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ammino in n s i eme I C 1 Premessa AI LETTORI E ccolo! Finalmente è qui, tra le tue mani … è il giornalino parrocchiale di Sondalo e Mondadizza. Puoi decidere di sfogliarlo, di leggerlo con attenzio- ne, di riflettere su alcuni articoli, di lasciarlo lì per poi, chissà … un giorno, ritrovarlo. Scegli tu! Don Battista ha fortemente voluto che la nostra comunità si dotasse di un mezzo per comunicare con tutti voi e tra di noi. Dall’idea del nostro parroco è iniziato il lavoro della Commissione Giornalino di cui mi è stato affidato il coordinamento. Il nostro scopo è quello di raggiungere proprio tutti: chi frequenta la Chiesa, chi ci va solo occasionalmente, chi ci passa davanti e pensa, forse, di poter stare meglio dentro la comunità avvicinandosi alla Chiesa, ma anche i bambini, ragazzi e giovani. Proprio tutti e in particolare le persone di Sondalo e Mondadizza. Vorremmo che, fra la nostra Chiesa e tu che ti appresti a leggere questo numero, si creasse un ponte o meglio un arco come il famoso arco di Cà de la Piera che abbiamo riproposto in copertina: qualcosa sopra di noi, ma che ci interroga su cosa c’è sopra, al di là, sotto, vicino, dentro, ma è fissato saldamente al terreno, alle nostre origini. Noi ci crediamo molto e quindi confidiamo che tu possa apprezzare il nostro sforzo. Speriamo che tante persone desiderino condividere con noi questo cammino o meglio … “Insieme in Cammino” si può fare tanto per stare meglio insieme dentro la comunità in un percorso di rinnovamento della fede, di reciprocità e di carità. Grazie di aver preso il Giornalino, buona lettura e buon 2013 “Insieme in cam- mino” . Angela Castelli La stampa di questo numero costa circa 2 €. Se puoi, se vuoi, se ritieni importante compartecipare alla spesa della stampa fai un’offerta quando te lo consegnano e, se ti arriva a casa, se qualcuno te ne propone la lettura, se sei curioso di vedere com’è …prendilo, non esitare a ri- chiederlo al parroco, alle “tradizionali e disponibili signore distributrici”, ai giovani che ci aiuteranno nella sua diffusione in paese e nella frazione. Lo potrai anche prendere in Chiesa: sarà disponibile per tutti sul tavolino, all’in- gresso. Allegato a questa pagina trovi un modulo di abbonamento per il 2013. Se lo com- pili, dal prossimo marzo, riceverai direttamente a casa tutti i 4 numeri dell’anno prossimo. Ti chiederemo il versamento di € 15 all’anno come sostenitore dell’ini- ziativa, ma puoi anche decidere tu, di volta in volta, se lo vuoi prendere. Inoltre, se abiti fuori paese, te lo invieremo direttamente dove vuoi e per tutto l’anno a € 25.

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AI LETTORI

Eccolo! Finalmente è qui, tra le tue mani … è il giornalino parrocchiale di Sondalo e Mondadizza. Puoi decidere di sfogliarlo, di leggerlo con attenzio-ne, di riflettere su alcuni articoli, di lasciarlo lì per poi, chissà … un giorno,

ritrovarlo. Scegli tu! Don Battista ha fortemente voluto che la nostra comunità si dotasse di un mezzo per comunicare con tutti voi e tra di noi. Dall’idea del nostro parroco è iniziato il lavoro della Commissione Giornalino di cui mi è stato affidato il coordinamento. Il nostro scopo è quello di raggiungere proprio tutti: chi frequenta la Chiesa, chi ci va solo occasionalmente, chi ci passa davanti e pensa, forse, di poter stare meglio dentro la comunità avvicinandosi alla Chiesa, ma anche i bambini, ragazzi e giovani. Proprio tutti e in particolare le persone di Sondalo e Mondadizza. Vorremmo che, fra la nostra Chiesa e tu che ti appresti a leggere questo numero, si creasse un ponte o meglio un arco come il famoso arco di Cà de la Piera che abbiamo riproposto in copertina: qualcosa sopra di noi, ma che ci interroga su cosa c’è sopra, al di là, sotto, vicino, dentro, ma è fissato saldamente al terreno, alle nostre origini. Noi ci crediamo molto e quindi confidiamo che tu possa apprezzare il nostro sforzo.Speriamo che tante persone desiderino condividere con noi questo cammino o meglio … “Insieme in Cammino” si può fare tanto per stare meglio insieme dentro la comunità in un percorso di rinnovamento della fede, di reciprocità e di carità.Grazie di aver preso il Giornalino, buona lettura e buon 2013 “Insieme in cam-mino”.

Angela Castelli

La stampa di questo numero costa circa 2 €.Se puoi, se vuoi, se ritieni importante compartecipare alla spesa della stampa fai un’offerta quando te lo consegnano e, se ti arriva a casa, se qualcuno te ne propone la lettura, se sei curioso di vedere com’è …prendilo, non esitare a ri-chiederlo al parroco, alle “tradizionali e disponibili signore distributrici”, ai giovani che ci aiuteranno nella sua diffusione in paese e nella frazione.Lo potrai anche prendere in Chiesa: sarà disponibile per tutti sul tavolino, all’in-gresso.Allegato a questa pagina trovi un modulo di abbonamento per il 2013. Se lo com-pili, dal prossimo marzo, riceverai direttamente a casa tutti i 4 numeri dell’anno prossimo. Ti chiederemo il versamento di € 15 all’anno come sostenitore dell’ini-ziativa, ma puoi anche decidere tu, di volta in volta, se lo vuoi prendere. Inoltre, se abiti fuori paese, te lo invieremo direttamente dove vuoi e per tutto l’anno a € 25.

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Editoriale

Con un pizzico di orgoglio mi è dato di aprire il primo numero di “INSIEME IN CAMMINO”, il giornalino che ora molte persone della Parrocchia si trovano tra mano. Così come ho il piacere di presentare la giornalista MILLY GUALTERONI

che ne ha assunto con entusiasmo il ruolo di Direttore responsabile. Le sono molto grato, sia perché con la sua firma ci permette di dare un significativo riconoscimento all’impegno di tutta la redazione e dei numerosi collaboratori, sia perché garantisce al nostro lavoro una certa qualità che certamente verrà apprezzata. Naturalmente mi auguro anche che lei, proprio da osservatore esterno, trovi in questo servizio alla parrocchia di Sondalo, motivo di arricchimento e di gratificazione, mentre permetterà a noi di dare spazio e attenzione ai suoi contributi e suggerimenti.

Don Battista

Ho accolto con grande piacere l’invito di don Battista Galli ad assumere l’incarico di Direttore responsabile di “Insieme in cammino”. L’ho accolto anche come un segno nel mio cammino personale, che quattro anni fa, mi portò a vivere

per quasi un anno in una casa di ritiri spirituali, per riscrivere dal volgare in lingua corrente le lettere di una monaca del ’500. Si chiamava Paola Antonia Negri e fu allora la confondatrice, a Milano, dell’ordine delle Angeliche e dei Chierici di san Paolo, meglio conosciuti come Barnabiti. Sul finire della sua vita, aveva, tra l’altro, pensato di ritirarsi proprio in Valtellina, forse perché i Barnabiti erano allora in amicizia con i sacerdoti di Ponte della famiglia Quadrio. Lo studio delle sue lettere, espressione di una ricca e appassionante dottrina ascetico-mistica, biblica, teologica, pastorale, fu per me un fertile affondo nella bellezza della fede cattolica, trascinata dalla passione con cui Paola Antonia entusiasmò per undici anni la sua comunità di sacerdoti, di suore e di laici, che aveva avuto in consegna alla prematura morte del fondatore, sant’Antonio Maria Zaccaria, e che ebbe grande influenza su persone di ogni ceto sociale e appartenenza ecclesiale. Sono felice, dunque, di poter partecipare, attraverso le pagine di questo giornalino, all’avventura di una comunità parrocchiale che, nella già difficile situazione generale in cui versa l’intero Paese, vive un ulteriore momento di difficoltà, per le note vicende economiche che l’hanno coinvolta e che certo non possono non suscitare preoccu-pazione. Pre-occuparsi, però, vuol dire in realtà occuparsi per prevenire, prendersi cura, dunque, dei bisogni dell’oggi, che sono tanti, ma che certo diventano meno pesanti se condivisi in una forma autentica di solidarietà che confida nel Vangelo. Sono, perciò, grata di poter condividere il lavoro prezioso dei redattori di “Insieme in cammino”, nella speranza che questo giornalino diventi un luogo d’incontro e di scambio solidale, che accompagni la vita della parrocchia, per aiutare tutti a condividere nella fiducia quel ruolo di traghettatori che i nostri tempi difficili oggi richiedono a ciascuno di noi.

Milly Gualteroni

SommarioLa voce della Chiesa4 Anno della fede

La voce del parroco8 Due strumenti…

o tre - di corresponsabilità

La voce delle Commissioni 10 Caritas11 Consiglio Affari

Economici 12 Iniziazione cristiana

La voce dell’oratorio16 L’Oratorio, ossia il

luogo dei sogni…!

Incontri: 18 Come è importante

oggi il volontariato

La nuova “porta” di san Francesco20 La Lettera di

Bet e Dalet

La voce di Mondadizza22 Ai Parrocchiani

di Mondadizza Quando

Mondadizza ottenne di essere vice-parrocchia

La voce della storia 24 Al mè paés

Missioni30

Contributi32 Lorenzo Partesana33 Adelina

Della Bosca

Vita cristiana:34 La domenica

giorno della Chiesa

La voce del sociale36 Le possibili

“rimesse” degli emigranti d’oggi

L’intervista38 Michele Cossi

Un libro ci parla40 Le nuove sfide

dell’educazione in 10 comandamenti

La voce dei nostri ragazzi:41 Bicincampo42 Molo 14

Le pagine dei bambini43 angioletti pasta44 Ai bambini - Ai

ragazzi45 Il vero dono del

Natale

Arte e … collaborazione46 Percorsi alpini

Appuntamenti47

Anagrafe48

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nsiemeIC 5La voce della ChiesaLa voce della Chiesa

Anno della fedeIl testo che state per leggere è stato presentato dal Vica-rio Foraneo don Renato Lanzetti, parroco di Grosio, a un incontro dei rappresentanti delle Parrocchie del Vicariato, di cui fanno parte anche le Parrocchie di Sondalo e di Mondadizza. Mi sembra particolarmente utile per vivere un “Anno di fede” con coraggio e amore. Sarei grato a chi volesse accompagnare questa riflessione con un proprio contributo personale da riportare sul prossimo numero del Giornalino. Grazie!

don Battista

Risposta alla povertà spirituale di oggiPerché un Anno della fede?Già Paolo VI indisse un Anno della fede nel 1967 per fare memoria del martirio degli apostoli Pietro e Paolo nel diciannovesimo cen-tenario della loro testimonianza suprema. Con questo intendeva guidare la Chiesa a prendere coscienza della sua fede, “per ravvivarla, per purificarla, per confermarla e per confessarla”. Benedetto XVI, da parte sua, vuole richiamare l’esigenza di ri-scoprire il cammino della fede “per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia e il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo”.Già dall’inizio del suo pontificato, il Papa aveva detto che il proble-ma centrale e più urgente della Chiesa nel mondo, e soprattutto nella nostra Europa, è la qualità della fede dei credenti, non la “non fede” dei non credenti. Oggi troppi battezzati vivono una fede tiepida e languida, senza entusiasmo e senza coraggio. Oggi troppi cristiani vivono come se Dio non ci fosse, lo hanno dimenticato. Ma “senza Dio non c’è futuro” ha detto il Pontefice in Germania.Nella Lettera “Porta fidei” si dice: “Mentre nel passato era pos-sibile riconoscere un tessuto culturale umanitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone”.Oggi c’è una diffusa forma di indifferenza religiosa, un vero di-

stacco della fede che porta ad un ateismo di fatto, ad una grave povertà spirituale. Molti battezzati non conoscono i contenuti fondamentali della fede; questo porta inevitabilmente ad assu-mere comportamenti e giudizi morali non secondo il Vangelo e in contrasto con l’essenza stessa della fede e dell’insegnamento della Chiesa. Papa Benedetto denuncia spesso nei suoi discorsi e nei suoi scritti i pericoli e i limiti di una soggettivismo e di un relativismo morale assai diffusi.Un Anno della fede può aiutare i credenti a ravvivare la fede, a fortificare la conoscenza dei contenuti della fede, a ri-scoprire la gioia e la responsabili-tà dell’essere credenti, a ritrovare la passione dei primi cristiani di annunciare il Vangelo ai fratelli, a quelli che si sono allontanati dalla Chiesa e a quelli che non hanno mai conosciuto il Signore.Dice il Papa: “Non possiamo accet-tare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta... Dobbia-mo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane di vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli”.Ravvivare in noi la fede, ravvivare an-che il senso di essere profondamente evangelizzatori, stimolare quei battezzati che sono indifferenti, che dicono “sono credente, ma non praticante” e che non si ren-dono conto della grave contraddizione in cui si trovano, mentre il cristiano vero, per sua natura, è colui che vive in comunione con il Signore attraverso i Sacramenti e vive della vita della comunità, della Chiesa, che gli ha trasmesso la fede: questo è lo scopo dell’Anno della fede.

