Potatura meccanica Quando la Francia copia dall’Italia corriere vinicolo... · t e c n i c a v i...

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T E C N I C A V I T I C O L A IL CORRIERE VINICOLO N. 43 5 Novembre 2012 15 di RICCARDO CASTALDI Gruppo Cevico POTATURA MECCANICA Quando la Francia copia dall’Italia Nell’ultimo decennio la necessità di ridurre i costi di produzione e mantenere adeguati livelli di competitività su un mercato globalizzato ha spinto alcuni viticoltori francesi a superare orgoglio e tradizionalismi e a rivedere le proprie posizioni, mutuando sistemi, tecniche e macchinari messi a punto nel nostro Paese L a potatura mec- canica si sta dif- fondendo nella Francia meridio- nale (in modo particolare in Provence - Al- pes - Côte d’Azur, Languedoc - Roussillon e Midi – Pyrénées), in aree viticole di pregio ma comunque con prezzi medi di vendita del vino significativa- mente distanti da quelli rag- giunti a Bordeaux, in Borgogna o in Alsazia e di conseguenza con una maggiore attenzione al contenimento dei costi di pro- duzione. La prima azienda che ha intrapreso la strada della meccanizzazione della potatura è stata la Isle Saint-Pierre di Pa- trick Henry ad Arles, alla quale ha fatto seguito più di recente l’azienda Colombette di Fran- cois e Vincent Pugibet a Beziers, divenuta in pochi anni il punto di riferimento dell’innovazione viticola. Il sistema di allevamento adot- tato Oltralpe per spingere sulla meccanizzazione, e particolar- mente in voga in questo perio- do, è il Cordone libero, ottenuto nella maggior parte dei casi dalla conversione di impianti allevati a Cordone speronato, semplice o bilaterale, ai quali vengono tagliati i pali a livello del filo portante, che rimane quindi l’unico filo facente parte della struttura, oppure allevati a Guyot, nei quali viene lasciato sviluppare il cordone perma- nente, oltre a procedere alla me- desima modifica della struttu- ra. La potatura meccanica viene comunque eseguita anche su impianti allevati a Cordone speronato, come avviene anche nel nostro Paese; in questo caso, rispetto alla potatura manuale, si ottiene un maggiore spessore della chioma, che viene mante- nuta verticale tramite l’ausilio delle coppie di fili mobili. Vigneto allevato a Cordone speronato nei pressi di Carcassone, con filare potato meccanicamente Potatura meccanica in vigneto allevato a Cordone libero nei pressi di Salon de Provence

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t e c n i c a v i t i c o l ail corriere vinicolo n. 43

5 Novembre 2012 15

di riccardo castaldi Gruppo Cevico

Potatura meccanica

Quando la Francia copia dall’Italia

Nell’ultimo decennio la necessità di ridurre i costi di produzione e mantenere adeguati livelli di competitività su un mercato globalizzato ha spinto alcuni viticoltori francesi a superare orgoglio e tradizionalismi e a rivedere le proprie posizioni, mutuando sistemi, tecniche e macchinari messi a punto nel nostro Paese

L a potatura mec-canica si sta dif-fondendo nella Francia meridio-nale (in modo

particolare in Provence - Al-pes - Côte d’Azur, Languedoc - Roussillon e Midi – Pyrénées), in aree viticole di pregio ma comunque con prezzi medi di vendita del vino significativa-mente distanti da quelli rag-giunti a Bordeaux, in Borgogna o in Alsazia e di conseguenza con una maggiore attenzione al contenimento dei costi di pro-duzione. La prima azienda che ha intrapreso la strada della meccanizzazione della potatura è stata la Isle Saint-Pierre di Pa-trick Henry ad Arles, alla quale ha fatto seguito più di recente l’azienda Colombette di Fran-cois e Vincent Pugibet a Beziers, divenuta in pochi anni il punto di riferimento dell’innovazione viticola.

Il sistema di allevamento adot-tato Oltralpe per spingere sulla meccanizzazione, e particolar-mente in voga in questo perio-do, è il Cordone libero, ottenuto nella maggior parte dei casi dalla conversione di impianti allevati a Cordone speronato, semplice o bilaterale, ai quali vengono tagliati i pali a livello del filo portante, che rimane quindi l’unico filo facente parte della struttura, oppure allevati a Guyot, nei quali viene lasciato sviluppare il cordone perma-nente, oltre a procedere alla me-desima modifica della struttu-ra. La potatura meccanica viene comunque eseguita anche su impianti allevati a Cordone speronato, come avviene anche nel nostro Paese; in questo caso, rispetto alla potatura manuale, si ottiene un maggiore spessore della chioma, che viene mante-nuta verticale tramite l’ausilio delle coppie di fili mobili.

