri è circolata ve-locemente nei due paesi, an-che considerando che il ma-rito Alberto ne ha dato il tri-ste annuncio già in mattina-ta sulla propria pagina Face-book. “Sei andata via troppo presto lasciando a me, i tuoi figli e tutti i tuoi amici un di-spiacere immenso. Sarai sempre viva nei nostri ricor-

di” le sue parole.Cordoglio e dolore misti a

sorpresa, perché la donna non aveva patologie ed era persona molto attiva e piena di energia. «Per tutti è una notizia tremenda - racconta alla Nuova Ferrara Pietro Ro-vigatti, collaboratore stretto di Sovrani -, Mary era una persona solare, amava stare in compagnia ed era sempre presente alle iniziative orga-nizzate dalla nostra azien-da, come a esempio le ulti-me aperture di Saf a Codigo-ro e Comacchio. Manca già e mancherà a tutti noi».

Cordoglio che ha visto par-tecipi anche persone note della comunità tresignane-se, a partire da Mirko Perelli, ex vicesindaco di Tresigallo.

LE FAMIGLIE

La 51enne come detto era originaria di Formignana, componente di una famiglia conosciuta. Il papà Aurelia-no è stato per anni il barbie-re del paese, lavoro portato adesso avanti dall’altro fi-glio Renato. E a piangere una figlia morta troppo pre-

sto c’è ancora la madre. Mary e Alberto erano spo-

sati dal 12 dicembre 1999, matrimonio dal quale sono nati i gemelli Alex e Andrea, i quali lavorano assieme al padre alla Saf Italy, un vero e proprio colosso per quanto riguarda le batterie ma an-che le officine, consideran-do che lo scorso settembre in via Spina a Comacchio è

stata inaugurata la terza mentre il punto vendita aper-to nel novembre 2019 a Co-digoro è il trentesimo della famiglia, che conta un centi-naio di dipendenti sparsi in Italia.

L’ultimo saluto a Mary Bo-lognesi è stato fissato per sa-bato, con inizio alle 14.30, nella chiesa di Tresigallo. —

Davide Bonesi

© RIPRODUZIONE RISERVATAMary Bolognesi, 51 anni

tresigallo e formignana in lutto

Dolore per la morte di Mary«Donna solare, ci mancherà»Infarto fulminante a 51 anni e da oltre venti sposata con il titolare di Saf ItalyIl ricordo del marito Sovrani: sei andata via troppo presto, dispiacere immenso

Lascia anche due figli,genitori e fratelloSabato pomeriggiol’ultimo saluto

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 22Categoria: Si parla di Noi - CNSAS

Ha fatto un volo di 15 metri e se l’è cavata con qualche frattura e alcune lesioni

Partinico, fugge dalla polizia e cade in un silosPer soccorrerlo sonointervenuti pure gli uominidel Soccorso alpino

Michele Giuliano

PA RT I N I C O

Attimi di paura a Partinico per ungiovane migrante con turbe psichi-che scappato dal proprio centro diaccoglienza. Si è lanciato nel vuotoda 15 metri di altezza, all’interno diun silos, per nascondersi dalle forzedell’ordine che cercavano solo dit ranquillizzarlo.

È stato ritrovato all’interno dellastruttura della distilleria Bertolinodove aveva provato a far perdere leproprie tracce. È stato necessariol’intervento di polizia, carabinieri evigili del fuoco del distaccamento

locale e del soccorso speleo-alpinoper riuscire a tirarlo fuori. Adesso èricoverato all’ospedale Ingrassia mafortunatamente non è in pericolo divita nonostante abbia davvero ri-schiato tanto.

Per lui qualche lesione e fratturama comunque nessuna prognosisulla vita. Un vero miracolo se siconsidera il gesto e le possibili con-seguenze. La disavventura è comin-ciata quando i titolari di un centrodi accoglienza chiamano le forze

dell’ordine perché notano che il lo-ro ospite, un ventenne regolarmen-te residente nel territorio italiano,sta andando in escandescenze sen-za apparenti motivi. Un soggettoche comunque soffre di turbe psi-chiche e che per questo è sempre te-nuto sotto la massima osservazio-ne. Q

uando polizia e carabinieri si so-no recati nella struttura con il soloobiettivo di tranquillizzare il ragaz-zo, lui invece reagisce fuggendo via,probabilmente impaurito dalla vi-sta degli uomini in divisa. Evidente-mente aveva pensato che lo volesse-ro portare via e senza neanche at-tendere cosa potesse accadere lui siè dato alla fuga. Si erano perse le suetracce sino a che non è stata segna-lata la sua presenza all’interno delladistilleria Bertolino, in viale dei Pla-

tani. Come si sia introdotto al suointerno non è stato possibile capir-lo. Al loro arrivo polizia, carabinierie vigili del fuoco hanno trovato l’uo-mo all’interno di un silos profondoben 15 metri che era completamen-te vuoto. In pratica vi si era intro-dotto all’interno probabilmenteper rifugiarsi ma subito dopo si è re-so conto di essere letteralmente fi-nito il trappola. Ecco perché lo stes-so extracomunitario ha cominciatoa battere i pugni sulla parete metal-lica per chiedere aiuto, in modo chequalcuno lo potesse soccorrere. E’stato necessario tagliare il silos perfarlo uscire fuori, poi un’a m bu l a n z alo ha caricato e trasportato al noso-comio palermitano dove sono incorso ancora vari accertamenti sulleconseguenze della caduta. (*MIGI*)

© RIPRODUZIONE R I S E RVATA

Brutta disavventuraIl migrante ospite di unacomunità era in statodi agitazione, gli agenticercavano di calmarlo

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Fonte: La Nazione ed. SienaData: 04/02/2021 | Pagina: 37 | Autore: Laura ValdesiCategoria: Si parla di Noi - CNSAS

5••GIOVEDÌ — 4 FEBBRAIO 2021 – LA NAZIONE

Siena

SIENA

Operaio di 36 anni morto nellacava Bagni Marii a Rapolano do-po un volo di 11 metri: colpo discena in tribunale. Perché dopoun’udienza fiume, quando ilgup Ilaria Cornetti alle 16 è tor-nata in aula, non è arrivata lasentenza per uno dei tre imputa-ti e la decisione sull’eventualerinvio a giudizio per gli altri due.Il giudice ha infatti deciso di affi-dare l’incarico per un’ulterioreperizia, volta ad approfondireelementi di novità emersi a se-guito di quella di parte, effettua-ta dall’ingegner Lastri a cui si èrivolto lo studio legale De Marti-no che difende un geologo. Laproprietaria dell’azienda si è affi-data a Luigi De Mossi e ad Enri-co Marzaduri di Pisa, il direttoredi cava e responsabile della si-curezza all’avvocato Gambogi.L’infortunio sul lavoro in cui

aveva perso la vita nel gennaio2018 Elvir Kamberovic, 36 anni,aveva scosso il settore. Alcunicolleghi con i sindacati si eranoincontrati anche con il prefettoper chiedere un protocollo checoinvolgesse le aziende e le va-rie componenti che s’interessa-no di sicurezza. Gli amici aveva-no organizzato una colletta peraiutare la moglie (si è costituitaparte civile con l’avvocato LucaGoracci) e i due bambini dell’uo-mo che viveva da tempo in Ita-lia, ad Asciano, ed era particolar-mente esperto. Anche suo pa-dre aveva lavorato per la stessaazienda, la Travertini Paradiso.Kamberovic era volato giù dalcostone dove stava lavorandoinfilandosi nello spazio lasciatovuoto dalla lastra di travertinoappena tagliata. C’era volutol’intervento dei Saf dei vigili delfuoco per recuperarlo.Era stato chiesto il rinvio a giu-dizio per i tre imputati, accusatia vario titolo di omicidio colpo-so e della violazione delle rego-le sulla sicurezza. Ma secondola tesi della difesa De Martino-Schiavone, entrambi hanno par-lato a lungo, anche se Kambero-vic avesse avuto la cintura di si-curezza la forza dell’urto, il col-po di benna, sarebbe stato più

forte della tenuta della cintura.E dunque sarebbe precipitato lostesso nel vuoto. Di qui i nuoviapprofondimenti disposti dalgup Cornetti. Dopo che il pm Sa-ra Faina aveva chiesto la con-danna a due anni, con rito ab-breviato, per il geologo.

Laura Valdesi© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA STORIA

L’amore finisce, inizialo stalking: a giudizioMessaggi minatori

Le storie di giudiziaria

Muore nella cavaIl pm chiede 2 anniTre imputati, uno era ricorso al rito abbreviatoMa il giudice farà svolgere una nuova perizia

Sara FainaHa ricostruitol’infortunio sullavoro in cui haperso la vita unuomo di 36 anni

SIENA

Non si erano lasciati bene.La fiammella dell’amore,consumata lentamente,aveva ridotto in cenere lapassione. Erano subentratirabbia e dolore mentrenella mente si affollavanoricordi e il futuro apparivaincerto. Affare di cuoriinfranti, succede a tantegiovani coppie. Come quellache si ritroverà in tribunale,lui imputato di stalking, leiparte offesa. L’ha denunciatoai carabinieri quando larelazione si è trasformatain persecuzioneinsopportabile. E paura.L’uomo, 31 anni, di Torrita, èstato rinviato a giudizio e amaggio si aprirà il processo. Adifenderlo penserà l’avvocatoVincenzo Bonomei. Arivolgersi ai militari dell’Armauna ragazza di Pienza, 25 anni,a cui era stato legato. Finita lastoria, secondo l’accusa, nonl’avrebbe lasciata in pace.Messaggi, uno dietro l’altro,dove usava parolea dir poco offensive nei suoiconfronti. Anche se luisostiene che, in realtà, la cosasarebbe stata reciproca. Ilcellulare e i social sonodiventati il principale canale dicomunicazione e, sempre dipiù, i reati vengono commessiattraverso il telefono.L’uomo si sarebbe spinto oltre,sostiene la procura, quando glisms avrebbero raggiuntoanche l’ex fidanzato dellaragazza nel primo scorcio del2019. Il giudice dell’udienzapreliminare, come detto, harinviato a giudizio l’uomo eper il momento la ragazza nonsi è costituita parte civile.Prima udienza di smistamentoa maggio, poi via alletestimonianze.

La.Valde.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data: 03/02/2021 | Pagina: 33 | Autore: maria cuscelaCategoria: Si parla di Noi - CNSAS

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Ripartire a pranzonella zona gialla“Basta che duri”Bene i primi due giorni di apertura dei ristoranti“Frenati solo da smart working e qualche timoroso”

ROBERTO MAGGIOVERCELLI

«Come sono andati i primi giorni? In pausa pranzo era-vamo pieni e abbiamo coper-to due turni. I clienti hanno ri-sposto bene con il menù del giorno e alla carta. E tanto vi-no». Sono le 15 e Davide Po-sillipo dell’osteria Mal’Ora di Tronzano non ha ancora fini-to di lavorare. E’ soddisfatto

delle prime 48 ore in zona gialla, e come lui altri titolari di ristoranti del Vercellese. Umore alto tra i proprietari, così come tra i clienti, e la spe-ranza per entrambi che le ria-perture al pubblico prosegua-no il più possibile. E intanto tra i titolari già alle prese con problemi e crolli del fattura-to arriva un nuovo adempi-mento, l’aggiornamento del-la cassa per la lotteria degli scontrini, che arriva a costa-re anche centinaia di euro.

In ogni caso alla Mal’Ora non si erano persi d’animo nemmeno in zona arancio-ne. «La gente ci ha sostenuto ugualmente con l’asporto, non abbiamo mai mollato - aggiunge Posillipo -. Certo, vedere i clienti è tutt’altra co-

sa: la gente non è spaventa-ta, e gli operai in pausa pran-zo erano felici di poter man-giare al caldo».

Di clienti alla Brioska, nel centro storico di Gattinara, ce ne sono stati, e qualcuno ha già telefonato per prenota-re nel fine settimana. «Che bello rivedersi, sono tutti feli-ci di poter di nuovo uscire». I titolari di Fabrika Hambirre-ria, aperta il 15 dicembre al posto dell’ex Marchesi, in cor-so Libertà a Vercelli, si consi-derano «avventurieri» per-ché hanno aperto in piena pandemia, così come Tomi, sushi restaurant a Porta Tori-no, a due passi da Deca-thlon. «L’avventura di Fabri-ka sta andando bene - sottoli-nea Antonio Gobbato -; la gente ha bisogno di socializ-zare e di muoversi. Sebbene le nostre aziende seguano protocolli sanitari rigidi, rile-viamo che la gente è un po’ preoccupata, si stenta a ri-partire. Noi lavoriamo mol-to con le pause pranzo, ma la maggior parte dei dipen-denti è ancora in smart wor-king, per noi è un danno. Ad oggi banche e uffici hanno il 30-50% di dipendenti in pre-senza. La nostra speranza è legata ai vaccini e all’apertu-ra serale, in modo da torna-re alla vita di prima».

A due passi da lì, al ristoran-te Cin Cin, hanno riaperto ie-ri. «Il nostro umore? Buono, così come nei clienti - raccon-

tano dal locale -. Anche per lo-ro sedersi, rivedersi e poter pranzare al tavolo è tutt’altra cosa. E’ come se fosse tornata a disposizione una coccola, per cui lo spirito è alto».

Al Capel Rosso il titolare Efrem Cognasso è contento di aver potuto riaprire. «La si-tuazione era al limite - dice -. Ora si spera di poter rimane-re così almeno un mese di fi-la, perchè non siamo in gra-do di chiudere e riaprire la cu-cina da un giorno all'altro. Nei primi due giorni abbia-mo visto gente di Vercelli e di fuori, e non solo lavoratori. E’ un segnale positivo. La lot-teria degli scontrini? Non ho aderito, penso sia un piccolo palliativo ma non risolve i problemi».

