PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica...

68
<pre>Pagina 633 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE Audizione del dottor Giancarlo Caselli, procuratore della Repubblica, e del dottor Guido Lo Forte, procuratore aggiunto presso la procura della Repubblica di Palermo: Parenti Tiziana, Presidente ............... 635, 640, 644 648, 655, 660, 666, 678, 681, 682 Arlacchi Giuseppe .............................. 657, 669 Ayala Giuseppe ............................ 655, 657, 659 Bertoni Raffaele ..................... 652, 654, 655, 674 675, 676, 681, 682 Bonsanti Alessandra .................................. 678 Brutti Massimo .............. 650, 663, 670, 674, 675, 680 Caccavale Michele .............................. 671, 678 Caselli Giancarlo, Procuratore della Repubblica di Palermo ................................ 635, 642, 645, 647 651, 655, 657, 659, 660, 662, 663, 664, 665 666, 667, 672, 674, 675, 676, 678, 681, 682 Garra Giacomo ................... 676, 679, 680, 681, 682 Grasso Tano .......................................... 679 Imposimato Ferdinando .......................... 644, 647 Lo Forte Guido, Procuratore aggiunto presso la procura della Repubblica di Palermo ............................ 641 642, 648, 652, 654, 660, 668, 670, 678 Manconi Luigi ........................................ 679 Scivoletto Concetto .................................. 676 Scozzari Giuseppe ..................... 654, 657, 660, 663 665, 666, 667, 681 Pagina 634 Pagina 635 La seduta comincia alle 19. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Audizione del dottor Giancarlo Caselli, procuratore della Repubblica, e del dottor Guido Lo Forte, procuratore aggiunto presso la procura della Repubblica di Palermo. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Giancarlo Caselli, procuratore della Repubblica di Palermo, accompagnato dal procuratore aggiunto, dottor Lo Forte. Come già programmato dal gruppo di lavoro 1, l'audizione del procuratore della Repubblica di Palermo viene svolta dalla Commissione plenaria sul tema generale dei collaboratori di giustizia e, più in particolare, sulla problematica che si apre con riferimento alla loro gestione. Il dottor Caselli farà un'introduzione che verrà completata dal dottor Lo Forte, cui seguiranno le domande dei commissari: mi raccomando, ovviamente, che le domande siano formulate in maniera tale da consentire ai nostri ospiti di rispondere, anche con riferimento ai tempi. Do la parola al dottor Caselli.

Transcript of PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica...

Page 1: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

<pre>Pagina 633 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICEAudizione del dottor Giancarlo Caselli, procuratore dellaRepubblica, e del dottor Guido Lo Forte, procuratore aggiuntopresso la procura della Repubblica di Palermo: Parenti Tiziana, Presidente ............... 635, 640, 644 648, 655, 660, 666, 678, 681, 682 Arlacchi Giuseppe .............................. 657, 669 Ayala Giuseppe ............................ 655, 657, 659 Bertoni Raffaele ..................... 652, 654, 655, 674 675, 676, 681, 682 Bonsanti Alessandra .................................. 678 Brutti Massimo .............. 650, 663, 670, 674, 675, 680 Caccavale Michele .............................. 671, 678 Caselli Giancarlo, Procuratore della Repubblica diPalermo ................................ 635, 642, 645, 647 651, 655, 657, 659, 660, 662, 663, 664, 665 666, 667, 672, 674, 675, 676, 678, 681, 682 Garra Giacomo ................... 676, 679, 680, 681, 682 Grasso Tano .......................................... 679 Imposimato Ferdinando .......................... 644, 647 Lo Forte Guido, Procuratore aggiunto presso la procuradella Repubblica di Palermo ............................ 641 642, 648, 652, 654, 660, 668, 670, 678 Manconi Luigi ........................................ 679 Scivoletto Concetto .................................. 676 Scozzari Giuseppe ..................... 654, 657, 660, 663 665, 666, 667, 681Pagina 634Pagina 635 La seduta comincia alle 19. (La Commissione approva il processo verbale dellaseduta precedente).Audizione del dottor Giancarlo Caselli, procuratore dellaRepubblica, e del dottor Guido Lo Forte, procuratore aggiuntopresso la procura della Repubblica di Palermo. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione deldottor Giancarlo Caselli, procuratore della Repubblica diPalermo, accompagnato dal procuratore aggiunto, dottor LoForte. Come già programmato dal gruppo di lavoro 1, l'audizionedel procuratore della Repubblica di Palermo viene svolta dallaCommissione plenaria sul tema generale dei collaboratori digiustizia e, più in particolare, sulla problematica che siapre con riferimento alla loro gestione. Il dottor Casellifarà un'introduzione che verrà completata dal dottor Lo Forte,cui seguiranno le domande dei commissari: mi raccomando,ovviamente, che le domande siano formulate in maniera tale daconsentire ai nostri ospiti di rispondere, anche conriferimento ai tempi. Do la parola al dottor Caselli.

Page 2: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno daquando lavoro negli uffici della procura di Palermo: è unesordio che riteniamo molto importante e significativo, di cuinon possiamo che ringraziare la Commissione tutta ed il suopresidente. Consideriamo infatti da sempre estremamenteimportante ed utile il rapporto con la Commissioneparlamentare antimafia, pur naturalmente nella diversità dellenostre competenze, per avere indicazioni, s'intende non dicarattere tecnico-giuridico ma di supporto generale al nostrointervento, e per poter offrire da parte nostra indicazioniche nascano dall'esperienza e possano servire al vostrolavoro. Avrebbe dovuto essere insieme a noi anche il dottorAliquò, il procuratore aggiunto che, nella ripartizione deicompiti all'interno del nostro ufficio, si occupa un po' piùdegli altri delle problematiche relative ai pentiti, ma aPalermo serpeggia una gravissima forma influenzale, di cui hopersonalmente qualche segno indosso, mentre il dottor Aliquò èaddirittura allettato e quindi nell'impossibilità di esserepresente in questa sede. Cercheremo, comunque, per quantopossibile, sulla base della nostra esperienza, di supplirealla sua assenza. In alcune delle cose che diremo, vi saranno a volteaccenti critici per disfunzioni o per meccanismi che avrebberopotuto, o dovrebbero, o potrebbero funzionare meglio: siachiaro fin da subito, non come clausola di stile o comeesercizio di retorica, ma come convinzione autentica, che nonvi sarà mai l'intenzione di criticarePagina 636i singoli operatori di un determinato servizio, di unadeterminata struttura, di un determinato settore. Chi devecurare, seguire, realizzare la sicurezza e l'assistenza deipentiti e dei loro familiari - credo che sia persino banalericordarlo - deve assolvere a un compito estremamentedifficile, con mezzi molto scarsi, considerato il numero deipentiti e dei loro familiari, con una preparazione specificache a volte è quella che è per la mancanza d'integrazione dialtri saperi: per esempio, gli assistenti sociali, glipsicologi, che sarebbero estremamente importanti in questotipo di lavoro, probabilmente, sono non numerosissimi, se nondel tutto assenti. Non saranno mai, quindi, critiche aisingoli, od osservazioni in qualche modo collegabili alcomportamento di questo o quel soggetto, di questo o quelfunzionario: saranno semmai considerazioni da proiettaresempre ed unicamente sul meccanismo, sull'articolazioneobiettiva del sistema di protezione così come delineatodall'attuale disciplina legislativa e regolamentare. Va peraltro tenuto conto, in ogni caso, che, benché siapassato un po' di tempo, per quanto riguarda l'esperienza delnostro paese, siamo pur sempre in una fase iniziale, che senon è propriamente di rodaggio è quanto meno di

Page 3: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

sperimentazione, anche se ormai avanzata e protratta; maproprio perché ancora, per certi profili, di sperimentazione,è una fase che fisiologicamente ed inevitabilmente non può noncomportare esigenze di assestamento, e quindi anche momenti didisfunzione. Per rendere assolutamente insopportabile questa premessa,aggiungo un altro capitolo, sempre introduttivo e preliminare:in ogni caso, la nostra conoscenza di magistrati, ancorché delpubblico ministero e della procura di Palermo, relativa aiproblemi legati alla sicurezza e all'assistenza è parziale.Credo di potermi spiegare ricorrendo alla mia passataesperienza di quando, in qualità di giudice istruttore aTorino, mi occupavo principalmente di inchieste su fatti diterrorismo: di pentiti e di problemi di sicurezza ce ne sonostati moltissimi anche allora, anche se si trattava diproblemi lontani mille miglia da quelli che si devonoaffrontare con la criminalità organizzata di tipo mafioso.Personalmente non ho mai voluto sapere - ed ancora oggi non soe spero di non sapere mai - per esempio dove viva PatrizioPeci, perché, secondo me, sono cose che, non rientrando nellasua competenza, il magistrato non deve sapere. Poiché talielementi sono pertinenti alla sicurezza del pentito, ilmagistrato non è tenuto a conoscerli, ed anzi, se non liconosce, dal mio punto di vista è meglio sia per lo stessomagistrato sia per tutti. La nostra conoscenza del modo in cuitali fenomeni vengono disciplinati e tali problemi vengono onon vengono risolti è soltanto parziale, e molte volte risentedelle componenti patologiche, delle tensioni: il magistratoviene coinvolto in queste problematiche quando le cose nonfunzionano, quando è necessario rivolgersi ad un soggettoterzo per vedere se si riesce a farle funzionare meglio, manon è assolutamente detto che nel momento in cui ci si rivolgeal magistrato la campana che suona sia obiettiva; soprattuttonon è assolutamente detto che facendo suonarecontemporaneamente altre campane il concetto complessivo nonfinisca per essere diverso da quello che la conoscenzaparziale - ribadisco la parzialità della nostra conoscenza -finisce per attribuirci. Esaurita questa premessa, per entrare subito nel tema chela presidente ci ha proposto, credo che si debbano ricordarele forti tensioni che si sono manifestate nello scorso mese disettembre. Ci sembra che i problemi siano in fase disostanziale superamento, pur se le notizie che abbiamo inmerito al loro avvio a soluzione sono frammentarie; credo chespetti principalmente alla Commissione - anche se non toccasicuramente a me indicare cosa quest'ultima debba o non debbafare -, poiché essa ha i poteri, le competenze ed i mezzi,registrare la situazione di malessere che si è verificata asettembre ed appurare se i problemi che l'avevano determinatasiano in fase di irreversibile soluzione.Pagina 637 Le nostre considerazioni sono incentrate nella realtà di

Page 4: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Cosa nostra perché la nostra esperienza di lavoro è ad essacircoscritta (ammesso che si possa parlare di un lavorocircoscritto a proposito di Cosa nostra); è anche vero chequest'ultima rappresenta - dico cose che loro certamente sannomeglio di me - un unicum nel panorama complessivo dellacriminalità organizzata. Questo non perché consideriamoPalermo come l'ombelico del mondo o la procura di Palermo comel'ombelico degli uffici giudiziari; forse qualche volta,inconsapevolmente, ci capita di ragionare in questi termini,ma sicuramente, al di là di quella che può essere una sorta diipervalutazione di noi stessi, Palermo rappresenta una realtà,anche per quanto riguarda i problemi dei pentiti, chepurtroppo non ha eguali in nessun'altra città d'Italia e forsedel mondo. E' a Palermo che si sono registrati tutti gliomicidi cosiddetti eccellenti: magistrati, prefetti,carabinieri, poliziotti, politici e, da ultimo, sacerdoti; èsoprattutto a Palermo che si è verificata una preoccupantequantità di omicidi trasversali nei confronti di parenti dipentiti, a cominciare da Buscetta per proseguire con MarinoMannoia, e riteniamo che purtroppo questa tecnica diintervento criminale non si sia esaurita. Mi riferiscoesclusivamente alle notizie che sono state pubblicate anchedalla stampa, perciò a notizie considerate pubbliche ed allaprospettazione che di questi fatti è stata data - econseguentemente alla pubblicità di questi fatti mi richiamo-, citando un fatto qualificabile come di lupara bianca aidanni di un certo Rendo (se non ricordo male il cognome), cheè stato prospettato da alcuni organi di stampa come possibile,forse probabile, vendetta trasversale nei confronti di unpentito, per così dire, dell'ultima generazione, un pentito diprimaria importanza. Anche di recente molti giornali hannoparlato, sia pure per incidens, delle vicende del figliodi Di Matteo Mario Santo, che è sicuramente stato, eprobabilmente si trova ancora, in una situazionestrumentalmente usata dalla mafia ai fini di suo esclusivointeresse criminale. E' su Palermo che c'è stata questa concentrazione vuoi diomicidi eccellenti, che fanno di Cosa nostra un unicumanche da questo punto di vista, vuoi di vendette trasversalinei confronti dei familiari dei pentiti: intere famigliedecimate o abbattute proprio perché nel pentitismo Cosa nostraha sempre visto, e sicuramente continua a vedere, un nemicoesiziale della sua compattezza, della sua solidità e della suacapacità di rimanere forte e con quella caratteristica diespansività che ne fa uno dei punti di forza e dicaratterizzazione rispetto alle altre organizzazionicriminali. Questa specialità, questo essere un unicumche caratterizza Cosa nostra fa sì che i pentiti siano ancheloro di qualità particolare: sarebbe persino ipocrita nonricordarlo nel momento in cui si affronta il capitolo deirapporti fra mafia e politica, tutto da verificare. I giudizidevono ancora cominciare oppure sono ancora di là da venire

Page 5: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

perché le indagini preliminari sono ancora in corso, ma sitratta di un capitolo che i pentiti di Cosa nostra hannoaperto. Anche i problemi di sicurezza posti dai grandi pentitidi Cosa nostra - grandi per il contributo, sia pure tutto o inparte da verificare o in corso di verifica - sono sicuramentespeciali, senza volersi assolutamente considerare l'ombelicodel mondo, né togliere nulla all'importanza, alla delicatezzaed alla complessità dei problemi che i pentiti pongono ovunquealtrove. Ho ricordato il disagio e la tensione registrati nelloscorso mese di settembre: c'è stato un momento in cui lepreoccupazioni si moltiplicavano in misura tale che si eradeciso di farne un piccolo dossier, che poi non abbiamoutilizzato, se non per nostra conoscenza interna, perché ci èsembrato che i problemi stessero avviandosi a soluzione, anchesoltanto prospettandoli verbalmente o discutendone con leautorità competenti, alle quali erano ben presenti, e per iquali esse per prime si preoccupavano di trovare unasoluzione. Leggendo una pagina a caso in cui si parla didisagio, tra le tante che erano state redatte in quel periodo,vediamo che le principali lamentele erano: inadeguatezza dellemisure di protezione (in questa specifica fase, che,Pagina 638come vedremo, era di transizione, con problemi che orasostanzialmente dovrebbero essere in via di soluzione);eccessiva burocraticità del rapporto con i responsabili delservizio; lentezza nell'affrontare alcuni problemi; ilproblema del cambio di generalità costantemente irrisolto;difficoltà di inserimento scolastico dei figli deicollaboratori; lungaggini nelle procedure di rimborso dellespese sostenute dai medesimi. Se volessimo far parlare, nel linguaggio certamente nonparticolarmente colto, ma forse più significativo, uno diquesti soggetti, ascolteremmo frasi come &quot;assolutairrisolutezza di tutti i miei problemi&quot;, oltre al riferimentoa delusione, a interventi tampone e non organici, aspostamenti nel corso dei quali la tutela viene assicurata dadue soli uomini senza molta esperienza, alla mancanza diun'auto blindata, in particolare in aeroporto, e così via. Viè poi soprattutto, reiterato, insistito - rappresentapraticamente una costante - il riferimento alla mancanza didocumenti di copertura oppure a documenti di copertura nonparticolarmente utilizzabili, oltre al problema, che è sullosfondo, del cambio di identità. Questo malessere - definiamolo così - del settembre 1994si ricollegava ad un momento di ristrutturazione delleconcrete modalità di funzionamento del Servizio centrale diprotezione, ristrutturazione che comportava anche undecentramento; parlo - lo ripeto - per grandi linee, perché,per i motivi che ho premesso, non conosco analiticamente especificamente i particolari. Parlando per grandi linee, ci èsembrato di capire che il nuovo schema fosse non più quello

Page 6: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

del servizio che va dal collaborante, dal pentito, ma che inuna certa misura fosse quest'ultimo a dover andare verso lestrutture periferiche, verso i terminali periferici delServizio; ciò significa che il pentito doveva portarsipersonalmente presso commissariati, caserme dei carabinieri,uffici, appunto, periferici e, recandosi personalmente inquesti luoghi, affrontare e risolvere i suoi problemi, contutta una serie di conseguenze obiettive che i pentiti nonfacevano difficoltà ... Ricordiamo (chiedo scusa se mipermetto di usare questo linguaggio) che un dato obiettivoassolutamente ineludibile quando si fanno queste riflessionisul problema del pentimento con riferimento a Cosa nostra èrappresentato dal fatto che i pentiti di tale organizzazionesono condannati a morte, sanno di esserlo, conoscono Cosanostra, sanno che essa aspetta anche dieci anni, come nel casodi Leonardo Vitale, ma alla prima occasione esegue la condannaa morte. Essi sono vissuti in Cosa nostra, l'hanno praticata, sisono identificati con essa per anni e anni commettendosvariati omicidi; la loro identità è quella dell'uomo d'onoreche da Cosa nostra ha avuto tutto; essi conoscono le regole diCosa nostra, le hanno vissute, praticate e applicate comenessun altro e le ricordano ancora anche nel momento in cui sisono dissociati; sanno quindi di essere dei condannati a mortee sono consapevoli che, non appena vi siano gli spazi tecnici,oltre che la decisione di carattere tattico o strategico,questa condanna a morte sarà eseguita. Essi allora vivonocostantemente in una situazione che li rende particolarmenteavvertiti e sensibili, qualche volta anche ipersensibili(questo si può anche capire, dal punto di vista psicologico),ai rischi ed ai problemi che corrono, all'aumento del tasso dirischio e di pericolo a causa della mutata situazione disicurezza, di protezione, di rapporto con il Servizio diprotezione. Il fatto che sia lo stesso pentito a dover andare pressola struttura, sia pure periferica, del Servizio, dovendosicosì esporre di più a causa della necessità di frequentarepersone che non sono sempre le stesse, ma magari diverse divolta in volta, e a dover frequentare strutture frequentateanche da terzi, anche da gente che va in quegli uffici per lesue normali esigenze, uffici - me lo sono sentito dire moltevolte - in cui lavorano anche ragazzi di leva, che quindi sonosottoposti ad una selezione ben diversa da quella propria diun servizio centrale di protezione, tutto questo è sembratoanche a noi non un fatto campato in aria, inventato, né fruttodiPagina 639suggestione, ma un problema reale e obiettivo che si traducein un aumento del tasso di rischio. Consentitemi di fare riferimento a una certa esperienzache ho maturato come giudice istruttore a Torino quando mioccupavo di inchieste sul terrorismo. Per dire come queste

Page 7: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

cose siano obiettivamente, effettivamente pericolose e non sitratti soltanto di paure e sensazioni individuali, ricordo chemi porto dentro un'esperienza che mi pesa ancora, tanto perfare un po' di autocoscienza (così si dice): capitò a me e adaltri colleghi di Torino, giudici istruttori e pubbliciministeri, di interrogare un ragazzo militante di Prima lineaed in quel momento sapevamo ancora pochissimo di taleorganizzazione. Questo ragazzo ci disse delle cose che in quelmomento letteralmente non capimmo: parlò di un tizio - fummoin grado di capirlo soltanto dopo mesi - rivelandocene ancheil nome di battaglia; era un comandante di livello molto altonell'ambito di Prima linea, uno dei capi principalidell'organizzazione. Non avevamo però, in quel momento,elementi di conoscenza e dati sufficienti per capire quantoquesto ragazzo ci aveva detto; sapevamo di una sua posizionemarginale e conseguentemente, come le carte processuali (perusare questo orribile linguaggio burocratico, visto il seguitodella storia) ci imponevano, gli concedemmo - se non ricordomale - la libertà provvisoria o comunque egli recuperò unasituazione di libertà, con obbligo di presentazione periodicain una caserma dei carabinieri o in un commissariato dipolizia. Prima linea, che in realtà sapeva benissimo che cosaegli avesse detto e quali chiavi di lettura, in progresso ditempo, avremmo potuto utilizzare, lo considerò un pentito,anche se non lo era; proprio perché obiettivamente, se nonsoggettivamente, pentito, in quella fase di primo affacciarsidi pentimenti sul versante del terrorismo, l'organizzazionedecise di punirlo e potè colpirlo facilmente proprioutilizzando l'obbligo, che noi gli avevamo imposto, dipresentarsi periodicamente, con la conseguente facilità nelseguirne i percorsi e nel tendergli un agguato che, nel casodi specie, fu mortale. Voglio dire che l'obbligatorietà, la burocratizzazione, inuna certa misura, di tutto ciò che direttamente oindirettamente influisce sulla sicurezza diminuisce lasicurezza medesima. Quello che ho ricordato del militante diPrima linea è sicuramente un caso limite, ma l'ho ricordatosoprattutto per cercare di sottolineare e di rendere quantopiù possibile evidente che se, anziché instaurare il rapportoinverso, ossia del Servizio che avvicina riservatamente,sempre e soltanto con gli stessi uomini, il soggetto, siobbliga invece il soggetto stesso ad andare verso il Servizio,che magari può essere ogni volta diverso nelle suearticolazioni, questo può rappresentare un problema,soprattutto se il fatto di doversi recare al Servizio sicollega alla mancanza di documenti di copertura (il discorsoritorna) e di una nuova identità; ne deriva quindiun'automatica esposizione di sé, per esempio, come GiancarloCaselli o Guido Lo Forte di fronte a coloro che di GiancarloCaselli e Guido Lo Forte, residenti e domiciliati in quellacerta zona, cittadina o città, nulla dovrebbero sapere, perchénon facenti parte del Servizio centrale di protezione.

