Presentazione di TREKKING&OUtdoor_253

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la presentazione del numero

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Gli itinerari a lunga percorrenza rappresentano uno straordinario patrimonio escursionistico,in grado di veicolare innumerevoli valori culturali, storici e ambientali. Sentieri che salgono in quota,disegnano il profilo dei crinali, superano valichi per andare “oltre” verso altre cime e altre valli

o ancora piste tracciate centinaia di anni fa nella pianura sconfinata, tra colline e grandi foreste,che superano i confini e sopravvivono al tempo. Seguiteci allora alla scoperta di affascinanti trekkinga tappe, dalla Via Francigena alla Via Alpina, dai Percorsi Occitani alla Grande Escursione Appennninica,per vivere l’emozione di un lungo viaggio a piedi, cogliendo l’occasione di entrare in contattocon il territorio passo dopo passo.

Grandi

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sentieri

Escursionista presso i Lastoni di Formin, un massiccio dolomitico posto in Cadore,nei pressi del passo Giau e affacciato su Mondeval nel comune di San Vito diCadore (Ph Archivio Provincia di Belluno / Diego Gaspari Bandion).

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C amminare lungo i sentieri è qualcosa di speciale. Siattraversano valloni, si lambiscono le rive dei laghi,si guadagna la cima dei monti e alla fine della gior-

nata un comodo giaciglio e un piatto caldo servito nelrifugio assumono un significato davvero particolare. Ilrifugio per l’escursionista è una fonte di sollievo, inie-zione di fiducia per il proseguimento della gita, sinoni-mo di sicurezza: il suo avvistamento porta sempre con sédelle emozioni.

In principio

TESTI DI ENRICO BOTTINO E CESARE RE / FOTO DI ENRICO BOTTINO, CESARE REE ARCHIVIO TREKKING&OUTDOOR

LA STRADALA STRADA

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LA COSTRUZIONE DELLE PRIME RILEVANTI ARTERIE DI COMUNICAZIONE INIZIÒ CON

LE STRADE CONSOLARI, MUNICIPALI E VICINALI, REALIZZATE DAI ROMANI E

TUTTORA ESISTENTI. DA ALLORA LE PICCOLE E GRANDI VIE HANNO ASSOLTO LA

FUNZIONE STORICA DI LUOGO D’INCONTRO E DI SCAMBIO TRA CIVILTÀ DIVERSE.E ANCORA OGGI GRAZIE AGLI ITINERARI ESCURSIONISTICI A LUNGA

PERCORRENZA, CHE SEGUONO SOPRATTUTTO TRACCIATI STORICI, SI POSSONO

SCOPRIRE PAESAGGI AFFASCINANTI ED AMMIRARE ESPRESSIONI ARTISTICHE E

MONUMENTALI, FRUTTO DI ANNI DI STORIA E DI CULTURA DEL NOSTRO PAESE

DOSS

IERIl versante Sud-Est del Monte Bianco

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dalleAlpiall’AppennidalleAlpiall’Appenni

TESTO DI ALFONSO LUCIFREDI / FOTO DI E. ANDRIGHETTO, E. BOTTINO, M. DALLA PALMA, J. CANTINI, D. ERBETTA, M.CARRETTA, C. TROVA, M. DEL TORCHIO, E. MONTORSI, P. PUCCI, COMUNITÀ MONTANA VALLI PO BRONDAE INFERNOTTO E DOLOMITI TURISMO

L’ITALIA È UNA TERRA DI GRANDI MONTAGNE CHE SI MUOVONO ININTERROTTAMENTE

DA EST AD OVEST, DA NORD A SUD, CREANDO UNA LINEA CONTINUA DI PANORAMI IN-DIMENTICABILI LUNGO TUTTA LA PENISOLA.QUATTRO GRANDI SENTIERI – LA VIA ALPINA, LA GRANDE TRAVERSATA DELLE

