Premio Premio - Sfogliami.it · Il vascello fantasma ... gonisti assoluti per gran parte...

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Tutti i diritti spettano a:

Associazione Culturale

Orizzonte contemporaneO

Via Siracusano, 43/B

98040 - Venetico (ME)

www.orizzontecontemporaneo.it

In copertina:

Roberto Morreale,

La Crocefissione,

2014,

foto ghiaccio, cristallo, vinile, 50x70 cm

Titolo originale:

Premio Premio

Orizzonte contemporaneOOrizzonte contemporaneO

1ª Edizione 20141ª Edizione 2014

Esposizione Nazionale d’Arte

Contemporanea

Premio Premio Orizzonte contemporaneOOrizzonte contemporaneO

1ª Edizione 20141ª Edizione 2014 Esposizione nazionale d’arte contemporanea

Catalogo e Progetto di Allestimento

a cura di:

Marina Ciangoli

Editing e Progetto grafico:

Donata Saccà

Ufficio Stampa:

Valeria Ottaviano

Giuria interna:

Marina Ciangoli

Valeria Ottaviano

Donata Saccà

Giuria esterna: Giovanni Ancona

Claudio Carnicci

Cecilia Paolini

Mostra organizzata da:

Artisti:

Roberto Morreale,

Giampiero Abate, Laura Andreuzzi,

Alessandro Battistini, Salvo Bennardello,

Giulia Bragaglia, Paolo Bufalini,

Eduardo D’Acunzo, Luca Maria Marin,

Gianni Mazzesi, Paola Paesano,

Alessandro Pastore, Giuseppe Sergi,

Nazareno Spinelli, Luan Zaganjori

Commenti alle opere:

Marina Ciangoli,

Valeria Ottaviano

Mostra promossa con il patrocinio di:

Premio Orizzonte contemporaneOPremio Orizzonte contemporaneO 1ª Edizione 20141ª Edizione 2014

Esposizione Nazionale d’Arte Contemporanea

SOMMARIO

Premio Orizzonte contemporaneO 1ª Edizione

2014..............................................................................

Biografia Roberto Morreale .....................................

La Crocefissione ...........................................................

Abuso ..........................................................................

Desiderio ......................................................................

Il Sabbah ......................................................................

Influorescenze di ghiaccio ............................................

La solitudine (preghiera) .............................................

La voce .........................................................................

Martini rosé .................................................................

Mater lacrimarum .......................................................

Prigioniera del cielo .....................................................

Voci del silenzio ...........................................................

Tremor city B velvet ....................................................

Tremor city Post nucleare ...........................................

Tremor city Boreal .......................................................

Tulipano giallo .............................................................

Biografia Giampiero Abate ......................................

Respiro! ........................................................................

Biografia Laura Andreuzzi ......................................

L‘anima oltre il corpo ...................................................

Biografia Alessandro Battistini ...............................

Il vascello fantasma ......................................................

Biografia Salvo Bennardello......................................

Rwanda .........................................................................

Biografia Giulia Bragaglia .........................................

Una vita dentro gli occhi ...............................................

Biografia Paolo Bufalini .............................................

I figli di Adamo..............................................................

Biografia Eduardo D’Acunzo ...................................

Abbraccio familiare .......................................................

Biografia Luca Maria Marin ......................................

L’inganno della verità ...................................................

Biografia Gianni Mazzesi ..........................................

Yamabushi (Le garanzie dell'imperfetto) ......................

Biografia Paola Paesano <<....................................

Omaggio ad Eduardo de Filippo, Io vulesse truva'

pace ................................................................................

Biografia Alessandro Pastore ...................................

Urlo silente ....................................................................

Biografia Giuseppe Sergi ...........................................

Appese ...........................................................................

Biografia Nazareno Spinelli ......................................

Voluttuosa .....................................................................

Biografia Luan Zaganjori ..........................................

God of war .....................................................................

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Premio Orizzonte contemporaneO

1ª Edizione 2014

Una fitta ragnatela d’intenzioni, idee, tecniche, si

diramano nel ganglio artistico-culturale contempo-

raneo, così estremamente variegato, tale da rende-

re ancor più necessario che, ogni artefatto cultura-

le, emerga dalla mistura babelica della prosaicità,

nella quale ci ha condotto, nel bene e nel male, il

processo di massificazione.

Il Premio Orizzonte contemporaneO, nella sua pri-

ma edizione, intende incedere il passo verso una

mappatura della scena artistica italiana, dando vo-

ce ad ogni talento e ad ogni espressione artistica,

posto l’assunto che, nella moltitudine delle tecni-

che e delle tematiche contemporanee, il genio non

possa risiedere in un genere solo.

Il concorso sarà occasione prolifica di confronto fra

artisti, esperti, appassionati d’arte e un vasto pub-

blico, creando una piattaforma di diffusione e va-

lorizzazione artistico-culturale di cui c’è sempre un

urgente bisogno.

Ecco perché, i partecipanti, potranno presentarsi

non solo nell’ever green rappresentato dalla pittura,

ma anche nella scultura, fotografia, istallazione,

videoarte, disegno-illustrazione, e persino nella

performance.

