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FRATTALEFRATTALE

Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambia aspetto anche se visto con una lente d'ingrandimento. Questa caratteristica è spesso chiamata auto-similarità (self-similarity). Il termine frattale venne coniato nel 1975 da Benoît Mandelbrot, e deriva dal latino fractus (rotto, spezzato), così come il termine frazione; infatti le immagini frattali sono considerate dalla matematica oggetti di dimensione frazionaria.

La natura produce molti esempi di forme molto simili ai frattali. Ad esempio in un albero (soprattutto nell'abete) ogni ramo è approssimativamente simile all'intero albero e ogni rametto è a sua volta simile al proprio ramo, e così via; è anche possibile notare fenomeni di auto-similarità nella forma di una costa: con immagini riprese da satellite man mano sempre più grandi si può notare che la struttura generale di golfi più o meno dentellati mostra molte componenti che, se non identiche all'originale, gli assomigliano comunque molto

Gli oggetti della natura (alberi, montagne, nuvole, foglie, felci etc. ) sono tutti caratterizzati da un carattere irregolare e non possono essere studiati usando le proprietà della geometria euclidea (rette, poligoni, cerchi). Questo ha giustificato l'introduzione di un nuovo tipo di geometria da parte del matematico Benoit B. Mandelbrot (1982): la geometria frattale .

Ora le ipotesi più accreditate e sulle quali si fa la ricerca pura per la M.O. sono che le diluizioni omeopatiche di una sostanza nell’acqua, accompagnate dalle dovute sucussioni , cioè imprimendo energia cinetica alla soluzione stessa , cambino la struttura macromolecolare del solvente ,cioè l’acqua, e si sviluppino dei precisi e specifici campi elettromagnetici . Essi campi elettromagnetici agiscono come informatori e sviluppano le proprietà terapeutiche del rimedio, se somministrati ad un individuo che richieda appunto quella specifica informazione

I punti fondamentali per partire sono come l’acqua possa cambiare la sua struttura accogliendo l’informazione che il procedimento della preparazione del rimedio le dà: questo tipo di risposta è stata ricercata e verificata anche in Italia negli esperimenti di N. Del Giudice, I. D’ Elia , F. Attena; dai loro risultati hanno sviluppato una teoria della coerenza elettrodinamica dell’acqua ed il ruolo che il linguaggio elettromagnetico , intrappolato nell’acqua nella forma di domini di coerenza, sviluppa nell’organismo.

Le Strutture Dissipative sono trasformazioni di stato ( ad esempio di una soluzione) , lontano dall’equilibrio termo dinamico che necessitano , almeno periodicamente ,di un apporto di energia non caotica adeguata .Se ciò non avviene , presto o tardi l’ordine collassa da sé .

Tuttavia i lavori chimico fisici finora attuati sperimentalmente sull’acqua liquida portano ad affermare che sia veramente possibile ottenere delle informazioni chimico fisiche che dipendono dalla storia recente o remota di un campione d’acqua( Prigogine :rottura della simmetria temporale), un po’ come avviene nel caso – sicuramente meglio noto –dei materiali magnetici ( Prigogine : rottura della simmetria spaziale) .

Gli studi sinora fatti sulle proprietà dell’acqua dimostrano che essa è un sistema complesso a molte variabili , in grado di essere influenzato da perturbazioni anche di piccola entità , quali azioni meccaniche , o sollecitazioni di natura elettromagnetica , in maniera da allontanarsi dalle iniziali condizioni di equilibrio , acquisendo cioè un specie di memoria.

Biologia che prende in considerazione le proprietà collettive della materia vivente. Da questo punto di vista , cioè di una materia vivente con comportamento coerente delle sue molecole , anche piccoli apporti di energia esterna possono produrre importanti effetti .

“ non vi è ragione di dubitare che la prova scientifica della fondatezza dell’Omeopatia per mezzo dell’emissione biofotonica non sia possibile . Si pensi ad esempio alle significative differenze delle intensità fotoniche di campioni sperimentali dopo l’impiego di diverse diluizioni omeopatiche, o alle reazioni luminose risonanti impiegando farmaci la cui potenza è determinata secondo il principio del simile . Esperimenti preliminari hanno avuto un esito nient’affatto scoraggiante . Una chiara prova scientifica richiede però proprio in questo campo , un lavoro di ricerca di molti anni e che escluda tutti i possibili errori di metodo” .