Migliora Le Tue Fotografie

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Migliora le tue fotografie evitando gli errori dei principianti.

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Troppo spesso, tanto il fotografo principiante quan-to quello più smaliziato, si fanno le domande sba-gliate. Esse sono: “quale obiettivo devo compra-re?”; “meglio questo o quell'altro brand?”; “la mia macchina fotografica ha due anni: è troppo vec-chia, devo cambiarla?”; “mi conviene passare al Full Frame?”. Perché queste sono le domande sba-gliate? Perché presuppongono che l'ottenimento di belle immagini sia legato essenzialmente alla quali-tà dell'attrezzatura fotografica utilizzata. Il che equi-vale, se vogliamo fare un esempio, a dire che la bontà dei piatti di un grande chef dipende dalla qualità delle pentole che utilizza.

Ora, intendiamoci, un grande chef utilizza pentole di grandissima qualità, e ha a disposizione una gran quantità di stoviglie, ognuna adatta a cucina-re un determinato piatto... Allo stesso modo un grande fotografo preferisce, se possibile, utilizzare strumentazione fotografica di altissima qualità, e possiede attrezzatura idonea ad ogni situazione fo-

tografica... Ma nessuna fotocamera e nessun obiet-tivo farà la foto al posto vostro, esattamente come nessuna pentola cucinerà al posto vostro. Dovete essere voi a saper vedere le potenzialità di una sce-na e a saperla catturare con la vostra fotocamera. E questo significa che dovete avere talento, ma an-che conoscere alla perfezione la tecnica fotografi-ca.

Questo manuale vuole essere un'agile guida per il-lustrarvi quali sono i principali errori tecnici che si ri-scontrano nelle fotografie dei principianti, ed aiutar-vi ad evitarli. Se lavorerete sulla vostra padronanza della tecnica riscontrerete un grande miglioramen-to nella qualità delle vostre fotografie senza spen-dere soldi in attrezzatura costosa. Poi, quando arri-verà il momento di cambiare o espandere il vostro corredo - perché quel momento arriverà - potrete farlo nella piena consapevolezza di cosa vi occorre e di come sia meglio spendere i vostri soldi.

INTRODUZIONE

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COME E’ CONCEPITO QUESTO E-BOOK

In questo libro prendiamo in esame i dieci errori più comuni per il principiante. Li analizziamo brevemen-te e vi indichiamo come evitarli. Ci rendiamo conto però che per molti argomenti occorrono delle cono-scenze di base che non tutti i principianti possiedo-no. Per mantenere agile l'e-book, quindi, e non ap-pesantirlo con tante annotazioni di tipo tecnico, ab-biamo inserito dei link agli articoli che su Phototutorial.net affrontano e approfondiscono quel determinato aspetto. In questo modo potrete deci-dere voi se andarvi a leggere quei contenuti, oppu-re se soprassedere perché vi sono già familiari.

Per un manuale con un taglio più tecnico vi riman-diamo al nostro Corso di fotografia, scaricabile gra-tuitamente alla pagina linkata.

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I sistemi autofocus delle moderne fotocamere so-no sempre più sofisticati, ma quando guardiamo le fotografie dei principianti ci rendiamo conto che l'errore più ricorrente è quello della messa a fuoco sbagliata. Quando si è alle prime armi in fotografia, e non si è sviluppato ancora l'”occhio fotografico”, cioè la capacità di giudicare consa-pevolmente la bontà delle proprie foto, si tende a non dare molta importanza a quello che invece è un aspetto fondamentale: il soggetto della nostra immagine deve essere perfettamente a fuoco. Credetemi: per un osservatore esperto non c'è nulla di più fastidioso di vedere il soggetto fuori

LA MESSA A FUOCO SBAGLIATA

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ERRORE N.1

In alto - Questa fotografia presenta un errore grave evidente: il soggetto, cioè, il gatto, non è a fuoco (vedi crop sotto).

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Se volete approfondire il concetto di profondità di campo e quello di iperfocale, ecco altri conte-nuti gratuiti per voi:La profondità di campoL’uso del diaframma e il controllo della profondi-tà di campoCalcolare la profondità di campoL’iperfocale

In un ritratto la messa a fuoco deve cadere perfet-tamente sull’occhio e in particolare su quello più vicino (vedi crop in alto).

