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83 Ecco il nuovo quindici metri del Cantiere del Pardo, tanto atteso dai più affezionati cultori del marchio di Forlì per le tante novità preannunciate di Attilio Cozzani Grand Soleil 50 M etodologia costrutti- va innovativa, materiali all’avanguardia e design moderno. Questo in sin- tesi il piccolo maxi yacht ultimogenito del Cantiere del Pardo. Siamo venuti a Lavagna, per provarlo in mare dopo averlo già ampiamente ap- prezzato all’ormeggio al Salone Nauti- co di Genova. La maturità del progetto, le scelte e l’attenzione ai particolari, de- notano un’attenta ricerca. Ma non pote- va essere altrimenti: il Grand Soleil 50’ è la sintesi di anni di lavoro e sviluppo, ri- visitati, questa volta, con gli occhi dei più fedeli armatori del Cantiere. Il proget- to degli interni di questo fast cruiser, na- sce infatti da una lunga e meticolosa serie di interviste fatta ai più attenti utilizzato- ri di Grand Soleil degli ultimi anni. Un preparato staff del Cantiere di Forlì, ha reinterpretato le esperienze e i più segre- ti desideri di ognuno di loro, ottenendo un risultato che soddisfa la maggior par- te di utenti di questa fascia di mercato. Lo studio Botin & Carkeek ha fatto il resto, riuscendo a ottenere un giusto comprom- messo tra le generose dimensioni a prua e a poppa, e le doti di stabilità e velocità di questo progetto. A prima vista, il risultato di tale lavoro si percepisce già dalla banchina. Il Grand Soleil 50’ appaga subito l’occhio tanto da farlo apparire più grande grazie al design della coperta che riprende il family fee- ling dei già fortunati GS 54’ e GS 46’. Una tuga bassa e filante, oblò a filo, am- pi passavanti, comoda area prendisole a poppa e una grande plancetta apribile che facilita l’accesso al mare, rendono funzio- nale e confortevole la vita di bordo. Gli accoglienti spazi interni, appena si scen- de in dinette, confermano questa prima sensazione. L’utilizzo del teak trattato a vena verticale come nelle migliori tradi- zioni marinaresche accoglie con tutto il suo calore. Le finiture sono quelle che si vedono su imbarcazioni di gamma supe- riore e la spaziosa area relax polifunziona- le fa il resto grazie al tavolo che si adatta secondo la funzione pranzo/lounge. Particolare la disposizione verso prua della cucina che la rende estremamen- te funzionale ed ergonomica, con detta- gli e dimensioni uniche per una barca di questo segmento. Ampi spazi e un mo- bile con un grande piano appoggio subi- to dietro, completano il comfort per chi davvero utilizza questo angolo di barca. Geniale la posizione nascosta delle due sedie regista utilizzabili solo quando ser- vono, senza intralciare la dinette. Più che sufficienti i tre frigoriferi in dotazione e il piano cottura a quattro fuochi. Criti- cabile ma non troppo la vicinanza non separata del tavolo da carteggio e la di- sposizione lungo la murata che potreb- be creare qualche problema a chi è Barche

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Ecco il nuovo quindici metri del Cantiere del Pardo, tanto atteso dai più affezionati cultori del marchio di Forlì per le tante novità preannunciate

di Attilio Cozzani

GrandSoleil50

Metodologia costrutti-va innovativa, materiali all’avanguardia e design moderno. Questo in sin-

tesi il piccolo maxi yacht ultimogenito del Cantiere del Pardo.Siamo venuti a Lavagna, per provarlo in mare dopo averlo già ampiamente ap-prezzato all’ormeggio al Salone Nauti-co di Genova. La maturità del progetto, le scelte e l’attenzione ai particolari, de-notano un’attenta ricerca. Ma non pote-va essere altrimenti: il Grand Soleil 50’ è la sintesi di anni di lavoro e sviluppo, ri-visitati, questa volta, con gli occhi dei più fedeli armatori del Cantiere. Il proget-to degli interni di questo fast cruiser, na-sce infatti da una lunga e meticolosa serie di interviste fatta ai più attenti utilizzato-ri di Grand Soleil degli ultimi anni. Un preparato staff del Cantiere di Forlì, ha reinterpretato le esperienze e i più segre-ti desideri di ognuno di loro, ottenendo

un risultato che soddisfa la maggior par-te di utenti di questa fascia di mercato. Lo studio Botin & Carkeek ha fatto il resto, riuscendo a ottenere un giusto comprom-messo tra le generose dimensioni a prua e a poppa, e le doti di stabilità e velocità di questo progetto.

