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Tutti i diritti spettano a:
Associazione Culturale
Orizzonte contemporaneO
Via Siracusano, 43/B
98040 - Venetico (ME)
www.orizzontecontemporaneo.it
In copertina:
Roberto Morreale,
La Crocefissione,
2014,
foto ghiaccio, cristallo, vinile, 50x70 cm
Titolo originale:
Premio Premio
Orizzonte contemporaneOOrizzonte contemporaneO
1ª Edizione 20141ª Edizione 2014
Esposizione Nazionale d’Arte
Contemporanea
Premio Premio Orizzonte contemporaneOOrizzonte contemporaneO
1ª Edizione 20141ª Edizione 2014 Esposizione nazionale d’arte contemporanea
Catalogo e Progetto di Allestimento
a cura di:
Marina Ciangoli
Editing e Progetto grafico:
Donata Saccà
Ufficio Stampa:
Valeria Ottaviano
Giuria interna:
Marina Ciangoli
Valeria Ottaviano
Donata Saccà
Giuria esterna: Giovanni Ancona
Claudio Carnicci
Cecilia Paolini
Mostra organizzata da:
Artisti:
Roberto Morreale,
Giampiero Abate, Laura Andreuzzi,
Alessandro Battistini, Salvo Bennardello,
Giulia Bragaglia, Paolo Bufalini,
Eduardo D’Acunzo, Luca Maria Marin,
Gianni Mazzesi, Paola Paesano,
Alessandro Pastore, Giuseppe Sergi,
Nazareno Spinelli, Luan Zaganjori
Commenti alle opere:
Marina Ciangoli,
Valeria Ottaviano
Mostra promossa con il patrocinio di:
Premio Orizzonte contemporaneOPremio Orizzonte contemporaneO 1ª Edizione 20141ª Edizione 2014
Esposizione Nazionale d’Arte Contemporanea
SOMMARIO
Premio Orizzonte contemporaneO 1ª Edizione
2014..............................................................................
Biografia Roberto Morreale .....................................
La Crocefissione ...........................................................
Abuso ..........................................................................
Desiderio ......................................................................
Il Sabbah ......................................................................
Influorescenze di ghiaccio ............................................
La solitudine (preghiera) .............................................
La voce .........................................................................
Martini rosé .................................................................
Mater lacrimarum .......................................................
Prigioniera del cielo .....................................................
Voci del silenzio ...........................................................
Tremor city B velvet ....................................................
Tremor city Post nucleare ...........................................
Tremor city Boreal .......................................................
Tulipano giallo .............................................................
Biografia Giampiero Abate ......................................
Respiro! ........................................................................
Biografia Laura Andreuzzi ......................................
L‘anima oltre il corpo ...................................................
Biografia Alessandro Battistini ...............................
Il vascello fantasma ......................................................
Biografia Salvo Bennardello......................................
Rwanda .........................................................................
Biografia Giulia Bragaglia .........................................
Una vita dentro gli occhi ...............................................
Biografia Paolo Bufalini .............................................
I figli di Adamo..............................................................
Biografia Eduardo D’Acunzo ...................................
Abbraccio familiare .......................................................
Biografia Luca Maria Marin ......................................
L’inganno della verità ...................................................
Biografia Gianni Mazzesi ..........................................
Yamabushi (Le garanzie dell'imperfetto) ......................
Biografia Paola Paesano <<....................................
Omaggio ad Eduardo de Filippo, Io vulesse truva'
pace ................................................................................
Biografia Alessandro Pastore ...................................
Urlo silente ....................................................................
Biografia Giuseppe Sergi ...........................................
Appese ...........................................................................
Biografia Nazareno Spinelli ......................................
Voluttuosa .....................................................................
Biografia Luan Zaganjori ..........................................
God of war .....................................................................
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Pg 38
Pg 39
Pg 40
Pg 41
Pg 42
Pg 43
Pg 44
Pg 45
Pg 46
Pg 47
Pg 48
Pg 49
Pg 50
Pg 51
Pg 52
Pg 53
Pg 54
Pg 55
5
Premio Orizzonte contemporaneO
1ª Edizione 2014
Una fitta ragnatela d’intenzioni, idee, tecniche, si
diramano nel ganglio artistico-culturale contempo-
raneo, così estremamente variegato, tale da rende-
re ancor più necessario che, ogni artefatto cultura-
le, emerga dalla mistura babelica della prosaicità,
nella quale ci ha condotto, nel bene e nel male, il
processo di massificazione.
Il Premio Orizzonte contemporaneO, nella sua pri-
ma edizione, intende incedere il passo verso una
mappatura della scena artistica italiana, dando vo-
ce ad ogni talento e ad ogni espressione artistica,
posto l’assunto che, nella moltitudine delle tecni-
che e delle tematiche contemporanee, il genio non
possa risiedere in un genere solo.