A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II.Scrive il Papa: “Ho ritenuto che far iniziare l’Anno della fede in coincidenza con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II possa essere un’occasione propizia per com-prendere che i testi lasciati in eredità dai Padri conciliari, secondo le parole del Beato Giovanni Paolo II, non perdono il loro valore né il loro smalto. È necessario che essi vengano letti in maniera appropriata, che vengano conosciuti e assimilati come testi qua-

Il sommo pontefice, Benedetto XVI, con la Lettera apostolica “Porta fidei” (La porta della fede) ha indetto un Anno della fede che ha avuto inizio l’11 ottobre 2012 e terminerà nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo il 24 novembre 2013.

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nsiemeIC 7La voce della ChiesaLa voce della Chiesa

lificati e normativi del Magistero, all’interno della Tradizione della Chiesa... Sento più che mai il dovere di additare il Concilio, come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre. Io pure intendo ribadire con forza quanto ebbi ad affermare a proposito del Concilio pochi mesi dopo la mia elezione a successore di Pietro: ... esso può essere e diventare sempre più una grande forza per il sempre necessario rinnova-mento della Chiesa”.Lo scopo del Concilio Vaticano II era quello di trovare un modo nuovo per parlare di Dio al mondo contemporaneo. Nel discorso di inaugurazione papa Giovanni XXIII ricordò che i contenuti del messaggio cristiano non cambiano; ciò che deve cambiare è il modo di trasmetterli, perché il mondo di oggi possa comprenderli adeguatamente ed efficacemente. Con il Concilio la Chiesa ha voluto porsi in dialogo con il mondo. Oggi, di fronte ad un mondo in continuo e repentino cambiamento, la Chiesa si pone ancora la stessa domanda: “Come portare il Vangelo all’uomo di oggi? Quali forme nuove occorre trovare per una nuova evangelizza-zione?”. Riscoprire la ricchezza dei documenti conciliari ci aiuta indubbiamente a comprendere meglio la nostra identità e la no-stra missione di cristiani del secolo XXI.

Con lo sguardo rivolto a Cristo.Viviamo, perciò, l’Anno della fede fissando lo sguardo della nostra mente e del nostro cuore su Gesù Cristo, “Colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2).A Lui chiediamo la grazia di una fede, personale e comunitaria, più autentica: fede pensata, fede scelta personalmente, fede celebrata comunitariamente, fede vissuta e testimoniata, fede trasmessa come preziosa eredità alle generazioni future.Rimane sempre viva davanti a noi la domanda di Gesù: “Quando il Figlio dell’Uomo tornerà sulla terra, troverà ancora la fede?”.Le nostre famiglie, la nostra comunità parrocchiale, la Chiesa diocesana e universale, noi stessi saremo ancora capaci di tra-smettere alle nuove generazioni quella fede che i nostri padri e le comunità che ci hanno preceduto ci hanno trasmesso?Per questo accogliamo con disponibilità gli inviti che ci vengono anche dal nostro Vescovo a intraprendere degli itinerari di fede: l’invito è rivolto ai ragazzi con una nuova forma di catechesi - di cui proprio in questo Bollettino vogliamo parlare - ai giovani e alle famiglie; l’invito è rivolto soprattutto agli adulti, perché il de-stino delle nostre comunità dipende in gran parte dalla qualità

della fede degli adulti e dalla loro capacità di testimonianza e di trasmissione; l’invito è rivolto ai fidanzati, che sono chiamati a prepararsi al Sacramento del Matrimonio non semplicemente con “un corso” di conoscenza di alcune tematiche che riguardino il Matrimonio, ma “un percorso” che sia riscoperta e approfondi-mento della propria fede, senza la quale non ha senso celebrare un Sacramento.L’invito è rivolto a tutti: qualificare la nostra fede non come una tradizione morta e con pochi agganci alla realtà della vita, ma come incontro con il Signore Gesù nella Chiesa e appartenenza attiva alla vita della Chiesa.

A proposito del “come vivere” l’anno della fede, il Card. C. Schonborn, arcivescovo di Vienna, risponde a qualche do-manda:“Qual è lo stato di salute della fede in Europa?”“Se guardiamo a certi indicatori esterni, come la pratica religio-sa domenicale, la frequenza al sacramento della Penitenza, il numero dei matrimoni e del divorzi, non c’è dubbio che i dati possono essere letti come elementi di crisi. Ma questo è uno sguardo esteriore, su dati importanti ma non decisivi. Quando Abramo ha contrattato con Dio per salvare Sodoma e Gomorra, dieci giusti sarebbero bastati: ci sono dieci credenti fra noi? Vede: nessuno crede per se stesso, una semplice persona che vive profondamente la fede può trascinare una città intera. Il mistero della fede non è misurabile con la quantità, ma con l’intensità.”

“Qual è oggi in Europa il più grande ostacolo alla fede?”“Il più grande ostacolo alla fede oggi in Europa, lo trovo nella mia persona. Sa, Madre Teresa a chi le chiedeva che cosa avrebbe cambiato nella Chiesa: “Io e lei” fu la sua risposta! L’ostacolo maggiore oggi è questo: “io peccatore” che non lascio entrare Dio nella mia vita. Il vero ostaco-lo è quel non ascoltare Colui che sta alla por-ta della mia coscienza e bussa e mi aspetta. Questo è il mistero di ogni vita. Il mondo ha bisogno di testimoni che colpiscono la gente con la loro fede.

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nsiemeIC 9La voce del Parroco La voce del Parroco

Due strumenti… o tre - di corresponsabilità

In un documento del Concilio Vaticano II, di cui celebriamo in questi giorni il cinquantesimo dell’ apertura, è scritto che “nelle Diocesi, per quanto è possibile, vi siano dei Consigli che aiutino

il lavoro apostolico della Chiesa, sia nel campo della evangelizza-zione e della santificazione, sia in campo caritativo, sociale ecc., nei quali devono convenientemente collaborare clero, religiosi e laici. Questi consigli potranno giovare alla mutua coordinazione delle varie associazioni e iniziative dei laici, nel rispetto dell’in-dole propria e dell’autonomia di ciascuna. Consigli di tal genere vi siano pure, per quanto è possibile, nell’ambito parrocchiale o interparrocchiale...”.Da allora ad oggi in tutte le nostre parrocchie ormai da tempo il Vescovo ha richiesto che ci sia il Consiglio pastorale parrocchiale, il Consiglio per gli Affari economici e le Commissioni pastorali. In questi mesi scorsi anche a Sondalo si sono rinnovati tali organismi per garantire una costante collaborazione nell’affrontare le scelte richieste dalla vita di comunità. Da parte mia ho già precisato nella lettera scorsa che mi sono affrettato nel costituire tali collabora-zioni, proprio per l’urgenza di non dover decidere da solo tante questioni aperte e non rimandabili. Mi rimane da ringraziare tutti coloro che si sono resi disponibili a dare una mano con continuità

e impegno, dimostrando di avere a cuore le attività e le strutture. Avverto da parte mia due esigenze che mi sembrano importanti: da un lato occorrerà che queste persone alimentino il loro servizio con una vita spirituale forte, con motivazioni di fede, con vero spirito di gratuità e di generosità, ma soprattutto con umiltà e pa-zienza, senza gelosie, senza prevaricazioni, pronte a riconoscere che è possibile sbagliare, che occorre ascoltare e confrontarsi non solo all’interno del Consiglio, ma anche all’esterno, con la gente comune, con le esigenze e le richieste dell’intera comunità, alla ricerca costante di lavorare insieme, in pieno accordo, anzi in vera fraternità di cristiani che sono coscienti di appartenere ad una chiesa fatta di santi e di peccatori. Da un altro lato occorrerà tener conto che è molto diversa la ‘collaborazione’ dalla ‘cor-responsabilità’: se la collaborazione significa dare una mano a un progetto o a una attività comunque promossa e gestita da un altro, che è unico responsabile, la ‘corresponsabilità’ comporta in-vece che tutte le persone del Consiglio contribuiscano a pensare, definire, assumere e realizzare il progetto o l’attività concordata, come qualcosa di cui si diventa appunto corresponsabili. Il par-roco certo è primo e diretto responsabile di quanto viene deciso, anche perché è lui che deve dare la definitiva approvazione al lavoro, ma sempre tenendo conto di quanto è stato concordato in Consiglio.Le Commissioni – Caritas, Liturgia, Catechesi, Oratorio e Infor-mazione, le cinque costituite che per ora stanno avviando i primi passi in Parrocchia – riguardano invece settori specifici di attività che pure richiedono di essere sostenuti e animati da persone che si appassionano a tale servizio e che devono farlo con umiltà, con pazienza, con spirito fraterno, pronte ad accogliere qualunque altra collaborazione, senza sentirsi indispensabili … Anche qui non deve mancare l’impegno della preghiera e uno spirito evan-gelico di semplicità e di pazienza, che permette di affrontare con tenacia e perseveranza momenti di fatica e di scoraggiamento. Saranno soprattutto i due ambiti della Caritas e dell’Oratorio che richiederanno grande entusiasmo e coraggio: sia l’aspetto edu-cativo dell’Oratorio, con le difficili problematiche dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani di oggi, come pure l’esigenza di ascolto e di vicinanza discreta al mondo del disagio, della sofferenza e della marginalità sociale richiesta alla Caritas parrocchiale, dovranno essere sostenuti da forti motivazioni spirituali, di fede e di amore.Ordinariamente gli incontri delle singole Commissioni saranno a scadenza mensile.

Alcuni dAticonsiglio PAstorAle PArrocchiAle di sondAloAttualmente è costituito da 27 persone - adulte e giovani - che hanno confermato la loro disponibilità.

consiglio Per gli AffAri economiciCostituito da cinque persone che pure hanno confermato la loro disponibilità.

Le cinque Commissioni attualmente costituite stanno avviando i primi incontri per conoscersi e concordare le modalità e gli impegni da affrontare.