Vigneto allevato a cordone speronato nei pressi di carcassone, con filare potato meccanicamente Potatura meccanica in vigneto allevato a cordone libero nei pressi di Salon de Provence

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I principi della potatura meccanica

I l Cordone libero, messo a punto e sviluppato dal prof. Cesare Intrieri dell’Università di Bologna, si adatta a essere integralmente meccanizzato, riducendo gli interventi

manuali a poche ore annue. Diffuso in Italia in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana ed Emilia Romagna, il Cordone libero viene potato meccanicamente, lasciando un numero elevato di gemme per pianta, molto superiore a quello previsto dalla potatura manuale. L’elevato numero di gemme comporta nelle piante alcune importanti modifiche a livello fisiologico e morfologico. In definitiva la vite tende ad autoregolarsi e a cercare un nuovo equilibrio attraverso una minore schiusura delle gemme e una riduzione della loro fertilità, che comunque si traduce in un maggiore numero di grappoli e in una maggiore produzione. I grappoli si presentano però più spargoli, di dimensioni più contenute e con acini più piccoli, caratteri che portano in genere a un miglioramento delle prestazioni qualitative, come ampiamente dimostrato sia sperimentalmente sia dalla realtà pratica.Un elemento da non sottovalutare è rappresentato dal fatto che i grappoli, per via soprattutto della minore compattezza, sono molto meno attaccati dalla Botrytis cinerea, con ripercussioni positive sulla possibilità di vendemmiare al raggiungimento del livello di maturazione desiderato, così come il fatto che la vigoria tende nel complesso ad attenuarsi spontaneamente, per via dell’elevato numero di germogli. Non ultimo deve essere considerato che il taglio eseguito con la macchina, non potendo essere radente, garantisce il rispetto dei centri vegetativi assicurando una maggiore longevità del cordone.

Le macchine utiLizzate in Francia

L’adozione della potatura meccanica, i cui principi sono piuttosto semplici, presuppone un cambio di mentalità da parte del viticoltore, il quale deve abituarsi a vedere una pianta meno ordinata, soprattutto dopo l’esecuzione della potatura invernale, rispetto ai sistemi tradizionali o rispetto allo stesso Cordone libero gestito manualmente. Non a caso Gian Luigi Baccarini della Tanesini Technology di Faenza (Ra), ha coniato per i viticoltori francesi lo slogan “pas belle, pas mal, tres belle”, a sottintendere come la vite potata meccanicamente nel corso del ciclo produttivo attraversi diverse fasi sotto il profilo prettamente estetico, che la portano a essere non bella dopo la potatura invernale, non male alla fioritura e bella nella fase della vendemmia, per qualità e quantità dei grappoli.Per la potatura del Cordone libero vengono al momento impiegate in Francia la Tca, che significa “taillé court adapté”, macchina a barre messa a punto dalla Tanesini Technology, e la macchina a dischi orizzontali e verticali, molto tecnologica, proposta invece dalla Pellenc, che definisce il proprio taglio “taillé rasé de precision”; esistono sul mercato francese anche altre macchine a dischi adatte a eseguire correttamente la potatura meccanica integrale.Le prove eseguite in Francia hanno dimostrato la grande validità della potatrice italiana, che si è distinta per precisione, affidabilità e costi contenuti.

La gestione del Cordone libero

Vigneto di merlot nei pressi di Bezier, trasformato da cordone speronato a cordone libero e potato meccanicamente da 5 anni

L a potatura meccanica del Cordone libero è bene preveda una rapida rifinitura manuale, con po-chi tagli per pianta, essenziali per evitare l’in-

vecchiamento del cordone, come è stato da tempo di-mostrato in Italia. La rifinitura manuale risulta essere particolarmente efficace ed economica se viene esegui-ta da una coppia di operatori, dotati di forbici pneuma-tiche o elettriche e portati su di un carrello trainato dal-la trattrice che esegue la potatura meccanica. In questa fase di primo approccio alla potatura meccanica in cui si trova la Francia, vi sono situazioni in cui la rifinitura manuale non viene eseguita oppure viene eseguita da operatori appiedati, con minori vantaggi economici; è infatti dimostrato che l’operatore appiedato, il cui ritmo di lavoro non è scandito dall’avanzamento della trattri-ce, tende a fare una serie di tagli superflui, i cosiddetti tagli estetici, che non hanno rilevanza ai fini produttivi.

