Presentazione di PowerPoint · introduzione Il 5 luglio 1841, Thomas Cook , sfruttando le nuove...

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introduzioneIl 5 luglio 1841, Thomas Cook, sfruttando le nuove possibilitàofferte dal treno, organizzò un viaggio di 11 miglia da Leicester a Loughborough: ben 570 persone vi parteciparono, al costo di uno scellino a testa. Il primo esempio di turismo moderno. Il successo fu tale da spingere lo stesso Cook ad organizzare pacchetti turistici sempre più articolati, dando inizio all'industria turistica modernamente intesa.

Da questa data, il viaggiare è diventato sempre più "turismo" (cioè un viaggio organizzato prevalentemente da altri), e negli ultimi decenni il turismo è enormemente cresciuto grazie all'evoluzione e alla moltiplicazione dei mezzi di trasporto, all'incremento dei redditi nel mondo occidentale e, ultimamente, anche ai nuovi mass media che hanno cambiato l'accesso alle informazioni (es. internet, pubblicità...). Tutti elementi che hanno indotto nelle società industrializzate e ricche nuovi bisogni di mobilità.

Il turismo è la pratica, l'azione svolta da coloro che viaggiano e visitano luoghi a scopo di svago, conoscenza e istruzione; secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization, un dipartimento delle Nazioni Unite), un turista è una persona che si allontana almeno 80 chilometri da casa a scopo ricreativo o conoscitivo.

Il turismo è una importante fonte di entrate per molti paesi del mondo, e porta denaro alle casse dello stato , sia direttamente che indirettamente. Proprio per questo, in un'epoca caraterizzata dal consumo, anche il turismo è considerato al pari della merce, una realtà da proporre e da vendere. Ed è cosìche la cultura del consumo si dissemina sul territorio, invadendo molti luoghi, che necessitano di essere resi visibili attraverso un surplus di immagine. L'obbiettivo di questi luoghidiventa di valorizzare il contesto urbano, creando così nuovi spazi da visitare, nuovi itinerari, per attrarre turisti.

I luoghi sono fatti di cose, di strade, di piazze, i case, di monumenti, di infrastrutture, di centri produttivi, ma sono fatti ugualmente dagli uomini che li abitano, sono luoghi e fasci complessi di relazioni sociali, a cui si danno identità, confini, dialoghi. In essi la fisicità e la loro configurazione non possono essere lette senza i percorsi e gli usi, che peraltro la strutturazione predispone e iscrive. In esse realtà e descrizione della realtà, la narrazione del territorio e i processi che lo trasformano sono inseparabili. Così come è inseparabile il momento descrittivo da quello progettuale e strategico. Il discorso sui luoghi è parte della costruzione dei luoghi. E lo stesso vale per la loro rappresentazione. I luoghi non si danno senza qualcuno che li racconti. Il che significa che la descrizione dell'immagine dei luoghi contemporanei è tutt'uno con la loro costruzione. Le configurazioni dello spazio strutturano una società, dando forma ai suoi valori e significati. E il racconto prende forma nella molteplicità di linguaggi, saperi, rappresentazioni: la mappa, la geografia, la storia, la fotografia, la pittura, l'architettura, la sociologia, l'antropologia, le tecniche di mercato e di consumo...e il design. C'è bisogno di ricostruire i paesaggi urbani e recuperare la storia, vera o immaginaria o impasticciata o confezionata per il consumo. Sta dunque avvenendo una ristrutturazione e un rilancio dei luoghi e il mutamento della loro immagine e dei loro spazi, per trasformarli in merce, in modo che esercitino un ruolo spettacolare e comunicativo, anche perchè il consumo attuale è caratterizzato dal piacere dello sguardo.

I luoghi hanno bisogno di qualcuno che trovi nuovi spazi di narrazione e di identità. Che sappia trasformarli. Che sappia raccontarli. Che sappia dar loro un senso compiuto, in un disegno urbano ipercomplesso. Che sappia caratterizzarli con lo stile. Che sappia dar loro un significato, non importa se effimero o profondo, realmente radicato nel vissuto o prodotto dallo spettacolo delle merci. Tutte queste competenze non sono forse racchiuse nella figura del designer? E' il designer che ha la padronanza dei linguaggi per riprogettare e comunicare dei significati... Ed è forse proprio per questo che oggi il design assume un ruolo fondamentele per la valorizzazione dei luoghi.

-Indice

-Introduzione

-Valorizzazione degli spazi

attraverso la creazione di un’immagine

coordinata

- Intervista a Roberto Necco

-Valorizzazione degli spazi

attraverso la riqualificazione

degli spazi

-Valorizzazione degli spazi

attraverso le nuove tecnologie

-Futuro

introduzioneORGANIZZAZIONI, FIERE ED EVENTI

Organizzazione Mondiale del Turismo

L'Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO acronimo inglese di United Nations World TourismOrganization) è stata fondata nel 1925 con la denominazione di International Congress of Official TouristTraffic Associations, per il coordinamento delle politiche e la promozione del turismo. La denominazione attuale è stata adottata nel 1975, anno in cui l'organizzazione ha fissato la sua sede a Madrid. Dal 1976 èdivenuta una branca operativa dell'UNDP e nel 2003 ha assunto a tutti gli effetti lo status di agenzia dell'ONU. Vi partecipano al 2006 oltre 150 stati membri e più di 300 membri associati in rappresentanza del settore privato, del turismo scolastico e educativo, delle istituzioni locali di promozione turistica. L'Italia ha aderito all'organizzazione nel 1978. Oltre alla rappresentanza governativa ne fanno parte come "membri affiliati" 24 organizzazioni italiane.