ALPI, L’ALTA VIA DEI MONTI LIGURI E LA GRANDE ESCURSIONE APPENNINICA – PER-METTONO DI ENTRARE IN STRETTO CONTATTO CON LA LORO

IMMORTALE BELLEZZA

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S torie differenti, ma uno spirito comune: riunire in un uni-co itinerario i monti delle Alpi e dell’Appennino che per2600 chilometri circa attraversano la nostra Penisola fino

alle Madonie in Sicilia. Camminare per tanti di noi è un eser-cizio outdoor piacevole, sano, il modo ideale per godere la na-tura, bisogna essere però seriamente motivati e allenati per af-frontare itinerari a lunga percorrenza che seppure agevoli e se-gnalati richiedono tanti giorni di marcia.

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SPEC

IALE

L’impresa non è semplice per i trekker, maanche per chi questi lunghi tratti deve realiz-zarli preoccupandosi della rete sentieristicapreesistente, della segnaletica e della necessa-ria ricettività lungo il percorso. Non è uncaso che i progetti mirati ad unire le AlpiOrientali alla punta estrema dell’Aspromon-te, camminando, siano nati in seguito adanni di duro lavoro di monitoraggio e map-patura, e dalla collaborazione tra diverse real-tà (enti locali, club alpino, comunità monta-ne, associazioni e così via). Questo sforzo hapremiato però l’ambizione dei propositi ini-ziali, offrendo agli escursionisti opportunitànuove per le loro avventure outdoor. I gran-di sentieri che si sviluppano lungo l’arco alpi-no e quello appenninico hanno avuto viteseparate e indipendenti l’una dall’altra: se daun lato la Via Alpina è un grande progettointernazionale di promozione turistica, natodalla cooperazione di tutte le nazioni che siaffacciano sulla catena alpina, dall’altro laGrande Traversata delle Alpi (GTA), l’AltaVia dei Monti Liguri (AVML) e la GrandeEscursione Appenninica (GEA), nascono suiniziativa delle Regioni e degli enti locali.Ciononostante questi lunghi sentieri sonoaccomunati da un aspetto fondamentale:l’essere accessibili a tutti e non ai soli escur-sionisti esperti, lungo l’intero tracciato. L’u-nione di GTA, GEA e AVML, insieme aglialtri sentieri a lunga percorrenza, sparsi sulterritorio della penisola, ha dato origineall’ambizioso progetto del Sentiero Italia, chepurtroppo con gli anni non è riuscito a svi-lupparsi concretamente, se non per brevitratti. I problemi pratici legati alla creazionee allamanutenzione di questi tracciati sono il

punto nodale su cui concentrarsi in futuro,senza dimenticare l’assoluta importanza diuna ricettività che copra tutte le tappe (pro-blema presente su buona parte del tracciatodella AVML, che costringe gli escursionisti afare tappe “ad anello”, tornando a valle percercare un luogo per il pernottamento e risa-lendo sull’Alta Via il giorno dopo). Il ruolodegli appassionati di trekking dovrà essereinvece quello di mantenere vivi questi trac-ciati, non soltanto percorrendoli, ma anchediffondendo la loro conoscenza, promuo-vendoli con un “passaparola” o tramite iforum specializzati: emblematico il caso del-la GEA che, come ha sottolineato uno deisuoi creatori, Gianfranco Bracci, ha subitoper una decina di anni un progressivo statodi abbandono, fino a quando nel 2006 l’a-zione congiunta degli enti locali e dei clubalpini ha recuperato e promosso il suo itine-rario, unitamente all’attività di alcuni appas-sionati, tra cui il toscano Graziano Viviani,che ha percorso la GEA per la sua interezzanel 2009, raccontando il suo viaggio su unblog che ha riscosso un notevole successo dipubblico. Altra importante attrattiva per gliescursionisti può essere data dalla presenza dinumerosi Parchi nazionali e regionali disse-minati lungo il percorso: passione per lamontagna significa anche amore per la natu-ra, e l’opportunità di incontrare, protette eindisturbate nel proprio ambiente naturale,specie rare come il lupo e il gatto selvatico, odi particolare bellezza come l’aquila reale, èsicuramente uno stimolo in più per chiun-que, ora che vincoli di tutela particolarmen-te rigidi sembrano aver rasserenato il futurodi alcune specie a rischio.La filosofia che c’è dietro a questi progettiprevede, infine, non soltanto un’immersionenelle bellezze naturali delle montagne, maanche un contatto diretto con le persone chele abitano: dai centri rurali e dai piccoli bor-ghi disseminati lungo questi itinerari si pos-sono osservare da vicino le loro tradizioni e laloro cultura, quando questa si è sviluppata inarmonia con la natura, utilizzando le risorsee non sfruttandole, facendo parte dell’am-biente e non cercando di dominarlo. Ancorauna volta, la montagna è maestra di vita.