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nsiemeIC 11La voce

delle CommissioniLa voce delle Commissioni

Commissione Caritas

Dopo un primo incontro preparatorio, svoltosi alcuni mesi fa, con un gruppo di persone che aveva risposto all’invito del nuovo parroco ad impegnarsi nei vari aspetti della vita della Parrocchia, il 10 ottobre si è riunita la Com-

missione Caritas Parrocchiale. Don Battista ci ha espresso il desiderio di avviare anche a Sondalo la Caritas. Ma cosa intendiamo noi per Caritas? Un’organizza-zione della Chiesa dedita alla raccolta di offerte o vestiario per i più bisognosi? Un modo diverso e più moderno di chiedere l’elemosina?L’introduzione di don Battista ci ha aperto nuovi orizzonti. Da una visione assi-stenziale che non dà dignità alla persona, non la promuove e non cambia la sua situazione, ci è stata presentata una Caritas promozionale che mette in risalto la relazione fra le persone. È da questa premessa che sono nati i Centri di ascolto, come quello di Tirano, dove la persona che ha un bisogno può rivolgersi per un aiuto. Ma chi sono i nuovi poveri della nostra Parrocchia? La povertà può avere tanti aspetti, ma forse il principale è l’emarginazione che può presentarsi come disagio mentale, tossicodipendenza o emigrazione. Sono variegate le figure che, emarginate, chiedono un aiuto, che non necessariamente si prefigura come un aiuto materiale, ma spesso ci si trova davanti ad una richiesta di ascolto alla quale possiamo trovarci impreparati. Pertanto quando ci siamo chiesti cosa fare a Sondalo per rispondere a questa richiesta di amore, è emersa la necessità di una formazione per il gruppo che si sta costituendo. Compito di questo gruppo sarà di promuovere l’educazione della comunità parrocchiale alla carità, una carità che accetta le differenze, che si relaziona con gli altri; una carità che è dono di sé per gli altri, una carità che promuove la persona e la sua dignità.La carità deve essere espressione comunitaria del nostro amore al prossimo, un dono vivo alle persone che incontriamo nel nostro cammino, che cambia noi e le persone che ci stanno accanto, come Gesù ci ha insegnato. Vi invito a rileggere il capitolo 13 della Prima lettera ai Corinzi dell’apostolo Paolo: “La carità è paziente, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia di orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta .... Aspirate alla carità.”Riflettendo sulle parole dell’Apostolo ho avvertito l’esigenza di rivedere il mio essere cristiano. L’invito, come ci ha sollecitato don Battista, è rivolto a tutta la comunità. Noi per il momento ci vedremo il primo martedì del mese alle ore 20.30 in oratorio.

Paolo Mozzini, referente Commissione Caritas

Consiglio Affari economici

L’esame del libro di cassa dell’anno corrente, alla data del 30 settembre, fa

prevedere che la gestione ordi-naria 2012 si concluderà con un modesto attivo. Le voci di spesa sono in realtà un poco più ampie della pura gestione: infatti sono già state pagate le fatture per i lavori di asfaltatura, recinzione e bonifica nei pressi dell’oratorio eseguite fra agosto e settembre. Questi ed altri lavori che seguiranno hanno lo scopo di rendere meglio fruibili e più sicuri gli spazi a disposizione dei ragazzi. E’ doveroso segnalare che le voci di spesa sono assai contenute per la disponi-bilità e generosità delle imprese, degli artigiani , dei tecnici e la collaborazione e comprensione dell’Amministrazione comunale.Fra le uscite è purtroppo significativo l’onere degli interessi bancari sullo sco-perto di cassa nonostante l’impegno ad ottenere dalle banche le migliori con-dizioni possibili.I mesi invernali che ci aspettano sono i più onerosi per la gestione a causa delle scadenze di fine anno (ad esempio l’onere delle polizze assicurative) e soprattutto per l’incidenza del riscaldamento e dell’energia elettrica.Per le entrate la Parrocchia può contare quasi esclusivamente sulla generosità dei parrocchiani essendo veramente modeste le altre fonti (affitti, contributi).Il Consiglio per gli affari economici assiste il Parroco nella individuazione dei bisogni più urgenti: sono già stati indicati come prioritari il miglioramento del fronte sulla Via Vanoni , del sagrato e le spese minime per la messa in sicurezza della struttura incompiuta. Vi si potrà provvedere se le iniziative per avere qual-che entrata straordinaria avranno successo e se i parrocchiani confermeranno la loro generosità e fiducia nel lavoro che si sta compiendo. L’intero Consiglio, con don Battista, si sente in dovere di ringraziare tutti coloro che già collaborano e contribuiscono con generosità e dedizione al funziona-mento delle strutture e dei servizi, permettendo così di guardare con fiducia agli impegni che ci attendono.

d.B. con il Consiglio

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nsiemeIC 13La voce

delle CommissioniLa voce delle Commissioni

Iniziazione cristiana

PROnTI... VIA!Ormai ci siamo, dopo tanto averne par-lato il 2 dicembre si parte! Iniziazione cristiana, un nuovo metodo di fare “ca-techismo”, tante parole, tante spiega-zioni, un po’ di timore come per ogni cambiamento ma ora …. dobbiamo metterla in pratica!Già da diversi mesi noi catechisti ci ri-troviamo periodicamente per parlare e programmare il nuovo anno catechisti-co. Tutto è partito lo scorso giugno con la costituzione della nuova commissio-ne catechesi, 14 mamme ed un papà che hanno offerto la loro disponibilità ad intraprendere questo nuovo cam-mino insieme, con pazienza, ma tanta tenacia. Un impegno fin ora costante, fatto di riunioni mensili, di giornate di preparazione intervicariali, incontri con i genitori e con i ragazzi, ma soprattutto tanta voglia di rendersi utili per “il futuro” della nostra parrocchia.Ma veniamo alla pratica: cosa cambierà nel “catechismo” dei nostri ragazzi? Lo stiamo spiegando proprio nelle riunioni rivolte alle famiglie ed ai ragazzi che stiamo tenendo in questi giorni. Innanzitutto si passerà dal classico “catechismo” settimanale di un’ora, ad incontri meno frequenti ma più “corpo-si”. Per quasi tutti i gruppi, la proposta è stata quella di programmare due in-

contri mensili a scadenza quindicinale. La novità più grande è stata quella di proporre che uno dei due incontri fosse, unificandolo per tutti i bambini delle ele-mentari, una domenica mattina. Devo essere sincera, abbiamo avuto molti dubbi su questa proposta, pensavamo ad un netto rifiuto da parte di molte fa-miglie ad un impegno del genere, si sa la domenica è l’unico giorno in cui spes-so genitori e figli si ritrovano insieme, si programmano gite, attività che spesso lasciano poco spazio alla celebrazione comunitaria del giorno del Signore. Ma altresì era l’unico modo per ridare al “ca-techismo” la sua vera funzione: iniziare i ragazzi alla vita cristiana che ha come culmine, appunto, la celebrazione eu-caristica comunitaria domenicale. Ed è proprio su questo “tema caldo” che le famiglie ci hanno stupito dimostrandosi vere responsabili dell’iniziazione cristia-na dei figli. La proposta è stata accet-tata ed alcune si sono rese disponibili anche ad aiutare nella gestione prati-ca degli incontri, aiuto prezioso visto il numero … esiguo … di noi catechisti proporzionato ai ragazzi). Decisamente una buona prospettiva per l’inizio!Cambiamento di orari e di programma-zione quindi … ma non solo! Cambiano anche i “contenuti” degli incontri. Non più incontri “scolastici” ma incontri “vivi” che sappiano unire la fede narrata du-rante gli incontri (Parola) alla fede cele-brata nelle liturgie (celebrazione) e alla fede vissuta nell’amore quotidiano degli altri (carità). Non sarà facile … ma noi ci crediamo e voi?Buon cammino!

IL nUOVO ORIzzOnTE DELLA FEDE“Eh!! Una volta sì che le cose andavano come dovevano andare! Ma cos’è que-sta iniziazione cristiana ? Ci si mettono anche i Vescovi a complicare le cose!”.Chissà, forse in tanti ci ritroviamo un po’ nell’affermazione riportata ed in tutta sincerità questo nuovo modo di essere cristiani, a cui tutti siamo chiamati, sol-leva non pochi dubbi e magari ansie eccessive. Abbiamo ritenuto giusto tor-nare sull’argomento alla luce dei recen-ti incontri avvenuti tra il nostro parroco Don Battista ed i genitori dei ragazzi della nostra comunità, incontrati prima dell’ avvio ufficiale dei diversi cammini per conoscere, seguire ed amare il Si-gnore Gesù e farne sempre più il centro della propria vita.

UNA SOCIETÀ COMPLESSA: DIO AI MArgINI. Si può dire che il cambiamento era nell’aria, anche perché già da anni i Vescovi avevano evidenziato l’urgenza di un radicale cambiamento nel modo di fare catechismo. Questa urgenza na-sceva dalle diverse trasformazioni avve-nute nella nostra società che hanno por-tato al diverso ruolo della famiglia nella trasmissione della fede e dello sgretola-mento della comunità e dell’ambiente di vita, che una volta già da sé contribuiva non poco alla trasmissione dei valori cri-stiani. Si è creato un vuoto che nessuna lezione di catechismo potrà mai colma-

re, un vuoto che possiamo chiamare d’esperienza. Come sappiamo la nostra fede non può essere solo un concetto, ma deve diventare un’esperienza viva, vissuta in comunione (la Chiesa) e che pian piano cambia la nostra vita e il no-stro modo di essere nel mondo. In questi anni nessuno lamenta la scar-sa partecipazione al catechismo, anzi possiamo dire che pressoché tutti i giovani e le giovani del nostro paese lo hanno frequentato. Il catechismo era il mezzo per fare la Comunione e per fare la Cresima, sempre più slegato dalla vita e finalizzato al raggiungimento di questi traguardi. Purtroppo i fatti hanno dimostrato che la Cresima, più che es-sere il fine di tutto il cammino – l’essere diventati cristiani adulti - ne è diventata la fine per molti. Nel momento di spic-care il volo per vivere in piena libertà e con responsabilità la bellezza dell’esse-re amici di Gesù, tutto si ferma.

UN CAMBIAMENTO POSSIBILE. Con questo piccolo articolo vogliamo con semplicità aiutare tutti ad entrare con lo spirito giusto in questi cambia-menti, sentirsi chiamati ad una respon-sabilità nuova, da esercitare non con la sordina e con timore, ma “urlata” dai tetti; la fede è un cammino per e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Nella sintesi che segue cercheremo di segnalare ciò che va cambiato, con tan-ta pazienza e con i giusti passi. Prima però vogliamo sottolineare i prin-cipali soggetti di questo cambiamento:

LA FAMIgLIA La famiglia è tutto, tutti lo diciamo,

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nsiemeIC 15La voce

delle CommissioniLa voce delle Commissioni

specialmente quando siamo smarriti e spaventati anche dal futuro. Lo dicono i nostri figli, ricordandoci la nostra re-sponsabilità di bene nei loro confronti. Il papà e la mamma sono le nostre ra-dici, sono i nostri esempi, per tutto, nel bene e nel male con i pregi ed i difetti. Nel cammino di iniziazione cristiana è la famiglia la protagonista, non la cate-chista o il prete o la suora; non si può vivere di delega nelle cose che conta-no. Il senso degli incontri con i geni-tori, oltre alla conoscenza reciproca, è quello di far recuperare nella bellezza del cammino cristiano, il diritto di aver una vita religiosa con la R maiuscola. Di scoprire la possibilità che è in tutti di cercare il senso del proprio esistere, del recuperare la fiducia verso le persone, del condividere la propria esistenza. In questo orizzonte di scoperta i genitori governano il timone della vita dei pro-pri figli nei loro primi anni, consapevoli delle scelte compiute e soprattutto nella loro condivisione.

LA COMUNITÀQui ci guardiamo in faccia, noi uomini e donne che da tempo ci sentiamo se-guaci di Gesù e ci sembra anche di far bene. E’ tempo per tutti di togliere quel velo di stanchezza che oscura la gioia della domenica. E’ tempo di essere te-stimoni credibili di ciò che si ascolta e si cerca di vivere. E’ tempo di cercare ed accompagnare, con fraternità, chi si è magari smarrito e che fa fatica a credere; è tempo di accoglienza.Sentiamoci tutti chiamati a verificare il nostro essere cristiani per saper ac-compagnare piccoli e grandi che con

buona volontà vogliono conoscere, seguire, amare e godere dell’amicizia del Signore; abbiamo tutti una grande responsabilità.