BIT, Borsa Internazionale del Turismo

La BIT, Borsa Internazionale del Turismo è una manifestazione internazionale tesa a radunare operatori turistici, agenti di viaggio, aziende e ditte di promozione turistica o comunque legate all'indotto di settore, al fine di lanciare ad un osservatorio qualificato l'offerta turistica di singole realtà di tutto il mondo. Essa si tiene a Milano, ma ha risonanza mondiale. All'edizione 2007, la ventisettesima, hanno preso parte 150.000 visitatori di cui 108.000 operatori professionisti, oltre a decine di migliaia di agenti di viaggio. Per questo motivo, la Bit rappresenta il maggiore trampolino di lancio dell'offerta turistica di ciascun territorio in Italia. Alla Bit sono legati inoltre una serie di eventi collaterali volti a scandagliare il mercato turistico globale, con conferenze, seminari, tavole rotonde ed esposizioni.

ENIT, Ente Nazionale Italiano per il Turismo

Nato nel 1919, l'Ente Nazionale Italiano per il Turismo trasformato in ENIT- Agenzia nazionale del turismo con legge 14.5.2005 n.80, è lo strumento primario per realizzare le politiche di promozione dell'immagine turistica dell'Italia e di supporto alla commercializzazione dei prodotti turistici italiani nel mondo, qualificandosi anche come riferimento per azioni istituzionali mirate nell'ambito comunitario ed internazionale.

Giornata Mondiale del Turismo

La Giornata mondiale del turismo (WTD) è celebrata a livello mondiale ogni 27 settembre, una data che èstata scelta in coincidenza con un importante pietra miliare per il turismo mondiale, l'anniversario dell'adozione dello statuto dell'Organizzazione Mondiale del Turismo il 27 settembre 1970.

Alle falde del Kilimangiaro

Alle falde del Kilimangiaro è un programma televisivo che va in onda su Raitre. Il programma è condotto da Licia Colò e va in onda ogni domenica. Questo programma presenta documentari da diversi luoghi del mondo.

valorizzazione degli itinerari attraversola creazione di un’immagine coordinata

Una delle possibili applicazioni del design ai fini della valorizzazione di itinerari turistici, è quella offerta dal graphicdesigner. Se, come abbiamo già detto, i luoghi sono diventati vera e propria merce da proporre, allora anch’essi hanno bisogno di pubblicità. Grazie all'efficienza comunicativa e alla penetrazione onnipresente dovuta alla sua connesione con il mercato, e in quanto sorgente autorevole di modelli di comportamento per il pubblico ed elemento condizionante della circolazione delle informazioni nei mezzi di comunicazione, la pubblicità diventa il veicolo ideale per comunicare un luogo o un evento, e quindi per promuoverlo. Ma la semplice pubblicità non basta: spesso per comunicare dei luoghi si sceglie di creare una vera e propria immagine coordinata, come funziona per le aziende. L'immagine coordinata, infatti, è l'insieme di elementi che concorrono alla creazione dell'immagine di un'azienda e alla sua identificazionee riconoscibilità presso il pubblico. Questi elementi vanno dalla creazione del marchio, alla scelta del colore o del gruppo di colori che identificano l'azienda nella comunicazione visiva e in relazione alle diverse gamme di prodotti, alla comunicazione attraverso i media, alla progettazione del packaging. Un'azione coordinata di promozione di un prodotto prevede l'utilizzo di vari canali di comunicazione e di vari media (affissione, pubblicità istituzionale su periodici a stampa, radio, televisione, organizzazione di eventi). Comprende l'intervento di un graphic designer in funzione di art director, responsabile del coordinamento generale dell'immagine del prodotto o del produttore, o di progettista dei singoli strumenti destinati a ciascun mezzo di comunicazione.

Tra gli esempi italiani, da ricordare le immagini coordinate realizzate da B. Norda per la Metropolitana Milanese(1962), grazie alle quali vinse anche il compasso d’oro nel 1964.

«Esiste un carattere Noorda, un carattere che porta il suo nome?R: Quello della metropolitana di Milano. Ho disegnato lettera per lettera, seguendo un carattere esistente, Helvetica, che allora era anche abbastanza nuovo. Però io dovevo usare questo carattere bianco su rosso, cioè in negativo. Allora utilizzando l’Helvetica su questo fondo, il chiaro era troppo chiaro, il nero diventava troppo chiaro, perchél’effetto in negativo è sempre di amplificazione: il carattere si allarga otticamente. In più, ho accorciato tutti i discendenti e ascendenti delle lettere, in maniera che l’occhio del carattere fosse più grande. Questo proprio sulla banda continua funzionava molto meglio.»

Bob Noorda aveva ovviamente progettato un carattere che ben si adattasse al progetto e alle necessità d’uso, carattere che oggi non è più visibile in quanto l’azienda milanese ha abbandonato quella grafica.

