PRESENTAZIONE 1^ SETTIMANA Gio: 3^ puntata: 2^ SETTIMANA · Poi scomparì tra gli alberi. Il...

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PRESENTAZIONE Questo libretto può essere dato ad ogni animatore e, se lo si ritiene utile, anche ad ogni ragazzo del grest. Fa da vademecum della proposta quotidiana del grest per quanto riguarda la storia, le riflessioni, alcune attività e la preghiera. Per ogni giorno sono previsti: Il testo della storia da sceneggiare, può essere narrato da un menestrello e poi sceneggiate alcuni parti; alcune domande di comprensione della storia; dialogo in gruppo e attività di riflessione; proposte per i più piccoli; Parola di Dio e preghiera. Il momento di riflessione è previsto senza attività di movimento fisico (ne fanno già tanto…). Gli adattamenti del materiale alle varie età sono lasciati alle singole opere. Tutto il materiale è pensato per un grest di 3 settimane, per un totale di 15 giorni, seguendo questo schema, dove è indicato il giorno della settimana, la puntata, i temi principali affrontati e le attività prevalenti. 1^ SETTIMANA Lun: introduzione, personaggi della storia / formazione squadre, magliette, foto, avvisi, inno Mar: 1^ puntata: le nostre caratteristiche, pregi e difetti, personalità Mer: 2^ puntata: i problemi del mondo attorno a noi Gio: 3^ puntata: occorre una guida per la vita Ven: 4^ puntata: la famiglia e il rispetto delle regole 2^ SETTIMANA Lun: 5^ puntata: allenarsi per la vita: fatica, impegno, disciplina Mar: 6^ puntata: qualità per la vita, le virtù da imparare Mer: gita di una giornata del grest - no puntata Gio: 7^ puntata: l’amicizia nelle diverse età Ven: 8^ puntata: la lotta tra bene e male / celebrazione del perdono 3^ SETTIMANA Lun: 9^ puntata: sintesi delle lezioni di Merlino / riflessione sul futuro Mar: 10^ puntata: le prove della vita / torneo medioevale / consegna di excalibur Mer: 11^ puntata: Anche tu puoi diventare re / celebrazione battesimale Gio: 12^ puntata: investitura a cavaliere / Dio ti ha voluto Re / pensieri del Murialdo Ven: conclusione: verifica del grest, messa di fine grest / pensiero di ringraziamento finale

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PRESENTAZIONE

Questo libretto può essere dato ad ogni animatore e, se lo si ritiene utile, anche ad ogni ragazzo del grest. Fa da vademecum della proposta quotidiana del grest per quanto riguarda la storia, le riflessioni, alcune attività e la preghiera. Per ogni giorno sono previsti: • Il testo della storia da sceneggiare, può essere narrato

da un menestrello e poi sceneggiate alcuni parti; • alcune domande di comprensione della storia; • dialogo in gruppo e attività di riflessione; • proposte per i più piccoli; • Parola di Dio e preghiera.

Il momento di riflessione è previsto senza attività di movimento fisico (ne fanno già tanto…). Gli adattamenti del materiale alle varie età sono lasciati alle singole opere. Tutto il materiale è pensato per un grest di 3 settimane, per un totale di 15 giorni, seguendo questo schema, dove è indicato il giorno della settimana, la puntata, i temi principali affrontati e le attività prevalenti.

1^ SETTIMANA

Lun: introduzione, personaggi della storia / formazione squadre, magliette, foto, avvisi, inno Mar: 1^ puntata: le nostre caratteristiche, pregi e difetti, personalità Mer: 2^ puntata: i problemi del mondo attorno a noi Gio: 3^ puntata: occorre una guida per la vita Ven: 4^ puntata: la famiglia e il rispetto delle regole

2^ SETTIMANA

Lun: 5^ puntata: allenarsi per la vita: fatica, impegno, disciplina Mar: 6^ puntata: qualità per la vita, le virtù da imparare Mer: gita di una giornata del grest - no puntata Gio: 7^ puntata: l’amicizia nelle diverse età Ven: 8^ puntata: la lotta tra bene e male / celebrazione del perdono

3^ SETTIMANA

Lun: 9^ puntata: sintesi delle lezioni di Merlino / riflessione sul futuro Mar: 10^ puntata: le prove della vita / torneo medioevale / consegna di excalibur Mer: 11^ puntata: Anche tu puoi diventare re / celebrazione battesimale Gio: 12^ puntata: investitura a cavaliere / Dio ti ha voluto Re / pensieri del Murialdo Ven: conclusione: verifica del grest, messa di fine grest / pensiero di ringraziamento finale

ESTATE RAGAZZI 2008

LA SPADA NELLA ROCCIA

Cavaliere/dama: __________________________________

Contea di: ________________________________

E S C A L I B U R Saranno giorni bellissimi e indimenticabili, di amicizia, di avventure, di riflessione e preghiera, di serenità nella natura... Siamo certi che alla fine resterà tanta nostalgia e tanti bei ricordi... Ma perché tutto questo si realizzi occorre fare attenzione ad alcuni aspetti importanti.

Ecologia: Siamo in città o nella natura, ma il rispetto della pulizia, delle cose che ci circondano, degli ambienti che utilizziamo, rende tutto più bello. Abbiamo sentito parlare tanto di rifiuti quest’anno. E noi come ci stiamo impegnando? Non tocca solo ai grandi, solo ai politici, tocca a ciascuno di noi. Il Signore ci ha consegnato il mondo per renderlo più bello, non per trasformare tutto in una discarica.

Sentimenti: Sono tanti i sentimenti che arricchiscono la nostra vita: amicizia, gentilezza, gioia, entusiasmo, tanti sentimenti da coltivare. Ma ci sono anche quelli da estirpare: rabbia, invidia, egoismo, provocazione, ecc. Collaborazione: Chi ha organizzato questi giorni ci ha messo fatica, impegno, fantasia, cuore: cerca di ricambiare con simpatia, amicizia, fiducia e con tutta la collaborazione che ti è possibile partecipando sempre la meglio. Amicizia: Trovarsi in tante persone serve a conoscersi, a creare legami, a comprendere che è più bello insieme, a creare amicizia con tutti, a sentirsi più amici di Dio.

Lealtà e Impegno: La lealtà e l’impegno nel gioco sono segni di vera amicizia che si tramutano in gioia anche quando non si vince: la vera vittoria è l’unità della squadra e l’amicizia con tutti.

Buona volontà e Umorismo: Per stare insieme occorre rispetto e aiuto reciproco: senza di questo non si può creare vera amicizia. E lo si vedrà nel gioco, nel rispetto degli orari, nell’accoglienza delle attività proposte, da vivere con tanta buona volontà, con tanto entusiasmo e, perché no? con un pizzico di umorismo.

Rispetto: Rispetta tutte le persone e tutte le attrezzature: sono un po’ anche la tua casa! Sii responsabile di te stesso, nel gioco, negli spostamenti, nel non creare pericoli per sé e per gli altri.

INTRODUZIONE – 1°GIORNO In questo primo giorno non è prevista la storia, in quanto è un giorno iniziale ricco di tante altre cose:

- la distribuzione delle magliette e di eventuali altri materiali del grest;

- la foto di gruppo per squadre e/o tutti insieme - i vari avvisi dei responsabili - l’ascolto dell’ INNO e il ritornello da imparare

La storia si presenta attraverso i suoi personaggi

La storia Presentazione dei personaggi della storia. Nei giorni precedenti preparare scene e costumi di scena, nonché interpretare i canovacci. Arrivano in scena, vengono presentati dal menestrello e quindi si presentano loro stessi…

1. Sir Ettore 2. Caio 3. Semola 4. Merlino 5. Anacleto 6. Maga Magò

la spada nella roccia (si porta dentro la roccia costruita…) gli altri saranno personaggi di 1 puntata (lupo, pesce, scoiattolina, ecc.)

Comprendiamo la storia… Il conduttore fa dire ai ragazzi i nomi dei personaggi della storia, verificando che ne abbiano imparato i nomi. Può anche invitare qualcuno a estrarre la spada dalla roccia (non si deve togliere…) e commentare…

Attività di riflessione Ci si suddivide in squadre per fare conoscenza: - dei nomi degli animatori; - di ogni componente della squadra; - degli orari e della attività di ogni giorno; - dello stile e organizzazione della propria squadra (giochi, disciplina, eventuali capitani…). Gli animatori verificano la conoscenza e fanno riflettere sull’importanza dell’essere uniti nella squadra, del rispetto delle regole, ecc.

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo… Dal vangelo di Luca (Lc 6,12-16) In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. 13 Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: 14

Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15 Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelota, 16 Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.

Riflessione: Importanza del nome / Dio ci chiama per nome Il nostro nome dal giorno del battesimo

Preghiera: Un ritornello cantato nel quale ci si alterna nel dire i nomi, tipo Siamo carovana di Dio.

1^ PUNTATA

La storia Impariamo l’inno del grest (Re nella pace) e quindi ascoltiamo la storia

RE NELLA PACE Uno-due-tre tu diventerai re in inglese 1-2-3 1 boy 1 king in spagnolo uno dos tres (in controtempo) amigo - hermano Uno-due-tre sarai Re! 1) Giovane ragazzo per le strade se ne va-a cavaliere sogna un giorno lui di diventare non ha un amico, lo fan solo lavorar ma un giorno rinascerà. ritornello Tu diventerai Re re nella pace Tu diventerai Re nella bontà Tu diventerai Re re della festa Tu diventerai Re tu diventerai Re! Uno-due-tre tu diventerai re in inglese 1-2-3 1 boy 1 king in spagnolo uno dos tres (in controtempo) amigo - hermano Uno-due-tre sarai Re! 2) Poi finisce nella casa di Mago Merlino cresce, impara tante cose lungo il suo cammino e quando prende la spada dalla roccia per sempre re lui sarà poi 2 volte ritornello Uno-due-tre tu diventerai re in inglese 1-2-3 1 boy 1 king in spagnolo uno dos tres (in controtempo) amigo - hermano Uno-due-tre sarai Re! Tu sarai Re!

Introduzione Ai tempi in cui questa storia ha inizio, l'Inghilterra era funestata da gravi disordini e soprusi. Da anni infatti, era rimasta senza re, poiché nessuno dei nobili del regno era riuscito a spezzare l'incantesimo che dava il diritto di salire al trono: estrarre la mitica spada che da secoli stava conficcata in una roccia.

SEMOLA E CAIO In quel tempo viveva in Inghilterra, in un antico maniero, un possente signore che aveva due figli ai quali era molto affezionato. Sir Ettore era il suo nome. Caio, il figlio maggiore, era grande, grosso, molto forte e robusto. Era anche cocciuto e indolente, ma egli era il vero figlio di Sir Ettore e un giorno, quando fosse cresciuto, sarebbe diventato padrone del castello di suo padre. Il ragazzo più giovane, piccolo e mingherlino, si chiamava Artù, ma tutti lo chiamavano Semola, per il suo aspetto. Era figlio adottivo di Sir Ettore e perciò non poteva sperare di ereditare un giorno il titolo e le sue sostanze. Tuttavia era un ragazzo semplice e allegro e non nutriva la minima invidia verso Caio.

Un giorno Semola uscì a caccia con Caio. Per non essere d'impaccio al fratello che prendeva di mira un cervo, si arrampicò su un albero rinsecchito. "Zitto, Semola, ci siamo! Ecco un magnifico bersaglio!", sussurrò Caio alla vista di un cervo. Ma, incoccata la freccia, proprio al momento del lancio fu distratto da uno schianto: il ramo sul quale si trovava Semola si era spezzato, facendolo ruzzolare a terra. "Sciocco, piccolo guastafeste!" gridò Caio, arrabbiato per l'occasione perduta, insieme alla freccia, penetrata nel folto degli alberi. "Oh, Caio, scusami, non l'ho fatto apposta. Corro subito a cercare la freccia, sono sicuro di trovarla!", disse Semola, sinceramente dispiaciuto mentre si rialzava. "Nella foresta? Non dirmi che andrai là dentro! Lo sai che è pieno di lupi, e faranno di tutto per divorarti, e poi ci sono leoni, scorpioni, tafani, di bacherozzi; ippopotami...!” fece Caio allarmato. “Eccheèè! disse Semola, sorpreso. lo zoosafari?" Poi aggiunse: "So che è pericoloso, ma non ho paura! Poi scomparì tra gli alberi. Il ragazzo era molto più abile e coraggioso del fratello.

Comprendiamo la storia…

Due fratelli un po’ come noi...

Facciamo conoscenza con i personaggi della nostra avventura, indicando per ciascuno le caratteristiche, pregi e difetti…

CAIO:

SEMOLA:

1. Ti assomiglia di più Semola o Caio? Chi dei due ti è più simpatico? 2. Chi dei due sceglieresti come amico per te? Perché? 3. Chi dei due ti sembra più contento di sé? Perché? 4. E’ più difficile vivere come Caio o come Semola? Perché? 5. Ci sono più ragazzi come Semola o più ragazzi come Caio?

Attività di riflessione Ognuno di noi ha le proprie caratteristiche, pregi e difetti. Li conosciamo? 1. Tu a chi assomigli di più? A semola o a Caio? Prova ad eseguire il

test con sincerità e autocritica…

2. Scrivete su un foglio diviso in 2 colonne da un lato i vostri pregi

dall’altro i vostri difetti e non parliamo solo di quelli fisici, ma soprattutto quelli del comportamento, del modo di trattare gli altri e le cose, insomma la propria personalità.