La gestione in verde di questo sistema risulta essere particolar-mente semplificata, dal momento che si concretizza in una serie di cimature meccaniche di lieve entità che vengono eseguite a partire dalla pre fioritura, aventi lo scopo di garantire l’assurgenza dei germogli e l’ottenimento di una chioma espansa, in grado di consentire la pene-trazione della luce, la circolazione dell’aria e la corretta bagnatura da parte dei trattamenti fitosanitari. L’asportazione dell’apice vegetativo del germoglio, ese-guita quando raggiunge i 35-40 cm di lunghezza, pri-ma che inizi a piegarsi, provoca infatti un temporaneo arresto della sua crescita e favorisce la lignificazione della sua porzione basale, importante per il mante-nimento di un portamento eretto; inoltre, determina

l’emissione di una femminella a portamento verticale. Affinché le

cimature riescano a sortire l’effetto desiderato è necessario che venga-

no eseguite con la massima tempe-stività, prima che i germogli si ripie-

ghino sotto il proprio peso.Siccome la prerogativa di questo sistema è

l’ottenimento di una chioma espansa, si adatta parti-colarmente bene ai vitigni aventi un habitus sponta-neamente assurgente o semi – assurgente.Il risparmio economico della gestione meccanica della vite è ovviamente notevole tanto che in Francia, dove però non si è ancora arrivati ai livelli raggiunti da mol-te aziende viticole italiane, si attesta sui 1.500 €/ha, in vigneti aventi una capacità produttiva che oscilla tra 8 e 15 tonnellate.

Le ProSPettiVe franceSiIn Francia, patria della vendemmia meccanica, esistono i presupposti affinché anche la meccanizzazione della potatura possa espandersi in maniera significativa, in virtù soprattutto di una viticoltura più omogenea rispetto a quella presente in Italia, basata su pochi sistemi di allevamento, tra i quali rientrano, oltre all’Alberello, anche il Cordone speronato e il Guyot, che possono essere convertiti con successo in Cordone libero. Si deve inoltre considerare come la Francia sia dotata di un sistema di divulgazione delle innovazioni viticole piuttosto efficiente, in grado di raggiungere i viticoltori con semplici e chiare indicazioni. Al momento i limiti principali sono rappresentati dal fatto che gli impianti che vengono convertiti non sempre presentano una struttura idonea all’applicazione della meccanizzazione integrale, con riferimento particolare ai fili che non sempre sono adeguatamente in tensione; si deve comunque considerare che non si sta puntando solo sulla conversione, dato che in questi anni sono stati messi a dimora anche nuovi impianti allevati a Cordone libero, dotati di filo spiralato, perfettamente adatti alla meccanizzazione. Tra i fattori limitanti la diffusione della meccanizzazione non devono essere trascurate le restrizioni imposte dai disciplinari delle zone Aoc.

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ArchmanForbice da vigna a lama teflonata

La forbice professionale da vigna art. 12 a lama corta intercambiabile, lunga 19 cm, con un peso di 200 g, costruita interamente in Italia, è un attrezzo progettato

per chi lavora nei vigneti, frutteti e giardini ed è adatto sia al professionista che all’hobbista per qualsiasi lavoro di potatura.La lama è costruita in acciaio al carbonio temperato, è teflonata per garantire un taglio netto e scorrevole ed è facilmente sostituibile. L’impugnatura ergonomica si adatta alla mano dell’utilizzatore garantendo una presa sicura e antiscivolo.È fornita di sistema di bloccaggio per una completa sicurezza ed è confezionata in blister. Fa parte della vasta gamma di forbici per l’agricoltura e il giardinaggio nota con il marchio Archman.