Accadrà di assistere, dando spazio a cifre stilistiche

tanto diverse, ad un’apparente contraddizione, se

non si considera che, la contaminazione o, al contra-

rio, la barriera netta di elementi culturologici alti ed

elementi subculturali, sono divenuti la norma. Il su-

blime, l’ironia, il grottesco, la malinconia, e

quant’altro, sono il climax imperante dell’era artisti-

ca contemporanea, che possono coesistere come non.

Per far si che la norma divenga familiare, ogni frui-

tore, con mente aperta e libera da retaggi, farà suo

questo climax culturale e transculturale, addentran-

dosi in una complessa molteplicità, quand’anche – e

non è un ossimoro -, appaia estremamente semplice.

Se ad oggi, l’estetica del Bello quanto l’estetica del

Brutto, hanno il medesimo peso discorsivo, e una

pari potenzialità d’incidenza sullo sviluppo cultu-

rale; diviene fisiologico che nuovi codici e medium

culturali si approprino di modelli creativi, forme e

contenuti estetici dell’attualità intrinseca ai giorni

nostri, anziché risolvere problemi culturali sorti

nel passato. Il conflitto, che persiste tra le soluzioni

del passato e quelle del presente, lascia presuppor-

re che non si sia arrivati ad una maturità d’intento,

ma ciò non toglie, ed è essenziale, che è dal caos –

visto come momento metamorfico - che l’ordine

costruisce la sua struttura signoreggiante.

La scena artistica italiana, delineata dal concorso,

sarà allestita nella prestigiosa ed elegante sede stori-

ca della Cascina Farsetti, all’interno del nobiliare

Parco di Villa Doria Pamphilj, che da anni ospita ma-

nifestazioni legate all’arte e alla cultura, quale pro-

scenio ideale, e quale legante, di un processo cultu-

rale mai arrestato, ponendo ogni spettatore dinanzi

una finestra di un fremente lavorio verso il Rinasci-

mento del domani.

Le opere finaliste della manifestazione, si faranno

esempio e segno di un attento sguardo da presso su

ciò che fermenta - per parafrasare un’espressione del

mondo underground musicale -, nei ‚garage‛ e nelle

‚cantine‛, dove tutto, ha sempre inizio…

Marina Ciangoli

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Il vincitore del Premio Il vincitore del Premio Orizzonte contemporaneOOrizzonte contemporaneO

1ª Edizione 2014:1ª Edizione 2014: Roberto MorrealeRoberto Morreale

Biografia Roberto Morreale Nato a Milano nel ‘56 dove ha vissuto fino al 1998.

Dopo un anno in Slovenia e due anni a Fuerteven-

tura (Canarie) si trasferito ad Arenzano (GE)

‚sobborgo di Genova un tempo famoso per la coltivazio-

ne delle fragole, oggi conosciuta per il camperismo sel-

vaggio‛.

Ha vissuto un periodo della sua vita in un paesino

tra i monti, dove la neve e il ghiaccio erano i prota-

gonisti assoluti per gran parte dell’anno. Il ricordo

di quei silenzi e di quegli effetti non l’hanno mai

abbandonato, tanto da divenire la principale fonte

della sua ricerca artistica.

La Crocefissione Di Arenzano, Genova, dove vive e lavora, Roberto

Morreale rientra in un ambito di progettualità, di

lavoro pensato, eppure, al contempo, viene lasciato

germinare, per poi fermare quell’attimo di raccon-

to nello scatto fotografico. Le sue non sono fotogra-

fie di grado zero, dove domina la freddezza ogget-

tiva dell’obiettivo fotografico, si sale di grado: la

realtà viene manomessa, alterata ed esaltata, trami-

te la colorazione del ghiaccio, che dà vita a forme e

racconti visivi, quando astratti, quando riconosci-

bili in assonanza col dato reale, e ne emergono

composizioni di vivacità cromatica e gestualità

compiuta dal caso e dalla natura. Morreale, col suo

obiettivo va alla ricerca di fratture, prominenze e

campiture precise che in seguito cattura in un eter-

no istante, come avviene nella Crocefissione, opera

vincitrice del Premio Orizzonte contemporaneO.

di Marina Ciangoli

La Crocefissione

In un momento di crisi sociale come quella che

stiamo vivendo, l’opera di Roberto Morreale si in-

serisce in un contesto di speranza perché dopo il

momento tragico come quello della crocefissione,

che nel mondo contemporaneo potremmo estende-

re non solo alla figura di Cristo ma a coloro che

soffrono e che vivono le difficoltà e si portano die-

tro il peso della sofferenza, a prescindere dalla reli-

gione alla quale appartengono le persone. Da que-

sta crocefissione, ci sarà la rinascita perché dopo

tanta sofferenza, quello che ci salva dal morire

dentro è la speranza che da lì in poi ci sarà la forza

per essere più felici. Il tutto reso con la fotografia

che con le sue imperfezioni del materiale naturale

fa spiccare ancora di più la sofferenza e la luce del-

la ripresa della persona.