3. Provate a scegliere 2-3 caratteristiche che meglio definiscono voi

stessi; poi gli altri cercheranno di dire una caratteristica positiva per ciascuno dei compagni

4. Nell’estate ragazzi e nella tua squadra quanto contano le doti di

Caio? e quanto quelle di Semola? Elencate le 5 caratteristiche più importanti prese da tutti e due e poi spiegate il perché

1. – 2. –

3. –

4. –

5. –

Per i più piccoli: colora Semola e Caio

Chi vorresti essere dei due? Perché

Ascolti iamo…amo la Parola di Dio e pregh

Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi:

Rm 12, 3-8

non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4 Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5 così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. 6 Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; 7 chi ha un ministero attenda al ministero; chi l’insegnamento, all’insegnamento; 8 chi l’esortazione, all’esortazione. Chi dá, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.

Preghiera - Se io sonnon so vo

o il più forte di tutti ma

non so giocare con tutti

per il mio futuro,

o

2^ PUNTATA

La storiao: La spada nella roccia (può essere ballato dal

lere bene agli altri, la mia forza non serve a nulla. - Se sono bravo a scuola ma il mio sapere è solo per me,mi chiudosempre più in me stesso. - Se sono il migliore nel gioco mapiù nessuno vorrà giocare con me. - Se possiedo più cose degli altri ma non le voglio condividere resterò solo con tutte le mie cose. Signore tu mi hai dato tanti doni: insegnami a conoscerle e sfruttarlema anche a farne dono agli altri, a chi ha più bisogno,a chi ha di meno, a chi è più solo. Solo così tu ci accoglierai con te, perché abbiamo saputriconoscerti nei fratelli più piccoli e bisognosi. canto

- Ascoltiamo il cantmenestrello e attori, in stile danza medioevale) - Mentre il menestrello si accinge a raccontare la storia arrivano dei messaggeri che descrivono situazioni di caos nel paese; dopodiché tutti si cimenteranno nell'estrazione della spada (ma nessuno ci riuscirà).

TEMPI OSCURI: IL PAESE NEL CAOS Ora dovete sapere che molti e molti anni prima aveva regnato

sull'Inghilterra il buon re Uther. Egli morì senza lasciare eredi e tutti si chiedevano chi sarebbe stato il nuovo sovrano. Molti erano i preten-denti, e tra questi c'era anche chi avrebbe fatto di tutto, pur di arrivare alla corona. Alla sua morte i nobili del regno si erano riuniti nella più grande chiesa di Londra, sperando che Iddio indicasse loro chi dovesse essere il nuovo re. All'improvviso era stato trovato nei pressi della chiesa un grosso blocco di pietra, sormontato da un'incudine di acciaio. Infissa profondamente attraverso l'incudine, nella roccia, stava una spada che portava, scritte in oro sotto l'elsa, queste parole:

COLUI CHE ESTRARRA' QUESTA SPADA DALLA ROCCIA E' IL PREDESTINATO RE D'INGHILTERRA

I nobili del regno avevano tentato con tutte le loro forze di estrarre la spada, ma nessuno vi era riuscito. Qualcuno si era fatto addirittura dei congegni meccanici davvero originali e industriosi, ma nessuno era riuscito a estrarre la spada, nemmeno a smuoverla. Sir Leonard aveva addirittura provato attaccando la spada ad un montacarichi da lui inventato e brevettato per le navi baleniere, quando devono issare l'animale a bordo. Niente da fare! Non soltanto i cavalieri (i nobili dei regno) avevano cercato con ogni mezzo di estrarre la spada, ma anche la gente comune: giovani, vecchi, i adulti, bambini… insomma, la possibilità era davvero aperta a tutti. Nessuno era però riuscito nell'intento. L’Inghilterra era perciò rimasta senza re; il reame era funestato da gravi disordini e i forti commettevano soprusi nei riguardi dei deboli. Col tempo il prodigio della spada fu dimenticato; erbacce spuntarono intorno all'incudine, e la spada si coprì di piante rampicanti, selvatiche come quelle che crescevano nel bosco.

Intanto il paese viveva nel caos perché i signorotti delle diverse contee si inventavano le leggi a loro piacimento, oppremendo i poveri. Tempi oscuri!", si commentava nelle piazze di Londra, dove la gente si riuniva per il mercato e dove si parlava di ciò che capitava nel regno. Si parlava però sottovoce, per paura dei prepotenti. Qualche anno prima

alcuni avevano provato a lamentarsi a voce alta, ed avevano anche organizzato delle manifestazioni davanti ai castelli dei nobili, ma un po' le spade, un po' le lusinghe e le mazzette dei signorotti, avevano finito per calmarli e a neutralizzare la loro protesta. Così adesso non c’era più nemmeno la voglia di lamentarsi. Per poter ottenere qualcosa bisognava sempre sperare di incorrere nel favore dei più potenti, e la situazione era diventata insopportabile. Ogni giorno cresceva il disordine in tutta la nazione, perché si era in balia dei prepotenti. Nelle case dei contadini, dei poveri, regnavano la paura e l'incertezza. Qualcuno pregava. Se c'era un Dio lassù nel cielo, avrebbe ascoltato le parole degli oppressi. Qualcun altro, pochi in verità, ripensava a quella spada nella roccia e al suo mistero. Ma torniamo ai nostri due amici, Caio e Semola. Vi ricordate? Caio ha scoccato la freccia che è finita nel bosco per colpa di Semola che va subito a cercarla…

Nel più profondo del bosco tenebroso camminava ora Semola, che si apriva il cammino, un passo dopo l'altro, attraverso il groviglio della vegetazione. Egli avanzava coraggiosamente, pur inciampando ad ogni istante nelle radici affioranti dal terreno, mentre il suo volto era sferzato dai rami. Ma giunse infine a una piccola radura nel cuore del bosco. Qui sorgeva una capanna dal tetto di paglia, seminascosta tra gli alberi, uno dei quali, in particolare, stendeva i suoi rami così in basso che alcuni quasi toccavano la paglia del tetto. Tra questi rami era conficcata la freccia perduta: Semola si arrestò di botto a bocca aperta sorpreso di tanta fortuna. Egli non vide né sentì un lupo feroce che stava per balzare sopra di lui.

Comprendiamo la storia…

Anche noi ragazzi possiamo… • Perché i nobili non riescono a estrarre la spada dalla roccia? • Chi può provare in questa difficile sfida? Solo i grandi e i forti? • Perché la spada viene abbandonata? • Cosa succede nella nazione? Come è la vita della gente? • Che cosa cerca di fare la gente?

Attività di riflessione Non viviamo da soli, non possiamo fare a meno di quello che ci circonda, dell’ambiente in cui viviamo. Non sempre tutto va per il verso giusto… Spesso ci sono cose che non funzionano. Quando peggiora lo stile di vita arrivano “tempi oscuri”. Anche oggi può essere così: ingiustizie, imbrogli, sporcizia, prepotenze varie. Manca un po’ di rispetto, di ordine, di pazienza. Occorre trovare persone capaci di rimettere le cose a posto. Anche noi ragazzi possiamo. Non possiamo vivere beati nella nostra incoscienza, pensando solo ai propri comodi, al paese dei Balocchi… A noi ragazzi possiamo migliorare il mondo attorno a noi. Possiamo fare qualcosa per far uscire il paese dal caos. Possiamo cercare di estrarre la spada dalla roccia. Excalibur è il nome leggendario della spada nella roccia. Non si conquista con la forza dei muscoli o con l’orgoglio: sono altre le virtù che contano davvero nella vita. Excalibur rappresenta le doti che servono a vivere bene la vita e senza le quali si precipita nel caos e nella prepotenza.

1) Questionario Quali sono i bisogni più urgenti della gente, dei bambini, nella tua città? Quali sono le cose che non vanno nel tuo quartiere? Nelle vostre case, strade, scuole?

2) I nostri tempi oscuri: fare un cartellone con ritagli di giornali o riviste con i bisogni della gente di oggi 3) A.A.A. Speranza offresi: quali speranze hanno da offrire i ragazzi di oggi? In questo grest stiamo offrendo ai ragazzi e alle loro famiglie questi segni di speranza

4) Simulare un TG che presenti notizie di problemi e situazioni difficili dei ragazzi di oggi, magari con interviste o spot di pubblicità progresso

Per i più piccoli Colora la spada nella roccia avvolta dai rovi e dalle spine e scrivi attorno alla spada i nomi dei bambini del gruppo: tutti possono diventare re se sapranno estrarre la spada dalla roccia…

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo… Es 3, 1-12 Ora Mosè stava pascolando il gregge oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2 L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè! ”. Rispose: “Eccomi! ”. 5 Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa! ”. 7 Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele. 9 Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. 10 Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti! Preghiera di Raoul Follereau Signore, insegnami a non amare solo me stesso,a non amare soltanto coloro che mi amano.

Insegnami a pensare agli altri,ad amare quelli che nessuno ama. E fa’, o Signore, che impari a soffrire della sofferenza degli altri.

Donami, Signore, la grazia di capire che in ogni istante,mentre noi viviamo felici, ci sono milioni di esseri umani che muoiono di fame senza aver meritato di morire di fame, che muoiono di lebbra senza aver meritato di morire di lebbra.

Non permettere più, Signore, che io viva felice da solo. Fammi sentire l’angoscia della miseria universale e liberami da me stesso.

Canto

3^ PUNTATA

La storia Seguiamo la storia e poi impariamo il canto della formula magica di Merlino: Igitus Digitus

MERLINO Con un ringhio da far rizzare i capelli, il lupo si avventò con un bel balzo sull'ignaro Semola: ma rimase a bocca asciutta; le sue zampacce brancolarono per aria e ripiombarono pesantemente al suolo, vuote. Cos'era successo? Era successo che Semola, tutto intento alla sua freccia, appena in tempo, era balzato sull'albero. Del lupo non si era neppure accorto, ed ora non s'avvedeva che la belva vagava ai piedi dell'albero, nella evidente speranza che la sua preda piombasse giù. Scrutando attentamente intorno, Semola scorse la freccia, conficcata all'estremità di un ramo sporgente. Senza esitare, strisciò carponi lungo il ramo, incurante del fatto che esso scricchiolava e si curvava paurosamente; e quando già la freccia stava per essere afferrata, con grande fragore, il ramo si spezzò. Ma Semola schivò il pericolo della belva: il ramo spezzato si protendeva verso la capanna, ed egli perciò, forando il tetto di paglia, piombò con un tonfo proprio su una sedia, accostata ad una tavola apparecchiata per il tè. “E così , sei venuto a trovarmi, finalmente” disse una voce calma. “Ma sei un po' in ritardo, sai?”. “D-davvero?” balbettò Semola. E così dicendo, sgranò gli occhi in faccia ad un anziano messere, che portava uno strano cappello a punta e un'ampia palandrana.”Mi chiamo Merlino” disse l'anziano messere. “E tu?”. “Il mio nome è Artù, ma tutti mi chiamano Semola”. “Ah!” riprese Merlino. “Vuoi prendere il tè ora, Semola?”. In quel momento si udì un fruscio d'ali; un gufo lasciò la sua gruccia presso il tavolo e volò attraverso la stanza. “Oh!” esclamò Semola. “Credevo che fosse impagliato”. “Impagliato chi?” disse il gufo prontamente offeso. “Ma... parla!” aggiunse Semola. “Il suo nome è Anacleto” disse Merlino. “Ed è un gufo molto istruito”. “Sono spiacente di avervi scambiato per un gufo impagliato “ disse Semola ad Anacleto. “Messere” proseguì poi rivolto a Merlino “vorreste essere tanto gentile da rispondere ad una mia domanda? Come sapevate che io sarei...”. “Che tu saresti venuto a trovarmi?” interruppe Merlino. “Vedi mio caro si dà il caso che io sia un mago”. Semola era molto sorpreso: non aveva mai visto un mago. “Volete dire che sapete in anticipo tutto ciò che accade?” domandò. “Non tutto” rispose Merlino. “Ma questo so per certo: che la sorte ti ha

mandato a me perché ti guidi ad ottenere la tua legittima posizione nel mondo. Io sarò il tuo tutore”. “Che cosa ti piacerebbe fare?”. “Ritornare al castello”. “No, voglio dire da grande!”. “Da grande? Lo scudiero!”. “E all'istruzione non ci pensi?”. “Non so neanche leggere...”. “Ascoltami bene figliolo. Si dà il caso che io sia un grande sapiente, oltre che un grandissimo mago. Quindi, siccome è necessario che tu riceva una buona educazione e impari non solo a leggere ma anche a riflettere, verrò al castello e ti farò da precettore. Dammi pure... del tu”. Merlino, versando il the nella tazza di Semola, dice gravemente: “Osserva il vapore che esce dalla teiera... Fra circa dodici secoli il vapore farà muovere enormi macchine... Oltre alla bocca, Semola ha tenuto ben spalancati anche gli occhi. “Quella cosa rotonda... che cos'è?”. “Ah, così sei curioso! Molto bene! E' un mappamondo, mio caro ragazzo, una rappresentazione in piccolo della Terra”. “Ma la Terra non è rotonda!”. “E invece sì, e nel ventesimo secolo si potrà farne il giro molto velocemente! Non temere, figliolo, non sono pazzo, ma solo un po' in anticipo sui tempi...”. “E' merito della magia?” chiede Semola. “La magia non risolve tutti i problemi!” dice Merlino. “Allora che ne dici?”, continua Merlino. “Dico che io devo tornare al castello!” esclamò Semola. “Benissimo” disse Merlino. Si alzò, prese la bacchetta magica, la agitò verso i quattro angoli della stanza e pronunciò una antica formula. “IGITUS DIGITUS ZAMBRACAZE', fate attenzione tutti a me! Si fan le valigie: andiamo, su! DUDLI DUDLI DUM!”. A queste parole tutti gli oggetti della stanza (tavolo, sedie, panche, baule, stoviglie, posate, alambicchi, bottiglie, fornello, scope, e libri a migliaia) si sollevarono a mezz'aria formando un turbine che girava vorticosamente: più il turbine girava, più essi rimpicciolivano... e rimpicciolivano... Quando furono piccoli a sufficienza, entrarono tutti in una piccola borsa di pelle; una volta che fu entrato anche l'ultimo alambicco, la borsa si chiuse di scatto. “E' ora di incamminarsi, ragazzo. Per favore, indicami la strada”, disse Merlino, al quale nell'uscire dalla capanna, è rimasta presa nella porta la lunghissima barba bianca... “Non la sai?” dice Semola piuttosto meravigliato. “Nemmeno io so tutto” replica dignitosamente Merlino “ma... non perdiamoci in chiacchiere e attraversiamo lo stagno”. E Semola, sempre più stupefatto, vede il mago camminare tranquillamente sullo stagno. Giunti sull'altra riva, dietro di loro avanza di soppiatto un grosso lupo. Per sfuggire al lupo, tanto affamato quanto malridotto, Merlino si lancia con insospettabili doti d'atleta in una corsa fino al burrone e poi, hop! spicca un bel salto a piè pari da far invidia alla più agile delle cavallette. Semola, come può, gli tiene dietro. E il lupo, che ha paura del vuoto, rimane a bocca asciutta e deve ritornare sui suoi passi.