Il concorso sarà occasione prolifica di confronto fra
artisti, esperti, appassionati d’arte e un vasto pub-
blico, creando una piattaforma di diffusione e va-
lorizzazione artistico-culturale di cui c’è sempre un
urgente bisogno.
Ecco perché, i partecipanti, potranno presentarsi
non solo nell’ever green rappresentato dalla pittura,
ma anche nella scultura, fotografia, istallazione,
videoarte, disegno-illustrazione, e persino nella
performance.
Accadrà di assistere, dando spazio a cifre stilistiche
tanto diverse, ad un’apparente contraddizione, se
non si considera che, la contaminazione o, al contra-
rio, la barriera netta di elementi culturologici alti ed
elementi subculturali, sono divenuti la norma. Il su-
blime, l’ironia, il grottesco, la malinconia, e
quant’altro, sono il climax imperante dell’era artisti-
ca contemporanea, che possono coesistere come non.
Per far si che la norma divenga familiare, ogni frui-
tore, con mente aperta e libera da retaggi, farà suo
questo climax culturale e transculturale, addentran-
dosi in una complessa molteplicità, quand’anche – e
non è un ossimoro -, appaia estremamente semplice.
Se ad oggi, l’estetica del Bello quanto l’estetica del
Brutto, hanno il medesimo peso discorsivo, e una
pari potenzialità d’incidenza sullo sviluppo cultu-
rale; diviene fisiologico che nuovi codici e medium
culturali si approprino di modelli creativi, forme e
contenuti estetici dell’attualità intrinseca ai giorni
nostri, anziché risolvere problemi culturali sorti
nel passato. Il conflitto, che persiste tra le soluzioni
del passato e quelle del presente, lascia presuppor-
re che non si sia arrivati ad una maturità d’intento,
ma ciò non toglie, ed è essenziale, che è dal caos –
visto come momento metamorfico - che l’ordine
costruisce la sua struttura signoreggiante.
La scena artistica italiana, delineata dal concorso,
sarà allestita nella prestigiosa ed elegante sede stori-
ca della Cascina Farsetti, all’interno del nobiliare
Parco di Villa Doria Pamphilj, che da anni ospita ma-
nifestazioni legate all’arte e alla cultura, quale pro-
scenio ideale, e quale legante, di un processo cultu-
rale mai arrestato, ponendo ogni spettatore dinanzi
una finestra di un fremente lavorio verso il Rinasci-
mento del domani.
Le opere finaliste della manifestazione, si faranno
esempio e segno di un attento sguardo da presso su
ciò che fermenta - per parafrasare un’espressione del
mondo underground musicale -, nei ‚garage‛ e nelle
‚cantine‛, dove tutto, ha sempre inizio…
Marina Ciangoli
7
Il vincitore del Premio Il vincitore del Premio Orizzonte contemporaneOOrizzonte contemporaneO
1ª Edizione 2014:1ª Edizione 2014: Roberto MorrealeRoberto Morreale
Biografia Roberto Morreale Nato a Milano nel ‘56 dove ha vissuto fino al 1998.
Dopo un anno in Slovenia e due anni a Fuerteven-
tura (Canarie) si trasferito ad Arenzano (GE)
‚sobborgo di Genova un tempo famoso per la coltivazio-
ne delle fragole, oggi conosciuta per il camperismo sel-
vaggio‛.
Ha vissuto un periodo della sua vita in un paesino
tra i monti, dove la neve e il ghiaccio erano i prota-
gonisti assoluti per gran parte dell’anno. Il ricordo
di quei silenzi e di quegli effetti non l’hanno mai
abbandonato, tanto da divenire la principale fonte
della sua ricerca artistica.
La Crocefissione Di Arenzano, Genova, dove vive e lavora, Roberto
Morreale rientra in un ambito di progettualità, di
lavoro pensato, eppure, al contempo, viene lasciato
germinare, per poi fermare quell’attimo di raccon-
to nello scatto fotografico. Le sue non sono fotogra-
fie di grado zero, dove domina la freddezza ogget-
tiva dell’obiettivo fotografico, si sale di grado: la
realtà viene manomessa, alterata ed esaltata, trami-
te la colorazione del ghiaccio, che dà vita a forme e
racconti visivi, quando astratti, quando riconosci-
bili in assonanza col dato reale, e ne emergono
composizioni di vivacità cromatica e gestualità
compiuta dal caso e dalla natura. Morreale, col suo
obiettivo va alla ricerca di fratture, prominenze e
campiture precise che in seguito cattura in un eter-
no istante, come avviene nella Crocefissione, opera
vincitrice del Premio Orizzonte contemporaneO.