Berti

Ampia gamma di trinciatrici

ColombardoPrepotatrice a dischi Coloklin

La prepotatrice a dischi su doppie colonne motorizzate modello Coloklin viene utilizzata per la prepotatura/stralciatura invernale del vigneto a spalliera allevato a

Cordone speronato alto e basso, per la parte alta del Guyot, in modo da eliminare tutta la parte vegetativa stagionale, ormai legnosa, che si trova al di sopra del cordone fruttifero tra i fili di sostegno del filare. Ciò permette un risparmio del 70-80% finale sulla manodopera. La prepotatrice presenta le seguenti caratteristiche:- otto coppie di dischi di taglio (capacità di lavoro da ca. 50 a max 70 cm) su doppie colonne motrici idrauliche (possibilità di inserire altre coppie di dischi per ampliare la capacità di lavoro) oppure, nel caso di allevamenti a Guyot, di estrarre coppie di dischi;- blocco idraulico completo di valvole e divisore di flusso;- comando elettrico per l’apertura delle gabbie di emergenza;- regolazione di posizionamento laterale (traslazione meccanica);- telaio snodato speciale portante completo di movimenti idraulici: alzata e inclinazione (possibilità di applicare cimatrice semplice o tunnel e defogliatrice).Il gruppo potatore a rulli è composto da divaricatore scavallante e pali con comando rapido elettro/idraulico. I dischi di taglio possono essere disposti a seconda della tipologia di impianto mediante anelli distanziatori a serraggio rapido. Macchina corredata di divaricatore regolabile in relazione alla tipologia dei pali utilizzati e cavalletto d’appoggio del gruppo potatore.

ImecaPrepotatrice per spalliera PS350E

SNAEuropePX e PXR, nuove cesoie ergonomiche

Imeca propone la prepota-trice per spalliera modello PS350E, che presenta:

- precisione di taglio, grazie al particolare dente montato sulle barre di taglio (taglio netto sen-za schiacciamento dell’estre-mità del tralcio o strappo alla base);

- possibilità di taglio corto appena sopra la gemma basale su spe-ronato, grazie alla ca-ratteristica di taglio del

dente descritta al punto prece-dente (non esiste il pericolo di strappo della gemma basale);- sistema di estrazione efficace che elimina fino al 95% dei tral-ci dalla spalliera;- i tralci estratti in gran parte vengono convogliati verso il centro del filare (non cadono alla radice della pianta) e man-tengono dimensioni di lun-ghezza tale da poter essere cari-cati e rimossi meccanicamente con trinciatrici a pik-up o racco-

gli-sarmenti a pettine;- la macchina può essere mon-tata su trattore agricolo o su macchine semoventi scavallan-ti con l’unico requisito di avere disponibilità di circa 45-50 l/min di portata d’olio idraulico con pressione di circa 180 bar (caratteristica normale sui trat-tori di recente costruzione);- leggerezza della testa e robu-stezza del telaio di sostegno;- facilità di utilizzo della mac-china, in particolare della sua

apertura sul palo che è semi automatica. Infatti, basta dare il comando di apertura (schiac-ciando un pulsante prima di ar-rivare sul palo), la macchina si apre e superato il palo stesso, si richiude automaticamente.

Le trinciatrici proposte dalla Berti Macchine Agri-cole sono: il modello AF, AF/L, TFB/Y e TFB/REV. Il modello AF si applica a trattori con potenza tra

30 e 65 hp ed è adatto a erba e sarmenti di potatura con diametro fino a 6 cm. È disponibile con spostamento meccanico o idraulico (optional); il rullo livellatore po-steriore è regolabile in altezza ed è dotato di pulirullo. In base al materiale da trinciare il rotore può montare mazze forgiate e bonificate tipo “P” o coltelli “Y”.Il modello AF/L si applica a trattori con potenza com-presa tra 30 e 80 hp e riesce a trinciare erba e sarmen-ti con diametro fino a 6 cm. Di serie viene fornito il tendicinghia automatico per dare maggiore sicurezza all’operatore durante le operazioni di manutenzione; il rotore può avere mazze forgiate e bonificate tipo “P” o coltelli “Y”; la fiancata laterale destra è arrotondata senza alcuna sporgenza per lavorare molto vicino alle piante. A richiesta spostamento idraulico, rastrelli rac-coglitori e slitte di appoggio.La trinciatutto TFB/Y è adatta a erba e sarmenti di po-tatura fino a 8-10 cm di diametro, è ideale per trattori

con potenza tra 50 e 100 hp. Il timone è con attacco a tre punti, spostabile meccanicamente o idraulicamente (optional). Gli utensili, montati sul rotore con bulloni rinforzati per una maggiore robustezza, possono avere mazze forgiate e bonificate tipo “A” o coltelli “Y” e il rul-lo livellatore, equipaggiato con cuscinetti a tenuta sta-gna, regola l’altezza di lavoro.Il modello TFB/REV è per trattori a guida retroversa, trinciatrice reversibile con doppio timone (optional) adatta a erba e sarmenti di potatura fino a 8-10 cm di diametro, da applicare a trattori con potenza compresa tra 60 e 100 hp.

