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Presidenza del Consiglio dei MinistriDipartimento della Protezione Civile
Clima, crisi ed emergenza: il caso del bacino del PoClima, crisi ed emergenza: il caso del bacino del Po
Mantova, 2 aprile 2007
WORKSHOPWORKSHOPEffetti dei cambiamenti climatici sul bacino del PoEffetti dei cambiamenti climatici sul bacino del Po
Il pensiero scientifico, tecnico e quindi progettuale, per Il pensiero scientifico, tecnico e quindi progettuale, per lungo tempo ed ancor oggi si fonda sul principio dilungo tempo ed ancor oggi si fonda sul principio di
INVARIANZA CLIMATICAINVARIANZA CLIMATICA
L’adattamento, ovvero la mitigazione evolutiva del rischio L’adattamento, ovvero la mitigazione evolutiva del rischio sulla scala delle variazioni climatiche di medio e lungo sulla scala delle variazioni climatiche di medio e lungo periodo, non è mai stato assunta né negli scenari di periodo, non è mai stato assunta né negli scenari di pianificazione dello sviluppo del territorio, né negli pianificazione dello sviluppo del territorio, né negli
scenari progettuali di opere ed infrastrutturescenari progettuali di opere ed infrastrutture
…… in un quadro di sviluppo sostenibile e responsabile già la in un quadro di sviluppo sostenibile e responsabile già la mitigazione “permanente” dei rischi non avrebbe dovuto mitigazione “permanente” dei rischi non avrebbe dovuto
essere…permanente…ma evolversi quantomeno sulla essere…permanente…ma evolversi quantomeno sulla scala temporale e spaziale dei cambiamenti socioscala temporale e spaziale dei cambiamenti socio--
economici e territoriali ... cioè … antropici …economici e territoriali ... cioè … antropici …
Esempio exEsempio ex--postpost(tardivo)(tardivo)
i Piani di bacino stralcio i Piani di bacino stralcio per l’Assetto per l’Assetto IdrogeologicoIdrogeologico
Esempio exEsempio ex--anteante(previdente)(previdente)
i Piani Regolatori per gli i Piani Regolatori per gli AcquedottiAcquedotti
…… il mancato e/o l’erroneo adeguamento “permanente”… il mancato e/o l’erroneo adeguamento “permanente”… quantomeno … all’evidente evoluzione di medio termine quantomeno … all’evidente evoluzione di medio termine ed alla variabilità, sia spaziale che temporale, di breve e ed alla variabilità, sia spaziale che temporale, di breve e
brevissimo termine dei rischi ha già determinato un brevissimo termine dei rischi ha già determinato un aumento progressivo delle situazioni di crisi e della loro aumento progressivo delle situazioni di crisi e della loro
severità e…quindi…un più frequente ed improvviso severità e…quindi…un più frequente ed improvviso manifestarsi di situazioni emergenziali che necessitano manifestarsi di situazioni emergenziali che necessitano
l’intervento di protezione civilel’intervento di protezione civile
La non La non stazionarietàstazionarietà climatica di medio e lungo periodo climatica di medio e lungo periodo aggrava significativamente tale scenario di criticitàaggrava significativamente tale scenario di criticità
The answer(1980 – today)
National System of
Civil Protection‘92
Early worningNational System
Functional Centre‘04
IrpiniaEarthquake
‘80
Italian Departmentof
Civil Protection‘81
1980 1985 1990 1995 2000 2005 year
OldNational Seismic
ClassificationFrom 1909 to 1984
PAI Hydrogeological
Plan of Basin – ‘96
Forest Fire‘00
NewNational Seismic
Classification‘03
Land&Water R.cesL.183/89
TEMPO REALE TEMPO DIFFERITO
ATTIVITÀ, ANCHE STRAORDINARIE E TEMPORANEE, CHE
CONCORRONO A GARANTIRE AZIONI URGENTI ED
INDIFFERIBILI FINALIZZATE ALLA TUTELA
DELL’INTEGRITÀ DELLA VITA, DEI BENI, DEGLI
INSEDIAMENTI E DELL’AMBIENTE DAI DANNI
DERIVANTI DA EVENTI PERICOLOSI …
ATTIVITÀ ORDINARIE DI PIANIFICAZIONE E DI
PROGRAMMAZIONE DI INTERVENTI CHE GARANTISCANO CONDIZIONI
PERMANENTI ED OMOGENEE PER LA PROMOZIONE, LA CONSERVAZIONE
ED IL RECUPERO DI CONDIZIONI AMBIENTALI E TERRITORIALI
CONFORMI AGLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITÀ ED ALLA QUALITÀ
DELLA VITA …
STRUTTURE DI PROTEZIONE CIVILE
STRUTTURE DIFESA ED USO DEL SUOLO E DELLE ACQUE, NONCHÉ DI TUTELA DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO
Attività di prevenzione, contenimento del danno e mitigazione del rischio
……dalladalla pianificazione dei rischi nel tempo pianificazione dei rischi nel tempo differito…aldifferito…al sistema di allertamento in sistema di allertamento in tempo tempo reale…reale…..
