Presentazione standard di PowerPoint€¦ · plastica del ritratto come soggetto-oggetto che torna...

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Merisio Cristian visual art_project

Transcript of Presentazione standard di PowerPoint€¦ · plastica del ritratto come soggetto-oggetto che torna...

  • Merisio Cristianvisual art_project

  • progettiprojects_

  • . Art Center Hangaram Art Museum.Seoul

    . SpaziOfficina.Padova

    . Galleria San Fedele.Milano

    . Talent Prize.Roma

    . Galleria AntologiaMonza 2010_2019 selected show

  • Double. Hangaram Art Museum.

    works _

  • Il gesto, all’interno di un’architettura riconoscibile ètestimone che i movimenti umani non sono istintivi maacquisiti, attivati dalla crisi e dalla coscienza dell’identità diognuno

    Double. stampa lambda su carta baritata, dimensioni variabili

  • «Eppure nel corpo c’è qualcosa d’incerto che rende titubantee precario il suo rapporto con il mondo. A differenza di quellaanimale che è sempre sicura e adeguata, la motricità umanasembra essere turbata dalla coscienza, per cui invece dirispondere come l’animale in modo perfettamente adeguatoallo scopo, il movimento umano è trattenuto se nonaddirittura intralciato dalla riflessione della coscienza. Trainteriorità e motricità c’è un nesso profondo, l’una vive nelcontenimento dell’altra. Prima di essere una prerogativadell’apparato psichico, l’intenzionalità è già inscritta nel piùelementare atto motorio; ogni movimento del nostro corpoinfatti oltre a stabilire un contatto con il mondo, veicolal’effetto del mondo sul corpo che incrina la spontaneità el’immediatezza del movimento stesso nel prosieguo. Questaimpercettibile crisi, che chiede al corpo una rielaborazionedel messaggio del mondo è una modificazione del movimentosuccessivo a partire dalla qualità del messaggio ricevuto, èl’origine della coscienza, già rintracciabile nella motricitàcome incrinatura del suo fruire spontaneo»

    da «Psiche e techne» Umberto Galimberti.Feltrinelli 2007

  • ID OOO. SpaziOfficina.

    works _

  • La ricerca di Cristian Merisio si sta sempre più proiettando verso laprogettazione di spazi ambientali in cui lo spettatore è sollecitato aentrare in scena come soggetto che percepisce, agisce, riflette,cercandola propria identità nel luogo dell’arte, concepito comecostruzione di un comportamento collettivo, misura di tutte lerelazioni possibili. Per il nostro giovane artista non è più sufficientela rappresentazione dell’oggetto plastico come simboloantropomorfo concluso nel proprio perimetro, in quanto ladimensione della ricerca plastica oggi significa fare e pensare lospazio come ingombro reale, estensione fisica nel luogo espositivo,sintesi di percorsi mentali e corporali. In tal senso, Merisio affrontala pratica dell’installazione come definizione spaziale programmatain ogni suo aspetto, progettata e realizzata sempre in funzionedell’individuo alla ricerca di se stesso, di una molteplicecollocazione nel sistema di rapporti prefissati. Lo spazio-ambiente ècostruito perché sia percorribile, modificabile e fruibile in relazionealle interferenze tra spettatore e strutture fisiche disposte adaccogliere i diversi comportamenti possibili. Da questi presuppostiteorici nascono i cicli di opere che l’artista ha realizzato in questianni di sperimentazione, l’ultimo dei quali è quello immaginato perquesta esposizione che si articola in più momenticoncatenati, l’uno interno all’altro, e tutti dedicati ad un viaggioesplorativo alle fonti dell’identità. I pali di legno dell’installazione ID002 alludono alla modulazione dei corpi dislocati nel perimetro dell’opera come colonne che congiungono pavimento e soffitto con un ritmo combinatorio: esso corrisponde al respiro dell’uomo nel proprio flusso esistenziale, un labirinto di pensieri che si snoda sia dal punto di vista emozionale che razionale. La tensione degli elementi antropomorfi ( a cui corrisponde una lista di nomi del pubblico invitato) conferisce a quest’opera ambientale la forzadi evento che avviene in tempo reale, con persone reali che realmente contribuiscono all’identità del processo ottico percettivo messo in atto.Il dato portante è il rapporto tra l’immobilità modulare dei pali di legno e la fluttuazione che coinvolge gli spettatori nel divenire delle implicazioni fisiologiche e psichiche