Al Convento di Trino par-lano di «sollievo per chi può

finalmente sedersi ad un ta-volo e discutere di affari. Pri-ma le persone venivano a ri-tirare le razioni e le consu-mavano in macchina. La lot-teria degli scontrini? Siamo favorevoli, ma siamo in atte-sa di adeguare i registratori di cassa». —

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«Com’è stato il 2020? Una tragedia, tranne che in

Valsesia nel periodo estivo». In una parola il presidente dell’Associazione albergatori della provincia di Vercelli, Paolo Melotti, condensa l’an-no terribile per il settore alber-ghiero sul territorio, tra man-canza di turisti, convegni e fie-re annullate, o mancati sog-giorni di lavoro. «L’anno scor-so è stata completamente an-nullata la clientela business - aggiunge -, ad esempio clienti delle varie realtà esistenti nel capoluogo che lavorano con l’estero, come la Ykk, tanto per citarne una. Il 2021, è un dato di fatto, non è iniziato

tanto meglio: ci sono tanti punti interrogativi, in provin-cia la situazione del settore al-berghiero è preoccupante. Vercelli è una realtà in cui la cantieristica industriale non vede grandi nascite». Gli hotel cittadini hanno in media dai 5 ai 12 dipendenti, tutti posti di lavoro a rischio. «E’ mancato, e manca tuttora - prosegue Me-lotti -, l’indotto derivante dai congressi e dal cosiddetto “tu-rismo congressuale”. Non ci sono le convenzioni con i sin-dacati, che organizzavano riu-nioni e colazioni di lavoro, e mancano le fiere. Un tempo la Fattoria in Città e la Fiera di Maggio, annullate nel 2020, erano due realtà che procura-vano il “completo" nelle no-stre strutture». Il Vercellese è in buona compagnia, dato che la zona del Lago Maggiore ha

perso tutto il 2020 e di questo passo perderà anche il turi-smo del 2021. «Da noi solo la Valsesia ha avuto un buon ri-sultato, ma in estate - aggiun-ge il referente di Federalber-ghi -, perché c’è stata la risco-perta delle passeggiate all’a-perto. Ora, invece, c’è il para-dosso di avere tanta neve ma gli impianti chiusi. Non ci si può aspettare tanto dal gover-no, ma al comparto servono più ristori, perché sono tanti gli addetti che lavorano in que-

sto campo». A livello naziona-le Federalberghi, Federazio-ne della associazioni alberghi e turismo, ha lanciato una peti-zione su change.org per chie-dere al governo una serie di misure, dalla liquidazione di ristori efficaci e adeguati all'e-sonero dal pagamento della seconda rata Imu per il 2021, oltre alla proroga dell’esonero dal pagamento dei contributi per l’assunzione del personale stagionale. R. MAG. —

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MARIA CUSCELAALAGNA

G li impianti di risalita sono al momento an-cora chiusi ma la gente, come testimo-

niano gli ottimi numeri fatti re-gistrare nei weekend dalle pi-ste di fondo di Alagna e Carco-foro, non rinuncia alla monta-gna, anzi. Luoghi incantati, re-si ancora più speciali dalla pre-senza di neve naturale: am-bienti che però non vanno vis-suti con leggerezza da chi pra-tica scialpinismo o da chi ama camminare con le ciaspole de-cidendo di avventurarsi al di là dei tragitti tradizionali.

Solo negli ultimi giorni sono stati diversi gli incidenti sui monti nel Nord Italia, in alcuni casi mortali. Per questo i sugge-rimenti degli esperti sono più che mai essenziali, per princi-pianti ma forse soprattutto per chi si sente così esperto da di-menticare le regole basilari di sicurezza.

«La prima raccomandazio-ne da fare a turisti e appassio-nati è quella di non avventu-rarsi mai in montagna da soli - esordiscono dal Soccorso alpi-no di Alagna -. In secondo luo-go, mai muoversi senza avere prima consultato le previsio-ni meteo e i bollettini valan-ghe: con gli smartphone è pos-sibile avere tutte queste infor-mazioni in tempo reale tra ap-plicazioni e siti, elementi indi-spensabili da tenere in consi-derazione prima di impostare un’uscita».

La neve infatti è sempre in-stabile. «Il rischio valanghe (che in questi giorni oscilla tra i livelli 2 e 3, ndr) è in ag-guato - continuano gli esperti alagnesi-, favorito da condi-zioni meteo variabili: dopo il freddo polare di poco tempo fa, le temperature si sono alza-

te, e nei giorni scorsi le precipi-tazioni sono state addirittura piovose fino ai 2 mila metri. E poi bisogna prestare attenzio-ne al ghiaccio, anche sui sen-tieri. A prescindere non ci so-no in Valsesia posti più perico-losi di altri, bisogna rifarsi ai bollettini, senza mai dare nul-la per scontato».

Da non trascurare poi la ne-cessità di portare con sè l’at-trezzatura corretta, che non può tralasciare il kit di sicurez-za per la montagna composto da arva, pala e sonda. Figure di riferimento per ogni tipo di escursione sono le guide alpi-ne di Alagna, che proprio per i prossimi giorni organizzano dei corsi ad hoc in materia. Sa-

bato e domenica verranno pro-poste lezioni di sci alpinismo (che verranno replicate il 27 e 28 febbraio) e di arrampicata su ghiaccio, tutte le informa-zioni si trovano su www.gui-dealagna.com. Nel primo caso vengono insegnate nozioni di autosoccorso in valanga, topo-grafia, nivologia, tecnica di sa-lita con le pelli di foca e discesa in fuoripista. Nel modulo di «cascate di ghiaccio» si impare-ranno, invece, modalità di le-gatura, nodi base, metodi di as-sicurazione e calata.

Inoltre in collaborazione con lo Ski Team Valsesia il prossimo 13 febbraio dalle 9 al-le 12 ad Alagna sarà proposto un «training valanghe basic», in cui verrà offerta una panora-mica di informazioni che ri-guardano l’attrezzatura, la ne-ve e la formazione delle slavi-ne. Per partecipare o richiede-re maggiori dettagli basta scri-vere una e-mail a [email protected]. —

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IL PUNTO

Bici e runningLo stare beneè contagioso

I consigli delle guide alpine di Alagna

È montagna-mania“Ma servono regoleper non rischiare”

IL CASO

PAOLO MELOTTI Il presidente di Federalberghi lancia l’allarme per la situazione del settore: nel capoluogo a rischio tutti i posti di lavoro

“Gli hotel hanno persotutta la clientela businessDateci ristori e meno tasse”

IL COLLOQUIO dalla reg ione

Over 80, domenica 21via alla vaccinazionein tutto il Piemonte

GIUSEPPE ORRÙ

CORONAVIRUS

Anche al ristorante Cin-Cin di corso Libertà a Vercelli sono tornati ad accogliere i clienti a pranzo

Ma dove vai, bellezza in bicicletta, fuori da questo groviglio di zo-

ne gialle e arancioni e confi-ni comunali? Se il primo lockdown ha liberato un esercito di podisti, le restri-zioni a colori sembrano aver sdoganato la biciclet-ta. Complice l’avvicinarsi della bella stagione, deter-minante il contestato bo-nus mobilità, anche le stra-de vercellesi sono più fre-quentate da ciclisti amato-riali, per non parlare della Valsesia, che da pochi gior-ni si è risvegliata in rosa, con la notizia dell’arrivo del Giro d’Italia a Mera.

Con intere categorie di commercianti ridotti alla fame, per non parlare delle categorie sconosciute al welfare, era il caso di rega-lare 600 euro per compare monopattini o bici? E per-ché solo nelle città con più di 50 mila abitanti o capo-luogo, a discapito di chi vi-ve in un paesino? Ognuno tragga le sue conclusioni. Ma la notizia è che il popo-lo dei ciclisti è aumentato. «Da settimane - dice Erio Belloni, presidente del Team Valli del Rosa - ho no-tato molta più gente in bici-cletta. Ormai acquistarne una, con il boom legato al bonus, è diventato difficile perché negozi e supermer-cati sono stati presi d’assal-to. Questo mi fa felice, sa-rebbe bello se qualcuno di loro decidesse di avvicinar-si allo sport organizzato, iscriversi a una squadra amatoriale, non per diven-tare agonista, ma per condi-videre una passione».

Sabato, nel Lodigiano, si terrà la prima gara ciclisti-ca amatoriale riconosciuta dal Coni «di rilevanza na-zionale»: gli iscritti posso-no varcare i confini della re-gione per allenarsi sul per-corso di gara grazie a una dichiarazione del Coni. Ma ormai lo sport non è più una «scusa» per evadere. Al-meno per ora. —

In questi giorni le località della Valsesia sono prese d’assalto

Non essere soli e consultare

le previsioni meteo sono le norme base

La nuova Fabrika Hambirreria ieri, durante la preparazione dei tavoli: è una scommessa tutta vercellese

La lotteria degliscontrini nonconvince tutti

“Solo un palliativo”

CORONAVIRUS

L’avventura di Fabrikainiziata a dicembre“Vorremmo tanto

lavorare anche a cena”

GREPPI

La Regione ha deciso ieri che l’avvio della campagna vacci-nale sugli over 80, la «Fase 2», sarà domenica 21 febbra-io, in concomitanza con il completamento in Piemon-te della «Fase 1» che ha coin-volto i dipendenti del siste-ma sanitario e gli ospiti e gli operatori delle Rsa. Inizial-mente la giornata dedicata agli ultraottantenni era pre-vista per domenica, ma i ri-tardi e i tagli nelle consegne dei vaccini hanno fatto slitta-re il «V Day». —

MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO 2021 LASTAMPA 33CRONACA DI VERCELLI

VC

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 19 | Autore: von Silke HinterwaldnerCategoria: Emergenza e Soccorso

von Silke Hinterwaldner

In der Gemeinde St. Vigil inEnneberg scheint sich das Co-ronavirus explosionsartig zu

verbreiten. In der vergangenenWoche ist die Sieben-Tages-Inzi-denz auf über 1.200 ge-klettert, mittlerweile sind140 Bürger in Quarantä-ne. Tendenz ganz klarsteigend. Bürgermeister Felix Plo-ner hat vor diesem Hin-tergrund erste Maßnah-men getroffen, um die Si-tuation nicht außer Kon-trolle geraten zu lassen.Die Gemeindeämter blei-ben im gesamten MonatFebruar für den Parteienverkehrgeschlossen, wer etwas braucht,kann sich telefonisch bei Beamtenoder Gemeindepolitikern melden.

Tageszeitung: Herr Bürgermeister,

wie konnte es soweit kommen?

Felix Ploner: Keine Ahnung. Eskonnten mehrere Ansteckungenfestgestellt werden – und es steigtweiter. Wissen Sie von potentiellen Aus-

bruchsherden, Partys oder ähnli-

chem?

In den Familien breitet sich das Vi-rus natürlich schnell aus. Aber daslässt sich kaum verhindern. Grund-sätzlich ist zu sagen: Am Weltcup-Wochenende vor zehn Tagen habenwir sehr viele Tests durchgeführt,

rund 800 Personen, darunter sehrviele Freiwillige aus dem Ort. Aberdamals haben wir keinen einzigenPositiven gefunden. Plötzlich abergab es einen Ausbruch, mittlerwei-le sind auch zwei Schulklassen inQuarantäne und die Gemeindeäm-ter für den Parteienverkehr zu. Esgibt mehrere Gemeindebedienste-

te, die positiv getestetwurden. Also keine Erklärung?

Wir haben versucht dieVorsichtsmaßnahmen ein-zuhalten. Aber vermeidenlässt es sich nicht, dassganz besonders am Wo-chenende sehr viel Aus-flügler in der Gegend un-terwegs sind. An den be-liebten Wegen treffenmanchmal viele Menschen

aufeinander. Deshalb habe ich be-reits mehrmals vorgeschlagen, diePisten offenzulassen, wenn ohnehinalles andere zu ist. So könnten sichdie Leute ein wenig aufteilen. Wirhatten öfter schon Probleme mitzugeparkten Plätzen, etwa in Pede-rü, wo auch einige Strafen ausge-stellt wurden. Dabei darf man nichtaußer Acht lassen, dass die Leuterauswollen in die Natur. Die Situa-tion ist alles andere als einfach. Sie haben das Rathaus gesperrt.

Was hat sie dazu veranlasst?

Wir haben das Haus gesperrt undeine Sanifizierung veranlasst. Wirhaben letzthin stets versucht, fürdie Leute da zu sein, das ist unsereAufgabe und auch gut so. Natür-lich kommen entsprechend viele

Bürger. Jetzt war es allerdings nö-tig, die Handbremse zu ziehen. Wirsind trotzdem bei der Arbeit undbleiben immer erreichbar. Mittler-weile sind wir technisch so gut auf-gestellt, dass wir fast alle Diensteauch auf diese Weise aufrechter-halten können. Sind zahlreiche Mitarbeiter posi-

tiv?

Wir sind noch beim Testen. Aber esschaut nicht gut aus, das muss ichganz ehrlich sagen. Im Rathaus ha-ben wir immer versucht, die Ab-stände einzuhalten, uns in großen

Räumen zu treffen, stets mit Mas-ke. Wir versuchen die Mitarbeiterzu schützen und trotzdem die wich-tigen Dienste zu garantieren. DieZahlen sind Besorgnis erregend.Deshalb überlegen wir einen Mas-sentest durchzuführen oder zumin-dest die Schulen durchzutesten.Aber das ist nicht ganz einfach,weil der organisatorische Aufwandgroß ist, Krankenschwestern feh-len, die Tests durchführen können.Dazu kommen noch andere Aufga-ben: Bisher hatten wir die Lawi-nen, jetzt schmilzt alles und dieMuren gehen ab. Auch das müssenwir in den Griff bekommen.