A prima vista, il risultato di tale lavoro si percepisce già dalla banchina. Il Grand Soleil 50’ appaga subito l’occhio tanto da farlo apparire più grande grazie al design della coperta che riprende il family fee-ling dei già fortunati GS 54’ e GS 46’. Una tuga bassa e filante, oblò a filo, am-pi passavanti, comoda area prendisole a poppa e una grande plancetta apribile che facilita l’accesso al mare, rendono funzio-nale e confortevole la vita di bordo. Gli accoglienti spazi interni, appena si scen-de in dinette, confermano questa prima sensazione. L’utilizzo del teak trattato a vena verticale come nelle migliori tradi-

zioni marinaresche accoglie con tutto il suo calore. Le finiture sono quelle che si vedono su imbarcazioni di gamma supe-riore e la spaziosa area relax polifunziona-le fa il resto grazie al tavolo che si adatta secondo la funzione pranzo/lounge.Particolare la disposizione verso prua della cucina che la rende estremamen-te funzionale ed ergonomica, con detta-gli e dimensioni uniche per una barca di questo segmento. Ampi spazi e un mo-bile con un grande piano appoggio subi-to dietro, completano il comfort per chi davvero utilizza questo angolo di barca. Geniale la posizione nascosta delle due sedie regista utilizzabili solo quando ser-vono, senza intralciare la dinette. Più che sufficienti i tre frigoriferi in dotazione e il piano cottura a quattro fuochi. Criti-cabile ma non troppo la vicinanza non separata del tavolo da carteggio e la di-sposizione lungo la murata che potreb-be creare qualche problema a chi è

Barche

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seduto durante una navigazione a barca sbandata. Generosi gli accessori, uno per tutti lo splendido televisore a scomparsa al quale si possono anche rinviare tutte le funzioni del computer. Ottima e com-pleta la strumentazione elettronica sopra e sotto coperta. Decisamente sufficienti e di facile accesso gli armadietti e i ga-voni per la cambusa, per gli indumenti e per la biancheria, sia in dinette sia nel-le cabine.Dando uno sguardo alla zona notte, tro-viamo grandi e accoglienti tutte le cabi-ne, dall’armatoriale di prua alle doppie di poppa. La versione utilizzata in prova pre-senta il letto dell’armatore sdoppiato da un passaggio centrale, ma il Cantiere offre anche la versione tradizionale con letto di prua unito. Poco spaziosi a nostro giudizio i bagni, ma apprezzata a prua la divisione della doccia in uno spazio separato.La prima impressione che trasmette il Grand Soleil 50’ è assolutamente positiva, ma rimaniamo ancor più stupiti quando parliamo di costruzione. “La vera novità - ci dice infatti Gianguido Girotti - Product

soprauno dei due bagni che, elegantemente, riprende le essenze e i colori del resto degli internisinistrasia con il Code-0 sia con il gennaker, il GS50 ha dimostrato prestazioni notevoli, anche con poco vento

sinistra in altoil tavolo da carteggio con il quadro elettrico sulla destrasopra la cabina armatoriale con i due letti gemellisinistrala dinette: da notare la posizione avanzata della cucina, voluta per concentrare i pesi all’altezza del bulbo

Manager del Cantiere del Pardo, stà tut-ta nella struttura della barca. Abbiamo re-alizzato e concepito il tutto, distribuendo i carichi su una struttura composta solo da madieri, senza longheroni e completa-mente in composito con, naturalmente, un ampio utilizzo del carbonio”.Per la prima volta su una barca di serie è stata applicata la tecnica dell’infusione sia allo scafo sia alla coperta. Così facendo il Grand Soleil 50’ risulta estremamente rigido e leggero, garantendo maggiore sicurezza e migliori performance, man-tenendo al contempo una grande flessi-bilità nell’assorbire i carichi. Nelle prove

di crash-test (naturalmente quelle simu-late a computer), lo scafo riesce ad assor-bire urti fino a 12 nodi senza riscontrare deformazioni importanti grazie al sistema della chiglia che presenta il tipico profi-lo a T di ultima generazione. L’appendi-ce principale, che ha un pescaggio di 290 centimetri, oltre a garantire un ballast-ra-tio tra i più alti della categoria, è colle-gata allo scafo attraverso un’ampia piastra che distribuisce al meglio i carichi, ren-dendo l’insieme più resistente e affidabi-le. Sempre a proposito di appendici, pala e asse del timone sono realizzati in fibra di carbonio.

