Presentazione standard di PowerPoint - generalicar.com · molta attenzione. Le normali prese di...
Transcript of Presentazione standard di PowerPoint - generalicar.com · molta attenzione. Le normali prese di...
INDICE
3
4
9
14
Editoriale
Salone di Ginevra 2016 L’auto proiettata verso il futuro
Ma come guidi? I nuovi dispositivi per lo stile di guida
Testiamo le white box Samsung SmartThings
Numero 29
Cari amici,
in questo numero vi accompagneremo in un viaggio che, partendo da Ginevra dove abbiamo visitato uno dei saloni
automobilistici più importanti al mondo e di cui vi raccontiamo le novità più rilevanti, ci porterà a Lainate per i tests
in pista delle black boxes di ultima generazione e concluderemo tornando a «casa» per aggiornarvi sulle novità
relative alla Connected Home e per presentarvi le nostre impressioni sul prodotto Samsung SmartThings.
Confidando di aver sollecitato il vostro interesse e soprattutto la vostra curiosità, vi invio i miei migliori saluti
Marco Marello
Numero 29
Salone di Ginevra 2016 L’auto proiettata verso il futuro
Il Salone Internazionale dell’auto di Ginevra ha
messo in mostra un grande numero di novità, tanti i
modelli in prossima uscita e molti prototipi che ci
fanno comprendere quali sono le strade che le case
costruttrici intendono percorrere.
Anche quest’anno la tecnologia di bordo e l’ibrido
hanno avuto un particolare risalto all’interno degli
stands. Quasi tutti i costruttori hanno presentato i
loro veicoli più venduti anche in versione ibrida e
ibrida plug-in.
Venendo poi ai sistemi di prevenzione attiva degli
incidenti (Lane Control, Adaptive Cruise Control
ecc.) abbiamo potuto notare come questi strumenti
siano ormai sempre più presenti anche a bordo delle
citycar ed in alcuni casi offerti di serie con una
evidente scelta di strategia in chiave di marketing.
Un’altra tecnologia presente su molte delle auto
esposte è l’Head Up Display.
L’Head Up Display (HUD), nasce in campo militare ed
aeronautico allo scopo di consentire al
conducente/pilota la contemporanea visione dei
principali strumenti di navigazione e di puntamento,
dell’obiettivo e dell’ambiente circostante.
Nei più recenti sviluppi le informazioni vengono
proiettate direttamente sulla visiera del casco.
Nella sua applicazione all’interno dell’automobile, l’HUD
è un sistema che proietta le informazioni di viaggio sul
parabrezza e nelle sue evoluzioni tecnologiche ha
sempre più acquistato importanza anche nella area
della sicurezza attiva del veicolo in quanto connesso ai
sistemi ADAS.
Numero 29
Quanto costa?
Nel corso degli anni il prezzo di questo optional è
notevolmente diminuito ed oggi è paragonabile al
costo di un navigatore di fascia media. Ciò ha
consentito alla case automobilistiche di proporlo
anche su vetture di fascia media mentre case come
Garmin hanno messo a punto prodotti per il mondo
dell’aftermarket.
Parabrezza ad hoc per l’Head Up Display?
La risposta è sì: per garantire ai guidatori di tutte le
altezze un’immagine priva di distorsioni, le zone di
proiezione HUD sono minuziosamente sagomate
pur mantenendo la fluidità stilistica del parabrezza
stesso. La necessità che l’immagine proiettata sia
nitida e leggibile ha anche spinto i produttori a
migliorare le proprietà dello strato intermedio di PVB
(polivinilbutirrale), che è parte integrante dei
parabrezza laminati. Applicando un’angolazione
infinitesimale a questo strato intermedio, i riflessi sul
parabrezza si concentrano in un’unica immagine,
chiara e luminosa.
Dal punto di vista della sicurezza, l’HUD consente al
conducente di abbreviare i tempi di reazione riducendo i
casi in cui lo sguardo non è diretto a quanto accade
sulla strada. In questo modo è sufficiente mezzo
secondo per leggere le informazioni da un head-up
display rispetto ad 1 secondo necessario per leggerle
dal cruscotto. A 60 km/ora, questo tempo che pare
infinitesimale, corrisponde ad un tratto di 8 metri di
guida cieca!
E nella riparazione o sostituzione del parabrezza,
cosa cambia?
L’alta tecnologia richiesta per produrre questo specifico
PVB a spessore crescente fa si che l’offerta sia
abbastanza limitata e costosa, infatti attualmente sono
due i principali produttori specializzati nella
fabbricazione di questo tipo di parabrezza.