Neurauthstraße ist von den Besitzverhältnissen her ein

zur Gänze in öffentlichem

„Es schaut nicht gut aus“

Plötzlich steigende Coronazahlen in der Gemeinde St. Vigil in Enneberg: Bürgermeister Felix Ploner über das gesperrte Rathaus, das coronafreie Weltcup-

Wochenende sowie über notwendige Dienste und Maßnahmen.

„Am Weltcup-Wochenende vorzehn Tagen haben wir sehr

viele Tests durchgeführt. Aberdamals haben wir keinen

einzigen Positiven gefunden.“

Felix Ploner

Massentest im November: Kommt noch ein Test?

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Tiratura: 16.000 | Diffusione: 80.000

Data: 04/02/2021 | Pagina: 18Categoria: Emergenza e Soccorso

Hasuperatoi227milaeurolaraccoltafondisulsitoGoFundmeasostegnodellafigliadi5annidellacoppiamilanesemortadomenicasulcolleVarenoprecipitandonelvuotopropriodavantiagliocchidellabambina.

«QUESTARACCOLTAnascepercontinuareaperseguirelamissionedivitadiFabryeVale,regalareaMartinaunfuturofeliceesattamentecomeiduegenitoriavrebberovolutofosse.Tuttoilricavatoverràdevolutoallafamigliaedutilizzatopersostenerelafigliadellacoppia,Martina,nelsuopercorsodivita.Serviràperaiutarlaadavereilmigliorsupportoperaffrontarequestasituazioneedunfuturomigliore»,èstatoscrittodalgruppodipersonechehaavviatolaraccoltafondi. IerimattinaintantoMilanohaabbracciatoperl’ultimavoltamaritoemoglie.Duebaredilegnochiaroeuncuscinodirosebianchehannoscanditol’addioaFabrizioMarchieValeriaColetta,40e35anni,mortidopounatragicacaduta,percentinaiadimetri, lungoil

sentierodel«Saltodeglisposi»sulversantebrescianodellaPresolana.LacerimoniasièsvoltanellaparrocchiadiSant’AgostinodiviaCopernico.

PIÙDITRECENTOpersone,moltissimigliamicidellacoppia,hannovolutoabbracciarelevittimeestringersi intornoallelorofamiglie.Einparticolarmodoallalorofiglia,cinqueanni,chedomenicahaassistitoallatragedia.Papàemammasonomortidavantiailoroocchi.Leièscivolatasuuncumulodineveghiacciata,luihacercatoditrattenerlaperdendoasuavoltal’equilibrioeprecipitandopercentinaiadimetri lungoilcostonedellamontagna.

Ieril’addioaFabryeValePerlafigliagiàraccoltifondiper227milaeuro

IconiugimortiadAngoloTerme

Il dramma del colle Vareno

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 41Categoria: Emergenza e Soccorso

9 ••GIOVEDÌ — 4 FEBBRAIO 2021 – IL RESTO DEL CARLINO

ReggioCronaca

di Nicoletta Tempera

Avrebbe preso parte a un tenta-to furto a casa di uno spacciato-re per impossessarsi di una par-tita di coca. È questa l’accusache ha portato ai domiciliari uncarabiniere del Radiomobile diBorgo Panigale, Piero ProiettiPannunzi, romano di 53 anni, ar-restato martedì mattina a Tori-no, dove stava frequentando ilcorso per brigadieri, dai colle-ghi del Nucleo operativo di Bolo-gna.Il militare dell’Arma risponde an-che di favoreggiamento, rivela-zione di segreto d’ufficio eomessa denuncia all’autoritàgiudiziaria in merito alle circo-stanze di reato di cui era a cono-scenza e che non aveva mai de-nunciato.L’inchiesta che ha portato all’ar-resto del militare è partita daun’indagine sullo spaccio a Reg-gio Emilia. Proietti Pannunzi,che all’epoca era in forze al Nu-cleo Radiomobile di Bologna,stando a quanto ricostruito nelcorso delle indagini, a fine mar-zo 2019, libero dal servizio,avrebbe preso parte, assieme adue complici nordafricani, al bli-tz a casa di uno spacciatore suoconoscente nel Bolognese.Un’operazione tesa ad appro-

priarsi della partita di droga - unchilo di cocaina - e del denaroche il militare infedele e i suoicomplici sapevano trovarsinell’abitazione, in forza di infor-mazioni acquisite nello stessocontesto criminale.Il furto non era andato però abuon fine perché l’abitazionenel mirino quel giorno non eravuota come l’indagato e i suoicompari pensavano. E la bandaaveva dovuto desistere.Quell’episodio avvenuto su Bo-logna era finito all’attenzionedella Procura reggiana. Ed erasaltato fuori il nome del carabi-niere. Motivo per cui questa par-te dell’inchiesta era stata stral-

ciata e affidata alla Procura bolo-gnese, con il sostituto procura-tore Luca Davide Alfredo Ventu-ri a coordinare le indagini dei mi-litari dell’Arma.Il ruolo attivo nel tentato furtoavuto da Proietti Pannunzi sa-rebbe comprovato da intercet-tazioni telefoniche e ambientaliche, per gli investigatori, dimo-strerebbero la sua presenza sulluogo del delitto e la sua parteci-

pazione al fatto. Per quanto ri-guarda l’accusa di favoreggia-mento e rivelazione di segretod’ufficio, l’episodio contestatorisale a gennaio 2020: il milita-re, già sotto indagine, avrebberivelato a uno spacciatore - lostesso magrebino che avrebbevoluto derubare nel marzo pre-cedente - che su di lui erano incorso accertamenti da parte disuoi colleghi.«Stai attento che c’è qualcunoche ti vuole male lì, capito?», lafrase incriminata.Non è la prima volta che ProiettiPannunzi, ora ai domiciliari, fini-sce nei guai in inchieste connes-se allo spaccio.Nel 2013 era stato assolto, in Ap-pello, dalle accuse pesantissi-me di concussione, spaccio didroga e peculato nel processo aRavenna sui cosiddetti fattidell’ex Callegari, per cui era im-putato assieme ad altri quattrocarabinieri e un agente di poli-zia penitenziaria.Per quei fatti era infatti stato so-speso dal servizio e rischiavauna condanna a sei anni e quat-tro mesi. Precedenti che, comeosserva nell’ordinanza il gip Al-berto Ziroldi, «tuttavia non han-no scalfito la tendenza a delin-quere» del carabiniere, vistol’«elevato grado di coinvolgi-mento nel contesto malavitoso»del militare.

Resta in carcere Gaetano Lom-bardi, il 43enne – originario diAcerra (Napoli), ma residente incittà – che la notte tra sabato edomenica 17 e 18 ottobre, dopouna banale discussione, sparòcon una pistola Beretta 6,35 aun gruppo di ragazzi, ferendonecinque, in piazza del Monte nelcuore del centro storico. «Vi è ilconcreto pericolo che l’indaga-to reiteri ulteriori analoghe con-dotte, connotate dalle medesi-me violenze e dalla possibilitàdi contrasto col prossimo, an-che se sconosciuto». Insomma,tradotto: è ritenuto un soggettopericoloso. Con queste motiva-zioni il giudice Dario De Luca ha

bocciato l’istanza di modificadella misura cautelare carcera-ria (l’uomo è alla Pulce di via Set-tembrini, da quando è stato arre-stato domenica mattina dallasquadra mobile della questurareggiana) avanzata dall’avvoca-to difensore Giovanni Biancodel Foro di Nola, il quale avevachiesto i domiciliari a casa deigenitori, nell’hinterland parteno-peo. Una richiesta inoltre cheera già stata bocciata dal Tribu-nale del Riesame. Il gip ha tenu-to conto anche di questo in me-rito alla decisione, unita ai diver-si precedenti di polizia che pen-dono su Lombardi che deve ri-spondere delle accuse di tenta-to omicidio plurimo, lesioni, ri-cettazione e detenzione abusi-va di arma comune da sparo,ipotesi di reato formulate dal so-stituto procuratore Laura Galli,

titolare dell’inchiesta. Un ‘no’che soddisfa l’avvocato di partecivile Giacomo Fornaciari, il qua-le tutela i cinque ragazzi feriti,che ha manifestato il propriodissenso alla richiesta della dife-sa (una recente normativa obbli-ga l’invio della notifica di que-sto tipo di istanze anche alle par-ti offese per dare la possibilitàdi redigere un parere negativoo semplicemente di non rispon-

dere). «Le misure cautelari sonofatte per essere rispettate, nonè che dopo 3-4 mesi che unapersona abbia quasi ucciso qual-cuno, può uscire così facilmen-te dal carcere. Non sarebbe giu-sto e come sostiene il giudice,non sussistono le condizioni. An-che perché ai ragazzi non è maiarrivata neppure una lettera discuse finora...».

dan. p.

Non accenna a diminuire il fo-cus della polizia di Statosull’area delle ex Reggiane. Ilquestore dott. Giuseppe Ferra-ri, ha dato disposizioni di con-trolli periodici sull’area. Così èstato anche nella giornata dimartedì, quando gli agenti inforza alla questura reggiana,quelli del reparto ‘prevenzionecrimine Emilia Romagna occi-dentale’, assieme all’immanca-bile unità cinofila, con il miticoVictor a farla da padrone, han-no passato in rassegna i padi-glioni, in disuso dell’impresa. Ilbilancio è stato di ventidue per-sone identificate e un fogliod’espulsione dato a un cittadi-no ghanese, risultato, dopo gliopportuni accertamenti, comeirregolare sul territorio italia-no. I controlli proseguiranno,come già preannunciato, an-che nelle settimane a venire.

Spaccio, carabiniere ai domiciliariL’inchiesta sulla droga è partita da Reggio, in manette un militare del nucleo Radiomobile di Bologna

Piero Proietti Pannunzi, il carabinieri arrestato, romano, 53 anni

L’INVESTIGAZIONE

Il nome di Pannunzisaltò fuori dalleindagini della ProcuraReggiana

«Lombardi è pericolosoResta in carcere»Il 43enne che sparò a un gruppodi ragazzi in Piazza del Monterimarrà ancora alla PulceA deciderlo il gip De Luca

L’avvocato Giacomo Fornaciari con uno dei ragazzi cuiLombardi sparò la notte tra il 17 e il 18 ottobre scorso

Ex Reggiane, identificateventidue personeEspulso un ghanese

Battaglia di verbali nell’udienzadi ieri del processo di ‘ndran-gheta a carico di Francesco Fal-bo, 55enne residente a Sorbolo(Parma), accusato di reimpiegodi capitali presunti illeciti inuno dei filoni giudiziari scaturi-to da ‘Aemilia’. Secondo laDda, Falbo – difeso dall’avvoca-to Simone Servillo – si fece atti-vità immobiliari in odore di ma-fia. Un affare sulla carta da 20milioni. Il processo dopo la ri-chiesta di un patteggiamento aBologna non andato in porto, èapprodato a Reggio davanti auna nuova corte presieduta dalgiudice Giovanni Ghini. Ieri inaula, sono state fatte alcuneprecisazioni in merito ad alcuniverbali acquisiti dal pm dell’ac-cusa, verbalizzati in maniera er-rata nella precedente udienza.Il processo riprenderà il 24 feb-braio.

Processo Falbo,è battaglia di verbalitra accusa e difesa

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 22Categoria: Emergenza e Soccorso

PESCIA. I risultati degli esa-mi necroscopici sono arriva-ti: è rimasto vittima di alcu-ni bocconi avvelenati il gio-vane lupo trovato morto all’inizio di gennaio nelle campagne di Pescia, nel ter-reno di un privato cittadi-no.

Sono stati i carabinieri fo-restali della locale stazio-ne, tramite un tecnico fauni-sta, ad inviare il corpo dell’a-nimale al dipartimento di scienze mediche veterina-rie dell’Università di Bolo-gna. Dove, al fine di risalire alle cause della morte e alla identificazione specifica dell’individuo tramite l’ana-lisi genetica, è stato sottopo-sto agli accertamenti per stabilire se era stato ucciso o se era deceduto a causa di qualche patologia.

Ed è emerso, attraverso gli esami tossicologici, che la morte è stata provocata dal veleno. Per tale motivo, oltre ad avviare le indagini per risalire all’eventuale re-sponsabile, è stato ritenuto fondamentale avvisare gli enti interessati e la cittadi-nanza (in particolare i pro-prietari di cani) dell’even-tuale pericolo, questa matti-na i carabinieri forestali di Pescia, con il supporto dell’Unità cinofila antivele-

no, procederanno alla boni-fica della zona in cui il giova-ne lupo è stato trovato mor-to.

L’animale, che dallo sta-to di conservazione doveva essere morto da poco tem-po, risultava piuttosto ma-gro e, data la giovane età, apparteneva verosimilmen-te ad un branco che gravita sui monti circostanti.

