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sinfonica

2017

orchestra filarmonica marchigianafilarmonicamarchigiana.com

ČAJKOVSKIJeMOZART

primo violino concertatore Alessandro Cervo

Mercoledì 22 febbraio, ore 21.15Chiaravalle, Teatro “Valle”

(ore 21.00: A ragionar di musica...riflessioni, informazioni e curiosità

sul programma musicale della serata)

regione marcheassessorato alla cultura

comune di chiaravalleassessorato alla cultura

in collaborazione con

consorzio marche spettacolo

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Programma

P. I. Čajkovskij (Votkinsk, Urali, 1840 – San Pietroburgo, 1893)

Serenata per archi in do magg., op. 48I. Pezzo in forma di SonatinaII. WalzerIII. ÉlégieIV. Finale (Tema Russo)

- intervallo -

W. A. Mozart (Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791)

Sinfonia n. 40 in sol min. K. 550 (prima versione)

I. Molto allegroII. AndanteIII. Menuetto: AllegrettoIV. Finale: Allegro assai

Fra le diverse forme poetico-musicali che la nostra civiltàha creato per dare espressione artistica alla complessagamma di sensazioni che l’uomo prova di fronte alla natura,la serenata è quella che ha avuto vita più lunga e insieme piùricca di trasformazioni. Sorta nella seconda metà delSettecento nel contesto del ricco filone della musica d’intrat-tenimento, essa trae forma e significato dall’antica espressio-ne verbale “serenare”: trascorrere le ore al sereno. In questadimensione di spensieratezza, semplicità e leggerezza laconcepì Mozart, autore di splendide serenate come l’impo-nente Haffner o l’agilissima Eine kleine Nachtmusik (Piccolaserenata notturna). In seguito, molti altri compositori, fra cuiBrahms e Dvořák, scrissero serenate imitando il modellomozartiano; nessuno, tuttavia, riuscì a ricrearne la luce difondo, chiara, limpida, senza nebbie. Qualcosa, nel tempo, siera perduto: la fiducia fanciullesca nel Bene, la capacità divivere nel buonumore, di “trascorrere le ore al sereno” ave-vano ceduto il passo alla malinconia, alla nostalgia per un’e-poca d’oro irripetibile.Čajkovskij, che amava Mozart di un amore sconfinato, fu

Note

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forse l’unico fra i musicisti del tardo Ottocento che si cimenta-rono nel genere a riaccostarsi più da vicino al grande compo-sitore, riuscendo soprattutto ad evitare, grazie alla sua innataspontaneità, certe forme di intellettualismo più o meno mani-feste nelle prove di altri suoi colleghi. È infatti una vera e pro-pria “possessione mozartiana” quella che si consuma nellasua Serenata per archi in do magg., op. 48, scritta fra il 21 set-tembre e il 26 ottobre 1880 e presentata per la prima volta alpubblico, dopo un’esecuzione privata al conservatorio diMosca, il 30 ottobre 1881 a San Pietroburgo. Una possessio-ne che si traduce in una scrittura per archi dall’equilibrio per-fetto, tersa, “serena” appunto, svolta a sostegno di melodiesemplici, dal cuore puro e ardente, che rapiscono immediata-mente l’ascoltatore per la loro intensità e la loro infinita grazia:come quella in stile di corale che apre la composizione ripre-sentandosi poi anche in chiusura; o ancor più quella, cele-berrima, che volteggia leggerissima a passo di walzer nelsecondo tempo. Tuttavia, ciò che per Mozart era una realtà concretamentevissuta e condivisa pubblicamente, per Čajkovskij è ormaisolo un sogno, una realtà virtuale circoscritta nel privato.Musica composta, come disse egli stesso, «per un bisognointeriore»: quello di esorcizzare, contemplandolo dal chiuso diuna sfera di olimpica serenità artificialmente ricreata, il maledi vivere che da tempo lo opprimeva e che in quel periodo siera riacutizzato a seguito di una serie di tristi avvenimenti (fracui il disastroso matrimonio contratto con Antonina Ivanovna).Ma il male, pur rigettato all’esterno, riesce in qualche modo apenetrare all’interno di quel rifugio di bellezza e perfezione,rivelandosi nel tono di elegia che serpeggia lungo tutta laserenata e che emerge allo scoperto nel terzo tempo, nell’in-stabilità, straordinariamente espressiva, di certe successioniarmoniche inconsuete, nell’irrequietezza del fraseggio e delritmo, nella riproposizione ostinata di nervose figurazioniascendenti o, al contrario, di patetiche inflessioni verso ilgrave che “tormentano” le melodie di un dolore sottile, nasco-sto ma inestinguibile.

