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Lecce, 10 ottobre 2018 L’evoluzione della Prevenzione Incendi secondo il nuovo Codice Roberta Lala

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Lecce, 10 ottobre 2018

L’evoluzione della Prevenzione Incendi secondo il nuovo Codice

Roberta Lala

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L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

Ing. Roberta LALA – CNVVF

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Ing. Roberta LALA – CNVVF

L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

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Ing. Roberta LALA – CNVVF

L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

APPROCCIO DI TIPO PRESCRITTIVO

• Semplice riscontro ed applicazione di regole tecniche in cui sono già definite «a priori» dal Legislatore lemisure di dettaglio da adottare per raggiungere la Sicurezza Antincendio.

• La definizione degli Scenari critici di incendio e la valutazione del Rischio sono definiti dal normatore• Le norme e regole tecniche di tipo prescrittivo «impongono» un livello minimo di sicurezza attraverso

specifiche misure prescrittive

PREGI

• Regole tecniche di più «facile» applicazione da parte dei professionisti• Minore responsabilità da parte del progettista (l’Analisi del Rischio viene svolta direttamente dal

Normatore)

DIFETTI

• Nessun contributo alternativo può essere apportato dal progettista se non con lo strumento della deroga• Notevoli casi in cui la Regola tecnica non risulta applicabile (troppo rigida)• Le Prestazioni e la Qualità sono scelte dal Normatore in modo univoco

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L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

APPROCCIO DI TIPO PRESTAZIONALE

• Il Progettista ed il Committente possono individuare e definire il livello di prestazione necessario ed alprogettista spetta il compito di verificarne il suo raggiungimento.

• Definizione di obiettivi comuni generali• Maggiore dettaglio nella definizione delle condizioni che concorrono a definire il rischio presente

nell’attività• Valutazione quantitativa matematica maggiormente avanzata

PREGI• Massima flessibilità nella progettazione con notevole contributo da parte del professionista e con

assunzione di responsabilità «maggiormente certa»• Migliore individuazione delle misure antincendio in rapporto alla specifica attività e ottimizzazione del

rapporto Costi/Benefici conseguenti.• Possibilità di supplire alle “lacune” della norma con analisi di tipo scientifico

DIFETTI

• Maggiore impegno di risorse e tempi nella fase di progettazione• Adozione di un Sistema di Gestione della Sicurezza in grado di mantenere il livello assunto dallo scenario

di incendio definito dal progettista

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L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

Citato anche nel DM 7/8/2012

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L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

Entrato in vigore

il 18/11/2015

Nuovo Codice di Prevenzione

Incendi

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L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

DM31/07/34

«Approvazionedellenormedisicurezzaperlalavorazione,l’immagazzinamento,l’impiegoolavenditadioliminerali,eperiltrasportodegliolistessi»

TitoloVII(art.87–100):Autorimesseclassificazioni

DM1/2/1986

«Normedisicurezzaantincendiperlacostruzioneel’eserciziodiautorimesseesimili»

DM21/2/2017

«Approvazionedinormetecnichediprevenzioneincendiperleattivitàdiautorimessa.

Anno1936

222378

automobiliincircolazione

Anno1986

>24milioni

diautomobiliincircolazione

Anno2017

>37milioni

diautomobiliincircolazione

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L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

Ing. Roberta LALA – CNVVF

DM 31/07/34

«Approvazione delle norme di sicurezza per la lavorazione, l’immagazzinamento, l’impiego o la vendita di oli minerali, e per il trasporto degli oli stessi»

Titolo VII (art. 87 – 100): Autorimesse classificazioni

Auto del tempo:• quasi tutte a benzina• scarsa robustezza strutturale• parti meccaniche e relativi assemblaggi molto artigianali• frequente rottura del circuito di alimentazione• fuoriuscita carburante

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L’EVOLUZIONE DELLA PREVENZIONE INCENDI

