PRATO - Campionato di Giornalismo

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•• 12 CAMPIONATODIGIORNALISMO MERCOLEDÌ 14 DICEMBRE 2011

AcasadiNonnoGiorgioLavisita alQuirinale, unagiornatameravigliosa

IL 6 DICEMBRE la 3ª F è stata avisitare la nostra Capitale. Alle4:45 era prevista la partenza per laCittà; vista l’ora molti di noi sonostati vinti dal sonno. Circa alle9:00 siamo arrivati a destinazione.Lì abbiamo incontrato il Preside,e ci siamo ritrovati circondati daun rettangolo di importanza stori-ca: le mura del Quirinale. La gui-da, molto cortese, ci ha condottiall’ interno dell’edificio.Il Palazzo del Quirinale sorgesull’omonimo colle, il più alto. E’la residenza ufficiale del Presiden-te della Repubblica italiana eduno dei simboli dello Stato. Co-struito a partire dal 1583, è unodei più imponenti palazzi della ca-pitale, sia dal punto di vista artisti-co che da quello turistico. L’attua-le inquilino del Quirinale è Gior-gio Napolitano, Presidente dellaRepubblica dal 15 Maggio 2006.Il palazzo è composto dal corpocentrale, e si sviluppa attorno almasteoso cortile d’Onore. Abbia-mo visitato le varie sale del Palaz-zo. Decorate da lampadari di cri-

stallo (Boemia) e specchi antichi,le sale mostravano “orgogliose”l’incontro di due stili: il barocco eil rococò. Poi, con gli occhi che an-cora non credevano alle mille bel-lezze dinnanzi a loro, abbiamo vi-sitato il museo interno, allestitoin onore dei 150 anni d’italia. Quivi erano i ricordi dei personaggi

che hanno fatto la nostra storia:dai testamenti ai ritratti, dalle ge-sta ai gioielli, dalle curiosità ai bu-sti... insomma, un posto magico.Dopo la visita al Palazzo del Qui-rinale abbiamo continuato la gitaper le strade di Roma. Siamo an-dati a Piazza Trevi, dove abbiamovisto la famosissima fontana. Do-

podichè ci siamo incamminativerso il Pantheon dove ci siamofermati per una pausa. Già prontiper ripartire, siamo andati versogli altri palazzi dell’Istituzione.Dopo la visita al tempio ed il pran-zo a base di pizza e patatine,ci sia-mo recati in un altro luogo digrande importanza, ossia PiazzaNavona.Qui abbiamo trovato decine dibancarelle e venditori ambulanti;alcuni vendevano oggetti natalizio comunque delle festività, altriinvece mostravano giocattoli, fi-schietti o modellini e altri ancorale classiche calamite con la Fonta-na di Trevi.Come ultima tappa, stremati dal-la fatica e con i piedi dolenti, ab-biamo ammirato, qualcuno per laprima volta, il segno della gran-dezza di Roma: il Colosseo. Nelpercorso fatto per raggiungere ta-le monumento, siamo passati pro-prio accanto all’ Altare della Pa-tria, il quale custodisce il MiliteIgnoto, simbolo di tutti i soldatimorti nella Prima Guerra Mon-diale.

NONOSTANTE la gita a Roma, un gruppo di ra-gazzi della classe 3 F il giorno seguente si è recatoad una corsa campestre, organizzata dal Comune. Iragazzi partecipano ogni anno alle gare che vengo-no proposte dai professori perchè ritengono chesia un ottimo modo per avvicinarsi al mondo dellosport, il quale ripaga a piene mani.La gara si è svolta dietro il campo da calcio dellaZenith; essa si organizzava in più mandate. Primacorrevano le classi superiori alternandosi ragazzi eragazze. Successivamente hanno cominciato a cor-rere le prime medie, seguite dalle seconde fino alleterze dove hanno gareggiato i nostri compagni.Gli alunni che hanno partecipato alla campestre so-no: Bernardo Goti (schermitore) e Lorenzo Ciuffa-telli (calciatore); entrambi campioni regionali del-le loro rispettive attività sportive. Il primo ha avu-

to una buona partenza, infatti per i primi cinque-cento metri si trovava in testa, poi, sfortunatamen-te, una caduta gli ha impedito di vincere la gara,ma è riuscito a qualificarsi nelle prime dieci posi-zioni.Il secondo, alla partenza si trovava invece nelle ulti-me posizioni per il blocco postogli dagli avversari.Con spinte e gomitate, è riuscito a qualificarsi nel-le prime cinquanta posizioni. Purtroppo Tomma-so Porporini non ha potuto partecipare per un in-fortunio al piede destro. Lo ringraziamo ugual-mente per il supporto dato ai compagni. Le dueprofessoresse di educazione fisica si sono ritenutesoddisfatte dei propri alunni, che saranno premia-ti con un incremento della valutazione finale.(Redazione: Bernardo Goti, Lorenzo Ciuffatelli,Gaetano Amoroso, Marco Sautariello e MattiaBrienza).

L’INIZIATIVA TANTA FATICAMABUONI RISULTATI ALLA CORSACAMPESTRE PER LE SCUOLE

La«Convenevole»simette ingioco

GRUPPO I ragazzi della III F durante la visita a Roma

REDATTORI INCLASSE

LE LETTERE inviate alPresidente della Repubbli-ca dagli alunni della 3F.Javed A. , Martini F. , ChitiC. , Mocarini V. e Di SantoS. desiderano chiedere alPresidente della Repubbli-ca: - una maggior sicurezzanelle nostre città; - una mi-gliore sicurezza del patrimo-nio; - un impiego per tutti igiovani che cercano un futu-ro sereno. Vorrebbero, inol-tre fare i complimenti alPresidente per tutto ciò cheha fatto e che farà per la no-stra Italia.Claps L. ,Cartei N. e CarliS. hanno chiesto al Presi-dente della Repubblica direalizzare alcuni loro deside-ri : - sconfiggere la crisi convari progetti; - diminuire ilnumero dei parlamentari; -diminuire i costi superfluida parte dei cittadini convo-gliando la spesa su altri fron-ti.Sara, Emma, Tommaso,Erika, Bernardo e Mattiahanno chiesto al Presidentedella Repubblica di: - indi-rizzare la maggior parte delpatrimonio statale alla scuo-la per migliorare alcune co-se come la mancanza di sus-sidi didattici; - la mancanzadi personale addetto all’igie-ne e alla pulizia dell’edifi-cio.Ciuffatelli L., AmorosoG.,Luccarelli A., Tosa S.,hanno chiesto al Presidentedella Repubblica, nella suaautorevolezza d’intercedereper indirizzare i giovanid’oggi verso una passioneche li accomuna: la musicapassata. Potrebbe essere unprogetto interessante, attra-verso anche oggetti pratici (libri, portaoggetti...). Ciò av-vicinerebbe i giovani d’oggia entrare nei panni di colo-ro che hanno vissuto inquest’epoca straordinaria.

Scuola

ConvenevolePrato

RAGAZZI Un gruppo diragazzini alla corsa campestre

LA REDAZIONE: Gaetano Amoroso, Mattia

Brienza, ClarissaCapobianco, SimoneCar-

li, Niccolò Cartei, Giulia Chen, Chiara Chiti,

RebeccaCirilli, LorenzoCiuffatelli, Loren-

zoClaps, GiadaCraparo, SaraDi Santo,Ma-

riafrancesca Gabino, Bernardo Goti,

Abroo Javed, SaraLanni, Andrea Luccarel-

li,WilliamMancini, FrancescaMartini, Va-

lentinaMocarini, TommasoPorporini, Em-ma Quiriconi, Marco Sautariello, BeatriceSulas, Samuele Tosa, Erika Zampieri.L’insegnante tutor professoressa Cateri-na Cafarelli. Preside: Valerio Bandini.

RIFLESSIONI

Le lettereal presidenteNapolitano

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••13CAMPIONATODIGIORNALISMOMERCOLEDÌ 14 DICEMBRE 2011

Ledistanze si accorcianoIlmondoè semprepiùunito grazie al fenomenodella globalizzazione

PENSATE davvero di sapere checos’è la globalizzazione? Bastaguardare la televisione, navigaresu internet o leggere un quotidia-no per incontrare questa parola.Ma cosa significa veramente?Il termine globalizzazione derivadall’unione di “economia globa-le” e “integrazione” ed è stato in-trodotto per riferirsi ai cambia-menti che stava subendo l’econo-mia a livellomondiale. Col tempoil suo significato si è ampliato eoggi si riferisce ad un fenomenoche ha cambiatomolti aspetti del-la nostra vita. A determinare i no-stri cambiamenti sono lemultina-zionali, grandi aziende che produ-cono e vendono prodotti e serviziin tutto il mondo.La vita di noi tutti oggi sta suben-do un processo di omologazione.Molti aspetti della nostra esisten-za si stanno uniformando, comese in ogni paese del mondo si se-guisse uno stesso modello: inogni posto vanno di moda le stes-se cose, si sentono le stesse canzo-ni, troviamo gli stessi cibi, ci piac-ciono gli stessi passatempi. Cosìsi può dire che una persona cheviaggia oggi si senta dappertutto a

casa sua, perché ovunque trovagli stessi prodotti.Colmiglioramentodelle vie di co-municazione e grazie alle nuovetecnologie, le distanze si sono ac-corciate: il globo è diventato ununico grandemercato e perciò tut-ti ci assomigliamo sempre di più.Il mondo, in qualche modo, è di-ventato più unito.

Ma la globalizzazione è un feno-meno positivo o negativo?Le multinazionali stabiliscono leloro sedi in zone povere del mon-do. Spesso lì trovano materie pri-me a buon prezzo, governi che of-frono vantaggi e la manodoperacosta meno. Le persone che sonoa favore della globalizzazione pen-sano che così si creino posti di la-

voro nei paesi in via di sviluppofacendo diminuire la povertà eche, grazie alla circolazione diidee e informazioni, la globalizza-zione metta i popoli di fronte anuove realtà e favorisca cambia-menti culturali positivi.Altre persone attribuiscono allaglobalizzazione responsabilità dimolte conseguenze negative. So-no nati così gruppi e associazioniche nel loro insieme formano ilmovimento no-global e che inmolte occasioni manifestano coniniziative di protesta contro lemultinazionali e ciò che è legatoai processi di globalizzazionedell’economia. Questi movimentisostengono che la globalizzazionestia facendo arricchire ancora dipiù i paesi già ricchi,mentre i pae-si poveri non ne ricavano occasio-ni di sviluppo: le multinazionalisfruttano luoghi e popolazioni,creando benefici apparenti e nonduraturi, e spesso danni all’am-biente.La globalizzazione dunque, fa or-mai parte della nostra società, manon tutti apprezzano la sua com-pagnia.

COME vivevano i nostri nonni? Che abitudini eche aspirazioni avevano? Noi della III C ci siamoposti queste domande e per questo abbiamo fattoun’intervista al “nonno” Giovanni Gistri, carabi-niere in pensione, nato nel 1923.Come trascorreva il suo tempo libero e che abitisi portavano quando era un ragazzo?«Quando avevo la vostra età trascorrevo ilmio tem-po libero con gli amici delmio paese; i giochi prefe-riti erano il pallone, con il quale giocavamonell’aia del contadino, e le carte. D’estate invecepassavamo il tempo a fare il bagno nell’Arno. Il sa-bato andavamo alla casa del fascio per l’addestra-mento da carabiniere. Vestivamo con i pantalonialla moda, cioè alla zuava».Come faceva a mettersi in contatto con i suoiamici?

«Mimettevo in contatto con amici e parenti andan-do a piedi alle loro case. Poi mi hanno comprato labicicletta e mi spostavo con questo mezzo».Senza apparecchi elettronici, come faceva ad in-formarsi su ciò che succedeva nel mondo?«L’unico modo per informarmi su ciò che accade-va era andare al circolo del paese e ascoltare la ra-dio che trasmetteva le notizie; oppure leggere ilgiornale che il bottegaio metteva a disposizione ditutti».Si allontanava spesso dalla sua città? E con qua-li mezzi?«Per spostarmi da unpaese all’altro utilizzavo, a se-conda della distanza, la bicicletta o la carrozza coni cavalli. L’allontanamento dal mio paese comun-que avveniva raramente: mi spostavo solo in casodi visite a parenti o amici oppure per andare al ci-nema».

L’INTERVISTANONNOGIOVANNI, 88 ANNI, RACCONTA COME SI VIVEVA QUANDOERARAGAZZO

Quando i pantaloni alla zuavaeranodimoda

PANGEA Quando i continenti erano tutti uniti

REDATTORI INCLASSE

Scuola

PierCironiPrato

INTERNET è molto im-portante nel mondo odier-no enel fenomenodella glo-balizzazione. Può avere in-fatti vari scopi: chi lavora inborsa lo usa per comprare evendere azioni da paesi lon-tani e uno studente può ap-profondire le proprie cono-scenze sentendo le opinionidi persone che non conosce.Ma la rete può essere usataanche per il divertimento,giocando con gente che vi-ve in posti lontani del mon-do.Un ruolo fondamentale perle comunicazioni via inter-net lo ha Facebook. Graziea questo social network riu-sciamoa rimanere in contat-to con più persone nellostesso momento, sentendo-ci più vicini anche con chisi trova a chilometri e chilo-metri di distanza. Inoltre lenuove tecnologie permetto-no di fare una videochiama-ta tramite la webcam con al-tra gente, in modo da poterparlare con una persona evederla nello stesso tempo.Internet ha vari pro e con-tro. Un vantaggio può esse-re il fatto che ci fornisce in-formazioni di ogni tipo, conla possibilità però che que-ste ultimepossano essere fal-se, dato che non sempre sipuò verificare l’autenticitàdelle fonti. Inoltre uno deimaggiori rischi di internetè il fatto che crei dipenden-za: spesso i giovani preferi-scono rimanere chiusi in ca-sa e navigare nelwebpiutto-sto che uscire all’aria aper-ta.Così internet è una grandeinvenzione, che però va sa-puta usare nella manieracorretta.E allora? Navigare sì, maconmoderazione.