Alla Sinfonia n. 40 in sol min. K 550, completata a Viennail 25 luglio del 1788 poco tempo prima dell’ultimo lavoro sinfo-nico, la luminosa Jupiter, Mozart sembra aver riservato ilcompito di formalizzare e custodire, come in un “cuore ditenebra”, le forze più oscure della natura, i sentimenti perso-nali più tragici. Di questo carattere di fondo della sinfonia si

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accorsero chiaramente i contemporanei – un po’ meno noimoderni, ancora troppo spesso deviati da esecuzioni ecces-sivamente misurate e compassate, frutto di quel vecchioluogo comune romantico (ancora duro a morire) che ha fattodi Mozart quasi esclusivamente un simbolo di grazia, di sere-nità e di equilibrio apollinei. Tragica e terribile è infatti la tona-lità di sol minore, tonalità elettiva delle tenebre mozartiane,ma soprattutto la presenza, diffusa in tutta l’opera (anche neimomenti apparentemente più distesi e sereni dell’Andante,tra i più misteriosi e sublimi della storia della musica), di pul-sioni ritmiche ossessive e inesorabili che spesso, soprattuttonei due rapidi movimenti estremi, sembrano travolgere e bru-ciare ogni cosa nel loro procedere inarrestabile. Pulsioni tantoimportanti sul piano espressivo da indurre Mozart ad iniziarela sua sinfonia, per la prima volta nella storia del genere, conl’accompagnamento invece che col tema (lo scarto tra l’attac-co del movimento e l’entrata del tema è minimo, ma l’effettoche ne deriva è enorme), creando così una sorta di fluido sot-terraneo trasportante sul quale il tema stesso, tra i più lunghie complessi mai scritti dal compositore, può scivolare libera-mente quasi senza trovare fine – una soluzione, questa, cuifaranno poi ricorso diversi compositori della generazioneromantica. E lo scivolare verso il basso pare essere un topos,un luogo poetico fondamentale della sinfonia, come eviden-ziano le straordinarie concatenazioni discendenti di accordiche accompagnano la caduta in progressione del tema all’ini-zio dello sviluppo del primo tempo.Del resto, alcuni di questi elementi si riscontrano anche nellaSinfonia n. 25 in sol min. K 183, capolavoro sinfonico dellagiovinezza mozartiana, come mezzi atti ad esprimere unorgoglio e una disperazione giovanili nutriti di selvaggi fer-menti rivoluzionari di impronta Sturm und Drang che tanto tur-barono all’epoca la composta corte salisburghese del princi-pe di Colloredo. Ma nella grande sinfonia della maturità essivengono assorbiti da un pensiero armonico e contrappuntisti-co di eccezionale spessore e levatura (derivato a Mozart dallariscoperta di Bach e di Händel avvenuta in quegli anni) che liinveste di un compito più vasto e universale: quello di espri-mere, su un piano di personale introspezione, la bellezzasplendida e terribile del tragico quale essenza profonda dellavita umana.

Cristiano Veroli

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Alessandro Cervo primo violino concertatore