    della loro inquieta presenza. Nell’installazione ID003 Merisioprosegue l’analisi dell’identità dell’uomo che interroga se stessoservendosi di uno specchio incorniciato, superficie frontale ai latidella quale stanno due maschere che evocano il dilemma delleambivalenze esistenziali e filosofiche presenti nelle poetiche delteatro greco, infatti una maschera ride e l’altra piange. Si trattadella messa in scena di due stati d’animo indicati come polarità diuna ricerca interiore che non potrà mai risolversi, essendo laconoscenza dell’essere coinvolta in uno stato di perenneoscillazione, condizione inesplicabile in cui l’umanità si dibattesenza via di scampo. Infatti, l’unica verità- sembra dire l’artista- èquella che ognuno può sfiorare non cercando vie di fuga maaffrontando a viso aperto la possibilità di soffrire e di gioire comesentimenti compresenti all’esperienza insostituibile del vivere,giorno per giorno, nello scorrere delle mutazioni interiori, degliardori solari e delle ombrose malinconie. Questo stato dimutevolezza genera altre visioni nell’installazione ID001 doveMerisio immagina una ulteriore “ virtualità plastica” dell’identità,essa rimanda alla tradizione iconografica della pittura,dell’architettura, luogo simbolico per identificare la soglia sculturacome territorio mobile, aperto a molteplici identificazioni. Leombre che gli spettatori proiettano sullo sfondo vuoto e anonimodiventano protagoniste dello spazio, si manifestano insieme con laluce che inonda la scena accentuando la valenza scultorea deiprofili, pure apparenze, fantasmi legati al fluire della loro concretapresenza in tempo reale. Analogo processo è quello progettatonell’installazione ID 004 in cui lo spettatore è posto tra una fonte diluce e un parallelepipedo che funziona come base di una sculturaimmateriale, ombra del mezzo busto proiettata su un rettangolo diluce. La tradizione scultorea viene riscattata nella sensazioneplastica del ritratto come soggetto-oggetto che torna in posa dopoessere stato spodestato dal suo piedistallo. Tuttavia Merisio non èinteressato a recuperare l’idea celebrativa del ritratto scultoreo,esalta piuttosto l’aspetto iconico del volto come riflessione sullamatrice concettuale della ritratto.

    L’artista è consapevole che l’analisi dell’identità è un processointersoggettivo, fenomeno visivo che passa da un soggetto all’altroquasi per necessità di riconoscersi in una situazione globale. Infine,nell’installazione ID 005 lo spazio si identifica in una stanza vuotaal centro della quale sta un tavolo su cui è disegnata una scacchiera,schema simbolico per i viaggi mentali di due individui che dialoganogiocando a dama. Lo scambio avviene secondo regole con le quali idialoganti modificano le loro posizioni acquisendo una nuovaidentità che non è mai data una volta per tutte, infatti nel corso delgioco è soggetta ad altre modificazioni. Tutto dovrebbe avvenire inuna progressione numerica che è -al tempo stesso- processospaziale in continuo divenire, disseminato su tutto il campo adisposizione. Questa metafora spaziale della comunicazione-competizione che è la scacchiera, suscita una riflessione sull’ideadel doppio come dialettica che non annulla la dimensioneindividuale ma la spinge a completarsi attraverso l’antagonismo conl’altro. Ciò non esclude altre possibilità, l’artista contempla anchealtre mosse, persino il destino un po’ paradossale che vede undialogante annullare l’altro per proseguire il gioco da solo. Delresto, anche l’artista dialoga con se stesso, esplora lo spazio inrapporto alla propria ansia di identificare le diverse matricidell’immaginario, non si ferma ad una ipotesi ma ne disponediverse come un percorso circolare che torna sempre su stesso,dalla solitudine dell’atto creativo fino al suo coinvolgimento nelladimensione collettiva della conoscenza. Decisiva è la scelta diaffidarsi alla fonte luminosa artificiale per svelare situazioni direciproca persistenza tra lo sguardo e la fisicità espansiva dei luoghida cui affiorano i percorsi segreti della propria identità. Altrettantonecessaria è l’esigenza di strutturare il progetto di questa sculturaambientale in un sistema logico dove lo spettatore inventa equilibrisempre diversi tra impulsi di tipo emotivo e meccanismi dicontrollo razionale, alla scoperta di quella dimensione poli-sensoriale che per Merisio è un viaggio all’interno dell'identità diognuno di noi.