COSA VA CAMBIATOUn catechismo che non è più “per la pri-ma comunione” o “per la cresima”, ma è per la vita cristiana, di cui i Sacramenti sono tappe per crescere nella fede (il traguardo è la promessa di Gesù alla vita eterna).Non più “lezioni” con una maestra, ma “un cammino” accompagnati da perso-ne che vivono dell’esperienza di Gesù e la vogliono trasmettere. Non conta quel che si sa, ma quel che si è, come si matura nell’esperienza della preghiera, dell’ascolto del Vangelo, della carità e del perdono. Non più una fede data per scontata e spiegata (che come abbiamo detto rimane poco sostenuta dall’ambiente odierno), ma un aiuto a farla nascere, annunciando il Vangelo e la conoscenza di Gesù Cristo. Prima dei Sacramenti occorre annunciare Gesù Cristo, è Lui il fondamento della vita cristiana. Non più la catechista con tutte le de-leghe, ma un lavoro tra animatori ed accompagnatori nella fede, con le loro famiglie e tutta la comunità. E’ necessa-rio riscoprire il gusto di un cammino co-mune di fede, che ha sempre bisogno di conversione e di verifica. L’animatore /accompagnatore (ex catechista) diven-ta “testimone” in ciò che crede, anima ed alimenta la comunione e la corre-sponsabilità in quello che sta facendo, coinvolgendo anche gli altri. Non più celebrazioni separate per i fan-

ciulli e per i giovani, ma momenti comu-ni in cui si impara a vivere l’esperienza della fede con la propria famiglia e con gli altri adulti. Imparare a gustare la vita della comunità, conoscere le sue esi-genze e bisogni, e perché no, mettersi a disposizione per dare una mano nelle piccole e grandi cose che ci sono da fare, per dire con gioia: “Signore, man-da me !”.Non più l’ora di catechismo con libri e quaderni, e magari la paura di essere interrogati !Stiamo pensando, ognuno in riferimen-to all’età dei ragazzi, al loro numero ed esigenze, a momenti di incontro meno frequenti, ma con più tempo a dispo-sizione. Sarà possibile, alternando il lavoro con i ragazzi e con i genitori, fare esperienza di Gesù nella sua Pa-rola e nella comunione fraterna. Da qui è nata l’idea per i bambini e bambine delle elementari con le loro famiglie, di vivere una domenica al mese in comu-nità con la partecipazione alla S. Messa del mattino alle ore 9.00 a cui segui-ranno momenti di amicizia e gioco in cui imparare ad amare Gesù e i fratelli. Il materiale indispensabile per questo cammino sono la Bibbia ed il Vangelo - la Parola di Dio per gli uomini di ogni tempo - la Sua presenza non manchi nelle nostre case.Non più i “traguardi” dei Sacramenti, ma le grandi tappe di una vera Pasqua personale, dove ognuno, responsabil-mente e con gioia, conferma nella S. Cresima la sua volontà di vivere sullo stile di vita di Gesù, gustando della Sua presenza trasformante nella S. Eucari-stia. Su questa esigenza si giungerà,

come ormai ben sappiamo, ad unificare in un unico momento i due Sacramenti, segno di un mandato forte per ogni gio-vane ad essere missionario e testimone di Cristo nel mondo. Confidiamo nella buona volontà di tutti ad intraprendere con coraggio questa nuova avventura che lo Spirito Santo ci indica. E’ possibile trovare con impegno la giu-sta risposta alle inquietudini e ai dubbi che ci sono e che sorgeranno, facen-do attenzione a rispondere più che alle nostre singole esigenze, alle esigenze di una rinnovata vita comune cristiana, che chiede sì, più responsabilità, ma che non mancherà di rivelarci che la bellezza della nostra vita è la sua ultima e grande verità. Con l’inizio dell’Anno Liturgico si av-vierà questo cammino, nella speranza che sempre ci viene dal nostro Signore Gesù: “ Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.(Mt 28, 20)Buon lavoro a tutti!

Enzo Capitani e l’equipe per l’iniziazione cristiana

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nsiemeIC 17La voce dell’oratorioLa voce dell’oratorio

L’Oratorio, ossia il luogo dei sogni…!

I sogni, quelli veri, vengono da Dio, sono i SUOI sogni!Il “miracolo” è che i sogni di Dio si possono esplo-

rare ogni giorno, lasciandosi guidare dalla sua Parola.E chissà che, a forza di coltivarli den-tro di noi, un giorno cominceranno a realizzarsi …

Sogno l’Oratorio dei talenti: sì quei talenti, tanti o pochi, che ognuno di noi si ritrova ad avere per dono di Dio e costituiscono la pro-pria ricchezza, le proprie opportu-nità; se li trascuri, butti via la vita; se li utilizzi con intelligenza ti ba-stano per essere felice! Non serve sopravvalutarti, perché finiresti col restare deluso; non serve sottova-lutarti, perché non proveresti mai

a giocare tutte le tue capacità.Sogno un Oratorio dove ogni ragazzo è messo in condizioni di accettarsi e di essere accettato per quello che è e che vale; un luogo in cui ogni ragazzo viene aiutato a scoprire le proprie pic-cole o grandi ricchezze e capacità; un Oratorio dove i ragazzi imparino ad avere fiducia in se stessi, a stimarsi, a confrontarsi con gli altri, in uno scambio di fiducia e di aiuto, senza bisogno di aggressività, di bullismo, di prevaricazione.

Sogno l’Oratorio di amici;che si sentono e si pensano come ” un solo noi” basato su una costante collaborazione di programmi, di orari, di priorità, tale da formare persone equilibrate, capaci di coltivare tutti gli aspetti della vita, in modo armonico. Un Oratorio dove non si coltivano

conflitti personali, gelosie e ambizioni, dove non ci si lamenta di tutto, ma ci si confronta sulle scelte e le attività così da essere coordinate, senza sovrapposizioni; sogno un Oratorio dove la responsabilità sia distribuita fra tutti, sentita da tutti e condivisa da tutti, dove si respiri unità di intenti, di valori, di sogni …

Sogno l’Oratorio di animatori grandi e speciali:non un Oratorio da bambini e di bambini… Dove il grande si prende cura del più piccolo, così che il piccolo ammira e stima il grande; dove si cerca e si avvicina chi si sente in disparte o in difficoltà; dove educatori giovani e adulti, con i loro limiti e disposti sempre a imparare e rinnovarsi, offrono un servizio che richiede la loro generosità e il loro entusiasmo .Sogno animatori che tendono a diventare educatori, cioè formatori di coscienze e di stili di vita che fioriscono sulle pagine evangeliche dell’amore, del perdono e della gioia.

Sogno l’Oratorio-Casa:dove tutti quelli che entrano si sentano “a casa” o “di casa”, dove tutti si è protagonisti, dove tutti ci si tiene a tutto e di nulla mi disinteresso. Una casa dove entra non solo il piccolo, ma entra la famiglia, insieme, e si condivide, si parla e si gioca e si ..fa anche nulla, si perde tempo anche, perché si riposa, si sta bene e volentieri. Una casa dove chiunque può prendere in mano uno straccio per pulire, una scopa per raccogliere polvere o rifiuti, dove si fa ordine perché gli altri si trovino bene, per far sentire tutti di casa.

Sogno l’Oratorio-Casa di Dio:dove Gesù sia davvero il primo e al centro della vita concreta dell’Oratorio. Quello che lavora nel cuore dei ragazzi e dei gio-vani, che guida, accompagna, e giudica il cammino, che ascolta e crea comunione. Sogno l’Oratorio dove il ragazzo, e con lui gli animatori ed educatori, manifesta l’ami-cizia con Gesù nell’amicizia, nella fraternità, nel rispetto, nella gioia che il ragazzo cerca di condividere con gli altri; un Oratorio dove si impara pian piano a fidarci di Gesù, della sua Parola e della sua vita, per maturare il coraggio e la libertà di seguirlo sulle strade che un giorno Lui sa indicarci.

d.B.

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La citazione iniziale è tratta dal libro “La leggenda del santo bevitore” di J. Roth, Ed. Adelphi.Vale la pena leggerlo…

IncontriIncontri

Come è importante oggi il volontariato“Una serata di primavera dell’anno 1934 un signore di una certa età scende i gradini in pietra che da uno dei ponti sulla Senna conducono alle rive del fiume. Là, come quasi tutti sanno, ma in questa occasione merita di essere ricordato, sono soliti dormire, o meglio accamparsi, i vagabondi di Parigi. Uno di questi vaga-bondi viene per caso incontro all’anziano signore ben vestito, che dà l’impressione di essere un viaggiatore interessato a visitare le bellezze delle città straniere. Il vagabondo ha un aspetto malan-dato e pietoso, proprio come gli altri con cui condivide la propria esistenza, eppure all’anziano signore ben vestito sembra degno di particolare attenzione; il perché, non lo sappiamo. Era sera, e

sotto i ponti e lungo l’argine era più buio che sopra i ponti e sul lungofiume. Il vagabondo dall’aspetto ma-landato barcolla leggermente. Sembra non essersi accorto dell’anziano ben vestito. Questi però, che non barcolla affatto e, anzi, procede diritto e con passo ben sicuro, evidentemente aveva notato già da lon-tano l’uomo che barcollava. L’anziano signore sbarra addirittura la strada all’uomo malandato. Entrambi si fermano, l’uno di fronte all’altro. “Dove vai, fratello?”, chiede l’anziano signore ben vestito. L’altro lo guarda per un attimo, poi risponde:”Non sapevo di avere un fratello, e non so dove mi porta la strada”. […]

Con questa “pennellata” letteraria il Profes-sor Carlo Maria Mozzanica, già insegnante all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha aperto l’incontro che si è tenuto presso il nostro nuovo Oratorio lo scorso 14 settembre. erano presenti numerosi volonta-ri appartenenti alle diverse Associazioni del Terzo Settore, ma si é vista anche la presenza di alcuni amministratori locali della zona. En-triamo ora più nel merito dei contenuti che il Professore ha ampiamente spiegato e dibattuto durante la serata.

CHE COSA È IL VOLONTArIATO? CHI È IL VOLONTArIO?La definizione più tecnica recita: “attività prestata in modo personale, spontaneo e gratuito singolarmen-te o tramite organizzazione”. Le leggi attuali che lo regolamentano sono la 266/91 e la legge regionale 1/2008. Il Volontariato esprime, come ci ha detto il Prof. Mozzanica, vicinanza e prossimità. Volontario è colui che si fa compagno e che è capace di azioni di solidarietà. È ancor meglio detto indicando che, la radice latina della parola compagno, si riferisce a chi condivide il pane, mentre il termine solidarietà prende origine dal concetto di sentirsi “responsabili in solido” verso tutte le persone che si incontrano, valorizzando soprattutto la dimensione del rapporto inclusivo con l’altro indipendente-mente dalle appartenenze, ma proprio per il suo essere “perso-na” o, per i credenti, per l’essere “figlio di Dio”. Nel volontariato si rende visibile la fraternità e “l’essere per l’altro”. Il volontario è portatore di fede, cioè sa risvegliare nell’altro la capacità di fidarsi ed affidarsi. Il volontariato infine si fa profezia di un futuro attraverso la messa in gioco di “azioni non finalizzate a se stesse, ma ricche di significato”. Compito dei volontari è “stare accanto”, privilegiando l’ascolto attivo, mettendo in luce la dignità dell’uomo e sospendendo ogni giudizio. Pilastri essenziali del volontariato non sono tanto il protagonismo, ma essenzialmente sono la gratuità e l’etica del dono.

DOVE PUO’ TrOVArE SPAZIO IL VOLONTArIATO?L’indicazione dataci dal Prof. Mozzanica è quella di entrare in relazione con lo scenario istituzionale:• per sostenere che “i valori condivisi fanno comunità”;• per creare “una modalità comune di lavorare in rete” anche

secondo il principio di sussidiarietà (non faccia un Ente sovra-determinato ciò che compete e/o può essere fatto da un Ente sottodeterminato e un Ente sovradeterminato crei le condizioni giuridiche, amministrative ed economiche perché l’Ente sotto-determinato possa svolgere le funzioni proprie);

• per supportare e contaminare lo sforzo che la politica deve significativamente provvedere nei confronti dei diritti dei cit-tadini;

• per umanizzare l’economia affinché non miri solo al profitto.Sabrina Camozzi

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nsiemeIC 21La nuova “porta” di san Francesco

La nuova “porta” di san Francesco

La Lettera di BET e DALET

Siamo ב BET e ד DALET, due antiche lettere dell’alfabeto ebraico..DALET vuol dire POrTA ד BET significa CASA mentre ב

Qualcuno si chiederà che cosa ci stavamo a fare in una simile celebrazione in un piccolo paese di montagna e, soprattutto, di quale messaggio ci sentiamo portatrici. Siamo state – anche noi - un po’ le protagoniste di quell’evento… e ci siamo sentite spesso nominate nei discorsi di tutti, in quelli dei partecipanti alla cerimonia serale, ma anche nei “filò” dei giorni successivi delle persone che hanno fatto la spola per ve-dere quello che cuore e mani abili dell’Artigiano-Artista avevano donato alla Comunità intera. BET – CASA sono il Tempio di Dio, la Chiesa, il luogo che dà בspazio ad ogni uomo e ad ogni donna di maturare nella propria fede e nella propria crescita umana. La casa in quanto Creazione, che porta nel suo ventre materno i propri figli e li dà alla luce nel Battesimo. La casa che desidera che ciascuno abbia un posto e sia felice secondo la propria vocazione. La casa che accoglie le preghiere di chi si inginocchia davanti all’altare in un momento di gioia, di sacrificio, di difficoltà e di sofferenza e la casa che aiuta nel momento del passaggio alla Vita Eterna. Il gioco dei quattro colori liturgici presenti su questa nuova e bella opera d’arte, non vuole forse ricordarci anche questi momenti che si rincorrono nella vita di ciascuno di noi, ma che sono stati an-

che parte della vita di Cristo? E poi, osservate quante case sono rappresentate sul nuovo portale! Tutte le nove chiese presenti a Sondalo, in aggiun-ta a quella di Mondadizza. Le costruzioni sacre testimonia-no con quanto amore i nostri avi hanno voluto trasmetter-ci il loro Credo: la Chiesa di San Francesco può essere allora idealmente la sintesi di questo passaggio che,

Lo scorso 4 ottobre abbiamo partecipato anche noi, con un folto gruppo di sondalini, all’inaugurazione e benedizione del nuovo portale della Chiesa di san Francesco.