Page 8: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Il problema principale della sicurezza dei pentiti, cioèla mimetizzazione, finisce per essere posto a rischio, resoassai più difficile e ostacolato con questo tipo diristrutturazione. A nostro avviso, il cardine fondamentale di tutta questaproblematica resta quello del cambio di identità; tutti ipaesi del mondo che hanno dovuto affrontare e affrontanoproblemi di questo tipo, di collaboratori di giustizia daproteggere, con un servizio che può chiamarsi marshal oin qualunque altro modo, risolvono preliminarmente e mettonoda parte il problema del cambio di identità, perché ciò èconditio sine qua non per poter poi procedereseriamente. Se non si risolve questo problema tutto diventapiù difficile, più complicato e, se non insolubile,particolarmente intricato. Detto tutto questo e fattolo risalire a non molto tempo fa(al settembre scorso),Pagina 640va detto che vi sono molti segnali, anche se - lo ribadisco -da noi frammentariamente conosciuti, i quali ci inducono aritenere che la situazione sia sostanzialmente in fase dirasserenamento e che quello stato di malessere, di disagio,quanto meno di timore circa una diminuita sicurezza, sia ingran parte sostanzialmente rientrato. Dovrebbe essere avviato a soluzione il problema delladisciplina con un apposito regolamento del cambio di identitàe dovrebbe essere stato realizzato, dovrebbe essere in atto unforte impegno, un forte sforzo da parte del Servizio centraledi protezione di razionalizzazione e quanto meno dieliminazione delle punte più spigolose, più pericolose delsistema, ricollegabile soprattutto alla fase di transizione,alla fase di nuova strutturazione, alla fase di ricerca dinuovi schemi di intervento per la tutela e la sicurezza deipentiti. Un po' presuntuosamente, perché insegnare agli altri checosa fare e che cosa non fare è davvero molto presuntuoso -loro sanno che i magistrati soffrono di delirio dionnipotenza, o per lo meno vengono accusati di delirio dionnipotenza o di straripamento continuo -, vorrei permettermi(fuor di scherzo, perché non c'è molto su cui scherzare inquesta materia) di ricordare come, già ai tempi di Falcone, laquestione del cambio di identità, ad esempio, fosseprospettata come ormai risolta, come questione la cuisoluzione era ormai questione di giorni, se non di ore, aifini della sua traduzione in cifra legislativa oregolamentare, e come, viceversa, siamo ancora qua, e due annidopo Capaci, a porci questo problema, per noi davverofondamentale, il problema cardine di tutta la problematicadella sicurezza dei pentiti. Credo allora che la Commissione debba essere semprenoiosa, sempre petulante, sempre alla ricerca di costantiverifiche che questo discorso, che questo problema - se

Page 9: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

naturalmente fosse condivisa, come mi auguro, l'importanza chenoi connettiamo al problema del cambio di identità - sia nonsoltanto avviato a soluzione, ma definitivamente eirreversibilmente ridotto. Se questo, infatti, dovesseavvenire, allora uno strumento che consideriamo moltocomplesso e molto difficile, per il quale si devono esercitaretutta la nostra attenzione, il nostro scrupolo, la nostraverifica quasi maniacale di ogni dichiarazione, di ognirisvolto di ciascuna dichiarazione e di tutti gli interstiziche tra dichiarazione e dichiarazione possono presentarsi, contutte queste difficoltà, con tutte queste complessità, chesono il nostro mestiere (per alcuni di noi, se non da sempre,da parecchi anni a questa parte), rimarrà uno strumentoinsostituibile allo stato degli atti, soprattutto conriferimento a Cosa nostra, laddove, essendo essa prima di ognialtra cosa un'organizzazione particolarmente efficiente,soltanto chiavi di lettura del suo assetto organizzativo equindi interne all'organizzazione ed offerte dai pentiti inquanto già militanti dell'organizzazione stessa ed in quantotrovatisi in condizioni tali da potersi impadronire dei suoimeccanismi di funzionamento interno, soltanto con questocontributo è possibile - allo stato degli atti - impostare unaseria strategia di risposta a Cosa nostra. Mi fermerei a questo punto, se quanto ho detto apparesufficiente, restando a disposizione per rispondere alledomande che loro riterranno di porre. PRESIDENTE. A noi interessa, anche al fine di completarequanto lei ha detto con l'apporto del dottor Lo Forte,ascoltare proposte sul sistema di protezione nel suocomplesso, e quindi fin dall'inizio. Inoltre, alla Commissione e più specificamente al primogruppo di lavoro (che si interessa delle verifiche normativein materia di legislazione antimafia) interessa l'eventualeindicazione di collaboratori di giustizia che possano esseresignificativi relativamente a problematiche che si possanoporre e che non siano ancora sufficientemente note. Resta inteso che, se dovessero essere trattati argomentinon ancora pubblici, potrà essere sospesa l'attivazione delsistema audiovisivo a circuito chiuso.Pagina 641 GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso la Procuradella Repubblica di Palermo. Credo che il fatto che questoproblema, cioè la realizzazione di un efficace e modernosistema di protezione dei pentiti, dei collaboratori digiustizia in Italia, non sia di facile soluzione derivi di persé da un fatto assolutamente positivo: è inutile ripetere chela moltiplicazione quantitativa delle dissociazioni dalleorganizzazioni criminali costituisce un fatto di grandissimaimportanza nel progresso della strategia di contrasto delloStato contro la criminalità organizzata. Oggi possiamo veramente dire che, se rimangono saldamenteferme determinate condizioni del quadro legislativo ed

Page 10: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

istituzionale generale, è possibile cominciare a parlare nonpiù di una strategia di contenimento e di contrasto, maaddirittura di una strategia di attacco al crimineorganizzato. Lo Stato è passato all'offensiva e deveassolutamente continuare e proseguire in una strategiad'attacco e non di semplice contrasto: deve intensificare edaffinare l'offensiva per far sì che in tempi ragionevoli ilfenomeno del crimine organizzato in Italia, in particolarequello di Cosa nostra, si riduca quanto meno nei limitifisiologici di una moderna società occidentale. Non è possibile certamente eliminare il crimine dallesocietà moderne, dalle società democratiche, ma è certamentepossibile ridurre il fenomeno criminale ad un fatto per cosìdire fisiologico, ad una realtà che sia soltanto criminale enon sia invece capace, com'è adesso, di inquinare, attraversola disponibilità di enormi capitali, il tessuto economico ecivile e, virtualmente, anche istituzionale di uno Stato. Non a caso, gli Stati europei, ad esempio la Francia e laGermania in particolare, sono molto preoccupati ed attentialla evoluzione della fenomenologia del crimine organizzato inItalia ed alle strategie di contrasto che si attuano inItalia, non perché ovviamente in Francia o in Germaniaqualcuno pensi di temere un radicamento o la possibilità di unradicamento territoriale della criminalità organizzata analogoa quello che noi abbiamo nelle regioni meridionali, ma perchési teme, e fondatamente, l'enorme capacità di inquinamento delmercato finanziario ed economico, sapendo che questoaltererebbe il regime della libera concorrenza e sarebbevirtualmente capace di inquinare anche il rapporto, che inquei paesi non ha mai presentato particolari margini dirischio, tra fenomeni criminali e tessuto istituzionale. Noi abbiamo attualmente qualcosa di più di 900collaboratori di giustizia ed alcune migliaia di congiunti datutelare. Il dato quantitativo, che è un dato molto importantee positivo - perché significa che stiamo abbastanza avanti nelprocesso di disarticolazione delle organizzazioni criminali -crea però un problema che non trova situazioni analoghe innessun paese del mondo, neanche negli Stati Uniti. Si trattadi un problema quantitativo. Evidentemente, il concepire l'organizzazione di unefficace sistema di protezione a fronte di un datoquantitativo di tale tipo (dobbiamo peraltro auspicare, farsì, creare le condizioni, mantenerle e rafforzarle, perché ilnumero dei collaboratori cresca; il numero dei collaboratorinon deve certamente preoccuparci ed anzi occorre far di tuttoperché aumenti) fa sì che il problema non possa essereaffrontato con una sorta di omogeneità burocratica, senzapensare al metodo di lavoro e a un dato qualitativo. Cosa intendiamo per metodo di lavoro? Inutile dire che nonè possibile prevedere dei sistemi di sicurezza attivi (vettureblindate, vigilanza continua, scorte e così via) come metodogenerale del sistema di protezione. Naturalmente questo dovrà

Page 11: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

realizzarsi allorché vi siano particolari e contingenticondizioni di rischio, che possono essere neutralizzatesoltanto con un sistema di protezione attiva. Non dico nulladi nuovo quando affermo che la strada da seguire è quelladell'assoluta segretezza del mutamento di identità, quella cheoggi si chiama mimetizzazione del pentito e dei suoifamiliari. Non si tratta più di un problema quantitativo; larealizzazione efficace di un tale obiettivo non presuppone lapredisposizione di un corpoPagina 642con 10 mila o 100 mila uomini, ma l'adozione di un metodo dilavoro, un determinato tipo di preparazione, l'acquisizione el'interiorizzazione di una cultura professionale ed un certoregime giuridico di autonomia all'interno dell'organizzazionedello Stato. Voglio fare l'esempio concreto del sistema deimarshal tipico degli Stati Uniti. Quando si va adinterrogare un collaboratore di giustizia che risiede negliStati Uniti, naturalmente in regime di rogatoriainternazionale, quindi con l'assistenza e sotto la direzione odi un procuratore distrettuale, come è accaduto diverse volte,ovvero addirittura di un rappresentante del dipartimento digiustizia, a seconda della sede in cui avvienel'interrogatorio, posso affermare, sulla base della miaesperienza diretta (mi riferisco ai casi di Marino Mannoia eTommaso Buscetta) che neppure il procuratore distrettualepresso il quale deve svolgersi la rogatoria, fino al precisomomento della presentazione del collaborante accompagnato daimarshal, sa dove si trovi, da dove provenga e quandoarriverà il collaboratore. Il procuratore distrettuale degliStati Uniti - ripeto - ignora totalmente, fino all'ultimominuto, quale sia il programma di viaggio, i tempi ed altreinformazioni connesse, perché il corpo dei marshal nongli fornisce assolutamente alcuna informazione dalla quale lostesso procuratore possa anche indirettamente desumere ladurata del viaggio e la distanza presumibile del luogo diresidenza del collaborante da quello in cui deve svolgersil'audizione. Peraltro il procuratore distrettuale non simeraviglia affatto che i marshal non gli dicano nulla,perché questo rientra nel tipo di cultura esistente negliStati Uniti (forse difficilmente comprensibile dal punto divista italiano), per cui nessuno si offende se le informazionivengono tenute riservate per ragioni di sicurezza. E' questo il dato importante: sebbene il sistema deimarshal sia inquadrato sostanzialmente nel dipartimentodi giustizia, il vincolo di segretezza, lo scrupolo ossessivodella segretezza, vale anche per i rappresentanti deldipartimento di giustizia. In altre parole, pur essendovi unincardinamento organico del corpo all'interno del dipartimentodi giustizia, esiste una riconosciuta e praticata autonomia infunzione della massima sicurezza. Mentre si svolgono gliinterrogatori alla presenza costante del procuratore

Page 12: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

distrettuale (cito esperienze vissute), o del rappresentantedel dipartimento di giustizia, due uomini o donne del corpodei marshal non si allontanano, neppure per un istante,dalla sede dell'audizione, quindi non perdono di vista neancheper un momento la persona della cui sicurezza sonoresponsabili. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Fanno finire l'interrogatorio. GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. C'è di più.Addirittura - e di questo vi è traccia in un interrogatorio diTommaso Buscetta svoltosi a Washington nel settembre del 1992- l'ufficio della procura di Palermo dava atto chel'interrogatorio poteva durare soltanto tre ore perché imarshal, per necessità di sicurezza dovevano portar viail collaboratore. Sebbene il rappresentante del dipartimentodi giustizia fosse certamente disponibile, nello spirito dicollaborazione, a consentire la prosecuzionedell'interrogatorio alla sua presenza, egli si è dovutoarrendere alle esigenze di sicurezza dei marshal. Ho voluto riportare tale esempio per richiamare non tantole regole, che pure sono codificate, quanto lo spirito di quelsistema, basato su una preparazione professionaleassolutamente eccezionale degli addetti al corpo deimarshal, sia dal punto di vista militare sia dal puntodi vista delle tecniche di sicurezza, sia da altri punti divista. Tale preparazione è talmente elevata che imarshal sono considerati negli Stati Uniti, nel lorogenere e per i loro compiti, uno dei corpi di massimaspecializzazione. Si evidenzia, quindi, innanzi tutto lapreparazione ed anche la cultura della segretezza che implical'aspetto della responsabilità della sicurezza delcollaborante; alPagina 643riguardo negli Stati Uniti, come in tutti i paesi di modernacultura occidentale, vige il principio della responsabilitàpersonale. Pertanto, se accade qualcosa (che non deveaccadere) riguardante il collaborante, ne risponde non unaistituzione o una categoria in generale, ma la persona, o ledue persone, investite specificamente della responsabilitàdella sicurezza. Vi è, quindi, una riconosciuta autonomiaall'interno dello stesso dipartimento di giustizia. Credo che per risolvere il problema sul piano del metodo,posto che la mimetizzazione e la sicurezza rappresentano ingenerale le uniche soluzioni per risolverlo, sia necessariocreare un corpo specializzato; ma non occorrono numeriesorbitanti, bensì la qualità delle persone, la lororesponsabilità e il riconoscimento, in diritto e in fatto,della cultura della segretezza, in funzione dellasicurezza. Sempre affrontando la questione in termini qualitativi enon quantitativi, pongo l'accento su un altro versante. Non si

Page 13: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

può disconoscere che, nell'ambito di più di 900 collaboratoridi giustizia, vi siano situazioni profondamente diverse; nonalludo assolutamente all'ipotesi di pentiti di serie A, B o C:ciascun soggetto che decide di collaborare con la giustizia edi fornire un contributo per la sconfitta di unaorganizzazione criminale, moralmente e giuridicamente meritala tutela e il riconoscimento dello Stato nei limiti delleleggi in vigore. Tuttavia, non si può disconoscerel'importanza del contributo, la sua durata nel tempo,l'effetto oggettivo del contributo sull'organizzazionecriminale di appartenenza ed un rischio che cambia a secondadella variazione di questi fattori. Per fare un ulteriore esempio pratico, se a collaborarecon la giustizia è un soggetto appartenente ad unaassociazione per delinquere finalizzata al traffico distupefacenti, ma non di carattere mafioso o comunque nonorganicamente integrata in un'organizzazione di tipo mafioso,evidentemente il contributo è importante, il risultatogiuridico è altrettanto importante, però quell'organizzazioneha una vita limitata nel tempo. Lo stesso vale perun'organizzazione di per sé dedita al traffico di stupefacentie per tutte le organizzazioni criminali comuni: si tratta diorganizzazioni che si scompaginano e dalle quali, pertanto, inprogressione di tempo i rischi di reazione vengono meno. Vi è poi l'organizzazione criminale paramafiosa - per&quot;paramafiosa&quot; intendo non un'organizzazione storica, cioèinsediata storicamente su un territorio, bensìun'organizzazione criminale che ha adottato strutture, regolee modelli di comportamento di tipo mafioso - la quale è unaorganizzazione transeunte, non permanente. Certamente è capacedi reazioni violente, ma si tratta comunque diun'organizzazione che può avere una fine, che può esseredisarticolata in breve tempo e le cui capacità di reazionesono minori. Altra cosa è evidentemente Cosa nostra, altra cosa è la'ndrangheta, altra cosa sono le organizzazioni facenti partedella storia di un territorio o di una regione, le qualicostituiscono una istituzione illegale, nel senso checontrollano quel territorio con una struttura capillare, congerarchie, competenze e così via. Di conseguenza, quando uncollaborante fornisce un contributo notevole contro quellaorganizzazione, non soltanto questa non verrà sgominata econtinuerà sempre ad esistere - ci auguriamo che si arrivi aduna svolta su questo versante, ma nessuno si illuda che vi siala possibilità di annullare o annientare queste organizzazioniin tempi brevi - ma oltretutto avrà una capacità di reazioneenormemente superiore a quella delle comuni organizzazionicriminali. Perché? Innanzitutto in quanto la capacità direazione può essere esercitata non soltanto dai soggettiorganicamente inseriti nell'organizzazione, ma anche da unnumero molto superiore di fiancheggiatori dell'organizzazionemedesima. Possono altresì essere acquisite informazioni e

Page 14: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

notizie perché un'organizzazione del genere ha possibilità diinfiltrazione, di corruzione e di collusioni con i settorisociali ed istituzionali; è in grado - come l'esperienzadimostra - di acquisire una serie di informazioni che possonopiù facilmente consentire di colpire l'obiettivo.Pagina 644 Inoltre, è un'organizzazione che deve applicare la suasanzione. Il procuratore Caselli diceva giustamente un attimofa che rispetto alla sentenza di condanna emessa, il problemasta nel momento della sua esecuzione. Le sentenze di condannasono già state emesse: erano state emesse per i prefetti, peri giudici, per i funzionari di polizia, per i carabinieri esono state emesse anche per i pentiti. La sentenza di condannaa morte per il collega Falcone era stata emessa nel 1984 aseguito del mandato di cattura Buscetta, ma è stata eseguitanel 1992. La sentenza di condanna a morte del pentito LeonardoVitale, emessa nel 1973, è stata eseguita nove anni dopo; lasentenza di condanna a morte del dottor Cassarà era stataemessa allorché Cassarà si sforzò di impostare organicamenteun serio programma di cattura dei latitanti. Cosa vuol dire che in questo momento - come sento diretalvolta - nessuno viene colpito? Cosa nostra decide dicolpire non solo quando ci sono gli spazi tecnici per farlo,ma anche quando c'è l'opportunità &quot;politica&quot; (dal punto divista della sua politica), allorché può colpire con il massimodei vantaggi ed il minimo dei danni. Quindi, sono lecondizioni politiche, sociali, culturali e civili generali adagevolare o ritardare l'esecuzione della condanna. Normalmente, come l'esperienza dimostra, quando vi è unagrande e forte coesione delle istituzioni e della societàcontro la criminalità organizzata, la condanna non vieneeseguita; quando invece Cosa nostra avverte la sensazione chenon vi sia una forte coesione delle istituzioni e dellasocietà civile contro di lei, quando ritiene che possanoverificarsi dei processi di graduale isolamento, la condannaviene più facilmente eseguita. Questa è la lezione che si può trarre dai dati conoscitiviacquisiti in tanti processi, soprattutto con riferimento agliomicidi eccellenti. I pentiti sono condannati a morte ed ilfatto che allo stato la sentenza non venga eseguita dipendesia dagli spazi tecnici per l'esecuzione della sentenza chenon sono ampi, perché lo Stato è impegnato a garantire laprotezione - abbiamo dei servizi che fanno il possibile e vadato atto che se non si colpisce è gran parte merito delleistituzioni addette alla protezione, le quali adempiono illoro dovere nel miglior modo possibile, nelle condizioniattuali -, sia perché Cosa nostra aspetta migliori opportunitàper eseguire la sentenza. PRESIDENTE. Passiamo alle domande dei colleghi. FERDINANDO IMPOSIMATO. Desidero innanzitutto ringraziareil procuratore della Repubblica Caselli e il procuratoreaggiunto Lo Forte per le puntuali e interessanti relazioni.

Page 15: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Passo immediatamente alle domande: vorrei sapere se la catturae l'arresto di alcuni vertici di Cosa nostra abbianocomportato l'individuazione, il sequestro e la confisca deibeni di cui questi erano titolari, oppure se i patrimoni sonosfuggiti alla confisca, per cui tali persone hanno conservatointatta la loro capacità di corruzione nei confronti dipubblici ufficiali o di politici. Vorrei altresì sapere se dalle dichiarazioni dei pentitiemerga la permanenza di un rapporto tra mafia e politica chesia attuale e se vi siano delle resistenze, delle perplessitàda parte di alcuni pentiti nel parlare di questo rapporto. La domanda si collega ad un altro quesito: numerosepersone a più riprese hanno evidenziato la necessità diimporre una regola in base alla quale i pentiti debbono essereposti nelle condizioni di rendere le loro dichiarazioni ascadenza fissa, cioè entro un termine fissato addirittura perlegge. L'esperienza dimostra che in passato vi sono stati deicasi - quello di Buscetta è il più clamoroso - in cui ilpentito non ha reso dichiarazioni sui rapporti tra mafia epolitica perché purtroppo alcuni politici dei quali dovevaparlare potevano essere al vertice del potere politico operché il funzionario di polizia o il magistrato ai quali cisi riferiva erano, in qualche modo, coinvolti nelleindagini. Non citerò casi particolari in quanto tutti sanno che visono stati dei procedimenti penali riguardanti alcuni uominiPagina 645politici, alcuni funzionari di polizia e qualche magistrato.Ciò detto, ritenete opportuno prevedere per legge che unpentito debba rendere dichiarazioni subito oppure entro untermine fissato per legge? O che rispetto a certe situazioni,vi sia l'esigenza di giustificare il ritardo con cui ilpentito rilascia le dichiarazioni? Vorrei chiedere, inoltre, se vi sia la possibilità diascoltare alcuni pentiti sui rapporti tra mafia e politica,ovviamente senza che questo comporti un pregiudizio per leindagini in corso. Infine, vorrei sapere se siate a conoscenza del fatto chevi sono ordinamenti giuridici di altri paesi in cuiaddirittura il reato di riciclaggio non è previsto dallalegge, per cui non è possibile inseguire alcuni patrimoni neipaesi nei quali questo reato - come del resto quello diassociazione per delinquere di stampo mafioso - non èprevisto. Vorrei sapere se sia possibile svolgere un'indaginesu questi paesi, al fine di consentire alla Commissioneantimafia di sollecitare le Nazioni Unite o altri organismiinternazionali ad invitare tali paesi ad introdurre forme disanzione, a prevedere questo reato, che è il più grave cheattualmente viene commesso e che non è perseguito - secondo me- proprio perché gli strumenti legislativi e anche lestrutture giudiziarie non sono in grado di inseguire icapitali mafiosi nei vari luoghi dove si rifugiano.

Page 16: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Proverò a rispondere ad alcune delle domande delsenatore Imposimato e poi Guido Lo Forte interverrà perrispondere a quelle che avessi tralasciato o che non avessisufficientemente trattato. Mi sembra di ricordare che la prima domanda fosse: ivertici di Cosa nostra arrestati sono stati attaccati anchesul versante dei patrimoni? La risposta è sostanzialmenteaffermativa, almeno per quanto riguarda i patrimoni che siamoriusciti ad intravvedere e conseguentemente ad aggredire. Laprocura di Palermo si è strutturata formando anche una sezionecosiddetta delle misure di prevenzione, che è coordinata dalcollega Ignazio De Francisci, uno dei colleghi più validi siaper anzianità di servizio sia per professionalità sia perdedizione (non sono qui per tessere le lodi di nessuno maIgnazio De Francisci è, credo, personaggio sulla breccia datroppo tempo perché si possa pensare che voglia parlarne beneper qualunque altro motivo che non sia puramente esemplicemente il fatto che è bravo). Questa sezione misure diprevenzione è una delle più attive - almeno se è consentitogiudicarsi dall'interno di un certo ufficio - del nostroufficio. Per Riina, per Ganci, per Graviano e per quanti altrisiano stati in questo biennio arrestati, sempre, accantoall'accertamento propriamente penale, si è sviluppatol'accertamento patrimoniale per le misure di prevenzione, conrisultati che, per quanto riguarda Riina e Ganci (per quantoGraviano credo che siano ancora in corso), possono essereritenuti - naturalmente, non tocca a noi giudicarci -abbastanza significativi. E' ovvio che la procedura è initinere; tutto questo dovrà poi eventualmente portare ad unprovvedimento di confisca. Quindi i provvedimenti di sequestroottenuti dal tribunale delle misure di prevenzionecostituiscono procedure in corso. Naturalmente sono tutte sub iudice, perché le nostresono indagini preliminari; credo che non sia neancheintervenuta la richiesta di rinvio a giudizio. Su questoversante, estremamente significativa è stata - naturalmentedal punto di vista dell'ipotesi di accusa, dell'impostazionedi una ricerca di elementi di accusa - un'inchiesta cheriguarda una serie di imprenditori, soprattutto edili,considerati molte volte nell'ipotesi di accusa,nell'impostazione di accusa - sottolineo la parzialità eprovvisorietà, ovviamente, di questa prospettiva - prestanomeo comunque collegati o strettamente intrecciati con personaggidi vertice della mafia. Quella di cui parlo è una delleinchieste (se non ricordo male, avviata poco primadell'estate), a nostro modo di vedere - nostro dirappresentanti dell'accusa, si intende, e quindi è necessarioattendere le necessarie verifiche dibattimentali da partedegli organiPagina 646giudicanti a ciò deputati -, più significative proprio sul

