Presentazione "Facoltà di scelta" 22 aprile 2013 @poli to

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La modesta proposta di Ichino e Terlizzese MarcoViola 22 -04 -2013, Politecnico di Torino

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Discussione del libro "Facoltà di scelta" di Andrea Ichino e Daniele Terlizzese, 22 aprile 2013.

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La modesta proposta di

Ichino e Terlizzese

MarcoViola

22 -04 -2013, Politecnico di Torino

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Scaletta

1. Cosa non voglio fare

2. Cosa voglio fare

3. Un punto per I&T

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Scaletta

1. Cosa non voglio fare

2. Cosa voglio fare

3. Un punto per I&T

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Cosa non voglio fare:

uno scontro tra ideologie

… sarebbe inutile perché io e I&T muoviamo da

punti di vista in larga parte inconciliabili

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Per I&T Per me

Numero di laureati Anche troppi,

troppi pochi talenti Troppo pochi

Spesa pubblica in R&D Potatura necessaria Troppo bassa

I soldi pubblici… Priorità: ridurre debito

pubblico Si devono trovare

Ideale di università Università di élite Università di massa

Competizione Migliora la qualità!

Occhio a sparare sulla croce

rossa: rischio effetto San

Matteo

L’università pubblica

italiana Fa schifo (perché i cervelli

in fuga sennò?)

Ha dei problemi, ma invece

di risolverli si punta il dito e

si taglia

Ministro Gelmini Coraggiosa, ma schiava delle

regole e pasticciona

Una pagina di storia che

vorremmo dimenticare

Differenza di vedute

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Numero di laureati

Education at a Glance, 2012, OCSE

Ichino a Cà Foscari (7 marzo): Overeducation, università non per tutti

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Certamente una società con moltissimi laureati e

pochissimi diplomati avrebbe qualche problema a

funzionare bene

Facoltà di scelta, pagg. 39-40

Fonte: OCSE

Lo strano caso della Corea del Sud

ANNI ‌2005‌ ‌2010‌

PIL procapite 22.783 28.797

Laureati (25-64) 31.6 % 39.7 %

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Numero di laureati

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Spesa pubblica per università

Education at a Glance, 2012, OCSE

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ANNO ABITANTI

(migliaia)

SEDI ISCRITTI %

ISCRITTI/

ABITANTI

DOCENTI ISCRITTI/

DOCENTI

1861 26.328 23 9.304* ca. 0,035% - -

1901 33.778 - 26.301* ca. 0,077% - -

1931 41.043 26 47.614* 0,116% 2.620 18,1

1951 47.516 27 142.722* 0,3% 15.191 9,39

1971 54.137 43 631.150* 1,2% 35.843 17,6

1981 56.479 - 1.072.674 1,9% - -

1991 56.744 - 1.547.518 2,7% - -

2001 56.916 - 1.722.457 3,0% 54.001 31,89

2009 60.045 95 1.797.462 2,99% 60.879 29,52

FONTE: Indice storico ISTAT

* Si considerano solo gli studenti in corso

Università: di massa o di élite?

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I&T rimandati all’esame di diritto?

la nostra Costituzione (art. 34), … stabilisce il diritto di «raggiungere i

gradi più alti degli studi» per i «capaci e meritevoli, anche se privi di

mezzi». Anche questa è una qualificazione importante e spesso

trascurata: non per tutti, solo per i capaci e meritevoli.

Ichino e Terlizzese, Il Corriere della Sera, 10 dicembre 2012

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di

raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni

alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per

concorso.

Costituzione italiana, articolo 34

NB: diritto all’accesso (es. borse di studio) ≠ diritto alla laurea!!!

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Competizione:

tra Darwin e San Matteo

« Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza;

ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.»

Matteo, 25, 29

1. Gli atenei investono per accedere

alla sperimentazione.

2. Chi attrae studenti vince risorse.

3. Chi non li attrae perde la scommessa

(ed eventualmente perde).

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Gelmini: eroina o crack?

«In un periodo di strascicato e generalizzato decadimento del Paese, lo

sforzo compiuto dal ministro Gelmini è quantomeno sufficiente a

distinguerla, in meglio, da coloro che hanno assistito passivamente

ciascuno nel suo angolo.»