I prezzi possono essere molto maggiori rispetto al
parabrezza tradizionale. Qualche esempio:
Bmw X6: Euro 584,91 (Parabrezza Standard)
Euro 745,09 (Parabrezza Head-up)
Bmw Serie 5: Euro 362,27 (Parabrezza Standard)
Euro 582,55 (Parabrezza Head-up)
Bmw X5: Euro 512,45 (Parabrezza Standard)
Euro 962,63 (Parabrezza Head-up)
Salone di Ginevra 2016 L’auto proiettata verso il futuro
Numero 29
La sostituzione di un parabrezza con tecnologia
HUD non richiede particolari accorgimenti rispetto
ad uno standard ed anche la riparazione di una
scheggiatura non ha effetti negativi sulla qualità
della proiezione anche in considerazione del fatto
che l’intervento riparativo è comunque sconsigliato
se la scheggiatura interessa l’area visiva del
conducente dove viene posizionato il visore HUD.
In tema di costi di sostituzione, un’eccezione è
rappresentata da Mazda che, adottando un
particolare Head-Up Display montato sul cruscotto,
è riuscita a non intervenire sulle caratteristiche del
parabrezza.
Al salone moltissime case costruttrici hanno affiancato
ai loro modelli di punta una o più versioni ibride. Non
parliamo ovviamente di un produttore come Tesla, ma
di Bmw, Hyundai, Nissan, Volvo. Aumenta la diffusione
delle auto ibride con tecnologia plug-in, ovvero di
quelle vetture dotate sia di motore a combustione
interna che elettrico ed in cui la ricarica delle batterie
elettriche avviene tramite presa di corrente.
E' possibile ricaricare l'auto con tecnologia plug-in
a casa?
Sì. I proprietari di veicoli elettrici possono utilizzare
l’impianto, generalmente di 3 kW, della propria
abitazione come punto di ricarica principale.
Normalmente i veicoli sostano nel box o nel posto auto
per diverse ore ogni giorno: questa situazione è ideale,
in quanto consente di ricaricare lentamente la batteria.
E' quindi sufficiente anche una potenza (kW) ridotta per
avere ogni mattina la batteria dell’auto completamente
carica.
Inoltre, contrariamente a quanto in molti pensano, non
occorre far scaricare completamente la batteria per poi
ricaricarla. Le moderne batterie al litio impiegate sui
veicoli ibridi beneficiano maggiormente di ricariche
parziali.
Salone di Ginevra 2016 L’auto proiettata verso il futuro
Numero 29
Quanto tempo serve per la ricarica?
La velocità di ricarica dipende principalmente da due
fattori: la potenza (kW) con cui si ricarica e
la potenza massima accettata dal caricabatteria
interno al veicolo. Se i due valori sono
diversi, comanda sempre il più basso dei due. Una
ricarica completa a 3,7 kW richiede circa 5/6 ore di
tempo. Una ricarica completa a 7,4 kW richiede
circa 2/3 ore di tempo. E così via.
Difficilmente comunque sperimenterete questi tempi,
proprio perché raramente si fa una ricarica
completa. Di solito infatti si fanno "rabbocchi" (o nel
gergo della mobilità elettrica "biberonaggi"), quindi
probabilmente avrete l'auto in carica per 1 o 2 ore al
giorno (a seconda di quanti chilometri avete fatto
durante la giornata).
Si può ricaricare tramite una normale presa di
corrente?
Sì, ma solo occasionalmente e facendo comunque
molta attenzione. Le normali prese di corrente (ad
esempio le Schuko) non sono progettate per
resistere senza danneggiarsi a potenze elevate per
molte ore continuative. Se avete intenzione di
acquistare un auto elettrica o ibrida, questa
diventerà l'"elettrodomestico" più importante della
casa e, come tale, richiederà qualche accorgimento
in più per garantirvi la massima sicurezza.
La sicurezza a casa è ancora più importante proprio
perché, molto spesso, le ricariche avvengono durante la
notte nel box, in un luogo che in quel momento non è
presidiato.
Bisogna quindi adottare tutti gli accorgimenti per poter
disporre di un punto di ricarica sicuro..
Per questo motivo consigliamo l'installazione di
una presa CEE industriale, molto più robusta e sicura di
una normale Schuko (qualsiasi elettricista la può
installare con una spesa contenuta).
E nella riparazione cosa cambia ?
