Presentazioni efficaci con PowerPoint · Fascicolo Tecnico A ... generazione, essa non fuoriesce...
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Presentazioni efficaci
con PowerPoint Seconda lezione
Fascicolo Tecnico
A cura di Marco Cardani Docente e formatore in corsi d’informatica
e progettazione web per aziende e professionisti
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Gentile Cliente,
siamo lieti di inviarLe la seconda lezione dell’E-seminar “Presentazioni efficaci con
PowerPoint”.
Questo primo fascicolo contiene le informazioni tecniche di utilizzo di PowerPoint. In
particolare, in questa parte di lezione, affronteremo in particolare i seguenti argomenti:
Indice dei contenuti del fascicolo tecnico
• Inserire oggetti: immagini e disegni
• Transizioni, animazioni ed effetti multimediali
• Inserire oggetti da programmi esterni: i grafici
• Salvare, Rivedere, modificare o copiare le slide e le presentazioni
• Formats, templates, formattazione e layout
• Imparare ad usare ed a dosare gli strumenti ed i “giochetti” che il software mette a
disposizione
Questa parte di lezione termina con un breve esercizio di autovalutazione che non dovrà
inviarci: Le servirà per misurare il grado di apprendimento e la sussistenza o meno di
eventuali dubbi.
In caso di necessità di chiarimenti, non esiti ad inviarci i Suoi quesiti via e-mail all’indirizzo
[email protected] , specificando nell’oggetto “Quesito PowerPoint”.
I relatori Le risponderanno nel più breve tempo possibile.
Non ci resta che augurarLe buona formazione!
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Inserire oggetti: immagini e disegni
Un’operazione fondamentale nella realizzazione di una presentazione multimediale è
l’inserimento di immagini e disegni. Naturalmente è la scheda Inserisci che ci permette di
trovare i pulsanti adatti. Iniziamo a focalizzare la nostra attenzione sulle immagini.
Possiamo inserirne di diversi tipi: JPEG, PNG, GIF e BMP, in altre parole tutti i formati più
diffusi nel mondo informatico. Nemmeno le dimensioni dell’immagine creano
problemi: PowerPoint, infatti, rimpicciolisce l’immagine a quelle che sono le effettive
dimensioni della slide. Se inseriamo perciò un’immagine ad alta risoluzione, magari
scattata da una macchina fotografica digitale o da uno smartphone dell’ultima
generazione, essa non fuoriesce dalla slide ma rimane in ogni caso al suo interno. Questo
fastidioso problema si verificava con le vecchie versioni di PowerPoint, fino alla XP,
pubblicata nel 2003. In quel caso eravamo sempre costretti a rimpicciolire la foto, perché
debordava rispetto ai margini della nostra area di lavoro. Naturalmente se inseriamo una
foto piccola, occuperà solo una porzione della diapositiva. Le immagini, come avete intuito,
si possono facilmente ridimensionare usando le
maniglie che appaiono sugli angoli della foto (vedi
Figura 1) oppure, nel menù Strumenti immagine
formato gruppo Dimensioni, regolando altezza e
larghezza in centimetri. Ricordiamo che le dimensioni
di un’immagine digitale sono proporzionate: se
riduciamo l’altezza del 50%, anche la larghezza
diminuirà dello stesso valore. Consideriamo però che le
immagini digitali si possono facilmente
riproporzionare diminuendo le misure; aumentare le
misure è invece un’operazione pericolosa, perché l’immagine sgrana e di conseguenza
perde qualità. Se abbiamo quindi a disposizione immagini a bassa risoluzione, non
aspettiamoci da PowerPoint miracoli di sorta. Cerchiamo invece di procurarci immagini di
Figura 1 - Una maniglia da usare per i ridimensionamenti.
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buona qualità. Si possono inserire in una diapositiva quante immagini si desiderano: per
disporle ordinatamente useremo il pulsante Allinea (Strumenti Immagine formato,
gruppo Disponi) e le sue opzioni, già analizzate nella prima lezione, quando parlavamo
delle caselle di testo. Porta avanti e Porta indietro ci servono nei casi in cui due o più
foto si vanno a sovrapporre (vedi Figura 2).
Figura 2 - Disposizione delle immagini.
Se analizziamo la Figura 2, notiamo che ci sono cinque fotografie, aventi tutte le stesse
proporzioni e la stessa risoluzione (1024x768 pixel): sono state inserite
contemporaneamente, tenendo premuto sulla tastiera CTRL mentre ci trovavamo nella
finestra che appare appena dopo aver premuto Immagine, nella scheda Inserisci. Una
volta inserite le foto risultano subito tutte selezionate, perciò le modifiche delle dimensioni
in centimetri vengono applicate alle cinque immagini nello stesso istante; abbiamo scelto
un’altezza di 8,50 cm, di conseguenza l’altezza è diventata 11,33 cm. A questo punto le
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abbiamo disposte usando Allinea: la foto con il tramonto ha allineamento centrato in
verticale e in orizzontale, mentre le altre quattro sono semplicemente appoggiate agli
angoli. Quando trasciniamo un oggetto in una diapositiva, infatti, PowerPoint lo aggancia
automaticamente ai margini o agli eventuali altri oggetti presenti. Per creare il collage che
vedete è poi servito usare il pulsante Porta avanti (scheda Strumenti immagine formato,
gruppo Disponi) per far in modo che l’immagine al centro coprisse le aree in comune con
le altre quattro fotografie. Il collage in Figura 3 invece è fatto utilizzando solo i tasti Porta
avanti e Porta indietro, senza una disposizione ordinata.