LATESTIMONIANZA

Giovanni Gistri, classe 1923

ECCO i nomi degli alunni della classe III Cdella scuola secondaria di primo gradoPier Cironi che hannopartecipato alla rea-lizzazione della pagina.Giancarlo Aidara, Giulio Bardazzi, Cristia-

noBiacchessi,MoniqueBianco, IreneCam-melli, Liyi Chen, Andrea Cirillo, Laura Ci-rillo, Simone De Feo, Francesca Giannelli,Fransi Hamolli, Darko Kocev, FrancescoLucianò, Cosimo Lunetti, Giulia Marino,

Francesca Nencetti, Simona Russo, Luca

Scatizzi, Manuel Sesti, Xhesi Skota, Lucia

Pia Stirparo, Serena Zhao, Rachele Zizza-

mia. Professoressa tutor Barbara Duccini.

APPROFONDIMENTO

Internet:un’arma

adoppio taglio

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•• 10 CAMPIONATODIGIORNALISMO MERCOLEDÌ 21 DICEMBRE 2011

Vernio, la scuoladelbenessereStretching in classeprimadelle lezioni e fumo fuori dai cancelli

A CHI, seduto da diverse ore adun banco o ad una scrivania, nonè mai capitato di sentire un’im-mensa voglia di sgranchire le gam-be e allungare i muscoli? A Ver-nio si sta cercando di dare una ri-sposta a questa naturale esigenzafisica: pochi minuti di stretchingin classe due volte al giorno, tuttii giorni; questa è l’iniziativa presadall’Usl 4 di Prato e dall’IstitutoComprensivo Sandro Pertini diVernio dove dodici classi (tra ele-mentari e medie) stanno speri-mentando questa nuova “mate-ria” rivolta a correggere la scorret-ta postura che si assume passandomolto tempo chinati sul banco.Il modo migliore, infatti, per evi-tare l’insorgere di malattie legatealla scorretta postura è appunto laprevenzione. A questo scopo i do-centi, dopoun’adeguata formazio-ne e, servendosi di cartelloni cheillustrano i vari esercizi, fanno fa-re agli alunni pochi minuti distretching. Questo, oltre a correg-gere la postura, dovrebbe anche ri-lassare i ragazzi e permettere lorodi sciogliere la tensione accumula-

ta durante la lezione. Inoltre ilprogetto di «educazione alla salu-te» sempre in collaborazione conla Usl 4 promuove un’altra inizia-tiva che mira ad insegnare ai ra-gazzi corretti stili di vita: la San-dro Pertini sarà la prima scuolanel comprensorio Vernio-Prato apotersi presto definire «scuola li-

bera dal fumo».

A SEGNALARLO a studenti, ge-nitori e visitatori sarà una targa af-fissa fuori dal cancello, frutto del-la creatività di alcuni alunni dellascuolamedia: unanuvoletta bian-ca intenta a scacciare unanubene-ra, simbolo sia del fumodi sigaret-

ta sia in generale di tutti gli atteg-giamenti negativi che danneggia-no la nostra salute.L’insegna invi-terà tutte le persone a non fumareall’interno del perimetro scolasti-co, compreso il giardino circostan-te l’edificio. Questa iniziativa mi-ra a dissuadere gli adulti dal fuma-re in quanto essi sonomodelli im-portanti per i ragazzi sia nei loropunti di forza che in quelli di de-bolezza. Ilmessaggio che si inten-de far passare, secondo il dottorLuciano Gheri, psicologo dellascuola, è questo: «Un corretto sti-le di vita e il non uso di sostanzecome il fumo ci fa stare megliocon noi stessi e con gli altri».Gheri inoltre aggiunge: «La Uslorganizza questi progetti per tute-lare la vita dei cittadini, soprattut-to dei più giovani: infatti se il vi-zio del fumo viene preso da ragaz-zi perderlo è molto difficile. Inol-tre iniziare a fumare in giovaneetà rende più vulnerabili anche al-la dipendenza da droghe e alcol».Queste iniziative non sono chetentativi per far si che nelle scuolevi sia uno stato dimassimobenes-sere fisico, mentale e sociale.

QUANDO si è accesa la prima sigaretta? Perchè siè deciso di provare il gusto del fumo?Quanti geni-tori in casa fumano?Le classi terze dell’ Istituto Comprensivo StataleSandroPertini diVernio hanno effettuato un’inda-gine per approfondire il rapporto deimembri dellapropria famiglia col fumo. Da queste interviste èstato possibile stilare una piccola statistica.Le persone attualmente prese come campione so-no 316 tra i quali 80 (il 25.50%) sono risultati fuma-tori e 55 sono ex fumatori. Si è smesso di fumareper tutelare la salute, perchè sempre più luoghipubblici lo vietano e anche perchè il vizio del fu-mo può incidere anche sul budget familiare.Oltre al numero di fumatori ed ex-fumatori l’inda-gine ha voluto individuare l’età in cui si è iniziatoa fumare e i motivi che hanno spinto verso questascelta.

E’ STATO riscontrato che l’età media in cui que-ste persone hanno iniziato a fumare è 17 anni, manon manca chi ha cominciato anche in tenera età(10/12 anni).Fra i motivi principali che spingono un giovanead accendere la sigaretta vi sono il desiderio di“sentirsi più grandi”, essere al centro dell’attenzio-ne, omologarsi al gruppo di amici e non venireemarginati, dimenticare i problemi personali maanche la semplice curiosità di provare sensazioninuove.Infine, anche le fiction televisive e il cinema mo-strano personaggi con la sigaretta fra le dita e so-prattutto sul pubblico giovanile, il desiderio di im-medesimarsi in quel personaggio può portare a vo-ler provare il fumo.

LA STATISTICA INDAGINE SUUN CAMPIONE DI 316 PERSONE: COME È COMINCIATO IL RAPPORTO CON LE “BIONDE”?

Sigaretta, il vizio inizia in casae congli amici

VIGNETTA Il fumo è tenuto rigorosamente alla larga

REDATTORI INCLASSE

ALUNNI in cattedra per in-segnare ai coetanei l’educa-zione alla salute. Ricomin-cia la peer education, il pro-getto dell’Usl di Prato incollaborazione con l’Istitu-to comprensivo SandroPer-tini. Questa iniziativa nascedall’esigenza di prevenireinmododiverso i comporta-menti a rischio degli adole-scenti: fumo, alcol, droghee cattiva alimentazione.L’obiettivo è aiutare i ragaz-zi a riconoscere i condizio-namenti sociali che spingo-no ad adottare stili di vitadannosi per la salute, qualiil tabagismo. I maggiori fat-tori di influenza per gli ado-lescenti sono rappresentatidalle amicizie, dai modellifamiliari e dalla pubblicità.Ed è proprio sulla forza per-suasiva del gruppodei coeta-nei che il progetto si propo-ne di agire: infatti non sonoprofessori o esperti a guida-re l’attività ma studenti del-le classi terze chiamati ap-punto “peers” (pari).Gli studenti prescelti svolge-ranno a gennaio un corsoformativo con il dr. Lucia-no Gheri e Lucia Tronconi,formatrice dei progetti diEducazione alla Salutedell’Usl.

UNA VOLTA formati, i pe-ers svolgeranno nelle classiseconde tre lezioni durantele quali verrà redatto un de-calogo sui sani comporta-menti e saranno prodotti al-cuni materiali come cartel-loni e slogan. Il progetto ter-minerà con un campus,un’uscita di due giorni incollaborazione con l’AltaviaTrekking di Prato. Qui i ra-gazzi saranno coinvolti indiversi giochi di squadra. Ilpranzo, sarà costituito da ci-bi freschi e genuini, per edu-care ad una corretta alimen-tazione.

ScuolamediaScuolamedia

AlighieriAlighieriVernioVernio

FORMAZIONE

Studenti-tutorcon lapeereducation

DISTRIBUTORE

Un self service di sigarette

GLI STUDENTI cronisti: La pagina è statarealizzata per la 3B: Amicucci, Bartoloni,Biagioli, Cangioli, Carmagnini, Cauteruc-cio, Cecconi, Chiaramonti, Corsi, Erizma,Ferrarello, Ghrairi, Gori, Gualtieri, Gurie-

ri, Lena, Maglione, Marinaccio, Mensurati,Minelli, Peroni, Pieratti, Pieri, Querci, Ste-fan, Timpano. Per la 3A: Bagni, Baldini,Ballini, Bartolini, Bertucci, Biagi, Bogani,Bolognesi, Brachi, Corriere, De Biasi, Do-

ti, Elmi, Gaeta, Gurieri, Logli, Morganti,Muka, Pelagatti, Pucci, Saidi, Salvatore,Silvestri, Toccafondi, Venuto, Volpe, Zulfa-nelli. I docenti tutor sono Sara Galantuccie Vincenzo Mauro.

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••11CAMPIONATODIGIORNALISMOMERCOLEDÌ 21 DICEMBRE 2011

Chi si prende curadi loro?Unagiornata al canile: tanteemozioni, tra lacrimeesorrisi

AVETE mai provato a guardarenegli occhi dei cani in gabbia?Noi sì, e vi assicuriamo che nessu-no ha resistito congli occhi asciut-ti. E c’è da dire che il canile di Pra-to è davvero ben tenuto; ospita uncentinaio di cani, accuditi e con-trollati da volontari. La struttura,esistente da circa trent’anni, è co-munale ed è gestita dall’associa-zione “Qua la zampa”. Quello checolpisce quando si entra nel cani-le è l’impegno dei volontari e de-gli addetti, che mantengono lastruttura sicura e adatta per ognitipo di animale. Le gabbie sonocapienti e i cani hanno a disposi-zione un giardinetto in cui corre-re. Inoltre il canile si appoggia adun gruppo di veterinari esterni,che tengono sotto controllo la sa-lute delle bestiole e le curano semalate. All’interno del canile pos-siamo trovare vari tipi di cani,che aspettano con ansia di essereadottati da un padrone che siprenda veramente cura di loro.Gli ostacoli maggiori per questiamici sono la vecchiaia, ma soprat-

tutto la gente che li abbandonaper la strada o davanti al cancellodel canile. I fondi sono sufficientiper mandare avanti la strutturasenza troppi problemi e la mag-gior parte delle sovvenzioni vienedal Comune, a cui si aggiungonodonazioni da altre associazioni.Tutti possono contribuire, portan-

do cibo come scatolette oppure og-getti utili come coperte e ciotole,donando soldi via internet e com-prando il loro calendario. L’ado-zione dentro il canile è fatta dapersone di tutte le età e gli ospitiche sono scelti più facilmente so-no i più giovani e i meno ingom-branti. Ogni anno sul nostro terri-

torio vengono adottati circa centocani, ma purtroppo ne vengonoabbandonati altrettanti. Chi trovaun cane abbandonato, può chia-mare direttamente il canile. I vo-lontari controllano se l’esemplareha il microchip, che permette dirisalire al padrone attraverso gliarchivi dell’Asl e lo ospitano persessanta giorni; se entro quel limi-te di tempo il proprietario non sipresenta, il cucciolo rimanenel ca-nile e può essere adottato. Nel da-re in adozione i cani, i volontariscelgono l’animale giusto in baseal carattere delle persone e, perevitare il fenomeno del riabbando-no, consigliano ai futuri padronidi “pensarci dieci volte prima in-vece che una dopo!”. Per chi è in-teressato il canile è aperto tutti igiorni, anche la domenica, dalleotto alle tredici e dalle quattordicie trenta alle diciassette e trenta. Ivolontari sono sempre disponibi-li e per informazioni è possibileconsultare il sito:www.canilerifu-gioprato.it, dove compaiono tuttele indicazioni utili e i numeri deivolontari.

DAVVERO innovativa è l’idea dell’associazione“Una Uomo-Natura-Animali” di istituire un cor-so di formazione per i volontari del canile, promos-so dal Cesvot, che si chiamerà «Gabbie Aperte». Ilcorso, come ci spiega Francesca Gheri, psicologacoinvolta nel progetto, vuole approfondire la cono-scenza dei cani in tutti i loro aspetti per una gestio-ne più corretta all’interno del canile e per diminui-re il fenomeno sempre più frequente del riabban-dono dopo l’adozione.

In base a cosa avviene la scelta di un cane daparte del padrone?

«La scelta di un cane è spesso poco razionale: lapersona è pervasa da moti emotivi (la vista di uncucciolo o il ricordo di un vecchio amico a quattrozampe che non c’è più) e a volte sono lasciati insecondopiano dati di realtà importanti, quali lo sti-

le di vita, il contesto domestico, le relazioni familia-ri che coinvolgeranno appieno la diade cane-padro-ne».

Questeconsiderazioni comepossono influen-zare il lavoro dei volontari?

«E’ importante che i volontari del canile imparinoa indagare le caratteristiche emotive e di vita dellepersone intenzionate ad adottare un cane, così dapoter consigliare l’amico più adeguato al fine diuna convivenza serena per entrambi».