di Valeria Ottaviano

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Roberto Morreale, La Crocefissione, 2014, foto ghiaccio cristallo vinile, 50x70 cm

11

Roberto Morreale, Abuso, 2014, foto ghiaccio e disegno vinile, 50x70 cm

12

Roberto Morreale, Desiderio, 2015, foto ghiaccio cristallo vinile, 50x70 cm

13

Roberto Morreale, Il Sabbah, 2015, foto ghiaccio cristallo vinile, 50x70 cm

14

Roberto Morreale, Influorescenze di ghiaccio, 2014, foto ghiaccio cristallo vinile, 60x60 cm

15

Roberto Morreale, La solitudine (preghiera), 2015, foto ghiaccio cristallo vinile, 50x70 cm

16

Roberto Morreale, La voce, 2014 foto ghiaccio cristallo vinile 50x50 cm

17

Roberto Morreale, Martini rosé, 2014, foto ghiaccio disegno vinile, 70x70 cm

18

Roberto Morreale, Mater lacrimarum, 2015, foto ghiaccio cristallo vinile, 50x70 cm

19

Roberto Morreale, Prigioniera del cielo, 2014, foto ghiaccio cristallo vinile, 50x70 cm

20

Roberto Morreale,Voci del silenzio, 2015, foto ghiaccio cristallo vinile, 50x70 cm

21

Roberto Morreale, Tremor city B velvet, 2015, foto ghiaccio disegno vinile, 50x60 cm

22

Roberto Morreale, Tremor city Boreal, 2015, foto ghiaccio disegno vinile, 50x70 cm

23

Roberto Morreale, Tremor city Post nucleare, 2015, foto ghiaccio disegno vinile, 50x70 cm

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Roberto Morreale, Tulipano giallo, 2014, foto ghiaccio cristallo, vinile 60x70 cm

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I finalisti del Premio I finalisti del Premio Orizzonte contemporaneOOrizzonte contemporaneO

1ª Edizione 2014:1ª Edizione 2014: Giampiero Abate, Laura Andreuzzi, Giampiero Abate, Laura Andreuzzi,

Alessandro Battistini, Salvo Bennardello, Alessandro Battistini, Salvo Bennardello, Giulia Bragaglia, Paolo Bufalini, Giulia Bragaglia, Paolo Bufalini,

Eduardo D’Acunzo, Luca Maria Marin, Eduardo D’Acunzo, Luca Maria Marin, Gianni Mazzesi, Paola Paesano, Gianni Mazzesi, Paola Paesano,

Alessandro Pastore, Giuseppe Sergi, Alessandro Pastore, Giuseppe Sergi, Nazareno Spinelli, Luan Zaganjori Nazareno Spinelli, Luan Zaganjori

Biografia Giampiero Abate

Nato nel 1970, autodidatta nelle passioni: dall'arte

all'informatica.

Dagli anni ‘90 scopre e si avvicina alla tecnica

dell'aerografia che lo conduce a fondare l'Associa-

zione Italiana Aerografisti e diventa uno dei prin-

cipali attori del panorama nazionale del settore.

Nel 2014 frequenta un corso di disegno con Riccar-

do Mannelli e inizia a fondere nella sua produzio-

ne l’aerografia con le altre tecniche, anche di dise-

gno nella ricerca di un’espressione non del tutto

iperrealista.

Dal 2008 approda al mondo delle mostre d’arte,

partecipandovi attivamente sia in qualità di artista

che organizzatore, riscuotendo successo di pubbli-

co e critica: aprile 2010 L'Aquila non si muove, com-

parendo nella prima pubblicazione di catalogo,

finalista nel Premio Roma 2010, due personali di cui

una al M.A.C.RO. Testaccio La Pelanda - Roma in

occasione dell’evento Uni(ci)tà d’Italia nel 2011,

nello stesso anno selezionato per L'arte non è cosa

nostra curata da Vittorio Sgarbi - Evento di chiusu-

ra Biennale di Venezia – Padiglione Italia – Sala

Nervi del Palazzo delle Esposizioni, infine 2014

finalista espositore in Adrenalina Premio Arte Con-

temporanea – M.A.C.RO. La Pelanda - Roma.

Respiro!

Artista eclettico, il romano Giampiero Abate usu-

fruisce di svariati medium artistici, extra-pittorici e

tradizionali che siano, per planare con agilità e si-

curezza su linguaggi e tematiche della contempo-

raneità. In un’opera come Respiro!, se da un lato

abbiamo una resa pittorica impeccabile, dai pas-

saggi cromatici morbidi e vellutati tali da rendere i

volumi pienamente partecipi dello spazio senza

eccessi, dall’altro abbiamo un polimaterismo catra-

moso extra-artistico di resine e sabbia, che suppor-

ta e coadiuva il messaggio ben chiaro definito

dall’immagine: l’oppressione soffocante e

l’avanzamento serpeggiante delle avversità, non

sono e non devono essere più forti e resistenti

dell’autodeterminazione, che fa sì che, si riemerga,

seppur con disperazione ed enorme sforzo, da

quell’unico varco che la speranza ci ha fatto trova-

re, e riprendere possesso di ciò che ci appartiene: la

vita.