Facoltà di Scelta, pagg. 75-76

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Scaletta

1. Cosa non voglio fare

2. Cosa voglio fare

3. Un punto per I&T

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Cosa voglio fare:

mettere qualche puntino sulle i

I&T dicono … In realtà

Redistribuzione? Trasferimento da poveri a

ricchi

Trasferimento da ricchi a

poveri

Benefici dell’università Essenzialmente agli studenti Variegati ed estesi alla

società

Ci sono diverse «inesattezze» che gli autori usano per

corroborare le loro proposte:

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Un Robin Hood al contrario?

«Oggi in Italia sono le famiglie più povere a pagare

l’università ai figli di quelle più ricche»

Facoltà di scelta, pag. 10

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Chi finanzia l’università pubblica? di Ugo Pugliese ed Emanuele Gragnolato,

LaVoce.info, 19 febbraio 2013

«I&T hanno concluso che l’università

trasferirebbe risorse dai “poveri” verso i

“ricchi”. Qui vorremmo mostrare che sembra

invece essere vero il contrario.»

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Utilizzando i nuovi dati, che noi stessi abbiamo loro fornito, possono

superare la limitazione del nostro primo calcolo e ottengono una

risposta diversa da quella che avevamo dato noi. Dati i termini in cui

tornano a porre la questione, la loro è la risposta corretta.

Ma quel che loro affermano non è in contrasto con le conclusioni

derivanti dal nostro nuovo modo di porre la questione, che crediamo sia

quello giusto per giudicare dell’equità del finanziamento

dell’università. Quelle conclusioni ci portano a confermare l’idea che ci

sia un trasferimento dai poveri ai ricchi; non si tratta però di tutti i

poveri, come inizialmente pensavamo e come è giustamente negato

dall’analisi di Gragnolati e Pugliese, ma di un gruppo preponderante:

quelli che non mandano i propri figli all’università.

Andrea Ichino e Daniele Terlizzese, Ma i poveri studiano con i soldi dei poveri,

LaVoce, 19febbraio2013

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1) Quando abbiamo trovato risultati diversi dai loro, I&T si sono

mostrati da subito molto gentili e ci hanno fornito i loro dati. Abbiamo

deciso di usarli per favorire la comparabilità tra nostri risultati ed i loro

più recenti. Tuttavia, anche con i dati precedenti, a noi risultava che

fossero i "ricchi" a trasferire risorse ai "poveri".

2) Il nostro scopo era, per citare Ichino e Terlizzese, "sgombrare il

campo da dissensi su aspetti meramente fattuali". Il risultato empirico

di un trasferimento dai poveri (di oggi) ai ricchi (di oggi) descritto sul

Corriere e sul libro Facoltà di Scelta era molto impressionante e,

trovandolo inesatto, ci è sembrato utile correggerlo. Mi sembra che

l'obbiettivo sia raggiunto e ci sia ora accordo sulla questione fattuale.

Emanuele Pugliese e Ugo Gragnolato, commento all’articolo «Ma i poveri

studiano coi soldi dei poveri» di I&T, 19 febbraio 2013

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«il punto fondamentale è che ci sono tanti poveri che attualmente

pagano l’università ai figli dei ricchi; e questo è un fatto innegabile! è

innegabile!»

Andrea Ichino, Cà Foscari, 7 marzo 2013

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Il nocciolo della questione:

Chi beneficia dell’università pubblica?

Secondo I&T:

1. I laureati hanno benefici economici e non;

2. I benefici economici dell’istruzione universitaria sono

riducibili essenzialmente ai benefici privati;

3. I benefici non economici dell’istruzione universitaria sono

difficili da catturare, ergo probabilmente trascurabili;

4. I benefici sociali dell’istruzione derivano dalla scuola, non

dall’università.

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[riguardo ai benefici sociali dell’istruzione]

non stupisce che nell’opinione prevalente essa

abbia un rendiconto sociale modesto.

In ogni caso, è plausibile affermare che l’entità di

questi effetti non sia così elevata da giustificare un

finanziamento pubblico del sistema universitario di

dimensioni pari a quello che osserviamo nel nostro

Paese.