    Claudio Cerritelli

  • Trasversalmente all'idea di voler tracciare un nuovo processodi identificazione in uno spazio denudato dalla tradizionepittorica e reso visibile solo mediante la propria valenzascultorea, i fruitori di questo luogo attraverso la fonteluminosa come materia che connota la propria figura inombra, divengono protagonisti, compongono nuove scene esi proiettano su di uno sfondo asettico ma riconoscibile comenuove visioni. Nuovi rimandi alla tradizione iconica origine elinfa di questo lavoro.

    ID OO1. legno dipinto, proiezione di luce

  • Cinquanta pali in legno, ognuno di essi culminante con unafigura antropomorfa. I pali sono disposti in maniera verticaleda pavimento a soffitto come ad identificare delle colonne.L'idea è quella di comporre un insieme apparentementemodulare, dove inscritti in una legenda posta in prossimitàdell'installazione vi sono i nomi di 50 invitati secondo unamailing list dello spazio espositivo. Lo spettatore è chiamatoa cercare se stesso fisicamente all'interno di questo sistema,dove altresì il "cercare se stesso", diviene metafora diindagine verso la propria condizione di individuo.

    ID OO2. legno dipinto, proiezione di luce

  • Il lavoro è composto da uno specchio incorniciato, due basialte circa un metro dove sono collocate delle teche in vetro.All’interno di esse due maschere bianche, simbolo del teatrotragico greco, rispettivamente la maschera che ride e lamaschera che piange. L'idea è quella di stimolare nel fruitoreun'analisi sulla propria identità attraverso lo stato d'animodove le teche divengono simbolo di custodia, sigillo emetafora di una condizione introspettiva, segreta e personale.

    ID OO3. legno dipinto, specchio, maschere

  • Un parallelepipedo alto 140 cm con base 50 X 50; sulla pareteretrostante è proiettata una luce bianca dove lo spettatoreinterponendosi ad essa, traspone la propria immagineall'interno di un rettangolo di luce. Allusivo è il rimando almezzo busto sulla base, tipico di tutta una tradizionescultorea che viene riscattata nella sensazione plastica delritratto.

    ID OO4. legno dipinto, proiezione di luce

  • Stanza vuota, al centro è situato un tavolino dove è incisa unascacchiera. Non trattandosi di un semplice alternarsi diquadrati bianchi e neri ma di un vero e proprio tavolo dagioco, quest'opera si prefigge di avviare lo spettatore e lapropria riflessione sull’identità attraverso il dialogo, in una direlazione a due che diviene metafora di scambio tra icomponenti di questa scena. Rapportarsi non più solamentead un'indagine introspettiva della propria condizione, marelazionarsi ad un altro individuo. L’Io e il suo doppio, ilfruitore si astrae e intavola una partita rimanendo solitariocomponente del gioco.

    IDOO5. legno dipinto

  • Concepire la mostra come un percorso all'interno del quale,l'opera rivela al suo spettatore l'immagine di se stesso.L'utilizzo della fonte luminosa artificiale è concepita comemateria che svela, rivela e intercorre tra fruitore e opera. Ci siinterroga sul proprio processo di identificazione in relazionead un dato. L'analisi dei "luoghi", scorrendo di volta in volta leinstallazioni, vuole essere momento intimo e personale ove lospettatore determina la propria identità. Intervallicompositivi nel viaggio sensoriale della propria esperienza

  • Sub-Level. Galleria San Fedele.