Nel 2003 inoltre, Norda vinse il concorso “Una targa per le botteghe storiche di Milano” indetto dal Comune, in collaborazione con la Camera di Commercio, il Politecnico di Milano - Facoltà del design e l’ADI . La targa ideata da Noordaera finalizzata alla valorizzazione del patrimonio cittadino costituito da locali, botteghe artigianali, imprese, che costituiscono una presenza storica sul territorio.

Nel 1974 un gruppo di famosi grafici che operano in Italia (B. Norda, R. Sambonet, B. Munari, e P. Tovaglia) crea il marchio della regione Lombardia ridisegnando la celebre rosa camuna e crendo il logotipo che ancora oggi costituisce il simbolo di quell'istituzione.

Il simbolo della Regione Lombardia è leggermente orientato verso destra. Questa posizione gli imprime un moto in senso orario, la figura diventa dinamica.L'immaginazione lo accosta a tante cose: la pianta di un castello feudale, il disegno di un rosone, la sezione di un pilastro gotico, una ruota, una turbina. Nel 1998 la Giunta Regionale ha approvato il"manuale d'uso" del marchio, definendone formalmente i lineamenti e le possibili declinazioni in funzione dei diversi utilizzi.

valorizzazione degli itinerari attraversola creazione di un’immagine coordinata

L'immagine cordinata ha anche il compito di rafforzare e sottolineare lo slancio innovativo di determinate aziende, pubbliche o private che siano.

La crezione di un manuale di corporate identity per la città di Trieste, commissionato dal comune e realizzato a partire dal 1998 da P. Tassinari e P. Vetta, ha avuto come effetto il totalerinnovamento dell'immagine dell'ente pubblico nei confronti della cittadinanza.

Il Ministero del Turismo francese ha creato il marchio "QualitéTourisme", per riunire tutte le iniziative legate alla qualità e guidare meglio i consumatori nella scelta e per differenziare la sua offerta turisticaUn logo con i colori della Francia è stato creato per identificare i professionisti del turismo detentori del marchio.Riconoscibileattraverso una targa posta all'ingresso degli esercizi turistici, questo marchio viene riconosciuto facilmente e indica l'alta qualità dei servizi proposti.

L'immagine Coordinata della Soprintendenza Archeologica di Pompei, progettata nel 2002, prevede la realizzazione di un sistema di comunicazione visiva con relativo manuale, in cui sono specificati il disegno del marchio istituzionale e di quelli relativi al prodotto.

valorizzazione degli itinerari attraversola creazione di un’immagine coordinata

In ogni caso qualsiasi ente che voglia promuovere i suoi luoghi attraverso questi linguaggi, si affida a degli studi di graphicdesign. Il graphic designer è un progettista della comunicazione visiva che applica il metodo operativo del design a prodotti destinati alla stampa o al web. La forte percezione dell'identità e delle peculiarità della propria disciplina ha portato questi progettisti a costruire associazioni professionali autonome, nazionali ed internazionali. (AIAP, BEDA, ICOGRADA). e' un settore del design che opera nel campo della comunicazione curando la progettazione degli aspetti visivi dei prodotti destinati alla stampa o al web, dei prodotti in generale, del loro imballaggio, nonchè l'immagine coordinata di aziende e di linee di prodotti.

Un esempio di studio di graphic designer potrebbe essere quello dello studio torinese Brunazzi & associati: creata nel 1985 da Giovanni Brunazzi, uno dei pionieri delle agenzie di comunicazione e di immagine corporata in italia, è un’agenzia di pubblicità italiana specializzata in corporate identity, publishing e packaging, capace di garantire l'esclusività, servizi di alta professionalità nel campo delle strategie di comunicazione. Tra i suoi lavori ce ne sono alcuni che si legano al turismo, per esempio lo studio di un marchio per Isola, un’organizzazione nata nel 1957 dall'autorità regionale della Sardegna per cordinare lo sviluppo, l'organizzazione e la promozione della produzione locale a mano, oppure SITCO, un simbolo disegnato nel 1980 e mai usato per la città di Palau, sulla costa nord est della Sardegna, che è stato riutilizzato un complesso turistico, situato solo a poche centinaia di metri dalla famosa "bear rock", il simbolo della città.

Ex Art director dello studio Brunazzi & Associati, Roberto Necco, ora fondatore dello studio di grafica Elyron, ha concesso l’intervista riportata qui di seguito.

intervistaElyron è una società nata tre anni fa, composta da due graphic design, Roberto Necco e Roberto Balocco. Si occupa di creare dei progetti grafici per aziende o per eventi, proponendo soluzioni di immagine coordinata. Molti progetti sono stati fatti nell’ambito torinese, come per esempio Square, progetto di un magazine per la Piazza dei Mestieri di Torino, o l’immagine coordinata per un ciclo di mostre presso lo Spazio Steiner di Torino. Altri progetti sono stati fatti per varie aziende, qualche esempio: un magazine promozionale per le cartiere Burgo, l’immagine coordinata per un commercialista, dei progetti grafici per delle copertine di CD musicali, o per eventi come un festival di arpa celtica…

Intervista a: Roberto Necco della società Elyron, ex art-director dello studio Brunazzi & associatiPARTIAMO DA LEI…

Come ha cominciato la carriera?Ho cominciato la mia attività come freelance presso varie agenzie, studi, aziende varie, una delle quali Brunazzi, ma non solo quella ovviamente, e dopo di che , ormai da tre anni, ho aperto questa agenzia.