Non tutti possono e sanno come riparare questa tipo di
vetture. Le case costruttrici affermano che ogni
intervento su vetture elettriche o ibride (escluse le
operazioni “fai da te”, come può essere la sostituzione
di un pneumatico) deve essere svolto da operatori che
abbiano ricevuto una formazione specifica. Pertanto
quando queste auto entrano in officina, la prima
operazione da compiere sarà metterle in sicurezza
elettrica.
Salone di Ginevra 2016 L’auto proiettata verso il futuro
Numero 29
Per restare al passo con la tecnologia e le innovazioni del
settore, Generali Innovation Center porterà avanti
un’attività di ricerca e sperimentazione proprio in questo
ambito, oltre ad erogare corsi di formazione, rivolti
soprattutto a carrozzieri e periti, utilizzando una vettura
ibrida Plug-in Toyota Prius.
Salone di Ginevra 2016 L’auto proiettata verso il futuro
Numero 29
Generali Italia è sempre in prima linea
nell’individuare formule tariffarie innovative per
profilare accuratamente i propri clienti, già acquisiti o
potenziali.
In ambito Rca la più recente proposta è indirizzata
alla registrazione di alcuni parametri, che
analizzeremo più dettagliatamente in seguito, in
grado di determinare lo «stile di guida» adottato dal
conducente dell’autoveicolo.
Elemento chiave di questo processo è l’installazione
a bordo del veicolo assicurato di una scatola nera
evoluta.
Lo stile di guida è uno dei fattori che maggiormente
incidono sul rischio di sinistrosità e di conseguenza
appare strategico nella definizione del calcolo del
premio assicurativo. Il cliente che sceglie di aderire
all’offerta denominata «Con Stile» gode per la prima
annualità di uno sconto in relazione al numero di
chilometri che dichiara di percorrere mediamente..
Ma come guidi? I nuovi dispositivi per lo stile di guida
Al momento del rinnovo annuale, la scontistica da
applicare al premio Rca sarà determinata in base
ad una serie di riscontri oggettivi basati
sull’elaborazione dei dati provenienti dalla scatola
nera: in primis, il numero di chilometri
effettivamente percorsi; in secondo luogo, le fasce
orarie (diurna/notturna) di maggiore utilizzo
dell’autovettura, unitamente all’impiego
settimanale prevalente (giorni feriali oppure
festivi). Naturalmente, questi dati sono acquisiti in
maniera continuativa dal sistema Gps di cui è
dotata la black box e trasmessi telematicamente
alla centrale operativa del provider sotto forma di
pacchetti di dati.
L’elemento più innovativo che concorre alla
determinazione dello sconto percentuale da
applicare è però sicuramente legato ai parametri
dello stile di guida mediamente adottato dal
conducente (o dai conducenti) della vettura: non a
caso, la polizza «Con Stile» deve il suo nome a
questa particolarità. Il fattore chiave che consente
l’individuazione delle caratteristiche di guida sono i
dati provenienti dall’accelerometro della black
box: in passato questo strumento è stato utilizzato
«semplicemente» per registrare le accelerazioni
subite dalla scocca del veicolo qualora esse
superino il valore soglia corrispondente ad 1g sul
piano.
Numero 29
Ciò significa che l’elaboratore è in grado di
identificare le condizioni accelerometriche associate
ad un evento di crash e, di conseguenza, registrare
l’andamento delle sollecitazioni applicate all’auto
nelle tre direzioni spaziali (asse X longitudinale,
ovvero di avanzamento; asse Y trasversale; asse Z
verticale); contemporaneamente, l’evoluzione degli
algoritmi di identificazione degli eventi ha permesso
di escludere dalle registrazioni le condizioni
«anomale» di marcia legate a dossi, buche, discese
da marciapiedi, frenate di emergenza, e così via.
Il passo successivo, legato alle potenzialità
dell’accelerometro, è stato pertanto quello di far sì
che fosse in grado di riconoscere la tipologia dello
stile di guida adottato dal conducente. Per ottenere
questo traguardo, lo strumento legge istante per
istante, in maniera continuativa, le accelerazioni del
corpo vettura durante la normale guida, fino ad
arrivare a categorizzare il profilo del guidatore entro
tre classi: evoluto, equilibrato, temerario.
Come è facile intuire, le tre denominazioni
identificano comportamenti di guida con un
progressivo aumento delle sollecitazioni imposte
all’auto e, potenzialmente, una maggiore
predisposizione a provocare (o anche subire) un
sinistro.