M.C.

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Giampiero Abate, Respiro!, 2012, acrilico ad aerografo, resine, sabbia su tela, 100x150cm

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Biografia Laura Andreuzzi

Nata a Marino nel 1973 dove vive e lavora.

Sin da piccola ha coltivato la passione per l’arte

grazie a suo padre e al professore di liceo Manlio

Rondoni, ha proseguito gli studi presso la presti-

giosa Scuola dell’Arte della Medaglia di Roma, do-

ve ha appreso tecniche per la modellazione di mi-

niature e per la realizzazione di gioielli a cera per-

sa.

All’artista sono stati commissionati nel corso degli

anni importanti gruppi bronzei presenti in società

e istituti privati.

L’anima oltre il corpo

In questa scultura l’autrice mette in luce la com-

pletezza della persona, la quale non è costituita dal

solo corpo ma anche dall’anima, che nelle sue tante

sfaccettature è visibile nella scultura

dall’andamento irregolare. In essa si mostrano le

curve morbide, gli spigoli, il lento pendere verso

un lato, simbolo di una attenzione e percezione

degli input che vengono dall’esterno, e dalla quale

l’anima ne risente in tutta la sua interezza e dando

dimostrazione dell’ascolto che essa ha per il corpo

e per l’ambiente circostante.

V.O.

30

Laura Andreuzzi, L’anima oltre il corpo, 2013, resina bianca, 55x38 cm

31

Biografia Alessandro Battistini

Nato a San Polo dei Cavalieri nel 1965. Fin

dall’infanzia frequenta la bottega di famiglia dove

il bisnonno, il nonno ed il papà gli trasmettono no-

zioni tecniche e rispetto per il legno.

All’età di 15 anni le lezioni di un mastro tornitore

potenziano la sua passione creativa.

Con il passare del tempo si scopre attratto dalla

tecnica dell’intarsio e con il prezioso supporto del

testo di Pierre Ramond Trattato d’intarsio, comincia,

da autodidatta, a realizzare i primi lavori in tema.

Solo dalla fine dello scorso anno espone le sue ope-

re.

Tra gli apprezzabili riconoscimenti si possono an-

noverare il premio del pubblico alla V edizione del

concorso ‚Il sapere delle mani‛ a Nazzano (RM), la

partecipazione a Bucolica a Vaprio D’Adda (MI), il

secondo premio al concorso Premio accademico in-

ternazionale di poesia e arte contemporanea Apollo Dio-

nisiaco. Partecipa finalista al concorso Aracne – Arti

per la città 2014, e da Gennaio espone le sue opere,

mensilmente fino a Luglio presso l’ex Lanificio di

Roma. È finalista a Romart Biennale internazionale

di arte e cultura.

Il vascello fantasma

Con l’opera Il vascello fantasma l’artista dà prova

della sua manualità sul legno, riuscendo a perso-

nalizzarlo e a dargli un’anima; quell’anima che ci

permette di cogliere la musicalità del violino, con

il suo piedistallo che sembra porlo al primo piano,

in una fonte di luce che lo illumina come se da esso

derivasse la musica del cuore, che si lascia traspor-

tare dalle onde dei sentimenti, in un alternarsi tra

alti e bassi, tra la pace interiore e la lotta per la so-

pravvivenza, ma dove vince il fluttuare della tran-

quillità e serenità del suono dolce del violino.

V.O.

32

Alessandro Battistini, Il vascello fantasma, 2014, tecnica mista, supporto espositore 45X45x95 cm e scafo 100X26X26 cm

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Biografia Salvo Bennardello

Scultore, disegnatore, pittore e designer, nasce a

Tripoli nel 1949.

Da più di trent’anni è impegnato nella realizzazio-

ne di moltissime opere d’arte pubbliche, anche nel

campo dell’arte sacra, tra cui le più importanti so-

no: le sculture in marmo e quelle in bronzo, non-

ché l’imponente struttura lignea dell’organo a can-

ne, nella chiesa S. Michele Arcangelo in Aprilia

(1993); il parco esterno e interno dell’Ospedale I-

COT di Latina con i gruppi scultorei L’Accoglienza,

Il Buon Samaritano, La Scienza e la Medicina, L’albero

ortopedico (2002); a Firenze ,il bronzo Il Consolatore

per il parco dell’ospedale GIOMI (2006); il grande

portone bronzeo per la chiesa Regina Mundi a Na-

poli (2008).

Partecipa a varie esibizioni, delle quali la più im-

portante è quella curata da Vittorio Sgarbi, che si

svolge nel 2014 a Venezia, dove Salvo espone i

bronzi La competizione e Il saggio e l’allievo.