Quali sono gli obiettivi specifici del corso?«Il corso vuole insegnare i metodi e le tecniche perdiminuire lo stress dei cani in gabbia e aumentareil loro benessere. Allo stesso tempo intende forni-re le competenze basilari per gestire l’incontro coni futuri proprietari, capire cosa cerchino esattamen-te e comunicare efficacemente come affrontare ipossibili problemi post-adozione».

IL PROGETTOPRESTO AL VIA IL NUOVO CORSODI FORMAZIONE PER VOLONTARI DI CANILE

’Gabbieaperte’, il canegiustoper ogni famiglia

UMORISMO Chissà cosa farebbero gli animali al posto nostro

REDATTORI INCLASSE

AL CANILE si trovano ca-

ni di ogni età. Menta, un ca-

ne da caccia abbandonato a

causa di una zampa ferita

che non gli avrebbe permes-

so di essere un abile caccia-

tore, è stato avvistato in pro-

vincia di Prato pochi giorni

fa, che gironzolava solo per

i campi.

Un uomo si è preso cura di

lui per quindici giorni, pe-

rò, non potendosi assumere

la responsabilità di tenerlo,

loha portato al canile diPra-

to proprio mentre lo visitia-

mo. Ora il cane cercherà di

crearsi una nuova vita; per

il momento si è ritrovato in

una gabbia senza capirne il

motivo. E’ confuso, sente

abbaiare centinaia di cani

intorno a sé. Fa molta pena

e tenerezza.

Speriamo solo che un gior-

no riesca a trovare un padro-

ne onesto che si prenda ve-

ramente cura di lui e gli vo-

glia bene. «Lasciare Menta

è stato molto difficile, mi è

venuto anche da piangere,

ma purtroppo non posso te-

nerlo, nonostante mi abbia

fatto molta compagnia» rac-

conta il signore che l’ ha ac-

cudito in questi quindici

giorni.

Tilda, al contrario di Men-

ta, vive nel canile da diciot-

to anni. La nostra amica a

quattro zampe, vista l’età

avanzata, sta in una casetta

per i cani più anziani. Nes-

suno ha voluto adottarla

perché è un cane di grande

taglia ed ora è inferma e

non può muoversi dalla sua

cuccia, tanto che i volontari

devono imboccarla per farla

mangiare.

Scuolamedia

SanNiccolòPrato

ADOZIONE Uno degli amici aquattro zampe del canile di Prato

ECCO I redattori in classe della III A di SanNiccolò: Francesco Agostini, Niccolò Balli,ClarissaBardazzi, LorenzoBini, Mario Bo-nechi, Rebecca Cecconi, Emanuele Corti,Lisa Delle Rose, Filippo Giagnoni, Ludovi-

ca Gori, Margherita Iannelli, Riccardo In-nocenti, Rachele Mariotti, Viola Melani,Alessandro Mercantelli, Beatrice Pacini,Alessia Panerai, Virginia Passini, MattiaPierozzi, Caterina Tatti, Virginia Ucchino.

I docenti tutor che seguono il progetto so-

no Francesca Galli e Paolo Puggelli, sotto

la supervisione del dirigente scolastico

Alessandra Bardazzi.

LESTORIE

VeteraniomatricoleAvoi la scelta

Page 6: PRATO - Campionato di Giornalismo

•• 10 CAMPIONATODIGIORNALISMO MERCOLEDÌ 11 GENNAIO 2012

Elena e Leonetto: due cuori, un’arcaL’amoreper l’arte legavaquei personaggi dai caratteri opposti

GLI ARTISTI spesso vengonoconsiderati come figure perfetteanziché come uomini. LeonettoTintori, pittore e scultore, ne erala prova vivente, conoscendol’amore che lui provava per lamo-glie. Un amore esemplificato inuna frase da lui stesso pronuncia-ta con grande trasporto: «In tuttele luci, con tutte le materie possi-bili ho cercato me stesso in Ele-na». Siamo entrati nella sua vital’anno scorso tramite la partecipa-zione ad un progetto offerto dalcomune di Prato. Non sapevamoche oltre quel cancello, che deli-mitava una villa di campagna, cifosse tutto un mondo da esplora-re. Il giardino caratterizzatodadu-ne, è disseminato da sculture inceramica e in bronzo, tra le qualiunmaestoso elefante. Tintori, pri-ma di diventare l’artista noto aPrato, era un semplice garzone in-gaggiato da un fattore, poi appren-dista in unamodesta filanda e do-po commesso fattorino di merce-ria. Alla sera frequentava la scuo-la d’arte “Leonardo”, dove incon-trò Elena Berruti, la futura mo-glie. L’amore per l’arte legava idue, anche se i loro caratteri era-

no diversi. Lui schivo e silenzio-so: non che fosse scorbutico, maera un uomo di poche parole; leiestroversa, le piaceva conoscerenuove persone, che spesso invita-va a cena. Tutto cominciò nel1935 quando, durante una passeg-giata a Vainella, rimasero affasci-nati da una casupola piccola e di-roccata con un po’ di terreno cir-

costante. Era da tutti definita «lacasa delle buche» poiché situatain una zona nella quale preceden-temente era attiva la Fabbrica Fe-lici che estraeva l’argilla per fab-bricare le stufe in cotto. Ma comecomprare quella casa? Per un col-po di fortuna a Leonetto venneroofferti 1200 lire per restaurare gliaffreschi in Duomo di Filippo

Lippi: un lavoro importante chelo rese famoso nella città, portan-dolo anche a restaurare la casa diFilippino Lippi (all’inizio di viaMagnolfi) e dimolte sue opere, al-cune delle quali visibili al MuseodiPitturaMurale.Grazie alla nuo-va attività, i coniugi arredarono lacasa con gusto artistico ma anchecon alcuni “vizi” come un’ampiapiscina rettangolare, ora sostitui-ta dall’attuale Laboratorio per af-freschi. Negli ultimi anni dellasua vita, Leonetto costruì un’arcanel giardino, non una sculturaqualunque, bensì una tomba nel-la quale avrebbero trovato riposole sue ceneri e quelle di Elena.Le-onetto realizzò due sculture che liraffiguravano, vuote all’interno econ uno squarcio sotto lo sterno,a rappresentare le anime libere:Elena tiene in mano un mazzo difiori, segno della sua passione peril giardinaggio. ProbabilmenteLeonetto costruì un’arca perchéad Elena piaceva molto il mare, operché l’arca è simbolo della vita,che continua anche dopo la mor-te.Oggi la casa è diventata unmu-seo, visitabile su appuntamentocontattando l’ Associazione “La-boratorio perAffrescoElena eLe-onetto Tintori”di Vainella.

ABBIAMO incontrato Iva Toccafondi, minuta edistinta signora, orgogliosa di raccontarci i suoianeddoti sull’artista.

QuantianniavevaquandohaconosciutoTin-tori?

«Vivevo in una casa comunicante con quella diTintori e di Elena Berruti. Ho dei ricordi vaghiche iniziano nel 1945, all’età di tre anni. I tedeschiavevanomesso una contraerea dietro casa, che allo-ra era la sede delle BelleArti, e imiei nonni ne era-no i custodi. Poi arrivarono gli americani eTintoritornò a lavorare nel suo studio, sopra la mia came-retta. Ogni tanto scendeva e mi diceva: “Puoi can-tare più pianoper favore? Sto creando”. Elena eLe-onetto, dopo che la luce tornò (durante la guerraera stata tolta), iniziarono ad invitarmi a cena e ri-cordo che, vicino aNatale, Leonettomi regalò del-le statuine per il presepe che aveva fatto qualchegiorno prima».

L’hamai visto lavorare? Cosa ha provato?«Quando lavorava non volevo disturbarlo, era co-me un secondo padre per me. Spesso mi capitavadi vedere le sculture plasmate dalle sue mani posi-zionate nel giardino.Mi piaceva osservarlomentrecreava. A volte provò ad insegnarmi a disegnare oa fare piccole sculture: mi sento fortunata ad aver-lo conosciuto».

Quando è tornata nella casa, che emozioniha provato?

«Trovarmi lì dentro è stato come fare un tuffo nelpassato,mi sembrava di rivedereLeonetto che pas-seggiava in giardino con suamoglie e io che invecegiocavo con l’erba, dove ora si trova l’arca. Tutti iricordi sono tornati a galla, come se fossi rimastaquella piccola bambina che ascoltava con attenzio-ne i Tintori raccontare dei loro viaggi all’estero odelle loro opere. E’ stato magico».

L’INTERVISTA ECCO I RICORDI DI IVA TOCCAFONDI, “FIGLIA ADOTTIVA” DEL GRANDE ARTISTA

Un tuffonel passato con il geniodi Tintori

ULTIMA OPERA L’arca dove sono conservate le ceneri dei due coniugi

REDATTORI INCLASSE

«LA PITTURA scorre nelsangue di Elena sempre. Se-duta scomoda su uno sco-glio davanti al mare e im-mersa nei cespugli del bo-sco. Goccia fra le onde dellesue marine, fronda nel bo-sco, fiore tra i fiori effondein esaltata contemplazionequanto raccoglie nel suo ab-bandono». Leonetto Tinto-ri usa amabili parole per de-scrivere la moglie. Nata il23maggio 1909 aMontevar-chi, la Berruti si trasferiscea Prato per seguire il padre,professore di francese alConvittoCicognini. Sogget-to frequente nei suoi qua-dri, che firmava T. Elena, èla natura morta (in partico-lare i fiori). Era infatti ap-passionata di giardinaggio:i suoi fiori preferiti erano igiaggioli.Dipingeva su falsi-te con pittura ad olio e im-piegava solo treminuti a raf-figurare i fiori, che chiama-va “ripulitura di pennello”.L’amore per i fiori emergeanche dalla scultura che leha dedicato Tintori, oraall’interno dell’Arca. Erauna donna molto bella e lepiaceva vestirsi in modonormale per noi,mapartico-lare per quell’epoca: infattiportava volentieri i pantalo-ni, un abbigliamento nonconsono per una donna del-la primametà del Novecen-to. La sua estrosità si mani-festava anche in alcuneocca-sioni ufficiali: si raccontache alla presentazione diuna mostra indossasse unturbante. Talvolta scappavadi casa senza preavviso perrifugiarsi nell’adorata resi-denzamarinadiQuercianel-la, dove maggiore era l’ispi-razione per via della quiete.Forse l’unico suo sogno,mai condiviso da Leonetto,è stato quello di trascorrerela vita interamente al mare,la sua vera passione.

Convitto nazionaleConvitto nazionale

CicogniniCicogniniPratoPrato

MEMORIE La piccola Iva conElena sulla porta di casa Tintori

ECCO i redattori in classe della III B delConvittoCicognini che si sono occupati del-la stesura della pagina: Eleonora Bartoli-ni, Allegra Bechi, Edoardo Biagini, AlessiaBresci, Elena Cartei, Carlotta Colzi, Simo-

ne Corti, Edoardo De Luca, Simone Ding,MarcoDipace, GaiaFanti,Maria Vittoria La-neve, Ylenia Levanto, Francesco Mancan-telli, DorianaMoretti, Giovanni LorenzoOt-tanelli, Alessio Palmieri, Matilde Perini,

Sara Pierattini, Marco Pierozzi, FrancescoPratesi, Giulia Videtta, Angelo Zhan, ZhuZhiwei, Hao Fu Zheng. La docente tutordel progetto è Paola Puppo, il rettore del-la scuola è il professor Daniele Santagati.

ILPERSONAGGIO

LadyBerrutiunamusa

conpersonalità

Page 7: PRATO - Campionato di Giornalismo

••11CAMPIONATODIGIORNALISMOMERCOLEDÌ 11 GENNAIO 2012

Quando lamoda faepocaIl punto di vista degli adolescenti: pregi e difetti di unmondo complesso

PRATO, 30 novembre 2011: neilaboratori dellaNTT (NextTech-nology Tecnotessile) viene pre-sentato il progetto Otir 2020, ilnuovo Polo dell’Innovazione re-gionale della moda, nato per rida-re competitività alle aziende tosca-ne del settore. Questa notizia, tro-vata in rete, ci ha inorgogliti, inquanto pratesi, e ci ha fatto riflet-tere su un tema, che, forse, solo ap-parentemente è effimero e futile:la moda, appunto. Ci siamo chie-sti che funzione abbia per noi gio-vani la moda e ci siamo resi contoche, forse, il modo in cui la inten-diamooggi non èun concetto tan-to “nuovo”.

DI CERTO, l’uomo primitivonon la conosceva: coprirsi, per ri-pararsi dal freddo, era solo un bi-sogno primario. Ma, ben presto,lamoda ha distinto e rappresenta-to ogni società, in ogni epoca, congli abiti ricamati degli Egizi, i chi-toni e i pepli dei Greci, le tunichee le toghe dei Romani, dalla cuilingua, il latino, deriva la parolastessa, “modo,maniera”, le teben-

ne degli Etruschi, gli abiti econo-mici della Rivoluzione Industria-le, quando anche i ceti più bassipossono permettersi di “essere al-la moda” e la moda diventa acces-sibile a tutti. E così via, fino al no-stro secolo: abiti da uomo per ledonne che, durante la PrimaGuerra Mondiale, restano sole e

svolgono anche lavori maschili;abbigliamenti “uniformanti”, co-me jeans, minigonna, bikini, perl’ideale di uguaglianza degli anniSessanta; abiti colorati e bizzarri,tuniche e camicioni multicolori,fiori sgargianti, per gli Hippy de-gli anni Settanta; “made in Italy”,con stilisti come Armani, Dolce

&Gabbana eVersace, per gli anniOttanta; stile sobrio, vicino a quel-lo attuale, comodo ed elegante,ma sempre “firmato”, negli anniNovanta. Insomma, ogni epoca siriconosce anche per lo stile della“sua”moda!E questo ci riporta al-la domanda iniziale: che funzio-neha lamoda?E’ espressione, cre-atività e libertà o, al contrario,condizionamento, trappola, omo-logazione, segnale di conformi-smo? Forse, non è del tutto nél’una, né l’altra cosa.