“di generazione in generazione”, ci ha reso appartenenza a una Comunità. Una Comunità che oggi però ha bisogno di rinnovarsi, svecchiarsi, ri-mettersi ancora “in costru-zione” e in cammino. Se mi osservate bene, io ב BET, sono un piccolo quadratino con un’apertura davanti sul-la sinistra: questo racchiude e sussurra l’augurio per don Battista… “non preoccuparti né di quello che c’è prima, né di quello che c’è sopra, né di quello che c’è sotto, bisogna sempre essere aperti verso l’avanti, perché infondo a que-sto avanti c’è il Messia”. DALET - POrTA sono ciò דche indica l’apertura e la liber-tà. Gesù stesso ha detto “Io sono la Porta”. Tutti siamo chiamati a metterci sulle sue tracce, ma la scelta di seguirlo è lasciata alla volontà di ciascuno. Senza forzature. San Paolo e San Pietro, i due apostoli raffigurati nelle due formelle di polvere di pietra, plasmate da “El Duca”, e presenti sulla nuova porta della Chiesa, ci ricordano che anche due persone limitate come erano, uno un po’ dal carattere difficile e l’altro che si fidava ben poco, possono diventare gioiosi “costruttori del Regno di Dio”. Grazie Artigiano- Artista “El Duca” perché credo che su quella porta, accanto ai Santi, ci sei anche tu! C’è la tua passione per il bello e per il Vero, c’è la tua gratuità, perla preziosa e rara, c’è la tua creatività, il tuo “talento” che non trattieni ma che metti a frutto per rendere gli altri più ricchi spiritualmente e umanamente. E questo mi fa esprimere un sogno che si traduce in un invito a tutta la gente di Sondalo: provate anche voi ad entrare… attra-versatemi, ciascuno con le proprie risorse e le proprie fragilità, e vi scoprirete assetati di “desiderio di Dio”. Anche voi allora vi troverete scolpiti su quella Porta che è il cuore di Cristo Risorto, cuore che diventa motore di “PAX” pace. Ah! Dimenticavo una volta che siete entrati… ricaricatevi e poi, mi raccomando, usci-te… perché la missione della Chiesa è anche portare la fede per strada! Un caro saluto ב BET e ד DALET

Sabrina Camozzi

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nsiemeIC 23MondadizzaMondadizza

Intanto per iniziare… ecco un primo contributo storico che ci può far riflettere!

Quando Mondadizza ottenne di essere vice-parrocchiaIl desiderio che Mondadizza, allora semplice capellania, fosse elevata al tito-lo di vice-parrocchia era già stato espresso al Vescovo Lazzaro Carafino fin dall’ottobre 1654, in occasione della sua venuta a Sondalo per la Vista Pasto-rale. I frazionisti di Mondadizza facevano notare al vescovo che “ a motivo della distanza di due chilometri e più dalla loro chiesa parrocchiale di santa Maria di Sondalo, raggiungibile con una strada brutta e scomoda specialmente d’inverno a causa della neve, della pioggia e del ghiaccio, ma anche d’estate

a motivo del grande caldo e anche perché ci sono di mezzo valli e fiumi, che alle volte danno luogo a inondazioni, non possono accedere ala detta Chiesa Parrocchiale per ricevere sacramenti se non con grave incomodo e pericolo, cosicché molti sono costretti a morire senza poter ricevere i sacramenti, con grave disappunto e danno dei detti Uomini e Abitanti”.Per parte sua il Vescovo si era dimostrato comprensivo e, sentito anche il parere abbastanza favorevole, dell’allora Parroco di Sondalo Vincenzi o Vicedomini, si decise di procedere in tal senso. Quindi il 16 febbraio 1656, un martedì, gli Uomini e la Vicinanza di Mondadizza, convocati dal suono della campana e incoraggiati dall’Arciprete di Mazzo Giovanni Perti, che allora era Vicario fora-neo della Pieve, si radunarono nella chiesa di s. Giovanni Battista e nominaro-no proprio lui “messo sindaco e procuratore” affinché, con il dovuto rispetto, andasse dal Vescovo a chiedere il decreto di erezione della Vice Parrocchia. Qualora la domanda fosse stata accolta, i frazionisti chiedevano anche di po-tersi riservare il diritto alla nomina del futuro vice-parroco, impegnandosi ad assicurargli altri dieci scudi, oltre i cinquantasei che già devolvevano a questo scopo, al prete Gabriele Monegatti di Sommacologna che, in quel momento, era loro cappellano.Due mesi dopo gli abitanti di Mondadizza furono nuovamente riuniti nella loro chiesa. Questa volta per eleggere il nuovo vice-parroco, in modo che, non appena l’arciprete fosse andato in curia e se il vescovo avesse accolto il loro desiderio ed elevato la chiesa al titolo di vice-parrocchia, avrebbe potuto chie-dere contemporaneamente anche l’approvazione e il riconoscimento della nomina del primo titolare. Erano presenti ventidue capifamiglia, tutti maschi. I 29 aprile successivo finalmente l’arciprete Perti è a Como per trattare con il Vescovo …in forza della sua autorità … conferitagli dal sacro concilio tridentino e in ogni altro miglior modo, elevo la chiesa di san Giovanni Battista nella contrada di Mondadizza alla dignità di vice-parrocchiale con proprio fonte battesimale e cimitero e tutti gli altri diritti e le assoggetta, per quanto concerne la cura delle anime e l’amministrazione dei sacramenti, gli uomini e gli abitanti predetti, in modo che possano avere un sacerdote loro proprio come vice-parroco, il quale aiuti il molto reverendo signor rettore del predetto luogo di Sondalo e lo assegna alla stessa chiesa di san Giovanni Battista di Mondadizza come sopra, perché provveda alle cose di Dio, risieda abitualmente presso la stessa chiesa, cele-bri la messa, amministri sacramenti agli abitanti, eserciti la cura delle anime e compia tutti quei compiti che spettano e competano e sono di dovere di un viceparroco…Rielaborazione dal volume “SCHEGGE DI STORIA SONDALINA” (1992) di don Gianni Sala pagg. 81 -85

Mondadizza è stata eretta parrocchia nel 1724

Ai Parrocchiani di MondadizzaCarissimi, come avrete potuto osservare nell’immagine di copertina del Giornalino c’è la

vostra chiesa di san Giovanni Battista. Infatti don Battista è parroco oltre che

della comunità di Sondalo, anche della vostra di Mondadizza. Sapete benissimo

che, vista la scarsità di preti “in circolazione”, bisogna condividere le forze e

quindi mi permetto di invitare tutti i Mondadiciaschi a collaborare e possibil-

mente aiutare il nostro parroco. Questo vale anche per il giornalino. Come avete

letto nella premessa in questi ultimi mesi il gruppo di redazione ha progettato

e sta realizzando, con questo primo numero, un mezzo di comunicazione con

e fra le due comunità. Per Sondalo è stato abbastanza semplice trovarsi a

“pensare sul da farsi” anche perché il don è sempre molto presente e attivo;

per Mondadizza, invece è un po’ più difficile (non si può arrivare dappertutto!).

A dire il vero abbiamo provato a contattare alcune persone della frazione, ma

poi abbiamo pensato che sarebbe stato meglio chiedere a tutti i parrocchiani di

Mondadizza di collaborare con noi … In redazione il posto per i rappresentanti

della frazione che abbiano desiderio di mettersi “Insieme in cammino” c’è.

Rimaniamo in attesa di idee, suggerimenti, proposte e anche critiche.

Vi aspettiamo …, il prossimo numero uscirà per la santa Pasqua!

La coordinatrice del Gruppo di redazione

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nsiemeIC 25La voce della storiaLa voce della storia

Al mè paés

La poesia “Al mè paés” evoca ricordi sulla situazione econo-mica, sociale, culturale e religiosa di Sondalo, molto simile a quella dell’intera Valtellina, nel periodo storico compreso tra

la fine dell’Ottocento e il 1932 circa. L’economia a quell’epoca si basava prevalentemente sulla coltivazione della terra e sull’alle-vamento del bestiame. Sondalo conobbe un grande sviluppo in senso moderno solo a partire dal 1932 con l’inizio dei lavori per

la costruzione del Villaggio Sana-toriale Morelli. Nei decenni prece-denti i sanatori di Pineta, Vallesana e Abetina non avevano inciso così significativamente sull’economia del paese. A seguito di questo sviluppo si assistette dopo il 1950 alla modifica dell’assetto urbanisti-co, con lo spostamento ai margini del paese delle strutture pubbliche e commerciali. Nel centro storico in Piazza della Repubblica (ex del Comune) dove confluiscono le strade principali e gli ingressi del-le corti che la collegano con la via Rodorio, si svolgevano le principali attività. Essa era il punto di riferimento della nostra comunità. Adesso è vuota o adibita a sporadiche ma-nifestazioni folkloristiche. Vi si af-facciavano il palazzo con le scuole elementari (costruito nel 1871), il Municipio, l’ambulatorio comunale, la sede dei Vigili del Fuoco (ricor-do il capo Luiscin de la Pilota), la Vervata con la frutta, Marino con la primitiva esattoria, sartoria, ba-zar e albergo, Giuàn Mazöla con la Macelleria, la Cooperativa di consumo, il parrucchiere Roberto, il ciabattino “al Bolscevic”, la foto-grafa Augusta e nelle vie confluenti

il panificio con alimentari e l’osteria Lazioli (Leu), Silvestro con le terraglie, Mena Riciola (Lazioli) tes-suti e merceria, Cardoni (Beka) con la calzoleria e più sotto l’agenzia del-la Banca Piccolo Credito Valtellinese, la casera di Terra Maggiore, la casa parrocchiale e l’ufficio Po-stale, l’alimentari e l’oste-ria di Pedraccini Giorgio (Sanecrip). Nella piazza si tenevano le fiere di s. Agnese, del Corpus Domi-ni e di S. Anna e in Terra Minore aveva luogo il 25 settembre di ogni anno la fiera del bestiame (féra de Sondél), un evento molto importante. Segno distintivo di ricchezza erano infatti i capi di be-stiame che riflettevano la quantità di pertiche di terreno posseduta necessaria al loro mantenimento. Il latte prodotto veniva in parte consumato dalle famiglie, che allora erano molto numerose e in

Al mè pAésRegòrdi al mè paés, sesciant’égn fa e al me vén al magón, la nostalgia.

Al gh’éra quatro cà, quatro masgión,la gésgia, la casèra, i bùi, la piàza sempre piéna de gént e de alegrìa.

Intórn al bùi che fèsta, li vaca a böer, i maión a sgiugàr, li fémma a resgentàr e a cuntàrla gió un pit in compagnia.

E fò per la campègna, dré ai tröc(h) fiorì de ughét, de frösoi e de móra,na grèn fraca de usgéi de primavéra chi fasgéva su al nìu e i chentàva.