Figura 3 - Collage di immagini sovrapposte fra loro
Una grande novità nella gestione delle immagini, presente dalla versione 2007 in poi, sono
gli Stili immagini e gli Effetti artistici. Iniziamo dagli stili: li troviamo nella “solita” scheda
Strumenti immagini formato, gruppo Stili immagini. Esistono alcuni stili preimpostati
come il Rettangolo con angoli arrotondati, l’Ovale contorno sfumato o la Prospettiva con
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rilievo (vedi Figura 4) ma anche tre menù: Bordo immagine, Effetti immagine e Layout
immagine che ci permettono di personalizzare completamente i nostri stili in tantissimi
modi diversi, anche con caratteristiche di tridimensionalità (pulsante Effetti immagine,
voce Rotazione 3D).
Figura 4 - Gli Stili immagine.
Ecco, nella Figura 5, alcuni esempi di stili, applicate sulle stesse immagini della Figura 2.
Figura 5 - Esempi di stili immagine.
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Gli Effetti artistici sono già stati citati quando trattavamo, nella Lezione 1, le immagini di
sfondo. Si tratta veri e propri effetti speciali da applicare alle nostre foto; ad esempio
Pennarello, Tratti a matita, Sfumatura a pastello ecc. In molti casi si tratta degli stessi
ritocchi che utilizza un programma di fotoritocco professionale come Adobe Photoshop.
Troviamo il menu a comparsa di Effetti Artistici nella scheda Strumenti immagine
formato, gruppo Regola. Vediamo alcuni esempi in Figura 6. In senso orario dalla foto in
alto a sinistra, abbiamo: Tratti a pennello, Alone punteggiato, Contorni luminescenti e
tratti a gessetto.
Figura 6 - Effetti artistici.
Sempre nel gruppo Regola troviamo due menù che ci consentono di modificare la
colorazione (Colore) e i valori di nitidezza, sfumatura, luminosità e contrasto (Correzioni)
delle nostre immagini.
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I disegni (o forme) si inseriscono dalla scheda Inserisci, gruppo Illustrazioni, pulsante
Forme. Dal menù a discesa che appare si sceglie la figura geometrica che ci interessa:
rettangolo, ellisse, triangolo, trapezio, stella, rombo, pentagono, cilindro ecc. Le possibilità
di scelta sono sicuramente notevoli. Una volta trovata la figura che fa per noi, ci spostiamo
all’interno della diapositiva e notiamo che il puntatore è diventato una piccola croce;
significa che dobbiamo tenere premuto il tasto sinistro del mouse per definire misure e
posizione dell’oggetto; appena terminato sulla barra multifunzione appare la scheda
Strumenti disegno Formato. Al suo interno il gruppo Stili forma permette di definire
colorazione ed effetti, mentre Disponi regola la posizione rispetto alla slide. Tutte
caratteristiche che abbiamo appena visto parlando delle immagini.
Ricordiamo che anche quando selezioniamo una forma appaiono le maniglie per
ridimensionarla; teniamo presente la Maniglia verde che serve per ruotare la forma e la
Maniglia gialla1 che serve per modificare il raggio di curvatura o l’inclinazione degli angoli.
Se selezioniamo più disegni contemporaneamente possiamo raggrupparli in un'unica
figura (Scheda Strumenti disegno Formato, gruppo Disponi, pulsante Raggruppa). Fatto
ciò l’oggetto diventa unico e le opzioni di formattazione vengono applicate a tutta la
forma. Un disegno può essere duplicato infinite volte tramite una semplice operazione di
copia-incolla.
Figura 7 – Un logo aziendale disegnato con gli strumenti di PowerPoint.
Nella Figura 7 potete vedere il disegno del logo di una famosa azienda del settore
riparazione vetri auto. Si tratta di due triangoli retti e tre rettangoli di uguali dimensioni.
1 Appare solamente se disegniamo figure curvilinee, frecce e stelle.
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Vediamo la semplice procedura per realizzarlo. Disegniamo il triangolo con
InserisciFormeTriangolo rettangolo. Ruotiamolo di modo che sia coricato su uno dei
cateti; allunghiamo l’angolo in basso a sinistra “tirando” la maniglia in basso a sinistra.
Diamo il giallo come colore di riempimento ed il nero come colore di contorno.
Disegniamo un rettangolo facendo attenzione che il lato verticale abbia la stessa lunghezza
del cateto corto del triangolo. Coloriamolo con giallo e nero e duplichiamolo due volta con
copia-incolla. Modifichiamo in rosso il colore di riempimento degli ultimi due rettangoli
inseriti. Posizioniamo gli oggetti come in figura: noterete che quando trasciniamo
PowerPoint fa apparire delle linee tratteggiate2 che ci permettono di allineare facilmente
basi e altezze. Duplichiamo ora il triangolo, cambiamo il colore di riempimento e con il
pulsante Ruota (scheda Disponi) scegliamo Capovolgi verticalmente e poi Capovolgi
orizzontalmente. Ora non ci resta che selezionare i cinque elementi tendo premuto Shift
sulla tastiera e cliccandovi all’interno con il mouse. Fatto ciò nella scheda Disponi troviamo
il pulsante Raggruppa: l’oggetto ora è unico e possiamo dargli l’effetto di ombreggiatura,
aprendo il menù a tendina del pulsante Effetti forma e scegliendo Ombreggiatura.