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fuoco. E non importa se a voi o ai vostri amici la fo-to sfocata di quel cucciolo fa tanta tenerezza: se il vostro cucciolo non è perfettamente a fuoco, per cortesia, cestinate quella fotografia! O per lo meno non postatela sui forum in cerca di approvazione. Se la foto è sfocata, è sfocata e basta. Pazienza. La prima cosa che dovete imparare a fare, se vole-te migliorare le vostre fotografie, è capire, prima di scattare, qual è il vostro soggetto e poi metterlo cor-rettamente a fuoco. La seconda cosa che dovete fare è cestinare tutte le fotografie che non sono cor-rettamente a fuoco. Chiarito questo, dove deve ca-dere la messa a fuoco? Ebbene, se il vostro sog-getto è un essere vivente (una persona o un anima-le) la questione non si pone neanche: mettete a fuo-co perfettamente sugli occhi. Non c'è altro da ag-giungere. Se gli occhi sono su piani di fuoco diver-si, mettete a fuoco sull'occhio più vicino. La que-stione si chiude qui. Se gli occhi non sono a fuoco, cestinate l'immagine. Se state fotografando un pae-saggio la cosa è un po' più complessa. Potrei par-larvi dell'iperfocale, della necessità che la profondi-tà di campo sia estesa dal primo piano all'infinito...

Tutte cose importanti ma che esulano dallo scopo di questo e-book. Il consiglio che vi do, valido per la maggior parte delle situazioni, quindi è questo: individuate qual è, nella scena che riprendete, l'ele-mento più caratteristico, quello che vi spinge a vo-lerla fotografare (un cespuglio? un albero? una con-formazione rocciosa? una barchetta in mezzo al mare?), mettete a fuoco su di esso, e poi chiudete il diaframma almeno a f/7,1. In questo modo l'ele-mento chiave della vostra scena sarà perfettamen-te nitido mentre, se state usando una focale gran-dangolare, la profondità di campo sarà sufficiente a garantire la leggibilità di tutta la fotografia.

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Se volete approfondire alcuni aspetti relativi a come si effettua la focheggiatura potete consulta-re questi tutorial on-line:

La “messa a fuoco”Modalità di messa a fuocoI punti di messa a fuocoMettere a fuoco e “decentrare”

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Se fotografate un paesaggio mettete a fuoco su un punto significativo dell'immagine (in questo caso può essere la statua) e chiudete il diaframma almeno a f/7,1: con una focale grandangolare la profondità di campo sarà sufficiente a garantire una estesa nitidezza.

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Le fotografie dei principianti si riconoscono so-prattutto per una caratteristica: il disordine. Cosa significa? Che nell’immagine non si riesce ad in-dividuare un punto di interesse, oppure che sono presenti fastidiosi elementi di disturbo. Cos'è il punto di interesse? Nella sua forma più elementa-re è semplicemente il soggetto della vostra foto. Chiedetevi: nella foto che sto per scattare, oppu-re che ho appena scattato, si individua facilmen-te il soggetto? Se la risposta è positiva, siete già sulla buona strada. Nelle fotografie nelle quali il soggetto è costituito dalla scena stessa, come ad esempio quando riprendiamo un paesaggio, i punti di interesse sono costituiti da elementi di quel paesaggio che attirino l'occhio dell'osserva-tore e lo catturino.

IL DISORDINE

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ERRORE N.2

Un esempio di foto confusionaria. Il soggetto è lo scheletro di dinosauro, ma nella foto ci sono troppi elementi di disturbo e diventa difficilissimo distin-guerlo.

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Se l'occhio dello spettatore non sa dove posarsi, non riesce ad individuare uno o più elementi chiave dell'immagine, la fotografia risulterà povera di conte-nuti, poco interessante.

State attenti però a che gli elementi chiave non sia-no troppi. Infatti, più sono, più diventa difficile ge-stirli. Se sono presenti più elementi chiave, il foto-grafo dovrebbe cercare di disporli secondo schemi geometrici facilmente individuabili dall'osservatore (ad esempio a formare una linea o un triangolo), al-trimenti si ingenererà la indesiderata sensazione di disordine.

Cercate di curare con attenzione l'inquadratura. Evi-tate elementi che creano confusione. In particolare, nella fotografia di paesaggio va accuratamente va-lutata la presenza nell'inquadratura di tralicci, pali

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L’importanza della pulizia nelle foto. Stesso soggetto, la fotografia in alto con uno sfondo pulito, quella in basso con uno sfondo confusionario. Quale preferite?

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della luce, cavi elettrici: se sono elementi di distur-bo, eliminateli scegliendo un'altra inquadratura.