Page 17: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

versante dell'attacco, dell'aggressione tecnico-giuridica alprofilo patrimoniale di Cosa nostra, oltre a tutte quelle cheman mano, arresto per arresto, si avviano quasimeccanicamente. L'arresto di personaggi di speciale rilievocomporta immediatamente la ricognizione dei beni posseduti el'intervento, così come la legge consente di fare, su questibeni. Permanenza di un rapporto attuale fra mafia e politica.Ferdinando Imposimato ha fatto il giudice istruttore pertanti, tantissimi anni e sa sicuramente - e non è piaggeria -meglio di noi che il nostro compito è un po' di archivisti, ilnostro compito è di ricostruire fatti del passato. Accertarequel che stia attualmente ed eventualmente accadendo o quelche si stia articolando con possibili concretizzazioni domanio dopodomani più che compito del giudice è compito delsociologo o del giudice che domani dovrà, dei fatti che oggisono dinamicamente in evoluzione, occuparsi. L'unica cosa che ad un magistrato, ad un procuratore dellaRepubblica, ad un rappresentante dell'accusa credo siaconsentito dire con riferimento a questa domanda è forse laseguente: la mafia, Cosa nostra in particolare, noncostituisce soltanto un'organizzazione criminale, non èsoltanto un problema di ordine pubblico, è qualcosa di più edi diverso, è il risultato dell'interazione di molti fattori,politici, economici, finanziari. Cosa nostra in particolare èforte, è diventata sempre più forte, è diventata un problema -noi riteniamo - anche per il regolare funzionamento delleregole democratiche, perché è riuscita, con intelligenzacriminale molte volte sofisticata, ad intrecciarsi con pezzi econ segmenti della società civile, con pezzi e con segmentidella politica, con pezzi e con segmenti dell'economia, conpezzi e con segmenti della finanza. In questo intrecciare sécon pezzi o segmenti di ciò che rappresenta complessivamentela legalità sta una delle ragioni di forza, una delle ragioniche caratterizzano come un unicum di specialepericolosità Cosa nostra rispetto alle altre organizzazionicriminali anche mafiose. Se questa è una caratteristica di Cosa nostra, difficilepensare che essa abbia improvvisamente subito una mutazionegenetica per cui non sia più alla ricerca di questo tipo dicollegamento, di questo tipo di rapporto con pezzi e consegmenti che caratterizzano un po' tutta la sua storia e chesono elemento di forza. Alla domanda se ci sia resistenza o perplessità da partedei pentiti nel parlare di questo rapporto è difficilerispondere perché non esiste, secondo me, la categoria dei&quot;pentiti&quot;. Ciascun &quot;pentito&quot; - usiamo questo termine perabitudine ma è assolutamente improprio - è storia a sé. C'èchi si pente - questo discorso vale per i pentiti diterrorismo come per i pentiti di mafia - perché è davvero incrisi, davvero non si riconosce più in un certo passato, indeterminati valori, in un'identità che si era data militando

Page 18: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

in certi gruppi, in certe formazioni, raccordandosi condeterminate persone; c'è chi invece si pente puramente esemplicemente perché sta facendo dei calcoli molto concreti,molto solidi, sulla maniera migliore per uscire con il minordanno da una situazione di difficoltà nella quale è venuto atrovarsi per effetto dell'arresto, per effetto delladetenzione. Ma tra questi due poli ci sono mille gammeintermedie, in cui le motivazioni sono le più diverse, questao quell'altra prevalente, o altre ancora, di carattereindividuale, familiare, collegata anche alle persone con lequali da ultimo si è parlato e che possono aver fatto scattaredeterminati meccanismi. Esistono motivazioni che formano unaspecie di mélange irripetibile per un altro, validosoltanto per quel singolo pentito preso in considerazione.Dunque, nel caso di un collaboratore di giustizia che siainformato di questioni che possano anche interessare sotto ilprofilo del rapporto tra mafia e politica, la domanda se cisiano resistenze nel parlare non consente, secondo me, unarisposta di carattere generale; il problema è squisitamenteindividuale, collegato al modo di formazione e di maturazionedel pentimento del soggetto.Pagina 647 Per quanto riguarda le dichiarazioni &quot;a rate&quot;, so cheGuido Lo Forte ha scritto un capitolo, che personalmentegiudico molto convincente, di un nostro documento; lascioquindi che sia lui a parlarne. Poiché ancora una volta si tratta di cose pubbliche edavvero, come magistrati, abbiamo una mania incorreggibile,devo dire che non è del tutto vero che Buscetta a suo temponon abbia parlato. Recentissimamente un quotidiano italiano hapubblicato l'intervista - che non mi risulta sia statasmentita - resa da un pubblico ministero americano moltoautorevole e conosciuto, il quale afferma che già nel 1985Buscetta aveva fatto un certo nome. FERDINANDO IMPOSIMATO. Non con Falcone, però. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Certo. Comunque, questo ci porterebbe del tuttofuori strada. Scusatemi, non avrei neanche dovuto cominciare aparlare di queste cose. Mafia e politica, pregiudizio per le indagini in corso:ferme restando tutte le considerazioni di carattere generaleche ho fatto prima, non avverto, allo stato degli atti,pregiudizio per le indagini in corso. Credo che nella fasestorica che stiamo vivendo le indagini abbiano il lororegolare corso. FERDINANDO IMPOSIMATO. Il disagio dei pentiti, però,nasce da questo. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Sì, sì, ma il pregiudizio per le indagini è cosadiversa dal disagio dei pentiti. Una delle cose che moltevolte ci siamo chiesti, e per la quale, in fondo, non abbiamorisposte sicure, essendoci una serie incredibile di variabili

Page 19: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

(riteniamo che si debba fare un discorso molto più ampio epossiamo farlo anche dopo) è perché da qualche tempo a questaparte, d'improvviso, senza alcuna ragione che obiettivamentelo giustificasse, il problema dei pentiti anziché essereaffrontato soltanto sotto l'aspetto tecnico-giuridico, con lafreddezza e razionalità che uno strumento di lavoroinvestigativo esigerebbe, è tornato ad essere affrontato daparte di alcuni come già era accaduto in passato: più comeguerra di religione, come contrapposizione tra posizionifilosofiche diverse - a volte addirittura a livello di litigiotra tifosi da stadio - che non, ripeto, con la freddezza dianalisi e di messa a punto delle varie componenti del problemaper trovare, razionalmente e tecnicamente, la soluzionemigliore. Nel momento in cui questo è successo, nel momento incui è stato sollevato il problema del pentimento, del suovalore, della sua portata, da parte di alcuni della necessitàdi un suo ridimensionamento, di una sostanziale revisionedella legislazione e dei benefici da questa previsti, tuttociò ha indubbiamente determinato preoccupazione e disagi neipentiti già tali. E' chiaro che nelle sedi formali, nelle sedidi interrogatorio, quesiti a questo riguardo sono stati postida parte dei pentiti e preoccupazione dei magistrati è stataquella di tranquillizzare, tra virgolette, affermando che nonc'è nulla di concreto, al di là delle polemiche anche forti,se non progetti ed intenzioni. Si è detto che, riguardo aquesti progetti ed a queste intenzioni, ci sarà da parte dicoloro che la pensano diversamente, sia all'interno sia fuoridalla magistratura, la contrapposizione di altre idee e dialtre opinioni per cui alla fine, come sempre succede, sivedrà chi ha più ragione, più spago da tessere. Ci siamo anche chiesti se il numero dei pentiti cheavrebbe teoricamente potuto esserci senza queste polemiche,queste perplessità e queste tensioni, sarebbe stato superiorea quello che si è obiettivamente avuto pur in presenza diqueste polemiche e, qualche volta, di questa guerra direligione. Di nuovo è impossibile rispondere, perché ognipentimento è storia a sé e quel che può valere per Tizio, nonvale per Caio, per Mevio o per Sempronio. Quindi, se in unasituazione meno tormentata dal punto di vista delle polemicheci sarebbero stati più o meno pentiti di quanti non se nesiano avuti è assolutamente impossibile dirlo. Un dato difatto è che, se si sonoPagina 648sentiti in difficoltà coloro che già si erano pentiti (chequindi erano titolari, per così dire, di diritti acquisiti),non dovrebbe essere del tutto azzardato pensare - èpsicologismo di bassa lega, se vogliamo, ma forse ci si puòazzardare anche in queste forme di psicologismo - che chistava in quel momento decidendo se pentirsi o meno, vistol'infuriare di determinate polemiche, ci abbia pensato moltopiù approfonditamente di quanto avrebbe fatto in una diversasituazione. Se poi qualcuno si sia pentito lo stesso e se

Page 20: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

qualcun altro non lo abbia fatto a causa delle polemiche credoproprio sia impossibile dirlo. Non voglio affermare che lepolemiche non ci debbano essere: è chiaro che debbono esserciquando sono in buona fede e finalizzate a trovare le migliorisoluzioni. Di fatto, però, le polemiche, e soprattutto quelleche prefigurano soluzioni nettamente penalizzanti, rispettoalla legislazione vigente, per chi compia la scelta dipentirsi, non aiutano di certo il pentimento. Si tratta di undato psicologico di un'ovvietà persino banale, e chiedo scusase lo prospetto. Per quanto riguarda l'ordinamento di paesi nei quali ilreato di riciclaggio non sia previsto, credo che Guido LoForte abbia più dati di esperienza professionale di quanti nepossieda io. PRESIDENTE. Mi pare che il senatore Imposimato le abbiachiesto anche di attuali pentiti in materia di mafia epolitica. Preciso che, se lo ritiene opportuno, possiamointerrompere la trasmissione audiovisiva a circuito chiusodella seduta; poiché un gruppo di lavoro della Commissione sioccupa di questo argomento, approfitteremmo della sua presenzaper avere alcune indicazioni, naturalmente ove sia possibile eprocedendo in seduta segreta. GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. Per quanto riguarda lecosiddette dichiarazioni a rate non esiterei a dire (cercheròpoi di spiegare il senso dell'affermazione) che questo èassolutamente un falso problema o un problema noncorrettamente impostato, per un duplice ordine di motivi.Innanzitutto, il metodo di lavoro: cos'è un collaborante? Equi bisogna ancora una volta distinguere tra collaborante ecollaborante, cioè tra un soggetto che ha vissutoun'esperienza criminale, sia pure organizzata, limitata neltempo ed un soggetto che, invece, come nel caso degliappartenenti a Cosa nostra, alla 'ndrangheta e ad altreorganizzazioni territoriali storiche, è vissuto all'interno diuna società criminale le cui attività sono molteplici e siadattano nel tempo. Ebbene, ciascun soggetto di questo secondotipo è in primo luogo portatore di un vissuto criminale in cuila commissione di delitti, dai più gravi come gli omicidi allaroutine delle estorsioni e del traffico di stupefacenti,costituisce normale attività quotidiana che, in quanto tale,non rimane particolarmente impressa nella memoria con dati oparticolari di eccezionalità. Questi sono i soggetti con i quali noi trattiamo; quindi,già da questo punto di vista si comprende come sia abbastanzateorico presumere di poter raccogliere e completare laricostruzione di un'esperienza criminale di questo tipo intempi limitati o precostituiti. La cosa più importante, che si tende a dimenticare, èrappresentata dall'individuazione della tecnica che presiedealle indagini condotte dal pubblico ministero. Nel momento incui si verifica un fenomeno di dissociazione, il ruolo del

Page 21: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

pubblico ministero non è quello di un &quot;intervistatore&quot; o diuna persona chiamata a scrivere un romanzo: il pubblicoministero, proprio perché ha il dovere di fare il magistrato edi porre in essere un'attività di repressione penalenell'interesse della società, si pone invece obiettivigerarchicamente individuabili. Innanzitutto, deve cercare diacquisire il massimo di informazioni possibili sui fatticriminosi più gravi rimasti impuniti: questa è la primapriorità. In secondo luogo, il pubblico ministero si devepreoccupare di acquisire il massimo di informazioni sullastruttura militare, ai fini dell'individuazione dei killerin libertà, i quali si muovono giornoPagina 649per giorno. Si pone quindi l'esigenza fondamentale diindividuare e, se possibile, di catturare gli assassini cheoperano indisturbati per le nostre strade. Sotto questoprofilo, non credo si tratti di una valutazione di ordinepubblico ma, piuttosto - di questo siamo convinti -, di unagiusta graduazione dell'urgenza legata all'esigenza direpressione, a sua volta connessa all'interesse sociale. Ulteriore obiettivo è quello di individuare la situazione,il più possibile aggiornata, dei quadri di comando -situazione, naturalmente, in continua evoluzione - giacchésarebbe inutile eliminare il killer se si lasciasse intatto ilcervello o il cuore dell'organizzazione. Un altro obiettivoconsiste nell'individuazione delle fonti economiche diapprovvigionamento, in pratica della forza economicadell'organizzazione: a tale riguardo, l'indagine deve esseremirata sulle estorsioni, sui suoi autori, sui settori colpiti,sul traffico degli stupefacenti, sui fatti di riciclaggio. Se quella descritta è una corretta tecnica di indagine, sipuò facilmente notare come il semplice approfondimento ditutti gli obiettivi indicati in ordine gerarchico di prioritàrichieda un tempo ben superiore a quello che si potrebbeimmaginare. Vanno considerati, tra gli altri, i limiti diresistenza umana; in particolare, vi è l'assoluta necessità dievitare che vi siano ricordi imprecisi, sovrapposizioni diricordi, oppure che la stanchezza o l'assillo possanoinquinare inconsapevolmente la genuinità dell'informazione. Viè, insomma, l'esigenza tecnica di non assumere in manieracontinuativa una messe di informazioni, apparendo piùopportuno verificare le stesse di volta in volta, in modograduale, per accertare costantemente l'attendibilità delcollaborante e per acquisire ulteriori elementi utiliall'indagine. Se questa è e deve essere la tecnica investigativa delpubblico ministero, è facile immaginare che vi possano esseretempi fissi entro i quali occorre raccogliere tutto ilpatrimonio di conoscenze e di informazioni di un collaborante,ma bisogna riconoscere che questo orientamento è abbastanzateorico e non si confà assolutamente alle tecnicheprofessionali di indagine. Possiamo parlare di un falso

Page 22: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

problema anche da un diverso punto di vista. A prescindere dalfatto che, sotto il profilo giuridico, la previsione di unlimite temporale alle dichiarazioni di un collaborante sarebbecertamente in contrasto con il principio dell'obbligatorietàdell'azione penale, si potrebbe configurare addirittura uncontrasto con le esigenze del diritto di difesa. Cosaaccadrebbe, ad esempio, se tra i mille ricordi dell'esperienzacriminale di un collaborante ne affiorasse casualmente uno -si tratta, del resto, di un'ipotesi che abbiamo riscontratonella realtà - che portasse a scagionare un imputatocondannato ingiustamente? Ebbene, di tale dato, ai fini di unapossibile revisione del processo, non dovremmo tener conto?Pensiamo, inoltre, all'ipotesi di un'informazione ricordata adistanza di tempo e poi oggettivamente riscontrata: in questocaso non dovremmo tenerne conto e non dovremmo esercitarel'azione penale? Al di là di questo, ciò che conta è la oggettiva,scrupolosa e puntuale verifica, secondo tutte le possibilità enei limiti offerti dalla tecnica investigativa, delledichiarazioni del collaborante. Non importa se talidichiarazioni siano rilasciate il giorno iniziale del rapportodi collaborazione o dopo cento giorni da quel momento.Andrebbe considerata, a tale riguardo, l'evoluzionepsicologica di un collaborante nella progressione del suorapporto di affidamento agli interlocutori istituzionali; quelche conta sotto il profilo processuale, tuttavia, è sel'informazione fornita sia riscontrata oppure no, aprescindere dal momento in cui essa è stata fornita (noncambia nulla se ciò sia avvenuto il primo o il millesimogiorno). D'altra parte - a tale riguardo dico subito che visono elementi che possono essere tratti dal diritto comparato-, negli Stati Uniti un problema del genere non si è mai posto(in considerazione dello spirito pragmatico degliinvestigatori e dei magistrati statunitensi) proprio perché inquel paese quella dei collaboranti è considerata alla streguadi una questione di mera tecnica investigativa. In sostanza,essendo l'interesse concentratoPagina 650sull'obiettivo delle indagini, si evita ogni ricostruzionestorica della vita del pentito, limitandosi ai riscontri utiliai fini delle indagini. Ciò che conta è, appunto, se una certainformazione sia o meno riscontrata: questo è l'unico metodoaffidabile. In definitiva, ritengo che il problema non sia riferibilealle dichiarazioni cosiddette a rate ma sia piuttostoriconducibile alla professionalità delle indagini edall'accuratezza nella ricerca dei riscontri. MASSIMO BRUTTI. Vorrei rivolgere alcune domande aldottor Caselli e al dottor Lo Forte. Anzitutto, vorrei fossetrattato il problema della struttura di Cosa nostra, che inqualche modo si collega alla questione dei collaboratori digiustizia. In sede giudiziaria abbiamo constatato più volte

Page 23: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

l'emergere di notizie concernenti l'esistenza di strutturesegrete all'interno di Cosa nostra, fin dall'epoca dellavecchia organizzazione risalente al periodo precedente allafine degli anni settanta. Sembra, per esempio, che i cuginiSalvo avessero un particolare tipo di affiliazione che non lirendeva noti come mafiosi alla gran parte degli uominid'onore. Questo tipo di struttura segreta all'interno di Cosanostra è cresciuto e si è sviluppato? Qual è l'analisi cheoggi formulate al riguardo? E' evidente che una strutturasegreta rappresenta un'utile risposta al pericolo e al rischiodella collaborazione con la giustizia e della defezione. Vorrei inoltre porre una domanda, diciamo così, discenario, che naturalmente non è volta ad acquisireinformazioni che siano oggetto di indagini o coperte dasegreto. In particolare, vorrei conoscere la vostravalutazione circa il rapporto esistente tra Cosa nostra e leassociazioni di tipo massonico coperte, particolarmenteriservate. Vi chiedo di fornirci, insomma, una risposta dicarattere molto generale con riguardo al punto in cui sono lerilevazioni e le indagini sul problema cruciale del rapportotra due tipi di organizzazioni eversive: Cosa nostra da unlato e le organizzazioni occulte dall'altro. I collaboratori di giustizia sono attualmente circa 900.Quali sono le identità dominanti e le tipologie di questepersone? Appartengono tutti al settore &quot;militare&quot;? Sono tuttiriconducibili alla tipologia di collaboratori che conosciamoperché la Commissione antimafia li ha ascoltati nellaprecedente legislatura oppure vi è una diversificazione dicollocazione all'interno dell'organizzazione? Vi sonocollaboratori di giustizia - diciamo così - con il colletto unpo' più bianco, che non siano direttamente partecipidell'organizzazione militare e che rappresentano qualcos'altroe quanti sono? Vorrei poi porre alcune questioni brevissime cheriguardano più specificamente il tema dei collaboratori digiustizia. Ho l'impressione - correggetemi se sbaglio - cheimpostare il problema della protezione, in particolaredell'ammissione al programma speciale di protezione, deicollaboratori di giustizia a partire dal tema attendibilitàdel pentito sia fuorviante, che si tratti cioè di unopseudoproblema, nel senso che non esiste - credo - lapossibilità (non mi sembra legittimo, e non è la sedegiudiziaria né altra sede quella opportuna per farlo) diformulare una valutazione complessiva sull'attendibilità delpentito. Il problema non è questo, il problema è quellodell'attendibilità riscontrata attraverso l'indaginegiudiziaria, facendo leva sulla professionalità dei giudici,delle singole dichiarazioni accusatorie che il pentitoformula. Ricordo che in un'audizione davanti alla Commissioneantimafia venne rivolta a Mutolo una domanda su chi avessefatto la strage di Portella delle Ginestre: è evidente che

Page 24: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Mutolo non poteva far altro che ripetere una vecchia storialegata alla tradizione orale all'interno dell'organizzazionemafiosa, ma non aveva nessuna conoscenza diretta, nel sensoche sul tema della strage di Portella delle Ginestre egli eracompletamente inattendibile; ma il punto è che su altre cose,invece, era attendibile. Un altro pentito, Spatola, suquestioni relative al traffico di droga mi risultava essereconsiderato da Borsellino come un collaboratore attendibile,mentre su altre questioni lo stesso Borsellino lo consideravameno attendibile.Pagina 651 Allora, l'ammissione al programma speciale di protezionenon muoverà da una valutazione circa l'attendibilità delpentito bensì da una valutazione che si ispira ad altricriteri, cioè in primo luogo il contributo dato alle indagini(che deve essere valutato quindi da chi abbia esperienza econoscenza del meccanismo delle indagini, da chi abbiamaturato una professionalità specifica per valutare cosasignifichi contributo alle indagini, che è cosa diversadall'attendibilità del pentito); inoltre sarà valutato sullabase del rapporto di quel collaboratore con l'organizzazione,tenendo anche conto di che tipo di organizzazione si tratti,perché è certo che la protezione si pone in termini diversi aseconda che si tratti di un'organizzazione transeunte, comequella di cui parlava il dottor Lo Forte, oppure diun'organizzazione consolidata, capace di vendette a distanzadi lungo tempo, e così via. Quindi, mi sembra - e vorrei verificare questa miavalutazione formulata naturalmente molto dall'esterno rispettoal vostro lavoro - che l'ammissione al programma speciale diprotezione debba organizzarsi sulla base di criteriprofondamente diversi da quelli della valutazione giudiziaria,finale del contributo che il pentito offre. A che punto è la separazione, di cui da tempo parliamo,tra struttura e personale addetti alle indagini e struttura epersonale addetti invece alla protezione dei pentiti? Sitratta di un punto chiave nell'ambito delle questioni chestiamo trattando. Cosa bisogna fare per realizzare una realeautonomia del Servizio di protezione dai corpi di poliziaaddetti alle indagini? Siamo d'accordo sul fatto che questosia comunque il traguardo da raggiungere, perché evita gliintimismi investigativi e le commistioni che noncontribuiscono ad una corretta gestione del pentito. Cosa pensate della custodia in carcere dei collaboratori?Si era parlato a suo tempo del recupero di almeno alcunecarceri mandamentali a questo fine: è secondo voi una via chepuò essere perseguita, sia pure naturalmente con un regime, untrattamento più mite, differenziato in meglio rispetto altrattamento previsto per il mafioso non collaborante? Inoltre, nella gestione processuale, vi sono problemi perquanto concerne il coordinamento tra i pubblici ministeriinteressati? Quali vie si seguono? Qual è il metodo volto ad

Page 25: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

evitare la sovrapposizione, l'accaparramento del collaboratoree ad instaurare un coordinamento nel lavoro tra i pubbliciministeri? Inoltre, quando viene meno il programma di protezionespeciale? Nel caso in cui si sia accertata la calunnia oun'azione di depistaggio da parte del collaboratore? Vorreicomprendere se vi sia, per così dire, un requisito, unacondizione che fa cadere il programma di protezionespeciale. Infine, quanto al meccanismo sanzionatorio, si era parlatodella necessità di introdurre maggior certezza per gli scontidi pena. Oggi per quanto riguarda l'ergastolo vi èun'oscillazione da 12 a 20 anni e anche per la riduzione dellepene temporanee si era pensato ad una riduzione in misurafissa. Poiché se ne è discusso in questi anni, vorreiconoscere il vostro pensiero in proposito. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Comincerò a rispondere io, anche se mi limiteròdavvero a poche battute. Cerco di spiegarmi con una battuta: quando si affronta ilproblema dell'utilità o meno della regolamentazioneobbligatoria dell'uso della stenotipia o dellavideoregistrazione quando si interroga un pentito, una delleopinioni che vengono espresse è quella che ancora una volta sirichiama all'esperienza; cioè è difficile (anche se la cosa èmolto seria e deve essere discussa con grande attenzione)rendere obbligatorio questo sistema perché noi abbiamo benpresente, a me hanno insegnato ad avere ben presente, quelloche è un modo di esprimersi di un grosso pentito, il qualeebbe a dire a chi lo interrogava: guardi che noi, quandodecidiamo di lasciare Cosa nostra e di collaborare, siamo comeun americano che cerca di diventare italiano, perché ci vuoletempoPagina 652perché impariamo la lingua, la cultura, i costumi e leabitudini della nuova nazionalità. La stessa cosa vale per me. Faccio questo lavoro daneanche due anni, qualche parola della nuova lingua la stoimparando, ma il vocabolario nella sua interezza lo possiededi più, per molte delle questioni che sono state prospettate,chi lavora in Sicilia a queste inchieste da molto più tempo diquanto non faccia io. Così, sulla struttura di Cosa nostra, inparticolare sulla presenza di componenti segrete di questastruttura, dirà meglio Guido Lo Forte. In ordine alla valutazione del rapporto tra Cosa nostra emassoneria ed a che punto siano le rivelazioni, facciopresente che tutti sappiamo per aver letto dichiarazioni diquesto o quel collaborante, ordinanze e sentenze di rinvio agiudizio (anche di primo grado o di grado successivo, quandoinquadrino il fenomeno e non si facciano soltanto carico dellespecifiche, singole, individuali posizioni), che un'ipotesifrequentemente prospettata è proprio quella di intrecci in

