Vangelo a Fumetti (Solennità della Santissima Trinità, Mt 28,16-20)
PREGHIERA ALLA SANTISSIMA TRINITÀ...MADRE LEONILDE ROSSI Prima d’insegnare, suor Leonilde, compì...
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PREGHIERA ALLA SANTISSIMA TRINITÀ
O Trinità Santissima, ti rendiamo grazie per i
doni elargiti alla Madre Leonilde Rossi, delle
Suore Missionarie dei Sacri Cuori, che con la
sua vita esemplare di abnegazione, pietà ma-
riana e zelo ardente diffuse la consacrazione
delle famiglie ai Sacri Cuori; ti preghiamo di
manifestare in lei la potenza del tuo Spirito,
concedendoci per sua intercessione la grazia
che con viva fede ti chiediamo.
Pater, Ave, Gloria.
Ai Sacri Cuori di Gesù e Maria: onore e gloria!
Chi ricevesse grazie per intercessione della Serva di Dio MadreLeonilde Rossi è pregato di informare la Madre Generale delleSuore Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria
Casa GeneraliziaVia del Trullo 372
00148 - RomaTel. +39 06.6530612
Email: [email protected]: www.istitutosacricuori.it
Padre Massimiliano Taroni appartiene all’Ordine
francescano dei Frati Minori. Dal 1992 è sacerdote
e giornalista-pubblicista dal 1993. Per dodici anni
è stato vice-parroco in una parrocchia della peri-
feria di Milano e direttore dell’Oratorio giovanile.
Da dodici anni lavora come animatore missionario
e responsabile delle missioni francescane in vari
paesi del mondo. Per cinque anni ha diretto una
rivista missionaria. Ha al suo attivo un centinaio
di opere pubblicate: 80 biografie divulgative di
santi e testimoni della fede, alcuni volumetti sulla
spiritualità del Sacro Cuore e altrettanti sussidi per
la catechesi dell’iniziazione cristiana.
Attualmente è in servizio alla diocesi di Como.
Nel percorso dell’Istituto delle Suore Missionarie dei SacriCuori si è pensato di dar vita ad una serie di biografie
divulgative; dopo la pubblicazione di “Un Carisma nato incammino”, sulle Fondatrici dell’Istituto, la “Venerabile Tar-silla Osti, anima eucaristica” e “Suor Casilda di Filippi, a ser-vizio dei poveri”, viene alla luce “Madre Leonilde Rossi,Fedele discepola dei Sacri Cuori”, e segue alla seconda edi-zione della sua biografia.
Personalità molto belle che, insieme a tante altre, con l’esem-pio della loro vita, nel corso del tempo, hanno segnato profon-damente il cammino umano e spirituale della Congregazione“Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria”.
Con questo volumetto, vogliamo presentare una breve storia,seppur non esaustiva, della Serva di Dio Madre Leonilde Ros-si, grande dono di Dio all’Istituto e alla Chiesa.
Lei che, come pochi, si è fatta offerta d’amore prima, comereligiosa educatrice nella scuola elementare di Cherso, ap-prezzata e molto stimata, da alunni, famiglie e colleghi, chehanno testimoniato di lei “zelantissima nell’istruire e ancorapiù nell’educare”; poi, come madre e maestra di vita, da su-periora e direttrice della scuola materna, consigliera e supe-riora generale (1932-1945).
Quanti l’hanno conosciuta, sono rimasti colpiti dalla finezzae insieme fortezza e soavità del suo modo di essere, l’umanità,la delicatezza e profondità del suo spirito, la fede e il silenzioorante, con cui affrontava le situazioni difficili che hanno ca-ratterizzato molti giorni della sua esistenza, dall’infanzia, finoal suo ritorno alla casa del Padre Celeste.
• Presentazione •
Leggendo la sua biografia, si avverte quasi un’attrazione na-turale, spontanea ad imitarla, esempio di vera consacrata allasequela di Cristo casto, povero e obbediente; appassionata dalSuo Cuore misericordioso e dalla Vergine Maria, come “schia-va d’amore” seguendo la spiritualità del tempo.
Si avverte, presto, l’impressione di essere di fronte ad “unadonna di Dio”, bella nell’aspetto esteriore, ma ancora più ra-diosa in quello interiore, che si rivela in uno sguardo pene-trante, intenso e insieme dolce. Un cuore puro e aperto allenecessità delle consorelle e dei poveri che bussavano alla por-ta del convento, pronta a donare il suo pasto, pur di non ri-mandarli privi di aiuto.
Religiosa di immensa carità, formata nel Cuore mite ed umiledi Cristo, di pietà profonda e pratica, era capace di donarsisempre, e in qualunque situazione, tutta per gli altri, senzamai risparmiarsi, e niente per sé.
Con il presente libretto, semplice e scorrevole, auguro allemie consorelle e a quanti lo leggeranno, di lasciarsi illuminareda questa vita bella, seppure sofferta, trasparente e appassio-nata, consapevole in Chi aveva creduto e donato se stessa persempre, Gesù Cristo, tutto l’amore della sua vita!
Ringrazio Padre Massimiliano Taroni e quanti hanno collabo-rato alla realizzazione di questo profilo biografico, un “fiorebello” delle montagne del Trentino Alto Adige di cui è in cor-so anche il processo di canonizzazione.
