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Presentiamo un lavoro interdisciplinare su un argomento alquanto insolito per dei ragazzi e delle ragazze che vivono in città e hanno pochi contatti con il mondo agricolo. Il tema riguarda la biodiversità in agricoltura. Oggetto del nostro studio è stata la mela, un prodotto tipico del nostro territorio. Abbiamo analizzato il settore primario in ambito tecnico/scientifico e scoperto che esistono vari tipi di mele diverse per forme, colori, sapori e stagionalità che possono essere coltivate con tecniche agrarie ecosostenibili. Per far emergere in modo insolito e originale le conoscenze acquisite abbiamo dato spazio alla fantasia e scritto due racconti aventi come protagonista la nostra mela. Nel laboratorio di informatica abbiamo ideato e progettato questa videopresentazione, per mettere in evidenza anche alcuni aspetti dell'agricoltura biologica e sostenibile. ISTITUTO COMPRENSIVO 8 VERONA SEDE “V. BETTELONI” ANNO SCOLASTICO 2015/2016 CLASSE 1G

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Presentiamo un lavoro interdisciplinare su un argomento alquanto insolito per dei ragazzi e delle ragazze che vivono in città e hanno pochi contatti con il mondo agricolo. Il tema riguarda la biodiversità in agricoltura. Oggetto del nostro studio è stata la mela, un prodotto tipico del nostro territorio. Abbiamo analizzato il settore primario in ambito tecnico/scientifico e scoperto che esistono vari tipi di mele diverse per forme, colori, sapori e stagionalità che possono essere coltivate con tecniche agrarie ecosostenibili. Per far emergere in modo insolito e originale le conoscenze acquisite abbiamo dato spazio alla fantasia e scritto due racconti aventi come protagonista la nostra mela. Nel laboratorio di informatica abbiamo ideato e progettato questa videopresentazione, per mettere in evidenza anche alcuni aspetti dell'agricoltura biologica e sostenibile.

ISTITUTO COMPRENSIVO 8 VERONA SEDE “V. BETTELONI” ANNO SCOLASTICO 2015/2016 CLASSE 1G

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C’era una volta un timido melo, che cresceva in un campo di un paese chiamato Zevio. Il melo aspettava impaziente l’arrivo della sera per ammirare le numerose stelle che brillavano nel cielo immenso. Un giorno, uno gnomo fece visita a tutti gli alberi del campo con l’intento di esaudire un loro desiderio. Fra tutti scelse il timido melo chiedendogli quale fosse il suo desiderio. Il melo non esitò: “Vorrei avere una stella tutta mia”. Lo gnomo gli disse “Esaudirò il tuo desiderio solo dopo che i tuoi rami si saranno riempiti di frutti maturi”. Il melo si impegnò a crescere forte e sano esponendo i suoi rami al sole, circondandosi di siepi e nutrendosi dell’acqua piovana. Chiamò in suo aiuto i fiori del prato, le api, le coccinelle, gli uccelli e tanti piccoli amici insetti … Passarono i giorni e le notti e i suoi rami si riempirono di tante variopinte mele. In una notte di luna piena ritornò lo gnomo che vide queste bellissime mele ed esclamò: “Vedo che ti sei impegnato molto, che bei frutti! Hai dato vita a un ecosistema perfetto, ma come hai fatto?” “Ho chiamato a vivere con me, nel mio prato tanti arbusti che intrecciandosi insieme hanno formato una siepe dove hanno nidificato tante varietà di uccelli che si sono nutriti dei perfidi parassiti. Le api in primavera si sono posate sui miei fiori impollinandoli; le coccinelle si sono cibate degli insopportabili pidocchi e il mio terreno si è arricchito con l’humus, il letame e il verde sovescio”. Lo gnomo stupefatto gli disse: “Il desiderio che mi hai chiesto è già stato esaudito perché tu non sapevi di avere dentro di te la stella che tanto desideravi. Ogni tuo frutto contiene in sé questa stella segreta e ogni bambino, che per mangiarlo lo taglierà a metà, in senso orizzontale, lo scoprirà.”