A questo punto la voglia di provare in ma-re questo insieme di tecnologia per verifi-carne i comportamenti è grande. Non resta che mollare gli ormeggi. Usciamo dal Por-to di Lavagna in una tiepida giornata di novembre: in attesa del vento, procediamo intanto con un test del motore. La versio-ne in prova è equipaggiata con un motore Yanmar da 75 cavalli con un’elica a 3 pa-le Gori a passo variabile. Iniziamo le pro-ve innestando subito l’overdrive in quanto le condizioni di mare calmo ci consento-no di verificare questa importante funzio-ne. Sfruttando una posizione dell’elica con passo maggiore, l’overdrive consente la me-desima velocità dell’imbarcazione a un mi-nor numero di giri motore: il risultato è una riduzione di rumorosità del motore stesso, così come minori vibrazioni e consumi.

In pratica, con l’utilizzo dell’overdrive, possiamo arrivare al massimo della velo-cità dell’imbarcazione con 800 giri in me-no e quindi con consumi notevolmente ridotti. Anche la comodità per gli ospiti in quadrato e in gabina ne guadagna.

Tabella overdrivesenza overdrive con overdriveGiri Velocità in nodi Giri Velocità in nodi800 3,4 / 3,6 1500 6,3 / 6,52000 6,5 / 6,7 2000 7,7 / 7,92400 7,3 / 7,5 2400 8,7 / 8,93000 8,4 / 8,63200 8,6 / 8,7

Barche

Grand Soleil 50’

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in alto il discusso gavone della zattera autogonfiabile che, per la posizione, rende difficoltosa una rapida e agevole estrazione della stessasopra il gavone riservato alle bombole del gas; frontalmente, il quadro comando che comprende la centralina idraulica

sinistra in alto il sistema del lazy jack integrato al boma in carboniosopra tutti gli osterigi sono montati a filo e realizzati con l’elegante cornice in teakdestra in alto entrambe i paramare accolgono un GPS cartografico, in posizione di facile lettura da parte del timonieredestra la consolle dove sono rinviate tutte le manovre

destra il gavone centrale a poppa che rende molto facile e immediato il controllo al settore in carbonio del timonesotto il pratico tavolo del pozzetto: con estrema semplicità e sforzo quasi nullo, si estrae dal piano di calpestio

Abbiamo misurato infatti a 2400 giri una rumorosità di soli 72db nella cabina di prua, 86db al centro della dinette e 89db nelle cabine di poppa.Continuando a motore, abbiamo voluto simulare un’improvvisa avaria al pilota ef-fettuando una brusca virata a 360°. Il ri-sultato è sorprendente: dopo un leggero sbandamento iniziale con la prua che si al-za, l’imbarcazione si stabilizza senza che la manovra si ripercuota su suppellettili ed equipaggio. Il raggio di virata completo è nell’ordine dei 7/8 metri.

A questo punto, visto l’arrivo di una legge-ra brezza, cosa assai preziosa nel Golfo del Tigullio, possiamo iniziare le nostre prove a vela. Una randa, un fiocco avvolgibile e un Code-0, ci accompagnano in questa na-vigazione.

Con randa e genoa, circa 150 metriqua-dri di superficie, le sensazioni sotto ve-la sono quelle di un racer puro: il Grand Soleil 50’ naviga quasi sempre più velo-cemente del vento. Con aria leggera, la barca bolina decisa, accellerando istan-taneamente al più piccolo incremento di vento. Con soli 4,6 nodi di vento reale, a 40° di angolo, boliniamo a una velocità di circa 5,3 nodi; poggiando leggermen-te di 15° arriviamo a 5,7 nodi. Non male per un 50’ di oltre 13 tonnellate.In tutte le andature, la barca reagisce con rapidità e sicurezza al timone, soprattutto nelle virate e nelle strambate. La distribu-zione delle manovre, perfetta per la cro-ciera, si adatta anche all’uso in regata e, visto l’equipaggio che abbiamo imbarcato, proviamo a forzare qualche virata: la barca esce in progressione e riprende subito ve-locità sulle altre mura in tempi ridotti.Il vento aumenta leggermente, siamo intor-no ai 9 nodi, affiniamo le regolazioni delle vele e dell’albero grazie all’idraulica sapien-temente posizionata a destra del timoniere. Lo scafo sbanda lentamente, prende po-