Nella fotografia di ritratto va accuratamente control-lato quello che c'è dietro il nostro soggetto.

Ad esempio il ramo di un albero sembra trapassare la testa della persona che stiamo fotografando? Stiamo attenti perché l'immagine ne risulterà grave-mente penalizzata.

Concentriamoci quindi anche sullo sfondo, facen-do in modo che sia “pulito” e non disturbi l'attenzio-ne dal nostro soggetto.

Quando fotografiamo le persone dobbiamo stare at-tenti a che sullo sfondo non ci siano elementi di distur-bo come ad esempio un ramo che sembra trapassare la testa.

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Un esempio di pulizia compositiva: un solo elemento, sfondo uniforme. L'immagine è facil-mente leggibile.

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Chiariamoci: disporre il soggetto al centro del fo-togramma non è sempre un errore. Talvolta la composizione centrale non solo è giustificata, ma anche preferibile.

Ma nella stragrande maggioranza dei casi ricono-scerete immediatamente le fotografie del princi-piante perché ha posto il suo soggetto esatta-mente al centro dell'immagine.

Il risultato è sovente una fotografia noiosa, stati-ca, priva di tensione compositiva.

IL SOGGETTO AL CENTRO DEL FOTOGRAMMA

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ERRORE N.3NO

SI

Cercate di decentrare il soggetto: le vostre foto saranno molto più gradevoli.

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L'occhio dell'osservatore va istintivamente al centro dell'immagine, vi trova il soggetto, non lo deve cer-care, non è guidato all'esplorazione della fotografia e alla scoperta di ciò che vi è rappresentato.

Per questo motivo esercitatevi a decentrare il sog-getto.

Usate la regola dei terzi. Dividete idealmente il foto-gramma in nove rettangoli uguali e disponete il pun-to di interesse in uno dei quattro punti di intersezio-ne, come vi mostro nell'immagine che segue.

Le vostre foto diventeranno immediatamente molto più interessanti.

Quando sarete diventati più esperti, riuscirete im-mediatamente ad individuare anche le occasioni nelle quali è preferibile dimenticare la regola dei ter-zi e passare alla composizione centrale.

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NO

SI

Ancora un esempio di come decentrare può rende-re più interessante e dinamica una fotografia.

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Per approfondire l’argomento leggete i tutorial:

Elementi di composizione: la geometria del foto-grammaLa sezione aurea e la fotografia

L’immagine in basso riassume la regola dei terzi.I pallini rossi indicano dove collocare i punti di inte-resse. Nell’immagine a sinistra è mostrato un esempio pra-tico di applicazione della regola.

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In questa foto il soggetto è stato opportunamente decentrato.

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Anche in questo caso non si tratta propriamente di un errore, diciamo che si tratta di una dimenti-canza che genera spesso foto banali.

La maggior parte dei fotografi si limita a portare la fotocamera all'occhio e a fare click.

In questo modo il soggetto verrà ripreso sempre dalla medesima angolazione, che è quella che adotterebbe la stragrande maggioranza degli al-tri fotoamatori.

Cosa bisogna fare invece?

INQUADRATURA AD ALTEZZA OCCHIO

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ERRORE N.4

Per il ritratto qui a lato si è adottato un punto di ri-presa dall’alto verso il basso che ha valorizzato il soggetto.

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Cercare il punto di ripresa migliore, quello più adat-to a valorizzare il soggetto, quello che ci restituisce un punto di vista non banale.

Quindi prendiamo la buona abitudine di piegarci sulle ginocchia, stenderci a terra, salire su una se-dia, girare intorno al soggetto, allontanarci o avvici-narci, per trovare quello scatto inconsueto che pos-sa dare un pizzico di originalità alla nostra foto.

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Fotografia in alto - In questo caso una ripresa leg-germente dall'alto era molto indicata per cogliere l'espressione e slanciare un po' il soggetto.

Foto in basso - Con gli animali quasi sempre la solu-zione migliore è quelli di riprenderli abbassandosi alla loro altezza. In questo caso ho dovuto stender-mi sulla sabbia.

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Un errore molto comune nei principianti, che è molto molto fastidioso, specie se fotografiamo il mare.

In fase di ripresa cerchiamo di tenere la fotoca-mera dritta, lasciandoci aiutare dai traguardi nel mirino, o dal monitor della fotocamera, dove spesso è possibile inserire le linee guida.