Page 26: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

qualche modo, in una certa fase storica, cominciati e poi -sempre secondo questa ipotesi - consolidatisi e sviluppatisitra componenti di Cosa nostra e momenti, profili certamentedeviati rispetto alle regole, alle tradizioni dellamassoneria, ma in qualche modo, sia pure in maniera perversa edeviata, alla massoneria riconducibili. Queste sonoconseguentemente ipotesi di lavoro che da sempre o da moltotempo a questa parte sono sul tappeto; sono allora ipotesi dilavoro che non possono non essere tenute presenti anche da chiattualmente lavori... RAFFAELE BERTONI. Ipotesi o realtà? GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Sto arrivando. A che punto siano le rilevazioninon è cosa, con riferimento ad un qualche elemento diconcretezza, su cui la procura di Palermo possa fornire unarisposta utile, che non sia puramente filosofia o riaggancioad ipotesi di lavoro basate su rivelazioni del passato. Lo stesso vale per quanto riguarda le identità dominanti,le tipologie dominanti dei pentiti. Si è chiesto se si trattidi pentiti appartenenti soltanto all'ala militare o anche aicolletti bianchi. Vi possono essere figure che risentono unpo' dell'una e un po' dell'altra tipologia di militante diCosa nostra. La distinzione non è mai così netta: un pentitocome Baldassare Di Maggio è certamente collocabile sulversante militare, ma come autista ed uomo di fiducia diSalvatore Riina aveva una serie di contatti e di collegamentiche non ne fanno soltanto un uomo d'onore inquadrabile nellacasella militare. Conseguentemente, anche per quanto riguardale tipologie dominanti, è difficile una linea di demarcazionenetta fra militare e colletto bianco: non esiste forse maiqualcosa o qualcuno, per lo meno per quanto risulta allo statodegli atti, che sia esclusivamente collocabile nell'una onell'altra categoria. Credo che il collega Lo Forte possaintegrare le mie osservazioni. GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. Per quanto riguarda ladomanda sulle strutture segrete di Cosa nostra, innanzitutto,quando si parla di segretezza, o di novità a tale riguardo, èchiaro che si parla di segretezza interna, e non esterna, datoche Cosa nostra è di per sé e per definizioneun'organizzazione segreta rispetto all'esterno. Vi è un fatto di segretezza interna che è del massimointeresse e della massima importanza, anche perché rifluiscedirettamente sulla impostazione delle metodologie delleindagini e della strategia di contrasto in questo momento. Unfenomeno di segretezza interna, cioè di creazione di uominid'onore - definiti riservati, o in maniera simile - la cuiidentità non veniva palesata agli altri uomini d'onore èabbastanza antico nel tempo: era una prassi corleonese e,proprio per questa prassi, i Corleonesi erano riusciti nonsoltanto ad infiltrarsi nelle altre famiglie ma anche adincutere un particolare terrore

Page 27: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Pagina 653all'interno dell'organizzazione, perché si sapeva chedisponevano di piccole squadre della morte interneassolutamente sconosciute, per cui avevano una capacità diintervento militare, o di eliminazione, assolutamenteprivilegiata rispetto agli uomini delle altre famiglie e dallaquale non era possibile difendersi. Ricordo una frase abbastanza significativa di MicheleGreco, il quale, quando gli proponevano delle affiliazioniriservate, diceva all'incirca: &quot;Consideriamola peròun'eccezione; è vero che i Corleonesi fanno così, ma nondobbiamo fare così anche noi&quot;. Avevamo, quindi, questofenomeno di segretezza interna per i killer segreti deiCorleonesi; avevamo inoltre un fenomeno di segretezza internaper gli uomini d'onore che costituivano il momento dicollegamento fra l'organizzazione militare e la società, cioèper quegli uomini d'onore che avevano incarichi in settoridella società civile, il cui compito non consisteva nelprestarsi indiscriminatamente all'esecuzione di attivitàdelittuose (comuni omicidi, traffico di stupefacenti,estorsioni, incendi, danneggiamenti e così via) ma nel fornireun supporto all'organizzazione nello specifico ambito delsettore sociale, professionale o di attività di propriacompetenza. Questi venivano normalmente tenuti riservati: sitratta di un fenomeno abbastanza noto. Il fenomeno che, invece, si sta verificando da qualcheanno a questa parte è diverso: è quello della sempre piùrigida compartimentazione interna delle conoscenze all'internodello stesso gruppo corleonese egemone. Questa strategia haanche una funzione specifica: quella di prevenire ulteriorigravi pregiudizi da ulteriori dissociazioni. Nel momento incui - questa è la svolta storica - ha collaborato con lagiustizia il primo Corleonese, Giuseppe Marchese; nel momentoin cui ha collaborato con la giustizia Baldassare Di Maggio,che era l'uomo nelle cui mani Salvatore Riina affidava la suavita, usandolo come autista; nel momento in cui ha collaboratocon la giustizia Gioacchino La Barbera della famiglia diAltofonte, cioè del cuore stesso della realtà corleonese, unodegli autori materiali della strage di Capaci; nel momento incui, addirittura, ha collaborato con la giustizia uncomponente della commissione come Salvatore Cancemi, dadecenni fidatissimo amico e sodale di Raffaele Ganci, che erauno degli uomini più fidati di Riina, evidentemente, si èposto all'interno dell'organizzazione il problema della tenutaanche all'interno dei quadri considerati più fedeli. Credo che oggi nessun Corleonese - questo è uno deglieffetti estremamente positivi del pentitismo, anche al di làdegli stessi contributi processuali - sia assolutamente sicuroche l'uomo che siede accanto a lui e nel quale ha nutrito lamassima fiducia da vent'anni non possa tradirlo, perché gliesempi di Marchese, La Barbera e quant'altri dimostrano chequesto è possibile. Ciò comporta che la segretezza interna non

Page 28: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

è più di una famiglia rispetto alle altre famiglie, maaddirittura è all'interno delle famiglie corleonesi: questo haprodotto la creazione - riscontrata per quanto subito dirò -di soggetti la cui identità di uomini d'onore è probabilmenteconosciuta soltanto da una o due persone. Si tratta, quindi,di soggetti che possono essere utilizzati in qualsiasiemergenza interna per un assestamento di potere, di soggettiche possono essere utilizzati per qualsiasi delitto control'esterno, perché non sono conosciuti, e soprattutto disoggetti che non saranno conosciuti neanche dai futuripentiti. Qui sta l'ultima finalità della strategia. Il dato dell'esistenza di soggetti di questo tipo - milimito semplicemente a dirlo, senza entrare in dettaglio - èoggettivamente riscontrato da alcuni esiti delle indaginisulle stragi verificatesi fuori della Sicilia nel 1993, per lequali è stata accertata l'utilizzazione di soggetti che nonsolo non erano conosciuti da nessuno dei collaboranti, anchepiù recenti ed a più alto livello dell'organizzazione, ma cheaddirittura, in alcuni casi, non erano mai stati sfiorati daindagini precedenti. Si tratta di soggetti per i quali nonsappiamo neanche se sia possibile ipotizzare una cerimonia diaffiliazione formale, perché tale tipo di cerimonianormalmente presuppone laPagina 654presenza di un numero, sia pure limitato, di soggetti dellastessa famiglia; si potrebbe quindi pensare che si siaaddirittura rinunciato, in alcuni casi, a procedere ad unacerimonia formale... RAFFAELE BERTONI. Questa è un'ipotesi oppure i soggettisono conosciuti? GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. Vi sono dei dati daiquali risulta che sono stati utilizzati per fatti distraordinaria gravità, che quindi presupponevano unastraordinaria affidabilità, soggetti che sono assolutamentesconosciuti a tutti i pentiti, compresi i più recenti. Dal punto di vista generale, quello che conta per ilfuturo della strategia di contrasto antimafia è la deduzioneche bisogna trarre da questo nuovo scenario; un futuro chesarà sempre fondamentalmente affidato al contributo deicollaboratori di giustizia, ma che fin da questo momento deveessere impostato tenendo conto del fatto che di fronte aquesta strategia il livello di conoscenza che potrebbe essereacquisito grazie al fenomeno della dissociazione sarebbesempre molto importante, ma potrebbe non riguardare le cosepiù gravi. Da qui deriva l'esigenza di una combinazione semprepiù stretta - che credo la procura di Palermo stia provando arealizzare, e che ha già realizzato in alcuni procedimentispecifici, che finora hanno avuto esito positivo per quantoriguarda lo stato attuale della verifica delle tesi di accusa- fra le informazioni che provengono dall'interno e leinvestigazioni oggettive, che non vorrei definire

Page 29: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

tradizionali. Sono tradizionali nel senso che sonoinvestigazioni di polizia giudiziaria, ma non sonotradizionali nel metodo, perché oggi, per il reperimento delleprove, la tecnologia ci offre possibilità di investigazioneoggettiva di cui prima non si disponeva. Ad esempio, tanto perillustrare il processo che riguarda il retroterra economico efinanziario di Raffaele Ganci, alle indicazioni deicollaboratori si sono aggiunte - e si sono rivelate decisive -prove oggettive consistenti in filmati, in osservazione delterritorio, di luoghi, in intercettazioni ambientali e cosìvia. GIUSEPPE SCOZZARI. Raffaele Ganci è il boss diSciacca? GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. No, è il capo delmandamento della Noce. Se questa è la via del futuro - e credo che tutto ciògiovi in generale all'equilibrio complessivo della strategiadi contrasto contro la criminalità organizzata - occorre unosforzo maggiore per potenziare dal punto di vista quantitativoe qualitativo la disponibilità delle tecnologie. Vorremo farsvolgere le indagini il più possibile con questa tecnica, mapurtroppo spesso urtiamo contro la scarsità di strumenti - miriferisco a telecamere, microspie e quant'altro offre latecnica moderna - per poter impiegare al meglio gli organiinvestigativi. Per quanto riguarda il coordinamento degli uffici delpubblico ministero, credo che siano stati compiuti passi inavanti nella soluzione del problema, che comunque esisteràsempre ed è fisiologico che esista, perché finché vi sarà lagiusta autonomia e la giusta distinzione fra i pubbliciministeri è evidente che esisteranno sempre problemi dicoordinamento. Comunque la Procura nazionale si è molto - efattivamente - impegnata su questo fronte (non posso citare ilcaso specifico), realizzando positivamente il coordinamento inepisodi di grande rilievo. Quanto all'incidenza di menzogne o di violazioni sullarevoca del programma, credo che i problemi siano due: quellodel programma e quello dei benefici. Per quanto riguarda ilprogramma, virtualmente qualunque violazione di una clausoladel contratto può legittimarne la risoluzione, secondo unacorretta ottica civilistica; tuttavia non può non esservi unmargine di discrezionalità esclusivamente affidato all'organocompetente, cioè la commissione, previa acquisizione deipareri e delle informazioni opportune, perchéPagina 655il programma viene predisposto essenzialmente per unafunzione di protezione. Pertanto, se un pentito mente unavolta, ma permane in una situazione di gravissimo rischio perquello che ha già detto, evidentemente il giudizio dovràessere commisurato alla permanenza della necessità di evitarela soppressione del pentito stesso.

Page 30: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Altra questione è quella dei benefici, perché la legge inItalia stabilisce chiaramente come, in caso di menzogne oquant'altro, non soltanto non vengano concessi i benefici, mavengano anche revocati quelli precedentemente concessi. In uncaso si tratta di una situazione di sconti di pena in cui lamenzogna non paga, ed anzi con la menzogna si paga, ma ilprogramma è un'altra questione, perché l'ottica è quella dellasicurezza ed anche di fronte ad un mentitore bisogna valutarese vi sia o meno il rischio che egli venga ucciso. Si trattadi valutazioni di tipo squisitamente amministrativo, in cuidebbono essere ponderati la personalità ma anche il rischioche il pentito venga eliminato. PRESIDENTE. Mi sia consentito tornare per un attimo aquanto affermava il senatore Bertoni: poiché ritengo che laCommissione antimafia, senza violare alcun tipo di segreto,abbia bisogno di elementi specifici - diversamente vi è ilrischio di ottenere soltanto un quadro generale che non cipermette molti approfondimenti - faccio presente che se inquesto momento i nostri ospiti non sono in grado dirispondere, ove ritengano che vi siano segreti al momento nonsuperabili, successivamente sarà cura del presidente o delcoordinatore del gruppo di lavoro competente richiedere lorola necessaria documentazione. RAFFAELE BERTONI. La legge ci consente di chiedere aigiudici - come dei giudici possono fare nei confronti di altrigiudici - notizie sui processi in corso; saranno poi imagistrati ad opporre motivate ragioni per non rispondere allenostre domande. Tuttavia, se ci manteniamo in termini generalia proposito di queste problematiche, rischiamo di apprenderecose già note: se il dottor Caselli avesse avuto modo dileggere il resoconto stenografico dell'audizione del prefettoDe Gennaro, probabilmente egli si sarebbe risparmiato lafatica di ipotizzare quanto quest'ultimo ci ha già detto. PRESIDENTE. Veramente questo mi sembra al di sopra dellerighe! GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Scherzando, potrei dire che mi hanno fatto unadomanda trabocchetto! RAFFAELE BERTONI. Non era una domanda trabocchetto, mauno scherzo cattivo: ti hanno fatto dire delle cose che DeGennaro aveva già detto. PRESIDENTE. Questo non è vero, ci ha offerto ulteriorielementi. E' importante che emergano indicazioni precise sullequali la Commissione antimafia, nella sua autonomia ancherispetto agli organi giudiziari, possa sviluppare un'indagineo quanto meno una forma di conoscenza. Diversamente rischiamodi restare nel vago, in un quadro del tutto generico; abbiamodunque bisogno di questa collaborazione. GIUSEPPE AYALA. Il mio intervento sarà molto breveperché devo resistere ad una forte propensione ad approfondiremolte cose che ho ascoltato e che trovo estremamenteinteressanti. La domanda che avevo previsto di porre era

Page 31: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

incentrata sul problema della compartimentazione, al quale hafatto riferimento, da ultimo, il dottor Lo Forte e in ordineal quale trova conferma un'ipotesi già ventilata da qualcheanno, che ha avuto dei riscontri; oggi, naturalmente, miritengo più che soddisfatto di quanto ha detto il dottor LoForte e quindi lascio cadere questa domanda perché non sapreiche cosa chiedere. Vi è però un'altra questione relativamente ad unastrategia che comporta questa scelta che, come purtroppo Cosanostra ci ha abituato spesso a verificare (devo dire laverità), è una strategia estremamentePagina 656intelligente: mi riferisco al problema deldepistaggio, in ordine al quale gradirei sapere, senzaovviamente pretendere di conoscere alcuna specifica vicendaprocessuale, se, in base all'esperienza più recente, siapossibile ritenere che, accanto alla compartimentazione, che èun modo per costruire un argine al rischio del pentitismo (secosì la vogliamo definire), vi sia qualche segnale oaddirittura qualche specifica vicenda processuale che facciaritenere che, accoppiata a questa, vi sia statal'infiltrazione (se così la vogliamo chiamare) nel novero deipentiti, dei collaboratori, di persone che più o menopalesemente intendono creare problemi alle indagini econtribuire a quell'operazione di delegittimazione delpentitismo, che abbiamo constatato essere una realtà attuale,sulla quale naturalmente sorvolo perché sarebbe facilescivolare in polemiche che non giovano sicuramente a nessuno.Vi pongo comunque la domanda dal punto di vista dellastrategia di Cosa nostra. Per quanto riguarda la strategia, alla quale facevariferimento anche il dottor Lo Forte, che potremmo definireomicida, vorrei sapere se il fatto che vi sia, per fortuna(questa circostanza va accolta con somma soddisfazione), unminor ricorso a questo tipo di consumazione di delitto nonpossa (se così è, le ultime acquisizioni processualipotrebbero averlo confermato) iscriversi anch'esso in unulteriore aspetto della strategia attuale di Cosa nostra: hosempre ritenuto che la cattura di Riina abbia segnato lasconfitta dell'uomo ma anche quella della strategia, che eraincentrata su una visibilità eccessiva di Cosa nostra, inquanto era legata ad una consumazione eccessiva di fatticriminosi sia interni all'organizzazione (per risolvere iproblemi interni) sia, in maniera ancora più drammatica, neiconfronti delle istituzioni. Da qualche tempo, mi viene fatto di pensare che si siatornati alla strategia tradizionale di Cosa nostra, che èquella del massimo livello possibile di clandestinità e quindidel minimo livello possibile di visibilità, che - lo ripeto -non è certamente interrotto da un grande trafficointernazionale di stupefacenti ma è sicuramente interrotto datrecento omicidi l'anno, come in occasione della guerra di

Page 32: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

mafia dell'inizio degli anni ottanta, o da attentati o stragicontro rappresentanti delle istituzioni. Vorrei sapere se, avostro avviso, questo tipo di strategia sia stata oggi attuatao meno da Cosa nostra. Quanto al problema della sicurezza dei pentiti, io sono un&quot;fossile&quot; della materia, anche se in fondo sono uscitosoltanto da quattro anni dall'ufficio in cui voi ancoralavorate. Tuttavia, il problema della gestione del pentito(&quot;gestione&quot; è una brutta parola, ma la usiamo per comodità) hasempre comportato (adesso si parla di novecento pentiti maricordo che all'inizio ce n'era uno, poi due, e sembrava unacosa incredibile; novecento, tra l'altro è il numerocomplessivo dei collaboratori, non tutti appartenenti a Cosanostra) tutta una serie di problemi ai quali si è fattoriferimento in maniera molto puntuale e pertinente, come inrealtà fanno sempre sia il procuratore Caselli sia il dottorLo Forte. Mi riferisco, in particolare, alla gestioneprocessuale del pentito e a quella della sua sicurezza. Ilmagistrato si occupa ovviamente della gestione processuale,mentre quella della sicurezza del pentito compete ad altriorgani (su questo si è detto molto). Desidero aggiungere soltanto una breve parentesi per poiformulare un'ultima domanda. Mi riferisco alla questione dellasegretezza: è fuori discussione che la strada da seguire siaquella e devo dire che il capo della polizia ci ha parlato inquesta sede di una giusta equazione tra segretezza esicurezza. Dottor Lo Forte, conosco benissimo anch'io l'esempio degliStati Uniti, dove gli interrogatori di Buscetta avvenivanoaddirittura dopo che un elicottero da un luogo ignoto loportava, per esempio, in una certa villa, la quale, standoalla carta geografica si capiva grosso modo che non eralontana da New York, mentre noi arrivavamo con un altroelicottero e nessuno dei due sapeva dove si andava. D'altraparte, eravamo ben felici di non saperlo a scanso di ogniequivoco. Comunque, in America viPagina 657è una tradizione, una cultura, che da noi non è facileinventare; non c'è da puntare il dito contro nessuno, perchéqueste cose non si improvvisano dall'oggi al domani. GIUSEPPE ARLACCHI. I luoghi in cui si svolgono gliinterrogatori si leggono normalmente sui giornali. GIUSEPPE AYALA. Mi esprimo in sintesi, ma sull'argomentosi potrebbe fare un lungo discorso. Ho sempre ritenuto - ecredo di non essere il solo - che vi sia anche un problema ditipo geografico: infatti, poiché l'America è un continentesterminato con 250-300 milioni di abitanti, non è moltodifficile fare &quot;scomparire&quot; Buscetta in chissà quale paesinoanonimo dell'Oregon (tiro a indovinare e spero di non averdetto dove egli realmente viva); invece, far scomparire unpentito e i suoi familiari in Italia è un po' più complicato,tenuto conto anche dell'assetto geografico e delle dimensioni

Page 33: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

del nostro paese. GIUSEPPE SCOZZARI. Il collega Caccavale li vedepasseggiare nel suo paese. GIUSEPPE AYALA. Non si può dire che fosse una cosasegreta perché, come giustamente hai detto, è notorio; cisembrava una cosa segreta ma in realtà non lo era affatto,perché era segreta soltanto per noi ma non certamente per lacomunità in cui il pentito era inserito. Al di là della facilebattuta, si tratta di un problema che si è affacciato già damolto tempo e costituisce, a mio avviso, uno dei dati datenere presenti nella strutturazione di una strategia diquesto tipo. Su tale questione vorrei conoscere il vostropensiero. Desidero infine porre un'ultima domanda, che è poi quellache più mi preme, alla quale per la verità lei, dottorCaselli, ha già risposto in parte, ma le chiedo di essere piùpreciso. Mi riferisco al problema attuale della situazione deipentiti, naturalmente da un punto di vista squisitamenteprocessuale (la sicurezza non compete a voi comeresponsabilità diretta). Mi collego comunque a quanto lei hagià detto, in modo che la domanda sia più breve e possaesserlo anche la risposta: il contatto tra magistrati epentiti, per le ragioni indicate anche dal dottor Lo Forte inrelazione all'ipotetica determinazione di un lasso di tempoentro il quale la collaborazione può valere ed oltre il qualenon vale più (è stato sgomberato il campo anche conargomentazioni giuridiche di tipo costituzionale, per cui èinutile tornare su questo), costituisce (soprattutto per ipentiti di Cosa nostra ed in particolare quelli di buonlivello se non di grande livello) un rapporto che si protraenel tempo, naturalmente per esigenze processuali, non di altrogenere. Ciò consente (questa è l'esperienza personale che hosempre vissuto) anche di tastare il polso della situazionepsicologica, della disponibilità a collaborare, dellospessore, del mantenimento o meno di questa disponibilità;talvolta essa si incrementa positivamente perché, per esempio,il rapporto fiduciario viene avvertito dal pentito in manierapiù positiva, mentre talvolta tende a scemare o addirittura siinterrompe, perché questo rapporto entra in qualche modo incrisi. La casistica sarebbe lunga ma evidentemente possiamoometterla dandola per scontata. Vorrei sapere se oggi, negli ultimi due o tre mesi, ipentiti che voi &quot;trattate&quot; (possiamo usare questo eufemismo)vi consentano di raccogliere segnali di mutamento in meglio oin peggio, oppure di nessun cambiamento, dal punto di vistadel mantenimento del tasso di collaborazione. Un'ultima questione riguarda la quantità di persone chevarcano la frontiera della collaborazione: nell'ultimo periodosi è verificato un calo (non lo so, ma mi sembrava che le sueparole si potessero interpretare in questo senso). Vorreiavere, al riguardo, un dato preciso: che voi ricordiate,quando si è pentito l'ultimo collaboratore appartenente a Cosa