tenza e fila via a più di 8 nodi. Il timone in carbonio a nostro giudizio è forse un pò troppo “sordo” e necessità di un po’ di pra-tica per gli armatori meno esperti.Montiamo più tela: issiamo il Code-0 già pronto su un sistema avvolgibile a circu-ito chiuso, facilmente gestibile anche in crociera. La sensazione è emozionante, la barca esprime grande potenza già con poca aria senza mai dare la sensazione di voler partire in straorzata. Con un ango-lo reale di meno di 100 gradi e 9 nodi d’aria, navighiamo a 9,3 nodi di velocità; proviamo a scendere fino a 150 gradi ma la velocità scende a 5,7 nodi. È un Co-de-0, non possiamo chiedere di più.

Per concludere, la barca risponde molto bene al timone e la posizione del timonie-re risulta sempre molto comoda consen-tendo, sia in piedi sia seduti sul paramare, una perfetta visione delle vele e di tutto quello che accade a prua. Le ruote in car-bonio sono adeguatamente dimensionate. Ci è piaciuta molto la gestione delle ma-novre rinviate di fianco al timoniere, con privilegio per la navigazione in equipag-gio ridotto grazie anche ai potenti winch elettrici in dotazione. Alcune piccole ri-serve invece sulla gestione delle drizze e delle altre manovre in pozzetto. Conside-rato il patrimonio di idee e di esperienze a disposizione del Cantiere, quest’ultimo

particolare poteva essere sicuramente svi-luppato maggiormente, magari a discapi-to degli ampi spazi del pozzetto stesso con la semplice aggiunta di tasche esterne. Comodi e funzionali gli ampi gavoni esterni, tranne quello riservato alla zattera autogonfiabile: abbiamo provato a tirar-la fuori, non riuscendoci. Degno di nota il tavolo apribile a scomparsa in pozzetto che, grazie all’ausilio di pistoni idraulici, può essere sollevato con estrema facilità. Ben congeniato il gavone tra le due ruote del timone che, oltre a permettere una fa-cile ispezione al settore in carbonio, con-tiene le manopole per il taglio della nafta, della corrente al generatore e la chiusura del riscaldamento. La plancetta di poppa apribile elettricamente completa la dota-zione di questo esemplare unico.Per concludere, l’ampio margine di per-sonalizzazione del Grand Soleil 50’ ren-de questa imbarcazione desiderabile all’armatore che vuole una barca veloce e accogliente per le vacanze ma che vuol togliersi anche qualche piccola soddisfa-zione in regata.

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Grand Soleil 50’

In sintesi il nuovo Grand soleil 50’ rappresenta un’importante passo avanti per il Cantiere del pardo: scelte tecnologiche innovative, particolare attenzione al comfort ed eccellenti linee d’acqua, ne fanno una barca molto interessante per un pubblico vasto, che va dai crocieristi puri ai più sportivi racer. Migliorabili alcuni particolari di minor conto

GRAND SOLEIL 50’ SChedA

MATERIALE COSTRUZ.: fibra carbonio + fibra vetro

LUNGHEZZA F.T.: m. 15,15

LUNGH. AL GALLEGG.: m. 13,42

BAGLIO MAX.: m. 4,58

PESCAGGIO: m. 2,90

DISLOCAMENTO: kg. 13.000

SUPERF. VELICA (RANDA+GENOA): mq. 150

CABINE: 3

POSTI LETTO: 6

MOTORE: Yanmar (cv.75)

RISERVA CARBURANTE: l. 310

RISERVA ACQUA: l. 550

CATEGORIA CE: A

PROGETTO: Botin & Carkeek

CANTIERE: Cantiere del Pardo

PREZZO: 438.000 (IVA esclusa)