Presentazione Mattia Sullini - CowoCamp13

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“Strumenti condivisi” - MAKING - WORKING Cambiando gli strumenti, il risultato non cambia Mattia Sullini coordinatore coworking COMBO coordinatore FabLab Firenze mercoledì 19 giugno 2013

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Presentazione di Mattia Sullini CowoCamp 2013 Milano, Camplus Living, 29 giugno 2013

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“Strumenti condivisi”

- MAKING

- WORKING

Cambiando gli strumenti, il risultato non cambia

Mattia Sullinicoordinatore coworking COMBO

coordinatore FabLab Firenze

mercoledì 19 giugno 2013

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“Strumenti condivisi”

Glossario:Hackerspace Makerspace FabLab

Ci sono diversi tipi di tipi di spazi dedicati alle lavorazioni fisiche, cioè al making

Hackerspaces/makerspaces map

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“Strumenti condivisi”

La “rivoluzione” dei makers

Ultimamente se ne sente parlare sempre più spesso, ma chi sono i #makers?

La migliore definizione di cosa sia un MAKER è forse nel sottotitolo del libro #MAKERS: “Tutte quelle persone che costruiscono cose incredibili nei cortili, nei garage e nelle cantine”. Il movimento è quindi fortemente collegato alla cultura statunitense del #DIY (1)

(faidate) e si raccoglie attorno alla rivista di riferimento #MAKE (2), nata nel 2005.

Il movimento si differenzia dal DIY perchè propone lo stesso approccio anche per gli apparecchi elettronici, proponendo quindi un rapporto più consapevole e proattivo rispetto ai prodotti

Per capire cosa facciano i MAKERS, basta guardare le immagini delle #MAKERFAIRE (3), dove migliaia di persone si riuniscono per mostrare i propri progetti. Folli, sorprendenti, postmoderni e non di rado geniali.

Non a caso sta diventando una cosa seria, perchè i MAKERS altro non sono se non progettisti/artigiani/inventori indipendenti e creativi, peraltro sempre più strutturati e consapevoli di sè.

Era naturale che questo movimento recepisse le suggestioni dell’ #OPENSOFTWARE ed #OPENHARDWARE. Caso emblematico quello della piattaforma hardware/software #ARDUINO (4) che permette a tutti, con pochissime basi, di creare dispositivi elettronici, robot ed altro a costi abbordabilissimi.

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“Strumenti condivisi”

In principio furono gli Hackerspaces

Gli hackerspaces nascono dentro la cultura open-hardware/software come spazi di condivisione delle conoscenze

Gli #HACKERSPACES nascono come luoghi all’interno dei quali community di programmatori ed appassionati possono ritrovarsi per condividere esperienze e confrontarsi su programmazione, reti di dati, free software, openhardware, talvolta sperimentati anche nelle versioni più anarchiche

Sono un modello nato in Europa all’inizio degli anni ’80 come concretizzazione fisica di community di hacker già consolidate online, come il #CHAOS COMPUTER CLUB , ed a tutt’oggi spazi come il #C-BASE continuano ad avere community di centinaia di membri e ad essere molto attivi.

Negli hackerspace c’è una forte attenzione alla comunità ed alla condivisione della conoscenza.

L’altro tratto caratteristico è la dotazione IT degli spazi che tipicamente sono muniti di connessione ad alta velocità, server proprietari, storage. Sono quindi spazi centrati in maniera abbastanza precisa su software e computer.

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Makerspaces: do it yourself, do it together.

I makerspaces sono luoghi dedicati al Do It Yourself, centrati sull’apprendimento e sulla condivisione degli strumenti

I #MAKERSPACES sono i luoghi dove si incontrano i makers. Sono laboratori dotati degli attrezzi più disparati, dalle macchine controllate dai computer per la #DIGITAL FABRICATION, a macchine pesanti come torni, seghe, trapani a colonna, per finire con un’ampia attrezzistica.

Sono templi del DIY all’interno dei quali si tengono corsi per imparare le diverse tecniche, vengono organizzate attività per coinvolgere ed attrarre le persone.

Tuttavia generalmente non sono luoghi facilitati, nel senso che le attività dei membri della community sono tendenzialmente separate e sono forse più mirate alla crescita personale che alla collaborazione.

Comunque, la condivisione degli strumenti permette di accedere a processi e tecniche che sarebbe impossibile sostenere da soli.

Si tratta comunque di una lieve forzatura alla ricerca di una precisa caratteristica dei MAKERSPACES, ma le sovrapposizioni con le altre tipologie di spazi sono molto ampie

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Sharing , standard, network: i FabLab

I FabLab aggiungono al making le dimensioni del network, della standardizzazione, della ricerca

I #FABLAB sono un passo ulteriore rispetto ai makerspaces, perchè aggiungono la dimensione della standardizzazione dei processi a beneficio della diffusione dei contenuti nel network.

Il primo FABLAB (FABrication LABratory) nacque nel 2003 al MIT grazie all’intuizione di #NEIL GERSHENFELD Lui volle immaginare un luogo dove fosse possibile creare virtualmente qualsiasi cosa

I FabLab funzionano in maniera più programmatica e mirata rispetto ai makerspaces, ponendo la ricerca e lo sviluppo al centro.

Non a caso, i FabLab nascono spesso dentro incubatori, università, centri di ricerca quando addirittura non sono promossi dal soggetto pubblico

Attualmente ci sono numerosi FabLab sparsi in tutto il mondo, e l’aspirazione è quella di costruire un network globale di spazi intercomunicanti.