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La siepe è una struttura vegetale generalmente “plurispecifica” (composta da 2 o più specie) ad andamento lineare, preferibilmente disposta su più file, con sviluppo verticale (cioè con chiome a diverse altezze) legato alla compresenza di specie erbacee, arbustive e arboree appartenenti alla vegetazione della zona. Determina un sicuro miglioramento della qualità ambientale e svolge diverse funzioni

1. Funzione ecologica

2. Funzione produttiva

3. Funzione protettiva

4. Funzione mellifora

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1 FUNZIONE ECOLOGICA A la difesa degli inquinamenti Le possibili fonti di inquinamento sono legate al rumore, alle polveri, al particolato (particelle finissime disperse nell’aria) e alle sostanze di scarico dei veicoli a motore. La vegetazione infatti possiede la capacità di deviare, assorbire, riflettere e rifrangere il rumore. Una siepe posta a fianco di una semplice strada sterrata di campagna preserva dalla polvere le colture presenti. Quanto maggiore è la fonte inquinante (rumori o polveri) tanto maggiore deve essere la larghezza della siepe.

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1 FUNZIONE ECOLOGICA B Difesa delle colture Nel contesto agrario, le siepi rappresentano un serbatoio di insetti utili, in grado di contenere, o almeno, limitare infestazioni di insetti dannosi per le piante.

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1 FUNZIONE ECOLOGICA C Corridoi ecologici La siepe è una importante stazione di servizio per diverse specie di uccelli migratori che possono trovare cibo e riparo prima di riprendere il viaggio.( Le siepi infatti sono ricche di frutti e semi ad elevato contenuto calorico)

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2 FUNZIONE PRODUTTIVA: legname, numerosi frutti

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Difesa dall’erosioni Le radici delle siepi consentono di trattenere la terra lungo le scarpate degli argini e l’ombreggiamento delle chiome permette di controllare e limitare il rigoglìo vegetativo dell’erba nei canali stessi, impedendo che queste ultime possano intralciarne il deflusso della corrente.

Difesa da intrusioni Fin dall’antichità sono state utilizzate per recintare i pascoli e i fondi agricoli. Le recinzioni con reti metalliche impediscono invece il passaggio di animali selvatici.

Come frangivento Le formazioni lineari, hanno un importante ruolo di barriera frangivento, capace di ridurre la velocità del vento. Riducono l’evaporazione e favoriscono la formazione di rugiada.

3 FUNZIONE PROTETTIVA

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4 FUNZIONE MELLIFERA

La realizzazione di una siepe può essere un'ottima soluzione per assicurare la continuità di fonti di nettare e polline, che permettano alle api di produrre miele. Se i vegetali sono di specie diverse, il miele si dice millefiori. I mieli monofloreali, invece, provengono prevalentemente dal nettare di un'unica specie, data da una presenza rilevante su un territorio di una fioritura attraente per le api. Il miele monofloreale può essere identificato da un colore, da un profumo e da un sapore caratteristico, a seconda che provenga da fiori di robinia, castagno, cardo, tiglio, trifoglio, ecc.

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Il sovescio è una tecnica agronomica che consiste nel seminare un erbaio costituito da una o più specie di piante erbacee, e interrarle dopo averle sfalciate quando hanno raggiunto un determinato stadio di sviluppo. La coltivazione di questi erbai e l’interramento della massa vegetale prodotta migliorano la fertilità del terreno dal punto di vista chimico, biologico e fisico. Questa pratica, diffusa soprattutto a livello professionale nell’ambito dell’agricoltura biologica, può risultare assai utile anche nell’ orto familiare, per “rigenerare” il suolo migliorando la produzione degli ortaggi.

Perché il sovescio ?