…… a Scenari di rischio nel tempo reale …a Scenari di rischio nel tempo reale …
scenario di rischio “medio” predisposto su valori di riferimento delle grandezze caratteristiche dell’evento possibile e dei conseguenti effetti, nonché sulla base,
sia di conoscenze storiche del manifestarsi e dell’evolversi nel tempo e sul territorio di precedenti eventi significativi, sia di modellazioni, anche speditive,
degli eventi e degli effetti ritenuti più probabili.
Evoluzione spazio-temporale del rischio, conseguente all’evoluzione nello spazio e nel tempo dell’evento possibile, atteso o in atto, della distribuzione e consistenza
degli esposti stimati e della loro vulnerabilità, anche a seguito di azioni di contrasto.
… da Prefigurati Scenari di rischio …
DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 27.02.20DIRETTIVA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 27.02.200404“Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idrogeologico e inazionale, statale e regionale, per il rischio idrogeologico e idraulico”draulico”
21 Centri Funzionali Regionali
9 formalmente attivi ed operativi
4 operativi di fatto
Centro Funzionale Centrale presso Il Dipartimento della protezione civile
La gestione del sistema di allerta nazionale è La gestione del sistema di allerta nazionale è assicurata dal Dipartimento della protezione civile, assicurata dal Dipartimento della protezione civile, dalle Regioni e dalle Province autonome attraverso dalle Regioni e dalle Province autonome attraverso la rete dei la rete dei Centri FunzionaliCentri Funzionali,, nonché dalle nonché dalle strutture regionali ed dai centri di competenza strutture regionali ed dai centri di competenza chiamati a concorrere funzionalmente ed chiamati a concorrere funzionalmente ed operativamente.operativamente.
La finalità è fornire un servizio continuativo di supporto alle La finalità è fornire un servizio continuativo di supporto alle decisioni decisioni delle autorità competenti per le delle autorità competenti per le allerteallerte e per la gestione dell’emergenzae per la gestione dell’emergenza
2040 stazioni in 2040 stazioni in telemisuratelemisura trasmettono dati ogni mezz’ora al CFCtrasmettono dati ogni mezz’ora al CFCNumero totale di sensoriNumero totale di sensori: 1400 pluviometri e 900 idrometri: 1400 pluviometri e 900 idrometri
Compito della rete dei Centri Funzionali è Compito della rete dei Centri Funzionali è quello di far confluire ed integrare tra loro:quello di far confluire ed integrare tra loro:
dati rilevati dalle reti dati rilevati dalle reti strumentali di monitoraggio strumentali di monitoraggio a terra e dalle piattaforme a terra e dalle piattaforme satellitari disponibili;satellitari disponibili;
dati cartografici, territoriali,dati cartografici, territoriali,ed ambientali;ed ambientali;
informazioni non informazioni non strumentali ottenute dai strumentali ottenute dai presidi territoriali e dalla presidi territoriali e dalla strutture operative.strutture operative.
modellazioni degli modellazioni degli eventi e degli effetti eventi e degli effetti sulla popolazione, i sulla popolazione, i beni e l’ambiente;beni e l’ambiente;
SERVIZIO DI GOVERNO DELLE PIENESERVIZIO DI GOVERNO DELLE PIENE
SERVIZIO IDROMETRICO SERVIZIO DI PREVISIONE E MONITORAGGIO
Attività svolte daiCENTRI FUNZIONALI
SERVIZIO PIENA anche su opere idrauliche di 1ª e 2ª
categoria
SERVIZIO DI PRESIDIO TERRITORIALE IDRAULICO
(esteso a tutti i corsi d’acqua che presentino evidenze di criticità)
SERVIZIO DI REGOLAZIONE DEI DEFLUSSI
Livelli di criticità
Attività svolte dal soggetto delegato dalla Regione
Attività svolte dai gestori
Regione e DPC con il concorso tecnico
di AdB, RID
Regione
Regione/DPC
Piano di emergenza provinciale
Piano di emergenza della diga
Documento di protezione civile
Pianificazione e programmazione di
protezione civile
R.D. 2669/1937R.D. 2669/1937 I SERVIZII SERVIZI CHI GESTISCE …CHI GESTISCE … CHI GOVERNA …CHI GOVERNA …
Servizio di governo delle piene: regolazione dei Servizio di governo delle piene: regolazione dei deflussideflussi
Flusso delle informazioni durante l’eventoCF DEC. GESTORE
UTGdi riferimento RID
compartimentale
Servizio presidio territoriale idraulico
Manovre ed informazioni
Dati monitoraggio
•Insieme dei dati e delle informazioni raccolte•Livelli di criticità
AdB
Dati monitoraggio invaso
RID
informazioni
UTGvalle
Unità di comando e controllo
(Regioni e/o Prov.aut.me, DPC)
Trasmissione consenso per manovre extra documento di protezione civile della diga e/o piano di laminazione
Trasmissione manovre
Piano di laminazione
CF. DI RIF.