ORIZZONTE STORTO

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ERRORE N.5

Un errore comune: nell’immagine in alto l’orizzonte è storto. E’ importante prestare attenzione a questo aspetto perché si tratta di uno degli errori più vistosi e fastidiosi.

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LA COMPOSIZIONE FOTOGRAFICA

Quelli che vi abbiamo appena dato sono consi-gli che riguardano gli elementi basilari della composizione, cioè l'arte di disporre in manie-ra armonica gli elementi in un'immagine. La co-noscenza dei principi della composizione è fondamentale per il fotografo.

Abbiamo dedicato alla composizione fotografi-ca un e-book che ne affronta ogni aspetto con semplicità e accuratezza. Se lo desiderate po-tete acquistarlo qui.

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Un altro errore molto diffuso è quello di tagliare dall'inquadratura parti del corpo in maniera in-naturale.

Per esempio se fotografiamo un gruppo a figura intera capita di tagliare i piedi delle persone. Nei ritratti a mezzo busto, invece, capita di “recide-re” le braccia, i polsi, oppure le mani... Di solito, anche se va valutato caso per caso, l'effetto non è piacevole. Cerchiamo di non tagliare gli arti.

Come fare se l'inquadratura è a mezzo busto? Facciamo raccogliere le braccia in modo da po-terle includere comodamente nell'inquadratura.

PARTI DEL CORPO TAGLIATE INNATURALMENTE

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ERRORE N.6

NO SI

Evitiamo di tagliare i piedi, l’effetto è davvero sgrade-vole.

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Se le braccia sono distese, dobbiamo giocoforza allargare l'inquadratura ed arrivare al cosiddetto piano americano, quello che inquadra tutta la fi-gura umana fino all'incirca al ginocchio. Non è proprio il massimo ma, tra i tagli, è il meno fasti-dioso, e almeno ci siamo abituati ad esso fin dai film western degli anni '50...

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NO

SI

Nelle immagini seguenti vediamo diversi esempi di inquadrature con taglio sgradevole contrapposti ad altri con inquadratura corretta.

Si può evitare di tagliare inopportunamente parti del corpo cambiando leggermente il punto di ripre-sa, o la focale utilizzata (cosa particolarmente sem-plice se utilizziamo un obiettivo zoom).

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NO

SI

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SI

NO

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Anche questo è un problema che si riscontra spesso nelle fotografie dei principianti: l'immagi-ne non è sufficientemente nitida perché è mossa. Questo problema può essere imputato essenzial-mente a due cause:

• il movimento del soggetto;

• il tremolio della mano del fotografo.

Se stiamo fotografando un soggetto in movimen-to, a seconda della velocità di quest'ultimo dob-biamo impostare un tempo di esposizione adatto a congelarne il movimento. Per ottenere un tem-po di scatto più veloce, nel caso la luce non sia

MOSSO E MICROMOSSO

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ERRORE N.7

Un esempio di foto micromossa (vedi crop in bas-so).

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sufficiente, dobbiamo aprire il diaframma e/o au-mentare la sensibilità ISO. E’ vero che aumentando la sensibilità aumenta il rumore della foto, ma è me-glio avere una foto “rumorosa” piuttosto che una fo-to mossa.

Se il nostro soggetto invece è fermo, ma fotografan-dolo a mano libera risulta micromosso, ebbene la soluzione è la stessa: dobbiamo aumentare il tem-po di scatto. Un buon parametro di riferimento è la seguente regola: impostare un tempo di scatto che sia l'inverso della focale equivalente utilizzata. Co-sa significa? Supponiamo che stiamo utilizzando una focale di 200mm su una fotocamera con senso-re del formato aps-c, quindi con rapporto di crop di 1,5x: la focale equivalente è 300mm. Il tempo di sicurezza per scattare a mano libera sarebbe quin-di 1/300 di secondo (che non esiste, ma diciamo

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La differenza fra micromosso e sfocato. Il alto il micromosso che appare come una strisciata. In basso una mancanza di nitidezza dovuta alla non accurata messa a fuoco.

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che 1/250 dovrebbe andare bene). Detto questo, aggiungiamo che si tratta di una regola empirica, soggetta ad alcuni fattori, ed in particolare a quan-to è ferma la mano del fotografo e alla correttezza del suo modo di impugnare la fotocamera (impu-gnare correttamente la fotocamera è fondamentale, e ne parliamo qui).