Background professionale?Architettura. Una cosa abbastanza usuale per i grafici della mia generazione, fino a non molti anni fa non esistevano master in graphicdesign oppure strutture universitarie. C'era fondalmentalmente l'università di architettura. Serviva un po' a questi scopi insomma. In realtà la figura dell'architetto è molto diversa, però molti miei colleghi sono architetti. La mia formazione nella grafica deriva dal fatto che prima di aver fatto architettura ho fatto una scuola di grafica, sono perito grafico. E’ una scuola molto piùtecnica, soprattutto qui a Torino, molto più volta alla produzione. Dopo di che tutti gli aspetti legati al grafic design sotto stati frutto di autodidattica.

Come considera il suo lavoro?Difficile . Molto difficile. Molto bello, nel senso che non credo che riuscirei a fare altro, ma comunque difficile. Le condizioni di lavoro attuali sono molto impegnative, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più logistici, gli aspetti più legati alla valorizzazione del lavoro...Per niente facile insomma. Direi che mi piace però.

Perché le piace?Direi per gli aspetti direttamente legati a questa professione, che sono proprio molto simili ad un mestiere di carattere artigianale, nel senso di fare delle cose che vengono costruite da se stesse, fargli veder la luce...A prescindere dal fatto che sia grafica, o scarpe, o quant'altro.

Mi racconta la giornata lavorativa tipo?Inizia molto presto perché ho due bambini piccoli. Quindi inizia attorno alle 6. Per iniziare a lavorare alle 8.30, e per finire normalmente abbastanza tardi, sulle 19.30-20. Non c'è una vera e propria giornata tipo, nel senso che comunque è molto varia, gli impegni vengono un po' costruiti volta per volta, a seconda dei clienti, degli impegni...Chiaramente la variazione èmolto ampia.Ci possono essere giorni molto più tranquilli, altri invece assolutamente isterici, ma questo è normale.

Quali sono i tempi più intensi durante l’anno?Per esperienza un po' il periodo primaverile, e quello natalizio, per quanto riguarda la mia esperienza. Ci sono due grossi sbarramenti in estate e in inverno, e in corrispondenza di questi sbarramenti c'è sempre un po' più di follia generalizzata, però diciamo che si fronteggiano. Non è che ci siano dei momenti più intensi, la media è abbastanza costante con delle punte che sono quelle. Adesso è un po' più tranquillo.

Quali sono i Suoi clienti? Come li ha contattati la prima volta? O è stato contattato? Adesso lavoriamo con clienti fidelizzati, e da questi clienti a volte se ne originano altri. Chiaramente all'inizio c'è stata un'attività quasi più di ricerca, però devo dire che siamo sempre stati abbastanza contattati, più che noi a contattare.

I suoi clienti nell’ambito del turismo?Noi abbiamo lavorato indirettamente per la città di Torino. Per esempio in un lavoro per la gestione dei parchi di Torino, che comunque è una cosa abbastanza a sé, rispetto alla città . Fa riferimento direttamente al verde, che ha una certa autonomia, poi Torino ha una certa tradizione, ha tanti parchi, questo lo dicono tutti. Quindi insomma ho lavorato per i parchi, non per Torino, ma indirettamente è come se avessi lavorato per la città.

Poi forse lei è a conoscenza che nel 2008 ci sarà una serie di eventi legati alla capitale del design. Noi abbiamo collaborato, nella parte dell'immagine coordinata, abbiamo fatto dei progetti. Chiaramente anche qui si tratta di una committenza abbastanza trasversale rispetto alla città.

Il settore è in crescita? In crisi? Perché?E’ in crisi...Ma potrebbe essere un bene, paradossalmente. Nel senso che èin crisi un certo tipo di fare graphic design. Forse è più in crisi la pubblicità che il graphic design. Il graphic design vive molto in una dimensione più nascosta, poi è una cosa molto strana, il graphic design molte volte non viene percepito. A noi spesso ci capita di essere chiamati a fare della pubblicità, mentre ci troviamo a fare del graphic design, e non è la stessa cosa, non è assolutamene la stessa cosa. Molte aziende considerano la pubblicità parte del graphic design o considerano tout court la pubblicità come espressione grafica.

intervistaQuindi sta a voi far cabiar loro idea?In realtà è un atteggiamento. Che poi la differanza tra un atteggiamento tipico di un'agenzia di pubblicità e quello di un graphic designer è forse proprio quest‘ aspetto speculativo rispetto ai problemi. Alcuni dicono che èsolo una questione di dimensioni, per certi versi è vero, noi siamo piccoli, le agenzie di pubblicità sono grandi, ma c'è un 'altra differenza che io trovo interessante rimarcare, ed è l'aspetto un po' speculativo rispetto ai problemi, nel senso che comunque le agenzie di pubblicità considerano il graphicdesigner uno strumento per veicolare dei messaggi, e si occupano molte volte di gestire una certa strategia. Non che noi non lo facciamo, ma normalmente le agenzie hanno una visione up-down, cioè dall'alto verso il basso, dove il graphic design è un po' l'ultima cosa, perchè prima bisogna pianificare, bisogna fare, eccetera. A noi invece capita spesso di fare della pubblicità però partendo dal graphic design, cioè partendo dal basso. A me capita di partire dall'immagine coordinata, dal disegno del marchio, dall'alfabeto. E questa è una visione molto bottom- up, cioè si parte dal basso, cioè dai mattoni, per poi costruire delle cose: è un atteggiamento piùtipico del graphic designer che delle agenzie. Le agenzie hanno un approccio più pubblicitario, partono dal prodotto. Noi è difficile che partiamo dal prodotto, a meno che non venga proprio richiesto.