Rwanda

L’opera rappresenta il dolore di una madre e del

suo bambino, vittime della guerra nel genocidio

avvenuto in Ruanda nel 1994, ma che si può esten-

dere ad uno scenario riguardante tutte le guerre,

anche quelle che si stanno svolgendo in questo pe-

riodo in un silenzio assordante. C’è l’urlo della

donna che grida il suo dolore, che cerca di difende-

re con tutti i mezzi che ha a disposizione il proprio

bimbo. Questo strazio umano al quale sono state

sottoposte le donne africane è purtroppo una te-

matica attuale che deve essere affrontata con se-

rietà, affinché simili drammi non avvengano più.

V.O

34

Salvo Bennardello, Rwanda,1996, bronzo, 80X60X60 cm

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Biografia Giulia Bragaglia

Nata a Roma, in un piccolo appartamento davanti

al Colosseo che ricorda a malapena, il nel 1990.

Sin da piccola disegnare è stata la sua grande pas-

sione (prima scarabocchiato e solo dopo disegna-

to), ispirata per lo più dai lungometraggi animati

di Walt Disney, uomo geniale, che attraverso le

animazioni precise ed emozionanti, scatenava in

lei grande fantasia.

Durante la scuola media pensa di fare il Liceo Ar-

tistico, ma poi si decide per il Liceo Classico.

Dopo il diploma, intraprende la carriera universi-

taria, laureandosi in Logopedia presso l’Università

di Roma Tor Vergata con il massimo dei voti. Ma

ha sempre, però, coltivato la sua passione e da di-

versi anni segue un corso di disegno e pittura pres-

so una scuola privata.

Una vita dentro gli occhi

Lo sguardo della bambina colpisce lo spettatore,

raccontando la sua breve ma intensa vita. Gli occhi

di un celeste intenso evidenziano ancora di più il

candore della sua giovane età. La posa delle mani

sul volto sottolineano il candore del soggetto. I co-

lori del velo che le coprono il capo non fanno altro

che aumentare la purezza e la forza morale che

questa giovane donna dimostra.

Tutte le speranze, tutti i sogni che lei ha sono vivi

nei suoi occhi, sono il simbolo di ciò che lei vuole

diventare affinché possa essere orgogliosa di se

stessa e della vita che andrà a costruirsi, rendendo-

la una donna felice.

V.O.

36

Giulia Bragaglia, Una vita dentro gli occhi, 2014, matita su carta, 20x23 cm

37

Biografia Paolo Bufalini

Nato a Roma nel 1994.

Dopo aver conseguito la maturità classica presso il

liceo E. Q. Visconti, si trasferisce a Bologna, dove

nel 2013/14 inizia a frequentare il corso di Pittura

presso l’Accademia di Belle Arti.

Dopo alcune piccole esposizioni in contesti infor-

mali, ottiene un finanziamento tramite una campa-

gna di crowdfunding per produrre i suoi lavori e,

nel Giugno 2014, partecipa ad una collettiva di stu-

denti organizzata da Mostr’arti presso Villa Lippa-

rini, a Bologna.

I figli di Adamo

Un fil rouge che ripercorre instancabilmente la sto-

ria dell’uomo, dall’antichità ad oggi. Dal sacro al

profano, un elemento interiore è rimasto comune:

la colpa. Il giovanissimo e già promettente Bufali-

ni, monta su un’architettura sintetica e chiara del

concetto di colpa che veste le sembianze di uno

scheletro lacrimante di coccodrillo, pentito solo

superficialmente, senza profondo riscatto, come

proverbio vuole, poggiante sulle colonne in stile

ionico, simbolo di un passato che resta ancorato al

presente. Ed è proprio la reiterazione

dell’immagine, nel gioco di riflessi infiniti, che il

simulacro della colpa manifesta la sua eterna natu-

ra, la quale si tramanda di generazione in genera-

zione: dall’antichità (le colonne ioniche), alla lunga

e attuale epoca cristiana (noi, i figli di Adamo), fi-

no al moderno laicismo (il coccodrillo).

M.C.

38

Paolo Bufalini, I figli di Adamo, 2014, installazione polimaterica, 200x160x60 cm

39

Biografia Eduardo D’Acunzo

Nato a Napoli nel 1947 è in possesso del diploma

di maestro d'arte applicata (decor. Plastica) conse-

guito a Napoli nel 1968 è in possesso del diploma

di Accademia di belle arti (Scultura) conseguito a

Napoli nel 1972 allievo dello scultore A. PEREZ

docente nell'istruzione artistica di discipline plasti-

che e progettazione dal 1975 al 2006. Dal 1968 ad

oggi ha partecipato a mostre collettive e personali

sul territorio italiano sia come pittore che come

scultore.

A tutt’oggi è impegnato nella ricerca artistica e

nell'insegnamento della ceramica nelle scuole ele-

mentari.

Al suo lavoro si sono interessati i critici d'arte: Vi-

taliano Corbi, Gino Grassi, Gaetano Romano ed

Enzo Bilotta.

Abbraccio familiare

L’artista in quest’opera ha voluto scolpire la tene-

rezza familiare rappresentandola con un abbraccio

che unisce due persone. Unite non solo dalle brac-

cia ma anche dai capelli, in un rapporto biunivoco

contraccambiato pur non guardandosi negli occhi.