Le proposte del mercatoin vetrina una selezione, a cura delle aziende, di alcune delle ultime novità

PellencForbice Lixion Evolution

L ixion Evolution è la forbice che unisce massima potenza, leggerezza e precisione, con un’autonomia record (fino a 3 giorni).

Appositamente studiata per la viticoltura, la for-bice Lixion Evolution migliora le condizioni di lavoro dei potatori grazie alla sua maneggevolez-za, ergonomia, qualità di taglio. Il nuovo sistema di trasporto a zainetto della batteria garantisce un maggior comfort di lavoro. Il display di lettu-ra, posto sulla batteria, permette di visualizzare la capacità residua e stabilire quando è il mo-mento più opportuno per effettuare la ricarica. La forbice progettata per tutte le applicazioni di potatura offre un’ampia gamma di lame: Stan-dard per prestazioni importanti, Evolution (di serie) con nuovo profilo e affilatura semplificata, Evolution II per una maggiore ergonomia di la-voro nei vigneti e per posizioni di taglio specifi-che. L’indicatore di affilatura, presente su tutte lame della gamma Evolution, consente inoltre una facile manutenzione. Pellenc, con più di 35 anni di esperienza nel settore delle forbici per potatura, garantisce qualità e affidabilità del prodotto. La forbice può essere alimentata con le batterie della serie Ultra Lithium Battery del-la gamma Pellenc e può essere usata sia da de-strimani che da mancini, grazie ad apposite e specifiche lame e controlame. Inoltre, le forbici Pellenc non rilasciano emissioni di CO2 nell’at-mosfera, rispettando quindi l’ambiente.

Lotti

Prepotatrici DP 60 e 80 anche per vigneti in discesa

Le due teste prepotatrici DP a dischi contrapposti dell’azienda faentina Lotti, gruppo CaBa Agritech, si distinguono per l’architettura costruttiva che ne esalta robustezza, leggerezza e maneggevolezza, per un utilizzo in sicurezza

anche in terreni con forti pendenze nel rispetto dei fili di tensionamento della vite e con ottime qualità di taglio. La potatura a secco si adatta a tutti i vigneti a filare (Cordone speronato, Casarsa, Guyot ecc.). Il telaio di supporto dispone di un ancoraggio variabile che permette di variare le altezze di lavoro e può essere applicato anche alle cimatrici prodotte da Lotti-CaBa Agritech. Il numero di dischi e la loro composizione può variare in funzione del tipo e della misura dell’impianto; l’operazione può essere facilmente eseguita sulle prepotatrici DP semplicemente sganciando il motore idraulico dall’albero rotore e inclinandolo, liberando così l’albero porta dischi. Le dischiere prepotatrici Lotti-CaBa Agritech sono disponibili in due diverse tipologie (DP 60, DP 80), dotate di comandi elettrici posti nell’abitacolo del trattore; su richiesta c’è la possibilità di apertura della dischiera con rilevazione automatica dei pali.

Considerando i traumi abitualmente subiti dagli utilizzatori

professionisti di cesoie, Bahco Pradines, marchio SNAEurope, con la collaborazione del centro ricerche dell’ospedale universitario di Angers (Francia), ha studiato una nuova gamma di cesoie caratterizzate da una nuova tecnologia e da un nuovo concetto di design. Le cesoie ergonomiche Bahco Pradines permettono così di evitare la comparsa di dolori e traumi che possono colpire gli utilizzatori professionali a causa di movimenti ripetuti migliaia di volte.Le cesoie Ergo sono nate dopo 5 anni di studio e vari test in tutta Europa. Le principali caratteristiche di queste cesoie sono:- l’inclinazione laterale e verticale, che compensa

il piegamento del polso e mantiene la mano in posizione neutra;- forma dei manici studiata per meglio distribuire la pressione esercitata sul palmo;- manico superiore rivestito in elastomero per una presa migliore;- scelta della resistenza della molla (tenera, media e forte);- bullone centrale brevettato.È possibile scegliere la dimensione della testa di taglio, la forza della molla, il tipo d’impugnatura (rotante o fissa) e la dimensione dei manici per adattare

l’utensile alla mano dell’utilizzatore e alle

tipologie d’impiego. Inoltre, tutti gli

elementi sono disponibili

come pezzi di ricambio.