I sistemi di stabilizzazione sull'obiettivo o sul senso-re, inoltre, consentono di utilizzare tempi più lenti, da due a quattro stop, rispetto alla regola che ab-biamo esposto sopra. Quindi, per tornare all'esem-pio che abbiamo fatto, se avete un obiettivo stabiliz-zato, potreste assumere come tempo di sicurezza, invece che 1/250 di secondo, anche 1/60... ma la mia esperienza mi dice che molte delle foto che scatterete presenteranno comunque un certo micro-mosso che ne pregiudicherà la nitidezza.

Insomma, se scattate a mano libera, cercate di usa-re tempi di scatto più brevi possibile, compatibil-mente con gli altri fattori che condizionano la ripre-sa. Ad ogni modo, la panacea per molti mali foto-grafici, e non solamente il micromosso, l'accesso-

rio che più di ogni altro contribuisce alla crescita fo-tografica dei neofiti, è un bel treppiede robusto. Se non lo avete ancora nel vostro corredo pensate se-riamente al suo acquisto, dandogli la precedenza rispetto all'obiettivo nuovo che vi fa tanto gola...

Il miglior amico del fotografo: il treppiede

Scegliere il treppiede

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Se volete fare foto come questa, con tempi di esposizione lunghi (in questo caso 30 secondi), do-vete per forza dotarvi di un buon treppiede.

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Se volete bloccare il movimento di una soggetto veloce, come questo pulcinella di mare in volo, dovete usare tempi molto rapidi (in questo caso 1/1000 di secondo), altrimenti otter-rete una foto mossa.

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Le fotografie sono sovraesposte quando l'esposi-zione è durata, in rapporto al diaframma utilizza-to, più del necessario, quindi l'immagine ha pre-so troppa luce, e si è “bruciata” (per usare il ger-go fotografico), appare cioè troppo chiara e si so-no persi dei dettagli.

Al contrario, le fotografie sono sottoesposte quan-do hanno preso meno luce del necessario, e ap-paiono quindi scure.

Si tratta di due errori abbastanza comuni, soprat-tutto se ci si affida all'esposimetro della fotocame-

SOVRAESPOSIZIONE O SOTTOESPOSIZIONE

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ERRORE N.8

In alto, fotografia sovraesposta: troppo chiara.

In basso, fotografia sottoesposta: troppo scura.

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ra in situazioni che sono al limite, senza apportare i necessari correttivi.

Le situazioni più critiche sono queste:

• Soggetto inquadrato molto scuro (può generare la sovraesposizione);

• Soggetto inquadrato molto chiaro (può generare la sottoesposizione);

• Forte differenza di illuminazione tra le diverse aree dell'immagine.

Per non avere foto bruciate o troppo scure bisogna curare con attenzione l'esposizione. Se abbiamo un soggetto molto chiaro, ad esempio un gatto bianco, o un paesaggio innevato, dobbia-mo prevedere che l'esposimetro tenderà a sottoe-sporre: quindi compensiamo, attraverso l'apposito comando sulla fotocamera, impostando + 1 EV o + 1,5 EV (dipende dalla fotocamera).

Similmente, se il nostro soggetto è nero, la fotoca-mera tenderà a sovraesporre: quindi compensiamo impostando - 1 EV o - 1,5 EV (Tutti i segreti di que-sta funzione, presente su tutte le fotocamere, sono spiegati qui: La compensazione dell’esposizione).

Se la scena inquadrata presenta forti differenze di luminosità, entro certi limiti possiamo esporre per le luci (usando la misurazione spot, e leggendo sul-l'area più illuminata) per poi cercare di recuperare le ombre in post produzione: infatti è più facile, con i software di ottimizzazione delle fotografie, far emergere dei dettagli dalle ombre, che recuperare aree bruciate.

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Fotografia esposta correttamente.

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Una buona abitudine è quella di scattare in RAW. Sul formato grezzo, infatti, vengono registrati molti più dettagli che sul Jpeg (vedi anche l'articolo Qua-le formato: RAW o JPEG?).Infine, impariamo a leggere l'istogramma dell'espo-sizione. In questo modo ci accorgeremo immediata-mente se la fotografia presenta dei problemi di so-vra o sottoesposizione, e potremo subito scattarne un'altra apportando le necessarie correzioni (vedi l'articolo L’istogramma dei livelli: questo sconosciu-to).

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In alto: questa foto presenta un'area decisamente sovraesposta, si tratta del collo del lupo al sole. Tale bruciatura è stata causata dall'eccessiva diffe-renza di luminosità nelle diverse aree della foto-grafia.