Ma come guidi? I nuovi dispositivi per lo stile di guida
Allo stato attuale, la scatola nera si basa sulle letture
accelerometriche lungo l’asse longitudinale (X),
corrispondenti all’atto pratico all’intensità di ogni
accelerazione e frenata dell’automezzo. Questo
significa quindi che, quanto più violentemente il
conducente preme i pedali di acceleratore e freno,
tanto meno si avvicina ad un comportamento
«virtuoso». Naturalmente viene anche tenuta in
considerazione la frequenza con cui si verificano
queste sollecitazioni, in modo da tenere in debito
conto episodi legati, per esempio, ad una brusca
frenata per evitare un sinistro.
Al momento non sono invece prese in
considerazioni le sollecitazioni trasversali (ovvero, le
accelerazioni lungo l’asse Y che si manifestano ad
esempio durante la percorrenza di curva).
Numero 29
Ma come guidi? I nuovi dispositivi per lo stile di guida
Dal punto di vista tecnologico la sofisticazione è
evidente, basti pensare che gli accelerometri in
dotazione hanno un fondo scala pari a ±16g
(adeguato per riconoscere e riscostruire sinistri
anche di notevole intensità), eppure devono essere
in grado di identificare accuratamente sollecitazioni
molto meno marcate, nell’ordine di 0,2-1g. Infatti, il
valore inferiore corrisponde indicativamente ad una
accelerazione blanda, mentre quello superiore è
tipico di una frenata al limite in condizioni di buona
aderenza (fondo asciutto).
Giungere ad individuare e categorizzare lo stile di
guida ha comportato un complesso lavoro di
sperimentazione, raccolta dati, e successiva
elaborazione degli stessi.
Generali Innovation Center ha lavorato in accordo i
con i provider telematici per organizzare, svolgere e
analizzare una serie di test e prove in tal senso.
Queste sono state svolte in condizioni di varia
natura per disporre di una banca dati, la più ampia e
variegata possibile: sono stati impiegati veicoli di
diversa natura e potenza (dotati di cambio
automatico o manuale), diversi conducenti e
differenti stili di guida; inoltre, le prove sono state
condotte non solo su percorso pianeggiante ma
anche in salita ed in discesa (al fine di valutare
l’influenza della forza di gravità sui rilevi dei
dispositivi).
In aggiunta alle prove su strade cittadine ed
extraurbane aperte alla circolazione stradale,
Generali Innovation Center ha anche organizzato
una giornata di prove in circuito: con l’occasione
siamo tornati presso il centro di Guida Sicura Aci
di Lainate (MI) che già ci aveva accolti lo scorso
dicembre per un corso sulle tecniche di guida (si
veda a tal proposito lo scorso numero di
GeneralicarNews). Nel corso di questa giornata
abbiamo compiuto in tutta sicurezza circa novanta
ripetizioni complessive di accelerazioni, frenate,
slalom e sbandate, impiegando un conducente
esperto (istruttore di guida del Centro stesso) ed un
veicolo appositamente strumentato.
Numero 29
Ma come guidi? I nuovi dispositivi per lo stile di guida
L’automobile protagonista della giornata era infatti
provvista di tre scatole nere dislocate in punti
strategici: due fissate al parabrezza ed una in
corrispondenza del tunnel centrale, vicino alla leva
del cambio. In aggiunta, erano presenti anche due
accelerometri professionali abitualmente usati da
Generali Innovation Center durante lo svolgimento
delle sessioni di crash test, nonché la relativa
strumentazione elettronica per gestire il processo di
acquisizione dati.
La gran mole di dati emersi dalla giornata in pista,
unitamente alle precedenti registrazioni effettuate
durante la circolazione su strada, ci ha permesso di
accelerare lo sviluppo dei parametri di
identificazione dei tre profili-modello di conducente
citati in precedenza, al fine di rispecchiare il più
fedelmente possibile la realtà.
In conclusione, possiamo proporre alcuni
suggerimenti in merito al comportamento di guida
che aiutino a raggiungere il traguardo dello stile di
guida «evoluto» ed a carattere generale, migliorare
la sicurezza: sostanzialmente, per evitare di
ricorrere ad accelerazioni e frenate troppo intese è
sicuramente consigliato aumentare la distanza di
sicurezza dal veicolo che precede, moderare le
variazioni di velocità (adeguando quest’ultima alle
condizioni di traffico e del fondo stradale), nonché
evitare le distrazioni (ad esempio leggere o scrivere
SMS sul telefonino).