E’ VERO che, per noi ragazzi, es-sere alla moda è spesso un modoper sentirci uguali agli altri, pernon essere “diversi”, per giocare adiventare, attraverso il look, an-che chi non siamo e veramentevorremmo essere, ma, forse, ci dàanche qualcosa in cambio. E’ laprima forma d’arte che conoscia-moda vicino e ci aiuta anasconde-re o mostrare “pezzi” di noi e del-la nostra identità, ogni volta chefacciamo una scelta, ogni voltache, tra i tanti stili proposti, nepreferiamo e adottiamo propriouno, e non un altro!

SOS emergenza peso. Nella vita quotidiana biso-gna impegnarsi per raggiungere il massimo dei ri-sultati. Ma è giusto mettere a rischio la salute purdi essere alla moda? Qual è il prezzo che le modellepagano per essere perfette? Non è un segreto chesono disposte a privazioni enormi. Ne è un esem-pio il cake sniffing cioè annusare le torte: una tecni-ca in uso per ‘saziarsi’ in maniera virtuale. La spa-smodica ricerca di corrispondere a certi canoni diperfezione, ha causato il sorgere nel settore moda enell’intera società di gravi patologie: anoressia e bu-limia. E, purtroppo, è facile trovare sul web raccon-ti di adolescenti che considerando l’anoressiaun’amica, da difendere. Vengono dati pericolosiconsigli per dimagrire velocemente, si esortano leragazze e i ragazzi a rifiutare il cibo, minimizzando

le conseguenze. Per fronteggiare questi problemi,alla vigilia della settimana della moda è uscita lacampagna “100% fashion, 100% salute” in collabo-razione con l’Aba, che aiuta persone affette dallemalattie alimentari. Tra le tante associazioni ne ènata una formata da parenti delle vittime: la ‘Loo-king glass fondation’, che esamina l’influenza chepuò avere lo specchio sulla vita delle persone. Lamoda pretende modelle magrissime: stereotipi enon persone, perciò il modello da seguire è “magroe bello”. Ciò genera un eccesso di perfezionismo siaverso se stessi come desiderio di eccellere, sia undisagio sociale nella convinzione di essere accettatidagli altri solo se perfetti. Il nostro vuole essere unurlo di aiuto: lamoda quando crea dipendenzamet-te in pericolo la vita, un dono prezioso.Non cercatenella magrezza estrema la perfezione!

APPROFONDIMENTO IL PERFEZIONISMO UNA SPINTA PER RIUSCIRE, SE ECCESSIVO DIVENTA PERICOLOSO

Belle a tutti i costi: rischi e conseguenze

VIGNETTA La moda vista con gli occhi degli adolescenti

REDATTORI INCLASSE

A SCUOLA abbiamo con-dotto un sondaggio sul rap-porto di noi ragazzi con lamoda, a cui hanno parteci-pato le classi terze. Cosa èemerso? Non è una sorpre-sa che i capi d’abbigliamen-to preferiti sono le felpe egli immancabili jeans(60%). Nel guardaroba deiragazzi non possonomanca-re gli accessori: 25% orec-chini, 10% collane, 25%sciarpe, 10%borse, 15% cin-ture, 5% cappelli, 10% oc-chiali. I colori che prevalgo-no sono il blu e il nero. Il40% ha dichiarato che, perun acquisto-investimento,sceglie le scarpe, a costo dirinunciare alla paghetta perun mese. Inoltre, alla do-manda se si è soliti vestirecon abiti firmati, il 40% hadetto di sì.Maper quanto ri-guarda lo stile personalenessuno si è dichiarato ‘truz-zo’ o ‘alternativo’: il 65% ri-tiene di avere uno stile spor-tivo, il 35% uno stile casual.Il sondaggio ha messo inevidenza che i nostri compa-gni si considerano “modaio-li”, ma con uno stile del tut-to personale: decidono gliabbinamenti da fare,mesco-lano i capi, sono interessati,ma non si sentono schiavidei dettami del fashion sy-stem (85%), solo il 15%se-gue la moda perché sente didover piacere agli altri. Lametà degli intervistati haammesso sì di passare oredavanti allo specchio primadi decidere cosa indossare,ma solo per sentirsi più sicu-ri. Balza, infatti, agli occhila crescente ricerca dellaconsapevolezza di sé: per il49% dei ragazzi, l’abito mi-gliore è quello che ti fa senti-re “te stesso” durante il gior-no.

Scuolamedia

Zipoli GandhiPrato

RISCHI

Una statua «anoressica»

LA PAGINA è stata realizzata da: Alessia

Angiolini, YessicaBenfari, FilippoBocchic-

chio, Matteo Cappelli, Chiara Fioravanti,

Francesco Ghelardini, Lavinia Guarducci,

Guendalina Guasti, Camilla Legnini, Gine-

vraLimberti, Alessia Lombardi, Bianca Lu-

carelli,MatildeMagni, EdoardoMarchi, Lo-

renzoMazzanti, ChiaraMenici, NoemiNie-

ri, VirginiaPelagatti, Lucreazia Pifferi, Be-atrice Preziuso, Daria Reali, Antea Scroc-co e Lorenzo Stabile. Gli insegnanti tutorsono i professori Cocchi, D’Ambrosio, Fer-rante. La Dirigente è Daniela Mammini.

ILSONDAGGIO

Felpee jeanssul podiodei ‘preferiti’

Page 8: PRATO - Campionato di Giornalismo

•• 8 MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012

I pirati non conoscono crisiIl fenomeno (vecchiodi secoli) cresceaunritmoallarmante

CRESCE, a un ritmo allarmante,il fenomeno della pirateria al lar-go delle coste della Somalia. Il nu-mero degli attacchi è passato dai 7del 2004 ai 354 del 2011, quasiuno al giorno.Poco primadiNata-le, il 21 dicembre, è stata liberatala petroliera Savina Caylyn, bat-tente bandiera italiana, ostaggiodei pirati per 11 mesi. La nave,con 5 italiani fra i membridell’equipaggio, era stata attacca-ta all’alba dell’8 febbraio mentrenavigava nelle acque dell’OceanoIndiano. Solo una settimana piùtardi, la petroliera italiana EnricoIevoli dellaMarnavi è stata seque-strata nelle acque del Golfodell’Oman.La tecnica di attacco è sempre lastessa: una nave madre “sgancia”barchini carichi di pirati che si av-vicinano al mercantile sparandoraffiche diKalashnikov e lancian-do sul ponte granate incendiarie.A nulla servono i tentatividell’equipaggio di allontanare ibucanieri aumentando la velocitào lanciando getti d’acqua con gliidranti.Le navi più vulnerabili so-no quelle più lente e con le fianca-te più basse, ma i “corsari del2000”hanno attaccato e sequestra-to anche grandi petroliere.Lo sco-

ponon è tanto quello di imposses-sarsi del carico, ma di rapirel’equipaggio e tenerlo in ostaggioper chiedere poi un riscatto all’ar-matore. Le richieste aumentanodi anno in anno: all’inizio, i riscat-ti si aggiravano in media intornoalle decine di migliaia di dollari,mentre per la liberazione della Sa-vina Caylyn son stati pagati 11,5

milioni di dollari.

LE ORIGINI di questo fenome-no si perdono nella notte dei tem-pi: nel I secolo a. C i pirati diven-nero un vero flagello per le navimercantili nel Mediterraneo; ilgiovaneGiulio Cesare, nel 75 a. C,fu catturatomentre si stava recan-do a Rodi per studiare e rimase

prigioniero su un’isola greca perpiù di 5 settimane, fu liberato solodopo il pagamento di un riscatto.E anche oggi la pirateria è un veroe proprio business: un pirata puòguadagnare fino a 10.000 dollari asettimana, a fronte di un prodottointerno lordo pro capite in Soma-lia di circa 600 dollari.Le cause di questo fenomeno van-no ricercate nell’instabilità politi-ca della Somalia: lo scoppio dellaguerra civile e la conseguentemancanza di governo effettivo dal1991 hanno reso insicure alcuneregioni del paese, creando una si-tuazione favorevole alla pirateriae ad altre forme di attività crimi-nale. Diverse le conseguenze peril commercio marittimo: un au-mento delle spese, sia per la sicu-rezza – alcuni armatori ingaggia-no compagnie di sicurezza priva-te con squadre a bordo armatementre altri preferiscono fortifica-re la nave e installare a bordo cas-seforti – sia per l’assicurazioneper il trasporto commerciale viamare. Inoltre la pirateria potreb-be portare a un cambiodi rotta na-vale dal Canale di Suez alla circu-mnavigazione dell’Africa con ilconseguente aumento dei prezzi acarico dei consumatori europei.

DOPO mesi di siccità, da novembre, piove in ab-bondanza nella regione del Corno d’Africa. Il cam-biamento delle condizioni meteorologiche e unamaggiore assistenza umanitaria hanno ridotto cosìla malnutrizione e i livelli di mortalità, che pur re-stano allarmanti. La crisi alimentare è iniziata inluglio per la più grave siccità degli ultimi 60 anniche ha provocato la morte di molti animali e dan-neggiatomolte coltivazioni. La carestia ha interes-sato circa 12milioni di persone fra Etiopia, Kenyae Somalia.Molta gente è stata costretta a vendere ilpoco cibo disponibile per comprare acqua e le ma-dri a scegliere quali figli nutrire e quali lasciare alloro destino: per questo oltre 2milioni di bambinisono malnutriti.Sono in tanti a dover lasciare i loro villaggi per rag-giungere il campo profughi di Dabaad, in Kenya,il più grande e il più affollato delmondo che ospita

450 mila persone (ha una capienza di 90 mila) do-ve però trovano la salvezza. Tutti hanno una storiadrammatica da raccontare e a raccoglierle ci sonogli operatori umanitari.Christopher Tidey, Unicef, è uno di loro: «Mi hacolpito molto la storia di Adbile. Con la moglie,quattro figli e la nonna ha lasciato la casa in Soma-lia per cercare acqua e cibo: la siccità ha distrutto iloro raccolti e ucciso il bestiame.Hanno affrontato25 giorni di viaggio, durante i quali sua moglie èmorta per la debolezza. Ma il viaggio verso la sal-vezza è dovuto continuare. Così Adbile ha caricatotre dei suoi quattro figli sulle spalle ed è arrivato aDabaad. Il figlio minore ha tre anni e si chiamaAden. Pesava solo cinque chili. Era talmente mal-nutrito che non riusciva più ad alzare la testa perdeglutire. Ora Aden sta però recuperando. Dopouna settimana di trattamento qui al campo avevagià raggiunto i 6 chili».

FOCUSDOPOMESI ALL’ASCIUTTO, FINALMENTE LAPIOGGIA E’ TORNATANELLE ZONE PIU’ POVERE

Siccitàe carestianel cornod’Africa

ASSALTOMilitari italiani coi pirati assalitori del cargo Valdarno

REDATTORI INCLASSE

Ist. comprensivoSalvemini La PiraMontemurlo

IL CORNO d’Africa è unapenisola a Est del continenteche si affaccia sul golfo diAden a sud della penisola ara-ba. Il vertice nord-orientale èrappresentato dal Capo Guar-dafui. Questa regione è famosain tutto il mondo per la suaestrema povertà ed instabilitàpolitica, tanto da occupare gliultimi posti nel continente e nelmondo nella graduatoriadell’indice di sviluppo umano.La storia coloniale del Cornod’Africa ha inizio negli ultimidecenni del XIX secolo quan-do anche l’Italia, come le altregrandi Potenze europee, cercòdi conquistare possedimenti co-loniali fuori d’Europa, sia perdirigere in territori di sua ap-partenenza la manodopera inesubero, che già si avviavaall’emigrazione transoceanica,sia per aprire nuovi sbocchi alsuo commercio. Prima Depre-tis, poi il governo Crispi con-quistarono Eritrea e Somalia.Quando le truppe italiane ten-tarono di conquistare anchel’Etiopia, furono duramentesconfitte nella battaglia diAdua.Anni dopo Mussolini mirò al-la conquista dell’Etiopia permostrare a livello mondiale lasolidità del suo regime e l’effi-ciente capacità militare. Nel1935 le truppe italiane invase-ro l’Etiopia usando anche i gasiprite. Il 5 maggio del 1936 ilcorpo italiano di spedizioneguidato da Badoglio entrò adAddis Abeba, la capitale. Il 9maggio dal balcone del Palaz-zo Venezia, Mussolini annun-ciò al popolo italiano che i terri-tori (1.149.000 kmq) e le genti(8 milioni di abitanti) già ap-partenenti all’Impero Etiopicovenivano posti sotto la sovrani-tà piena ed intera del Re d’Ita-lia, il quale assumeva anche iltitolo di Imperatore.

RICERCA

A caccia del bene più prezioso

Classe III C: Jacopo Bartolini, MattiaBoeddu, Ylenia Bozzi, Asia Falteri,Francesco Ferri, Aldo Gega, MartinaGiampaolo, Marco Gianassi, MaikolGiunta, Giulia Grallo, Serena Hazbardhi,

Simone Iacovone, Ilias Iljazi, ImranKhalid, Rigers Kukaj, Rachid Lamrabete,Martina Lastrucci, Serena Moroni, LucaOloferne, Giada Orobello, SaraPastacaldi, Luigi Rangino, Salvatore

Turco, Isabella Zhang, Giulia Yang.