Page 34: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

nostra? GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Comincerò a rispondere dall'ultima domanda, omeglio dalla penultima, ossia se i pentiti di Cosa nostra&quot;trattati&quot; dalla procura di Palermo abbiano dato negli ultimimesi segnali di mutamento in peggio o in meglio ovvero sicomportino in modo stazionario. PerPagina 658quanto riguarda il comportamento concreto, cioè laformalizzazione del rapporto attraverso la formulazione delledomande e la verbalizzazione delle risposte, la collaborazionenon è sostanzialmente mutata. Ci sono però (con speciale intensità nel settembre scorso,ma sempre serpeggianti sullo sfondo) preoccupazioni: infatti,certezze che sembravano (dal loro punto di vista e qualchevolta anche dal nostro punto di vista) consolidate e nonsuscettibili di essere messe in discussione in difetto difatti nuovi, in difetto di accadimenti storicamente eobbiettivamente nuovi, sono invece state messe in forse, sonostate sottoposte a forti scossoni da tensioni e polemiche. C'è una situazione fluida, una situazione che potrebberimanere ancora stazionaria, ma che potrebbe, teoricamente - èun'ipotesi che non si può assolutamente escludere - involversiin peggio. Certo non mi sembra che in questo momento ci siano quellecondizioni straordinariamente favorevoli che esistevano, chesi sono completamente realizzate e che hanno prodottorisultati imponenti subito dopo le stragi di Capaci e di viaD'Amelio. La rabbia, la ribellione della gente, la rispostafortissima dello Stato, che finalmente ha saputo darsi quelleleggi che proprio Falcone e Borsellino chiedevano, hanno avutocome effetto contestuale, collaterale, conseguente (non lo so,ma certamente come effetto) anche una stagione di pentimentiche è stata forse la più florida che mai si sia avuta. Pentitinuovi e pentiti vecchi hanno deciso di riferire una serie dicose che prima avevano taciuto ritenendo il momento, la fasenon ancora congrua, non ancora conveniente e tale da nonconsentire ancora tutto questo. Tutto questo ha nomi e cognomi. L'arresto di Riinasignifica anche la collaborazione di Baldassare Di Maggio, ela collaborazione di Baldassare Di Maggio significa l'arrestodi Di Matteo Mario Santo, che sarà il primo pentito a rivelareCapaci. Il tutto si combina con una speciale efficienza delleforze di polizia: la cattura di Ganci Raffaele e dei suoifigli; l'operazione della DIA in via Ughetti, che porta acatturare La Barbera e Gioè e per la prima volta a sentiredalla viva voce di costoro frasi, spezzoni di frasi riferiteall'&quot;attentatuni&quot; e quindi di nuovo a Capaci; poi la catturadei fratelli Graviano e la costituzione di Cancemi che, comeha già ricordato Guido Lo Forte, è estremamente importante. Poi, davvero esplodono le collaborazioni, oltre a quelle

Page 35: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

già in atto. Prima Di Matteo, che ci manda in bianco (perusare un'espressione del tutto atecnica) due volte: appenaarrestato sembra che voglia pentirsi e ci si precipita,procuratore in testa - perché questo è il nostro dovere - pervedere se effettivamente questa impressione degli organi dipolizia giudiziaria sia buona, e invece niente. Ricordopersonalmente - credo di non rivelare assolutamente nulla chenon possa essere rivelato (per di più in questa sede tutto puòo deve essere rivelato) - che una seconda volta mi sonoprecipitato su convocazione della polizia giudiziaria, cheaveva appena svolto un colloquio investigativo, perché dinuovo sembrava che Di Matteo volesse collaborare e invece egliimprovvisa un verbale di cui francamente devo ancora capire ilreale scopo adesso: o voleva studiare me o aveva cambiatoimprovvisamente idea, non so cosa. Arriverà però poi la terzavolta e francamente questa volta ci sono andato ... Mi erodetto che la prossima volta non ci sarei andato più, perchéuna delle ipotesi che facevo è che volesse vedere se mimuovevo per intercettarmi con qualche amico fuori galera amezza strada, ma questo fa parte della emotività di ciascunodi noi. Invece, decido di andarci e questa volta è la voltabuona. Per la prima volta sento raccontare la strage di Capacie chiaramente la mattina dopo passo tutto ai colleghi diCaltanissetta che svilupperanno, come hanno saputo fare, tuttoquanto il discorso. Viene di seguito la collaborazione di La Barbera. AncheCancemi, che fino a quel punto di Capaci non aveva parlato, neparla. C'è un vero e proprio fiorire di pentimenti di medio edalto livello. E soprattutto Mutolo, Buscetta, Marino Mannoia,Pagina 659che fino a quel momento avevano toccato i rapportimafia-politica solo per accenni, dicendo che ne sapevano,dicendo che esistevano, ma che non ritenevano possibileparlarne per timore di intimidazioni o per timore che fossemessa in dubbio addirittura la loro credibilità e che tutta lacostruzione (nel senso tecnico-giuridico) accusatoria potesseessere vanificata, potesse essere demolita - &quot;per non passareper pazzi&quot;: queste sono le parole, mi pare, che usano -decidono che la drammaticità, la rottura assoluta che Capaci evia D'Amelio rappresentano impongano moralmente e dal punto divista della coerenza di collaboranti con le autorità delloStato di dire tutto quello che sanno. I risultati vengono. Non voglio accennare ai processi piùimportanti e anche più complessi, perché quello riguardanteContrada è in fase dibattimentale e quello che riguarda ilsenatore Andreotti è alla vigilia di essere trattato dal GIP,ma penso ai rinvii a giudizio per l'omicidio Lima, perl'omicidio Salvo, per l'omicidio Grassi, per l'omicidioCassarà, per padre Puglisi ed a cento e cento altri omicidiche vengono ad essere chiariti. Penso alle inchieste chetoccano, riguardano, comportano l'incriminazione el'accertamento di responsabilità - sempre dal punto di vista

Page 36: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

dell'accusa e sempre con riserva di verifica da partedell'autorità giudicante - di medici, avvocati, notai,bancari: la cosiddetta zona grigia, che è l'elemento di forzadi Cosa nostra. Penso ai grandi imprenditori, soprattutto incampo edile, di cui abbiamo parlato prima. Penso ad unrisultato che Palermo aveva già conosciuto con il pooldi Falcone e Borsellino. E' il crollo del mito dell'impunitàdi Cosa nostra e questa volta non soltanto di Cosa nostramilitare (ma neppure allora si trattava solo di Cosa nostramilitare), ma di Cosa nostra militare e non, in misura edimensioni superiori a quelle di allora. Ecco, una stagione come questa in questo momento non c'è.E se non vi sia perché quella stagione si è esaurita di per séstessa, se non vi sia perché sono cambiati i fattori chepossono favorirla, francamente non lo so. Stiamo ancoravivendo questa fase per poter avere delle risposte sicure suquel che sta accadendo e sul perché stia accadendo in un certomodo. Di collaborazioni ce ne sono ancora. Se proprio dobbiamodare un dato cronologico, anche abbastanza recenti. GIUSEPPE AYALA. Nuove? GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Sì, nuove. Non dell'importanza e dell'imponenzache hanno quelle che ho citato, però ci sono. Allora, si apre il discorso relativo all'articolo41-bis dell'ordinamento penitenziario. Sono sicuro chemolti considereranno queste mie parole ciniche, però il41-bis, laddove viene applicato (c'è tutto il discorsosul 41-bis scatola vuota, mero involucro all'interno delquale, per una serie di motivi, per il fatto che particolariprocessi che devono essere celebrati comportano permanenzeprotratte all'Ucciardone e non più in istituti adatti) laddovefunziona è indubbiamente - potranno sembrare ciniche questeparole, ma sono soltanto realistiche, perché il 41-bisnon è altro che un trattamento di rigore, finalmente, neiconfronti di detenuti mafiosi per i quali, fino all'entrata invigore di questa legge dello Stato, di trattamento di rigorenon vi era lontanamente da parlarne - un fattore ancoraincentivante le collaborazioni. Vi era poi la domanda relativa al depistaggio. La procuradi Palermo, allo stato delle conoscenze, non può riferireepisodi concreti in questa direzione. Certo, è un profilo deitanti problemi connessi alla collaborazione che - sia dalpunto di vista teorico sia per le cose che, grazie alloscambio di informazioni e di dati con altri colleghi, sisentono dire e prospettare un po' più concretamente - non puònon essere tenuto presente come eventualità di accadimento. Maallo stato degli atti e delle conoscenze della procura diPalermo ... GIUSEPPE AYALA. Episodi concreti, tipo il casoPellegriti, per intenderci.Pagina 660

Page 37: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. La procura di Palermo non ne ha ancoraavvertiti. PRESIDENTE. Il direttore del Servizio di protezione ciha detto che ci sono oltre trenta pentiti in più al mese. Voiavete registrato questa evenienza? GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Non per la procura di Palermo. PRESIDENTE. Per altre procure. GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. Circa la domandarelativa ai trenta pentiti in più al mese, desidero rilevareche i pentiti possono essere dissociati da organizzazionicriminali di vario tipo. Per quanto riguarda i dissociatidall'organizzazione criminale Cosa nostra, certamente i numerisono diversi. GIUSEPPE SCOZZARI. Ritengo straordinario il contributoche questa sera la Commissione sta ricevendo dal procuratoredella Repubblica e dal procuratore aggiunto di Palermo. Unodegli elementi più importanti che devono guidare laCommissione antimafia, infatti, è proprio il continuo scambiodi opinioni, volto a finalizzarne l'attività. Se da un lato laprocura della Repubblica, che è radicata nel territorio,indaga e promuove l'azione penale nei confronti dei mafiosi,dall'altro la Commissione antimafia deve essere guidata,attraverso l'interconnessione di informazioni sul territorio,nelle battaglie politiche e legislative che deve portareavanti al fine di dare man forte a chi è in prima linea. Rivolgerò ai nostri ospiti domande che vanno oltre lavicenda dei collaboratori, perché tanti problemi sono giàstati posti e perché ritengo di dover sottoporre quesitiprecisi utili sia al gruppo di lavoro che si occupa deglistrumenti legislativi sia ai fini della comprensione dellestrategie in alcuni settori nei quali opera Cosa nostra. La prima domanda che desidero porre concerne gli attentatiagli amministratori siciliani. E' ormai chiara la matricemafiosa di questi attentati; tuttavia, riesce difficile avolte capirne, anche se si intuisce, la chiave di lettura.Tutti la intuiamo, ma per voi che state vivendo il dramma deigravi attentati a questi amministratori, da Corleone a Pianadegli Albanesi, la chiave di lettura è molto precisa. Inquesta direzione mi chiedo (peraltro io sono di Agrigento) inche termini debba svolgersi l'azione della Commissioneparlamentare antimafia affinché l'isolamento diminuisca. Forseè facile intuire anche questo, ma al riguardo chiediamo unparere del procuratore della Repubblica di Palermo. Il secondo problema che intendo trattare concerne icollaboratori non pentiti né mafiosi. In Sicilia ne abbiamodiversi: si tratta, per esempio, di quei commercianti onestiche hanno detto &quot;basta&quot; all'estorsione ed hanno deciso dicollaborare con la magistratura. Nel corso della sua audizioneil dottor De Gennaro ha affermato che anche loro stanno

Page 38: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

vivendo una situazione molto difficile. I casi chepersonalmente mi risultano - peraltro sono avvocato di partecivile in alcuni di questi - sono parecchi e diversi; in checosa - è questa la mia domanda - è carente la legislazione chedovrebbe essere di ausilio a questi soggetti, che certamentenon sono mafiosi e non lo sono mai stati e meritano tutela edattenzione da parte dello Stato? In che termini, dunque, èpossibile aiutare questi soggetti? Nella mia esperienza personale di avvocato - pongoun'altra questione - ho assistito numerosi collaboratori. Atale proposito devo dire che i tempi di risposta dellacommissione centrale erano disastrosi. Quali sono oggi i tempie come può adoperarsi la Commissione antimafia, ove sussistanoancora questi lassi di tempo disastrosi, per un intervento dalpunto di vista economico ed anche dell'assistenza aifamiliari? In che termini possiamo muoverci e quali questionidobbiamo sollecitare affinché questi strumenti venganodefiniti in tempi più rapidi? Desidero porre brevemente un'altra puntuale domanda inrelazione alla strategia posta in essere contro la Chiesa. LoPagina 661scopo lo abbiamo capito: laddove la Chiesa svolge un ruolo disensibilizzazione forte delle coscienze, viene ad essereduramente attaccata e colpita, come è accaduto nei confrontidi padre Puglisi e come è accaduto, e purtroppo non abbiamopotuto fare nulla e per primo me ne dolgo, nei confronti dipadre Zambolin, che è stato costretto a lasciare Palermo. Inrapporto a quest'ultima vicenda abbiamo anche noi, componentila Commissione antimafia, una grave responsabilità perché nonci siamo adoperati nella misura più efficace e giusta. Lostesso vale per quello che sta accadendo a Termini Imerese. Inche termini, allora, è possibile signori procuratori, alzarela tensione? Molte volte il grido di allarme della procura diPalermo è stato da noi - almeno da me - letto con gravedisagio e con fortissimi sensi di colpa. In che termini èpossibile contrastare quanto sta avvenendo nei confronti dellaChiesa e di chi è esposto in prima linea ad educare lecoscienze? Per quanto riguarda la confisca dei beni chiedo, inmaniera molto precisa, cosa sia necessario fare pervelocizzare non tanto la confisca, perché essa dipende dallavelocità dei processi, ma quantomeno l'immediata acquisizionedei beni, anche se questa può essere temporanea e sottopostaad un probabile o possibile giudizio, sia di assoluzione siadi condanna. Dico questo perché molte volte dopo il sequestropurtroppo il bene sequestrato è stato affidato in custodia aifamiliari del presunto mafioso. Questo crea un effettonell'immaginario collettivo e nella società, nel senso cheinduce ad affermare che non è cambiato nulla perché se un benesequestrato viene ridato in uso e la società civile, la gente,constata che in realtà la famiglia del mafioso continua adusufruirne, il segnale che si invia è assolutamente negativo.

Page 39: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Bisogna allora capire cosa fare per velocizzare i tempi,perché anche in questo caso si sconta un'altaburocratizzazione nell'acquisizione dei beni. Meno di un mese fa, insieme alla presidente Parenti,abbiamo fatto una visita ad Agrigento nel corso della qualeabbiamo incontrato i magistrati che vivono in prima linea lalotta alla mafia, sia perché sono molto esposti con leinchieste sul riciclaggio e gli stupefacenti, sia perché sicelebrano nella città i processi di mafia, sia perché vivono,come loro stessi l'hanno definita, una sorta di emarginazionerispetto ai territori nei quali si fanno le inchieste dimafia. Quei magistrati ci hanno fornito delle idee e poichéanche in questo caso il problema implica una riformalegislativa, desidero conoscere il parere del procuratoredella Repubblica di Palermo su due aspetti fondamentali. Abbiamo registrato un primo parere negativo nei confrontidei tribunali distrettuali. Il parere è negativo perché, comeci è stato riferito, nel momento in cui si centralizza anchel'effettuazione dei processi a Palermo, per Agrigento è comese si effettuasse una sorta di abbandono di una parte delterritorio. Non solo: ne deriverebbero anche disagi dal puntodi vista dell'effettuazione dei processi stessi perché aPalermo si avrebbe un ipercarico sia da un punto di vistalogistico sia dal punto di vista della velocità dei processi.I magistrati di Agrigento sostengono che in fondo si puòovviare a questo problema mantenendo i tribunali nelle sedidistaccate, quindi aumentando la presenza dello Stato &quot;inperiferia&quot; (lo dico tra virgolette perché la lotta alla mafianon deve conoscere la periferia) ed utilizzando anche ilmeccanismo delle deleghe. Ad Agrigento l'ultimo processo dimafia condotto dal bravo dottor D'Ambruoso, sostitutoprocuratore presso quella procura, si è risolto con numerosiergastoli e numerosi anni di condanna nei confronti deimafiosi. Anche lì lo Stato ha vinto, nonostante il processosia stato celebrato in una città che non è quella dellaprocura distrettuale. Al riguardo desidero conoscerel'orientamento del procuratore Caselli. E' stata poi avanzata la richiesta di far partecipared'ufficio i procuratori ordinari presso la procuradistrettuale antimafia. Più di un procuratore lo haevidenziato e il motivo è semplice: molte volte le inchiestepossono essere condotte in base ad un'esatta conoscenza deifatti se si opera sul luogo. Il procuratore della RepubblicaPagina 662può avere le stesse informazioni che ottiene la centraleoperativa antimafia, nella quale confluiscono tutte lenotizie, ma chi vive sul luogo ha maggiori informazionirispetto a chi, pur avendole centralizzate, non vive in quellarealtà. Chiedo infine una informazione neutra, che tuttavia puòessere utile alla Commissione. Desidero sapere se il dottorIlarda fa parte della procura distrettuale antimafia e se ha

Page 40: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

in carico dei processi di mafia. Concludo invitando il presidente della Commissioneantimafia a trasmettere il resoconto dell'audizione odierna alpresidente della Commissione giustizia della Camera, onorevoleMaiolo, affinché si renda conto che a volte determinatedichiarazioni possono essere destabilizzanti nella lotta allamafia. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Mi riferirò agli aspetti più complessi checomportano una risposta secca e schematica: la confisca deibeni, cosa fare per &quot;velocizzare&quot; e cosa fare perché tutto nonsembri assolutamente uguale a sempre, anche al fine di nonvanificare, quanto meno sotto il profilo dell'immagine offertadall'amministrazione della giustizia all'opinione pubblica, larisposta concreta ed effettiva a Cosa nostra, al suo momentodi potenza economica. Non ho dati per rispondere alla domanda ma posso chiedereuna relazione al collega De Francisci, se lo si ritiene utileed opportuno, onorevole Scozzari. Il problema èparticolarmente avvertito tanto che negli ultimi tempi se ne èdiscusso. Il collega De Francisci, i componenti la sezionemisure di prevenzione e la dirigenza dell'ufficio (iprocuratori aggiunti ed il sottoscritto) hanno dibattutosull'opportunità di sedere insieme attorno allo stesso tavolo- anche se esistono delle difficoltà trattandosi di requirentee di giudicante - con i magistrati di sorveglianza (e fermarestando la garanzia, ovvia ed indiscutibile, dell'assolutaindipendenza e autonomia affinché non vi siano interferenzedegli uni sugli altri), per affrontare il tema della gestionee dell'amministrazione dei beni prima ancora della confisca.Ciò affinché questa non venga vanificata con l'affidamento asoggetti che non garantiscono la rispondenza all'interessepubblico. Rispondo avanzando la riserva di trasmettere qualcosa dipiù articolato. Tuttavia vi è un'attestazione di esistenza delproblema e della relativa cognizione da parte nostra al puntoche stiamo individuando le strade da praticare per discutereinsieme con gli altri organi competenti dello Stato. Passo ora a trattare degli attentati agli amministratorisiciliani per poi soffermarmi sui rapporti tra ladistrettuale, le procure ed i tribunali locali. Gli attentati agli amministratori siciliani hannoparticolarmente preoccupato le autorità investigativeparlermitane e la procura della Repubblica. Va sottolineata lasequenza di questi attentati oltre all'arroganza ed allaiattanza con cui sono stati commessi. Ricordo solo un caso:quando il ministro Maroni ha organizzato a Piana degliAlbanesi la riunione degli amministratori locali - che èrisultata particolarmente significativa per gli impegniassunti dal ministro e per le considerazioni svolte dagliamministratori locali, i quali hanno sentito davvero vicino loStato - nella notte è stato compiuto uno dei più gravi

Page 41: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

attentati quale reazione alla presenza fattiva, impegnativa,forte e significativa dello Stato. Vi è preoccupazione perché gli attentati sono magari centoo centocinquanta (e mi dispiace di non avere dati precisi alriguardo). Indubbiamente non tutti sono riconducibili allastessa matrice, ma c'è un nucleo assolutamente corposo che,con sicurezza, può essere ricondotto alla strategia mafiosa diriaffermazione di una presenza arrogante, violenta e criminalenel territorio. Il che sembra combinarsi con la presenza dilatitanti su questi stessi territori, ciò che rappresenta unaltro punto particolarmente dolente e, al tempo stesso,estremamente rilevante in ordine alla risposta istituzionalealla mafia. I latitanti, secondo me, si cercano; per quello che possoavvertire dal mio osservatorioPagina 663e considerato il ruolo svolto dalla procura, posso direche è in corso un'intensa attività di ricerca dei latitantimaggiori, ora fortunata ora meno fortunata (la speranzaovviamente è che sia fortunata e in tempi brevi). Vi è però unnumero davvero preoccupante di latitanti di medio calibro, iquali rappresentano la struttura portante dal punto di vistamilitare, dei collegamenti, dell'esibizione di sé sulterritorio (latitanti sono persone operative) e della forza diCosa nostra. Gli attentati agli amministratori sembrano combinati conla presenza, quantitativamente cospicua, di latitanti che talirestano nonostante gli sforzi delle forze dell'ordine (deiquali va dato atto) per catturarli. La mimetizzazione dell'uomo d'onore sul territorio è ilportato di una sapienza secolare, di un affinamentoprogressivo nel corso degli anni e della militanza. Quellastessa mimetizzazione che con fatica cerchiamo di realizzare,e che molte volte costituisce ancora un obiettivo per ipentiti, in questo caso è un dato di fatto che rappresenta unpunto di assoluta forza. Dunque, si avverte molta preoccupazione sia per i fatti insé sia per la trama strategica che si intravvede. Da qui laricerca di contromisure; per quanto riguarda la procura sisottolinea la creazione di una squadretta articolata su duesoggetti che lavorano se non a tempo pieno, a tempo semipienosugli attentati, e la formazione di una squadra interforze perintervento del ministro Maroni, davvero molto attento esollecito nel dare disposizioni di supporto alleinvestigazioni (che però ha funzionato entro certi limiti). Vi sono ricognizioni ed investigazioni significativamentein atto e credo che dal punto di vista tecnico sia difficilefare qualcosa di più. Speriamo che si producano risultati;allo stato degli atti non si registrano ancora risultati esiamo dispiaciuti. Gli attentati sono continuati ed hannocolpito non solo gli amministratori di una certa partepolitica: evidentemente non c'è distinzione di collocazione

Page 42: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

politica dal momento che si prende in considerazione laserietà... MASSIMO BRUTTI. Sono stati interessati anche iparroci. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Ci siamo ripartiti i compiti. Degli eventi chehanno interessato la Chiesa parlerà il collega Lo Forte. GIUSEPPE SCOZZARI. Sarebbe opportuna ed utile una visitadella Commissione. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Cosa può fare la Commissione? Certamenteun'attenzione a questi problemi prestata sul posto, come èstato già sperimentato, male non fa, anzi può essere utile. Vi sono alcuni profili che gli amministratori localisistematicamente denunciano. Per esempio, le difficoltà dirapporto con il Coreco, le difficoltà di rapporti con laregione, le difficoltà proprio di funzionamento della stessaamministrazione locale che perversamente, senza sicuramentel'intenzione di nessuno, possono combinarsi con l'attaccomilitare esterno. Al riguardo, non so quali siano lespecifiche competenze o le concrete possibilità di interventodella Commissione, ma se vi fossero, ecco un terreno su cui laCommissione utilmente e proficuamente potrebbe muovere. Dopo aver visitato le sedi cosiddette periferiche, che poiperiferiche non sono per niente, giustamente avete colto eproposto oggi il tema, molto importante, dei tribunalidistrettuali. Proverei ad articolare il discorso, sia pure persommi capi, su tutti i possibili passaggi. Anch'io sono assolutamente convinto - parlano i dati; nonè convinzione personale - che i tribunali periferici abbianodato e stiano dando ottima prova, non perché le richiestedella procura sono state tutte accolte, ma perché il rigore diimpostazione dell'accertamento dibattimentale - pur incondizioni che sono obiettivamente meno facili (c'è unaPagina 664maggiore vicinanza a determinati soggetti, anche perché lestrutture logistiche sono ben diverse da quelle del palazzo digiustizia o dell'aula-bunker di Palermo), anzi nonostantequeste difficoltà logistiche - ha portato ad una risposta sulpiano dibattimentale davvero di buon livello, per quantoriguarda la valutazione dell'accusa. Quindi, questi tribunalifunzionano: quando si solleva il tema dei tribunalidistrettuali non è per insoddisfazione nei loro confronti, maper altro tipo di problemi. I problemi nascono dal fatto che oggi l'accusa è costrettaad operare anche presso Trapani, Marsala, Agrigento, Sciacca eTermini Imerese. Basta l'elenco per comprendere come laprocura distrettuale di Palermo sia un unicum tra lealtre distrettuali: non c'è altra distrettuale in Italia chedebba fare i conti processuali con procure e tribunali comequelli di Agrigento, Trapani, Marsala, Sciacca e TerminiImerese. Ciascuna di queste è una piccola Palermo per quanto