Dove si trovano le idee?Eh...dove le trovo..chi lo sa? Direi che non c'è una ricetta precisa. Diciamo che il grapic design è molto più affine alla letteratura ormai che non forse con gli artisti. Tutto ciò investe quello che si chiama fonte d'ispirazione ma non è una definizione così precisa insomma..Normalmente lavoriamo sui dati che ci vengono dati. Molto spesso i veri creativi sono l'azienda, sono i prodotti dell'azienda...Perché alla fine sono loro che hanno inventato un certo tipo di servizio. Comunicarlo bene ha degli aspetti che si legano al prodotto oppure all'essenza del marchio, ma tutto sommato la nostra è un'attività abbastanza di servizio.

Cos’è per Lei il design? Cos'è il design?uh...Ci sono molte definizioni in corso, io non ne ho trovato ancora una che calzasse. Ci sono poi forse più definizioni su cos'èil designer, che su cos'è il design. Non saprei dare una risposta precisa su cos'è il design, diciamo che il design si trova in alcuni momenti. Sicuramente il design oggi, o comunque per come lo intendo io, sta più nel processo che nel prodotto finale, sta più nello svolgimento che nel risultato. Non credo si possa parlare di design tout court vedendo un bell'oggetto, quello bisogna capire, potrebbe essere anche solo stile. E’ abbastanza calzante la definizione di Potter, cioè che il design esiste sempre quando c'è un certo spazio di pensiero tra un'esigenza e un risultato. Lo spazio di pensiero è il design. Poi tutti possono esserlo, no? Per altro io sono abbastanza contrario alle lauree in design. Poi voglio dire, da qualche parte bisogna pur uscire, quindi ben vengano, però non credo che la laurea in design sia il luogo dove si ottiene la patente di designer. Si acquisisce una certa visione culturale sui processi, e questo è sanissimo.

La nostra generazione, sulla trentina, ha dovuto farsi da sè, ha avuto più difficoltà, a volte però con visioni laterali interessanti. Trovare un luogo in cui si possa in qualche modo aprire un forum sul design èsicuramente importante e consente di formarsi più in fretta, i risultati però poi sono del tutto individuali. Non è detto che da una scuola di design escano più buoni designer.

Io tengo dei corso allo IED, di logo design, e io sono sempre più convinto che per fare bene il designer bisogna studiare lettere, bisogna avere una cultura umanistica molto forte, perchè si ha a che fare con le persone. Non è solo una disciplina tecnica, e poi la tecnica si impara...Non è mai stato un grande problema la tecnica. Poi nel nostro mestiere non mandiamo razzi sulla luna, bisogna solo disegnare dei marchi o impaginare libri, cosa difficile, per carità, però tutte cose imparabili. Invece la sensazione che si ha a che fare con una comunità strutturata e con una certa visione della cultura, si lavora con la memoria delle persone, con l'immaginario collettivo, con quello che le persone pensano di un certo problema . Se non si sono sviluppati questi temi si fanno dei progettini, magari anche belli, ma che mancano di qualcosa.

intervistaECCO, IL DESIGN….

Il design sarà importante nel futuro?Lo è sempre stato. Io sono totalmente scettico su questa visione futuroriented del design.

Secondo lei il termine designer è compreso da tutti? O per molti indica semplicemente colui che disegna…..Il termine designer comprende tutte le persone, sicuramente non soltanto gli industrial designer o i graphic designer. Ci sono designer più radicali, quelli sì, quelli che si avvicinano di più all'essenza delle cose. Come ad esempio i designer più radicali che esistono oggi secondo me sono i designer che disegnano le lettere da scrivere. Secondo me quella è la visione più radicale che ci possa essere del design, perchè chi fa quella cosa lì è veramente un primitivo, quello che fa è il primo passo, perchè poi con un alfabeto ci puoi scrivere tutto e puoi fare tante altre cose. Chi inventa l'alfabeto è proprio il cavernicolo del design, ma non nel senso cattivo, anzi, nel senso buono, radicale, quello che veramente inventa.

Ma secondo lei il termine andrebbe comunicato meglio?Il termine designer è solo una questione di lemma , di lessico. Conosco dei calzolai che sono degli ottimi designer, non ha nessuna importanza che non usino un computer o che non abbiano uno studio, o che non siano inseriti in un certo flusso di persone e di conoscenze. E’ un termine che andrebbe usato di più. Ma senza connotarlo come si fa oggi, per cui il designer è una professione fantastica, per forza proiettata in un certo mondo. Un cuoco èun eccellente designer. Forse bisognerebbe usarla nel senso piùanglosassone del termine, molto più flat. Noi abbiamo un po' questa remora stilistica rispetto al designer. I designer sono quelli lì, si comportano così, fan le robe strane, eccetera. Un buon organizattore, un buon media planner, deve essere un eccellente designer e lo è. Non è che gli strumenti del designer siano solo quelle delle arti visive o plastiche.