Le scatole nere abbinate alla polizza «Con Stile»
prevedono il fissaggio sul parabrezza del veicolo,
inoltre sono di nuova concezione ed offrono
all’utente un importante plus: la funzione di «real
time coaching».
Numero 29
Ma come guidi? I nuovi dispositivi per lo stile di guida
In sostanza, sul lato interno del dispositivo è
presente un led multicolore, ben visibile al
conducente ma mai fastidioso, che informa il
guidatore in tempo reale accendendosi in occasione
di un evento la cui accelerazione supera le soglie
predefinite.
Inoltre, ad ogni accensione dell’auto viene
visualizzato un indicatore che tiene conto dello stile
di guida complessivo dall’inizio dell’annualità
assicurativa fino a 2 giorni precedenti.
Grazie a questi riscontri, il guidatore è
continuamente aggiornato sull’evoluzione del proprio
profilo e quindi è in grado di migliorarsi.
In aggiunta a ciò, ciascun cliente di Generali avrà a
disposizione un’area privata sul portale per
monitorare il proprio stile di guida anche tramite pc o
smartphone.
Numero 29
Testiamo le white box Samsung SmartThings
Il mercato della domotica e dei servizi legati alla
“connected home” sembra ormai pronto ad
esplodere. Lo testimoniano non solo il crescente
numero di aziende che propongono prodotti
riguardanti l’automazione domestica, ma anche il
desiderio dei consumatori di ricevere un reale valore
aggiunto dalle nuove tecnologie applicate all’ambito
domestico, in termini di benessere, sicurezza e
risparmio.
Da un recente studio realizzato in collaborazione tra
Europ Assistance ed Energy@home, associazione
fondata da Telecom Italia, Electrolux, Indesit ed Enel
Distribuzione, emerge come la domotica sia una
realtà a cui una fascia di italiani guarda con
interesse già oggi. Lo studio esplorativo, a cura di
Doxa Marketing Advice, è stato effettuato su un
campione di livello socio economico e culturale
medio-alto e alto, propenso a sperimentare novità e
ben disposto verso il digitale e la tecnologia,
suddiviso per fasce di età, con una quota
significativa di soggetti con figli piccoli e genitori
anziani. Gli italiani coinvolti si sono mostrati, in
generale, molto esigenti per quanto concerne
l’evoluzione della casa domotica: non si guarda solo
ad aspetti ludici ed estetici, ma in primo piano
troviamo funzionalità e sicurezza.
In questo scenario in continua evoluzione, è importante
rimanere al passo con le novità e sperimentare i vari
prodotti presenti sul mercato, al fine di valutarne le
caratteristiche, le performance e la customer
experience.
In Generali Innovation Center è ormai un anno che ci
occupiamo di “Connected home”, andando a incontrare
fornitori e, soprattutto, ad analizzare e testare i loro
prodotti.
In questo articolo vi presenteremo i risultati dei nostri
test su un prodotto dalle caratteristiche interessanti:
Samsung SmartThings.
SmartThings Inc. è una azienda con sede principale a
Palo Alto, California, che è stata acquisita da Samsung
nell’Agosto 2014.
Numero 29
SmartThings ha creato una piattaforma per
applicazioni in ambito smart homes e Internet of
Things. Il loro prodotto si basa su un Hub (chiamato
anche "gateway" o "home controller"), su sensori e
dispositivi “smart”, su una piattaforma in Cloud e su
una App per l’utente.
Nell’Agosto 2013 SmartThings ha aperto uno shop
online per vendere i dispositivi da connettere
all’Hub. I prodotti elencati nello shop online
includono sia dispositivi marchiati SmartThings, sia
dispositivi di altre aziende, come D-Link, Honeywell,
Bose, Yale, per i quali è certificata la compatibilità
con la piattaforma SmartThings.
Al fine di valutare la customer experience e le difficoltà
di installazione, Generali Innovation Center ha testato
un kit standard di SmartThings, già in commercio in
Nord America e UK/Irlanda ed acquistabile da utenti
privati.
Il kit SmartThings da noi testato è composto da:
• Un Hub, permette la connessione tra i sensori e l’App,
consentendo all’utente di monitorare, controllare e
rendere più sicura la propria abitazione
• Un sensore multiuso, che integra le caratteristiche di
un sensore di apertura/chiusura, di vibrazione, di
orientamento e di temperatura.