Comprendiamo la storia… 1) Semola sfugge al lupo e arriva nella capanna di Merlino che lo

stava aspettando: come faceva Merlino a saperlo? 2) Merlino si offre di fare da tutore o precettore: sai cosa significa?

Conosci qualcuno che svolge almeno in parte questo compito? 3) è necessario che tu riceva una buona educazione e impari non

solo a leggere ma anche a riflettere: cosa significa?

Occorre una guida per la vita “La sorte ti ha mandato a me perché ti guidi ad ottenere la tua legittima posizione nel mondo... Che cosa ti piacerebbe fare da grande? ... E’ necessario che tu riceva una buona educazione e impari non solo a leggere, ma anche a riflettere... Ti farò da precettore!” Queste parole di Merlino a Semola ci aiutano a riflettere sul tema di oggi. Per realizzare la nostra persona e la nostra vita occorre un maestro, ma non solo di scuola, una guida, ma non solo dei sentieri di montagna, un allenatore, ma non solo di calcio. Occorre un maestro dello spirito, una guida per la vita, un allenatore per le difficoltà e gli ostacoli di ogni giorno. Una guida che ci insegni a riflettere e a capire i fatti della nostra vita, che ci consigli nelle piccole e grandi scelte del nostro futuro e del nostro presente. Da soli è più difficile, a volte troppo. Senza Merlino Semola resterebbe un ragazzo e uno scudiero. Anche i campioni dello sport hanno i loro maestri e i loro allenatori... E’ questa la missione di

molti sacerdoti ed educatori. Anche a te serve una guida per la tua vita: prova a pensare chi potrebbe essere...

Attività di riflessione 1) La scala della fiducia: elenca la graduatoria delle persone (a parte i tuoi genitori) di cui hai più fiducia e a cui chiedi consiglio 2) Quali sono gli insegnamenti più belli e più utili che hai ricevuto fino a questo momento della tua vita? Scrivane 2 o 3 su un foglio 3) Hai mai sentito il bisogno di una guida che ti aiutasse nei momenti di difficoltà? C’è un Merlino nella tua vita? In cosa vorreste che qualcuno vi aiutasse? 4) Scrivi su un foglio un consiglio che ti sta a cuore e che chiederesti al tuo Merlino... 5) “Che cosa ti piacerebbe fare?”. “Ritornare al castello”. “No, voglio dire da grande!”. Prova a rispondere a questa domanda che Merlino fa a Semola

Per i più piccoli La formula magica di Merlino: “IGITUS DIGITUS ZAMBRACAZE'. Inventa una tua formula magica e spiegane il significato

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo… (dal Salmo 91)

Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onnipotente, 2 dì al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido”. 3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, 4 Ti coprirà con le sue penne sotto le sue ali troverai rifugio. 5 La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno, nulla ti potrà colpire. 9 Poiché tuo rifugio è il Signore 11 Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. 12 Sulle loro mani ti porteranno

perché non inciampi nella pietra il tuo piede. 14 Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome. 16 Lo sazierò di lunghi giorni e gli mostrerò la mia salvezza.

Messaggio di tenerezza Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: “Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti sempre stato con me. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?”. E Lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”. PREGHIERA Una vita tutta da spendere, Signore: la mia vita, la nostra giovane vita. Noi la offriamo a te quest'oggi e ti diciamo: Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta». Quale sarà il nostro futuro? Cosa saremo domani? Tanti sogni. Non tutti belli. Non vogliamo, Signore, tenere la nostra vita per noi, non vogliamo stringerla inutilmente tra le nostre mani. Noi vogliamo donare agli altri la nostra vita. E’ facile. anche ora, dire parole! Sono già in tanti a dirle, mentre ridono e giocano sulla povertà e miseria degli altri. Noi vogliamo, Signore, il tuo coraggio, il coraggio di dare la vita per gli altri dove tu ci chiamerai. Tutti cercano la gioia. Quale felicità e quale gioia? Tu l'hai detto, Signore: Non c'è amore più grande che dare la vita per i fratelli Donaci la tua gioia, Signore, la gioia di amare, la gioia di dare l'amore. La gioia e la vita, il futuro e il domani sono da inventare: questa è la grande chiamata. «Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta». canto

4^ PUNTATA Ascoltiamo il canto “Mago Merlino dance” e impariamo il ritornello

La storia AL CASTELLO DI SIR ETTORE Nella grande sala del castello Sir Ettore ed un suo amico, stanno brindando alla salute di Caio. Sir Ettore, in verità è piuttosto preoccupato per il ritardo di Semola. Quando vide il ragazzo entrare nel salone del castello, Sir Ettore non seppe trattenere un urlaccio; benché fosse molto affezionato al ragazzo, era in preda ad un'ira furibonda, causatagli da un'ansia per la sua sorte. Da quando aveva saputo che Semola era entrato nel bosco, non aveva fatto altro che urlare e strepitare: “Che stupida idea! Avventurarti in quell'infernale foresta da solo!” Lo aggredì. “Questo ti costerà quattro ore di lavoro supplementare in cucina. A rapporto dal cuoco, marsch! un-due, un-due...”. Mentre Semola si precipitava verso la cucina, Merlino salutò Sir Ettore e gli spiegò perché egli era venuto al castello, con tanto di gufo e di borsa da viaggio. “Corpo di bacco!” urlò il nobiluomo. “Solo io decido se l'educazione di Semola è quella adatta oppure no!” Poi, sbuffando, chiese: “E chi siete voi?”. “Il mio nome è Merlino” disse l'interpellato, ergendosi con fierezza in tutta la propria statura “e si dà il caso che io sia il più potente mago del mondo”. Pensando di aver a che fare con un vecchio non ben sano di mente, Sir Ettore sbottò in una solenne risata. “Ah, ah! Il più potente mago del mondo! Che buffonata!”. A queste parole Merlino si offese. “Neve!” ordinò con un ferocissimo cipiglio. Immediatamente enormi fiocchi candidi cominciarono a cadere nella sala. Sir Ettore sbattè le palpebre per la sorpresa, ma si riprese subito, e ricominciò a sorridere. “Conosco questo trucco, si fa con gli specchi”, disse. “Più neve” comandò allora Merlino, senza scomporsi. Subito si scatenò nella sala una bufera infernale, in cui si agitavano fiocchi di neve sempre più grossi. In un momento il naso di Sir Ettore si fece bluastro per il freddo, mentre una raffica più forte delle altre lo gettò in ginocchio. “Ba-basta così”, riuscì a dire in fretta, mentre i denti gli battevano. “Potete restare al castello, se così vi piace”. La neve cessò immediatamente. “Potete alloggiare nella torre di nord-ovest, là c'è la stanza degli ospiti e... consideratevi come a casa vostra”, proseguì Sir Ettore. “Siete molto generoso”, osservò Merlino sorridendo. Col gufo che volava innanzi a sè e la borsa che fluttuava a mezz'aria alle

sue spalle, il vecchio mago si avviò per la lunga e faticosa rampa di scale che portava in cima alla torre. Intanto giù, nel grande salone, Sir Ettore bofonchiava allegramente”. Aspettiamo, aspettiamo: basta che Merlino veda la stanza a lui riservata e... deciderà di fermarsi non più di due giorni”. La torre di nord-ovest non ha l’aspetto di un alloggio per ospiti molto graditi. E’ piena di crepe e sembra lì lì per crollare. Ma Merlino appare ugualmente soddisfatto. Anacleto, invece, è indignato: “piove sulla tavola! E voi che detestate lo zucchero bagnato nel the! E’ un vero scandalo!”. “Basta così Anacleto! Questa ormai è la nostra casa e noi ci resteremo. Aiutami a sistemare i libri dove non piove!”.

Comprendiamo la storia… Merlino va al castello e agli occhi di Sir Ettore appare proprio un intruso: “Solo io decido se l’educazione di Semola è quella adatta oppure no!” Come si comportato Sir Ettore con Semola e con Merlino? Come avrebbe dovuto comportarsi invece? Sir Ettore certo non si dimostra molto ospitale e sembra proprio un padre severo e poco comprensivo...

Cari genitori, vorrei dirvi che ...1. Descrivi la tua famiglia 2. Come è il tuo rapporto con i tuoi genitori e i tuoi fratelli? 3. Hai nonni in casa con te? 4. Aiuti in casa nei piccoli lavori domestici? 5. Da cosa capisci che i tuoi genitori ti vogliono bene? 6. Per te è difficile dialogare con i tuoi genitori? Di cosa parlate più

spesso? Su quali argomenti ti capita di trovarti in disaccordo? 7. In parallelo con la tua crescita e maturazione hai notato alcuni

cambiamenti nel rapporto con i tuoi? 8. Non pensi mai che alcuni atteggiamenti dei tuoi genitori siano

provocati dal fatto che le loro responsabilità nei tuoi confronti sono tante e molto importanti? Prova ad elencarle...

9. Saluti uscendo di casa o andando a letto? Sai dire grazie? Quando?

Attività di riflessione 1. Siamo sempre pronti a riconoscere i nostri diritti: prova a scrivere un

elenco dei diritti dei genitori verso i figli 2. Prova a scrivere una lettera anonima e sincera rivolta a tuoi genitori:

Cari genitori è da tanto tempo che volevo dirvi... 3. Immagina in una scenetta una famiglia dove i genitori si comportano

secondo lo stile dei figli oppure una famiglia dove non ci sono regole e ognuno fa quel che vuole

Per i più piccoli Disegna la tua famiglia

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo…

Lc 2,39-40.51.52 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. 40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. (…) Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Preghiera Signore ti prego per la mia famiglia, per l’amore che la unisce, per i desideri che la guidano, per le difficoltà che la ostacolano. Ti prego per i miei genitori, per il dono della vita che mi hanno fatto e per la loro vita che mi donano ogni giorno. Ricompensali tu per tutto il bene che mi vogliono, ma aiuta anche me a saper dire grazie! Aiutami a non pretendere tutto da loro, come dovuto e scontato: rendimi attento anche alle loro esigenze. Signore tu sai che non è sempre facile andare d’accordo, sai che a volte non ci capiamo, ma sai anche che nel profondo del nostro cuore ci vogliamo un gran bene e non sapremmo fare a meno di loro. Aiutaci a riconciliarci quando sbagliamo: aiuta noi a saper chiedere scusa e loro a saper essere più comprensivi nei nostri confronti. Rendici uniti tra noi e anche con i nostri fratelli o sorelle: anche con loro a volte litighiamo, ma parliamo molto, ci aiutiamo. Mantieni sempre in unità, in accordo, in comunione. Rendici anche famiglia aperta alle necessità degli altri, dei più poveri, dei più bisognosi, dei più soli. Ti affidiamo anche i nostri fratelli e sorelle che abbiamo adottato, anche se a distanza: anche se non ci vediamo di persona, facci sentire uniti, facci sentire della stessa famiglia, la famiglia dell’umanità, la famiglia dei figli di Dio. Amen. canto