Io penso che i designer che compaiono nelle riviste siano i più superficiali alla fine, perché limitano sè stessi, fanno stile di fatto, non fanno più i designer. Fanno stile...con tutto il rispetto che posso avere per Ron Arad, che per me è un maestro assoluto, ma oramai lui fa lo stilista, lo stilista di se stesso. Bisognerebbe chiedersi che senso ha oggi disegnare una sedia, una sedia in più, che senso ha fare oggi il salone della sedia, o il salone del mobile...Quando Ron Arad fa la sua ultima sedia, mi sembra Valentino che fa il suo ultimo tailleur, niente di più. Lui è un grande designer, ma fa anche progetti di stile.

E quindi il vero designer cosa fa di quella sedia?Il vero designer è quello che ci sta a fianco di Ron Arad. Ron Arad disegna la bellissima sedia, e il vero designer è quello che gli permette di realizzare quella sedia in modo assolutamente economico, con un materiale solo, con uno solo stampo, secondo me è più designer lui di Ron Arad.

Ma qui non crede che si entri nel campo dell’ingegneria?Sì ma l'ingegneria è la radice del design.

intervistaPARLANDO DEL VOSTRO STUDIO…

Nel vostro ufficio quante persone lavorano? La loro estrazione formativa?Lavoriamo in tre, un collaboratore esterno e due membri effettivi. Siamo tutti graphic designer.

Quali sono le professioni più ricercate per un’azienda come la vostra?Professioni sulla grafica e web, diciamo. Grafica applicata.

Voi fate stage?Ne abbiamo fatti. Ci siamo a volte riusciti, a volte molto meno. Non le nascondo che abbiamo qualche remora nel fare stage perchè secondo me per fare dei buoni stage bisogna essere delle grandi aziende ed essere molto organizzati. Perchè bisogna avere la possiblità di insegnare a queste persone, mentre oggi troppo spesso lo stagista è visto come una forza lavoro immediata, e questo non è assolutamente produttivo.

Come avvicinate i giovani? Vi spediscono progetti? Li analizzate?Sì, ci mandano il curriculum, noi ne riceviamo spesso, e a volte abbiamo contattato delle persone. Diciamo che non è che ricerchiamo delle figure precise, molto spesso è bello anche contaminarsi un po’. Certamente l'area dev'essere quella del graphic design, perchè noi facciamo quello. Ci spediscono il loro portfolio, i loro lavori.

Quale estrazione culturale predilige? Architettura? Design? Ingegneria?…O lettere? Visto che ne ha parlato prima…Non saprei rispondere, nel senso che poi è sempre la persona che fa la differenza. Io, come tutti, diffido dei curriculum troppo lunghi, troppo altisonanti.

Anche perché come diceva prima Lei crede poco nell’universitàdi design?No, infatti. Che poi non è che io non ci creda: credo che siano dei luoghi dove si possa respirare un certo condensato in qualche modo, per cui tu entri lì, e se non altro hai un' accellerazione di nozioni. Ma quello non vuol dire che automaticamente si diventi dei buoni designer, o comunque dei creativi.

Non esistono poi delle università più adatte di altre: dipende sempre dalla persona, dal suo grado di curiosità, di attitudine.

Negli ultimi anni sono nati tanti corsi universitari nel design,vorrei un parere obiettivoPenso che comunque sia un segno interessante di un attenzione che èpositiva. Se non altro hanno dato la possibilità a delle persone, e dico sopratutto ai docenti, di condersarsi intorno a qualcosa. Questo è stato sicuramente positivo, ha innescato dei meccanismi in alcuni casi virtuosi in altri meno. Per gli studenti che ci capitano vuol dire già partire con una bel vantaggio rispetto a quanto abbiamo avuto noi anche soltanto fino a pochi anni fa. C'è chiaramente anche il rovescio della medaglia, in alcuni casi adesempio un po' la presunzione di essere dei designer formati. La presunzione di sentirsi già art director, sia negli studenti che nel clima generale, per cui a volte c'è questa autoesaltazione negli esami finali, ad esempio, durante i quali vengono tessuti elogi smisurati..ecco, non credo molto a queste dinamiche.

intervistaPensa che questi giovani troveranno un lavoro facilmente?No, non troveranno lavoro facilmente ma questo non dipende da loro, dipende da una società come la nostra che è poco propensa ad investire sulle persone . Investire sul design vuol dire investire sulle persone, non tanto investire su un progetto. Andare da uno e dire “beh mi piace come sei mi piace il tuo modo di vedere la realtà, io ti sponsorizzo”. La visione nostra del design, un po' italiana, devo dire, è quella per cui io vado dal designer perché ho già le idee un po' chiare e voglio soltanto quella cosa lì, che sia così, che funzioni così, voglio soltanto uno che mi metta in bella le cose, però senza una visione strategica sotto, di reale investimento, che ripeto, secondo me non si fa soltanto sul progetto. I progetti poi possono essere belli o brutti, però bisogna investire sulle persone, bisogna fidarsi, bisogna dire io credo in quello che tu fai, e fargliele fare le cose, perchè altrimenti poi viene a mancare proprio l'aspetto vero e progettuale del design che è quello del processo. Infatti siamo pieni di progetti senz'anima, che non comunicano niente, che non hanno una storia dietro.