IL SOVESCIO

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A seguito dell’interramento dell’erbaio, gli elementi nutritivi vengono concentrati nei primi 20 cm del terreno e ciò favorisce lo sviluppo delle nuove piantine. Arricchisce il terreno di azoto quando sono presenti le leguminose (batteri azoto fissatori) ed anche di fosforo, potassio , zolfo. Grande è la vitalità del terreno sia a livello di fauna (lombrichi, insetti, millepiedi ecc.) sia a livello di microbi( batteri, funghi, protozoi).

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Renetta era una piccola mela con delle sfumature rossastre e con alcuni brufoletti: insomma non era proprio perfetta! Tutte le altre mele erano belle, di un rosso luminoso senza nessuna imperfezione, scacciavano qualsiasi tipo di insetto con un fondotinta a base di pesticida. Queste la prendevano in giro dicendole: “Fai schifo! Non sei degna di stare vicino a mele così belle e perfette, non potresti mai partecipare al concorso di Miss Mela!”. Renetta cercava comunque di giocare con loro, ma continuavano a respingerla. Tuttavia, anche se veniva presa in giro, non si sarebbe mai truccata con l’insetticida: le piaceva giocare con le api, le coccinelle e con quei piccoli e divertenti esserini che le facevano il solletico. Quando tornava nella sua casetta era molto triste perché nessuno la voleva, nonostante che il contadino dicesse che era buona. Pensava di andarsene da lì e un giorno partì. Cammina e cammina, all’improvviso scoppiò un temporale. Renetta si riparò sotto un albero e le gocce di pioggia fecero sembrare la sua buccia splendida. Quando il sole uscì dalle nuvole la illuminò con un suo raggio e un ragazzo, che passava di lì, la vide. Il giovane, molto affamato, non esitò a mangiarla. Appena il ragazzo ebbe finito di gustarla si rese conto che era deliziosa e andò a ricercare chi era l’agricoltore che l’aveva prodotta. Quando lo trovò gli raccontò dove aveva trovato Renetta e chiese come mai era così buona. Il contadino rispose: “Certo che era buona! Era una mela biologica, cresciuta seguendo e rispettando il ciclo della natura”. Renetta dallo stomaco del giovane sentì tutto e fu felice di sé, per aver dimostrato che anche lei era gustosa e che la sua diversità non era un difetto, ma la scelta di essere naturale, “cioè se stessa”.

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L’agricoltura biologica è un sistema di produzione definito e disciplinato. Non utilizza prodotti chimici di sintesi per la concimazione dei terreni, per la lotta alle piante infestanti, ai parassiti animali e alle malattie delle piante. Ricorre a pratiche tradizionali, essenzialmente preventive, selezionando specie locali resistenti alle malattie. Le principali sono: La rotazione delle colture evita di coltivare per più stagioni di seguito sullo stesso terreno la stessa pianta, così da impedire che parassiti ed erbe infestanti si adattino. La piantumazione di siepi ed alberi ricrea il paesaggio, dà ospitalità ai predatori naturali dei parassiti e funge da barriera fisica quindi bisogna coltivare contemporaneamente piante diverse, l’una sgradita ai parassiti dell’altra.

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GLI/LE ALUNNI/E

BALTIERI JACOPO BELONIA MEOLI RODRIGO

BOVO CATERINA CASTELLANI MARIA CODREA IOAN RAFAEL

CORAZZOLI GRETA DALLA MURA EMMA FERIALDI ALESSIO FRANCHINI LORENZO GALLO NAOMI GIRIMONTE

GIORDANO LAUDANNA PIETRO LAVAGNOLI GABRIELE LIGOZZI MATTEO LOPRETE SILVIA MISCHI

TIGHIST ORLANDI LORENZO ORLOV DANIIL ROMANO MARTINA ROTELLA ENTHONY FRANCESCO SCALI

MADDALENA SCAPIN ALICE TOZZI CAROLINA VIANELLO ALESSIA

ZANGHELLINI NICOLE

LE INSEGNANTI BARBIERI PAOLA scienze CEOLETTA GIOVANNA lettere ZARDINI MARIALISA tecnologia