DM 1/2/1986

«Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili»

Numerosissime richieste di deroga

decreto attualmente in vigore

SOLUZIONE

eliminare dallanormativa diprevenzioneincendi tuttoquanto nonstrettamenteattinente conla prevenzioneincendi

adottare misure disicurezza antincendiopiù moderne, piùaderenti alla realtà eche contemplino ladiversa tipologia delleautovetture rispetto alpassato

Quasi 100 “documenti” tra circolari, note e

deroghe in via generale

CRITICITÀ

Basatosunormeprecedentigiàdatateerelativeatipologiediauto

moltomenosicure

molterichiesteinerentiaspettinonrelativiallaprevenzioneincendi(larghezzaependenzarampe,

larghezzacorselli,ecc…)

densitàdiaffollamentomoltoaltaperleautorimessenonsorvegliate(0.1

pers/mq):

definizionenonchiaradegliautosaloni

Richiesteaperturediaerazionenaturaleconsuperficimoltoelevate

resistenzaalfuocodellestruttureportantieseparantiingeneralemolto

altaespessononcongruente

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – Obiettivi del Legislatore

OBIETTIVI

Disporre di un testo unico;

Semplificare;

Adottare regole meno prescrittive, più prestazionali e flessibili;

Prevedere la possibilità di scegliere fra diverse soluzioni;

Favorire l’utilizzo dei metodi dell’ingegneria antincendio.

Ravvisata la necessità di semplificare e razionalizzare l’attuale corponormativo relativo alla prevenzione degli incendi attraversol’introduzione di un unico testo organico e sistematico di disposizioni diprevenzione incendi applicabili ad attività soggette ai controlli diprevenzione incendi e mediante l’utilizzo di un nuovo approcciometodologico più aderente al progresso tecnologico e agli standardinternazionali;

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

STRUTTURA DEL PROVVEDIMENTO

Il provvedimento è costituito, oltre al preambolo, da:

– Parte dispositiva costituita da 5 articoli

Art. 1: Approvazione e modalità applicative delle norme tecniche di prevenzioneincendi;

Campo di applicazione;

Impiego dei prodotti per uso antincendio;

Monitoraggio;

Disposizioni finali;

Art. 2:

Art. 3:

Art. 4:

Art. 5:

– Un allegato (Codice di prevenzione incendi) diviso in 4 Sezioni.

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

STRUTTURA DELL’ALLEGATO

NEW ENTRY

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

PRINCIPI BASE

• LemetodologiediprogettazionesonoapplicabiliatutteleattivitàGeneralità

• Nel Codice sono stati adottati specifici termini, sigle elinguaggiotecnicoLinguaggio

• Sono proposte molteplici soluzioni progettuali prescrittive oprestazionali,conpossibilità,perilprogettista,dielaboraresoluzioniprogettualiautonome

Flessibilità

• Illinguaggioadottatoèinlineaconglistandardinternazionaliesonostatiunificaticonsolidaticoncettiepreesistentidisposizionidellaprevenzioneincendi

Standardizzazioneedintegrazione

• Lediversedisabilità(es.motorie,sensoriali,cognitive,...),temporanee o permanenti sono parte integrante dellaprogettazione

Inclusione

• IlCodiceèbasatosullaapplicazionedellapiùaggiornataricercascientifica nazionale ed internazionale, nel campo dellasicurezzaantincendio

Contenutibasatisull’evidenza

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

PRINCIPALI NORMATIVE DI RIFERIMENTO

DLgs 8 marzo 2006, n. 139 “Funzioni e compiti dei VVF”

DPR 1 agosto 2011, n. 151 “Regolamento di prevenzione incendi”

DM 7 agosto 2012 “Istanze di prevenzione incendi”

DM 9 maggio 2007 “Approccio ingegneristico”

DPR 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico edilizia”

… ecc.