In basso: l’istogramma dell’esposizione è un otti-mo strumento per valutare se l’esposizione ha dei problemi. Potrebbero essere utili anche questi articoli:

L’esposimetro della fotocameraModalità di esposizione

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I flash integrati nelle fotocamere hanno un incon-veniente grave: non sono orientabili. Sparano il lampo direttamente in faccia al soggetto... Que-sto causa molti problemi: l’immagine appare piat-ta, in quanto la luce frontale non dà rilievo ai con-torni. Inoltre si creano forti ombre antiestetiche dietro il soggetto, e, se si tratta di una persona o di un animale, può facilmente insorgere il fenome-no degli “occhi rossi”. Inoltre, il flash integrato non dispone di tutte le funzioni di cui sono dotati i flash esterni, funzioni che consentono un pieno controllo, da parte del fotografo, della luce emes-sa. Qual è la soluzione? Ebbene, innanzitutto evi-tare di usare il flash integrato se non è proprio, ma proprio, ma proprio necessario. Valutate l'ac-quisto di un flash esterno orientabile. E se per il momento non è possibile? Alzate la sensibilità,

FLASH SPARATO IN FACCIA

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ERRORE N.9

Esempi di diffusori per il il flash integrato della fotocamera. Al limite potete provare ad usare un fazzoletto, di carta o di stoffa, bianco.

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piuttosto che usare il flash integrato. Le fotocamere reflex attuali hanno delle prestazioni alle alte sensi-bilità così buone, che non dovete spaventarvi di usare i 3200 o i 6400 ISO, e potete andare anche oltre. Certo, la foto apparirà rumorosa, ma sarà sempre meglio di una foto ottenuta con la bruttissi-ma luce frontale del flash integrato. Fate la prova... E se proprio dovete usare il flash integrato, perché la luce ambiente è davvero troppo scarsa? Provate ad usare un diffusore, per ammorbidire un po' la lu-ce. Ce ne sono di economicissimi in commercio, ma come soluzione di emergenza potete provare ad usare anche un fazzoletto bianco che avvolga la parabola o un bicchiere di plastica. Una luce più morbida avrà comunque una resa migliore di quel-la sparata direttamente dal flash.

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In queste fotografie si può notare la differenza tra lampo diretto (in alto) e lampo riflesso girando la pa-rabola del flash contro la parete. La seconda imma-gine è molto più piacevole. Se non possedete un flash esterno avete solo due possibilità: tentare di ammorbidire il lampo attraverso un diffusore oppure rinunciare ad usarlo preferendo alzare la sensibilità.

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Ci siamo passati tutti (no, a dir la verità, non tutti: noi per esempio no). Cominciamo a vedere i pri-mi risultati. Gli amici, che ne sanno meno di noi, ci riempiono di complimenti. Ci sentiamo bravi. E orgogliosi del nostro modo di fotografare. Se po-stiamo sulle comunità on-line diventiamo suscetti-bili ad ogni critica. Le nostre foto sono capolavori e basta. Beh, quello è il preciso momento in cui smettiamo di crescere fotograficamente. Purtrop-po molti ci arrivano abbastanza presto. Sono an-cora dei novellini, ma si sentono bravissimi. Non vi conosco, quindi non so qual è il vostro livello, ma se vi sentite arrivati, se siete alla ricerca di lo-di sui social network e le critiche vi infastidisco-no, ebbene, se non fate un bagno d'umiltà, pro-babilmente non crescerete più.

Cosa significa bagno di umiltà? Significa conti-nuare a studiare, cioè leggere manuali ben fatti e guardare con attenzione le foto dei grandi foto-grafi (non solo quei tre o quattro nomi conosciuti da tutti). Osservare il lavoro degli altri e cercare di capire quali sono i punti di forza e i punti di de-bolezza. Soprattutto, umiltà significa essere in grado di valutare criticamente le proprie foto, per individuare gli errori e correggerli la volta succes-siva.

Se volete migliorare il vostro modo di fotografare non potete fare a meno di un continuo lavoro di studio, di approfondimento e di applicazione.

Quest'ultimo è forse il consiglio più importante: conservate l'umiltà nel valutare le vostre foto.

INNAMORARSI DELLE PROPRIE FOTO

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ERRORE N.10

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MIGLIORA LE TUE FOTOGRAFIEEVITANDO GLI ERRORI DEI PRINCIPIANTI

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