Suor Maria Lidia RosmarinoSuperiora Generale
5 SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
• L’inizio all’ombra delle vette trentine •
La Val di Cembra è uno dei luoghi più in-cantevoli del Trentino, custodi millenari
di popoli e tradizioni venute da lontano; Li-signago è un piccolo luogo di questa valle,sulla strada delle Dolomiti; tra i paesi diCembra e Ceola. Ilpaese è a quasi 600metri d’altezza tra bo-schi e prati. Qui, allafine del 1800 vivevala famiglia Rossi:Paolo Rossi avevasposato Maria Negri eil 10 novembre 1890 nacque la loro terza fi-glia, cui posero nome Amelia. Il babbo avevaun negozietto di generi alimentari; avevasposato in prime nozze una cittadina svizzeradi nome Maria Manz, ma dopo solo sei annidi matrimonio era morta, senza lasciare figli.Il 5 maggio 1882 Paolo Rossi sposò allora
Veduta della Val di Cembra
Veduta diLisignago
6SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
Maria Negri che era insegnante discuola elementare. Amelia fu bat-tezzata nella chiesa parrocchiale diSan Biagio il giorno successivo allanascita. La bambina crebbe nell’af-fetto familiare e nella vita semplicee alpestre dei paesani di Lisignago. Il 15 aprile 1897 fece la sua primaComunione, nella solennità del Gio-vedì Santo.L’anno dopo, il 31 maggio 1898, dalVescovo di Trento di allora, ricevettela Cresima nel Duomo cittadino.
Fontebattesimale della
Parrocchia diSan Biagio a
Lisignago
Parrocchia diSan Biagio a
Lisignago, in cuiAmelia Rossi
è stata battezzatae ha ricevuto
la PrimaComunione
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• Una vita difficile •
Già da bambina, Amelia sperimentò ildolore e il distacco; quando aveva ap-
pena quattro anni perse il papà e la famigliacadde in difficoltà economiche. Mamma Ma-ria trovò lavoro come impiegata alle poste diCembra, più avanti fu trasferita a quelle diTrento, con un avanzamento professionale.Il figlio Paolo, frattanto entrò in collegio aTrento e poi a Rovereto, mentre Amelia,quando compì i dieci anni andò dalle suoreElisabettine a Bolzano. A seguire la crescitadi Amelia vi era anche una zia, Fortunata,che aveva una figlia suora, entrata in un Isti-tuto sorto da poco, le Suore dei Sacri Cuori.Il 16 settembre 1903, a soli 44 anni venivaa mancare anche la mamma di Amelia e il
Interno dellaParrocchia di San Biagio aLisignago
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dolore fu acutissimo,tanto che decise discappare dal collegio,per recarsi a casa:non aveva ancora 13anni! Dopo qualchegiorno i parenti deci-sero di mandareAmelia in collegio aTrento e non più aBolzano, così per lei
iniziò una nuova avventura.Un giorno però lo zio l’andò a trovare e le vi-de in castigo per una colpa non sua, deperitanel fisico e sofferente negli atteggiamenti, al-lora decise di portarla con sé a casa. La vi-cinanza e le notizie della cugina suor Agnese
Locale dovePaolo Rossi,
padre di MadreLeonilde, aveva
un piccolonegozio
Esternodell’abitazionedella famiglia
Rossi
Veduta di Trento
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Rosa, indussero Amelia a pensare seriamen-te al proprio futuro come suora. Dapprimamanifestò il desiderio di entrare tra le suoredel suo collegio, ma i parenti la orientaronoverso le Suore dei Sacri Cuori, che avevanoun bell’istituto a Pola, dove c’era anche lacugina.L’otto novembre 1905, dopo un lungo viag-gio alla soglia dei 15 anni arrivò a Pola e fuaccolta dalle suore.
Al centro suorAgnese Rosa,cugina di MadreLeonilde Rossi
Da sinistra laterza della fila èsuor AgneseRosa, cugina diMadre LeonildeRossi
• Amelia diventa suora •
Amelia Rossi si trovò subito bene pressole Suore dei Sacri Cuori a Pola, infatti
pochi mesi dopo prese l’abito religioso e ini-ziò il noviziato il 22 giugno 1906, mutando,come era consuetudine, il proprio nome inquello di suor Leonilde di San Giovanni Bat-tista. Vivendo tra le suore, iniziò ad appro-fondire la sua nuova vita, studiando ilcarisma e le Costituzioni dell’Istituto.A Pola viveva una delle fondatrici dell’Isti-tuto, suor Rosa D’Ovidio, mentre l’altra, suorRosa Rosato stava a Roma. Il 18 giugno1909 suor Leonilde emise la professione re-ligiosa nelle mani della superiora della casasuor D’Ovidio.
Casa dell’Istitutoa Pola, dove
Amelia Rossi hafatto l’ingresso
nella vitareligiosa
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Prima d’insegnare, suor Leonilde, compì perun triennio gli studi magistrali a Gorizia, nelliceo femminile “Regina Elena” e nel 1912si diplomò.Subito dopo, suor Leonilde fu inviata nel-la casa di Cherso, sempre in Istria, doveresterà una decina d’anni come inse-gnante nella scuola elementare statale.Furono anni intensi, nei quali non sololavorò alacremente come maestra, macercò sempre più di approfondire il ca-risma dell’Istituto dei Sacri Cuori. La dimensione carismatica era ed è il Sa-cro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolatodi Maria; da essi attingere come da una fon-te, per poi vivere la carità e le virtù cristia-ne, in tutta la sua esistenza. Spesso ripeteva:“Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità, ab-bi pietà di noi.”Molti anni dopo, precisamente nel 1933,ebbe a scrivere a proposito del SacroCuore: “Cuore di Gesù! Come penetranonell’animo queste parole!… Il tuo signifi-cato è profondo ed inesauribile, il tuo lin-guaggio suona dolce e benefico come i tonidi un’arpa. Felici quelle anime che ti com-prendono, che ti spalancano il cuore per rice-vere la tua grazia. Che cosa ci dice il Cuore di Gesù? Compren-diamo il suo linguaggio? Osservando la fe-rita, il sangue, la croce, le fiamme, non cisembra di udire: ‘Ecco come ti ho amata! Ioho un cuore come il tuo, Io posso amare,odiare, sperare, temere, agonizzare come te.Nel mio cuore ho voluto sperimentare, prima
Statua di San GiovanniBattista,proveniente daPola, protettoredi MadreLeonilde Rossi
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di te, ciò che può opprimere, tor-mentare, rallegrare’.Con il suo Cuore aperto Gesùvuole significarci che il suoamore è perfetto e sincero. È co-me se volesse dire: ‘Guardate evedete voi stessi se trovate in mequalche deficienza… Nessunopuò accusarmi pur di un difetto.Il mio dire è: sì sì, no no’.Presso le creature sempre dob-biamo temere che sotto la super-ficie luminosa, si nascondanodei recessi oscuri e paurosi…Ma nel Cuore di Gesù anche il
più arguto osservatore non potrebbe trovarealcun neo d’imperfezione e dovrebbe dire: ‘Quisi sta bene! Nel petto del Signore batte per noiil cuore più fedele e più nobile di tutti i cuori.’E Gesù gli risponde: ‘Allorquando pendevomorto per te dalla croce, mi feci squarciare ilcostato e ferire il cuore, per amor tuo. Amamied aprimi, a tua volta, il tuo cuore’.”