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

IL CODICE È ALTERNATIVO

Disposizioni di prevenzione incendi di cui all’art. 15 comma 3, del D.Lgs n.139/2006 e quindi anche ai criteri generali di prevenzione incendi di cui alDM 10 marzo 1998.

Alle seguenti regole tecniche:

- DM 30 novembre 1983 “Termini, definizioni e simboli grafici”;

- DM 3 novembre 2004 “Dispositivi per l'apertura delle porte”;

- DM 15 marzo 2005 “Reazione al fuoco”;

- DM 15 settembre 2005 “Impianti di sollevamento”;

- DM 16 febbraio 2007 “Classificazione di resistenza al fuoco”;

- DM 9 marzo 2007 “Prestazioni di resistenza al fuoco”;

- DM 20 dicembre 2012 “Impianti di protezione attiva”.

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

IL CODICE SI APPLICA:

Attività soggette a controllo VVF - DPR n. 151/2011:

Att. 9, 14, 27÷40, 42÷47, 50÷54, 56÷57, 63÷64, 66, ad esclusione dellestrutture turistico - ricettive nell'aria aperta e dei rifugi alpini, 67, ad esclusionedegli asili nido, 70÷71, 75÷76 (Officine…; Impianti …; Stabilimenti …; Depositi …;

Falegnamerie; Attività industriali e artigianali, scuole, autorimesse …)

IL CODICE NON SI APPLICA:

Att. 1÷8, 10÷13, 15÷26, 41, 48÷49, 55, 58÷62 (impianti, reti di trasporto con sostanzeinfiammabili, esplodenti, comburenti, radioattive, Distributori carburante, centralitermoelettriche, macchine elettriche, gruppi elettrogeni, demolizione veicoli, …)

Att. 65, 68÷69, 72÷74, 77÷80 (locali di spettacolo, impianti sportivi, asili nido,ospedali, attività commerciali, edifici tutelati, edifici promiscui, centrali termiche, edifici civili,stazioni, metropolitane, interporti, gallerie.)

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

… RIASSUMENDO

• Il Codice si applica in genere alle “attività soggette” indicate nelcampo di applicazione

• Può essere utilizzato come utile riferimento per attività nonsoggette ai controlli di prevenzione incendi.

• Si applica ad attività nuove ed esistenti, senza distinzione

• Il Ministero (attraverso la DCPST) monitora l'applicazione per il futurosuperamento della compresenza tra vecchie e nuove norme.

• Nulla cambia per i Procedimenti di prevenzione incendi.

• Non previsti obblighi per attività già in regola con il DPR n. 151/2011.

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

IPOTESI FONDAMENTALI

In condizioni ordinarie, l'incendio di un'attività si avvia da un solopunto di innesco.

Escluso incendio doloso o eventi estremi (es. catastrofi, azioniterroristiche, ...)

Il rischio di incendio di un'attività non può essere ridotto a zero.

Le misure antincendio sono selezionate per minimizzare il rischio diincendio, in termini di probabilità e di conseguenze, entro limiticonsiderati accettabili.

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE

Il Codice utilizza la nuova metodologia consistentenell’individuazione di livelli prestazionali (I, II, II, IV, …),introdotta per la prima volta in Italia nel campo dellaresistenza al fuoco con il DM 9/3/2007, estendendola atutte le altre “misure antincendio” (Reazione al fuoco,compartimentazione, esodo, gestione della sicurezza,controllo dell'incendio, ecc…).

1. Valutazione del rischio (stabilire iprofili di rischio Rvita, Rbeni e Rambiente)

2. Attribuzione livelli di prestazione (I,II, III, IV, …)

3. Per ogni misura antincendio sonospecificati i criteri di attribuzionedel livelli di prestazione.

4. Scelta soluzioni progettuali (perogni livello di prestazione sonospecificate soluzioni conformi esoluzioni alternative).