Tutor: professoressa Alessandra

Piccioli.

Dirigente Scolastico Stefano Papini.

STORIA

Il colonialismoitalianoinAfrica

Page 9: PRATO - Campionato di Giornalismo

••9MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012

Sport giovanile aPratoTanti centri d’eccellenza e discipline bellissime, non ci resta che scegliere

SPORT giovanile a Prato? Lacuriosità ci è balenata grazie alnostro prof di educazione fisica,Andrea Nuti, che regolarmenteorganizza incontri con campionidi ogni sport nella palestra dellaSer LapoMazzei, invitandoatleti nazionali, campioniinternazionali e nazionali di ognisport, dal pattinaggio artistico, alrugby, al calcio, all’hokey: questicampioni perché e dove dabambini hanno iniziato la loroattività sportiva? Ognuno di loroci ha raccontato il suo percorsopersonale che lo ha portato ascegliere lo sport, ma la rispostadi tutti è stata che fin dagiovanissimi sono la passione e ildivertimento che li spinge apraticare la disciplina che hannoscelto, e non solo il denaro e ilsuccesso che sono arrivati dopo.

ASCOLTANDO le loro storiedi vita, ci siamomoltoappassionati al mondo dellosport, soprattutto a quellopraticato dai giovani e

giovanissimi e abbiamo cercatodi capire a Prato cosa si muove.Ne è venuto fuori un quadrointeressante e vivace di societàsportive su tutto il territoriocittadino che curano lo sportgiovanile. Prato eccelle concentri di alto livello per lo sportgiovanile, che hanno insegnato

diverse discipline sportive e fattodivertire generazioni di ragazzi,ma anche creato diversicampioni nazionali,internazionali e olimpionici.La maggior parte dei ragazzipratesi praticano sport comecalcio danza e basket, ma ci sonoaltri sport «minori» davvero

molto belli per i quali i giovanipratesi sembrano avere unagrande passione: sono rugby,ginnastica artistica, hockey, judo,i più praticati.Tra le realtà d’eccellenza per losport giovanile a Prato c’è il Cgfs,Centro Giovanile di FormazioneSportiva, unico esempio italianodi associazione sportivapartecipata da amministrazionipubbliche e da privati, che sioccupa di educare bambini eadolescenti a discipline come lapallavolo, pallacanestro, baseball,judo, ginnastica, scherma, minirugby.

LA MITICA e ultracentenariaEtruria che ha allevato tanticampioni, tra cui il grandeolimpionico Yuri Chechi. LaAsd, associazione sportivadilettantistica Paisan di PratoVolley. Il Gispi rugby che hadato i natali sportivi al bravonazionale Edoardo Gori.E allora scegliamo uno sport,non importa quale purché cidivertiamo!

LA LORO società, la gloriosa Etruria che ha com-piuto 110 anni nel 2007, ha sede proprio a due pas-si da quella della scuola primaria del comprensivoMarco Polo. Loro sono due grandi atleti, Gabrielee Leonardo Mattei, che abbiamo invitato alla SerLapo Mazzei, il 20 dicembre. Ci hanno parlato diuno sport stupendo che richiede sacrificio, corag-gio, forza, concentrazione e passione.Leonardo ha vinto il campionato italiano tre voltenel 2005, nel 2006 e nel 2010 e ora punta ancorapiù in alto.Gabriele si dedica a fare l’allenatore. In-segna anche ai più piccoli, bambini di quattro ocinque anni. «La ginnastica artistica dei grandi - cispiega Gabriele - non è quella dei piccoli. I bambi-ni iniziano giocando. Fanno esercizi per abituarsia poco a poco all’equilibro, ad avere coraggio, a con-

servare la scioltezza muscolare. Infine si passa agliattrezzi, sotto forma di gioco, inmodo che loro im-parino senza nemmeno accorgersene».Mentre gli adulti fanno anche tre ore di allenamen-to al giorno, come Leonardo che sta preparandosiai campionati nazionali di ginnastica, i più piccolisi allenano solo sei ore a settimana in tre giorni di-versi. L’Etruria è certo una dei vivai della Ginna-stica pratese e toscana.E oltre a praticare ginnastica, cosa fanno i nostridue campioni? Hanno le fidanzate, ovviamenteginnaste pure loro, però impegnate nella ritmica.Altre passioni: il calcio (tutti e due sonomilanisti)e una divertente partita di riscaldamento all’inter-no della palestra dell’Etruria non manca mai pri-ma dell’allenamento alle parallele, agli anelli o alcorpo libero.

I PERSONAGGIUNOHA VINTO TRE VOLTE IL TITOLO ITALIANO. L’ALTRO FA L’ALLENATORE

Gabriele e Leonardo, fratelli nella ginnastica

DUE VOLTE CAMPIONE Christian Giagnoni nella nostra scuola

REDATTORI INCLASSE

Scuolamedia

LapoMazzeiPrato

SI CHIAMAChristianGia-gnoni ed è stato per cinqueanni e fino al 2010 scorso il«centravanti» e il capitanodella Mgs, che milita nellaserie A1 di hockey a rotelledopovarie vicissitudini, dal-la retrocessione al ritornonella massima serie dopotre anni.A5 anni prese i pri-mi contatti con l’hockey,che da allora non hamai la-sciato. La passione lo ha fat-to diventare un campione,capace di segnare 32 reti inuna stagione, più 5 in nazio-nale con la quale ha affronta-to le più importanti squa-dre europee. «La gara piùemozionante - racconta - fucontro i campioni del Porto-gallo».

CHRISTIAN è un grandecampione anche nella vita.Il pomeriggio 22 dicembre2010, giorno del 35˚ com-pleanno, mentre era in mo-to una macchina l’ha inve-stito, lasciandolo in coma.«Quando mi sono svegliatoho capito subito che avevoperso l’uso delle gambe».Ma non si è mai arreso. Hacontinuato a praticare losport che gli ha consentitodi avere salva la vita: «Gra-zie al fatto che sono unosportivo e non fumo, sonoriuscito a sopravviverequando i miei polmoni so-no risultati per un certo pe-riodo gravemente compro-messi per l’incidente».Ades-so continua a seguire la suasquadra da allenatore. Curaanche i bambini principian-ti. Ha iniziato a praticaretennis e fra poco cominceràl’agonismonel tennis in car-rozzina e noi, avendolo co-nosciuto, siamo sicuri cheriuscirà a raggiungere obiet-tivi da campione anche inquesto settore.

FRA DI NOI Leonardo eGabriele Mattei nostri ospiti

GLI ALUNNI CRONISTI:Allmeta Mehmet, Assunta Ciardi, AhmedElmrabti, Lucrezia Fantacci, AndreaGiachin, Alice Guan, Elena Huang, LindaHuang, Cai Xiang Yun, Jin Kai, Lorela

Keka, Esmerald Mehmetay, Valentina

Mo, Alessio Piccioli, Weng Rouxue, Shen

Zi Wei, Eglis Struga, Anna Turyak,

Lucilla Zauli, Melissa Zekaj, Maria Elena

Zenobio di Fusco, SIlvia Zhou.

Tutor scolastico: professoressa

Giovanna Vitrano.

Dirigente: Cristina Magelli.

LASTORIA

Campionenell’hockeyenella vita

Page 10: PRATO - Campionato di Giornalismo

•• 8 CAMPIONATODIGIORNALISMO MERCOLEDÌ 25 GENNAIO 2012

Il cuorediPratononbatte piùIl centro storico vienedisertatodagiovani enonpiùgiovani

MOLTI SONO stati i tentatividi ravvivare il centro di Prato, siail pomeriggio sia la sera.L’affluenza di giovani stadiminuendo radicalmente. Ilpericolo aumenta, le risse sonosempre più frequenti.«Alcuni mesi fa – dicono alcuniintervistati – hanno aggreditoalcuni ragazzi senza motivo».Ma la sicurezza non è l’unicacausa di quello che moltiresidenti definiscono aunabbandono in costante». I ragazzidai sedici ai venticinque anninon vanno più in centro perchési annoiano. Girare per i negozi èdivertente, ma fino ad un certopunto. Ecco perché c’è pocaaffluenza: andresti in un postoper non fare niente? Allora iragazzi si organizzano e siriuniscono in pub, discoteche efeste organizzate da coetanei.Valutando attentamente lenotizie che siamo riusciti araccogliere, siamo arrivati allaconclusione che i ragazzipreferiscono andare altrove.

FORSE TUTTO nasce da uncambiamento sociale, i luoghi e

gli interessi sono cambiati, noisiamo l’epoca dei centricommerciali. La nuova societàha bisogno di centri diaggregazione, una necessità cheha creato spazi economicicondivisi.Infatti, documentandoci,abbiamo appreso che questicentri commerciali, come Parco

Prato, creano eventi checoinvolgono sempre più giovani,accompagnandosi a strutturelegate puramente allo svago e aldivertimento. Da questa analisipossiamo capire che è avvenutoun decentramento. Inoltre ilcentro storico non è più ritenutoun luogo affidabile e i genitorinon hanno piacere di mandare i

propri figli, soprattutto di sera.La mancanza di giovani inalcune ore del giorno staandando di pari passo alla crisieconomica, che negli ultimi anniha peggiorato la vita deinegozianti.

GIRANDO per il centro, solonella zona di Piazza Mercatale, sivedono trentacinquesaracinesche di negozi abbassatecon su scritto «Affittasi».Nonostante in centro si vedanonegozi chiudere uno dopo l’altro,il comune non la vede così, diceche i negozi che chiudonostanno diminuendo rispetto aglianni passati. Riguardo agli eventil’assessore di Prato ha detto che«Il comune organizza circa 150eventi l’anno divisi in mostre edeventi culturali».Il fatto sta, che, i ragazzicomunque preferiscono andarealtrove invece di partecipareattivamente a tali attività. E’ unproblema di cultura o sonoeventi davvero poco interessanti?

IL CENTRO di Prato secondo l’assessore Goffre-doBorchi che affronta gli aspetti economici, cultu-rali e sociali che hanno caratterizzato Prato negliultimi anni. «Nelle ultime settimane, ho notato unaumento di frequentazione, del centro storico daparte dei pratesi, soprattutto nel fine settimana—spiega l’assessore Borchi—Penso che Prato si stiariscoprendo. Gli eventi nonmancano, un esempiorecente è quello del Palazzo Pretorio e la filatricedi Bartolini, che spero diventi il simbolo della no-stra città». Riguardo alle inziative per i ragazzi , ag-giunge l’assessore «la fascia d’età tra i tredici e i di-ciotto anni è tuttavia la più difficile da soddisfarenel campo delle iniziative, poiché spesso sono po-co conosciute e l’interesse deve nascere dai ragaz-zi. Un nostro progetto è però quello di far avere atutte le scuole degli opuscoli con i vari eventi».«Riguardo ai punti di ritrovoper i giovani—conti-

nua l’assessore—potrebbero appunto essere i luo-ghi legati ad eventi culturali o le biblioteche, madal punto di vista dei locali ce ne sono pochi».Parlando della sicurezza della nostra città, il vice-sindaco afferma «sono convinto che il monitorag-gio più efficace è quello da parte dei cittadini, poi-ché abbiamo cercato dimilitarizzare,ma è difficileperché ci sono poche pattuglie ed è impossibilecontrollare tutte le parti di Prato».Riguardo alla salute economica del centro l’asses-sore Borchi elenca una serie di cambiamenti «latassa per far collocare, sul suolo antistante, i tavolidei bar, è stata diminuita del 90%; è stato permes-so ai negozi di acquistare anche i piani superiori,vista la necessità di alcune grandi catene; infine, cisiamo occupati del rifacimento delle facciate im-brattate dai graffiti. Negli ultimi tempi le aperturedei negozi superano le chiusure e si ha un saldopositivo di circa quaranta negozi».

L’INTERVISTA LUCI E OMBRE ENTRO LEMURA: L’ANALISI DEL VICESINDACOBORCHI

«Lacittà si riscopre anchegrazie agli eventi»

LA VIGNETTA Così gli alunni della Fermi interpretano il tema

REDATTORI INCLASSE

LA CULTURA fa centro.Il centro culturale della no-stra città ha visto in questianni un declino economico,manon culturale. La bellez-za delle opere che costitui-scono l’attrazione e il vantodei pratesi risiede: negli af-freschi del Lippi, in Palaz-zo Pretorio, nel suggestivoCastello dell’Imperatore,nelle case torri. Che creanounveromuseo all’aperto, ac-cessibile a tutti. NonostantePrato non vanta una fioren-te tradizione turistica, negliultimi anni è aumentato ilnumero di visitatori anchestranieri che hanno fattotappa in città. Non ci sonosolo opere e beni artistici davisitare, ma anche punti diaggregazione. Ci sono luo-ghi storici, da sempre centridi socialità, come i circoli ri-creativi oppure spazi di stu-dio e aggregazione come lebiblioteche, i musei e i tea-tri. Unodei fiori all’occhiel-lo della città è la bibliotecaLazzerini creata per aprire,ai cittadini di ogni prove-nienza, una finestra su: cul-tura, formazione, tempo li-bero. Molto importante è lasezione ragazzi dove si tro-vano oltre 17.000, che rap-presenta uno degli spazi piùgrandi e importanti della bi-blioteca. L’offerta della bi-blioteca nata dal recuperodell’ex Campolmi, storicafabbrica pratese, è davverovasta: ci sono libri anche inalbanese, arabo, cinese, rus-so e varie altre lingue. I nu-meri della Lazzerini sonodavvero da record: 250milavolumi, di cui 120mila adaccesso libero, 450 seduteper la lettura, 110 postazio-ni con computer, 6mila tito-li multimediali, 700 quoti-diani on line da tutto ilmondo, giusto per citarequalche cifra.