…… la non la non stazionarietàstazionarietà climatica di medio e climatica di medio e lungo periodo non fanno che aggravare lungo periodo non fanno che aggravare “permanentemente” tali scenari di “permanentemente” tali scenari di criticità…criticità…..
Precipitazione Estate (mm)
Lag -1
oo
o
oo
o
o o
oo
o
o
oo
o
o
o o
oo
1990 1995 2000 2005
-3-2
-10
12
34
o OBS
+ +
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
++
++ +
1990 1995 2000 2005
-3-2
-10
12
34
+ MOS (23)
#
#
#
##
#
#
#
# # #
#
##
#
#
# ## # #
1990 1995 2000 2005
-3-2
-10
12
34
# PP (45)
Lag -2
Lag -1
[-70:+70]
[-50:+50]
Le temperature stanno salendo più velocemente
100 0.074±0.01850 0.128±0.026
I 12 anni più caldi:1998,2005,2003,2002,2004,2006, 2001,1997,1995,1999,1990,2000
Period Rate
Years °/decade
Primo periodo di crescita (ultimi 12 anni): i) maggiori consumi idrici ed energetici;ii) Ripresa del diffondersi di vecchi agenti epidemiologici,
accompagnata dal manifestarsi di nuovi;iii) Insufficienza dell’organizzazione urbana e sanitaria soprettutto per le
categorie più deboli e risposte inadeguate;iii) intensificazione di eventi pericolosi come gli incendi di bosco ed in
area rurale, manifestazioni temporalesche virulente accompagnateda eventi alluvionali improvvisi;
Ulteriore periodo di crescita (ultimi cinque anni) : i) Manifestazione di periodi siccitosi ed ondatae di calore;ii) Aumento non governato dei consumi idrici ed energetici con
conseguente conflitto tra le diverse comunità di utenti, danni alle attività produttive e rischio di blackout, anche totale;
iii) Aumento significativo del rischio per i soggetti suscettibili, come bambini, anziani e malati cronici;
iii) intensificazione degli incendi di interfaccia rurale-urbana;iv) Aumento delle vittime e dei danni dagli eventi intensi e localizzati;
CLIMA E DIFESA DEL SUOLOCLIMA E DIFESA DEL SUOLONecessità di adeguamento normativo, tecnico e finanziario alla lNecessità di adeguamento normativo, tecnico e finanziario alla luceuce
delle tendenze climatiche e della vulnerabilità (2003)delle tendenze climatiche e della vulnerabilità (2003)
Le “anomalie” climatiche impongono al Le “anomalie” climatiche impongono al sistema della protezione civilesistema della protezione civile nuove nuove attenzioni e nuove sfide nel attenzioni e nuove sfide nel tempo tempo
realereale per la gestione del per la gestione del rischio residuorischio residuosu scale temporali e spaziali sempre su scale temporali e spaziali sempre
più piccole, ma non ne cambiano né le più piccole, ma non ne cambiano né le finalità, né le funzioni, né il corretto finalità, né le funzioni, né il corretto rapporto con i rapporto con i soggetti prepostisoggetti preposti a a
gestire il gestire il rischio ordinariorischio ordinario nel nel tempo tempo differitodifferito
Lago Effimero (settembre 2001)Lago Effimero (settembre 2001)
CLIMA E DIFESA DEL SUOLOCLIMA E DIFESA DEL SUOLONecessità di adeguamento normativo, tecnico e finanziario alla lNecessità di adeguamento normativo, tecnico e finanziario alla luceucedelle tendenze climatiche e della vulnerabilità (2003)delle tendenze climatiche e della vulnerabilità (2003)
Lago Effimero (luglio 2002)
Lago Effimero (luglio 2002)Lago Effimero (luglio 2002)
Lago Effimero (luglio 2002)Lago Effimero (luglio 2002)
LA RETE METEOIDROGRAFICA LA RETE METEOIDROGRAFICA -- SPECIALIZZAZIONESPECIALIZZAZIONE
CLIMA E DIFESA DEL SUOLOCLIMA E DIFESA DEL SUOLONecessità di adeguamento normativo, tecnico e finanziario alla lNecessità di adeguamento normativo, tecnico e finanziario alla luceucedelle tendenze climatiche e della vulnerabilità (2003)delle tendenze climatiche e della vulnerabilità (2003)
IL LAGO EFFIMERO 2003
Bollettino di Monitoraggio del Lago ghiacciaio di Belvedere
IL LAGO EFFIMERO 2003IL LAGO EFFIMERO 2003
Lago Effimero - monitoraggio 2002Volumi e livelli giornalieri
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
28/0
6/20
02
05/0
7/20
02
12/0
7/20
02
19/0
7/20
02
26/0
7/20
02
02/0