Page 43: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

riguarda il gettito di produttività - scusate questeespressioni che fanno un po' ridere - mafiosa. Dico sempre,quando parlo di queste cose, che la mia città di originequesti problemi li ha con Mondovì, che se ha trasmesso unprocesso alla distrettuale in centocinquanta anni ne ha giàmandato uno di troppo, per fortuna di Mondovì e per fortuna diTorino! Invece, al 30 settembre 1994, i processi pendenti nelterritorio di Palermo sono 86, di cui 32 per Agrigento, 11 perTrapani, 18 per Marsala, 3 per Termini Imerese e 3 perSciacca. Quindi, il gettito di Agrigento, di Trapani e diMarsala, in particolare, è consistente: ciascuno di questinumeri significa molte volte 50 o 100 imputati, in zone che,prima di Borsellino in particolare, non avevano mai visto -senza colpa di nessuno, ma per una serie di fattori storici,eccetera - una risposta significativa. Allora, c'è un gettito di lavoro particolarmenteimportante, complesso, significativo che ricade sulla procuradistrettuale, la quale non soltanto deve svolgere le indaginipreliminari ma, proprio per la complessità di questi processi,deve anche sostenere l'accusa al dibattimento. Non è pensabileche questi processi con 50 o 100 imputati, soprattutto con ilnuovo rito, li faccia il pubblico ministero X in fase diindagini preliminari e poi si passino, come un pacco datrasportare, ad un altro pubblico ministero, che potrà essereil più bravo del mondo, davvero capace di improvvisare o dicapire tutto al volo, ma se non si sono costruite le prove,che poi al dibattimento soltanto si formerannodefinitivamente, non ci può essere resa al massimo dellepotenzialità del lavoro investigativo della polizia eistruttorio da parte del PM in fase di indaginipreliminari. Però, oggi cosa succede? In questo momento siamo 13magistrati: il dottor Ilarda non fa parte da molti mesi dellaprocura, perché su sua domanda ha chiesto ed ottenuto iltrasferimento alla procura generale e non è stato sostituitoalla distrettuale, per una serie di motivi. Quindi, se con ildottor Ilarda eravamo 14 adesso siamo diventati 13. Questi 13debbono oggi sopportare un carico di lavoro davveromassacrante. Siccome francamente speravo in qualche domanda suquesto tema - non è che l'onorevole Scozzari ed io siamod'accordo, perché non ci conosciamo - essendo uno dei problemiche ci angoscia maggiormente, ho chiesto al collega Croce, chespecificamente cura i rapporti con la cosiddetta provincia,cioè con i tribunali cosiddetti periferici, di aggiornarmi astamattina sulla situazione. Se mi consentite, vi leggo ilpromemoria che mi ha preparato: &quot;Il 5 dicembre prossimoventuro avrà inizio dinanzi alla corte d'assise di Agrigentoil procedimento penale nei confronti di Alletto Croce + 79,imputati dei reati di associazione per delinquere di tipomafioso, strage e altro; procedimento penale con ben 73detenuti che pertanto non potrà svolgersi in locali delpalazzo di giustizia di Agrigento ma nell'aula bunker ricavata

Page 44: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

nella nuova casa circondariale di quella città, per la quale ilavori di adattamento, iniziati nella scorsa estate, non sonostati ancora ultimati&quot;. Fin qui Agrigento ha celebrato iprocessi in un'aula &quot;qualunque&quot; che è diventata un po' menoqualunque grazie allo straordinario impegno del ministroConso, perché quandoPagina 665siamo andati (procuratore generale, procuratore dellaRepubblica, presidente del tribunale di Agrigento eprocuratore di Agrigento) a verificare lo stato dei luoghi,francamente non me la son sentita di mandare in quellasituazione logistico-ambientale procuratori delladistrettuale, perché i rischi erano incredibili: non c'eranovetri blindati, non c'erano gabbie per gli imputati... GIUSEPPE SCOZZARI. Il presidente l'ha vista. E' unasituazione nota. Devono passare dentro la città! GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Fate uno sforzo e cercate di immaginare cosa fossequell'aula senza vetri blindati, senza metal detectorall'ingresso per i parenti, senza nulla di nulla! E i primiprocessi per fatti di mafia avrebbero dovuto cominciare così!L'impegno dei colleghi locali e, per quanto ci competeva,nostro e la straordinaria attenzione del ministro Conso e delsuo staff (la dottoressa Argento e gli altri che sioccupano principalmente di queste cose) ha consentito in tempiassolutamente record, inimmaginabili per le nostreamministrazioni in generale, di provvedere, sia pure in unamaniera insufficiente. Frattanto è proseguita la costruzionedell'aula-bunker. Credevo fosse ultimata, invece scopro chenon lo è, ma sarà comunque l'unico - diciamolo subito - deitanti tribunali periferici che potrà contare suun'aula-bunker. Vedremo subito dopo che a Sciacca sta periniziare un processo e lì non esiste nulla del genere. GIUSEPPE SCOZZARI. Mancano anche i vetri blindati! GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Pubblici ministeri nel procedimento che andrà adaprirsi ad Agrigento il 5 dicembre saranno i colleghiPrincipato e Teresi - sono cose pubbliche, non credo di venirmeno a nessun dovere nel menzionarli - che sono quelli chehanno svolto le indagini preliminari. Il promemoria proseguericordando che &quot;il 12 dicembre avrà inizio a Sciacca ilprocedimento penale nei confronti di Ganci Salvatore + 23 (11detenuti), per associazione per delinquere. La pubblica offesasarà rappresentata da Teresa Principato e Olga Capasso. Il 9gennaio 1995 presso la corte d'assise di Agrigento, avràinizio il procedimento contro Puzzangaro Gaetano + 5 perl'omicidio del maresciallo dei carabinieri Guazzelli ed altri;PM la dottoressa Principato e Vittorio Teresi. E' di tuttaevidenza&quot; - scrive il dottor Teresi - &quot;la grave esposizione arischio cui saranno sottoposti i magistrati di questa DDA,costretti a quotidiani spostamenti tra Palermo, Agrigento eSciacca, attraverso strade che non consentono alternative.

Page 45: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Tale esposizione è ancora più preoccupante ove si consideriche nessuna misura di sicurezza è stata a tutt'oggi adottatanei locali del tribunale di Sciacca&quot;. Segue tutta unadescrizione analitica che credo di dovervi risparmiare perchése ci siete stati l'avete constatata con mano. GIUSEPPE SCOZZARI. La conosciamo molto bene, perché ilprocuratore ce l'ha illustrata in modo puntuale. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Allora, in questo momento, i tribunalidistrettuali sono assolutamente necessari ed urgenti perPalermo, anche se mi rendo conto per primo che, se si esce daPalermo, è difficile che questa realtà drammatica siapercepita. L'ho detto al Consiglio superiore quando sono statoconvocato e non posso che ripeterlo oggi: a Torino ero controi tribunali distrettuali, ma dopo essere arrivato a Palermo miè bastata una settimana, quindici giorni o un mese - non cheio sia particolarmente banderuola - per capire che i tribunalidistrettuali per Palermo sono una necessità, non unoptional. In questo momento sono assolutamentenecessari: necessari per la sicurezza dei magistrati chedevono spostarsi; necessari per la sicurezza dei magistratiche devono lavorare attualmente nei tribunali periferici, nonessendoci aule-bunker che invece a Palermo ci sono; necessarianche per le indagini che sono ancora in corso.Pagina 666Se tutti questi colleghi debbono necessariamente seguire idibattimenti (e contemporaneamente sta cominciando una grandestagione di dibattimenti anche a Palermo), come procuracorriamo concretamente il rischio di non avere più magistratiche facciano le indagini. Sono tutti o quasi impegnati neidibattimenti. PRESIDENTE. Anche se fossero a Palermo sarebbe la stessacosa. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. No, se fossero a Palermo avremmo un po' più ditempo, perché quanto meno non ci sarebbero gli spostamenti.Economizzeremmo i tempi degli spostamenti e, in ogni caso,risolveremmo il problema della sicurezza, che è davveroimportante, per non dire decisivo, in questa serie divalutazioni. GIUSEPPE SCOZZARI. Ecco perché bisogna mobilitarsi conil Ministero per fare in modo che questi magistrati sispostino quanto meno in elicottero. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Questo avviene. Ma se l'elicottero è un mezzo dispostamento un po' più sicuro occorre considerare anche la suavisibilità... E' proprio lo spostarsi ad udienza fissa, conpreavviso dato, per obbligo di legge, all'universo mondo checomporta, qualunque sia il mezzo, problemi di sicurezza chesono in re ipsa. Credo, dunque, che i tribunalidistrettuali siano assolutamente necessari. Però sonopessimista perché fuori di Palermo è difficile per chi non

Page 46: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

vive la realtà di questa città rendersi conto delladrammaticità e dell'urgenza del problema. Mentre sul problemadei pentiti o è bianco o è nero, nella mia presunzione, perchésull'utilità di questo strumento non si discute, per quantoriguarda il problema dei tribunali distrettuali posso capireche, vivendo una determinata realtà si pensa necessariamentein un certo modo, mentre non vivendo questa realtà di vedetutto più sfumato, più semplice, anche se così non è. Se i tribunali distrettuali dovessero diventare realtà, èchiaro che le strutture giudicanti di Palermo dovrebberoessere potenziate, altrimenti ritroveremmo lì il collo dibottiglia. Collo di bottiglia che abbiamo già oggi: moltevolte qualcuno, strumentalmente, cercando di mettere procuracontro tribunale, afferma che c'è stato uno sbilanciamento nelsenso di un potenziamento dell'accusa e di una mortificazionedelle strutture giudicanti, in particolare quella dei GIP. Chilo afferma strumentalmente, per creare contrapposizioni, percreare contrasti, per seminare un po' di veleno all'internodel palazzo di giustizia di Palermo, sbaglia; chi lo diceavendo come punto di riferimento soltanto la realtà deiproblemi ha perfettamente ragione. Prova ne sia che i primi adire che 8 GIP (ora stanno per diventare 14) per Palermo sonoassolutamente insufficienti siamo stati noi (chiedo scuse secito ancora una volta noi stessi); ma lo sono anche per leesigenze dell'accusa, perché molte delle nostre richieste - lodico senza volerne dare la colpa a nessuno, perché adimpossibilia nemo tenetur- restano giacenti per mesi.Infatti, non essendoci il tempo materiale di studiareseriamente tutto, i magistrati di Palermo, che sono diassoluta ed ineccepibile serietà - non tocca a me dirlo - nonmandano avanti cose che non siano assolutamente digerite emetabolizzate dal punto di vista tecnico-giuridico dellaconoscenza completa degli atti da parte dei GIP medesimi. Per cercare almeno di toccare tutti i passaggi, resta ilproblema dei rapporti tra procure distrettuali e procurecircondariali, territoriali. La prima considerazione da fareè, secondo me, che la distrettuale è un valore, ha dato unaprova positiva nella sperimentazione concreta di sé, quindi èuna struttura da mantenere. Il concetto ispiratore delpool di Chinnici, Caponnetto, Falcone e Borsellino,quello della concentrazione delle conoscenze in modo da poteravere una visione organica di Cosa nostra - e avendo questavisione organica inseguire più facilmente, all'interno delquadro così formato, le manifestazioni specifiche singole dicriminalità - è il concettoPagina 667che si è cercato di riprodurre con la distrettuale.Quindi, bisogna avere una visione organica, unitaria, in unambito territoriale allargato, essendo sempre più chiaro cheAgrigento, Trapani e Marsala sono serbatoi, retroterra, canalidi alimentazione, posti di reclutamento di Cosa nostra, sonoCosa nostra, oltre alle manifestazioni di stidda che sono

Page 47: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

compresenti. GIUSEPPE SCOZZARI. La stidda è un fenomeno tipicamenteagrigentino. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Certo. Dunque, avere una visione unitaria, almenoper quanto riguarda il distretto, è la riproposizione delvalore del pool e, conseguentemente, è un recuperorispetto all'abbattimento del pool all'epoca dellafamosa polemica Falcone-Meli, quando vinsero determinateimpostazioni, che non erano tanto quelle di una persona control'altra bensì di una cultura di investigazione e di indaginecontro l'altra; mi riferisco alla cultura dellaparcellizzazione, della segmentazione, quindi della condannadegli organi di contrasto dello Stato ad una visioneasfittica, ridotta, parcellizzata, appunto, rispetto a quellaorganica e complessiva che poteva consentire di capire di piùe quindi di rispondere più efficacemente. Resti fermo, allora, il valore della distrettuale perquell'intelligence di conoscenza, per quell'organicità,armonicità, unitarietà di conoscenza che comporta; ma ilproblema dei rapporti con le procure distrettuali esiste.L'onorevole Scozzari ha citato la proposta dei colleghi delleterritoriali: è la nostra proposta. Abbiamo fatto una riunionein proposito e ci è poi mancato il tempo per farne altre, ma iprimi ad avanzare una proposta che sia in qualche modo disalvaguardia dei valori della distrettuale ma anche di maggiorcoinvolgimento delle territoriali... GIUSEPPE SCOZZARI. E' un braccio che si cala nelterritorio. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Esatto. Dal punto di vista ordinamentale, lerisposte sono complicatissime, perché l'ordinamentogiudiziario non facilita risposte di questo tipo. Ma fare delprocuratore di Marsala, di Trapani e di Agrigento l'aggiuntodella distrettuale potrebbe essere una soluzione. Secondo menon la migliore perché poi, di fatto, nonostante le miglioriintenzioni, si riprodurrebbe una competenza locale chesvuoterebbe della possibilità di una visione organica ladistrettuale. Forse, una soluzione potrebbe essere laseguente: componenti della distrettuale, che naturalmentedovrebbe essere potenziata (che lavorino, quando ce ne sia lanecessità, come magistrati stanziali (per usare questaespressione) in Trapani, Marsala ed Agrigento, con un rapportoorganico e con la distrettuale e con la procura locale, inmodo da assicurare un'osmosi; altrimenti, il rischio checorriamo è grosso. Va bene accentrare nella distrettuale per avere unavisione organica, però è vero - con la presidente Parenti sene è già parlato in occasione della sua prima venuta a Palermo- che la presenza sul territorio consente di avere adisposizione, per quanto riguarda sia la polizia, sia icarabinieri, sia i magistrati della procura, dei sensori,

Page 48: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

degli elementi di valutazione - proprio perché direttamentesul territorio - assai più sensibili e più forti di quelliche, con tutti gli sforzi che si possono fare, si hanno aPalermo. Anche se i chilometri di distanza sono pochi, laspecificità del territorio non vissuta con l'inserimento nelterritorio stesso non consente di cogliere alcune cose, diseguirle, intuirle, capirle nel momento della loro formazione,il che può essere decisivo affinché non lievitino più ditanto; dunque c'è il rischio che concentrando tutto nelladistrettuale, senza coinvolgere in qualche modo leterritoriali - e la polizia e i carabinieri, oltre allamagistratura - si finisca per demotivare e non rendere cosìattenti e sensibili - come viceversa potrebbero essere essendocollocati sul territorio - i nostri colleghi, i poliziotti, icarabinieri. Il valore della distrettuale va dunque, secondome, salvaguardato e potenziato, ma studiando e realizzandoPagina 668al più presto forme di coinvolgimento delle procure edelle forze di polizia territoriali, che altrimenti rischianodi appannare la loro sensibilità, sapendo che, dopo laprimissima battuta, la competenza non è più loro. Questo - di nuovo - è un problema particolarmente urgenteper Palermo e forse ha l'uguale soltanto nel caso di Catania edi Napoli; altre procure distrettuali sono assai più fortunatee non hanno questi problemi. Per Palermo il rapporto conAgrigento, Trapani, Marsala, Termini Imerese e Sciaccacomporta, allo stato degli atti, l'esigenza del tribunaledistrettuale e, per un futuro che deve essere, però, il piùpossibile immediato, un rapporto più organico e stretto, dimaggior valorizzazione e coinvolgimento con leterritoriali. GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. L'ultima domanda postadal deputato Scozzari riguarda il significato profondo degliatti di intimidazione che si stanno verificando nei confrontidi esponenti della Chiesa, di sacerdoti, di pastori. Credo chequesto, come significato profondo e come espressione del datodi analisi della realtà attuale della società siciliana,rappresenti il segnale più terrificante. L'uso di questoaggettivo - terrificante - non significa che intenda esprimereun pessimismo totale: dobbiamo tuttavia essere realisti erenderci conto, evitando di coltivare facili illusioni, delsignificato dell'azione perpetrata contro la chiesa. Cosa hanno fatto questi sacerdoti? Debbo dire subito che amio avviso l'episodio di padre Zambolin, costretto adallontanarsi dalla sua parrocchia, è di una gravitàeccezionale che non può essere assolutamente sottovalutata.Questi sacerdoti, nel rigoroso ambito della loro visionepastorale ed evangelica, hanno semplicemente raccolto igiovani dalla strada ed hanno utilizzato, per il loro recuperoe per lo svolgimento di attività sociali, luoghi che un tempoerano sotto il dominio di Cosa nostra, che li destinava

Page 49: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

all'esercizio di attività criminali. Inoltre, come nel caso dipadre Zambolin, hanno esortato i cittadini ed i parrocchiani,con impegno e con passione, ad aderire alla cultura ed allapratica dell'ordinaria legalità: li hanno semplicementeinvitati a vivere legalmente nell'ordinario, a denunciare leattività illecite che si svolgevano nel loro territorio, acomportarsi secondo quei criteri di normale, ordinarialegalità che sono considerati dati assolutamente scontati inqualsiasi società civile. E' bastato, per provocare la reazione, che i sacerdotifacessero certe cose ed assumessero determinate iniziative.Queste ultime, del resto, hanno rappresentato moltissimo inuna realtà come quella palermitana: si illudeva chi pensavache a Palermo parlare di ordinaria legalità fosse un fattonormale e non, invece, rivoluzionario, così come è ancora oggi(questo è il dato terrificante ed estremamente preoccupante).Ancora più terrificante - possiamo dirlo in generale, evitandodi citare casi specifici - è stata la reazione della comunità,che si è ritratta. Perché è accaduta questa cosa tremenda?L'aspetto più terrificante è non tanto l'atto di intimidazionedi Cosa nostra, che rientra nelle regole del gioco e che diamoper scontato, quanto, piuttosto, la reazione della comunitàparrocchiale che, di fronte all'alternativa tra l'esortazioneevangelica ad ispirarsi all'ordinaria legalità el'atteggiamento di Cosa nostra, si è ritratta, tanto che ilsacerdote in questione è stato costretto ad andar via. Tuttoquesto conferma che nella realtà territoriale palermitanaviene tuttora esercitato un pesante ed arrogante controllosociale da parte di Cosa nostra: questo è il dato veramenteterrificante! C'è ancora molto da fare sul piano culturale,morale e sociale. La lotta che noi, da un punto di vistatecnico e professionale, consideriamo in uno stadio moltoavanzato (dal momento che individuiamo i criminali, liarrestiamo e li processiamo), dal punto di vista socialegenerale è ancora agli inizi. In sostanza, il processo disradicamento di una certa cultura è ancora in una faseiniziale. Ricordo che questi sacerdoti hanno ribadito il messaggioche fu già lanciato dalPagina 669generale Dalla Chiesa, il quale aveva compreso la necessitàdi partire dalla ordinaria e semplice legalità, dal ripristinodi normali condizioni di convivenza civile. E', questo, ungrande compito, un grande terreno sul quale si può misurare lacapacità di incidenza e di intervento di un organismoqualificato qual è la Commissione parlamentare antimafia. Sitratta di un settore nel quale bisogna far sentire il piùpossibile la presenza dello Stato, non soltanto nei suoiaspetti e nelle sue istituzioni repressive (quali sono, peresempio, per dovere d'ufficio, la polizia, i carabinieri e lamagistratura) ma anche sotto il profilo di una presenzastatale che si configuri come sostegno economico, culturale e

Page 50: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

sociale, come affermazione di valori di cultura. Di questodato dobbiamo tutti tenere conto nel momento in cui pensiamoche quello di Cosa nostra sia un problema marginale o in viadi esaurimento: nulla di più falso! E' proprio questa verificasul campo dell'attuale rapporto tra Cosa nostra e la societàcivile a confermarci come ci sia ancora moltissimo da fare ecome vi siano ancora tanti anni - per lo meno spero che dianni si tratti e non di decenni - da percorrere nell'azione dicontrasto alla criminalità organizzata. GIUSEPPE ARLACCHI. Gentili procuratori, consideratal'ora &quot;pericolosamente&quot; tarda, mi limiterò a porre tre brevidomande, di cui due, diciamo così, facili ed una forse un po'più difficile. La prima domanda è la seguente: poiché ilprocuratore Lo Forte si è diffuso ampiamente sulla agenzia deimarshal americani, quale suggerimento vi sentite di darea questa Commissione nella prospettiva di un intervento dimodifica dell'attuale legislazione con riguardo alle struttureed alle disposizioni che presiedono al settore deicollaboratori di giustizia? A vostro avviso è più opportunopartire dall'attuale Servizio centrale di protezione per poisvilupparlo (in questo caso ci si troverebbe di fronte alproblema delle &quot;origini&quot; del personale da utilizzare persviluppare il servizio, che, come voi sapete, attinge alleforze di polizia esistenti) oppure ritenete sia più utile chela Commissione cominci a pensare ad una agenzia completamentenuova che si ispiri, senza copiarlo, al modello deimarshal, che abbia cioè una sua autonomia ed un suopercorso di formazione autonoma rispetto al servizio centrale?Inoltre, vorrei sapere se, dal punto di vista delle funzioni,pensiate ad una agenzia che, a differenza dei marshal,si specializzi nel servizio di protezione, dal momento che imarshal- come sapete bene - non sono preposti soltantoa questo aspetto ma sono strutturati come agenzia di servizidi polizia che si occupa di diversi aspetti (penso, peresempio, alla ricerca dei latitanti e ad alcune questionicarcerarie), tra i quali anche quello relativo alla protezionedei collaboratori di giustizia. Vorrei inoltre sapere se vi risulti, a parte il notissimocaso di Leonardo Messina, l'esistenza di contatti tracollaboratori di giustizia, nel momento in cui operavano nellerispettive società segrete di appartenenza, e agenti deiservizi di sicurezza del nostro o di altri paesi. La terza domanda, quella cioè che ho definito un po' più&quot;difficile&quot; delle altre, riguarda il riferimento da voi fattoall'effetto delle informazioni fornite dai collaboratori sulgrado di compartimentazione interna e di circolazione delleinformazioni di Cosa nostra. Si tratta di un aspettointeressante che rappresenta tuttavia l'accentuazione di unacaratteristica fondamentale già riscontrabile in Cosa nostra.In un volume che ho scritto dopo i miei colloqui con Buscetta,ho intitolato un capitolo &quot;Cosa nostra: il regno dei discorsiincompleti&quot;. Ciò proprio per sottolineare questo aspetto