Il Monte Pelmo, nelle DolomitiBellunesi, è stata la prima cimadolomitica ad essere scalata: il 19settembre 1857 l'inglese John Ballraggiunse i 3168 metri della vettaattraverso quella che fu poichiamata la “cengia di Ball”.

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WalserSin dal primo impatto non si può sbagliare: se cam-

minando lungo i sentieri della Val d’Aosta si incon-tra quella tipica architettura rurale, fatta di case in

legno di larice con i supporti di pietra ‘a fungo’ e il tettoa lose, ci troviamo dinnanzi a un insediamento della cul-tura Walser. Queste popolazioni, conosciute un tempocon il nome di Tisch, si trovano disseminate in piccoligruppi isolati attorno al massiccio del Monte Rosa, econservano da sempre una forte identità culturale, facil-mente identificabile sia dalle tipiche case, costruite at-torno ad una struttura centrale definita blockbau, sia dailoro usi e costumi, tipici e inconfondibili.

Il Grande Sen

TESTO DI ALFONSO LUCIFREDI / FOTO DI CESARE RE, FRANCO VOGLINOE ARCHIVIO TREKKING&OUTDOOR

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tiero

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TEISOLATI PER SECOLI SULLE ALTE VALLI DI VALLE D’AOSTA, PIEMONTE

E CANTON TICINO, I WALSER HANNO MANTENUTO PER LUNGO TEMPO

UN ALONE DI MISTERO SULLE LORO ORIGINI.ORA L’ARCANO È SVELATO, MA IL FASCINO DELLE LORO TRADIZIONI

E DELLE LORO TERRE È RIMASTO INTATTO, E IL GRANDE SENTIERO

WALSER RAPPRESENTA IL MODO MIGLIORE PER ENTRARE IN

CONTATTO CON QUESTO MONDO MAGICO

Le casette della Valle d'Otro, nel comune di Alagna, abitate solo nella stagione estiva,sono costruite in legno e pietra e presentano la tipica struttura delle abitazioni walserdelle valli a sud del Monte Rosa.

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IL CAMMINO DI

Sant’Agosti

TESTO DI RENATO ORNAGHI – FOTO ARCHIVIO SEGRETERIA CAMMINO DI S. AGOSTINO E LUCA BOSCHINI

RELIGIONE ED ESCURSIONISMO, SPIRITUALITÀ E

NATURA: ZAINETTO IN SPALLA E SCARPONCINI AI PIEDI,SCOPRIAMO UN NUOVO PERCORSO DI FEDE CHE SA

ANCHE DI CULTURA E DI STORIA, DI PACE, DI SILENZIO,DI ELEMENTI CHE INVITANO A RITROVARE LA VERA FEDE

CRISTIANA E QUEL LEGAME DIRETTO CON L’AMBIENTE CHE

ORMAI SEMPRE PIÙ FREQUENTEMENTE VIENE DESIDERATO.SOLI CON SE STESSI, MA ANCHE IN COMPAGNIA

Sant’Agosti

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R ichiamandosi diretta-mente al noto Cammi-no di Santiago de Com-