8/20
02
09/0
8/20
02
16/0
8/20
02
23/0
8/20
02
30/0
8/20
02
06/0
9/20
02
13/0
9/20
02
Volu
me
(Mm
c)
2120.0
2125.0
2130.0
2135.0
2140.0
2145.0
2150.0
2155.0
2160.0
2165.0
2170.0
Live
lli (m
slm
)
Volume
Livelli da letture manuali
Livelli da profondimetro
Lago Effimero - monitoraggio 2003Volumi e livelli giornalieri
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
03/0
6/20
03
10/0
6/20
03
17/0
6/20
03
24/0
6/20
03
Volu
me
(Mm
c)
2025.0
2030.0
2035.0
2040.0
2045.0
2050.0
2055.0
Live
lli (m
slm
)
Volume
Livelli
Massimo calo Massimo calo giornaliero giornaliero
AnnoAnno
Massimo Massimo LivelloLivello
[m [m slmslm]]
Massimo Massimo Volume Volume invasato invasato [10[1066 mm33]]
Massima Massima Superficie Superficie [10[1033 mm22]]
Volume Volume [10[1022 mm33]]
DataData
20022002 2164.52164.5 3.1483.148 134134 142142 3 Agosto3 Agosto
20032003 2053.32053.3 2.2172.217 110110 731731 20 Giugno20 Giugno
IL LAGO EFFIMERO 2002-2003
IL LAGO EFFIMERO 2003IL LAGO EFFIMERO 2003
Conoscenze:Situazione climatologicaStato delle disponibilità idricheCriticità per uso potabile
Azioni:Attività di pianificazione e ripartizione delle risorse disponibiliLinee guida per informazioni alle popolazioni sulla gestione delle crisi idricheGestione emergenza crisi idriche
Siccità e deficenze idriche
In un sistema di approvvigionamento si verifica una situazione di deficienza idrica quando l’ordinaria domanda d’acqua da parte degli utenti non può più essere corrisposta, sia per eventi di siccità, inquinamento o errata gestione delle fonti di alimentazione, sia per carenza negli impianti (D.P.C.M. 4 marzo 1996)
Le situazioni di deficienza idrica connesse con la siccità, che è una manifestazione non permanente del clima, associata ad una temporanea carenza di piogge, si manifestano in forme diverse a seconda dei diversi contesti d’uso delle risorse idriche disponibili.
EMERGENZE IDRICHE: DEFINIZIONEEMERGENZE IDRICHE: DEFINIZIONE
DEFINIZIONIDEFINIZIONI
TEMPO REALETEMPO REALE TEMPO TEMPO DIFFERITODIFFERITO
a partire dai minuti per
arrivare mesi
a partire dai mesi per giungere ai
secoli
Regioni
Autorità di bacino
Province
ATO
Servizio Nazionale di Protezione Civile
Commissari Delegati
GOVERNO DELLE CRISI IDRICHE A SCALA DI BACINOGOVERNO DELLE CRISI IDRICHE A SCALA DI BACINO
REGIONI
AUTORITÀ DI BACINO
Dipartimento della protezione civile─ FAVORIRE UN RAPIDO SUPERAMENTO DELLE CRITICITÀ IN ESSERE, ANCHE STRUTTURALI
─ EVITARE CHE LE SITUAZIONI DI CRISI EVOLVANO IN EMERGENZE
ATO
INFORMAZIONEPOPOLAZIONE
GESTORI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO PRIMARIOGESTORI SERVIZI IDRICI
PREVENZIONE
GESTIONE DI UNA SITUAZIONE EMERGENZIALE
PREVISIONE
SISTEMA A SCALA DI DISTRETTO E/O AREA
INDUSTRIALE
SCALA DI AMBITO TERRITORIALE OTTIMALE PER IL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO E/O IRRIGUO
MUNICIPALITÀ IMPRESE AGRICOLE─ PRODUZIONE ENERGIA
─ QUALITÀ DELLE ACQUE
── MONITORAGGIO DEI MONITORAGGIO DEI DATI CLIMATOLOGICIDATI CLIMATOLOGICI
── MONITORAGGIO DELLE MONITORAGGIO DELLE RISORSE DISPONIBILIRISORSE DISPONIBILI
── MONITORAGGIO DEI MONITORAGGIO DEI CONSUMICONSUMI
ADB CF regionali
REGIONI
PIANI DI PROTEZIONE CIVILE O DI EMERGENZA
OBIETTIVI: MODALITÀ E STRUMENTIOBIETTIVI: MODALITÀ E STRUMENTIPRIMO OBIETTIVO PRIMO OBIETTIVO SPECIFICOSPECIFICO
GARANTIRE IL CONSUMO UMANO ANCHE AI FINI IGIENICO-SANITARI
PRIMA PRIORITÀ ─ Favorire il ruolo ordinario delle autorità interessate
─ Coinvolgimento degli interessi e dei soggetti gestori
─ Promuovere l’utilizzo degli strumenti ordinari di concertazione
SECONDA PRIORITÀ ─ Stato di emergenza
─ Ordinanza di protezione civile
─Deroghe alla normativa
─Interventi temporanei e urgenti
─Interventi di accelerazione della pianificazione, del quadro legislativo e finanziario ordinari
─
Commissari Delegati: Presidenti delle Giunte Regionali Uffici Commissariali/Regionali
Dichiarazione dello stato di emergenza Ordinanza di protezione civile