ScuolamediaScuolamedia

Enrico FermiEnrico FermiPratoPrato

AMMINISTRATORE

Il vicesindaco Goffredo Borchi

GLI STUDENTI della classe III B che hannocollaborato alla stesura della pagina delcampionato di giornalismo. Adele Cecco-ni, Alessia Bracale, Aziz Charage, ClarissaCini, Essalhi Soukaina, Federico Lepore,

FrancescaPaoletti, Gianluca Boscolo, Giu-lia Piperato, Ilaria Nigro, Isabella Cheme-ri, Laura Scala, Lorenzo Lanzini, LorenzoRoberti, Lucrezia Gori, Margherita Tesi,MatteoVannucci, NoemiFabbri, PietroBia-

gi, Raul Romeo Fulco, Riccardo Ciulli, Ro-naldo Riska, Tommaso Golfieri, VivianaManasci, YangMinghuang. La professores-sa che ha collaborato per coordinare la pa-gina è Filomena Del Guacchio.

APPROFONDIMENTO

E’ il fulcrodi culturaebellezza

Page 11: PRATO - Campionato di Giornalismo

••9CAMPIONATODIGIORNALISMOMERCOLEDÌ 25 GENNAIO 2012

Caccia: passione o ingiustizia?Peralcuni è unhobby divertente, per altri un’attività barbarada abolire

UNA STORIA lunga quantoquella dell’uomo. La caccia harappresentato fin dalla notte deitempi una importante fonte di so-stentamento, ancor prima dell’in-venzione della lancia e degli ar-chi. Oggi, in gran parte del mon-do, non rappresenta più un’attivi-tà indispensabile per ottenere delcibo, ma in alcune società ancoranondel tutto evolute ricopre anco-ra una funzione importante. Neipaesi industrializzati invece ha as-suntouna funzione ricreativa.Ne-gli ultimi anni però l’arte venato-ria vive una fase di lento declino.In Italia il numero dei cacciatori èin progressiva diminuzione, si èpassati infatti dai 1.701.853 del1980 ai 751.876 del 2007. E a Pra-to?Anche la nostra provincia con-fermaquesto dato. Secondoquan-to riportato dagli esperti del setto-re, si tratta di un’usanza praticatadalle persone più anziane. Circa3600 persone vi si dedicano anco-ra,ma pochi anni fa questo nume-ro era all’incirca il triplo.Questi i dati forniti da un mem-bro dell’associazione WWF(Fon-do Mondiale per la Natura), Ra-nieri Ghiardi, il quale ha spiegato

che «la gente caccia generalmenteo per divertimento, o per conti-nuare una tradizione di famiglia.Una realtà a parte è quella dei cac-ciatori di frodo, ovvero quei cac-ciatori privi di documentazione,anche se non numerosi come unavolta, e i bracconieri, cioè quegliuomini che cacciano animali pro-tetti, o per proprio tornaconto per-

sonale, cioè per guadagnare dena-ro o per usare le prede come tro-feo, o perché non hanno alcun ri-spetto per essi. Coloro che vengo-no colti a praticare questo tipo dicaccia, vengono per fortuna puni-ti penalmente».Le regole comunque ci sono, apartire dalla delimitazione dellezone in cui questa attività si può

praticare. Nella provincia di Pra-to si trovano nella Val di Bisen-zio, in particolare nella zona deilaghi artificiali di Vernio e Vaia-no. In questemacrozone si caccia-no soprattutto lepri, molti cin-ghiali, fagiani e daini, spesso conl’ausilio dei cani da caccia.La cosa che, purtroppo, fa da rove-scio della medaglia a questa tradi-zione millenaria è il fatto che, se-condo attente stime,molti anima-li, un tempo numerosissimi, stan-no scomparendo, come i lupinell’Appennino toscano. Nellavallata, invece, gli animali in viadi estinzione sono alcune speciedi uccelli.«La caccia è una cosa buona e giu-sta soltanto se gli animali cacciatisono troppi e minacciano la vita ela sopravvivenza delle altre spe-cie, ma— concludeGhiardi— sele ragioni sono altre, è un’usanza“neolitica”, perché non ci si puòdivertire sulla pelle di essere vi-venti innocenti. Molti sono co-munque i ragazzi che oggi trova-no la caccia un’attività barbara daabolire». Per fortuna, aggiungia-mo.

ALTRO che barbarie da abolire. A sentir loro si trat-ta di un’attività tutt’altro che ingiusta, anzi l’amore eil rispetto della natura sono i valori che gli appassio-nati di caccia riconoscono come tra i più importanti.Allora per comprendere meglio il loro mondo e lemotivazioni dei suoi sostenitori abbiamo deciso diintervistare il padre di un nostro compagno di clas-se, Ettore Baldi. La famiglia Baldi vanta una lungatradizione venatoria, interrotta dal figlio Cosimo,che per il momento non vuole saperne di imbraccia-re il fucile.

Perché ha iniziato a cacciare?«E’ una tradizione che nella mia famiglia persiste dagenerazioni. Ho cominciato all’età di 18 anni e hoimparato presto a cacciare ogni tipo di animale».

Quali sono i luoghipiù frequentati davoi cac-ciatori?

«Solitamente le nostre mete preferite sono l’Appen-

nino tosco-emiliano e le zone circostanti, perché lì lafauna è più concentrata. Ame, come amolti altri, pia-ce molto cacciare cinghiali, fagiani e beccacce».

Preferisce cacciare da solo o in compagnia?«Dipende. Io preferisco stare in compagnia perché lacaccia non è solo uno sport ma è anche unmomentoper stare insieme. Inoltre, porto con me il mio cane,con il quale c’è un rapporto molto stretto».

Perché pensa che quello che fa sia giusto?«Io penso che mantenere un equilibrio tra la faunaselvatica e la natura sia giusto, la crescita eccessiva diun certo tipo di animali danneggerebbe tutto il re-sto».

Cosa pensa del fenomeno del bracconag-gio?

«I bracconieri sono una piccola parte di cacciatori,che mettono in cattiva luce tutta la nostra categoria,ed è giusto che vengano puniti penalmente».

L’INTERVISTA LA STORIA DELLE ATTIVITÀ VENATORIE ATTRAVERSO I RACCONTI DELLA FAMIGLIA BALDI

Dipadre in figlio, una tradizione interrotta

UMORISMO Per fortuna gli animali non sanno usare armi da fuoco

REDATTORI INCLASSE

BASTA dare un’ occhiataalla mitologia classica perrendersi conto di quanto ilbinomio caccia e donna ab-bia radici profonde.Artemi-de era la divinità femminileche proteggeva la caccia, laselvaggina e i boschi; leAmazzoni erano donneguerriere alle quali piacevacacciare. Nella realtà di og-gi non mancano esempi didonne alle prese con le dop-piette. Circa il 5% degliamanti della caccia in Italiaè rappresentato da loro. E’ ilComitato Nazionale Cacciae Natura ad aver stimato a30 mila le donne italianeche ad oggi amano tantoquanto gli uomini l’ arte ve-natoria e la svolgono contutta la passione, la profes-sionalità ed il rispetto richie-sto. Ma che cosa spinge ledonne ad imbracciare il fu-cile? Testardaggine, passio-ne per la natura e adrenali-na. A volte non è facile esse-re accettate dai cacciatori,ma, come affermano tuttequelle che sono state intervi-state: “Appena i cacciatori,soprattutto quelli più anzia-ni, capiscono che sai perfet-tamente quel che fai e quelche dici, ti accolgono nelgruppodi caccia senza riser-ve. E il vincolo di amiciziache si crea, è sincero e sem-plice.” Alla base resta unapassione smisurata per i bo-schi, per le sfide, per la natu-ra, per i cani che sono amicie ottimi compagni di cac-cia. Nel bel paese è comun-que certo che la maggiorconcentrazione di donneche imbracciano un fucilesi trovi al nord e nel centro,ma sono in aumento anchenel sud.

Scuolamedia

S. CaterinaPrato

IN AZIONE Ettore Baldi altermine di una battuta di caccia

ECCO l’elenco completo dei ragazzi della

III B di Santa Caterina che si sono impe-

gnati nella stesura di tutti gli articoli del-

la pagina: Adrian Aguilar, Cosimo Baldi,

Leonardo Cavigli, Sofia Ceccatelli, Ales-

sandro Cianchi, Lorenzo Conti, Edoardo

Corrieri, Sara Gensale, Andrea Guida,

Giulia Guidotti, Massimo Hu, Ester Maria

Megera, Camilla Nencetti, Giulia Valen-te, Ilaria Wu.La professoressa che ha seguito e consi-gliato la classe durante il progetto è Na-dia Vinciprova.

LACURIOSITA’

Doppiette rosaUn fenomenoinaumento

Page 12: PRATO - Campionato di Giornalismo

•• 8 CAMPIONATODIGIORNALISMO MERCOLEDÌ 1 FEBBRAIO 2012

Noi e il tempo liberoCosapreferiscono i ragazzi di oggi: scelte obbligate o consapevoli?

NONPOSSIAMO lavorare sem-pre e per tante ore di seguito, oc-corre un tempo di riposo, cioè iltempo libero, che comprende an-che il tempo dedicato agli svaghi,agli amici e altre attività scelte danoi. In classe abbiamo discusso sucosa pensiamo del nostro tempolibero e come lo trascorriamo, eabbiamo fatto un sondaggio sultempo libero del giorno d’oggi edel passato, intervistando i coeta-nei, i genitori e i nonni.Alcuni sostengono che il tempo li-bero è come un tempo perso per-ché è improduttivo, ma quasi tut-ti siamo concordi nell’affermareche il tempo libero non è necessa-riamente il tempo del non farenulla o tempo del vuoto: il verotempo libero è legato al piacere eallo svago. La sensazione per mol-ti di noi è quella di non avernemolto perché spesso le nostre gior-nate sono scandite da un susse-guirsi di attività che a volte sonoscelte da noi e altre volte sono de-cise dagli adulti. Non è raro sentir-si dire, con aria di rimprovero,che passiamo troppo tempo incompagnia del nostro computer.Chi lo dice afferma una sicura ve-rità. Dal computer si possono sca-ricare una grande varietà di video-

giochi che facciamo anche allaplay, oppure giochiamo alla Wiidavanti allo schermo. Oggi il com-puter è diventato un mezzo poten-te di comunicazione che ha sur-classato di gran lunga il cellulare,il quale, a sua volta, ha tante fun-zioni simili allo stesso computer.Facebook, Twitter, Messenger e ivari social network sono tra i no-

stri passatempi più gettonati. At-traverso di essi entriamo in con-tatto con i nostri amici all’istanterisparmiandoci il tempo degli spo-stamenti per incontrarci, possia-mo immediatamente soddisfarele nostre curiosità in fatto di musi-ca, di sport, di qualche notiziadell’ultima ora, oppure consultia-mo il pc per approfondire certi

contenuti di scuola. Certo l’usosmodato di questo strumento cirende pigri perchè incollati al vi-deo per ogni questione, abituati altutto e subito senza sentire tantola fatica della conquista di cose ot-tenute con pazienza e con l’eserci-zio nel tempo.Per fortuna tanti di noi, almenoin base al campione da noi scelto,si dedicano allo sport durante iltempo libero e lì è più possibilemisurarsi con se stessi e con gli al-tri. Pochi ragazzi scelgono la lettu-ra e sempre meno si incollano da-vanti alla TV ingozzandosi di pa-tatine e sorseggiando Coca Cola.Comunque ci riteniamo fortuna-ti. Prato, con la sua periferia, èuna città che offre tante opportu-nità per il tempo libero. Ci sonocinema, centri commerciali, salegiochi, pizzerie, pub, palestre, cen-tri sportivi, scuole di ballo e altriluoghi dove trascorrere il nostrotempo libero. E non mancano i va-ri luoghi in cui ci incontriamo:l’Omniacenter, il Parco Prato,Wee-meet. Il tempo libero infineè anche il tempo della gratuità,possiamo scegliere di fare qualco-sa di piacevole e di interessanteper noi stessi ma anche con gli al-tri.

Da meno di un anno a Prato. La nostra compa-gna cinese racconta...Nel tempo libero potrei essere sia contenta che tri-ste. Contenta quando c’è qualcuno che mi tienecompagna, triste quando sono sola. Di solito, quan-do ho tempo, guardo i libri scaricati da internetnel mio cellulare o se no accompagno Francesca afare shopping, vado su internet e chatto, ascoltomusica, riposo, e certe volte mi reco anche a casadi Elisa a giocare a Badminto. Anni prima, in Ci-na, i giovani andavano in montagna a raccoglierel’erba per gli animali, aiutavano i genitori nelle fac-cende domestiche, portavano a pascolo le pecore.Secondo me i ragazzi di 15 anni che lavorano sonopiù responsabili di quelli che non lavorano, dicoche sono più responsabili perché hanno provato inprima persona la fatica e sanno cosa significa sacri-ficare del tempo per essere utili agli altri.