Ingresso della chiesa del
Sacro Cuorea Pola, annessa
alla casa doveAmelia Rossi è
entratanell’Istituto
Madre Rosa Rosato e Madre Rosa D’Ovidio,Fondatrici delle Suore dei Sacri Cuori
SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
A scuola metteva in lucetutta la sua intelligenza ecapacità di guidare ededucare le alunne. Chersoera un’isola dell’arcipela-go sul Golfo di Quarneroed era la più grande isoladell’Adriatico. La casadelle suore era stata fon-
Veduta di Cherso
Ospizio de’ Seppia Cherso, in unafoto d’oggi, doveMadre Leonildesvolse il suo primoinsegnamentonelle classielementari
Madre LeonildeRossi da giovanecon l’abito anticorecante lostemmadell’Istituto inlana rossa
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data da suor Rosa D’Ovidio nel 1906. Lì suorLeonilde, come accennato, restò fino al 1919. Un insegnante che ben la conobbe, disse dilei, di quel periodo a Cherso: “Ella possede-va tutte le più belle virtù, anche quelle piccole
come la mansuetudine, l’umiltà… la fran-chezza, la clemenza. Possedeva insomma lagrandezza d’animo che dimentica i torti, per-dona le ingiurie. La vedo ancora dinnanzi ame sempre serena, sempre affettuosa con que-gli occhi esprimenti tutti i nobili sentimentidel suo cuore, con quel sorriso innocente sullelabbra, fatto per conquistare qualsiasi perso-na che ella avvicinava.”Alle ragazzine sapeva trasmettere un’educa-zione profondamente religiosa; sapeva amaree farsi ben volere dalle alunne e dalle rispet-tive famiglie; del suo tempo e della sua vitane fece sempre dono, senza mai pretenderenulla in contraccambio.
Madre LeonildeRossi al centro,con le bambinedella scuola a
Cherso
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• Responsabile delle Suore e dell’Asilo •
Quando nel 1919 terminò l’anno scolasti-co, suor Leonilde fu inviata come supe-
riora e responsabile della scuola materna aPola, presso l’ospedale della “Regia Mari-na”. Le suore dei Sacri Cuori infatti eranopresenti in queste due realtà: l’assistenza deiricoverati e la scuola materna annessa al-l’ospedale. Suor Leonilde, seppur giovane,aveva raggiunto una vita spirituale intensa,ispirandosi all’amore del Cuore di Gesù e al-l’esemplarità del Cuore Immacolato di Ma-ria. Alla guida delle suore e alla direzione
Madre LeonildeRossi
della scuola materna profuse tutte le sueenergie, con una capacità di donarsi nel ser-vizio, che ha dello straordinario! Suor Leo-nilde rimase direttrice in quella struttura pertredici anni, dal 1919 al 1932.Nel 1925 fu proprio suor Leonilde Rossi adaccogliere nell’Istituto suor Tarsilla Osti (oraVenerabile).Suor Leonilde amava le suore e i bambini esu costoro ebbe a dire, scrivendo ad una suo-ra: “Ami molto i bambini, bocciolini bianchiviventi che Gesù le affida nel Giardino d’in-fanzia. Mi raccomando di badare più alla so-stanza che all’apparenza; faccia di tutto perfar contrarre loro buone abitudini di pietà, dibenevolenza, di amore e molto anche di ordi-ne e pulizia. Questo corredo di buone abitu-dini se lo porteranno con sé nella vita,benedicendo le loro prime educatrici.”Il direttore dell’asilo, Monsignor AleramoCravosio, ebbe a dire di suor Leonilde: “Almio primo ingresso nell’Istituto mi trovai difronte ad una persona di qualità, la cui pre-
Madre LeonildeRossi seduta
tra i bambinidell’Asilo RegiaMarina a Pola
stanza fisica s’accompagnava ad una riser-vatezza pur garbata ed accogliente… Allacultura ella univa alti sensi e alla pietà pro-fonda un animo semplice, retto e pratico...Compresi che quell’umile suora sarebbe statauna collaboratrice sagace e preziosa, allaquale si potevano forse domandare anche sa-crifici per il bene del prossimo nell’amore aDio… Fornita di doti eccezionali, ella posse-deva la facoltà misteriosa degli spiriti nobilidi attrarre quanti l’avvicinavano. La sua pa-rola calma, mite e pur franca, lo sguardo se-reno, la sua correttezza di modi, la cortesia,l’amore all’ordine e al decoro, la dedizionecompleta all’infanzia a lei affidata, alla cuisemplicità ella affermava di anelare, faceva-no della Direttrice didattica dell’Istituto dellaMarina un’ammirevole e alta educatrice.”Suor Leonilde era persona profonda, intelli-gente, di grande spiritualità e di senso pra-tico, in grado di governare con mitezza efranchezza. Era anche grande educatrice,capace de essere dolce, materna e finementeprofessionale.
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Asilo della RegiaMarina a Pola
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Madre LeonildeRossi, al centro,nella comunità
di Pola
• Consigliera Generale •
Quando suor Leonilde era alla guida dellascuola alla Regia Marina, nel Capitolo
Generale del 1926 fu eletta consigliera ge-nerale, quando era superiora generale MadreGiuseppina Mancinelli. Fu scelta suor Leo-nilde per le sue capacità e per il suo spiritodi obbedienza e di servizio all’Istituto; inoltreera molto amata e stimata dalle consorelle.