La néf che la lusgìva su’n di mónt e l’acqua de li val e de li rösgiaL’éra néta, pulìda e trasparénta, se vedéva gió i sàsc fina gió in fónt.

Scé…l’éra pròpi bèlal mè paés sesciant’égn facon pòca cà, pòca strada,bóna gént e tanta pàsc.

Silvana Foppoli

Fiera di Sondalo del 25 settembre anni 30. È visibile la santella di S. Antonio protettore degli animali

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nsiemeIC 27La voce della storiaLa voce della storia

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nsiemeIC 29La voce della storia

parte portato alla casèra. Nel 1874, su richiesta della gente, alla casèra di Terra Maggiore si fece venire da Poschiavo un esperto casaro per dirigerla e insegnare a due apprendisti l’arte della lavorazione del latte, migliorando così di molto la produzione. Dai dati statistici relativi alle latterie invernali del Mandamento di Grosotto di G. Pini nell’anno 1884-85 risulta che a Sondalo afferiva alla latteria di Terra Minore il latte di 65 mucche, a quella di Terra Maggiore quello di 112 capi e di 36 a Mondadizza. Funzionavano inoltre latterie a Migiondo, a Sommacologna e a Le Prese con sedi nella casa della vicinanza. Nel 1886 si decise la ristruttura-zione dei locali e il rinnovo della società fondando il “Caseificio Sociale di Sondalo in Terra Maggiore” con presidente il Signor Bidoli Silvestro, mentre con l’incarico della gestione dei lavori di allestimento dei locali per la latteria fu eletto il Signor Bianconi Pietro Antonio fu Pietro. Nel resoconto finanziario e morale sui suddetti lavori, redatto dalla commissione esaminatrice, si legge che egli tenne i conti esattissimi con prezzi controllati e in limiti strettissimi e che gli stessi operai, divisi in categorie sulla base di capacità nel lavoro, facilitarono l’opera disposti, per il bene della società, a rinunciare spontaneamente a maggiori diritti.Nell’elenco del 4 dicembre 1886 risultavano iscritti 92 soci.

Timbro della cooperativa dei muratori

Gran parte della zona di Pradella e tutta la zona che lambisce Terra Minore e che si estende verso Migiondo era coltivata a rotazione a patate, segale, frumento, orzo, grano saraceno per uso familiare, di qualità sicuramente biologica. Alla soliva lungo le pendici la terra veniva sottratta alla montagna sostenendola con muri a secco i “ curunei”. Ogni famiglia provvedeva a procurarsi la legna per riscaldarsi e per cucinare. Alla fontana si attingeva l’acqua, si abbeverava il bestiame e nel lavatoio le donne lava-vano i panni.I primi anni del Novecento furono caratterizzati da una massiccia emigrazione verso le Americhe e l’Australia. I giovani si recavano in Svizzera e nella bresciana per lavori stagionali. Nel 1916 venne fondata la “Cooperativa di produzione e lavoro la Fratellanza” fra muratori e affini con Carnevali Pietro presidente, Zappa Ernesto direttore, e Garavatti Stefano (Biondelo) segretario; quest’ultimo emigrato in Australia tornò a casa per riaccompagnarvi il fratello Battista malato, andò poi in California dove rimase quel tanto che gli bastò per comprare del terreno che gli consentisse di mantenere una mucca. Il fratello Battista con il figlio Mario furono per tutta la vita i nostri sagrestani, i “Monec”. Da ricordare la casa della “Vicinanza” in via Santa Marta, un’unione solidale di perso-ne che lavoravano in gruppo per il bene della comunità, senza compenso, soccorrevano e accoglievano compaesani colpiti da calamità. Possedevano attrezzature e pro-prietà con il diritto di uso comune. Su iniziativa del locale Circo-lo Socialista venne eletta una commissione di 4 membri: Kofler Attilio, Peiti Eugenia, Zappa Mario e Mazzetta Al-ceste per l’istituzio-ne di una biblioteca popolare aperta il 10 settembre 1909 con bibliotecario Cenini Lu-igi. Venne inoltre costituita con statuto datato il 22 settem-bre 1909 una società denominata “Risveglio Educativo” con lo scopo di incrementare l’istruzione e l’educazione popolare e con l’istituzione di un corpo musicale.

Leandra Pozzi

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Enzo Capitani Enzo Capitani

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nsiemeIC 33ContributiContributi

lorenzo partesana

La preghiera come attenzione, l’attenzione come preghieraL’ATTENZIONE PUrA, PErFETTAMENTE SENZA SCOrIE, È PrEgHIErA. Simone Weil

Vorrei parlare della preghiera come attenzione verso la vita in ogni sua manifestazione verso il prossimo, la natura, se stessi. L’attenzione è vuoto, disponibilità, accoglienza della vita, attesa. Vuoto, inteso come

coscienza libera da preconcetti, pregiudizi, desideri, cioè vergine di qual-siasi speranza, in modo che Dio possa manifestarsi. Questa preghiera va intesa come lo strumento attraverso il quale l’anima tenta di consegnarsi completamente a Lui , affinché la persona non diventi che uno strumento di Dio, in un perfetto abbandono. Disponibilità è impegno verso gli altri, non unicamente politico, pratico, materiale, ma pure e soprattutto spirituale.Qualsiasi essere umano, anche il più semplice, può penetrare nel regno della verità, se solo lo desidera e compie continuamente un grande sforzo di attenzione per raggiungerla. Scrive S. Weil: “Tutti i beni più preziosi non devono essere cercati, ma attesi.” Capita, miracolosamente, che il bene tanto cercato, invocato, si manifesta quando cessa lo sforzo, quando non ci si pensa più, quando molliamo la presa: si è manifestata la grazia di Dio.Infatti non si tratta di conquistare, bensì al contrario, di contenere in sé un tale vuoto, un tale spazio, da poter diventare terra accogliente. Ecco il primo passo di ogni preghiera: “Parla, Signore, il tuo servi ti ascolta” [1 Samuele 3,10]. oppure più semplicemente: “Eccomi” non chiedendo niente, non

cercando niente, restando in attesa della vo-lontà di Dio “Sia fatta la tua volontà.”

Nel prossimo numero: “Preghiera significa scegliere tra gli idoli e il vero Dio”

Adelina Della Bosca

Una causa impossibileSENZA rAgIONE (UN LIBrO DA LEggErE E SCOPrIrE)

I libri sono il mezzo più emozionante e autentico per comunicare i momenti più importanti della nostra vita, le scoperte, le avventure, i valori, gli affetti. I libri raccontano chi siamo veramente.

Desidero pertanto segnalare in queste pagine un libro letto tempo fa, dal titolo “Senza ragione” scritto da due autori: una giornalista Elvia Grazi e un avvocato Antonio Prade.La trama è di quelle che incuriosiscono e pagina dopo pagina ti assorbe e ti “prende” suscitando emozioni e pensieri. È la vicenda di due cugine che sin dall’infanzia sono unite da un legame stretto e forte quasi come sorelle e anche una volta diventate adulte e separate dalle vicissitudini della vita hanno l’abitu-dine di scriversi lettere confidenziali. Nadia spedisce una lettera di addio alla cugina Norma, rientra in casa e si toglie la vita. Dopo i rilievi, la polizia dichiara il caso chiuso come suicidio, ma Norma non ci sta e decide di rompere il silenzio; per lei c’è qualcosa che non quadra in quella morte. Tra dubbi e perplessità è Mauro Selce, avvocato vedovo e con una figlia adolescente ad assumere la difesa del caso, “una vera e propria rogna”. Norma è infatti una donna disabile costretta in casa da una malattia che le mina il corpo e la mente ed è lei a de-cidere di denunciare il marito di sua cugina: uno degli uomini più importanti e potenti della città. Mauro è consapevole che portare in tribunale la voce di una donna che spesso la società relega in un angolo e mette ai margini perché è disabile, contro quella di un medico stimato e politico della città non sarà una passeggiata, ma accetta comunque di mettersi in gioco. Sa in partenza che non sarà una causa facile, ma è mosso anche da una voglia di cambiare un destino processuale che pare già segnato. Solo un pazzo può spingersi oltre e veder cambiare il gioco affinché qualcuno creda che cambi davvero. Norma, è vero, può sembrare una donna fragile a sfidare un uomo così in vista, politico ricco e arrogante che è l’incarnazione del potere, ma è anche una donna molto forte che ha voglia di combattere per una giusta causa e gridare la sua verità. Quante Norma potrebbero essere dentro di noi se, al posto di annichilirci o compiangerci, tirassimo fuori il nostro coraggio e la nostra forza, tante battaglie sarebbero vinte contro l’ingiustizia e il mondo sarebbe più a misura d’uomo. Il nostro vivere non sarebbe “senza ragione”, ma spiragli di luce e di sole.

Senza ragione di Elvia grazi – Antonio PradeEd. Paginauno 2012 - Pagg. 284

PILLOLE DI SAggEZZA“Sorridi sempre, anche se è un sorriso tristeperché più triste di un sorriso tristeè la tristezza di non saper sorridere”

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nsiemeIC 35Vita cristianaVita cristiana

La domenica giorno della Chiesa

Angelo Comastri parla della chiesa con ammirazione e grati-tudine in un libro di otto agili capitoli, quasi una raccolta di foto da varie angolature: il quinto è dedicato alla domenica

“giorno della chiesa” e riporta testimonianze che mostrano come i primi cristiani compresero il significato profondo della celebra-zione domenicale.Anno 57, il primo giorno della settimana non è civilmente ricono-sciuto come giorno non lavorativo. Per incontrare Cristo nell’ascol-to della Parola, nella frazione del pane e nella carità fraterna i cristiani rubavano ore alla notte: “Nel primo giorno della setti-mana, essendoci radunati per spezzare il pane Paolo, dovendo partire il giorno dopo, si intrattenne con i discepoli e prolungò il discorso fino a mezzanotte. Nella sala superiore, dove erano radunati, c’erano molte lampade accese” (At 20, 7-8).giustino, scrittore nato da famiglia pagana nel 108 e convertito al cristianesimo intorno all’anno 130, dà una splendida foto-grafia della vita delle comunità cristiane del secondo secolo: “Nel giorno chiamato del Sole tutti quelli che abitano nelle città o nelle campagne si riuniscono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli (i Vangeli) o gli scritti dei profeti (l’Antico

Testamento) finché il tempo lo permette. Poi, quando il lettore ha terminato, chi presiede tiene un discorso in cui ammonisce ed esorta all’imitazione di quegli esempi belli. Poi ci leviamo in piedi tutti insieme e innalziamo preghiere…vengono portati pane, vino e acqua. Chi presiede rivolge al cielo allo stesso modo preghiere ed espressioni di ringraziamento con tutte le sue forze, e il popolo risponde con l’acclamazione “Amen”. Si fa quindi la spartizione e la distribuzione a ciascuno degli alimenti consacrati e agli assenti viene inviata la propria parte per mezzo dei diaconi. I facoltosi e quelli che lo desiderano danno liberamente ciascuno quello che vuole e ciò che si raccoglie viene depositato presso colui che presiede. Questi soccorre gli orfani, le vedove e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa, e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma ci si prende cura di chiun-que sia nel bisogno”.Anno 304, al tempo della persecuzione di Diocleziano un gruppo di cristiani di Abitene, cittadina dell’odierna Tunisia, vie-ne arrestato perché celebrava l’Eucarestia domenicale, sotto la guida del presbitero Saturnino. Negli atti dei Martiri sono riportati gli interrogatori condotti dal proconsole Anulino a carico del pre-sbitero e del padrone di casa Emerito.Proconsole: “Hai agito contro le prescrizioni degli imperatori e

dei Cesari radunando tutti costoro”.Saturnino: “Abbiamo celebrato l’Eucarestia domenicale senza

preoccuparci di esse”.Proconsole: “Perché?”Saturnino: Perché l’Eucarestia domenicale non può essere

tralasciata.Proconsole: “Nella tua casa sono state tenute riunioni contro il

decreto dell’imperatore?”Emerito: “In casa mia abbiamo celebrato l’Eucarestia dome-

nicale”.Proconsole: “Perché permettevi loro di entrare?”Emerito: “Perché sono miei fratelli e non avrei potuto loro

impedirlo”. Proconsole: “Eppure tu avevi il dovere di impedirglielo”.Emerito: “Non avrei potuto perché noi cristiani non possiamo

stare senza l’Eucarestia domenicale”.Il cronista degli atti conclude con un commento di rara efficacia e attualità. Quando senti dire “cristiano”, sappi che vi è un’as-semblea che celebra il Signore; e quando senti dire “assem-blea”, sappi che lì c’è il cristiano.