postela, il Cammino di San-t’Agostino ha pochi anni d’e-tà, ma conta già numerosifrequentatori lungo le collinee le brughiere della piccolaarea della regione Lombardia,la Brianza, in cui s’inoltrano isentieri ricchi di fascino e sto-ria. Cardine del lungo viaggioa piedi è ovviamente la figuradel Santo, riscoperta in unpercorso estremamente inte-ressante. L’aspirazione degliideatori di questo suggestivoitinerario è quella di permet-tere a chiunque lo percorra divisitare i venticinque luoghidi culto mariano che sonodistribuiti lungo il Camminodi Sant’Agostino.

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La tomba di Agostino, nella Basilicadi San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia.

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Acavallo delle Alpi Cozie riemerge lo spirito d’appartenenza del-l’antica repubblica occitana, la lingua provenzale e il tramandar-si di usi e costumi secolari. L’Occitania nel XIX secolo era la più

grande “nazione senza Stato” d’Europa, oggi vi si riconoscono gli ap-partenenti a una comunità linguistica che comprende sedici valli alpi-ne piemontesi (dall’alta Val di Susa alle valli Monregalesi), la Franciameridionale, la Spagna con la Val d’Avan e la Catalogna.

TESTI DI MICHELA DEL TORCHIO E MILENA LOMBARDO / FOTO DI ENRICO BOTTINO

PercorsiOccitani

PercorsiOccitani

Un viaggio nell’antica Europa

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Come tante altre minoranze etniche dellenostre montagne, anche gli occitani – fortidi una sensazione di assoluta inscindibilitàe legati da una comunanza di destini –hanno mantenuto una propria integritàlinguistica e identità culturale, grazie all’i-solamento geografico che caratterizzava levallate delle Alpi occidentali. Oggi l’Occi-tania è un territorio che non è segnato sul-le carte geografiche, ma su queste terre rac-chiuse da un perimetro fantasma sventolauna bandiera rossa con la croce di Tolosa,gialla e una stella a sette punte. Dal 2006 laposa di questo vessillo sugli edifici pubbli-ci è accompagnata da una solenne cerimo-

nia: un testo, letto in occitano e italiano,spiega la celebrazione, successivamente labandiera viene alzata al suono di Se Chan-to, la canzone simbolo della “non nazione”.

Una lingua romanzaIn Italia uno stimatore della lingua d’oc fuDante Alighieri che nel suo “De vulgarieloquentia” “inventò” il nome da attribuirealle tre lingue romanze tramite la loro par-ticella asseverativa: l’oc, il si e l’oil. NellaDivina Commedia inserisce ben quattropoeti occitani: Bertran de Born nell’Infer-no, punito fra i seminatori di discordia per-ché aveva spinto Enrico III d’Inghilterra

alla ribellione contro il padre, Falchetto diMarsiglia nel Paradiso, poeta d’amore poivescovo e infine crociato contro gli Albige-si, Sordello da Goito, che dopo averabbracciato Virgilio stimola nel sommopoeta l’invettiva del VI canto all’Italia, eArnaut Daniel, un lussurioso a cui Danteconcede di parlare in occitano, nel Purga-torio.Per scoprire e proteggere la cultura occita-na nella Provincia di Cuneo è nato il Per-corso Occitano, un lungo sentiero caratte-rizzato da una sua segnaletica gialla che sisnoda in molteplici tappe tra le vallate del-le Alpi Marittime e Cozie.

PIEM

ONTE Sopra: il ciclo dipinto nel ‘500 dal pittore Hans Clemer, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Elva;

A sinistra: la bassa Val Maira custodisce un fenomeno geologico eccezionale, i ciciu del Villar (“ciciu” in piemontesesignifica pupazzo). Noti anche come “funghi di pietra”, essi sono il risultato di un particolare processo di erosione(ancora in corso) ad opera degli agenti atmosferici e dei fiumi. In quest’area sono tutelati da una Riserva naturalespeciale ed attirano ogni anno moltissimi turisti.