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – Profili di rischio

PROFILI DI RISCHIO DELLE ATTIVITÀ

• Sono degli Indicatori semplificati per valutare ilrischio di incendio. Servono per attribuire i livelli diprestazione.

• L’individuazione di 3 profili di rischio (Rvita, Rbeni eRambiente) deriva dai compiti attribuiti ai VVF dalD.lgs n. 139/2006 in materia di prevenzione incendi.

1. Valutazione del rischio (stabilire iprofili di rischio Rvita, Rbeni e Rambiente)

2. Attribuzione livelli di prestazione (I,II, III, IV, …)

3. Per ogni misura antincendio sonospecificati i criteri di attribuzionedel livelli di prestazione.

4. Scelta soluzioni progettuali (perogni livello di prestazione sonospecificate soluzioni conformi esoluzioni alternative).

sicurezza della vita umanatutela dei beni dell'ambiente

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – profilo di rischio Rvita

Il profilo di rischio Rvita è attribuito per ciascun compartimento in relazione aiseguenti fattori:

δocc: caratteristiche prevalenti degli occupanti che si trovano nelcompartimento antincendio;

δα: velocità caratteristica prevalente di crescita dell'incendio riferita al tempo tα

in secondi impiegato dalla potenza termica per raggiungere il valore di 1000 kW.

Per “prevalenti” si intendono le caratteristiche più rappresentative del rischionello specifico compartimento in qualsiasi condizione d'esercizio

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – profilo di rischio Rvita

δocc : CARATTERISTICHE PREVALENTI DEGLI OCCUPANTI

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – profilo di rischio Rvita

δα : CARATTERISTICHE PREVALENTI DI CRESCITA DELL'INCENDIO

δα Velocitàcaratteristicaprevalentedicrescitadell'incendiotα[s]

Esempi

1 600Lenta Materialipococombustibilidistribuitiinmododiscon-tinuooinseritiincontenitorinoncombustibili.

2 300Media Scatoledicartoneimpilate,palletsdilegno,libriordinatisuscaffale,mobilioinlegno,automobili,materialiclassificatiperreazioneal

fuoco.

3 150Rapida Materialiplasticiimpilati,prodottitessilisintetici,apparecchiatureelettroniche,materialicombustibilinonclassificatiperreazioneal

fuoco.

4 75Ultra-rapida Liquidi infiammabili, materiali plastici cellulari oespansi,schiumecombustibili…

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – profilo di rischio Rvita

DETERMINAZIONE DI Rvita (combinazione di δocc e δα)

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – profilo di rischio Rbeni

Il profilo di rischio Rbeni è riferito all'intera attività in funzione del caratterestrategico dell’opera da costruzione e dell’eventuale valore storico, culturale,architettonico o artistico e dei beni in essa contenuti.

• Si considera vincolata per arte o storia se essa o i beni contenuti sono tali anorma di legge.

• Risulta strategica se è tale a norma di legge o in considerazione dipianificazioni di soccorso pubblico e difesa civile o su indicazione delresponsabile dell'attività.

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – profilo di rischio Rambiente

Il profilo di rischio Rambiente si valuta per l’intera attività. Generalmente il rischio di dannoambientale a seguito di incendio nelle attività civili, ove non siano presenti sostanze omiscele pericolose in quantità significative, può essere considerato trascurabile.

Le operazioni di soccorso condotte dai VVF sono escluse dalla valutazione del rischio didanno ambientale.

Il rischio di danno ambientale può ritenersi mitigato dall'applicazione delle misureantincendio connesse ai profili di rischio Rvita ed Rbeni, che consentono, in genere, diconsiderare non significativo tale rischio.