Conferisce ai Presidenti delle regioni, nominati commissari Straordinari, i poteri e gli strumenti necessari per fronteggiare l’emergenza nel settore dell’approvvigionamento idrico e del servizio idrico integrato:
•predisporre un programma di interventi urgenti e necessari per fronteggiare la situazione di crisi idrica nei settori della captazione, trasporto, adduzione, trattamento dell’acqua grezza e distribuzione delle acque •acquisire fonti di approvvigionamento esistenti, nonché modificare temporaneamente la destinazione delle risorse idriche e l’assegnazione delle portate da utilizzare, avuto comunque riguardo ai principi sanciti dagli artt. 2 e 28 della legge 5 gennaio 1994, n. 36 •accelerare l’esecuzione di interventi già finanziati o presenti nella programmazione regionale, interregionale e statale•dare completa attuazione al servizio idrico integrato ai sensi della legge 5 gennaio 1994, n. 36 e successive modifiche ed integrazioni
affrontare l’emergenza in un contesto organico e complessivo che tenga conto non solo delle precarie condizioni meteorologiche ma anche dello stato delle strutture e infrastrutture idriche
esistenti
RegioneRegione DPCMDPCM ScadenzaScadenza
Basilicata Basilicata 11.12.200211.12.2002 31.12.200331.12.2003
PugliaPuglia 11.12.200211.12.2002 31.12.200331.12.2003
SardegnaSardegna 13.12.200113.12.2001 31.12.200331.12.2003
Sicilia Sicilia 6.12.20026.12.2002 31.12.200431.12.2004
UmbriaUmbria 20.12.200220.12.2002 31.12.200331.12.2003
Territorio dei comuni a sud Territorio dei comuni a sud di Roma serviti dal di Roma serviti dal Consorzio per lConsorzio per l’’acquedotto acquedotto del del SimbrivioSimbrivio (Lazio)(Lazio)
10.01.200310.01.2003 31.12.200331.12.2003
Comune di Reggio CalabriaComune di Reggio Calabria 19.06.200319.06.2003 31.12.200431.12.2004
Comune di PistoiaComune di Pistoia 19.08.200319.08.2003 31.12.200431.12.2004
Regioni settentrionali Regioni settentrionali (Emilia Romagna, (Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Piemonte, Veneto, Lombardia, Friuli Lombardia, Friuli V.GV.G.).)
31.07.200331.07.200319.08.200319.08.2003
31.10.200331.10.2003
Comune di GenovaComune di Genova 7.11.20037.11.2003 31.12.200431.12.2004
Dipartimento della Protezione Civile
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ufficio Pianificazione, Valutazione e Prevenzione dei Rischi
Roma, giugno 2002
La legge italiana sancisce che l’acqua è un bene pubblico e deve essere governato ed utilizzato secondo i principi della solidarietà e del risparmio idrico, garantendo prioritariamente l’uso umano, quindi quello agricolo e poi quello industriale.
Generalmente, il Servizio di approvvigionamento delle acque “all’ingrosso”, che precede il Servizio Acque Potabili ed il Servizio Irriguo, non è né adeguatamente sostenuto, né adeguatamente gestito.
Schema idrico per l'approvvigionamento primario dell'Ente Autonomo Flumendosa
Prezzo acqua grezza e potabilizzata
0
100
200
300
400
500
600
1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999
£/m
c
Generalmente l’utente del Servizio di approvvigionamento delle acque “all’ingrosso” paga solo i canoni di concessione del demanio idrico.
L’inadeguatezza della rete acquedottistica in Italia rappresenta una delle componenti che denotano l’arretratezza del settore idrico nazionale rispetto alle altre realtà europee e soprattutto rispetto ai nostri bisogni quotidiani.
Negli ultimi 20 anni la situazione meteo-climatica in Italia ha assunto un aspetto particolarmente inquietante, manifestandosi con una riduzione delle precipitazioni soprattutto in quelle regioni del Paese in cui la disponibilità idrica dipende principalmente dalle acque superficiali e sorgive e quindi da quelle sotterranee
Ciascuno di noi dovrebbe, quindi, praticare un risparmio generale
dell’acqua potabile ed un suo uso razionale.
Piani di comunicazione sulla base Piani di comunicazione sulla base degli indirizzi definiti dal DPCdegli indirizzi definiti dal DPC
SICILIA
BASILICATA
PUGLIA
CAMPANIA
DPC
MEDIA SCUOLE ETC.