Facendolo notiamo che sotto a tutte le tipologie di ombre, c’è la voce Opzioni
ombreggiatura (vedi Figura 8) nella quale l’ombra può essere regolata con estrema
precisione.
2 Accade solo nelle versioni 2007/2010/2013.
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Figura 8 - Regolazione dell'ombreggiatura.
Più precisamente troviamo i parametri Colore, Trasparenza, Dimensioni, Sfocatura,
Angolo e Distanza. Nel disegno del logo in Figura 7 abbiamo regolato i parametri
esattamente come in Figura 8. Naturalmente si possono anche sovrapporre due o più
forme: anche qui raggruppando il tutto si ottiene un oggetto unico. È questo il modo per
costruire figure complesse (vedi Figura 9)
Figura 9 - Due disegni uno dentro l'altro.
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Un’altra importante caratteristica la
troviamo nella scheda Inserisci
forme: si tratta del pulsante Modifica
forma che contiene a sua volta due
voci, Cambia forma e Modifica
punti. La prima consente di
trasformare il disegno fatto in un
altro: abbiamo inserito un cerchio e
decidiamo di trasformarlo in una
stella. PowerPoint manterrà le
formattazioni scelte. Diverso invece è
Modifica punti: una volta attivato permette di spostare la posizione degli angoli e si
possono incurvare i lati: In Figura 10
vediamo a sinistra una stella regolare e sulla
destra la stessa stella con le modifiche
apportate grazie a Modifica punti.
Vediamo, infatti, in Figura 11 che quando
clicchiamo su una delle maniglie nere poste
sugli angoli del disegno appaiono due
nuove maniglie bianche che ci consentono
di agire sulle curve di Bezier che regolano
appunto la curvatura delle linee rette.
Bisogna altresì ricordare che quando si disegna una forma in una slide di PowerPoint,
tenendo premuto sulla tastiera il tasto Shift, la figura inserita assume delle proporzioni
perfettamente regolari. Se per esempio inseriamo un Ovale, tenendo premuto Shift,
creiamo un cerchio. Ecco come abbiamo fatto a disegnare la stella della Figura 10!
Se vogliamo scrivere all’interno di una figura disegnata, non facciamo altro che selezionare
la figura e premere il pulsante Casella di testo presente nel gruppo Inserisci forme. Il
Figura 10 - Figura modificata con Modifica punti
Figura 11 - Maniglie che permettono di regolare le curve di Bezier.
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cursore lampeggerà all’interno del disegno e noi non faremo altro che scrivere. Attenzione:
il testo non segue i contorni della forma, scrive solamente al suo interno (vedi Figura 12).
Figura 12 - Casella di testo in una forma.
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Transizioni, animazioni ed effetti multimediali
Una volta create le diapositive, possiamo concentrarci sulle caratteristiche che avrà la
visualizzazione della nostra presentazione a tutto schermo. Dovrà avanzare in maniera
automatica oppure saremo noi a cliccare per passare da una slide all’altra? Gli oggetti
saranno tutti statici o dovranno muoversi? Tutti questi parametri vengono regolati
attraverso l’utilizzo delle schede Transizioni, Animazioni e Presentazioni.
Iniziamo con l’analizzare la scheda Transizioni: essa è suddivisa in tre gruppi: Anteprima,
Transizioni alla Diapositiva e Intervallo. In quest’ultimo troviamo la voce Passa alla
diapositiva successiva: se vogliamo che la presentazione avanzi in maniera manuale,
manteniamo il segno di spunta su “Con un click del
mouse”, altrimenti scegliamo “Automaticamente
dopo” ed inseriamo il numero di secondi, ad
esempio 6 come mostrato in Figura 13.
Se dovessimo mantenere la spunta sulle
due voci, le due opzioni sarebbero entrambe regolarmente attive.
Come impostazione predefinita PowerPoint esegue uno stacco netto nel passaggio fra una
diapositiva e l’altra; se vogliamo rendere questo momento gradevole da vedere utilizziamo
gli effetti di transizione (vedi Figura 14), presenti nel gruppo Transizione alla Diapositiva.
Figura 13 - Passa alla diapositiva successiva.
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Figura 14 - Transizioni diapositiva.
Ne abbiamo a disposizione ben trentaquattro e molte di essi hanno delle opzioni
regolabili. Scegliamo ad esempio la Veneziana (Figura 15).
Figura 15 - Effetto di transizione: Veneziana.
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Appena scelta la transizione PowerPoint ce la mostra in anteprima sulla diapositiva; il
pulsante Anteprima (scheda Transizioni, gruppo Anteprima) ci permette di rivederla
quante volte vogliamo. Concentriamoci ora su durata ed opzioni dell’effetto (vedi Figura
16). Il pulsante Opzioni effetto (scheda Transizioni alla diapositiva) permette di regolare
la direzione delle “veneziane” in verticale o in orizzontale, mentre nella scheda Intervallo il
campo Durata ci permette di regolare la lunghezza
dell’effetto fino ai centesimi di secondo. È preferibile
non dare mai valori inferiori ai due secondi. Infine il
pulsante Applica a tutte attribuisce le
caratteristiche di transizione a tutte le slide. Se
invece vogliamo che un certo effetto sia applicato
solo alla diapositiva sulla quale stiamo lavorando,
non è necessario premere alcun tasto, basta solo
scegliere quale transizione vogliamo ed eventualmente regolarla, come abbiamo appena
descritto. Teniamo presente che non si può applicare più di un effetto di transizione alla
stessa slide.