Un giorno ebbe a scrivere: “Io tengo come un vero e dolce dovere prega-re ogni giorno per tutte e singole le mie con-sorelle. E quando domando qualche graziaspirituale bella, bella per me, ricordo subitoche non devo essere egoista ma che la devochiedere anche per le altre, affinché i Santis-
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simi Cuori siano sempre più glorificati danoi tutte.”Suor Leonilde sapeva farsi voler bene dallesorelle e con esse giunse a festeggiare il 25°anniversario d’ingresso nel 1930; con tutteloro ricordò quel giorno, consigliando e rac-comandando alcuni atteggiamenti fonda-mentali per la vita religiosa: mitezza, umiltà,grande amore per le consorelle e spirito disopportazione nelle difficoltà. Nel 1932, il 9 ottobre si tenne il CapitoloGenerale delle Suore dei Sacri Cuori a Ro-ma, presso la casa generalizia di allora, invia Lungotevere dei Vallati 10.
Libretto donato asuor Costanza, daMadre LeonildeRossi
20SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
• Madre Generale •
Il giorno 10 ottobre si tennero le elezioniper nominare la nuova madre generale: fu
eletta proprio suor Leonilde che in quell’an-no aveva 42 anni.Accettò per spirito di servizio e di amoreall’Istituto e alle consorelle. Alla guida del-l’Istituto iniziò pure ad avere un vasto con-tatto epistolare con le sorelle incorag-giandole sulla loro strada di consacrazione.Era assai esperta nell’arte della comunica-zione e in ogni lettera sosteneva ciascunaalla fedeltà alla Congregazione, trasmet-tendo a tutte il vero spirito dell’Istituto deiSacri Cuori e la dedizione al carisma degliinizi.
Lungotevere deiVallati n° 10 a
Roma, CasaGeneralizia
dell’Istituto nelperiodo che
Madre LeonildeRossi è stata
eletta SuperioraGenerale
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Non solo: era preoccu-pata di infondere nellesue suore la spiritualitàdel Sacro Cuore e delCuore Immacolato diMaria. Uno dei segniconcreti sarà, alcunianni dopo, la costruzio-ne della Chiesa del Sa-cro Cuore di Gesù,nella casa di Lanciano;una bella e capientechiesa semipubblicache molti anni dopoospiterà le spoglie mor-tali di Madre Leonilde.
I Sacri Cuori diGesù e Maria,fonte ispiratricedell’Istituto
22SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
• La personalità di Madre Leonilde •
Divenuta Superiora Generale, MadreLeonilde Rossi iniziò a dedicarsi com-
pletamente a servizio di tutte le consorelledell’Istituto dei Sacri Cuori; prima di tuttocon l’esempio, poi con le parole, attraversole lettere circolari e le lettere personali allesuore. Soprattutto fu molto vicina a loro,comprendendone le ansie e difficoltà, met-tendosi a loro fianco come una buona mam-ma di famiglia.Voleva che le suore, pur osservando la po-vertà, non avessero un cuore gretto e chiuso
Madre LeonildeRossi
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in sé né disordine o trascuratezze negli am-bienti e nelle persone; esortava le superioread essere più dipendenti nel chiedere con-sigli e pareri, per avere un vero spirito di di-stacco. Desiderava che la castità fossemantenuta attraverso la delicatezza, la mo-destia, la trasparenza, la misericordia e unlinguaggio sempre elevato. A tal pro-posito scrisse: “la verginità del cuorenon significa che nulla teme, il cuorenon debba amare nessuno. No! Peròamare altre creature, deve anzi amarei suoi parenti, i suoi benefattori, tuttigli uomini, anche i nemici. Amare tutticon il medesimo amore soprannatura-le. L’amore di un cuore puro non si fer-ma mai alla creatura, l’attraversa,come il raggio attraversa il cristallo,per slanciarsi verso Dio.”Intanto, col passare degli anni, nel-l’aprile del 1939 il Consiglio Generaledeliberò di trasferire la Casa Genera-lizia in una nuova sede a Roma, in Via deiPettinari e Madre Leonilde volle collocare,all’ingresso di quella casa, una statua dellaSanta Vergine, denominata “Mater Purissi-ma”. La devozione a Maria e al Sacro Cuoredi Gesù, per Madre Leonilde voleva dire to-tale donazione, da parte di ogni suora, concuore libero e generoso al servizio del Regnodi Dio. Nelle sue lettere circolari trasparivatutto l’amore a Maria “Ancella del Signore”e al Sacratissimo Cuore di Gesù, fonte del-l’amore-carità. Anche l’obbedienza, per Ma-dre Leonilde, doveva essere proprio radicata
Via dei Pettinarin° 64, dove èstata trasferita laCasa Generalizianel 1939,durante ilgoverno di MadreLeonilde Rossi -attualmenteHotel
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in questo amore-carità: donarsi per servirela Chiesa, ad onore e gloria dei Sacri Cuori!Infatti, nell’esortare le suore all’obbedienza,voleva prendere come esempio la VergineMaria, che nell’Annunciazione si era procla-mata serva del Signore. Nel mese di giugnoinvitava le consorelle a rileggere ogni vener-dì il capitolo XI delle Costituzioni, sull’ob-bedienza e a recitare in comune lagiaculatoria “Cuore di Gesù, obbediente finoalla morte, abbi pietà di noi”.