Indirizzi tecnico-operativi per la pianificazione delle azioni di contrasto agli effetti delle emergenze idriche
PIANO DI EMERGENZA PER PIANO DI EMERGENZA PER IL SUPERAMENTO DELLE IL SUPERAMENTO DELLE
EMERGENZE IDRICHEEMERGENZE IDRICHE
Dati di baseDati di base
Scenari di criticitàScenari di criticità Indicatori di eventoIndicatori di evento
ObiettiviObiettivi
Azioni di contrastoAzioni di contrasto
Riduzione della Riduzione della domandadomanda
Incremento delle disponibilità Incremento delle disponibilità idricheidriche
CAMPAGNE PUBBLICITARIE
RAZIONAMENTO DELLE EROGAZIONI
ETC APPROVVIGIONAMENTI ALTERNATIVI
Aree a rischio di Aree a rischio di criticitàcriticità
DISTRIBUZIONE ACQUA POTABILE CON AUTOBOTTI OPPURE IMBUSTATA
La crisi idrica del 2003 nel bacino del Po
-7,5
-7-6,5
-6
-5,5
-5-4,5
-401-apr-03 21-mag-03 10-lug-03 29-ago-03 18-ott-03
(m)
Lago Maggiore a Sesto Calende - Altezze idrometricheminime medie massime 2003
Andamento idrometrico del fiume Po alla sezione di Pontelagoscuro (FE)
Crisi idrica Crisi idrica dell’estate 2003 nel dell’estate 2003 nel bacino del fiume Pobacino del fiume Po
La situazione climatica, caratterizzata da un aumento delle temperature medie stagionali e da una eccezionale scarsità di precipitazioni nel primo semestre 2003, ha determinato un aumento ed un anticipo stagionale dell’uso irriguo della risorsa idrica ed il contestuale aumento dei consumi elettrici ed idropotabili, anche per far fronte al grande caldo manifestatosi nelle aree urbane.
270 mc/s
MINIMO DEFLUSSO STORICO: 275 mc/s
MINIMO STORICO: -6,76 m
Centrale di Porto Tolle
Crisi energetica Crisi energetica dell’estate 2003dell’estate 2003
CAUSE:─ Elevate temperature ─ Scarsezza precipitazioni nelle regioni
settentrionali, anche primaverili─ Crescita dei consumi ai limiti delle
riserve ─ Scarsa disponibilità e degli insufficienti
livelli idrici per le produzioni termoelettriche d’energia, soprattutto lungo l’asta del Po e di alcuni dei suoi affluenti
─PORTATA DI CONCESSIONE 80 mc/s
─PORTATA UNITARIA DI FUNZIONAMENTO 20 mc/s
─TEMPERATURA LIMITE ALLO SCARICO 37° C
DICHIARAZIONI DI STATO DI EMERGENZA IDROPOTABILE
1)PIEMONTE → CRISI SORGENTI ALPINE E PEDEMONTANE
2)EMILIA ROMAGNA→ CRISI SORGENTI APPENNINICHE E PEDEMONTANE E DELLA CITTÀ DI FERRARA
Una serie di fattori contemporanei hanno determinato un eccessivo fabbisogno di energia elettrica che, non potendo essere coperto dalle disponibilità, ha portato il GRTN a disporre la disalimentazione di utenze elettriche sul territorio nazionale
per fasce orarie differenti (attuazione del PESSE)
La misura, attuata in tempi molto ristretti, ha evidenziato gravi carenze nell’attività di informazione alla popolazione interessata dai distacchi,
causando notevoli disagi
altezze idrometriche registrate in alcune sezioni del Po
Disalimentazione dell’energia elettrica del 26 giugno 2003
anomalia mensile termica espressa in °C
Al Gestore Rete Trasmissione nazionaleAl Gestore Rete Trasmissione nazionale
per allertare in tempo le società di distribuzione affinché possano informare
la popolazione
Alle Società di distribuzioneAlle Società di distribuzione
per predisporre misure adeguate ad assicurare la tempestiva diffusione delle informazioni relative alle aree interessate
dai distacchi
Ai PrefettiAi Prefetti
per disporre la verifica della funzionalità di sistemi alternativi di generazione di energia in strutture di pubblica utilità e
sicurezza pubblica;
per verificare di intesa con i Sindaci che la popolazione venga informata dalle
Società di distribuzione
Indirizzi operativi funzionali a superare le criticità del PESSE27 giugno 2003
Protocollo d’intesa per la situazione idrica del bacino del Po Parma, 18 luglio 2003
Al fine di intervenire sulla difficile situazione idrica che ha interessato tutta l’asta del Fiume Po, e per definire nuove procedure operative atte a garantire la disponibilità di risorse differenziate rispetto alle utenze, il Dipartimento della Protezione Civile si è fatto promotore di un’intesa stipulata con:
- l’Autorità di bacino del fiume Po- le Regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, - l’AIPO (Agenzia Interregionale per il Fiume Po), - il GRTN, - i Consorzi regolatori dei laghi, - l’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazione), - le società di produzione di energia elettrica presenti nel bacino
La crisi idrica del 2006 nel bacino del Po
Lago Maggiore a Sesto Calende -Altezze idrometriche
minime medie massime 2006
Crisi idrica Crisi idrica dell’estate 2006 nel dell’estate 2006 nel bacino del fiume Pobacino del fiume Po
Situazione climatica caratterizzata da precipitazioni invernali e primaverili maggiori rispetto al 2003, ma nettamente inferiori alla media storica nei mesi di aprile e maggio.