Il ritrovamento del corpo dell’animale è considerato dagli esperti anche un se-gnale dell’importante pre-senza del lupo anche sui monti della provincia di Pi-stoia. Da molti mesi è in at-to un monitoraggio per va-lutarne la consistenza. Un’attività per la prima vol-ta attuata contemporanea-mente e in maniera omoge-nea su tutto il territorio na-zionale su disposizione del ministero dell’ambiente e portata avanti dall’Istituto superiore di protezione e ri-cerca ambientale (Ispra), che si avvale di tecnici fauni-sti sul territorio apposita-mente incaricati che, con l’ausilio di volontari e la col-laborazione dei carabinieri forestali, effettuano i rilievi dei segni della presenza del lupo (escrementi, tracce, carcasse di prede). —

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carabinieri forestali

Avvelenato il lupotrovato morto a gennaioora scatta la bonifica

Il lupo trovato morto a inizio gennaio

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Page 33: Press Review - CNSAS

Tiratura: 306.786 | Diffusione: 206.260

Data: 04/02/2021 | Pagina: 22Categoria: Emergenza e Soccorso

Havistomorire igenitori: per lei già raccolti 300milaeuroAbbraccio solidale da tutta Italia per la bimba di cinque anni . «Serviranno a garantirle un futuro»

La scheda

« Valeria

Coletta e il

Marito Fabrizio

Marchi, 40 e 35

anni, milanesi,

sono morti

domenica in un

incidente sulle

montagne

bresciane

« La raccolta

fondi a favore

della loro

bambina

di 5 anni

ha raggiunto

i 350 mila euro

L’ultimo saluto

Ieri i funerali di Fabry eVale morti in montagna«Lui è caduto in unultimo gesto d’amore»

MILANO Un abbraccio arrivatoda tutta Italia. Settemila per-sone, moltissime rimasteanonime, che hanno donatoventi, dieci o anche soltantocinque euro per «dare un fu-turo» alla bambina di cinqueanni che domenica ha vistoscomparire i genitori morti inun dirupo sul versante bre-sciano della Presolana.Nella rete di solidarietà,

partita tre giorni fa con la rac-colta sul sito GoFundMe, cisono anche persone che han-no donato mille, duemila ocinquemila euro. Il totale, enon è ancora finita, sfiora i300 mila euro. Davanti a cosìtanta partecipazione l’ideatri-ce della raccolta a nome di un

gruppo di amici, MarleneMartinelli, ha dovuto più voltealzare l’obiettivo finale. I 50mila euro iniziali sono statiraggiunti nel giro di mezzagiornata e adesso il traguardoè a quota 350 mila. Soldi che

«saranno devoluti alla nonnapaterna che da sempre hacontribuito costantemente al-la crescita della piccola cono-scendo alla perfezione tutte lesue esigenze», racconta.L’onda della commozione

per la morte di Fabrizio Mar-chi e di Valeria Coletta, 40 e 35anni, e soprattutto per il futu-ro della loro piccola ora affi-data ai nonni, ha coinvoltotutto il Paese. «Ho conosciutoValeria e Fabrizio quasi 10 an-ni fa — ha spiegato MarleneMartinelli — . Un rapportoche si è saldato giorno pergiorno, le nostre bambine so-no cresc iu te ins ieme».L’obiettivo adesso è «conti-nuare a perseguire la missio-

ne di vita di Fabry e Vale, rega-lare alla loro bambina un fu-turo felice esattamente come idue genitori avrebbero volutofosse».Ieri è stato il giorno dei fu-

nerali delle vittime nella basi-lica di Sant’Agostino a Milanopiena in ogni posto. Le bareidentiche di legno chiaro co-perte da un cuscino di rosebianche. E poi due mazzi di

fiori, con lo stesso straziantemessaggio: «Ciao. Mamma epapà». Dietro i feretri i genito-ri di Fabrizio e Valeria, gli ami-ci e i colleghi. «Ci sono vicen-de che non possono avere ri-sposte», ha ricordato don Vir-ginio Ferrari durante l’omelia.La tragedia è avvenuta su unsentiero accessibile alle fami-glie, ma in alcuni tratti c’era-no neve e zone ghiacciate:«Conoscevano bene quel sen-tiero, l’avevano fatto tante vol-te. L’ultimo gesto di Fabrizioprima di cadere è stato un ge-sto d’amore. Ha cercato di af-ferrare Valeria, ma non ce l’hafatta cadendo con lei».

C. Giu.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Insieme

I coniugi

Fabrizio Marchi

e Valeria

Coletta morti

sul monte

Vareno (Ansa)

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Page 34: Press Review - CNSAS

Tiratura: 16.000 | Diffusione: 80.000

Data: 04/02/2021 | Pagina: 13Categoria: Emergenza e Soccorso

POLITIK & WIRTSCHAFT

CORONA-SPÜRHUNDE

Die Schnüffel-Quote

(ml) An verschiedenen Flughäfen werden sie bereits erfolgversprechend eingesetzt — dieCorona-Spürhunde. Sie sindimstande, aus dem Geruch

des Schweißes eines Menschen

eine Ansteckung mit demCoronavirus zu erschnüffeln.

Speziell trainierte Spürhundesollen das Coronavirus in 98

bis zu 100 Prozent der Fälle

riechen können — noch bevor

bei den Menschen Symptome auftreten. Im Idealfall

erschnüffeln sie in wenigenSekunden eine Positivität,

weshalb sich ihr Einsatz ide

alerweise in Gesundheitsein

ri chtungen, Schulen und anBahnhöfen eignet.

Seit dem vergangenen7. Januar setzt auch der Süd-tiroler Sanitätsbetrieb auf den

Geruchssinn der Vierbeiner.

Im Rahmen eines 150.000

Euro teuren Pilotprojektesschnüffeln sich die ersten aus

gebildeten Hunde einer aufinsgesamt 18 Hunde angelegten Hundestaffel durchdie Schulhöfe. Ziel ist es,

asympromarisch Infizierteherauszufischen und zu isolie

ren. Hierzu beschnüffeln die

Hunde die Behälter, in die die

Schüler ihre vorher getragenen

.Ii Ii

¥

f r.

Speziell ausgebildeteCorona-Hunde beim

Schnüffeltest: Nun wird

Kritik am mäßigen Erfolgdes 150.000-Euro-Pilot-

projekts laut.

Masken gelegt haben — undschlagen bei Infizierten an.Mit Antigenschnelltests undPCR-Tests wird umgehendnachgetestet.

Glaubt man Berichten

von Schülern, so schlagendie Hunde allerdings vielfach irrtümlich an. Bis Mine

vergangener Woche wurdeninsgesamt 1.200 Schülerbeschnüffelt. Bei 45 Schü

lern erschnüffelten die Hunde

tatsächlich das Coronavirus,

bei weiteren 10 Schülern, die

vor längerer ZIeit mit demVirus infiziert worden waren,

erkannten sie das Virus eben

falls noch.

Für Alessandro Urzj von

Fratelli d'Italia stehen die

Kosten in keinem Verhältnis

zum Nutzen. Für Lukas RafH,

Kommunikationschef des

Sanitätsbetriebes, ist es hingegen ein guter Start, es werdeim Riechtraining in Verbindung mit dem Landeslaborauch noch nachgebessert. ■

DER MEDIENSTAR

Kurt Steurer

(nd) Kurt Steurer, 50, Innen

einrichter aus St. Lorenzen,

weiß, wie es ist, wenn man

am Boden liegt, sein Lebengleicht einer Achterbahnfahrt, die Kunst, nach

Tiefschlägen wiederaufzustehen, scheint

er zu beherrschen

33/2020). Derzeitschwebt Steurer auf

Wolke 7 — beziehungsweise auf RTL2. Auf diesem

Sender wird eine Reality-show ausgestrahlt, die Millionen Zuseher im Bann hält.

Ihr Name: Die Geissens,

eine schrecklich glamouröseFamilie. Zu sehen ist, wie

die Familie Geiss ihre Vil

len und Superappartementsplant und einrichtet. Einer

der Hauptdarstellerist Kurt Steurer. Er

Ä ist nicht nur Geis-

sens Innenarchi-

tekt, sondern auch

persönlich mit derbizzarr-extrovertierten

Familie befreundet. Es wird

spannend zu verfolgen sein,wie sich Steurers TV-Auftritt

auf die Umsätze seines Unter

nehmens auswirken wird. ■

Theater in

der AltstadtFrelheltsstT. 27 - Meran

Tel. 047321 1623

Fax 0473 27 51 40

E-Moll [email protected]

www.tlda.lt

Koproduktion von Tlioater in der Klemme und Zeiltheoter

Der selbstsüchtige RieseHörBilderSuch

frei noch einem Märchen von Oscor Wilde

mit Downiood-Link für dos Hörspielkiiiodukim m Jkülei in der Kkmie md leitiheniei

Textfassung und Regie: Chrislino Khuenlllustrotionen: Relond Bolege

Musik-Komposition & Klangmoiereion: Gregor MorinIMusikproduktion: sonores sound design | Grofik: Elisabeth Hölzl

ErbBltlich im Thooter in der Altstadt und Budihondlung AHe Mühle MeroiiInfos unter 0473 211623, wvrw.tido.H

Wii ihnken der Stillung Sildiirolei Sixirhisse lOr Ihre Unietsnitruiig

CASSA DI RISPARMIO

DrSchärInnovating Special nulrllion,

alperia

® O Alle Rectite vorbetiaiten/niprotluzlpne riserveta - Ff-Uedla GmOH/Sn No. 05/2021 13

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Page 35: Press Review - CNSAS

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 37Categoria: Emergenza e Soccorso

Winterspaß Skitouren: Wer eineLawine auslöst, muss mitstrafrechtlichen Fogen rechnen.

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DieMCiStiz wedelt mitStefan Tappeinei/Ri^ter am Landesgericht Bozen, über die rechtlichen Gefahrenbeim Auslösei^helLaWine- und was die neueste RechtsprechiJh^hierzu lehrt.

Die Skipisten sind geschlossen, es boomtdas Skitourengehen und Schneeschuhwandern. Damit steigen auch die Risiken. Dassder Berg kein rechtsfreier Raum ist, habenverschiedene Lawinenprozesse gezeigt. ImUnterschied zu anderen Alpenländemhalten das italienische Recht und seineRechtsprechung bei Auslösung einer Lawineeinige Überraschungen parat. Hinzukommt ein kaum beachtetes Urteil des

Höchstgerichts aus dem vergangenen Jahr:Es könnte bei künftigen Lawinenprozessennoch von besonderer Bedeutung werden.

ff: Auf was müssen sich Wintersportler

in Italien gefasst machen,

Herr Tappeiner?

Stefan Tappeiner: Der Berg ist keinrechtsfreier Raum. Das ist er auch

anderswo nicht. Die rechtliche Situation

in Italien unterscheidet sich jedoch vonjener in anderen Alpenländern. Dasitalienische Strafgesetzbuch sieht eineBesonderheit vor: das vorsätzliche oderfahrlässige Auslösen einer Lawine wirdvon Artikel 426 und 449 des Strafgesetzbuches (StGB) auch dann unter Strafegestellt, wenn niemand zu Schadenkommt.

Ein Gesetz, das knapp 100 Jahre alt istund der heutigen alpinen Realität kaum

mehr Rechnung trägt.Das italienische Strafgesetzbuch wurdemit königlichem Dekret Nr. 1398vom 19. Oktober 1930 verabschiedet,also zu einer Zeit, in der Italien nocheine Monarchie und Mussolini Regierungschefwar. In den Zwanziger- und

Dreißigerjahren hat sich der Gesetzgeber noch keine Gedanken überSkitourengeher oder Schneeschuhwanderer machen müssen. Man machte sichdamals eher Gedanken über möglicheSabotageakte. Deswegen auch der hoheStrafrahmen von fünf bis zu zehn JahrenGefängnis für das vorsätzliche Auslöseneiner Lawine.

Nur wird aber kein Skitourengeher

vorsätzlich eine Lawine auslösen.

Das denke ich auch. Deswegen ist fürWintersportler auch Artikel 449 StGBviel relevanter: Er behandelt das fahrläs

sige Auslösen einer Lawine. Fahrlässighandelt laut StGB, wer einen Unfalldurch Nachlässigkeit, Unvorsichtigkeit oder Unrüchtigkeit verursacht, diesogenannte unbestimmte Fahrlässigkeit.

« O Alle Recnie voitiehBlieniRipiodueiane ilservata - FF-M«dls GmbH/sn No. 05/2021 37

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Page 36: Press Review - CNSAS

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 37Categoria: Emergenza e Soccorso

GESELLSCHAFT

Im Gegensatz dazu steht die bestimmteFahrlässigkeit, also die Nichtbeachtungvon Gesetzen, Verordnungen, Befehlenoder Regelungen.

Zum Beispiel, wenn man

Warnschilder wie „Stopp!

Lawinengefahr!" missachtet.

Genau. So etwas kann als Nichtbeach

tung einer Regelung verstanden unddamit als bestimmte Fahrlässigkeitausgelegt werden. Dieser Umstand sorgtimmer wieder für große Diskussionen:Handelt es sich bei einem solchen

Warnschild nun um ein Verbotsschild

oder nicht?

In einem aufsehenerregenden Prozess,

den Sie als Richter in erster Intanz

geführt haben, ging es um eine von

einem Skitourengeher im Jahr 2000

im Schnalstal ausgelöste Lawine. Sie

haben geurteilt, dass ein Warnschild

kein Verbotsschild darstellt.

In der zweiten und der dritten Ins

tanz hat man das aber anders gesehen.Grundsätzlich gesprochen: Damit dieFahrlässigkeit gegeben ist, muss dieGefahr vorhersehbar und vermeidbar

sein.

Was sind denn die entscheidenden

Indikatoren dafür?

Da gibt es mehrere. Ein Indikator beider Bestimmung von Fahrlässigkeit istsicherlich die Warnstufe des Lawinen

lageberichts zur Unglückszeit. VieleLawinenunfälle passieren bei Warnstufe 3, also der Warnstufe „ErheblicheLawinengefahr". Aber es ist nirgendwoin Stein gemeißelt, dass es grundsätzlichfahrlässig ist, wenn man bei dieserWarnstufe unterwegs ist.

Ein Hang im Einzugsgebiet einer

Lawine, der etwa eine andere Expo

sition als der Lawinenhang und damit

andere Schneeverhältnisse hat, kann

potenziell ungefährlicher sein und nur

eine mäßige Lawinengefahr aufweisen.

Durchaus. Es gilt bei Warnstufe 3, undnatürlich auch bei einer noch höheren

Warnstufe, besondere Vorsicht walten

zu lassen. In Lawinenprozessen wirddas Ignorieren dieser Warnstufe oftals Missachtung der Gefahr gesehen.

4««

Stefan Tappeiner, 54, Vater von 2 Töchtern, ist Richter am Landesgericht Bozen, Vorsitzender des II. Strafsenats, Präsident der Sektion Bozen/Südtirol der Vereinigung der Richterund Staatsanwälte. Er war langjährig als Lehrbeauftragter für italienisches Strafrecht an derUniversität Innsbruck tätig und ist regelmäßig Referent an der Deutschen Richterakademie inBerlin/Wustrau. Er ist selbst Skitourengeher.