5^ PUNTATA Riprendiamo i ritornelli dei canti finora imparati

La storia SCUDIERO E CAVALIERE La stanza degli ospiti, lassù nella torre di nord-ovest, quando tirava vento era tutta una corrente d'aria e quando pioveva gocciolava come una grondaia. Il gufo, appena la vide, propose di andarsene subito. Ma Merlino replicò: “Questa forse è una stanza per ospiti non graditi, ma noi resteremo. E' scritto nelle stelle che devo occuparmi del ragazzo, e lo farò. Perché Semola ha grandi cose da compiere, e deve essere educato”. “Grandi cose!” disse il gufo con voce amara. “Che razza di cose potrà mai compiere quello smilzo ragazzino? Dimmelo un po'!”. “Non essere aspro, Anacleto” rispose Merlino, fattosi improvvisamente severo” o ti trasformerò in un uomo”. “Oh no, ti prego!” gridò Anacleto. E la discussione finì lì. Merlino e Anacleto rimasero al castello. Semola va ogni giorno alla torre di nord-ovest per studiare con il suo precettore. Oggi è in ritardo, e Merlino aspettando che arrivi, se ne sta affacciato alla finestra. Un cavaliere entra al galoppo nel castello facendo risuonare le assi del ponte levatoio: in mano stringe qualcosa. “Davvero strano” dice “Merlino. “Di certo non è il postino che porta il giornale. La prima edizione del "Times uscirà tra 1200 anni... Anacleto, vai a sentire con molta discrezione che cosa riferisce il messaggero a Sir Ettore!”. Fu così che Anacleto poté vedere e sentire Sir Ettore porgergli il benvenuto e condurlo nel gran salone; qui, schiaritosi la gola, in tono solenne il cavaliere annunciò: “Nel prossimo giorno di capodanno, nella città di Londra, si svolgerà un gran torneo!”. “Oh!” sfuggì a Sir Ettore, che aveva spalancato la bocca per la sorpresa. “Il vincitore” proseguì il cavaliere, senza tenere conto dell'interruzione “sarà incoronato re d'Inghilterra”. “Come?” interruppe Sir Ettore, eccitato. E volgendosi ai suoi due figli: “Caio, ragazzo mio, hai sentito? Tu puoi essere il vincitore, se intensificherai gli esercizi. Per Natale potrai essere armato

cavaliere e poi...via! a Londra! E tu, Semola, anche tu ci andrai, come scudiero di Caio”. Tornato con le notizie, il gufo si posò tranquillamente, riferì e concluse: “Mi meraviglio. Perché organizzare un torneo per scegliere il re. Non c'è da qualche parte una vecchia spada...”. “Se alludi alla Spada nella Roccia”, osservò Merlino “ebbene, quella è stata dimenticata da tempo”. Sir Ettore prepara intanto un severo piano per il figlio, che non sa proprio nulla di tornei, e comincia a metterlo subito alla prova. Merlino non crede molto alle possibilità di vittoria di Caio. Semola invece, con la consueta buona volontà, cerca di aiutare il pigrissimo fratello nell'addestramento con le armi da torneo. Si è preso il compito di far girare il fantoccio da esercitazione. Ora Caio si prepara a partire al galoppo tenendo la lancia diritta davanti a sè: deve colpire il fantoccio ed evitare di essere colpito a sua volta dalla roteante lancia di questo. Merlino osserva la scena con un sorriso ben nascosto nella folta barba. Al primo assalto Caio si fa disarcionare dal fantoccio, e così al secondo, al terzo... Non è un buon cavaliere, ma come cascatore... non è male! Merlino ora ride senza preoccuparsi di nasconderlo. Alla fine l'armatura di Caio è talmente ammaccata che l'apprendista cavaliere quasi non riesce a togliersela. “Non ne posso più di questi esercizi! E poi quel fantoccio spaventa il mio cavallo!”. Ma Sir Ettore è irremovibile, e l'allenamento prosegue. Passarono giorni e giorni, durante i quali Sir Ettore non distolse gli occhi un istante da Caio e dal suo allenamento. Si tenevano, dall'alba al tramonto, lezioni continue; e Caio borbottava senza posa, perché non gli restava tempo per il suo divertimento preferito: allungarsi al sole e... far niente. Un giorno, indossata una pesante armatura, montò a cavallo per una nuova lezione. Continuando a lamentarsi anche sotto la visiera, dispose la lancia dritta innanzi a sè e si lanciò alla carica del fantoccio da esercitazione dietro al quale era Semola, incaricato di manovrarlo. Il ragazzo incominciò a girare la manovella quando il fratello partì, e girava in fretta, sempre più in fretta, via via che sentiva lo scalpitio del cavallo farsi più vicino; il fantoccio si girò rapidamente e la sua lancia disarcionò Caio. “Aiuto!” gridò Caio mentre volava al suolo. Clang! fece la pesante armatura, sbattendo contro un sasso. Per il resto della giornata, il povero cavaliere ebbe modo di dedicarsi al suo divertimento preferito: la siesta!

Comprendiamo la storia…

1) Chi dimostra fiducia in Semola? Cosa pensa Anacleto di Semola?

2) Come si comporta Caio durante gli allenamenti?Può diventare un buon cavaliere?

Allenarsi per la vita... “Semola ha grandi cose da compiere e deve essere educato...”. Ma Anacleto non crede in quello smilzo ragazzetto. “Tu puoi essere il vincitore, se intensificherai gli esercizi...” dice Sir Ettore a Caio, ma lui preferisce la siesta... Ogni momento della vita, il quotidiano, è sempre l'annuncio di un grande torneo : le armi per vincerlo sono anzitutto dentro di te ; l'allenamento è quello di affrontare giorno per giorno al massimo gli avvenimenti che si presentano, giocando lì il proprio sogno e la propria crescita.

Dialogo in gruppo 1. Molti pensano che i ragazzi di oggi sono privi di ideali e Caio ne è

un esempio: tu credi di averne? 2. Credi sia giusto non impegnarti nelle attività che ti vengono

proposte solo perché non ti piacciono? Qual è il tuo atteggiamento? 3. Che valore hanno per te la fatica, l’impegno, lo sforzo, il sacrificio

per raggiungere qualcosa? 4. Credi che l'atteggiamento di Caio, che subisce passivamente le

scelte del padre, sia giusto, o tu preferisci prima valutare le cose che ti vengono proposte?

5. Sei contento di te stesso: doti, qualità, capacità? Cosa non accetti di te? Sai riconoscere anche i tuoi limiti, i tuoi difetti? Qual è quello che più ti pesa? Cosa fai per cambiare?

Attività di riflessione • Fai un elenco dei vari tipi di allenamento che vivi nella tua vita

(sportivi, culturali, domestici, ecc.) • Fate un elenco dei principali condizionamenti negativi a cui sono

esposti i ragazzi della vostra età e che impediscono di impegnarsi nella vita per qualcosa di serio e di importante

• Riflettete sul significato e sul valore della parola disciplina: quando

sentite questa parola? Quando vi viene proposta? Come la valutate? E’ necessaria nella vita?

• Significati di disciplina nel vocabolario: il dominio di sé, padronanza

dei propri istinti; organizzazione metodica e rigorosa di un'attività o della condotta morale; complesso delle norme (e osservanza delle stesse) volte ad assicurare il buon ordine e la regolarità in una comunità. Fate una vostra definizione di disciplina.

• Elencate i vostri “sogni nel cassetto” per il vostro futuro, elencando

le loro possibilità di realizzazione

Per i più piccoli

Gara di piccoli esercizi di disciplina (ognuno per 30-60 secondi)

• stare seduti zitti e fermi • stare in piedi sull’attenti • su un piede • chiudere gli occhi • tenere la mani sulla testa • ecc. inventare…

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo… 1 Cor 9, 24-27

Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! 25

Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. 26 Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l’aria, 27 anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.

Preghiera Signore, tu mi conosci bene! Tu sai che nel mio cuore c’è tanta voglia di amare, tanto entusiasmo, ma c’è anche tanta pigrizia, paura del sacrificio, della fatica. Tu riempi la mia vita della gioia d'incontrare i fratelli, della felicità di poter donare loro il mio amore, secondo le mie capacita ma questo richiede da parte mia impegno per essere attento a chi ha più bisogno. So che per scoprire il mio prossimo dovrei guardarmi bene attorno, ma a volte preferisco fingere di non vedere e di essere occupato in altre cose più importanti. Tu mi hai affidato dei doni, delle capacità, dei talenti... e mi chiedi di farli fruttare. Signore, tu mi conosci fino in fondo e sai tutto questo. sai anche che ho bisogno di una mano: la tua! Signore, tu che sei la via, la verità e la vita, guidaci nella strada del tuo amore. Aiutaci a fare le nostre scelte da ragazzi cristiani e donaci coraggio e costanza perché non ci fermiamo di fronte alle difficoltà. Rendici capaci di scoprire tutti i doni che tu hai posto in ciascuno di noi ed insegnaci a valorizzarli facendoli fruttificare. Se tu sei con noi, Signore, noi faremo grandi cose, perché tu sei la nostra forza. Amen. canto

6^ PUNTATA

La storia In sottofondo iniziando la storia il canto “Questo il mondo fa girar”

LE LEZIONI DI MERLINO Una mattina, Semola riceve un altro compito oltre a quello di aiutare Caio nell'addestramento: deve lavare una vera montagna di piatti, posate, bicchieri e pentoloni sporchi, nonché riordinare tutta la cucina. "E così oggi niente lezione con Merlino" pensa il ragazzo. Ma il mago, che è venuto a cercarlo, proclama: “L'istruzione innanzi tutto! Sistemiamo alla svelta questa fastidiosa incombenza: mio caro ragazzo, ora ti mostro l'antenata della lavastoviglie”. Ritto al centro della cucina, Merlino descrive un ampio cerchio con la bacchetta magica: “Pulizia!”. Le stoviglie si alzano in volo e passando ordinatamente in fila sulla grande tinozza piena d'acqua saponata vengono energicamente strofinate da due spazzole sospese nel vuoto. Intanto scope e strofinacci si muovono per la stanza eliminando ogni più piccola traccia di polvere. “Bene, figliolo. Come vedi qui non abbiamo più nulla da fare. Andiamo a studiare la natura”. Mentre la cucina si rassetta per incanto, Merlino, Anacleto e Semola se ne vanno a spasso lungo il fossato colmo d'acqua tranquilla che protegge il castello da possibili attacchi nemici. “Conosci il mondo dei pesci, ragazzo?”. “No, ma mi piacerebbe nuotare come un pesce!”. “Davvero? Caro Anacleto, ti prego, qual è la formula per tramutare un uomo in pesce? Oggi ho un vuoto di memoria”. “Aquarium, aquaticus, aquatilis” bofonchia il gufo che stava godendosi un pisolino. Merlino alza la bacchetta, ripete le parole latine e subito Semola si trova trasformato in un pesciolino che saltella fra l'erba alla ricerca di un po' d'acqua. Merlino lo raccoglie al volo e, hop!, si tuffa con lui nel fossato dicendo: “Andiamo a scoprire insieme il mondo acquatico!”. Anche Merlino si è trasformato in pesce, un vecchio pesce con gli occhiali. “Che cos'è quel mostro verde” urla Semola facendo un sacco di bollicine: “E' solo una ranocchia!”. Pian piano, seguendo Merlino nel giro del fossato, Semola si abitua alla sua

nuova condizione: ora sa usare disinvoltamente la coda come timone per muoversi in tutte le direzioni. Il suo entusiasmo è grande: “E' meraviglioso essere un pesce!”. “Tu sei un pesce” disse il mago. “Ma non sei abituato ad esserlo: cosicché dovrai usare la testa, pesciolino!”. Sforzandosi diligentemente, Semola imparava a muoversi nell'acqua come un vero pesce persico. Quand'ecco scorse in lontananza un enorme e mostruoso luccio, che si dirigeva verso di lui con la sua boccaccia affamata.”Merlino!” invocò il pesciolino impaurito. “Aiutatemi! Ricorrete alla vostra magia!”. Ma il mago era così sorpreso e allarmato che non riusciva a ricordare la formula magica adatta al caso. “Devi cavartela da solo! Usa il cervello!” gli gridò. La terribile caccia ebbe inizio. Il luccio si avvicinava sempre di più: il suo corpaccione gigantesco non prometteva nulla di buono. Con un'abile scarto della coda, Semola si portò dietro un cespuglio; ma il luccio si avvicinava lentamente proprio a quel ciuffo d'erba. Semola allora raccolse le proprie forze e con una serie di movimenti ben diretti balzò fuori dall'acqua. Il luccio lo inseguì e con un salto stava per afferrarlo, quando accadde una cosa insperata: preceduta da un improvviso e rapido fruscio una zampa agguantò Semola a mezz'aria e lo sottrasse alle fauci del mostro. Si trattava di Anacleto, accorso rapido come una freccia alla vista del pericolo. Semola si ritrovò subito nelle primitive forme e con i piedi per terra, mentre Merlino osservava: “Benfatto. Per stavolta quell'orribile mostro è stato messo nel sacco. Questo significa usare il cervello!”. Dopo poco tempo il cuoco, che era andato a schiacciare un pisolino, ritornò in cucina: Merlino, con la sua magia, aveva prodotto anche cose che non aveva previsto. Alla vista dei piatti che si lavavano da soli, di scope e di strofinacci che pulivano senza essere guidati da mano umana, il cuoco si mise a strillare. Sentendo i suoi strilli, Sir Ettore e Caio, armatisi animosamente di spada, irruppero in cucina. Al grido di “Alla caricaaaa!” Sir Ettore si lanciò verso la fila di piatti danzanti. Ma fatti pochi passi, i suoi piedi slittarono sul terreno bagnato: con le braccia che battevano disperatamente l'aria, egli scivolò verso la grande tinozza, e schizzando acqua da ogni parte vi piombò dentro. Le due spazzole, sempre con molta energia, continuarono il loro lavoro sul nuovo venuto, mentre anche le scope e gli strofinacci

proseguivano imperturbabili a rassettare la casa. In quel momento Semola entrò e allora Sir Ettore, agitando minacciosamente il pugno verso di lui, urlò furente: “Rompi l'incantesimo! Semola, è tutta colpa tua! Tu hai portato qui Merlino. Per questa ragione tu... tu... non sarai più lo scudiero di Caio”. Il mago gli diede un buffetto e gli disse: “Non abbandonare la partita. Sei in una magnifica posizione: più in basso non puoi scendere. Ora puoi soltanto salire e sempre più in alto! Quello che hai imparato oggi ti tornerà utile a suo tempo. Ogni meno ha il suo più. Ricordalo ragazzo!”. E andò via lasciando Semola sconsolato ma meno solo.

Comprendiamo la storia… 1) Semola sa sistemare la cucina e tu? 2) Merlino inventa una sorta di lavastoviglie… ma funziona davvero? 3) Fa bene Merlino a portare via Semola dalla cucina? Perché? 4) “L’istruzione innanzi tutto...” Sei d’accordo con Merlino? 5) Andiamo a studiare la natura.... La natura ha qualcosa da insegnare all’uomo? Fai degli esempi

Scopri le tue capacità nascoste...Devi cavartela da solo. Usa il cervello!... Ora puoi soltanto salire e sempre più in alto. Quello che hai imparato oggi ti tornerà utile a suo tempo. Ricordalo ragazzo. Ogni meno ha il suo più”. Merlino vuole insegnare qualità per la vita osservando la natura e gli essere viventi. Proviamo anche noi.