Un buon lavoro di gaphic design ha una storia dietro. E’ un processo sempre lungo, che però porta da qualche parte. Questo si può fare soltanto se si investe nel designer, non nel design..Quando gli si da la possibilità di costruire delle cose. Il design “usa e getta” dei marchi progettati e poi buttati su una brochure è molto più stile che non design, è molto più sporcare i fogli che non dire delle cose. Per dire delle cose bisogna viverle, pensarle, strutturarle, bisogna anche cambiare idea.

Il settore emergente?L'ingegneria dei materiali. In qualsiasi cosa, che poi questo comporta qualsiasi altra cosa. Nel graphic design il materiale è un po' più evanescente però c’è lo stesso. Poi il nostro settore specifico del design si sta, secondo me, evolvendo verso dimensioni sempre più materiche, sempre più solide. Comunque il nostro materiale sono anche i testi scritti, non è soltanto la carta e gli inchiostri. Il nostro materiale sono anche i contenuti.

Un consiglio pratico per chi desidera entrare nel suo settore?Di studiare lettere. Di studiare storia. Prendere un libro di storia e studiare la storia del paese in cui vive, del luogo in cui vive, di leggere tantissimo, di non leggere più di tanto libri di graphic design , ormai non ne possiamo più, e di dare molto ascolto a chi costruisce veramente questo mestiere,, quindi a chi disegna i caratteri, chi si mette lì con pazienza e cerca di inventare materiali nuovi per il nostro mestiere, chi lavora in questi settori apparentemente marginali che però sono i mattoni. Finchè il graphic design è considerato una specie di imbellettamento carino non si va molto lontano… Gli olandesi l'hanno capito da molto più tempo, noi siamo un pochettino indietro.

valorizzazione degli itinerari attraversola riqualificazione degli spazi

Oggi gli interventi di riprogettazione di musei, palazzi, sedi, piazze eseguiti da designer e architetti famosi sono meta di visite turistiche organizzate. Ecco quindi che la ricerca e la progettazione di luoghi dotati di stile , in cui riconoscersi e strutturare la propria immagine, fa affidamento al design.

Della trasformazione dei luoghi fanno parte la spettacolarizzazione dei centri e delle piazze, i parchi a tema e i nuovi luoghi del consumo. Il tema è importante anche all'interno del tessuto urbano, in cui è possibile far valere e rendere utili le qualità dei luoghi, della storia, della memoria in essi incorporate, oppure si possono produrre luoghi con qualitàspeciali, nell'ottica della valorizzazione dei locali e della riconfigurazione della loro identità e immagine.

In Italia il tema acquista una dimensione particolare, dove l'adeguamento degli impianti e dei servizi deve sempre fare i conti con un tessuto storico da rispettare e valorizzare, con l'inserimento di tipologie moderne in un contesto stabilizzato avolte da secoli. L'attenzione al tema da parte del design italiano risale agli anni '80 del '900, con i progetti per Terni di P. DiGiuli e, a Milano, con la realizzazione di alcune grandi opere come la pavimentazione di corso Vittorio emanuele (A. Grassi, MID design/comunicazione). Ancora a Milano, negli anni '90 si assiste alla progettazione di oggetti specificatamente pensati per dare dignità ai microspazi urbani, tra cui i sistemi di immagine e di servizio delle Ferrovie Nord di Milano( MID design/comunicazione, studio G 14, P. Molinari), l'attrezzatura di grandi spazi coperti degli aeroporti di Linate e Malpensa (A. Cortesi-GPI e studio G 14). Più recentemente ha acquistato importanza il tema dell'illuminazione urbana come elemento di valorizzazione del contesto storico (iGuzzini Illuminazione).

-Indice

-Introduzione

-Valorizzazione degli spazi

attraverso la creazione di un’immagine

coordinata

- Intervista a Roberto Necco

-Valorizzazione degli spazi

attraverso la riqualificazione

degli spazi

-Valorizzazione degli spazi

attraverso le nuove tecnologie

-Futuro

valorizzazione degli itinerari attraversola riqualificazione degli spazi

Genova oggi presenta delle interessanti ristrutturazioni, che hanno portato novità al porto e l’hanno reso più interessante per il turismo. Le più famose sono ovviamente quelle progettate da Renzo Piano: la Bolla e il Bigo.

La prima, situata accanto all'Acquario, è stata realizzata su progetto dell'architetto per il G8 di Genova nel 2001. Il Bigoinvece si ispira alle gru del porto, e la sua struttura permette da un lato di sorreggere la tenso struttura della piazza delle feste (dove si svolgono varie manifestazioni e d'inverno viene preparata una pista di pattinaggio su ghiaccio), dall'altra regge un ascensore ruotante e panoramico che si solleva fino a 40 metri d'altezza permettendo di avere una visuale a 360 gradi sulla città.Il Bigo è stato costruito per le celebrazioni Colombiane del 1992 e dall'allora la sua sagoma è diventata uno dei simboli di Genova.

valorizzazione degli itinerari attraversola riqualificazione degli spazi

Oltre alla riprogettazione di palazzi, sedi e piazze per uno scopo estetico e culturale, si riprogettano anche hotel, per renderli più interessanti agli occhi dei turisti, affidando il compito di rivederne lo stile a designer famosi, così da assicurarsi pubblicità e stile originale.