Il nostro compagnopakistano racconta alla clas-se...Il tempo libero dei miei genitori e dei miei nonniera molto, molto diverso. In quel tempo i nostri fa-cevano le cose diverse: mio nonno diceva che gio-cava con le bambole e lavorava in età di 13 anni. Ilmio babbo diceva che quando aveva 16 anni era an-dato in Cina, poi in Turchia e dopo alla fine eraarrivato in Italia. Noi invece fino a 17 o 18 anninon possiamo lavorare. Questa è una cosa diversa.Noi nel tempo libero si gioca con i computer, alcu-ni stanno molto sul facebook.Quando ero in Pakistan nell’estate i ragazzi dellamia età lavoravano sulle strade quando non eranosulle strade lavoravano nelle fabbriche. Quando ioli guardo a me viene da piangere perché sono ragaz-zi di mia età e spesso mi chiedono aiuto. Non rie-sco a parlare davanti a loro.

LA PAROLA AI GIOVANI LE ESPERIENZEDEI COMPAGNI: UNA VIENEDALLACINA EUNODAL PAKISTAN

«Iomi dedico a...»: i racconti degli studenti

DISEGNO Una vignetta dei ragazzi dedicata al tempo libero

I REDATTORI INCLASSE

È CAMBIATO il modo diimpiegare il proprio tempolibero. I nostri genitori e inostri nonni stavano moltopiù all’ aria aperta, a contat-to con la natura. Si ingegna-vano molto più di noi per di-vertirsi: costruivano giochie mettevano insieme gio-chi. Invece noi oggi stiamomolto in luoghi chiusi, se-duti davanti al computer. Siè perso il piacere di stareall’aria aperta e di giocare incompagnia. I nostri nonninel tempo libero giocavanoa palla, andavano in bici, co-struivano le altalene agli al-beri con le corde, stavanonei campi, giocavano a bi-liardo e uscivano con gliamici. I nostri genitori face-vano più o meno le stesse co-se: giocavano molto in grup-po ma passavano anche tan-to tempo davanti alla Tv eascoltavano musica. Spessoi nostri genitori e soprattut-to i nonni aiutavano in casa,nel lavoro e nelle faccendedomestiche. Chi viveva incampagna andava nei cam-pi o portava fuori gli anima-li. In tante situazioni dove-vano imparare a cavarselada soli e a crescere senzal’aiuto di nessuno erano sti-molati nella creatività e nel-la manualità per costruire ipropri giochi. Una costantedel nostro tempo libero e diquello dei genitori e dei no-stri nonni è cercare la com-pagnia degli amici.Oggi siamo certamente aiu-tati a frequentare gli amicianche lontano attraverso in-ternet. Questo sembra ren-dere più stabili e durature lenostre amicizie, ma anchevero che tra i nostri coeta-nei un uso smodato dei mez-zi tecnologici ha distrattomolti di noi rendendociignoranti su alcuni aspettiimportanti della vita.

Scuolamedia

Sem BenelliPrato

STUDIO Gli alunni si sonodivertiti anche a fare statistiche

I REDATTORI della II C: Achak Mehdi,Adamski Dominik, Annunziata Fortunato,Serena Bogani, Lucrezia Borgianni, Mar-got Brescia, Alessia Carrante, Giulia Cle-mentini, Valentina D’Agosta, Alì Ehtisham,

Nohaila Fadil, Alex Giaquinta, MatteoGouessey, Elisa Hu, Matteo Hu, Qing QingHu, Francesca Hu, Christian Maione, Mi-chele Moccia, Elisa Poli, Khadija Rayyad,Steven Suffer, Emanuele Terpini, Giulia

Vargiu, Marisa Wu, Marco Xia.

Tutor: profesoressa Maria Laura Cheli.

Dirigente scolastico istituto comprensivo

Don Milani: Maria Grazia Ciambellotti.

IL PASSATO

Ritornoal tempodei nonni

Page 13: PRATO - Campionato di Giornalismo

••9CAMPIONATODIGIORNALISMOMERCOLEDÌ 1 FEBBRAIO 2012

La crisi? Si vince col volontariatoValbisenzio, un fiumedi solidarietàma le forzenonbastanomai

SONO DAVVERO tante e svol-gonoun ruolo importante nella vi-ta sociale della nostra cittadina.La solidarietà, il volontariato, l’as-sociazionismo hanno delle radiciantiche sul territorio.Alcune asso-ciazioni svolgonoun’attività di as-sistenza sociale, oltre che di soli-darietà, come la Pubblica Assi-stenza e laMisericordia; ve ne so-no altre che si occupano dei pro-blemi degli anziani, sia per aiutar-li nella cura delle malattie che permantenere la loro vita ancora atti-va ed utile per la comunità. Ci so-no poi quelle che operano per farconoscere e valorizzare la cultura,l’arte e le bellezze della Val Bisen-zio, e quelle impegnate nel settoresportivo.La solidarietà, l’aiuto re-ciproco, l’unione delle personeall’interno di questi organismi, ècertamenteuna risorsa che puòdi-ventare ancora più importanteper affrontare il periodo di gravecrisi che stiamo vivendo, quandoun numero sempre maggiore dipersone si trova in difficoltà edhannobisogno di sostegno econo-mico, certamente, ma anche dinon sentirsi sole ed avere l’atten-zione e l’aiuto “morale” dei loro

concittadini. Molti dei soldi rica-vati dalle tante iniziative organiz-zate appositamente, vengono uti-lizzati per aiutare le popolazioni,soprattutto bambini, che vivonoin zone del mondo meno ricche efortunate delle nostre; un soste-gno che può essere offerto ancheraccogliendo indumenti, medici-nali, cibo, come fa l’associazione

“MatoGrosso”, dedicandosi ai pa-esi dell’America latina. E tra le as-sociazioni che operano nel settoredell’educazione, la Don LorenzoMilani, oltre al sostegnodato ai ra-gazzi con difficoltà scolastiche,aiuta numerosi giovani stranieri aconoscere ed integrarsi meglionella nostra società e nella nostracultura. Il volontariato femmini-

le, con l’associazione “Dora – fo-rum delle donne onlus”, ha aper-to uno sportello di “Ascolto-Aiu-to”, un nome che ben riassume ilsignificato del’impegno socialedelle volontarie: gli anziani, maanche tutte le persone sole e indif-ficoltà, possono trovare chi leascolta e si occupa di loro; spessoquesto aiuto è l’unico modo chehanno per ritrovare un po’ di spe-ranza e di serenità.Un sondaggio effettuato a scuola,ha mostrato che il volontariato èancora poco diffuso tra i giovani.Alcuni ragazzi intervistati hannoriferito quanto sia positiva la loroesperienzanel campodella solida-rietà e quanto possa essere impor-tante conoscere i problemi dellepersone e maturare quindi anchenoi stessi. E’ certo più importantedare un aiuto concreto ad unaper-sona che trascorrere le ore davan-ti al computer o alla playstation.La solidarietà può essere per tuttiuna buona “maestra di vita”.La crisi è certamente un proble-ma, ma se provassimo a staccarcidi più dalle cose materiali, forseriusciremmo a comprendere chel’aiuto e la solidarietà sono le chia-vi per aprire le nostrementi e i no-stri cuori.

COME NASCE a Vaiano la solidarietà e cosa si fadi concreto per gli altri. Lo spiega il sindacoAnnali-sa Marchi. Facendo riferimento anche ad un libro,tra i tanti, che ha scritto proprio assieme ai ragazzidella scuola Bartolini.

Quale situazione c’è oggi nell’ambito delle as-sociazioni e del volontariato?

«In questo periodo di crisi il ruolo delle associazioniè anche più importante. E’necessario utilizzare nelmiglior modo possibile le risorse che abbiamo, evi-tando gli sprechi. Il Comune ha creato un “Albo del-le associazioni” e nel territorio ve ne sono ben 65, ditutti i tipi. Il volontariato e la solidarietà contanomolto. Ma essere solidali dovrebbe anche voler direche chi ha più ricchezza è disposto ad aiutare chi neha di meno».

Nella sua vita ha partecipato a qualche asso-ciazione od alla loro creazione?

«Come forse sapete, un tempo vi era la “Settimanavaianese”. Fu poi deciso di fare una grande manife-stazione che raggruppasse tutte le associazioni inte-ressate. Nacque “Vaiano a tavola”. Su proposta deimembri delle associazioni, già nel mese di maggioviene stabilito come utilizzare i guadagni. Un annofu deciso di destinare tutto il ricavato al Comitato disolidarietà; in altri anni il ricavato è stato destinato apiù organismi e progetti benefici».

Ci può parlare del Comitato di solidarietà?«Il Comitato ha un regolamentomolto preciso e ven-gono valutate con cura le situazioni di maggiore dif-ficoltà, come quelle di chi ha perso il lavoro. Vienequindi deciso un aiuto, cercando di soddisfare i biso-gni, quelli più urgenti, una volta soltanto, in mododa non creare una “dipendenza”, per dare insomma“una spinta” alla persona, in modo che possa poi ri-sollevarsi da sola».

L’INTERVISTA IL SINDACO DI VAIANO ANNALISAMARCHI FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SULL’ASSOCIAZIONISMO LOCALE

UnComitatoperaiutare chi è indifficoltà

LA VIGNETTA Lungo il fiume Bisenzio scorre la solidarietà

I REDATTORI INCLASSE

ERA GIÀ attiva la Societàdi Mutuo Soccorso quandola Farmacia Cooperativa fuinaugurata: era il 21 febbra-io 1909. Non c’era un pro-prietario unicoma tutti i so-ci avevano una piccola fettadi proprietà e questo per-mettevadi vendere imedici-nali ad un prezzo più basso.Questa forma cooperativa èrimasta fino ad oggi e laFar-macia di Vaiano è l’unica inItalia ad avere questo tipodi gestione; per Statuto uti-lizza i guadagni a beneficiodi tutti gli abitanti. Un’altra“invenzione” vaianese è“La sartoria”, che è nata cir-ca 20 anni fa su iniziativadella “mitica” Licia, unarammendatrice pensionata,la quale propose ad alcunedonne sue colleghe di cuci-re, ricamare e creare “pigot-te” (le bambole di pezza)nel suo garage. Aumentatedi numero, le donne sonostate ospitate in un localepiù grande. Il ricavato delloro lavoro è ancora oggi uti-lizzato a scopo benefico.Dal 2009 è attivounComita-to che fornisce un sostegnoeconomico, “una tantum”,alle persone e alle famigliein particolare difficoltà,provvedendo talvolta ancheal pagamento delle bollette,delle rate del mutuo e dellespese per il riscaldamento.Ed infine, “Vaiano a tavo-la” è il festival delle associa-zioni locali e si svolge agliinizi di Luglio. E’ una gran-de manifestazione durantela quale si possono gustare,a prezzomodico, vari tipi dipiatti, da quelli tradizionalia quelli etnici e vi sonomol-ti intrattenimenti per gran-di e piccini.Tutte le associa-zioni contribuiscono all’or-ganizzazione ed il ricavato èdestinato anche a vari scopibenefici.

ScuolaMedia

BartoliniVaiano

SINDACO Annalisa Marchidurante l’intervista in classe

LAPAGINAè stata realizzata dagli studen-ti della II D della scuolamedia dell’istitutocomprensivo Lorenzo Bartolini di Vaiano.Redattori in classe: Beatrice Barfucci, Fe-derico Barsaglini, Simone Brachi, Bianca

Cecconi, Cosimo Fabbri, Sara Fabiani, Sa-ra Farinacci, Giada Fioretti, Giulia Franca-lanci, Davide Giarrè, Alessia Guidoni,ScianTangGui, SamuelMontesi, ElenaNu-ti, AndreaParisi, Gabriele Pecchioli,Marti-

na Pescari, Enrico Pini, Munir Raza, GiadaRocco, Carmen Rosati, Ginevra Russillo,Mattia Russillo, Daniele Vekony. Dirigentescolastico Sandra Bolognesi e docente tu-tor il professor Leonello Rabatti.

IDEELOWCOST

Il risparmiodalla farmaciaalla sartoria

Page 14: PRATO - Campionato di Giornalismo

•• 8 CAMPIONATODIGIORNALISMO MERCOLEDÌ 8 FEBBRAIO 2012

Sosgiocattoli nociviBambiniminacciati da sostanzeemateriali pericolosi

AVENDO avuto delle esperienzepersonali con vari tipi di giochipericolosi, possiamo ben dire chela salute dei piccoli e dei ragazzi èspesso messa a rischio. I giocattolipossono essere nocivi per vari mo-tivi: le vernici utilizzate, il mate-riale di cui sono fatti o il loro con-tenuto. L’esempio più famoso èquello che riguarda gli “Skifidol”che come ha scoperto la Finanzadi Ragusa, la prima ad accorgerse-ne, eranodi una sostanza pericolo-sa. Dopo l’ordine di ritiro del pro-dotto dato dal Ministro della Salu-te, il gioco è stato rimosso dalcommercio.La famosa gelatina, umidiccia e si-mile allo “Slime”, messa sul mer-cato in diverse varianti, è infattinociva per i bambini, poiché sipuò “spezzettare”, diventando fa-cile da ingerire e introdurre nellecavità del naso e delle orecchie ap-portando gravi problemi di salu-te.Inoltre sono state riscontrate altretipologie di materiali rischiosicon cui i bambini vengono facil-mente a contatto: tappetini in ma-teriale plastico costituito da ele-menti-tasselli di vari colori utiliz-

zati in asili nido o ludoteche. Iltappetino potrebbe infatti esseredannoso se ingerito accidental-mente e irritante per gli occhi seesposto ai vapori emanati dalleformelle.Anche le candele a forma di cioc-colatino risultano rischiose per-ché facilmente scambiabili per

dolci veri e quindi ingerite.