Consistenti prelievi irrigui del periodo maggio-giugno per alcune colture particolarmente idroesigenti.
Mancanza di rilasci dagli invasi alpini a causa di una contenuta produzione idroelettrica conseguente ad una richiesta di energia in rete inferiore alla media stagionale.
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mc/
s
2003
2006
Portata critica 320 mc/s
Andamento delle portate alla sezione di Pontelagoscuro (FE)
Principali criticità
approvvigionamento idropotabile della città di Ferrara e del Lido Ferrarese approvvigionamento idrico per il settore irriguo, la situazione più critica quella dell’impianto di derivazione del Canale Emiliano Romagnolorisalita del cuneo salino nella zona del Delta con conseguenti problemi per l’approvvigionamento idrico ad uso irriguo e con effetti sullo stato ambientale dell’area;possibili problemi per la derivazione dell’acqua di raffreddamento delle centrali termoelettriche a causa dei bassi livelli idrici lungo l’asta del Po
DPCM 28.07.2006Dichiarazione dello stato di emergenza nei territori
interessati dalla crisi idrica che sta determinando una situazione di grave pregiudizio agli interessi nazionali nel bacino idrografico del fiume Po e bacini limitrofi.
Riunione della c.d. “cabina di regia” del 02.08.2006
Indicazioni operativeA) Gestori invasi idroelettrici
• esercizio a pieno regime delle turbine idroelettriche;
• funzionamento degli invasi ad acqua fluente;• rinvio delle operazioni di manutenzione
ordinaria e straordinaria.B) Enti gestori grandi laghi prealpini regolati
• rilascio delle portate erogate nella precedente settimana;
• deroga ai limiti minimi ordinari di regolazione;C) Consorzi di bonifica ed Associazioni di irrigazione
• piano di progressiva riduzione delle necessità irrigue;
riduzione dei consumi - risparmio idrico del 5% D) Controllo prelievi abusivi.
Avvio delle attività di governo e gestione delle crisi del 2007
Attività di sorveglianza in tempo reale del DPC:
• Monitoraggio continuo delle situazioni in atto attraverso la rete nazionale del Centri Funzionali le Regioni, le AdB, Agenzie, Associazioni, Enti pubblici e privati …
(… in data 8 febbraio 2007 la prima “Nota sull’evolversi della situazione idrologica in Italia ai fini della prevenzione delle crisi idriche” …)
• Previsione e valutazione degli scenari di criticità e della loroevoluzione a brevissimo termine attraverso i Centri di Competenza e, ove del caso, la Commissione Grandi rischi …
(… in data 15 gennaio 2007 l’insediamento del “Gruppo tecnico-scientifico per le previsioni meteorologiche mensili e stagionali”…)
Attività di previsione e valutazione del DPC
… il 15 gennaio 2007 si insedia il “Gruppo tecnico-scientifico per le previsioni meteorologiche mensili e stagionali” costituito da :
• Prof. Franco Prodi per l’ISAC – CNR• Prof. Giancarlo Maracchi per l’IBMET – CNR• Gen. Massimo Capaldo & Col. Costante De Simone per il UMSA -
CNMCA dell’Aeronautica Militare• Prof. Stefano Tibaldi per l’ARPA – SIM della Regione Emilia Romagna• Dott. Domenico Vento per l’UCEA del MIPAAF
… che si è regolarmente riunito in seduta il 5 e 28 febbraio ed il 3 e 20 aprile 2007 valutando che …
Sintesi dei diversi scenari di criticità per Sintesi dei diversi scenari di criticità per bacino idrografico e per singole Regionibacino idrografico e per singole Regioni
In crisi acuta ….. il bacino del PoIn crisi grave ….. il bacino dell’AdigeIn crisi latente … i bacini dell’Alto Adriatico, dell’Arno e
del Tevere ed alcuni territori delle regioni Umbria e Marche
Avvio delle attività di governo e gestione delle crisi del 2007
La Risoluzione congiunta delle Commissioni Ambiente ed Agricoltura della Camera in data 6 marzo 2007:- Conferenza nazionale delle acque per definire anche un piano nazionale di interventi ed azioni per la riduzione delle vulnerabilità del sistema idrico ed energetico nazionale (tempo differito) …- Dichiarazione di stato di emergenza ed una Cabina di regia nazionale al fine di governare e gestire in modo unitario e coordinato le crisi in atto e/o attese (tempo reale) …
La Circolare del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 5 marzo 2007 relativa ad “Indicazioni operative per fronteggiare eventuali crisi idriche “, anche ai sensi del DPCM del 4 marzo 1996:- Attività di concertazione e coordinamento in loco presso Regioni, AdB, Prefetture, Associazioni, etc … (tempo reale)
Attività del Ministero per lo Sviluppo Attività del Ministero per lo Sviluppo Economico nel 2007 Economico nel 2007