di Marina Ciangoli
La Crocefissione
In un momento di crisi sociale come quella che
stiamo vivendo, l’opera di Roberto Morreale si in-
serisce in un contesto di speranza perché dopo il
momento tragico come quello della crocefissione,
che nel mondo contemporaneo potremmo estende-
re non solo alla figura di Cristo ma a coloro che
soffrono e che vivono le difficoltà e si portano die-
tro il peso della sofferenza, a prescindere dalla reli-
gione alla quale appartengono le persone. Da que-
sta crocefissione, ci sarà la rinascita perché dopo
tanta sofferenza, quello che ci salva dal morire
dentro è la speranza che da lì in poi ci sarà la forza
per essere più felici. Il tutto reso con la fotografia
che con le sue imperfezioni del materiale naturale
fa spiccare ancora di più la sofferenza e la luce del-
la ripresa della persona.
di Valeria Ottaviano
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I finalisti del Premio I finalisti del Premio Orizzonte contemporaneOOrizzonte contemporaneO
1ª Edizione 2014:1ª Edizione 2014: Giampiero Abate, Laura Andreuzzi, Giampiero Abate, Laura Andreuzzi,
Alessandro Battistini, Salvo Bennardello, Alessandro Battistini, Salvo Bennardello, Giulia Bragaglia, Paolo Bufalini, Giulia Bragaglia, Paolo Bufalini,
Eduardo D’Acunzo, Luca Maria Marin, Eduardo D’Acunzo, Luca Maria Marin, Gianni Mazzesi, Paola Paesano, Gianni Mazzesi, Paola Paesano,
Alessandro Pastore, Giuseppe Sergi, Alessandro Pastore, Giuseppe Sergi, Nazareno Spinelli, Luan Zaganjori Nazareno Spinelli, Luan Zaganjori
Biografia Giampiero Abate
Nato nel 1970, autodidatta nelle passioni: dall'arte
all'informatica.
Dagli anni ‘90 scopre e si avvicina alla tecnica
dell'aerografia che lo conduce a fondare l'Associa-
zione Italiana Aerografisti e diventa uno dei prin-
cipali attori del panorama nazionale del settore.
Nel 2014 frequenta un corso di disegno con Riccar-
do Mannelli e inizia a fondere nella sua produzio-
ne l’aerografia con le altre tecniche, anche di dise-
gno nella ricerca di un’espressione non del tutto
iperrealista.
Dal 2008 approda al mondo delle mostre d’arte,
partecipandovi attivamente sia in qualità di artista
che organizzatore, riscuotendo successo di pubbli-
co e critica: aprile 2010 L'Aquila non si muove, com-
parendo nella prima pubblicazione di catalogo,
finalista nel Premio Roma 2010, due personali di cui
una al M.A.C.RO. Testaccio La Pelanda - Roma in
occasione dell’evento Uni(ci)tà d’Italia nel 2011,
nello stesso anno selezionato per L'arte non è cosa
nostra curata da Vittorio Sgarbi - Evento di chiusu-
ra Biennale di Venezia – Padiglione Italia – Sala
Nervi del Palazzo delle Esposizioni, infine 2014
finalista espositore in Adrenalina Premio Arte Con-
temporanea – M.A.C.RO. La Pelanda - Roma.
Respiro!
Artista eclettico, il romano Giampiero Abate usu-
fruisce di svariati medium artistici, extra-pittorici e
tradizionali che siano, per planare con agilità e si-
curezza su linguaggi e tematiche della contempo-
raneità. In un’opera come Respiro!, se da un lato
abbiamo una resa pittorica impeccabile, dai pas-
saggi cromatici morbidi e vellutati tali da rendere i
volumi pienamente partecipi dello spazio senza
eccessi, dall’altro abbiamo un polimaterismo catra-
moso extra-artistico di resine e sabbia, che suppor-
ta e coadiuva il messaggio ben chiaro definito
dall’immagine: l’oppressione soffocante e
l’avanzamento serpeggiante delle avversità, non
sono e non devono essere più forti e resistenti
dell’autodeterminazione, che fa sì che, si riemerga,
seppur con disperazione ed enorme sforzo, da
quell’unico varco che la speranza ci ha fatto trova-
re, e riprendere possesso di ciò che ci appartiene: la
vita.
M.C.
28
Biografia Laura Andreuzzi
Nata a Marino nel 1973 dove vive e lavora.
Sin da piccola ha coltivato la passione per l’arte
grazie a suo padre e al professore di liceo Manlio
Rondoni, ha proseguito gli studi presso la presti-
giosa Scuola dell’Arte della Medaglia di Roma, do-
ve ha appreso tecniche per la modellazione di mi-
niature e per la realizzazione di gioielli a cera per-
sa.