Attività di riflessione Ogni ragazzo riflette personalmente su queste affermazioni e sottolinea quella tra le tre che ritiene più giusta, o le mette in ordine di importanza.. In seguito si confrontano e discutono le scelte personali effettuate.

La generosità è: 1. offrire aiuto a chi lo chiede (scuola, famiglia, per strada) 2. ascoltare volentieri gli altri, accoglierli, perdonarli con larghezza

3. avere il senso esatto di ciò che veramente vale di più 4. donare qualche cosa a chi ne ha bisogno 5. donare agli altri il proprio tempo 6. sacrificarsi per rendere la vita piacevole agli altri

L’ ottimismo è: 1. avere fiducia in se stessi 2. avere fiducia negli altri (genitori, amici, educatori come fonte di

sicurezza) 3. vedere sempre il lato positivo delle cose 4. essere realisti, ma con fantasia

La sincerità è: 1. essere onesti con tutti 2. non ingannare o ingannarsi 3. vedere e rispettare la realtà 4. dire sempre ciò che si pensa davvero

La perseveranza è: 1. portare a termine quello che deve essere fatto e che si è incominciato 2. sapersi organizzare nelle cose da fare 3. proporsi degli obiettivi e raggiungerli 4. non rimandare sempre tutto a domani

La sobrietà è: 1. non essere prigionieri delle cose materiali 2. accontentarsi con allegria di ciò che si ha 3. capire che l’essere vale più dell’avere

L’ordine è: 1. collocare bene le cose e utilizzarle nel modo giusto 2. tenere alla pulizia e proprietà 3. distribuire bene il proprio tempo 4. un indice di serenità interiore

Compilate un elenco delle 10 qualità per la vita che ritenete fondamentali, spiegando bene il perché

Per i più piccoli

Immagina di essere un tipo di animale. Quale? e cosa faresti?

Se io fossi un pesce sarei ………………………… farei ………. Se fossi un uccello sarei …………………………. farei ………. Se fossi un animale della fattoria sarei …………... farei ………. Se fossi un animale della fantasia sarei ………… farei………..

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo… Mt 25 Parabola dei talenti Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Preghiera Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace: Dove c’è odio, io porti l’amore. Dove c’è offesa io porti il perdono. Dove c’è discordia, io porti l’unione. Dove c’è l’errore io porti la verità. Dove c’è dubbio, io porti la fede. Dove c’è disperazione, io porti la speranza. Dove ci sono le tenebre, io porti la luce. Dove c’è tristezza, io porti la gioia. Oh divino Maestro, che io non cerchi Tanto di essere consolato, quanto di consolare. Di essere compreso, quanto di comprendere. Di essere amato, quanto di amare. Infatti: dando, si riceve. Dimenticandosi, si trova comprensione. Perdonando, si è perdonati. Morendo, si risuscita alla Vita. Canto

7^ PUNTATA

La storia La scoiattolina: Se possibile rivedere lo spezzone del film; oppure il canto della formula magica di Merlino

UN'AFFASCINANTE COMPLICAZIONE Qualche giorno più tardi, ecco una nuova esperienza di vita preparata sapientemente dal magico Merlino: aveva ancora impressa negli occhi la delusione di Semola e le ultime parole che gli aveva rivolto: "Ora puoi soltanto salire e sempre più in alto". Perciò Merlino portò Semola in cima ad un albero e... detto fatto: ue nuovi scoiattoli si muovono agilmente sui rami di una vecchia quercia. Tanto agilmente... proprio no, visto che Semola quasi precipita! Lo scoiattolo Merlino ne approfitta per impartirgli una nuova lezione: “Per tutte le ghiande! Non bisogna sottovalutare la legge di gravitazione universale solo perché Newton la scoprirà soltanto fra dieci secoli! Ma già, tu sei troppo giovane per...”. Merlino s'interrompe: ha visto una graziosa scoiattolina che li sta spiando, interessata, sembra, al giovane scoiattolo. “Oh-oh, ecco un'affascinante complicazione” mormora il mago, che non aveva messo questo incontro tra le sue previsioni. Semola si è immobilizzato: “Merlino, che cosa devo fare? Sento che sta per capitarmi ancora qualcosa di strano. La scoiattolina, intanto, occhi biricchini e nasino fremente, si avvicina sempre di più. “Che cosa vuole da me?” domanda Semola al maestro. “Ma è evidente! Vuole un bacio!” dice Merlino allontanandosi. Semola cerca di tenere a distanza la scoiattolina e si sforza di trovare il modo per farle capire che lui non è... ciò che crede. Merlino si è nascosto tra le fronde e osserva senza intervenire. “Dopotutto” pensa “il problema e suo, non mio!”. Ma ecco che Semola deve affrontare un altro problema, ben più grave di un bacio. Sotto la quercia è comparsa una vecchia conoscenza, il lupo famelico e macilento. La scoiattolina salta giù dall'albero e coraggiosamente si butta in una corsa pazza

sull'erba, il lupo incollato alla coda, per distogliere il lupo dal suo compagno. “Aiuto, Merlino!” urla Semola “ il lupo la divorerà!”. E Merlino, finalmente, interviene: fa fuggire il lupo balzandogli davanti, riacquistando all'improvviso il suo aspetto di mago. Anche Semola riprende forma umana. La scoiattolina è profondamente delusa. “Non essere triste, piccolina. Ti auguro di trovare al più presto uno scoiattolo vero, lo scoiattolo della tua vita!”.

Comprendiamo la storia…

Quale amicizia alla nostra età? “Non sottovalutare la legge di gravitazione… Tu sei troppo giovane per... Sento che sta per capitarmi ancora qualcosa di strano... Cosa vuole da me? Ti auguro di trovare lo scoiattolo della tua vita...”. L’amicizia è la realtà più bella della nostra età, ma deve essere vera e vissuta nel modo giusto. piccoli 1. Leggi queste frasi: quale ti piace di più? Perché? • Essere amico è condividere con l’altro quando è felice e quando è

triste • Essere amico è imparare a vedere il buono e il bello di ognuno e

ammirare. • Essere amico è chiedere e dare il perdono e dimenticare. • Essere amico è ringraziare sempre e render felice. • Essere amico è rimanere al fianco di chi non spera più nulla e amare. 2. Elenca le doti di un vero amico/a 3. Quali sono le espressioni di amicizie negative e non vere che ci sono

nel tuo ambiente di vita? 4. C’é differenza nei comportamenti quando i ragazzi o le ragazze sono

tra loro e quando invece si è insieme in un gruppo misto? 5. Quali sono i comportamenti che ad una ragazza possono dar fastidio

di un ragazzo e viceversa ?

GRANDI 1. Provate ad elencare le differenze tra il modo di affrontare la vita di

una ragazza rispetto ad un ragazzo 2. Secondo te é vero che le ragazze sono troppo gelose e sognatrici e i

ragazzi sono troppo superficiali? 3. Cosa pensate dei ragazzi che fanno gli spacconi con le ragazze e

delle ragazze che fanno le vamp con i ragazzi? 4. Che differenza c’è secondo te tra bellezza esteriore e bellezza

interiore? 5. E’ possibile una amicizia vera e nulla più tra ragazzo e ragazza? 6. Che consigli daresti ad un ragazzo/a che non riesce a manifestare i

propri sentimenti di amicizia e simpatia verso una ragazza/o? 7. Anche sull’amicizia tra ragazzi e ragazze ci può essere un Merlino?

Chi può essere? Può essere anche un prete? Perché?

Attività di riflessione 1) Con i grandi si può impostare la discussione distinta tra maschi e femmine con le animatrici che discutono con i maschi e gli animatori con le ragazze 2) Si fa passare all’interno del gruppo un foglio su cui ognuno scrive una caratteristica che vorrebbe trovare in un ragazzo/a. Al termine dalle caratteristiche indicate sul foglio dovrebbe apparire il tipo ideale di ragazzo e di ragazza.

Per i più piccoli Elenca il nome dei tuoi amici e i giochi che preferisci fare

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo… Canzone dell’amicizia Gv 15,12-17 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri

Canto: Come ti ama Dio

Preghiera O Signore, concedi a noi di essere davvero capaci di vivere insieme, di saper condividere, di scomodarci per gli altri. Dacci il coraggio di amare nelle piccole occasioni quotidiane, nelle cose da poco, perché forse le grandi non verranno mai. Insegnaci ad amare tutti, e non solamente quelli che ci sono simpatici; solo così saremo tuoi discepoli. Signore, ti preghiamo, almeno qualche volta il bisogno degli altri sia più pungente alla nostra carne che il nostro stesso bisogno: facci conoscere la gioia di vedere contento chi ci è vicino, perché gli abbiamo ceduto il posto più comodo, la parte più ardita, gli abbiamo dato una mano nel lavoro. Non permettere, Signore, che viviamo felici da soli.

Canto: E’ più bello insieme

8^ PUNTATA

La storia Maga Magò - La prima parte viene raccontata. La seconda parte viene recitata: il duello di magia. I maghi si preparano facendo ginnastica sulla musica di Rocky. il duello: musica di sottofondo tipo la Cavalcata delle Valki-rie. Le successive trasformazioni vengono rappresentate mediante cartelli che uno dei due maghi mostra al pubblico quando è in difficoltà.

MAGA MAGO' Quell'avventura lasciò Semola scoraggiato e abbattuto. “Non posso neppure sperare di essere... scudiero” disse tristemente a Merlino qualche giorno dopo. “Perché continuare le lezioni?” Merlino gli diede un buffetto sotto il mento e rispose: “Non devi abbandonare la partita. Su ragazzo, sorridi!”. Merlino decide di lasciare per il momento da parte le scienze naturali e di passare alla geografia. “Vedi questa carta, Semola? Tutti credono che la terra sia piatta come una fetta di pane, e che se le navi giungessero ai confini del mare cadrebbero nel vuoto. Frottole! La verità è che la Terra è rotonda e gira intorno al sole!” “Ma è impossibile!” replica Semola “Si vede benissimo che è il sole a muoversi attorno alla Terra”. “Silenzio!” strilla Anacleto, si deve ascoltare il professore! La geografia si impara sul mappamondo e non sulla carta”. Dopo la geografia è la volta delle lezioni di calligrafia. Il bisbetico gufo segue molto da vicino i progressi di Semola. Questi vedendo un uccello svolazzare presso la finestra della torre, con un sospiro osservò: “Sono stanco di essere Semola. Vorrei essere un uccello”. Anacleto una volta tanto non brontola, anzi. “Trasformatelo in un passerotto: gli farò da padre!” dice a Merlino. Il mago sorrise, pronuncia una formula magica e Semola si sente spuntare le ali. “Pronti per il decollo?”. “Pronti!”. Merlino si sporge dalla finestra e lancia l'uccellino Semola nel vuoto. Bene o male, il battesimo di volo è stato fatto. Anacleto gli insegnò ad usare le ali e volò con lui lontano dal castello. Ma un falco affamato li scorse. In pochi momenti il rapace piombò verso di loro, con terribili artigli puntati verso il passerotto. “Un falco!”

gridò Anacleto allarmatissimo. “Attento, Semola!”. Con un rapido colpo d'ala, Semola lo evitò, ma il falco, con grosse ali nere che battevano pesantemente l'aria, tornò alla carica. Fu una caccia lunga e terribile, troppo dura per le deboli forze di un passerotto. Semola tuttavia riuscì a sfuggire agli artigli del suo nemico infilandosi lungo un provvidenziale comignolo. La sua scivolata terminò tra le cenere di un camino, spento e coperto di ragnatele. Subito egli fu afferrato da una mano nodosa, mentre una voce gracchiante diceva: “Guarda un po' chi viene a farmi visita. Uno scarno passerotto tutto nero di fuliggine”. Era la voce di Maga Magò, una spaventevole vecchia strega. “Oh, vi prego. Io non sono un passero in realtà” cinguettò Semola. “Sono un ragazzo, tramutato così dal grande Merlino con la sua stupenda magia”. “Stupendo guastafeste! E' chiaro che tu non hai mai sentito parlare di me, la meravigliosa Maga Magò!”. Anacleto, che con ansia aveva osservato la scena dalla finestra, pensò che, se non avesse portato lì Merlino in tempo, quella “megera” avrebbe fatto qualcosa di terribile al povero ragazzo. Quando Merlino apparve, Maga Magò si rifiutò di consegnargli il ragazzo; sfidò invece Merlino a un duello di magia. La contesa fu iniziata dalla strega stessa, che si trasformò in un coccodrillo. “Magò ancora una volta non stai ai patti” constata Merlino, trovandosi alle spalle, mentre ancora sta contando i passi, un enorme coccodrillo a fauci spalancate. “E' un duello sleale, ma non mi avrai!”, fa in tempo a dire il mago prima di trasformarsi in una tartaruga. Il coccodrillo temendo di rompersi i denti su quella robusta corazza, con una zampata manda a pancia all'aria la tartaruga. Merlino scopre che stare sdraiati sulla schiena è scomodo e anche un po' pericoloso, ma, incapace di rimettersi in piedi, si trasforma in un veloce coniglio e se la svigna. Magò diventa una volpe e l'inseguimento continua. Per sfuggire alla volpe il coniglio si muta in un bruco, così, ecco spuntare una gallina, un tricheco, un elefante, un topolino. Il duello diventa sempre più convulso e confuso: tigre contro topolino, che diventa granchio dalle affilatissime chele e pizzica il naso della tigre, che furiosa si trasforma in serpente e striscia via e poi in rinoceronte che con il corno acuminato blocca il granchio, che diventa ariete e con un colpo ben assestato incastra il rinoceronte in un grosso tronco. A questo punto la strega pur di non perdere, va contro la regola

numero due, che impediva di trasformarsi in animali che non esistono, e si trasforma in un drago sputafuoco che brucia l'albero. Il drago sputafiamme è spaventoso, Semola è sgomento: che cosa avrebbe fatto Merlino? Il mago si trasforma allora in un microbo, per l'esattezza il microbo che provoca la scarlattina o la varicella: in un istante il corpo del drago si copre di grosse macchie rosse. Merlino è il vincitore del duello: è lui il più forte e il più bravo dei maghi!