Ron Arad, per esempio, firma l’hotel Duomo del centro storico di Rimini: trentaquattro stanze e nove suite per un comfort totale, con colori vivaci, forme insolite e materiali alternativi.

valorizzazione degli itinerari attraversole nuove tecnologie

L'uso del web ha indotto trasformazioni profonde dei nostri modi di pensare lo spazio, e di conseguenza tutta l'aria concettuale tradizionalmente legata all'architettura e all'urbanistica. Gli spazi della comunicazione sono spazi astratti, che lasciano libera creatività alle menti dei web designer e dei graphic designer. Ed ecco che nel web compaiono, dopo i portali dedicati al turismo a cui ormai siamo abituati, altre modalità per far promuovere la propria città: inToscana.it, il portale ufficiale della regione Toscana, presenta la nuova iniziativa della regione, che consiste nella creazione di uno spazio in Second Life. Second Life è più che un semplice gioco online, è una vera e propria seconda vita in rete, dove la regione Toscana, ha acquistato uno spazio virtuale: l´isola è costata 1.650 dollari, al suo interno si potràpasseggiare e darsi appuntamento accanto al Duomo di Firenze, alla Torre di Pisa, piazza del Campo o sul Ponte Vecchio. «Sarà come immergersi in una città ideale costruita con le opere più preziose presenti nelle 10 province toscane»spiega Mirko Lalli, responsabile della comunicazione della Fondazione Sistema Toscana. Ci saranno pure morbidi prati, colline, cipressi e vigneti che marcano gli orizzonti. L’ambiente toscano verrà quindi riprodotto in quest’isola virtuale, dove verranno ospitati anche eventi come mostre d’arte.

valorizzazione degli itinerari attraversole nuove tecnologie

Ma non solo le nuove tecnologie del web attirano l’interesse delle città e dei graphic designer che sono chiamati a progettare le interfacce di questi nuovi strumenti: anche le tecnologie deicellulari e dei palmari rappresentano una nuova frontiera.

Econoetica, per esempio, società incubata da Itechoffdell’Università di Bologna, ha sviluppato Arianna, guida turistica multimediale per il capoluogo toscano. Arianna èutilizzabile con un computer palmare e associa le caratteristiche di una guida turistica multimediale a quelle di un navigatore satellitare. La guida, distribuita sotto forma di noleggio al costo di 15 euro al giorno, consente di individuare facilmente i punti di interesse, di definire il migliore percorso per la loro visita e di acquisire informazioni sui servizi disponibili nelle aree nelle quali il turista si trova. Questa funzionalità può fungere anche come sistema per la veicolazione di messaggi pubblicitari mirati e contestuali alla geografia della città. Opere d’arte, alberghi, negozi, locali, ma anche i mercati e l’agenda degli eventi teatrali e cinematografici, tutto è contenuto nel database di Arianna che è dotata di un’interfaccia che ne rende l’utilizzo estremamente semplice e di un sistema di ricerca, simile a quelli di internet, che aiuta il turista a individuare rapidamente ciò che cerca.

Sony invece propone Passport to…, un programma che trasforma la PlayStation Portable in manuale sulle cittàeuropee.

Realizzate in collaborazione con Lonely Planet, le guide turistiche della Sony sfruttetanno le caratteristiche intrinseche della Playstation Portable: per ogni città saranno a disposizione informazioni generali, indirizzi utili di ristoranti, negozi, alberghi, luoghi di interesse culturale e artistico, panorami e locali notturni, con fotografie e mappe dettagliate ma anche la consultazione dei mezzi di trasporto per raggiungere i luoghi segnalati o l'ascolto delle didascalie sonore.

Nel disco saranno incluse visite guidate in formato audio, che potranno essere ascoltate dal viaggiatore mentre segue l'itinerario prescelto e sarà lasciata la libertà all'utente di programmare i propri giri in città, costruendo tragitti personalizzati grazie alla cartina interattiva.

futuro

Tutta la città moderna si pensa ora nella comunicazione, nella leggerezza e trasparenza. La tecnologia sta cambiando l'aspetto del mondo: pareti-schermi, giardini virtuali, ambienti di luce ridisegnano nuovi modi dell'abitare che si fa leggero, trasparente, impalpabile. Si allude a spazi sedttivi, al surplus di emozioni…

Jean Nouvel a Barcellona costruisce la Torre Agbar: “non èuna torre o un grattacielo- dice Nouvel- è un’estrusione unica”, “ si configura come una massa fluida che sembra perforare il suolo”. La superficie dell’edificio evoca l’acqua: liscia, continua, ma anche vibrante perché la materia si legge in profondità, colorata e incerta, luminosa e sfumata”.

Lo studio Forster & partners propone invece una torre ecologica pensata per ridurre il consumo energetico. E’ la sede londinese della Swiss Re. La struttura diagonale permette l’eliminazione delle colonne e una copertura interamente di vetro che filtra la luce. Ogni piano ruota in corrispondenza di quello inferiore.