All’artista sono stati commissionati nel corso degli
anni importanti gruppi bronzei presenti in società
e istituti privati.
L’anima oltre il corpo
In questa scultura l’autrice mette in luce la com-
pletezza della persona, la quale non è costituita dal
solo corpo ma anche dall’anima, che nelle sue tante
sfaccettature è visibile nella scultura
dall’andamento irregolare. In essa si mostrano le
curve morbide, gli spigoli, il lento pendere verso
un lato, simbolo di una attenzione e percezione
degli input che vengono dall’esterno, e dalla quale
l’anima ne risente in tutta la sua interezza e dando
dimostrazione dell’ascolto che essa ha per il corpo
e per l’ambiente circostante.
V.O.
30
Biografia Alessandro Battistini
Nato a San Polo dei Cavalieri nel 1965. Fin
dall’infanzia frequenta la bottega di famiglia dove
il bisnonno, il nonno ed il papà gli trasmettono no-
zioni tecniche e rispetto per il legno.
All’età di 15 anni le lezioni di un mastro tornitore
potenziano la sua passione creativa.
Con il passare del tempo si scopre attratto dalla
tecnica dell’intarsio e con il prezioso supporto del
testo di Pierre Ramond Trattato d’intarsio, comincia,
da autodidatta, a realizzare i primi lavori in tema.
Solo dalla fine dello scorso anno espone le sue ope-
re.
Tra gli apprezzabili riconoscimenti si possono an-
noverare il premio del pubblico alla V edizione del
concorso ‚Il sapere delle mani‛ a Nazzano (RM), la
partecipazione a Bucolica a Vaprio D’Adda (MI), il
secondo premio al concorso Premio accademico in-
ternazionale di poesia e arte contemporanea Apollo Dio-
nisiaco. Partecipa finalista al concorso Aracne – Arti
per la città 2014, e da Gennaio espone le sue opere,
mensilmente fino a Luglio presso l’ex Lanificio di
Roma. È finalista a Romart Biennale internazionale
di arte e cultura.
Il vascello fantasma
Con l’opera Il vascello fantasma l’artista dà prova
della sua manualità sul legno, riuscendo a perso-
nalizzarlo e a dargli un’anima; quell’anima che ci
permette di cogliere la musicalità del violino, con
il suo piedistallo che sembra porlo al primo piano,
in una fonte di luce che lo illumina come se da esso
derivasse la musica del cuore, che si lascia traspor-
tare dalle onde dei sentimenti, in un alternarsi tra
alti e bassi, tra la pace interiore e la lotta per la so-
pravvivenza, ma dove vince il fluttuare della tran-
quillità e serenità del suono dolce del violino.
V.O.
32
Alessandro Battistini, Il vascello fantasma, 2014, tecnica mista, supporto espositore 45X45x95 cm e scafo 100X26X26 cm
33
Biografia Salvo Bennardello
Scultore, disegnatore, pittore e designer, nasce a
Tripoli nel 1949.
Da più di trent’anni è impegnato nella realizzazio-
ne di moltissime opere d’arte pubbliche, anche nel
campo dell’arte sacra, tra cui le più importanti so-
no: le sculture in marmo e quelle in bronzo, non-
ché l’imponente struttura lignea dell’organo a can-
ne, nella chiesa S. Michele Arcangelo in Aprilia
(1993); il parco esterno e interno dell’Ospedale I-
COT di Latina con i gruppi scultorei L’Accoglienza,
Il Buon Samaritano, La Scienza e la Medicina, L’albero
ortopedico (2002); a Firenze ,il bronzo Il Consolatore
per il parco dell’ospedale GIOMI (2006); il grande
portone bronzeo per la chiesa Regina Mundi a Na-
poli (2008).
Partecipa a varie esibizioni, delle quali la più im-
portante è quella curata da Vittorio Sgarbi, che si
svolge nel 2014 a Venezia, dove Salvo espone i
bronzi La competizione e Il saggio e l’allievo.
Rwanda
L’opera rappresenta il dolore di una madre e del
suo bambino, vittime della guerra nel genocidio
avvenuto in Ruanda nel 1994, ma che si può esten-
dere ad uno scenario riguardante tutte le guerre,
anche quelle che si stanno svolgendo in questo pe-
riodo in un silenzio assordante. C’è l’urlo della
donna che grida il suo dolore, che cerca di difende-
re con tutti i mezzi che ha a disposizione il proprio
bimbo. Questo strazio umano al quale sono state
sottoposte le donne africane è purtroppo una te-
matica attuale che deve essere affrontata con se-
rietà, affinché simili drammi non avvengano più.