Mater Purissima,della quale
Madre Leonildeha messo
una statuaall’ingresso dellaCasa Generalizia
in via deiPettinari
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• Le doti di Madre Lonilde •
Madre Leonilde aveva tante doti, siaumane che spirituali, già accennate in
questa narrazione. Una di queste, che più ri-saltava in lei era la sua capacità educativa.Fonte ispiratrice di questa dote era l’esem-plarità di Maria Madre di Dio. Nelle sue let-tere circolari ebbe a scrivere: “…Le qualitàche devono scortare unbuon consigliere non letroviamo noi forse riuni-te, in sommo grado, inMaria Santissima?…Maria non è vissuta dasolitaria…; eccola aNazaret, a Betlemme,fuggiasca in Egitto, diritorno in patria, alle fe-ste di Gerusalemme, al-le nozze di Cana, sulCalvario, nel Cenacolo,infine la vediamo Mae-stra e Consigliera dellaChiesa nascente e degliapostoli… La Madonnanon è passata per la vita con gli occhi ben-dati, senza vedere, senza comprendere; non hasofferto, come gli stoici, freddamente, indif-ferentemente; ha vissuto e sofferto nella piùnobile maniera, con grande forza di volontàe con cuore delicatissimo; Ella ha sentito pro-fondamente ed ha compreso appieno che cosasignifichi povertà, persecuzione, beffa, calun-
Orologio usatoda Madre Leonilde Rossi
26SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
nia, miseria, dubbio, abbandono. Come Sededella Sapienza, poi, e come Colei che è vici-nissima al Trono di Dio, conosce tutti i nostribisogni e tutte le vie per le quali la DivinaProvvidenza ci fa camminare per far saggiodi noi, della nostra fede, della nostra costan-
za, del nostro amore.Maria è dunque unaconsigliera senza pari.È la dolce Madre delBuon Consiglio.”Un’altra qualità di Ma-dre Leonilde era di sa-per comprendere ecapire lo stato d’animodelle consorelle; una diesse testimoniò: “Tantevolte ero afflitta per sof-ferenze morali e fisiche;lei con uno sguardo ca-piva, leggeva nel mioanimo. Mi chiamava incamera e mi diceva coseche io sentivo, mi conso-lava. Ne uscivo infervo-rata, incoraggiata…, e
finivo col dire dentro di me: ‘Gesù le dice tut-to’ perché mi diceva tutto ciò che sentivo den-tro di me.” Le sue doti di governo erano assai elevate;sapeva sempre essere ferma ma assoluta-mente materna, paziente, caritatevole. Conquesti atteggiamenti spronava le suore a cor-reggersi, a migliorare, a crescere nel loroamore ai Sacri Cuori e a servizio dell’uma-
Madonna delBuon Consiglio
nità. Per essere veramente vicina e cono-scerle, le incontrava spesso, s’informava,scriveva loro, cercava di capire e di perce-
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Madre LeonildeRossi
Anello di MadreLeonilde Rossi
28SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
pire in profondità le ansie e i problemi diciascuna suora dell’Istituto. Voleva che lesorelle fossero cariche non solo di spiritua-lità e di amore ai Sacri Cuori, ma anche for-mate nella catechesi, negli studi biblici enella dottrina della Chiesa; sapeva inoltreessere una grande comunicatrice, sempreschietta, profonda, carica d’umanità. Que-st’ultima dote aveva svariate forme di mani-festazione; si interessava della salute, dellavita spirituale, delle difficoltà e delle aspet-tative di tutte le suore. Tutto questo favorivaun clima fraterno e di cordialità tra le con-sorelle e l’Istituto si spandeva, anche conl’apertura di nuove case, in varie punti delcentro Italia. Amore particolare aveva Madre Leonilde,verso le suore ammalate, cui manifestava inmille modi la sua materna vicinanza.
Quaderno conpreghiere in
tedesco, scritto eusato da Madre
Leonilde Rossi
29 SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
• La devozione di Madre Leonilde •
In tutta la sua vita religiosa Madre Leonil-de si adoperò per infondere alle suore
dell’Istituto il carisma e la devozione ai SacriCuori di Gesù e Maria. In particolare, ono-rava nella Madre del Salvatore il titolo di
Madonna delTrattato dellavera devozione a Maria
Madonna del Buon Consiglio e consigliavaalle suore di attingere tutte la loro devozionea partire dal “Trattato della vera devozionea Maria” di San Luigi Grignon de Montfort:“Raccomando vivamente il prezioso opusco-letto Trattato della vera devozione a MariaSantissima… In che consiste la vera devozio-
ne? Nel consa-crare a GesùCristo per le ma-ni di Maria tuttonoi stesse…. Nelvivere la propriaconsacrazionevivendo abitual-mente e semprein una piena, in-tera e perfettadipendenza dal-la volontà diMaria. Operareper mezzo di Ma-ria, cioè non an-
dare a Gesù se non per lei; ossia non fidarsidelle proprie doti… ma lasciarsi guidare intutto dallo spirito della Vergine Santissima.Operare con Maria, cioè alla sua presenza,prendendo Maria come nostro modello e sfor-zandoci di imitarla in tutto. Operare in Ma-ria, cioè sforzandoci di fare nostre ledisposizioni interiori di Maria… Operare perMaria, cioè compiere tutte le nostre azioni persuo amore, col fine di farle più sicuramenteper la gloria di Dio.”
30SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
Libretto“Imitazione di
Cristo” usato daMadre Leonilde
Rossi
Madre LeonildeRossi alla posadella primapietra per lacostruzione dellachiesa del SacroCuore aLanciano
31 SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
• Le prove della salute •
Tutto l’amore e la compas-sione che Madre Leonilde
aveva per le sue suore eranoper lei la cosa più importanteed anche se cominciava adavere qualche problema di sa-lute non ci faceva caso, non glidava peso ma i problemi inizia-rono ad essere seri; la cosa piùimportante era l’asma che peg-giorò notevolmente, poi avevadelle crisi di sfinimento, manon si scoraggiava e tutto af-frontava in un silenzio ricco difede e di amore ai Sacri Cuori.Nel 1938 dovette trascorrere varie settimanedi riposo e di cura a causa dei frequenti ma-lesseri che l’affliggevano;frattanto nello stesso annosi doveva celebrare il Ca-pitolo Generale delle Suo-re dei Sacri Cuori e inagosto venne rieletta su-periora generale, riceven-do diciassette voti suventi. Questo risultato ri-fletteva l’ampio consenso che Madre Leonil-de riscuoteva dalle suore dell’Istituto. Questagrande stima e beneplacito rafforzarono in leiil desiderio di guidare ancora saggiamentel’Istituto approfondendo sempre più il cari-sma e l’amore ai Sacri Cuori.