Figura 16 - Opzioni effetto e Intervallo.
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Esistono naturalmente effetti di transizione adatti a diverse circostanze: Sfumato è uno dei
più eleganti, mentre Cubo è sicuramente fra i più spettacolari. Dobbiamo scegliere gli
effetti giusti per ogni presentazione, secondo l’argomento trattato e il luogo in cui la
presentazione viene mostrata.
Infine Il pulsante Suono permette di abbinare un suono predefinito alla transizione
diapositiva: il menù a tendina ce ne mette a disposizione diciannove a tramite la voce Altri
segnali acustici… ci permette di usare file sonori in formato .WAV presenti nel nostro PC.
Teniamo presente che non si tratta di una canzone di sottofondo, ma di un semplice
effetto sonoro, come l’applauso, la macchina da scrivere o il rullo di tamburi.
Se la Transizione determina il passaggio fra una diapositiva e l’altra, l’animazione permette
di dare effetti di movimento ad ogni
oggetto che abbiamo inserito nella
slide.
La scheda Animazioni è composta
dai gruppi Anteprima, Animazione,
Animazione avanzata e Intervallo.
Per assegnare un’animazione
selezioniamo innanzitutto un
oggetto presente nella nostra slide,
ad esempio un’immagine. Fatto ciò
s’illumineranno tutti i pulsanti della
scheda Animazione. Scegliamo
un’animazione (vedi Figura 17): esse
sono divise in quattro categorie:
Entrata: fa sì che l’oggetto entri in scena;
Uscita: fa sì che l’oggetto esca di scena;
Enfasi: evidenzia la presenza dell’oggetto, ad esempio con una zoomata o una
rotazione;
Figura 17 - Le animazioni.
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Percorsi animazione: permette all’oggetto di spostarsi all’interno della slide. Si
possono definire manualmente i punti d’inizio e di fine del percorso o usare effetti
predefiniti.
Una volta scelta, il pulsante Opzioni effetto ci permette di
modificare alcuni parametri come ad esempio la direzione (vedi
Figura 18). Ancora più importante nel gruppo Intervallo, la
definizione della Durata (in secondi) e il Ritardo. Se, infatti,
inseriamo più animazioni nella diapositiva, bisognerà scegliere il
momento in cui inizieranno: contemporaneamente oppure una
dopo l’altra? Se scegliamo la seconda ipotesi, possiamo definire il
ritardo fra la fine dell’una e l’inizio dell’altra. È il menù a tendina
Inizio che definisce se le animazioni devono iniziare insieme (Con
precedente) o una di seguito all’altra (dopo precedente).
L’opzione Al clic del mouse serve soltanto se la diapositiva ha
l’avanzamento manuale (caratteristica da scegliere nella scheda
Transizioni, come già visto).
A differenza delle transizioni, possiamo assegnare più animazioni a uno stesso oggetto,
con il pulsante Aggiungi animazione. Come potete notare in Figura 19, vicino agli oggetti
animati, in alto a sinistra, appare un numero che indica la presenza dell’animazione e la sua
posizione nella sequenza. Quando un oggetto ha più numeri, significa che gli sono state
date più animazioni.
Figura 18 - Opzioni effetto.
Figura 19- L'ordine delle animazioni
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Nel gruppo Intervallo, i pulsanti Sposta avanti e Sposta indietro
ci permettono facilmente di modificare l’ordine delle nostre
animazioni (vedi Figura 20).
Una particolarità va notata sugli effetti applicati alle caselle
di testo: si può scegliere, infatti, attraverso il pulsante Opzioni effetto che l’animazione
venga applicata tutta insieme, oppure paragrafo per paragrafo3.
Per gestire ancora meglio le animazioni,
possiamo far apparire il Riquadro
animazione, cliccando l’omonimo pulsante
nel gruppo Animazione avanzata (vedi
Figura 21). Tra l’altro cliccando con il destro
su una delle animazioni elencate, troviamo
Rimuovi. In alternativa dobbiamo cliccare
su uno dei numeri che indicano
l’animazione nella slide e premere il tasto
Canc per eliminare un’animazione che non ci soddisfa.
Nella nostra presentazione possiamo inserire due tipologie di effetti multimediali: video e
audio. Iniziamo da questi ultimi, che ci serviranno per creare la colonna sonora del nostro
lavoro. Andiamo nella scheda Inserisci, gruppo Elementi multimediali e dal menù a
tendina del pulsante Audio, scegliamo Audio da file, così da poter utilizzare un brano
presente4 nel nostro computer. Una volta scelta la canzone appare all’interno della
diapositiva un’icona a forma di altoparlante di colore grigio: non conviene formattare
l’oggetto, ma semplicemente trascinarlo fuori dalla diapositiva in modo che durante la
presentazione non si veda. Nella barra multifunzione ora è apparsa la scheda Strumenti
audio Riproduzione; andiamoci per definire le regole di riproduzione audio. Teniamo
3 Nella versione 2007 e precedenti, c’era la possibilità di applicare l’animazione parola per parola e lettera per lettera. 4 Tutti i formati audio vengono accettati.
Figura 20 - Riordina animazione.
Figura 21 - Il riquadro animazione.
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presente che la canzone scelta deve fare da colonna sonora alla presentazione (vedi Figura
22).