V.O
34
Biografia Giulia Bragaglia
Nata a Roma, in un piccolo appartamento davanti
al Colosseo che ricorda a malapena, il nel 1990.
Sin da piccola disegnare è stata la sua grande pas-
sione (prima scarabocchiato e solo dopo disegna-
to), ispirata per lo più dai lungometraggi animati
di Walt Disney, uomo geniale, che attraverso le
animazioni precise ed emozionanti, scatenava in
lei grande fantasia.
Durante la scuola media pensa di fare il Liceo Ar-
tistico, ma poi si decide per il Liceo Classico.
Dopo il diploma, intraprende la carriera universi-
taria, laureandosi in Logopedia presso l’Università
di Roma Tor Vergata con il massimo dei voti. Ma
ha sempre, però, coltivato la sua passione e da di-
versi anni segue un corso di disegno e pittura pres-
so una scuola privata.
Una vita dentro gli occhi
Lo sguardo della bambina colpisce lo spettatore,
raccontando la sua breve ma intensa vita. Gli occhi
di un celeste intenso evidenziano ancora di più il
candore della sua giovane età. La posa delle mani
sul volto sottolineano il candore del soggetto. I co-
lori del velo che le coprono il capo non fanno altro
che aumentare la purezza e la forza morale che
questa giovane donna dimostra.
Tutte le speranze, tutti i sogni che lei ha sono vivi
nei suoi occhi, sono il simbolo di ciò che lei vuole
diventare affinché possa essere orgogliosa di se
stessa e della vita che andrà a costruirsi, rendendo-
la una donna felice.
V.O.
36
Biografia Paolo Bufalini
Nato a Roma nel 1994.
Dopo aver conseguito la maturità classica presso il
liceo E. Q. Visconti, si trasferisce a Bologna, dove
nel 2013/14 inizia a frequentare il corso di Pittura
presso l’Accademia di Belle Arti.
Dopo alcune piccole esposizioni in contesti infor-
mali, ottiene un finanziamento tramite una campa-
gna di crowdfunding per produrre i suoi lavori e,
nel Giugno 2014, partecipa ad una collettiva di stu-
denti organizzata da Mostr’arti presso Villa Lippa-
rini, a Bologna.
I figli di Adamo
Un fil rouge che ripercorre instancabilmente la sto-
ria dell’uomo, dall’antichità ad oggi. Dal sacro al
profano, un elemento interiore è rimasto comune:
la colpa. Il giovanissimo e già promettente Bufali-
ni, monta su un’architettura sintetica e chiara del
concetto di colpa che veste le sembianze di uno
scheletro lacrimante di coccodrillo, pentito solo
superficialmente, senza profondo riscatto, come
proverbio vuole, poggiante sulle colonne in stile
ionico, simbolo di un passato che resta ancorato al
presente. Ed è proprio la reiterazione
dell’immagine, nel gioco di riflessi infiniti, che il
simulacro della colpa manifesta la sua eterna natu-
ra, la quale si tramanda di generazione in genera-
zione: dall’antichità (le colonne ioniche), alla lunga
e attuale epoca cristiana (noi, i figli di Adamo), fi-
no al moderno laicismo (il coccodrillo).
M.C.
38
Biografia Eduardo D’Acunzo
Nato a Napoli nel 1947 è in possesso del diploma
di maestro d'arte applicata (decor. Plastica) conse-
guito a Napoli nel 1968 è in possesso del diploma
di Accademia di belle arti (Scultura) conseguito a
Napoli nel 1972 allievo dello scultore A. PEREZ
docente nell'istruzione artistica di discipline plasti-
che e progettazione dal 1975 al 2006. Dal 1968 ad
oggi ha partecipato a mostre collettive e personali
sul territorio italiano sia come pittore che come
scultore.
A tutt’oggi è impegnato nella ricerca artistica e
nell'insegnamento della ceramica nelle scuole ele-
mentari.
Al suo lavoro si sono interessati i critici d'arte: Vi-
taliano Corbi, Gino Grassi, Gaetano Romano ed
Enzo Bilotta.
Abbraccio familiare
L’artista in quest’opera ha voluto scolpire la tene-
rezza familiare rappresentandola con un abbraccio
che unisce due persone. Unite non solo dalle brac-
cia ma anche dai capelli, in un rapporto biunivoco
contraccambiato pur non guardandosi negli occhi.
D’Acunzo con questa scultura vuole dare la sensa-
zione di forza che solo la famiglia può dare, quella
forza che garantisce la certezza che qualunque dif-
ficoltà si può superare con l’unione, con
l’abbraccio e con la voglia di essere uniti in ogni
situazione.