D’Acunzo con questa scultura vuole dare la sensa-

zione di forza che solo la famiglia può dare, quella

forza che garantisce la certezza che qualunque dif-

ficoltà si può superare con l’unione, con

l’abbraccio e con la voglia di essere uniti in ogni

situazione.

V.O.

40

Eduardo D’Acunzo, Abbraccio familiare, 2012, terracotta invetriata tuttotondo base, 18x22cm

41

Biografia Luca Maria Marin

Nato nel 1964, ha compiuto gli studi artistici a Ve-

nezia, che è stata e rimane tuttora luogo di ispira-

zione se non, a volte, materia stessa di molte sue

composizioni.

Ancora giovane intraprende l'attività di decoratore

e dipintore e ben presto la padronanza delle tecni-

che, la confidenza con vari materiali e l'innato

buon gusto, gli consentono di collaborare con ar-

chitetti di prestigio, ad operare delicati restauri:

palazzi, alberghi, ville d'epoca, dapprima a Vene-

zia, poi spesso anche a Milano, Roma, Torino, Bre-

scia, Modena e Genova, altra città molto amata.

Si presenta l'opportunità di soggiorni all'estero, a

Basilea, Zurigo, Ginevra, Vienna, Parigi, le grandi

mitteleuropee che sono preziose "maestre" di vita,

per chi come Marin, anima vagabonda e curiosa,

ne sappia cogliere il genius. Lavorerà alcuni mesi

anche in Asia, Hong Kong, come a Canton, e a

Bangkok in Thailandia.

Si trasferisce a Roma, a Parigi, a Montecarlo, in

Costa del Sol, e di nuovo in Cina, a contatto con

importanti "creatori" dell'immagine esteriore.

L’inganno della Verità

La decadenza e l’inesorabilità temporale come lo-

goramento della materia, sono fra i punti ricorrenti

della ricerca artistica del veneziano Luca Maria

Marin. Ne L’inganno della verità, spicca tuttavia

l’altra essenzialità della poiesi di Marin: il tempo fa

sì che la materia deperisca in un processo entropi-

co inarrestabile di annullamento e annichilimento,

ben reso in quest’opera che sotto lo sguardo si

sfrangia, ma per riscattarsi in seguito in altra es-

senza e vita, seguendo il motto del ‚nulla si di-

strugge, tutto si trasforma‛. Materia e oggetto, con

una lunga storia alle spalle, divengono forma ed

espressione d’arte, riappropriandosi del ruolo se-

colare di cura e risollevamento socio-ambientale.

M.C.

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Luca Maria Marin, L'inganno della verità, 2013, tecnica mista su tavola, 110x61x5 cm

43

Biografia Gianni Mazzesi

Nato in Romagna, fotografa da quando è adole-

scente e dopo molti anni di sviluppo e stampa, di

recente ha ripreso a curare le sue opere, utilizzan-

do sempre più il ready-made e altre forme artisti-

che, in connubio con l’installazione fotografica.

Conduce gruppi sulla visione creativa, portando la

sua ventennale esperienza di accompagnamento in

diversi workshop come La presenza del fotografo: il

corpo fuori macchina e in Quantum leap: l’artista foto-

grafo.

Tra i vari luoghi ha esposto a Torino, Roma

(Macro Testaccio), Milano, Lucca, Verona, Catania,

Paternò, Bagnacavallo, Crevalcore, Ravenna, Reg-

gio Emilia (Palazzo Magnani) e Barcellona.

Come attore e performance pratica teatro e soprat-

tutto con il laboratorio teatrale permanente Le Belle

Bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso.

Attualmente frequenta il percorso di ceramica sot-

to la guida di Fosca Boggi e di incisione con Liliana

Santandrea, alla Scuola dʼArte Ramenghi di Ba-

gnacavallo (RA).

Yamabushi - Le garanzie dell'imperfetto

La tecnica della ricorrenza dell’immagine,

nell’opera presentata, non va letta come reiterazio-

ne meccanica di una nichilista serialità, ma piutto-

sto come eco di una ricerca di rapporto osmotico

ed empatico tra uomo e natura, di una condizione

comunicativa fatta di silenzi mistici, capaci di com-

piere la necessaria catarsi.

Mazzesi fonde formalmente natura e uomo, cattu-

randone le rispettive ombre, scegliendo un punto

di vista dal basso all’alto: il riscatto non può che

avvenire in quest’ordine, agevolando di fatto la

fruizione dello spettatore, indicandogli

l’atteggiamento corretto da assumere ed emulare.

Yamabushi (= colui che si trova, si nasconde tra le

montagne) è altresì un omaggio a Joseph Beuys,

imponente e carismatica figura della contempora-

neità, che ha fatto propria la primordialità di ogni

essere, dove impercettibili sono le differenze tra

uomo, animale e vegetale.

M.C.