Comprendiamo la storia…

Bene e male: un duello fuori e dentro di te

Semola ora impara anche a volare. Il volo è simbolo della libertà. Quando ci si fida solo di se stessi, delle proprie sensazioni, di ciò che piace istantaneamente, senza riflettere su ciò che è bene per noi, si cade in mano a... maga Magò e allora sono dolori. Una libertà usata male porta alla delusione, alla paura e alla sofferenza. Non sempre ciò che piace è utile e costruttivo. Merlino vincendo il suo duello ci dà la fiducia che il bene è più forte del male.

Attività di riflessione Verifichiamo il nostro comportamento PICCOLI - NEL GIOCO: 1. Condividi il motto “L’importante è partecipare”? oppure: L’importante è

vincere con qualunque mezzo? Perché? 2. Ti sembra giusto tirarti indietro in un gioco? perché alcuni lo fanno? 3. Con chi è più debole o in difficoltà: tu incoraggi oppure prendi in giro? 4. In un gioco perché è importante rispettare delle regole? 5. Come ti comporti durante il gioco nei confronti di chi ti è antipatico? 6. Come ti comporti verso chi guida il gioco? GRANDI - LIBERTÀ E CONDIZIONAMENTO 1. Il modo di vestire è importante nel tuo modo di essere? Ti piace vestire

firmato? Hai altri “aspetti” particolari che curi del tuo aspetto? Perché? 2. La moda e il conformismo sono diffusi nell’ambiente in cui vivi? Come?

3. Hai provato a non comportarti come gli altri per difendere una tua convinzione profonda? Sai cosa significa essere controcorrente?

4. Qualche volta rifletti sulle verità che impongono i mass-media? Quali sono? Le ritieni giuste? Perché? Quanto ti condizionano la vita?

Per i più piccoli

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo…

VINCENTI CONTRO IL MALE: LA FESTA DEL PERDONO

Ambientazione. Icona di Gesù o croce al centro. Pannello raffigurante il sole in campo azzurro. Sopra il sole viene applicato un puzzle come illustra il disegno.

Canto Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Carissimi amici, il cammino in compagnia di Artù ci suggerisce questa celebrazione. I tempi oscuri, con le varie situazioni di male e di peccato purtroppo sono attuali. anche nella nostra vita. Quando meno ce l'aspettiamo (come Semola che vola in libertà) il male attacca. Noi abbiamo una persona ben più potente di Merlino che entra in azione per salvarci: è Gesù (l'icona ce lo ricorda). Egli ci regala una strategia vincente contro ogni falco o Magò che l'egoismo inventa: il perdono e la forza della grazia. Siamo qui per celebrare questo dono del suo amore. Facciamo gli spazio dentro di noi. Vangelo Lc. 19,1 -10 (Zaccheo)

Ciò che Zaccheo restituisce è il simbolo di ciò che noi dobbiamo eliminare dalla nostra vita, è il male che dobbiamo togliere dal nostro comportamento. Si leggono tutte le scritte sul puzzle con al centro il serpente di Maga Magò. Ognuno pensa a una di questi mali o vizi.

Confesso a Dio Al termine alcuni ragazzi si alzano per togliere un cartoncino del puzzle. Al termine, eliminato il puzzle, compare il disegno del sole: la presenza di Gesù illumina il nostro cammino.

Se possibile si possono svolgere in chiesa, almeno per chi vuole le confessioni… Canto finale di ringraziamento e di festa.

9^ PUNTATA La storia

Ascoltiamo e impariamo il canto: Re Artù

AL TORNEO DI LONDRA I mesi estivi e il caldo passarono in fretta, Semola aveva già imparato dal gufo Anacleto a leggere, scrivere e far di conto; così poté studiare scienze, geografia e storia sui libri del mago. Intanto, mentre Caio con-tinuava i suoi allenamenti per il torneo, Merlino approfittava per insegnare a Semola le cose più importanti: la costanza, la generosità, la tolleranza, l'umiltà. Il ragazzo era rimasto magrolino e smilzo, ma il mago sapeva che la bontà e la generosità erano più importanti della forza fisica, che invece era una caratteristica che spiccava in Caio, sempre più grosso e robusto. Caio sovente prendeva in giro Semola. Egli era il vero figlio di Sir Ettore che un giorno, tutti si aspettavano, avrebbe ereditato il castello del padre. Egli sapeva di essere l'erede e approfittava di questo per vivere alla giornata, contando di poter sempre usufruire della fortuna del padre. Adesso c'era anche la possibilità, mica tanto lontana, di diventare re d’Inghilterra. I suoi muscoli diventavano sempre più possenti, ma il cervello era poco fino. Si impegnava, ottenendo mediocri risultati, solo in quello che gli piaceva. In diverse occasioni si dimostrava un po’ grossolano e sbruffone, e non era molto simpatico a chi gli stava attorno. Giunse intanto 1'inverno e a Natale Caio fu investito del titolo di cavaliere. Si brindò per auguragli buona fortuna. "A sir Caio, futuro re d’Inghilterra". Semola si era rassegnato a restare nell’ombra, quando improvvisamente si alzò un grido: "Sir Ettore, Sir Ettore!" gridò la cuoca. Polidoro si è preso gli orecchioni! Ha la faccia gonfia come un rospo!". Eh sì, Polidoro, lo scudiero di Caio, il ragazzo che aveva sostituito Semola nell'incarico, si era proprio ammalato. Fu così che malgrado tutto Sir Ettore concesse a Semola di accompagnare a Londra il fratello. Per Semola fu una grande sorpresa, era fuori si sé dalla gioia e corse verso la torre per comunicare a Merlino la grande novità.

Merlino lo ascoltò, ma stranamente non fu così entusiasta, anzi si dimostrò molto contrariato: “Scudiero! Che avvenire meschino, dopo tutto quello che ti ho insegnato! Devi puntare più in alto! Se è così allora… me ne vado!” e scomparve lasciando una nuvoletta. Anacleto non ne può più delle bizzarrie di Merlino e così si aggrega alla compagnia di Londra, ben felice di vegliare sul piccolo Semola. Partirono per Londra: Semola portava lo stendardo del casato, un drappo bianco con la quercia azzurra al centro. A Londra c'era già grande agitazione. Le pensioni e gli ostelli erano gremiti di ospiti e cavalieri. Ovunque c'era aria di festa. Qua e là la troppa birra scolata provocava anticipi del torneo a base di duelli improvvisati e litigi tra prepotenti. I borsaioli erano all'opera, come sempre in queste occasioni. Le donne, ben protette da aitanti cavalieri, erano attente ad evitare spiacevoli incontri. A fatica, grazie all'interessamento di un amico, Sir Ettore, Caio e Semola riuscirono a trovare alloggio in una locanda. All’interno, allegria e confusione. Per il ragazzo tutto era nuovo: lo stupore e la curiosità brillavano nei suoi occhi. Era un mondo che assaporava per la prima volta. Il mondo dei grandi, dei cavalieri. Tra loro, forse, c'era il futuro vincitore del torneo e… re d 'Inghilterra. Alla sera Semola andò a dormire che era stanchissimo. Avvertiva l'agitazione e la tensione dei cavalieri. Lui sospirò: "Sono solo uno scudiero!".

Comprendiamo la storia…

Sono solo uno scudiero… Scudiero! Che avvenire meschino, dopo tutto quello che ti ho insegnato!... Merlino è deluso. Semola è contento di essere scudiero? Non tutti possono diventare re, ma solo chi possiede o impara determinate doti o qualità. “Excalibur” non si conquista con la forza dei muscoli o con l’orgoglio: sono altre le virtù che contano davvero nella vita. Excalibur rappresenta la vita, il futuro, il tuo futuro che anche tu devi scoprire, conquistare, imparando quelle virtù che contano nella vita. La spada è nascosta da erbacce e rovi: sono le tante altre preoccupazioni di ogni giorno che ti impediscono di pensare con serenità al tuo futuro.

Attività di riflessione Elencate tutte le lezioni, le prove, le discipline che Merlino ha insegnato a Semola nelle precedenti puntate del racconto e in questa 1

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Il mio futuro1. Quali sono i cambiamenti principali che noti in te rispetto allo scorso

anno? Quali scelte di vita ritieni di aver già compiuto da solo? 2. Quando ti capita di pensare al tuo futuro? Cosa pensi? Hai paura? 3. Da chi dipende il tuo futuro? Chi ti può consigliare? 4. Hai mai pensato che la tua vita, il tuo futuro, le scelte che devi fare,

non dipendono solo da te, ma anche da Colui che ti ha donato la vita e ti vuole guidare all’incontro con lui? Credi che Dio ha preparato per te un progetto per la tua felicità? Preghi perché Lui ti aiuti a conoscere e realizzare il tuo futuro?

5. Alcune scelte importanti per la tua età: quali amici, quali hobby, cosa fare dopo la terza media, ..................................................(aggiungete altre). In base a cosa hai compiuto o pensi di compiere queste scelte?

6. Indica almeno 5 elementi da cui dipende o di cui tener conto per le scelte del tuo futuro

7. Prova a immaginare la tua vita fra 5 anni: cosa farai? dove sarai? quali amici? quali ideali? quali hobby? Prova ora a immaginarti fra 10 anni, fra 20 anni...

8. Quali persone meritano più la tua fiducia sulle scelte per il tuo futuro, dopo naturalmente i tuoi genitori? Perché?

Componi una tua preghiera al Signore per il tuo futuro. La leggerai nell’incontro di preghiera che faremo insieme.

Per i più piccoli Colora gli scudi o inventa il tuo scudo

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo… Efesini 6, 13-20

Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. 14 State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, 15 e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. 16 Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; 17 prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. 18 Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza.

Preghiere preparate dai ragazzi sul proprio futuro Preghiera finale O Signore, ci rendiamo conto che questi anni della nostra giovinezza hanno per noi una importanza eccezionale. Sono per noi gli anni più densi di responsabilità: da essi dipende tutta la nostra vita. E non solamente la nostra, ma anche quella di molti altri che a noi sono e saranno legati. O Signore, tu ci affidi un compito nel mondo e nella storia. Già fin d’ora vogliamo cominciare ad esercitarlo. Tutto quello che siamo e che abbiamo, che sappiamo ed amiamo, non vogliamo custodirlo gelosamente per noi, ma vogliamo parteciparlo agli altri, comunicarlo e diffonderlo. Solo così diventeremo uomini maturi, uomini veri, cristiani autentici. Signore, non vogliamo sprecare questi anni preziosi nell’ozio, nella irresponsabilità ed in uno sterile egoismo. Sii presente tu, o Signore, con la tua grazia nel nostro sforzo e nel nostro impegno, nel sacrificio e nella gioia della nostra crescita umana e cristiana. canto

10^ PUNTATA

La storia Ascoltiamo il canto: Diventerai Re. La rappresentazione del torneo inizia con la sfilata di gruppi che portano le loro insegne e la loro divisa e si dispongono per assistere alla scena. Un araldo darà l'inizio ufficiale al torneo che assegnerà la corona al Re. Realizzare un vero e proprio torneo con i più svariati giochi ambientali all'epoca.

EXCALIBUR Tutto era pronto per il torneo, tutto era stato allestito in grande stile. Drappeggi dai balconi ed un imbandieramento sempre più evidente mano a mano che ci si avvicinava alla piazza principale, accolsero i cavalieri. Il campo del torneo traboccava di spettatori e si sentiva la voce del radiocronista: “spalti gremiti in ogni ordine di posti, condizioni ambientali molto favorevoli, terreno in perfette condizioni di gioco, le formazioni ecc.). C'era chi aveva dormito lì durante la notte per avere un buon posto ed una visuale perfetta sul luogo delle sfide. Erano previste diverse gare, ma quelle decisive per la proclamazione del vincitore, erano da tempo immemorabile la spada, la giostra col fantoc-cio, il giavellotto… Con la spada si trattava di duelli ad eliminazione diretta che si concludevano quando un cavaliere veniva disarmato, oppure... con conseguenze peggiori... La giostra col fantoccio era estremamente impegnativa perché richiedeva ottima scelta di tempo e precisione, nel colpire al punto giusto il fantoccio per farlo girare, arrivando a cavallo con grande velocità. Col giavellotto anziché trovarsi dinanzi il fantoccio, c 'era un altro cavaliere... e le sfide erano davvero pericolose. La gente venuta da ogni parte del regno (i più lontani con grifoni charter organizzati per l'occasione) era eccitatissima e cominciava a rumoreggiare, mentre i primi stendardi cominciavano ad essere levati verso il cielo. Tutti cercavano di riconoscere il più forte, pronosticando sul futuro vincitore e re d'Inghilterra. Sulle mura delle case erano stati appesi degli striscioni per inneggiare ai partecipanti del Torneo. Gli "ultras" erano già pronti per un tifo accanito: “Chi non salta è senza regno, ueh ueh" ed altri urli, si levavano dalle gradinate. Gli

amici di Caio si erano radunati insieme in curva Nord, dove urlavano: "Facci sognare, o Caio facci sognare, facci sognare, o Caio facci sognare!".