    works _

    in collaborazione conRiccardo Modolin

  • Nel 1919 Sigmund Freud scrisse “Das Unheimliche” (IlPerturbante), importante saggio che introdusse per la primavolta esplicitamente il concetto derivante dal termine tedescounheimlich, che semanticamente risultava il contrario diheimlich (da heim, casa) tranquillo, confortevole, fidato,intimo, appartenente alla casa. Un-heimlich stava quindi asignificare qualcosa di inconsueto, estraneo, non familiare. Sievince che, per risultare propriamente perturbante l'oggettodeve avere caratteristiche per lo più poco frequenti allorchéla maggior parte delle cose spaventose o terrifiche non sononecessariamente anche perturbanti. Freud, rilevato che ilsignificato di heimlich, presente nel dizionario della linguatedesca di Daniel Sanders, identifica anche tenuto in casa,nascosto, ammette una curiosa ambivalenza di significati, ilsecondo dei quali, quello meno usato (cioè misterioso,nascosto) quasi coincida con il suo contrario Unheimlich.Pertanto ne deduce che il perturbamento nasce quando in unoggetto o in una situazione si uniscono caratteristiche diestraneità e familiarità in un dualismo affettivo.

  • Da qui il lavoro indaga sul significato di identità propria,attraverso il mezzo che più ci restituisce sicurezza: i nostriocchi. Il confessionale come scrigno, contenitore di segretiche invoglia, che porta il suo fruitore all’atto di spiare,esplorare qualcosa che ci è sconosciuta, ma ci attrae poichéin un certo senso familiare. Nessun tipo di accesso al suointerno, testimonianza di una scatola chiusa riempita di tuttequelle parole impronunciabili che rimangono imprigionate alsuo interno. Per questo, il buco in corrispondenza della gratache separa il parlatorio, rappresenta l’unico modo peraccedere alla dimensione di ciò che è nascosto e incuriosisceforse ci turba ma che inconsciamente vogliamo vedere anchese imperscrutabile. Un’installazione fatta di rumori, bisbigli esuoni volutamente rallentati; alla vista invece il vuoto,l’oscurità più assoluta, quasi non vi fossero pareti adelimitare lo spazio, in quel che sembra simile adun’esperienza silenziosa lungo il percorso di un muro,metafora del disagio che tale visione suscita.

    Sublevel. legno dipinto, impianto sonoro, specchio

  • St. Lucy. Talent Prize.

    works _

    in collaborazione conRiccardo Modolin

  • Nel famoso romanzo Der Sandmann di Ernst TheodorAmadeus Hoffmann citato da Sigmund Freud ne Ilperturbante, veniamo a conoscenza di alcuni fatti legatiall'infanzia di un giovane studente universitario di nomeNathaniel, che ricorda come la madre in alcune circostanzefosse solita convincere lui e i fratelli ad andare a lettoricorrendo alla venuta minacciosa dell'uomo della sabbia. Unmostro che avrebbe cavato gli occhi ai bambini che si fosserorifiutati d’addormentarsi dandoli in pasto a creature dotate dibecchi ricurvi come quelli dei gufi.

  • La figura di Santa Lucia protettrice degli occhi nellarappresentazione iconografica di un dipinto a fondo oro del1472, opera del pittore Francesco del Cossa facente parte delPolittico Griffoni; la santa tiene in mano la palma del martirioove su due boccioli che escono da uno stelo vi sono i suoiocchi. Al dipinto, riprodotto fotograficamente e montato suun box in legno, viene applicato un foro in corrispondenzadell’occhio sinistro della Santa, attraverso il quale vi si accedevisivamente. Nel momento stesso in cui si scopre che il gestoche ci accingiamo a compiere, altro non è che il vedere ilnostro occhio intento a spiarsi, diveniamo soggetto attivonell’azione di vedere noi stessi. L’occhio mancante dellafigura principale in un susseguirsi di sguardi attraverso lospecchio, celati da una luce rossa crea disagio; tema tantocaro a Freud nell’analisi dell’Io e il suo doppio.

    St.Lucy. stampa fotografica su alluminio, specchio, luce neon

  • Il perturbare silenzioso nell’ordine costituito

    . Collezione privata.works _

  • Attraverso l’elaborazione di ciò che vedo, ridefinisco inmaniera illogica la mia esperienza in una terra di confine trafotografia e pittura. La percezione si slega dal mero gioco chel’occhio avverte e si insinua in un labirinto di pensieri,sovrapposizioni, di relazioni ed interferenze. Impulsi emotivie meccanismi di controllo razionale in un continuo motoevanescente. La sintassi dell’immagine si fissa in una visionedi silente materia, sintesi di luci ed ombre