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – Metodologia di progettazione

• Rvita: salvaguardia della vita umana daISO/TR 16738:2009 e BS 9999:2008Section 2, determinato percompartimento

• Rbeni: salvaguardia dei beni artistici estrategici, specifico italiano, determinatoper l'intera attività

• Rambiente: salvaguardia dell'ambiente,specifico italiano, determinato per l'interaattività

1. Valutazione del rischio (stabilire i profili di rischio Rvita,Rbeni e Rambiente)

2. Attribuzione livelli di prestazione (I, II, III, IV, …)

3. Per ogni misura antincendio sono specificati i criteridi attribuzione del livelli di prestazione.

4. Scelta soluzioni progettuali (per ogni livello diprestazione sono specificate soluzioni conformi esoluzioni alternative).

Liv.prestazione

Descrizione Criteridiattribuzione Soluzioniconformi

I Nessunrequisito Nonammesso,ingenere,inattivitàsoggetteoammessoacertecondizioni

Non ammesse o fissatecondizionimoltorigorose

II Prestazionebassa

Attivitàcondeterminatiprofilidirischioodovesianoverificatedeterminatecondizioni

Dispositiviminimi,condizionirigorose,…

III Prestazionemedia

Attivitàconprofilidirischioecondizionipiùgravose Dispositivimedi,…

IV Prestazioneelevata

Attivitànonricompreseneglialtricriteridiat-tribuzione. Dispositivielevati,…

… … … …

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI – Metodologia di progettazione

Strumenti a disposizione

Definitoilrischiodell’attivitàcomerisolvoilproblemadellasicurezzaantincendio?

Dallacassettadegliattrezzi(strategia

antincendio)scelgoperognisingoloaspetto(misuraantincendio)l’attrezzopiùadeguato

(soluzione)

Sel’attrezzohaunadimensioneadatta

(soluzioneconforme)lousotalquale,altrimentilodevomodificare/costruireadhoc

(soluzionealternativa)

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI - Soluzioni

Lametodologiadelcodiceconsentedisceglieretratre

tipologiedisoluzioniprogettuali

soluzione conforme: soluzione progettuale diimmediata applicazione nei casi specificati, chegarantisce il raggiungimento del collegato livello diprestazione

(es.‘Ladistanzadiprotezionedeveessereparia5m’).

soluzione alternativa: soluzione progettualealternativaallesoluzioniconformi.Ilprogettistaètenutoadimostrareilraggiungimentodelcollegatolivellodiprestazione impiegandounodeimetodi ordinari diprogettazionedellasicurezzaantincendio

(es.‘Ladistanzadiseparazionedeveesserecalcolataimponendoirraggiamentomassimodalfocolareversol'obiettivoparia12,6kW/m2’)

soluzioneinderoga:soluzioneprogettualeperlaqualeèrichiestal'attivazionedelprocedimentodideroga,cosìcomeprevistodallanormativavigente.Ilprogettistaètenutoadimostrareilraggiungimentodegliobiettividisicurezza antincendio impiegando uno dei metodiavanzatidiprogettazionedellasicurezzaantincendio”.

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IL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI - Conclusioni

• Il Codice, sostanzialmente, presenta un approccio di tipo semi-prestazionale ovveroprestazionale guidato, fondato sulla definizione dei livelli di prestazione da conseguire,nel quale la definizione dei livelli e la dimostrazione del loro raggiungimento segue ipercorsi tracciati, che rappresentano una mediazione accettabile contemperanteun’applicazione “snella” della norma ed il criterio scientifico.

• E uno strumento progettuale “ibrido”, offre soluzioni prescrittive comunqueselezionate sulla base di livelli di prestazione che sono funzione della valutazione delrischio, dando comunque la possibilità di ricorrere a soluzioni alternative per dimostrareil raggiungimento del collegato livello di prestazione.

• Il risultato, pertanto, e un vero e proprio “codice” dei principi e delle moderne tecnichedi prevenzione incendi, che tende a cercare di far superare il tradizionale approccioprescrittivo, in modo graduale e guidato, introducendo maggiore flessibilità e dandoimpulso all’utilizzo dell’approccio prestazionale.

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Roberta LALA

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