Il secondo scopo è quello di avvicinare la #TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE , cioè la trasformazione delle filiere con una capillare diffusione di piccoli centri di fabbricazione in grado di creare oggetti che verrebbero acquistati e venduti quindi come files sul computer. Il kmZero della produzione industriale

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COworking e COmaking, in parallelo

Spazi di coworking e spazi dedicati al making hanno molte cose in comune

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COworking/COmaking: lo spazio

Le relazioni sul web sono importanti ma non sostituiscono il mondo reale. Il punto di partenza è uno spazio fisico

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COworking/COmaking: gli strumenti

Negli spazi per il making si condividono macchine ed attrezzatura, nei coworking spazio e scrivanie

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COworking/COmaking: la community

L’innesco ed il valore sta sempre nella community, nell’uso che fa degli strumenti, nelle relazioni che si intrecciano

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Lo spazio coinvolge la community in attività formative e socializzanti, i membri interagiscono su progetti condivisi

COworking/COmaking: i contenuti

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Esempi esistenti e progetti

Esistono già numerosi progetti in corso, molti altri sono pianificati nel 2013. E già si vedono alcuni modelli alternativi

Laboratorio FABLAB Firenze @ COMBO

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Ad esempio: makerspaces+coworking

Sono una conseguenza naturale della diffusione sia dei coworking che dei makerspace, specialmente negli USA

Makerspaces e coworking possono essere due funzioni integrate all’interno di un progetto unico come accade al MOB a Barcellona

www.mob-barcelona.com

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Ad esempio: makerspace e FabLab ospitati

Spazi di coworking già avviati, aggiungono tra i servizi quello di makerspace oppure accolgono FabLab neocostituiti

Makerspaces e FabLab possono essere ospitati all’interno di spazi di coworking preesistenti. Le due entità uniscono le forze e si

arricchiscono come OPEN DESIGN CITY da BETAHAUS a Berlino

www.opendesigncity.de

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“Strumenti condivisi”

Ad esempio: coworking nei FabLab

I coworking possono anche funzionare in appoggio agli spazi per il making.

Una parte di coworking può servire a sostenere le attività dello spazio per il making. Tutte le fasi “soft” possono essere

ambientate nel coworking come al WEDO FABLAB a Novara

www.wedofablab.com

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Ad esempio: FabLab, coworking ed incubatori

Entità strutturate, tipicamente acceleratori ed incubatori, ospitano sezioni sia di coworking che di making

I FabLab sono a tutti gli effetti degli incubatori per startup basate su prodotti fisici. FABLAB SANDIEGO ed ANSIR hanno avviato

una partnership per creare un progetto sinergico. Un coworking

www.fablabsd.org

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Conclusioni... e principi

La convergenza di spazi per making e coworking è stata quasi accidentale. È possibile ottimizzare la sinergia?

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“Strumenti condivisi”

Quasi UGUALI: moltissime le analogie...

Impossibile capire quali di queste immagini raffigurino coworking o spazi per il making

MOB, Barcellona Fab10, Barcellona

Makers Space, SeattleDingfabrik, Colonia

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...ma ci sono differenze: QUASI uguali

Perchè si va in uno spazio per il making e perchè si va in un coworking? Risposte ipotetiche

Vado in uno spazio dedicato al making per poter usare strumenti ed attrezzature che non avrebbe senso comprare solo per me.

Trovo una miriade di iniziative e corsi a cui sono interessato per passione e là incontro persone che condividono con me quella passione.

Il modo migliore per imparare le cose è farle e chissà, magari potrei scoprire una nuova vocazione che potrebbe anche diventare utile

Lavoro in un coworking perchè costa molto meno di un ufficio privato e non devo investire in arredo, utenze, ristrutturazione.

Sia attraverso i coworker che grazie alle inziative del coworking, sono molte le occasioni di crescita professionale e di aggiornamento.

Nel coworking incontro persone con le quali potrei collaborare e che potrebbero essere quindi utili per la mia professione

#Opportunità #Risparmio

#Passione #Professione

#Learning by doing #Collaborazione

!Economico

Motivazionale

Crescita

FattoriSpazio making Spazio coworking

ONOFF

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Appunti per i cowomanager

Alcune ispirazioni per i cowomanager prese dagli spazi per il making: ancora più community (non ce n’è mai troppa!)

Fare assieme le cose è il modo migliore per costruire la community

Valorizzare e stimolare l’esercizio dell’intelligenza collettiva

Creare valore. Il solo risparmio non basta

Rafforzare il gruppo attorno ad un progetto chiaro

Valorizzare il contributo e la ricchezza di ogni coworker

Costruire occasioni di crescita per i coworker, anche personale

Sviluppare il senso del network e della condivisione di esperienze

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“Strumenti condivisi”

Conclusione aperta: come sarebbe un ibrido?

Si potrebbe immaginare un luogo che prenda il meglio dagli spazi per il making e dai coworking

TO DOUn luogo dove non ci sia distinzione tra ufficio e

laboratorio, dove crescere sia personalmente che professionalmente, costruendo collaborazioni e progetti

misti ampliando al massimo lo spettro delle competenze: artigiani, consulenti, autoproduttori, grafici, avvocati,

bricoleurs, designers, hacker. Un incubatore informale di idee e creatività, dove lavorare e creare con passione....

un COMAKING!

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“Strumenti condivisi”

Grazie!

“Il futuro non è più quello di una volta” Paul Valéry

PEOPLE, PLACES, IDEAS

www.comboproject.com

COMBO è un coworking della rete COWO basato esclusivamente su di un sistema di crediti a consumo validi per tutti i servizi ed allineato al programma COPASS.

LEARN>MAKE>SHARE

www.fablabfirenze.org

FABLAB FIRENZE è un’associazione che crea occasioni di divulgazione, formazione, progettazione e collaborazione basate sul fare materiale e sull’uso di strumenti

Mattia Sullini

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