Adattamento da Angelo Comastri “La sposa bella”, Edizioni San Paolo, 2007.

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nsiemeIC 37La voce del socialeLa voce del sociale

Le possibili “rimesse” degli emigranti d’oggi

Sono passati i tempi belli… Non è più Sondalo di una volta… Andiamo indietro… sono frasi comuni che ricorrono nei di-scorsi dei pensionati. Già, dei pensionati perché in paese

siamo in gran numero e forse in quantità tale da superare i cittadini che lavorano, producono reddito. Sono disponibili dati statistici anche dettagliati, invero abbastanza noiosi, la cui interpretazione r ich ie - derebbe competenze specifiche e lascerebbe ampi

margini di discussione.Ad un esame qualitativo colpiscono i vuoti nelle generazioni giovani: i trentenni di oggi che abbiamo visto a scuola, all’oratorio, nelle squadre sportive, in tanti momenti della vita associata. In genere hanno lasciato il paese dopo le scuole superiori: per frequentare l’università o un corso di specia-lizzazione o per svolgere un lavoro adeguato al titolo di studio conseguito. Già durante gli studi lo stile di vita e le possibilità offerte dalla città affascinano. Esperienze importanti sono promos-se dalle Istituzioni: si pensi, per solo esempio, al programma Erasmus che ha consentito ai

giovani europei di frequentare anni di studio universitario in atenei stranieri.Al termine degli studi le possibilità di lavoro in paese o in provincia sono minime e quindi, di fatto, il viaggio per ragioni di studio avviene con biglietto di sola andata. Non è solo una ragione economica e occupazionale: difficil-mente i giovani lascerebbero lo stile di vita e le relazioni che hanno creato negli anni di studio e di formazione. E’ la città – per noi soprattutto Milano – che vince e impone la sua logica: il destino è comune a tutte le vallate alpine che si stanno impoverendo delle giovani generazioni a meno (in parte) di quelle ove l’attività turistica (e

le sue forzature) consente occupazione e produzione di reddito.Arrivano notizie dei nostri giovani: sanno affermarsi nel lavoro, nelle professioni e in diversi campi. Ciò è motivo di sod-disfazione e fiducia per le famiglie, la scuola, la parrocchia, il paese che li hanno cresciuti ed educati per un paio di decenni. Ma il buco resta: il paese può avere ancora scambi con loro? Un tempo l’emigrante era spesso im-portante per il paese e la famiglia di origine: le sue rimesse in danaro aiu-tavano a sollevare condizioni indivi-duali, familiari, l’economia generale, la manutenzione e la realizzazione di beni comuni (asili, case di riposo, chiese…). Resiste nei giovani che si sono sistemati altrove un legame con il loro paese d’origine? In altre parole è possibile ottenere una qualche “rimessa” (non neces-sariamente economica) che sia utile almeno per lo scambio di esperienze?Il giornalino potrebbe ospitare ogni numero il racconto/intervista di qualcuno di questi giovani, uomini e donne. Sarebbe importante, per chi abita qui e ama il proprio paese.Il paese, per noi non più giovani, è parte della nostra personalità: vi siamo piantati e speriamo che in esso siano piantate le gene-razioni future che hanno avuto radice da noi. E’ un sentimento del passato o vale ancora nelle condizioni economiche e sociali di oggi? La risposta negativa avrebbe conseguenze sul piano dell’impegno civile, della vita comunitaria: aprirebbe le porte a una crisi di fiducia e al disimpegno.Sondalo, nella sua esperienza singolare durata per tutto il se-colo scorso e dovuta alla vocazione sanatoriale, ha affrontato, con alterne fortune, ma sempre significativamente, scambi con persone di origine, cultura e formazione assai diverse. L’incontro positivo ha fra l’altro dato origine ad iniziative che durano tuttora e giustamente distinguono il nostro paese: si pensi agli Amici della Musica, al Motoraduno.Una nuova dimensione paesana, economicamente più modesta, ma umanamente ricca deve essere ricercata e i nostri giovani, anche lontani, potrebbero aiutare molto.

di Carlo Zubiani

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nsiemeIC 39IntervistaL’intervista a...

Michele Cossi a cura di Barbara Pozzi

Michele, sei appena tornato da un’esperienza missionaria in Africa, un’esperienza “insolita” per un ragazzo della tua età, ce ne vuoi parlare?Nel mese di set- tembre io e mia mamma siamo partiti

per lo Zambia per iniziare insieme ad un gruppo di persone la realizzazione di una ludoteca per i bambini orfani della scuo-la di Tionge questa scuola si trova alla periferia di Lusaka ed è diretta da una meravigliosa suora dell’alta valle, Suor Deliana.A dir la verità non ero molto convinto di partecipare a questo viaggio e non sapevo cosa aspettarmi....Invece devo ammettere che è stata una bellissima esperienza da molti punti di vista. Innanzi tutto nel gruppo di volontari che hanno partecipato a questo pro-getto ho trovato delle persone molto valide e simpatiche con le quali è stato facile collaborare.L’incontro con i bambini e i ragazzi di Tionge mi ha colpito molto; infatti fin dal primo giorno ci hanno “assalito” e abbracciato subito pur essendo per loro degli estranei. È incredibi-le vedere i loro sorrisi e la voglia di vivere che sprigionano nonostante non abbiano quasi nulla.

Amore/aiuto gratuito per il prossimo, il comandamento più im-portante lasciatoci da Gesù. Qual è il tuo rapporto con la fede?Come molti ragazzi d’oggi io non frequento molto la chiesa perché non ho trovato in essa nessuno stimolo, anzi mi annoia confido molto che con l’arrivo del Don Battista la situazione cambi e ci possa essere spazio e attrazione anche per noi adolescenti,so che lui lo desidera.Per conto mio preferisco l’esperienza reale alla preghiera....Cre-do che la mia fede consista nel credere ancora nella capacità

dell’uomo di amare gli altri qualunque sia la loro religione, lingua, provenienza o colore della pelle.Penso che nella vita la generosità e la volontà di aiutare gli altri sia l’unica possibilità di sfuggire ad un destino di egoismo e violenza.

Cosa ti resta di quest’esperienza, cosa ti rimarrà sempre nel cuore? Questa esperienza mi ha davvero cambiato dentro: vedere come vivono queste persone mi ha fatto riflettere e soprattutto cambia-re il mio modo di vedere la realtà Per ultima, ma solo perche è molto modesta vorrei raccontare chi è la nostra suor Deliana, lei è un esempio di generosità e fede grandissimo, ha lasciato i suoi cari e la sua terra tanti anni fa per aiutare questi fratelli Africani bisognosi.è riuscita con la sua tenacia a creare una scuola efficiente dove istruzione, un pasto al giorno e un po’ di amore sono garantiti a questi sfortunati ragazzi.Per concludere vorrei dire che mi piacerebbe tanto tornare a Tion-ge con più consapevolezza e capacità per poter essere utile a questi 400 ragazzi spero nel più breve tempo possibile.

Michele Cossi è nato a Sondalo il 3 gennaio 1996, è uno studente

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nsiemeIC 41La voce

dei nostri ragazziUn libro ci parla

Le nuove sfide dell’educazione in 10 comandamenti

Genitori disorientati e figli tiranni. Mamme tigri e papà ricotta. Figli bamboccioni e intimoriti da un futuro senza speranza.

In questa società liquida, senza più riferimenti certi, le relazioni famigliari sono in crisi e rischia-no di farne le spese gli adulti di domani che

crescono sospesi tra il desiderio di avere tutto e subito e la fatica di impegnarsi per un futuro pieno di incertezze. Le regole del mercato hanno contaminato sempre più la vita di tutti e i primi a farne le spese sono i nostri figli che, attratti da una felicità a base

di consumi ed eccitazione, sembrano incapaci di cercare e approdare ai signifi-cati profondi che danno senso all’esistere e che permettono la vera realizzazio-ne di sé. La crisi dei giovanissimi riflette la crisi del mondo adulto, sempre più fragile e alla ricerca di nuovi comandamenti sui quali fondare il proprio ruolo. Questo libro fornisce ai genitori e agli educatori una mappa di nuovi principi su cui fondare il progetto educativo della generazione nata e cresciuta all’inizio del terzo millennio. Principi che gli autori elevano alla funzione di “comandamenti”, per aiutare gli adulti a presidiare un ruolo che oggi è più che mai necessario. Con riflessioni, domande guidate, proposte di visione di film, racconti e storie di vita, questo libro si trasforma in una vera e propria bibbia laica per genitori alla ricerca di una nuova luce con cui illuminare il percorso delle nuove generazioni verso la realizzazione di sé.Ogni genitore deve scoprire che un figlio è un dono meraviglioso, prenderlo per mano e poi farlo volare senza ansie: è questo il segreto per crescere bambini felici secondo Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e autore, insieme alla psicopedagogista Michela Fogliani, di questo manuale. Un libro di facile lettura che, se ben utilizzato, attraverso le domande guidate e le proposte di visione di film presenti in ogni capitolo, diventerà un utile strumento di riflessione per tutti i genitori.

Barbara Pozzi

Bicincampo

“Sabato 22 settembre 2012 si è svolta al campo sportivo parrocchiale la prima edizione della manifestazione “BICI... IN CAMPO” organizzata dall’Oratorio. Al primo momento potrebbe sembrare una cosa molto

strana e stravagante, ma davvero sono state portate in campo tante biciclette per una divertente e particolare gimkana con tanto di gara e premiazione! Quasi 70 bambini e ragazzi sono saltati in sella ed hanno sfidato i compagni sul filo dei secondi. Tre le categorie premiate con una bellissima coppa al primo classificato che non vi dico quanto è stato felice di essere festeggiato da tutti gli amici.Poi c’era davvero tanto pubblico ad incitare tutti i concorrenti, papà, mamme, nonni che si davano da fare per aiutare i piccoli a non far cadere gli ostacoli (peraltro davvero azzeccati: pensate che si è perfino attuata la raccolta diffe-renziata fra plastica e carta!).Chi non gareggiava si è comunque divertito a correre nel campo o a tifare i propri amici da vicino!E poi alla fine una mitica merenda, preparata dalle mamme, aspettava tutti in fondo al campo per recuperare le energie perse...Il tempo è stato bellissimo, degno della giornata che tanti han già chiesto venga ripetuta presto perché il campo sportivo è stato davvero una grande pista per biciclette e che nessuno avrebbe mai immaginato potesse essere così entusia-smante e coinvolgente.Il Don ci ha assistito con la sua presenza ai blocchi di partenza ed è stato il delegato alle premiazioni con tanta gioia per piccoli e grandi che sono andati così a stringergli la mano e ad abbracciarlo.Un grazie particolare agli organizzatori Ivan e Remo, alla disponibilità di Mi-chele e a tutti quelli che han dato una mano per la realizzazione di questo avvenimento e che magari l’anno pros-simo sarà arricchito di qualche sorpresa in più (magari per i genitori!) per farci stare insieme e trascorrere una giornata diversa dal solito davvero indimenticabile. Vi aspet-tiamo alla prossima allora! Ciao a tutti.”