Page 51: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

emerso dalle dichiarazioni di Buscetta, secondo il qualenessun mafioso, nessun uomo d'onore, salvo i capi o chi hapartecipato direttamente ad un'azione criminale, è in grado diricostruire dalla a alla zeta un delitto od un fatto criminosorilevante. Questa compartimentazione - dice Buscetta - a voltefa perdere i collaboratori e produce come effetto che spessoil lavoro del magistrato e dell'investigatore è finalizzato aconnettere i diversi &quot;pezzi&quot; di informazioni assunti dadiversi collaboratori.Pagina 670 La mia domanda è questa: a parte l'effetto, cheindubbiamente c'è, di un'accentuazione dellacompartimentazione abbastanza logicamente prevedibile, sulpiano delle gerarchie e della struttura interna di Cosa nostra(quindi, di tutte le gerarchie che conosciamo: commissioneregionale, commissione provinciale, consiglieri, capi,sottocapi) e su quello dei processi decisionali, quali sonogli effetti sia delle informazioni e delle prove raccoltetramite i collaboratori sia dell'azione dello Statoconseguente? Abbiamo un processo di concentrazione internareale intorno a Riina ed ai suoi o no? Abbiamo una spaccaturatra gli uomini d'onore reclusi nelle carceri di massimasicurezza, i quali sarebbero tentati da un inasprimento dellesanzioni ad adottare una linea - diciamo così - stragista equelli che sono fuori, i quali, invece, potrebbero tentare diimporre una linea che logicamente potrebbe essere più adatta,cioè quella di una specie di sopravvivenza di basso profilonella società tramite l'abbandono della linea stragista? Qualisono le modifiche di gerarchia e di struttura di Cosa nostrache riuscite ad intravvedere dai rapporti che avete con icollaboratori e con i testimoni? GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. Per quanto riguardal'evoluzione dell'attuale modello organizzativo per laprotezione dei collaboratori, direi che, si tratti diun'agenzia nuova o di uno sviluppo dell'attuale servizio, ciòche conta è che il servizio o l'agenzia siano dotatiqualitativamente di determinate professionalità e che il loroconcreto operare si ispiri a quei principi, come abbiamodetto, di specializzazione, di autonomia e di assolutagaranzia di segretezza che costituiscono il modusoperandi dell'agenzia dei marshal. Evidentemente ènecessario che ciò si realizzi; che poi si chiami Serviziocentrale di protezione o venga adottato un nome diverso è unproblema secondario. Ritengo che, comunque si chiami, esistano già nel sistemaattuale delle professionalità certamente preziose dautilizzare in questo organismo e che si tratti semplicementedi dare ad esso un assetto dal punto di vista qualitativo ecome tecniche operative specificamente finalizzato agliobiettivi che sono stati indicati. Per quanto riguarda laquestione dei contatti tra collaboratori di giustizia ed

Page 52: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

agenti dei servizi e, in particolare, per ciò che concerne ilriferimento a Leonardo Messina, si tratta di dichiarazioni lacui verifica dal punto di vista delle indagini non era dinostra competenza e quindi questa domanda per quanto riguardaspecificamente Leonardo Messina potrà essere più utilmenteposta alla procura della Repubblica di Caltanissetta. Per quanto io ricordi, però, non di esponenti di servizisi trattava, ma piuttosto di ufficiali di polizia giudiziaria.Ripeto, però, per la precisione della risposta, che la domandava rivolta alla procura della Repubblica di Caltanissetta. Anoi non risultano contatti di questo tipo tra i collaboratoridi giustizia, le cui dichiarazioni hanno costituito oggettodelle nostre indagini e verifiche, e strutture del tipo deiservizi di sicurezza. MASSIMO BRUTTI. Desidero segnalare che alla Commissioneantimafia della scorsa legislatura Messina disse che quelloche egli diceva era esattamente ciò che Madonia voleva farsapere e disse anche che egli teneva informato Madonia ditutti i suoi contatti con elementi dei servizi. GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. Ripeto che questadomanda va posta alla procura di Caltanissetta. Per quel cheio ricordo, quando l'episodio venne precisato maggiormente insede giudiziaria (ma il mio ricordo è basato su una conoscenzaincidentale della questione, perché si trattava comunque difatti riferiti alle attività illegali nel territorio diCaltanissetta, per cui il mio ricordo è incidentale e puòanche non essere del tutto esatto), la precisazione concretadell'episodio conduceva ad altro. Sulla compartimentazione interna, è stato chiesto se siain corso o si sia già verificatoPagina 671un processo di concentrazione delle decisioni. Se hoben compreso, la domanda riguarda direttamente la permanenza omeno nell'attuale momento storico delle strutture gerarchicheed ordinamentali tradizionali di Cosa nostra, in particolarela commissione provinciale di Palermo e la commissioneinterregionale. Su questo non possiamo che dare una rispostadal punto di vista dei magistrati, le cui risposte debbonoessere basate su fatti. Indubbiamente una valutazionecomplessiva dei processi attualmente in corso non escludeteoricamente in maniera assoluta che vi possa essere stata inpunto di fatto una diversa modulazione dei processidecisionali; tuttavia - lo ripeto - non esclude, ma neppure viè alcuna indicazione concreta in tal senso. Per quanto ci riguarda, riteniamo molto difficile che visiano delle modifiche o dei processi di mutamento, almeno dalpunto di vista istituzionale, dell'organizzazione interna diCosa nostra e delle sue strutture gerarchiche, perché Cosanostra si identifica con il suo ordinamento e le sue strutturee, per quella che è l'esperienza processuale, ad esempio ilcomportamento di Riina è stato sempre quello di determinare

Page 53: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

bensì un processo di concentrazione sostanziale del poteredecisionale, ma è stato altresì quello di osservare sempre escrupolosamente - se vogliamo, ipocritamente - le forme e leregole, e quindi non dismettere mai la formale osservanzadelle regole ordinamentali di Cosa nostra, il che significal'informazione dei componenti della commissione. Ripeto che queste sono valutazioni di carattere piùpsicologico, sociologico che giuridico o processuale. Sotto ilprofilo processuale, per quanto ci riguarda, riteniamo che visiano dal punto di vista dell'accusa elementi di provasufficienti per ritenere che determinate decisioni siano stateadottate dagli organi istituzionali di Cosa nostra almeno finoalle stragi, certamente fino al maggio del 1992. Per quantoriguarda il periodo successivo alla stagione delle stragi,poiché le indagini non si costruiscono soltantosull'applicazione automatica di una regola, ma quest'ultimadeve essere confortata da dati di fatto, poiché a nostroavviso non siamo ancora in possesso di elementi probatorisufficienti che confortino e dimostrino in manierainequivocabile l'applicazione della regola ordinamentale anchenella seconda metà del 1992 e nell'anno successivo, ci siamoastenuti (e questo l'abbiamo fatto per quanto concerne i fattidi competenza della procura di Palermo) dall'affrontare ilproblema della commissione ad esempio per quanto riguardal'omicidio di Ignazio Salvo, avvenuto nel settembre del 1992 eche, secondo le regole ordinamentali, è certamente un omicidiodi competenza della commissione. Tuttavia, sulla base di unmetodo di lavoro che vuole coniugare la giusta valutazionedelle regole ordinamentali con i dati di fatto, allo statoquesta è una fase storica in corso di approfondimentoinvestigativo. Per quanto riguarda l'ipotesi di una spaccatura odistinzione di strategie tra uomini d'onore detenuti e quelliliberi, evidentemente essa è possibile ed è certamente logicoporsi anche l'ipotesi di distinzioni di interessi (gliinteressi non sempre sono convergenti; anzi gli interessi deicapi o degli uomini d'onore detenuti e quelli degli uominiliberi talora sono oggettivamente dissonanti). E' possibileformulare varie ipotesi al riguardo, che sono allo studio ecostituiscono oggetto di investigazioni. Tuttavia, al di làdelle ipotesi, non vi sono, per quanto ci risulta, dati difatto concreti che consentano di affermare con chiarezza eorganicità l'esistenza di una spaccatura tra le due componentidell'organizzazione. MICHELE CACCAVALE. Il dottor Caselli ha descritto unasituazione che, partendo dal mese di settembre -caratterizzato per il suo ufficio da malessere e da tensioniper quei problemi principali che non trovavano soluzione -, siè andata poi invece rasserenando, si è fatta più serena manmano che è passato il tempo, fino ai giorni nostri, sia con laristrutturazione del Servizio centrale di protezione sia anchecon il nuovo schema che questo ufficio ha applicato per la

Page 54: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

protezione dei pentiti.Pagina 672 A settembre il suo ufficio ha predisposto un dossiersu questo malessere, caratterizzato dalla esposizione di unaserie di problemi: lei ha parlato di disagio, di lamentele perl'eccessiva burocraticità, per la lentezza esasperante, per ilcambio di generalità che non arriva ed altro. L'hanno peròrassicurata almeno due segnali che provengono dall'ufficiocentrale di protezione, che sono la razionalizzazione dellafase dei nuovi schemi e il cambio di identità. Questo, però, evidentemente non l'ha soddisfatta, dottorCaselli, perché non ha rinunciato a quella che lei prima hadefinito funzione noiosa e petulante, tanto che ha rilasciatoun'intervista, riportata dal Corriere della Sera disabato 12 novembre, nella quale dice: &quot;Mafia, qualcuno remacontro. Attenti ai cali di tensione, non bastano magistraturae polizia. Forse c'è l'illusione che tutto possa esseredelegato a magistratura e polizia: sarebbe un errore grave, unerrore che nel passato ha significato isolamento e non soloisolamento&quot;. Prosegue poi: &quot;Il Governo, anche recentemente, haassicurato il massimo impegno nella lotta alla mafia, macontemporaneamente una certa parte dell'attuale classepolitica ha preso posizione contraria alla collaborazione deipentiti, al carcere duro per i boss&quot;. Lei prosegue ancoradicendo che sullo sfondo c'è la polemica sul ruolo deipubblici ministeri, c'è una certa confusione e &quot;nella lottaalla mafia&quot;- dice testualmente - &quot;la confusione èpericolosa&quot;. Prima domanda, dottor Caselli: le risulta davvero che unacerta parte dell'attuale classe politica abbia preso posizionecontraria alla collaborazione dei pentiti e al carcere duroper i boss? A me risulta, dottor Caselli, che l'applicazionedel 41-bis sia stata prorogata in Senato - anche qui ilPresidente del Consiglio aveva preso un impegno preciso - al1999, con una votazione ed una partecipazione unanimi da partedi tutti i gruppi. Dottor Caselli, in un'altra intervista, che riporta laRepubblica di domenica 13 novembre, lei fa inveceriferimento a &quot;comandi supernazionali del crimine&quot;.Riferendosi ad &quot;una cupola mondiale&quot;, la definisce &quot;una meraipotesi di lavoro, sia pure da confrontare con le primeacquisizioni derivanti da inchieste sul crimine organizzato&quot;ed auspica che la conferenza dell'ONU sulla criminalità inprogramma a Napoli indichi soluzioni. Ecco, io vorrei tornaresulla mera ipotesi di lavoro per chiederle se sia confortatadalle dichiarazioni di qualche collaboratore di giustizia, diqualche pentito. Se il Presidente del Consiglio viene qui in audizione, setutte le altre figure istituzionali da noi ascoltate hannoconfermato l'impegno dello Stato nella lotta contro la mafia,se anche questa Commissione sta lavorando contro la mafia (ilsuo impegno sicuramente è maggiore del nostro, ma le posso

Page 55: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

garantire che anche il mio impegno è a rischio, perché, quandoprovo nel mio collegio a tradurre in atti il mio impegnopolitico, soprattutto nella lotta contro la criminalità,avverto le prime reazioni, mi mandano i primi messaggi; midicono che queste reazioni sono un classico), non pensa,dottor Caselli - questa è l'altra domanda - che anche questosuo atteggiamento, queste sue dichiarazioni, queste polemicheche lei innesca contribuiscano a creare disagi, laddove anchela mafia può inserirsi ed utilizzarle? Un'altra domanda: in risposta al senatore Imposimato, leiriferisce che Buscetta, già nel 1985, ha fatto un certo nome.Non mi interessa conoscere il nome; ma perché e quandoBuscetta è diventato credibile, se ha riproposto questo certonome? (Commenti). Abbiamo parlato di depistaggio e voiavete escluso che nella procura di Palermo alcun pentito abbiaavuto la possibilità o l'intenzione di indirizzarvi su unafalsa pista. Questo lo dite sulla base di riscontri oggettivi,perché comunque tutte le rivelazioni fatte da pentiti o dacollaboratori di giustizia sono state già verificate? GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. La ringrazio della domanda non retoricamente ocome clausola di stile. Se posso aver dato l'impressione di aver voluto creareconfusione con alcunePagina 673mie recenti dichiarazioni, essa è certamente sbagliata. Manel momento in cui viene così autorevolmente prospettata, dicoche ad ogni modo rifletterò su questo e ne terrò doverosamenteconto per il rispetto che nutro nei confronti di tutte leistituzioni e, in particolare, di quelle che svolgono, siapure nell'ambito delle proprie competenze, più o meno lostesso lavoro che facciamo noi, ossia la ricerca dellemigliori risposte alla mafia. Mi sono posto il quesito ed ho dato determinate risposte.Sono stato sostanzialmente zitto da quando sono procuratoredella Repubblica di Palermo, tanto che numerosi miei colleghi,i quali conoscevano ben altre mie abitudini all'epoca in cuiero giudice istruttore, componente il Consiglio superioredella Magistratura o svolgevo attività associativa, hannomolto pensato su questo silenzio a lungo protratto. Ad un certo punto, in una determinata fase, ho ritenuto diparlare, e non individualmente: a Palermo poche cose si fannoindividualmente, anche quando si è procuratori dellaRepubblica. Queste uscite pubbliche sono sempre - come lo sonoin questo caso - il risultato di una discussione e di unariflessione comuni: a volte &quot;esce&quot; il procuratore dellaRepubblica, altre volte &quot;escono&quot; autorevoli esponenti dellaprocura. Insieme abbiamo avvertito una situazione ritenendoutile, se non necessaria, una nostra uscita pubblica, unapresa di posizione per invitare tutti alla riflessione - nulladi più, nulla di diverso - sullo stato degli atti, sullarealtà, sul momento che si sta attraversando. Siamo convinti

Page 56: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

che l'attuale sia un momento molto fluido, un momentodifficile che può evolversi in maniera estremamente positivacosì come potrebbe involversi negativamente. Lo riteniamo atorto o a ragione, ma in perfetta coscienza. Nel momento in cui abbiamo avvertito - ripeto, a torto o aragione ma in perfetta coscienza - sintomi minoritari omaggioritari, secondari o principali (poco importa, lo vedremodi qui a poco), comunque sintomi di presenze le qualipotrebbero, se non sufficientemente avvertite nelle loropotenzialità negative di sviluppo, portare ad una involuzionedella situazione, abbiamo ritenuto di uscire. Proprio per nonlimitarci a svolgere un lavoro che, se non allargasse il suoorizzonte, sarebbe necessariamente asfittico, parcellizzato esettoriale; proprio per tentare di contribuire allariflessione sulla fase in atto, magari sbagliando ma inperfetta coscienza, cercando di individuare e di segnalare lecose che ci sembra di vedere, abbiamo fatto queste uscite.Ciò, affinché la fase - le cui potenzialità sono aperte - sievolva in senso positivo senza subire arretramenti. Le chiedo scusa, ma ho chiesto alla Commissione di esserepetulante, ho chiesto alla Commissione di essereparticolarmente asfissiante per quanto riguarda lacontinuazione della soluzione del problema della sicurezza deipentiti, allo stato degli atti soltanto avviata. Parlando dipetulanza, di asfissia, di marcamento stretto - anche se nonho usato questa espressione - mi riferivo, esorbitando dallemie competenze ed assumendo la veste del grillo parlante, adun'attività della Commissione consistente nello &quot;stareaddosso&quot; a questi problemi affinché l'avvio a soluzione siconcretizzi effettivamente senza rimanere a livello dipromessa o di intenzione. Mi consenta, ma occorre ripartire dal principio, anche seper grandi linee. Capaci, via d'Amelio, sdegno, rabbia,ribellione, reazione, per la prima volta leggi mirate allaspecificità del fenomeno, leggi volute da Falcone e daBorsellino: una risposta forte, corale, unanime senzadistinzioni di alcun genere, né politiche né di ruoliall'interno dello Stato, né istituzionali né altro, contro lamafia! I risultati si producono, sono imponenti,significativi. Non toccherebbe a me giudicarli perché la miaprocura, la procura nella quale lavoro, è parte di questirisultati; tuttavia i risultati vengono ed ho cercato dielencarli. Però, se nel momento in cui vengono i risultati comincianole polemiche sui pentiti e sull'articolo 41-bis, cherappresentano il perno dei risultati medesimi, personalmenterivivo l'esperienza del ConsiglioPagina 674superiore della magistratura allorché Falcone e Borsellino,avendo lavorato, possedendo una cultura di lavoro ed unastrategia vincente... MASSIMO BRUTTI. L'intervento di Borsellino è del luglio

Page 57: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

1988. Sono passati sei anni e sentiamo le stesse cose. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo....vengono improvvisamente attaccati. Ogni qualvolta si riflette su ciò, si dice che la mafia ècostantemente inattaccabile, che gode di una impunitàsecolare. Chinnici, Caponnetto, Falcone, Borsellino, Ayala -mi dispiace citarlo, perché può sembrare piaggeria, ma è così- e tutti coloro i quali hanno lavorato insieme con questepersone dimostrano, dandosi una nuova cultura investigativa eduna nuova metodologia di lavoro, specializzandosi all'internodel pool ciascuno su un versante, che la mafia non èaffatto invulnerabile, che può essere contenuta e sconfittacontrapponendo organizzazione ad organizzazione. Se in questa fase della storia d'Italia chiedessimo ad unsignore svedese paracadutato in Italia che cosa avrebbe fatto,preso atto che un moloc assolutamente invulnerabile è statofinalmente intaccato avendo capito che si poteva sconfiggereorganizzando la risposta, costui avrebbe certamente rispostodi rafforzare il pool, di potenziarlo, di incentivare ediffondere questa cultura di lavoro, questa nuova metodologiainvestigativa. Perché nel nostro paese è successo invece che(professionisti dell'antimafia, centri di potere, ilmaxiprocesso come sentina di tutte le perversità processuali,i pentiti quali fructum diaboli, la guerra direligione!) passo dopo passo lo strumento di lavoro delpool è stato demolito e, conseguentemente, la lotta allamafia è tornata indietro di parecchi anni? C'è stato uncongelamento effettivo. Questo non sta assolutamente accadendoadesso nel nostro paese, sia chiaro; ho detto prima che nonsento alcun pregiudizio sulle investigazioni e vedopotenzialità ancora fortissime affinché tutto evolva in sensopositivo; però avverto, avvertiamo, anche alcuni sintomipreoccupanti che, personalmente, mi riecheggiano le passateesperienze del pool di Falcone e Borsellino. RAFFAELE BERTONI. Diglieli a Caccavale ad uno ad uno. E'questa la domanda che volevo porti. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. La situazione sta cambiando, o è già cambiata,soprattutto a Palermo. Di nuovo, a Palermo, alcune cose sirespirano, mentre fuori Palermo - poiché quel che si respira èun po' impalpabile - è difficile rappresentarle, così come èdifficile convincere gli interlocutori. Tuttavia ci sono anchecose che, pur non vivendo a Palermo, parlano il linguaggio deifatti. Salto alcuni passaggi e me ne scuso, ma ho utilizzatol'espressione &quot;certa parte della classe politica&quot; e laconfermo; quanto lei ha letto nell'intervista corrispondeesattamente al mio pensiero. Giusto o sbagliato che sia, è ilmio pensiero, non è frainteso. Se presidenti di Commissioniparlamentari, se ministri e sottosegretari parlano, come hannofatto, intensamente e ripetutamente, della necessità di

Page 58: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

rivedere la legislazione antimafia varata dopo Capaci e viad'Amelio, che ha funzionato, senza che sia successo nulla, intermini di accadimenti processuali o investigativi, chegiustifichi questa improvvisa levata di scudi - perché in unacerta fase si è trattato di una levata di scudi, mentre oranon lo è più dato che tutto è sufficientemente rientrato, ma isintomi ancora permangono soprattutto localmente - non sitratta di fantasie, di invenzioni. Né è l'ipersensibilità diun magistrato che probabilmente lavorando &quot;in frontiera&quot; diipersensibilità ne possiede più d'una: sono realtà! Se tutto questo si traduce in un disagio, in unadifficoltà tra i pentiti, si può essere portati a chiedersi:se questo succede per chi già si è pentito, forse non puòdeterminare rallentamenti in altri pentimenti? Non lo so, nonho risposte, l'ho detto, maPagina 675il problema c'è. Se poi scoppiano le polemiche... mi dispiacedi dover dire queste cose, ma è per intenderci e perché la suadomanda è di grande serietà e la accetto in questa suacomponente di assoluta serietà e di contributo ad unadiscussione franca. Se la commissione sui pentiti può contaresulla collaborazione di Grasso e di Vigna, che sonoprofessionisti di primaria levatura, di straordinariaimportanza, e di nuovo, di colpo, praticamente, almeno perquanto ne so io, senza preavviso - è vero che la decisione èrientrata ... MASSIMO BRUTTI. Non è rientrata. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Tra l'altro non è neanche rientrata. E' vero cheper il momento non è stata attuata, ma è altrettanto vero chepotrei fare tutta la storia di quanto, per ciò che mi risulta,ci è voluto perché rientrasse, perché non fosse immediatamenteattuata (non per intervento mio, ma per quello che possoricostruire io, estraneo a questo tipo di logica, a questotipo di meccanismo, a questo tipo di lavori). Se,d'improvviso, professionalità come quelle di Grasso e di Vignavengono sostituite - e tra l'altro circolano nomi, mi pare nonsmentiti, di sostituti che sono magistrati bravissimi ma checertamente non possono avere la professionalità, lasensibilità, la preparazione di Vigna e di Grasso - e tuttoquesto non ha un senso, non si spiega e non viene spiegato, senon con un criterio di rotazione che francamente a mepersonalmente non ha convinto, allora cosa vien fatto dipensare, non malignamente ma ragionando sui fatti? Che volendosostituire Grasso e Vigna con i quattro soggetti che sonostati elencati, che PM di primo grado non erano (tra questic'era anche il dottor Ilarda), c'è un attacco alla funzionedel PM, alla presenza del PM, con la sensibilità di cui questipuò essere portatore, in queste strutture. Si risponde che sì,è proprio questo che vogliamo, perché i PM sono quelli chehanno contatto più diretto con il pentito e quindi lì non cidevono essere. Questa - scusatemi - è clamorosamente una

Page 59: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

inesattezza dal punto di vista tecnico-giuridico eordinamentale, perché chi decide è il GIP, per quanto riguardaper esempio la liberazione anticipata o la collocazione instrutture extracarcerarie del pentito, non il PM, che fasoltanto le richieste! Chi poi applicherà gli sconti di pena odeciderà di non condannare o di condannare senza far entrarein carcere sarà il tribunale, sarà l'organo giudicante! Iquattro sostituti erano tutti GIP o, come il dottor Ilarda,della procura generale, che con il PM non c'entra proprioniente. Allora, non posso non vedere obiettivamente un discorso didiminuita professionalità della commissione e quindi diburocratizzazione della medesima. Con il massimo rispetto perle altre componenti - sia chiaro - ma la mancanza di due PMdel calibro e dell'esperienza di Grasso e di Vigna, nonsostituiti con altrettante professionalità ma anzi sostituitiin maniera tutt'affatto diversa, secondo quelle logiche, è unsintomo secondo me, secondo noi, preoccupante, come a suotempo abbiamo rilevato. Se poi a tutto questo si aggiungono le preoccupazioni checi sono ancora... Il regolamento che dovrà essere varatoancora non lo conosco. RAFFAELE BERTONI. Nessuno lo conosce. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Ho avuto, come tutti, alcune indiscrezioni, alcuneanticipazioni ed anche queste ci preoccupavano, perchéemergeva un privilegiare il momento amministrativo rispetto aquello giurisdizionale, un burocratizzare il tutto, unescludere automatismi di scelte e tutta una serie di aspetti -qui il discorso dovrebbe durare una mezz'ora, per cui losintetizzo al massimo rischiando di essere, me ne rendo conto,incomprensibile - di linee di riforma che ci sembravanopreoccupanti nella misura in cui potevano - certo al di làdelle intenzioni - concretarsi poi di fatto in un minorincentivo al pentimento. Quando un soggetto deve prendere dasolo la difficile scelta se pentirsi o no,Pagina 676se non ha degli automatismi davanti a sé ma dellediscrezionalità, per di più rimesse non al magistrato con cuiha rapporto (PM o giudicante) ma ad un organismoamministrativo o comunque lontano come è la superprocura, eccoche questo può essere quantomeno psicologicamente un problemain più per il pentito, può essere un motivo in più per nonpentirsi, almeno in quel momento. Tutte queste cose insieme ci hanno preoccupato e cipreoccupano, perché non c'è stata alcuna smentita; non c'ènessuno di questi uomini della classe politica - presidenti diCommissioni parlamentare, ministri, sottosegretari - che abbiacambiato idea, legittimamente. Evidentemente, il discorso èancora aperto. Il Governo ha preso recentemente delleposizioni importanti. Lei ha letto solo le ultime dueinterviste ma io ho dato atto ripetutamente che a Palermo e