Madre LeonildeRossi
32SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
La Chiesa del Sacro Cuore a Lanciano eraquasi pronta per l’inaugurazione; nel novem-bre del 1940 Madre Leonilde compiva cin-quant’anni; l’Istituto andava bene ma la suarichiesta alla Santa Sede di approvazione
Pontificia ebbe risposta negati-va e per lei fu un duro colpoche accettò nel silenzio ma conprofonda sofferenza.Le notizie che venivano da Po-la, a causa della guerra nonerano confortanti e tanti fattinegativi non fecero altro cheaccrescere le sofferenze e peg-giorava lo stato di salute di Ma-dre Leonilde.Nel 1943 i fatti bellici portaro-no la situazione della casa diPola ad un livello di povertà edi fatica notevoli: scarseggiava-no i viveri e da un momento
all’altro non si sapeva cosa sarebbe potutoaccadere. Cercava di essere vicina alle suoredi Pola con frequenti lettere, pensando chefosse l’unico modo per alleggerire la loro sof-
Casa di Pola inseguito alla
caduta di unabomba, durante
la guerra
Chiesa del SacroCuore a
Lanciano, fattacostruire da
Madre LeonildeRossi
ferenza. Pola ebbe due pesanti bombarda-menti e mezza città rimase distrutta, anchel’asilo della Regia Marina, dove Madre Leo-nilde aveva lavorato era quasi completamen-te inagibile; le suore sistemate alla buona,dovevano provvedere ai posti di quasi cin-
quecento sfollati! Nel periodo bellico, Ma-dre Leonilde chiedeva alle sorelle dellevarie case di tenerla puntualmente informatasu tutto ciò che accadeva, soprattutto riguar-do alle suore.“Ieri, di ritorno dalle mie peregrinazioni - èdal 23 giugno che sono in giro per la visita al-le nostre comunità d’Abruzzo dopo il 1943 -,ho trovato alcune vostre lettere tanto vivamen-
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Interno dellachiesa del SacroCuore aLanciano, comeera all’origine
Cappella delnoviziato aLanciano
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te desiderate, mie carissime figlie… Dirvi,mie dilette figlie, che sono sempre stata inmezzo a voi, soprattutto nella lunga e dolo-rosa parentesi di silenzio, mi sembra super-fluo. Ho pregato assai per tutte e ho ravvivatola mia fiducia nella valida protezione dellaMamma celeste; come questa buona Madreha coperto col suo manto le nostre Comunitàd’Abruzzo nella fiera procella del 1943-’44,così avevo ragione di sperare per le nostre co-munità del Nord. Solo se penso che ha salvatotutte le vocazioni nella triste dispersione dellacomunità di Lanciano, e tutte ritornano fe-delmente al convento che portava ancora lestimmate del passaggio della guerra, alcunedalle grotte, altre dalle loro case, altre daChieti, o Dio, quanta riconoscenza in mezzoa tanti dolori! La nostra chiesetta è rimastaintatta, nonostante lo scoppio delle mine allastazione, nonostante le cannonate e le incur-sioni. Sulla terrazzina, vicino alla nostra ca-meretta, avevamo posto a custodia del caronido la statua del Sacro Cuore, che ci avevaregalato il Rev. D. Concezio per la cappella,così senza fissarla a nulla; e Gesù è rimasto
Chiesa del SacroCuore a
Lanciano in unafoto d’oggi
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lì, fermo in piedi a proteggere! Quanta am-mirazione e commozione, anche da parte del-la gente! La comunità ha dovuto sfollare duevolte; e il 1 gennaio 1945 è ritornata, pas-sando il fronte, con tanto di neve, da Arielli;era di sabato; la Madonna guidò felicementele ‘temerarie’. La casa la trovarono occupatadagli inglesi come ospedale di convalescenza,ma poco dopo la riebbero sebbene in uno stato
poco consolante. Il Signore ci aiutò, e ancorain gennaio le nostre suore accolsero in con-vento i poveri, orfanelli e orfanelle che la Cro-ce Rossa Americana raccoglieva dispersi nellecampagne e nelle strade e nelle grotte; cosic-ché ora abbiamo una quarantina di questi ta-pinelli. Alcuni di essi portarono nelle loromembra i segni della guerra; un gruppettoera di pochi mesi, ancora in fasce. Quanto cisono cari questi tesori che ci hanno affidato iCuori Santissimi! Ora le nostre case d’Abruz-zo sono ritornate alle opere, nonostante che
Interno dellachiesa del SacroCuore aLanciano in unafoto d’oggi
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molti fabbricati siano molto rovinati ancora;per es. Atessa (ah, quel bell’Asilo, com’è ridot-to!), le Carceri, Mozzagrogna. Tutte sono sta-te proprio generose nel sopportare gli stenti,pur di riprendere subito il lavoro. Abbiamoaperto una nuova casa, vicino a Chieti (asilo,laboratorio, ecc.). A Roma abbiamo soffertoabbastanza; ma la Madonna ha difeso l’eter-na Città, come sa farlo Lei, e il 4 giugno1944 abbiamo toccato il miracolo con manoquando fuggirono i tedeschi ed entrarono glialleati senza colpo ferire; ed avevamo il SantoPadre fra noi!… A voce, tante e tante altrecose. Venite presto!”