Caio era quotato abbastanza bene, ma altri validi cavalieri si erano presentati, e tra questi spiccavano Sir Speed, particolarmente veloce nella cavalcata e nel far centro col fantoccio, e Sir Catch, molto abile nei corpo a corpo e con la spada. "Ti rendi conto di qual'è il premio per il vincitore?" stava dicendo Sir James al suo antico compagno di avventure. "Sarà la corona d'Inghilterra. Certo, sarà dura trovare uno come il nostro antico sovrano!" "In quali mani finirà l'Inghilterra?", aggiunse Sir Jones, con aria un po’ sconsolata, mentre guardava il campo del torneo, dove i primi cavalieri cominciavano le loro gare. "Il nostro paese versa oggi in tempi molto difficili, e il nuovo re deve essere all’altezza della situazione! Ci sarà qui qualcuno degno del trono che occuperà?", aggiunse. "Il nuovo re deve essere coraggioso, giusto, amante del suo paese e delle sue splendide tradizioni, capace di scegliere bene e di trattare con competenza tutte le questioni del regno", fu la riflessione di Sir James. "Anche umile, desideroso più di servire la sua gente che del suo prestigio e potere personale, particolarmente attento ai bisogni dei più indifesi", replicò Sir Jones. Intanto avevano già ga-reggiato diversi cavalieri ottenendo buoni risultati, specie nel giavellotto, nella gara con gli scudi, nei 3000 siepi di galoppo e nella giostra col fantoccio, che era la disciplina preferita da Caio. Per rincuorare Caio, Sir Ettore gli diede una manata sulle spalle, esclamando: “Tu vincerai, ragazzo! Sono pronto a scommetterlo; me lo sento nelle ossa”. Ma egli fu interrotto da un triste gemito di Semola: nella sua eccitazione egli aveva lasciato la spada del fratello alla locanda dove avevano passato la notte. Nel sentire ciò Caio divenne furioso: “Sciocco sventato!” gridò. “Oh, scusami Caio, vado a prendertela subito” e scappò via di corsa. “Ti consiglio di far presto”, Caio gli urlò dietro “o non osare farti vedere mai più!”. Semola corse con quanto fiato aveva in gola, ma quando giunse alla locanda la trovò chiusa, tutti erano andati al torneo. Tentò di entrare anche dalla finestra, ma era impossibile.Una spada! Doveva trovare una spada! Si disperò, non sapendo cosa fare, quando ecco arrivare Anacleto in suo soccorso: “Ho trovato una spada qui vicino, vieni! Guarda laggiù,

vicino alla Chiesa!". Svolazzando, Anacleto guida Semola fino ad un masso sul quale è posata un'incudine trapassata da una spada. Semola si avvicinò al camposanto della Chiesa: una spada era conficcata nella roccia, e scintillava al sole. “E' una spada antica, non assomiglia per niente a quella di Caio”. Semola è molto deluso, ma Anacleto insiste: “Non ha importanza: Caio è troppo testone per accorgersi della differenza e poi non c'e altro da fare. Prendi quella spada!”. Il ragazzo inizialmente fu titubante sul da farsi, perché era stato abituato a riflettere bene su ciò che faceva, e gli sembrava di portare via qualcosa che era stato messo lì per uno scopo, anche se non capiva ancora quale. "Caio ha bisogno della spada ", pensò, e si decise a prenderla. E Semola, lentamente, timidamente, allunga la mano, la stringe intorno all'elsa... e delicatamente estrae la pesantissima spada, mentre una improvvisa pioggia di luce fa brillare l'arma. Semola è spaventato poiché sembra una spada incantata, ma spronato da Anacleto corre a portarla al fratello. "Ma questa non è la mia spada" osservò Caio appena la vide. “ Certo questa non è la spada di Caio! Dove l’hai rubata” osservò anche Sir Ettore appena la vide. "L'ho estratta da una incudine, che stava su una roccia vicino alla chiesa", rispose tremando il ragazzo... Sir Ettore aveva notato l'iscrizione dorata sulla spada. "Oh, ma questa è la spada nella roccia... Sir Ettore impallidì, ricordando l'antica leggenda.

Comprendiamo la storia…

1) Ricaviamo dal testo le doti più importanti per affrontare il torneo

2) Quali doti sono richieste invece per il nuovo re?

3) Semola è pronto per il torneo? Perché sì? Perché no?

Attività di riflessione

Sei pronto per il torneo della vita? 1. Hai mai pensato: vorrei restare sempre ragazzo? Hai paura di

diventare grande? Perché? Oppure vorresti già essere grande? Perché? 2. Hai già dovuto superare delle prove importanti nella tua vita?

Quando? Come hai reagito? Sono state per te positive o negative? 3. Per cosa gareggiate tra voi più spesso, a parte lo sport? 4. ci sono dei ragazzi che devono affrontare delle prove di vita davvero

dure? Chi sono? Quali prove? Fai degli esempi. 5. Elencate le 5 prove principali che deve vivere un ragazzo della vostra

età e come le dovrebbe superare

Per i più piccoli Colora Anacleto

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo… 1 Sam 16, 6-13 6 Quando furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: “È forse davanti al Signore il suo consacrato? ”. 7 Il Signore rispose a Samuele: “Non guardare al suo aspetto né all’imponenza della sua statura. Io l’ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore”. 8 Iesse fece allora venire Abìnadab e lo presentò a Samuele, ma questi disse: “Nemmeno su costui cade la scelta del Signore”. 10 Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripetè a Iesse: “Il Signore non ha scelto nessuno di questi”. 11 Samuele chiese a Iesse: “Sono qui tutti i giovani? ”. Rispose Iesse: “Rimane ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge”. Samuele ordinò a Iesse: “Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui”. 12 Quegli mandò a chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto. Disse il Signore: “Alzati e ungilo: è lui! ”. 13 Samuele prese il corno dell’olio e lo consacrò con l’unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama. Preghiera Aiutami o Signore, ad essere per tutti, uno che attende senza stancarsi, che ascolta senza fatica, che accoglie con bontà, che dà con amore, un cuore che si è sempre certi di trovare, quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera; ad offrire questa amicizia che arricchisce con te e per te; ad irradiare una pace gioiosa, la tua pace Signore. Aiutami a raccogliermi in Te per diventare sempre disponibile ed accogliente con tutti. Il tuo pensiero non mi abbandoni, per poter rimanere sempre nella tua verità e non venir meno alla tua legge. E così senza compiere opere straordinarie, senza vanagloria, io possa aiutare gli altri, a sentirti più vicino, perché la mia anima ti accoglie ad ogni istante. Canto mentre in fila si consegna il cartoncino di Excalibur, legato ad uno spago, che viene messo al collo come una medaglia

Consegna del simbolo di Excalibur Consegnare a ciascuno un cartoncino colorato con questa figura e con queste parole, mettendo nella spada il nome del ragazzo.

Attraverso le doti, le persone, gli avvenimenti della tua vita

Dio ti fa scoprire la tua strada

11^ PUNTATA

La storia Sottofondo: canto La spada nella roccia Recitare curando la presenza di vari cavalieri di contorno che troveranno ad estrarre la spada e che assicureranno un migliore effetto scenico.

VIVA RE ARTÙ Sir Ettore prese in mano la spada che Semola aveva portato. Sotto l'elsa vi era un'iscrizione a caratteri d'oro, che Sir Ettore lesse ad alta voce:

COLUI CHE ESTRARRA' QUESTA SPADA DALLA ROCCIA E' IL PREDESTINATO RE D'INGHILTERRA

Una piccola folla di nobili si era radunata vicino ai due. “Semola”, continuò Sir Ettore con la voce rotta dall'emozione “andremo tutti là vicino a quella chiesa”. "Accompagnaci alla chiesa e mostraci come hai fatto", dissero Sir Ettore e gli altri cavalieri. Tutti partirono verso la piazzetta del camposanto. Giunti sul posto, Semola infilò la spada nell'incudine. Appena fatto, si scaraventarono in tanti sulla spada per estrarla, a Cominciare proprio da Caio, che aveva appena detto: "Se lo ha fatto Semola, chiunque potrebbe farlo!". Per quanto si sforzassero e dessero potentissimi strattoni la spada non si muoveva di un centimetro. "Fammi provare ancora!"; "Scansati buono a nulla, lascia fare a me!", urlavano concitati i cavalieri.

Intanto lo spiazzo intorno alla roccia si riempiva sempre più di gente curiosa e tutti volevano provare. Dopo alcune ore di inutili sforzi, un cavaliere gridò: "Fate riprovare quel ragazzo!". Semola. emozionato, riprovò. Non appena le sue mani toccarono l'elsa della spada, una pioggia di luce dorata scese verso di lui dall’alto. La spada incantata obbedì docilmente al suo richiamo. Un mormorio di meraviglia si levò allora dalla folla. L'origine di quella spada era ben viva nella memoria dei presenti. "Non è possibile, qui c 'è un trucco! Un ragazzo non può estrarre la spada!", urlò un cavaliere da lontano. "No, ce l'ha fatta davvero! Ce l'ha fatta!" gridarono tutti in coro. Nel brusio generale si sentì commentare: "Un ragazzo! Caspita, un ragazzo piccolo e magrolino!"; "E' tutto pelle e ossa, ed ha estratto la spada"'

Fu così che finalmente si avverò il prodigio. Era il primo giorno di un anno che avrebbe dato inizio a un lungo regno glorioso. Un cavaliere dichiarò: "E' giovane e così esile quel ragazzo, ma è in realtà più forte di i tutti i cavalieri del regno!" E un altro aggiunse: "Questo è un miracolo voluto dal cielo. Sarà lui il nostro amato re. Così ha voluto Iddio!" "Come si chiama il ragazzo? ", chiese un nobile rivolto a Sir Ettore. "Semola. Ehm, volevo dire Artù!" rispose il padre, con le lacrime agli occhi per la commozione. "Lo chiamano Semola ma il suo vero nome è Artù", ripetè a lungo Anacleto, svolazzando qua e la tra la folla, e la sua voce risuonava come un 'eco. Tutti gridarono in coro: "Viva re Artù! Lunga vita al nostro giovane re!". Sir Ettore si inginocchiò allora davanti a Semola. "Oh, perdonami figliolo, perdonami!", disse piangendo. "No, vi prego,!", protestò Semola imbarazzato, "Lasciate che vi aiuti a rialzarvi!". La notizia sensazionale si ( sparse per le contee e raggiunse immediatamente tutti gli angoli dell'Inghilterra, e una moltitudine di gente venne da ogni parte per assistere all'incoronazione del giovane sovrano. Semola era disorientato. Troppi avvenimenti eccezionali, erano accaduti negli ultimi mesi e, fra tutti, questo era il più strano, considerata la sua giovane età e le sue umili origini. Indossando il mantello regale, disse rivolto al gufo: "Non posso essere re, caro Anacleto! Io non so come si governa un paese! Fuggire, ecco cosa farò. Dovranno ras-segnarsi a trovare qualcun altro!". Corse verso la porta, l'apri ma si trovò davanti la folla che lo acclamava: "Viva re Artù, viva Re Artù!". "Meglio la porta laterale, Semola", consigliò Anacleto. Il ragazzo corse da quella parte. "Siamo circondati, ragazzo!" esclamò il gufo, divertito. "Oh come vorrei che Merlino fosse qui ad aiutarmi..." esclamò sconsolato.

Comprendiamo la storia… "Se lo ha fatto Semola, chiunque potrebbe farlo!" "Un ragazzo! Caspita, un ragazzo piccolo e magrolino!" “Questo è un miracolo voluto dal cielo. Così ha voluto Iddio!" "Viva re Artù! Lunga vita al nostro giovane re!". “Come vorrei che Merlino fosse qui ad aiutarmi..."

Attività di riflessione

Anche tu puoi diventare re! “Il ragazzino destinato a diventare il grande re Artù... ha ancora bisogno di un precettore per diventare un buon re... quel piccolo re, che è stato il suo allievo migliore!”. Semola diventa re, Re Artù: da scudiero a Re! Non con la forza, ma con le qualità per la vita, con l’allenamento, con l’educazione alla vita. Ora è diventato qualcuno. Egli non l’avrebbe mai pensato, ma Merlino conosceva il suo avvenire e lo ha guidato sulla sua strada. 1. Ricordate altre persone diventate importanti che da ragazzi non lo

pensavano proprio?

2. Immagina di essere sindaco delle tua città: cosa faresti? Chi

sarebbero i tuoi collaboratori? Quali leggi faresti? Cosa vorresti migliorare della vita delle tua città? Come faresti rispettare le leggi? Come mantieni l’ordine nella città? Come aiuti e difendi i deboli?

3. Sai che esiste in molti comuni un consiglio comunale dei ragazzi?

Che cosa fanno? 4. Immagina di essere presidente dell’Onu per un giorno e di poter dare

5 ordini concreti: cosa faresti?

5. Essere a capo di … quali sono i compiti di un capo? Quali sono le

doti che deve avere un capo?