V.O.
40
Biografia Luca Maria Marin
Nato nel 1964, ha compiuto gli studi artistici a Ve-
nezia, che è stata e rimane tuttora luogo di ispira-
zione se non, a volte, materia stessa di molte sue
composizioni.
Ancora giovane intraprende l'attività di decoratore
e dipintore e ben presto la padronanza delle tecni-
che, la confidenza con vari materiali e l'innato
buon gusto, gli consentono di collaborare con ar-
chitetti di prestigio, ad operare delicati restauri:
palazzi, alberghi, ville d'epoca, dapprima a Vene-
zia, poi spesso anche a Milano, Roma, Torino, Bre-
scia, Modena e Genova, altra città molto amata.
Si presenta l'opportunità di soggiorni all'estero, a
Basilea, Zurigo, Ginevra, Vienna, Parigi, le grandi
mitteleuropee che sono preziose "maestre" di vita,
per chi come Marin, anima vagabonda e curiosa,
ne sappia cogliere il genius. Lavorerà alcuni mesi
anche in Asia, Hong Kong, come a Canton, e a
Bangkok in Thailandia.
Si trasferisce a Roma, a Parigi, a Montecarlo, in
Costa del Sol, e di nuovo in Cina, a contatto con
importanti "creatori" dell'immagine esteriore.
L’inganno della Verità
La decadenza e l’inesorabilità temporale come lo-
goramento della materia, sono fra i punti ricorrenti
della ricerca artistica del veneziano Luca Maria
Marin. Ne L’inganno della verità, spicca tuttavia
l’altra essenzialità della poiesi di Marin: il tempo fa
sì che la materia deperisca in un processo entropi-
co inarrestabile di annullamento e annichilimento,
ben reso in quest’opera che sotto lo sguardo si
sfrangia, ma per riscattarsi in seguito in altra es-
senza e vita, seguendo il motto del ‚nulla si di-
strugge, tutto si trasforma‛. Materia e oggetto, con
una lunga storia alle spalle, divengono forma ed
espressione d’arte, riappropriandosi del ruolo se-
colare di cura e risollevamento socio-ambientale.
M.C.
42
Biografia Gianni Mazzesi
Nato in Romagna, fotografa da quando è adole-
scente e dopo molti anni di sviluppo e stampa, di
recente ha ripreso a curare le sue opere, utilizzan-
do sempre più il ready-made e altre forme artisti-
che, in connubio con l’installazione fotografica.
Conduce gruppi sulla visione creativa, portando la
sua ventennale esperienza di accompagnamento in
diversi workshop come La presenza del fotografo: il
corpo fuori macchina e in Quantum leap: l’artista foto-
grafo.
Tra i vari luoghi ha esposto a Torino, Roma
(Macro Testaccio), Milano, Lucca, Verona, Catania,
Paternò, Bagnacavallo, Crevalcore, Ravenna, Reg-
gio Emilia (Palazzo Magnani) e Barcellona.
Come attore e performance pratica teatro e soprat-
tutto con il laboratorio teatrale permanente Le Belle
Bandiere di Elena Bucci e Marco Sgrosso.
Attualmente frequenta il percorso di ceramica sot-
to la guida di Fosca Boggi e di incisione con Liliana
Santandrea, alla Scuola dʼArte Ramenghi di Ba-
gnacavallo (RA).
Yamabushi - Le garanzie dell'imperfetto
La tecnica della ricorrenza dell’immagine,
nell’opera presentata, non va letta come reiterazio-
ne meccanica di una nichilista serialità, ma piutto-
sto come eco di una ricerca di rapporto osmotico
ed empatico tra uomo e natura, di una condizione
comunicativa fatta di silenzi mistici, capaci di com-
piere la necessaria catarsi.
Mazzesi fonde formalmente natura e uomo, cattu-
randone le rispettive ombre, scegliendo un punto
di vista dal basso all’alto: il riscatto non può che
avvenire in quest’ordine, agevolando di fatto la
fruizione dello spettatore, indicandogli
l’atteggiamento corretto da assumere ed emulare.
Yamabushi (= colui che si trova, si nasconde tra le
montagne) è altresì un omaggio a Joseph Beuys,
imponente e carismatica figura della contempora-
neità, che ha fatto propria la primordialità di ogni
essere, dove impercettibili sono le differenze tra
uomo, animale e vegetale.
M.C.
44
Gianni Mazzesi, Yamabushi (Le garanzie dell'imperfetto), 2008,
25 pannelli C-print, 25 x 25 cm montati su Gatorfoam, 133 x 133 cm
45
Biografia Paola Paesano
Nata a Napoli nel 1957. Fino al 1987 ha vissuto a
Bari dove ha terminato i suoi studi trasferendosi
poi a Casapulla (CE) dove tutt’oggi risiede.