Facoltà di scelta, pag. 40

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Opinione prevalente? I contribuenti ottengono un sano ritorno dai fondi pubblici

utilizzati per aiutare coloro che scelgono di seguire la via

degli studi universitari …

Indubbiamente, i vantaggi pubblici e privati dell'istruzione

vanno oltre i meri benefici economici. Lo studio Uno

Sguardo sull'istruzione 2012 evidenzia che i livelli

d'istruzione superiore sono correlati con una speranza di

vita più lunga, una maggiore affluenza alle urne e

atteggiamenti più favorevoli all'eguaglianza dei diritti per le

minoranze etniche.

OCSE, Uno sguardo sull’istruzione 2012, sommario in italiano

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Opinione prevalente? Since social benefi t externalities approach 52% of all

higher education benefi ts, there are benefi ts to society and a social

process that is involved.

Important social benefits are generated by higher education and not

just by research. […] They include the direct benefits to the quality of

life from higher education’s contributions to the benefits of living in a

democracy, enjoying human rights, political stability, and lower crime

rates and criminal justice system costs.

But the externalities generated by higher education also include indirect

effects that are part of the private market and private nonmarket

benefits.

McMahon 2009, Higher Learning, Greater Good –The Private and Social

Benefits of Higher Education, pag. 254

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Opinione prevalente? I risultati degli studi […] suggeriscono, quindi, che il

contributo dell’istruzione alla crescita economica non

si esaurisce con il suo impatto sulla produttività dei

soli lavoratori istruiti: la correlazione fra il livello

dello stock della popolazione istruita e il tasso di

crescita è infatti coerente con la presenza di

importanti effetti esterni.

Mauro Sylos Labini, pag. 65

I vantaggi economici dell’istruzione universitaria non sono solo

quelli ottenuti dai laureati: anche chi non ha frequentato l’università

trae benefici dal fatto di avere colleghi o concittadini più istruiti. Quindi,

se fossero solo gli studenti universitari a sostenere le spese della loro

istruzione, l’investimento complessivo sarebbe inferiore a quello

socialmente desiderabile. Geuna e Sylos Labini, pag. 141

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La «fallacia metonimica»

I&T parlano di istruzione universitaria e sistema

universitario come se fossero sinonimi

ma

Le tre missioni

dell’ Università

Didattica

Ricerca

Terza missione

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La «fallacia metonimica»

Costi

dell’università

Didattica

Ricerca

Terza missione

Benefici

dell’università

Didattica

Ricerca

Terza missione

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Aspetti del sistema

economico Effetti positivi

Canali attraverso cui si manifesta il

contributo del sistema universitario

Effetti diretti sulla

crescita economica:

progresso tecnologico,

conservazione e

rigenerazione del

capitale umano e fisico

Maggiore efficienza e produttività delle risorse

umane impiegate, a parità di tecnologie

Formazione di risorse umane qualificate

Produzione e disseminazione di conoscenze gestionali,

organizzative, strategiche, di marketing

Migliore capacità delle imprese di adottare

tecnologie già esistenti ma non ancora in uso

Formazione di risorse umane qualificate

Creazione di nuove imprese spinoff della ricerca

Sostegno alla formazione di reti di collaborazione

università-impresa

Migliore capacità delle imprese di introdurre

innovazioni di prodotto e di processo

radicalmente nuove

Formazione di risorse umane qualificate

Sostegno alla formazione di reti di collaborazione

università-impresa

Creazione di nuove imprese spinoff della ricerca

Produzione e diffusione di nuove informazioni scientifiche

Produzione di nuovi strumenti e metodologie/tecniche

Offerta di accesso ad attrezzature e strumenti rari

Possibilità di collocare giovani ricercatori presso le

imprese

Aumento dell’occupazione, in particolare

aumento della domanda di lavoro altamente

qualificato

Creazione di nuove imprese spinoff della ricerca

Sostegno alla formazione di reti di collaborazione

università-impresa

Diffusione della consapevolezza dell’importanza di

impiegare risorse umane qualificate

Possibilità di collocare giovani ricercatori presso le

imprese

Conservazione e manutenzione del capitale fisico

Recupero di immobili precedentemente destinati a

funzioni obsolete

Acquisizione e di strumentazione scientifica

all’avanguardia

Conservazione di apparecchiature dismesse e di materiale

bibliografico, audiovisivo, manoscritto

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Aspetti del sistema economico Effetti positivi