Figura 22 - Strumenti audio Riproduzione.
In realtà nessuna delle voci presente ci
permette di indicare al programma che
l’audio deve terminare dopo l’ultima
diapositiva: infatti, se premiamo F5 per
vedere la nostra presentazione, ci
rendiamo conto che la canzone si sente,
ma la presentazione avanza solamente
quando termina il file audio! Andiamo
allora nella scheda Animazioni ed
apriamo il Riquadro animazioni;
cerchiamo il file audio e premiamo il
tasto destro; scegliamo Opzioni Effetto in modo da vedere la finestra mostrata in Figura
23. Nella sezione Termina riproduzione non dobbiamo mantenere l’opzione “Dopo
diapositiva corrente” ma scegliere “Dopo” ed inserire il numero totale di diapositive che
compongono la nostra presentazione. Con questo accorgimento PowerPoint tratterà il file
audio da noi inserito come una colonna sonora5.
5 Questa procedura va eseguita in tutte le versioni di PowerPoint.
Figura 23 - Finestra Riproduci audio.
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La scheda Strumenti audio Riproduzione ci serve quindi per definire se la musica deve
avere un effetto di dissolvenza in entrata o in uscita e quanto esso deve durare. Consiglio
caldamente di usare sempre la dissolvenza in uscita per far in modo che il sonoro non
termini bruscamente alla fine della presentazione; impostatela con una durata di almeno
quattro secondi. C’è poi la possibilità di tagliare parti del file tramite il pulsante Taglia
audio, che fa apparire la finestra mostrata in Figura 24. Con l’indicatore verde si definisce
l’inizio e con il rosso il termine della
riproduzione, magari per eliminare i
primi due secondi di bianco, tipici di
moltissimi file audio.
Tornando alla scheda Strumenti audio
Riproduzione In Opzioni audio, la voce Esegui ciclo continuo fino a interruzione serve
solo quando impostiamo la nostra presentazione come un ciclo continuo.
L’altro elemento multimediale che possiamo inserire in una presentazione PowerPoint è il
video (scheda Inserisci, gruppo Effetti multimediali, pulsante Video). Possiamo anche qui
scegliere un file presente nel nostro hard disk. Si formerà un riquadro all’interno della
diapositiva scelta per l’inserimento, grande quanto il video6. La scheda Strumenti video
Formato che appare appena inseriamo il documento visivo, ci permette di formattare il
riquadro di contenimento e di assegnargli stili ed effetti, come se si trattasse di
un’immagine o di una forma (vedi Figura 25).
Figura 25 - Strumenti audio Formato.
6 Il riquadro può essere ridimensionato con i metodi consueti.
Figura 24 - Taglia audio
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Figura 26 - Un video con degli stili grafici applicati.
Nella Figura 26 per esempio abbiamo inserito un video in una slide e ad esso abbiamo
applicato lo stile “Rettangolo arrotondato”, il bordo nero ed un’ombreggiatura. Teniamo
presenti quindi che dal punto di vista estetico PowerPoint tratta i video allo stesso modo
delle fotografie e dei disegni. Dal punto di vista sostanziale invece le possibilità sono le
stesse dei file audio, come mostrato nella scheda Strumenti video Riproduzione (vedi
Figura 27).
Figura 27 - Scheda Strumenti video Riproduzione.
Possiamo quindi tagliare il video, applicargli dissolvenza in entrata o in uscita7, regolare il
volume dell’audio (caratteristica molto importante se abbiamo anche inserito una colonna
7 È necessaria una scheda video piuttosto potente, altrimenti le dissolvenze rischiano di non essere visualizzate correttamente.
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sonora alla nostra presentazione). Chiaramente la presenza di un video renderà il nostro
file notevolmente più pesante.
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Inserire oggetti da programmi esterni: i grafici
Un’altra importante caratteristica di PowerPoint è la possibilità di inserire oggetti propri di
altri programmi del pacchetto Microsoft Office, ad esempio i grafici di Excel. Nella scheda
Inserisci troviamo infatti, il pulsante Grafici, all’interno del gruppo Illustrazioni (vedi
Figura 28).
Una volta premuto ci viene
chiesto quale tipologia di
grafico vogliamo utilizzare:
istogrammi, aerogrammi,
grafici a linea a dispersione;
abbiamo a disposizione tutti i
grafici che troviamo in Excel.
Una volta effettuata la scelta,
la schermata che ci troviamo davanti agli occhi è divisa in due: a sinistra la slide di
PowerPoint con il grafico e a destra una tabella di Excel preimpostata nella quale inserire o
modificare i dati numerici (vedi Figura 29).
Figura 28 - Inserisci grafico.
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Figura 29 - Inserimento di un grafico in PowerPoint.
Se aggiungiamo righe, colonne e dati alla tabella di Excel, il grafico si aggiorna
automaticamente. Se necessario aumentiamo il numero delle celle selezionate, trascinando
il riquadro blu.
Difficilmente creeremo però il nostro grafico partendo da zero, è molto probabile che il
grafico sia già stato realizzato, da noi o da altri, in Excel e si debba solamente inserirlo nella
diapositiva. L’operazione, in questo caso, è quella di un banalissimo copia-incolla8.
Apriamo il file di Excel, selezioniamo il grafico, copiamolo, andiamo nella slide di
PowerPoint ed incolliamo. Appaiono immediatamente le schede proprie del grafico:
Strumenti grafico Progettazione e Layout che propongono le medesime features che
troviamo in Excel, mentre Formato presenta i classici menù di PowerPoint: vi troviamo,
infatti, i gruppi Stili forma, Stili WordArt e Disponi.