38 No. 05/2021 O Alle Reelle vaiHnallsn/nioroduilons rtservsta - Ff -MeSla GmOH'Sn

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Page 37: Press Review - CNSAS

Tiratura: 16.000 | Diffusione: 80.000

Data: 04/02/2021 | Pagina: 37Categoria: Emergenza e Soccorso

Bei der Klärung der Frage, ob jemandnachlässig, unvorsichtig oder untüchtiggehandelt hat, wird unter anderem auchder Kenntnis- und Erfahrungsstand desBeschuldigten zur Bewertung herangezogen. Wenn zum Beispiel ein Bergführereine Lawine auslöst, wird man sagen:Dieser hätte es besser wissen müssen.

Ein erfahrener Skitourengeher wird also

eher zur Rechenschaft gezogen?

Das kann bei der Bewertung der Fahrlässigkeit eine gewisse Rolle spielen, ja.Ganz grundsätzlich ist festzuhalten, dassdie Straftat nach Art. 449 StGB ein abs

traktes Gefährdungsdelikt darstellt. Dasheißt, eine Gefährdung wird a priori vermutet. Es reicht aus, dass der Täter die

vom Gesetz typisierte Handlung setzt,um den Tatbestand zu erfüllen. Der

genannte Artikel fi ndet sich im StGBunter dem Titel „Verbrechen gegen dieöffentliche Unversehrtheit".

Eine Lawine, die im freien alpinen

Naturraum ausgelöst wird, dürfte

wohl kaum ein solches Verbrechen

darstellen, oder?

Natürlich fällt nicht jedes kleine Schneebrett unter die Definition der „Gefahr

dung der Öffentlichen Unversehrtheit".Zur Erfüllung des Strafbestandes „mussein Abrutschen von Schnee- oder

Eismassen ein makroskopisches, verheerendes Ereignis darstellen, welchesmit erheblicher Wahrscheinlichkeit eine

Gefährdung von Unversehrtheit oderLeben von zahlreichen Personen mit

sich bringt" - so jedenfalls besagt es einvorjähriges Urteil des Höchstgerichts,des Kassationsgerichtes.

Angenommen, ich verschütte durch

das Auslösen einer Lawine zwei

Skitourengeher, die sich unterhaib

meines Standortes befinden. Ist das

dann ein makroskopisches Ereignis?

Das muss der Staatsanwalt im Zugeseiner Ermittlungen prüfen und derRichter im Prozess beurteilen. Man

könnte argumentieren, dass man schoneine größere Anzahl an Personen gefährden muss, damit eine „Gefährdung deröffentlichen Unversehrtheit gegeben ist".Ob das beispielsweise bei zwei verschütteten Skitourengehern der Fall ist, bleibt

dahingestellt. Ins Gewicht fällt auch einanderer Aspekt: Es stellt sich die Frage,ob sich die Lawinenauslösung in einemanthropisierten Gebiet ereignet hat, oderin einem nicht anthropisierten Gebiet ...

... also In einem Gebiet mit Aufstiegs

anlagen, präparierten Skipisten,

bewirtschafteten Almhütten, wo sich

Straßen befinden, oder in einem Gebiet

abseits von Infrastrukturen im freien

alpinen Naturraum.

Ja, aber es gibt verschiedene Ansichtendarüber, was unter einem „anthropisierten Gebiet" genau zu verstehen ist.Als „anthropisiert" lässt sich auch einGebiet verstehen, in dem sich zusätzlich

zur Person, die die Lawine ausgelösthat, noch andere Personen aufhalten.

Der freie Naturraum - so entlegen undfernab von Infrastrukturen er auch .sein

mag —wird durch die Anwesenheitzusätzlicher Personen faktisch zum

„Nach dem jüngsten Urteilmuss man beim Skitoruren-

gehen noch vorsichtiger sein,vor allem dann, wenn noch

andere Personen im selben

Gelände unterwegs sind."

anthropisierten Gebiet. Und genau dasist auch die Sichtweise des erwähnten

Lawinenprozess-Urteils - Nr. 14263/1),das das Kassationsgericht im vergangenen Jahr gefällt hat.

Ein Urteil, dass das gegenseitige

Risikoeinverständnis am Berg offen

sichtlich zu kippen scheint; Es reicht,

dass ich meinen Skitourenpartner Im

freien alpinen Gelände verschütte, um

mich strafbar zu machen.

Bei Verschüttung eines Skitourenpartnerskann die Straftat der fahrlässigen Tötungoder der fahrlässigen Körperverletzungvorliegen, falls die Person zu Schadenkommt. Ob auch eine Gefährdung deröffentlichen Unversehrtheit und somit

die Straftat nach Art. 449 StGB vorliegt,muss von Fall zu Fall geprüft werden.Beim genannten Urteil Nr. 14263/19handelt es sich um ein Urteil der LV.

Sektion des Kassationsgerichts und nichtetwa um ein richtungsweisendes Urteilder Vereinigten Senate. Es wäre gewagtzu behaupten, dass dieses Urteil nun derkonstanten Rechtsprechung des Kassationsgerichtshofes entspricht. Es ist auchnicht so, dass sich das Ka,ssationsgerichtlaufend mit Lawinenprozessen befasst.In der Datenbank des Kassationsgerichts scheinen unter dem Suchbegriff„Lawine" bis heute ganze 18 Strafurteileauf. Längst nicht alle Lawinen-Fällelanden also In der letzten Instanz.

Sie sind selbst Skitourengeher.

Schränkt sie das Wissen um rechtliche

Konsequenzen ein?

Ja, ich gehe bewusst nur ungefährlicheTouren. Ich meide zum Beispiel Hängeüber .30 Grad, also jene Hangneigung,ab der es zu Lawinen kommen kann.

Wenn sich diese Sichtweise des

anthropisierten Raums durchsetzten

sollte: Was heißt das für Menschen,

die Im freien alpinen Naturraum

unterwegs sind?

Das genannte Urteil des Kassationsgerichtshofes stellt die neueste Rechtsprechung zu diesem Thema dar, und imGrunde muss man nach diesem Urteil

- rechtlich gesehen - beim Tourengehennoch vorsichtiger sein, vor allem wennman davon ausgehen kann, dass nochandere Personen im selben Gelände

unterwegs sind, die durch eine Lawinegefährdet werden können. Im freienNaturraum ist es natürlich nicht immer

leicht, sich ein genaues Bild davon zumachen, ob noch andere Tourengeheroder Wanderer unterwegs sind.

Wäre es nicht an der Zelt, die

strafrechtliche Verfolgung beim

Auslösen einer Lawine zu überdenken,

wenn niemand zu Schaden kommt?

Grundsätzlich lä.sst sich ein Artikel im

Strafgesetz mit einem normalen Gesetzim Parlament abändern. Hierzu braucht

es aber einen mehrheitlichen politischenWillen. Die zivilrechtliche Haftungbleibt dessen unbeschadet ja aufrecht,vorausgesetzt, es kommen durchFahrlässigkeit Personen oder Sachenzu Schaden. ■

Interview: Markus Larcher

e O Alte Rechte vorbehelian/Rlpiodunane riserveia - FF.Media GmbH/S» No. 05/2021 39

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Page 38: Press Review - CNSAS

Tiratura: 16.000 | Diffusione: 80.000

Data: 04/02/2021 | Pagina: 41Categoria: Emergenza e Soccorso

KULTUR & LEBEN

LITERATUR - „VATI" VON MONIKA HELFER

Schmerzliche Suche

(gm) „Vati" redet erst auf einerZugfahrt nach Berlin, als seineTochter schon erwachsen ist.

Es wird kein Dialog, sondernein Monolog, aber immerhin. Die Erzählerin in Mo

nika Helfers neuem Roman

„Vati" (Hanser 2021, 176 Sei

ten, 22 Euro) erlebt einen an

deren Vater.

Wie schon in „Bagage"(2020) bohrt Helfer in ihrem

neuen Roman tief in der Fa

miliengeschichte, „Vati" ist

Monika Helf er

Ein großer Schmerz: Familienroman von Monika Helfer.

auch eine Selbstbefragung,die immer wieder um das ei

gene Erinnern kreist, um das,was die Familie einem als Prä

gung mitgibt. Deshalb ist esin „Vati" kein glattes, sondernein stockendes Erzählen, sto

ckend wie die Erinnerung, einZusammensetzen von Bruch

stücken.

Der Vater kehrt mit einem

Bein aus dem Krieg zurück,er ist ein Versehrter, Litera

turliebhaber, Leiter eines Er

holungsheimes für Kriegsversehrte, bis er wegen einesIrrtums einen Suizidversuch

unternimmt. Daran zerbricht

die Familie.

Monika Helfer erzählt ta

stend von Kindheit, vom Auf

wachsen in engen Verhältnissen, von einer Generation, die

sich nicht zu helfen wusste.

Der Vater bemüht sich, doch

es gelingt ihm nicht, die Verhältnisse hinter sich zu lassen.

Die Autorin entwirft das Pa

norama einer Familie - und

mit ihr der Gesellschaft. Das

ist nur scheinbar weit wegvon uns. Ein behutsames, ein

existenzielles Buch. ■

KINDERBUCH - „DIE NIMMERSATTKATZE"

Die Macht der Raffgier

(et) Sprache und Bilder gebärden sich zuweilen gespenstisch und übersteigert,wie im Märchen. Auslöser

sind hier wie dort Drangsal,Drohung, Widerspruch istdie Rettung. Was geschieht,wenn eine fressgierige KatzeMensch und Natur ver

schlingt, erzählen Magdalena Hai und Nina Duileck

in „Die Nimmersattkatze".

Dieser Gier bietet ein kühnes

Mädchen die Stirn, Raffgiersoll nicht „Macht über uns

bekommen". Sein Argument: Träume nachbessern

und einfangen! Die kleidetdie Illustratorin in schwe

bende, unbeschwerte Seifen

blasen, als Ausgleich undKontrast zu den schrillen

Szenen. (Dressler 2021, 48

Seiten, 16,50 Euro). ■

FILM - „HUMAN FAGTORS" VON RONNY TROCKER

Ich seh\ was du nicht siehst

Was ist passiert? Nichts - und doch ist alles in Bewegung: MarkWaschke und Sabine Timoteo im neuen Film von Ronny Trocker.

(gm) Jeder Mensch eine Blase,mit einer eigenen Sicht auf dieWelt. Und was das anrichtet,

wenn jeder für sich ist. Darumgeht es in Ronny TreckersSpielfilm „Human Factors",der am vergangenen Freitagbeim „Sundance"-Festival in

den USA Premiere hatte. Es

ist das wichtigste Filmfestivalin den Vereinigten Staaten vonAmerika. Trocker, 43, ist in

Kastelruth aufgewachsen undlebt in Brüssel. „Human Fac

tors" ist nach „Der Einsiedler"

(2016) sein zweiter Spielfilm.Der Film hat eine kom

plexe Struktur, in dem sich diezeitlichen Ebenen überschnei

den, Geräusche sind wichtig,kleine Wahrnehmungen, diedie Perspektive dennoch umsGanze verschieben. Er beginntund beginnt dann noch einmal und zeigt uns, was vordem Beginn passiert ist undwarum der Neubeginn eigentlich das Ende ist.

Wir sehen also zu Beginneine Kamerafahrt durch ein

Haus, scheinbar leer. Ein Feri

enhaus an der Küste, geheimnisvolle Atmosphäre, bedrohlich. Es wird etwas passieren,wird uns bedeutet. Wir hö

ren, wie ein Auto ankommt,

sehen eine Familie, Mut

ter, Vater (sie betreiben eine

Werbeagentur in Hamburg),Tochter, Sohn, wir spüren dieSpannung, diezwischen ihnenherrscht. Als der Vater einkau

fen geht, passiert es: FremdeMenschen sind im Haus, ein

Knall, ein Schrei.

Dann sehen wir, wie jedervon ihnen die Ereignisse sieht.Was ist wirklich passiert imHaus? Vielleicht nichts. Und

doch alles, denn es hat die Fa

milie, diese scheinbare Idylle, in Unruhe versetzt - ein

Schneeball wird zur Lawine.

Ronny Trocker setzt eindrücklich in Szene, wie un

merklich und wie schnell das

geht, was passiert, wenn jederdie eigene Perspektive pflegt -er macht den Betrachter zum

Komplizen. Bilder, Schnitt,Sound und Schauspieler überzeugen (in den Hauptrollen„Tatort"-Kommissar Mark

Waschke und Sabine Timo

teo, in Nebenrollen die Süd

tiroler Hannes Perkmann und

Katia Fellin), die verschobene

Chronologie macht es jedochbisweilen schwer, der Hand

lung zu folgen. ■

) Alle Rechte vorbetiallen/Rinrodiizlone rlservaia - FF-Medla ti mttll/Srt No. 05/2021 41

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Page 39: Press Review - CNSAS

Data: 04/02/2021 | Pagina: 30Categoria: Emergenza e Soccorso

PESCIA. I risultati degli esa-mi necroscopici sono arriva-ti: è rimasto vittima di alcu-ni bocconi avvelenati il gio-vane lupo trovato morto all’inizio di gennaio nelle campagne di Pescia, nel ter-reno di un privato cittadi-no.

Sono stati i carabinieri fo-restali della locale stazio-ne, tramite un tecnico fauni-sta, ad inviare il corpo dell’a-nimale al dipartimento di scienze mediche veterina-rie dell’Università di Bolo-gna. Dove, al fine di risalire alle cause della morte e alla identificazione specifica dell’individuo tramite l’ana-lisi genetica, è stato sottopo-sto agli accertamenti per stabilire se era stato ucciso o se era deceduto a causa di qualche patologia.