Per i più piccoli

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo…

Celebrazione: Alle radici della nostra dignità di Re: IL BATTESIMO

Ambientazione: Cero pasquale e icona del Cristo al centro recipiente d'acqua, aspersorio con acqua benedetta Canto Introduzione della guida Può un ragazzo sognare di diventare re? Con questa domanda si chiude la giornata di Semola. Ma quello che per Semola e' un sogno, è certezza per un ragazzo cristiano. Grazie al Battesimo. In esso diventiamo Figli di Dio. il Battesimo ci ricorda una grande verità: c'è un re dentro di noi! E nello stesso tempo ci affida una responsabilità: vivere fedeli a questa dignità, farla crescere da autentici figli di Dio. Salmo Quanto sono grandi e mirabili tutte le tue opere, Signore. Tu sei rivestito di splendore, stendi il tuo mantello di luce. Prendi come carri le nuvole, voli sulle ali del vento. Solcano le navi il tuo mare mentre si diverte la balena. Scorrono tra i monti i ruscelli, cantano i passeri del bosco. Sorge il sole e nasce il nuovo giorno, esce l’uomo e va al suo lavoro. Cresce l'erba e nascono i germogli, dona ogni terra il suo flutto: pane per la vita di ogni giorno, vino per la gIoia della mensa. Tutto hai fatto o Dio con sapienza; doni il cibo ad ogni creatura. Apri la tua mano e c’è la vita, quando ti nascondi tutto muore. Quanto sono grandi e mirabili tutte le tue opere Signore! Mandi il tuo Spirito di Vita: tutto si rinnova sulla terra. Vangelo Gv 15,1-16 “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non

rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. RINNOVO DELLE PROMESSE BATTESIMALI Rinnoviamo gli impegni del nostro Battesimo.: Credete che Dio Padre vi ha amati fin dalla creazione del mondo e che segue ogni giorno il vostro cammino? Sì, lo crediamo! Credete che Gesù il Figlio di Dio venuto ad abitare in mezzo a noi per insegnarci la strada che conduce al Padre? Sì, lo crediamo! Credete che. Gesù risorto dai morti non muore più e che anche noi, un giorno risorgeremo come Lui? Sì, lo crediamo! Credete che nel Battesimo siete diventati figli di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Sì, lo crediamo! Volete allora impegnarvi a vivere da figli di Dio amando e perdonando gli altri come Dio ama voi e perdona i vostri peccati? Sì, lo vogliamo! Volete vivere da fratelli di Gesù, dando la vostra vita per quelli che sono attorno a voi? Sì, lo vogliamo! Volete vivere come persone ripiene di Spirito Santo, chiamando Dio col nome di Padre e rispettando il vostro corpo come "casa" di Dio? Sì, lo vogliamo! Dio Padre benedica il vostro impegno di fedeltà. Amen! Gesto simbolico: fare il segno della croce all’acquasantiera o aspersione con l'acqua benedetta Padre nostro O Padre, ti benediciamo perché fai ogni cosa con bontà. Ti ringraziamo perché in Gesù ci hai fatti figli tuoi. Aiutaci a vivere con fedeltà la dignità che ci hai affidato. Aiutaci ad essere coerenti con il nostro Battesimo. Guida la nostra crescita perché sappiamo essére docili al tuo Spirito e disponibili alla costruzione del tuo Regno. Per Cristo nostro Signore. Amen

12^ PUNTATA

La storia Ascoltiamo in sottofondo il canto: Riparti dai sogni Recitare valorizzando lo spettacolare ritorno di Merlino da Honolulu e dal XX secolo..

Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda Il ragazzino, destinato a diventare il grande re Artù, viene portato in trionfo fino al palazzo reale. Da grande compirà magnifiche imprese con i cavalieri della Tavola rotonda, ma per il momento è impacciato dal manto regale e non sa proprio come cavarsela. “Se ci fosse ancora Merlino!” pensa tra sé Semola-Artù, rimpiangendo la sua assenza. “Ho ancora bisogno di un precettore per diventare un buon re...”. E Merlino, rispondendo all'appello, fa ritorno… Come per incanto, preceduto da un fragore di tuono, ecco arrivare Merlino in una delle sue magiche apparizioni, in abbigliamento da spiaggia, abbronzatissimo, dopo un soggiorno alle Hawaii. Al vederlo il ragazzo si illuminò di gioia: "Sei tornato, finalmente!". Semola gli racconto l’accaduto. "Merlino, sono in un tremendo pasticcio: ho estratto la spada dalla roccia e mi hanno acclamato re!" Il mago rispose: "Non spaventarti, hai le capacità per svolgere bene il tuo nuovo compito. Ricordati: chi ti ha voluto re?". "Dio!” rispose Semola. E Merlino soggiunse sorridendo: "E allora, di che cosa ti preoccupi?. Diventerai un eroe leggendario!". Poi, sistemando la pesante corona sulla testa del piccolo sovrano che sedeva smarrito su un trono troppo grande, e con le spalle avvolte in un mantello fuori misura, gli disse ancora: "“Tieni la testa ben eretta! Artù, ti incorono Re d’Inghilterra. Ricordati che diventerai leggendario quanto me. Di te parlerà la storia, raccontando le gesta di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda!". "Tavola Rotonda? , stupì Semola. "Sì, perché, la preferisci quadrata, forse ?, chiese Merlino. "Beh, rotonda mi sta bene" rispose Re Artù, "Saranno i più validi cavalieri dell’Inghilterra che radunerò attorno a me per governare con saggezza e giustizia". "Bravo, ben detto!", commentò Merlino aggiungendo: "I tuoi cavalieri dovranno essere uomini valorosi,

onesti e senza paura, dovranno difendere il regno dal male!". "Certo!" annuì il ragazzo. "Sì, ma invece di sognare, perché non provi a stilare la lista di questi cavalieri? ", fece Merlino. Adesso che sei re, tutti attendono da te un governo di saggezza. Ma da solo, non ce la farai mai!". "Hai. ragione. Cominciamo... "Ho sentito parlare di un certo Sir Lancillotto, un giovane cavaliere coraggioso, di sani principi. Tempo fa è intervenuto per difendere alcuni contadini da una banda di ladri. Li ha messi in fuga... Sì, Lancillotto sarà uno del gruppo!". Dopo Lancillotto, Artù individuò tutta una lista di cavalieri, fino al più giovane di loro, Parsifal. Li convocò al castello. Non erano cavalieri che avevano preso parte al torneo. Non credevano in un re espresso dalla forza e dalla astuzia. Sapevano della spada nella roccia. Alla convocazione del giovane re, risposero con entu-siasmo. Interpretavano gli ideali della lealtà, della giustizia e della generosità. Con loro Artù poté stilare un eccellente programma di governo, dalle leggi fondamentali del regno fino alle norme più concrete, a difesa soprattutto dei più deboli. Tra la gente di Inghilterra riprese finalmente la vita: quella fatta di armonia, di gioia, di canti, di rispetto, di fiducia, di onestà e solidarietà. A dare l’esempio, a stimolare, era il ragazzo diventato re. E attorno a lui i cavalieri della Tavola Rotonda. Merlino incoraggiava e suggeriva. Era contento del lavoro che veniva fatto. I tempi oscuri si stavano diradando. Merlino fa ritorno alla sua capanna e ai suoi vecchi libri di magia, ma spesso il suo pensiero torna a quel piccolo re che è stato il suo allievo migliore. “Re Artù! Se penso che mi è caduto quasi sulla testa! Quando è stato? Forse l'altro ieri”. Anacleto era sempre il suo fido compagno. "Il nostro compito, Anacleto, non è ancora finito. Però comincia a dare i suoi primi frutti. Riprende il tempo della vita. I tempi oscuri per la gente stanno scomparendo!", disse il mago. Come altre volte, quando si sentiva soddisfatto, Merlino fece una strizzatina d'occhio, poi affacciandosi alla finestra, posò il suo sguardo lontano, nell'orizzonte, in direzione del sole.... Re Artù visse molti e molti anni e, quel che più conta, egli fu un re saggio, grande e nobilissimo.

Comprendiamo la storia… 1) Non spaventarti, hai le capacità per svolgere bene il tuo nuovo compito. Ricordati: chi ti ha voluto re?". "Dio!” rispose Semola. E Merlino soggiunse sorridendo: "E allora, di che cosa ti preoccupi? Se è Dio che ci ha scelto e ci lasciamo guidare da Lui, sarà Lui a darci la forza per compiere le nostra gesta 2) "Saranno i più validi cavalieri dell’Inghilterra che radunerò attorno a me per governare con saggezza e giustizia". "I tuoi cavalieri dovranno essere uomini valorosi, onesti e senza paura, dovranno difendere il regno dal male!". Non si fa niente da soli, ma sempre in gruppo, in squadra, circondandosi di persone buone 3) Tra la gente di Inghilterra riprese finalmente la vita: quella fatta di armonia, di gioia, di canti, di rispetto, di fiducia, di onestà e solidarietà. Dove si vive di valori come quelli che abbiamo visto in tutti questi giorni la vita fiorisce.

Attività di riflessione

1) Dio ti ha voluto Re. E allora di cosa ti preoccupi? Dio ti ama e guida la tua vita. Anche e soprattutto nelle difficoltà e sofferenze Ne sei convinto? Chi ci parla di questo amore di Dio? Dove ne troviamo delle dimostrazioni concrete?

2) La tavola rotonda ci richiama l’altare dell’eucaristia, attorno al quale noi tutti ci poniamo la domenica vicino al nostro Re, Gesù. Sei pronto per essere davvero un cavaliere di questo Re? Cosa può voler dire concretamente?

3) Crea la tua Tavola Rotonda, mettendo i tuoi amici e le virtù che essi rappresentano

Per i più piccoli

Ascoltiamo la Parola di Dio e preghiamo…

ensieri del Murialdo Dio mi ama. Mi ama di amore infinito e personale. Mi ama di amore tuale, adesso in questo momento egli mi ama. Non mi ama perché io sono buono, ma perché Lui è buono. Non mi a per i miei meriti, ma per i miei bisogni. Dio mi ama. Mi ama di amore misericordioso. Perdona tutto e mentica tutto. Mi ama di amore tenero, con amore di madre. Mi ama ù di mia madre.

vvenire sta meglio nelle sue mani che di noi che noi stessi.

) Ogni istante porta con sé un dovere da compiere con fedeltà: questo olo basta per raggiungere la perfezione. Questo istante è come un ngelo

Al termine di questa esperienza di grest, crivi un tuo impegno per essere cavaliere di Gesù

P1)at2)m3)dipi4) La sciamo fare a Dio: il nostro anelle nostre. Egli avrà maggior cura5sa che dichiara la volontà di Dio.

s

Ti nomino re perché tu possa essere…

(procurare o costruire una spada)

Investitura a cavaliere della tavola rotonda

Di fron

con la spada posta sulla spalla destra.

canto

CONCLUSIONE

Al termine di questo grest, scrivi le tue impressioni, i tuoi ricordi migliori, le tue riflessioni, i tuoi auguri per tutti i tuoi amici....

Come mi sono trovato in questa esperienza di grest

Quali i ricordi più belli?

Cosa ho imparato?

te a Dio ciascuno esprime il proprio impegno e mettendosi in ginocchio (genuflessione)

riceve “l’investitura cavalleresca”,

Una riflessione che propongo a tutti

A c

hi vanno i miei saluti e ringraziamenti?

Messa di fine grest

'EUCARISTIA: CUORE DI OGNI GESTO AUTENTICO

DI AMORE E DI SERVIZIO

Ambientazione: I ragazzi sono disposti attorno all'altare, a semicerchio. ande puzzle con il volto sagomato del Cristo che emerge

alla folla in cammino verrà composto dai rappresentanti dei vari gruppi al momento dell'offertorio. Ad ogni r gazzo viene dato un cartoncino o

n'immaginetta in cui scrivere una frase augurale destinata ad un amico al rmine dell'esperienza estiva vissuta.

nore. Gesù si serve della isponibilità di tutti, anche di chi appare il più insignificante, per fare

grandi cose. Grazie alla generosa offerta della propria merenda un agazzo consente a Gesù di sfamare tutta una folla. tempi oscuri si possono vincere solo con l'apporto di tutti: un gesto amore costruisce la comunità e fa fiorire la vita e la gioia. Come Artù

re il re che c'è in noi. Per la esta di tutti.

etture I Cor 12, 4-9.12-20.27 Vi sono poi diversità di carismi, a uno solo è lo Spirito; 5 vi sono

diversità di mini n diversità di operazioni, ma ciascuno è data una manife it comune: 8 a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro

gio di scienza; 9 a uno la fede di far guarigio , pur essendo un molte, ono un corpo noi tutti siamo stati

battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci,

Se il corpo fosse tutto occhio, dove vece, Dio

to. ce

atti, Gesù andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di , 2 e uiva, vedendo i segni che faceva

. si pose a sedere con i suoi

L

Viene preparato un grd

aute Ognuno di noi è importante per il Sigd

rI d'ai suoi tempi, noi oggi dobbiamo far emergef L4 m

steri, ma uno solo è il Signore; 6 vi so ouno solo è Dio, che opera tutto in tutti. 7 E a stazione particolare dello Spirito per l’util à

invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguagSpirito; a u per mezzo dello stesso n altro il dono

ni per mezzo dell’unico Spirito. 12 Come infatti il corpoo, h essendo a molte membra e tutte le membra, pur

solo, così anche Cristo. 13 E in realtàs

schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. 14 Ora il

corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. 15 Se il piede dicesse: “Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. 16 E se l’orecchio dicesse: “Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. 17

sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? 18 Ora, inha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha volu19 Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20 Invemolte sono le membra, ma uno solo è il corpo. 27 Ora voi siete corpo diCristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.

Canto

Gv.6,1-14 opo questi fD

Tiberìade una grande folla lo segsugli infermi Gesù salì sulla montagna e là3

discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5 Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? ”. 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. 7 Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. 8 Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente? ”. 10 Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. 11

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. 12 E quando furono saziati, disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: “Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo! ”. 15 Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

Offertorio. ssere presentati i lavori che hanno animato il cammino e intanto

Gesto simbolico lla stretta di mano ci si scambiano

Possono eviene costruito il puzzle.

Insieme agli auguri scritti all'inizio della celebrazione