Riassumendo in Strumenti grafico Progettazione possiamo cambiare il tipo di grafico e
scegliere una formattazione predefinita. In Strumenti grafico Layout invece abbiamo la
8 Fino alla versione di PowerPoint 2003 esisteva il pulsante Importa grafico, che permetteva di scegliere il file di
Excel che conteneva il grafico desiderato.
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possibilità di inserire ed editare il titolo del grafico, le etichette dati, la legenda, gli assi e la
griglia oltre ad altre particolarità proprie di grafici come quelli a radar o a bolle.
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Salvare, Rivedere, modificare o copiare le slide e le
presentazioni
Abbiamo imparato finora a gestire gli effetti multimediali, le transizioni e le animazioni,
ovvero tutti gli elementi dinamici che Microsoft PowerPoint ci mette a disposizione. In
questi casi abbiamo visto quanto sia importante sfruttare il pulsante Anteprima, per
vedere come sta venendo il nostro lavoro. Ancora di più è importante vedere la
presentazione nella sua interezza, per capire quali modifiche vanno apportate: il testo è
sempre leggibile o in alcune zone il contrasto con lo sfondo è inesistente? Le foto sono
tutte ben visibili? Se la presentazione avanza in maniera automatica, c’è realmente il tempo
di leggere tutto? Gli effetti di animazione sono gradevoli o fastidiosi? Andiamo in basso a
destra nello schermo e premiamo il pulsante , per far in modo che la
presentazione abbia inizio, oppure, nella scheda Presentazione, gruppo Avvia
presentazione, due pulsanti ci permettono di vedere il nostro lavoro: Dall’inizio o Dalla
diapositiva corrente.
Un’altra modalità di visualizzazione del programma ci è di grande aiuto per regolare il
nostro lavoro: sequenza diapositive, attivabile tramite il pulsante o con
VisualizzaSequenza diapositive (vedi Figura 30)
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Figura 30 - Sequenza diapositive.
Qui, infatti, vediamo tutte le miniature delle diapositive realizzate, la loro numerazione, una
stella che indica la presenza di animazioni ed effetti di transizione e la loro presenza sullo
schermo in secondi. Se selezioniamo con un clic una slide e andiamo sulla scheda
Transizioni, possiamo regolare la loro durata. Inoltre con un semplice trascinamento
possiamo modificare la posizione di una o più slides. Il tasto destro fa apparire un menù
contestuale con funzioni importantissime come Elimina, Duplica e Formato sfondo,
identiche a quelle che troviamo nel riquadro Diapositive della Visualizzazione normale.
La modalità di visualizzazione Sequenza diapositive permette quindi modifiche
rapidissime al nostro operato.
Chiaramente se selezioniamo una o più diapositive9, anche tutte quante, possiamo copiarle
o tagliarle ed incollarle in un altro file di PowerPoint; teniamo però presente che gli sfondi,
in questo caso, non vengono incollati.
Il salvataggio della presentazione di PowerPoint è un’operazione importante e delicata,
perché è necessario salvare due diversi tipi di file: quello modificabile e quello definitivo.
9 Anche in PowerPoint le selezioni multiple si fanno usando i tasti Shift e CTRL della tastiera.
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Andiamo sul menu File e clicchiamo su Salva con Nome: scegliamo nome e cartella di
destinazione ed osserviamo il tipo di file: Presentazione standard di PowerPoint (.pptx).
Si tratta del file tipico di questo software. Lo potremo sempre modificare a nostro
piacimento.
Ora ripetiamo l’operazione ma stavolta cambiamo il tipo di file scegliendo Solo
presentazione di PowerPoint (.ppsx). Questo è il file definitivo che non può essere
modificato e che, soprattutto, permette solamente di visionare la presentazione. Le icone
dei due tipi di file sono diverse, eccole in Figura 31.
Figura 31 - Un file ppsx (a sinistra) ed un pptx (a destra).
Quando abbiamo finito il nostro lavoro, è quindi necessario sempre salvarlo in entrambi i
formati: se dovessimo accorgerci di un errore nella presentazione in ppsx, apriremmo il file
pptx e poi salveremmo di nuovo in tutti e due i formati. Se decidessimo di non salvare il
pptx invece dovremmo…rifare il lavoro da capo! Il file ppsx è, infatti, quello che va inviato
a clienti, fornitori, colleghi, iscritti ad un’associazione, allievi di un corso ecc. così che
possano visionarlo. Se gli spedissimo il file pptx invece, essi potrebbero modificarlo a loro
piacimento e, soprattutto, se non fossero in grado di usare PowerPoint non riuscirebbero a
vedere la presentazione ma solo le diapositive singolarmente! Dovete considerare che le
capacità informatiche di molte persone si bloccano davanti ad ogni ostacolo, anche il più
piccolo. Per sicurezza è meglio salvare il ppsx anche nel formato pps, poiché è compatibile
con le versioni di PowerPoint precedenti alla 2007. I file ppsx e pps, infine, non hanno
bisogno che Microsoft PowerPoint sia installato nel PC per poter essere aperti: è necessario
solamente il Visualizzatore di PowerPoint, installato su molti PC e scaricabile gratuitamente
dal sito ufficiale di Microsoft.