Ed è emerso, attraverso gli esami tossicologici, che la morte è stata provocata dal veleno. Per tale motivo, oltre ad avviare le indagini per risalire all’eventuale re-sponsabile, è stato ritenuto fondamentale avvisare gli enti interessati e la cittadi-nanza (in particolare i pro-prietari di cani) dell’even-tuale pericolo, questa matti-na i carabinieri forestali di Pescia, con il supporto dell’Unità cinofila antivele-

no, procederanno alla boni-fica della zona in cui il giova-ne lupo è stato trovato mor-to.

L’animale, che dallo sta-to di conservazione doveva essere morto da poco tem-po, risultava piuttosto ma-gro e, data la giovane età, apparteneva verosimilmen-te ad un branco che gravita sui monti circostanti.

Il ritrovamento del corpo dell’animale è considerato dagli esperti anche un se-gnale dell’importante pre-senza del lupo anche sui monti della provincia di Pi-stoia. Da molti mesi è in at-to un monitoraggio per va-lutarne la consistenza. Un’attività per la prima vol-ta attuata contemporanea-mente e in maniera omoge-nea su tutto il territorio na-zionale su disposizione del ministero dell’ambiente e portata avanti dall’Istituto superiore di protezione e ri-cerca ambientale (Ispra), che si avvale di tecnici fauni-sti sul territorio apposita-mente incaricati che, con l’ausilio di volontari e la col-laborazione dei carabinieri forestali, effettuano i rilievi dei segni della presenza del lupo (escrementi, tracce, carcasse di prede). —

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carabinieri forestali

Avvelenato il lupotrovato morto a gennaioora scatta la bonifica

Il lupo trovato morto a inizio gennaio

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 19Categoria: Emergenza e Soccorso

Una delle unità cinofile in servizio a Pisa

PISA. Scoppia il caso “cani anti-droga”. Quelli che il Comune ha voluto per la Polizia muni-cipale ma che in realtà non vengono utilizzati solo per il contrasto del fenomeno dello spaccio. Cosa che ha destato sospetti e critiche nelle file dell’opposizione consiliare, con Diritti in Comune in testa. Ma che, di contro, vede l’am-ministrazione comunale tor-nare a difendere le scelte fatte sul fronte della sicurezza in città: cani compresi.

«L’unità cinofila della poli-zia municipale – afferma l’as-sessore alla sicurezza Giovan-

na Bonanno – è stata istituita per volontà della nostra am-ministrazione e rappresenta uno strumento in più a dispo-

sizione del corpo per garanti-re la sicurezza dei nostri con-cittadini. I nostri cani vengo-no utilizzati per il contrasto al-le sostanze stupefacenti e per il controllo del territorio. Co-me assessore alla sicurezza e come amministrazione comu-nale rivendichiamo questa scelta che contribuisce a dare efficacia alla nostra azione per il rispetto delle regole in città. Voglio aggiungere che trovo inaccettabile, da parte di consiglieri comunali che ri-vestono un ruolo istituziona-le, denigrare sistematicamen-te il lavoro delle donne e degli uomini della Municipale, che rischiano la propria incolumi-tà quotidianamente per ga-rantire la sicurezza in città. La

nostra polizia è sempre in pri-ma linea per assicurare sicu-rezza, legalità e decoro. Un servizio assicurato in modo ca-pillare costante e puntuale su tutto il territorio comunale, privilegiando sempre l’aspet-to della prevenzione in luogo della repressione, anche in un anno difficile come questo in cui hanno dovuto assicurare servizi di controllo conse-

guenti alle misure anti-Covid. Credo che sia doveroso, a maggior ragione per chi rap-presenta le istituzioni, porta-re rispetto a loro e a tutte le for-ze di polizia». «La Polizia mu-nicipale – spiega il comandan-te Alberto Messerini – è tra le molte polizie locali italiane a essersi dotata di un nucleo ci-nofilo. In Toscana vengono impiegate a Prato, Grosseto e

Firenze. Il nucleo si compone di 3 cani pastore tedesco e al-trettanti agenti conduttori; ca-ni e agenti hanno seguito cor-si di formazione specifici in ri-cerca di sostanze stupefacenti e sicurezza urbana. L’adde-stramento dei cani e dei con-duttori, eseguito da allevatori specializzati e da personale ci-nofilo delle forze di polizia e delle forze armate, assicura la massima sicurezza per le per-sone e per gli animali. I cani antidroga, addestrati a lavora-re in ambienti chiusi e aperti, sempre a contatto con le per-sone, non hanno alcuna capa-cità aggressiva perché non hanno ricevuto alcun adde-stramento in tal senso; i cani per sicurezza urbana svolgo-no un addestramento di tipo preventivo, volto a protegge-re l’operato degli agenti in ca-so di aggressione fisica. Du-rante il servizio quotidiano, i cani vengono condotti nei punti della città oggetto dei controlli, in ausilio al restante personale impiegato nelle va-rie operazioni di controllo del territorio e contrasto al degra-do».

«Di recente il nucleo cinofi-lo – aggiunge Messerini – ha intrapreso una collaborazio-ne con alcuni istituti scolastici cittadini al fine di prevenire il consumo di sostanze stupefa-centi tra i giovani, a conferma della capacità dei cani di adat-tarsi ai diversi contesti cittadi-ni, mentre altre collaborazio-ni di tipo istituzionale con al-tre forze di polizia sono già sta-te effettuate e lo saranno in fu-turo». —

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il dibattito

Il Comune si difende«Giù le manidai nostri agentia quattro zampe»Dura replica dell’assessore Bonanno alle accuse sull’uso improprio delle unità cinofile della Municipale

GIOVANNA BONANNO

ASSESSORE COMUNALE

ALLA SICUREZZA

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 40Categoria: Emergenza e Soccorso

••8 GIOVEDÌ — 4 FEBBRAIO 2021 – LANAZIONE

Pisa

«L’unità cinofila della Municipaleserve per il controllo del territorio»L’assessore Bonanno risponde al consigliere Auletta: «Nessun uso improprio, ma uno strumento in piùper il contrasto alle sostanze stupefacenti, per il rispetto delle regole e anche delle misure anti-Covid»

PISA

L’unità cinofila della polizia mu-nicipale è uno strumento in piùa disposizione del Corpo per ga-rantire la sicurezza dei nostriconcittadini. I nostri cani vengo-no utilizzati per il contrasto allesostanze stupefacenti e per ilcontrollo del territorio. E rivendi-chiamo questa scelta che contri-buisce a dare efficacia alla no-stra azione per il rispetto delleregole in città». Lo ha detto l’as-sessore alla Sicurezza, Giovan-na Bonanno, replicando al capo-gruppo di Diritti in Comune, Cic-cio Auletta, che aveva denuncia-to l’uso, a suo dire improprio,per contrastare il fenomeno deiparcheggiatori abusivi invocan-do l’intervento di questore e pre-fetto.«Trovo inaccettabile, da partedi consiglieri comunali che rive-stono un ruolo istituzionale – haaggiunto Bonanno – denigraresistematicamente il lavoro delledonne e degli uomini della poli-zia municipale, che rischiano lapropria incolumità quotidiana-

mente per garantire la sicurezzain città. La nostra polizia munici-pale è sempre in prima linea perassicurare sicurezza, legalità edecoro».Auletta da parte sua, ha preci-sato ieri di non avere mai dettoche i vigili urbani «aizzano i canicontro abusivi e clochard» madi avere criticato l’ordine di ser-vizio del comandante Alberto

Messerini che consente di im-piegare i cani anche per compi-ti non specificatamente antidro-ga. La polizia municipale, haconcluso Bonanno, svolge «unservizio assicurato in modo ca-pillare costante e puntuale sututto il territorio comunale, privi-legiando sempre l’aspetto dellaprevenzione in luogo della re-pressione, anche in un anno dif-

ficile come questo in cui hannodovuto assicurare servizi di con-trollo conseguenti alle misureanti-Covid e credo che sia dove-roso, a maggior ragione per chirappresenta le istituzioni, porta-re rispetto a loro e a tutte le for-ze di polizia».Dal Canto suo,Messerini ha os-servato che la polizia municipa-le pisana «è tra le molte polizielocali italiane a essersi dotata diun nucleo cinofilo (in Toscanavengono impiegate a Prato,Grosseto e Firenze), che si com-pone di 3 cani pastore tedescoe altrettanti agenti conduttori:cani e agenti hanno seguito cor-si di formazione specifici in ri-cerca di sostanze stupefacentie sicurezza urbana».«I cani antidroga – ha precisato– non hanno alcuna capacità ag-gressiva perché non hanno rice-vuto alcun addestramento in talsenso: per sicurezza urbanasvolgono un addestramento ditipo preventivo, volto a proteg-gere l’operato degli agenti in ca-so di aggressione fisica e vengo-no condotti nei punti della cittàoggetto dei controlli, in ausilioal restante personale impiegatonelle operazioni di controllo delterritorio e contrasto al degra-do».

La nostra sicurezza

L’assessore Giovanna Bonannoe un agente dell’Unità cinofiladella polizia municipale

CICCIO AULETTA

«Non ho mai dettoche i vigili urbaniaizzano i cani controabusivi e clochardin piazze e strade»

RIFLETTORI

Unità in serviziodallo scorsomese di marzo

1 Il gruppoIl nucleo cinofilo dellapolizia municipale(composto da tre pastoritedeschi) è attivo dalmarzo scorso ha lo scopodi fornire un validostrumento per contrastarele attività illecite legatealle sostanze stupefacenti,con particolare riguardoalle zone più critiche dellacittà, oltre che acontrastare fenomeni didegrado.

2 L’ordine di servizioL’unità cinofila, si legge inun recente ordine diservizio del comandantedella municipale,«effettuerà all’inizio delservizio, il giro delle areedi parcheggio del centrostorico (piazza SantaCaterina, piazzaSant’Antonio, piazzaCarrara) per contrastare iparcheggiatori abusivi».

3 La polemicaIl consigliere Auletta hacriticato questadisposizione e l’assessoreBonanno ha rivendicato«la scelta contribuisce adare efficacia alla nostraazione per il rispetto delleregole in città».

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Readership: 50.163

Data: 04/02/2021 | Pagina: 51Categoria: Emergenza e Soccorso

19••GIOVEDÌ — 4 FEBBRAIO 2021 – LA NAZIONE

PESCIA

PESCIA

L’ex-mercato dei Fiori di Pesciagià ripulito dei materiali presen-ti. Un sopralluogo è statoappena effettuato dal vicesinda-co reggente Guidi e dall’asses-sore Morelli (nella foto). «Prose-guono a buon ritmo – fa sapereil Comune – i lavori del primo lot-to alla struttura nel centro di Pe-scia, che costeranno circa 1 mi-lione 150mila euro. Per verificar-ne lo stato di avanzamento, il vi-cesindaco Guja Guidi e l’asses-sore ai lavori pubblici Aldo Mo-relli, accompagnati da tecnici,hanno visitato il luogo. La verifi-ca ha riguardato essenzialmen-te i lavori, già svolti, di sgombe-ro dei materiali presenti, l’acusti-ca, l’illuminazione, le condizionigenerali della struttura».«Ci siamo confrontati con l’im-presa Mannucci di Firenze – di-chiarano i due esponenti dellagiunta municipale – che si è ag-giudicata il bando e sta svolgen-

do i lavori. Da parte nostra e deitecnici comunali ne abbiamotratto un’ottima impressioneper la velocità con la quale sonostati svolti gli interventi e per irisultati fin qui ottenuti. Già ve-dere questa grande “piazza” co-perta finalmente ripulita dellavarietà di materiali che si eranoaccumulati negli anni, dà imme-diatamente il senso concretodella portata e dell’importanzadi questa struttura, che per qual-che decennio ha fatto la storiadella città e ha ospitato migliaiafra operatori e visitatori».Il programma dei lavori preve-de la loro conclusione entro la fi-ne di questo anno. «Già questoprimo lotto – scrive ancora il Co-mune – riconsegnerà alla cittàuna struttura perfettamente agi-

bile, con spazi dedicati comebar, ristoro e servizi, predispo-sta per accogliere attività ludi-che, culturali e sportive, manife-stazioni mercatali e tanto altro.Uno spazio multiuso nel centrodella città che sarà uno dei pun-ti più rilevanti per quell’idea di ri-qualificazione di Pescia che findall’inizio è stata al centro deiprogrammi delle giunte Giurlanie ne ha caratterizzato la proget-tualità».«La riqualificazione della cittàpassa – concludono Morelli eGuidi – passa dal recupero fun-zionale di queste strutture ab-bandonate da decenni che inve-ce costituiranno l’ossatura di unnuovo rilancio, che avrà anchequesti simboli visibili a tutti co-me parametri di un lavoro impe-gnativo ma importantissimo. Ie-ri il Museo civico, oggi l’ex-mer-cato e domani piazza Mazzini,un luogo deputato per la Cittàdei ragazzi e, perché no, peruna nuova Biennale del Fiore».

R.M.

Il lupo di Sorana è stato avvelenatoParte la ricerca dei bocconi letaliL’animale selvatico era statotrovato morto un mese faStamani carabinieri forestalicon unità cinofile sulle colline

Ex mercato dei fiori, prosegue il recuperoSopralluogo del vicesindaco Guidi e dell’assessore Morelli: «Primo passo per la completa riqualificazione dell’importante struttura»

TOLTO L’AMMASSO DI MATERIALI

Per le opere, affidatea impresa di Firenze,sono stati stanziati1.150.000 euro

PESCIA

Èmorto dopo aver mangiato unboccone avvelenato. A iniziogennaio i carabinieri forestali diPescia avevano rinvenuto il cor-po di un giovane esemplare nelterreno di un privato. L’animale,che dallo stato di conservazio-ne doveva essere morto da po-co tempo, risultava piuttostomagro e, data la giovane età, ap-parteneva senza dubbio a unbranco gravitante sulle collinecircostanti. I militari della Fore-stale avevano recuperato la car-cassa per farla pervenire, trami-te il tecnico faunista FrancescaCiuti, al Dipartimento di scienzemediche veterinarie dell’Univer-sità di Bologna al fine di risalirealle cause di morte e alla identifi-

cazione specifica dell’individuotramite analisi genetica. Gli ac-certamenti necroscopici hannoora permesso di rivelare che ilpredatore è stato ucciso da unboccone avvelenato.Questa mattina i carabinieri fo-restali effettueranno una seriedi controlli sulle colline di Sora-na, supportati dai colleghidell’unità cinofila di Firenze. Ilfiuto dei cani sarà essenzialeper individuare eventuale esche

avvelenate. Il lupo ha da sem-pre paura dell’uomo e non si re-gistrano casi di aggressione dasecoli neanche nelle zone amaggiore densità del predato-re. La sua presenza anzi è indicedi buona naturalità dei territori.L’abbondanza di prede selvati-che e semplici accorgimenti daadottare da parte degli allevato-ri fanno sì che non possa essereuna preoccupazione per le atti-vità economiche e venatorie.