Canali attraverso cui si manifesta

il contributo del sistema

universitario

Effetti indiretti sulla crescita

economica: miglior

funzionamento delle istituzioni

economiche

Migliore capacità dei policymaker

di realizzare interventi a sostegno

del sistema economico

Produzione di conoscenze teoriche e di

evidenze empiriche sul funzionamento del

sistema socioeconomico in generale e

sull’impatto socioeconomico delle

innovazioni in particolare

Aumento del capitale sociale

Contributo a processi di rigenerazione urbana

Contributo all’animazione delle attività

culturali e sportive della comunità cui

appartengono

Formazione di reti di relazioni sociali tra

studenti, ex studenti, docenti e collaboratori

Effetti positivi dell’istruzione

sulla salute, la partecipazione

politica, il senso civico dei

cittadini

Formazione di risorse umane qualificate

Formazione di reti di relazioni sociali tra

studenti, ex studenti, docenti e collaboratori

Geuna e Rossi 2013, L’università e il sistema economico

Page 30: Presentazione "Facoltà di scelta" 22 aprile 2013 @poli to

… se non si riesce a trovare una significativa e

sistematica traccia di un determinato fenomeno nei

dati, è probabile che esso non sia davvero rilevante.

Facoltà di Scelta, pag. 39

«Se non lo vedo, non esiste»

… oppure, che dati e/o metodi

sono inadeguati.

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• Nonno Gianni per godersi la pensione

frequenta assiduamente i miei stessi corsi;

• Ma a Gianni non importa avere una laurea:

ergo non pagherà le tasse universitarie;

• Tuttavia, imparerà le stesse cose che imparo

io pur non vedendosele certificate;

Il «paradosso di nonno Gianni»

QUINDI

Le tasse «comprano» l’accesso alle lezioni agli esami

MA

Senza valore legale del titolo di studio,

cosa pagherei a fare le tasse?

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• Chi finanzierebbe la ricerca di base?

• Che interesse ci sarebbe a finanziare ricerche poco

remunerative, es. umanistiche?

• Chi deciderebbe della politica della ricerca?

• Chi avrebbe voglia di prendersi una seconda laurea?

• Perché non studiare in un paese straniero (come

sta accadendo per l’Inghilterra?)

• Chi garantirebbe che a rette maggiori corrisponda

maggiore qualità della didattica?

• Perché ad un idraulico con stipendio pari ad un

ingegnere dovrebbero restare più soldi in tasca?

Se i finanziamenti fossero privati…

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A cosa serve davvero la proposta di I&T?

1. A risolvere lo scandalo del «Robin Hood al contrario»

2. Ad aumentare il numero di laureati

3. A canalizzare risorse nuove sul sistema universitario

4. A canalizzare risorse nuove su alcuni corsi

«d’eccellenza»

5. A promuovere una competizione tra gli atenei

6. A promuovere una competizione tra gli atenei sui corsi

«d’eccellenza»

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Scaletta

1. Cosa non voglio fare

2. Cosa voglio fare

3. Un punto per I&T

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La struttura delle tasse universitarie è quindi

marcatamente regressiva.

Facoltà di Scelta, pag. 67

Fascia 1

(fino a 6k)

Fascia 2

(fino a 10k)

Fascia 3

(fino a 20k)

Fascia 4

(fino a 30k)

Fascia 5

(oltre 30k)

Piemonte 426.31 426.31 967.31 1251.81 1991.81

Media

nazionale 469.66 535.34 874.83 1170.67 1746.79

% rispetto a

reddito

medio 15.6% 6.7% 5.8% 4.7% 4.3%

Tasse universitarie vs. reddito

Rapporto Federconsumatori 2011

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Una proposta modestissima

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Contribuzione studentesca UniTo 2008/9

2008/2009

2009/2010

2010/2011

2011/2012

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Progressiva riduzione della regressione