Statua del SacroCuore
all’ingresso dellacasa di Lanciano
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• L’ultimo tratto di strada •
Il dolore interiore per la guerra, le preoc-cupazioni per le sue suore incisero profon-
damente sul fisico già provato di MadreLeonilde; di fronte a tutto questo, cercava divivere con fede quel tratto di strada, l’ultimodella sua vita. In una lettera del novembre1942, ebbe a scrivere: “È proprio vero: lacroce non va mai senza Gesù; l’importante è
Madre LeonildeRossi
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saper fare buona accoglienza al legno bene-detto che porta il più dolce e benedetto peso:Gesù.” Per Madre Leonilde seguirLo volevadire prendere ogni giorno la croce, una croceaccettata e portata con spirito di fede e diservizio. Anche quando non poteva muover-si, a causa della malattia, Madre Leonildevisse il suo intenso impegno e apostolato conle frequenti lettere alle suore e all’Istituto.
1934 - MadreLeonilde Rossicon le suore a
Lanciano, sedutaa sinistra del
vescovo
Madre LeonildeRossi, al centro,
con un gruppo diconsorelle
Infatti, in una di esse scrisse: “Sono semprea letto e a dieta; mi conviene avere pazienzase non voglio causare ricadute. Non conosce-vo questo genere di male e lo reputavo cose dapoco. Sbagliando si impara.”Con l’aggravarsi del suo stato di salute, le fuconsigliato di cambiare aria, per cui si recòa Vicarello, una località salubre. Sembravarimettersi al meglio, ma era soltanto un’illu-sione. Nel suo degrado a livello dellasalute, sviluppò sempre più una pro-gressiva conformità alla croce: “La cro-ce è per me sicura salvezza; la crocesempre io adoro; la croce del Signore ècon me; la croce è il mio rifugio.”Nell’estate del 1943, Madre Leonildescrisse in una lettera: “Spesso faccio iconti con sorella morte e mi ci preparosul serio; però mi sembra che avrò dasoffrire abbastanza.” Nell’autunno diquell’anno, precisamente il 16 ottobreebbe un notevole peggioramento e do-po una lunga convalescenza ebbe uncerto miglioramento. Nell’anno 1944Madre Leonilde non stava ancora benee il medico dell’Istituto le prescrissenuove cure e molto riposo. Trascorseun anno altalenante e spesso ripeteva: “Lamia villeggiatura saranno i Sacri Cuori diGesù e di Maria.”Nel mese di marzo del 1945 aveva voluto an-dare a Lanciano e da lì l’intenzione era di vi-sitare tutte le case dell’Istituto in Abruzzo ea Lanciano si fermò tre mesi, poi tornò a Ro-ma. Al termine della II Guerra Mondiale,
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Cucchiaio usatoda Madre Leonilde Rossi
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Bambino Gesùappartenente a
Madre LeonildeRossi
Terme Apollinaria Vicarello, doveMadre LeonildeRossi è andata
per curarsi
Madre Leonilde decise l’ottogiugno di compiere la solenneconsacrazione di tutte le comu-nità della Congregazione ai Sa-cri Cuori di Gesù e di Maria; fuun momento molto bello per tut-te le suore, Madre Leonildegioiva ma la sua salute peggio-rava sempre più. Nell’ottobrepeggiorò così tanto che doveteobbedire tassativamente al me-dico che le indicò assoluto ripo-so, in un luogo di villeggiatura,non molto lontano da Roma,
Terme Apollinari a Vicarello, nei pressi dellago di Bracciano; lì le suore di Nostra Si-gnora gestivano una bella residenza.A novembre inoltrato si sentì meglio, tantoda decidere di riprendere in pieno la sua at-tività di Madre Generale. Mentre pensava direcarsi nella Casa Generalizia a Roma, il 12dicembre 1945, nel pomeriggio fu colpita daparalisi e fu dichiarata molto grave. Da Ro-ma giunse la Segretaria Generale suor Pie-
rina Campopiano, chepoté sentire quelle chesarebbero le ultime paro-le di Madre Leonilde,pronunciate con il sorri-so sulle labbra: “MadrePierina, sono contentissi-ma che è venuta, perchéla Madonna in questa ot-tava dell’Immacolata miviene a prendere; sono preparata alla morte esono abbandonata alla Santissima Volontàdi Dio. L’uomo giusto vive di fede e viviamocianche noi; ogni cosa è permessa perché sicompiano i giusti disegni di Dio. Desidero
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Ingresso TermeApollinari aVicarello
Madre PierinaCampopiano -segretariagenerale che haassistito MadreLeonilde Rossinel momentodella morte
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Interno dellacasa delle Suore
di NostraSignora a
Bracciano,Roma, dove è
morta la MadreLeonilde
che nell’Istituto regni lo spirito buono. LaMadonnina da un momento all’altro mi vienea prendere, un altro attacco e poi me ne vado.Non vi preoccupate per me, sono abbandona-ta alla Santissima Volontà di Dio.” Termina-te queste parole disse ancora: “MadrePierina, mi sento male!” e girandosi sulladestra pronunciò la giaculatoria “Madre mia
fidu…” chiuse gli occhiper aprirli alla luce chemai si estingue. Erano leore 19:30, quando morì, a55 anni d’età, dopo averricevuto gli ultimi sacra-menti. In quel momento era Vi-caria Generale MadreGiuseppina Mancinelli;così annunciò la mortedella Madre Generale allesuore dell’Istituto: “LaRev.ma Madre si era con-sacrata da tempo alla Ma-donna come ‘schiavavolontaria d’amore’ e ognianno, l’otto dicembre, con
sempre crescente fervore rinnovava l’atto diconsacrazione alla Santissima Vergine. LaMadonna, non lasciandosi vincere in genero-sità, ha premiato molto bene la nostra dilettaMadre chiamandola a Sé nell’ottava dell’Im-macolata.”Negli annali delle Suore di Nostra Signora,che l’hanno assistita negli ultimi mesi e nelgiorno della morte si legge: “Il modo amore-
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vole e modesto della Superioragenerale e la sua gentile premu-ra hanno lasciato in noi un belricordo.”Nell’immagine ricordo del suoritorno alla casa del Padre,Monsignor Aleramo Cravosio,scrisse di lei:
“Candida quale la nevedell’alpe natiasi erse al cielocome invitto s’erge l’abete
Quanti la conobberovidero in Lei la Sposa di CristoChi non ne penetrò la mente e il cuorene temette la rettitudine
Passò intemerato il piedeper il fango della terrae anelando alla semplicità dei piccoliseppe indulgere la fallacia degli uomini
Vergine prudente accese la sua lampadaalla fede operosa nel travaglio e nella penafacendosi sicura incontro allo Sposo
Le sue virtù le dischiuseroil sorriso alla mortee la memoria di esseè nel rimpianto dei cuori.”