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Impariamo ora altri modi per impostare la nostra presentazione: la scheda Presentazione,
mostra il pulsante Imposta presentazione che contiene tutte le opzioni di visualizzazione
del nostro lavoro, mostrate in una finestra (vedi Figura 32).
Figura 32 - Finestra imposta presentazione.
Qui troviamo, nel riquadro Opzioni presentazione, la voce “Effettua ciclo continuo fino a
ESC”: serve per far sì che la nostra presentazione venga mostrata all’infinito, finché non
viene premuto il tasto ESC. Serve quando dobbiamo mostrarla in luoghi pubblici come
negozi, bar o all’interno di spazi fieristici, dato che una volta fatta partire non è più
necessario l’intervento umano.
Se al nostro PC sono collegati due monitor, il riquadro Più monitor risulta attivo e ci
permette di usare la visualizzazione relatore. In questo caso, infatti, la presentazione è
mostrata su un monitor e sull’altro appaiono le note del relatore che sono state aggiunte
alle singole diapositive nell’apposito riquadro e gli intervalli.
Proprio gli intervalli, ossia la durata di ogni singola slide, sono uno degli aspetti più
complessi da scegliere in una presentazione. Sicuramente faremo molto modifiche prima
di arrivare ad un risultato accettabile. Il modo più efficace per determinarli è usare il
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pulsante Prova intervalli nella scheda Presentazione. Una volta premuto, parte la
visualizzazione della nostra presentazione in modalità registrazione ed in alto a sinistra
sullo schermo appare un piccolo riquadro con all’interno un cronometro che scandisce il
tempo (vedi Figura 33).
Figura 33 - Modalità prova intervalli.
Quando clicchiamo all’interno del riquadro sulla freccia rivolta a destra (Successivo)
passiamo alla diapositiva seguente. Se invece clicchiamo sulla freccia curvilinea che punta
verso sinistra (Ripeti) possiamo reimpostare l’ultimo intervallo. Il cronometro ci mostra la
durata dell’intervallo attuale e quella complessiva della nostra presentazione.
Così facendo possiamo determinare gli intervalli in maniera piuttosto precisa, perché, per
esempio possiamo cliccare su Successivo solamente dopo aver letto il testo scritto. Al
termine una finestra ci chiede se vogliamo effettivamente mantenere effettivi gli intervalli
che abbiamo impostato con Prova intervalli.
Infine sempre nella scheda Presentazione, gruppo Imposta, troviamo il pulsante
Nascondi diapositiva: serve per rendere invisibile una certa slide quando mostreremo la
presentazione.
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Formats, templates, formattazione e layout
Nella precedente lezione ci siamo occupati di come modificare gli sfondi e dell’utilizzo dei
temi predefiniti, presenti nella scheda Progettazione. Abbiamo anche altre opzioni di
personalizzazione, attraverso la modalità di Visualizzazione chiamata Schema diapositiva,
attivabile con l’omonimo pulsante presenta nella scheda Visualizza, gruppo
Visualizzazioni master (vedi Figura 34).
Figura 34 - Visualizzazione schema diapositiva.
Grazie a questa modalità possiamo modificare gli stili predefiniti presenti nel layout delle
nostre diapositive. Come vedete appaiono i suggerimenti “Fare clic per modificare lo stile
del titolo”, “Fare clic per modificare lo stile del sottotitolo dello schema”. Le miniature
presenti nella colonna di sinistra mostrano poi tutti i layout predefiniti di PowerPoint:
possiamo modificare le caratteristiche di ciascuno di esse.
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Se ricordate però nella prima lezione era stato detto che nella scheda Home, gruppo
Diapositive, pulsante Layout era conveniente scegliere sempre la diapositiva vuota, per
evitare di lavorare seguendo schemi prefissati. Naturalmente si tratta solamente di un
suggerimento, non di una regola. Quando lavoriamo con i layout preimpostati, ad
esempio, Diapositiva titolo, Titolo e contenuto, Solo titolo ecc. possiamo andare a
modificarne le caratteristiche attraverso l’utilizzo di Schema diapositiva: possiamo
cambiare carattere, stile dimensione e colore dei testi, per esempio, e possiamo anche
aggiungere elementi grafici che diventeranno parte integrante dello sfondo.
Posizioniamoci nella diapositiva dello schema indicata dal numero 110; disegniamo
all’interno della diapositiva una riga orizzontale, applichiamogli lo stile Linea marcata –
Colore 2, così da renderla piuttosto spessa e di colore blu. Torniamo ora alla
visualizzazione normale di PowerPoint, cliccando Chiudi visualizzazione schema, nella
scheda Schema diapositiva. La linea blu che abbiamo inserito appare ora
automaticamente in tutte le diapositive della nostra presentazione e non può nemmeno
essere spostata o modificata, è diventata un elemento fisso dei nostri layout. Dovremo
obbligatoriamente tornare in Schema diapositiva per risistemarla. Con questo metodo
possiamo inserire rapidamente il logo aziendale all’interno dei nostri slide.
Quando creiamo una presentazione possiamo, volendo avvalerci dei modelli. Il tasto
Nuovo del menu File contiene, infatti, i Modelli di esempio e i Modelli da Office.com
(vedi Figura 35).
10 Si tratta della diapositiva cosiddetta master: la sua modifica condiziona a cascata anche tutti gli altri layout.
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Figura 35 - I modelli.
Dai modelli di esempio scegliamo per esempio Formazione (vedi Figura 36).