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Sede vescovile e centro di potere protettoda un magnifico baluardo naturale, Trio-kala diventa Caltabellotta sotto il domi-nio degli arabi.L’episodio storico più importante relativoalla cittadina è la cosidetta “Pace di Cal-tabellotta” firmata nel 1302 fra Angioinied Aragonesi.La località, che vanta una secolare tradi-zione nella produzione di olio extra vergi-ne di oliva (ottenuto da una particolarevarietà di olive, le biancolilla), per il suoalto valore paesaggistico rientra tra i Sitid’Interesse Comunitario (S.I.C.). A pocadistanza dal borgo è Pizzo Telegrafo,splendida finestra sul Mediterraneo dove

la natura incontaminata e selvaggia, i val-loni impervi e severi e le rocce affioranticonvivono con dolci pinete, ideali per tra-scorrere momenti di relax.Nel territorio del paese, ad un’altitudinedi circa 500 metri, tra boschi di pino d’A-leppo e pino domestico, si colloca l’areaattrezzata Cannaria-Ficuzza – con capaci-tà ricettiva di circa 130 persone, fruibileanche da portatori di handicap e percor-ribile in bicicletta.Un magnifico ambiente naturale cheinvoglia gli escursionisti a fermarsi anchepiù giorni, godendo di una vacanza dielevata valenza culturale, paesaggistica edenogastronomica.

C onosciuta fin dall’anti-chità per la sua colloca-zione strategica, la zona

di Caltabellotta fu teatro di nu-merose guerre e durissimi asse-di. Nel VI secolo vi approdaro-no i greci per fondare Triokala,nome che traeva ispirazione datre importanti caratteristichedel luogo: l’impenetrabilità, laricchezza delle acque e la ferti-lità del suolo.

CaltabellottaCaltabellottaTESTO E FOTO DI DOMENICO CACIOPPO

SICI

LIA

storia, fascinoe miti

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In auto. A29 Palermo-Mazara del Vallo,uscita Castelvetrano, SS115Castelvetrano-Agrigento fino aCaltabellotta; In treno. Linea FS daPalermo Centrale a CastelvetranoCentrale, segue SS115 Castelvetrano-Agrigento fino a Caltabellotta.

nord del gruppo dei monti della Pietà, delle Nicchiee di S. Pellegrino fino al Piano dellaMadrice (o piaz-zale di Lauria).Qui domina lo scenario l’edificio del-la Cattedrale normanna, fra resti di epoca bizantina,altari sacrificali intagliati nella roccia e panorami sug-gestivi; ad est l’imponente figura del monte Castello(o Pizzo) che svetta dall’alto dei suoi 948metri, e do-ve (a circa 450metri) spiccano i resti del castello nor-manno della regina Sibilla.

Turismo lentonella naturaLocalità di partenza e arrivoSpiazzo S. Pellegrino (m 950)DifficoltàT / EDislivello��100 metriTempo di percorrenza1 ora circaPeriodo consigliatoprimavera - estate

Il percorso inizia dallo spiazzo di fronte all’Eremodi S. Pellegrino, complesso monastico con chiesae convento, fondato in epoca normanna e ricostrui-to nel Settecento. Da qui si può salire sul monte Pel-legrino (m 940) per visitare l’eremo e la grotta del

Drago. Dallo spiazzo si distacca una stradina nellaroccia che diventa una scalinata e, attraversando lenecropoli del monte delle Nicchie e del monte diPietà, conduce alla piccola chiesa della Pietà, realizza-ta all’interno di una spelonca, e alla grande grotta asei vani che durante le festività ospita il Presepe Vi-vente. Più avanti il passaggioMalupirtusu, antica viasegreta di accesso del re Cocalo alla sua nuova fortez-za sulla rupeGogàla, oggi permette di attraversare danord a sud la dorsale montuosa del monte Kratas. Ilpercorso può essere chiuso ad anello percorrendo lapanoramicaVia San Pellegrino che interseca il fianco