Gesto vandalico sul lungofiume«Manca il rispetto dei beni di tutti»

AUTOPSIA A BOLOGNA

I militari dovrannoverificare se esistonoaltre esche sparsenei boschi pesciatini

L’animale era stato trovato morto a inizio gennaio in un terreno privato

PESCIA

In un primo momento sembra-va un gesto vandalico che ol-traggiava la memoria degli ani-mali cui è dedicato. Parliamodel muro del lungofiume Birin-delli, piastrellato con le immagi-ni dei quattrozampe amicidell’uomo. Poi a un’analisi piùapprofondita la vernice arancio-ne ha solo lambito le piastrelle,quasi a rispettarne il senso pro-fondo dell’amore della città ver-

so gli animali. «Con le iniziativedi “Pescia ama gli animali“ equesto muro che ne raccoglietanti – commenta il vicesindacoGuja Guidi – abbiamo volutoma-nifestare la nostra vicinanza almondo animale e verso tuttiquelli che li amano. E’ un attovandalico che rappresenta co-munque un gesto da condanna-re e che ci costringerà a spende-re per ripristinare la situazioneprecedente. Invitiamo i cittadinia rispettare tutto quello che è ilpatrimonio pubblico».

Sabato la festa di Santa DoroteaProcessione da San FrancescoPESCIA

Sabato 6 febbraio si terrannole celebrazioni in onore di SantaDorotea, patrona della città diPescia. Sono previste le tradizio-nali cerimonie che, da sempre,coinvolgono numerosi cittadini.Questo il programma che è sta-to reso noto dal Comune.Alle 17 il ritrovo dei partecipantialla chiesa di San Francesco, ladeposizione dei consueti doni

in onore della Patrona; successi-vamente si procederà alla for-mazione del corteo. Alle 18 la ce-lebrazione della messa nellachiesa dei Santi Stefano e Nicco-lao, officiata dal vescovo Rober-to Filippini e concelebrata daisacerdoti della città. Seguiràl’esibizione della Banda musica-le “Gialdino Gialdini” nello spa-zio antistante la chiesa, che ren-derà ancora omaggio alla santacon l’esecuzione di diversi branimusicali.

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 27 | Autore: Gianni Santomaso ROCCA PIETORECategoria: Montagna e ambiente

Gianni Santomaso ROCCA PIETORE

Comune e società Padon han-no discusso del futuro della zo-na di Malga Ciapela.

Lo hanno fatti ieri in munici-pio a Rocca Pietore dove si so-no incontrati il sindaco An-drea De Bernardin e il presi-dente della Padon, Diego De Battista. Assieme hanno af-frontato le questioni dei pro-getti che rispettivamente han-no in mente di concretizzare per ridare slancio alla zona.

«Abbiamo fatto punto», ha detto De Bernardin, «sulla si-tuazione attuale, la quale, pur-troppo, non sta aiutando i pro-getti del Comune e della socie-tà Padon riguardo la zona di Malga Ciapela. Per quanto ri-guarda il Comune, sono stati approvati in giunta gli studi di fattibilità poi mandati all’uffi-cio provinciale dei Fondi co-muni di confine. Si tratta di un importante investimento da ol-tre 5 milioni di euro che l’am-ministrazione ha messo in

campo per aiutare il rilancio della zona soprattutto guar-dando alla stagione invernale, ma senza perdere di vista quel-la estiva».

Un progetto che era stato in-serito ancora nel 2016 fra le schede da finanziare con i fon-di di area vasta e che, successi-vamente, ha avuto vari intop-

pi. «Parliamo di migliorie agli impianti», spiega il sindaco di Rocca, «di innevamento, di pi-ste, di parcheggi, di sci di fon-do, di costruzione di una strut-tura polifunzionale, di Kinde-rheim (asilo sulla neve) con Kids park per i bambini muni-to di tapis roulant per il campo scuola e di altre cose ritenute

utili».Dal canto suo la Padon ha al-

tri progetti nell’area che po-trebbero essere complementa-ri con quello del Comune.

«La Padon», dice infatti De Bernardin, «ha tutta l’intenzio-ne di procedere contempora-neamente con l’impianto ad agganciamento automatico

Malga Ciapela/Capanna Bill, per ridare vita a quei chilome-tri di pista per principianti che vanno assolutamente rivalo-rizzati».

La società, tuttavia, sta vi-vendo un momento delicato le-gato alla pandemia. Dal con-fronto con De Battista, tutta-via, De Bernardin è uscito otti-mista e fiducioso. «Come si può ben immaginare a causa della nota situazione legata al Covid», sottolinea il sindaco di Rocca, «per la Padon non è un momento facile, ma ho perce-pito in De Battista tanta voglia di fare. Spero davvero che loro possano attingere al bando re-gionale per un contributo lega-to all’impianto in questione che aiuterebbe non poco. So-prattutto aiuterebbe una zona che, dopo l’inverno 2014, quando una valanga travolse la seggiovia del Padon (zona poi messa in sicurezza con im-portanti investimenti di Regio-ne e Comune per l’installazio-ne di un impianto di distacco programmato delle valan-ghe), dopo le chiusure degli skilift per fine vita tecnica, do-po Vaia che ha colpito la zona in maniera cattiva e ora alle prese con le chiusure Covid, ha voglia di rilanciarsi».

«L’augurio di tutti», dice De Bernardin, «è che i due proget-ti possano procedere nel mi-gliore dei modi per ridare la giusta serenità economica a una delle più belle zone turisti-che delle Alpi. A questo si ag-giunge poi il grande lavoro di ripristino dei Serrai che la Re-gione, attraverso Veneto Ac-que, sta portando avanti». —

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Un momento dell’incontro tra Andrea De Bernardin e Diego De Battista

rocca pietore

Comune e Padon si alleanoper il rilancio di Malga CiapelaDe Bernardin: approvati gli studi di fattibilità del piano dal 5 milioni di euroLa società di De Battista è decisa a realizzare l’impianto verso Capanna Bill

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 13Categoria: Montagna e ambiente

-TRX IL:04/02/21 00:41-NOTE:RCITTA'

gallo, che nelle ultime due setti-mane ha avuto una incidenza di

varianti di Sars-CoV-2: «Peridentificare e tracciare le varian-

babile che la variante inglese,con il tempo, vada a soppianta-

MauroEvangelisti©RIPRODUZIONERISERVATA

BRACCIO DI FERRO

SULLA RIAPERTURA

DEGLI IMPIANTI IL 15

IL CASO DELLE PISTE

CHE ATTRAVERSANO

AREE DI COLORE DIVERSO

LO SCONTRO

ROMA Ore 13, oggi il Comitato tec-nico scientifico si riunisce peremettere due verdetti o, più cor-rettamente, per esprimere duepareri. Sci e Sanremo. Sul festi-val della canzone italiana, in li-nea dimassima, il punto di com-promesso è stato raggiunto per-ché laRai ha optato per lo svolgi-mento a porte chiuse e il proto-collo presentato al Cts è moltodettagliato (cantanti, orchestra-li,maestranze, conduttori e ospi-ti dovranno sottoporsi al tampo-ne ogni 72 ore, l�orchestra saràdivisa a ridosso del palco delTeatro Ariston, i fiati sarannoisolati, la mascherina Ffp2 sem-pre obbligatoria se non si è da-vanti alle telecamere).

TRATTATIVA

Discorso differente, invece, perla riapertura degli impianti scii-stici perché alcuni particolari dachiarire ancora ci sono. Non cisarà una bocciatura al protocol-lopresentato dalleRegioni, perònon tutte le proposte saranno ac-colte. Uno dei nodi principali ri-guarda le aree che si trovano (osi troveranno) in fascia arancio-ne. Succede attualmente allaProvincia autonoma di Bolzano.Il protocollo prevede misureprecauzionali come l�obbligo

dell�utilizzo della mascherinaFfp2. Il Comitato tecnico scienti-fico difficilmente darà però pa-rere favorevole, non tanto per-ché non condivida il ricorso aquel tipo di protezione, ma per-ché è intenzionato a dire no allariapertura degli impianti sciisti-ci nelle Regioni in fascia aran-cione, a prescindere dalle misu-re di sicurezza sanitaria propo-ste.Dunque, via libera allo sci sì,dal 15 febbraio, ma solo se unaRegione si trova in fascia gialla.Questo però rischia di causa-

re problemi a un consorzio co-me Dolomiti Superski (per fareun esempio) che si sviluppa traVeneto, Province autonome di

Trento e di Bolzano. Dal puntodi vista organizzativo andrannostudiate delle soluzioni per evi-tare che uno sciatore passi daunaRegioneall�altra. Tra l�altro,c�è anche un problema più gene-rale all�orizzonte: se ci sarà laproroga degli spostamenti an-

che tra Regioni gialle dopo il 15febbraio, non bisognerà sempli-cemente evitare gli sconfina-menti in aree arancioni. Riapri-re gli impianti senza che arrivi-no appassionati da altri territo-ri, rischia di essere un flop. Tut-to questo mentre a Cortina, fra

tre giorni, cominceranno i mon-diali di sci. E per la sala stampasono stati disposte misure diprevenzione del contagio similia quelle ideate per il festival diSanremo: l�area delle scrivaniesarà divisa in quadranti, con 6metri quadri per ogni giornali-sta, tampone ogni 72 ore, normeperdistanziamento all�ingresso.

CRISIGli operatori sperano in una ra-pida ripresa dell�attività sciisti-ca. Federfuni Italia è una asso-ciazione che riunisce oltre 150aziende del settore degli impian-ti di risalita ed esprime «preoc-cupazione per il ritardo con cuista avvenendo la definizione del-le linee guida per garantirel�apertura degli impianti di risa-lita agli sciatori amatoriali». «Lasituazione di incertezza che an-cora oggi esiste - scrive Federfu-ni - mette in difficoltà l�interaprogrammazione degli interven-ti necessari all�apertura e un ul-teriore rinvio significherebbel�impossibilità di riprendere lanostra attività, visto il poco tem-po che rimarrebbe tra la decisio-ne del Cts, sempre che sia positi-va, e il 15 febbraio». Per Federfu-ni, la chiusura degli impianti fi-no ad oggi ha comportato «il ca-lo di 144mila occupati nel dicem-bre 2020».

M.Ev.©RIPRODUZIONERISERVATA

«Sci pure in area arancioneindossando mascherine Ffp2»Ma il Cts respinge le Regioni

L’Ego-HubFonte: Ministero della Salute - ISS, ore 17 del 3 febbraio

MONTE LIVATA Atleti agonistici sulle piste per gli allenamenti

L�EMERGENZA

PESCARA Emergenza sanita-ria al Covid hospital di Pesca-ra. L�impennata di contagi -ieri 173 nella provincia adria-tica - ha costretto la dirigen-za della Asl a disporre già damartedì un primo trasferi-mento di 16 pazienti all�ospe-dale San Salvatore dell�Aqui-la (nella foto sopra). Altri liseguiranno. «Stiamo ottimiz-zando i trasferimenti, abbia-mo una situazione che stia-mo gestendo» il cauto com-mento del manager Asl, Vin-cenzoCiamponi.

STRUTTURA NUOVARealizzato la scorsa primave-ra a tempo di record, il Covidhospital di Pescara disponedi 130 posti letto (24 di tera-pia intensiva) più 15 per ilday hospital. Dotazione chesi sperava sufficiente a fron-teggiare la pandemia ma loscenario di queste ore ha di-mostrato la fragilità del siste-ma. «Aumentanogli arrivi dipersone con insufficienza re-spiratoria - conferma il dot-tor Giustino Parruti, diretto-re di Malattie infettive - e lasituazione va peggiorando».Allarma la situazione nellescuole: duemila persone inisolamento fiduciario e 80classi in quarantena. La va-riante inglese del virus, pri-ma riscontrata nel Chietino,si è diffusaanche aPescara.

P.Ver.©RIPRODUZIONERISERVATA

malati trasferiti

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 22Categoria: Montagna e ambiente

Giovedì4Febbraio 2021

www.ilmessaggero.itViaggi

Passeggiate d�incantotra montagne di neve

GLI ITINERARI

Il Grande Nord esiste anche adue passi da Roma. Grazie al-la tanta neve caduta nelle ulti-me settimane, i boschi e le val-li dell�Appennino offronoun�atmosfera magica. Vale

anche nel Lazio, dai Monti dellaLaga al Terminillo, e dai MontiSimbruini fino ai massicci dellaCiociaria. La mancata aperturadegli impianti di risalita e lachiusura dei confini regionali,hanno imposto agli appassionatidella montagna di Roma e deicentri vicini di cambiare destina-zioni e abitudini.Migliaia di scia-tori hanno provato per la primavolta le ciaspole, che consentonodi camminare senza difficoltànella neve. E se Ovindoli, CampoImperatore e Pescasseroli sonodiventate off-limits, la voglia dimontagna si è riversata sulle ci-me al di qua del confine regiona-le. Che sonomolte, e ricchissimedi itinerari e sorprese.