È una veterinaria che lavora da molti anni in Terra
di lavoro dove il suo amore per gli animali e il suo
interesse di studiosa dell’anatomia degli stessi, si
esprimono e si concretizzano attraverso
un’istintiva capacità di modellare e dipingere con
una costante dovizia di particolari.
Ama anche fotografare e, questa sua passione la
aiuta nel catturare espressioni e angolazioni dei
suoi soggetti che poi rielabora sia pittoricamente
che con opere scultoree.
Ha inoltre partecipato, a numerose mostre e mani-
festazione, riscuotendo interesse e consensi.
Omaggio a Eduardo de Filippo, Io vulesse
truva’ pace
La bufala rappresentata è la metafora di un ani-
male che è riuscito a trovare rifugio e riparo dopo
un lungo viaggio che l’ ha portata a vincere la bat-
taglia per la sopravvivenza. La simbologia a cui
aspira ognuno di noi è quella di trovare un posto
sicuro dopo le tante peripezie affrontate, un posto
accogliente che ci garantisce la forza e la consape-
volezza che le difficoltà sono state superate o che
quelle che si incontreranno saranno più facili da
affrontare perché consapevoli della propria forza.
E la bufala è il soggetto più idoneo ad un collega-
mento con la terra perché, come l’artista Paesano ci
dice, ‚la bufala riflette in senso più generale la sua
condizione all’interno di un territorio flagellato,
dove si ritrova continuamente sotto i riflettori con
tutte le sue problematiche‛ ed è alla continua ricer-
ca di un senso di serenità, con la speranza di trova-
re un luogo più ospitale, in grado di accogliere il
suo bisogno di tranquillità.
V.O.
46
Paola Paesano, Omaggio ad Eduardo de Filippo, Io vulesse truva' pace, 2014, olio su tela, 60x80 cm
47
Biografia Alessandro Pastore
Nato nel 1984 a Bologna, dove vive e lavora. Sta
frequentando il corso di Fumetto e Illustrazione
presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
La sua ricerca è rivolta all’introspezione, per trova-
re quei luoghi sconosciuti dentro l’uomo contem-
poraneo e allo loro interazione con l’esterno.
Nel 2015 partecipa alla mostra Per inciso, curata da
N. Bonini presso l’ABABO e alla mostra Comix
competition (int.) curata da Fumetto International
Comix-Festival Lucerne.
Nel 2014 pubblica sulla rivista IBC (Numero 4,
Ottobre/ Dicembre) per il progetto Vivi il verde.
Nello stesso anno collabora con la rivista autopro-
dotta Merzbau e alla coproduzione al gruppo
Qblai.
Urlo silente
Fin dai suoi esordi nel XV secolo, la tecnica inciso-
ria è divenuta tra i linguaggi prediletti di diffusio-
ne del pensiero e della forma artistica. Nell’era
massima delle riproducibilità dell’arte, Alessandro
Pastore, giovane studente dell’Accademia delle
Belle Arti di Bologna, utilizza l’acquatinta e
l’acquaforte per veicolare un messaggio quanto
mai drammatico, l’urgenza di fuggire e distaccarsi
dalla vita, manifestato dall’esattezza anatomica,
che lascia trasparire le membra sotto la pelle, come
in cerca dello spirito dolente, enunciato
dall’ossimoro del titolo. La forma marca una volta
di più il contenuto: i segni graffiati dell’incavo del-
la tecnica incisoria sulla lastra di zinco, sono la
propagazione del grido silenzioso.
M.C.
48
Biografia Giuseppe Sergi
Nato a Reggio Calabria nel 1981 e si è dedicato alla
pittura dopo aver concluso gli studi tecnici.
Gli anni dal 1990 al 2000 sono stati quelli dello stu-
dio del disegno e della pittura in una scuola priva-
ta mentre a partire dal 2007 inizia la sua partecipa-
zione a rassegne in spazi pubblici in Italia.
La sua pittura iniziale si basa molto sulla forza del
segno e la rapidità del gesto, infatti, nel 2011 viene
selezionato, con una serie di dipinti, dalla Galleria
di Modenarte.
Tra il 2011 e il 2014 la sua arte si concentra sul te-
ma dei ritratti, utilizzando il disegno come tecnica
d’espressione e focalizzandosi più sul particolare:
una sorta di studio del reale e del surreale,
sull’essenziale e ciò che è di contorno alla vita.
Particolare attenzione viene rivolta, negli ultimi
anni, allo studio e all’approfondimento della socie-
tà contemporanea.