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Itinerari� sicurezza sui sentieri con

LA“STRAORDINARIA CALTABELLOTTA SOTTO UNO SPUNTONE DI ROCCIA”, COME LA DEFINÌ GOETHE QUANDO VISITÒ L’ITALIA, CORONA UNA CIMA MONTUOSAAD UN’ALTEZZA DI 950 METRI SUL LIVELLO DEL MARE, POSIZIONE PANORAMICAMENTEPRIVILEGIATA GRAZIE ALLA QUALE DOMINA UN VASTOTERRITORIO CHE, DALLE COSTETRAPANESI, CULMINA CON LA VISTA DELL’ETNA

SICI

LIA

Laboratorio del Camminare LE TERRE DEL GATTOPARDO

Santa Margherita di Belìce (AG)Tel. 0925.33707Cell. 333.6570743 (Francesco Cacioppo)Cell. 333.9515122 (Vita Di Campo)[email protected]

NUMERI UTILI� Ufficio Cultura, Turismo e Sport

Comune di Caltabellotta (AG)Tel. 0925.951013

notizie utili

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Le Tavole diSan Giusep

TESTI DI ROBERTA LONGO E EMANUELA ROSSI / FOTO DI AVANGUARDIE – LABORATORIO DEL CAMMINARE

LE TAVOLE DI SAN GIUSEPPE SONO IL CUORE DI UNA FESTA RELIGIOSA

CHE VIVE E SI PERPETUA DA SECOLI IN ALCUNI PAESI

DELL’ENTROTERRA DEL SALENTO.FACCIAMO RIVIVERE QUESTA TRADIZIONE IN UN ITINERARIO DI QUATTRO GIORNI

A CONTATTO CON LA NATURA E CON LA GENTE DI QUESTE TERRE

La festa delle Tavole di San Giuseppe anima le strade di Giurdignano,in un'atmosfera unica che tiene svegli i fedeli tutta la notte.

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pe

I l Salento sta cambiando. Sta cambiando la sua economia e anche lasua società. Dall’agricoltura si è passati all’agriturismo, dalle case acorte ai B&B, dall’emigrazione all’immigrazione e dalla grande pro-

prietà feudale ai villaggi turistici. Nonostante questo, la festa delle Ta-vole di S. Giuseppe resta identica a se stessa, gratuita, fedele al suo spi-rito, emozionante.

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PUGL

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SentieroSentiero

C apita, quando si cammina lungo il Sentiero Roma, di sentirsi un poco esploratori, persi inun mondo di ostile e grandiosa bellezza, uno di quei posti dove sogni di andare, ma dove,quando ci sei, percepisci a volte un’inquietudine che ti dice che nel regno del granito la pre-

senza dell’uomo non può che essere un veloce passaggio, col sapore della sfida e dell’avventura.

Camminare nel regno del

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RomaRoma

TESTO DI SERAFINO RIPAMONTIFOTO ARCHIVIO TREKKING&OUTDOOR ECESARE RE

UN PERCORSO AD ANELLO DI TRE GIORNI PORTA FRA LE

ALTE VALLI DEL MASINO, LUNGO LA TAPPA CENTRALE DEL SENTIERO

ROMA, UNO DEI PIÙ CELEBRI E IMPEGNATIVI GRANDI ITINERARI

DELLE ALPI CENTRALI

LOMBA

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granitoImpenetrabili e seducenti, le strutture granitichedominano con la loro maestosità l'intera Val Masino.

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ora 360°

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ora 360°

GRUPPO CLEMENTICorso Torino 24 / 3 - 16129 Genova

Tel. 010.5701042 - fax 010.5304378

[email protected]

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