44

Gianni Mazzesi, Yamabushi (Le garanzie dell'imperfetto), 2008,

25 pannelli C-print, 25 x 25 cm montati su Gatorfoam, 133 x 133 cm

45

Biografia Paola Paesano

Nata a Napoli nel 1957. Fino al 1987 ha vissuto a

Bari dove ha terminato i suoi studi trasferendosi

poi a Casapulla (CE) dove tutt’oggi risiede.

È una veterinaria che lavora da molti anni in Terra

di lavoro dove il suo amore per gli animali e il suo

interesse di studiosa dell’anatomia degli stessi, si

esprimono e si concretizzano attraverso

un’istintiva capacità di modellare e dipingere con

una costante dovizia di particolari.

Ama anche fotografare e, questa sua passione la

aiuta nel catturare espressioni e angolazioni dei

suoi soggetti che poi rielabora sia pittoricamente

che con opere scultoree.

Ha inoltre partecipato, a numerose mostre e mani-

festazione, riscuotendo interesse e consensi.

Omaggio a Eduardo de Filippo, Io vulesse

truva’ pace

La bufala rappresentata è la metafora di un ani-

male che è riuscito a trovare rifugio e riparo dopo

un lungo viaggio che l’ ha portata a vincere la bat-

taglia per la sopravvivenza. La simbologia a cui

aspira ognuno di noi è quella di trovare un posto

sicuro dopo le tante peripezie affrontate, un posto

accogliente che ci garantisce la forza e la consape-

volezza che le difficoltà sono state superate o che

quelle che si incontreranno saranno più facili da

affrontare perché consapevoli della propria forza.

E la bufala è il soggetto più idoneo ad un collega-

mento con la terra perché, come l’artista Paesano ci

dice, ‚la bufala riflette in senso più generale la sua

condizione all’interno di un territorio flagellato,

dove si ritrova continuamente sotto i riflettori con

tutte le sue problematiche‛ ed è alla continua ricer-

ca di un senso di serenità, con la speranza di trova-

re un luogo più ospitale, in grado di accogliere il

suo bisogno di tranquillità.

V.O.

46

Paola Paesano, Omaggio ad Eduardo de Filippo, Io vulesse truva' pace, 2014, olio su tela, 60x80 cm

47

Biografia Alessandro Pastore

Nato nel 1984 a Bologna, dove vive e lavora. Sta

frequentando il corso di Fumetto e Illustrazione

presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.

La sua ricerca è rivolta all’introspezione, per trova-

re quei luoghi sconosciuti dentro l’uomo contem-

poraneo e allo loro interazione con l’esterno.

Nel 2015 partecipa alla mostra Per inciso, curata da

N. Bonini presso l’ABABO e alla mostra Comix

competition (int.) curata da Fumetto International

Comix-Festival Lucerne.

Nel 2014 pubblica sulla rivista IBC (Numero 4,

Ottobre/ Dicembre) per il progetto Vivi il verde.

Nello stesso anno collabora con la rivista autopro-

dotta Merzbau e alla coproduzione al gruppo

Qblai.

Urlo silente

Fin dai suoi esordi nel XV secolo, la tecnica inciso-

ria è divenuta tra i linguaggi prediletti di diffusio-

ne del pensiero e della forma artistica. Nell’era

massima delle riproducibilità dell’arte, Alessandro

Pastore, giovane studente dell’Accademia delle

Belle Arti di Bologna, utilizza l’acquatinta e

l’acquaforte per veicolare un messaggio quanto

mai drammatico, l’urgenza di fuggire e distaccarsi

dalla vita, manifestato dall’esattezza anatomica,

che lascia trasparire le membra sotto la pelle, come

in cerca dello spirito dolente, enunciato

dall’ossimoro del titolo. La forma marca una volta

di più il contenuto: i segni graffiati dell’incavo del-

la tecnica incisoria sulla lastra di zinco, sono la

propagazione del grido silenzioso.

M.C.

48

Alessandro Pastore, Urlo Silente, 2014, Acquaforte e Acquatinta ,15,5x17cm

49

Biografia Giuseppe Sergi

Nato a Reggio Calabria nel 1981 e si è dedicato alla

pittura dopo aver concluso gli studi tecnici.

Gli anni dal 1990 al 2000 sono stati quelli dello stu-

dio del disegno e della pittura in una scuola priva-

ta mentre a partire dal 2007 inizia la sua partecipa-

zione a rassegne in spazi pubblici in Italia.

La sua pittura iniziale si basa molto sulla forza del

segno e la rapidità del gesto, infatti, nel 2011 viene

selezionato, con una serie di dipinti, dalla Galleria

di Modenarte.

Tra il 2011 e il 2014 la sua arte si concentra sul te-

ma dei ritratti, utilizzando il disegno come tecnica

d’espressione e focalizzandosi più sul particolare:

una sorta di studio del reale e del surreale,

sull’essenziale e ciò che è di contorno alla vita.

Particolare attenzione viene rivolta, negli ultimi

anni, allo studio e all’approfondimento della socie-

tà contemporanea.