Figura 36 - Il modello "Formazione".
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Come potete notare le slides sono già tutte preparate e nel riquadro note ci sono
indicazioni su cosa dovremo inserire noi. Naturalmente si tratta di indicazioni di massima;
anche il numero delle diapositive può essere naturalmente aumentato o diminuito. Sono
già stati inseriti anche gli effetti di transizione.
Concludiamo con un ultimo utile accorgimento,
specialmente quando creiamo delle presentazioni
veramente lunghe: le sezioni. Nella scheda Home,
gruppo Diapositive, troviamo il pulsante Sezioni con
il relativo menù a tendina (vedi Figura 37). Per creare
una sezione selezioniamo una slide dal riquadro
diapositive e clicchiamo su SezioneAggiungi
sezione. Tutte le slide successive a quella selezionata faranno parte di questa sezione, le
precedenti di un'altra sezione.
Come vedete dall’immagine mostrata in Figura 38, nel
riquadro diapositive appaiono le diciture Sezione
predefinita e Sezione senza titolo; naturalmente andiamo a
rinominarle (tasto destro Rinomina sezione). Una volta
creata una sezione può essere raggruppata con un
semplice clic sull’intestazione di sezione. In questo modo la
nostra presentazione è così suddivisa in tante parti,
rendendo più comoda la navigazione nel riquadro
diapositive.
Figura 37 - Il pulsante Sezioni.
Figura 38 - Una presentazione suddivisa in due sezioni.
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Imparare ad usare ed a dosare gli strumenti ed i “giochetti” che
il software mette a disposizione
Abbiamo imparato che PowerPoint ci mette a disposizione tantissimi strumenti che
permettono di rendere le presentazioni sempre più ricche e sempre più belle.
Indubbiamente però il talento personale nessuno è in grado di insegnarlo: ci sono utenti
che conoscono benissimo tutte le funzionalità di PowerPoint e nonostante questo
realizzano presentazioni modeste, per non dire mediocri. Se non abbiamo grande talento
cerchiamo solamente di seguire le regole principale. Le abbiamo già citate, ora cerchiamo
di ricapitolarle.
1) Concentriamoci sull’argomento e sul pubblico che la vedrà: se si tratta di una
presentazione sull’andamento del fatturato dell’azienda da mostrare ad un briefing
aziendale dovrà essere sobria, priva di effetti particolari. Se dobbiamo mostrare i
nostri mobili in uno spazio fieristico allora serviranno foto di alta qualità, sfondi
eleganti, la presenza del nostro logo sulle slide senza che però esso rubi la scena
alle fotografie. Ci devono essere effetti, ma sobri e gradevoli. I testi sono ridotti
all’essenziale. Dall’argomento e dal pubblico, come vedete, dipende tutto.
2) Attenzione ai colori e soprattutto ai contrasti. Mai scrivere con un carattere chiaro
su uno sfondo chiaro o con un carattere scuro su sfondo scuro, perché
semplicemente, non si legge niente. Gli sfondi sfumati sono bellissimi ma mettere
insieme rosso, verde, giallo e blu significa creare un pasticcio, che può piacere di
primo acchito ma che alla lunga stanca la vista dell’osservatore (vedi Figura 39 e
Figura 40). Meglio scegliere sfumature di uno stesso colore, da verde chiaro a verde
scuro, per esempio; oppure da azzurro a blu chiaro a blu scuro.
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Figura 39 - Mancanza di contrasto.
Figura 40 - Sfondo eccessivamente colorato.
3) La leggibilità del testo: oltre al contrasto con lo sfondo il testo deve anche avere un
carattere facilmente leggibile, quindi evitiamo di scrivere lunghi testi con un corsivo
bellissimo ma difficile da leggere. Teniamo anche presente che la presentazione è
sempre visualizzata a tutto schermo, quindi è lì che dobbiamo controllare se le
scritte sono troppo piccole o troppo grandi. Se ci sono tante cose da scrivere,
suddividete il testo in due o tre diapositive, magari abbellendolo con qualche
fotografia.
4) Le animazioni sono belle ma pericolose: se in una slide ci sono dieci righe da
leggere ed una foto da guardare devo evitare di assegnare una lunghissima
animazione all’immagine, perché chiaramente distrae dalla lettura. Diciamo che
quando in una slide c’è una discreta quantità di testo è meglio evitare di mettere
degli effetti di animazione.
5) Concentriamoci poi sul contenuto: se il contenuto manca, la presentazione non sarà
mai soddisfacente, anche se abbiamo inserito degli effetti bellissimi e degli sfondi
fantastici, alla fine quello che rimane realmente è il contenuto.
6) Cercate di evitare i suoni presenti nella scheda Transizioni: sono divertenti, ma
anche un po’ pacchiani. Diciamo che sono adatti a presentazioni scherzose o buffe,
non a lavori professionali. Le musiche invece possono migliorare decisamente una
presentazione (a patto che si possano poi effettivamente sentire) ma sono veramente
difficili da scegliere. Operate delle scelte ragionate.
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7) Le foto e i video devono essere di alta qualità, altrimenti, specialmente questi ultimi,
non vanno inseriti. Vedere al giorno d’oggi foto o video che “spixellano” è veramente
irritante e ben poco professionale.
8) Controllate sempre il vostro lavoro, nei minimi dettagli e, come già detto, salvate
sempre il file nei formati ppsx e pptx, o pps e ppt se lavorate con le vecchie versioni
di Office.