Alessandro Cervo è nato a Napoli nel 1974. Diplomatosi in violinocon il massimo dei voti presso il Conservatorio “L. Refice” diFrosinone, si è perfezionato con G. Franzetti, G. Cappone, G.Pieranunzi e L. Spierer. È stato primo violino di spalla di varie orchestre, tra cui l’OrchestraSinfonica di Roma della Fondazione Cassa di Risparmio (nelperiodo 2003-2006), la “Haydn” di Bolzano e Trento, l’Orchestradel Teatro lirico di Cagliari, l’Orchestra Internazionale d’Italia, la“Nuova Scarlatti” di Napoli e l’Orchestra del teatro Marrucino diChieti con le quali ha spesso suonato come solista e ha eseguitomolti importanti “a solo”, tra cui “Vita d’eroe”, “Zaratustra” e “DonChisciotte” di R. Strauss. Attualmente è primo violino di spalladella FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana. Per la stagione 2007-2008 è stato invitato come prima parteall’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo. Collabora con i“Filarmonici di Roma” (Orchestra da camera di S. Cecilia) con iquali si è esibito come solista in sale prestigiose come la sala“Čajkovskij” di Mosca. Ha effettuato concerti in tutta Europa, Cina,Malesia, Corea, Tailandia, Russia, Stati uniti, Cuba, Brasile,Ecuador, Venezuela e Giordania, collaborando con molti dei mag-giori solisti e direttori d’orchestra. È Stato fondatore e primo violino concertatore dell’orchestra dacamera “XXI secolo” di Viterbo dal 1996 al 2001. Ha eseguito inprima assoluta brani di A. Clementi, S. Bussotti, F. Pennisi, L. DePablo, F. Festa, R. Bellafronte e il compositore F. Bastianini gli hadedicato il proprio concerto per violino, pianoforte e orchestra cheha eseguito a Roma con l’orchestra “Roma Symphonia”. Ha inci-so per le case discografiche “Amadeus” “Egea” “Ricordi”,“Dinamic” e “Universal”. Ha tenuto corsi di perfezionamento comedocente preparatore degli archi per gli stage internazionali“Spazio Musica” di Orvieto, per il Conservatorio di Fermo e per iCorsi di alto perfezionamento di Saluzzo. Ha inoltre tenutomasterclass a Brasilia e alla “Roosevelt University” di Chicago.Attivo anche nella musica da camera in varie formazioni e soprat-tutto con il Quintetto Bottesini col quale ha effettuato concerti indiretta su radio euroRAI al Quirinale, in sale prestigiose comequelle del Parco della musica di Roma, di Chicago e diWashington alla presenza del presidente Giorgio Napolitano. Nei suoi concerti alterna preziosi strumenti, in particolare uno“Stefano Scarampella” del 1904, un “Antonio Gragnani” del 1776e un “Bernardo Calcanius” del 1737.

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FORM ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANAVia degli Aranci, 2 - 60121 Ancona | Tel. 071 206168 - Fax 071 206730filarmonicamarchigiana.com | [email protected]

supporto informatico e multimediale

www.gruppoeidos.itVia Gola della Rossa, 15 - 60035 JesiTel. 0731 207079

prossimi appuntamenti al Teatro Valle

OrchestraFilarmonicaMarchigiana

** Primo Violino concertatore* Prime parti

Ispettore d’orchestraMichele Scipioni

Violini IAlessandro Cervo**Giannina Guazzaroni*Alessandro MarraElisabetta SpadariLaura Di MarzioLisa Maria PescarelliCristiano Pulin

Violini IISimone Grizi*Laura BarcelliBaldassarre CirinesiSimona ContiJacopo Cacciamani

VioleGreta Xoxi*Massimo AugelliCristiano Del PrioriLorenzo Anibaldi

VioloncelliAlessandro Culiani*Antonio ColocciaGanriele BandiraliNicolino Chirivì

ContrabbassiLuca Collazzoni*Andrea Dezi

FlautoFrancesco Chirivì*

OboiKlidi Brahimi*Marco Vignoli

FagottiRiccardo Papa*Giacomo Petrolati

CorniAlessandro Fraticelli*Roberto Quattrini

Domenica 12 marzo, ore 17.30U35 – GIOVANI INTERPRETIL. v. Beethoven Coriolano, Ouverture in do min., op. 62L. Lugli Jan’s Shriek, omaggio a Jan Palach, per sassofono e orchestraL. v. Beethoven Sinfonia n. 2 in re magg., op. 36Sassofono Alex SebastianuttoDirettore Stefano Pecci

Mercoledì 19 aprile, ore 21.15DANIELE DI BONAVENTURA & FORM ENSEMBLE: “TANGO SUITE”, TRIBUTO AD ASTOR PIAZZOLLAMusiche di Piazzolla, Gardel, Di BonaventuraBandoneon e direzione Daniele Di Bonaventura