Madre Leonilde fu dapprima tumulata al Ci-mitero del Verano a Roma; nel 1963, la Ma-
MonsignorAleramo Cravosio
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dre Generale, Pierina Campopiano, dopo di-ciassette anni dalla morte, alla riesumazionedel suo corpo, rilevava che esso era incor-rotto e chiedeva alle suore le notizie di cuifossero in possesso per un eventuale proces-so di canonizzazione. Nel 1994 la salma diMadre Leonilde fu trasferita nella Chiesa delSacro Cuore, nella casa di Lanciano e fu av-
viato e concluso il processodiocesano di canonizzazione,in seguito ripreso nel 2015. L’esistenza terrena di MadreLeonilde ha lasciato unesempio incancellabile di ve-ra madre e fine educatricenel cuore di quanti l’hannoconosciuta e si mantiene vivafino ai nostri giorni. Le varieedizioni della sua biografiaredatte nel tempo, suscitanoancora oggi, nelle sorelle, ildesiderio di imitarla nelladonazione e immolazione aiSacri Cuori di Gesù e Maria.
Cimitero delVerano (Roma)
dove MadreLeonilde è stata
sepolta, primadella traslazione
Santa Messa inCasa Generalizia
in occasionedella traslazione
delle spogliedella Serva di
Dio a Lanciano
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• Dopo la morte •
Madre Leonilde, già in vita godeva ap-prezzamento e stima dentro e fuori
l’Istituto, ma aumentarono dopo la sua mor-te, man mano che veniva conosciuta, attra-verso le sue immaginette che le consorellediffondevano. La figura della Serva di Dio
colpiva profondamente le persone che subitosi sentivano spinte a chiedere la sua inter-cessione: il professore Marco D’Anna, dellaDivisione di Otorinolaringoiatria di Caserta,lasciò queste testimonianze: “Ebbi un’imma-gine della Madre Rossi… fui colpito dalladolcezza e profondità del suo sguardo che mi
Visita deiconcittadini dellaServa di DioMadre LeonildeRossi alla suatomba aLanciano
46SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
ispirò tenera fiducia e serenità. Fui quindiportato a chiedere la sua intercessione”. E an-cora: “Ho ricevuto dalla contemplazione diun ‘immaginetta la costante sensazione dellaSua presenza’!”
Il sepolcro attuale di Madre Leonilde Rossi, nella Chiesa del Sacro Cuore a Lanciano, fatta costruire da lei
Chiusura delprocesso diocesano
della causa dicanonizzazione
della Serva di DioMadre Leonilde
Rossi
47 SERVA DI DIO MADRE LEONILDE ROSSI
Illuminante la testimonianza dell’Arcivesco-vo di Lanciano-Ortona, Enzio D’Antonio, sulbollettino ufficiale dell’Arcidiocesi “Vitadella Chiesa frentana”, in cui, dopo aver rac-
contato come conobbe la Serva di Dio, con-cluse dicendo: “Se domani la Chiesa vorràproporre Suor Leonilde Rossi come modelloben riuscito dello spirito delle beatitudini, ve-drò confermata una sensazione di santità chegià ora si respira attorno a questa sposa diCristo.”
Chiesadell’attuale CasaGeneralizia inVia del Trullo aRoma
IndicePresentazione 3
L’inizio all’ombra delle vette trentine 5
Una vita difficile 7
Amelia diventa suora 10
Responsabile delle Suore e dell’Asilo 15
Consigliera Generale 18
Madre Generale 20
La personalità di Madre Leonilde 22
Le doti di Madre Leonilde 25
La devozione di Madre Leonilde 29
Le prove della salute 31
L’ultimo tratto di strada 37
Dopo la morte 45
PREGHIERA ALLA SANTISSIMA TRINITÀ
O Trinità Santissima, ti rendiamo grazie per idoni elargiti alla Madre Leonilde Rossi, delleSuore Missionarie dei Sacri Cuori, che con lasua vita esemplare di abnegazione, pietà ma-riana e zelo ardente diffuse la consacrazionedelle famiglie ai Sacri Cuori; ti preghiamo dimanifestare in lei la potenza del tuo Spirito,concedendoci per sua intercessione la graziache con viva fede ti chiediamo.
Pater, Ave, Gloria.
Ai Sacri Cuori di Gesù e Maria: onore e gloria!
Con approvazione ecclesiastica
Chi ricevesse grazie per intercessione della Serva di Dio MadreLeonilde Rossi è pregato di informare la Madre Generale delleSuore Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria
Casa GeneraliziaVia del Trullo 37200148 - Roma
Tel. +39 06.6530612Email: [email protected]
Sito: www.istitutosacricuori.it
Padre Massimiliano Taroni appartiene all’Ordine
francescano dei Frati Minori. Dal 1992 è sacerdote
e giornalista-pubblicista dal 1993. Per dodici anni
è stato vice-parroco in una parrocchia della peri-
feria di Milano e direttore dell’Oratorio giovanile.
Da dodici anni lavora come animatore missionario
e responsabile delle missioni francescane in vari
paesi del mondo. Per cinque anni ha diretto una
rivista missionaria. Ha al suo attivo un centinaio
di opere pubblicate: 80 biografie divulgative di
santi e testimoni della fede, alcuni volumetti sulla
spiritualità del Sacro Cuore e altrettanti sussidi per
la catechesi dell’iniziazione cristiana.
Attualmente è in servizio alla diocesi di Como.