Appese

Aleggia tra la ricercatezza e l’esattezza della mi-

mesi, contrapposta al gusto e alla tecnica del non-

finito, dell’accenno voluto quasi bozzettistico. At-

tratto dal cosmo femminile, dalla condizione di

sofferenza interiore, finanche al senso

dell’apparire, Giuseppe Sergi in quest’opera, speri-

menta e fonde due grammatiche in contrapposizio-

ne, quella dell’installazione, prettamente contem-

poranea, a quella tradizionale e raffinata del dise-

gno a matita. Donne, ‚appese come abiti al sole‛ ci

dice l’autore, nella loro condizione di precarietà, in

una società ancora dominata dal maschio, tuttora

soggetta a violenze. Tuttavia, i loro volti, le fattez-

ze, gli atteggiamenti di assoluta quotidianità, si

pongono in rapporto fiero, diretto e dialogante col

fruitore, pronte a non sottomettersi a nessuna do-

minanza.

M.C.

50

Giuseppe Sergi, Appese, 2014, Matita su carta, filo zincato e grucce , Installazione

51

Biografia Nazareno Spinelli

Scultore e pittore autodidatta, nasce a Cammarata

(Ag), nel 1965; ultimo di 8 figli. Vince la prima se-

lezione nel concorso-disegno della scuola media in

favore della Comunità Europea.

Si iscrive all’IPSIA, dove nel 1984 si diploma come

Tecnico delle industrie chimiche.

Nell’85 abbandona gli studi alla facoltà di Veteri-

naria di Messina.

Nell’86 durante il servizio di leva, a Verona, ese-

gue il primo dipinto su tavola. Nel 1990 inizia la

carriera di Insegnante a Parma. Nel 1996 partecipa

alla mostra Nazionale Cristoforo Marzaroli a Sal-

somaggiore Terme(PR).

Rientra in Sicilia nel 98. Nel 1999 esegue la prima

scultura di pietra, continua con il legno, questi

materiali però non riescono a soddisfarlo piena-

mente. Nel 2011 decide di provare con l’alabastro,

materiale che ha la lavorabilità del legno e la du-

rezza della pietra.

‚Quando scolpisco, mi sento libero, posso entrare

a far parte del mondo, plasmando la pietra riesco a

liberare immagini che altrimenti resterebbero, im-

prigionate: poiché nessuno se ne accorgerebbe

mai‛.

Voluttuosa

La donna scolpita è simbolo di colei che è incline

ai piaceri dei sensi; la scultura dimostra che la don-

na è anche altro, è colei che con i suoi movimenti e

con il suo sguardo curioso vuole esplorare il mon-

do, con le mani si copre il volto quasi a volersi

proteggere da una realtà che la rende quasi timoro-

sa di fronte a quello che sta osservando.

L’artista è stato in grado di modellare l’alabastro e

dargli un’anima umana: in essa è presente il movi-

mento, in una spirale di torsione del corpo, dà voce

al pensiero, alle mani e a ogni singola parte di esso,

riportando una cura ed una attenzione verso i det-

tagli, anche quelli più piccoli ma che sono la dimo-

strazione della capacità manuale dello scultore.

V.O.

52

Nazareno Spinelli, Voluttuosa, 2014, alabastro di S. B. Platani (Ag ), 20x25x10 cm

53

Biografia Luan Zaganjori Nato a Scutari (Albania) nel 1989.

Si è diplomato presso il liceo artistico Prenke Jakova

a Scutari, con votazione 8.54/10.

Si è laureato nel 2012 al corso triennale di Scultura

all'Accademia di Belle Arti di Bologna, con tesi dal

titolo Resina e marmo, come possibile linguaggio arti-

stico contemporaneo, con votazione 108/110.

A Marzo del 2015 si è laureato al corso specialisti-

co di Decorazione per l’Architettura all'Accademia

di Belle Arti di Bologna, con tesi dal titolo Resine e

arte; per un diverso valore artistico della pavimentazio-

ne contemporanea, con votazione 110/110 con lode.

Attualmente vive e lavora come libero professioni-

sta a Bologna.

God of war

E non pare d’udire il tinnire di ogni singola mone-

ta, che come in uno stop motion, vanno ad affastel-

lare la tortuosa scultura? L’opera dell’albanese Za-

ganjori, bolognese d’adozione, nell’astrattismo si-

nuoso e curvilineo, manifesta un polemico inno ad

una immaginaria divinità potente, tuttavia negati-

va: il denaro. Non c’è un Cristo o un San Matteo

che tenga, non c’è ‚chiamata‛ a risollevare le sorti

di un’umanità materialista e avida, solo l’idolo del

vile denaro come attributo di un dio della guerra.

È dunque una cinica e concreta constatazione

sull’uso relativistico delle cose, che come di norma,

scade nel corruttivo e nell’effetto collaterale, e

sull’irta e lesta corsa verso un potere a tutti i costi,

in una cifra stilistica schietta e concreta.

M.C.

54

Luan Zaganjori, God of war, 2012, varie monete, acciaio inossidabile, 23x25x19 cm

55

C o n t a t t i

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