Appese
Aleggia tra la ricercatezza e l’esattezza della mi-
mesi, contrapposta al gusto e alla tecnica del non-
finito, dell’accenno voluto quasi bozzettistico. At-
tratto dal cosmo femminile, dalla condizione di
sofferenza interiore, finanche al senso
dell’apparire, Giuseppe Sergi in quest’opera, speri-
menta e fonde due grammatiche in contrapposizio-
ne, quella dell’installazione, prettamente contem-
poranea, a quella tradizionale e raffinata del dise-
gno a matita. Donne, ‚appese come abiti al sole‛ ci
dice l’autore, nella loro condizione di precarietà, in
una società ancora dominata dal maschio, tuttora
soggetta a violenze. Tuttavia, i loro volti, le fattez-
ze, gli atteggiamenti di assoluta quotidianità, si
pongono in rapporto fiero, diretto e dialogante col
fruitore, pronte a non sottomettersi a nessuna do-
minanza.
M.C.
50
Biografia Nazareno Spinelli
Scultore e pittore autodidatta, nasce a Cammarata
(Ag), nel 1965; ultimo di 8 figli. Vince la prima se-
lezione nel concorso-disegno della scuola media in
favore della Comunità Europea.
Si iscrive all’IPSIA, dove nel 1984 si diploma come
Tecnico delle industrie chimiche.
Nell’85 abbandona gli studi alla facoltà di Veteri-
naria di Messina.
Nell’86 durante il servizio di leva, a Verona, ese-
gue il primo dipinto su tavola. Nel 1990 inizia la
carriera di Insegnante a Parma. Nel 1996 partecipa
alla mostra Nazionale Cristoforo Marzaroli a Sal-
somaggiore Terme(PR).
Rientra in Sicilia nel 98. Nel 1999 esegue la prima
scultura di pietra, continua con il legno, questi
materiali però non riescono a soddisfarlo piena-
mente. Nel 2011 decide di provare con l’alabastro,
materiale che ha la lavorabilità del legno e la du-
rezza della pietra.
‚Quando scolpisco, mi sento libero, posso entrare
a far parte del mondo, plasmando la pietra riesco a
liberare immagini che altrimenti resterebbero, im-
prigionate: poiché nessuno se ne accorgerebbe
mai‛.
Voluttuosa
La donna scolpita è simbolo di colei che è incline
ai piaceri dei sensi; la scultura dimostra che la don-
na è anche altro, è colei che con i suoi movimenti e
con il suo sguardo curioso vuole esplorare il mon-
do, con le mani si copre il volto quasi a volersi
proteggere da una realtà che la rende quasi timoro-
sa di fronte a quello che sta osservando.
L’artista è stato in grado di modellare l’alabastro e
dargli un’anima umana: in essa è presente il movi-
mento, in una spirale di torsione del corpo, dà voce
al pensiero, alle mani e a ogni singola parte di esso,
riportando una cura ed una attenzione verso i det-
tagli, anche quelli più piccoli ma che sono la dimo-
strazione della capacità manuale dello scultore.
V.O.
52
Biografia Luan Zaganjori Nato a Scutari (Albania) nel 1989.
Si è diplomato presso il liceo artistico Prenke Jakova
a Scutari, con votazione 8.54/10.
Si è laureato nel 2012 al corso triennale di Scultura
all'Accademia di Belle Arti di Bologna, con tesi dal
titolo Resina e marmo, come possibile linguaggio arti-
stico contemporaneo, con votazione 108/110.
A Marzo del 2015 si è laureato al corso specialisti-
co di Decorazione per l’Architettura all'Accademia
di Belle Arti di Bologna, con tesi dal titolo Resine e
arte; per un diverso valore artistico della pavimentazio-
ne contemporanea, con votazione 110/110 con lode.
Attualmente vive e lavora come libero professioni-
sta a Bologna.
God of war
E non pare d’udire il tinnire di ogni singola mone-
ta, che come in uno stop motion, vanno ad affastel-
lare la tortuosa scultura? L’opera dell’albanese Za-
ganjori, bolognese d’adozione, nell’astrattismo si-
nuoso e curvilineo, manifesta un polemico inno ad
una immaginaria divinità potente, tuttavia negati-
va: il denaro. Non c’è un Cristo o un San Matteo
che tenga, non c’è ‚chiamata‛ a risollevare le sorti
di un’umanità materialista e avida, solo l’idolo del
vile denaro come attributo di un dio della guerra.
È dunque una cinica e concreta constatazione
sull’uso relativistico delle cose, che come di norma,
scade nel corruttivo e nell’effetto collaterale, e
sull’irta e lesta corsa verso un potere a tutti i costi,
in una cifra stilistica schietta e concreta.
M.C.
54
C o n t a t t i
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