• Un sensore di movimento, che permette di monitorare
gli spostamenti in casa e la temperatura dell’ambiente.
• Un sensore di presenza che può anche essere
applicato allo zaino del proprio figlio o intorno al collare
di un animale domestico e permette di ricevere una
notifica ogni qualvolta essi arrivano o lasciano
l’abitazione. Inoltre, possiede un emettitore acustico
utilizzabile, ad esempio, come aiuto per trovare le chiavi
di casa.
• Una presa elettrica comandata che può essere
utilizzata per controllare luci, dispositivi elettronici e
piccoli elettrodomestici. Può essere programmata per
accendere e spegnere automaticamente l’apparecchio a
cui è collegata. Inoltre, misura la potenza assorbita
dall’apparecchio stesso.
Testiamo le white box Samsung SmartThings
Numero 29
Testiamo le white box Samsung SmartThings
Il tutto è gestito tramite la App per smartphone di
SmartThings.
Le informazioni rilevate possono essere utilizzate
come allarme o per comandare gli altri dispositivi.
Attraverso la App di SmartThings è possibile
ricevere notifiche su ciò che succede nella propria
abitazione, ma anche chiudere la serratura delle
porte, controllare il consumo di energia elettrica, e
far eseguire automaticamente delle azioni in base a
regole preimpostate.
Per comprendere il funzionamento della App, un
utente medio ha bisogno di alcuni minuti;
successivamente, si è in grado di apprezzare la
varietà di possibilità offerte dalla piattaforma
SmartThings.
Le SmartApps, presenti all’interno della App, aiutano
a creare regole e azioni automatiche.
Il processo di installazione è risultato abbastanza
rapido e semplice.
La procedura di installazione è stata effettuata tramite
smartphone con connessione internet.
Rispetto ad altri prodotti testati, abbiamo trovato degli
utili suggerimenti per gli utenti all’interno dell’App.
Dopo aver sfilato una tab in plastica, il collegamento dei
dispositivi avviene in modo automatico durante la fase
"Connect new device".
Abbiamo cronometrato che un utente non esperto
necessita di quasi un'ora per completare il processo di
installazione del kit.
Nella parte finale della procedura si svolgono utili e
veloci verifiche per confermare il corretto funzionamento
dei sensori. Sempre utilizzando lo smartphone, è
prevista anche la lettura di alcuni suggerimenti su come
utilizzare App.
Numero 29
Testiamo le white box Samsung SmartThings
I dispositivi del kit testato si connettono all’Hub
utilizzando un protocollo ZigBee. Nelle specifiche
di prodotto, SmartThings dichiara che la
massima distanza tra l’Hub e un sensore è tra i
15 e 40 metri (a seconda delle caratteristiche
costruttive dell’abitazione), e almeno 40 metri, in
linea d’aria senza ostacoli. Come si può vedere
dalla tabella in basso, le prove per la massima
distanza hanno rispettato le attese.
Un aspetto che deve essere migliorato riguarda
la perdita di segnale del sensore: quando un
sensore (eccetto quello di presenza) è spostato
oltre il limite di connettività, non vi è un riscontro
o una notifica che avverte della perdita di
comunicazione tra sensore e Hub.
Una delle migliori caratteristiche di SmartThings
è la possibilità di collegare l’Hub a dispositivi
prodotti da altre aziende.
Per questo motivo, Generali Innovation Center
ha deciso di testare la connessione tra l‘Hub
SmartThings e un sensore di allagamento di un’altra
azienda (Fibaro Flood Sensor).
L'operazione per la connessione non è stata
automatica, ma abbastanza facile: un utente non
esperto ci ha impiegato circa 6 minuti.
Il successivo test di funzionamento ha dato esito
positivo.
Per concludere, la soluzione per la «connected
home» di Samsung SmartThings è sicuramente
interessante, soprattutto dal punto di vista della
customer experience e delle potenzialità del
prodotto. In ottica più strettamente assicurativa,
però, la soluzione base dovrebbe essere
modificata ed includere sensori con altre
funzionalità, come i sensori di fumo e di
allagamento.
Nei prossimi numeri racconteremo ai nostri lettori i
nuovi test sui dispositivi per la «connected home».
Numero 29
2012
Via C. Pisacane, 48
20016 PERO (MI)
Tel. 02 38 100 356
www.generalicar.com
Dirigente Responsabile
Marco Marello [email protected]
Resp. Centro Sperimentale Ricerca
e Formazione Tecnica
Ing. Andrea Mondini [email protected]
Numero 29