Disponibilità TurbogasDisponibilità TurbogasMassima importazione dall’EsteroMassima importazione dall’EsteroSbarramento temporaneo del Po a “La Casella”Sbarramento temporaneo del Po a “La Casella”DisponibiltàDisponibiltà canali per “canali per “TurbigoTurbigo” e “” e “TavazzanoTavazzano””Programmazione produzione idricaProgrammazione produzione idricaRegolazione dei livelli del Po per “Regolazione dei livelli del Po per “SermideSermide”, “Ostiglia” e “La ”, “Ostiglia” e “La Casella” Casella” Deroghe ambientaliDeroghe ambientaliAumento disponibilità interrompibili e valutazione Aumento disponibilità interrompibili e valutazione
CABINA DI REGIA DEL BACINO DEL POCABINA DI REGIA DEL BACINO DEL PO
A. Monitoraggio idrologico dei fiumi e laghi e precipitazioni nei relativi bacini
B. Attività di supporto alla stesura dei piani di regolazione delle piene e alle modalità di regolazione dei deflussi con l'obbiettivo di minimizzare le situazioni di rischio
C. Attività di coordinamento del monitoraggio idraulicoCentro di Competenza del DPC : Accordo stipulato in data 22 dicembre 2005
Convenzione stipulata in data 20 luglio 2006
ADDA
CHIESE
MINCIO
OGLIO
TICINO
Attività del Ministero per le Politiche Agricole, Attività del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Alimentari e Forestali
•• Avvio del Piano nazionale per l’irrigazioneAvvio del Piano nazionale per l’irrigazione
Delibera del Consiglio Nazionale dell’ANBI in data 16 aprile u.Delibera del Consiglio Nazionale dell’ANBI in data 16 aprile u.s.s.
Ai fini di cui sopra l’ANBI e il Dipartimento della protezione civile si impegnano affinché le Regioni promuovano tra le rispettive rappresentanze, ai diversi livelli istituzionali ed operativi, specifiche intese per l’attuazione del presente protocollo.
Intesa febbraio 2006Intesa febbraio 2006
Il Dipartimento della protezione civile, nel riconoscere l’importante ruolo di presidio territoriale svolto dai Consorzi di bonifica, si impegna a promuovere
in sede locale una costante azione sinergica tra il Servizio Nazionale della Protezione civile e i Consorzi di bonifica, finalizzata alla realizzazione di azioni ed interventi mirati alla mitigazione del rischio idrogeologico ed idraulico.
in sede locale accordi tra i Centri Funzionali decentrati e i Consorzi di bonifica, finalizzati alla condivisione dei dati di osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, dell'evento meteoidrologico ed idrogeologico in atto relativi al territorio di competenza
presso le Regioni il coinvolgimento, anche al di fuori delle attività proprie dei presidi territoriali, dei Consorzi di bonifica negli interventi tecnici urgenti ed indifferibili, in particolare anche manutentivi del reticolo minore, che si rendessero necessari per finalità di protezione civile.
L’ANBI si impegna a promuovere presso i Consorzi di bonifica associati la più puntuale disponibilità alla collaborazione con i soggetti del Servizio Nazionale della Protezione civile presenti ed attivi sul territorio di competenza, ogni qualvolta, sia nella fase preventiva che in quella emergenziale, venga richiesta.
Attività del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
nel 2007
… tra le diverse tutele certamente quella del “minimo deflusso vitale” e del “uso idropotabile della risorsa idrica” si rappresentano di particolare importanza…
…L’uso idropotabile, benchè largamente minoritario rispetto agli altri usi va garantito in via prioritaria. A tal fine appare necessario che il Comitato di Vigilanza per le Risorse Idriche si attivi per il monitoraggio delle possibili situazione di crisi idropotabili presso le Autorità d’Ambito ed i gestori del Servizio Idrico Integrato…
CABINA DI REGIA DEL BACINO DEL PO anche CABINA DI REGIA DEL BACINO DEL PO anche nel 2007 …. !!!!!nel 2007 …. !!!!!
• Regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Provincia Autonoma di Trento
• Centri funzionali operativi e Centro Funzionale della Regione E.Romagna di riferimento
&
• Autorita’ di bacino del fiume Po
&
• Agenzia interregionale per il Po • Terna • Consorzi regolatori dei laghi • Associazione nazionale bonifiche e l’irrigazione • Società per la produzione di energia
&
• DPC – Presidenza Consiglio dei Ministri• Ministero dell’ambiente e per la tutela del territorio e del mare• Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali• Ministero dello sviluppo economico
… quindi …
4 maggio 2007 … Dichiarazione dello stato di emergenza per le regioni del centro – nord
15 giugno 2007 … OPCM n.3598
… che organizza il modello di intervento:i) sulla base dell’esperienza fatta
ii) Sull’analoga organizzazione del governo delle piene di cui alla Direttiva del PCM del 27 febbraio 2004
iii) Traguardando verso l’organizzazione istituzionale del Distretto Idrografico del Po