LE BOMBOLETTE schiumaspray di Carnevale, prodotte ecommercializzate da una ditta diCremona sono dannose per le cor-nee. Nel 2007 la Mattel (una dellepiùnote aziende di giocattoli) riti-rò a Chicago 18,6 milioni di gio-

chi tossici prodotti in Cina per-ché contenenti magneti che pote-vano essere ingeriti da bambini.Ci fu poi l’allarme mondiale perla notizia sulla “vernice al piom-bo”, come quella che ricopriva cir-ca 436mila giocattoli ispirati alpersonaggio del film di animazio-ne “Cars”. Per lo stesso motivoavrebbero lasciato gli scaffali deinegozi per bambini anche 680mi-la “Barbie”, 350mila “Batman” ealtri eroi. Sempre nell’Agosto2007 la distribuzione “Toys” habloccato la vendita di più di unmilione di bavaglini per la pappacon personaggi della “Disney”perché contaminati con la verni-ce al piombo in una quantità tri-pla rispetto ai livelli consentiti.Dei ragazzi della nostra classe in-vece hanno avuto delle esperienzecon palline pericolose: esse comerivestimento hanno una plasticaelastica, mentre al loro interno c’èuna “farina” che emana bruttiodori.Il consiglio di noi ragazzi è di ave-re sempre una grande attenzionenell’acquistare i giocattoli e con-trollare sempre bene i marchi digaranzia.

ABBIAMO messo a confronto i pareri sui giocattoli diunamammaediuna commerciante di giocattoli. Inizia-mo dalla mamma…

È sicuradeigiocattoli che compraai suoi figli?«Per essere sicura del giocattolo che sto per acquistare,controllo sempre che sulla confezione ci sia il marchioCE, che dovrebbe garantire la sicurezza del giocattolo, eanche l’azienda che ha prodotto il materiale».

Cosanepensadialcunigiocattoli tossicie/operi-colosi?

«Penso che non siano adatti a nessun bambino, in parti-colare a quelli di età inferiore ai 6 anni, in quanto sonogiochi“inutili”epericolosi: il bambinopotrebbe inalarlio ingerirli».

Le sonomai successi episodi in cui il giocattolo siè rottoo comunquenonè rimasto integro?

«No, perché prima di dare il giocattolo al bambino, mi

accerto che il giocononposseggaparti staccabili e dipic-cole dimensioni, facilmente ingeribili dal bambino».Ora il parere della commerciante di giocattoli.

Controlla la provenienza e la sicurezza dei gio-cattoli chevende?

«Sì, sto attenta alla provenienza dei giocattoli e controllosempre che ci sia il marchio CE e l’età consigliata».

Ha saputo di quella notamarca di giocattoli riti-ratadal commercioperché considerata tossica?

«Sì, comunque ora sono ritornati in commercio, arriva-no tramite giornali e quindi dovrebbero essere più sicu-ri».

Quali tipi di giocattoli vendedipiù?«I giocattoli che vendo di più sono quelli che vengonopubblicizzati in televisione».

I giochi più sicuri costanodipiù?«Nonèdetto.L’essenzialeperòè stareattenti allapresen-za del marchio CE».

PUNTI DI VISTA «CONTROLLARE SEMPRECHE CI SIA LA CERTIFICAZIONE ’CE’ E L’ETÀ CONSIGLIATA»

Ecco i consigli dimammeecommercianti

DANNOSI Necessario controllare sempre i marchi di garanzia

STUDENTI-CRONISTI

CI SIAMO messi a indaga-re se, accanto a chi vendegiocattoli che possono rive-larsi dannosi e pericolosi, cisono anche venditori parti-colarmente attenti alla salu-te e alla personalità del bam-bino... E li abbiamo scovati.Il negozio si chiama “Cittàdel sole”, vende giocattolieducativi e creativi. Cittàdel sole nasce a Milano nel1972; oggi ha 60 punti ven-dita in Italia. Dietro c’è unagrossa azienda che selezio-na giocattoli da tutto ilmon-do e la maggior parte è diconcezione nordica: l’assor-timento è una selezione del“meglio” dei produttori digiochi inglesi, tedeschi,scandinavi, francesi e ameri-cani, ma accanto a notissi-me marche troviamo anchenomi di piccoli produttori.Non dovendo sottostare al-le “mode”, sono tutti pro-dotti soggetti a controlli ri-gorosi, sono testati e devo-no rispettare criteri di asso-luta a-tossicità e di soliditànell’assemblaggio dei com-ponenti.Siccome la priorità è la sicu-rezza, se succede che unaparte si stacca dal giocatto-lo, l’articolo viene immedia-tamente ritirato dal merca-to.Lo scopo principale è pro-porre giochi creativi, diver-tenti, capaci di creare nelbambino idee, emozioni estimoli.All’interno del negozio, ab-biamo, inoltre, notato unastanza ricreativa dove i bam-bini possono sfogare la lorofantasia in totale libertà: inquesto spazio i bambini im-parano divertendosi.

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CastellaniCastellaniPRATOPRATO

TOSSICO Molti giocattolihanno sostanze tossiche

LAPAGINAè stata realizzata dagli studen-ti: AlessioArena, AlessioBucciantini, Ales-sandroCuppari, AlessiaNieri, Alessio Pug-gelli, AliceMacchi, AndreaCurcetti, Camil-la De Luca, Elena Biagi Ciappina, Emanue-

le Frasconi, Federica Bozzoni, FrancescaHu, Giada Hu, Giulia Scuffi, Greta Feregot-to, Ivan Tognaccini, Leonardo Cuzzava-glio, Letizia Falangi, Maila Detti, MatildeBresci, Michela Buscioni, Riccardo Mor-

gantini, Sara Martinelli, Serena Hu, Sere-

na Pollini, Simona Ghita, Simone Cocci.

Drigente: dott. ssa M. Grazia Ciambellotti

Tutor: professoressa Angela Minuti.

INEGOZI

Prodotti sicuriper impararedivertendosi

Page 15: PRATO - Campionato di Giornalismo

••9CAMPIONATODIGIORNALISMOMERCOLEDÌ 8 FEBBRAIO 2012

Televisione, fenomeno socialeUnapparecchio chedastrumentoutile si è trasformato in amico

TUTTI in casa ne abbiamo alme-no due,ma non è sempre stato co-sì, un tempo si era veramente for-tunati a possederne una: stiamoparlando della televisione!Tutto cominciò il 7 settembre del1927, anno in cui Farnsworth, in-ventore americano, creò il primoprototipo della “scatola magica”!Negli anni ‘50 le persone iniziaro-no a riunirsi nei circoli o nelle ca-se per assistere ai programmi tele-visivi serali: “Il Musichiere”,“Canzonissima”, “Lascia o Rad-doppia?”( famosi programmi tele-visivi RAI). La televisione era,quindi, in quel periodo, un fortestrumento di aggregazione socia-le, che permetteva alla gente distare insieme e godersi la seratacome se fosse sempre un giornodi festa.La televisione, negli anni ’60, vie-ne usata comemezzo per insegna-re a leggere e scrivere. L’Italia, aquei tempi, era per gran parte abi-tata da contadini analfabeti o se-mianalfabeti. Molti di loro segui-vano in tv le lezioni del maestroManzi.Funegli anni ‘70 che la tanto ama-ta televisione passò dal “nebbio-

so” bianco e nero al più realisticocolore e furono le Olimpiadi diMonaco del ‘72 a dare l’avvio aquesta “Nuova Era”. In questi an-ni iniziano anche ad arrivare nel-le nostre case i famosi cartoni ani-mati, sia dall’ Oriente chedall’America. Dall’ America arri-vò anche il programma cult deldecennio e della generazione dei

nostri genitori, “Happy Days”,con il mitico Fonzie.Non si può dimenticare, secondoi nostri genitori, la domenica po-meriggio, quando tutta l’Italia sifermava per vedere i “goal” dellaserie A con Paolo Valenti ed ilsuo “90˚ minuto”.Negli anni ‘80 continua la maniadei telefilm americani con “I Ro-

binson”, “I Jefferson”, “Il mioamico Arnold”, oppure “Tre Ni-poti e unMaggiordomo” e lamiti-ca e indimenticabile “FamigliaAddams”.Avvicinandosi sempre più ai gior-ni nostri, si arriva agli anni ‘90:nasce la tv satellitare, comincianoad essere trasmessi film in antepri-ma e partite del campionato di se-rie A e B, in più si possono vederetelefilm come “Friends” e “I Sim-pson”.Negli anni 2000 la scelta di tele-film è aumentata smisuratamen-te, riscuotendo grande successodi pubblico, insieme ai reality co-me il “Grande Fratello” o “L’Iso-la dei Famosi”.Percorrendo tutte le fasi della tele-visione abbiamo notato un fortecambiamento di fondo: agli inizila tv aggregava le persone ed eraeducativa, mentre adesso ne in-fluenza i comportamenti, spessonegativamente, soprattutto quellidei giovani.E’ opinione diffusa che chiunquesogni di apparire in un program-ma sarebbedisposto a fare qualsia-si cosa pur apparire nel mondodello spettacolo, lasciando così“l’intelligenza a casa.”.

NEGLI ANNI ‘50 ebbe inizio una potentissima ri-voluzione giovanile che partì da un nuovo tipo dimusica: il rock’n’ roll. In questo primo periodo sidistinse in modo particolare Elvis Presley che datimido ragazzo divenne, grazie a vari album,un’icona che non tramonta ancora. Nel ‘58 lasciala scena, ma dietro di lui ci sono altri idoli: LittleRichard, Jerry Lee Lewis e Chuck Berry.All’inizio degli anni 60 tutti loro si ritirano dalmondo della musica e l’America sembra aver per-so i suoi simboli.Nel ‘61 emergono due giovani de-stinati a rimanere nella storia, Bob Dylan e JimiHendrix.Negli stessi anni, in Inghilterra, un grup-petto di quattro ragazzi ottiene un contratto e pub-blica il suo primo singolo col nome “Beatles”. Pro-seguendo di successo in successo segneranno pro-

fondamente la musica fino al loro scioglimentonel ‘70. Il ‘67 è l’anno della psichedelia e nasconoformazioni quali Pink Floyd, Grateful Dead e Jef-ferson Airplane. Gli anni 60 finiscono col festivaldiWoodstock dove si esibisce ancheHendrix. Ne-gli anni 70 nasce l’Hard Rock con Led Zeppelin,Deep Purple e Black Sabbath che durerà, insiemeal Glam Rock di Bowie e dei Queen, fino al ‘77,quando scoppia la rivolta Punkdi SexPistols eRa-mones. Gli 80 iniziano con il fenomeno della Di-sco Music e della musica elettronica, il Rock peròc’è ancora grazie agli U2 e ai Rem. Arrivano, quin-di, gli anni 90 e i Nirvana, che suonano la nevroti-ca musica Grunge fino alla morte di Cobain nel‘94. Poi, dalla famosaDiscoMusic, si arriva alle ul-time “stars”: Shakira, Lady Gaga, Justin Bieber.E’ nata la nuova musica?

I MITI DI OGGI BREVE STORIA DELLA MUSICA LEGGERA DAGLI USA DI ELVIS ALL’INGHILTERRA DEI BEATLES

Rock, quando la canzonediventauncult

EROI I cartoon hanno appassionato intere generazioni

STUDENTI-CRONISTI

DAGLI anni ‘70 a oggi icartoni animati giapponesihanno spopolato nelle casedi tutto il mondo, influen-zando le abitudini di bambi-ni, ragazzi e adulti.Chi inventò queste fantasio-se storie? E in che anno?La prima edizione dei fu-metti giapponesi (maschili)fu ideata nel 1914 col titolodi Shònen Kurabu. Arrivò,nove anni dopo, il primofemminile, Shòjo Kurabu.I primi lavori italiani illu-stravano le avventure delGrande Mazinga e furonopubblicati grazie alla Fab-bri Editori nel dicembredel 1979.Il primo a portare la culturaasiatica in tv fu HakujaDen, ma nel 1974 fu il giap-ponese Youko Matsushitaad ideare il primo “manga”su carta a colori.Il vero e proprio “boom”dei cartoni avvenne neglianni ’90 connuove storie ap-parse in tv.Sicuramente tutti noi abbia-mo sentito parlare dei carto-ni che seguivano i nostri ge-nitori: Jeeg Robot d’acciaio,Heidi, Goldrake, CandyCandy, Lupin...Pensate a quanto lavoro èservito per arrivare ai più re-centi che hanno caratteriz-zato la nostra infanzia, ovve-ro i vari Dragon Ball oSanpei. Ultimamente i no-stri televisori sono occupatida nuovi cartoni, solitamen-te americani. Nessuno, pe-rò, dimenticherà le straordi-narie creazioni giapponesi.Visto il continuo progressodelle tecniche grafiche, pre-sto anche i “nostri” sarannogià vecchi…

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ConvenevoleConvenevolePRATOPRATO

IL ROCK Leggende chevirtualmente si incontrano

Questa pagina è stata realizzata dagli stu-denti-redattori della classe III F dellascuola media “Convenevole da Prato”.I redattori: Amoroso G..,Brienza M.,Capo-

bianco C., Carli S., Cartei N., Chen G.., ChitiC., Cirilli R, Ciuffatelli L.,Claps L..CraparoG., Di Santo S., Gabino F.,Goti B., Javed A.,Lanni S., Luccarelli A., Mancini W., Martini

F.,MocariniV.,Poporini T.,Quiriconi E., Sau-tariello M., Sulas B.,Tosa S., Zampieri E.Insegnanti tutor le professoresse Cateri-na Cafarelli e Laura Chiesi.Preside: professor Valerio Bandini.

LACURIOSITÀ

Il primomangaènatonel 1974inGiappone