Page 60: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

altrove il Presidente del Consiglio, il ministro Maroni e -questa volta - anche il ministro Biondi hanno preso posizioniunivoche per quanto riguarda il problema dei pentiti e il41-bis. Ma il Governo non è tutto; c'è un'attivitàparlamentare dove poi sostenere queste posizioni, c'èun'attività amministrativa, c'è un clima generale per cui - dinuovo, mi scusi, senza nessun motivo concreto, storico,apprezzabile, afferrabile, visibile che giustifichi la guerradi religione - c'è una componente che la guerra di religione,la polemica ha di nuovo alimentato. Certo, il 41-bis è stato prorogato... RAFFAELE BERTONI. L'abbiamo fatta noi la proposta; laproposta è dei progressisti! GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. E' importante, però, attenzione al 41-biscosì com'è. Il 41-bis rischia di essere, così com'èoggi, per molti detenuti, tra i più significativi, una scatolavuota, un formalismo. Perché se non si accompagna, peresempio, ad una struttura differenziata all'internodell'Ucciardone - che non c'è - oppure ad un sistema divideoconferenza che consenta di celebrare i processi senzaquesti continui spostamenti dalle carceri speciali dove il41-bis può essere effettivamente applicato, il41-bis rimane una scatola vuota. Ottimo l'impegno diprorogarlo, però secondo noi va poi in qualche modo riempito epotenziato. Sui pentiti poi è ancora tutto da definire: le polemichesono ancora aperte e le posizioni contrastanti. Nel momento incui c'è questa situazione che sta modificandosi anche perquanto riguarda la realtà palermitana: gli attacchi contro gliamministratori locali, la chiesa che si svuota quando ilsacerdote dice una certa cosa, un altro prete che deve fuggiree mille segnali di questo tipo... Non vorrei fare polemichema... GIACOMO GARRA. Credo che non ci sia un ordinegovernativo di sgomberare le chiese! GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. No, ma cosa c'entra! Mi scusi, non lo penso, nonl'ho detto! Considero, mi consenta, leggermente fuorviante chelei mi faccia questa battuta. CONCETTO SCIVOLETTO. Considerato che tutti siamo controla mafia! GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Però, il Governo non è tutto il nostro paese. Suquesti problemi intervengono - legittimamente, per carità -più soggetti (soggetti politici privati e soggetti politicicollettivi); nel momento in cui questi interventicomplessivamente considerati possono prestarsi ad una visionedi incertezza da parte delle istituzioni complessivamenteconsiderate, allora ecco il motivo di nostra preoccupazione,ecco la certa confusione di cui ho parlato, in una valutazionecomplessiva di posizioni, in un panorama articolato completo

Page 61: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

(Governo e non Governo), di area politica che conta, non dipersone che parlano all'angolo della strada o in un parcoinglese sul podio improvvisato. I successi si sono sempreottenuti - sia quando c'erano Falcone e Borsellino sia dopo laloro morte - tutte le volte che lePagina 677istituzioni sono riuscite ad offrire un'immagine unitaria,compatta, corale di sé; se invece ci sono fratture,divaricazioni, se invece - senza che ci sia nulla di concretoche lo giustifichi; torno a ribadirlo - si riprende alitigare, ecco che si offre un'immagine che comprende anchedelle spaccature, delle fenditure nelle quali la mafia èmaestra, storicamente, ad infilarsi, e di questo bisogna anchetenere conto. Sul piano locale poi davvero si respira unacerta aria; proprio perché aria è impalpabile ed èdifficilissimo da descrivere in pochi minuti. Ma, non per farepolemica - non vorrei fare polemica più di tanto perché poi haragione lei, la polemica più di tanto finisce per esserepeggiore del male al quale si vorrebbe rimediare -, se ilproblema della costituzione di parte civile a Caltanissettaper la strage di Capaci viene presentato come sterilepasserella antimafia, francamente mi preoccupo! E questo èstato detto. Questo è un elemento sintomatico ed anche altrise ne potrebbero aggiungere, anch'essi sintomatici di un climache, se non se ne discute - convincendosi che tali sintomisono davvero esistenti e pericolosi, per cui bisogna tuttiinsieme trovare le risposte, gli antidoti - potrebbe portare aquell'involuzione che non è assolutamente certa e scontata eche il Governo, per le posizioni che ha preso, sembra nonvolere. Ma non è l'unico elemento del panorama politicocomplessivo. Un altro elemento di preoccupazione, ma di nuovoimpalpabile, è che chi è protagonista, causa di questi sintomidi mutamento quasi sempre è in prima linea nell'accusare didemagogia chi, invece, segnala tale mutamento ed i pericoli adesso connessi. C'è, allora, un clima complessivo che è anchedi confusione, di distrazione, di un inizio - di nuovo - disottovalutazione, o per lo meno ci sono tali sintomi. Di nuovosembra riaffiorare in alcuni quel gap culturale rispettoalla specificità e pericolosità di Cosa nostra che,evidentemente, neanche gli attentati di Capaci e di viaD'Amelio sono riusciti a colmare definitivamente. Inoltre - sefossi ancora al Consiglio superiore sarei immediatamente messoin minoranza anche dai miei amici di magistratura democratica- anche l'attuale precipitosissima riscoperta delle garanzie,che caratterizza l'oscillazione pendolare della nostralegislazione e della cultura su questi problemi... ecco, tuttoquesto è già stato visto: è questo che ci preoccupa. Sia puresoltanto in una fase iniziale, sia pure in un segmento chespero non diventi mai più di un segmento, si ripropone quelloche, sempre come segmento, come inizio, successe ai tempi diFalcone e Borsellino. Quando Borsellino denunziava che si

Page 62: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

stava attaccando il pool, gli si rispondeva cheesagerava, che correva dietro alle ombre; il Consiglio di cuifacevo parte ha cercato di bacchettare Paolo Borsellino,formalmente, istituzionalmente, perché osava - oltre tutto, sidiceva, non percorrendo le vie istituzionali - denunziarequeste cose. Posso sbagliare - non ho certo la convinzione di avere intasca le ricette -, posso avere una valutazione noncondivisibile, non convincente, ma sento il dovere, anche perl'esperienza vissuta in passato, di contribuire a segnalare ilproblema perché insieme se ne discuta liberamente,apertamente. Non si deve pensare che io ce l'abbia con ilGoverno o con chiunque altro, perché non ce l'ho connessuno. L'unica obiezione che mi si potrebbe fare - e che mi èstata fatta - è che se noi denunziamo l'abbassamento dellaguardia, in realtà denunziamo un dibattito che è unicamentefinalizzato ad affinare gli strumenti, non a cancellarli,quindi vogliamo collocarci fuori del circuito di controllodella nostra attività. Quest'obiezione, che ho sentito fare, èseria dal punto di vista culturale, ma infondata dal punto divista della realtà delle cose; perché se c'è qualche cosa chenon funziona, le polemiche sono giustificate al fine di farlafunzionare meglio. Ma torno petulantemente, insistentemente,sicuramente annoiando i miei interlocutori, a dire che tuttequeste cose cominciano senza che ci sia un aggancio reale chele giustifichi. Le polemiche sui pentiti e quellesull'articolo 41-bis non sono, in una prima fase - poi,magari, il tiro viene aggiustato - per affinare ma per direbasta da parte di alcune componentiPagina 678del panorama politico complessivo. Sono un temporale fuoristagione, senza senso, e che per questo deve esserecontrobattuto nel momento in cui è ancora in atto e localmente- le ricadute, e non queste soltanto, si avvertonopesantemente - perché non si estenda, non si riproduca, non ciriporti, soprattutto, alla stagione del pool diChinnici, Caponnetto, Falcone e Borsellino ed a tutte leiniziative indipendenti, ma poi alla fine univocamenteconvergenti, che hanno portato alla demolizione di quellastruttura che aveva l'unico torto di aver capito cheall'organizzazione bisogna contrapporre altrettantaorganizzazione e che alla cultura della mafia bisognacontrapporre la cultura unitaria delle istituzioni. Falconescriveva che i pentiti vengono fuori quando lo Stato ècredibile; se lo Stato appare diviso, lacerato al suo internonella discussione stessa sui pentiti, non vengono più fuori.Se ne viene qualcuno siamo fortunati, ma il rischio checorriamo è che non ve ne siano più, mentre sono ancora unostrumento importantissimo di lavoro. Forse non ce lo possiamopermettere, è un lusso che non ci possiamo permettere. PRESIDENTE. Dottor Lo Forte, deve aggiungere

Page 63: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

qualcosa? GUIDO LO FORTE, Procuratore aggiunto presso laprocura della Repubblica di Palermo. Credo non ci sia nullada aggiungere a quello che è stato detto. Confermo - edovviamente non ce n'è bisogno - che le dichiarazioni che sonostate di volta in volta, ed anche con rarità, rese dalprocuratore capo riflettono una analisi complessivadell'ufficio e sono l'esternazione di una riflessione nonsoltanto del nostro ma anche di altri uffici del pubblicoministero. Non c'è nulla di politico in tutto questo, masoltanto la volontà di segnalare, sulla base di ciò che lanostra esperienza puramente professionale ci consente diindividuare, il significato di certi dati a tutti gliinterlocutori che operano nella società e nelle istituzioni eche intendono contribuire alla lotta contro la criminalitàorganizzata. Questo perché il significato a nostro avvisonegativo, o virtualmente negativo, di certi fatti, che può nonessere colto se non alla luce di specifiche esperienzeprofessionali, non venga sottovalutato. MICHELE CACCAVALE. Avevo rivolto una domanda a propositodella cupola mondiale. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. E' una mera ipotesi di lavoro da verificare comeprima risultanza, un'ipotesi che nasce dal fatto che Cosanostra, ad esempio, ha realizzato alleanze di carattere ancheverticale con 'ndrangheta e camorra; quindi non si può affattoescludere che l'esperienza a livello nazionale vengariproposta anche a livello internazionale. Tutto qui e nientedi più. MICHELE CACCAVALE. Su Buscetta? GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. A questo proposito non posso che citare un dato difatto, cioè l'intervista comparsa nel settembre ultimo scorsosu un quotidiano regolarmente stampato, pubblicato e letto inItalia, se non ricordo male Il Sole-24 ore. La domandache lei mi ha rivolto, però, pone problemi di interpretazione,di valutazione, di rilettura anche della sequenza delledichiarazioni rese che la procura della Repubblica ha dato mache, in questo momento, sono rimesse a decisioni del GIP.Commetterei davvero una scorrettezza se... Il dato ècostituito dal fatto che esiste questa intervista in cui sidice che nel 1985 Buscetta aveva già fatto un nome, credo cheleggendola... Si tratta puramente e semplicemente di un datostorico, citato in risposta alla domanda che mi era statarivolta a proposito delle dichiarazioni a rate, per chiariremeglio quel concetto. ALESSANDRA BONSANTI. Presidente, mi pare chequest'ultima spiegazione che il dottor Caselli ci ha dato, inmaniera così drammatica e, diciamo, appassionata, riguardoalle sue preoccupazioni esaurisca molte delle domande che ioavrei volutoPagina 679

Page 64: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

rivolgergli, per cui rinuncio ad intervenire. TANO GRASSO. Rinuncio anch'io, signor presidente. LUIGI MANCONI. Anch'io, con tutt'altra intenzionerispetto a quella del collega Caccavale, intendevo porre unadomanda relativa alle dichiarazioni rese la scorsa settimanadal dottor Caselli. Le risposte che questi ha fornito mi hannocompletamente soddisfatto, anche per gli accenti che lacollega Bonsanti ha definito, poco fa, di drammatica passione,e dunque avrei anch'io rinunciato a porre domande; ma leinterruzioni del collega Garra mi inducono ad aggiungere pocheparole ed a fare (dopo tanti anni di polemiche con il dottorCaselli) una precisazione. La battuta sul Governo che, secondogli oppositori, ordinerebbe di svuotare le chiese è davverofuori luogo, non solo perché gli oppositori non sono cosìinsipienti - tanto meno lo è il dottor Caselli - ma perchérischia di sottovalutare quello che mi sembrava il sensoimportantissimo del ragionamento del dottor Caselli, ovvero larelazione strettissima tra segnali istituzionali, attipubblici, misure di Governo e mobilitazione collettiva,resistenza contro la mafia da parte della società civile,riduzione del consenso nei confronti della criminalitàorganizzata. Credo che il senso del ragionamento del dottorCaselli - che non dobbiamo dimenticare nemmeno per un attimo -fosse esattamente questo: ogni atto, realizzato o meno alivello istituzionale nella dimensione pubblica laddoveoperano le autorità e gli organi pubblici, ha e può avere unarelazione diretta, strettissima ed intima con l'atteggiamentodella società civile, con il consenso che la criminalitàorganizzata ottiene e conserva o con la riduzione di taleconsenso. Come avrete potuto constatare, non ho formulato alcunadomanda e mi sono semplicemente limitato ad una dichiarazionedi consenso nei confronti del dottor Caselli. GIACOMO GARRA. Come deputato siciliano, pensando altitolo storicamente assegnato alla città di Palermo - Palermofelix- mi sono chiesto dove fosse la felicità di questacittà. La battuta sarcastica che ho pronunciato (non è certoil Governo che vi ha ordinato di sgombrare le chiese) havoluto rappresentare nel mio intimo una manifestazione didolore per un popolo che non mi sembra riesca ad esprimere ilmeglio della società civile, così come è accaduto nellerecenti vicende. Si è trattato quindi di una manifestazione dirammarico, non polemica nei confronti del procuratoreCaselli. Nel recente dibattito svoltosi in questa sede sono statoil solo ad aver seguito le indicazioni del Presidente delConsiglio il quale aveva suggerito ai membri della Commissionedi rivolgergli domande per iscritto. Ho accolto l'invito e hoformulato una domanda scritta alla quale, sia chiaro, attendoancora la risposta... LUIGI MANCONI. Sono stati in tanti a rivolgere domandeper iscritto al Presidente del Consiglio!

Page 65: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

GIACOMO GARRA. Ho chiesto al Presidente se considerassecome precondizione per una più intensa ed efficace lotta allamafia lo scioglimento anticipato dell'assemblea regionalesiciliana ed ho affermato con estrema chiarezza checonsideravo quest'ultima uno dei santuari della mafia. Mi pareche non vi possa essere un linguaggio più chiaro e crudo diquesto. La stessa domanda la rivolgo al procuratoreCaselli. Quanto agli attentati nei confronti degli amministratori,se può essere utile, vorrei ricordare quello che mi è accadutocome sindaco di Caltagirone. Destinatario di lettere minatoriecon le quali mi si preannunciava che sarei stato uccisonell'effettuare un certo tragitto, mi sono rivolto - ritenendoche si trattasse dell'iniziativa più ovvia - all'Arma deicarabinieri ed alla Polizia di stato. Un capitano deicarabinieri dotato di una carica di passione civile e di unabuona preparazione professionale avviò le indagini. In unprimo momentoPagina 680si poteva pensare a minacce provenienti dall'&quot;onoratasocietà&quot;, ma quel capitano dei carabinieri riuscì adindividuare un'organizzazione dalla struttura molto semplice.Premetto che mi ero trovato a svolgere un ruolo abbastanzadeciso - d'altro canto, doveroso - sotto il profilo dellalotta all'abusivismo. Tale atteggiamento mi aveva posto in unasituazione di ovvia impopolarità. Il capitano dei carabinieri,che si chiama Tommaso Mele (faccio questo riferimento perdimostrare il fatto che gli attentati agli amministratoripossono provenire da più parti), scoprì che il possessore diuna cava ed un commerciante di ferro e cemento, i quali in unacerta riunione avevano dichiarato che la nuova situazionevenuta a determinarsi in seguito alla seria attività dicontrasto all'abuso edilizio aveva provocato loro gravi dannieconomici (si disse, addirittura, che ci sarebbe stata unaperdita di 5 milioni al giorno), avevano fomentato lavoratori,&quot;appaltatureddi&quot; di paese, personaggi che non sono grandiimprenditori né semplici artigiani, e che tutto questo avevafatto sì che si svolgessero manifestazioni anche moltocolorite dal punto di vista dell'organizzazione (invasionedella città con ruspe, mezzi vari, trattori: era bastato unsemplice fischio perché arrivassero anche persone daMisterbianco e da Gela, secondo un copione già visto). MASSIMO BRUTTI. Tutto questo non avviene senza ilcontributo della mafia. GIACOMO GARRA. Fu comprovato che la mente di questeazioni e di queste minacce era riconducibile a due grossiimprenditori i quali si vedevano toccati nelle proprie tasche,l'uno perché proprietario di una cava, l'altro perché grandecommerciante di cemento e di ferro. In un brutto episodio èincorsa anche mia moglie. La vicenda è di una banalitàincredibile, essendo riconducibile al diniegodell'autorizzazione a tenere un posto di vendita di meloni e

Page 66: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

di angurie in estate; a seguito di ciò, si era ritenuto didare una lezione... Credo che accanto ai grandi drammi chederivano dalla presenza della mafia, ci sia anche il dramma,meno grande ma purtroppo molto diffuso, della illegalitàendemica che si chiama abusivismo edilizio, abusivismo nelcommercio... MASSIMO BRUTTI. Scusi se la interrompo, ma intimidazionidi questo genere non avvengono senza una garanzia o unacopertura da parte della mafia. Mi pare difficile pensare chesia tutt'altra cosa! GIACOMO GARRA. Né io né gli organi inquirenti che sisono occupati di quella vicenda abbiano avuto questasensazione. Ho ricordato certe situazioni per fornire un contributo aldibattito. Considero, in coscienza, precondizione perl'intensificazione di un'azione contro la mafia il fatto chenon vi sia più quella certezza, che per cinquant'anni èrimasta tale, di un'assemblea che non risponde a nessunoperché mai nessuno... L'articolo 41-bis può anche nonessere applicato al cento per cento, ma rappresenta comunqueun deterrente e uno strumento molto importante. Loscioglimento anticipato di un'assemblea regionale può anchenon operarsi, ma rappresenta anch'esso un deterrenteimportante che induce un consesso formato da 90 persone a nonconsiderarsi arbitro del destino dei siciliani. In definitiva, la mia domanda è volta a sapere seriteniate che lo scioglimento anticipato o comunquel'attivazione di strumenti statutari che consentano in ipotesilo scioglimento di un'assemblea che potrebbe essere - non dicoche lo è attualmente - il cuore di un'altra organizzazioneesterna... In ipotesi questo è possibile! Chiedo inoltre se non riteniate utile tenere presente chegli attentati agli amministratori possano avere unadiversificazione di componenti e causali, al fine di evitareche laddove vi siano ragioni del tipo... Ho voluto portarealla vostra conoscenza la mia esperienza che, certo, non puòessere generalizzata; penso però che non possa esseregeneralizzata l'ipotesi di 110 attentati...Pagina 681 GIUSEPPE SCOZZARI. Lo ha già detto Caselli! GIACOMO GARRA. Purtroppo sono arrivato in ritardo allariunione perché ho dovuto svolgere le funzioni di relatorepresso la Giunta delle elezioni in una seduta dedicata allaconvalida degli eletti nella regione Veneto. Chiedo scusa, manon ho il dono dell'ubiquità. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Vi è un primo profilo delle sue considerazioni alquale vorrei riagganciarmi perché mi sembra molto importante:mi riferisco a quello che lei ha sintetizzato conl'espressione Palermo felix. Avevo terminato l'esperienza di membro del Consigliosuperiore della magistratura e mi ero liberato del professor

Page 67: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

Brutti (cosa che per me rappresentava un successostraordinario...). Facevo tranquillamente il presidente dicorte d'assise a Torino. Poi - per una serie di considerazionie di fatti che, come hanno colpito tanti altri, hanno colpitoanche me - la domanda per andare a Palermo, l'accettazione diessa da parte del Consiglio superiore della magistratura,l'inizio dell'esperienza palermitana. Un limite grosso di taleesperienza è che io non posso per tutta una serie di motiviconoscere la città ed i palermitani. E tuttavia, per quel pocoche posso intravvedere, ma per quel molto che sento esporredai miei colleghi, credo - e penso che debba essere dettoanche in questa sede - che la stragrande maggioranza deipalermitani sia cambiata, stia cambiando in senso estremamentepositivo, i giovani soprattutto, il che non esclude che vipossano essere - e ancora importanti e ancora pericolosamentepresenti - sacche, presenze forti d'altro tipo. GIACOMO GARRA. Me lo auguro anch'io, naturalmente. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Non sarà felix completamente, ma vi sonodelle prospettive di miglioramento soprattutto legateall'impegno dei giovani che sono di straordinaria importanza.Anche queste vanno aiutate ad evolversi in senso positivo e anon involversi, a non arretrare se dovessero riprendere piedealtre tendenze. Quanto all'assemblea regionale siciliana, i giudicivengono accusati di voler fare le leggi, di fare politica nonne parliamo, figuriamoci se prendessero posizione anche solosull'opportunità o meno dello scioglimento di un organo dirilevanza paracostituzionale come l'assemblea regionalesiciliana. Davvero non possumus. RAFFAELE BERTONI. Avrei voluto porre al dottor Caselli,sia pure da una prospettiva diversa, la domanda che gli harivolto il collega Caccavale ma, se l'avessi posta io, Casellinon avrebbe avuto la possibilità di rispondere nel modo cosìcompleto, preciso e documentato in cui ha risposto. Con riferimento a ciò che ha detto questa sera ilprocuratore di Palermo, osservo che chi segue queste vicende ele segue con cuore antimafia (io mi vanto di essere unprofessionista dell'antimafia, alla memoria di Sciascia, esono orgoglioso di esserlo) sa che Caselli queste cose leaveva già dette in modo molto convincente in quelle pochebattute che fece su RAITRE da Corleone, dove era andato aseguito di ciò che era successo alle targhe in memoria diFalcone e Borsellino. E' sufficiente aver ascoltato quellepoche battute per capire cosa stia accadendo in questomomento. E vengo alla domanda. E' uscito in italiano in secondaedizione un libro di uno scrittore francese; dello stessolibro è successivamente uscita in Francia una terza edizionecon una postfazione, che io ho letto. In essa si afferma - edio desidero sapere solo se vi sia un riscontro giudiziario, inquanto la notizia mi è sembrata inverosimile - che durante il

Page 68: PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIZIANA PARENTI INDICE · GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica di Palermo. Quello odierno è per noi un esordio, almeno da quando lavoro negli

periodo elettorale, a ridosso delle elezioni politiche, aCapaci è sventolata per tre giorni una bandiera tricolore. PRESIDENTE. C'è un riscontro giudiziario?Pagina 682 GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. Lo apprendo adesso, non sono in grado di... GIACOMO GARRA. Si è detto dei brindisi e delle bottigliedi champagne. GIANCARLO CASELLI, Procuratore della Repubblica diPalermo. A Capaci durante il periodo elettorale...? RAFFAELE BERTONI. ...a ridosso delle elezioni per tregiorni sventolò una bandiera tricolore, che ovviamente non erala bandiera d'Italia. PRESIDENTE. Avendo terminato l'audizione, ringraziamo ilprocuratore Caselli ed il procuratore aggiunto Lo Forte, aiquali ci rivolgeremo per avere la collaborazione necessariaper lo sviluppo di determinati argomenti. La seduta termina alle 23,25.</pre></td></tr></table><table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"><tr><td>

<p>&nbsp;</p>

<hr>

<p align="center"><tt>[<a href="../search/index.htm">Cerca</a>] [&nbsp;<a href="22_00.htm">Precedente</a>&nbsp;] [&nbsp;<a href="../index.htm">Copertina</a>&nbsp;] [&nbsp;<a href="index.htm">Indice</a>&nbsp;] [&nbsp;<a href="24_00.htm">Successiva</a>&nbsp;]</tt></p></td></tr></table></body></html>