    Il perturbare silenzioso nell’ordine costituitostampa digigraphie su carta baritata

    dimensioni variabili

  • Galleria Antologia, 2019

  • Collezione privata, 2019

  • Collezione privata, 2019

  • Collezione privata, 2018

  • Collezione privata, 2018

  • Collezione privata, 2018

  • Collezione privata, 2019

  • Collezione privata, 2020

  • Nato a Milano nel 1978, studia presso l’Accademia di Belle Artidi Brera allievo di Giancarlo Marchese; negli stessi annifrequenta lo studio degli scultori Giampiero Moioli e StefaniaAlbertini. Muove le sue intenzioni tra differenti approccimetodologici del progetto, dall’esperienza della scultura nellerealizzazioni di opere sceniche come L’Eglise, Viaggiosensoriale al termine della notte di L.F. Celine, Le temps desGitans del regista Emir Kusturica quest’ultimo in scenapresso L'Opéra National de Paris ad altri numerosi progetti ecollaborazioni con studi di design e architettura, Nel 2006 èinvitato a partecipare alla Seoul International Print Photo &Edition Work presso il Seoul Art Center & Hangaram ArtMuseum. Nello stesso anno i suoi lavori vengono selezionatiper una mostra presso la Picy Gallery sempre a Seoul. Nel2010 la sua prima mostra personale presso SpaziOfficina aPadova con testo in catalogo di Claudio Cerritelli che loseleziona poi tra i suoi artisti invitati alla 7° Biennale diScultura della Regione Piemonte. Nel 2011 si trasferisce adAncona dove oggi vive. Nel 2013 si aggiudica il ConcorsoNazionale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasportiper il posizionamento di un’opera d’arte pubblica presso laSezione Aerea della Guardia di Finanza - Aeroporto di Rimini.Nel Luglio del 2016 viene realizzata ed installata. Nel 2018espone i suoi ultimi lavori presso la Galleria Antologia in unacollettiva assieme a Anselmo Bucci, Agostino Bonalumi, PaoloVentura, Giovanni Frangi, Livio Scarpella, Alex Corno, DavideLa Rocca, Francesco Jodice

  • mostra principali_selected exhibition Galleria AntologiaAnselmo Bucci, Agostino Bonalumi, Paolo Ventura, Giovanni Frangi,Livio Scarpella, Alex Corno, Davide La Rocca, Francesco Jodice,Merisio CristianMonza. Italia (2018)

    ExibitComando Sezione Aerea GdF.Rimini. Italia (2016)

    Le forme dei giorniLirici Greci Comunicazione. Ancona. Italia (2012)

    DHG Factory-Prize for contemporary ArtDyeing House GalleryPrato. Italia (2012)

    ID OOOtesto di Claudio Cerritelli, SpaziOfficinaPadova. Italia (2010)

    Biennale di scultura_Umberto Mastroiannitesto di Claudio Cerritelli, Martina Corgnati e Lea Mattarella Torino. Italia (2010)

    Il segreto dello sguardotesto di Andrea Dall’Asta, Angela Madesani e Chiara Canali Galleria San Fedele.Milano. Italia (2010)

    Quarta dimensionetesto di Claudio Cerritelli, Giovanni Bruno, Galleria Ghiggini,Varese. Italia (2009)

    Print exhibition of italian contemporary Arttesto di Sejong Yoo, Picy Gallery.Seoul.. Corea del Sud (2007)

    SIPA” Seoul Art Center & Hangaram Art MuseumSeoul. Corea del Sud (2006)

    Essere in/mototesto di Angela Madesani e Andrea Dall’Asta, Galleria San FedeleMilano. Italia (2006)

    Esercizi di scultura ambientaletesto di Claudio CerritelliComune di Lodi. Italia (2006)

    D.O. Direzione obbligatoriatesto di Simona Bassano di Tufillo, Ipogeo dell’AnnunziataNapoli. Italia (2006)

    Il senso del corpotesto di Andrea Dall’Asta, Galleria San FedeleMilano. Italia (2005)

    Ausstellungsreihe junger KünstlerInnen aus ItalienKulturZentrum Alte Kaserne Winterthur/ZH.Svizzera (2005)

  • Cristian Merisio

    mob. +39 [email protected]

    graphic designvisual art project_graphic

    catalog textClaudio Cerritelli

    graphic elaborationCristian Merisio

    photosCristian Merisio