Manu e Francy

Brossura: 176 pagineEditore: Franco Angeli (21 maggio 2012)Collana: Le comete

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nsiemeIC 43 Le pagine

dei bambini La voce dei nostri ragazzi

Molo 14

Forse avete già sentito parla-re del Molo 14, un appunta-mento che ogni anno viene

proposto ai quattordicenni della parrocchia. Quest’anno però se ne parla sin da ora, poiché in tutta la Diocesi ci sono stati nel mese di ottobre, incontri preparatori per catechi-sti ed educatori: Noi di Sonda-lo ci siamo ritrovati venerdì 26 a Grosio insieme ai vicariati di Tirano e Bormio.Il Molo 14 è la tappa conclusiva degli itinerari formativi dei pre-adolescenti, che fa vivere loro l’esperienza del fermarsi, fare il punto, verificare, per poi ripartire con nuovo slancio verso i mari dell’adolescenza.La giornata di festa, alla presen-za del Vescovo Diego Coletti, rende visibile che il cammino dei ragazzi, è comune in tutta la nostra Diocesi.Il Molo14 è occasione per sco-prire che siamo Chiesa, fami-glia dei figli di Dio, suo popo-lo….una Chiesa che oltrepassa i confini parrocchiali per ricono-scersi e riscoprirsi nella Chiesa locale (Diocesi) presieduta dal Vescovo. L’appuntamento diocesano segna l’inizio di un cammino caratterizzato dall’impegno se-rio e pubblico che i ragazzi si assumeranno davanti al nostro Vescovo, pastore della nostra Chiesa.

laboratorio creativo Come costruire... le decorazioni per l’albero di nataleAnGIOLETTI DI PASTAPer realizzare gli angioletti oc-corre: pasta di vari formati (Pa-sta grande tipo rigatoni o Seda-ni (per il corpo), Farfalle (per le ali), Pipe (per le braccia) Pastina piccola tipo anellini (per i capelli ricci), palline di legno oppure di carta compressa (o noccioline/ca-stagne piccole), pistola colla a cal-do, pennarelli, cordoncino, pezzetti di carta (per fare i libricini che gli angioletti tengono in mano), pen-narello indelebile nero per il viso, vernice spray acrilica oro/argento.

In pratica gli angioletti sono ab-bastanza semplici da realizzare: il corpo è un “rigatone” (o un “seda-no”), la testa una pallina di legno (si trovano nei negozi di hobbisti-ca), oppure una pallina di carta compressa (quelle che si usano a carnevale, forse le hanno anche le cartolerie) le braccia sono delle “pipe”, le ali una”farfalla”. Sulla te-sta incollate della pastina ad anelli per imitare i riccioli. Quando tutta la colla è indurita, potete passare un filo in uno degli anelli sulla testa per appendere gli angioletti al nostro albero di Natale!Verniciateli con i colori acrilici: si trovano dai colorifici bellissimi colori oro chiaro, bronzo o anche madreperla.Incollate tra le mani degli angioletti dei libricini (pezzetti di carta piegati in due).Completate disegnando sulla pallina la bocca e gli occhietti.

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nsiemeIC 45 Le pagine

dei bambini Le pagine dei bambini

Il vero dono del natale7

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1 Come si chiamava l’Angelo che annunciò a Maria che avrebbe dato alla luce un figlio di nome Gesù?

2 Cosa rispose Maria all’Angelo? 3 Chi erano coloro che, avvisa-

ti da un Angelo, accorsero ad adorare il Piccolo Gesù dopo la sua nascita?

4 Come si chiamava lo sposo di Maria che allevò Gesù come un padre?

5 Come veniva chiamato Giovanni (figlio di Elisabetta, cugina di Maria) che invitava le persone ad immergersi nell’acqua del fiume Giordano come segno

del pentimento per i peccati e del perdono di Dio?

6 Come si chiamavano gli uomini venuti dall’Oriente che furono guidati da una stella fino al Pic-colo Gesù?

7 Maria era la …… di Gesù. (qual è la parola mancante?)

8 Il giorno del Battesimo viene consegnata una veste che sim-boleggia l’uomo nuovo venuto da Dio, senza macchia di pec-cato. Di che colore è la veste?

9 Come si chiamava quell’uomo che andò a trovare Gesù durante la notte e al quale Gesù disse che per entrare nel regno di Dio

occorreva rinascere “dall’alto”, dall’acqua e dallo Spirito San-to?

10 Chi erano coloro che cantavano “Gloria” alla nascita di Gesù?

11 Durante il Battesimo si accende il cero pasquale per ricordare che noi tutti dobbiamo essere la luce del….?

AI BAMBInICarissimi bambini,

questo spazio è dedicato proprio a voi. In questo numero vi abbiamo de-

dicato due pagine, ma potremmo ampliarlo, se volete. Chiunque di voi ha

qualcosa da raccontare, o magari fa un disegno o scatta una fotografia

particolarmente significativi ce li mandi e noi li pubblicheremo. Se trovate

qualcosa di bello su riviste, sui libri di scuola, su internet o scovate fra i

vostri ricordi “immagini” che volete condividere con noi, inviateceli. Le vo-

stre idee e i vostri contributi saranno certamente originali e noi troveremo

il modo migliore per darvi lo spazio adeguato.

AI RAGAzzIL’invito è esteso anche ai ragazzi e ai giovani di Sondalo e Mondadiz-

za: scriveteci le vostre impressioni, dateci suggerimenti, non abbiate

paura di esporre i vostri punti di vista perché è proprio attraverso lo

scambio di idee ed impressioni che si cresce e, non credete, anche

noi adulti abbiamo bisogno di crescere, non con gli anni, (a quello

ci pensano già i “calendari”), ma con la mentalità. Il mondo d’oggi

cambia così rapidamente che noi facciamo fatica a starvi dietro, ma

voi siete più pronti di noi ai cambiamenti… quindi “passateci” le idee

cosi potremmo intraprendere “insieme un cammino”.La redazione

La redazione ha questa mail, [email protected]

… teniamoci in contatto!

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nsiemeIC 47AppuntamentiArte e … collaborazione

Verso il natale e oltre!DoMEniCa 16 DiCEMBrE ore 16:00 chiesa s. Francesco NOVENA DI NATALE

LunEDì 24 DiCEMBrE ore 23:15 chiesa s. Maria Maggiore PRESEPIO VIVENTE

SaBato 9 DiCEMBrE ore 20:30 chiesa s. Francesco CONCERTO BAMBINI

E ADULTI

DoMEniCa 30 DiCEMBrE ore 20:30

FIACCOLATA DELLA PACE ALLA CROCE DI SANTA AGNESE

LunEDì 31 DiCEMBrE ore 20:30 chiesa s. Francesco TE DEUM

di ringraziamento

DoMEniCa 6 gEnnaio ore 15:00 chiesa s. Francesco FESTA DEI BAMBINI

DoMEniCa 13 gEnnaio ore 15:00 chiesa s. Francesco BATTESIMI

LunEDì 21 gEnnaio FESTA PATRONALE DI S. AGNESE

giovEDì 31 gEnnaio SAN GIOVANNI BOSCO FESTA DI GIOVANI E RAGAZZI

La via CruCiS si svolgerà nelle quattro chiesette di Sommacologna, Migiondo, Bolladore e Sontiolo nel tardo pomeriggio. Nella chiesa s. Francesco per i ragazzi alle ore 15:00 per tutti alle ore 20:00

DoMEniCa 17 MarzoFesta della riconciliazione

Percorsi alpini

Si è conclusa pochi giorni fa la mostra “Percorsi alpini tra arte storia e cultura”, iniziativa pro-

mossa dalla Parrocchia ed impernia-ta sulla esposizione delle opere dello scultore Bertarelli G. El Duca che re-centemente ha realizzato e donato i pannelli della chiesa di San France-sco. Alle pagine 20 e 21 è riportata la cronaca della serata del 4 ottobre in cui l’opera è stata inaugurata. L’artista, nato a Cavrasco in Provincia di Trento nel 1945, opera attualmen-te nella terra montana e tra le Alpi con particolare passione per luoghi emblematici per la bellezza e per le vicende storiche che vi si sono svol-te (cima Coleazzo, Scorluzzo, Passo Gavia, Montozzo, Madesimo). Nelle realizzazioni la passione per l’arte si unisce alla ricerca dell’assoluto, della pace e del rispetto della natura. Si è quindi ritenuto opportuno affiancare all’espressione artistica di Bertarelli altri percorsi umani, storici, culturali vissuti in montagna e dalla gente delle nostre valli.Lo storico Guido Scaramellini, che è stato presente in più occasioni, ha illu-strato in un’apprezzatissima conferen-za la figura del poeta chiavennasco Giovanni Bertacchi, uomo integerri-mo, cantore delle Alpi ed amico di Ausonio Zubiani con il quale ha di-viso la passione socialista maturata nell’ambiente universitario di Pavia e

le iniziative per diffonderla in Valtellina alla fine del 1800. Nella serata inau-gurale lo storico ha anche presenta-to l’opera della signora Anna Maria Marsegaglia che compone poesie in dialetto camuno e in lingua: il suo percorso poetico si svolge con lievi e nostalgici ricordi della vita semplice dell’Alta Valcamonica.L’Associazione Santa Marta ha pre-sentato temi e immagini dei progetti sviluppati negli scorsi anni. Nel primo incontro è stato riproposto il cammino, all’inizio del 1900, verso il futuro sanatoriale di Sondalo ed in particolare l’esperienza pionieristica di Pineta; altre immagini sono state dedicate all’ultima fase della vita della Confraternita del Santissimo Sacra-mento intorno al 1960. Una seconda serata è stata dedicata al processo compiuto dai sondalini nel tardo medioevo per “Divenire comu-nità” ovvero per fondare Comune e Parrocchia.A conclusione dell’iniziativa lo scritto-re e alpinista Oreste Forno ha portato la propria straordinaria esperienza di vita trascorsa sulle montagne di tutto il mondo: la suggestione creata da bellissime immagini è stata accompa-gnata dalla testimonianza personale di un uomo che attraverso la bellezza della montagna riscopre la fede.

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Anagrafe fino al 31 ottobre

BAttesimi nell’Anno 2012Parrocchia di s. maria maggiore sondalo

Tasca Stephen Armando 8 gennaio 2012Della Bosca Riccardo Giorgio 22 gennaio 2012 Pasquinoli Luca 25 marzo 2012 Scardavilli Elisa 25 marzo 2012 Sozzoni Erica 29 aprile 2012 Zubiani Sara 27 maggio 2012 Ricetti Desiré 27 maggio 2012 Calvaruso Rafael 27 maggio 2012 Camozzi Sebastiano 27 maggio 2012 Partesana Denise 29 luglio 2012 Capitani Bruno 30 settembre 2012

Parrocchia di s. giovanni Battista mondadizzaGhilotti Davide 26 agosto 2012

mAtrimoni religiosi nell’Anno 2012 Parrocchia di s. maria maggiore - sondaloRobustelli Giuseppe - Sozzani Giorgia 14 aprile 2012Pasquinoli Marco - Baretto Silvia 16 giugno 2012Besseghini Gian Battista - Parotto Manuela 14 luglio 2012Saligari Luca - Partesana Eleonora 25 agosto 2012

Parrocchia di s. giovanni Battista mondadizzaScardavilli Davide - Rota Chiara 21 luglio 2012

defunti nell’Anno 2012 Parrocchia di s. maia maggiore - sondaloValmadre Dina 10 gennaio 2012 Carissimi Giovanni Emilio 12 gennaio 2012 Bianchi Italo 4 febbraio 2012 Moretti Riccardo Luigi 5 febbraio 2012 Filippini Rachele Caterina 19 febbraio 2012 Muscetti Lucia Maddalena 25 febbraio 2012 Codazzi Ezio 30 marzo 2012Patroni Rita 15 aprile 2012 Mantovani Evelina 16 aprile 2012 Radi Rossi Sergio 20 maggio 2012 Dal Pozzo Giuditta 22 maggio 2012 Montagni Erina 3 giugno 2012 Della Valle Walter 11 giugno 2012 Tamayo Rondon Yaneisy 27 giugno 2012 Giannì Graziano 4 luglio 2012 Stefanini Martino 5 luglio 2012 Borsani Domenico 7 luglio 2012 Togni Dina Anna 20 luglio 2012 Simonelli Laura Giuseppena Elvina 23 luglio 2012 Fanti Adriano 28 luglio 2012 Capitani Angela 19 agosto 2012 Della Valle Giovanni 1 ottobre 2012 Mantovani Erina 7 ottobre 2012 Tortorelli Ada 30 ottobre 2012

Parrocchia di s. giovanni Battista mondadizzaRaimondi Natalina Maria 31 gennaio 2012 Gheffoli Lina 17 febbraio 2012 Carnevali Giacomo 22 febbraio 2012 Zappa Isidoro Santino 15 marzo 2012 Carnevali Adriano Giacomo 7 ottobre 2012