VIA DALLA FOLLA«Il boom delle ciaspole esiste daanni, e quest�inverno è diventatoancora più forte. Delle 300 no-stre guide, circa un terzo lavoraanche sulla neve», spiegaMauroOrazi, responsabile per il Laziodell�Aigae, l�Associazione delleguide ambientali ed escursioni-stiche. La richiesta di uscite orga-nizzate edi corsi investe anche lepocheguidealpinedel Lazio, e le19 sezioni laziali del Cai, il Clubalpino Iialiano. Da molti anni, leciaspole e lo sci da fondo hannodato nuova linfa a Livata, la stori-ca località nei pressi di Subiaco:sul percorso più noto della zona,che sale da Campo dell�Osso alMonte Autore, nei fine settima-na si incontrano a volte file diescursionisti. Per evitare l�affol-lamento si può ripiegare sui viot-toli che traversano i boschi difaggio della Valle Maiura e diColleCampitellino.Un�altra buona base di parten-

za, sui Simbruini, è il pianoro diCampaegli, da cui ci si incammi-na tra faggi e radure innevateverso il cocuzzolo delMonte Cal-vo, coronato da una croce di fer-ro, e l�altopiano di Camposecco.La strada che raggiunge la zonacosteggia il borgo di Cervara diRoma, che il poeta e antifascistaspagnolo Rafael Alberti ha defi-nito �una scultura nel cielo, cheal cielo volerebbe se l�aria la so-

stenesse�. Più a sud, in provinciadi Frosinone, itinerari affasci-nanti iniziano dalle piccole sta-zioni invernali della Ciociaria.DaCampoStaffi ci si dirige versoCampo Ceraso e il Monte Coten-to, da Campo Catino si può tra-versare l�altopiano e proseguireverso il Monte Pozzotello. DaPrato di Mezzo, che si raggiungein auto da Picinisco, un facile esuggestivo itinerario innevatoconduce al Piano di Fonte Fred-da, e prosegue su terreno più ri-pido verso la cimadelMonte For-cellone. Accanto al percorsocompaiono spesso cervi e camo-sci.Vale la pena ricordare che le

ciaspole, anche se di uso elemen-tare, devono essere usate corret-tamente, e vanno abbinate a unabbigliamento adatto alla mon-

tagna e al clima. Chi non ha espe-rienza può partire da solo peruna breve passeggiata, ma peritinerari più lunghi deve rivol-gersi a un accompagnatore qua-lificato. Meritano una citazioneVivere l�Aniene e Livata Escur-sioni sui Simbruini, e Itinarran-do in Ciociaria. Il rifugio Viperel-la di Campo Staffi abbina a unagagliarda cucina ciociara le cam-minate sulla neve condotte dalla

guida Luana Testa. Dalle crestecompaiono il Monte Velino e ilGranSasso.

IL TERMINILLONel Reatino, all�estremità setten-trionale della regione, un itinera-rio di grande fascino, da fare conle ciaspole o gli sci, sale tra i bo-schi della Vallonina, che condu-ce dal borgo medievale di Leo-nessa verso il cuore del Terminil-lo. Da Cittareale, qualche chilo-metro più a nord, la strada chesale verso gli skilift di Selva Ro-tonda viene spazzata dalla neveper consentire l�accesso a ciaspo-latori e scialpinisti. Dal posteg-gio, delle escursioni facili condu-cono alle panoramiche cime deimonti Boragine e San Venanzio.Lavetta delTerminillo, la storica�montagnadi Roma�, è troppo ri-pida per essere raggiunta con leciaspole ai piedi. Da Pian de� Val-li meglio dirigersi verso il MonteCardito, un facile belvedere, e ilvallone boscoso che ospita il pic-colo rifugio della Fossa. Quandola strada per il rifugio Sebastianiverrà aperta, un�altra panorami-ca passeggiata permetterà di rag-giungere la Sella di Leonessa, e lacima del Monte Rotondo, che sialzanel cuoredelmassiccio.

StefanoArdito

©RIPRODUZIONERISERVATA

CiaspoleDoveandare

LA META

S

Gli impianti chiusi e il divieto di cambiareregione hanno fatto impennare le venditedelle racchette. Ecco le destinazioni nel Laziotra boschi di faggio e incontri a sorpresa

Un ciaspolatore nel Reatino, tra Selva Rotonda e il monte San Venanzio. In basso, ciaspole e bastoncini: se non si ha una guida meglio scegliere percorsi semplici

UNA BUONA BASEDI PARTENZA È ILPIANORO DI CAMPAEGLIDA CUI SI CAMMINAFINO AL COCUZZOLOCON LA CROCE DI FERRO

NELLA PROVINCIADI FROSINONE, TRA ILPIANO DI FONTE FREDDAE IL MONTE FORCELLONECI SI PUÒ IMBATTEREIN CERVI E CAMOSCI

A Subiaco il Sacro Speco

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Data: 04/02/2021 | Pagina: 34Categoria: Montagna e ambiente

CORTINA D’AMPEZZO DALL’1 FEBBRAIO

Due nuove mostre al «Mario Rimoldi»La montagna nella pittura e nei mattoncini Lego

Con il Decreto Mini-steriale di venerdì 29 gennaio il Veneto è tor-nato zona gialla. Sempre nel rispetto delle modali-tà di sicurezza sanitaria, ha riaperto i battenti lu-nedì 1 febbraio il museo «Mario Rimoldi» di Cor-tina d’Ampezzo. Nei suoi locali sono ora visitabili due nuove mostre tempo-ranee, visitabili fino al 5 aprile di quest’anno.

MONTAGNA

SACRA

Il titolo completo dice: «Montagna sacra. Un paesaggio silente tra il bianco e il colore». è una mostra curata da Stefa-no Cecchetto e dedicata al tema della montagna nella sua rappresenta-zione; il paesaggio si trasforma in qualcos’al-tro: un luogo dell’anima pieno di speranza e pace, lontano dal banale quo-tidiano. Una sequenza di circa quaranta opere

che, partendo da quattro capolavori del Rinasci-mento italiano (XV sec. - XVI sec. ), a firma Raffa-ello, Tiziano, Romanino e Padovanino, presenta opere di artisti che han-no saputo descrivere al meglio questo sentimen-to. Un paesaggio visto, o intravisto, attraverso quel mezzo straordina-rio che è la pittura. La montagna come simbo-lo, viatico verso altre dimensioni, supremo confine tra il visibile e l’oltre, muro invalicabile davanti al quale si affer-ma ogni nostra incertez-za, in quell’atmosfera di silenzio e di distacco che essa segna.

UNA MONTAGNA

DI MATTONCINI

Si tratta di una mostra di variegati diorami, co-struiti con mattoncini Lego, curata da Lab, una delle collezioni pri-vate di Lego più grandi

d’Europa. In occasione dei Campionati Mon-diali di Sci, sarà pre-sentato un diorama dedicato all’evento: una montagna alta quasi due metri raffigurante le principali attività della montagna, con lo scopo di divertire, affascinare, ma anche lasciare mes-saggi educativi: rispetto dell’ambiente, importan-za di vivere in un conte-sto pulito e benefici che derivano da un corretto comportamento verso la natura. Un’esposizione che pone l’attenzione su quella che, dal 1958, è diventata un’istituzione nel mondo dei giocatto-li: non c’è bambino, né adulto, che non conosca o che non abbia giocato almeno una volta con i mitici mattoncini.

Il museo «Mario Ri-moldi» di Cortina d’Am-pezzo osserva i seguenti orari: : da lunedì a ve-nerdì dalle 10.30 alle 12.30 e poi 15.30-19.30.

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Data: 07/02/2021 | Pagina: 3Categoria: Montagna e ambiente

sentieri

Quella croce sul Baldo è inappropriata

L’opera voluta nel ricordo di Giovanni Paolo II è un’asta alta 18 metri che non rispetta i criteri previsti, ma nemmeno il buon senso

di Franco de Battaglia

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C aro Gentilini, forse il nuovo sinodo, auspicato per la Chie-sa italiana da papa Francesco, potrebbe fare un po’ di chia-rezza anche sull’uso delle croci, non solo in montagna,

spesso segno di ostentazione più che di devozione con quell’u-miltà che percorre le laudi francescane cui si è ispirata la stes-sa enciclica sul creato di papa Bergoglio. Forse però l’attua-le polemica (che da Malcesine si è estesa alla diocesi di San Vi-gilio, perché il Baldo e il Garda sono anche trentini) alcuni pun-ti potrà chiarirli. Che vi sia bisogno di un ritorno spirituale al-la montagna è indubbio e condivisibile, a prescindere dalle fedi. La montagna non può essere appaltata come è ora al consumi-smo più volgare, ad una monocultura degli eccessi che la svuo-ta del suo signiicato e della sua stessa capacità di richiamo. La spiritualità fa parte della cultura della montagna da sempre, come ne fanno parte la pastorizia e le malghe, il bosco e la caccia sostenibile (lo ricordava Mario Rigoni Stern) antesignana dell’al-pinismo. La cultura cristiana della montagna, in questa prospetti-va, è ricca di richiami, dalle antiche pievi afrescate ai capitelli vo-tivi lungo i sentieri, ino alle croci di legno al limitare dei boschi e sulle cime. Quando a metà Ottocento i primi alpinisti salirono sul Piz Boè, nel Gruppo del Sella, già vi trovarono una croce di legno, cor-rosa e distorta dalle intemperie. Quest’anno con il Covid, i ca-pitelli sono stati per così dire “riscoperti” nella loro funzio-ne anche sacra, dopo anni di incuria e abbandono. I capitel-li non sono solo decorazione di un paesaggio. Vennero costrui-ti quando pastori e segatori non potevano fare i pendolari del-le Messe in paese, la domenica, quando si trovavano sui pasco-li alti, ma interrompevano il lavoro per mormorare una preghie-ra insieme, accanto a un segno sacro. Ritrovarsi “distanziati” all’aperto è stata un’opportunità che chiesette e capitelli han-no oferto anche in questi mesi di pandemia, il ritorno ad una Volkskirche che sa ben supplire anche alle ritualità istituzionali. Quanto alle vette, posto che sempre più numerose (e basti citare la sfortunata Paganella) sono state espropriate da antenne, tra-licci e ripetitori, che pare di trovarsi a Cape Canaveral invece che in

montagna, ben venga una croce di legno (non di ferro, era di legno quel-la del Calvario, di legno come quello schiantato dal ciclone Vaia nei bo-schi, da recuperare a nuove funzioni e vita) a far memoria di una preghie-ra e di una speranza. Ma quella del Baldo non è neppure una croce, è un’asta del tutto fuori misura (18 metri, più alta di una grande casa!) che sigura anche il pastorale cui Wojtyla si appoggiava. Non è un segno sacro: è semplicemente inappropriata in un luogo non adatto, e non dovrebbe essere necessaria la tutela del paesaggio, ma solo un minimo di buon senso e di buon gusto, per scoraggiarla. La croce, infatti, è un segno cristiano che può essere anche tradito, come venne tradito Cristo. La tradiscono ostentazioni come

le massicce e costose croci d’oro che l’estate si possono vedere sui petti abbronzati di spesso arroganti frequentatori di spiagge. Un ultimo particolare. Su l’Adige di domenica 31 dicembre è comparsa la lettera di un consigliere comunale di Malcesine che lamentava come la decisione della croce sul Baldo fosse stata presa con scarso coinvolgimento del consiglio, aggiungendo che “l’accordo di programma con la società privata che si occuperà di gestire i proventi e i diritti di immagine relativi alla croce è stato afrontato, seduta stante, in meno di 90 minuti di confronto”. Risulta dalla lettera che si tratti di un contratto trentennale con una Srl. Non sembrano necessari ulteriori commenti.

Caro de Battaglia, impazza il dibattito sul progetto di installa-re sul monte Baldo un monumento denominato “Croce astile di Papa Wojtyla”, opera dello scultore Andrea Trisciuzzi, com-missionato dall’associazione laicale “Totus Tuus” per il cen-tenario della nascita del pontefice. Inizialmente destinata al monte Faloria di Cortina (soluzione tramontata a causa dei vincoli paesaggistici), questa installazione di 18 metri di al-tezza e quattro tonnellate di metallo, carbonio e resina, do-vrebbe trovare una collocazione sulla cresta del Telegrafo, tra l’arrivo della funivia di Malcesine e la chiesetta della Madon-na delle Neve. Le mie personali perplessità di fronte al pro-getto sono molte e di varia natura. Comincio con il nome dato all’opera: nella tradizione e nel lessico ecclesiastici il termi-ne “croce astile” è riferito a una croce processionale monta-ta su un’asta; ma, soprattutto, la croce è sempre e comunque rappresentazione e simbolo di Cristo. Confonderla con la figu-ra di un pontefice appare teologicamente inappropriato e i-nopportuno.Venendo poi alla questione ambientale, da tempo viene sot-tolineata la necessità che eventuali installazioni permanen-ti sulle montagne abbiano caratteristiche fisiche, estetiche e proporzioni ispirate a criteri di semplicità, bellezza e sobrietà

(criteri ribaditi anche nel documento dell’ Arcidioce-si di Trento del 2009). Poi-ché - come ha giustamente ricordato Annibale Salsa - “L’immensità del cosmo ac-quista valore nella sempli-cità e nella piccolezza delle dimensioni. Il segno mate-riale è sempre limitato nei confronti dell’infinito signi-ficato che lo trascende”. Le caratteristiche fisiche (e gli inne-gabili limiti estetici) del monumento che si vorrebbe montare sul Baldo e lo spirito che anima l’iniziativa (a cominciare dal-le divisioni che suscita all’interno della comunità locale) mi sembrano essere in totale distonia con tutti questi principi.

Maurizio Gentilini

lo spunto

La croce astile realizzata

dallo scrittore

Andrea Trisciuzzi

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